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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"MORASSO MARIO" > autore_s:"MORASSO MARIO"
LA NUMISMATICA IN CIRCOLAZIONE ( MORASSO MARIO , 1914 )
StampaPeriodica ,
La lettura dei giornali , i discorsi che si ascoltano al bar ; le notizie degli avvenimenti mi producono , in questi giorni , una strana impressione . Mi pare come se di un tratto , tra le monete e i biglietti di banca che ci scambiamo quotidianamente , fossero apparsi denari di secoli scorsi e di stampi antichi , denari di nazioni estinte e di conii fuori d ' uso , che si conservano come curiosità nei musei . Mi pare come se alla nostra moneta corrente si fosse mescolata una ingente quantità di moneta fuori corso , una intera raccolta numismatica . Nel nostro vocabolario vivo dall ' uso e nel nostro modo di agire abituale sono spuntati infatti improvvisamente numerosi vocaboli e gesti che appartenevano allo stile storico e alle evocazioni storiche , parole che non si adoperavano più o si adoperavano ben di rado , perché il loro contenuto aveva cessato di essere una realtà presente , atti che non si compivano più perché si credeva persino che ne fosse scomparsa in noi la possibilità . Spie , fucilazioni sommarie , prigionieri di guerra , paesi incendiati , città rase al suolo , ostaggi , esodo di intere cittadinanze , pozzi avvelenati , navi colate a picco , soldati che sparano dietro trincee di cadaveri , requisizioni , e tante altre locuzioni somiglianti che ora si incontrano ripetute decine di volte su ogni colonna di giornale come se le guerre puniche o il premere dei barbari sul Danubio , o la guerra dei trent ' anni , o la carica napoleonica , o più semplicemente il libretto dell ' Aida fossero divenute la cronaca della nostra attività normale , ecco tutta una bizzarra e anacronistica intrusione di parole e di cose a cui non sono ancora riuscito ad abituarmi . Ogni volta che incontro una di queste anticaglie rimodernate , uno di questi fantasmi rimpolpati ne provo un senso di stupore . Penso se per un fenomeno straordinario sono io che vado rivivendo a ritroso nei residui di ricordi di qualche mia vita precedente o è il mondo che ha fatto un salto all ' indietro di parecchi secoli . Si è per avventura svaligiato qualche museo egizio , assiro o romano o magari preistorico ed i cimeli ne sono stati posti in circolazione ? Fino a un mese fa nessuno avrebbe mai sognato di scorgere nel forestiero una spia da impiccare e nel medico uno spargitore di tifo da fucilare dopo averlo obbligato a scavarsi la fossa . Chi avesse osato temere la carestia del pane , la penuria del carbone sarebbe stato visitato dal medico provinciale come un probabile paranoico candidato al manicomio . E se appunto le parole che significano questo insieme di attitudini e di imprese erano quasi cadute dall ' uso , le attitudini e le imprese designate dalle parole stesse non solo erano uscite dalla attualità ma lo parevano anche dalla realtà . Il solo nominare spie e ostaggi , carestia e saccheggio ci faceva immediatamente risalire col pensiero ad altre età ben lontane e diverse da noi , come il nominare la lebbra e la peste , ci riportava a condizioni di civiltà e di esistenza ormai oltrepassate e di cui ci sembrava impossibile il ritorno . Con la nostra coltura scientifica , col nostro sottile spirito critico , con la nostra raffinata sensibilità , con la nostra delicata urbanità , con la nostra tolleranza e bonomia borghese , e col nostro progresso umanitario come avrebbero potuto risorgere e coesistere , non dico le cose e le opere , ma le idee e le immagini rappresentate nelle parole e nelle frasi sopra indicate ? Pareva un anacronismo inconcepibile . L ' uomo odierno come aveva cambiato di foggia di vestire , di mezzi di locomozione , di armi e di linguaggio in confronto dell ' uomo antico , così credeva di aver cambiato di sentimento e di intelletto . Come aveva relegato nelle gallerie e nei musei gli elmi e le colubrine , le portantine e gli strumenti di tortura così era persuaso di aver relegato per sempre tra le pagine della storia le azioni e le usanze , i flagelli e la barbarie contemporanei di quelli arnesi disusati . Come aveva abbracciato nuovi sistemi filosofici , come aveva adottato nuove opinioni politiche , come si era munito di nuove istituzioni sociali , a cominciare dalla organizzazione internazionale del traffico e del credito per finire a tutte le leggi e le opere di bontà e di previdenza , a tutte le assicurazioni contro le miserie umane , così si era illuso di aver edificato barriere e trincee insormontabili contro un ritorno offensivo dei peggiori malanni che avevano insidiato e attristato l ' esistenza dei nostri antenati . Rimanevano le armi , è vero , anzi aumentavano di giorno in giorno nell ' Europa pacifica , e divenivano ognor più precise e micidiali , ma appunto per questo pareva che avessero mutato la loro natura barbara di un tempo . Non avevano più l ' aspetto di spietati arnesi di morte branditi da selvaggi sanguinari ; erano congegni meccanici complicati ed esatti , costruiti sul tipo dei nostri più delicati meccanismi da gabinetto , e al pari di questi maneggiati da uomini instrutti , consapevoli della loro fine struttura e della loro formidabile potenza . Queste belle e polite armi , portate da automobili e da aeroplani , collocate su magnifiche e gigantesche navi , che sono il compendio supremo della genialità creativa umana , adoperate da uomini tecnici e rigorosi , più con il calcolo matematico e con il meticoloso lavorio del cervello , che con il concitato impeto dei muscoli , queste armi che erano uno dei più mirabili prodotti della nostra maestria nelle arti della pace , come potevano essere il veicolo per il ritorno della barbarie bellicosa ? Non erano desse la difesa fondamentale della civiltà , il presidio inespugnabile dei tesori ideali e materiali accumulati dal progresso , il più saldo baluardo della pace europea ? Così si è affermato e ripetuto , e un famoso scrittore di cose militari , seguito da innumerevoli aderenti , il Bloch , è arrivato a proclamare l ' impossibilità della guerra come una conseguenza necessaria della tremenda efficacia delle armi moderne . Orbene ecco che pochi giorni , quasi si potrebbe dire poche ore , sono stati sufficienti ad abbattere , a schiantare , a soffiar via tutto questo grandioso monumento mondiale elevato durante mezzo secolo di sforzi pacifici come se fosse stato uno di quelli effimeri scenari , una di quelle fragili impalcature di tela e di gesso che divampano in incendio al finale di qualche spettacolosa film cinematografica . Avvenuta quella mezza dozzina e più di dichiarazioni di guerra che hanno posto a soqquadro il mondo , iniziate le mobilitazioni , insieme ai treni , carichi di soldati , partenti dalle metropoli verso le frontiere , anche gli spiriti degli uomini hanno preso la rincorsa verso le frontiere della civiltà contemporanea . Oltre alla mobilitazione militare è avvenuta immediatamente una mobilitazione economica e spirituale . Se l ' uomo si è spogliato del suo vestito di pacifico borghese per indossare l ' assisa del milite , si è altresì spogliato delle sue vedute , delle sue fiducie , della sua calma di industriale o di professionista , di scienziato o di artista , si è spogliato di tutto il suo corredo di istruzione , di scetticismo , di esperienza e di sentimentalismo di borghese civilizzato del placido secolo ventesimo per assumere le previsioni e le diffidenze , la credulità e i sospetti la mentalità e il contegno di un europeo contemporaneo di Benvenuto Cellini . Questo cambiamento a vista mi rende ancora attonito adesso . È stato così rapido e così facile da sorprendere anche coloro che , al pari di me , non avevano mai accordato soverchia importanza allo spolverìo luccicante di civilizzazione con cui l ' umanità ostentava di incipriarsi . È certo che gli uomini hanno più rapidamente cambiato di idee e di atteggiamenti morali che di uniforme e di strumenti . In un attimo il passato recente , ciò che costituiva lo ieri è sprofondato come inghiottito nel baratro aperto dalla guerra ; le nostre preoccupazioni , le nostre predilezioni , le nostre stesse occupazioni più importanti di cui si intesseva la trama della nostra esistenza sono state troncate e dimenticate , ciò che fino al momento prima teneva desto tutto il nostro interesse , un momento dopo non ci interessava più . Dall ' oggi al domani quasi tutti i legami che congiungevano o allacciavano la continuità della nostra vita individuale e collettiva sono stati recisi , come se fossimo stati trasportati di colpo su un altro pianeta o meglio ancora come se bruscamente fossero stati asportati dalle successioni del tempo tre o quattro secoli e saldate insieme le due estremità recise . È sparito tutto il passato recente ed è risalito a galla tutto il passato lontano ! Io non mi sarei mai aspettato una trasformazione così immediata e subitanea e soprattutto non mi sarei mai aspettato che il mondo moderno , il mondo delle banche , del socialismo , del pacifismo , dell ' intellettualismo , quello appunto che insisteva sulla sua modernità , sulla sua differenziazione dal mondo antico , che traeva tanto vanto dalla sua novità , e così implacabilmente tuonava contro ogni timore di reazione , avrebbe opposto una così debole difesa , una così insignificante resistenza al suo annientamento . Si è rassegnato a scomparire , si è acconciato quasi di buon grado a togliersi di mezzo , a non farsi più né vedere né sentire come se fosse un intruso o uno straniero , gli stessi suoi più eloquenti più convinti e anche più arditi patrocinatori lo hanno abbandonato , sono passati dall ' altra parte . Hervé invoca la magnanima ombra di Deroulêde , Liebknecht gli risponde arruolandosi volontario . Dove è mai scampato il derelitto ? Ha forse trovato rifugio nell ' Italia neutrale ? Per certi segni parrebbe lecito dubitarne .