StampaPeriodica ,
Il
problema
che
affanna
i
cultori
dell
'
arte
in
ogni
paese
,
in
ogni
campo
di
manifestazione
estetica
,
è
ormai
maturo
in
sintomi
e
fenomeni
molto
evidenti
in
Italia
e
sopratutto
nel
campo
delle
arti
decorative
.
Un
campo
specialissimo
,
nel
quale
non
si
tratta
più
di
semplici
astrazioni
estetiche
,
di
concezioni
cerebrali
,
di
tendenze
tecniche
,
ma
di
nuove
abitudini
e
di
nuovi
bisogni
del
pubblico
che
attendono
di
essere
,
dall
'
arte
dell
'
arredamento
,
interpretati
e
soddisfatti
prontamente
.
Da
questa
necessità
di
risolvere
in
breve
tempo
dei
problemi
ardui
e
complicatissimi
mentre
i
bisogni
incombenti
non
sono
ben
precisati
,
i
desideri
non
definiti
ed
il
gusto
delle
masse
non
ancora
orizzontate
verso
linee
sicure
,
nasce
il
periodo
caotico
,
pieno
di
disagi
e
di
incertezze
,
nel
quale
minacciano
di
naufragare
la
buona
volontà
ed
i
precedenti
-
non
del
tutto
sfortunati
-
tentativi
di
riscatto
dalla
routine
abitudinaria
.
Poiché
la
urgenza
assillante
della
soluzione
ha
interrotto
in
Italia
quel
sereno
e
vigoroso
lavoro
di
ricerche
che
-
iniziato
dai
futuristi
-
aveva
attratto
nel
movimento
innovatore
,
poco
a
poco
,
buon
numero
d
'
artisti
nostri
di
alto
valore
e
di
provata
serietà
.
Noi
siamo
i
primi
a
riconoscere
-
e
non
da
oggi
certamente
-
come
la
tendenza
dell
'
epoca
moderna
sia
rivolta
alla
semplificazione
e
spesso
anche
alla
schematizzazione
delle
forme
,
assegnando
alla
linea
ed
alla
bellezza
intrinseca
della
materia
quel
compito
decorativo
che
una
volta
chiamava
a
raccolta
tanta
orgia
di
fronzoli
e
di
ornati
.
Ma
non
bisogna
esagerare
riducendo
a
povertà
squallida
e
derelitta
quella
semplicità
che
dev
'
essere
la
suprema
espressione
della
eleganza
decorativa
,
né
confondere
l
'
austerità
della
linea
colla
monotonia
uggiosa
della
retta
,
dimenticando
che
la
sobrietà
non
può
andare
disgiunta
dalla
grazia
.
E
un
altro
feticcio
ha
trovato
oggi
un
culto
troppo
bigotto
:
la
tecnica
,
che
si
vuole
promuovere
a
scopo
mentre
non
è
che
uno
strumento
dell
'
arte
.
Nessuno
piú
di
noi
ha
vagheggiato
ed
auspicato
la
rinascita
del
mestiere
e
della
buona
tradizione
nell
'
artigianato
nostro
,
la
cui
opera
si
umiliò
per
tanto
tempo
,
per
la
dura
costrizione
industriale
,
alla
lavorazione
in
serie
.
Ma
i
fautori
di
certo
mobile
iper
-
moderno
nel
quale
ogni
oggetto
,
ogni
intaglio
,
ogni
ornamento
sono
banditi
con
intransigente
rigore
per
il
trionfo
indisturbato
della
sola
materia
e
della
linea
costruttiva
,
non
rappresentano
più
la
virtù
e
la
conoscenza
del
mestiere
,
bensì
dei
saggi
di
meccanica
di
precisione
,
inesorabilmente
perfetti
:
hanno
l
'
odore
della
macchina
non
della
mano
dell
'
uomo
che
li
abbia
elaborati
per
l
'
uomo
,
accarezzandoli
amorosamente
...
Queste
correnti
meccanizzatrici
del
mobile
che
si
prefiggono
apertamente
una
standardizzazione
del
gusto
,
sono
accettate
dall
'
esempio
estero
,
per
puro
omaggio
alla
moda
,
senza
profondità
di
convinzione
,
senza
sincerità
di
espressione
,
senza
neppur
uno
sforzo
di
adattamento
ad
una
visione
personale
ed
al
gusto
nazionale
.
E
c
'
è
in
questa
apologia
della
pretesa
modernità
oltremontana
una
scimmiesca
voluttà
di
dedizione
ingenua
,
provincialesca
,
desolante
...
Si
è
cominciato
a
plagiare
per
mancanza
di
tempo
e
di
riflessione
e
si
è
finito
per
illudersi
di
creare
ed
inventare
del
nuovo
,
ripetendo
le
forme
esotiche
assai
spesso
imitate
dai
nostri
modelli
dei
secoli
d
'
oro
!
Il
plagio
-
del
resto
-
non
ha
mai
fecondato
forme
nuove
e
durature
:
ha
soltanto
documentato
l
'
immobilità
e
l
'
impotenza
,
in
ogni
sua
manifestazione
ed
in
ogni
sua
mascheratura
.
E
dal
plagio
è
inutile
aspettarsi
il
nuovo
stile
italiano
.
Ogni
stile
veramente
nazionale
non
si
riallaccia
mai
a
suggestioni
ed
a
maniere
esotiche
:
si
salda
con
un
robusto
anello
di
congiunzione
ad
uno
stile
che
l
'
abbia
preceduto
nell
'
arte
del
popolo
che
lo
crea
.
Se
il
secolo
XIX
troppo
preso
dalle
grandi
trasformazioni
tecniche
che
hanno
sconvolto
il
mondo
e
l
'
esistenza
umana
con
tante
mirabili
conquiste
della
scienza
-
il
vapore
ed
il
telegrafo
,
il
campo
elettrico
rotante
e
l
'
aviazione
,
la
telefonia
senza
fili
e
la
radiofonia
-
non
ha
potuto
scrivere
nell
'
arte
pagine
profondissime
né
legarci
uno
stile
suo
proprio
,
il
passato
remoto
dell
'
Italia
è
così
glorioso
,
così
ricco
,
così
meraviglioso
da
offrire
mille
fonti
d
'
ispirazione
a
chi
lo
voglia
interrogare
senza
ricorrere
alle
grottesche
farneticazioni
avveniriste
di
Monaco
o
di
Vienna
né
alle
sdolcinature
del
neo
-
impero
francese
né
alle
rigide
aridità
del
"
Trafalgar
"
britannico
.
La
salvezza
è
nella
tradizione
nostra
che
non
è
culto
accademico
né
astrazione
immobile
,
ma
forza
meravigliosa
,
pulsante
,
in
continuo
divenire
.
La
tradizione
italiana
ha
illuminato
nel
cammino
evolutivo
tutti
i
trionfi
gloriosi
delle
nostre
arti
in
ogni
tempo
.
E
deve
continuare
a
svolgere
questa
sua
altissima
funzione
,
avviandoci
a
trovare
le
audaci
e
sicure
vie
della
nuova
arte
italiana
.
StampaPeriodica ,
Non
è
ora
il
caso
di
illustrare
quale
sia
stata
l
'
importanza
teorica
del
futurismo
,
che
rappresenta
in
fondo
un
tentativo
di
evasione
dalle
estetiche
positiviste
dell
'
ottocento
;
ma
conviene
stabilire
che
nelle
idee
,
e
nei
progetti
di
Sant
'
Elia
sono
chiariti
i
principii
fondamentali
di
quella
che
sarà
,
in
Europa
,
a
distanza
di
anni
,
e
contro
l
'
avversione
di
un
mondo
a
cavallo
fra
due
epoche
,
la
nuova
architettura
.
Questi
principii
si
possono
sintetizzare
così
:
1
.
Abolizione
del
decorativismo
di
stili
sovrapposti
.
2
.
Razionalità
della
fabbrica
,
per
la
corrispondenza
dello
scopo
con
la
forma
.
3
.
Equilibrio
plastico
della
massa
con
la
pianta
.
4
.
Utilizzazione
dei
nuovi
materiali
costruttivi
.
L
'
architettura
europea
ha
talmente
fatto
suoi
questi
principii
,
che
non
la
si
potrebbe
pensare
contenuta
in
altre
regole
.
Ma
il
valore
di
Sant
'
Elia
non
è
,
in
fondo
,
nell
'
aver
intuito
e
disegnato
un
sistema
nuovo
di
costruzione
:
consiste
piuttosto
nel
modo
con
cui
ha
sentito
l
'
impostazione
del
problema
di
un
'
architettura
moderna
,
ed
il
fine
a
cui
essa
è
indirizzata
.
Come
in
tutti
i
precursori
,
in
lui
contano
piú
i
motivi
dell
'
azione
,
che
l
'
azione
stessa
.
Questo
progetto
di
Sant
'
Elia
è
un
'
anticipazione
dei
grattacieli
a
terrazze
,
nel
tempo
in
cui
gli
americani
costruivano
i
grattacieli
gotici
o
veneziani
di
Cass
.
Gilbert
;
o
quest
'
altro
è
una
sistemazione
prodigiosamente
"
moderna
"
di
una
città
nuova
,
pensata
nella
Milano
borghese
a
cui
parve
convenire
soltanto
lo
stile
della
nuova
stazione
:
ma
queste
,
e
tante
altre
anticipazioni
resterebbero
la
fatica
solitaria
e
melanconica
di
uno
sterile
sognatore
,
se
non
fossero
sorrette
e
giustificate
da
quello
spirito
nuovo
che
ha
creato
l
'
Europa
dei
nostri
giorni
.
La
polemica
di
Sant
'
Elia
contro
i
plagiarii
ed
i
pasticcieri
sottointende
principii
di
onestà
morale
e
di
dignità
dell
'
opera
d
'
arte
che
sono
identici
a
quelli
che
gli
architetti
moderni
oppongono
ai
costruttori
di
vecchio
stile
:
questa
opposizione
che
sembrerebbe
,
a
prima
vista
,
un
mero
fatto
di
tecnica
è
nel
suo
contenuto
maggiore
una
controversia
morale
nei
cui
termini
è
la
lotta
di
un
mondo
giovane
,
pieno
di
iniziative
e
di
volontà
,
contro
un
altro
che
scade
fatalmente
giorno
per
giorno
.
Le
case
nuove
per
gli
uomini
nuovi
:
non
è
una
formula
estetica
,
è
un
presupposto
morale
.
Sant
'
Elia
ha
posto
i
termini
di
questo
problema
con
una
intransigenza
che
giustifica
in
pieno
il
giudizio
che
certi
tedeschi
danno
sul
futurismo
,
considerandolo
come
una
scuola
essenzialmente
sociale
.
La
città
futurista
"
simile
ad
un
immenso
cantiere
tumultuante
,
agile
,
mobile
,
dinamico
in
ogni
sua
parte
"
presuppone
una
civiltà
di
produttori
,
educati
alla
disciplina
del
mondo
moderno
.
La
casa
"
senza
pittura
,
senza
scultura
"
,
è
già
,
in
progetto
,
l
'
abitazione
moderna
di
quelli
che
hanno
rinunziato
ai
piccoli
agi
ed
ai
piccoli
divertimenti
della
borghesia
ottocentesca
,
per
ritrovarsi
in
un
ambiente
parallelo
a
quello
che
determina
l
'
atmosfera
e
la
consuetudine
puritana
della
fabbrica
.
La
"
machine
à
habiter
"
di
Le
Corbusier
,
che
crea
i
piani
regolatori
delle
città
nuove
,
è
presentita
da
Sant
'
Elia
come
la
"
casa
futurista
simile
ad
una
macchina
gigantesca
"
,
nel
quadro
dell
'
Europa
moderna
.
Questo
è
la
maggior
originalità
di
Sant
'
Elia
:
il
coraggio
delle
idee
precise
,
e
il
rigore
di
restarvi
fedele
ad
ogni
costo
.
"
L
'
architettura
si
stacca
dalla
tradizione
.
Si
ricomincia
da
capo
per
forza
"
.
Perché
fra
le
estetiche
antiche
e
il
mondo
di
Sant
'
Elia
stanno
,
com
'
egli
dice
,
la
scoperta
di
nuove
leggi
naturali
,
e
nuovi
usi
scientifici
:
cioè
il
fondamento
moderno
dell
'
arte
.
StampaPeriodica ,
A
Firenze
,
si
è
chiusa
la
Fiera
Nazionale
dell
'
Artigianato
.
Ugo
Ojetti
non
è
contento
,
e
lo
ha
detto
in
un
lungo
articolo
sul
"
Corriere
della
Sera
"
.
Da
qualche
tempo
,
Ojetti
è
l
'
uomo
più
incontentabile
che
esista
in
Italia
;
e
verrebbe
voglia
di
battergli
le
mani
,
se
tutte
le
sue
critiche
,
lettere
,
apposizioni
e
sentenze
avessero
un
motivo
preciso
,
un
obbietto
-
per
parlar
pulito
-
bene
individuato
.
Il
male
è
che
l
'
irrequietudine
di
Ojetti
rappresenta
piuttosto
il
disagio
di
chi
fra
il
vecchio
ed
il
nuovo
non
ha
forza
,
e
desiderio
,
di
decidersi
;
e
se
ne
sta
sulla
soglia
come
certi
pacieri
che
a
furia
di
mezze
parole
e
con
un
gran
dimenar
di
braccia
vorrebbero
mettere
d
'
accordo
quelli
che
stanno
dentro
e
quelli
che
stanno
fuori
,
le
ragioni
degli
uni
con
le
pretese
degli
altri
.
In
tanto
daffare
la
posizione
di
Ojetti
è
la
stessa
di
quei
ceti
italiani
,
intellettuali
e
sociali
,
che
sorpresi
dal
rumore
delle
novità
nel
bel
mezzo
di
un
ozio
che
era
profittevole
ed
adatto
alla
vita
provinciale
di
dieci
o
vent
'
anni
fa
,
da
una
parte
si
sforzano
di
conservare
un
atteggiamento
di
decoro
e
di
prosopopea
e
dall
'
altra
danno
una
mano
al
nuovo
,
ma
"
con
juicio
"
.
Questo
"
juicio
"
nel
caso
di
Ojetti
,
e
non
in
quello
dei
centomila
poltroni
che
infestano
l
'
arte
italiana
,
potrebbe
essere
preso
in
considerazione
se
fosse
soltanto
un
pretesto
critico
,
un
modo
di
frenare
le
impazienze
degli
improvvisatori
;
ma
quando
Ojetti
scende
in
lizza
,
si
mette
fra
i
contendenti
-
cioè
fra
quelli
che
praticano
l
'
arte
e
non
la
giudicano
soltanto
-
rende
un
cattivo
servizio
alla
critica
,
perché
le
toglie
la
possibilità
di
giudicare
con
serenità
e
la
riduce
ad
una
polemica
mediocre
,
ed
un
peggiore
servizio
all
'
arte
,
o
meglio
agli
artisti
,
perché
confonde
le
idee
,
confonde
le
mansioni
,
confonde
i
lettori
,
avendo
la
pretesa
di
dire
come
"
si
deve
fare
"
e
come
"
non
si
deve
fare
"
.
Questo
tipo
di
critico
estroso
ed
irrequieto
,
è
stato
messo
tante
volte
fuori
della
critica
,
perché
noi
dobbiamo
preoccuparci
di
dimostrare
ad
Ojetti
che
,
per
lo
meno
,
la
sua
lettera
a
Pavolini
sull
'
architettura
ed
il
suo
articolo
sull
'
artigianato
non
sono
né
critiche
,
né
belle
prose
:
perché
per
essere
le
une
mancano
di
metodo
,
e
per
essere
le
altre
sono
compilazioni
giornalistiche
di
un
uomo
che
a
furia
di
reggere
la
penna
crede
di
reggere
lo
scettro
del
buon
gusto
o
la
bacchetta
magica
dell
'
invenzione
.
Si
chiede
,
dunque
,
a
Ojetti
un
po
'
di
tregua
;
lo
si
vorrebbe
decidere
a
tornare
alle
"
Cose
viste
"
in
cui
può
narrare
con
bella
prosa
,
come
,
per
esempio
,
Tizio
ha
disegnato
un
volo
di
rondini
per
il
salotto
di
una
signora
,
o
come
Cajo
ha
inventato
-
per
parlare
all
'
antica
-
un
mobile
di
metallo
.
Ojetti
non
confonderebbe
così
lo
stile
di
Tizio
con
il
gusto
di
Cajo
,
e
non
concorrerebbe
a
rovinare
quel
poco
di
buona
volontà
che
è
rimasta
agli
artisti
e
agli
artigiani
d
'
Italia
,
pur
in
tempo
di
crisi
.