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TRIONFO ( - , 1922 )
StampaPeriodica ,
Italiani tutti in piedi ! ... Il grande miracolo della rinascita italiana si è compiuto . La passione nazionale che un Parlamento senza fede e uomini di Stato senza coscienza avevano cinicamente abbandonata al ricatto dell ' organizzazione rossa , è esplosa nella sua formidabile vibrazione come la grande corrente nervosa che anima e vivifica la razza . La vittoria fascista di questi giorni è sboccata in una specie di plebiscitaria consacrazione fatale sulla via di Roma ed ebbe aperte le vie consolari che portano i nomi e le insegne del risorgimento : " Italia e Vittorio Emanuele . " La lunga vigilia d ' armi è finita e lo spirito che ha portato per tante ore il peso di un ' angoscia senza nome , può finalmente riposare con la coscienza di aver dirittamente operato . L ' Italia per merito esclusivo del Fascismo ha afferrato oggi per la criniera il nero cavallo del Destino ed inizia la sua marcia verso l ' avvenire . Il Re ha trovato il suo esercito nel Popolo ; la Nazione ha ritrovata la sua grande anima unitaria e un ministero fatto di volontà ferrea e sciolto dai legami della menzogna . Nulla più manca a fare dell ' Italia la più grande e potente unità d ' Europa . Il nostro capo , Benito Mussolini , Colui che oggi ha in pugno le sorti della Patria , è un forte . Egli ha vinto . E vincerà ancora anche al governo , nel nome d ' Italia !
StampaPeriodica ,
... Giovinezza , giovinezza ... è intonato per le vie dalle fanfare e dai concerti militari ( perfino dalla Regia Guardia ! ) , entra nei luoghi dove meno si sospetterebbe ( l ' ho sentito uscire , trionfante , tra la sorpresa prima e gli applausi poi , in una festa d ' una comunità religiosa ) , è di prescrizione in tutti i ritrovi ; le orchestre di tutti i teatri e le bande anche dei più umili villaggi sanno benissimo che assai di rado si sfugge alle acclamanti richieste del novissimo inno . Chi è l ' autore , o chi ne sono gli autori ? È . certo soltanto che le belle suggestive parole del ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza ... si trovano nel canto degli Arditi , del quale invano ha tentato di ricostruire la storia il Fumagalli nell ' ultima edizione del suo Chi l ' ha detto ? Parrebbe che l ' inno degli Arditi , intitolato appunto Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza fosse l ' adattamento operato dall ' exsottotenente degli Arditi Marcello Manni d ' un coro tratto da un ' operetta intitolata Festa dei fiori , musica del maestro Blanc e parole del compianto Nino Oxilia , rappresentata a Torino prima della guerra ( del coro , poi , era stata fatta la riduzione per banda da G . Castaldi che ha figurato anch ' esso come autore dell ' inno degli Arditi ) ... Il Fumagalli riporta inoltre un ' altra versione secondo la quale Giovinezza , giovinezza sarebbe opera di un laureando dell ' Ateneo torinese , il signor Blanc di Torino che la cantò la prima volta nel 1910 a Bardonecchia , dove si svolgeva un corso di skiatori al quale partecipava un ufficiale per ognuno dei reggimenti Alpini . La canzone piacque ai giovani ufficiali Alpini che la popolarizzarono presso i rispettivi reggimenti e fu messa in repertorio dalle loro fanfare , tanto che fu adottata dal corpo quasi come inno ufficiale . Per concludere , può dirsi identificato il musicista di Giovinezza , giovinezza : il maestro Giuseppe Blanc che figura , come abbiamo veduto , tanto quale autore della Festa dei fiori ( da cui derivò l ' inno degli Arditi ) quanto come autore dell ' inno degli Alpini , esaltante anch ' esso la giovinezza . Ma il poeta ? ... Diremo solo che da Torino è stato lanciato un " inno italico " con musica di G . Blanc e parole di Vittorio Emanuele Bravetta con questo ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza , il coraggio e la fortezza ci provengono da te ... che è anche diffusa , da Firenze , una " edizione ufficiale " dell ' inno dei Fascisti Giovinezza , giovinezza con motivi di Giuseppe Blanc , riduzione di Ernesto Vitale , e che pure a Firenze è stato stampato il canto dei Fascisti Giovinezza , giovinezza , con queste indicazioni : versi di Marcello Manni ( l ' ufficiale degli Arditi che abbiamo ricordato ) , musica di G . Blanc . L ' origine torinese della musica e la stretta parentela con l ' inno degli Arditi sono così adombrate in una breve prefazione dello stesso Marcello Manni : " Compagni torinesi , io vi porto una canzone che è vostra , una canzone che forse il vostro bel cielo ispirò , una canzone che porta ancora viva la freschezza di un canto goliardico . Pur nella sua veste fascista essa rimane la canzone dell ' arditismo " ...
ITALIA NUOVA ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
... Perché Benito Mussolini ha dichiarato che " il gruppo fascista si asterrà ufficialmente dal prendere parte alla seduta reale " è sorto per ogni dove un venticello di fronda che francamente , a noi fa molto schifo . Esistono dunque ancora dei fascisti che si sono rifugiati nel nostro purissimo e giovanile movimento per cullarsi nella certezza di una conservazione perenne dello stata quo per sottrarsi all ' incubo di tutte le trasformazioni , per sentirsi al sicuro da ogni novità che si affaccia all ' orizzonte politico . Ci sono ancora dei fascisti dei simpatizzanti che non hanno affatto compreso quello che è e deve assolutamente essere il fascismo , che non possiedono la mentalità spregiudicata che ci occorre , che non hanno seguito la nostra evoluzione parallela a quella dei tempi . Ebbene , tali pseudofascisti dovranno passare per questo vaglio , secondo , dopo quello creato dai fatti di Fiume . Inutilmente dunque per costoro illustrammo su queste pagine il nostro programma con tenace insistenza , vagamente per essi proclamammo che se il fascismo è intimamente antipregiudizialistico , nel momento attuale , date le attuali condizioni , è tendenzialmente repubblicano . Leggano costoro l ' articolo del Duce " Parole chiare alle reclute " imparino che il fascismo non è mai stato monarchico dalle sue origini fino ad oggi e che il fascismo assunse un atteggiamento di destra negli ultimi tempi esclusivamente per la necessità di combattere la degenerazione ... ai principi originari . Ma ora è tempo di tornare sulla retta via , ai principi originari . Questa monarchia che sanzionò la amnistia ai disertori , questa monarchia che assume per i suoi ministri il Cagoia e il labbrone , questa monarchia che va cercando , come farà nel discorso della corona , la collaborazione socialista al governo , questa monarchia che non ebbe uno slancio di fede nei momenti tristi , un gesto grande e generoso nei momenti tragici non è degna , o signori falsi fascisti , di essere da noi riverita . Noi siamo l ' Italia nuova che se ne frega dell ' Italia vecchia , siamo la purità che insorge contro la camorra impura , l ' eroismo contro la vigliaccheria e guai a noi se ci comprometteremo con un solo atto di omaggio verso la vecchia Italia di ieri . Il sacro compito della rivolta del bene contro il male è passato dal socialismo migliore di un tempo e dal repubblicanesimo a noi . Se all ' apertura della Camera , l ' aula fosse vuota , come dovrebbe , da tutti i fascisti , repubblicani e socialisti , ahi allora sì avrebbe finalmente la sensazione che il Paese va , con una mentalità nuova , verso istituzioni nuove , e che la meta , attraverso la Costituente non è lontana . Così forse non sarà , perché l ' anima piccina e affaristica di coloro che hanno tradito la Patria e poi Lenin , avviandosi verso il piccolo sol dell ' avvenire della collaborazione al governo , avrà perduta la voglia di assentarsi . E se a poco varrebbe l ' assenza dell ' esiguo gruppo repubblicano , molto significativa in tutti i casi sarà l ' assenza del gruppo fascista . Ma chi sono coloro , fra i nostri , che questo non comprendono ? " Noi pensiamo scrive Mussolini che per i nuovi alla vita politica , per coloro che si affacciano per la prima volta sulla scena , questo discorso è assai probabilmente superfluo . I giovani ci comprendono magnificamente e non hanno gli strani tremori , le curiose oscillazioni , proceduristiche e formalistiche , nelle quali molta gente impiglia e perde la sua coscienza . Molte reclute che sono venute al fascismo nel 1921 , ignorano , evidentemente , la storia del fascismo italiano ; non conoscono , evidentemente , le idee programmatiche direttrici del fascismo italiano e stanno pescando dei granchi piuttosto vistosi che non hanno proprio niente di comune col fascismo italiano . " Dunque uomini vecchi di età che sono vecchi anche di spirito , si discostino da noi , insieme ai giovani d ' età che sono vecchi di spirito . Noi siamo fascisti . Fascisti , oggi tendenzialmente repubblicani , che ànno qualche non lieve cosa , da rimproverare alla monarchia . Se voi avete applaudito Mussolini quando disse , il 3 aprile , che per merito nostro il timone dello Stato passa da Giolitti a Gabriele D ' Annunzio , come potete conservare una mentalità così piccina , pesante , statica , incagoiata come quella che non vi fa approvare una doverosa e dignitosa astensione dalla prima seduta della Camera , che è cerimonia squisitamente dinastica ? A Bologna i fascisti sono nella grandissima maggioranza , dei migliori , concordi nell ' indirizzo puro , nell ' indirizzo di Mussolini e nostro . Siamo orgogliosi di poterlo dire al Duce . Siamo fieri di proclamarlo ai quattro venti che portino l ' annuncio ai fascisti veri e a quelli falsi delle più lontane regioni d ' Italia . E commettiamo solennemente ai deputati fascisti della nostra circoscrizione che presenzieranno all ' adunata di Milano di sostenere con intransigenza , il principio dell 'astensione."
StampaPeriodica ,
I fascisti della nostra città , che esplicano un lavoro efficace di tutti i giorni , anche nella scorsa settimana , diedero prova tangibile della loro attività . Poiché alcuni ... sconosciuti pussisti , si erano presa la briga di insozzare con la stereotipata frase del “ Chi paga ? ” i manifesti che il Comitato Centrale dei Fasci aveva fatto affiggere per la città , una squadra di fascisti , sorpresili in flagrante , somministrò loro una tale dose di pugni e ceffoni , da costringerli a fuga ignomignosa . Non solo , ma lasciarono nelle nostre mani , gli eroi nottambuli , a loro completo scorno , ed a nostra gloria , il pennello e la stampiglia in metallo , del “ Chi paga ? ” Aggiungiamo . che ora , non avrebbe più ragione di esistere l ' interrogativo , in quanto possano ritenersi anch ' essi personalmente ... pagati ! !
StampaPeriodica ,
Si approfitta dell ' occasione anche per ricordare a personalità influenti del regime la loro appartenenza alle tribù selvagge . Nel mese di giugno del 1924 , all ' inizio di quel temporale che poi si scaricò in grandine il 3 gennaio del 1925 , un gruppo di giovani di buona famiglia e di buoni studi si mise in testa di fondare un giornale che potesse servire da documento della nostra età , dello spirito delle giovani generazioni , quasi lo specchio della vita italiana del tempo di Mussolini . Uno specchio che riflettesse , della vita italiana , non già tutto il moto vario e complesso , ma soltanto il più intimo , il più sincero e il più originale . L ' ambizione era molta , ma il successo fu pari alla serietà dei propositi . Il giornale , concepito in provincia da alcuni onesti giovani provinciali , uscì a Colle Val d ' Elsa , a poche miglia da Siena , e cioè nella più centrale delle provincie italiane , quasi diremmo nell ' Arciprovincia ; ed ebbe per titolo « Il Selvaggio » , per motto , quello di Leonardo : « salvatico è chi si salva » . Tale fu l ' accoglienza che gli fecero i giovani di tutta Italia che in breve la tiratura del giornale salì al alcune migliaia di copie e l ' appellativo « selvaggio » divenne sinonimo di fedelissimo di Mussolini , cioè di intransigente , poiché l ' intransigenza fascista non è che l ' assoluta fedeltà a Mussolini . In tutta la Toscana , in Romagna , in Lombardia , in Emilia , in Umbria , nel Lazio , nell ' Irpinia , in Sicilia , i così detti selvaggi si raggrupparono nelle così dette tribù e raccolsero i migliori tra la gioventù universitaria e squadrista di tutte le regioni d ' Italia . I giornali dell ' opposizione aventiniana ebbero l ' aria di scandalizzarsi , e fecero piovere sui selvaggi tutte le contumelie in uso in quel tempo . Ma Colle Val d ' Elsa , fra una burrasca e l ' altra , divenne la capitale di Strapaese , la mecca della fedeltà mussoliniana . I selvaggi della Val d ' Elsa non erano , come li dipingevano gli antifascisti , dei bastonatori rozzi in maniche di camicia , ma dei giovani di buoni studi , che avevano le lettere e le arti in grande onore , e dei quali alcuni si son poi fatti un nome nella letteratura e nella pittura di questa Italia . Tuttavia i selvaggi non perdevano d ' occhio la politica . La famosa adunata del Monte Amiata , dove il Duce pronunziò il fortissimo discorso dello « strame » , che suonò come il segnale di riscossa contro la secessione anticostituzionale dell ' Aventino , fu organizzata dai selvaggi . In quell ' occasione apparve nei giornali una fotografia di Mussolini , circondato da un folte gruppo di squadristi , che tenevano aperto in mostra un numero del « Selvaggio » . Quella fotografia , presa durante l ' adunata del Monte Amiata , è il più nobile documento dell ' onesta e fiera storia dei selvaggi , i quali contavano nelle loro file i più bei nomi della nobiltà rivoluzionaria del fascismo , da Italo Balbo a Giuriati , da De Vecchi e da De Bono ad Arpinati , da Giunta e da Scorza a Ricci , da Soffici a Oppo , dal Bove di Colle al Mordini di Barga , da Tramontano di Siena a Gaggioli di Ferrara . Nomi famosi e oscuri , di capi e di gregari , di squadristi e di artisti , ma tutti nomi di fedeli e di galantuomini , la cui fierezza e la cui onestà non erano e non sono che un riverbero dell ' umanità e della generosità di Mussolini . Alla fine del 1925 , tornato il sereno , le tribù si sciolsero e i selvaggi andarono in congedo . Molti , ormai , hanno preso moglie , qualcuno è diventato Podestà o Ministro . Ma in tutti è rimasto l ' amore per il « Selvaggio » , per il modesto e glorioso giornale di Colle Val d ' Elsa , che ha seguitato imperterrito a uscire di quando in quando , accolto sempre con affetto dagli antichi e dai nuovi amici delle più provinciali provincie d ' Italia . All ' inizio del 1929 , per uno dei soliti fenomeni d ' emigrazione interna , i fondatori del « Selvaggio » abbandonarono Colle Val d ' Elsa e si stabilirono a Torino . Così Strapaese venne a star di casa a Stracittà . Molti si meravigliarono della cosa , e alcuni profeti male informati ebbero a dichiarare che i selvaggi , a Torino , si sarebbero trovati come i pesci fuor d ' acqua . L ' esperienza ha dato torto ai profeti . Infatti , all ' ombra della Mole Antonelliana , i selvaggi si sentono ormai come a casa propria . Tanto è vero , che anche il loro giornale lascia Colle Val d ' Elsa e viene a metter famiglia a Torino . Guarda un po ' che cosa ci fa fare l ' amore per Mussolini !
StampaPeriodica ,
Le strade del Selvaggio non portano a Roma . La prima sede del Selvaggio fu , nel 1924 , in via dell ' Arringo . Via dell ' Arringo , in Colle di Val d ' Elsa , non si chiama , da varie diecine d ' anni , più così , per lo stolto vezzo inaugurato dalle amministrazioni comunali dell ' epoca liberale , di mutare i nomi più proprii , i nomi più significativi e più giustificati con altri che non hanno nulla a che fare con le vecchie strade , e che dovrebbero essere attribuiti soltanto alle nuove . Si pensi che a Livorno Via della Tazza , famosa pei suoi postriboli , si chiama ora Via Piave : questo è veramente agire a vanvera . È evidente che il Piave è un simbolo nato con gli ultimi grandi avvenimenti , e che non ha relazione alcuna con la storia di Via della Tazza . Soltanto una strada nuova , che raccolga generazioni e costumi nuovi , può portare quel nome . E su questo non è qui il caso , per ora , di discutere . Il fatto è che in Via dell ' Arringo , una delle più belle e più singolari del mondo , nonché delle più ripide , nacque il Selvaggio ; e quello fu buon arringo davvero , dal quale la voce fu intesa fin nei più lontani angoli d ' Italia . Poi si passò in Piazza Arnolfo ; perché Arnolfo di Cambio , molti non lo sanno , ma è colligiano , e fu un costruttore sul serio , che adoprò le pietre e non il cemento , e sempre disprezzò profondamente l ' architettura razionale . sicché quel nome non fu senza influsso su di noi ; capimmo infatti che non basta arringare , ma occorre costruire ; e che dopo avere adoperata la voce , bisogna adoperare le pietre , e metterle una sull ' altra . Le pietre son testimoni dei tempi . Non c ' è vera gloria , se non documentata dalla pietra . Poi si passò a Firenze , in Via della Pergola , la quale ci suggerì d ' accentuare il nostro carattere rurale di difendere , senza dottrinarismi , la bellezza della vita campestre e la saggezza dei paesani ; contro la sfacciata invadenza dell ' americanismo e la « standardizzazione » dei costumi : costì nacquero le prime cronache di Strapaese , che si ampliarono quando il Selvaggio , nel 1927 , si trasportò , sempre a Firenze , in Via dei Servi . Ecco un nome che farà storcere la bocca a qualcuno ! Bisogna intendersi : servi , sicuro , servi ma dell ' idea ; la frase è un po ' abusata , ma la sua sostanza è sempre buona , perché , parliamoci chiaro , a che vale agitarsi , polemizzare , battagliare , prender posizione , se non si ha una convinzione precisa , una base sicura , una fede insomma ? Ci dev ' essere un presupposto , un sottinteso , un punto fermo , benedetto Iddio , altrimenti dove si andrebbe a finire ? Con che diritto potremmo alzare la voce , esercitare la critica , metter bocca nelle pubbliche faccende ? Signori , senza quel punto fermo , senza un ' idea cui fedelmente servire , noi ci vergogneremmo di sporcare della carta e di far gemere i torchi ; quindi anche Via dei Servi ci voleva , e in tal senso fummo severi e lo siamo tuttora e lo saremo sempre di più , anche se , dopo quella , abbiamo scelto altre strade . Nel 1928 Strapaese si collocò sempre in Firenze in Via dell ' Oche . Sebbene facile , l ' ironia sarebbe , anche in questo caso , o Signori , fuori posto . Via dell ' Oche è una delle più vecchie vie di Firenze , a due passi dal Duomo e a quattro dal Battistero . Accanto c ' è Piazza delle Pallottole nome bellicoso , che non permette gli scherzi ; c ' è Via dello Scheletro nome pauroso e ammonitore ; c ' è Via della Morte . Aria nera . Gli scherzi possono finire a coltellate . Se oche ci sono state in Via dell ' Oche , e se quelle oche siamo stati noi del Selvaggio , la razza è di quelle capitoline : razza intelligente , sveglia , e soprattutto senza peli sulla lingua . Dunque sia rispettata , con Via dell ' Arringo , con Piazza Arnolfo , con Via della Pergola e con Via dei Servi , anche Via dell ' Oche . Passò il 1928 , passò ; e l ' ingrata Firenze lasciò che il Selvaggio l ' abbandonasse . Il marchese Ridolfi non sentiva pel nostro giornalino né caldo né freddo ; così tornammo in quel di Siena , anzi nel cuore di Siena piantammo le tende , e l ' antica gloriosa Stamperia dell ' Ancora , dove sono i più bei caratteri tipografici che abbiamo incontrato , lavorò per noi due anni , mobilitando i suoi neri Aldini , liberando dalla polvere i suoi stupendi e classici Bodoni , i robusti Egiziani , i Neretti quarantotteschi , il Ronde 1830 chiaro , delicato , dalle perfette volute , di cui il grosso Mondadori non capirà mai la grazia ; le vecchie vignette in legno , i puttini , i fregi , i « cul de lampe » , i cui anonimi autori valgono mille Cisari e Disertori e De Carolis messi assieme . Ma la strada si chiamava , e si chiama tuttora , essendo Siena gelosa delle sue vecchie e care cose , Via delle Terme . Negate l ' influsso dei nomi : a poco a poco , l ' ozio s ' impadronì di noi , e ci cullammo in una specie di beatitudine inerte , saltando numeri a piè pari , e indugiando a pubblicare quei pochi , che faticosamente riuscivamo a mettere assieme . Chi s ' attarda nelle Terme , si snerva e si assopisce : l ' aria mistica di Siena c ' induceva alla rinunzia e all ' apatia ; felici di fare un po ' di maldicenza al Greco , e qualche scorpacciata da Tullio andate da Tullio , o turisti , se volete mangiar bene sentivamo nascere in noi il tristo , avvelenato fior dell ' indifferenza ; e doveva esser l ' aria delle montagne a svegliarci . Sicché abbiamo portato le tende in Torino e scelta per la nostra sede Via Pietro Micca , nome guerriero in un ' aria guerriera ; nome augurale , che ci fa tenere asciutte le polveri e pronta la miccia . Bellissimo nome , che non contrasta coi precedenti , anzi li riassume , e addita la conclusione . La quale consisterà in questo , che i residui del meschino politicantismo d ' un tempo , e con loro tutti gli ipocriti , i parassiti e i profittatori salteranno per aria . Còmpito comune delle nostre generazioni , ad assolvere il quale c ' è posto per tutti , e in tutte le vie , strade , piazze , borghi , sobborghi e città d ' Italia . Si è usato troppo dire che tutte le strade conducono a Roma ; bisogna cominciare a persuadersi piuttosto che da Roma c ' è una sola strada che porta in tutto il mondo l ' idea d ' una civiltà degna della storia e dell ' avvenire . Si lavora perché questa strada si apra anzitutto nelle coscienze degli italiani ; e non c ' è da vergognarsi se si fa quel che si può ; l ' importante è che la partecipazione sia volontaria , continua , fervida , sincera . Noi del Selvaggio non si sarebbe sinceri se non ci si mostrasse quelli che siamo , coi nostri impeti e con le nostre impazienze . Siamo nati in campagna ! Abbiamo bazzicato per le osterie ! Abbiamo amici fra i barrocciai , fra i vetrai , fra i contadini , fra gli artigiani ! Abbiamo imparato a parlar chiaro , con modi bruschi e a tirar frizzi piuttosto che a modular complimenti ! Che difetti ! E perfino vantarsene ! Con quante vie abbiamo cambiate , siamo rimasti sempre gli stessi . Si finisse a Piccadilly , ed alla Fifth Avenue , sempre ragioneremo e discorreremo alla maniera antica italiana . Se la civiltà dei nostri tempi è , come dicono una civiltà meccanica , ovvero macchinistica , non saremo così sciocchi da farci schiacciare o rimbecillire dalle macchine .
VITA MILANESE ( - , 1919 )
StampaPeriodica ,
Rinunciamo alle consuete note di “ Vita Milanese ” perché lo spazio ed il tempo non ci consentono di dire degnamente ed interamente l ' opera fervida che svolge in questi giorni il fascismo della capitale morale d ' Italia . Sappiano i compagni che a Milano non si dorme . Sabato , domenica e lunedì occupammo le piazze e le tenemmo contro tutte le violenze poliziesche . Attualmente lavoriamo con passione ed alacrità affinché l ' epilogo del gesto dannunziano non ci trovi impreparati , qualunque esso sia . Il Comitato di Salute Pubblica eletto fra tutte le frazioni interventiste è dovuto alla nostra volontà ; di esso i fascisti saranno l ' avanguardia più fedele ed audace .
StampaPeriodica ,
1 . - Combattiamo il modernismo perché siamo moderni . Quando si rispettano le proprie qualità , si ha cura di non snaturarle negli esibizionismi , nei parossismi , nelle parodie ; quando si vuol conservare integro un organo , non se ne alterano le funzioni . Il modernismo è appunto una sopraffazione alla modernità , una deviazione della modernità , una funzione artificiosa che la corrompe nella sua essenza e la travisa nelle sue forme . Il modernismo è un parassita della modernità , un fatto patologico , infine una moda . Noi siamo moderni , non modisti . Non possiamo essere che moderni secundum naturam , e la modernità è per noi un istinto : combattiamo il modernismo perché tende a trasformare questo istinto in un vizio . 2 . - Combattiamo il modernismo perché siamo italiani . Prodotto di climi stranieri al nostro il modernismo fa il giuoco di chi non ha nulla da perdere , nulla da difendere , nulla da conservare . È un surrogato della civiltà presso i barbari , i popoli inferiori , le nazioni in decadenza . Storia , tradizione , carattere , sentimento di patria , attaccamento alle istituzioni o agli ideali rivoluzionari , nulla è tollerato dal modernismo se non in un piano secondario ; nessuna urgenza è ammessa oltre la sua . Per esistere , deve trionfare su ogni altra legge ; non si affida a una potenza , che non possiede , ma alla prepotenza . Uccide il passato , sequestra il presente , ipoteca l ' avvenire . Il modernismo è la legge , la morale , la religione , la retorica che esclude tutte le altre . Il suo dramma sta nel suo assolutismo , un assolutismo posto al servizio di quanto c ' è di più relativo al mondo ; e dunque di tutto , fuori che dall ' italianità . 3 . - Combattiamo il modernismo perché siamo fascisti . Noi abbiamo sempre considerato il Fascismo come un modo di servire l ' Italia , cioè un ' idea universale , indipendentemente dalle ideologie occasionali . Cacciate dalla porta al momento opportuno , esse minacciano di rientrare dalla finestra , in nome appunto del modernismo , che le promuove e le giustifica . Ma Fascismo e modernismo si elidono : quello serve una idea assoluta , questo un ' idea relativa . Il Fascismo , in quanto espressione della civiltà italiana , ha carattere universale ; il modernismo invece ha carattere internazionale : serve altri valori , o meglio serve esigenze , che non hanno nulla a che fare con la nostra storia e con la nostra civiltà . Il Fascismo ha una sua interpretazione della vita moderna , e cioè un ' interpretazione italiana ; il modernismo é , al contrario , un ' interpretazione arbitraria , internazionalistica , intellettualistica , occasionale della modernità . Coloro che si lasciano sedurre dalle ideologie modernistiche credendo di servire il Fascismo , non si accorgono di svuotarlo della sua vera sostanza e delle sue profonde ragioni . Essi mostrano di non aver fede nel Fascismo , soltanto nel Fascismo , ma di aver bisogno di qualcosaltro . È proprio questo qualcosaltro che noi non digeriamo . Fummo « selvaggi » quando si tentò di addomesticare la Rivoluzione ; perché non dovremmo essere « selvaggi » quando si cerca di assoggettarla al modernismo ? Il Modernismo è un partito . Noi abbiamo già il nostro , e non lo vogliamo né barattare né mescolare . I nostri lettori debbono pur sapere con chi hanno a che fare .
StampaPeriodica ,
Da ogni parte si ripete che basta ormai con la violenza individuale , che si deponga l ' odio di classe , che occorre tornare alle competizioni elevate di idee , alle lotte civili e disciplinate , che necessita soprattutto ristabilire il potere della legge e il rispetto e la libertà per tutti ... E ' vero : l ' aspirazione di tutti è questa : pacificare gli animi . Ma come ? L ' Avanti ! risponde : è un dovere della stampa borghese . E mentre si lascia sfuggire tale interessata invocazione , si scaglia contro il fascismo con un frasario scorretto e triviale ... Per pacificare ci vuole sincerità : il fascismo è una manifestazione spontanea del popolo italiano , la cui coscienza è insorta contro il bolscevismo invadente , contro la violenza , contro una dittatura insopportabile , contro un ' indegna tattica di lotta , contro il boicottaggio e l ' affamamento ... Ma come si può raggiungere la pacificazione degli spiriti se tanto i socialisti che i comunisti hanno una meta unica da raggiungere : la rivoluzione ? I socialisti che hanno sempre taciuto quando erano i loro seguaci a commettere violenze ed irridevano alla moribonda borghesia ... Essi stessi si sforzano oggi di imitare il grido di quella e fanno anch ' essi appello alla legge e ricorrono alla protezione della forza pubblica ... Essi invocano la legge , ma contro gli avversari che reagiscono alle loro violenze ; essi invocano l ' intervento della forza pubblica per essere protetti nelle loro gesta criminose e rivoluzionarie ... Se da ogni parte si grida : basta ! comincino i socialisti e i comunisti a disarmare .
DELUSI ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Benito Mussolini ha lanciato il suo " tendenzialmente repubblicano , " un avverbio un aggettivo destinati a scompigliare amici e nemici , alleati e sudditi.Il piccolo mondo della politica italiana è , per questo , tutto a rumore . Ne godono , a lor modo , i sovversivi , ne gioiscono i repubblicani , se ne scandalizzano i liberali . Solo i popolari senza dimostrare le eccessive e farisaiche meraviglie di coloro che a Mussolini guardavano , ora non è molto , fino al giorno delle elezioni , non soltanto come al liberatore ma come all ' unico uomo degno di guidare l ' Italia armata di schede elettorali e di fasci littorii , possono in tutta coscienza affermare che la questione non li tocca . Essi non hanno pregiudiziali monarchiche , né sono costretti in questa circostanza a ricorrere a certe comode " riserve mentali , " che hanno sempre caratterizzato il giuramento di altre persone aderenti a ben diversi e determinati organismi politici . Il " tendenzialmente " di Mussolini , viene ad interrompere così molti placidi sonni e molte gratuite e malamente acquisite certezze . La consorteria liberale è costretta a trangugiare l ' amara pillola per timore che la parte che racchiude nel pugno la forza , l ' ardire , l ' audacia e lo spirito di combattività si allontani nel più bello dalle trincee , abbandonando ad un ritorno offensivo dei rossi , non soltanto il tricolore , ma il partito liberale e gli interessi degli agrari di tutta l ' Italia . Senza questa preoccupazione , francamente , non si comprenderebbe davvero l ' atteggiamento dei liberali italiani , monarchici e conservatori , di fronte all ' audacia spregiudicata del tendenzialmente repubblicano , condottiero dei Fasci Italiani di Combattimento . Lo storico politico del futuro dirà , con rigida imparzialità , quanta parte avrà avuta in questo atteggiamento dei liberali la sorpresa di vedersi giocati proprio da colui , nel quale troppo imprudentemente essi si erano così entusiasticamente fidati .