StampaPeriodica ,
Chi
conosce
Venezia
solo
nel
quadro
,
ormai
oleografico
,
dei
rii
silenti
con
le
gondole
accoglienti
che
i
vogatori
discreti
conducono
sotto
il
chiaro
di
luna
di
tra
l
'
ombre
oblunghe
dei
vecchi
palazzi
patrizi
,
non
può
avere
idea
di
una
Venezia
vestita
a
nuovo
per
la
festa
dei
motori
.
Ma
anche
così
,
con
questo
suo
sfondo
vitale
per
quanto
meno
romantico
,
Venezia
è
pur
sempre
bella
,
vorremmo
anzi
dire
ch
'
essa
è
più
bella
per
quest
'
altra
malia
men
nota
che
ha
il
Bacino
in
fragore
.
I
vecchi
veneziani
che
vivono
solo
per
la
loro
città
dalla
vita
quieta
,
hanno
aperto
tanto
d
'
occhi
vedendo
sorgere
le
tribune
imponenti
sulla
nuova
Riva
dell
'
Impero
,
poi
loro
che
non
si
fermano
mai
a
leggere
i
manifesti
murali
-
han
visto
caracollare
sulle
acque
del
Bacino
alcuni
infernali
piccoli
scafi
che
borbottavano
una
strana
canzone
metallica
.
In
Canalazzo
intanto
son
finite
le
chiazze
oleose
perse
da
quei
piccoli
mostriciattoli
tonanti
,
chiazze
che
sono
andate
sin
nei
rii
più
nascosti
a
dar
notizia
di
vigilia
del
Gran
Premio
Motonautico
.
E
sulla
Riva
dell
'
Impero
,
al
sole
d
'
un
luglio
estroso
,
è
stato
levato
un
piccolo
pavese
di
bandiere
dei
Paesi
presenti
alle
prove
veneziane
,
alle
due
giornate
di
passione
sportiva
vissuta
nel
nome
della
Serenissima
.
Si
dice
passione
sportiva
perché
una
folla
enorme
di
spettatori
s
'
è
affollata
sulle
tribune
e
durante
il
sabato
e
durante
la
domenica
delle
gare
.
Tutta
Venezia
s
'
è
riversata
qui
,
dagli
ospiti
cosmopoliti
agli
sportivi
locali
;
solo
i
colombi
,
quei
vecchi
tranquilli
colombi
delle
Procuratie
si
sono
spaventati
a
tanto
rumore
e
si
sono
rannicchiati
sotto
i
volti
dei
palazzi
e
delle
chiese
istoriate
.
Ma
i
colombi
non
sono
abbisognati
per
riempire
le
tribune
affollate
d
'
un
pubblico
che
sapeva
perfettamente
il
valore
delle
competizioni
in
programma
.
Si
trattava
infatti
di
una
prova
per
il
campionato
mondiale
e
di
quattro
gare
per
il
campionato
italiano
.
Complesso
di
manifestazioni
quindi
di
sommo
interesse
essendo
di
scena
non
solo
fuoribordo
di
tre
diverse
classi
,
ma
pure
motoscafi
da
corsa
di
400
,
800
e
1.200
chili
.
E
'
specialmente
quest
'
ultima
categoria
quella
che
ha
portato
alla
ribalta
del
mondo
sportivo
la
gara
di
Venezia
in
quanto
la
competizione
a
carattere
intercontinentale
è
stata
,
tra
l
'
altro
,
dotata
anche
di
Coppe
del
Re
Imperatore
e
del
Duce
.
Tale
gara
di
motoscafi
da
corsa
da
1.200
chili
o
,
come
più
comunemente
si
dice
,
da
12
litri
è
stata
un
po
'
il
fulcro
della
riunione
veneziana
rivestendo
essa
il
carattere
di
prima
prova
per
il
campionato
mondiale
della
categoria
.
Valore
eccezionale
quindi
di
una
competizione
che
da
sola
ha
valso
a
richiamare
la
folla
cosmopolita
del
Lido
,
quella
sportiva
di
ogni
centro
della
Penisola
e
sovrattutto
un
temibilissimo
concorrente
d
'
oltre
Oceano
.
John
Rutherford
,
infatti
,
accogliendo
l
'
invito
del
suo
amico
conte
Theo
Rossi
,
ha
voluto
venir
a
correre
la
bella
avventura
sulle
acque
della
Laguna
movimentando
così
particolarmente
una
già
bellissima
riunione
,
anche
se
alla
resa
dei
conti
i
risultai
sono
stati
tutt
'
altro
che
pari
alle
previsioni
.
Diciamo
così
per
le
basse
medie
raggiunte
e
anche
perché
nelle
due
prove
è
mancata
completamente
la
lotta
,
non
solo
,
ma
in
entrambi
i
casi
si
è
finito
per
avere
una
semplice
corsa
ad
uno
.
Impossibilitati
ad
intervenire
i
due
francesi
,
Barrère
e
Piquerez
,
senza
notizie
del
tedesco
Mayenburg
,
hanno
preso
il
«
via
»
nella
prima
prova
del
Gran
Premio
Motonautico
di
Venezia
prova
del
campionato
mondiale
i
soli
Rutherford
,
Cattaneo
e
Rossi
.
Senonché
la
battaglia
a
tre
è
stata
brevissima
con
un
Cattaneo
costretto
al
ritiro
già
al
primo
giro
e
con
lo
«
Juno
»
immobilizzato
al
nono
.
Come
se
non
bastasse
tuttavia
il
risultato
si
è
ripetuto
nella
seconda
prova
,
questa
volta
però
ai
danni
di
Theo
Rossi
costretto
a
vedere
l
'
indisturbata
vittoria
dell
'
americano
.
Ha
vinto
il
migliore
?
Se
lo
son
chiesto
tanti
degli
spettatori
mentre
è
inutile
parlare
,
discutere
sulla
superiorità
di
uno
o
dell
'
altro
perché
sono
eloquenti
le
velocità
raggiunte
dai
due
diversi
scafi
.
Escluso
a
priori
l
'
«
Asso
»
che
seppur
accusante
velocità
superiore
non
ha
dimostrato
praticamente
il
suo
valore
,
l
'
«
Alagi
»
di
Rossi
ha
reso
a
ragion
veduta
molto
di
più
dello
«
Juno
»
se
non
altro
almeno
perchè
l
'
italiano
ha
realizzato
una
media
generale
di
99,923
ed
una
sul
giro
di
112,970
contro
93,732
e
100
dell
'
americano
.
Sarebbe
stato
tuttavia
interessante
vedere
,
in
confronto
diretto
e
completo
,
i
due
avversari
che
così
non
hanno
potuto
rendere
a
dovere
come
ebbe
a
dire
dopo
la
prima
prova
vittoriosa
-
al
gen
.
Vaccaro
il
conte
Rossi
:
u
Non
spingevo
perchè
mi
sentivo
troppo
solo
»
.
Allo
scafo
di
Rutherford
deve
del
resto
aver
nuociuto
,
come
ci
faceva
personalmente
osservare
poche
ore
avanti
della
gara
lo
stesso
conte
Ravizza
,
la
lunga
traversata
ed
il
celerissimo
trasporto
terrestre
(
un
giorno
da
Napoli
a
Venezia
)
senza
dare
possibilità
al
pilota
di
provare
il
motore
prima
della
competizione
.
Si
aggiunga
che
Rutherford
ha
corso
sempre
con
tanto
di
compressore
e
vedrete
poi
se
egli
non
doveva
venir
considerato
inizialmente
come
disponente
di
un
motore
inferiore
.
Di
contro
i
nostri
spettatori
hanno
potuto
rendersi
esatto
conto
della
stabilità
notevole
dello
scafo
americano
che
sembrava
non
subire
minimamente
le
influenze
...
sussultorie
del
movimentato
percorso
-
circuito
.
La
tendenza
alla
stabilità
nelle
costruzioni
americane
è
provata
del
resto
pure
dal
«
Baby
Juno
»
,
lo
scafo
con
il
quale
Maud
Rutherford
la
bionda
compagna
del
vincitore
della
Coppa
del
Duce
si
è
piazzata
al
secondo
posto
tra
i
motoscafi
da
corsa
400
e
800
chili
.
La
questione
si
può
basare
tutta
sul
sistema
italiano
che
sinora
ha
teso
sempre
ad
ottenere
barche
atte
a
correre
per
superare
primati
.
Oggi
pertanto
,
specie
nella
classe
dei
400
chili
,
abbiamo
degli
scafi
velocissimi
,
velocità
però
accresciuta
procurando
una
riduzione
di
dimensioni
a
tutto
detrimento
della
stabilità
dell
'
imbarcazione
.
Ecco
perché
tanto
indovinato
è
tale
indirizzo
per
quanto
si
riferisce
a
scafi
speciali
per
superare
,
su
basi
misurate
e
tranquille
,
primati
di
categoria
quanto
esso
è
errato
per
correre
in
circuito
dove
le
acque
mosse
richiedono
sufficienti
doti
di
stabilità
.
È
questo
il
caso
tipico
del
primatista
romano
Franco
Venturi
che
,
pur
dopo
la
magnifica
sua
prodezza
di
Sabaudia
(
km
.
83,230
sulle
24
miglia
)
,
malgrado
una
prova
eccellente
di
coraggio
ed
abilità
non
ha
saputo
resistere
al
treno
regolarissimo
imposto
da
Passarin
.
Ma
l
'
ennesimo
«
Mariella
»
,
questa
volta
vittorioso
,
senza
metter
da
parte
lo
scopo
primo
,
«
velocità
»
,
ha
donato
il
suo
bravo
peso
a
quell
'
altro
elemento
basilare
che
è
la
«
stabilità
»
.
È
merito
completo
di
Passarin
questo
di
aver
voluto
fare
una
imbarcazione
da
circuito
,
vale
a
dire
una
imbarcazione
che
,
ospitando
i
330
cavalli
di
un
motore
«
Alfa
Romeo
»
,
può
poggiare
sempre
su
criteri
razionali
di
costruzione
,
criteri
sinora
non
seguiti
per
alcun
altro
motoscafo
da
400
chili
.
Proprio
qui
,
cioè
nella
stabilità
ridotta
,
vanno
ricercate
le
ragioni
degli
incidenti
di
Moretti
,
Lapeyre
,
Roncoroni
e
Franco
Venturi
il
quale
ultimo
attuale
primatista
di
categoria
ha
fatto
per
breve
tempo
pensare
che
,
grazie
all
'
audacia
ed
alla
abilità
personali
,
la
vittoria
potesse
finire
in
...
Campidoglio
.
Se
la
poca
stabilità
ha
prodotto
tali
conseguenze
fra
i
motoscafi
,
vale
a
dire
tra
imbarcazioni
che
se
anche
più
veloci
possono
pur
sempre
contare
su
una
maggiore
superficie
di
immersione
e
di
galleggiamento
,
lasciamo
ai
lettori
pensare
ai
danni
subiti
dai
fuoribordo
che
,
passando
sulle
acque
scompigliate
dalle
scie
,
sembravano
in
qualche
momento
invasati
dalla
misteriosa
forza
che
produce
il
non
meno
famigerato
ballo
di
San
Vito
.
Dopo
una
gara
di
queste
fuoribordo
da
corsa
di
classe
«
C
»
vedemmo
infatti
una
sequenza
di
imbarcazioni
(
sei
o
sette
)
rimorchiate
da
una
gondola
,
senza
contare
i
concorrenti
attraccati
alle
«
briccole
»
o
naviganti
a
...
remi
,
spettacolo
curioso
di
un
raduno
di
motori
.
Salvo
questo
inconveniente
,
del
resto
la
gara
è
stata
ottima
sotto
ogni
rapporto
anche
perché
animata
dallo
splendido
inseguimento
di
Guerini
il
quale
però
ha
finito
per
rimanere
vittima
della
sua
stessa
generosa
condotta
di
gara
.
La
competizione
è
stata
pertanto
appannaggio
di
un
pilota
dalle
pretese
limitate
e
sfruttanti
la
situazione
creatasi
con
i
ritiri
di
Guerini
e
Pedrali
-
Noy
.
Si
tratta
tuttavia
d
'
un
buon
corridore
accorto
e
abile
,
il
cremonese
Sabatucci
che
ha
avuto
come
avversari
più
duri
da
piegare
il
consocio
Morosi
,
il
napoletano
Scalero
ed
altri
ancora
tra
cui
il
francese
Mayet
.
Gara
giudiziosa
quella
del
vincitore
,
malgrado
ciò
però
si
sono
registrati
dei
discreti
risultati
tecnici
,
in
primo
piano
il
giro
più
veloce
di
Guerini
(
km
.
67,331
)
.
Se
appassionante
,
agli
effetti
di
una
affermazione
dell
'
industria
e
dei
piloti
nazionali
,
è
stata
la
prova
dei
fuoribordo
di
classe
«
C
»
,
entusiasmante
addirittura
è
risultata
la
competizione
di
classe
«
A
»
,
dove
la
Luchini
ha
gareggiato
con
generosità
non
certo
inferiore
a
quella
di
Guerini
;
peccato
che
la
prova
sia
stata
tanto
bella
quanto
sfortunata
giacché
la
gentile
guidatrice
è
stata
costretta
a
ritirarsi
dopo
aver
guidato
per
parecchi
giri
.
Sfortuna
nera
,
«
pegola
»
come
dicono
i
triestini
e
lacrimuccie
femminili
perché
si
è
dovuto
dar
via
libera
a
quegli
altri
che
potevano
rincorrere
quella
chimera
pur
donna
che
è
la
«
vittoria
»
e
che
a
Venezia
ha
voluto
donarsi
solo
ai
cavalieri
dell
'
acqua
.
Il
rito
nuziale
(
!
)
della
categoria
è
stato
celebrato
per
Carlo
Toselli
,
un
pilota
che
non
si
è
peritato
di
superare
...
anticavallerescamente
ma
in
modo
sportivissimo
la
signorina
Lombardi
che
ha
vendicato
l
'
amica
Luchini
facendo
tirar
il
collo
al
vincitore
e
lasciandosi
dietro
la
poppa
molti
altri
uomini
.
Piccole
vendette
del
debole
sesso
che
conquista
ormai
tanto
spavaldamente
le
poltrone
sportive
che
un
tempo
eran
riserbate
solo
agli
uomini
.
In
tutte
le
gare
veneziane
(
nella
prima
prova
dei
12
litri
la
Rutherford
ha
corso
con
il
compagno
)
all
'
infuori
di
una
-
sono
state
presenti
le
donne
;
solo
nei
fuoribordo
da
corsa
di
classe
«
X
»
infatti
non
ci
sono
state
signorine
e
la
competizione
(
che
le
gentili
piloti
siano
come
la
famosa
coda
del
diavolo
?
)
è
stata
l
'
unica
ad
andar
via
senza
sussulti
anche
se
Sestini
ha
tentato
di
soffiar
forte
nel
fuoco
con
quei
suoi
80
km
.
sul
giro
.
La
gara
infatti
l
'
ha
vinta
comodamente
Augusto
Romani
regolante
senza
molta
difficoltà
Scalero
e
Forni
quando
ormai
gli
«
ossi
»
,
tipo
Casalini
,
Schiller
,
Segurini
,
erano
stati
liquidati
per
incidenti
o
bagni
involontari
.
Gara
piana
insomma
.
«
Ma
se
c
'
eravamo
noi
...
»
ha
detto
una
signorina
lasciandoci
la
conclusione
.
Sì
,
se
c
'
eran
le
donne
sarebbero
stati
dolori
perché
son
loro
che
hanno
un
diavolo
per
capello
(
o
per
cappello
?
)
e
si
buttan
nella
lotta
peggio
degli
uomini
anche
se
ora
,
mentre
qualche
ritardatario
continua
a
girare
in
bacino
col
fuori
bordo
tonante
,
anche
se
ora
ripetiamo
una
di
loro
è
seduta
sulle
tribune
,
intenta
a
passarsi
il
rossetto
sulle
labbra
arse
dalla
salsedine
.
Poco
lungi
,
quel
vecchietto
brontolone
che
non
legge
mai
i
manifesti
murali
e
che
ama
Venezia
quieta
è
ritornato
a
sedersi
sulla
panchina
della
Riva
dell
'
Impero
,
proprio
sotto
alle
tribune
quasi
vuote
.
Un
colombo
curioso
è
venuto
forse
a
vedere
se
è
finito
quell
'
inferno
di
motori
che
è
durato
due
giorni
e
che
non
ha
lasciato
dormire
un
attimo
l
'
acqua
del
Bacino
;
i
compagni
di
questo
ficcanaso
hanno
intanto
ripreso
i
loro
voli
intorno
all
'
angelo
del
«
campaniel
»
mentre
le
ragazze
d
'
ogni
paese
son
tornate
al
Lido
per
arrostire
quelle
loro
belle
schiene
al
sole
d
'
Italia
.