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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"-" > categoria_s:"StampaQuotidiana"
StampaQuotidiana ,
Non è lecito dubitare . A Torino il Presidente del Consiglio ha dichiarato nettamente di essere dall ' altra parte . Per il controllo degli operai sulle industrie . Per la sottomissione a tutte le violenze che sono state compiute e sono compiute da una minoranza , mentre la maggioranza degli operai ha disertato le fabbriche . Presa di possesso , rapina , sequestro di persone , furto , non sono più nemmeno amnistiati ché è tolto ad essi il carattere di reato . Si elabora il nuovo diritto . Il Governo si compiace di dichiararsi impotente . Così , in questa sorte di disgrazia che sono i governi succedutisi in Italia per distruggere la vittoria , Giolitti prende apertamente , deliberatamente la successione di Nitti . Già minacciando di continuare l ' opera ne fasta nella politica adriatica , egli oggi si pone per la politica interna nel quadro della politica di sconfitta , di cui abbiamo segnati i caratteri . Quando la vertenza era dei soli metallurgici , già il Governo aveva dimostrato di favorire la tesi aggressiva operaia e cercava giustificazioni in asseriti torti degli industriali . Ma oggi queste giustificazioni sono impossibili . La vertenza non è più limitata all ' industria metallurgica . Il controllo operaio tocca tutta l ' economia nazionale . Ne scrolla le basi e ne minaccia l ' esistenza , in piena crisi di materie prime , di tonnellaggio , di finanziamento , quando era necessario concentrare uno sforzo nazionale per scongiurare il pericolo del fallimento . Ebbene l ' on . Giolitti appoggiandosi a quelle frazioni e fazioni plutocratiche che portano in sé sempre il germe della sconfitta , l ' abulia nazionale , il senso della sottovalutazione , l ' on . Giolitti , non ha esitato . Egli vuoi continuare nell ' opera di defezione dello Stato . Già nella vertenza dei ferrovieri secondari , il ministro dei Lavori Pubblici , aveva operato come già Nitti nello sciopero dei ferrovieri . Si poteva credere ad un difetto del ministro . Invece no . Siamo di fronte ad un ' azione di governo . O peggio all ' inazione che cerca poi di incollarsi per etichetta un programma . Poiché siamo nella continuazione dello stesso sistema dell ' amnistia ai disertori che tradiva i combattenti e distruggeva il fondamento nazionale dello Stato ; delle trattative del comm . Magno col sindacato rosso dei ferrovieri che tradiva i ferrovieri rimasti fedeli allo Stato . Quando il governo con la sua viltà e partigianeria ha creato una situazione di crisi , e il paese resta smarrito senza guida , anzi col senso del tradimento , allora giustifica la sua inazione con le condizioni del paese stesso . Così ha fatto Nitti . Così continua Giolitti , ritornato al potere perché attendeva che trovasse un punto di arresto nella china fatale . E non c ' è nemmeno lo stile di una sottomissione ad una volontà organizzata poiché questa domanda di controllo sulle fabbriche è stata improvvisata perché non fosse da una parte misurata l ' impotenza massimalistica e dall ' altra travolta l ' organizzazione privilegiata proletaria , le cui schiere sono quasi tutte costituite dagli esonerati . L ' esperimento della presa di possesso è una cosa ridicola destinata all ' esaurimento . Ma come Nitti intervenne a trattare col sindacato rosso proprio quando lo sciopero ferroviario era vinto , così Giolitti interviene in favore del controllo , quando l ' esperimento della gestione diretta è fallito . Quando cioè l ' assenteismo del governo , che ha lasciato occupare le fabbriche , poteva forse trovare un ' assolutoria nella dura esperienza cui sono costrette le masse operaie . L ' intervento dell ' on . Giolitti è però la confessione di una defezione dello Stato e di una incapacità di governo . Con la prima si subisce l ' esperimento di una gestione , quando lo Stato doveva garantire all ' economia nazionale il massimo sforzo per poter fronteggiare il carico finanziario e correggere il terribile sbilancio commerciale . Con la seconda si vuole la resa a discrezione a chi non ha altra forza che la debolezza , lo smarrimento , la vergognosa esibizione di sottomissione della parte avversa . Oggi gli industriali debbono decidere . Ma la libertà , la possibilità della loro decisione sono infirmate . L ' on . Giolitti ha dichiarato di non essere neutrale . Ma partigiano . E , quel che è peggio , partigiano per incoscienza e per impotenza . Cioè per servitù . Così la generazione di Adua tenta di strangolare la vittoria .
NON DISARMARE ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
A che cosa miravano , da quale motivo erano animati i barricadieri di Firenze e gl ' incendiari di Trieste nel perpetrare i loro atti terroristici ? Non dal disagio economico e tanto meno dalla fame . La fame e il disagio economico non possono più compiere la loro classica funzione di cattivi consiglieri presso una classe che oramai ha raggiunto salari notevolmente più alti del reddito medio che l ' economia nazionale comporti . Se fosse il disagio economico ad alimentare un qualsiasi proposito rivoluzionario , prima di arrivare alle odierne categorie di rivoltosi , esso dovrebbe svolgere la sua attività istigatrice presso infinite altre categorie e ceti , che , pur lottando per i loro miglioramenti , forniscono invece i contingenti più numerosi e più volenterosi alla difesa dell ' ordine . Nelle attuali condizioni della economia nazionale , si comprenderebbero più facilmente gli impiegati dello Stato e gli ufficiali dell ' esercito a dar fuoco agli uffici e alle caserme , che non gli operai incendiare gli opifici e i contadini devastare i campi . E non dal bisogno di scuotere il giogo di una opprimente oligarchia politica , ché il cosiddetto regime di libertà e il suffragio universale e i pavidi governi borghesi hanno ormai già finito di trasformare gli oppressi in oppressori e d ' insediare le camarille socialiste in buona parte dei municipi italiani . E neppure infine dalla fondata speranza di potere instaurare un ordine nuovo quale esso sia , ché essi sanno per prova quanto salda sia la fedeltà dell ' esercito e quanto deliberato il proposito di tutte le classi non esclusa la grande maggioranza di quelle a cui essi stessi appartengono , a non consentire attentati all ' ordine costituito . Or dunque , né la necessità , economica o politica , né una grande passione , per quanto errata , né uno scopo ritenuto possibile , se anche non probabile , possono invocarsi a giustificare , o almeno a spiegare , la furia insurrezionale che si è venuta determinando in questi ultimi giorni . Siamo dunque di fronte alla rivolta gratuita , alla rivolta senza causa e senza scopo , alla rivolta per la rivolta . Un simile atto nel mondo della delinquenza individuale si chiamerebbe un delitto per brutale malvagità . La cosa e il nome non possono mutare se invece di uno siano in mille , o in diecimila , a compiere gli stessi fatti . Ciò che è avvenuto a Firenze e a Trieste non merita il nome di rivoluzione e neppure di rivolta , ma di follia criminosa di parossismo delinquente , che invano si cercherebbe di spiegare con l ' azione di cause attuali di qualsiasi specie , ma solo con l ' azione atavica di antichi istinti sanguinari . Di fronte ad un fenomeno simile è assurdo e pericoloso pronunziare parole di pace . Ogni atteggiamento conciliatore sarebbe una dedizione , che darebbe nuova esca al furore criminale , che imperversa per le città e per le campagne d ' Italia . Noi rifiutiamo di associarci all ' opera di pacificazione che da più parti s ' invoca . Lasciamo questo compito ai politicanti borghesi , abituati a comprare ora per ora , a furia di compromessi e a prezzo della propria dignità , il diritto di vivere , e ai politicanti socialisti che , pur fingendo di deplorare gli eccessi , hanno tutto l ' interesse di mantenere in vita la criminalità rivoluzionaria , per ricattare la borghesia e consolidare il loro potere personale . E lasciamo ai politicanti comunisti di speculare sulla vanità dei crimini odierni , per gridare la faute ... a Serrati . Noi , abituati a dire parole nuove e ingrate alla vecchia Italia borghese e socialista , diciamo che ogni tentativo di pacificazione è una commedia indegna , e che non si deve disarmare fino a che il nuovo brigantaggio che infesta l ' Italia non sarà distrutto alla radice .
LA «PACE» INTERNA ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Ogni sforzo diretto a porre fine alla violenza e a conciliare gli animi esasperati non può non essere guardato con benevolenza e secondato con sincero desiderio di successo . Ma perché il successo sia non apparente , ma reale e fecondo di utili risultati per il Paese , bisogna che i vantaggi conseguiti dalla parte nazionale sulla parte antinazionale , dall ' Italia sull ' antitalia abbiano pieno riconoscimento e siano consolidati in quel nuovo stato di fatto , che seguirà all ' accordo . Diversamente sarebbe non una pace , ma una semplice tregua a tutto vantaggio dei nemici interni , che la pusillanime tolleranza o assenza dei governanti aveva resi audaci e spavaldi e che la spontanea reazione delle giovani forze nazionali , dopo averli costretti ad una disperata difensiva , li ha ridotti a chiedere mercé . Il Popolo italiano non è una scolaresca in vacanza , che dopo avere giocato alla guerra , si diverte a stipulare la pace . La pace interna deve essere una cosa seria , appunto perché la guerra interna è stata una cosa triste ed atroce . Come coi nemici esterni così coi nemici interni l ' Italia non può volere una pace di compromesso , ma una pace vittoriosa . Ora una pace vittoriosa all ' interno non può voler dire semplicemente la fine della materiale violenza , ma il riconoscimento pieno ed universale della supremazia morale dell ' Italia , l ' osservanza per tutti del culto , per lo meno esterno , della Patria . Se la fine della violenza non deve essere l ' effetto dell ' esaurimento fisico delle parti contendenti o di un intervento coercitivo del potere pubblico , ma l ' oggetto di una regolare stipulazione contrattuale , questa non può avere per presupposto il diritto ad una incondizionata libertà di manifestare e di esaltare la propria idealità , anche se in contrasto ed in ispregio con l ' idea sovrana di Patria . Non si può contrattare il rispetto alla bandiera nazionale , mediante il corrispettivo del rispetto alla bandiera rossa . Al disarmo materiale della parte nazionale deve corrispondere da parte degli elementi sovversivi il disarmo degli spiriti almeno nelle loro manifestazioni esteriori . Ora sono gli uomini , che si assumono la responsabilità di rappresentarli , in grado di garantire che non avranno più a ripetersi gli oltraggi alla bandiera nazionale , il vilipendio dell ' esercito , gli insulti ai combattenti e le offese alla vittoria italiana , che già furono in onore nelle manifestazioni pubbliche e sulla stampa di loro parte ? Di non permettere più lo sventolio delle bandiere rosse nei loro municipi e nelle sedi delle loro organizzazioni , i voti antipatriottici nei loro consessi ? Se sì , firmino pure l ' accordo e la pace sarà fatta . Se no , è perfettamente inutile che si reciti la commedia della pace interna , mediante la stipulazione di un regolare protocollo di rappresentanti senza credenziali . È inutile , perché la violenza , non potrà mai essere eliminata finché permangono le provocazioni alla violenza . Noi non possiamo ammettere che i simboli della Patria , come la bandiera nazionale , e gli organi essenziali della Patria , come l ' esercito , siano identificati ai simboli e agli organi di un partito e quindi equiparati , nel mutuo rispetto e nella mutua tolleranza , ai simboli e agli organi di un altro partito , che disconosce la Patria in tutti i suoi attributi e in tutti i suoi simboli . Perciò un accordo per la pacificazione non può avere per oggetto che o la garanzia dei capi socialisti dell ' ossequio da parte dei loro seguaci alle forme e agli istituti che incarnano e simboleggiano la maestà della Patria ; o l ' impegno da parte degli stessi capi di consentire acché lo Stato reprima fermamente , anche , se occorre , mercé nuovi provvedimenti legislativi , ogni forma di vilipendio alla Patria e ogni offesa alla coscienza nazionale .
StampaQuotidiana ,
Mentre a Roma si tratta , a Bologna , cioè nella culla del fascismo e dove il fascismo conserva ancora intatto lo spirito delle sue origini , si rivendica il carattere di pura ed energica resistenza nazionale del movimento fascista e si proclama l ' assoluta impossibilità per il fascismo , in quanto forza spontaneamente e direttamente espressa dalle viscere della società italiana per supplire alla negligenza dello Stato , a salvaguardia dei suoi caratteri nazionali , di venire a diretto contatto con le forze antinazionali e di collaborare , sia pure accidentalmente con esse , ad un ' opera di apparente pacificazione . A nessuno può sfuggire l ' importanza di una tale declinatoria delle cosidette trattative di pace , fatta non soltanto dall ' organizzazione fascista più autentica e combattiva , ma fatta anche in nome dei principii più essenziali del fascismo e di un interesse altissimo , che non solo trascende la latta delle fazioni , ma respinge energicamente per proprio conto il carattere fazioso che si vorrebbe attribuire all ' azione fascista . È in sostanza una pregiudiziale assai grave , che le organizzazioni emiliane - romagnole riunite a congresso muovono ai tentativi di pacificazione . Questi tentativi esse dicono muovono dal presupposto che la lotta cruenta che ora si combatte è opera di due fazioni egualmente dannose all ' interesse nazionale , perché entrambe le fazioni si sono poste volontariamente fuori della legge e in egual modo disconoscono l ' autorità dello Stato . Ora il fascismo non può in alcun modo rinunziare a ciò che costituisce la sua stessa ragion d ' essere e che apparve nitidamente a tutti al momento della sua origine : e cioè che il fascismo non è un fenomeno classista , che spieghi un ' azione di ostilità offensiva contro altre espressioni di interessi classisti , nei quali si scompone l ' unità dello spirito nazionale , ma è l ' espressione integrale di questo , in quanto assume una funzione di resistenza alle sopraffazioni delle forze centrifughe , che vorrebbero dilaniarlo e dissolverlo ; che il fascismo , insomma , non è una fazione in contrasto con altre fazioni dentro lo Stato e al disopra dello Stato , ma un fattore di conservazione nazionale , che si sprigiona direttamente dalle intime latebre della società nazionale , quando la funzione protettiva dello Stato le è venuta meno . Esso quindi non può ritrarsi dalla sua posizione di battaglia , finché lo Stato non venga a rilevarlo : è l ' esercito irregolare , che ha occupato alcune posizioni e le difende strenuamente dai contrattacchi nemici , finché non intervenga l ' esercito regolare a disimpegnarlo e a prendere il suo posto . Trattare col nemico , prima che questo momento sia giunto , sarebbe un tradimento . Accedere alle trattative significa porsi volontariamente sullo stesso piano dei socialisti , cioè ammettere di essere una fazione fra le altre e disconoscere , come le altre , l ' autorità dello Stato , che è in se stessa e dovrà alla fine , contro tutte le paure e le esitazioni dei governanti , essere riconosciuta da tutti sovrana . Le trattative rappresentano quindi una insidia : il loro vero scopo non sarebbe quello di raggiungere sinceramente la pacificazione , quanto quello di compromettere il fascismo e fargli perdere la coscienza del suo vero compito politico insieme con la coscienza della sua superiorità morale . Ora a meno che non si possa dimostrare che , contro la stringente efficacia di queste eccezioni pregiudiziali , sussiste la necessità di più impellenti ragioni di opportunità politica , sì da poter loro contrapporre efficacemente un cave a consequentiariis , dobbiamo convenire che gli argomenti addotti dal Congresso emiliano - romagnolo non potranno non produrre una forte impressione ed esercitare una notevole influenza sulle trattative in corso .
StampaQuotidiana ,
Il cosidetto trattato di pace siamo dolenti e soddisfatti nel medesimo tempo di applicare questo termine di politica internazionale ad un fatto di politica interna fra fascisti e socialisti è un fatto compiuto . I negoziatori sotto l ' esperta e sapiente guida del Presidente della Camera hanno dovuto superare non poche difficoltà per concluderlo , difficoltà dipendenti non tanto dal contenuto del modus vivendi concreto che si cercava di stabilire , quanto dalla posizione di disagio morale e politico , in cui ciascuna delle parti veniva a trovarsi per il fatto di essersi messa a contatto dell ' altra , sopra uno stesso piano morale e politico . Specialmente nell ' implicito riconoscimento della qualità di belligerante della parte fascista , presupponeva in questa parte un tale spirito di sacrificio e di rinunzia alla superiore posizione di fattore politico operante non in senso partigiano ma nazionale , che non tutti erano disposti a sopportare e che le organizzazioni emiliane - romagnole esplicitamente respingevano . Ma queste pregiudiziali di amor proprio politico , furono superate dalle più evidenti necessità d ' ordine generale , che prevalsero nella valutazione dei capi fascisti ; e noi , che pure abbiamo dato perché il problema fosse integrato in tutti i suoi elementi il massimo rilievo a quelle pregiudiziali di carattere morale , non possiamo non compiacercene . Così pure non abbiamo alcuna difficoltà di dare atto all ' on . Mussolini che il movimento fascista sia stato da lui fondato il 22 marzo 1919 e non abbia avuto la sua culla a Bologna dopo quella data come noi avevamo scritto sebbene fosse evidente che noi con quella espressione non abbiamo inteso alludere all ' atto di nascita in senso cronologico del fascismo , ma all ' origine della sua forza politica , la quale senza dubbio meglio si sviluppò e si affermò in quelle regioni dove l ' opera di spossessamento dello Stato da parte del socialismo era stata compiuta quasi totalmente . Oggi che il trattato di pace è stato firmato dobbiamo porne in rilievo gli aspetti buoni e valorizzarne la portata nazionale , la quale pure esiste , e potrà essere tanto più efficiente , quanto più diventerà chiara nella coscienza pubblica e soprattutto in quella parte di essa , che avendo una più squisita sensibilità patriottica , è maggiormente portata ad assumere un atteggiamento di risoluta intransigenza . Questo non sminuisce affatto il valore delle riserve che abbiamo già fatte : fuori di queste , il valore politico del trattato consiste , secondo noi , in due punti essenziali , che del resto sono stati assai bene illustrati dall ' on . Mussolini nella sua recente intervista . Innanzi tutto sta il fatto che il trattato separa nettamente l ' azione dei socialisti da quella dei comunisti . Tale separazione già esisteva all ' interno , ora essa comincia ad apparire e ad operare anche verso l ' esterno . Con ciò non si vuol intendere che lo spirito del socialismo si sia essenzialmente modificato ; sarebbe una illusione il credere che il partito socialista da antinazionale sia diventato nazionale , per il semplice fatto del Trattato . Ma soltanto che l ' atteggiamento antinazionale dei socialisti tende a differenziarsi da quello dei comunisti : il che però potrà avere il risultato pratico di rendere meno difficile il compito di repressione dello Stato quando una volontà dello Stato sia per sorgere contro le violenze comuniste . La solidarietà antinazionale dei socialisti coi comunisti malgrado tutte le riserve dell ' on . Modigliani in nome dell ' internazionalismo non può non ricevere un forte colpo dal Trattato , che esclude i comunisti . Rimane sempre un lato oscuro : ed è nelle conseguenze che tra i socialisti , che i comunisti accusano di « conversione alla vigliaccheria » , potrebbero avere un eventuale inasprimento di lotta tra fascisti e comunisti o un ' azione decisamente repressiva dello Stato . Il secondo punto degno di rilievo , dal punto di vista nazionale , è che il trattato attesta la volontà di por termine alla funzione contingente e diciamo pure rivoluzionaria del fascismo e di iniziare lo svolgimento di un ' attività politica più normale e nazionale in senso positivo . Intendiamoci , non già che il trattato segni concretamente il passaggio dall ' azione diretta all ' azione politica e rigidamente legalitaria del fascismo . Questo non si ottiene per via di decreti , ma per via di evoluzione storica , la quale non può essere affrettata che entro limiti assai modesti . Tuttavia l ' affermare pubblicamente che questa volontà esiste e il consacrarla in un documento solenne è già un contribuire efficacemente a che essa si realizzi . Il trattato , insomma , esprime non soltanto la speranza , ma il proposito che il fascismo da fattore contingente , che ha compiuto mirabilmente la sua funzione in un momento eccezionale della vita del paese , diventi un fattore politico normale , un elemento di propulsione di politica nazionale in una vita politica ricostituita . Ora il nazionalismo , che ha validamente sostenuto il fascismo nel periodo più turbolento della sua vita , che gli è stato accanto anche in momenti più difficili della sua attività anche quando tutti coloro che lo avevano esaltato cominciavano a disertare la causa ; il nazionalismo , che pure attraverso gli atteggiamenti estremisti ed eccessivi che il fascismo era stato costretto assumere , aveva saputo distinguere quanto di serio e di solido politicamente vi era nella sostanza di questo improvvisato movimento ; non può non affrettare coi suoi voti la trasformazione di esso in un fattore permanente della politica normale del nostro Paese . Fuori degli atteggiamenti esteriori diversi , che le contingenze eccezionali possono aver consigliato all ' uno e all ' altro di assumere , il fondamento dei due movimenti politici non potrà non risultare in luce più viva , quando la normalità della vita politica italiana sarà pienamente ristabilita .
POLEMICA INOPPORTUNA ( - , 1921 )
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Il trattato della pacificazione che doveva mettere d ' accordo il fascismo e il socialismo , non solo non ha raggiunto questo risultato , ma minaccia di raggiungerne un altro affatto diverso ed opposto : quello di dividere il fascismo . In verità i fascisti non sono divisi da un diverso proposito di eseguire o non eseguire il trattato , giacché il trattato , in quanto i fascisti anche in passato non furono mai gli iniziatori ed i provocatori della violenza , ma contennero la loro azione soltanto sul terreno della offensiva e della necessaria controffensiva , era stato da essi osservato anche prima che fosse stipulato ed ha continuato ad esserlo dopo . L ' opinione fascista è invece divisa da un ' opposta valutazione della convenienza politica del trattato medesimo . Noi non intendiamo entrare nel merito del presente dissidio e tanto meno erigerci a giudici fra le due tendenze : dei concordatori e degli anticoncordatori . Riconosciamo che vi sono ragioni per sostenere tanto l ' uno che l ' altro punto di vista , ma riconosciamo altresì che la necessità di mantenere integra l ' unità del movimento fascista supera di gran lunga i singoli motivi di divisione . Durante le trattative , noi abbiamo fatto presente , con scrupolosa esattezza tutte le ragioni che , a nostro avviso , stavano contro il fatto stesso della stipulazione del trattato , indipendentemente dal suo eventuale contenuto . Ragioni che potevano riassumersi in queste tre fondamentali eccezioni di carattere pregiudiziale : implicito disconoscimento del dovere elementare , da parte dello Stato , di non abbandonare all ' iniziativa e all ' azione dei singoli partiti o fazioni , il compito di tutelare l ' ordine pubblico , che deve invece restare di esclusiva competenza dello Stato sovrano ; implicito riconoscimento del monopolio della rappresentanza degli interessi sindacali e dell ' organizzazione della classe lavoratrice da parte dei socialisti ; implicita alterazione del carattere puramente nazionale , non fazioso e antisovversivo , del fascismo . Con l ' accordo diretto , fuori dello Stato , infatti , il fascismo non solo disconosceva quello che aveva sempre affermato , che cioè lo Stato aveva il preciso dovere di reprimere prontamente ed energicamente ogni tentativo diretto a sovvertire ed a turbare l ' ordine nazionale , ma veniva a porsi sullo stesso terreno dei socialisti , cioè di una fazione che pretende di agire fuori dello Stato e fuori dell ' ordine nazionale , ed inoltre riconosceva questi ultimi come i legittimi e naturali rappresentanti degli interessi delle classi lavoratrici , avulsi da quelli della Nazione . Ma di fronte a questi motivi d ' ordine ideale , a trattato firmato , abbiamo tenuto a mettere in rilievo i vantaggi d ' ordine pratico , che il trattato stesso avrebbe potuto apportare , e cioè : primo , la chiara dimostrazione del vivo desiderio della parte fascista di raggiungere la pace civile , anche a costo del sacrificio dei proprii interessi di partito ; secondo , la facilitazione del compito del Governo d ' intervenire finalmente a rintuzzare la tracotanza degli elementi antinazionali . Senonché oggi noi crediamo che l ' opportunità di una tale polemica sia stata superata dai fatti . Essa oggi non avrebbe tanto lo scopo di chiarire l ' atteggiamento da assumere di fronte agli avversari , quanto quello di rincrudire i motivi di divisione e di dissidio nel campo fascista . A che pro infatti , discutere se il trattato sia stato un accorgimento o un errore , un bene o un male , quando il trattato di fatto più non esiste ? Per quanto discusso e bistrattato nel campo fascista , il trattato era stato sostanzialmente osservato dai fascisti ; era stato osservato , anche se non da tutti riconosciuto , perché , per osservarlo , i fascisti non avevano che da continuare nella attitudine che avevano ancora prima osservata . Dalla parte socialista invece il trattato non solo fu materialmente violato , ma fu anche formalmente denunciato . Mentre i fascisti facevano parole , i socialisti facevano fatti . Mentre gli uni imprecavano al trattato , gli altri lo infrangevano e lo proclamavano irrito e nullo . Se così stanno le cose , la condotta dei fascisti ci sembra chiara e semplice : innanzi tutto por termine alla polemica sulla convenienza del trattato : polemica inattuale e inopportuna , che non ha più lo scopo di evitare il fatto puramente formale della stipulazione del trattato , oramai irrevocabile , e non può avere neppure lo scopo di sottrarli all ' esecuzione di obblighi onerosi e senza corrispettivi , dal momento che essi sono stati liberati da ogni obbligo dalla inadempienza e dalla formale denuncia dell ' altra parte contraente ; ma che viceversa può avere il risultato funesto di approfondire una divisione che deve essere a tutti i costi evitata . In secondo luogo dare atto ai socialisti della loro condotta contraria al trattato e prendere atto dell ' avvenuta denuncia e reclamare energicamente dallo Stato , che ciò che non si è potuto ottenere per via d ' accordi , si ottenga , più onestamente e più legittimamente , per opera del suo doveroso intervento . Così le cose , dopo un esperimento che nella sua artificiosa costruzione ha avuto pure il merito di dimostrare la buona volontà della parte nazionale , saranno rimesse sul loro naturale terreno : il terreno dell ' ordine giuridico e politico normale , nel quale l ' autorità dello Stato deve imperare sovrana e colpire tutti i tentativi diretti a sovvertire gli ordinamenti costituzionali , a violare la libertà di lavoro , a distruggere le istituzioni nazionali . Anziché perseverare in una lotta intestina , che non giova alla loro vigorosa azione contro i nemici interni della Patria , i fascisti devono ancora una volta mettere in mora il Governo perché compia intero il suo dovere contro costoro , se non vuole che la violenza fascista si sostituisca al suo legittimo potere coercitivo , nell ' interesse della Nazione .
StampaQuotidiana ,
Gli uomini che dirigono il movimento fascista hanno reso stamane un grande servizio alla Nazione . Sta di fatto che oggi il tema del trattato di pace , stipulato fra il gruppo parlamentare fascista per conto anche di tutte le più attive forze nazionali e il gruppo parlamentare socialista anch ' esso rappresentante indiretto di una vasta massa , in cui confluivano le correnti sovversive del Paese non costituisce più un motivo di dibattiti veramente importanti , e non può costituire un degno motivo di scissioni o di divergenze veramente giustificate . Suscettibile come sono , in fondo , tutte le cose umane di critiche e di osservazioni fondate , al momento in cui esso fu stipulato , è entrato ormai nella vita stessa della Nazione e appartiene al passato : al passato da cui è sorta l ' odierna situazione politica , profondamente differente e certo assai migliore di quella che preoccupava le coscienze all ' indomani delle elezioni generali . Per questa ragione , è perfettamente onesto e giusto e non è per nulla , come qualche avversario in malafede sussurra , ipocrita reticenza il fatto che oggi su questo passato non si discuta più , e si evitino dissensi e recriminazioni inutili , sterili , dannose . Ed è altrettanto onesto e giusto che nell ' odierno congresso fascista le principali discussioni vengano impostate sulle direttive dell ' azione avvenire , che sulle sorti del movimento avranno una così grande influenza , invece che sulle vicende passate . Ma è altresì vero che questo superamento delle più sterili divergenze , compiuto per affrontare in pieno la realtà della situazione odierna , dimostra una vera superiorità spirituale del movimento fascista su gli altri partiti , le cui discussioni difficilmente escono dal chiuso dei più gretti personalismi e delle più vane recriminazioni . Questa superiorità spirituale , certamente provocata dalla coscienza di consapevolmente servire un altissimo interesse , quale è quello della Patria , siamo certi si manterrà nelle discussioni imminenti , in cui le direttive del fascismo saranno determinate . La funzione politica del fascismo , che primo è riuscito ad inquadrare le grandi masse in un ' azione politica schiettamente nazionale , è di enorme importanza , e di un valore assolutamente decisivo per l ' avvenire del Paese . Per questo , oggi tutte le coscienze puramente italiane seguono con cuore trepidante le sorti dell ' adunata fascista e le modalità attraverso le quali il nuovo partito , l ' immancabile caposaldo di tutte le concentrazioni di forze essenzialmente nazionali , vi si definisce e vi si concreta . Noi esprimiamo l ' augurio , col più fervido cuore , che il Partito Nazionale Fascista , attraverso il quale le masse dei combattenti vittoriosi , e dei più attivi lavoratori , potranno inquadrarsi sotto la bandiera della Patria , ed accanto al quale il movimento nazionalista , con le sue caratteristiche dottrinali e intellettuali di lucida e chiaroveggente minoranza , può intensamente agire , sorga dalle odierne discussioni romane quanto mai forte , compatto , sostanzialmente fuso su alcune chiarissime direttive essenziali , che ne faciliteranno l ' opera utile e necessaria . La crisi politica italiana , che dura dal giorno in cui tacque e si spense l ' attività di una Destra nazionale , si potrà così avviare verso il suo componimento : verso un più stabile equilibrio dei partiti , che assicuri alla Nazione la continuità dell ' opera necessaria a raggiungere i fini essenziali di sviluppo e di espansione . Su questa linea , è stato mosso oggi , nel mausoleo di Augusto , un passo di cospicua importanza . L ' attiva e consapevole coscienza nazionale che anima i duci del fascismo farà sì che altri se ne compiranno in questi giorni , affinché il nuovo Partito divenga veramente uno dei capisaldi essenziali della ricostruzione nazionale .
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... E quest ' altro era stato appunto un mandolinista . Cioè aveva , fino al giorno della chiamata alle armi , girato la manovella di un organino per le vie di non so quale città , cantando le canzonette di Piedigrotta . Nella compagnia non era ben veduto ; anzi lo sfuggivano , lo deridevano , ed egli se ne stava in disparte , mogio e umile , come un cane frustato . C ' era il caporale che sapeva dell ' armonioso epiteto onde la gente tedesca suole amorevolmente gratificarci e ne parlava ai compagni : quell ' uomo lì , che non veniva , come loro , dal campo o dall ' officina , avvalorava con la sua presenza l ' ingiuria straniera , quasi li disonorava ; aveva fatto coi suoi venti anni per le vie della città , l ' ozioso e il vizioso . Lo sfuggivano , lo deridevano , lo disprezzavano . Se una sera avesse cantato una serenata alla luna , in un momento di tenerezza e di nostalgia , forse lo avrebbero sollevato su le braccia , a fargli festa ; ma egli si rinchioccioliva su la pietra dove lo lasciavano , a ruminare il pasto col muso nella gamella , e non suonava e non cantava e la sera se ne stava a guardare la punta della baionetta , intontito , come non si accorgesse dei compagni che 10 attorniavano . Vizioso , ozioso e orso . Non reggeva alla fatica , rimaneva indietro nelle marce faticose , lo perdevan di vista negli ardimentosi inerpicamenti : arrivava alla meta , quando gli altri riposavano , trafelato , bianco . Oh , andasse alle retrovie , andasse , a dare il fieno ai cavalli o a piantarsi a guardia di un ponte su la ferrovia ! Non era un bravo tiratore , non sapeva distinguersi in niente , non era morto , non era mai stato ferito . Oh , che stava a farci ? Stava a salvare il suo colonnello . Un giorno il colonnello era salito su un rialto e ispezionava con il binocolo la valletta irta ad ogni passo di trappole . Egli era solo perché era rimasto appunto dietro agli altri e poté vederlo . E poté anche sentire tra le fratte il fruscio come di un branco di capre che si inerpicasse . Era un branco di uomini che sgusciava carponi verso il colonnello . Gridò : Colonnè ! Il colonnello non si volse . Guardava lontano un movimento di salmerie che giravano il costone e si perdevano nel bosco . Colonnè , colonnè ! E balzò pel dirupo , col fiato ai denti . Colonnè ... Un proiettile lo mandò riverso tra i cespugli . Il colonnello allora si volse , ma gli assalitori gli furon tutti addosso . Cinque . Egli ne mandò due rotoloni per il precipizio , con due colpi di rivoltella . Contro gli altri tre che lo ghermivano , che lo colpivano , che lo predavano , si difendeva corpo a corpo , disperatamente . Più debole e solo , egli era in posizione più forte , sul rialto : i nemici rotolavano ai suoi piedi , bestialmente . E il soldato umile , di colpo , con un balzo felino , piombò sui predoni ; non era morto , non era nemmeno ancora ferito . Si lavorò di rivoltella , di baionetta , di coltello ( anche di coltello , sì ) e il soldato ebbe il ventre squarciato da una lama corta . Un grido venne dall ' alto , un gran grido che parve la voce di tutto un drappello : i predoni , arrancando , fuggirono . Egli , il soldato inutile , si ritrovò supino a terra . Si volse : anche il colonnello per terra . E nel silenzio un rantolo . Suo o del colonnello ? Si prese il fardello sulle spalle e seguitò la via della montagna . Il suo Calvario . E cadde sotto il carico doloroso e si rialzò : sfinito , con le ginocchia sciolte , col petto caldo del proprio sangue , con le reni calde del sangue dell ' altro . Venne in suo soccorso un alpino , quegli che aveva gridato ed era parso il suo grido la voce di una moltitudine . Era uno solo . Lo liberò dal carico e lo lasciò per terra . Sarebbe tornato a prendere anche lui . Infatti tornò e lo trovò disteso sul ventre , con le braccia aperte , simile a un gran crocefisso abbattuto . Sentì il compagno che gli passava le mani sotto il petto per sollevarlo , e levando un braccio e lasciandolo ricadere gli fece cenno giù verso la valle . A un centinaio di metri c ' erano i tre austriaci , uno innanzi l ' altro distesi al suolo nella stessa giacitura , come tronchi divelti da un ' ala di raffica . Uno dopo l ' altro li aveva abbattuti con tre colpi di fucile . Avevan derubato il colonnello : andasse a spogliarli . Egli lo avrebbe aspettato . Ma non poté aspettarlo . Mandolinista ! Sono questi , o nemico , i mandolinisti d ' Italia !
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Fra pochi giorni avranno principio i lavori per l ' apertura del secondo tratto di via Roma e anzi a cominciare l ' opera è fissata in maniera certa la data del venti settembre . Con un migliore auspicio e in un giorno tanto bene augurale non potrebbero avere inizio le demolizioni che non dubitiamo continueranno alacri , e senza interruzioni . Si voleva dalle autorità municipali dare un ' inconsueta forma solenne alla inaugurazione delle nuove opere edili di abbellimento e di risanamento ed erano state stanziate L . 1.000 per la celebrazione ; abbandonato il progetto di tale solenne inaugurazione , la Giunta comunale ha deliberato su proposta del sindaco comm . Tagliavia , di devolvere in favore del Comitato di difesa civile le lire mille stanziate per la celebrazione della festa e l ' esempio è stato subito seguito ammirevolmente dall ' impresa assuntrice dei lavori nella cui rappresentanza l ' ing . Rutelli è venuto negli uffici del nostro giornale , consegnandoci lire duemila che noi abbiamo consigliato avessero la stessa destinazione della somma versata dai poteri municipali . Suppliscano degnamente i privati alla grandiosità della cerimonia e in ogni modo rendano palesi i loro schietti sentimenti di italianità ; noi pensiamo che l ' iniziativa privata deve far tutto e operare il miracolo di adornare e pavesare la città in maniera degnissima della solenne ricorrenza . E resti essa veramente nella memoria dei palermitani , segnando sotto i suoi fausti auspici l ' inizio di quei lavori del secondo tronco di via Roma tanto desiderati , tanto promessi e perseguitati ad ogni ora da un rinvio o da un procrastinamento .
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Ieri sera , qualche minuto prima delle ventidue , mentre in redazione eravamo intenti al nostro consueto lavoro , una forte detonazione avvenuta nell ' entrata del nostro ufficio ci fece accorrere subitamente verso il luogo dal quale proveniva lo scoppio . Le scale erano piene di un intenso fumo e l ' aria ammorbata da un odore acre : molti vetri erano andati in frantumi . Sul luogo dello scoppio abbiamo trovato una gabbia di rete metallica , formata con grossi fili , dentro la quale era chiusa una bottiglia di vetro rivestita di gesso e calce , che conteneva evidentemente della polvere nera . Oltre i vetri rotti di cui abbiamo detto , non c ' è da lamentare nessun altro danno . Lo scoppio fu così violento da essere inteso da diversi punti della città e sul fatto corsero le voci più disparate così che anche i pompieri , ignorandone l ' entità , si affrettarono ad accorrere prontamente . All ' attentato non è il caso di annettere un ' importanza superiore alla sua portata e non ci turba menomamente nell ' assolvimento del nostro compito né ci fa allontanare dalla nostra rigida linea di condotta . Noi abbiamo segnata la nostra meta e da essa nulla ci farà mai discostare ; noi stiamo al posto di combattimento per celebrare le virtù della nostra razza , per augurare il trionfo delle nostre armi , per collaborare , come sappiamo , nella modestia della nostra attività , ma con tutta la fede dei nostri cuori , alla grandezza e alla gloria della patria .