StampaQuotidiana ,
Nonostante
tutte
le
manovre
,
subdole
e
sfrontate
,
della
gente
interessata
a
impedire
una
soluzione
corretta
della
crisi
,
la
situazione
tende
rapidamente
a
chiarirsi
.
La
possibilità
di
un
nuovo
incarico
all
'
on
.
Nitti
,
se
mai
ebbe
una
qualsiasi
parvenza
di
fondamento
,
può
ritenersi
definitivamente
tramontata
.
Il
«
cavallo
di
ritorno
»
dell
'
«
Osservatore
Romano
»
non
ha
avuto
altro
risultato
fuori
di
quello
di
mettere
in
rilievo
la
perfetta
indipendenza
del
partito
popolare
rispetto
alle
autorità
religiose
delle
quali
si
suppone
che
il
vecchio
foglio
clericale
sia
sempre
il
portavoce
.
Ma
,
comunque
ciò
possa
dispiacere
al
comm
.
Angelini
e
a
lord
Northcliffe
,
nonché
al
«
Messaggero
»
,
nessuno
pensa
più
,
seriamente
,
alla
reincarnazione
dell
'
ex
-
presidente
del
Consiglio
.
C
'
è
stata
e
c
'
è
ancora
,
alla
Camera
e
fuori
,
una
propaganda
affannosa
per
Giolitti
.
Il
colpetto
mistificatorio
tentato
ier
sera
da
alcuni
amici
dell
'
on
.
Miglioli
in
seno
al
Consiglio
Nazionale
del
partito
,
e
sfruttato
goffamente
stamani
dai
giornali
ex
-
ministeriali
,
mirava
apertamente
a
favorire
il
ritorno
dell
'
uomo
del
«
parecchio
»
.
Ma
la
smentita
secca
della
direzione
del
partito
stesso
ne
ha
fatto
giustizia
.
Ad
ogni
modo
,
anche
ammettendo
,
in
ipotesi
,
che
la
resurrezione
dell
'
on
.
Giolitti
potesse
essere
gradita
ai
dirigenti
del
gruppo
popolare
,
è
di
tutta
evidenza
che
egli
non
sarebbe
in
condizione
di
dominare
la
Camera
attuale
,
ove
,
fra
gli
elementi
anziani
di
tutti
i
partiti
,
troppi
si
compromisero
con
un
atteggiamento
vivacemente
ostile
a
lui
nella
vigilia
e
nel
corso
della
guerra
,
e
,
fra
gli
elementi
nuovi
di
tutti
i
partiti
,
troppi
hanno
portato
a
Montecitorio
la
ripercussione
schietta
e
diretta
della
profonda
diffidenza
e
avversione
del
Paese
contro
il
vecchio
politicante
.
Ognuno
ricorda
ciò
che
è
avvenuto
la
prima
e
unica
volta
che
costui
ha
voluto
parlare
nella
Camera
nuova
:
interrotto
di
continuo
,
rumoreggiato
senza
pietà
,
non
sostenuto
se
non
da
due
o
tre
dei
suoi
antichi
seguaci
,
poté
a
gran
fatica
giungere
alla
fine
del
suo
discorsetto
.
L
'
onorevole
Giolitti
non
potrebbe
,
non
che
raccogliere
una
maggioranza
nel
primo
voto
politico
,
presentarsi
all
'
assemblea
per
esporre
un
qualsiasi
programma
.
La
designazione
di
lui
implicherebbe
di
necessità
lo
scioglimento
immediato
della
Camera
:
supposizione
che
,
almeno
per
il
momento
,
nell
'
imminenza
delle
elezioni
generali
amministrative
,
è
assolutamente
da
scartarsi
.
Resta
la
sola
via
possibile
e
utile
,
la
sola
atta
a
condurre
a
una
soluzione
logica
e
onesta
della
crisi
,
che
è
la
formazione
di
un
gabinetto
di
coalizione
costituzionale
imperniato
in
un
uomo
nuovo
,
purché
capace
e
integro
,
sul
quale
non
gravi
il
passivo
di
faziosi
contrasti
e
che
possa
raccogliere
in
sé
le
simpatie
e
la
fiducia
delle
varie
parti
della
Camera
per
l
'
urgente
azione
di
governo
che
si
deve
svolgere
.
Non
indichiamo
nomi
,
perché
non
crediamo
di
dover
avere
speciali
preferenze
,
di
fronte
a
una
condizione
di
cose
tanto
difficile
e
complessa
.
Affermiamo
bensì
che
né
noi
possiamo
né
altri
può
oggi
sollevare
pregiudiziali
in
base
a
logore
qualifiche
di
situazioni
totalmente
superate
nella
realtà
in
cui
viviamo
.
Occorre
in
tutti
coloro
che
vogliono
la
salvezza
e
il
rinnovamento
del
Paese
un
chiaroveggente
spirito
di
disciplina
e
di
buona
fede
:
ossia
la
volontà
di
vedere
domani
realizzarsi
nell
'
opera
dello
Stato
,
non
le
proprie
passioni
partigiane
né
gli
interessi
del
proprio
gruppo
,
ma
unicamente
il
meglio
delle
proprie
idee
e
del
proprio
amore
per
l
'
Italia
.
Soltanto
così
si
potrà
arrivare
ad
avere
un
Governo
degno
del
Paese
e
pari
alle
esigenze
del
momento
.
StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Nitti
,
al
ritorno
da
San
Remo
,
dopo
essere
sfuggito
ad
un
voto
sulla
politica
estera
,
cadde
l
'
undici
maggio
scorso
sulla
politica
interna
.
Da
quel
giorno
a
questo
,
in
cui
si
ripresenta
al
Parlamento
,
l
'
on
.
Nitti
ha
lavorato
a
tutt
'
uomo
per
accumulare
e
complicare
gli
elementi
del
giudizio
che
la
Camera
deve
dare
sul
suo
terzo
ministero
e
sul
suo
nuovo
programma
,
nella
speranza
che
i
contrastanti
motivi
d
'
opposizione
delle
varie
parti
della
Camera
si
paralizzino
fra
di
loro
e
in
caso
d
'
infortunio
,
poter
dire
che
egli
è
caduto
non
si
sa
bene
perché
e
su
che
cosa
,
vittima
del
capriccio
dell
'
assemblea
,
anziché
dei
propri
errori
.
Si
direbbe
che
l
'
on
.
Nitti
speculi
sui
suoi
stessi
errori
:
egli
crede
che
per
sanare
o
almeno
far
dimenticare
un
errore
non
esista
mezzo
migliore
che
commetterne
uno
nuovo
in
direzione
opposta
o
diversa
.
Eccitando
così
,
in
forma
negativa
,
lo
spirito
partigiano
di
ciascun
partito
,
cioè
sacrificando
a
ciascun
partito
qualche
cosa
di
nazionale
,
egli
spera
di
riuscire
se
non
a
conquistarne
alcuno
,
ad
addomesticarli
tutti
.
In
meno
di
un
mese
dalla
sua
caduta
e
dalla
sua
reincarnazione
abbiamo
così
veduto
mutarsi
tre
volte
la
piattaforma
,
sulla
quale
avrebbe
dovuto
svolgersi
la
discussione
parlamentare
sulla
politica
generale
del
governo
.
Se
infatti
la
discussione
avesse
avuto
luogo
immediatamente
dopo
la
risoluzione
della
crisi
,
essa
avrebbe
soprattutto
investito
i
criteri
stessi
con
cui
la
crisi
fu
risoluta
.
La
mancata
concentrazione
costituzionale
,
l
'
ambigua
ed
equivoca
posizione
dei
Popolari
nel
Gabinetto
,
l
'
immoralità
fondamentale
del
contrasto
fra
la
continuità
personale
e
la
discontinuità
politica
del
nuovo
Gabinetto
di
fronte
al
precedente
presieduto
dallo
stesso
onorevole
Nitti
,
il
pregiudiziale
dilemma
determinato
dalle
origini
stesse
del
Gabinetto
:
o
l
'
on
.
Nitti
è
l
'
esecutore
della
politica
altrui
o
l
'
unico
partito
che
,
come
tale
,
è
rappresentato
nel
Ministero
,
ha
abdicato
al
suo
programma
ed
alla
sua
funzione
specifica
nel
Parlamento
e
nel
Paese
,
pur
di
essere
rappresentato
al
governo
:
tutti
questi
elementi
avrebbero
fornito
argomenti
poderosi
di
discussione
e
di
critica
,
ai
quali
poco
o
nulla
avrebbe
avuto
da
contrapporre
il
Governo
.
L
'
on
.
Nitti
credette
di
poter
spostare
la
discussione
dal
terreno
parlamentare
e
costituzionale
,
nel
quale
l
'
avrebbe
costretto
la
soluzione
anormale
della
crisi
,
al
campo
più
concreto
della
politica
interna
ed
estera
,
dove
avrebbe
cercato
d
'
impressionare
le
menti
di
tutti
e
di
propiziarsi
gli
elementi
sovversivi
,
mediante
un
atto
di
forza
contro
i
perturbatori
adriatici
e
gli
scalmanati
nazionalisti
.
La
diversione
avrebbe
attutiti
i
vecchi
motivi
d
'
opposizione
e
,
in
ogni
caso
,
disorientati
gli
spiriti
degli
oppositori
.
Ma
la
formidabile
e
immediata
reazione
dell
'
opinione
pubblica
,
lo
fece
accorto
che
la
nuova
violenza
era
un
rimedio
peggiore
del
male
.
Corse
allora
ai
ripari
col
decreto
-
legge
sul
prezzo
del
pane
,
sperando
di
ristabilire
,
con
un
provvedimento
ispirato
a
criteri
di
austera
politica
interna
e
finanziaria
,
l
'
equilibrio
spostato
verso
sinistra
,
senza
accorgersi
che
,
così
facendo
,
coalizzava
tutte
le
parti
della
Camera
in
una
questione
pregiudiziale
d
'
ordine
costituzionale
.
Questa
intensa
vicenda
di
armeggii
per
metamorfizzare
di
giorno
in
giorno
la
situazione
e
arrivare
alla
Camera
con
una
situazione
irriconoscibile
prova
semplicemente
due
cose
:
prima
di
tutto
che
il
metodo
dell
'
on
.
Nitti
è
pessimo
in
sé
,
e
,
in
secondo
luogo
,
che
,
quale
che
esso
sia
,
l
'
on
.
Nitti
non
lo
sa
adoperare
.
Il
che
,
tradotto
in
parole
povere
,
vuol
dire
che
,
anche
a
prescindere
da
ogni
contenuto
politico
,
l
'
on
.
Nitti
non
sa
governare
.
Questa
incapacità
di
governo
dell
'
on
.
Nitti
risulta
dall
'
esperienza
di
un
anno
,
un
anno
che
doveva
essere
decisivo
e
che
è
andato
letteralmente
perduto
per
l
'
Italia
.
Nessuno
dei
problemi
,
che
si
sono
accumulati
sulla
vita
italiana
,
dopo
uno
sforzo
superiore
alle
proprie
forze
,
nessuno
dei
problemi
,
dai
massimi
ai
minimi
,
dai
formidabili
ai
più
modesti
,
sono
stati
,
nonché
risoluti
,
avviati
ad
una
risoluzione
qualsiasi
.
L
'
Italia
,
si
ritrova
oggi
,
dopo
aver
firmati
nuovi
trattati
,
,
promulgate
nuove
leggi
ed
una
serie
indefinita
di
decreti
,
allo
stesso
punto
in
cui
era
stata
lasciata
dall
'
on
.
Orlando
,
quando
aveva
contro
di
sé
la
coalizione
degli
Alleati
.
L
'
on
.
Nitti
non
ha
voluto
o
non
ha
potuto
risolverli
?
L
'
alternativa
in
questo
caso
è
perfettamente
superflua
,
giacché
l
'
impotenza
dell
'
on
.
Nitti
non
essendo
dovuta
,
se
non
in
piccola
parte
,
all
'
azione
di
circostanze
esterne
,
ma
alla
sua
organica
incapacità
di
uomo
di
governo
,
il
non
potere
dell
'
on
.
Nitti
coincide
col
suo
non
volere
.
L
'
on
.
Nitti
,
chiacchierone
come
tutti
gli
impotenti
,
ha
continuamente
fatto
sfoggio
di
buona
volontà
,
ma
non
ha
mai
,
in
dodici
mesi
di
governo
,
dato
un
saggio
di
volontà
.
Mai
forse
,
l
'
Italia
ha
assistito
ad
un
fenomeno
più
manifesto
d
'
impotenza
di
governo
:
disgraziatamente
però
ha
dovuto
anche
subirlo
.
La
rinuncia
l
'
on
.
Nitti
non
l
'
aveva
soltanto
nel
programma
,
l
'
aveva
nel
temperamento
.
È
un
temperamento
di
rinunciatario
non
sa
governare
,
neppure
per
realizzare
un
programma
di
rinuncie
.
Dato
il
programma
dell
'
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
deve
ringraziare
il
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
:
essa
deve
a
questa
organica
impotenza
del
suo
primo
ministro
se
ancora
non
tutto
è
stato
compromesso
.
Molte
cose
sono
state
compromesse
dall
'
abulia
dell
'
on
.
Nitti
,
ma
dove
occorreva
un
atto
positivo
di
volontà
per
compromettere
definitivamente
i
destini
dell
'
Italia
,
fortunatamente
l
'
Italia
ha
trovato
un
alleato
nello
stesso
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
.
È
necessario
fare
ora
un
bilancio
di
tutto
il
male
,
che
questa
impotenza
irrequieta
e
verbosa
dell
'
on
.
Nitti
ha
rappresentato
per
l
'
Italia
?
Il
passivo
di
questo
bilancio
si
riassume
in
brevi
termini
:
all
'
interno
tutti
sentono
che
non
esiste
un
governo
,
le
fazioni
antinazionali
,
incapaci
di
fare
la
rivoluzione
sul
serio
,
perché
il
Paese
non
vuol
saperne
,
spadroneggiano
lo
stesso
e
sabotano
come
credono
lo
Stato
,
dando
l
'
impressione
che
il
mantenimento
dell
'
ordine
presente
è
soltanto
formale
e
dovuta
ad
una
loro
benevola
tolleranza
;
del
resto
il
capitano
Giulietti
può
mandare
i
suoi
ultimatum
a
S.M.
Cattolica
e
gli
anarchici
di
Spezia
possono
impossessarsi
delle
fortezze
militari
,
mentre
il
Governo
tien
d
'
occhio
i
generali
che
si
uniscono
in
commissione
,
e
gli
studenti
,
che
portano
le
dimostrazioni
al
Quirinale
.
All
'
estero
,
mentre
si
sfascia
la
coalizione
avversa
all
'
Italia
e
sembra
venuto
il
momento
per
realizzare
integralmente
le
aspirazioni
nazionali
,
il
Governo
invoca
dalla
Jugoslavia
il
beneplacito
per
l
'
annessione
di
Trieste
,
mostrandosi
per
il
resto
disposto
a
ratificare
tutte
le
rinuncie
che
i
sigg
.
Trumbich
,
Albertini
e
Steed
crederanno
di
dovere
concordare
.
E
intanto
,
mentre
i
grandi
alleati
si
accordano
sulle
indennità
ad
esclusione
dell
'
Italia
,
bande
di
predoni
,
istigati
dai
piccoli
alleati
,
possono
impunemente
scacciare
i
soldati
italiani
dalle
loro
posizioni
albanesi
,
riducendoli
alla
costa
,
in
attesa
che
l
'
on
.
Nitti
mandi
loro
in
aiuto
qualche
nave
,
col
permesso
sul
sullodato
capitano
Giulietti
.
Consule
Nitti
,
tutti
possono
disporre
dell
'
Italia
:
i
partiti
e
le
sette
,
la
burocrazia
e
la
guardia
regia
,
la
plutocrazia
e
la
Confederazione
del
lavoro
.
Il
Governo
,
fa
e
disfà
,
a
talento
altrui
,
emana
decreti
e
li
ritira
,
leva
imposte
e
le
sospende
,
trasforma
i
decreti
-
legge
in
decreti
-
disegni
di
legge
.
Il
governo
esiste
unicamente
per
dare
spettacolo
della
propria
impotenza
.
Non
si
tratta
adunque
di
discutere
di
un
indirizzo
politico
,
ma
di
dare
un
governo
al
Paese
,
giacché
il
Paese
è
senza
governo
dal
giugno
1919
.
La
crisi
che
si
apri
allora
è
tuttora
aperta
.
Il
governo
Nitti
è
stato
semplicemente
una
beffa
.
StampaQuotidiana ,
Il
ministero
Nitti
è
precipitato
.
Il
mese
,
che
è
trascorso
dalla
sua
prima
caduta
a
questa
definitiva
,
è
stato
impiegato
dall
'
on
.
Nitti
a
mettere
a
posto
parecchie
cose
,
ma
non
gli
è
giovato
per
rimettere
a
galla
la
barca
del
suo
governo
,
speronata
dal
voto
dell
'
undici
maggio
scorso
.
Tuttavia
molti
punti
rimangono
oscuri
nella
condotta
del
governo
fino
all
'
odierna
catastrofe
che
lo
ha
travolto
.
Innanzi
tutto
è
inesplicabile
il
fatto
,
che
l
'
on
.
Nitti
,
il
quale
aveva
sempre
ostentato
il
suo
particolare
ossequio
per
le
prerogative
parlamentari
e
anche
di
recente
si
era
solennemente
impegnato
a
non
fare
più
uso
della
facoltà
di
legiferare
per
mezzo
di
decreti
-
legge
,
proprio
alla
vigilia
della
riapertura
del
Parlamento
,
cioè
proprio
quando
aveva
a
sua
disposizione
la
via
normale
da
poter
battere
,
avesse
promulgato
il
decreto
-
legge
sull
'
aumento
del
prezzo
del
pane
.
Fu
un
errore
inconsapevole
o
un
meditato
proposito
,
di
cui
furono
previste
e
misurate
tutte
le
conseguenze
?
I
giornali
ufficiosi
hanno
dato
del
fatto
questa
curiosa
spiegazione
:
l
'
on
.
Nitti
si
era
sì
impegnato
a
non
fare
più
uso
dei
decreti
-
legge
,
ma
trattandosi
di
un
provvedimento
odioso
,
ha
creduto
per
un
senso
di
delicata
convenienza
,
di
doverne
risparmiare
al
Parlamento
l
'
odiosità
e
addossarla
tutta
al
Governo
.
Ma
l
'
on
.
Nitti
sa
benissimo
che
sono
precisamente
questi
provvedimenti
odiosi
,
cioè
questi
provvedimenti
tributari
,
quelli
dei
quali
il
Parlamento
si
mostra
più
geloso
.
Lo
stesso
on
.
Nitti
nei
suoi
trattatelli
scolastici
di
Scienza
delle
Finanze
ripete
la
notissima
osservazione
che
tutto
lo
sviluppo
delle
forme
parlamentari
si
concreta
nella
lotta
per
il
diritto
al
bilancio
e
dell
'
imposizione
dei
tributi
.
L
'
atto
dell
'
on
.
Nitti
non
fu
dunque
il
risultato
di
un
errore
involontario
.
D
'
altra
parte
poiché
non
è
ammissibile
presumere
nell
'
on
.
Nitti
una
volontà
di
suicidio
,
non
resta
altra
spiegazione
se
non
questa
:
che
l
'
inopportuno
ed
intempestivo
decreto
-
legge
non
doveva
servire
ad
altro
se
non
a
preparare
all
'
on
.
Nitti
una
conveniente
piattaforma
per
la
sua
caduta
.
L
'
on
.
Nitti
era
già
condannato
e
si
sapeva
già
condannato
,
per
la
sua
politica
interna
ed
estera
contraria
alla
causa
nazionale
.
La
posizione
presa
dal
Governo
nella
questione
adriatica
,
col
prostituire
l
'
Italia
ai
suoi
ex
-
nemici
e
alle
minori
potenze
,
era
diventata
insostenibile
,
dopo
lo
scempio
di
Pallanza
.
Gli
ultimi
avvenimenti
della
giornata
del
24
maggio
avevano
scossa
l
'
opinione
pubblica
ed
eccitata
l
'
indignazione
nel
Parlamento
,
dove
la
situazione
per
il
modo
indegno
con
cui
fu
risolta
la
crisi
era
tutt
'
altro
che
favorevole
all
'
on
.
Nitti
,
fu
decisiva
.
Il
Gabinetto
Nitti
era
virtualmente
caduto
il
25
maggio
.
Ma
cadere
sopra
una
grande
questione
nazionale
,
non
conveniva
né
all
'
on
.
Nitti
,
né
alla
parte
politica
che
direttamente
od
indirettamente
sosteneva
l
'
on
.
Nitti
.
Non
conveniva
all
'
on
.
Nitti
,
perché
cadere
sopra
una
questione
nazionale
,
sotto
l
'
accusa
della
dedizione
ai
nemici
d
'
Italia
o
peggio
,
fra
l
'
indignazione
e
la
rivolta
dell
'
opinione
pubblica
,
voleva
dire
allontanare
per
sempre
ogni
possibilità
di
resurrezione
.
Non
conveniva
ai
rinunciatari
,
perché
battere
il
Ministero
sopra
la
questione
adriatica
,
voleva
dire
bollare
e
scartare
definitivamente
la
politica
delle
transazioni
e
dei
compromessi
indecorosi
e
nefasti
e
conseguentemente
mettere
al
bando
dalla
vita
italiana
coloro
che
ne
furono
i
tenaci
ed
irreducibili
assertori
.
Non
conveniva
infine
ai
socialisti
,
non
soltanto
perché
per
amor
proprio
di
partito
tengono
al
monopolio
delle
crisi
ministeriali
,
ma
perché
ogni
successo
della
politica
nazionale
si
risolve
necessariamente
in
uno
scacco
per
la
loro
politica
antinazionale
.
Da
questo
solidale
interesse
dell
'
on
.
Nitti
,
dei
rinunciatari
e
dei
socialisti
ad
impedire
che
il
Ministero
fosse
battuto
per
una
questione
nazionale
,
nacque
l
'
idea
di
ricorrere
a
qualche
espediente
pregiudiziale
.
Fu
così
escogitato
il
decreto
-
legge
per
l
'
aumento
del
pane
,
che
dava
modo
ai
socialisti
d
'
insorgere
sia
nell
'
interesse
delle
istituzioni
parlamentari
,
che
delle
classi
lavoratrici
;
all
'
on
.
Nitti
di
cadere
sopra
un
terreno
meno
ingrato
,
e
più
propizio
ad
una
sua
prossima
resurrezione
;
ed
ai
rinunciatari
di
lasciare
impregiudidicato
il
modo
di
risoluzione
della
questione
adriatica
.
L
'
on
.
Nitti
,
pur
di
migliorare
la
sua
posizione
politica
,
non
ha
esitato
a
peggiorare
la
sua
situazione
parlamentare
che
era
già
irrimediabilmente
compromessa
.
Egli
ha
così
reso
,
in
articulo
mortis
,
l
'
estremo
favore
ai
rinunciatori
ed
ai
socialisti
,
i
quali
gli
pagheranno
a
suo
tempo
il
debito
di
gratitudine
,
mediante
un
espediente
col
quale
egli
sperava
di
risparmiarsi
l
'
onta
di
una
caduta
per
lesa
italianità
.
Ma
la
mistificazione
e
il
trucco
,
com
'
era
facile
prevedere
,
non
sono
serviti
a
nulla
,
tanto
erano
grossolani
e
assurdi
.
Nonostante
la
evidente
,
fedele
cooperazione
dei
socialisti
,
spiacenti
di
perdere
il
loro
più
efficace
complice
dal
banco
del
Governo
,
la
situazione
si
è
delineata
chiara
e
precisa
nei
suoi
elementi
essenziali
.
Invano
l
'
on
.
Nitti
ha
cercato
di
intorbidarla
;
invano
egli
ha
voluto
evitare
di
cadere
per
le
sue
concrete
responsabilità
di
politica
interna
ed
estera
.
Nella
coscienza
del
Paese
e
del
Parlamento
la
verità
sui
motivi
determinanti
la
crisi
si
è
manifestata
senza
attenuazioni
o
dissimulazioni
di
sorta
.
Il
Ministero
Nitti
è
caduto
per
la
sua
politica
antinazionale
.
StampaQuotidiana ,
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
ha
votato
il
seguente
ordine
del
giorno
:
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
;
constatato
che
il
Governo
disgregatore
e
rinunciatore
di
Nitti
è
caduto
esclusivamente
perché
l
'
Italia
è
insorta
contro
lo
scempio
della
sua
vita
statale
e
nazionale
all
'
interno
e
quello
del
suo
diritto
e
della
sua
dignità
all
'
estero
e
specialmente
nel
vitale
problema
dell
'
Adriatico
;
deciso
come
sempre
a
non
ammettere
all
'
azione
politica
nazionalista
altra
misura
che
il
supremo
interesse
dell
'
Italia
;
riafferma
l
'
urgenza
della
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
,
e
la
necessità
della
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
,
che
si
concreta
nella
applicazione
del
Trattato
di
Londra
e
nel
rispetto
dell
'
autodecisione
di
Fiume
;
si
dichiara
pronto
a
combattere
con
tutte
le
sue
forze
,
così
come
ha
fatto
per
il
Ministero
Nitti
,
qualunque
Gabinetto
non
sia
per
adempiere
tali
doveri
,
nella
certezza
che
contro
le
necessità
storiche
della
Patria
,
dal
nazionalismo
costantemente
propugnate
,
non
si
governa
;
e
frattanto
delibera
di
intensificare
la
propaganda
ai
fini
sopra
indicati
.
Quest
'
ordine
del
giorno
,
nel
quale
è
fissata
in
termini
chiari
e
precisi
la
posizione
del
Nazionalismo
di
fronte
al
nuovo
Ministero
,
fa
giustizia
di
tutte
le
deformazioni
,
che
gli
organi
rinunciatori
vanno
facendo
dell
'
opera
nostra
.
Ma
quest
'
atteggiamento
,
che
possiamo
definire
di
vigile
e
diffidente
attesa
:
diffidenza
giustificata
dai
precedenti
dell
'
uomo
chiamato
a
presiederlo
,
attesa
giustificata
dalle
ragioni
intrinseche
della
situazione
politica
,
di
cui
il
nuovo
Ministero
è
l
'
espressione
;
non
può
essere
adeguatamente
valutato
se
non
mettendolo
in
relazione
appunto
con
le
critiche
onde
è
stato
fatto
segno
e
con
gli
autori
di
queste
critiche
.
È
sintomatico
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
antigiolittiano
,
sola
quella
parte
che
,
disertando
dalle
ragioni
nazionali
della
nostra
guerra
,
per
attribuirle
un
sedicente
e
donchisciottesco
preminente
carattere
europeo
e
democratico
,
sostenne
il
Ministero
Nitti
ed
oggi
si
schiera
contro
il
nuovo
Ministero
precisamente
per
quel
tanto
di
carattere
antirinunciatore
;
che
si
presume
debba
avere
;
è
sintomatico
,
diciamo
,
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
solo
la
parte
che
tradì
,
nella
rinuncia
,
la
ragione
vera
e
propria
della
nostra
guerra
,
si
faccia
oggi
innanzi
per
rimproverare
al
nazionalismo
di
abbandonare
la
sua
posizione
storica
di
fronte
a
Giovanni
Giolitti
.
Che
essi
stessi
abbiano
già
abbandonata
la
posizione
storica
iniziale
dell
'
intervento
di
fronte
all
'
Italia
e
alla
vittoria
e
rinnegata
l
'
antica
solidarietà
interventista
,
dileggiando
sotto
la
qualifica
dispregiativa
di
fascisti
tutti
coloro
che
mantennero
ferma
la
pregiudiziale
delle
integrali
rivendicazioni
nazionali
di
fronte
alla
politica
di
dedizione
e
di
rinuncie
dell
'
on
.
Nitti
,
sono
fatti
che
non
contano
:
oggi
il
mito
dell
'
interventismo
,
già
relegato
in
soffitta
durante
il
governo
Nitti
favorito
da
neutralisti
e
socialisti
di
tutte
le
gradazioni
,
deve
rivivere
e
riprodurre
in
Italia
l
'
antica
divisione
,
non
tanto
per
rendere
impossibile
all
'
on
.
Giolitti
di
governare
,
quanto
per
rendere
impossibile
l
'
attuazione
di
un
programma
nazionale
all
'
interno
e
all
'
estero
:
cioè
la
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
e
la
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
.
Si
dice
:
è
un
'
illusione
sperare
che
un
simile
programma
possa
essere
realizzato
da
un
Ministero
,
presieduto
dall
'
on
.
Giolitti
,
anche
se
di
esso
facciano
parte
soltanto
uomini
rappresentativi
dei
partiti
che
furono
per
l
'
intervento
e
parteciparono
ai
ministeri
di
guerra
.
Rispondiamo
che
il
nazionalismo
,
per
mantenere
la
sua
posizione
strettamente
aderente
ai
fini
nazionali
che
si
propone
,
non
ha
bisogno
di
fare
atti
di
preventiva
fiducia
verso
il
nuovo
Ministero
,
ma
nello
stesso
tempo
,
non
può
non
tenere
conto
che
il
nuovo
ministero
emana
da
una
situazione
politica
determinatasi
in
perfetta
antitesi
con
quella
rappresentata
dall
'
on
.
Nitti
,
che
i
rinunciatori
e
i
sabotatori
dello
Stato
vorrebbero
perpetuare
.
La
posizione
dei
nazionalisti
verso
il
nuovo
Ministero
,
risulta
chiara
dal
contrasto
fondamentale
,
in
cui
essa
viene
a
trovarsi
di
fronte
alla
posizione
rispettivamente
assunta
verso
lo
stesso
Ministero
dall
'
elemento
nittiano
e
rinunciatore
.
I
nazionalisti
subordinano
la
pregiudiziale
personale
alla
pregiudiziale
nazionale
.
I
rinunciatori
mettono
avanti
la
pregiudiziale
personale
per
confondere
ed
annullare
quella
nazionale
.
Agitare
intempestivamente
la
pregiudiziale
personale
vorrebbe
dire
confondersi
e
fare
il
gioco
dei
rinunciatori
,
i
quali
non
esiterebbero
un
solo
istante
a
diventare
giolittiani
se
avessero
la
certezza
o
soltanto
la
speranza
che
l
'
on
.
Giolitti
fosse
disposto
a
mettere
la
sua
innegabile
capacità
di
governo
a
servizio
del
programma
dell
'
on
.
Nitti
.
L
'
antigiolittismo
dei
nazionalisti
,
se
ha
da
essere
,
non
sarà
quello
stesso
dei
rinunciatori
,
che
sfruttano
le
ragioni
storiche
nazionali
dell
'
interventismo
a
vantaggio
di
un
programma
attuale
antinazionale
,
ma
sarà
l
'
antigiolittismo
della
nuova
,
Italia
,
che
con
la
sua
implacabile
opposizione
,
rese
impossibile
il
governo
dell
'
on
.
Nitti
.
StampaQuotidiana ,
Noi
non
attendevamo
affatto
dall
'
onorevole
Giolitti
e
da
coloro
che
con
lui
hanno
accettato
di
essere
al
governo
la
resurrezione
dello
spirito
nazionale
,
che
è
e
dev
'
essere
tutt
'
uno
con
la
volontà
della
guerra
e
con
la
coscienza
della
vittoria
.
Se
quest
'
attesa
fosse
stata
in
noi
avremmo
tradito
non
soltanto
il
senso
storico
della
guerra
e
della
vittoria
,
che
abbiamo
difeso
contro
tutte
le
avversioni
e
tutte
le
deformazioni
,
ma
anche
il
buon
senso
politico
.
Conosciamo
la
realtà
mostruosa
che
s
'
è
voluta
sovrapporre
a
mortificare
,
corrompere
,
sopraffare
lo
spirito
nazionale
.
Sappiamo
,
per
averle
volta
a
volta
definite
e
combattute
,
le
forze
che
,
derivanti
dal
fondo
secolare
ed
ereditario
di
servitù
,
hanno
resistito
prima
,
poi
tentato
di
trionfare
della
massima
prova
,
affrontata
e
superata
con
la
guerra
e
con
la
vittoria
della
Nazione
italiana
per
raggiungere
la
sua
unità
storica
di
potenza
europea
e
mondiale
.
Si
sono
chiamate
socialismo
ufficiale
,
neutralismo
,
vilsonismo
rinunciatore
e
traditore
della
vittoria
.
Ad
esse
si
è
aggiunta
e
per
esse
ha
prevalso
un
'
altra
forza
esterna
,
potentissima
,
la
coalizione
degli
Alleati
e
dell
'
Associato
,
sicché
mentre
quelle
travagliavano
e
assalivano
la
formazione
dell
'
unità
,
questa
si
opponeva
all
'
affermazione
di
potenza
.
In
questa
realtà
mostruosa
,
minacciante
l
'
esistenza
stessa
della
Nazione
dopo
Caporetto
,
ingigantitasi
nell
'
antitesi
alla
vittoria
,
e
che
trovava
figure
e
forze
rappresentative
o
complicità
passive
in
coloro
stessi
che
avevano
la
responsabilità
della
guerra
,
lo
spirito
nazionale
non
ha
avuto
al
governo
alcun
interprete
risolutivo
,
capace
di
dominare
le
forze
avverse
.
Tanto
vero
che
,
subito
dopo
la
vittoria
,
gli
uomini
ch
'
erano
al
governo
,
assunsero
un
contegno
di
difesa
,
come
di
chi
dovesse
accettare
il
compito
di
ridurre
al
minimo
il
danno
di
quelle
forze
avverse
,
non
di
chi
sentisse
col
diritto
e
col
dovere
di
una
prova
,
mirabilmente
superata
.
Tanto
vero
che
da
allora
cominciò
il
pericolo
e
il
danno
di
promesse
fatte
dal
banco
del
governo
e
non
mantenute
negli
atti
.
Non
pareva
tuttavia
che
la
crisi
antinazionale
potesse
essere
unificata
in
un
'
opera
di
distruzione
,
quando
un
uomo
,
l
'
onorevole
Nitti
,
impadronitosi
con
un
colpo
di
mano
del
potere
,
esercitò
questo
in
nome
di
tutte
le
forze
avverse
alla
vittoria
,
del
socialismo
ufficiale
,
del
neutralismo
,
del
vilsonismo
rinunciatore
,
della
sottomissione
alla
coalizione
ostile
degli
Alleati
e
dell
'
Associato
.
In
un
anno
l
'
opera
di
quest
'
uomo
,
che
nel
mito
della
guerra
prenderà
statura
e
figura
di
uno
gnomo
distruttore
,
attraverso
la
negazione
della
vittoria
,
ha
attaccato
l
'
esistenza
stessa
della
Nazione
e
dello
Stato
.
Dopo
Caporetto
,
bastò
un
fiume
a
separare
l
'
Italia
dal
dominio
straniero
.
Ieri
,
in
questa
rivolta
matricida
,
patrocinata
dal
governo
,
l
'
Italia
non
sapeva
più
come
e
dove
trovare
una
barriera
contro
il
tradimento
interno
e
l
'
umiliazione
esterna
.
Il
gabinetto
Giolitti
,
con
l
'
uomo
che
ne
è
a
capo
,
è
necessariamente
,
fatalmente
,
la
risoluzione
empirica
,
nel
mezzo
parlamentare
quale
è
,
di
una
superstite
volontà
di
resistenza
dello
Stato
e
della
Nazione
non
ad
una
rivoluzione
,
e
cioè
ad
una
violenza
consapevole
come
strillano
le
nostre
scimmie
leniniste
,
ma
ad
una
mania
suicida
,
ad
una
medievale
voluttà
di
dissolvimento
,
qual
è
stata
impersonata
dall
'
on
.
Nitti
.
Sicché
proprio
noi
,
proprio
perché
vogliamo
esser
voce
di
quello
spirito
nazionale
,
che
è
tutt
'
uno
con
la
coscienza
della
vittoria
,
né
abbiamo
atteso
né
abbiamo
desiderato
tentativi
verbali
,
nelle
dichiarazioni
di
ieri
,
per
ricongiungersi
ad
una
fase
storica
,
quella
della
grande
guerra
,
che
resta
un
fatto
nazionale
,
dal
quale
l
'
on
.
Giolitti
si
sequestrò
.
L
'
atto
politico
,
che
si
chiama
fiducia
,
e
che
non
dovrebbe
esser
confuso
con
le
esigenze
parlamentari
,
e
che
serba
per
noi
intatto
il
valore
di
una
comunione
di
coscienze
,
e
che
oggi
dovrebbe
esser
fatto
in
nome
dello
spirito
nazionale
,
non
poteva
e
non
può
essere
da
noi
compiuto
,
poiché
ci
era
impedito
dalla
storia
.
E
,
diciamo
la
verità
,
ci
avrebbe
repugnato
se
ad
esso
l
'
on
.
Giolitti
si
fosse
indotto
ad
avvicinarsi
con
inaccettabili
esercitazioni
rettoriche
.
Siamo
però
disposti
,
appunto
per
la
posizione
storica
che
nella
guerra
e
nella
vittoria
noi
abbiamo
mantenuta
e
in
contrasto
ha
mantenuto
l
'
on
.
Giolitti
,
a
riconoscere
come
una
elementare
onestà
il
proposito
delle
aride
,
scarne
dichiarazioni
di
ieri
,
di
fondarsi
sulle
constatazioni
della
realtà
presente
,
sulle
indicazioni
di
alcune
cause
di
imponente
forza
materiale
,
per
esporre
un
programma
di
governo
,
senza
tentare
di
ricongiungersi
o
anche
di
inquadrarsi
nel
grande
fatto
della
nostra
storia
nazionale
,
europea
e
mondiale
.
Non
sum
dignus
,
può
anche
aver
pensato
l
'
on
.
Giolitti
,
e
sta
bene
.
La
posizione
storica
del
gabinetto
è
tutta
dunque
nella
realtà
di
oggi
,
nella
contingenza
torbida
dell
'
ora
.
Non
è
nella
storia
di
ieri
,
e
vedremo
quanto
potrà
essere
nella
storia
di
domani
.
Per
oggi
,
rimaniamo
nell
'
oggi
,
dopo
aver
segnate
le
proporzioni
di
questo
tentativo
,
anzi
di
questo
proposito
di
governo
,
e
possiamo
,
nell
'
attesa
degli
atti
,
considerare
il
valore
dell
'
azione
promessa
.
In
politica
estera
l
'
enunciazione
è
generica
,
ma
nella
volontà
di
ristabilire
rapporti
normali
con
tutti
è
implicita
la
politica
di
indipendenza
che
,
nel
crollo
di
quella
comune
della
Intesa
,
deve
esser
ripresa
.
Non
c
'
è
altro
,
e
poteva
esserci
altro
,
ma
dopo
tanto
logorio
di
promesse
non
mantenute
,
di
soluzioni
proposte
e
non
accettate
,
anche
la
pausa
potrebbe
essere
un
proposito
.
Nella
pausa
una
commissione
parlamentare
farà
scuola
di
politica
estera
.
Ce
n
'
è
bisogno
perché
la
Camera
è
analfabeta
.
Ma
sul
funzionamento
,
sui
poteri
,
necessariamente
consultivi
della
Commissione
,
soltanto
la
pratica
darà
materia
a
giudizio
,
ché
nessuna
cosa
è
buona
o
cattiva
in
sé
.
Noi
ad
ogni
modo
crediamo
che
la
politica
estera
non
è
politica
di
segreti
.
Tanto
vero
che
basta
studiarla
per
capirla
,
basta
sentirla
nazionalmente
per
eseguirla
.
Infatti
il
pessimo
di
questa
politica
non
è
effetto
di
un
conflitto
di
attribuzioni
,
ma
è
stato
ed
è
la
conseguenza
del
non
capire
e
del
non
sentire
,
o
del
capir
male
e
del
sentire
contro
l
'
Italia
.
Insomma
la
Commissione
parlamentare
può
essere
un
mulino
a
vento
,
e
non
c
'
è
per
ora
da
combatterla
a
priori
.
Noi
intanto
per
essere
brevi
,
ci
possiamo
risparmiare
di
ripetere
oggi
il
nostro
programma
di
politica
estera
,
di
riaffermare
la
volontà
di
impegnare
per
esso
tutte
le
forze
che
sentono
nazionalmente
,
e
però
di
vegliare
su
qualsiasi
atto
del
governo
,
dovunque
se
ne
possano
compiere
.
Ieri
non
ce
n
'
è
stato
nessuno
,
ma
,
dopo
Nitti
,
non
c
'
è
stato
quello
di
sottomettersi
alle
imposizioni
straniere
.
Ecco
tutto
.
Nella
politica
interna
sono
elencati
propositi
di
azione
con
una
sola
proposta
di
riforma
:
l
'
autonomia
alle
provincie
e
ai
comuni
.
Non
è
il
caso
di
contrapporre
a
questa
parte
la
solita
esercitazione
verbale
,
che
affligge
tutto
il
riformismo
italiano
.
Si
tratta
di
sapere
,
per
noi
,
se
lo
Stato
esisterà
ancora
.
Nella
politica
economica
e
finanziaria
è
tipico
il
tentativo
,
del
quale
soffre
la
borghesia
italiana
da
quando
abdicò
al
socialismo
demagogico
le
ragioni
ideali
e
nazionali
della
sua
esistenza
storica
,
di
difendere
lo
Stato
e
il
suo
credito
non
con
un
proposito
consapevole
e
meditato
,
ma
con
una
sottomissione
a
formule
che
sono
state
avvalorate
in
uno
smarrimento
generale
di
principii
e
per
uno
scopo
distruttivo
dello
Stato
stesso
.
L
'
onorevole
Nitti
era
riuscito
ad
avvalorare
ancora
più
questa
disintegrazione
di
criterii
e
di
atti
,
continuando
a
predicare
dal
governo
le
necessità
dei
sacrifici
,
in
modo
da
accreditare
esso
stesso
la
campagna
contro
una
resistenza
avida
e
sfruttatrice
degli
spostamenti
di
ricchezza
creati
dalla
guerra
.
L
'
on
.
Giolitti
vuol
tagliare
il
nodo
gordiano
.
Vuole
uccidere
la
demagogia
con
la
demagogia
.
L
'
errore
,
vecchio
,
è
oggi
portato
ai
suoi
limiti
estremi
,
poiché
nella
perpetuazione
di
esso
si
sono
purtroppo
consumate
molte
forze
che
potevano
vincerlo
.
Ancora
una
volta
l
'
Italia
è
chiamata
non
ad
un
atto
di
riflessione
,
non
ad
un
superamento
di
illuminata
coscienza
,
non
ad
un
proposito
maturo
,
ma
ad
un
esperimento
sulle
resistenze
vive
della
nazione
,
sulla
resistenza
delle
forze
elementari
di
ogni
ordine
economico
,
sulla
risoluzione
dell
'
errore
nell
'
accettazione
dell
'
errore
.
Questo
è
così
tipico
nella
chirurgia
finanziaria
,
ieri
verbalmente
adottata
dal
governo
,
che
l
'
on
.
Giolitti
,
dopo
aver
indicato
alcuni
modi
di
riduzione
delle
importazioni
,
ha
taciuto
del
modo
di
assicurare
le
esportazioni
,
e
cioè
la
produzione
,
e
cioè
l
'
attività
economica
della
Nazione
,
sui
cui
margini
deve
vivere
una
sana
finanza
.
Ed
è
questo
invece
oggi
il
problema
fondamentale
,
di
ordine
sociale
,
di
iniziativa
,
di
danaro
e
di
tecnica
,
di
conquista
di
mercati
,
e
cioè
di
energia
dinamica
all
'
interno
e
all
'
estero
,
che
impedisca
sia
l
'
Italia
travolta
o
diminuita
in
questa
crisi
di
ricostituzione
mondiale
,
che
segue
alla
guerra
.
Ma
già
questo
appartiene
ad
una
visione
più
larga
.
E
questo
governo
invece
si
confessa
,
in
realtà
,
non
come
la
reazione
accusata
dai
socialisti
per
far
credere
che
essi
sono
per
la
rivoluzione
,
ma
come
un
reagente
ad
una
minaccia
di
sfacelo
.
I
socialisti
,
che
anch
'
essi
sono
in
fondo
impauriti
da
questa
minaccia
,
sono
stati
paralizzati
e
forniti
di
un
alibi
con
l
'
accettazione
di
alcune
loro
formule
.
Ieri
abbiamo
così
avuto
un
tentativo
parlamentare
di
ristabilire
l
'
equilibrio
nel
mezzo
,
da
cui
le
istituzioni
che
ci
reggono
,
vogliono
sian
tratti
i
governi
,
e
cioè
nel
Parlamento
.
Per
avere
almeno
un
Governo
,
per
rappresentare
lo
Stato
.
Quanto
alla
Nazione
,
popolo
,
civiltà
,
tradizione
,
forza
insopprimibile
,
coscienza
e
volontà
avvenire
,
essa
per
ora
,
ha
soldati
,
non
ha
quadri
.
Aspetta
che
venga
la
sua
ora
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
la
Camera
ha
preso
le
vacanze
dopo
quarantasei
giorni
d
'
intenso
lavoro
.
Non
diciamo
che
tutti
i
problemi
che
essa
ha
affrontati
siano
stati
risoluti
definitivamente
,
e
tanto
meno
che
i
provvedimenti
concreti
da
essa
adottati
siano
tutti
veramente
utili
e
tali
da
non
far
rimpiangere
la
sua
inattività
.
I
provvedimenti
finanziari
,
alla
cui
confezione
furono
dedicate
gran
parte
delle
sue
fatiche
,
per
una
buona
metà
rappresentano
più
un
'
offa
gittata
dal
Governo
alla
demagogia
,
che
un
sistema
di
utili
provvidenze
destinate
a
risanare
la
finanza
dello
Stato
e
a
liberare
l
'
economia
nazionale
dalle
angustie
in
cui
versa
,
e
attendono
di
essere
temperati
e
corretti
in
pratica
da
una
saggia
opera
d
'
interpretazione
,
perché
il
loro
rendimento
non
vada
a
totale
detrimento
dell
'
economia
generale
.
Ma
quale
che
sia
l
'
entità
e
la
bontà
delle
soluzioni
concrete
da
essa
prese
,
un
problema
d
'
importanza
pregiudiziale
,
e
che
già
era
stato
definito
insolubile
,
è
stato
invece
risoluto
dalla
nuova
Camera
,
in
questi
quarantasei
giorni
di
attività
parlamentare
,
in
modo
abbastanza
soddisfacente
:
ed
è
il
problema
del
proprio
funzionamento
.
Da
vari
anni
la
Camera
non
lavorava
e
la
sua
inattività
era
diventata
pericolosa
al
Paese
.
Perché
in
astratto
si
può
anche
discutere
se
sia
migliore
un
regime
,
nel
quale
la
facoltà
di
legiferare
spetti
al
Governo
,
salvo
un
semplice
diritto
di
controllo
al
Parlamento
,
ma
quando
in
concreto
il
potere
legislativo
risiede
nel
Parlamento
e
questo
,
per
propria
insufficienza
,
se
ne
spoglia
a
favore
del
Governo
,
il
danno
è
grave
ed
evidente
.
Di
tutti
i
regimi
il
peggiore
è
sempre
quello
della
illegittimità
e
del
disordine
.
E
un
parlamento
che
deve
funzionare
,
secondo
un
compito
costituzionale
ben
definito
,
quando
non
adempie
al
suo
compito
,
rappresenta
un
principio
di
disordine
e
del
peggior
disordine
,
come
quello
che
vien
dall
'
alto
.
Ora
in
Italia
eravamo
appunto
a
questo
.
La
vecchia
Camera
non
funzionava
,
perché
sorpassata
dagli
avvenimenti
e
sopravvivente
alla
sua
stessa
esistenza
legale
.
La
nuova
Camera
non
funzionava
perché
nata
e
mantenuta
artificialmente
in
una
atmosfera
di
faziosità
.
Al
momento
della
sua
nascita
,
il
Governo
,
suggestionato
dalla
visione
apocalittica
dei
prossimi
rivolgimenti
banditi
dai
socialisti
,
non
ebbe
cura
di
organizzare
e
ravvivare
,
come
era
suo
elementare
dovere
,
la
resistenza
dei
partiti
costituzionali
.
E
dopo
aver
ceduto
alla
faziosità
dei
socialisti
al
momento
delle
elezioni
,
il
Governo
riuscì
ad
attrarre
nell
'
orbita
della
propria
faziosità
la
nuova
Camera
,
con
lo
spauracchio
di
rivolgimenti
costituzionali
in
senso
inverso
.
Ora
come
poteva
funzionare
una
Camera
,
che
era
sorta
e
si
manteneva
sotto
l
'
incubo
di
tali
speranze
e
di
tali
paure
?
Come
poteva
essere
l
'
organo
costituzionale
normale
di
un
regime
,
del
quale
sentiva
e
sosteneva
la
precarietà
?
L
'
assemblea
,
in
tali
condizioni
,
aveva
smarrita
la
coscienza
stessa
del
suo
essere
,
non
sapeva
bene
se
fosse
una
assemblea
legislativa
o
una
costituente
.
In
realtà
,
nata
dal
disordine
,
era
diventata
uno
strumento
del
disordine
.
Organo
sovrano
di
un
regime
,
si
era
posta
fuori
e
contro
il
regime
stesso
.
Ora
il
principale
merito
di
questi
quarantasei
giorni
di
lavoro
parlamentare
è
appunto
questo
di
avere
ridato
alla
Camera
la
coscienza
della
propria
funzione
e
al
Paese
la
sensazione
che
la
crisi
di
regime
,
che
si
era
pronunziata
non
tanto
nei
fatti
esteriori
quanto
nella
coscienza
del
Parlamento
,
è
stata
superata
.
Noi
dobbiamo
riconoscere
all
'
on
.
Giolitti
il
merito
di
aver
compiuto
questa
difficile
opera
di
restaurazione
costituzionale
,
essenzialissima
alla
restaurazione
dell
'
ordine
nel
Paese
.
E
l
'
ha
ottenuta
in
un
modo
semplicissimo
:
facendo
lavorare
il
Parlamento
.
L
'
inattività
del
Parlamento
era
esiziale
al
Paese
,
molto
più
del
suo
cattivo
lavoro
,
perché
in
essa
sorge
e
cresce
la
coscienza
della
inattualità
del
regime
,
cioè
il
mito
della
rivoluzione
.
L
'
on
.
Giolitti
ha
rotto
il
circolo
vizioso
:
facendo
lavorare
il
Parlamento
,
l
'
ha
fatto
rientrare
nel
regime
.
Così
dopo
le
mediocri
discussioni
sui
provvedimenti
finanziarii
,
siamo
giunti
alle
ultime
discussioni
sulla
politica
estera
improntate
ad
uno
spirito
nazionale
che
qualche
mese
fa
sarebbe
stata
follia
sperare
dalla
Camera
attuale
:
i
socialisti
hanno
sì
ripetute
le
loro
pregiudiziali
internazionaliste
ed
antinazionali
,
ma
la
Camera
ha
potuto
discutere
dal
punto
di
vista
nazionale
i
grandi
problemi
della
politica
estera
.
Con
che
si
è
avuta
la
dimostrazione
pratica
che
una
Camera
,
con
156
socialisti
,
può
ancora
funzionare
,
restando
nello
spirito
nazionale
e
costituzionale
.
E
ciò
rappresenta
un
largo
guadagno
per
il
Paese
,
che
soprattutto
ha
bisogno
di
ordine
.
A
tale
restaurazione
costituzionale
della
funzione
parlamentare
,
ha
contribuito
non
poco
anche
il
giovane
Presidente
della
Camera
,
il
quale
nel
dirigere
i
lavori
dell
'
Assemblea
,
è
stato
un
ottimo
presidente
tecnico
,
ma
non
ha
mai
sacrificato
alle
esigenze
della
tecnica
le
ragioni
della
dignità
nazionale
,
dando
così
la
prova
d
'
una
chiara
intelligenza
e
d
'
un
senso
politico
altissimo
,
che
hanno
finito
per
imporsi
a
tutta
l
'
assemblea
.
Ora
che
l
'
ordine
regna
in
alto
,
abbiamo
ragione
di
sperare
che
il
Paese
possa
riprendere
tranquillamente
l
'
interrotto
cammino
verso
le
sue
migliori
fortune
.
StampaQuotidiana ,
Elemento
profondamente
caratteristico
della
nuova
situazione
parlamentare
,
che
rispecchia
tutto
un
nuovo
orientamento
dello
spirito
pubblico
italiano
,
è
la
costituzione
di
un
gruppo
nazionalista
nella
Camera
della
XXVI
legislatura
.
Sia
lecito
a
questo
giornale
manifestare
la
propria
compiacenza
per
un
tale
risultato
,
a
cui
esso
sa
di
avere
,
in
parte
almeno
,
contribuito
con
una
ostinata
propaganda
più
che
decenne
.
Il
nostro
movimento
politico
ebbe
fin
dal
suo
sorgere
una
piccola
pattuglia
di
punta
a
Montecitorio
.
Era
composta
di
due
o
tre
militanti
irregolari
,
giunti
in
Parlamento
con
diversa
qualifica
,
raccoltisi
sotto
la
nostra
eterodossa
bandiera
quale
per
vocazione
temeraria
,
quale
per
gusto
sportivo
:
degno
fra
tutti
di
memoria
,
di
gratitudine
e
di
ammirazione
per
l
'
ardimento
,
per
la
serietà
,
per
la
fede
,
per
il
valore
,
Piero
Foscari
,
che
primo
nella
Camera
italiana
imbevuta
di
quietismo
socialdemocratico
,
osò
parlare
di
nazionalismo
e
indicare
all
'
Italia
nel
mare
e
oltre
il
mare
le
mète
del
suo
volere
e
del
suo
avvenire
.
Qualche
fortunata
se
pure
sporadica
affermazione
elettorale
permise
ai
nazionalisti
di
conquistare
,
per
la
XXIV
legislatura
,
una
rappresentanza
parlamentare
alquanto
più
salda
,
che
,
sfidando
serenamente
le
impopolarità
paventate
dalle
maggioranze
,
seppe
presagire
la
guerra
,
dichiararne
la
necessità
e
concorrere
con
le
altre
forze
lealmente
nazionali
della
Camera
a
difendere
la
guerra
stessa
durante
il
suo
svolgimento
,
rivendicarne
i
fini
nazionali
,
custodirne
i
frutti
vittoriosi
.
La
dittatura
sediziosa
dell
'
on
.
Nitti
ottenne
di
ridurre
nuovamente
ad
appena
tre
,
con
le
nefaste
elezioni
generali
del
1919
,
il
numero
dei
deputati
nazionalisti
;
ma
per
pochi
che
fossero
gli
onorevoli
D
'
Ayala
,
Federzoni
e
Siciliani
bastarono
a
mettere
in
mora
il
baldanzoso
autocrate
disfattista
e
sopra
tutto
a
denunziare
i
disastrosi
effetti
della
sua
politica
di
sistematica
demolizione
della
vittoria
.
Si
può
ben
dire
che
il
tradimento
adriatico
,
del
quale
oggi
ha
acquistato
piena
e
dolorosa
consapevolezza
la
più
gran
parte
dell
'
opinione
pubblica
,
fu
rivelato
a
questa
dalla
tempestiva
,
pertinace
e
quasi
disperata
protesta
dei
deputati
nazionalisti
,
che
ebbero
poi
l
'
onore
di
guidare
al
non
inutile
cimento
il
manipolo
degli
oppositori
del
Trattato
di
Rapallo
.
Antesignani
efficaci
e
sicuri
di
tutto
quanto
oggi
il
fascismo
ha
di
sanamente
e
fortemente
italiano
,
in
tempi
nei
quali
gli
uomini
del
fascismo
non
potevano
essere
ancora
politicamente
nati
o
servivano
con
non
minore
entusiasmo
altre
idealità
,
i
pochi
deputati
nazionalisti
,
isolati
,
abbandonati
da
tutte
le
vigliaccherie
dei
partiti
medi
alla
tracotanza
rissosa
della
trionfante
Estrema
socialista
,
solo
nel
periodo
più
recente
sostenuti
un
poco
dagli
ultimi
superstiti
della
vecchia
gloriosa
Destra
liberale
,
fecero
onoratamente
per
due
legislature
il
loro
dovere
.
Propugnarono
senza
timore
alla
Camera
,
la
liberazione
della
Nazione
dalla
tirannide
demagogica
dei
rossi
,
allorché
costoro
erano
onnipotenti
.
Vi
propugnarono
una
politica
di
giusta
espansione
nazionale
,
quando
la
codardia
era
,
nel
Governo
e
nel
Parlamento
,
vantato
sinonimo
di
saggezza
e
di
prudenza
.
Vi
propugnarono
il
rinnovamento
della
vita
pubblica
italiana
,
fuori
delle
torpide
clientele
oligarchiche
dei
partiti
e
degli
uomini
,
che
avevano
attossicato
il
popolo
e
disgregato
lo
Stato
.
Adesso
sono
ritornati
a
Montecitorio
cresciuti
,
ancor
più
che
di
numero
,
di
autorità
e
di
importanza
.
Stavolta
essi
sono
,
anzitutto
,
non
più
esponenti
di
situazioni
particolari
o
locali
,
personalmente
aderenti
,
dentro
la
Camera
,
a
un
dato
indirizzo
programmatico
;
bensì
rappresentanti
diretti
di
una
parte
politica
che
ha
ormai
una
sua
forza
,
sia
pure
ancora
iniziale
,
nel
Paese
,
e
che
con
questa
ha
tenuto
gagliardamente
un
vasto
tratto
del
fronte
comune
nell
'
ultima
battaglia
impegnata
dai
partiti
nazionali
contro
i
nemici
interni
.
Di
più
,
se
la
schiera
è
tuttora
esigua
,
essa
compone
in
realtà
una
élite
omogenea
e
armoniosa
,
in
cui
a
parlamentari
già
anziani
e
sperimentati
ma
sempre
ardenti
di
giovanile
,
spregiudicata
combattività
,
sono
venuti
ad
aggiungersi
uomini
di
eccezionali
attitudini
,
ognuno
dei
quali
può
dare
in
Parlamento
un
prezioso
contributo
alla
causa
e
alla
propaganda
dell
'
idea
nazionalista
:
e
già
lo
si
vide
dalla
tempestosa
discussione
della
prima
tornata
parlamentare
,
a
cui
tre
oratori
nazionalisti
parteciparono
,
fiancheggiando
cordialmente
e
vigorosamente
l
'
azione
dei
colleghi
fascisti
.
D
'
altra
parte
il
modo
stesso
come
si
è
pervenuti
alla
costituzione
del
gruppo
,
senza
accattare
inscrizioni
di
qua
e
di
là
pur
di
ingrossare
le
file
,
ma
curando
solo
l
'
identità
delle
convinzioni
e
dei
propositi
,
è
stato
in
un
momento
in
cui
altri
aggruppamenti
parlamentari
danno
così
grottesco
spettacolo
di
opportunistiche
fusioni
e
confusioni
un
esempio
unico
più
che
raro
di
sincerità
politica
;
qual
è
stata
anche
la
prontezza
coraggiosa
con
che
un
Paolucci
,
un
Gray
,
un
Siciliani
,
alieni
da
ogni
vieto
calcolo
di
convenienza
egoistica
,
hanno
risoluto
delicate
posizioni
elettorali
che
troppi
altri
avrebbero
desiderato
perpetuare
in
un
fruttuoso
equivoco
.
Necessariamente
autonomo
per
la
dottrina
originale
e
profonda
a
cui
si
inspira
e
per
la
ferrea
disciplina
ond
'
è
vincolato
,
cosciente
delle
proprie
possibilità
ma
legittimamente
orgoglioso
della
propria
missione
,
il
gruppo
parlamentare
nazionalista
non
pensa
ad
assorbire
alcuno
né
teme
di
essere
comechessia
assorbito
o
rimorchiato
da
altri
.
Esso
intende
tuttavia
offrire
,
e
offrirà
certo
,
nella
situazione
presente
,
la
misura
massima
della
sua
capacità
di
azione
positiva
col
cooperare
a
un
grande
compito
politico
e
storico
:
la
risurrezione
di
una
Destra
nazionale
nella
Camera
italiana
.
L
'
appello
schietto
dei
deputati
fascisti
trova
una
rispondenza
viva
e
spontanea
,
oltre
che
nella
volontà
dei
nazionalisti
,
nella
condizione
obiettiva
delle
cose
,
che
,
a
malgrado
di
ogni
proclamato
o
sottinteso
dissenso
,
accomuna
fatalmente
oggi
e
accomunerà
domani
quelli
che
fino
a
ieri
combatterono
insieme
per
la
stessa
fede
.
E
coi
liberali
dell
'
antica
Destra
i
nazionalisti
hanno
legami
di
indimenticabili
mutue
solidarietà
che
,
anche
volendo
,
non
si
potrebbero
infrangere
.
L
'
alleanza
di
queste
energie
sane
sorge
dunque
naturalmente
,
per
contrapporre
con
virile
concordia
ai
verbalismi
equivoci
e
presuntuosi
della
molteplice
socialdemocrazia
,
paraninfa
compiacente
fra
Turati
e
Cocco
Ortu
,
le
ragioni
nude
e
perenni
della
realtà
nazionale
.
Sarà
una
lotta
aspra
,
lunga
,
incessante
,
difficilissima
.
Ma
averla
provocata
,
dopo
tanti
anni
da
che
gli
avversari
si
erano
assuefatti
a
trionfare
senza
combattere
,
è
già
aver
dimostrato
di
saperla
vincere
.
E
la
Destra
nazionale
la
vincerà
.
StampaQuotidiana ,
Mentre
il
Governo
abolisce
il
monopolio
del
caffè
e
i
commenti
degli
economisti
«
del
senno
di
poi
»
vengono
a
dire
quello
che
noi
da
un
pezzo
sapevamo
,
e
cioè
che
questo
monopolio
non
solo
non
ha
reso
nulla
allo
Stato
,
ma
si
è
risolto
effettivamente
nella
perdita
di
qualche
milione
,
l
'
on
.
Nitti
cui
spetta
la
gloria
di
questi
nefasti
monopolistici
,
lotta
nella
nativa
Lucania
a
riconquistarsi
il
pericolante
favore
degli
elettori
con
tutti
i
lenocinii
della
sua
consumata
arte
politica
.
Che
un
ex
Presidente
del
Consiglio
,
meridionale
per
giunta
,
debba
,
a
nemmeno
un
anno
di
distanza
dall
'
abbandono
del
potere
,
temere
la
sorte
dell
'
urna
se
non
precisamente
per
sé
,
certo
per
i
propri
compagni
di
lista
,
è
fenomeno
nuovissimo
nelle
cronache
politiche
italiane
ed
è
,
soprattutto
,
gravemente
dimostrativo
nei
confronti
dell
'
on
.
Nitti
.
A
spiegarlo
,
non
basta
l
'
accanimento
degli
avversari
politici
,
anche
se
questi
avversari
politici
abbiano
la
forza
e
l
'
abilità
dell
'
on
.
Giolitti
.
Se
la
Basilicata
che
era
il
feudo
politico
di
Francesco
Nitti
minaccia
di
abbandonarlo
,
oggi
,
vuol
dire
che
tutto
il
sistema
politico
che
nel
nittismo
si
riassumeva
,
è
condannato
inesorabilmente
;
vuol
dire
che
la
caratteristica
che
le
imminenti
elezioni
vanno
assumendo
,
è
precisamente
questa
:
«
contro
il
nittismo
»
.
Così
considerato
,
l
'
episodio
dell
'
accanimento
che
i
nittiani
portano
nella
lotta
elettorale
della
Basilicata
,
diventa
l
'
esponente
della
situazione
elettorale
del
Paese
.
Gli
stessi
blocchi
nazionali
,
che
cosa
sono
mai
se
non
la
difesa
della
Nazione
fatta
dalla
Nazione
stessa
contro
i
pericoli
mortali
formati
attraverso
e
grazie
alla
politica
nittiana
?
Basti
osservare
il
nucleo
centrale
che
dovunque
li
informa
per
convincersene
.
Questo
nucleo
è
,
dovunque
,
costituito
dai
nazionalisti
e
dai
Fasci
.
Ora
,
che
cosa
sono
i
Nazional
-
Fascisti
se
non
la
reazione
spontanea
formatasi
nell
'
elemento
più
giovane
,
più
ardito
,
più
saldo
del
Paese
contro
quegli
eccessi
del
socialismo
degenerato
in
bolscevismo
che
avevano
trovato
in
Francesco
Saverio
Nitti
l
'
avallante
e
il
legittimatore
?
È
storia
di
ieri
.
Chi
aveva
permesso
si
formasse
in
Italia
l
'
ambiente
donde
scaturì
l
'
ultima
Camera
dei
Misiano
,
dei
Riba
,
degli
Abbo
,
dei
Giulietti
,
se
non
colui
che
aveva
insultato
alla
guerra
e
ai
suoi
Martiri
amnistiando
i
disertori
,
che
aveva
svalorizzato
la
vittoria
prostituendo
l
'
Italia
con
tutte
le
rinunzie
supinamente
accettate
;
lamentando
,
dal
banco
del
Governo
,
in
faccia
al
mondo
intero
,
la
miseria
e
la
fame
del
Paese
di
contro
ai
pochi
coraggiosi
che
osavano
prospettare
ed
esaltare
i
diritti
del
sacrificio
gloriosamente
sostenuto
?
Wilson
diceva
:
«
Fiume
,
no
!
»
e
Nitti
,
senza
nemmeno
curarsi
di
vedere
se
dietro
questo
«
no
»
ci
fosse
davvero
il
veto
degli
Americani
o
non
soltanto
quello
della
banca
ebraica
internazionale
,
rispondeva
:
«
Sta
bene
,
no
»
.
Inghilterra
e
Francia
,
alle
nostre
legittime
richieste
perché
ci
fosse
assegnata
,
nella
ripartizione
delle
fonti
di
approvvigionamento
di
materie
prime
e
di
combustibile
la
parte
che
ci
spettava
,
rispondevano
:
Dei
bacini
metalliferi
,
minerari
,
carboniferi
?
che
bisogno
ne
avete
?
Pensiamo
noi
a
darvi
il
carbone
e
a
darvi
i
minerali
.
Anzi
ve
li
portiamo
in
casa
con
le
nostre
stesse
navi
:
che
volete
di
più
?
E
Nitti
,
supino
a
ringraziare
:
Ma
benissimo
;
oh
quanto
siete
generosi
!
Qualcuno
tentava
bene
di
protestare
,
in
Parlamento
e
nel
Paese
,
ma
Nitti
aveva
trovato
la
formula
per
far
stare
tutti
zitti
:
Per
carità
!
mi
volete
rovinare
?
Non
sapete
che
l
'
America
non
ci
dà
più
né
un
soldo
né
un
chicco
di
grano
se
non
stiamo
zitti
e
buoni
?
Non
sapete
che
abbiamo
la
fame
alle
porte
?
la
fame
e
la
rivoluzione
?
La
rivoluzione
minacciava
davvero
.
Ma
creata
,
o
almeno
,
permessa
da
lui
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
la
masnada
bolscevica
trovò
le
sue
più
spavalde
audacie
:
esponente
di
tutti
gli
insulti
quotidiani
al
tricolore
,
la
quotidiana
aggressione
ai
militari
di
qualunque
grado
e
di
qualunque
arma
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
Enrico
Malatesta
rientrò
in
Italia
e
poté
organizzare
,
fra
uno
sventolio
di
bandiere
rosse
,
quel
giro
trionfale
di
propaganda
comunista
che
trovò
poi
la
sua
eco
quotidiana
e
stabile
nella
Umanità
Nuova
e
,
più
tardi
,
il
suo
apogeo
nelle
bombe
del
Diana
.
Sotto
di
lui
,
infine
,
che
gridare
:
Viva
l
'
esercito
!
Viva
l
'
Italia
!
fu
considerato
sedizione
e
l
'
esporre
il
tricolore
,
provocazione
delittuosa
.
Né
meno
grave
di
questa
,
politica
e
diretta
,
è
la
responsabilità
di
Francesco
Nitti
nello
svolgimento
della
vita
economica
del
Paese
durante
il
suo
avvento
al
potere
.
Nessuno
dei
problemi
che
erano
imposti
,
e
urgentemente
,
dalla
necessità
del
riassetto
e
della
ricostruzione
,
venne
da
lui
risolto
.
Viceversa
,
si
affermò
attraverso
due
capisaldi
economici
ugualmente
disastrosi
:
i
monopoli
e
gli
aggravi
fiscali
.
Coi
primi
rovinava
il
commercio
del
Paese
;
con
l
'
altro
rovinava
le
industrie
colpendole
nel
momento
in
cui
esse
dovevano
superare
la
doppia
crisi
del
passaggio
dalla
guerra
alla
pace
e
della
intensificazione
della
produzione
imposta
,
quest
'
ultima
,
e
dalla
necessità
di
ridurre
al
minimo
le
importazioni
dall
'
estero
e
da
quella
di
assicurare
lavoro
alla
larga
disponibilità
di
mano
d
'
opera
che
la
cessazione
della
guerra
gettava
sul
mercato
.
Fu
in
questo
momento
che
il
Nitti
mentre
da
una
parte
liquidava
la
situazione
delle
industrie
,
nei
rapporti
con
il
Governo
,
con
uomini
che
erano
gli
esponenti
dei
criterii
e
dei
postulati
dell
'
alta
banca
internazionale
escogitava
dall
'
altra
il
decreto
sulla
nominatività
dei
titoli
che
veniva
a
distogliere
il
capitale
privato
dall
'
impiego
in
titoli
industriali
.
Fu
in
questo
momento
che
egli
cedette
al
Giulietti
,
a
prezzo
vilissimo
,
i
vapori
per
la
costituzione
di
quella
«
Cooperativa
Garibaldi
»
,
che
doveva
essere
non
soltanto
un
termine
di
concorrenza
sleale
contro
i
piccoli
armatori
che
costituiscono
per
tradizione
la
forza
intima
della
Marina
mercantile
italiana
,
ma
ancora
e
purtroppo
,
il
seme
del
bolscevismo
trasportato
in
seno
della
Federazione
Marinara
ed
esaltato
,
attraverso
la
bandiera
rossa
comunista
issata
sull
'
albero
maestro
dei
vapori
della
Cooperativa
.
Prosperava
l
'
impresa
Giulietti
sotto
le
ali
protettrici
del
Nitti
,
ma
intanto
rimanevano
invece
inascoltate
le
richieste
,
i
memoriali
,
le
esposizioni
degli
armatori
,
dei
costruttori
navali
,
degli
uomini
politici
che
prospettavano
al
Governo
l
'
urgenza
di
provvedimenti
realmente
efficaci
a
favore
della
marina
mercantile
,
l
'
urgenza
,
soprattutto
,
di
dotare
l
'
Italia
di
un
tonnellaggio
adeguato
ai
nuovi
bisogni
della
sua
nuova
vita
.
A
tutte
queste
proposte
e
richieste
,
Nitti
rispondeva
portando
Villa
e
De
Vito
al
Ministero
dei
Trasporti
e
avallando
i
disastrosi
decreti
del
primo
e
la
statizzazione
dei
giacimenti
ligniferi
fatta
dal
secondo
.
Che
un
uomo
della
competenza
dell
'
onorevole
Nitti
in
materia
di
economia
statale
passasse
così
di
errore
in
errore
in
buona
fede
,
è
inammissibile
.
Nessuno
potrà
mai
credere
che
egli
non
vedesse
quale
disastro
rappresentassero
per
il
Paese
la
sua
negativa
politica
commerciale
;
la
sua
coercitiva
e
paralizzante
politica
industriale
;
la
sua
disastrosa
politica
dei
trasporti
;
la
sua
catastrofica
politica
degli
approvvigionamenti
;
la
sua
avida
politica
fiscale
;
la
sua
criminosa
politica
demagogica
;
infine
,
la
sua
concezione
meramente
opportunistica
del
potere
per
cui
ogni
fattore
della
vita
nazionale
diventava
per
lui
soltanto
strumento
di
dominio
e
non
elemento
da
adoperare
in
armonia
con
gli
altri
per
il
bene
comune
.
E
allora
?
E
allora
dobbiamo
concludere
che
nel
concetto
dell
'
on
.
Nitti
,
governare
non
significava
più
mettere
le
proprie
forze
al
servizio
del
Paese
,
sibbene
,
asservire
il
Paese
alla
propria
ambizione
e
le
risorse
del
Paese
al
proprio
particolare
interesse
politico
.
Questo
il
suo
concetto
;
questa
la
sua
opera
;
questo
il
suo
delitto
.
Delitto
;
ché
,
per
giungere
al
proprio
fine
e
per
mantenere
il
potere
ad
ogni
costo
,
egli
non
esitò
a
servirsi
di
ogni
mezzo
,
anche
di
quelli
che
,
come
il
bolscevismo
accarezzato
dal
suo
bisogno
di
crearsi
un
appoggio
anche
nella
demagogia
diventavano
pericolo
mortale
per
il
Paese
.
Fosse
venuta
davvero
la
rivoluzione
,
egli
avrebbe
sfruttata
anche
questa
.
Ché
,
per
la
sua
amoralità
politica
,
ogni
carta
era
buona
in
quel
giuoco
che
per
sventura
nostra
si
chiamava
Italia
.
Tutto
stava
nel
gettarla
in
tempo
sul
tappeto
.
Questo
,
l
'
uomo
che
per
troppo
tempo
ha
arrischiato
nel
calcolo
delle
probabilità
del
profitto
suo
personale
la
vita
del
Paese
;
l
'
uomo
che
pensa
di
poter
riprendere
il
giuoco
;
l
'
uomo
che
,
per
rifarsi
il
prestigio
perduto
anche
in
quella
non
difficile
terra
che
è
la
sua
,
va
promettendo
agli
elettori
della
Lucania
che
nel
novembre
prossimo
egli
riavrà
sicuramente
il
potere
.
Uva
acerba
,
anche
per
la
vecchia
volpe
di
Muro
Lucano
.
E
speriamo
che
il
blocco
nazionale
delle
elezioni
le
impedisca
per
sempre
di
maturare
.
Nel
fascio
degli
antichi
littori
,
c
'
era
anche
la
scure
!
StampaQuotidiana ,
La
Giunta
Esecutiva
dell
'
«
Associazione
Nazionalista
Italiana
»
ha
lanciato
il
seguente
manifesto
al
Paese
:
«
Il
nazionalismo
italiano
non
improvvisa
il
suo
programma
e
rifiuta
di
adattarsi
ad
un
programma
elettorale
.
Esso
porta
nella
lotta
delle
"
unioni
nazionali
"
cui
ha
partecipato
con
disciplina
italiana
senza
egoismi
di
partito
,
intatto
il
suo
fervore
,
intatte
le
sue
affermazioni
di
dottrina
,
continuata
la
sua
azione
politica
,
provata
nei
fatti
la
sua
fede
.
Queste
elezioni
sono
un
revisione
,
una
contrizione
,
una
sconfessione
per
tutti
tranne
che
per
il
nazionalismo
.
I
socialisti
,
che
pretendevano
annientare
la
Nazione
e
la
sua
vittoria
nell
'
internazionalismo
della
Russia
bolscevica
,
sono
in
contesa
e
si
sconfessano
a
vicenda
,
sottomettendosi
ipocritamente
,
dopo
il
tentato
matricidio
,
alle
supreme
verità
nazionali
,
alle
sole
verità
,
da
noi
soltanto
tenacemente
affermate
contro
tutte
le
loro
negazioni
,
contro
tutte
le
complici
ideologie
dell
'
internazionale
bianca
,
del
vilsonismo
e
del
liberalismo
socialdemocratico
.
I
partiti
e
i
gruppi
costituzionali
che
non
avevano
più
osato
,
di
fronte
alla
sopraffazione
socialista
,
assumere
la
responsabilità
della
nostra
guerra
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
europeo
,
e
cioè
un
atto
di
volontà
consapevole
e
decisa
quale
noi
soli
sempre
lo
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
agli
Alleati
e
ai
nemici
;
che
non
osavano
più
esaltare
la
vittoria
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
,
e
cioè
una
vittoria
soltanto
italiana
,
di
virtù
e
di
sacrifizio
italiani
contro
il
potente
secolare
nemico
,
quale
noi
soli
sempre
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
e
con
gagliarda
difesa
agli
Alleati
ai
nemici
e
a
tutti
coloro
che
in
Italia
la
disertavano
;
oggi
,
partiti
e
gruppi
,
dopo
due
anni
di
smarrimento
e
di
sottomissione
in
cui
avevano
consentito
perfino
il
tradimento
di
governo
,
compiuto
da
Nitti
frenetico
dilapidatore
della
vittoria
,
sono
ricondotti
,
dallo
spettacolo
della
viltà
socialista
,
alla
contrizione
per
tutti
gli
errori
commessi
.
Massimo
quello
di
non
aver
mantenuto
la
fede
nell
'
Italia
,
che
noi
custodimmo
nel
dileggio
e
nella
derisione
,
quando
perfino
parve
e
fu
sedizione
la
fede
nell
'
Italia
e
la
fedeltà
al
grande
Italiano
,
che
la
fede
faceva
azione
,
a
Gabriele
d
'
Annunzio
.
Non
v
'
è
partito
,
non
v
'
è
uomo
fuori
degli
autori
della
riscossa
nazionale
,
da
noi
non
improvvisata
,
ma
annunciata
sicura
fin
da
quando
incominciò
la
nostra
opera
,
alla
vigilia
della
guerra
libica
che
non
debba
oggi
domandare
,
in
questa
lotta
,
l
'
indulgenza
dell
'
oblio
su
proprie
responsabilità
di
deviazione
o
di
smarrimento
,
se
non
addirittura
su
proprie
colpe
e
su
proprie
gravi
complicità
antinazionali
.
Noi
no
.
E
questo
diciamo
con
dolore
,
poiché
tale
verità
che
potrebbe
essere
vanità
di
partito
è
la
nostra
umiliazione
di
cittadini
e
di
italiani
.
Non
uno
degli
atti
compiuti
dopo
la
vittoria
può
oggi
essere
ricordato
degno
di
questa
,
degno
dello
spirito
e
della
chiaroveggenza
con
cui
si
doveva
raccoglierne
i
frutti
e
affrontare
la
crisi
mondiale
del
dopoguerra
.
Dalla
patita
sopraffazione
degli
Alleati
che
ci
defraudava
in
Asia
e
in
Africa
e
nella
ripartizione
economica
della
vittoria
(
la
quale
soltanto
quando
ebbe
bisogno
del
nostro
aiuto
decisivo
fu
chiamata
comune
)
a
questo
Trattato
di
Rapallo
che
,
invano
presentato
dai
rinunciatori
come
un
atto
di
volontà
,
oggi
non
appare
nemmeno
un
compromesso
,
ma
soltanto
un
mostruoso
abbandono
alla
brutalità
jugoslava
:
dalla
tentata
diffamazione
della
guerra
ridotta
con
faziosità
parricida
all
'
episodio
di
Caporetto
,
dalla
tentata
rinnegazione
dello
spirito
e
dell
'
orgoglio
militari
della
Nazione
vittoriosa
,
cui
la
vittoria
era
negata
come
una
vergogna
,
alla
distruzione
dell
'
autorità
dello
Stato
,
costretto
ad
essere
servo
nella
difesa
dei
cittadini
e
della
proprietà
e
dell
'
ordine
sociale
,
tiranno
nella
disastrosa
esperienza
di
un
socialismo
di
stato
demagogo
e
saccheggiatore
dell
'
erario
:
non
uno
degli
atti
di
governo
compiuti
può
essere
ricordato
come
una
volontà
nazionale
,
pari
al
sacrifizio
trionfale
del
popolo
sui
campi
di
battaglia
.
Noi
abbiamo
la
coscienza
di
avere
domandato
un
governo
nazionale
,
di
avere
combattuto
fierissimamente
negli
uomini
e
negli
atti
l
'
opera
di
una
legislatura
,
che
fu
la
legislatura
della
rinnegazione
della
vittoria
.
Noi
però
non
dobbiamo
esporre
un
programma
.
Ci
basta
promettere
di
continuare
in
quello
che
siamo
sempre
stati
e
che
i
fati
e
i
fatti
hanno
provato
essere
non
una
dottrina
di
sopraffazione
,
come
soprattutto
per
ignoranza
è
stata
la
nostra
invano
diffamata
,
ma
un
'
anticipazione
appassionata
e
logica
della
storica
missione
dell
'
Italia
nel
mondo
,
rinsaldata
nella
prova
più
tremenda
che
potesse
imaginarsi
,
una
anticipazione
delle
verità
nazionali
di
tradizione
,
di
civiltà
,
di
potenza
e
di
espansione
produttiva
e
demografica
,
cui
l
'
internazionalismo
socialista
aveva
contrapposto
,
con
la
pusillanime
convergenza
degli
altri
partiti
,
tutte
le
menzogne
delle
ideologie
antinazionali
e
di
una
economia
fatta
di
miseria
comunista
e
di
organizzazione
burocratica
.
Noi
soli
non
abbiamo
mai
concesso
al
socialismo
e
alla
sua
falsa
utopia
quello
che
tutti
i
partiti
avevano
ad
esso
concesso
,
credendo
di
aver
acquistato
così
il
loro
benessere
,
e
cioè
il
patrimonio
più
sacro
:
quello
delle
idee
conduttrici
della
vita
nazionale
.
Queste
idee
,
questo
spirito
,
questa
volontà
nazionali
per
cui
soli
i
partiti
hanno
il
diritto
di
domandare
l
'
esercizio
del
potere
,
e
non
per
i
soliti
e
facili
programmi
elettorali
combinati
con
le
solite
smanie
riformistiche
noi
vogliamo
che
la
lotta
elettorale
si
mostri
capace
di
esprimere
.
Le
"
unioni
nazionali
"
debbono
significare
la
volontà
nazionale
dei
partiti
che
sentono
finalmente
di
poter
governare
in
nome
di
una
idea
,
per
la
difesa
della
Nazione
e
dello
Stato
,
contro
il
tradimento
della
vittoria
,
contro
la
continuazione
del
disastroso
esperimento
di
socialismo
statale
,
fatto
di
statizzazioni
,
monopoli
,
municipalizzazioni
che
ha
mortificato
l
'
economia
e
sconquassata
la
finanza
,
e
cioè
contro
quella
socialdemocrazia
che
,
dopo
essere
stata
complice
del
comunismo
,
si
presenta
oggi
nella
ipocrisia
di
Turati
e
dei
suoi
correi
,
pronta
ad
accaparrare
il
potere
,
come
se
le
sue
sconfessioni
di
oggi
fossero
un
merito
e
non
una
colpa
,
anzi
un
delitto
di
lesa
patria
.
Il
nazionalismo
che
in
Nitti
ha
combattuto
il
nittismo
e
cioè
il
delitto
di
dare
l
'
Italia
,
la
Nazione
,
lo
Stato
,
ai
nemici
della
Nazione
e
dello
Stato
,
non
muta
la
sua
lotta
,
la
continua
,
Non
per
sé
,
ma
per
l
'
Italia
.
Questa
è
la
sua
promessa
»
.
LA
GIUNTA
ESECUTIVA
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
d
'
Italia
non
sapendo
più
che
dire
,
ci
chiama
«
giolittiani
»
.
Proprio
ieri
,
mentre
noi
denunziavamo
il
pericolo
di
una
ripresa
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
,
attribuita
dalla
Stampa
all
'
onorevole
Giolitti
,
il
Corriere
si
compiaceva
di
scrivere
che
noi
,
totalmente
dimentichi
della
politica
di
Sforza
,
ci
eravamo
imbrancati
nelle
file
giolittiane
,
dalle
quali
erano
invece
esulati
tutti
quei
popolari
che
tanto
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
quanto
della
politica
economica
dell
'
on
.
Giolitti
,
erano
stati
complici
ed
esecutori
puntualissimi
.
Ma
la
verità
è
il
Corriere
l
'
ha
capita
perfettamente
che
il
nostro
atteggiamento
nella
presente
crisi
è
stato
determinato
da
motivi
politici
,
che
sono
in
perfetta
antitesi
con
quelli
che
hanno
determinata
la
condotta
del
Corriere
e
dei
popolari
.
Giolitti
personalmente
non
c
'
entra
.
Cominciamo
col
constatare
,
che
all
'
inizio
della
crisi
noi
ci
siamo
trovati
perfettamente
d
'
accordo
col
Corriere
nel
deplorare
il
colpo
di
mano
dei
giolittiani
e
la
forma
incostituzionale
con
cui
la
crisi
fu
determinata
.
Perché
al
di
sopra
di
tutte
le
direttive
politiche
concrete
e
di
tutte
le
opinioni
in
ordine
al
regime
,
noi
teniamo
al
retto
funzionamento
del
regime
quale
esso
sia
.
Non
si
può
difendere
la
causa
dell
'
ordine
,
senza
volere
che
l
'
ordine
sia
rispettato
nelle
stesse
sfere
,
dalle
quali
esso
deve
promanare
.
Dopo
ciò
,
noi
abbiamo
affermato
la
necessità
di
un
governo
stabile
,
sembrandoci
oramai
tempo
di
dare
un
po
'
di
requie
al
Paese
,
se
non
per
affrettare
almeno
per
non
impedire
la
sua
necessaria
ricostituzione
.
Ma
la
situazione
parlamentare
,
alla
quale
principalmente
si
deve
aver
riguardo
per
formare
un
governo
stabile
,
era
ed
è
tale
che
non
offre
se
non
due
soluzioni
logiche
e
solide
:
o
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
caratterizzato
dalla
partecipazione
in
pieno
della
Destra
,
o
un
governo
con
la
collaborazione
dei
socialisti
.
Ora
l
'
onorevole
Orlando
in
un
primo
momento
e
l
'
onorevole
Giolitti
in
un
secondo
momento
parvero
gli
uomini
meglio
indicati
a
realizzare
la
prima
delle
due
soluzioni
e
i
nazionalisti
hanno
cercato
naturalmente
di
agevolare
il
compito
tanto
a
l
'
uno
come
all
'
altro
,
non
perché
l
'
uno
o
l
'
altro
rappresentassero
delle
soluzioni
ideali
,
dal
loro
punto
di
vista
programmatico
,
ma
perché
fra
tutte
le
soluzioni
possibili
,
erano
quelle
che
avrebbero
permesso
di
realizzare
questi
due
fatti
di
grande
importanza
politica
:
la
concentrazione
dei
partiti
nazionali
e
l
'
avvento
di
un
governo
stabile
.
I
popolari
,
invece
,
che
non
solo
non
provano
alcun
disgusto
,
ma
mostrano
di
desiderare
la
collaborazione
con
gli
elementi
antinazionali
,
hanno
cercato
invece
di
creare
ostacoli
prima
alla
combinazione
Orlando
e
poi
alla
combinazione
Giolitti
.
E
questo
è
il
fondo
del
dissidio
fra
noi
e
i
popolari
:
il
perché
poi
essi
non
temano
anzi
desiderino
un
governo
collaborazionista
,
di
chiaro
significato
e
di
sostanziale
carattere
antinazionale
è
argomento
,
che
abbiamo
illustrato
più
d
'
una
volta
e
sul
quale
ritorneremo
,
se
occorre
.
Alle
designazioni
di
Orlando
prima
e
di
Giolitti
poi
essi
hanno
contrapposto
la
soluzione
di
un
governo
di
Sinistra
,
unicamente
allo
scopo
di
impedire
la
concentrazione
nazionale
e
di
non
romperla
definitivamente
coi
socialisti
.
Il
nostro
«
giolittismo
»
dunque
è
stato
determinato
dai
motivi
opposti
a
quelli
che
determinarono
l
'
«
antigiolittismo
»
dei
popolari
,
cioè
da
motivi
essenzialmente
politici
e
squisitamente
nazionali
.