StampaPeriodica ,
Italiani
tutti
in
piedi
!
...
Il
grande
miracolo
della
rinascita
italiana
si
è
compiuto
.
La
passione
nazionale
che
un
Parlamento
senza
fede
e
uomini
di
Stato
senza
coscienza
avevano
cinicamente
abbandonata
al
ricatto
dell
'
organizzazione
rossa
,
è
esplosa
nella
sua
formidabile
vibrazione
come
la
grande
corrente
nervosa
che
anima
e
vivifica
la
razza
.
La
vittoria
fascista
di
questi
giorni
è
sboccata
in
una
specie
di
plebiscitaria
consacrazione
fatale
sulla
via
di
Roma
ed
ebbe
aperte
le
vie
consolari
che
portano
i
nomi
e
le
insegne
del
risorgimento
:
"
Italia
e
Vittorio
Emanuele
.
"
La
lunga
vigilia
d
'
armi
è
finita
e
lo
spirito
che
ha
portato
per
tante
ore
il
peso
di
un
'
angoscia
senza
nome
,
può
finalmente
riposare
con
la
coscienza
di
aver
dirittamente
operato
.
L
'
Italia
per
merito
esclusivo
del
Fascismo
ha
afferrato
oggi
per
la
criniera
il
nero
cavallo
del
Destino
ed
inizia
la
sua
marcia
verso
l
'
avvenire
.
Il
Re
ha
trovato
il
suo
esercito
nel
Popolo
;
la
Nazione
ha
ritrovata
la
sua
grande
anima
unitaria
e
un
ministero
fatto
di
volontà
ferrea
e
sciolto
dai
legami
della
menzogna
.
Nulla
più
manca
a
fare
dell
'
Italia
la
più
grande
e
potente
unità
d
'
Europa
.
Il
nostro
capo
,
Benito
Mussolini
,
Colui
che
oggi
ha
in
pugno
le
sorti
della
Patria
,
è
un
forte
.
Egli
ha
vinto
.
E
vincerà
ancora
anche
al
governo
,
nel
nome
d
'
Italia
!
StampaPeriodica ,
...
Giovinezza
,
giovinezza
...
è
intonato
per
le
vie
dalle
fanfare
e
dai
concerti
militari
(
perfino
dalla
Regia
Guardia
!
)
,
entra
nei
luoghi
dove
meno
si
sospetterebbe
(
l
'
ho
sentito
uscire
,
trionfante
,
tra
la
sorpresa
prima
e
gli
applausi
poi
,
in
una
festa
d
'
una
comunità
religiosa
)
,
è
di
prescrizione
in
tutti
i
ritrovi
;
le
orchestre
di
tutti
i
teatri
e
le
bande
anche
dei
più
umili
villaggi
sanno
benissimo
che
assai
di
rado
si
sfugge
alle
acclamanti
richieste
del
novissimo
inno
.
Chi
è
l
'
autore
,
o
chi
ne
sono
gli
autori
?
È
.
certo
soltanto
che
le
belle
suggestive
parole
del
ritornello
:
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
...
si
trovano
nel
canto
degli
Arditi
,
del
quale
invano
ha
tentato
di
ricostruire
la
storia
il
Fumagalli
nell
'
ultima
edizione
del
suo
Chi
l
'
ha
detto
?
Parrebbe
che
l
'
inno
degli
Arditi
,
intitolato
appunto
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
fosse
l
'
adattamento
operato
dall
'
exsottotenente
degli
Arditi
Marcello
Manni
d
'
un
coro
tratto
da
un
'
operetta
intitolata
Festa
dei
fiori
,
musica
del
maestro
Blanc
e
parole
del
compianto
Nino
Oxilia
,
rappresentata
a
Torino
prima
della
guerra
(
del
coro
,
poi
,
era
stata
fatta
la
riduzione
per
banda
da
G
.
Castaldi
che
ha
figurato
anch
'
esso
come
autore
dell
'
inno
degli
Arditi
)
...
Il
Fumagalli
riporta
inoltre
un
'
altra
versione
secondo
la
quale
Giovinezza
,
giovinezza
sarebbe
opera
di
un
laureando
dell
'
Ateneo
torinese
,
il
signor
Blanc
di
Torino
che
la
cantò
la
prima
volta
nel
1910
a
Bardonecchia
,
dove
si
svolgeva
un
corso
di
skiatori
al
quale
partecipava
un
ufficiale
per
ognuno
dei
reggimenti
Alpini
.
La
canzone
piacque
ai
giovani
ufficiali
Alpini
che
la
popolarizzarono
presso
i
rispettivi
reggimenti
e
fu
messa
in
repertorio
dalle
loro
fanfare
,
tanto
che
fu
adottata
dal
corpo
quasi
come
inno
ufficiale
.
Per
concludere
,
può
dirsi
identificato
il
musicista
di
Giovinezza
,
giovinezza
:
il
maestro
Giuseppe
Blanc
che
figura
,
come
abbiamo
veduto
,
tanto
quale
autore
della
Festa
dei
fiori
(
da
cui
derivò
l
'
inno
degli
Arditi
)
quanto
come
autore
dell
'
inno
degli
Alpini
,
esaltante
anch
'
esso
la
giovinezza
.
Ma
il
poeta
?
...
Diremo
solo
che
da
Torino
è
stato
lanciato
un
"
inno
italico
"
con
musica
di
G
.
Blanc
e
parole
di
Vittorio
Emanuele
Bravetta
con
questo
ritornello
:
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
,
il
coraggio
e
la
fortezza
ci
provengono
da
te
...
che
è
anche
diffusa
,
da
Firenze
,
una
"
edizione
ufficiale
"
dell
'
inno
dei
Fascisti
Giovinezza
,
giovinezza
con
motivi
di
Giuseppe
Blanc
,
riduzione
di
Ernesto
Vitale
,
e
che
pure
a
Firenze
è
stato
stampato
il
canto
dei
Fascisti
Giovinezza
,
giovinezza
,
con
queste
indicazioni
:
versi
di
Marcello
Manni
(
l
'
ufficiale
degli
Arditi
che
abbiamo
ricordato
)
,
musica
di
G
.
Blanc
.
L
'
origine
torinese
della
musica
e
la
stretta
parentela
con
l
'
inno
degli
Arditi
sono
così
adombrate
in
una
breve
prefazione
dello
stesso
Marcello
Manni
:
"
Compagni
torinesi
,
io
vi
porto
una
canzone
che
è
vostra
,
una
canzone
che
forse
il
vostro
bel
cielo
ispirò
,
una
canzone
che
porta
ancora
viva
la
freschezza
di
un
canto
goliardico
.
Pur
nella
sua
veste
fascista
essa
rimane
la
canzone
dell
'
arditismo
"
...
StampaPeriodica ,
...
Perché
Benito
Mussolini
ha
dichiarato
che
"
il
gruppo
fascista
si
asterrà
ufficialmente
dal
prendere
parte
alla
seduta
reale
"
è
sorto
per
ogni
dove
un
venticello
di
fronda
che
francamente
,
a
noi
fa
molto
schifo
.
Esistono
dunque
ancora
dei
fascisti
che
si
sono
rifugiati
nel
nostro
purissimo
e
giovanile
movimento
per
cullarsi
nella
certezza
di
una
conservazione
perenne
dello
stata
quo
per
sottrarsi
all
'
incubo
di
tutte
le
trasformazioni
,
per
sentirsi
al
sicuro
da
ogni
novità
che
si
affaccia
all
'
orizzonte
politico
.
Ci
sono
ancora
dei
fascisti
dei
simpatizzanti
che
non
hanno
affatto
compreso
quello
che
è
e
deve
assolutamente
essere
il
fascismo
,
che
non
possiedono
la
mentalità
spregiudicata
che
ci
occorre
,
che
non
hanno
seguito
la
nostra
evoluzione
parallela
a
quella
dei
tempi
.
Ebbene
,
tali
pseudofascisti
dovranno
passare
per
questo
vaglio
,
secondo
,
dopo
quello
creato
dai
fatti
di
Fiume
.
Inutilmente
dunque
per
costoro
illustrammo
su
queste
pagine
il
nostro
programma
con
tenace
insistenza
,
vagamente
per
essi
proclamammo
che
se
il
fascismo
è
intimamente
antipregiudizialistico
,
nel
momento
attuale
,
date
le
attuali
condizioni
,
è
tendenzialmente
repubblicano
.
Leggano
costoro
l
'
articolo
del
Duce
"
Parole
chiare
alle
reclute
"
imparino
che
il
fascismo
non
è
mai
stato
monarchico
dalle
sue
origini
fino
ad
oggi
e
che
il
fascismo
assunse
un
atteggiamento
di
destra
negli
ultimi
tempi
esclusivamente
per
la
necessità
di
combattere
la
degenerazione
...
ai
principi
originari
.
Ma
ora
è
tempo
di
tornare
sulla
retta
via
,
ai
principi
originari
.
Questa
monarchia
che
sanzionò
la
amnistia
ai
disertori
,
questa
monarchia
che
assume
per
i
suoi
ministri
il
Cagoia
e
il
labbrone
,
questa
monarchia
che
va
cercando
,
come
farà
nel
discorso
della
corona
,
la
collaborazione
socialista
al
governo
,
questa
monarchia
che
non
ebbe
uno
slancio
di
fede
nei
momenti
tristi
,
un
gesto
grande
e
generoso
nei
momenti
tragici
non
è
degna
,
o
signori
falsi
fascisti
,
di
essere
da
noi
riverita
.
Noi
siamo
l
'
Italia
nuova
che
se
ne
frega
dell
'
Italia
vecchia
,
siamo
la
purità
che
insorge
contro
la
camorra
impura
,
l
'
eroismo
contro
la
vigliaccheria
e
guai
a
noi
se
ci
comprometteremo
con
un
solo
atto
di
omaggio
verso
la
vecchia
Italia
di
ieri
.
Il
sacro
compito
della
rivolta
del
bene
contro
il
male
è
passato
dal
socialismo
migliore
di
un
tempo
e
dal
repubblicanesimo
a
noi
.
Se
all
'
apertura
della
Camera
,
l
'
aula
fosse
vuota
,
come
dovrebbe
,
da
tutti
i
fascisti
,
repubblicani
e
socialisti
,
ahi
allora
sì
avrebbe
finalmente
la
sensazione
che
il
Paese
va
,
con
una
mentalità
nuova
,
verso
istituzioni
nuove
,
e
che
la
meta
,
attraverso
la
Costituente
non
è
lontana
.
Così
forse
non
sarà
,
perché
l
'
anima
piccina
e
affaristica
di
coloro
che
hanno
tradito
la
Patria
e
poi
Lenin
,
avviandosi
verso
il
piccolo
sol
dell
'
avvenire
della
collaborazione
al
governo
,
avrà
perduta
la
voglia
di
assentarsi
.
E
se
a
poco
varrebbe
l
'
assenza
dell
'
esiguo
gruppo
repubblicano
,
molto
significativa
in
tutti
i
casi
sarà
l
'
assenza
del
gruppo
fascista
.
Ma
chi
sono
coloro
,
fra
i
nostri
,
che
questo
non
comprendono
?
"
Noi
pensiamo
scrive
Mussolini
che
per
i
nuovi
alla
vita
politica
,
per
coloro
che
si
affacciano
per
la
prima
volta
sulla
scena
,
questo
discorso
è
assai
probabilmente
superfluo
.
I
giovani
ci
comprendono
magnificamente
e
non
hanno
gli
strani
tremori
,
le
curiose
oscillazioni
,
proceduristiche
e
formalistiche
,
nelle
quali
molta
gente
impiglia
e
perde
la
sua
coscienza
.
Molte
reclute
che
sono
venute
al
fascismo
nel
1921
,
ignorano
,
evidentemente
,
la
storia
del
fascismo
italiano
;
non
conoscono
,
evidentemente
,
le
idee
programmatiche
direttrici
del
fascismo
italiano
e
stanno
pescando
dei
granchi
piuttosto
vistosi
che
non
hanno
proprio
niente
di
comune
col
fascismo
italiano
.
"
Dunque
uomini
vecchi
di
età
che
sono
vecchi
anche
di
spirito
,
si
discostino
da
noi
,
insieme
ai
giovani
d
'
età
che
sono
vecchi
di
spirito
.
Noi
siamo
fascisti
.
Fascisti
,
oggi
tendenzialmente
repubblicani
,
che
ànno
qualche
non
lieve
cosa
,
da
rimproverare
alla
monarchia
.
Se
voi
avete
applaudito
Mussolini
quando
disse
,
il
3
aprile
,
che
per
merito
nostro
il
timone
dello
Stato
passa
da
Giolitti
a
Gabriele
D
'
Annunzio
,
come
potete
conservare
una
mentalità
così
piccina
,
pesante
,
statica
,
incagoiata
come
quella
che
non
vi
fa
approvare
una
doverosa
e
dignitosa
astensione
dalla
prima
seduta
della
Camera
,
che
è
cerimonia
squisitamente
dinastica
?
A
Bologna
i
fascisti
sono
nella
grandissima
maggioranza
,
dei
migliori
,
concordi
nell
'
indirizzo
puro
,
nell
'
indirizzo
di
Mussolini
e
nostro
.
Siamo
orgogliosi
di
poterlo
dire
al
Duce
.
Siamo
fieri
di
proclamarlo
ai
quattro
venti
che
portino
l
'
annuncio
ai
fascisti
veri
e
a
quelli
falsi
delle
più
lontane
regioni
d
'
Italia
.
E
commettiamo
solennemente
ai
deputati
fascisti
della
nostra
circoscrizione
che
presenzieranno
all
'
adunata
di
Milano
di
sostenere
con
intransigenza
,
il
principio
dell
'astensione."
StampaPeriodica ,
I
fascisti
della
nostra
città
,
che
esplicano
un
lavoro
efficace
di
tutti
i
giorni
,
anche
nella
scorsa
settimana
,
diedero
prova
tangibile
della
loro
attività
.
Poiché
alcuni
...
sconosciuti
pussisti
,
si
erano
presa
la
briga
di
insozzare
con
la
stereotipata
frase
del
Chi
paga
?
i
manifesti
che
il
Comitato
Centrale
dei
Fasci
aveva
fatto
affiggere
per
la
città
,
una
squadra
di
fascisti
,
sorpresili
in
flagrante
,
somministrò
loro
una
tale
dose
di
pugni
e
ceffoni
,
da
costringerli
a
fuga
ignomignosa
.
Non
solo
,
ma
lasciarono
nelle
nostre
mani
,
gli
eroi
nottambuli
,
a
loro
completo
scorno
,
ed
a
nostra
gloria
,
il
pennello
e
la
stampiglia
in
metallo
,
del
Chi
paga
?
Aggiungiamo
.
che
ora
,
non
avrebbe
più
ragione
di
esistere
l
'
interrogativo
,
in
quanto
possano
ritenersi
anch
'
essi
personalmente
...
pagati
!
!
StampaPeriodica ,
Si
approfitta
dell
'
occasione
anche
per
ricordare
a
personalità
influenti
del
regime
la
loro
appartenenza
alle
tribù
selvagge
.
Nel
mese
di
giugno
del
1924
,
all
'
inizio
di
quel
temporale
che
poi
si
scaricò
in
grandine
il
3
gennaio
del
1925
,
un
gruppo
di
giovani
di
buona
famiglia
e
di
buoni
studi
si
mise
in
testa
di
fondare
un
giornale
che
potesse
servire
da
documento
della
nostra
età
,
dello
spirito
delle
giovani
generazioni
,
quasi
lo
specchio
della
vita
italiana
del
tempo
di
Mussolini
.
Uno
specchio
che
riflettesse
,
della
vita
italiana
,
non
già
tutto
il
moto
vario
e
complesso
,
ma
soltanto
il
più
intimo
,
il
più
sincero
e
il
più
originale
.
L
'
ambizione
era
molta
,
ma
il
successo
fu
pari
alla
serietà
dei
propositi
.
Il
giornale
,
concepito
in
provincia
da
alcuni
onesti
giovani
provinciali
,
uscì
a
Colle
Val
d
'
Elsa
,
a
poche
miglia
da
Siena
,
e
cioè
nella
più
centrale
delle
provincie
italiane
,
quasi
diremmo
nell
'
Arciprovincia
;
ed
ebbe
per
titolo
«
Il
Selvaggio
»
,
per
motto
,
quello
di
Leonardo
:
«
salvatico
è
chi
si
salva
»
.
Tale
fu
l
'
accoglienza
che
gli
fecero
i
giovani
di
tutta
Italia
che
in
breve
la
tiratura
del
giornale
salì
al
alcune
migliaia
di
copie
e
l
'
appellativo
«
selvaggio
»
divenne
sinonimo
di
fedelissimo
di
Mussolini
,
cioè
di
intransigente
,
poiché
l
'
intransigenza
fascista
non
è
che
l
'
assoluta
fedeltà
a
Mussolini
.
In
tutta
la
Toscana
,
in
Romagna
,
in
Lombardia
,
in
Emilia
,
in
Umbria
,
nel
Lazio
,
nell
'
Irpinia
,
in
Sicilia
,
i
così
detti
selvaggi
si
raggrupparono
nelle
così
dette
tribù
e
raccolsero
i
migliori
tra
la
gioventù
universitaria
e
squadrista
di
tutte
le
regioni
d
'
Italia
.
I
giornali
dell
'
opposizione
aventiniana
ebbero
l
'
aria
di
scandalizzarsi
,
e
fecero
piovere
sui
selvaggi
tutte
le
contumelie
in
uso
in
quel
tempo
.
Ma
Colle
Val
d
'
Elsa
,
fra
una
burrasca
e
l
'
altra
,
divenne
la
capitale
di
Strapaese
,
la
mecca
della
fedeltà
mussoliniana
.
I
selvaggi
della
Val
d
'
Elsa
non
erano
,
come
li
dipingevano
gli
antifascisti
,
dei
bastonatori
rozzi
in
maniche
di
camicia
,
ma
dei
giovani
di
buoni
studi
,
che
avevano
le
lettere
e
le
arti
in
grande
onore
,
e
dei
quali
alcuni
si
son
poi
fatti
un
nome
nella
letteratura
e
nella
pittura
di
questa
Italia
.
Tuttavia
i
selvaggi
non
perdevano
d
'
occhio
la
politica
.
La
famosa
adunata
del
Monte
Amiata
,
dove
il
Duce
pronunziò
il
fortissimo
discorso
dello
«
strame
»
,
che
suonò
come
il
segnale
di
riscossa
contro
la
secessione
anticostituzionale
dell
'
Aventino
,
fu
organizzata
dai
selvaggi
.
In
quell
'
occasione
apparve
nei
giornali
una
fotografia
di
Mussolini
,
circondato
da
un
folte
gruppo
di
squadristi
,
che
tenevano
aperto
in
mostra
un
numero
del
«
Selvaggio
»
.
Quella
fotografia
,
presa
durante
l
'
adunata
del
Monte
Amiata
,
è
il
più
nobile
documento
dell
'
onesta
e
fiera
storia
dei
selvaggi
,
i
quali
contavano
nelle
loro
file
i
più
bei
nomi
della
nobiltà
rivoluzionaria
del
fascismo
,
da
Italo
Balbo
a
Giuriati
,
da
De
Vecchi
e
da
De
Bono
ad
Arpinati
,
da
Giunta
e
da
Scorza
a
Ricci
,
da
Soffici
a
Oppo
,
dal
Bove
di
Colle
al
Mordini
di
Barga
,
da
Tramontano
di
Siena
a
Gaggioli
di
Ferrara
.
Nomi
famosi
e
oscuri
,
di
capi
e
di
gregari
,
di
squadristi
e
di
artisti
,
ma
tutti
nomi
di
fedeli
e
di
galantuomini
,
la
cui
fierezza
e
la
cui
onestà
non
erano
e
non
sono
che
un
riverbero
dell
'
umanità
e
della
generosità
di
Mussolini
.
Alla
fine
del
1925
,
tornato
il
sereno
,
le
tribù
si
sciolsero
e
i
selvaggi
andarono
in
congedo
.
Molti
,
ormai
,
hanno
preso
moglie
,
qualcuno
è
diventato
Podestà
o
Ministro
.
Ma
in
tutti
è
rimasto
l
'
amore
per
il
«
Selvaggio
»
,
per
il
modesto
e
glorioso
giornale
di
Colle
Val
d
'
Elsa
,
che
ha
seguitato
imperterrito
a
uscire
di
quando
in
quando
,
accolto
sempre
con
affetto
dagli
antichi
e
dai
nuovi
amici
delle
più
provinciali
provincie
d
'
Italia
.
All
'
inizio
del
1929
,
per
uno
dei
soliti
fenomeni
d
'
emigrazione
interna
,
i
fondatori
del
«
Selvaggio
»
abbandonarono
Colle
Val
d
'
Elsa
e
si
stabilirono
a
Torino
.
Così
Strapaese
venne
a
star
di
casa
a
Stracittà
.
Molti
si
meravigliarono
della
cosa
,
e
alcuni
profeti
male
informati
ebbero
a
dichiarare
che
i
selvaggi
,
a
Torino
,
si
sarebbero
trovati
come
i
pesci
fuor
d
'
acqua
.
L
'
esperienza
ha
dato
torto
ai
profeti
.
Infatti
,
all
'
ombra
della
Mole
Antonelliana
,
i
selvaggi
si
sentono
ormai
come
a
casa
propria
.
Tanto
è
vero
,
che
anche
il
loro
giornale
lascia
Colle
Val
d
'
Elsa
e
viene
a
metter
famiglia
a
Torino
.
Guarda
un
po
'
che
cosa
ci
fa
fare
l
'
amore
per
Mussolini
!
StampaPeriodica ,
Le
strade
del
Selvaggio
non
portano
a
Roma
.
La
prima
sede
del
Selvaggio
fu
,
nel
1924
,
in
via
dell
'
Arringo
.
Via
dell
'
Arringo
,
in
Colle
di
Val
d
'
Elsa
,
non
si
chiama
,
da
varie
diecine
d
'
anni
,
più
così
,
per
lo
stolto
vezzo
inaugurato
dalle
amministrazioni
comunali
dell
'
epoca
liberale
,
di
mutare
i
nomi
più
proprii
,
i
nomi
più
significativi
e
più
giustificati
con
altri
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
le
vecchie
strade
,
e
che
dovrebbero
essere
attribuiti
soltanto
alle
nuove
.
Si
pensi
che
a
Livorno
Via
della
Tazza
,
famosa
pei
suoi
postriboli
,
si
chiama
ora
Via
Piave
:
questo
è
veramente
agire
a
vanvera
.
È
evidente
che
il
Piave
è
un
simbolo
nato
con
gli
ultimi
grandi
avvenimenti
,
e
che
non
ha
relazione
alcuna
con
la
storia
di
Via
della
Tazza
.
Soltanto
una
strada
nuova
,
che
raccolga
generazioni
e
costumi
nuovi
,
può
portare
quel
nome
.
E
su
questo
non
è
qui
il
caso
,
per
ora
,
di
discutere
.
Il
fatto
è
che
in
Via
dell
'
Arringo
,
una
delle
più
belle
e
più
singolari
del
mondo
,
nonché
delle
più
ripide
,
nacque
il
Selvaggio
;
e
quello
fu
buon
arringo
davvero
,
dal
quale
la
voce
fu
intesa
fin
nei
più
lontani
angoli
d
'
Italia
.
Poi
si
passò
in
Piazza
Arnolfo
;
perché
Arnolfo
di
Cambio
,
molti
non
lo
sanno
,
ma
è
colligiano
,
e
fu
un
costruttore
sul
serio
,
che
adoprò
le
pietre
e
non
il
cemento
,
e
sempre
disprezzò
profondamente
l
'
architettura
razionale
.
sicché
quel
nome
non
fu
senza
influsso
su
di
noi
;
capimmo
infatti
che
non
basta
arringare
,
ma
occorre
costruire
;
e
che
dopo
avere
adoperata
la
voce
,
bisogna
adoperare
le
pietre
,
e
metterle
una
sull
'
altra
.
Le
pietre
son
testimoni
dei
tempi
.
Non
c
'
è
vera
gloria
,
se
non
documentata
dalla
pietra
.
Poi
si
passò
a
Firenze
,
in
Via
della
Pergola
,
la
quale
ci
suggerì
d
'
accentuare
il
nostro
carattere
rurale
di
difendere
,
senza
dottrinarismi
,
la
bellezza
della
vita
campestre
e
la
saggezza
dei
paesani
;
contro
la
sfacciata
invadenza
dell
'
americanismo
e
la
«
standardizzazione
»
dei
costumi
:
costì
nacquero
le
prime
cronache
di
Strapaese
,
che
si
ampliarono
quando
il
Selvaggio
,
nel
1927
,
si
trasportò
,
sempre
a
Firenze
,
in
Via
dei
Servi
.
Ecco
un
nome
che
farà
storcere
la
bocca
a
qualcuno
!
Bisogna
intendersi
:
servi
,
sicuro
,
servi
ma
dell
'
idea
;
la
frase
è
un
po
'
abusata
,
ma
la
sua
sostanza
è
sempre
buona
,
perché
,
parliamoci
chiaro
,
a
che
vale
agitarsi
,
polemizzare
,
battagliare
,
prender
posizione
,
se
non
si
ha
una
convinzione
precisa
,
una
base
sicura
,
una
fede
insomma
?
Ci
dev
'
essere
un
presupposto
,
un
sottinteso
,
un
punto
fermo
,
benedetto
Iddio
,
altrimenti
dove
si
andrebbe
a
finire
?
Con
che
diritto
potremmo
alzare
la
voce
,
esercitare
la
critica
,
metter
bocca
nelle
pubbliche
faccende
?
Signori
,
senza
quel
punto
fermo
,
senza
un
'
idea
cui
fedelmente
servire
,
noi
ci
vergogneremmo
di
sporcare
della
carta
e
di
far
gemere
i
torchi
;
quindi
anche
Via
dei
Servi
ci
voleva
,
e
in
tal
senso
fummo
severi
e
lo
siamo
tuttora
e
lo
saremo
sempre
di
più
,
anche
se
,
dopo
quella
,
abbiamo
scelto
altre
strade
.
Nel
1928
Strapaese
si
collocò
sempre
in
Firenze
in
Via
dell
'
Oche
.
Sebbene
facile
,
l
'
ironia
sarebbe
,
anche
in
questo
caso
,
o
Signori
,
fuori
posto
.
Via
dell
'
Oche
è
una
delle
più
vecchie
vie
di
Firenze
,
a
due
passi
dal
Duomo
e
a
quattro
dal
Battistero
.
Accanto
c
'
è
Piazza
delle
Pallottole
nome
bellicoso
,
che
non
permette
gli
scherzi
;
c
'
è
Via
dello
Scheletro
nome
pauroso
e
ammonitore
;
c
'
è
Via
della
Morte
.
Aria
nera
.
Gli
scherzi
possono
finire
a
coltellate
.
Se
oche
ci
sono
state
in
Via
dell
'
Oche
,
e
se
quelle
oche
siamo
stati
noi
del
Selvaggio
,
la
razza
è
di
quelle
capitoline
:
razza
intelligente
,
sveglia
,
e
soprattutto
senza
peli
sulla
lingua
.
Dunque
sia
rispettata
,
con
Via
dell
'
Arringo
,
con
Piazza
Arnolfo
,
con
Via
della
Pergola
e
con
Via
dei
Servi
,
anche
Via
dell
'
Oche
.
Passò
il
1928
,
passò
;
e
l
'
ingrata
Firenze
lasciò
che
il
Selvaggio
l
'
abbandonasse
.
Il
marchese
Ridolfi
non
sentiva
pel
nostro
giornalino
né
caldo
né
freddo
;
così
tornammo
in
quel
di
Siena
,
anzi
nel
cuore
di
Siena
piantammo
le
tende
,
e
l
'
antica
gloriosa
Stamperia
dell
'
Ancora
,
dove
sono
i
più
bei
caratteri
tipografici
che
abbiamo
incontrato
,
lavorò
per
noi
due
anni
,
mobilitando
i
suoi
neri
Aldini
,
liberando
dalla
polvere
i
suoi
stupendi
e
classici
Bodoni
,
i
robusti
Egiziani
,
i
Neretti
quarantotteschi
,
il
Ronde
1830
chiaro
,
delicato
,
dalle
perfette
volute
,
di
cui
il
grosso
Mondadori
non
capirà
mai
la
grazia
;
le
vecchie
vignette
in
legno
,
i
puttini
,
i
fregi
,
i
«
cul
de
lampe
»
,
i
cui
anonimi
autori
valgono
mille
Cisari
e
Disertori
e
De
Carolis
messi
assieme
.
Ma
la
strada
si
chiamava
,
e
si
chiama
tuttora
,
essendo
Siena
gelosa
delle
sue
vecchie
e
care
cose
,
Via
delle
Terme
.
Negate
l
'
influsso
dei
nomi
:
a
poco
a
poco
,
l
'
ozio
s
'
impadronì
di
noi
,
e
ci
cullammo
in
una
specie
di
beatitudine
inerte
,
saltando
numeri
a
piè
pari
,
e
indugiando
a
pubblicare
quei
pochi
,
che
faticosamente
riuscivamo
a
mettere
assieme
.
Chi
s
'
attarda
nelle
Terme
,
si
snerva
e
si
assopisce
:
l
'
aria
mistica
di
Siena
c
'
induceva
alla
rinunzia
e
all
'
apatia
;
felici
di
fare
un
po
'
di
maldicenza
al
Greco
,
e
qualche
scorpacciata
da
Tullio
andate
da
Tullio
,
o
turisti
,
se
volete
mangiar
bene
sentivamo
nascere
in
noi
il
tristo
,
avvelenato
fior
dell
'
indifferenza
;
e
doveva
esser
l
'
aria
delle
montagne
a
svegliarci
.
Sicché
abbiamo
portato
le
tende
in
Torino
e
scelta
per
la
nostra
sede
Via
Pietro
Micca
,
nome
guerriero
in
un
'
aria
guerriera
;
nome
augurale
,
che
ci
fa
tenere
asciutte
le
polveri
e
pronta
la
miccia
.
Bellissimo
nome
,
che
non
contrasta
coi
precedenti
,
anzi
li
riassume
,
e
addita
la
conclusione
.
La
quale
consisterà
in
questo
,
che
i
residui
del
meschino
politicantismo
d
'
un
tempo
,
e
con
loro
tutti
gli
ipocriti
,
i
parassiti
e
i
profittatori
salteranno
per
aria
.
Còmpito
comune
delle
nostre
generazioni
,
ad
assolvere
il
quale
c
'
è
posto
per
tutti
,
e
in
tutte
le
vie
,
strade
,
piazze
,
borghi
,
sobborghi
e
città
d
'
Italia
.
Si
è
usato
troppo
dire
che
tutte
le
strade
conducono
a
Roma
;
bisogna
cominciare
a
persuadersi
piuttosto
che
da
Roma
c
'
è
una
sola
strada
che
porta
in
tutto
il
mondo
l
'
idea
d
'
una
civiltà
degna
della
storia
e
dell
'
avvenire
.
Si
lavora
perché
questa
strada
si
apra
anzitutto
nelle
coscienze
degli
italiani
;
e
non
c
'
è
da
vergognarsi
se
si
fa
quel
che
si
può
;
l
'
importante
è
che
la
partecipazione
sia
volontaria
,
continua
,
fervida
,
sincera
.
Noi
del
Selvaggio
non
si
sarebbe
sinceri
se
non
ci
si
mostrasse
quelli
che
siamo
,
coi
nostri
impeti
e
con
le
nostre
impazienze
.
Siamo
nati
in
campagna
!
Abbiamo
bazzicato
per
le
osterie
!
Abbiamo
amici
fra
i
barrocciai
,
fra
i
vetrai
,
fra
i
contadini
,
fra
gli
artigiani
!
Abbiamo
imparato
a
parlar
chiaro
,
con
modi
bruschi
e
a
tirar
frizzi
piuttosto
che
a
modular
complimenti
!
Che
difetti
!
E
perfino
vantarsene
!
Con
quante
vie
abbiamo
cambiate
,
siamo
rimasti
sempre
gli
stessi
.
Si
finisse
a
Piccadilly
,
ed
alla
Fifth
Avenue
,
sempre
ragioneremo
e
discorreremo
alla
maniera
antica
italiana
.
Se
la
civiltà
dei
nostri
tempi
è
,
come
dicono
una
civiltà
meccanica
,
ovvero
macchinistica
,
non
saremo
così
sciocchi
da
farci
schiacciare
o
rimbecillire
dalle
macchine
.
StampaPeriodica ,
Rinunciamo
alle
consuete
note
di
Vita
Milanese
perché
lo
spazio
ed
il
tempo
non
ci
consentono
di
dire
degnamente
ed
interamente
l
'
opera
fervida
che
svolge
in
questi
giorni
il
fascismo
della
capitale
morale
d
'
Italia
.
Sappiano
i
compagni
che
a
Milano
non
si
dorme
.
Sabato
,
domenica
e
lunedì
occupammo
le
piazze
e
le
tenemmo
contro
tutte
le
violenze
poliziesche
.
Attualmente
lavoriamo
con
passione
ed
alacrità
affinché
l
'
epilogo
del
gesto
dannunziano
non
ci
trovi
impreparati
,
qualunque
esso
sia
.
Il
Comitato
di
Salute
Pubblica
eletto
fra
tutte
le
frazioni
interventiste
è
dovuto
alla
nostra
volontà
;
di
esso
i
fascisti
saranno
l
'
avanguardia
più
fedele
ed
audace
.
StampaPeriodica ,
1
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
moderni
.
Quando
si
rispettano
le
proprie
qualità
,
si
ha
cura
di
non
snaturarle
negli
esibizionismi
,
nei
parossismi
,
nelle
parodie
;
quando
si
vuol
conservare
integro
un
organo
,
non
se
ne
alterano
le
funzioni
.
Il
modernismo
è
appunto
una
sopraffazione
alla
modernità
,
una
deviazione
della
modernità
,
una
funzione
artificiosa
che
la
corrompe
nella
sua
essenza
e
la
travisa
nelle
sue
forme
.
Il
modernismo
è
un
parassita
della
modernità
,
un
fatto
patologico
,
infine
una
moda
.
Noi
siamo
moderni
,
non
modisti
.
Non
possiamo
essere
che
moderni
secundum
naturam
,
e
la
modernità
è
per
noi
un
istinto
:
combattiamo
il
modernismo
perché
tende
a
trasformare
questo
istinto
in
un
vizio
.
2
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
italiani
.
Prodotto
di
climi
stranieri
al
nostro
il
modernismo
fa
il
giuoco
di
chi
non
ha
nulla
da
perdere
,
nulla
da
difendere
,
nulla
da
conservare
.
È
un
surrogato
della
civiltà
presso
i
barbari
,
i
popoli
inferiori
,
le
nazioni
in
decadenza
.
Storia
,
tradizione
,
carattere
,
sentimento
di
patria
,
attaccamento
alle
istituzioni
o
agli
ideali
rivoluzionari
,
nulla
è
tollerato
dal
modernismo
se
non
in
un
piano
secondario
;
nessuna
urgenza
è
ammessa
oltre
la
sua
.
Per
esistere
,
deve
trionfare
su
ogni
altra
legge
;
non
si
affida
a
una
potenza
,
che
non
possiede
,
ma
alla
prepotenza
.
Uccide
il
passato
,
sequestra
il
presente
,
ipoteca
l
'
avvenire
.
Il
modernismo
è
la
legge
,
la
morale
,
la
religione
,
la
retorica
che
esclude
tutte
le
altre
.
Il
suo
dramma
sta
nel
suo
assolutismo
,
un
assolutismo
posto
al
servizio
di
quanto
c
'
è
di
più
relativo
al
mondo
;
e
dunque
di
tutto
,
fuori
che
dall
'
italianità
.
3
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
fascisti
.
Noi
abbiamo
sempre
considerato
il
Fascismo
come
un
modo
di
servire
l
'
Italia
,
cioè
un
'
idea
universale
,
indipendentemente
dalle
ideologie
occasionali
.
Cacciate
dalla
porta
al
momento
opportuno
,
esse
minacciano
di
rientrare
dalla
finestra
,
in
nome
appunto
del
modernismo
,
che
le
promuove
e
le
giustifica
.
Ma
Fascismo
e
modernismo
si
elidono
:
quello
serve
una
idea
assoluta
,
questo
un
'
idea
relativa
.
Il
Fascismo
,
in
quanto
espressione
della
civiltà
italiana
,
ha
carattere
universale
;
il
modernismo
invece
ha
carattere
internazionale
:
serve
altri
valori
,
o
meglio
serve
esigenze
,
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
la
nostra
storia
e
con
la
nostra
civiltà
.
Il
Fascismo
ha
una
sua
interpretazione
della
vita
moderna
,
e
cioè
un
'
interpretazione
italiana
;
il
modernismo
é
,
al
contrario
,
un
'
interpretazione
arbitraria
,
internazionalistica
,
intellettualistica
,
occasionale
della
modernità
.
Coloro
che
si
lasciano
sedurre
dalle
ideologie
modernistiche
credendo
di
servire
il
Fascismo
,
non
si
accorgono
di
svuotarlo
della
sua
vera
sostanza
e
delle
sue
profonde
ragioni
.
Essi
mostrano
di
non
aver
fede
nel
Fascismo
,
soltanto
nel
Fascismo
,
ma
di
aver
bisogno
di
qualcosaltro
.
È
proprio
questo
qualcosaltro
che
noi
non
digeriamo
.
Fummo
«
selvaggi
»
quando
si
tentò
di
addomesticare
la
Rivoluzione
;
perché
non
dovremmo
essere
«
selvaggi
»
quando
si
cerca
di
assoggettarla
al
modernismo
?
Il
Modernismo
è
un
partito
.
Noi
abbiamo
già
il
nostro
,
e
non
lo
vogliamo
né
barattare
né
mescolare
.
I
nostri
lettori
debbono
pur
sapere
con
chi
hanno
a
che
fare
.
StampaPeriodica ,
Da
ogni
parte
si
ripete
che
basta
ormai
con
la
violenza
individuale
,
che
si
deponga
l
'
odio
di
classe
,
che
occorre
tornare
alle
competizioni
elevate
di
idee
,
alle
lotte
civili
e
disciplinate
,
che
necessita
soprattutto
ristabilire
il
potere
della
legge
e
il
rispetto
e
la
libertà
per
tutti
...
E
'
vero
:
l
'
aspirazione
di
tutti
è
questa
:
pacificare
gli
animi
.
Ma
come
?
L
'
Avanti
!
risponde
:
è
un
dovere
della
stampa
borghese
.
E
mentre
si
lascia
sfuggire
tale
interessata
invocazione
,
si
scaglia
contro
il
fascismo
con
un
frasario
scorretto
e
triviale
...
Per
pacificare
ci
vuole
sincerità
:
il
fascismo
è
una
manifestazione
spontanea
del
popolo
italiano
,
la
cui
coscienza
è
insorta
contro
il
bolscevismo
invadente
,
contro
la
violenza
,
contro
una
dittatura
insopportabile
,
contro
un
'
indegna
tattica
di
lotta
,
contro
il
boicottaggio
e
l
'
affamamento
...
Ma
come
si
può
raggiungere
la
pacificazione
degli
spiriti
se
tanto
i
socialisti
che
i
comunisti
hanno
una
meta
unica
da
raggiungere
:
la
rivoluzione
?
I
socialisti
che
hanno
sempre
taciuto
quando
erano
i
loro
seguaci
a
commettere
violenze
ed
irridevano
alla
moribonda
borghesia
...
Essi
stessi
si
sforzano
oggi
di
imitare
il
grido
di
quella
e
fanno
anch
'
essi
appello
alla
legge
e
ricorrono
alla
protezione
della
forza
pubblica
...
Essi
invocano
la
legge
,
ma
contro
gli
avversari
che
reagiscono
alle
loro
violenze
;
essi
invocano
l
'
intervento
della
forza
pubblica
per
essere
protetti
nelle
loro
gesta
criminose
e
rivoluzionarie
...
Se
da
ogni
parte
si
grida
:
basta
!
comincino
i
socialisti
e
i
comunisti
a
disarmare
.
StampaPeriodica ,
Benito
Mussolini
ha
lanciato
il
suo
"
tendenzialmente
repubblicano
,
"
un
avverbio
un
aggettivo
destinati
a
scompigliare
amici
e
nemici
,
alleati
e
sudditi.Il
piccolo
mondo
della
politica
italiana
è
,
per
questo
,
tutto
a
rumore
.
Ne
godono
,
a
lor
modo
,
i
sovversivi
,
ne
gioiscono
i
repubblicani
,
se
ne
scandalizzano
i
liberali
.
Solo
i
popolari
senza
dimostrare
le
eccessive
e
farisaiche
meraviglie
di
coloro
che
a
Mussolini
guardavano
,
ora
non
è
molto
,
fino
al
giorno
delle
elezioni
,
non
soltanto
come
al
liberatore
ma
come
all
'
unico
uomo
degno
di
guidare
l
'
Italia
armata
di
schede
elettorali
e
di
fasci
littorii
,
possono
in
tutta
coscienza
affermare
che
la
questione
non
li
tocca
.
Essi
non
hanno
pregiudiziali
monarchiche
,
né
sono
costretti
in
questa
circostanza
a
ricorrere
a
certe
comode
"
riserve
mentali
,
"
che
hanno
sempre
caratterizzato
il
giuramento
di
altre
persone
aderenti
a
ben
diversi
e
determinati
organismi
politici
.
Il
"
tendenzialmente
"
di
Mussolini
,
viene
ad
interrompere
così
molti
placidi
sonni
e
molte
gratuite
e
malamente
acquisite
certezze
.
La
consorteria
liberale
è
costretta
a
trangugiare
l
'
amara
pillola
per
timore
che
la
parte
che
racchiude
nel
pugno
la
forza
,
l
'
ardire
,
l
'
audacia
e
lo
spirito
di
combattività
si
allontani
nel
più
bello
dalle
trincee
,
abbandonando
ad
un
ritorno
offensivo
dei
rossi
,
non
soltanto
il
tricolore
,
ma
il
partito
liberale
e
gli
interessi
degli
agrari
di
tutta
l
'
Italia
.
Senza
questa
preoccupazione
,
francamente
,
non
si
comprenderebbe
davvero
l
'
atteggiamento
dei
liberali
italiani
,
monarchici
e
conservatori
,
di
fronte
all
'
audacia
spregiudicata
del
tendenzialmente
repubblicano
,
condottiero
dei
Fasci
Italiani
di
Combattimento
.
Lo
storico
politico
del
futuro
dirà
,
con
rigida
imparzialità
,
quanta
parte
avrà
avuta
in
questo
atteggiamento
dei
liberali
la
sorpresa
di
vedersi
giocati
proprio
da
colui
,
nel
quale
troppo
imprudentemente
essi
si
erano
così
entusiasticamente
fidati
.