StampaQuotidiana ,
Non
è
lecito
dubitare
.
A
Torino
il
Presidente
del
Consiglio
ha
dichiarato
nettamente
di
essere
dall
'
altra
parte
.
Per
il
controllo
degli
operai
sulle
industrie
.
Per
la
sottomissione
a
tutte
le
violenze
che
sono
state
compiute
e
sono
compiute
da
una
minoranza
,
mentre
la
maggioranza
degli
operai
ha
disertato
le
fabbriche
.
Presa
di
possesso
,
rapina
,
sequestro
di
persone
,
furto
,
non
sono
più
nemmeno
amnistiati
ché
è
tolto
ad
essi
il
carattere
di
reato
.
Si
elabora
il
nuovo
diritto
.
Il
Governo
si
compiace
di
dichiararsi
impotente
.
Così
,
in
questa
sorte
di
disgrazia
che
sono
i
governi
succedutisi
in
Italia
per
distruggere
la
vittoria
,
Giolitti
prende
apertamente
,
deliberatamente
la
successione
di
Nitti
.
Già
minacciando
di
continuare
l
'
opera
ne
fasta
nella
politica
adriatica
,
egli
oggi
si
pone
per
la
politica
interna
nel
quadro
della
politica
di
sconfitta
,
di
cui
abbiamo
segnati
i
caratteri
.
Quando
la
vertenza
era
dei
soli
metallurgici
,
già
il
Governo
aveva
dimostrato
di
favorire
la
tesi
aggressiva
operaia
e
cercava
giustificazioni
in
asseriti
torti
degli
industriali
.
Ma
oggi
queste
giustificazioni
sono
impossibili
.
La
vertenza
non
è
più
limitata
all
'
industria
metallurgica
.
Il
controllo
operaio
tocca
tutta
l
'
economia
nazionale
.
Ne
scrolla
le
basi
e
ne
minaccia
l
'
esistenza
,
in
piena
crisi
di
materie
prime
,
di
tonnellaggio
,
di
finanziamento
,
quando
era
necessario
concentrare
uno
sforzo
nazionale
per
scongiurare
il
pericolo
del
fallimento
.
Ebbene
l
'
on
.
Giolitti
appoggiandosi
a
quelle
frazioni
e
fazioni
plutocratiche
che
portano
in
sé
sempre
il
germe
della
sconfitta
,
l
'
abulia
nazionale
,
il
senso
della
sottovalutazione
,
l
'
on
.
Giolitti
,
non
ha
esitato
.
Egli
vuoi
continuare
nell
'
opera
di
defezione
dello
Stato
.
Già
nella
vertenza
dei
ferrovieri
secondari
,
il
ministro
dei
Lavori
Pubblici
,
aveva
operato
come
già
Nitti
nello
sciopero
dei
ferrovieri
.
Si
poteva
credere
ad
un
difetto
del
ministro
.
Invece
no
.
Siamo
di
fronte
ad
un
'
azione
di
governo
.
O
peggio
all
'
inazione
che
cerca
poi
di
incollarsi
per
etichetta
un
programma
.
Poiché
siamo
nella
continuazione
dello
stesso
sistema
dell
'
amnistia
ai
disertori
che
tradiva
i
combattenti
e
distruggeva
il
fondamento
nazionale
dello
Stato
;
delle
trattative
del
comm
.
Magno
col
sindacato
rosso
dei
ferrovieri
che
tradiva
i
ferrovieri
rimasti
fedeli
allo
Stato
.
Quando
il
governo
con
la
sua
viltà
e
partigianeria
ha
creato
una
situazione
di
crisi
,
e
il
paese
resta
smarrito
senza
guida
,
anzi
col
senso
del
tradimento
,
allora
giustifica
la
sua
inazione
con
le
condizioni
del
paese
stesso
.
Così
ha
fatto
Nitti
.
Così
continua
Giolitti
,
ritornato
al
potere
perché
attendeva
che
trovasse
un
punto
di
arresto
nella
china
fatale
.
E
non
c
'
è
nemmeno
lo
stile
di
una
sottomissione
ad
una
volontà
organizzata
poiché
questa
domanda
di
controllo
sulle
fabbriche
è
stata
improvvisata
perché
non
fosse
da
una
parte
misurata
l
'
impotenza
massimalistica
e
dall
'
altra
travolta
l
'
organizzazione
privilegiata
proletaria
,
le
cui
schiere
sono
quasi
tutte
costituite
dagli
esonerati
.
L
'
esperimento
della
presa
di
possesso
è
una
cosa
ridicola
destinata
all
'
esaurimento
.
Ma
come
Nitti
intervenne
a
trattare
col
sindacato
rosso
proprio
quando
lo
sciopero
ferroviario
era
vinto
,
così
Giolitti
interviene
in
favore
del
controllo
,
quando
l
'
esperimento
della
gestione
diretta
è
fallito
.
Quando
cioè
l
'
assenteismo
del
governo
,
che
ha
lasciato
occupare
le
fabbriche
,
poteva
forse
trovare
un
'
assolutoria
nella
dura
esperienza
cui
sono
costrette
le
masse
operaie
.
L
'
intervento
dell
'
on
.
Giolitti
è
però
la
confessione
di
una
defezione
dello
Stato
e
di
una
incapacità
di
governo
.
Con
la
prima
si
subisce
l
'
esperimento
di
una
gestione
,
quando
lo
Stato
doveva
garantire
all
'
economia
nazionale
il
massimo
sforzo
per
poter
fronteggiare
il
carico
finanziario
e
correggere
il
terribile
sbilancio
commerciale
.
Con
la
seconda
si
vuole
la
resa
a
discrezione
a
chi
non
ha
altra
forza
che
la
debolezza
,
lo
smarrimento
,
la
vergognosa
esibizione
di
sottomissione
della
parte
avversa
.
Oggi
gli
industriali
debbono
decidere
.
Ma
la
libertà
,
la
possibilità
della
loro
decisione
sono
infirmate
.
L
'
on
.
Giolitti
ha
dichiarato
di
non
essere
neutrale
.
Ma
partigiano
.
E
,
quel
che
è
peggio
,
partigiano
per
incoscienza
e
per
impotenza
.
Cioè
per
servitù
.
Così
la
generazione
di
Adua
tenta
di
strangolare
la
vittoria
.
StampaQuotidiana ,
A
che
cosa
miravano
,
da
quale
motivo
erano
animati
i
barricadieri
di
Firenze
e
gl
'
incendiari
di
Trieste
nel
perpetrare
i
loro
atti
terroristici
?
Non
dal
disagio
economico
e
tanto
meno
dalla
fame
.
La
fame
e
il
disagio
economico
non
possono
più
compiere
la
loro
classica
funzione
di
cattivi
consiglieri
presso
una
classe
che
oramai
ha
raggiunto
salari
notevolmente
più
alti
del
reddito
medio
che
l
'
economia
nazionale
comporti
.
Se
fosse
il
disagio
economico
ad
alimentare
un
qualsiasi
proposito
rivoluzionario
,
prima
di
arrivare
alle
odierne
categorie
di
rivoltosi
,
esso
dovrebbe
svolgere
la
sua
attività
istigatrice
presso
infinite
altre
categorie
e
ceti
,
che
,
pur
lottando
per
i
loro
miglioramenti
,
forniscono
invece
i
contingenti
più
numerosi
e
più
volenterosi
alla
difesa
dell
'
ordine
.
Nelle
attuali
condizioni
della
economia
nazionale
,
si
comprenderebbero
più
facilmente
gli
impiegati
dello
Stato
e
gli
ufficiali
dell
'
esercito
a
dar
fuoco
agli
uffici
e
alle
caserme
,
che
non
gli
operai
incendiare
gli
opifici
e
i
contadini
devastare
i
campi
.
E
non
dal
bisogno
di
scuotere
il
giogo
di
una
opprimente
oligarchia
politica
,
ché
il
cosiddetto
regime
di
libertà
e
il
suffragio
universale
e
i
pavidi
governi
borghesi
hanno
ormai
già
finito
di
trasformare
gli
oppressi
in
oppressori
e
d
'
insediare
le
camarille
socialiste
in
buona
parte
dei
municipi
italiani
.
E
neppure
infine
dalla
fondata
speranza
di
potere
instaurare
un
ordine
nuovo
quale
esso
sia
,
ché
essi
sanno
per
prova
quanto
salda
sia
la
fedeltà
dell
'
esercito
e
quanto
deliberato
il
proposito
di
tutte
le
classi
non
esclusa
la
grande
maggioranza
di
quelle
a
cui
essi
stessi
appartengono
,
a
non
consentire
attentati
all
'
ordine
costituito
.
Or
dunque
,
né
la
necessità
,
economica
o
politica
,
né
una
grande
passione
,
per
quanto
errata
,
né
uno
scopo
ritenuto
possibile
,
se
anche
non
probabile
,
possono
invocarsi
a
giustificare
,
o
almeno
a
spiegare
,
la
furia
insurrezionale
che
si
è
venuta
determinando
in
questi
ultimi
giorni
.
Siamo
dunque
di
fronte
alla
rivolta
gratuita
,
alla
rivolta
senza
causa
e
senza
scopo
,
alla
rivolta
per
la
rivolta
.
Un
simile
atto
nel
mondo
della
delinquenza
individuale
si
chiamerebbe
un
delitto
per
brutale
malvagità
.
La
cosa
e
il
nome
non
possono
mutare
se
invece
di
uno
siano
in
mille
,
o
in
diecimila
,
a
compiere
gli
stessi
fatti
.
Ciò
che
è
avvenuto
a
Firenze
e
a
Trieste
non
merita
il
nome
di
rivoluzione
e
neppure
di
rivolta
,
ma
di
follia
criminosa
di
parossismo
delinquente
,
che
invano
si
cercherebbe
di
spiegare
con
l
'
azione
di
cause
attuali
di
qualsiasi
specie
,
ma
solo
con
l
'
azione
atavica
di
antichi
istinti
sanguinari
.
Di
fronte
ad
un
fenomeno
simile
è
assurdo
e
pericoloso
pronunziare
parole
di
pace
.
Ogni
atteggiamento
conciliatore
sarebbe
una
dedizione
,
che
darebbe
nuova
esca
al
furore
criminale
,
che
imperversa
per
le
città
e
per
le
campagne
d
'
Italia
.
Noi
rifiutiamo
di
associarci
all
'
opera
di
pacificazione
che
da
più
parti
s
'
invoca
.
Lasciamo
questo
compito
ai
politicanti
borghesi
,
abituati
a
comprare
ora
per
ora
,
a
furia
di
compromessi
e
a
prezzo
della
propria
dignità
,
il
diritto
di
vivere
,
e
ai
politicanti
socialisti
che
,
pur
fingendo
di
deplorare
gli
eccessi
,
hanno
tutto
l
'
interesse
di
mantenere
in
vita
la
criminalità
rivoluzionaria
,
per
ricattare
la
borghesia
e
consolidare
il
loro
potere
personale
.
E
lasciamo
ai
politicanti
comunisti
di
speculare
sulla
vanità
dei
crimini
odierni
,
per
gridare
la
faute
...
a
Serrati
.
Noi
,
abituati
a
dire
parole
nuove
e
ingrate
alla
vecchia
Italia
borghese
e
socialista
,
diciamo
che
ogni
tentativo
di
pacificazione
è
una
commedia
indegna
,
e
che
non
si
deve
disarmare
fino
a
che
il
nuovo
brigantaggio
che
infesta
l
'
Italia
non
sarà
distrutto
alla
radice
.
StampaQuotidiana ,
Ogni
sforzo
diretto
a
porre
fine
alla
violenza
e
a
conciliare
gli
animi
esasperati
non
può
non
essere
guardato
con
benevolenza
e
secondato
con
sincero
desiderio
di
successo
.
Ma
perché
il
successo
sia
non
apparente
,
ma
reale
e
fecondo
di
utili
risultati
per
il
Paese
,
bisogna
che
i
vantaggi
conseguiti
dalla
parte
nazionale
sulla
parte
antinazionale
,
dall
'
Italia
sull
'
antitalia
abbiano
pieno
riconoscimento
e
siano
consolidati
in
quel
nuovo
stato
di
fatto
,
che
seguirà
all
'
accordo
.
Diversamente
sarebbe
non
una
pace
,
ma
una
semplice
tregua
a
tutto
vantaggio
dei
nemici
interni
,
che
la
pusillanime
tolleranza
o
assenza
dei
governanti
aveva
resi
audaci
e
spavaldi
e
che
la
spontanea
reazione
delle
giovani
forze
nazionali
,
dopo
averli
costretti
ad
una
disperata
difensiva
,
li
ha
ridotti
a
chiedere
mercé
.
Il
Popolo
italiano
non
è
una
scolaresca
in
vacanza
,
che
dopo
avere
giocato
alla
guerra
,
si
diverte
a
stipulare
la
pace
.
La
pace
interna
deve
essere
una
cosa
seria
,
appunto
perché
la
guerra
interna
è
stata
una
cosa
triste
ed
atroce
.
Come
coi
nemici
esterni
così
coi
nemici
interni
l
'
Italia
non
può
volere
una
pace
di
compromesso
,
ma
una
pace
vittoriosa
.
Ora
una
pace
vittoriosa
all
'
interno
non
può
voler
dire
semplicemente
la
fine
della
materiale
violenza
,
ma
il
riconoscimento
pieno
ed
universale
della
supremazia
morale
dell
'
Italia
,
l
'
osservanza
per
tutti
del
culto
,
per
lo
meno
esterno
,
della
Patria
.
Se
la
fine
della
violenza
non
deve
essere
l
'
effetto
dell
'
esaurimento
fisico
delle
parti
contendenti
o
di
un
intervento
coercitivo
del
potere
pubblico
,
ma
l
'
oggetto
di
una
regolare
stipulazione
contrattuale
,
questa
non
può
avere
per
presupposto
il
diritto
ad
una
incondizionata
libertà
di
manifestare
e
di
esaltare
la
propria
idealità
,
anche
se
in
contrasto
ed
in
ispregio
con
l
'
idea
sovrana
di
Patria
.
Non
si
può
contrattare
il
rispetto
alla
bandiera
nazionale
,
mediante
il
corrispettivo
del
rispetto
alla
bandiera
rossa
.
Al
disarmo
materiale
della
parte
nazionale
deve
corrispondere
da
parte
degli
elementi
sovversivi
il
disarmo
degli
spiriti
almeno
nelle
loro
manifestazioni
esteriori
.
Ora
sono
gli
uomini
,
che
si
assumono
la
responsabilità
di
rappresentarli
,
in
grado
di
garantire
che
non
avranno
più
a
ripetersi
gli
oltraggi
alla
bandiera
nazionale
,
il
vilipendio
dell
'
esercito
,
gli
insulti
ai
combattenti
e
le
offese
alla
vittoria
italiana
,
che
già
furono
in
onore
nelle
manifestazioni
pubbliche
e
sulla
stampa
di
loro
parte
?
Di
non
permettere
più
lo
sventolio
delle
bandiere
rosse
nei
loro
municipi
e
nelle
sedi
delle
loro
organizzazioni
,
i
voti
antipatriottici
nei
loro
consessi
?
Se
sì
,
firmino
pure
l
'
accordo
e
la
pace
sarà
fatta
.
Se
no
,
è
perfettamente
inutile
che
si
reciti
la
commedia
della
pace
interna
,
mediante
la
stipulazione
di
un
regolare
protocollo
di
rappresentanti
senza
credenziali
.
È
inutile
,
perché
la
violenza
,
non
potrà
mai
essere
eliminata
finché
permangono
le
provocazioni
alla
violenza
.
Noi
non
possiamo
ammettere
che
i
simboli
della
Patria
,
come
la
bandiera
nazionale
,
e
gli
organi
essenziali
della
Patria
,
come
l
'
esercito
,
siano
identificati
ai
simboli
e
agli
organi
di
un
partito
e
quindi
equiparati
,
nel
mutuo
rispetto
e
nella
mutua
tolleranza
,
ai
simboli
e
agli
organi
di
un
altro
partito
,
che
disconosce
la
Patria
in
tutti
i
suoi
attributi
e
in
tutti
i
suoi
simboli
.
Perciò
un
accordo
per
la
pacificazione
non
può
avere
per
oggetto
che
o
la
garanzia
dei
capi
socialisti
dell
'
ossequio
da
parte
dei
loro
seguaci
alle
forme
e
agli
istituti
che
incarnano
e
simboleggiano
la
maestà
della
Patria
;
o
l
'
impegno
da
parte
degli
stessi
capi
di
consentire
acché
lo
Stato
reprima
fermamente
,
anche
,
se
occorre
,
mercé
nuovi
provvedimenti
legislativi
,
ogni
forma
di
vilipendio
alla
Patria
e
ogni
offesa
alla
coscienza
nazionale
.
StampaQuotidiana ,
Mentre
a
Roma
si
tratta
,
a
Bologna
,
cioè
nella
culla
del
fascismo
e
dove
il
fascismo
conserva
ancora
intatto
lo
spirito
delle
sue
origini
,
si
rivendica
il
carattere
di
pura
ed
energica
resistenza
nazionale
del
movimento
fascista
e
si
proclama
l
'
assoluta
impossibilità
per
il
fascismo
,
in
quanto
forza
spontaneamente
e
direttamente
espressa
dalle
viscere
della
società
italiana
per
supplire
alla
negligenza
dello
Stato
,
a
salvaguardia
dei
suoi
caratteri
nazionali
,
di
venire
a
diretto
contatto
con
le
forze
antinazionali
e
di
collaborare
,
sia
pure
accidentalmente
con
esse
,
ad
un
'
opera
di
apparente
pacificazione
.
A
nessuno
può
sfuggire
l
'
importanza
di
una
tale
declinatoria
delle
cosidette
trattative
di
pace
,
fatta
non
soltanto
dall
'
organizzazione
fascista
più
autentica
e
combattiva
,
ma
fatta
anche
in
nome
dei
principii
più
essenziali
del
fascismo
e
di
un
interesse
altissimo
,
che
non
solo
trascende
la
latta
delle
fazioni
,
ma
respinge
energicamente
per
proprio
conto
il
carattere
fazioso
che
si
vorrebbe
attribuire
all
'
azione
fascista
.
È
in
sostanza
una
pregiudiziale
assai
grave
,
che
le
organizzazioni
emiliane
-
romagnole
riunite
a
congresso
muovono
ai
tentativi
di
pacificazione
.
Questi
tentativi
esse
dicono
muovono
dal
presupposto
che
la
lotta
cruenta
che
ora
si
combatte
è
opera
di
due
fazioni
egualmente
dannose
all
'
interesse
nazionale
,
perché
entrambe
le
fazioni
si
sono
poste
volontariamente
fuori
della
legge
e
in
egual
modo
disconoscono
l
'
autorità
dello
Stato
.
Ora
il
fascismo
non
può
in
alcun
modo
rinunziare
a
ciò
che
costituisce
la
sua
stessa
ragion
d
'
essere
e
che
apparve
nitidamente
a
tutti
al
momento
della
sua
origine
:
e
cioè
che
il
fascismo
non
è
un
fenomeno
classista
,
che
spieghi
un
'
azione
di
ostilità
offensiva
contro
altre
espressioni
di
interessi
classisti
,
nei
quali
si
scompone
l
'
unità
dello
spirito
nazionale
,
ma
è
l
'
espressione
integrale
di
questo
,
in
quanto
assume
una
funzione
di
resistenza
alle
sopraffazioni
delle
forze
centrifughe
,
che
vorrebbero
dilaniarlo
e
dissolverlo
;
che
il
fascismo
,
insomma
,
non
è
una
fazione
in
contrasto
con
altre
fazioni
dentro
lo
Stato
e
al
disopra
dello
Stato
,
ma
un
fattore
di
conservazione
nazionale
,
che
si
sprigiona
direttamente
dalle
intime
latebre
della
società
nazionale
,
quando
la
funzione
protettiva
dello
Stato
le
è
venuta
meno
.
Esso
quindi
non
può
ritrarsi
dalla
sua
posizione
di
battaglia
,
finché
lo
Stato
non
venga
a
rilevarlo
:
è
l
'
esercito
irregolare
,
che
ha
occupato
alcune
posizioni
e
le
difende
strenuamente
dai
contrattacchi
nemici
,
finché
non
intervenga
l
'
esercito
regolare
a
disimpegnarlo
e
a
prendere
il
suo
posto
.
Trattare
col
nemico
,
prima
che
questo
momento
sia
giunto
,
sarebbe
un
tradimento
.
Accedere
alle
trattative
significa
porsi
volontariamente
sullo
stesso
piano
dei
socialisti
,
cioè
ammettere
di
essere
una
fazione
fra
le
altre
e
disconoscere
,
come
le
altre
,
l
'
autorità
dello
Stato
,
che
è
in
se
stessa
e
dovrà
alla
fine
,
contro
tutte
le
paure
e
le
esitazioni
dei
governanti
,
essere
riconosciuta
da
tutti
sovrana
.
Le
trattative
rappresentano
quindi
una
insidia
:
il
loro
vero
scopo
non
sarebbe
quello
di
raggiungere
sinceramente
la
pacificazione
,
quanto
quello
di
compromettere
il
fascismo
e
fargli
perdere
la
coscienza
del
suo
vero
compito
politico
insieme
con
la
coscienza
della
sua
superiorità
morale
.
Ora
a
meno
che
non
si
possa
dimostrare
che
,
contro
la
stringente
efficacia
di
queste
eccezioni
pregiudiziali
,
sussiste
la
necessità
di
più
impellenti
ragioni
di
opportunità
politica
,
sì
da
poter
loro
contrapporre
efficacemente
un
cave
a
consequentiariis
,
dobbiamo
convenire
che
gli
argomenti
addotti
dal
Congresso
emiliano
-
romagnolo
non
potranno
non
produrre
una
forte
impressione
ed
esercitare
una
notevole
influenza
sulle
trattative
in
corso
.
StampaQuotidiana ,
Il
cosidetto
trattato
di
pace
siamo
dolenti
e
soddisfatti
nel
medesimo
tempo
di
applicare
questo
termine
di
politica
internazionale
ad
un
fatto
di
politica
interna
fra
fascisti
e
socialisti
è
un
fatto
compiuto
.
I
negoziatori
sotto
l
'
esperta
e
sapiente
guida
del
Presidente
della
Camera
hanno
dovuto
superare
non
poche
difficoltà
per
concluderlo
,
difficoltà
dipendenti
non
tanto
dal
contenuto
del
modus
vivendi
concreto
che
si
cercava
di
stabilire
,
quanto
dalla
posizione
di
disagio
morale
e
politico
,
in
cui
ciascuna
delle
parti
veniva
a
trovarsi
per
il
fatto
di
essersi
messa
a
contatto
dell
'
altra
,
sopra
uno
stesso
piano
morale
e
politico
.
Specialmente
nell
'
implicito
riconoscimento
della
qualità
di
belligerante
della
parte
fascista
,
presupponeva
in
questa
parte
un
tale
spirito
di
sacrificio
e
di
rinunzia
alla
superiore
posizione
di
fattore
politico
operante
non
in
senso
partigiano
ma
nazionale
,
che
non
tutti
erano
disposti
a
sopportare
e
che
le
organizzazioni
emiliane
-
romagnole
esplicitamente
respingevano
.
Ma
queste
pregiudiziali
di
amor
proprio
politico
,
furono
superate
dalle
più
evidenti
necessità
d
'
ordine
generale
,
che
prevalsero
nella
valutazione
dei
capi
fascisti
;
e
noi
,
che
pure
abbiamo
dato
perché
il
problema
fosse
integrato
in
tutti
i
suoi
elementi
il
massimo
rilievo
a
quelle
pregiudiziali
di
carattere
morale
,
non
possiamo
non
compiacercene
.
Così
pure
non
abbiamo
alcuna
difficoltà
di
dare
atto
all
'
on
.
Mussolini
che
il
movimento
fascista
sia
stato
da
lui
fondato
il
22
marzo
1919
e
non
abbia
avuto
la
sua
culla
a
Bologna
dopo
quella
data
come
noi
avevamo
scritto
sebbene
fosse
evidente
che
noi
con
quella
espressione
non
abbiamo
inteso
alludere
all
'
atto
di
nascita
in
senso
cronologico
del
fascismo
,
ma
all
'
origine
della
sua
forza
politica
,
la
quale
senza
dubbio
meglio
si
sviluppò
e
si
affermò
in
quelle
regioni
dove
l
'
opera
di
spossessamento
dello
Stato
da
parte
del
socialismo
era
stata
compiuta
quasi
totalmente
.
Oggi
che
il
trattato
di
pace
è
stato
firmato
dobbiamo
porne
in
rilievo
gli
aspetti
buoni
e
valorizzarne
la
portata
nazionale
,
la
quale
pure
esiste
,
e
potrà
essere
tanto
più
efficiente
,
quanto
più
diventerà
chiara
nella
coscienza
pubblica
e
soprattutto
in
quella
parte
di
essa
,
che
avendo
una
più
squisita
sensibilità
patriottica
,
è
maggiormente
portata
ad
assumere
un
atteggiamento
di
risoluta
intransigenza
.
Questo
non
sminuisce
affatto
il
valore
delle
riserve
che
abbiamo
già
fatte
:
fuori
di
queste
,
il
valore
politico
del
trattato
consiste
,
secondo
noi
,
in
due
punti
essenziali
,
che
del
resto
sono
stati
assai
bene
illustrati
dall
'
on
.
Mussolini
nella
sua
recente
intervista
.
Innanzi
tutto
sta
il
fatto
che
il
trattato
separa
nettamente
l
'
azione
dei
socialisti
da
quella
dei
comunisti
.
Tale
separazione
già
esisteva
all
'
interno
,
ora
essa
comincia
ad
apparire
e
ad
operare
anche
verso
l
'
esterno
.
Con
ciò
non
si
vuol
intendere
che
lo
spirito
del
socialismo
si
sia
essenzialmente
modificato
;
sarebbe
una
illusione
il
credere
che
il
partito
socialista
da
antinazionale
sia
diventato
nazionale
,
per
il
semplice
fatto
del
Trattato
.
Ma
soltanto
che
l
'
atteggiamento
antinazionale
dei
socialisti
tende
a
differenziarsi
da
quello
dei
comunisti
:
il
che
però
potrà
avere
il
risultato
pratico
di
rendere
meno
difficile
il
compito
di
repressione
dello
Stato
quando
una
volontà
dello
Stato
sia
per
sorgere
contro
le
violenze
comuniste
.
La
solidarietà
antinazionale
dei
socialisti
coi
comunisti
malgrado
tutte
le
riserve
dell
'
on
.
Modigliani
in
nome
dell
'
internazionalismo
non
può
non
ricevere
un
forte
colpo
dal
Trattato
,
che
esclude
i
comunisti
.
Rimane
sempre
un
lato
oscuro
:
ed
è
nelle
conseguenze
che
tra
i
socialisti
,
che
i
comunisti
accusano
di
«
conversione
alla
vigliaccheria
»
,
potrebbero
avere
un
eventuale
inasprimento
di
lotta
tra
fascisti
e
comunisti
o
un
'
azione
decisamente
repressiva
dello
Stato
.
Il
secondo
punto
degno
di
rilievo
,
dal
punto
di
vista
nazionale
,
è
che
il
trattato
attesta
la
volontà
di
por
termine
alla
funzione
contingente
e
diciamo
pure
rivoluzionaria
del
fascismo
e
di
iniziare
lo
svolgimento
di
un
'
attività
politica
più
normale
e
nazionale
in
senso
positivo
.
Intendiamoci
,
non
già
che
il
trattato
segni
concretamente
il
passaggio
dall
'
azione
diretta
all
'
azione
politica
e
rigidamente
legalitaria
del
fascismo
.
Questo
non
si
ottiene
per
via
di
decreti
,
ma
per
via
di
evoluzione
storica
,
la
quale
non
può
essere
affrettata
che
entro
limiti
assai
modesti
.
Tuttavia
l
'
affermare
pubblicamente
che
questa
volontà
esiste
e
il
consacrarla
in
un
documento
solenne
è
già
un
contribuire
efficacemente
a
che
essa
si
realizzi
.
Il
trattato
,
insomma
,
esprime
non
soltanto
la
speranza
,
ma
il
proposito
che
il
fascismo
da
fattore
contingente
,
che
ha
compiuto
mirabilmente
la
sua
funzione
in
un
momento
eccezionale
della
vita
del
paese
,
diventi
un
fattore
politico
normale
,
un
elemento
di
propulsione
di
politica
nazionale
in
una
vita
politica
ricostituita
.
Ora
il
nazionalismo
,
che
ha
validamente
sostenuto
il
fascismo
nel
periodo
più
turbolento
della
sua
vita
,
che
gli
è
stato
accanto
anche
in
momenti
più
difficili
della
sua
attività
anche
quando
tutti
coloro
che
lo
avevano
esaltato
cominciavano
a
disertare
la
causa
;
il
nazionalismo
,
che
pure
attraverso
gli
atteggiamenti
estremisti
ed
eccessivi
che
il
fascismo
era
stato
costretto
assumere
,
aveva
saputo
distinguere
quanto
di
serio
e
di
solido
politicamente
vi
era
nella
sostanza
di
questo
improvvisato
movimento
;
non
può
non
affrettare
coi
suoi
voti
la
trasformazione
di
esso
in
un
fattore
permanente
della
politica
normale
del
nostro
Paese
.
Fuori
degli
atteggiamenti
esteriori
diversi
,
che
le
contingenze
eccezionali
possono
aver
consigliato
all
'
uno
e
all
'
altro
di
assumere
,
il
fondamento
dei
due
movimenti
politici
non
potrà
non
risultare
in
luce
più
viva
,
quando
la
normalità
della
vita
politica
italiana
sarà
pienamente
ristabilita
.
StampaQuotidiana ,
Il
trattato
della
pacificazione
che
doveva
mettere
d
'
accordo
il
fascismo
e
il
socialismo
,
non
solo
non
ha
raggiunto
questo
risultato
,
ma
minaccia
di
raggiungerne
un
altro
affatto
diverso
ed
opposto
:
quello
di
dividere
il
fascismo
.
In
verità
i
fascisti
non
sono
divisi
da
un
diverso
proposito
di
eseguire
o
non
eseguire
il
trattato
,
giacché
il
trattato
,
in
quanto
i
fascisti
anche
in
passato
non
furono
mai
gli
iniziatori
ed
i
provocatori
della
violenza
,
ma
contennero
la
loro
azione
soltanto
sul
terreno
della
offensiva
e
della
necessaria
controffensiva
,
era
stato
da
essi
osservato
anche
prima
che
fosse
stipulato
ed
ha
continuato
ad
esserlo
dopo
.
L
'
opinione
fascista
è
invece
divisa
da
un
'
opposta
valutazione
della
convenienza
politica
del
trattato
medesimo
.
Noi
non
intendiamo
entrare
nel
merito
del
presente
dissidio
e
tanto
meno
erigerci
a
giudici
fra
le
due
tendenze
:
dei
concordatori
e
degli
anticoncordatori
.
Riconosciamo
che
vi
sono
ragioni
per
sostenere
tanto
l
'
uno
che
l
'
altro
punto
di
vista
,
ma
riconosciamo
altresì
che
la
necessità
di
mantenere
integra
l
'
unità
del
movimento
fascista
supera
di
gran
lunga
i
singoli
motivi
di
divisione
.
Durante
le
trattative
,
noi
abbiamo
fatto
presente
,
con
scrupolosa
esattezza
tutte
le
ragioni
che
,
a
nostro
avviso
,
stavano
contro
il
fatto
stesso
della
stipulazione
del
trattato
,
indipendentemente
dal
suo
eventuale
contenuto
.
Ragioni
che
potevano
riassumersi
in
queste
tre
fondamentali
eccezioni
di
carattere
pregiudiziale
:
implicito
disconoscimento
del
dovere
elementare
,
da
parte
dello
Stato
,
di
non
abbandonare
all
'
iniziativa
e
all
'
azione
dei
singoli
partiti
o
fazioni
,
il
compito
di
tutelare
l
'
ordine
pubblico
,
che
deve
invece
restare
di
esclusiva
competenza
dello
Stato
sovrano
;
implicito
riconoscimento
del
monopolio
della
rappresentanza
degli
interessi
sindacali
e
dell
'
organizzazione
della
classe
lavoratrice
da
parte
dei
socialisti
;
implicita
alterazione
del
carattere
puramente
nazionale
,
non
fazioso
e
antisovversivo
,
del
fascismo
.
Con
l
'
accordo
diretto
,
fuori
dello
Stato
,
infatti
,
il
fascismo
non
solo
disconosceva
quello
che
aveva
sempre
affermato
,
che
cioè
lo
Stato
aveva
il
preciso
dovere
di
reprimere
prontamente
ed
energicamente
ogni
tentativo
diretto
a
sovvertire
ed
a
turbare
l
'
ordine
nazionale
,
ma
veniva
a
porsi
sullo
stesso
terreno
dei
socialisti
,
cioè
di
una
fazione
che
pretende
di
agire
fuori
dello
Stato
e
fuori
dell
'
ordine
nazionale
,
ed
inoltre
riconosceva
questi
ultimi
come
i
legittimi
e
naturali
rappresentanti
degli
interessi
delle
classi
lavoratrici
,
avulsi
da
quelli
della
Nazione
.
Ma
di
fronte
a
questi
motivi
d
'
ordine
ideale
,
a
trattato
firmato
,
abbiamo
tenuto
a
mettere
in
rilievo
i
vantaggi
d
'
ordine
pratico
,
che
il
trattato
stesso
avrebbe
potuto
apportare
,
e
cioè
:
primo
,
la
chiara
dimostrazione
del
vivo
desiderio
della
parte
fascista
di
raggiungere
la
pace
civile
,
anche
a
costo
del
sacrificio
dei
proprii
interessi
di
partito
;
secondo
,
la
facilitazione
del
compito
del
Governo
d
'
intervenire
finalmente
a
rintuzzare
la
tracotanza
degli
elementi
antinazionali
.
Senonché
oggi
noi
crediamo
che
l
'
opportunità
di
una
tale
polemica
sia
stata
superata
dai
fatti
.
Essa
oggi
non
avrebbe
tanto
lo
scopo
di
chiarire
l
'
atteggiamento
da
assumere
di
fronte
agli
avversari
,
quanto
quello
di
rincrudire
i
motivi
di
divisione
e
di
dissidio
nel
campo
fascista
.
A
che
pro
infatti
,
discutere
se
il
trattato
sia
stato
un
accorgimento
o
un
errore
,
un
bene
o
un
male
,
quando
il
trattato
di
fatto
più
non
esiste
?
Per
quanto
discusso
e
bistrattato
nel
campo
fascista
,
il
trattato
era
stato
sostanzialmente
osservato
dai
fascisti
;
era
stato
osservato
,
anche
se
non
da
tutti
riconosciuto
,
perché
,
per
osservarlo
,
i
fascisti
non
avevano
che
da
continuare
nella
attitudine
che
avevano
ancora
prima
osservata
.
Dalla
parte
socialista
invece
il
trattato
non
solo
fu
materialmente
violato
,
ma
fu
anche
formalmente
denunciato
.
Mentre
i
fascisti
facevano
parole
,
i
socialisti
facevano
fatti
.
Mentre
gli
uni
imprecavano
al
trattato
,
gli
altri
lo
infrangevano
e
lo
proclamavano
irrito
e
nullo
.
Se
così
stanno
le
cose
,
la
condotta
dei
fascisti
ci
sembra
chiara
e
semplice
:
innanzi
tutto
por
termine
alla
polemica
sulla
convenienza
del
trattato
:
polemica
inattuale
e
inopportuna
,
che
non
ha
più
lo
scopo
di
evitare
il
fatto
puramente
formale
della
stipulazione
del
trattato
,
oramai
irrevocabile
,
e
non
può
avere
neppure
lo
scopo
di
sottrarli
all
'
esecuzione
di
obblighi
onerosi
e
senza
corrispettivi
,
dal
momento
che
essi
sono
stati
liberati
da
ogni
obbligo
dalla
inadempienza
e
dalla
formale
denuncia
dell
'
altra
parte
contraente
;
ma
che
viceversa
può
avere
il
risultato
funesto
di
approfondire
una
divisione
che
deve
essere
a
tutti
i
costi
evitata
.
In
secondo
luogo
dare
atto
ai
socialisti
della
loro
condotta
contraria
al
trattato
e
prendere
atto
dell
'
avvenuta
denuncia
e
reclamare
energicamente
dallo
Stato
,
che
ciò
che
non
si
è
potuto
ottenere
per
via
d
'
accordi
,
si
ottenga
,
più
onestamente
e
più
legittimamente
,
per
opera
del
suo
doveroso
intervento
.
Così
le
cose
,
dopo
un
esperimento
che
nella
sua
artificiosa
costruzione
ha
avuto
pure
il
merito
di
dimostrare
la
buona
volontà
della
parte
nazionale
,
saranno
rimesse
sul
loro
naturale
terreno
:
il
terreno
dell
'
ordine
giuridico
e
politico
normale
,
nel
quale
l
'
autorità
dello
Stato
deve
imperare
sovrana
e
colpire
tutti
i
tentativi
diretti
a
sovvertire
gli
ordinamenti
costituzionali
,
a
violare
la
libertà
di
lavoro
,
a
distruggere
le
istituzioni
nazionali
.
Anziché
perseverare
in
una
lotta
intestina
,
che
non
giova
alla
loro
vigorosa
azione
contro
i
nemici
interni
della
Patria
,
i
fascisti
devono
ancora
una
volta
mettere
in
mora
il
Governo
perché
compia
intero
il
suo
dovere
contro
costoro
,
se
non
vuole
che
la
violenza
fascista
si
sostituisca
al
suo
legittimo
potere
coercitivo
,
nell
'
interesse
della
Nazione
.
StampaQuotidiana ,
Gli
uomini
che
dirigono
il
movimento
fascista
hanno
reso
stamane
un
grande
servizio
alla
Nazione
.
Sta
di
fatto
che
oggi
il
tema
del
trattato
di
pace
,
stipulato
fra
il
gruppo
parlamentare
fascista
per
conto
anche
di
tutte
le
più
attive
forze
nazionali
e
il
gruppo
parlamentare
socialista
anch
'
esso
rappresentante
indiretto
di
una
vasta
massa
,
in
cui
confluivano
le
correnti
sovversive
del
Paese
non
costituisce
più
un
motivo
di
dibattiti
veramente
importanti
,
e
non
può
costituire
un
degno
motivo
di
scissioni
o
di
divergenze
veramente
giustificate
.
Suscettibile
come
sono
,
in
fondo
,
tutte
le
cose
umane
di
critiche
e
di
osservazioni
fondate
,
al
momento
in
cui
esso
fu
stipulato
,
è
entrato
ormai
nella
vita
stessa
della
Nazione
e
appartiene
al
passato
:
al
passato
da
cui
è
sorta
l
'
odierna
situazione
politica
,
profondamente
differente
e
certo
assai
migliore
di
quella
che
preoccupava
le
coscienze
all
'
indomani
delle
elezioni
generali
.
Per
questa
ragione
,
è
perfettamente
onesto
e
giusto
e
non
è
per
nulla
,
come
qualche
avversario
in
malafede
sussurra
,
ipocrita
reticenza
il
fatto
che
oggi
su
questo
passato
non
si
discuta
più
,
e
si
evitino
dissensi
e
recriminazioni
inutili
,
sterili
,
dannose
.
Ed
è
altrettanto
onesto
e
giusto
che
nell
'
odierno
congresso
fascista
le
principali
discussioni
vengano
impostate
sulle
direttive
dell
'
azione
avvenire
,
che
sulle
sorti
del
movimento
avranno
una
così
grande
influenza
,
invece
che
sulle
vicende
passate
.
Ma
è
altresì
vero
che
questo
superamento
delle
più
sterili
divergenze
,
compiuto
per
affrontare
in
pieno
la
realtà
della
situazione
odierna
,
dimostra
una
vera
superiorità
spirituale
del
movimento
fascista
su
gli
altri
partiti
,
le
cui
discussioni
difficilmente
escono
dal
chiuso
dei
più
gretti
personalismi
e
delle
più
vane
recriminazioni
.
Questa
superiorità
spirituale
,
certamente
provocata
dalla
coscienza
di
consapevolmente
servire
un
altissimo
interesse
,
quale
è
quello
della
Patria
,
siamo
certi
si
manterrà
nelle
discussioni
imminenti
,
in
cui
le
direttive
del
fascismo
saranno
determinate
.
La
funzione
politica
del
fascismo
,
che
primo
è
riuscito
ad
inquadrare
le
grandi
masse
in
un
'
azione
politica
schiettamente
nazionale
,
è
di
enorme
importanza
,
e
di
un
valore
assolutamente
decisivo
per
l
'
avvenire
del
Paese
.
Per
questo
,
oggi
tutte
le
coscienze
puramente
italiane
seguono
con
cuore
trepidante
le
sorti
dell
'
adunata
fascista
e
le
modalità
attraverso
le
quali
il
nuovo
partito
,
l
'
immancabile
caposaldo
di
tutte
le
concentrazioni
di
forze
essenzialmente
nazionali
,
vi
si
definisce
e
vi
si
concreta
.
Noi
esprimiamo
l
'
augurio
,
col
più
fervido
cuore
,
che
il
Partito
Nazionale
Fascista
,
attraverso
il
quale
le
masse
dei
combattenti
vittoriosi
,
e
dei
più
attivi
lavoratori
,
potranno
inquadrarsi
sotto
la
bandiera
della
Patria
,
ed
accanto
al
quale
il
movimento
nazionalista
,
con
le
sue
caratteristiche
dottrinali
e
intellettuali
di
lucida
e
chiaroveggente
minoranza
,
può
intensamente
agire
,
sorga
dalle
odierne
discussioni
romane
quanto
mai
forte
,
compatto
,
sostanzialmente
fuso
su
alcune
chiarissime
direttive
essenziali
,
che
ne
faciliteranno
l
'
opera
utile
e
necessaria
.
La
crisi
politica
italiana
,
che
dura
dal
giorno
in
cui
tacque
e
si
spense
l
'
attività
di
una
Destra
nazionale
,
si
potrà
così
avviare
verso
il
suo
componimento
:
verso
un
più
stabile
equilibrio
dei
partiti
,
che
assicuri
alla
Nazione
la
continuità
dell
'
opera
necessaria
a
raggiungere
i
fini
essenziali
di
sviluppo
e
di
espansione
.
Su
questa
linea
,
è
stato
mosso
oggi
,
nel
mausoleo
di
Augusto
,
un
passo
di
cospicua
importanza
.
L
'
attiva
e
consapevole
coscienza
nazionale
che
anima
i
duci
del
fascismo
farà
sì
che
altri
se
ne
compiranno
in
questi
giorni
,
affinché
il
nuovo
Partito
divenga
veramente
uno
dei
capisaldi
essenziali
della
ricostruzione
nazionale
.
StampaQuotidiana ,
...
E
quest
'
altro
era
stato
appunto
un
mandolinista
.
Cioè
aveva
,
fino
al
giorno
della
chiamata
alle
armi
,
girato
la
manovella
di
un
organino
per
le
vie
di
non
so
quale
città
,
cantando
le
canzonette
di
Piedigrotta
.
Nella
compagnia
non
era
ben
veduto
;
anzi
lo
sfuggivano
,
lo
deridevano
,
ed
egli
se
ne
stava
in
disparte
,
mogio
e
umile
,
come
un
cane
frustato
.
C
'
era
il
caporale
che
sapeva
dell
'
armonioso
epiteto
onde
la
gente
tedesca
suole
amorevolmente
gratificarci
e
ne
parlava
ai
compagni
:
quell
'
uomo
lì
,
che
non
veniva
,
come
loro
,
dal
campo
o
dall
'
officina
,
avvalorava
con
la
sua
presenza
l
'
ingiuria
straniera
,
quasi
li
disonorava
;
aveva
fatto
coi
suoi
venti
anni
per
le
vie
della
città
,
l
'
ozioso
e
il
vizioso
.
Lo
sfuggivano
,
lo
deridevano
,
lo
disprezzavano
.
Se
una
sera
avesse
cantato
una
serenata
alla
luna
,
in
un
momento
di
tenerezza
e
di
nostalgia
,
forse
lo
avrebbero
sollevato
su
le
braccia
,
a
fargli
festa
;
ma
egli
si
rinchioccioliva
su
la
pietra
dove
lo
lasciavano
,
a
ruminare
il
pasto
col
muso
nella
gamella
,
e
non
suonava
e
non
cantava
e
la
sera
se
ne
stava
a
guardare
la
punta
della
baionetta
,
intontito
,
come
non
si
accorgesse
dei
compagni
che
10
attorniavano
.
Vizioso
,
ozioso
e
orso
.
Non
reggeva
alla
fatica
,
rimaneva
indietro
nelle
marce
faticose
,
lo
perdevan
di
vista
negli
ardimentosi
inerpicamenti
:
arrivava
alla
meta
,
quando
gli
altri
riposavano
,
trafelato
,
bianco
.
Oh
,
andasse
alle
retrovie
,
andasse
,
a
dare
il
fieno
ai
cavalli
o
a
piantarsi
a
guardia
di
un
ponte
su
la
ferrovia
!
Non
era
un
bravo
tiratore
,
non
sapeva
distinguersi
in
niente
,
non
era
morto
,
non
era
mai
stato
ferito
.
Oh
,
che
stava
a
farci
?
Stava
a
salvare
il
suo
colonnello
.
Un
giorno
il
colonnello
era
salito
su
un
rialto
e
ispezionava
con
il
binocolo
la
valletta
irta
ad
ogni
passo
di
trappole
.
Egli
era
solo
perché
era
rimasto
appunto
dietro
agli
altri
e
poté
vederlo
.
E
poté
anche
sentire
tra
le
fratte
il
fruscio
come
di
un
branco
di
capre
che
si
inerpicasse
.
Era
un
branco
di
uomini
che
sgusciava
carponi
verso
il
colonnello
.
Gridò
:
Colonnè
!
Il
colonnello
non
si
volse
.
Guardava
lontano
un
movimento
di
salmerie
che
giravano
il
costone
e
si
perdevano
nel
bosco
.
Colonnè
,
colonnè
!
E
balzò
pel
dirupo
,
col
fiato
ai
denti
.
Colonnè
...
Un
proiettile
lo
mandò
riverso
tra
i
cespugli
.
Il
colonnello
allora
si
volse
,
ma
gli
assalitori
gli
furon
tutti
addosso
.
Cinque
.
Egli
ne
mandò
due
rotoloni
per
il
precipizio
,
con
due
colpi
di
rivoltella
.
Contro
gli
altri
tre
che
lo
ghermivano
,
che
lo
colpivano
,
che
lo
predavano
,
si
difendeva
corpo
a
corpo
,
disperatamente
.
Più
debole
e
solo
,
egli
era
in
posizione
più
forte
,
sul
rialto
:
i
nemici
rotolavano
ai
suoi
piedi
,
bestialmente
.
E
il
soldato
umile
,
di
colpo
,
con
un
balzo
felino
,
piombò
sui
predoni
;
non
era
morto
,
non
era
nemmeno
ancora
ferito
.
Si
lavorò
di
rivoltella
,
di
baionetta
,
di
coltello
(
anche
di
coltello
,
sì
)
e
il
soldato
ebbe
il
ventre
squarciato
da
una
lama
corta
.
Un
grido
venne
dall
'
alto
,
un
gran
grido
che
parve
la
voce
di
tutto
un
drappello
:
i
predoni
,
arrancando
,
fuggirono
.
Egli
,
il
soldato
inutile
,
si
ritrovò
supino
a
terra
.
Si
volse
:
anche
il
colonnello
per
terra
.
E
nel
silenzio
un
rantolo
.
Suo
o
del
colonnello
?
Si
prese
il
fardello
sulle
spalle
e
seguitò
la
via
della
montagna
.
Il
suo
Calvario
.
E
cadde
sotto
il
carico
doloroso
e
si
rialzò
:
sfinito
,
con
le
ginocchia
sciolte
,
col
petto
caldo
del
proprio
sangue
,
con
le
reni
calde
del
sangue
dell
'
altro
.
Venne
in
suo
soccorso
un
alpino
,
quegli
che
aveva
gridato
ed
era
parso
il
suo
grido
la
voce
di
una
moltitudine
.
Era
uno
solo
.
Lo
liberò
dal
carico
e
lo
lasciò
per
terra
.
Sarebbe
tornato
a
prendere
anche
lui
.
Infatti
tornò
e
lo
trovò
disteso
sul
ventre
,
con
le
braccia
aperte
,
simile
a
un
gran
crocefisso
abbattuto
.
Sentì
il
compagno
che
gli
passava
le
mani
sotto
il
petto
per
sollevarlo
,
e
levando
un
braccio
e
lasciandolo
ricadere
gli
fece
cenno
giù
verso
la
valle
.
A
un
centinaio
di
metri
c
'
erano
i
tre
austriaci
,
uno
innanzi
l
'
altro
distesi
al
suolo
nella
stessa
giacitura
,
come
tronchi
divelti
da
un
'
ala
di
raffica
.
Uno
dopo
l
'
altro
li
aveva
abbattuti
con
tre
colpi
di
fucile
.
Avevan
derubato
il
colonnello
:
andasse
a
spogliarli
.
Egli
lo
avrebbe
aspettato
.
Ma
non
poté
aspettarlo
.
Mandolinista
!
Sono
questi
,
o
nemico
,
i
mandolinisti
d
'
Italia
!
StampaQuotidiana ,
Fra
pochi
giorni
avranno
principio
i
lavori
per
l
'
apertura
del
secondo
tratto
di
via
Roma
e
anzi
a
cominciare
l
'
opera
è
fissata
in
maniera
certa
la
data
del
venti
settembre
.
Con
un
migliore
auspicio
e
in
un
giorno
tanto
bene
augurale
non
potrebbero
avere
inizio
le
demolizioni
che
non
dubitiamo
continueranno
alacri
,
e
senza
interruzioni
.
Si
voleva
dalle
autorità
municipali
dare
un
'
inconsueta
forma
solenne
alla
inaugurazione
delle
nuove
opere
edili
di
abbellimento
e
di
risanamento
ed
erano
state
stanziate
L
.
1.000
per
la
celebrazione
;
abbandonato
il
progetto
di
tale
solenne
inaugurazione
,
la
Giunta
comunale
ha
deliberato
su
proposta
del
sindaco
comm
.
Tagliavia
,
di
devolvere
in
favore
del
Comitato
di
difesa
civile
le
lire
mille
stanziate
per
la
celebrazione
della
festa
e
l
'
esempio
è
stato
subito
seguito
ammirevolmente
dall
'
impresa
assuntrice
dei
lavori
nella
cui
rappresentanza
l
'
ing
.
Rutelli
è
venuto
negli
uffici
del
nostro
giornale
,
consegnandoci
lire
duemila
che
noi
abbiamo
consigliato
avessero
la
stessa
destinazione
della
somma
versata
dai
poteri
municipali
.
Suppliscano
degnamente
i
privati
alla
grandiosità
della
cerimonia
e
in
ogni
modo
rendano
palesi
i
loro
schietti
sentimenti
di
italianità
;
noi
pensiamo
che
l
'
iniziativa
privata
deve
far
tutto
e
operare
il
miracolo
di
adornare
e
pavesare
la
città
in
maniera
degnissima
della
solenne
ricorrenza
.
E
resti
essa
veramente
nella
memoria
dei
palermitani
,
segnando
sotto
i
suoi
fausti
auspici
l
'
inizio
di
quei
lavori
del
secondo
tronco
di
via
Roma
tanto
desiderati
,
tanto
promessi
e
perseguitati
ad
ogni
ora
da
un
rinvio
o
da
un
procrastinamento
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
sera
,
qualche
minuto
prima
delle
ventidue
,
mentre
in
redazione
eravamo
intenti
al
nostro
consueto
lavoro
,
una
forte
detonazione
avvenuta
nell
'
entrata
del
nostro
ufficio
ci
fece
accorrere
subitamente
verso
il
luogo
dal
quale
proveniva
lo
scoppio
.
Le
scale
erano
piene
di
un
intenso
fumo
e
l
'
aria
ammorbata
da
un
odore
acre
:
molti
vetri
erano
andati
in
frantumi
.
Sul
luogo
dello
scoppio
abbiamo
trovato
una
gabbia
di
rete
metallica
,
formata
con
grossi
fili
,
dentro
la
quale
era
chiusa
una
bottiglia
di
vetro
rivestita
di
gesso
e
calce
,
che
conteneva
evidentemente
della
polvere
nera
.
Oltre
i
vetri
rotti
di
cui
abbiamo
detto
,
non
c
'
è
da
lamentare
nessun
altro
danno
.
Lo
scoppio
fu
così
violento
da
essere
inteso
da
diversi
punti
della
città
e
sul
fatto
corsero
le
voci
più
disparate
così
che
anche
i
pompieri
,
ignorandone
l
'
entità
,
si
affrettarono
ad
accorrere
prontamente
.
All
'
attentato
non
è
il
caso
di
annettere
un
'
importanza
superiore
alla
sua
portata
e
non
ci
turba
menomamente
nell
'
assolvimento
del
nostro
compito
né
ci
fa
allontanare
dalla
nostra
rigida
linea
di
condotta
.
Noi
abbiamo
segnata
la
nostra
meta
e
da
essa
nulla
ci
farà
mai
discostare
;
noi
stiamo
al
posto
di
combattimento
per
celebrare
le
virtù
della
nostra
razza
,
per
augurare
il
trionfo
delle
nostre
armi
,
per
collaborare
,
come
sappiamo
,
nella
modestia
della
nostra
attività
,
ma
con
tutta
la
fede
dei
nostri
cuori
,
alla
grandezza
e
alla
gloria
della
patria
.