StampaPeriodica ,
Sacco
e
Vanzetti
sono
stati
fulminati
sulla
sedia
elettrica
.
Il
mondo
civile
ha
lottato
invano
per
strappare
al
carnefice
la
preda
.
Ieri
,
da
tutte
città
del
mondo
dalle
piazze
e
dalle
cattedre
,
dagli
oratori
del
popolo
come
dai
più
celebrati
esponenti
della
cultura
umana
si
levò
l
'
appello
alla
giustizia
e
alla
clemenza
:
oggi
,
da
tutte
le
convivenze
civili
s
'
innalza
la
protesta
.
Ieri
ed
oggi
,
unica
assente
l
'
Italia
:
la
terra
che
diede
vita
e
nome
ai
due
suppliziati
.
Il
popolo
italiano
tace
perché
si
è
lasciato
spogliare
di
tutte
le
sue
libertà
.
La
mano
dei
tiranni
gli
soffocherebbe
in
gola
ogni
grido
di
fraterna
pietà
.
Alla
vedova
Pilati
è
stato
negato
perfino
di
piangere
in
pace
il
suo
morto
.
E
la
vedova
Matteotti
ha
dovuto
assistere
,
in
muta
disperazione
,
all
'
orrido
baccanale
degli
assassini
,
che
sfilando
in
corteo
dinanzi
alla
sua
casa
,
gridavano
ingiurie
alla
memoria
del
trucidato
e
sconci
osanna
ai
sicari
.
Quanto
al
governo
,
esso
deve
tacere
,
perché
nel
mondo
civile
gli
è
contesa
quella
libertà
di
parola
,
ch
'
esso
ha
strappata
al
popolo
oppresso
.
Nato
e
sorretto
dalla
violenza
,
lordo
del
sangue
delle
sue
vittime
,
esso
non
ha
il
diritto
morale
di
insorgere
contro
gli
assassinii
;
insorgerebbe
contro
se
stesso
.
E
di
fronte
all
'
America
,
il
suo
silenzio
è
anche
l
'
effetto
ed
il
patto
della
sua
schiavitù
finanziaria
.
Per
rimanere
al
potere
,
e
cioè
per
sottrarsi
ancora
alle
sanzioni
fatali
dei
suoi
errori
e
dei
suoi
crimini
,
il
fascismo
ha
venduto
l
'
economia
nazionale
allo
straniero
.
Per
lo
stesso
scopo
,
esso
è
disposto
a
concedere
,
senza
protesta
,
non
soltanto
quelle
di
Sacco
e
di
Vanzetti
ma
le
teste
di
tutti
gli
italiani
emigrati
che
non
indossino
camicia
nera
.
Così
la
piramide
di
cadaveri
,
sulla
cui
cima
il
fascismo
ha
eretto
il
suo
trono
sanguigno
allargherebbe
la
base
.
Un
giornale
fascista
,
La
Stampa
,
commentando
la
decisione
con
cui
la
Corte
Suprema
del
Massachusetts
respinse
il
ricorso
della
difesa
di
Sacco
e
Vanzetti
,
scrive
testualmente
:
"
Appunto
perché
penetrati
nel
sangue
dello
spirito
del
diritto
,
noi
sentiamo
che
la
legge
,
attraverso
la
quale
il
diritto
si
significa
e
si
sancisce
,
non
è
,
non
può
,
non
deve
essere
,
un
qualche
cosa
fuori
dell
'
umanità
,
inflessibile
e
trascendente
:
sentiamo
che
non
è
dogma
,
che
non
è
tabù
,
e
soprattutto
che
non
è
un
feticcio
alla
cui
supina
adorazione
s
'
immolino
vittime
umane
.
"
Legge
?
Diritto
?
Ma
in
che
mondo
vive
"
La
Stampa
"
?
Il
diritto
,
in
regime
fascista
,
è
quello
per
cui
il
capo
di
un
governo
,
designato
dalla
pubblica
opinione
e
dai
suoi
complici
come
mandante
in
assassinio
,
rimane
al
suo
posto
e
verga
con
la
sua
mano
la
sentenza
dei
giudici
;
quello
che
assolve
gli
assassini
di
Matteotti
e
di
Pilati
;
che
non
persegue
neppure
gli
assassini
di
Amendola
;
che
premia
i
devastatori
,
gli
incendiari
,
gli
aggressori
armati
;
che
considera
delitto
la
libertà
di
pensiero
e
,
nella
punizione
,
sostituisce
gli
oppressi
agli
oppressori
e
le
vittime
ai
carnefici
.
La
legge
,
in
regime
fascista
,
è
quella
che
dà
sempre
ragione
a
chi
ha
torto
,
e
viceversa
;
quella
che
del
fascismo
fa
precisamente
un
dogma
e
del
suo
capo
un
tabù
,
cui
sono
state
immolate
e
si
immolano
tante
vittime
umane
.
C
'
è
un
morto
,
un
altro
morto
,
nelle
isole
dei
deportati
;
un
assassinato
:
Spartaco
Stagnetti
,
antico
organizzatore
operaio
.
Il
primo
annuncio
di
questo
episodio
di
sangue
,
che
sottrae
un
padre
a
cinque
figli
,
è
dato
da
un
giornale
fascista
,
il
quale
parla
vagamente
di
un
incidente
scoppiato
a
Ustica
fra
deportati
e
,
in
omaggio
a
quei
sentimenti
di
carità
cristiana
per
cui
il
fascismo
si
proclama
degno
alleato
del
Vaticano
,
si
sforza
di
offendere
la
memoria
del
morto
,
dipingendolo
come
un
violento
e
sopraffattore
:
cioè
,
proprio
come
un
fascista
.
Ma
la
versione
del
giornale
appare
inverosimile
.
Prima
di
tutto
,
lo
Stagnetti
era
tutt
'
altro
che
un
violento
;
eppoi
,
perché
tacere
il
nome
dell
'
omicida
?
Passa
qualche
giorno
:
e
un
altro
giornale
fascista
,
modificando
sostanzialmente
quella
versione
,
afferma
che
lo
Stagnetti
sarebbe
stato
ucciso
a
tradimento
da
un
calzolaio
romagnolo
,
confinato
comune
,
timoroso
di
essere
denunciato
per
il
furto
di
un
portafoglio
.
Niente
più
lite
dunque
:
non
più
grida
minacciose
da
parte
del
povero
Stagnetti
.
Naturalmente
,
la
verità
non
sarà
neppur
questa
.
Quando
si
tratta
di
stabilire
la
responsabilità
degli
assassinii
,
da
quello
di
Matteotti
in
poi
,
la
stampa
e
la
giustizia
italiane
,
serve
del
governo
,
smarriscono
sempre
la
loro
strada
.
E
la
dolorosa
fine
di
quest
'
altra
vittima
del
fascismo
sta
a
confermare
come
la
vita
dei
deportati
politici
sia
non
soltanto
alla
mercé
delle
camicie
nere
ma
altresì
a
quella
dei
delinquenti
comuni
.
E
si
sa
che
,
tra
camicie
nere
e
delinquenti
comuni
,
il
governo
fascista
non
ha
che
la
difficoltà
della
scelta
per
l
'
arruolamento
dei
suoi
sicari
.