StampaQuotidiana ,
È
principio
di
diritto
razionale
che
chi
rompe
la
pace
perde
la
pace
.
La
società
internazionale
si
regge
sulla
osservanza
reciproca
dei
trattati
e
delle
norme
e
consuetudini
degli
Stati
:
donde
uno
stato
di
equilibrio
instabile
e
delicatissimo
di
rapporti
.
Data
la
solidarietà
e
l
'
interessenza
dei
rapporti
economici
e
culturali
nella
società
moderna
,
tutte
le
nazioni
sono
legate
l
'
una
a
l
'
altra
.
La
rottura
dell
'
equilibrio
cagionata
dall
'
urto
violento
di
una
nazione
si
ripercuote
in
tutte
le
altre
.
Di
maniera
che
se
è
vero
che
chi
rompe
la
pace
perde
la
pace
,
non
è
meno
vero
,
nel
campo
internazionale
,
che
tutte
le
nazioni
che
subiscono
i
contraccolpi
diretti
o
indiretti
dello
stato
di
guerra
perdono
la
pace
.
La
pace
esiste
fino
al
momento
in
cui
tutti
gli
stati
la
vogliono
e
la
conservano
.
Cessata
per
uno
,
cessa
per
tutti
gli
altri
.
Anche
lo
«
stato
di
neutralità
»
è
una
conseguenza
dello
stato
di
guerra
,
e
partecipa
della
natura
dello
stato
di
guerra
.
Non
per
niente
tutti
sostengono
a
proposito
della
neutralità
italiana
che
essa
vuole
essere
e
dev
'
essere
armata
e
guardinga
.
Questa
in
breve
la
concezione
e
la
fisionomia
dell
'
ordine
giuridico
internazionale
.
E
quando
dico
ordine
giuridico
voglio
dire
ordine
statico
ed
estrinseco
di
rapporti
di
pura
meccanica
coesistenza
.
Domando
:
l
'
internazionale
socialistica
obbediva
,
obbedisce
al
principio
della
meccanica
coesistenza
o
del
puro
ordine
giuridico
e
statico
dei
rapporti
fra
proletariato
e
proletariato
?
O
,
invece
,
se
è
,
o
se
era
,
una
internazionale
socialistica
,
obbedisce
,
e
obbediva
,
al
principio
della
interna
coesione
e
coestensione
morale
di
tutti
i
proletariati
del
mondo
,
a
un
principio
insomma
non
di
ordine
statico
e
meccanico
,
ma
dinamico
e
spirituale
?
Nella
prima
ipotesi
,
è
logico
il
rinchiudersi
di
ogni
proletariato
nel
suo
sacro
egoismo
meccanico
nazionale
.
Il
legame
internazionale
tra
operai
francesi
,
italiani
,
tedeschi
,
inglesi
,
russi
,
vige
fin
quando
dura
lo
stato
di
equilibrio
.
Rotto
l
'
equilibrio
,
ogni
proletariato
rientra
in
se
stesso
e
si
rinserra
nei
propri
confini
.
Non
è
chi
non
vede
che
in
questo
modo
il
proletariato
scimmiotta
la
politica
e
la
diplomazia
degli
stati
,
politica
gelata
senza
sangue
e
senza
cuore
,
ma
tutto
calcolo
gelido
di
interessi
e
di
rapporti
da
comporre
superata
la
crisi
in
un
nuovo
equilibrio
statico
.
Ma
questa
è
statica
e
meccanica
di
rapporti
,
non
dinamica
etica
e
pedagogica
.
Si
presenta
il
problema
:
il
socialismo
è
etica
o
meccanica
,
riposo
o
movimento
e
attesa
accettazione
del
fatto
compiuto
o
rivolta
?
Non
si
dura
nessuna
fatica
,
non
c
'
è
nessun
merito
,
se
i
proletariati
di
tutti
i
paesi
vanno
di
accordo
quando
gli
stati
(borghesi...)
rispettivi
vanno
d
'
accordo
.
L
'
amicizia
internazionale
dei
proletariati
è
un
riverbero
dell
'
equilibrio
internazionale
degli
stati
,
è
un
rimbalzo
,
una
conseguenza
,
un
imprestito
.
Cessato
l
'
accordo
degli
Stati
.
non
vigendo
nessun
principio
etico
,
veramente
internazionale
,
è
logica
la
bancarotta
dell
'
internazionalismo
operaio
.
Dunque
voi
socialisti
internazionalisti
e
neutralisti
seguite
le
leggi
della
diplomazia
e
dei
calcoli
diplomatici
?
Ma
proprio
quando
l
'
internazionale
è
infranta
e
oltraggiata
dagli
stati
,
dovete
lavorare
per
ricomporla
dinamicamente
.
E
lavorare
significa
,
in
questo
caso
,
non
tenervi
ad
uno
stato
di
inerzia
dentro
i
propri
egoistici
confini
,
ma
se
si
è
veramente
ed
eticamente
internazionalisti
,
dare
qualche
cosa
di
se
stessi
per
aiutare
gli
operai
delle
altre
nazioni
.
E
l
'
internazionalismo
dei
veri
e
non
dei
falsi
e
sedicenti
socialisti
è
,
o
era
,
etico
e
non
economico
e
diplomatico
.
Grazie
tanto
!
voi
andavate
di
accordo
prima
della
guerra
con
gli
operai
francesi
,
inglesi
,
tedeschi
...
Ma
era
facile
allora
l
'
accordo
;
e
,
in
fondo
,
non
davate
niente
del
vostro
,
oppure
non
davate
in
perdita
.
Ma
è
venuto
il
momento
vero
del
volersi
e
del
farsi
bene
internazionalmente
con
le
prove
del
fuoco
e
del
sangue
,
e
voi
vi
siete
internazionalmente
squagliati
e
vi
siete
internazionalmente
chiusi
in
voi
stessi
,
pacificamente
neutralisteggiando
.
Ossia
:
avete
detto
:
il
Partito
socialista
d
'
Italia
deve
ricomporre
il
Bureau
Internationale
trasportandolo
da
Bruxelles
a
Roma
(
?
)
con
la
presenza
del
dott
.
Sudekum
,
reinstaurando
quel
famoso
sinedrio
di
imbecillità
e
cretinismo
internazionale
che
oggi
fa
ridere
...
soltanto
.
Siete
o
no
diplomatici
?
Poi
dite
che
no
...
A
questo
si
riduce
il
vostro
internazionalismo
.
Se
professaste
l
'
altro
,
se
foste
convinti
che
vero
internazionalista
è
colui
che
non
se
ne
sta
a
casa
sua
a
guardare
la
roba
sua
ma
colui
che
vede
gli
altri
e
ama
gli
altri
più
o
almeno
come
se
stesso
,
fareste
qualche
cosa
per
risollevare
l
'
internazionale
dando
la
mano
socialisticamente
a
operai
francesi
,
belgi
,
ecc
.
,
ecc
.
Lo
so
,
la
guerra
ha
rovinato
tutto
,
ma
appunto
perciò
,
appunto
per
la
guerra
dovreste
lavorare
internazionalmente
.
Se
no
,
come
dicevo
,
la
vostra
internazionale
di
ieri
era
non
altro
che
un
riflesso
della
falsa
ed
esterna
meccanica
internazionale
degli
Stati
borghesi
.
Non
si
sfugge
.
Perché
proclamate
l
'
inerzia
e
la
neutralità
?
Perché
?
Voi
rispondete
:
C
'
è
la
guerra
,
e
non
vogliamo
partecipare
alla
guerra
esaltandoci
e
contaminandoci
.
La
morale
degli
impotenti
.
Vero
?
La
guerra
c
'
è
.
E
se
c
'
è
per
uno
,
c
'
è
per
tutti
.
E
egoista
e
malvagio
colui
che
la
vuole
fare
ricadere
sugli
altri
per
la
salvezza
ipernazionale
della
propria
pelle
.
Se
era
vero
e
sentito
il
vostro
amore
internazionale
verso
gli
operai
degli
altri
paesi
,
questo
era
il
momento
di
osservarlo
con
le
opere
.
L
'
accordo
non
costa
caro
in
tempi
di
pace
,
in
condizioni
di
equilibrio
statico
ed
economico
,
non
costa
molto
,
e
quindi
ha
vero
valore
,
in
tempi
di
guerra
,
di
crisi
e
di
dinamismo
storico
e
morale
.
Uscite
alla
luce
,
e
aiutate
gli
operai
degli
altri
paesi
se
dell
'
internazionalismo
operaio
oltre
al
nome
conservate
ancora
lo
spirito
.
Se
rimanete
ancora
nella
inerzia
oltre
a
conservare
la
vostra
adesione
al
sistema
egoistico
e
meccanico
della
diplomazia
borghese
,
voi
affermate
che
è
l
'
essenziale
un
'
altra
cosa
;
questa
:
Non
vogliamo
prendere
le
armi
,
non
perché
contrari
alla
guerra
,
ma
perché
non
possiamo
andare
contro
i
tedeschi
.
Insomma
voi
volete
l
'
internazionalismo
o
per
tutti
o
per
nessuno
.
Risposta
:
il
vostro
è
un
atteggiamento
farisaico
,
assurdo
in
teoria
,
perché
inconcludente
,
in
pratica
,
perché
impotente
.
Sciogliete
la
reticenza
.
Dite
:
i
tedeschi
,
gli
operai
compresi
,
hanno
rotto
la
pace
e
la
devono
pagare
,
e
la
lezione
la
devono
avere
anche
i
pretesi
compagni
tedeschi
di
ieri
che
facevano
i
padri
,
i
pedagoghi
e
i
caporioni
dell
'
internazionalismo
,
e
che
oggi
meritano
di
essere
pigliati
a
calci
o
a
fucilate
,
che
è
meglio
.
Parlate
chiaro
.
Dite
:
a
chi
spetta
la
responsabilità
della
guerra
?
Ricordate
l
'
atteggiamento
dei
socialisti
al
Parlamento
tedesco
!
E
se
non
parlate
chiaro
,
per
amor
di
dio
,
non
parlate
in
nome
dell
'
internazionale
contro
la
guerra
,
ma
in
nome
del
vostro
perfetto
addomesticamento
,
diplomatico
;
e
apriti
cielo
,
in
nome
di
von
Bülow
e
del
barone
Macchio
.
StampaQuotidiana ,
Vogliamo
prescindere
dal
nostro
,
dirò
così
,
antiparlamentarismo
aprioristico
e
teorico
.
Vogliamo
ammettere
il
parlamento
e
i
diritti
di
esso
,
dei
quali
tanto
si
è
,
speriamo
,
astrattamente
e
dottrinariamente
,
preoccupato
nel
non
mai
abbastanza
deplorato
discorso
di
Torino
l
'
on
.
Salandra
.
Abbiamo
capito
il
latino
.
Come
già
scrivemmo
in
un
nostro
articolo
dell
'
estate
scorsa
ne
la
«
Monarchia
Nazionale
»
,
ripetendo
un
pensiero
diffuso
nella
coscienza
generale
,
e
come
osservarono
ultimamente
e
in
forma
incisiva
il
Popolo
d
'
Italia
ed
altri
giornali
,
la
guerra
italiana
è
stata
voluta
dal
popolo
italiano
fuori
e
contro
il
Parlamento
.
Non
è
il
caso
di
ricordare
che
complici
e
secondo
noi
nobilissimi
corresponsabili
della
rivoluzione
anti
-
parlamentare
del
maggio
furono
non
pochi
organi
e
non
poche
voci
ufficiose
o
quasi
dell
'
attuale
Gabinetto
.
Se
non
mi
sbaglio
,
proprio
un
magnifico
e
...
indimenticabile
articolo
del
Giornale
d
'
Italia
metteva
in
evidenza
a
chiare
note
e
con
parole
terribili
il
«
delitto
di
Stato
»
consumato
,
o
in
via
di
consumazione
,
da
parecchi
noti
uomini
politici
e
parlamentari
nostrani
,
il
giorno
delle
dimissioni
del
Gabinetto
Salandra
,
ed
eccitava
quasi
la
Nazione
ad
esprimere
dal
suo
fondo
la
rivolta
del
suo
senso
giuridico
e
costituzionale
.
Vera
lezione
pratica
di
diritto
pubblico
contro
la
vecchia
teorica
pubblicistica
esiziale
come
la
peste
bubbonica
della
«
onnipotenza
parlamentare
»
.
E
proprio
in
un
altro
«
indimenticabile
»
articolo
dello
stesso
giorno
il
Corriere
della
Sera
«
svelando
»
che
la
Triplice
era
stata
denunziata
,
metteva
in
istato
d
'
accusa
formale
i
capeggiatori
del
complotto
parlamentare
e
contro
questi
,
se
non
direttamente
indirettamente
,
eccitava
la
Nazione
.
Richiamiamo
questi
dati
di
fatto
(
perché
la
storia
di
ieri
è
,
a
quanto
pare
,
diventata
troppo
vecchia
,
mentre
è
viva
ancora
nei
«
nostri
»
cuori
e
nei
«
nostri
»
cervelli
)
per
ribadire
il
carattere
anti
-
parlamentare
delle
giornate
di
maggio
e
della
guerra
italiana
.
C
'
è
chi
ne
dubita
ancora
?
È
indubitabile
che
il
Parlamento
italiano
,
Camera
e
Senato
,
non
voleva
la
guerra
,
era
neutralista
ad
oltranza
,
cioè
giolittiano
,
cioè
tedescofilo
,
se
non
austrofilo
.
È
indubitabile
come
Salandra
disse
in
Campidoglio
che
non
l
'
Italia
governava
l
'
Italia
,
ma
la
Germania
,
per
mezzo
di
Bülow
e
per
mezzo
di
un
pugno
di
parlamentari
consumati
non
si
sa
come
sfuggiti
al
codice
penale
e
di
procedura
e
non
si
sa
perché
qualificati
ancora
come
uomini
«
politici
»
e
«
di
stato
»
e
discussi
come
si
fa
nei
giornali
e
altrove
con
criteri
politici
e
non
con
quelli
giuridici
della
R
.
Procura
o
del
Senato
costituito
in
Alta
Corte
.
E
dire
che
...
dalle
solenni
parole
«
accusatrici
»
del
discorso
del
Campidoglio
,
siamo
passati
alla
flebile
critica
psicologico
-
letteraria
di
S
.
E
.
Orlando
a
Palermo
e
alla
qualifica
di
«
pessimisti
»
affibbiata
ai
parlamentari
di
cui
sopra
.
E
la
parabola
discendente
non
si
ferma
.
Il
Parlamento
,
svalutato
fino
a
ieri
,
ritorna
in
iscena
nel
funebre
discorso
di
Torino
.
Salandra
pare
che
abbia
avuto
paura
delle
origini
«
popolari
»
della
guerra
.
E
crediamo
per
omaggio
teorico
e
dottrinario
,
più
come
giurista
e
come
uomo
politico
timorato
,
disse
a
Torino
che
a
un
Partito
spetta
il
potere
,
al
partito
liberale
.
Tutti
sanno
che
dire
Parlamento
e
diritto
parlamentare
,
è
dire
gioco
dei
partiti
e
diritto
dei
partiti
.
Salandra
è
il
tipo
più
schietto
del
conservatore
,
è
il
tipo
che
meno
è
adatto
a
comprendere
,
e
più
è
adatto
a
distruggere
mentalmente
e
a
condannare
politicamente
le
giornate
rivoluzionarie
di
maggio
.
Siamo
intesi
?
E
non
ricordate
forse
che
il
Reale
Imperiale
Governo
austriaco
nel
Libro
Rosso
osservò
,
in
nome
del
sacro
e
santo
diritto
costituzionale
e
parlamentare
caro
a
Bülow
e
a
Macchio
,
che
nelle
mani
di
Sonnino
e
compagni
lo
stato
italiano
non
era
più
un
Governo
«
legale
»
ma
un
Governo
«
rivoluzionario
»
,
diretto
da
criteri
illegali
,
moventesi
in
un
'
orbita
illegale
?
Forse
anche
la
lezione
di
diritto
pubblico
del
Libro
Rosso
incute
paura
e
reverenziale
timore
.
E
si
è
recitato
a
Torino
il
mea
culpa
e
si
è
proclamato
pieni
di
contrizione
e
con
un
velo
di
faringite
nella
voce
:
Torniamo
al
Parlamento
.
Macchina
indietro
,
dunque
.
E
sia
.
Ma
che
cosa
ha
fatto
dopo
maggio
il
Parlamento
per
riabilitarsi
,
per
riaccreditarsi
,
per
distruggere
le
nostre
fisime
,
per
rafforzare
le
«
nostre
»
pur
mo
'
nate
tendenze
parlamentaristiche
?
Un
po
'
di
coraggio
,
signori
deputati
.
Noi
vogliamo
prendere
anche
atto
della
riabilitazione
parlamentare
di
Salandra
.
Vogliamo
per
carità
di
patria
(
dico
bene
?
)
ingoiare
anche
questo
rospo
.
(
Per
il
momento
,
domani
i
conti
finali
!
)
.
Noi
vogliamo
disporci
con
l
'
animo
più
benigno
alla
ripresa
dei
vostri
lavori
,
o
signori
di
Montecitorio
.
Noi
consentiamo
a
che
vi
pigliate
il
disturbo
di
riunirvi
.
Noi
non
esigiamo
niente
che
sia
contro
il
vostro
diritto
legale
.
Fate
pure
.
Vero
che
nel
maggio
stavate
per
essere
nei
vostri
«
capi
»
più
cospicui
cacciati
da
Montecitorio
.
Rientrate
pure
.
La
nostra
pazienza
è
infinita
.
Ma
che
cosa
avete
fatto
da
Maggio
in
poi
per
curare
le
nostre
allucinazioni
antiparlamentariste
,
se
allucinazioni
sono
le
nostre
?
Ecco
un
altro
articolo
ancora
fresco
del
Corriere
.
È
del
gennaio
scorso
.
Dice
:
«...le
radici
del
malessere
nostro
contro
noi
stessi
risiedono
nel
fatto
che
il
Parlamento
italiano
mai
a
guerra
dichiarata
ha
solennemente
proclamato
di
«
volere
»
estendere
la
guerra
,
per
esempio
alla
...
Germania
»
.
Il
Governo
si
sa
,
quello
costituzionale
deve
fondarsi
sugli
umori
e
sulla
maggioranza
parlamentare
.
Ma
quando
mai
nelle
poche
sedute
parlamentari
di
«
dopo
maggio
»
si
è
sentita
una
sola
voce
,
un
solo
accento
politico
?
Se
ne
togli
,
come
diceva
il
Corriere
,
l
'
on
.
Colajanni
,
tutti
muti
,
tutti
sordi
,
sul
problema
dei
problemi
:
la
guerra
alla
Germania
.
Anche
la
notevole
dichiarazione
di
Sonnino
dell
'
adesione
al
patto
di
Londra
,
non
suscitò
entusiasmi
eccessivi
e
prorompenti
.
Chi
dominò
ancora
il
Parlamento
,
nell
'
anno
di
grazia
1915
,
a
guerra
inoltrata
,
con
le
truppe
al
fronte
,
con
i
cadaveri
sul
suolo
,
con
i
destini
della
Patria
in
gioco
?
I
«
soliti
»
mestatori
politici
e
parlamentari
.
Si
permise
,
e
con
tutta
la
benevolenza
di
Salandra
,
che
il
del
resto
molto
abile
Treves
rompesse
le
nostre
scatole
perfino
in
Parlamento
e
con
un
cospicuo
discorso
parlamentare
sul
convegno
di
Zimmerwald
,
che
ormai
è
il
cavallo
di
battaglia
di
tutti
i
lavapiatti
del
cretinismo
socialista
e
del
giolittismo
in
putrefazione
.
E
poi
avemmo
lo
spettacolo
triste
di
un
...
Enrico
Ferri
,
che
rinnovò
peggiorato
nel
dolo
,
nei
mezzi
e
nelle
forme
il
tentativo
e
l
'
atto
criminoso
dei
«
parlamentari
»
di
maggio
.
Dal
lato
personale
,
Ferri
,
sferzato
a
sangue
da
Barzilai
,
fu
conciato
per
oggi
e
speriamo
per
sempre
,
per
la
dignità
della
specie
umana
nell
'
ordine
universale
di
tutte
le
cose
.
Ma
occorse
un
discorso
di
Ciccotti
per
risollevare
(
si
badi
)
la
«
chimica
»
parlamentare
.
E
se
ne
togliamo
il
discorso
vivo
di
frasi
,
ma
pieno
di
timori
e
di
circospezioni
di
Raimondo
,
e
i
discorsi
«
tecnici
»
dei
finanzieri
,
degli
economisti
e
di
altrettali
scocciatori
di
anime
,
non
troviamo
che
l
'
aria
ghiacciata
del
nulla
.
Eppure
il
dissidio
veramente
tragico
che
agita
in
quest
'
ora
la
coscienza
nazionale
,
e
che
era
presente
anche
nello
scorso
novembre
,
è
questo
:
dobbiamo
o
no
trasformare
in
europea
la
«
nostra
»
guerra
e
per
l
'
effetto
fare
la
guerra
alla
Germania
?
Come
il
problema
del
maggio
era
di
rompere
la
neutralità
e
di
dichiarare
la
guerra
all
'
Austria
,
così
il
problema
di
oggi
è
della
guerra
o
della
...
neutralità
(
?
?
?
)
con
la
Germania
.
Questo
problema
non
fu
toccato
,
come
giustamente
osservò
il
Corriere
,
nelle
sedute
parlamentari
dello
scorso
novembre
.
Perché
?
Forse
non
esisteva
?
E
si
parlò
del
...
pacifismo
di
Zimmerwald
e
di
altrettali
coglionerie
socialistiche
.
Vergogna
e
miseria
!
Noi
siamo
...
parlamentari
,
ma
,
signori
deputati
,
abbiate
coraggio
.
Se
la
parola
non
viene
da
voi
che
sedete
in
alto
,
se
la
luce
non
viene
da
voi
sui
più
capitali
e
formidabili
problemi
dell
'
esistenza
nazionale
,
se
voi
siete
sordi
e
muti
,
che
cosa
deve
fare
il
popolo
che
sta
in
basso
?
Deve
rassegnarsi
alle
tenebre
e
al
silenzio
,
o
deve
trovare
in
sé
la
forza
di
esigere
la
chiusura
e
la
soppressione
di
un
organo
che
si
mostra
alla
prova
se
non
dannoso
...
superfluo
e
inutile
?
E
se
la
luce
non
viene
da
voi
che
siete
in
alto
,
perché
si
protesta
quando
la
luce
sale
dal
basso
,
perché
si
protesta
contro
i
generosi
istinti
di
verità
e
di
conquista
del
popolo
,
e
perché
allora
opporsi
alle
sacrosante
e
irresistibili
«
usurpazioni
»
del
diritto
non
scritto
del
popolo
?
Sapete
voi
che
cosa
vuole
il
Popolo
d
'
Italia
?
Ne
interpretate
la
coscienza
?
E
allora
,
parlate
dell
'
Italia
,
dei
problemi
dell
'
Italia
,
e
occupatevi
dell
'
Italia
e
della
«
esplicazione
»
della
sua
guerra
,
e
non
vi
preoccupate
di
...
Zimmerwald
e
del
gruppo
parlamentare
socialista
...
;
e
di
Ferri
e
dei
tronconi
morti
del
giolittismo
,
e
della
legge
delle
Guarentigie
...
Come
alla
vigilia
di
maggio
in
Italia
esistevano
due
partiti
,
e
tutto
il
resto
era
mistificazione
:
neutralisti
e
interventisti
;
oggi
,
ben
voi
lo
sapete
a
memoria
,
in
Italia
,
sopra
un
unico
e
dominante
problema
,
esistono
due
partiti
,
che
saranno
i
veri
partiti
politici
di
domani
a
guerra
finita
:
tedescofili
e
francofili
o
,
se
si
vuole
,
intesofili
.
Non
ci
sono
più
neutralisti
e
interventisti
.
Anche
i
giolittiani
,
anche
i
socialisti
,
anche
Costanzo
Chauvet
,
anche
i
preti
,
tipi
che
si
equivalgono
tutti
intellettualmente
,
moralmente
e
politicamente
,
sono
oggi
interventisti
,
contro
l
'
Austria
.
L
'
antitesi
di
ieri
:
neutralisti
e
interventisti
è
superata
.
In
guardia
dagli
«
interventisti
»
di
oggi
;
sono
tedescofili
.
Oggi
da
una
parte
vi
sono
coloro
che
vogliono
,
dall
'
altra
coloro
che
non
vogliono
la
guerra
alla
Germania
.
I
primi
sono
i
moderni
,
i
dinamici
,
i
veri
amici
dell
'
Italia
:
i
secondi
i
vecchi
,
i
morti
e
i
morituri
,
i
traditori
,
per
usare
la
parola
adeguata
,
d
'
Italia
:
preti
,
socialisti
,
giolittiani
.
Due
i
partiti
:
tedescofili
,
francofili
o
meglio
italianofili
.
In
Italia
vi
sono
molti
italiani
che
odiano
l
'
Italia
e
amano
la
Germania
:
ma
ce
ne
sono
pure
moltissimi
che
amano
l
'
Italia
e
che
vogliono
,
per
il
bene
della
Patria
,
che
l
'
Italia
si
stringa
fino
alla
morte
alla
Intesa
e
per
questa
alla
Francia
.
Tutte
le
altre
distinzioni
e
partizioni
politiche
siano
bandite
,
in
quanto
mistificatorie
.
Questa
è
la
politica
dell
'
Italia
:
si
occupi
di
questo
il
Parlamento
.
E
noi
aspetteremo
benevoli
e
pazienti
.
Ma
la
pazienza
ha
i
suoi
limiti
.
La
Politica
è
odio
.
La
Politica
non
è
sorda
.
Il
Governo
e
il
Parlamento
sanno
quale
è
l
'
antitesi
che
si
svolge
nelle
coscienze
degli
italiani
.
Non
si
abbia
la
paura
di
odiare
.
Il
Partito
Liberale
invocato
da
Salandra
è
una
finzione
giuridico
-
costituzionale
:
dietro
di
esso
possono
celarsi
gli
amici
della
Germania
,
e
i
nemici
dell
'
Italia
:
giolittiani
,
preti
,
socialisti
.
Noi
vinceremo
solo
il
giorno
in
cui
potremo
pestare
sotto
i
piedi
i
socialisti
di
Zimmerwald
,
il
giolittismo
parlamentare
,
e
il
pretismo
extra
,
intra
e
super
-
parlamentare
.
E
dopo
di
ciò
attendiamo
le
decisioni
e
le
discussioni
parlamentari
e
vediamo
se
saranno
estirpate
le
radici
del
malessere
.
E
se
il
Parlamento
ha
ancora
il
diritto
e
la
ragione
di
essere
e
di
funzionare
.
StampaQuotidiana ,
Le
recenti
discussioni
parlamentari
hanno
ancora
una
volta
dimostrato
se
ce
n
'
era
bisogno
la
inutilità
,
almeno
nella
forma
attuale
,
e
la
insincerità
politica
del
Parlamento
.
Se
ne
sarà
certamente
convinto
anche
il
più
strenuo
difensore
del
diritto
parlamentare
,
l
'
on
.
Turati
.
Ma
le
ultime
discussioni
hanno
dimostrato
in
certo
qual
modo
e
sebbene
con
molti
sotterfugi
quali
e
quante
siano
le
forze
in
conflitto
al
fatto
che
tutti
gli
altri
contiene
e
involge
;
la
guerra
.
Nel
Parlamento
si
sono
disegnate
,
a
contorni
più
o
meno
precisi
,
le
forze
che
si
agitano
nel
paese
.
Abbandoniamo
dunque
il
Parlamento
,
e
rivolgiamo
,
ciò
ch
'
è
più
essenziale
,
i
nostri
sguardi
al
Paese
,
per
trarne
dall
'
osservazione
degli
ultimi
fenomeni
politici
e
parlamentari
provvisorie
contingenti
,
ma
reali
e
pratiche
norme
di
condotta
.
Stiamo
freschi
ad
attendere
la
orientazione
dal
Parlamento
.
È
il
Paese
che
può
e
deve
dare
la
orientazione
al
Parlamento
.
Questo
avviene
nei
paesi
in
cui
esiste
una
vera
e
propria
educazione
politica
.
Se
in
questi
ultimi
mesi
l
'
opinione
pubblica
italiana
fosse
stata
netta
,
precisa
,
concentrata
,
univoca
,
solida
e
intransigente
come
lo
fu
già
alla
vigilia
dell
'
intervento
almeno
da
parte
dei
gruppi
interventisti
non
avremmo
assistito
allo
spettacolo
del
Parlamento
e
dei
partiti
parlamentari
disorientati
e
ciechi
come
pazzi
e
ubriachi
.
Se
la
corrente
interventista
fosse
stata
animosa
e
precisa
nel
paese
,
la
crisi
voluta
dai
partiti
parlamentari
interventisti
si
sarebbe
effettuata
,
e
non
si
sarebbe
data
la
soluzione
che
si
è
...
avuta
.
Io
non
so
né
voglio
pesare
le
ragioni
recondite
delle
ultime
agitazioni
parlamentari
dei
nostri
amici
.
Se
si
sono
agitati
dovevano
pur
avere
le
loro
buone
ragioni
,
che
sono
però
rimaste
forse
per
ragioni
superiori
nascoste
.
Se
le
masse
avessero
in
questi
giorni
avuto
,
come
in
maggio
,
la
loro
voce
in
capitolo
,
la
tesi
«
interventista
»
parlamentare
sarebbe
stata
vittoriosa
,
e
Salandra
avrebbe
acceduto
a
Bissolati
e
non
Bissolati
a
Salandra
.
Né
con
ciò
vogliamo
censurare
la
condotta
inspirata
anzi
a
motivi
nobilissimi
dell
'
on
.
Bissolati
e
della
falange
da
lui
rappresentata
;
vogliamo
dire
solo
che
su
l
'
anima
del
Capo
del
Governo
hanno
fatto
forse
più
peso
le
minaccie
stolide
di
agitazioni
nel
paese
dei
socialisti
ufficiali
i
quali
nel
maggio
furono
squalificati
che
non
le
logiche
richieste
di
parte
nostra
.
Non
vogliamo
allarmarci
troppo
,
e
siamo
anzi
contenti
per
il
momento
della
soluzione
.
Il
Governo
ha
sentito
la
volontà
nazionale
.
Il
Governo
va
a
Parigi
.
E
oggi
il
Governo
è
che
conta
.
Il
Parlamento
giunge
sempre
tardi
,
quando
qualche
cosa
è
già
compiuta
.
Non
ci
allarmiamo
dunque
per
il
presente
.
Ma
,
per
ogni
evenienza
,
dobbiamo
tenerci
pronti
.
Dal
maggio
1915
al
marzo
1916
,
vuoi
per
rassegnazione
alle
cose
e
agli
eventi
,
vuoi
per
cieca
fiducia
negli
uomini
,
vuoi
per
non
sembrare
i
fautori
della
discordia
nazionale
,
vuoi
,
sopra
tutto
,
per
l
'
assenza
dei
nostri
capi
e
migliori
gregari
,
quasi
tutti
nell
'
esercito
,
gli
interventisti
attivi
del
paese
si
sono
un
po
'
sparpagliati
,
dispersi
,
cioè
quasi
annullati
.
Ma
dal
momento
che
i
pericoli
ci
sono
sempre
,
che
possono
presentarsi
certe
evenienze
,
che
la
discordia
non
siamo
noi
a
porla
,
che
già
gli
avversari
si
sono
nettamente
manifestati
,
spetta
a
noi
di
riordinarci
in
ischiera
di
combattimento
.
E
ripeto
non
siamo
noi
che
dobbiamo
orientarci
secondo
le
orientazioni
che
non
...
ci
vengono
da
Montecitorio
,
ma
sono
i
nostri
deputati
che
si
devono
rendere
esecutori
delle
nostre
volontà
chiare
,
nette
e
precise
.
Chi
avesse
voluto
trarne
partito
dai
quotidiani
articoli
del
Popolo
d
'
Italia
e
dal
significativo
articolo
del
gennaio
scorso
del
Corriere
della
Sera
:
Alle
fonti
del
malessere
,
per
determinare
nel
paese
la
lotta
politica
(
giacché
anche
in
guerra
la
buona
lotta
politica
non
cessa
mai
)
avrebbe
potuto
,
e
come
!
,
fornire
materia
e
piattaforma
al
Parlamento
.
In
complesso
l
'
ultimo
voto
ha
quasi
,
in
forma
indiretta
,
significato
adesione
alla
tesi
dei
due
giornali
nominati
:
guerra
unica
,
guerra
alla
Germania
;
ma
siamo
sempre
al
quasi
e
alla
forma
indiretta
.
Ma
chi
si
è
fatto
a
sostenere
in
paese
la
tesi
,
e
prima
che
il
Parlamento
si
riaprisse
?
Nessuno
.
Dunque
dobbiamo
riorganizzarci
e
subito
,
e
senza
perdere
un
minuto
di
tempo
.
Oramai
è
chiaro
che
siamo
entrati
nel
periodo
decisivo
della
guerra
europea
.
Bisogna
che
i
partiti
prendano
posizione
,
e
si
tengano
pronti
a
sostenere
anche
durante
le
future
,
lunghe
,
laboriose
e
dolorose
trattative
di
pace
TUTTE
le
ragioni
ideali
e
reali
della
guerra
e
a
sostenere
con
coraggio
e
a
fronte
alta
,
contro
tutti
gli
avversari
interni
,
le
responsabilità
e
le
conseguenze
della
guerra
.
Tutta
la
politica
di
domani
,
estera
,
interna
,
economica
,
finanziaria
,
scolastica
,
doganale
,
sarà
dominata
dall
'
idea
o
dal
fatto
della
guerra
.
Coloro
che
hanno
voluto
ieri
la
guerra
,
devono
volerla
anche
domani
,
nelle
conseguenze
e
sistemazioni
finali
.
Altrimenti
i
deboli
e
i
vigliacchi
non
saranno
lontani
da
noi
.
Noi
lasciamo
e
lasceremo
ai
socialisti
l
'
oramai
vecchio
mestiere
di
sfruttare
come
jene
fameliche
le
conseguenze
della
guerra
.
È
l
'
unica
loro
attuale
speranza
di
fortuna
...
politica
,
l
'
unica
loro
tavola
di
appoggio
.
Perduto
il
contatto
con
l
'
avvenire
giacché
la
vittoria
immancabile
dell
'
Intesa
darà
ragione
A
NOI
Si
limiteranno
a
sfruttare
indecentemente
,
secondo
la
loro
solita
mentalità
,
i
residui
morti
del
passato
.
Le
jene
si
nutrono
di
carogne
.
Ma
noi
proprio
non
ci
spaventiamo
e
non
ci
dobbiamo
spaventare
se
e
in
quanto
organizzati
e
coraggiosi
come
nel
maggio
1915
delle
carnevalate
elettorali
stile
1913
.
Oramai
è
evidente
,
e
solo
per
questo
le
ultime
scene
della
commedia
parlamentare
hanno
un
grande
valore
di
ammonimento
.
La
lotta
è
già
iniziata
.
L
'
ora
della
Patria
a
parte
,
la
discordia
l
'
hanno
già
provocata
.
Da
una
parte
coloro
che
negarono
,
negano
,
sabotano
la
guerra
,
dall
'
altra
coloro
che
la
vollero
e
la
vogliono
e
fortemente
la
vogliono
.
Da
un
lato
coloro
che
già
per
speculazione
elettorale
si
apprestano
a
negare
la
responsabilità
delle
conseguenze
della
guerra
e
coerentemente
AUGURANO
la
pace
,
cioè
la
vittoria
germanica
e
il
disastro
dell
'
Italia
e
dell
'
Intesa
.
Dall
'
altro
coloro
che
vogliono
affrontare
fin
da
oggi
tutte
le
responsabilità
e
che
lavoreranno
sempre
per
la
vittoria
della
guerra
.
Dirò
prossimamente
,
sui
modi
,
i
limiti
e
gli
obiettivi
di
questa
nostra
organizzazione
di
cui
mi
limito
oggi
a
indicare
la
imminente
generica
necessità
.
Ma
non
voglio
chiudere
senza
esprimere
il
mio
compiacimento
nel
notare
che
l
'
on
.
Bonomi
,
in
un
articolo
del
Giornale
del
Mattino
,
di
cui
avrò
modo
di
parlare
,
per
quanto
con
criteri
diversi
e
forse
contrari
,
sia
venuto
alla
stessa
conclusione
dell
'
organizzazione
delle
forze
interventiste
NEL
PAESE
.
L
'
on
.
Bonomi
vuole
che
si
costituisca
nel
paese
a
simiglianza
di
quanto
sul
voto
recente
è
avvenuto
a
Montecitorio
,
una
alleanza
democratica
.
Io
dico
che
non
il
Paese
deve
scimmiottare
il
Parlamento
e
i
fenomeni
più
o
meno
sinceri
parlamentari
:
ma
il
Parlamento
e
i
suoi
partiti
devono
adeguarsi
al
Paese
e
alle
sue
reali
e
concrete
tendenze
di
fatto
.
Brevemente
,
salvo
a
spiegarmi
in
seguito
,
io
non
sono
per
il
vecchio
bandierone
democratico
che
,
non
meno
della
ideologia
socialistica
,
è
stato
seppellito
dalla
guerra
europea
.
Socialismo
e
Democrazia
sono
la
medesima
cosa
.
Morto
l
'
uno
,
in
una
certa
sua
forma
,
morta
l
'
altra
.
Alleanza
democratica
!
Un
nome
e
una
cosa
suggestiva
!
Ma
toh
!
chi
si
vede
!
Ritornano
a
galla
i
cadaveri
?
Ritornano
i
fenomeni
politici
che
spazzammo
via
con
un
riuscito
colpo
di
mano
nelle
giornate
di
maggio
?
La
piattaforma
ci
è
data
dalla
piazza
comiziante
in
maggio
nel
1915
.
Non
facciamo
passi
sbagliati
,
e
,
sopra
tutto
,
non
facciamo
passi
indietro
,
non
rivalorizziamo
,
in
nome
della
democrazia
,
ciò
che
deponemmo
nella
fossa
.
Altro
che
democrazia
e
Alleanza
democratica
!
La
vecchia
mentalità
formalistica
,
dommatica
,
canonica
,
massonica
,
teutonica
-
lazzariana
dev
'
essere
credo
finita
.
La
nuova
mentalità
politica
vuol
essere
,
dev
'
essere
libera
,
realistica
,
pragmatistica
,
cioè
veramente
idealistica
.
Quanto
idealismo
senza
formule
,
senza
programmi
,
senza
partiti
,
senza
bandierone
e
nessuna
congrega
nelle
giornate
di
maggio
!
Furono
giorni
di
vivida
creazione
!
Questo
è
pure
mi
piace
il
dirlo
il
pensiero
in
private
conversazioni
espressomi
dal
nostro
migliore
duce
Benito
Mussolini
,
assente
.
Non
impegniamoci
troppo
per
scadenze
lontane
.
Vogliamo
programmi
concreti
,
PER
LA
VITTORIA
,
per
il
DOPO
GUERRA
,
per
questi
soli
concreti
obiettivi
.
Per
ora
.
I
partiti
restino
pure
ligi
ai
loro
ideali
per
l
'
anno
2000
.
Fascio
non
vuoi
dire
abolizione
dei
«
partiti
»
e
omicidio
di
coloro
che
vogliono
prestar
fede
alle
loro
care
ed
eterne
immacolate
idee
.
Non
partiti
statici
,
ma
dinamici
.
Non
alleanze
,
ma
intese
,
fasci
,
unioni
,
leghe
provvisorie
,
temporanee
,
a
scadenza
breve
,
fino
a
quando
(
e
ci
vorranno
anni
e
anni
!
)
si
liquiderà
la
guerra
in
sé
e
nelle
sue
complesse
e
connesse
conseguenze
.
Lavoro
ce
n
'
è
per
i
buoni
e
per
i
sapienti
.
Non
Alleanza
democratica
,
ma
Fascio
nazionale
.
Non
nazionalista
.
I
nazionalisti
verranno
a
noi
.
Anche
perché
sulla
piazza
in
maggio
furono
con
noi
ai
primi
posti
.
Bisogna
andare
innanzi
,
ma
guardarci
indietro
:
al
maggio
1915
,
punto
di
origine
della
nuova
storia
e
lotta
politica
italiana
.
DAL
PAESE
AL
PARLAMENTO
,
NON
VICEVERSA
,
on
.
Bonomi
.
E
non
abbiamo
bisogno
della
democrazia
.
È
una
parola
vana
.
Col
diavolo
,
anche
con
un
forcaiuolo
,
se
vorranno
la
vittoria
d
'
Italia
e
se
accetteranno
fino
alle
estreme
conseguenze
il
fatto
e
l
'
idea
della
guerra
.
Oggi
e
specialmente
domani
.
Ma
ne
riparleremo
.