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> anno_i:[1910 TO 1940}
MOSCA GAETANO ( ELEMENTI DI SCIENZA POLITICA , 1923 )
Saggistica ,
ALLA DOLCE E CARA MEMORIA DI MIA FIGLIA GRAZIELLA DEDICO QUESTE PAGINE ALLE QUALI HO CONSACRATO LE ORE MIGLIORI DELLA MIA VITA . PREFAZIONE Il volume che ora viene alla luce consta di due parti : la prima è la seconda edizione degli Elementi di scienza politica , che furono pubblicati alla fine del 1895; la seconda è completamente nuova e fu pensata e scritta negli ultimi due o tre anni . Essendo infatti da un pezzo esaurita la prima edizione del lavoro sulla scienza politica , pubblicato quasi trenta anni fa , diventava necessario farne una nuova ; ma intanto erano mutati i tempi , nuovi avvenimenti erano maturati ed essi mi fornivano nuovi dati dei quali dovevo tener conto , anche perché modificavano sensibilmente alcuni dei modi di vedere ai quali mi ero conformato quando scrivevo la prima parte del lavoro . Né devo nascondere al lettore che a ciò hanno contribuito quelle variazioni che avvengono nel carattere e nella mentalità di qualunque uomo , finché l ' uno e l ' altra , con l ' età molto avanzata , non si cristallizzano in una forma definitiva . Date queste mie condizioni intellettuali e morali , o dovevo rifare la prima parte dell ' opera o dovevo scriverne un ' altra , che perfettamente corrispondesse alla mia odierna maniera di pensare . Ho scelto quest ' ultima soluzione , aggiungendo alla prima parte del lavoro solo le poche note che sono segnate con un asterisco , anche perché tenevo a mantenere integra l ' interpretazione che molti anni fa avevo dato ad alcuni importanti problemi politici , interpretazione che fatti recentissimi hanno oggi confermato . Ma , tanto nella prima che nella seconda parte del presente lavoro , mi sono sforzato di mantenermi fedele al metodo che , fin da quando ancora giovanissimo scrivevo la Teorica dei governi , ho adottato e che poi ho cercato sempre di praticare apportandovi tutti i miglioramenti di cui ero capace . Da moltissimi anni sono convinto che l ' unico sistema possibile col quale l ' uomo può fino ad un certo punto dominare le proprie passioni e migliorare le proprie sorti consiste nello studio della psicologia umana individuale e collettiva . Fin da un ' epoca molto remota la saggezza ellenica avea giudicato che la maniera più efficace che avea l ' uomo per elevare il proprio carattere e moderare gli effetti di alcuni suoi istinti consistesse nella conoscenza di se stesso . È quindi spiegabile se ho creduto e credo fermamente che un simile metodo possa applicarsi con uguali risultati allo studio della psicologia collettiva . Esso anzi fu già ad essa applicato più di ventidue secoli fa , nell ' epoca cioè nella quale il grande Aristotele scriveva la sua Politica , e ben altri risultati potrebbe dare oggi quando , mercé il progresso degli studi storici , geografici e statistici , conosciamo tanta parte del passato e del presente dell ' umanità . Aggiungerò che l ' esempio dell ' Economia politica la quale , studiando collo stesso sistema i fenomeni economici , ha potuto sicuramente mettere in evidenza alcune delle leggi che li regolano , mi ha oltremodo confortato a persistere nella via che da un pezzo avevo scelto . Naturalmente non mi nascondo le grandi difficoltà che presenta l ' uso del metodo che ho rapidamente accennato , fra le quali occupa uno dei primi posti la quantità di cognizioni esatte che esso richiede su tutto quanto è accaduto ed accade nelle società che hanno una storia ; né io mi lusingo di averle tutte superate . Quindi posso soltanto affermare che ho fatto del mio meglio , fiducioso che , se la civiltà umana saprà superare la procella che oggi la minaccia , la modesta opera mia potrà essere da altri continuata e perfezionata e che potranno essere a poco a poco colmate tutte le grandi lacune che essa oggi presenta . Dirò , per ultimo , che mi sono sforzato di comprimere tutte quelle passioni e quei sentimenti che potevano annebbiare la visione obiettiva dei fatti sui quali dovevo fondare le mie con clusioni . Riconosco che la completa riuscita di questo sforzo esigerebbe che l ' uomo non fosse più tale , ma credo di aver fatto tutto ciò che , mercé la buona fede e la buona volontà , si poteva in questo senso ottenere . Prossimo a chiudere la mia carriera scientifica , ho fermamente voluto esporre , senza odi , senza collera , senza entusiasmi , colla serenità che solo l ' età avanzata può dare , tutto quanto lo studio degli avvenimenti e del carattere umano aveva potuto insegnarmi . Torino , dicembre del 1922 . Dilexi justitiam , quaesivi veritatem . CAPITOLO I . Il metodo nella scienza politica . I . Origini e scopi della scienza politica . - - II . Perché si è scelta questa denominazione . - - III . Il metodo sperimentale e l ' origine delle scienze . - - IV . Varie applicazioni di questa metodo nella scienza politica . - - V . Sistema che dà la prevalenza all ' ambiente fisico ­ nello studio della scienza politica . VI . Della prevalenza dei popoli del settentrione su quelli del mezzogiorno . - - VII . Continua lo stesso argomento . - - VIII . I vari tipi di organizzazione politica e le diversità di clima . - - IX . Importanza della diversa configurazione del suolo . - - X . Sistema che fa dipendere i fenomeni politici dalla diversità delle razze umane . - - XI . Razze superiori ed inferiori . - - XII . Il genio delle razze . - - XIII . Il sistema evoluzionista e la lotta per l ' esistenza . - - XIV . Il progresso politico ed il miglioramento fisico delle razze umane . - - XV . Riassunto delle teoriche evoluzioniste . - - XVI . Il metodo storico fondato sulla identità fondamentale delle tendenze ed attitudini politiche delle grandi razze umane . - - XVII . Nuovi materiali di cui questo metodo dispone . - - XVIII . Obiezioni che ad esso si fanno . - - XIX . Condizioni alle quali questo metodo può essere bene adoperato . - - XX . Continuazione dello stesso argomento e conclusione . I . - - Da molti secoli si è affacciata alla mente dei pensatori l ' ipotesi che i fenomeni sociali , che davanti ad essi si svolgevano , non fossero meri accidenti , né la manifestazione di una volontà soprannaturale ed onnipotente , ma piuttosto l ' effetto di tendenze psicologiche costanti , che determinano l ' azione delle masse umane . Fin da Aristotele si è cercato di scoprire le leggi e le modalità che regolano l ' azione di queste tendenze e lo studio , che ha avuto questo obietto , si è chiamato politica . Nei secoli decimosesto e decimosettimo molti scrittori , in Italia specialmente , si occuparono di politica . Però essi , a cominciare da Machiavelli , che è fra tutti il più famoso , non si occuparono tanto di determinare quelle tendenze costanti in tutte le società umane , che abbiamo già accennato , quanto d ' investigare le arti per le quali un uomo od una classe di persone potevano arrivare a disporre del supremo potere , in una data società , ed a difendersi contro gli sforzi di coloro che li volevano surrogare . Si tratta di due cose , che , sebbene abbiano qualche punto di contatto tra loro , pure sono sostanzialmente diverse . Un esempio , che crediamo molto calzante , dimostra ciò assai meglio di un lungo ragionamento . L ' Economia politica studia le leggi o le tendenze costanti , che regolano nelle società umane la produzione e la distribuzione della ricchezza : ma questo studio non equivale in niun modo all ' arte di arricchirsi e di conservare le dovizie . Un valentissimo economista può infatti essere assolutamente inetto a costituirsi un patrimonio , ed un banchiere , un industriale , uno speculatore , sebbene possano ricavare qualche lume dalla conoscenza delle leggi economiche , non hanno bisogno di esserne maestri e riescono del resto a fare abbastanza bene i loro affari anche se completamente le ignorano . II . - - Ai giorni nostri lo studio iniziato da Aristotele si è sud diviso e specializzato , sicché più che la scienza abbiamo le scienze politiche . Inoltre si è cercato di fare la sintesi , di coordinare i risultati di queste scienze ed é nata così la Sociologia . Anche gli scrittori di diritto pubblico , i quali interpretano e commentano le leggi positive , quasi sempre sono trascinati all ' indagine delle tendenze generali alle quali queste leggi sono inspirate , e gli storici , che narrano gli avvenimenti umani , dall ' esame di questi hanno spessissimo cercato di dedurre le leggi che li regolano e li determinano . Così fecero nell ' antichità Polibio e Tacito , nel secolo decimosesto Guicciardini , nel secolo presente Macaulay e Taine . Filosofi , teologi , giuristi , quanti hanno avuto per fine diretto od indiretto dei loro lavori il miglioramento della umana società , ed hanno perciò esaminato le leggi che ne regolano l ' organizzazione , possono essere considerati , almeno da un lato , come studiosi di scienze politiche . Sicché forse una buona metà dello scibile umano , una somma immensa di sforzi intellettuali , che l ' uomo ha impiegato alla ricerca del suo passato , a scrutare il suo avvenire , a studiare la propria natura morale e sociale , si può considerare come ad esse consacrata . Fra le scienze politiche o sociali una branca ha finora raggiunto una maturità scientifica tale che , per la sicurezza e l ' abbondanza dei risultati acquisiti , si lascia notevolmente indietro tutte le altre . Intendiamo alludere all ' Economia politica . Infatti verso la fine del secolo decimottavo alcuni ingegni potenti hanno isolato i fenomeni riguardanti la produzione e la distribuzione della ricchezza dagli altri fenomeni sociali , ed , isolatamente guardandoli , sono riusciti a determinare molte delle leggi o tendenze psicologiche costanti alle quali ubbidiscono . L ' isolamento dei fenomeni economici dagli altri rami delle scienze sociali , e specialmente l ' uso invalso di considerarli come indipendenti dagli altri fenomeni , che riguardano l ' organizzazione dei poteri politici , se da una parte spiega i rapidi progressi dell ' Economia politica , dal l ' altra è forse la causa principale per la quale alcuni postulati di questa scienza sono ancora soggetti a discussione . Sicché forse , coordinando le proprie osservazioni con altre che riguardano altri lati della psicologia umana , l ' Economia politica potrà fare nuovi e decisivi passi in avanti . È indiscutibile però che non si possono studiare le tendenze che regolano l ' ordinamento dei poteri politici senza tener conto dei risultati , che l ' Economia politica , questa scienza sorella che ha raggiunto più presto la sua maturità , ha di già ottenuto . Noi lo studio delle tendenze suddette , che forma oggetto di questo nostro lavoro , chiamiamo Scienza politica . Ed abbiamo scelta questa denominazione perché fu la prima usata nella storia dello scibile umano , perché ancora non è caduta in disuso , ed anche perché nome nuovo di Sociologia , che , dopo Augusto Comte , si è da molti scrittori , adottato , non ha ancora una significazione ben determinata e precisa e , nell ' uso comune , comprende tutte le scienze sociali , frà le quali anche le economiche e quelle che hanno per obietto lo studio delle leggi che determinano la delinquenza , anziché quell ' una , che ha per suo scopo principale l ' esame dei fenomeni , che più propriamente e specialmente si chiamano politici . III . - - Una scienza risulta sempre da un sistema di osservazioni fatte sopra un dato ordine di fenomeni con speciale cura , con appropriati metodi e coordinate in modo da giungere alla scoperta di verità indiscutibili , che all ' osservazione volgare e comune sarebbero rimaste ignote . Le scienze matematiche forniscono l ' esempio più semplice e più fa cile porre in luce come si forma il procedimento scientifico . L ' assioma è il frutto di un ' osservazione accessibile a tutti e la cui verità salta subito agli occhi anche dei profani ; richiamando e coordinando diversi assiomi si arriva alla dimostrazione dei più facili teoremi , e poi , coordinando ancora le verità ricavate da questi teoremi con quelli degli assiomi , si arriva alla dimostra zione di nuovi teoremi più difficili ancora , e la cui verità non si può intuire né provare da chi in quelle scienze non sia iniziato . Analogamente si procede nella fisica e nelle altre scienze naturali , ma in esse il metodo comincia a complicarsi con nuovi elementi : spesso non basta coordinare parecchie osservazioni semplici per ottenere la dimostrazione di una verità , che chiameremo composta , ossia non percepibile a prima vista , ma , nella maggior parte dei casi , ciò che in matematica è l ' assioma si ottiene per mezzo di un esperimento o di lunghe esperienze . Or sì l ' uno che le altre hanno un valore quando si fanno con metodi speciali ed accurati e da persone che a questi metodi sono state debitamente iniziate . Nei primordi delle singole scienze il vero procedimento scientifico è quasi sempre dovuto ad ipotesi felici , che poi sono state provate dalle esperienze e dalle osservazioni dei fatti , e che alla loro volta hanno spiegato moltissime altre esperienze e moltissimi altri fatti . Quasi sempre un lungo periodo d ' empirismo , dei sistemi sbagliati , che impedivano di coordinare utilmente i dati che si raccoglievano sui singoli fenomeni , dei metodi di osservazione imperfetti od errati hanno preceduto il periodo veramente scientifico di una data disciplina . È così che , per lunghi secoli , l ' astronomia e la chimica si son dibattute negli errori e nei vaneggiamenti dell ' astrologia e dell ' alchimia . Solo dopo che i cervelli umani si sono affaticati per molto tempo sopra un dato ordine di fenomeni , l ' abbondanza dei dati raccolti , il perfezionamento dei metodi e degli strumenti materiali dell ' osservazione , la intuizione e la lunga pazienza di potenti ingegni hanno prodotto quelle ipotesi felici , che abbiamo accennato , ed hanno reso possibile una vera scienza . Da quanto abbiamo detto si deduce facilmente che non basta per ottenere dei veri risultati scientifici che , sopra un dato ordine di fenomeni , si proceda col sistema dell ' osservazione e dell ' esperienza . Francesco Bacone si illuse , e forse anche molti pensatori e scrittori nostri contemporanei si fanno illusioni , sulla capacità assoluta che il detto sistema ha nello scoprire la verità scientifica . In verità perché l ' osservazione dei fatti e l ' esperienza diano buoni risultati sono necessarie le condizioni che abbiamo testé accennato ; malamente usate e quando il procedimento scientifico è errato conducono a scoperte fallaci e possono anche dare un colore di serietà a vere sciocchezze . In fondo l ' astrologia e l ' alchimia , che abbiamo già citato , erano fondate sopra vere o pretese osservazioni di fatti ed esperienze : ma il metodo di osservazione , o meglio il punto di vista che tutte le informava e coordinava , era profondamente errato . Il famoso Martino Delrio quando scriveva il suo libro De disquisitione magicarum , credeva di fondarsi sull ' osservazione dei fatti determinando le differenze fra il maleficio amatorio , l ' ostile ed il sonnifero e rivelando le arti ed i costumi delle streghe e dei maliardi , ed intendeva appunto che la sua esperienza dovesse giovare a scoprirli ed a premunirsene . Credevano di fondarsi pure sull ' osservazione dei fatti gli economisti anteriori ad Adamo Smith , che la ricchezza di una nazione facevano unicamente consistere nel denaro e nella produzione della terra ; e sui fatti e sulle esperienze quasi universalmente riconosciute dai suoi contemporanei si basava don Ferrante , tipo dello scienziato del seicento dipinto così efficacemente dal Manzoni , quando con un ragionamento , nelle apparenze e nella forma perfettamente logico e positivo , volea provare l ' impossibilità che esistesse il contagio della peste bubbonica . IV . - - La scienza politica non crediamo che neanche ora , sia entrata interamente nel vero periodo scientifico . Sebbene uno studioso possa in essa vedere molte cose , che sfuggono all ' attenzione di un profano , pure non ci pare che possa fornire un complesso di verità indiscutibili , riconosciute da tutti coloro che in questa disciplina sono iniziati , e molto meno che abbia già acquistato un metodo d ' indagini sicuro e da tutti universalmente accettato . Le cause di questo fatto son varie , ma noi per ora ci asterremo dallo esporre il nostro pensiero in proposito . Diremo soltanto che ci pare che esse non siano per nulla attribuibili a deficienza degli ingegni , che sopra gli argomenti politici hanno meditato , ma piuttosto alla maggiore complessità dei fenomeni che ad essi si riferiscono , e sopra tutto alla quasi impossibilità , che ci è stata fino a pochi decennii fa , di avere larga ed esatta cognizione di quei fatti , dallo studio dei quali può ricavarsi la nozione di quelle leggio tendenze costanti , che regolano l ' ordinamento politico delle società umane . Per quanto possiamo crederli incompleti o manchevoli , è intanto nostro dovere di fare un rapido esame dei vari metodi o sistemi d ' idee coi quali si è proceduto finora allo studio della scienza politica . Parecchi di essi non sono stati e non sono che una giustificazione più o meno filosofica , teologica o razionale di certi tipi di organizzazione politica , che hanno avuto per secoli una parte importante , e talvolta l ' hanno ancora , nella storia dell ' umanità . Giacché , come vedremo più avanti , una delle tendenze sociali più costanti è appunto questa di spiegare mediante una teoria razionale od una credenza soprannaturale la forma di Governo esistente . Abbiamo avuto perciò una pretesa scienza politica a servizio di quelle società in cui le credenze soprannaturali predominano ancora negli animi umani , e nelle quali perciò l ' esercizio dei poteri politici trova la sua spiegazione nella volontà di Dio o degli Dei , e abbiamo avuto , e abbiamo , un ' altra scienza politica che gli stessi poteri legittima volendone fare una libera e spontanea espressione della libera volontà del popolo , ossia della maggioranza degli individui che compongono una data società . Dobbiamo a preferenza occuparci di due fra tutti questi sistemi e metodi di osservazione politica , i quali hanno un carattere più obiettivo ed universale e tendono a trovare le leggi con cui si spiega l ' esistenza di tutte le varie forme di regime politico , che esistono nel mondo . Questi due metodi sono : quello che fa dipendere la differenziazione politica delle varie società dalla varietà dell ' ambiente fisico , e sopratutto del clima dei paesi in cui esse abitano , e l ' altro che la fa dipendere principalmente dalle differenze fisiche , ed in conseguenza psicologiche , che vi sono fra le diverse razze umane . L ' uno fa prevalere nelle scienze sociali il criterio dell ' ambiente fisico , l ' altro quello etnologico o somatico . Tutti e due hanno una parte troppo importante nella , storia della scienza , ed anche nella scienza contemporanea , ed un carattere apparentemente troppo positivo e sperimentale perché ci sia possibile il dispensarci d ' esaminarne il vero valore scientifico . V . - - A cominciare da Erodoto ed Ippocrate e venendo fino al secolo presente , grandissimo è il numero degli scrittori , che hanno parlato dell ' influenza del clima sui fenomeni sociali in genere e specialmente sui fenomeni politici . Molti hanno anche cercato di provarla ed hanno su di essa fondato interi sistemi scientifici . Fra questi primeggia il Montesquieu , il quale forse più decisamente di ogni altro ha affermato l ' influenza preponderante del clima sul senso morale e sull ' ordinamento politico delle nazioni : « Avvicinandovi ai paesi del Mezzogiorno voi potete credere di allontanarvi dalla morale stessa » scrisse nello Spirito delle leggi , ed in altro brano della stessa opera , sentenziò che la libertà è incompatibile con i paesi caldi e che essa non prospera dove fiorisce l ' arancio . Altri scrittori ammettono che la civiltà sia nata nei paesi caldi , ma sostengono pure clic il suo centro di gravità si sia andato sempre più spostando verso il nord e che ivi oggi sono posti i paesi politicamente meglio organizzati . Cominciando a trattare quest ' argomento ci pare quasi superfluo il rammentare che il clima di un paese non dipende esclusiva mente dalla sua latitudine ma risente anche l ' influenza di altre circostanze , quali sarebbero l ' altezza sul livello del mare , l ' esposizione , i venti dominanti , ecc . Bisogna anche avvertire che non tutto l ' ambiente fisico dipende dal clima , cioè dalle variazioni termometriche ed idrometriche ; concorrono a determinarlo anche altre circostanze , ad esempio la maggiore o minore popolazione , che una contrada può avere , e perciò il grado al quale vi è arrivata la cultura del suolo ed anche il genere di cultura più comunemente in uso . È innegabile poi che l ' influenza , che il clima può esercitare in tutta la vita e sull ' ordinamento politico di un popolo , deve andare continuamente diminuendo col crescere della civiltà . Il regno vegetale è senza dubbio quello più sottomesso alle condizioni atmosferiche e telluriche , perché le piante , tranne che non siano allevate nelle stufe , mancano quasi assolutamente dei mezzi di reagire e difendersi contro le influenze esterne . Gli animali lo sono già di meno , perché per essi la difesa e la reazione non è del tutto impossibile . L ' uomo , anche selvaggio , lo è ancora meno , perché sempre superiori a quelli degli animali sono i suoi mezzi di difesa , e meno di tutti lo è l ' uomo d ' avanzata civiltà , che dispone di tali risorse da risentire relativamente ben poco gli effetti dei cambiamenti di clima , e queste risorse tuttodì va aumentando e perfezionando . Ciò premesso , ci pare un concetto ovvio ed accettevole questo : che le prime grandi civiltà siano nate nei siti dove la natura presentava più facilitazioni o minori resistenze ; sicché generalmente esse hanno prosperato nelle grandi vallate di clima piuttosto caldo e bene irrigue , che , con relativa facilità , permettono la cultura di qualche cereale , cultura necessaria al sostentamento di grandi masse umane in spazii relativamente piccoli . Questa induzione è confermata dalla storia , che ci mostra le prime civiltà essere sorte nello vallate del Nilo , dell ' Eufrate , del Gange e del fiume Giallo , oppure nell ' altipiano di Anahuac , paesi che appunto presentano tutte le condizioni fisiche da noi accennate . Una volta però che l ' uomo è riuscito , in un sito eccezionalmente favorevole , ad organizzare le sue forze in modo da domare la natura , può in seguito vincerla in altri luoghi , nei quali essa si mostra più restia . Ai giorni nostri , tranne le contrade polari e forse qualche regione equatoriale e qualche altra , che , per malaria o soverchia aridità , presenta specialissime condizioni sfavorevoli , tutti gli altri paesi sono o possono diventare suscettibili di albergare popoli civili . VI . - - La regola per la quale la civiltà si espande sempre dal sud verso il nord , o meglio dai paesi caldi ai freddi , ci pare una di quelle formole sempliciste , che hanno la pretesa di spiegare , me diante una causa unica , fenomeni molto complessi . Essa non si fonda che sopra un frammento della storia , su quella di un solo periodo della civiltà europea , ed anche questo superficialmente studiato . Esaminando con metodo analogo una carta geografica , osservando ad es . quella della Germania settentrionale o della Siberia , si potrebbe trarne la legge che tutti i fiumi scorrono da sud a nord , perché ciò avviene in quei paesi , che hanno le alture a mezzogiorno ed il mare a tramontana . La regola potrebbe essere invertita se si osservasse la Russia meridionale , e nell ' America meridionale potrebbe trovarsene una terza : cioè che i fiumi scorrono da ovest ad est . La verità è che i fiumi , senza alcun riguardo alla latitudine od alla longitudine , scorrono sempre dall ' alto in basso , dal monte o dagli altipiani verso il mare od i laghi . E diremmo quasi che , considerando come contrade più basse quelle dove si trova meno resistenza , analoga è la legge che regola l ' espansione delle varie civiltà . Il movimento incivilitore procede indifferentemente da sud a nord e da nord a sud , ma va sempre a preferenza verso quella direzione nella quale incontra minori ostacoli naturali e sociali ed intendo per questi ultimi l ' urto di un ' altra civiltà originale , che si espande in senso inverso alla prima . Difatti la civiltà chinese , nata nelle provincia centrali dell ' impero , a nord è stata fermata dagli sterili e freddi altipiani del l ' Asia centrale , mentre al sud si è potuta estendere non solo nelle provincie meridionali della China propriamente detta , ma anche nell ' Indochina . Anche la civiltà indiana trovando al nord la quasi insuperabile catena dell ' Imalaia si è estesa dal nord al sud , dall ' India settentrionale nel Deccan e poi anche a Ceylon ed a Giava . La civiltà egiziana si estese a nord finché trovò nella Siria settentrionale la potente confederazione dei Khetas , cioè l ' urto di un ' altra civiltà ; potè al contrario espandersi maggio mente al sud , risalendo il corso del Nilo da Menfi a Tebe e da Tebe a Meroe . La civiltà persiana , erede di quelle antichissime della Mesopotamia , si estese da oriente ad occidente , direzione nella quale trovava meno ostacoli naturali , finché non urtò nella civiltà greca . Alla sua volta la civiltà greco ­ romana , abbracciando tutto il bacino del Mediterraneo , limitata al sud da deserti insuperabili , all ' Est dalla civiltà orientale , rappresentata dall ' impero partico e poi dal persiano , si estese a nord finché non incontrò le paludi e le foreste , allora difficilissime , della Germania settentrionale e della Scozia . Anche la civiltà maomettana , limitata al sud dal mare e dal deserto , dovette avanzarsi verso il nord ­ ovest . Nel Medio Evo la civiltà europea , stretta al sud dalla civiltà araba , che le tolse tutta la parte meridionale del bacino del Mediterraneo , si allargò verso il nord , acquistando la Scozia , la Germania settentrionale , la Scandinavia e la Polonia . Al giorno d ' oggi la civiltà europea si estende in tutte le direzioni , dovunque vi sono terreni scarsi di popolazione e facilmente colonizzabili o nazioni di civiltà decaduta che aspettano chi le conquisti . Ed aggiungiamo che anche il centro , il focolare precipuo di una civiltà si sposta , secondo che essa si estende in un senso o nell ' altro , obbedendo alla legge che abbiamo accennato . I paesi che stanno alla frontiera di un tipo di coltura umana non sono ordinariamente quelli che in essa eccellono . Quando la civiltà europea abbracciava l ' intero bacino del Mediterraneo , la Grecia propriamente detta e l ' Italia meridionale stavano al centro del mondo civile e erano i paesi più prosperi , più colti , più ricchi ; quando diventarono la più avanzata avanguardia , che stava di fronte al mondo maomettano , necessariamente decaddero . VII . - - Ipotesi pure molto arrischiata ci pare quella che attribuisce una moralità superiore ai popoli del settentrione di fronte a quelli del mezzogiorno . La moralità risulta da qualità così complesse dell ' animo e della mente , ed hanno tanta parte nelle sue affermazioni positive e negative le circostanze esteriori in cui si svolge la vita umana , che è già un giudizio abbastanza difficile il determinare se un singolo individuo sia potenzialmente più morale di un altro ; e lo stesso giudizio diventa difficilissimo quando lo si vuol fare rispetto a due società , a due masse umane composte di numerosissimi individui . I dati statistici su questo argomento non possono dir tutto e spesso non dicono neanche abbastanza , e le impressioni personali , quasi sempre troppo subiettive sono anche più fallaci delle statistiche . Il vizio , che più comunemente si attribuisce ai meridionali , è la lussuria , mentre la ubbriachezza è più generalmente imputata ai settentrionali . Ma si può invero osservare che i Negri del Congo si ubbriacano più vergognosamente dei contadini russi e degli operai svedesi e quanto alla lussuria pare che le abitudini ed il tipo di organizzazione sociale , che ogni popolo per una serie di circostanze storiche si è creato , vi influiscano più del clima . San Vladimiro , lo czar che santificato diventò il patrono di tutte le Russie , prima di convertirsi al cristianesimo teneva più donne nei suoi serragli di quante ne poteva avere il califfo Harun ­ al ­ Raschid ed Ivan il terribile per la crudeltà come per la lussuria emulò e superò Nerone , Eliogabalo ed i più feroci sultani dell ' oriente . Ai giorni nostri la prostituzione di Londra , Parigi e Vienna ha forse superato quella antica di Babilonia e di Delhi . Nell ' Europa odierna il massimo dei reati di libidine lo presenta la Germania , vengono dopo in ordine decrescente , il Belgio , la Francia , l ' Austria ­ Ungheria ; l ' Italia occupa un posto vicino al minimo , il quale è segnato dalla Spagna . Molti fra i sociologi criminalisti generalmente ammettono che nel Sud prevalgono i reati di sangue , quelli contro le persone , mentre attribuiscono al nord un maggior numero di reati contro la proprietà . Ma il Tarde ed il Colajanni hanno dimostrato al l ' evidenza che le relazioni , che si sono volute trovare tra le varie forme della delinquenza ed il clima sono piuttosto da attribuirsi alle differenze di condizioni sociali , che talora si riscontrano tra le varie regioni di uno stesso Stato . È vero che negli Stati Uniti d ' America , in Francia e anche in Italia si osserva costantemente una prevalenza dei reati di sangue al sud , mentre al nord vi è un numero relativamente maggiore di reati contro la proprietà , ma come fa rilevare benissimo lo stesso Tarde , in tutti questi paesi le contrade meridionali sono più prive di comunicazioni , più lontane dai grandi centri industriali e dai focolari della odierna civiltà delle contrade settentrionali ; or è naturale che la forma violenta della criminalità prevalga , indipendentemente dal clima , nei paesi più rozzi , mentre la criminalità astuta diventa più comune in quelli più colti . E tanto è vero che questa è la migliore spiegazione del fenomeno , che i dipartimenti francesi dove la criminalità violenta è più elevata sono , è vero , nel mezzogiorno della Francia , ma hanno un clima relativamente freddo perché montagnosi . Ciò si osserva anche in Italia , dove la Basilicata , contrada che ha dato uno dei più forti contingenti dei reati di sangue , è un paese montagnoso di clima relativamente freddo , e son coperti di neve per gran parte dell ' anno i gioghi del Matese , del Gargano e della Sila e quelli dove stanno alcuni Comuni della Sicilia famosi per imprese sanguinarie e brigantesche . VIII . - - Venendo poi alla parte strettamente politica della quistione diremo che , prima di sentenziare che i meridionali siano incapaci di libertà , bisogna intendersi sul significato preciso e scientifico di questa parola . Se ammettiamo che paese più libero sia quello in cui i diritti dei governati sono meglio difesi contro l ' arbitrio personale e la voglia di prepotere dei governanti , dobbiamo convenire che istituzioni politiche sotto questo riguardo ritenute migliori , sono state in vigore tanto in paesi freddi quanto in altri temperati molto , come , ad esempio , la Grecia e Roma . Viceversa l ' arbitrio dei governanti innalzato a sistema di governo si può trovare anche in paesi freddissimi come la Russia . Il sistema costituzionale non ebbe inizi più vigorosi nella brumosa Inghilterra che nell ' Aragona , nella Castiglia ed in Sicilia . Ammesso che presentemente le diverse modalità di governo rappresentativo possano essere riguardate come le forme di regime politico meno imperfette , noi le troviamo in vigore in Europa , tanto al nord che al sud , e , fuori d ' Europa , funzionario forse tanto bene nel freddo Canadà che al Capo di Buona Speranza , dove il clima , se non caldo addirittura , è certo temperatissimo . La ragione per la quale i meridionali dovrebbero essere meno atti ad un regime politico libero ed elevato non può essere altra che questa : che essi hanno minore energia fisica e sopratutto minore energia morale ed intellettuale . È infatti una opinione molto comune che i settentrionali siano destinati con la loro superiore energia , che si esplica nel lavoro , nelle armi , nelle scienze , a conquistare sempre i fiacchi meridionali . Ma questa opinione è anche più superficiale e più contradetta dai fatti di quelle che abbiamo precedentemente confutato . Invero le civiltà nate e sviluppate in climi caldi o molto temperati ci hanno lasciato monumenti , che testimoniano di una avanzata cultura e di una incalcolabile energia di lavoro , che riesce più maravigliosa quando si rammenta che esse non disponevano di quelle macchine , che ora centuplicano le forze dell ' uomo . La laboriosità di un popolo più che dal clima pare che dipenda da abitudini che sono in gran parte determinate dalle sue vicende storiche . In generale hanno abitudini laboriose i popoli di antica civiltà , pervenuti da lungo tempo allo stadio agricolo e che pure da lungo tempo hanno goduto di un regime politico tollerabile , il quale assicura ai lavoratori una parte almeno del frutto dei propri sforzi . Al contrario i popoli barbari e semibarbari , o ricaduti in una parziale barbarie , abituati a vivere in parte di guerra e di ladroneccio , fuori della guerra e della caccia sogliono essere pigri ed inerti . Come tali infatti Tacito descrive i Germani antichi , tali sono adesso le Pelli Rosse dell ' America . settentrionale e oltremodo pigri sono pure i Calmucchi , sebbene i primi abbiano abitato e gli altri abitino ancora in paesi molto freddi . Al contrario laboriosissimi sono i Chinesi delle provincie meridionali e con gran tenacia sanno lavorare i Fellah egiziani . E se la mancanza di grandi industrie nella parte più meridionale dell ' Europa ha fatto nascere ed alimenta il pregiudizio che i suoi abitanti siano poco laboriosi , chi conosce bene quelle popolazioni sa benissimo che in generale quest ' accusa è poco meritata . Se ammettiamo che la superiorità militare sia una prova di maggiore energia , in verità è difficile stabilire se i settentrionali abbiano vinto e conquistato i meridionali più di frequente di quello che ne siano stati alla lor volta vinti e conquistati . Eran Egiziani , che nei loro bei momenti percorsero fino alle montagne dell ' Armenia , ed abitavano in un paese di clima temperatissimo quei guerrieri Assiri , dei quali si può detestare la crudeltà ma bisogna anche ammirare l ' indomabile energia bellicosa . Eran meridionali i Greci , che seppero conquistare tutta l ' Asia occidentale , e con le armi , le colonie , i commerci , la superiorità del loro genio , ellenizzarono tutta la parte orientale del bacino del Mediterraneo e gran parte di quello del Mar Nero . Lo erano anche i Romani , le cui legioni coprirono i piani della Dacia , penetrarono nelle inaccessibili foreste della Germania ed inseguirono i Pitti ed i Caledoni fin nei più remoti ricettacoli delle loro fredde e selvagge montagne . Erano meridionali gl ' Italiani del Medio Evo , che fecero prodigi d ' attività militare , industriale , commerciale ; e meridionali erano gli Spagnuoli del cinquecento , quei famosi conquistadores , che in meno di mezzo secolo , esploravano , percorrevano e conquistavano la maggior parte dell ' America . Meridionali erano , rispetto agl ' Inglesi , quei Franco Normanni , seguaci di Guglielmo il conquistatore , che in pochi anni seppero spossessare quasi del tutto gli abitatori della parte meri dionale della Gran Brettagna , e che , colla spada alle reni , perseguitarono gli Angli fino all ' antica , muraglia romana ; e meridionali in senso assoluto quegli Arabi , che , in meno di un secolo , seppero imporre la loro conquista , e , colla conquista la lingua , religione e civiltà loro a tanta parte di mondo quanta ne hanno forse conquistata e colonizzata gli Anglo ­ Sassoni in parecchi secoli . IX . - - Le differenze di organizzazione sociale determinate dalla configurazione del suolo possono essere considerate come appendice di quelle dovute alla varietà dei climi , sebbene siano forse più importanti . Non si può negare infatti che l ' essere un paese più o meno piano o montuoso , il trovarsi sulle grandi vie di comunicazione o l ' esserne appartato , sono elementi che influiscono nella sua storia molto più di alcuni gradi in più o in meno nella sua media termometrica ; ma neppure la loro importanza deve essere esagerata al punto da farne una legge fatale . Certe circostanze topografiche , che , date alcune condizioni storiche , sono favorevoli , in altre condizioni diventano sfavorevolissime e viceversa . La Grecia , quando tutta l ' Europa era ancora all ' età del bronzo e nei primordi di quella del ferro , si trovò in condizione meravigliosamente favorevole per diventare il primo paese civile di questa parte del mondo ; perché , a preferenza di qualunque altra contrada , potè ricevere le infiltrazioni della civiltà egiziana e di quelle asiatiche . Ma nell ' epoca moderna , fino a quando si tagliò l ' istmo di Suez , si può dire che lo stesso paese sia stato fra quelli d ' Europa più sfavorevolmente situati , perché lontano dal centro della coltura europea e dalle grandi vie del commercio transatlantico ed indiano . Altra opinione abbastanza diffusa in questi argomenti è quella che fa i montanari abitualmente superiori ai pianigiani e destinati quasi sempre a conquistarli . Certo essa è meno infondata di quella che attribuisce una grande superiorità ai popoli settentrionali , perché , se è discutibile che un clima freddo sia più salutare di quello temperato o caldo , sembra accertato che i paesi elevati sono quasi sempre più salubri di quelli bassi , e miglior salute vuol dire costituzione fisica più forte e perciò maggiore energia individuale . Ma non sempre una maggiore energia individuale va unita ad una più fonte organizzazione della compagine sociale , della quale in fondo dipende l ' essere una gente dominatrice o dominata . Ora un saldo organismo politico , che riunisca e diriga gli sforzi di grandi masse d ' uomini , è più facile che sorga e si mantenga nelle pianure anziché nelle montagne . Difatti noi vediamo in Oriente i montanari Circassi , Curdi ed Albanesi avere individualmente spesso raggiunta una grande importanza , le loro bande , che entravano al servizio degli imperi limitrofi , essere spesso diventate influenti e temute , ma l ' Albania , la Circassia ed il Curdistan non hanno mai , in tempi storici , formato il nocciolo di grandi imperi indipendenti , anzi sono stati sempre attratti nell ' orbita dei grandi organismi politici , che hanno toccato i loro confini . Anche gli Svizzeri hanno avuto grande importanza come individui e come corpi di soldati mercenari , ma la Svizzera , come nazione , non ha mai pesato sensibilmente nella bilancia politica d ' Europa . Nella storia , poi , in generale , si vede che se le ardite bande dei montanari hanno spesso devastato più che conquistato le pianure , più spesso ancora gli eserciti organizzati dei pianigiani sono riusciti vincitori degli sforzi sconnessi dei montanari e li hanno stabilmente domati . Furono i Romani che conquistarono i Sanniti , mentre questi poterono solo qualche volta vincere i Romani ; e , nella Gran Brettagna , se le bande dei montanari scozzesi scorsero e devastarono qualche volta il nord dell ' Inghilterra , gl ' Inglesi pianigiani vinsero e conquistarono più di frequente la montuosa Scozia e finirono col domarne gli umori riottosi e coll ' assimilarla completamente . Né del resto si può ammettere che i popoli abitanti nelle pianure debbano essere necessariamente destituiti o anche scarsi di energia : basta riflettere che gli Olandesi , i Tedeschi settentrionali , i Russi e gli stessi Inglesi sono in gran parte abitatori di un paese molto basso per comprendere quanto un ' opinione simile sarebbe poco fondata . X . - - Il metodo che fa dipendere , dalla razza alla quale un popolo appartiene oltre che il grado di progresso civile , che genericamente ha raggiunto , anche il tipo di ordinamento politico , che ha adottato , è molto meno antico dell ' altro , che arbitro di tutto fa il clima . Né poteva essere altrimenti , perché l ' antropologia e la filologia comparata , sulle quali è fondata la classificazione scientifica delle razze umane , sono scienze molto recenti Broca e Grimm sono vissuti nel secolo decimonono , mentre una nozione abbastanza approssimativa delle differenze di clima si è potuta avere fin dal tempo di Erodoto . Però , per quanto tardi venuta , altrettanto la tendenza etnologica nelle scienze sociali è stata invadente : e negli ultimi decenni del secolo decimonono con la differenza e l ' azione delle varie razze si è cercata di spiegare tutta la storia dell ' umanità . Si è fatta la distinzione tra razze superiori ed inferiori , attribuendo alle prime la civiltà , la moralità , la capacità di costituirsi in grandi agglomerazioni politiche ; riserbando alle altre la sorte dura , ma fatale , di sparire davanti le razze elevate oppure di esserne conquistate ed incivilite . Alla meno peggio si ammette che esse possano continuare a vivere restando indipendenti , ma senza poter mai raggiungere quella cultura e quel perfetto ordinamento sociale e politico , che sono propri soltanto dei popoli di stirpe privilegiai . Renan scrisse che la poesia dell ' anima , la fede , la libertà , l ' onestà il sacrificio non apparvero nel mondo che con le due grandi razze , che incerto senso hanno formato l ' umanità : cioè la razza ariana e la semitica . Per De Gobineau il punto centrale della storia è sempre là dove abita il gruppo bianco più puro , più intelligente , più forte . Il Lapouge porta la stessa dottrina alle più estreme conseguenze ; secondo quest ' autore non solo la razza veramente morale e superiore in tutto è l ' ariana , ma in questa stessa eccellono solo quegli individui , che il tipo ariano conservano puro ed incontaminato ; coloro che sono alti , biondi e dolicocefali . Anche fra i popoli che passano per indogermanici questi individui non sarebbero che un ' esigua minoranza dispersa fra una maggioranza di bassi , bruni e brachicefali . I veri ariani perciò , piuttosto numerosi tra gl ' Inglesi ed i Nord ­ Americani , comincerebbero a scarseggiare in Germania , dove si potrebbero trovare solo nelle classi superiori , sarebbero rarissimi dell ' Helwald , del De Gobineau ( Essai sur l ' inégalité des races humaines . Paris , 1884 , ed . Didot ) , ecc . in Francia , e nei paesi dell ' Europa meridionale diventerebbero merce quasi sconosciuta . Accanto a questa scuola , che sostiene la superiorità innata e fatale di alcune razze umane , ve ne è un ' altra , che , senza essere con essa in assoluto contrasto , più direttamente si rannoda ; alle teoriche di Darwin , le cui applicazioni alle scienze sociali nella seconda metà del secolo scorso sono state larghissime . Lo Spencer è lo scrittore più in fama di questa seconda scuola , i cui seguaci sono numerosissimi : essi , senza sostenere la superiorità inevitabile e continua di una razza sulle altre , credono che ogni progresso sociale sia avvenuto ed avvenga per via della così detta evoluzione organica e superorganica . Secondo questa scuola entro ogni società avverrebbe una lotta continua , quella per l ' esistenza ; per la quale gl ' individui più forti , migliori , più adatti all ' ambiente , sopravviverebbero ai più deboli e meno adatti e prolificherebbero a preferenza di questi ultimi , comunicando ai loro figli come innate quelle qualità per le quali essi avevano riportato la vittoria e che per loro erano acquisite per via di una lenta educazione . La stessa lotta avverrebbe tra le società stesse , per la quale quelle più solidamente costituite , o composte di individui più forti , vincerebbero le altre meno vantaggiosamente dotate , che , cacciate nei siti meno adatti all ' umano sviluppo , sarebbero condannate a rimanere in uno stato di perenne inferiorità . Note è difficile trovare una differenza sostanziale fra le due dottrine testé ricordate , perché , anche ammettendo la teoria monogenistica , cioè che tutte le razze umane siano derivate da unico ceppo , è certo che i loro caratteri differenziali sono antichissimi , e si dovettero fissare in epoche molto remote , quando l ' uomo non avea oltre passato lo stadio della vita selvaggia ed era quindi più adatto a sentire l ' influenza degli agenti naturali coi quali era in contatto . Stando perciò alla teoria strettamente etnologica , fin dall ' inizio dell ' epoca storica le razze elevate avrebbero già avuto quei caratteri di superiorità , che conservano ancora quasi inalterati ; mentre la teoria propriamente detta evoluzionista , implicitamente od esplicitamente , ammette che la lotta per l ' esistenza abbia avuto i suoi effetti pratici più recentemente e ad essa attribuisce il decadere od il prosperare delle varie nazioni e civiltà durante il periodo storico . XI . - - Prima di parlare della superiorità od inferiorità delle varie razze umane bisogna determinare il valore della parola razza , alla quale si attacca un significato ora molto lato , ora assai ristretto . Si dice la razza bianca , la gialla e la nera , indicando varietà della specie umana distinte non solo dal linguaggio , ma anche da differenze anatomiche abbastanza importanti e palpabili , e si dice pure la razza ariana e la semitica per indicare due suddivisioni della razza bianca , distinte , è vero , dal linguaggio , ma la cui somiglianza fisica è notevolissima . Si dice anche la razza latina , la germanica , la slava , denominando sempre con lo stesso vocabolo tre suddivisioni del ramo ariano della razza bianca ; le quali , sebbene parlino lingue differenti , pure è dimostrato che filologicamente sono legate da una origine comune e le cui differenze fisiche sono minime , tanto che può accadere che un individuo dell ' una sia giudicato come appartenente ad un ' altra . Ora la confusione delle parole porta in questo caso , come sempre , quella delle idee : la differenza di razza si fa valere tanto per spiegare certe diversità , che vi sono nella civiltà e nell ' ordinamento politico dei bianchi e dei negri , quanto per giustificare quelle tra latini , germani e slavi ; mentre , nel primo caso , può veramente il coefficiente etnologico avere molta importanza e , nel secondo , averne una minima . Bisogna anche por mente che , nel periodo storico ed in quello preistorico , gl ' incrociamenti e le mescolanze , specialmente fra popoli di razza molto affine , sono state frequenti . In quest ' ultimo caso , siccome le differenze fisiche fra le razze che si sono incrociate sono poco importanti e sopratutto non facilmente percepibili , nel fare le classificazioni più che ai caratteri anatomici si è data importanza alle affinità filologiche . Ma questo criterio è tutt ' altro che sicuro ed infallibile . Spesso può avvenire ed avviene che due popoli strettamente parenti per sangue parlino lingue , che filologicamente hanno lontani rapporti , mentre popoli di razza diversa possono servirsi di lingue e di dialetti , le radici e la struttura grammaticale dei quali sono molto affini . Per quanto la cosa sembri a prima vista improbabile , pure vi sono molti esempi e circostanze storiche che la spiegano e la provano ; generalmente i popoli conquistati , se sono meno civili dei conquistatori , ne adottano le leggi , le arti , la cultura , la religione e spesso finiscono con l ' adottarne la lingua . Ciò premesso , ci pare un fatto assodato che le razze più misere , quelle che gli antropologhi chiamano più basse , i Fuegiani , gli Australiani , i Boschimani , ecc . , siano fisicamente ed anche intellettualmente inferiori alle altre . Che questa inferiorità sia innata , che sia sempre esistita , o che si debba attribuire alla desolazione delle contrade che quei popoli abitano , alla scarsezza di risorse che esse offrono ed all ' estrema miseria che ne è la conseguenza , è quistione che non è né facile né indispensabile per noi di risolvere . Del resto queste razze non formano che una frazione piccolissima dell ' umanità , frazione che va rapidamente diminuendo avanti l ' espansione della razza bianca , dietro la quale si va in molti luoghi infiltrando anche la gialla . Per spirito di giustizia bisogna riconoscere che il prosperare di queste due razze , in quelle stesse terre dove gli aborigeni potevano solo stentatamente vivacchiare , non è tutto dovuto alla superiorità organica , che esse vantano . Giacché i nuovi abitatori portano seco cognizioni e mezzi materiali , mercé i quali traggono abbondanti sussistenze da quelle zolle , che spontaneamente avrebbero dato quasi nulla . L ' indigeno australiano si contentò per secoli e secoli d ' inseguire i kanguri , di abbattere uccelli col bömerang o , alla peggio , di mangiare lucertole ; ma bisogna confessare che non aveva alcun mezzo di procurarsi le sementi dei grani e delle altre piante commestibili , nei progenitori delle mandrie di montoni , che sono stati a disposi zione dei coloni inglesi . Ben più difficile è il sentenziare sopra l ' inferiorità della razza americana aborigena e della razza nera . Esse sono state da tempo immemorabile in possesso di vastissime contrade , nelle quali potenti civiltà si sarebbero potute sviluppare . In America infatti , nel Messico , nel Perù , in qualche altro sito esistevano od avevano esistito possenti imperi , dei quali però non possiamo esattamente determinare il grado di cultura , perché ebbero il torto di crollare davanti l ' urto di poche centinaia di avventurieri spagnuoli . In Africa qualche volta la razza nera si è politicamente organizzata in vasti imperi , come fu per es . , quello di Uganda , ma nessuno ha raggiunto spontaneamente tal grado di cultura da potere essere paragonato agli Stati più antichi fondati dalla razza bianca o dalla gialla , agli imperi chinese , babilonese o egizio antico , nel quale la razza incivilitrice non era la nera . Parrebbe perciò che tanto per gli Americani indigeni quanto per i Negri una certa inferiorità si possa anche a prima vista stabilire . Ma quando le cose vanno in un modo , non sempre è lecito asserire che dovevano necessariamente ed immancabilmente andare in quel modo . È dubbio che l ' uomo sia vissuto durante il periodo terziario , ma è un fatto scientificamente provato che la sua antichità risale al principio del periodo quaternario , e che perciò va calcolata non per migliaia d ' anni , ma per centinaia e forse migliaia di secoli . Ora le razze , l ' abbiamo già accennato , dovettero formarsi in epoca remotissima , e , trattandosi di periodi così lunghi , l ' essere una razza arrivata , trenta , quaranta , anche cinquanta se coli prima ad un perfezionamento ragguardevole di cultura , non è una prova infallibile di superiorità organica . Delle circostanze esteriori , spesso anche fortuite , la scoperta e l ' uso di un metallo , cosa più o meno agevole secondo i vari paesi , l ' avere o no a portata della mano piante o animali addomesticabili , possono accelerare o ritardare lo sviluppo di una civiltà , ovvero mutarne le vicende . È innegabile che se gli Americani indigeni avessero conosciuto l ' uso del ferro , o se gli Europei avessero scoperto la polvere da sparo due secoli dopo , questi non avrebbero così presto e così completamente distrutto le organizzazioni politiche di quelli . Né bisogna dimenticare che , quando una razza arrivata ad una civiltà matura si trova in contatto con un ' altra ancora allo stato barbaro , se da una parte le fornisce una quantità di strumenti e cognizioni utili , dall ' altra ne disturba profondamente , quando non ne arresta del tatto , lo sviluppo spontaneo ed originale . I Bianchi infatti non solo hanno quasi dappertutto distrutto od asservito gli Americani indigeni , ma per secoli hanno anche abbruttito ed impoverito la razza negra coll ' alcool e colla tratta ; sicché si deve convenire che la civiltà europea finora non solo ha contrastato , ma quasi ha impedito tutti gli sforzi che Negri e Pelli Rosse avrebbero potuto spontaneamente fare per progredire . A diversi rami della razza americana indigena si fa il rimprovero , che si estende anche al Polinesi oltre che agli Australiani e ad altre razze umane delle più misere , di non saper sopportare il contatto coll ' uomo bianco e di scomparire rapidamente davanti l ' avanzarsi di questo . La verità è che i Bianchi tolgono alle razze di colore i mezzi di sussistenza , prima che esse possano abituarsi a far uso dei nuovi mezzi di sostentare la vita , che sono dagli stessi Bianchi introdotti . Ordinariamente i territori di caccia delle tribù selvaggia sono invasi e la grossa selvaggina è distrutta : prima che gl ' indigeni abbiano potuto adattarsi all ' agricoltura . Inoltre le razze civili comunicano alle meno civili le loro malattie , senza che quest ' ultima possano ordinariamente giovarsi dei metodi preventivi e curativi , che il progresso scientifico ed una lunga esperienza hanno a quelle insegnato . La tisi , la sifilide ed il vaiuolo farebbero probabilmente tra noi la stessa strage , che fanno presso alcune tribù selvaggia , se noi queste malattie prevenissimo e curassimo con i soli mezzi che sono alla portata dei selvaggi , che consistono nel non averne alcuno . Sono generalmente le Pelli Rosse ed i Negri inferiori ai Bianchi come individui ? Sebbene i più rispondano subito ed energicamente di si , qualcuno dice con eguale prontezza e risoluzione di no ; a noi pare difficile l ' affermarlo con sicurezza , come il negarlo . Chi rammenta la storia della prima colonizzazione della Virginia deve convenire che la figlia di Powattan , il Sachem che comandava in quelle contrade all ' arrivo dei Bianchi , la gentile ed affettuosa Pocahonta , aveva doti di mente e di cuore non inferiori a quelle di quasi alcuna fanciulla europea dei suoi tempi . Stanley , che i Negri doveva conoscer bene , non sentenzia mai sulla inferiorità assoluta della razza africana , anzi cita parecchi esempi di Negri intelligenti e non privi di qualità morali , specie tra quelli che sono stati educati tra popoli civili : anche tra quelli assoluta mente barbari trova sviluppate certe qualità , che sono state a preferenza coltivate ; ad esempio , dice che nel Congo anche un fanciullo riesce superiore al più astuto sensale europeo nell ' abilità di far valere la sua merce , nel saper vender caro e comprare a buon patto . Gli Americani indigeni , dove si sono mescolati coi Bianchi e ne hanno abbracciato la civiltà , non hanno mancato di dare qualche uomo notevole , come ad esempio Garcilasso della Vega e Benito Juarez . I Negri nelle identiche condizioni possono vantare Toussaint Louverture , il Morton dotto teologo ed umanista , il Firmin e parecchi altri . Dobbiamo però confessare che , nell ' una e nell ' altra razza , la nota delle individualità cospicue è molto scarsa rispetto alla quantità d ' individui , che hanno avuto e hanno la possibilità di fruire dei vantaggi che offre il vivere civile . Però ha qualche peso l ' osservazione che un dotto vescovo di razza negra facea al Gorge : che i fanciulli negri nelle scuole profittano quanto i bianchi e si mostrano egualmente svegli ed intelligenti fino all ' età di dieci o dodici anni , ma , appena cominciano a capire che essi appartengono una razza considerata inferiore , e che a loro non è riservata altra sorte che quella di fare i cuochi ed i facchini , si svogliano dallo studio e cadono nell ' apatia . Non si può infatti negare che in gran parte dell ' America gli uomini di colore siano generalmente considerati come esseri inferiori , che debbono essere necessariamente rilegati negli ultimi strati sociali ; or , se le nostre classi diseredate portassero nell ' aspetto l ' impronta indelebile della loro inferiorità sociale , è certo che tra esse ben pochi sarebbero gli individui i quali avrebbero l ' energia di sollevarsi ad una condizione sociale molto superiore a quella della loro nascita . Ad ogni modo , se qualche dubbio è lecito di elevare sulla attitudine dei Negri e degli Americani indigeni ad una civiltà e ad un ordinamento politico superiore , ogni perplessità vien meno riguardo non solo agli Arii ed ai Semiti , ma a tutta la razza così detta mongolica o gialla ed anche a quella razza bruna , che nel vive ora mescolata con la razza ariana e nella China meridionale , nell ' Indochina , forse anche nel Giappone si è fusa con quella gialla . Il complesso di queste razze forma certamente più dei tre quarti e forse i quattro quinti dell ' intera umanità . I Chinesi hanno saputo fondare una civiltà originalissima , che maravigliosamente è durata e più maravigliosamente ancora ha saputo espandersi . Figlia in gran parte della civiltà chinese è quella del Giappone e quella della Indochina , e pare che abbia appartenuto alla razza turanica quel popolo dei Somiri e degli Akkad , che fondò la più antica civiltà babilonese . La razza bruna pare che fosse autrice dell ' antichissima civiltà dell ' Elam o Susiana , ed una civiltà autoctona pare che esistesse nell ' India prima del l ' arrivo degli Ariani . L ' Egitto deve la sua civiltà ad una razza , che si dice sub ­ semitica o berbera , e Ninive , Sidone , Gerusalemme , Damasco , forse anche Sardi , appartennero ai Semiti . Alla più re cente civiltà degli Arabi maomettani ci pare superfluo accennare . XII . - - Senza ammettere la superiorità o l ' inferiorità assoluta di alcuna razza umana , molti credono che ognuna di esse abbia speciali qualità intellettuali e morali in corrispondenza necessaria con certi tipi di organizzazione sociale e politica , dai quali il suo spirito , o meglio ancora , ciò che si dice il genio stesso della razza non le permettono di allontanarsi . Or fatta la debita parte alle esagerazioni , che facilmente si ammettono su questo argomento , tenuto sempre presente il gran fondo amano , che si ritrova in tutti i popoli ed in tutti i tempi , è innegabile che non diciamo ogni razza , ma ogni nazione , ogni regione , ogni città ha un certo tipo speciale , non dappertutto ugualmente determinato e preciso , il quale consiste in un complesso d ' idee , di credenze , di opinioni , di sentimenti , di consuetudini e di pregiudizi , i quali rappresentano per ogni gruppo dell ' umanità cioè che i lineamenti del viso sono per ogni individuo . Ma questa diversità di tipo sarebbe sicuramente una conseguenza delle diversità fisiche , della varietà della razza , del sangue diverso che scorre nelle vene di ogni nazione , se non trovasse la sua spiegazione in un altro fatto , che è uno dei più sicuri e costanti , che si possono accertare mercé l ' osservazione della natura umana . Intendiamo alludere al mimetismo , a quella grande forza psicologica per la quale ogni individuo suole acquistare le idee , le credenze ed i sentimenti , che sono più comuni nell ' ambiente nel quale è cresciuto . Salvo rare e quasi mai complete eccezioni , si pensa , si giudica , si crede , come pensa giudica e crede la società nella quale viviamo ; delle cose si osserva quel lato , che generalmente è più notato dalle persone che ci circondano , e si sviluppano nell ' individuo a preferenza quelle attitudini morali ed intellettuali , che sono più pregiate e più comuni in quell ' ambiente umano in cui egli si è formato . Infatti l ' unità di tipo morale ed intellettuale si ritrova fortissima in collettività di persone , fra le quali non vi è alcuna speciale comunanza di sangue e di razza . Valga ad esempio il clero cattolico , il quale , sparso dappertutto , conserva sempre una singolare uniformità nelle sue credenze , nelle sue abitudini intellettuali e morali ed anche nei suoi costumi . Il fenomeno si osserva più spiccato nei vali ordini religiosi ; è notoria la maravigliosa rassomiglianza di un Gesuita italiano , con un Gesuita francese , tedesco od inglese . Molta rassomiglianza si trova pure nel tipo militare comune a quasi tutti i grandi eserciti europei ; ed un tipo intellettuale e morale abbastanza costante può anche esistere perfino nei singoli reggimenti della milizia , nelle scuole militari ed anche nei collegi laici , dovunque insomma si è potuto o saputo costituire un ambiente particolare , una specie di forma psicologica , la quale plasma alla sua maniera tutti gl ' individui che vengono in essa gettati . Non indaghiamo per ora come i grandi ambienti nazionali , e meglio ancora , quelle grandi correnti psicologiche , che abbracciano talvolta tutta una civiltà od i seguaci di una religione si siano formate , siano vissute e spesso anche sparite dalla scena del mondo . L ' iniziare questo studio equivarrebbe a richiamare la storia di tutta la parte civile dell ' umanità : questo possiamo con sicurezza asserire che le circostanze storiche speciali ad ognuno dei grandi gruppi dell ' umanità hanno principalmente formato gli ambienti speciali , ai quali abbiamo accennato , e nuove circostanze storiche questi ambienti lentamente modificano o anche distruggono la parte che la consanguineità , la razza , ha nella formazione dei vari ambienti morali ed intellettuali può almeno in certi casi essere piccola e difficilmente apprezzabile , anche quando il coefficiente etnico sembra a prima vista preponderante . Così si cita l ' esempio degli Ebrei , che , sparsi in mezzo ad altri popoli , hanno per secoli e secoli maravigliosamente conservato il loro tipo nazionale . Ma bisogna appunto tener presente che i discendenti d ' Israele sono sempre vissuti moralmente appartati dalle popolazioni in mezzo alle quali abitavano e sono perciò sempre stati in un ambiente speciale . Infatti la prole delle famiglie ebraiche convertite al Cristiane simo od all ' Islamismo di raro conserva lungamente , ossia per molte generazioni , i caratteri dei suoi antenati , e lo stesso Ebreo non convertito , mantiene meglio il suo tipo speciale là dove vive più appartato . Un Ebreo della Piccola Russia o di Costantinopoli è molto più Ebreo di un suo correligionario nato e cresciuto in Italia o in Francia , paesi dove i Ghetti non sono più che una memoria . Anche i Chinesi trasportati in America apprendono molti lati della civiltà dei Bianchi , sebbene moralmente non trasformino il loro tipo ; ma essi in California ed altrove vivono sempre tra loro in un ambiente chinese . Nella Turchia europea ed asiatica convivono nelle stesse città Turchi , Greci , Armeni , Ebrei e Franchi e non si fondono , né le razze si modificano , perché esse , sebbene materialmente in contatto , moralmente sono divise e ciascuna ha il suo ambiente speciale . E si potrebbe perfino osservare che la maggiore tenacia con cui si conserva il tipo nazionale inglese , fra quelli delle altre nazioni europee , è una conseguenza della poca sociabilità che gli Inglesi , stabiliti in paese straniero , hanno verso gl ' indigeni , la quale li costringe a stare fra loro in un embrione di ambiente britannico . Il così detto genio delle razze non è quindi qualche cosa di così fatale e necessario come ad alcuni piace immaginare . Am mettendo pure che le varie razze superiori , suscettibili cioè di creare una propria ed originale civiltà , siano organicamente di verse una dall ' altra , non è la somma delle loro differenze organiche ciò che esclusivamente od anche principalmente ha determinato la diversità del tipo sociale , che esse hanno adottato , ma piuttosto la diversità dei contatti sociali e delle circostanze storiche , alle quali , non solo ogni razza , ma ogni nazione ed ogni organismo sociale son destinati a sottostare . XIII . - - La questione della razza sarebbe qui esaurita se da tutti si ammettesse che i cambiamenti organici e psichici , dai quali una razza umana può essere modificata durante un periodo storico anche lungo , per esempio di venti o trenta secoli , sono poco apprezzabili e quasi trascurabili . Ma , lungi dall ' essere una simile credenza generalmente accettata , prevale ora una scuola , che si fonda su postulati diversi ; giacché , applicando alle scienze sociali le dottrine di Darwin sull ' evoluzione delle specie , ammette che ogni gruppo umano possa nel decorso di pochi secoli raggiungere un notevole miglioramento organico , dal quale fa provenire il perfezionamento politico e sociale . Ora , senza discutere o negare le dottrine di Darwin sulla trasformazione nella specie , ed ammettendo anche la discendenza del l ' uomo da un ipotetico antropopiteco , una cosa ci sembra certa , indiscutibile e percepibile a prima vista : che la famosa lotta per l ' esistenza e la selezione naturale , che ne è conseguenza , come è stata descritta nelle piante , negli animali e negli uomini selvaggi , non esiste nelle società umane pervenute anche ad un mediocrissimo stadio di civiltà . L ' avercela voluta trovare è effetto naturale della fortuna straordinaria che ebbe l ' ipotesi darvinista nello scienze naturali , fortuna che dovea tentare fortemente gli spiriti sistematici ad estenderne l ' applicazione . Ciò è pure effetto di un equivoco , della confusione di due fatti , che , sostanzialmente di versi , hanno apparentemente qualche punto di contatto , la quale confusione è facilmente spiegabile che sia avvenuta nelle menti fortemente prevenute a favore del sistema evoluzionista . Si è , per spiegarsi in poche parole , scambiata la lotta per l ' esistenza con quella per la preminenza , la quale è realmente un fatto costante , che avviene in tutte le società umane dalle più civili a quelle appena uscite dallo stato selvaggio . Infatti nella lotta fra le varie società umane , la vincitrice ordinariamente , anzi quasi sempre , non distrugge la vinta , ma la sottomette , l ' assimila , le impone il proprio tipo di civiltà . Oggidì in Europa ed in America la guerra non ha altro risultato che l ' egemonia politica della nazione , che riesce militarmente superiore , o l ' annessione di qualche provincia ; ma anche antica mente , quando lottavano la Grecia con la Persia e Roma con Cartagine , si distruggeva qualche volta l ' organismo politico , l ' esistenza nazionale dei vinti , ma individualmente , anche nell ' ipotesi peggiore , questi erano ridotti preferibilmente in servitù anziché passati a fil di spada . I casi come quelli di Sagunto e di Numanzia , della presa di Tiro per opera di Alessandro Magno e di quella di Cartagine sono stati sempre assolutamente eccezionali . Gli Assiri nell ' antico Oriente , i Mongoli nel Medio Evo furono i popoli che più frequentemente praticarono l ' uso orrendo dello sterminio sistematico dei vinti , eppure anche essi lo usarono piuttosto come mezzo di raggiungere con il terrore la sottomissione degli altri popoli , anziché come fine ; ed in verità non si può dire che un solo popolo sia stato dalle loro orribili stragi materialmente distratto . Se poniamo mente poi al lavorìo interiore , che avviene nel seno di ogni società , vediamo subito che in esso il carattere di lotta per la preminenza anziché per l ' esistenza è anche più spiccato . La gara fra gl ' individui di ogni nucleo sociale è per arrivare ai posti elevati , alla ricchezza , al comando , per conquistare i mezzi , che dànno la facoltà di dirigere a proprio piacimento molte attività e molte volontà umane . I vinti , che in questa lotta sono naturalmente i più , non vengono già , come sarebbe carattere sostanziale dello struggle for life , né divorati , né distrutti , né tampoco impediti di riprodursi ; essi soltanto godono più scarse soddisfazioni materiali e sopratutto hanno minor libertà ed indipendenza . Si può dire anzi che in generale nelle società colte le classi inferiori , lungi dall ' essere lentamente eliminate per via della così detta selezione naturale , sono più prolifiche delle superiori , ed è certo che , anche in quelle classi , tutti gl ' individui finiscono quasi sempre coll ' avere un pane ed una donna ; per quanto il primo possa essere più o meno nero e stentato , la seconda più o meno leggiadra e desiderabile . La poligamia delle classi superiori è il solo argomento che si potrebbe citare a favore del principio della selezione naturale applicato alle società barbare e civili . Ma anche quest ' argomento è debolissimo , perché alla poligamia umana non corrisponde sempre una maggiore fecondità e perché sono a preferenza poligame quelle società umane , le quali hanno realizzato minori progressi sociali ; sicché la selezione naturale si sarebbe mostrata più impotente colà dove aveva maggiori mezzi d ' azione . XIV . - - Premesse queste osservazioni , che equivalgono quasi ad una questione pregiudiziale , venendo ad altro ordine d ' idee , è facile rilevare che , se il progresso di una razza e di una nazione dipendesse principalmente dal miglioramento organico degli individui che ne fanno parte , le vicende del mondo dovrebbero presentare una trama ben differente di quella che noi cono sciamo . Il progresso morale , intellettuale e quindi sociale di ogni popolo dovrebbe essere più lento , ma più continuo . La legge della selezione naturale combinata con quella dell ' eredità dovrebbe ad ogni generazione far segnare un passo , ma un passo solo , in avanti di quella che l ' ha preceduto ; e non dovrebbe accadere , ciò che nella storia spessissimo vediamo , che un popolo in due o tre generazioni soltanto dia moltissimi passi avanti e , qualche volta , moltissimi indietro . Questi casi di progressi rapidi e di decadenze vertiginose sono così comuni che quasi non varrebbe la pena , di citarli . Da Pisistrato a Socrate non corrono che circa centovent ' anni , ma durante essi l ' arte , il pensiero , la civiltà , ellenica compirono tali incommensurabili progressi da trasformare un popolo di civiltà mediocre , per quanto antica , in quella Grecia , che nella storia del progresso amano scrisse le pagine più splendide , più profonde , più incancellabili . Non citiamo l ' esempio di Roma perché , a dir vero , nel suo rapido passaggio dalla barbarie alla civiltà ebbe moltissima parte l ' influenza ellenica ; ma l ' Italia del rinascimento cronologicamente non dista che un secolo circa dall ' Italia di Dante , eppure in questo spazio di tempo , l ' ideale artistico , morale e scientifico per lavorìo intimo ed originale della nazione cambia interamente , e l ' uomo del Medio Evo si trasforma e scompare . Osserviamo un momento la Francia del 1650 e quella del 1750 . Nella prima vive ancora chi può rammentare la notte di S . Bartolomeo ; le guerre religiose , la lega santa , due Re che consecutivamente cadono sotto il coltello dei fanatici sono fatti , che non hanno ancora acquistato il mistero dell ' antichità , dei quali i testimoni oculari non devono essere rari ; alla presa della Roccella , ultimo episodio del periodo storico che abbiamo accennato , hanno potuto assistere tutti coloro , che appena varcarono la prima gioventù ; quasi nessuno osa esprimere i suoi dubbi sull ' esistenza dei folletti e delle streghe , e trentasette anni sono appena trascorsi dal di che , come strega , fu bruciata la moglie del maresciallo d ' Ancre . Un secolo dopo Montesquieu è già vecchio , Voltaire e Rousseau sono adulti , l ' Enciclopedia , se non pubblicata , è già matura nel mondo intellettuale , la rivoluzione dell ' ottantanove nelle idee , nelle credenze , nei costumi si può dire quasi compiuta . E , senza andar cercando altri esempi lontani , guardiamo i paesi più noti dell ' Europa presente , l ' Inghilterra , la Germania , l ' Italia , la Spagna . Certo la rivoluzione intellettuale e morale , che si svolse nell ' ultimo secolo in queste nazioni , se fosse stata una conseguenza di modificazioni organiche degli individui che le compongono , avrebbe richiesto per lo meno qualche dozzina di generazioni . D ' altra parte anche gli esempi di rapide decadenze di nazioni e di civiltà , intere non sono rari . Si cerca di spiegarle attribuendole alle invasioni ed alle distruzioni dei barbari , ma si dimentica che , perché un paese civile possa diventare preda dei barbari , deve essere caduto in uno stato di grande esaurimento e di grande disorganizzazione , che sono conseguenza della dissoluzione morale e politica ; giacché , nel caso contrario , una maggiore civiltà presuppone sempre una popolazione maggiore e cognizioni e mezzi di offesa e di difesa più potenti ed efficaci . La China è stata conquistata due volte dai Mongoli o Tartari e l ' India parecchie volte dai Turchi , dai Tartari , dagli Afgani , ma la civiltà chinese ed indiana al momento delle invasioni erano già entrate in periodi di decadenza . E questa decadenza spontanea dei popoli civili in alcuni casi si può quasi matematicamente accertare . Tutti gli orientalisti sanno che l ' antichissima fra tutte le antiche civiltà egiziane , quella che canalizzò il Nilo , inventò la scrittura geroglifica , costruì le grandi piramidi , si ecclissò spontaneamente e scomparve senza che sinora se ne siano potute conoscere le ragioni . Vi furono guerre civili , ecco tutto quello che si sa , e poi l ' oscurità e la barbarie , dalle quali , dopo più di quattro secoli , si vede spontaneamente sorgere una nuova civiltà . Babilonia , che per tanti e tanti secoli era stata un focolare di civiltà , non fu distrutta dai suoi conquistatori , né da Ciro , né da Dario , né da Alessandro , decadde e scomparve dalla scena del mondo per lenta consunzione , per disfacimento spontaneo . L ' impero romano d ' occidente si dice che sia stato distrutto dai barbari , ma chi conosce anche mediocremente la storia sa che i barbari non ammazzarono che un cadavere , sa quanto grande sia stata la decadenza nell ' arte , nella letteratura , nella ricchezza , nell ' amministrazione , in tutti i rami insomma della romana civiltà da Marco Aurelio e Diocleziano ; epoca nella quale i barbari non fecero che scorrere temporaneamente qualche provincia , ma non si stabilirono in alcuna parte dell ' impero , né ebbero modo di farvi danni duraturi . Senza che fosse perturbata da alcuna invasione od elemento straniero , la Spagna della seconda metà del secolo de cimosettimo non era più che l ' ombra di quel paese , che , un secolo prima era la Spagna di Carlo V e che mezzo secolo prima , aveva avuto Cervantes , Lopez de Vega e Quevedo . Tutti questi fatti si spiegano molto male o meglio non si spiegano affatto con la teoria dell ' evoluzione organica e superorganica e della selezione naturale . Stando ad essa un popolo più civile dovrebbe essere più epurato e migliorato dalla lotta per l ' esistenza , e per via dell ' eredità avrebbe dovuto acquistare sugli altri un vantaggio , che , nella corsa delle nazioni attraverso i secoli , non si capisce perché poi dovrebbe perdere . Al contrario noi vediamo una nazione , un gruppo di popoli , ora lanciarsi con impeto irresistibile avanti , ora accasciarsi e miseramente restare indietro . Si può invero notare un movimento di progresso , che , nonostante le interruzioni e le lacune , spinge l ' umanità sempre più avanti , e la civiltà odierna , della razza ariana è infatti superiore a tutte le precedenti , ma bisogna riflettere che ogni nuovo popolo , il quale ha , la fortuna di diventare civile , ha molto meno cammino a fare e disperde una quantità infinitamente minore di forze , perché esso eredita la esperienza e le cognizioni positive di tutte le civiltà che l ' hanno preceduto . essa desolò le provincie orientali dell ' impero , paesi dove la civiltà greco ­ romana dovea durare ancora per lunghissimi secoli . Certo che i Germani di Tacito non sarebbero arrivati in diciotto secoli a formare centri di cultura come Londra , Berlino , New ­ York se avessero dovuto inventare essi la scrittura alfabetica , i primi elementi delle matematiche e tutto quel tesoro immenso di cognizioni , che appresero mercé il contatto coi Greci e coi Romani . Né la civiltà ellenica e la civiltà romana avrebbero tanto progredito senza le infiltrazioni delle antiche civiltà orientali , alle quali appunto esse dovettero la nozione dell ' alfabeto e dei primi rudimenti delle scienze esatte . Adunque piuttosto che , per la via del l ' eredità organica la civiltà umana progredisce per quella della eredità scientifica ; possono restare stazionari , o anche diventar barbari , i discendenti di un popolo civile e gli studi dei loro padri feconderanno la civiltà nascente di orde incolte che si troveranno in condizioni favorevoli per accogliere quei benefici germi . A dir vero si riconosce anche dagli evoluzionisti il fatto che , prima della razza ariana e segnatamente del ramo germanico di essa , altre razze sono arrivate alla civiltà ; ma si aggiunge che queste razze sono decadute o rimaste stazionarie perché invecchiate , od , in altri termini , perché hanno esaurito tutta quella somma di energia intellettuale e morale di cui potevano disporre . Veramente questa idea della vecchiaia di alcune razze ci pare l ' effetto di un ' analogia del tatto apparente fra la vita dell ' individuo e quella della comunità ; mentre , stando ai fatti che noi vediamo , siccome i membri di quest ' ultima si riproducono sempre ed ogni nuova generazione ha tutto il vigore della gioventù , un ' intera società non può diventare vecchia come accade all ' individuo quando le sue forze cominciano a declinare . Né , a nostra conoscenza , è stata mai accertata alcuna differenza organica fra gl ' individui di una società che progredisce e quelli di un ' altra società che decade . Le società in decadenza invecchiano perché cambia il tipo dell ' organizzazione sociale ; invecchiano allora , o meglio si sfatano lentamente , le credenze religiose , i costumi , i pregiudizi e le tradizioni sulle quali le istituzioni politiche e sociali sono fondate ma questi sono tutti elementi sociali il cui variare dipende dall ' intervento di nuovi fattori storici coi quali un popolo si può trovare in contatto , o anche da una lenta e spontanea elaborazione intellettuale , morale e sociale , che in seno allo stesso si può produrre . Sicché è molto , ma molto arrischiato l ' asserire che i cambiamenti nella costituzione fisica della razza vi possano entrare per qualche cosa . Del resto questa credenza che tutte le civiltà extra ­ ariane , l ' egiziana , la babilonese , quella chinese antica e moderna , siano state e siano uniformemente immobili ci pare proprio l ' effetto di un errore d ' ottica , proveniente dal fatto che noi le vediamo molto da lontano . È il caso delle montagne , che , da lontano sotto il cielo limpido e trasparente della Sicilia , sembrano belle muraglie azzurre , che , perpendicolarmente ed uniformemente , chiudono l ' orizzonte e che , da vicino , poi si vede che sono tutt ' altra cosa : perché ognuna comprende un piccolo mondo speciale di salite , di discese , di accidentalità di ogni genere . Non possiamo raccontare qui , neppure sommariamente , le vicende di Babilonia , di Tebe , di Menfi , ma lo studio dei monumenti caldei ed egiziani ci ha informato in modo omai non dubbio , che degli alti e dei bassi , delle decadenze e delle epoche di risorgimento e di progresso ce ne furono parecchie , tanto sulle rive del Nilo che su quelle dell ' Eufrate e del Tigri . E quanto alla China , è vero che la sua civiltà è durata meravigliosamente e senza interruzione parecchie migliaia d ' anni , ma non , è a dire che , sia stata , sempre la stessa : quel tanto che sappiamo della storia chinese basta ad assicurarci che l ' organizzazione politica e sociale del Celeste impero ha subìto , nel corso dei secoli , fortissime modificazioni . XV . - - Il Letourneau nel suo libro intitolato « Evoluzione della morale » fa derivare il progresso delle società umane da un processo organico , per il quale le azioni buone , che sarebbero poi le azioni utili , lasciano una traccia nel cervello e nei centri nervosi dell ' individuo che le fa , traccia che , ripetuta diverse volte , produce una tendenza verso la continuazione dello stesso atto , la qual tendenza , si trasmette poi ai discendenti . Si può domandare perché non lasciano la stessa traccia le azioni cattive od inutili . Ma ascoltiamo l ' autore : egli scrive che « come i corpi suscettibili di fosforescenza si ricordano della luce , così la cellula nervosa si ricorda dei suoi atti intimi , ma attenendosi a modi infinitamente più tenaci e svariati . Ogni atto al quale ha presieduto la cellula nervosa , vi lascia una specie di residuo funzionale , che nell ' avvenire ne faciliterà la ripetizione e qualche volta la provocherà . In effetto questa ripetizione diverrà sempre più facile e finirà anche col compiersi spontaneamente ed automaticamente . La cellula nervosa avrà , allora acquistato un ' inclinazione , un ' abitudine , un istinto , un bisogno » . E più avanti : « Le cellule nervose sono per eccellenza degli apparecchi d ' impregnazione ; qualunque corrente d ' attività molecolare le traversi vi lascia più o meno una traccia , che tende a rivivere . Con una ripetizione sufficiente degli atti queste traccie s ' organizzano , si fissano , si trasmettono ereditariamente ed a ciascuna di esse corrisponde una tendenza , un ' inclinazione , che si manifesterà all ' occasione e contribuirà a costituire ciò che si chiama il carattere . Bisogna tener presente questa veduta generale se si vuole capire l ' origine e l ' evoluzione della morale » . E più avanti ancora , ribadendo sempre lo stesso concetto , aggiunge : « Nei suoi tratti essenziali ciò che è etico è utilitario e progressivo . Pertanto una volta formate , impiantate nei centri nervosi , le inclinazioni morali o immorali non si spengono che lentamente come esse si sono formate . Spesso anche riappariscono per atavismo ed allora si vedono sorgere , nel seno di una società relativamente incivilita dei tipi morali dell ' epoca della pietra , ovvero dei tipi eroici in mezzo ad una civiltà mercantile » . Ci pare che questi brani bastino per avere un ' idea abbastanza precisa e coscienziosa del concetto fondamentale dello scrittore . Essi sono inoltre sufficienti per fornire un concetto abbastanza chiaro degli argomenti di tutta quella scuola , che pone le scienze antropologiche a fondamento della sociologia . Le ipotesi però , per quanto belle ed ardite , nella scienza hanno un valore solo quando sono confermate dall ' esperienza , ossia da dimostrazioni a base di fatti : ad ogni modo noi non vogliamo ora discutere l ' autenticità di tutto quel procedimento organico , che , nel libro del Letourneau , troviamo così nettamente e così si curamente esposto . Ma , i fatti sono sempre i fatti , essi hanno lo stesso valore scientifico , sia che siano tratti dallo studio delle cellule nervose , dal colore dei capelli e dalla misurazione dei crani delle varie razze e dalla osservazione delle società animali , oppure dallo studio della storia umana . L ' unica classificazione per ordine d ' importanza , che si possa ammettere tra essi , è quella tra fatti bene accertati , che , ad esempio , non sono stati trovati ed asseriti da coloro stessi , che vi hanno sopra fabbricato le loro teorie , e fatti dubbi , male accertati , che hanno subìto l ' influenza dei preconcetti dell ' osservatore . Or tutta la storia ampiamente dimostra come il progresso delle società umane non segua quel corso che dovrebbe seguire se le teorie della scuola antropologica fossero esatto : sicché per accettarle bisogna che esse subiscano almeno una modificazione . Si deve cioè ammettere che l ' uomo civile o capace di civiltà , il quale non è certo comparso ieri sulla faccia del mondo , ha subito nelle sue cellule nervose tante e così varie impressioni morali da rendergli possibili le tendenze e le abitudini più disparate : tanto quelle che conducono una società verso il progresso intellettuale , morale e politico , quanto le altre , che la portano alla decadenza ed al disfacimento . XVI . - - Ma , così ridotta , la teoria antropologica non ha più alcun valore pratico , non c ' insegna né ci può insegnare alcuna cosa , che già non sappiamo , e val meglio di tentar di raggiungere risaltati scientifici per altra via , per quanto ardua questa possa essere . La verità è che , come fondandosi sulla varietà dei climi , nessuna legge generale si è potuta trovare intorno all ' organizzazione delle società umane ed alla varietà dei tipi , che esse presentano , così non se ne è trovata alcuna che sia basata sulla diversità delle razze e che è impossibile attribuire al loro miglioramento od alla decadenza organica il progresso o la rovina delle nazioni . Chi ha molto viaggiato ordinariamente viene nell ' opinione che gli uomini , sotto le apparenti differenze di costumi e di abitudini , infondo psicologicamente si somigliano moltissimo ; chi ha molto letto la storia acquista una convinzione analoga per quel che riguarda le varie epoche della umana , civiltà : scorrendo i documenti i quali c ' informano come gli uomini di un altro tempo sentirono , pensarono , vissero , la conclusione alla quale si arriva è sempre identica : che essi erano molto simili a noi . Questa somiglianza psicologica , il fatto che le grandi razze , che formano i quattro quinti dell ' umanità , si sono mostrate capaci di svariatissime vicende di progresso e di decadenza , ci induce a porre avanti l ' ipotesi , che è anche il risultato di tutte le indagini negative che abbiamo già fatto , che come l ' uomo o almeno le grandi razze umane , hanno la tendenza costante a costituirsi in società , così devono avere tendenze psicologiche ugualmente forti e costanti , che le spingono verso un grado sempre maggiore di cultura e di progresso sociale , tendenze che però agiscono con più o meno forza , o possono essere anche soffocate , a seconda che trovano più o meno favorevole l ' ambiente fisico , quel complesso di circostanze che si chiama il caso fortuito ed anche a seconda che sono più o meno combattute dall ' ambiente sociale , cioè da altre tendenze psicologiche egualmente generali e costanti . In fondo è un processo organico , per quanto più complicato , simile a quello che avviene in tutta la natura animale e vegetale . Una pianta ha la tendenza fortissima ad espandersi e moltiplicarsi , tendenza che può essere agevolata o combattuta dall ' ambiente fisico , dalle condizioni cioè di umidità e di clima , dal caso fortuito rappresentato dal vento e dagli uccelli , che ne propagano o disperdono i semi , e da qualità proprie , cioè dalla maggiore o minore resistenza , che oppone alle malattie che la colpiscono . Simile pure è il procedimento che avviene in quel ramo dell ' attività sociale , che è stato a preferenza degli altri studiato , cioè nella produzione della ricchezza ; produzione la quale ha una tendenza indefinita ad aumentare , che è più o meno ostacolata dalle difficoltà naturali , fino ad un certo punto dal caso fortuito ed anche dall ' ignoranza , dalla soverchia ingordigia e dai pregiudizi umani . L ' uomo non crea né distrugge alcuna delle forze della natura , però può studiarne il gioco e l ' andamento e dirigerlo a suo profitto . È così che agisce nell ' agricoltura , nella navigazione , nella meccanica ; è così che in questi rami di attività la scienza moderna ha potuto raggiungere risultati quasi miracolosi . Il metodo certo non può essere diverso quando si tratta delle scienze sociali ; e infatti è quello stesso che ha dato finora discreti risultati nell ' Economia politica . Senonché non è da dissimularsi che nelle scienze sociali in genere le difficoltà da superare sono immensa mente maggiori : giacché non solo la più grande complessità delle leggi psicologiche , o tendenze costanti comuni alle masse umane , rende più difficile il determinarne l ' azione , ma è indiscutibile che è più agevole l ' osservazione dei fatti che si svolgono attorno a noi , anziché quella dei fatti , che sono opera nostra . L ' uomo può studiare molto più agevolmente i fenomeni della fisica , della , chimica , della botanica , anziché i propri istinti e le proprie passioni . E bisogna anche confessare che la necessaria obiettività , per condurre con buon risaltato questo genere di osservazioni sarà sempre privilegio di una ristretta frazione d ' individui dotati di attitudini speciali e di una particolare educazione intellettuale , e , dato che questi individui possano raggiungere risultati scientifici , è molto problematico che riescano a modificare in base ad essi l ' azione politica delle grandi società umane . XVII . - - Qualunque possa essere nell ' avvenire l ' efficacia pratica della scienza politica è indiscutibile che i progressi di questa disciplina sono tutti fondati sullo studio dei fatti sociali e che questi fatti non si possono cavare che dalla storia delle diverse nazioni . In altre parole se la scienza politica deve essere fondata sullo studio e l ' osservazione dei fatti politici è all ' antico metodo storico che bisogna tornare . Contro questo metodo si elevano diverse obiezioni più o meno gravi , alle quali brevemente risponderemo . Si dice prima di tutto che moltissimi autori , a cominciare da Aristotile continuando con Machiavelli e Montesquieu fino ai giorni nostri , hanno questo metodo usato , e che , malgrado che molte delle loro osservazioni parziali siano universalmente riconosciute come fondate e come verità scientificamente acquisite , pure un vero sistema scientifico ancora non si è trovato . Ma del metodo storico in particolare si può dire quello che abbiamo già detto del metodo positivo in genere , che per dare buoni risultati deve essere bene applicato . Or per bene applicarlo , con dizione indispensabile è il conoscere la storia largamente ed esattamente , e ciò non era nella possibilità né di Aristotile , né di Machiavelli o di Montesquiou , né di alcun altro scrittore , che fosse vissuto solo più di mezzo secolo addietro . Le grandi sintesi non possono essere tentate che dopo che si ha una collezione grandissima di fatti studiati ed accertati con criterio scientifico ; certo anche nei secoli scorsi delle nozioni storiche non mancavano , ma esse erano quasi unicamente ristrette a singoli periodi : fino agli inizi del secolo scorso si conosceva forse in qualche modo la civiltà greco ­ romana e la storia delle nazioni moderne europee , ma sul passato del resto del mondo non si sapevano se non favole vaghissime ed incerte tradizioni . Ed anche nella ristretta parte della storia , che abbiamo accennato , le nozioni che si possedevano non erano perfette ; non era ancora sviluppato il senso critico , mancava quella paziente ricerca dei documenti , quella minuziosa ed accurata interpretazione delle inscrizioni , che , non solo ha precisato meglio le linee generali delle azioni dei grandi personaggi storici , ma ci ha rivelato tutti quei dettagli delle consuetudini sociali e dell ' organizzazione politica ed amministrativa dei diversi popoli , che sono interessanti per lo studio della scienza politica assai più delle gesta personali dei grandi guerrieri e dei sovrani . La conoscenza esatta della geografia fisica , l ' etnologia e la filologia comparata , che illuminano sulle origini ed i rapporti di consanguineità delle nazioni , la preistoria , che ha posto in evidenza l ' antichità del genere umano e di alcune civiltà , la interpretazione degli alfabeti geroglifico , cuneiforme ed indiano antico , che ci hanno svelato i misteri delle civiltà orientali ora estinte , sono conquiste del secolo decimonono . Ugualmente in questo secolo si sono , almeno in parte , tolti i misteri , che avviluppavano la storia della China , del Giappone e di altre nazioni dell ' estremo oriente , e si sono in parte scoperti , in parte più accuratamente studiati i ricordi delle antiche civiltà americane . In questo secolo infine è invalso l ' uso degli studi statistici comparati , che ci rendono facile la conoscenza delle condizioni di popoli lontanissimi . Indiscutibilmente se lo studioso di scienze sociali poteva prima intuire , ora soltanto ci ha i mezzi per osservare in grande , gli strumenti ed i materiali per provare . Aristotile non conosceva che imperfettissimamente la storia delle grandi monarchie asiatiche ; le sue cognizioni probabilmente si limitavano a quanto ne avevano scritto Erodoto e Senofonte , ed a quanto ne aveva potuto sapere dai seguaci di Alessandro , che poco capivano i paesi che conquistavano . Sicché in fondo altro tipo politico non avea famigliare che lo Stato greco del quarto e del quinto secolo avanti Cristo e poco o nulla di esatto avea potuto apprendere sul resto del mondo : in queste condizioni la sua Politica rappresenta uno sforzo intellettuale maraviglioso e la sua classificazione dei governi in monarchie , aristocrazie e democrazie , che ora si potrebbe giudicare incompleta e superficiale , allora certo era quanto di meglio la mente umana potea escogitare . Machiavelli ebbe per modello quasi esclusivo dello stato il Comune italiano della fine del quattrocento , colle sue alternative di tirannide e di anarchia , nel quale il potere si conquistava e si perdeva per un giunco di violenze e furberie , che facea guadagnare la partita a chi sapea meglio mentire e dava l ' ultimo colpo di pugnale : si comprende che questo modello abbia colpito tanto il suo spirito da fargli scrivere il Principe . La conoscenza quasi esclusiva che avea della storia romana , come si poteva apprendere ai suoi tempi , e di quella delle grandi monarchie moderne , che poco avanti a lui eransi formate , spiegano i Discorsi sulle Decadi , le Storie e le sue lettere . - - Montesquieu non poteva conoscere la storia dell ' Oriente molto meglio di Aristotile , né quella greca e romana assai più pro fondamente di Machiavelli , e le maggiori cognizioni che avea sugli istituti e la storia della Francia , dell ' Inghilterra e della Germania , a preferenza di quelli degli altri paesi , dànno la spiegazione della sua teoria secondo la quale la libertà politica sarebbe solo possibile nei paesi freddi . XVIII . - - Un ' altra obiezione si fa al metodo storico , la quale se non più fondata è certo più speciosa , e tale che agli occhi di alcuni può parere molto grave e perfino insuperabile . Essa si basa sulla poca attendibilità dei materiali storici . Si dice infatti comunemente che tutti gli sforzi degli storici spesso non giungono a scoprire la verità , che frequentemente è difficile accertare precisamente come realmente siano accaduti fatti che si sono svolti nel corso dell ' anno e nella nostra città , sicché si può ritenere come impossibile di ottenere racconti degni di fede quando si tratta di epoche e paesi lontani . Non si manca di rilevare le contradizioni che esistono tra i diversi storici e le smentite , che l ' un l ' altro si dànno , le passioni da cui ordinariamente sono animati e se ne conclude che nessuna deduzione siculi , nessuna vera scienza si può trarre da fatti che sono sempre molto dubbi e imperfettamente conosciuti . A questi argomenti la risposta non è ardua . E prima di tutto osserviamo di passaggio che i fatti contemporanei non appuriamo esattamente solo quando non abbiamo né l ' interesse né i mezzi di conoscere la verità , oppure quando vi sono interessi contrari , che vi si oppongono . Se quest ' ostacolo non vi fosse , ognuno che volesse impiegarvi tempo ed un po ' di danaro , potrebbe sempre , in mezzo alle varie versioni , alle ciarle ed ai si dice , trovare , per mezzo di un ' inchiesta più o meno lunga , come presso a poco un fatto realmente sia accaduto . Or , poi fatti storici , quanto più antichi sono tanto più tacciono gl ' interessi , che mirano ad alterarne la esatta nozione , e si deve supporre che lo storico abbia pazienza e tempo sufficienti per appurare intorno ad essi la verità . Di ben altra importanza è una seconda osservazione , che ora faremo in proposito . I fatti storici sui quali regna e regnerà sempre la maggiore incertezza sono quelli aneddottici e biografici che possono interessare la vanità od il tornaconto di un uomo , di una nazione , di un partito . È su questi principalmente che la passione dello scrittore può essere causa anche incosciente di errori ; ma fortunatamente , questo genere di fatti interessano mediocremente lo studioso di scienze politiche , al quale importerà ben poco se una battaglia sia stata vinta per merito di un tal capitano o per colpa di un altro , o se un assassinio politico sia stato più o meno giustificabile . Al contrario vi sono altri fatti che riguardano il tipo e l ' organizzazione sociale dei vari popoli e delle varie epoche ; e su questi appunto , che son quelli che a preferenza c ' interessano , gli storici , spontaneamente e senza partito preso , ci dicono spesso la verità , e più che gli storici ci illuminano i documenti ed i monumenti . Ad es . probabilmente non sapremo mai quando Omero precisamente visse , in quale città nacque , quali furono i casi della sua vita , ma ciò ha un certo interesse per il critico ed il letterato che amerebbero conoscere i più minuti particolari intorno alla persona dell ' autore dell ' Iliade e della Odissea , e ne ha uno ben mediocre per il politico che studia il mondo psicologico e sociale descritto dal gran poeta , mondo che , per quanto abbellito dalla , fantasia del vate , dovette realmente esistere in epoca poco anteriore ad Omero . Nessuno conoscerà mai precisamente quali siano stati i torti ed i meriti di Temistocle , come siano stati pronunziati i discorsi di Pericle , quale fosse la gamba dalla quale zoppicava Agesilao , la razza del cane di Alcibiade ed il colore del cavallo di Alessandro Magno , ma è indiscutibilmente provato che nell ' Ellade , dal sesto al quarto secolo avanti Cristo , vi era un tipo di organizzazione politica , della quale conosciamo già bene , e sempre meglio conosceremo , a misura che si studieranno le iscrizioni ed i monumenti che mano mano si trovano , le diverse varietà , le specialità ed i particolari della compagine amministrativa economica e militare . Nessuno probabilmente conoscerà mai nulla di esatto sulla vita del Re egiziano Kufro della IV dinastia , malgrado la grande piramide , che egli si fece costruire per tomba , nessuno avrà la biografia di Ramses 2° della XVIII dinastia , malgrado che resti il poema di Pentaur , che ne celebra le vittorie vere o supposte ; ma , nessuno porrà in dubbio che , trenta o quaranta secoli avanti l ' èra volgare , aravi già nella valle del Nilo una società numerosa , organizzata , civile , e che lo spirito umano dovette fare prodigiosi sforzi di pazienza e di originalità per cavarla dalla barbarie . Nessuno può porre in dubbio che questa società , modificandosi sempre nel volger dei secoli , ebbe credenze religiose , cognizioni scientifiche e , talvolta , così maravigliosa organizzazione amministrativa e militare , che si potrebbe quasi paragonare a quella degli Stati più civili dell ' èra odierna . È lecito dubitare che Tiberio e Nerone siano stati così tristi come Tacito li ha descritti , che sfasi esagerata l ' imbecillità di Claudio , la lascivia di Messalina , la passione di Caligola per il suo cavallo . Ma non si può negare l ' esistenza dell ' impero romano e la possibilità negli imperatori di commettere malvagità e pazzie che , in altri tempi ed in altri tipi di organizzazione politica , non sarebbero state tollerate . Né si può mettere in dubbio che , nei primi secoli dell ' èra volgare , una grande civiltà riunita politicamente in un grande stato abbracciava tutto il bacino del Mediterraneo : e di questo stato conosciamo già abbastanza , e sempre meglio conosceremo , la legislazione e la elaborata organizzazione finanziaria , amministrativa e militare . Si può perfino supporre che Sakia ­ Muni sia interamente un mito , che Gesù Cristo non sia stato mai crocifisso , anzi che neppure abbia esistito , ma nessuno negherà mai l ' esistenza , del Buddismo e del Cristianesimo coi dogmi e precetti morali che li costituiscono ; nessuno negherà mai che queste due religioni , poiché tanto si son diffuse e da tanto tempo durano , devono rispondere a sentimenti ed a bisogni psicologici diffusissimi nelle masse umane . XIX . - - In conclusione dunque , pur ammettendo che l ' aneddoto ed il particolare biografico abbiano potuto influire sulla storia delle nazioni , ci pare innegabile che essi possono dare ben poco aiuto nello scoprire le granii ; leggi psicologiche , che si manifestano nella vita delle nazioni stesse . Queste leggi svelano piuttosto la loro azione nelle istituzioni amministrative e giuridiche , nelle religioni , in tutte le abitudini morali e politiche dei vari popoli , ed è quindi in questi ultimi ordini di fatti che dobbiamo concentrare la nostra attenzione . Ed intorno a questi fatti crediamo difficile e scarsamente utile stabilire dei criteri precisi di preferenza . In verità qualunque notizia , sia storica o contemporanea , che riguardi le istituzioni di un popolo politicamente organizzato , che sia cioè riunito in masse piuttosto numerose e che abbia raggiunto un certo grado di una qualunque civiltà , può essere molto interessante . Se una raccomandazione si può fare in proposito è questa : che si sfugga dal ricavare tutte le osservazioni da un gruppo di organismi politici , che appartengono allo stesso periodo storico o presentino lo stesso , o poco dissimile , tipo di civiltà . Lo Spencer , come abbiamo già accennato , nei suoi Primi principi di sociologia ha cercato di premunire gli studiosi di scienze sociali contro quelli che egli chiama pregiudizi ; che consistono in certe abitudini dello spirito umano , per le quali l ' osservatore vede i fatti sociali sotto un punto di vista subiettivo unilaterale e ristretto , che necessariamente produce dei risultati erronei . Or , per riparare a quest ' inconveniente , non basta avvertire chi può cadervi che l ' inconveniente esiste , ma bisogna che il suo spirito sia preparato in maniera da evitarlo . Infatti l ' aver la nozione del pregiudizio politico , del pregiudizio nazionale e di quello religioso o antireligioso non toglie che una persona , la quale è stata educata nella credenza che una data forma di governo basti a rigenerare l ' umanità , che la sua nazione è la prima dell ' universo , che la sua religione è la sola verace o che il progresso umano consista nella distruzione di tutte le religioni , quando viene all ' applicazione pratica delle teoriche spenceriane , non cada in uno o in parecchi dei pregiudizi enumerati . La vera salvaguardia contro questa specie di errori sta nel sapere elevare il proprio criterio al di sopra delle credenze ed opinioni che sono generali nella propria epoca o in quel tipo sociale o nazionale di cui facciamo parte ; il che , riportandoci ad un concetto già accennato , corrisponde all ' avere studiato molti fatti sociali , a conoscer bene e molto la storia , non già di un periodo o di un popolo , ma possibilmente dell ' umanità . XX . - - Ai giorni nostri , od almeno fino a poco tempo fa , è prevalsa negli studi sociali la tendenza a considerare con speciale cura gli organismi politici più semplici e più primitivi , cioè quelli delle tribù selvaggio ; e tutte le circostanze , che ad esse si riferiscono , sono stato attentamente notate e registrate . Le relazioni dei viaggiatori , che fra queste tribù hanno dimorato , hanno perciò acquistato una particolare importanza e riempiono i moderni libri di Sociologia . Or noi non diremo che questi studi siano completamente inutili , giacché è difficile trovare un ' applicazione qualsiasi dello spirito umano , che resti completamente infeconda ; ma certo non ci sembrano i più adatti a fornire solidi materiali alle scienze sociali in genere ed alla scienza politica in ispecie . E , prima di tutto , facciamo osservare che le relazioni dei viaggiatori sono ordinaria mente più subiettive , più incerte e contradittorie dei racconti degli storici e sopratutto meno soggette al controllo dei documenti e dei monumenti . Un individuo , che si trova in mezzo a uomini di una civiltà molto differente di quella alla quale è abituato , generalmente li osserva a preferenza da certi punti di vista speciali , e perciò può facilmente prendere abbagli ed errori . Erodoto , che fu il più gran viaggiatore dell ' antichità ed osservatore ; come ora si è riscontrato , non superficiale e coscienzioso , molte cose riferì erroneamente , appunto perché , abituato alla civiltà greca , mal sapea spiegarsi certi fenomeni delle civiltà orientali ; e se si potessero controllare le relazioni dei viaggiatori moderni su documenti autentici , come si è fatto qualche volta con quelle di Erodoto , non crediamo che le troveremmo più esatte . In secondo luogo poi , e ci par questo argomento decisivo , i fatti sociali non si possono raccogliere che nelle società umane , e per società non si deve intendere un ' agglomerazione di poche famiglie , ma ciò che comunemente dicesi una nazione , un popolo , uno stato . Le forze psicologiche sociali non si possono sviluppare e non possono avere la loro applicazione che nei grandi organismi politici , cioè colà dove esistono numerose riunioni di uomini moralmente e politicamente uniti . Nel gruppo primitivo , nella tribù di cinquanta o cento individui , il problema politico quasi non esiste e quindi non si può studiare . Ad esempio è molto facile spiegarsi la monarchia in una di quelle tribù che abbiamo accennato , nelle quali il maschio più forte e più scaltro facilmente s ' impone ai pochi compagni ; ma soccorrono ben altri elementi per potere darsi ragione dello stabilirsi di questa istituzione in società di milioni di individui , nelle quali un solo non si può materialmente imporre alla totalità degli altri e , per quanto abile ed energico , troverà facilmente nella massa centinaia di individui che , almeno potenzialmente , sono abili ed energici quanto lui . Si comprende pure facilmente come poche decine ed anche poche centinaia d ' individui , che vivono in sieme , restando isolati moralmente , se non materialmente , dal resto del mondo , presentino una data singolarità di tipo morale , ed abbiano vivo il sentimento della tribù e della famiglia . Ma il comprendere ciò ci aiuta ben poco quando si tratta di spiegarci perché una identità di tipo morale , un sentimento vivissimo nazionale , esista in agglomerazioni amane di decine e qualche volta , come nel caso della Russia e della China di centinaia di milioni di persone , nelle quali gli individui quasi sempre vivono lontanissimi gli uni dagli altri , sono nella loro grandissima maggioranza scevri di qualunque reciproco rapporto personale , e , nei loro vari gruppi , presentano condizioni di vita materiale molto differente . Si dice che lo studio degli enti politici minuscoli riesce utilissimo , perché in essi si trovano in embrione tutti quegli organi sociali che poi si vanno mano mano sviluppando nelle società più vaste e più progredite , e si crede che riesca molto più facile esaminarne il meccanismo quando i detti organi sono rudimentali , anziché quando divengono complicati . Ma il paragone , ormai così frequente l ' organizzazione delle società umane e quelle , degli individui del regno , animale , giammai crediamo che sia stato meno calzante e meno opportuno come in questo caso . Esso si può ritorcere facilissimamente contro la tesi a favore della quale fa invocato ; giacché non crediamo che nessun zoologo vorrebbe trar lume dallo studio degli animali inferiori per risolvere le quistioni riguardanti l ' anatomia e la fisiologia dei vertebrati a sangue caldo , e non é certo coll ' osservazione delle monére e dei polipi che si sono scoperte la circolazione del sangue ed accertate le funzioni del cuore , del cervello e dei polmoni nell ' uomo e negli altri animali superiori . Ed ora non manca che un argomento ancora , ma è il più importante di tutti , per provare la bontà del metodo storico da noi preferito . Questo argomento consiste nella buona applicazione del detto metodo ; nel dimostrare con l ' esempio pratico che esso , usufruendo di tutti i materiali storici , che la scienza di questo secolo ha messo a nostra disposizione , può dare risultati veramente scientifici . Ciò tenteremo di fare negli altri capitoli di questo lavoro . CAPITOLO II . La classe politica . I . Predominio di una classe dirigente in tutte le società . - - II . Importanza politica di questo fatto . - - III . Prevalenza delle minoranze organizzate sulle maggio ranze . - - IV . Forze politiche . Il valor militare . - - V . La ricchezza . - - VI . Le credenze religiose e la cultura scientifica . - - VII . Influenza dell ' eredità nella classe politica . - - VIII . Periodi di stabilità e di rinnovamento della classe politica . I . - - Fra le tendenze ed i fatti costanti , che si trovano in tutti gli organismi politici , uno ve n ' è la cui evidenza può essere facilmente a tutti manifesta : in tutte le società , a cominciare da quelle più mediocremente sviluppate e che sono appena arrivate ai primordi della civiltà , fino alle più colte e più forti , esistono due classi di persone : quella e l ' altra dei governati . La prima , che è sempre la meno numerosa , adempie a tutte le funzioni politiche , monopolizza il potere e gode i vantaggi che ad esso sono uniti ; mentre la seconda , più numerosa , è diretta regolata dalla prima in modo più o meno legale , ovvero più o meno arbitrario e violento , e ad essa fornisce , almeno apparente mente , i mezzi materiali di sussistenza e quelli che alla vitalità dell ' organismo politico sono necessari . Nella pratica della vita tutti riconosciamo l ' esistenza di questa classe dirigente o classe politica , come altra volta ebbimo a definirla . Sappiamo infatti che nel nostro paese alla direzione della cosa pubblica vi è una minoranza di persone influenti , di cui la maggioranza subisce , di buon grado o malgrado , la dire zione e che lo stesso avviene nei paesi vicini , e non sapremmo quasi nella realtà immaginare un mondo organizzato diversamente , nel quale tutti ugualmente e senza alcuna gerarchia fossero sot toposti ad un solo o tatti ugualmente dirigessero le cose politiche . Se in teoria ragioniamo altrimenti ciò è in parte l ' effetto di abitudini inveterate nel nostro pensiero ed in parte è dovuto alla soverchia importanza che diamo a due fatti politici , la cui appariscenza è d ' assai superiore alla realtà . Il primo di essi consiste nella facile constatazione che in ogni organismo politico vi è sempre una persona che è capo della gerarchia di tutta la classe politica e dirige ciò che si chiama il timone dello Stato . Questa persona non sempre è quella che legalmente avrebbe il supremo potere , alle volte anzi , accanto al Re od all ' Imperatore ereditario vi è un primo ministro o un maestro di palazzo che ha un potere effettivo maggiore di quello del Sovrano , od , in luogo del Presidente elettivo , governa l ' uomo politico influente , che l ' ha fatto eleggere . Qualche volta , per circostanze speciali , invece di una persona sola sono due o tre quelle che adempiono a quest ' ufficio della suprema direzione . Il secondo fatto è anch ' esso di facile percezione , perché qualunque sia il tipo di organizzazione sociale , agevolmente si può constatare che la pressione proveniente dal malcontento dalla massa dei governati , le passioni da cui essa è agitata possono esercitare una certa influenza sull ' indirizzo dalla classe politica . Ma l ' uomo che è a capo dello Stato non potrebbe certo governare senza l ' appoggio di una classe numerosa , che i suoi ordini fa eseguire e rispettare , e se egli può far sentire il peso della sua possanza ad uno od a parecchi dei singoli individui , che a questa classe appartengono , non può certo urtarla nel suo complesso e distruggerla . Giacché , dato che ciò fosse possibile , dovrebbe subito ricostituirne un ' altra , senza di che la sua azione sarebbe completamente annullata . E d ' altra parte , ammesso anche che il malcontento delle masse riuscisse a detronizzare la classe dirigente , dovrebbe necessariamente trovarsi , come più avanti meglio dimostreremo , nel seno delle masse stesse un ' altra minoranza organizzata , che all ' ufficio di classe dirigente adempisse . Altrimenti qualunque organizzazione e qualunque compagine sociale sarebbe distrutta . II . - - Ciò che poi costituisce la vera superiorità della classe politica , come base di ricerche scientifiche , è l ' importanza preponderante che la sua varia costituzione ha nel determinare il tipo politico ed anche il grado di civiltà dei diversi popoli . Stando infatti a quella maniera di classificare le forme dei governi , che è ancora in voga , la Turchia e la Russia erano fino a qualche anno fa tutte e due monarchie assolute , l ' Inghilterra e l ' Italia monarchie costituzionali e la Francia e gli Stati Uniti andrebbero poste nella categoria delle Repubbliche . Questa classificazione è basata sul fatto che , nei primi due paesi , il capo dello Stato è ereditario ed era nominalmente onnipotente , nei secondi , pur essendo ereditario , ha facoltà ed attribuzioni limitate , negli ultimi infine è elettivo . Ma la classificazione è evidentemente superficiale . Giacché appare subito che ben poco di comune v ' è nella maniera come sono ed erano rette politicamente la Russia e la Turchia , assai diverso essendo il grado di civiltà di questi duo paesi e l ' ordinamento delle loro classi politiche : e , seguendo lo stesso criterio , troviamo il regime dell ' Italia monarchica assai più analogo a quello della Francia repubblicana che a quello dell ' Inghilterra ugualmente monarchica , ed importantissime differenze esservi fra l ' ordinamento politico degli Stati Uniti e quello della Francia stessa , sebbene ambidue i paesi siano retti a repubblica . Come poco , avanti abbiamo accennato , lunghe abitudini di pensiero si sono opposte e si oppongono su questo punto al progresso scientifico . La classificazione da noi accennata , che divide i Governi in monarchie assolute , temperate e repubbliche è opera di Montesquieu che la sostituì a quella classica , che già avea fatto Aristotele , il quale li divideva in monarchie , aristocrazie e democrazie . Da Polibio a Montesquieu molti autori aveano perfezionato la classificazione aristotelica sviluppandola nella teoria dei Governi misti . Poi la corrente democratica moderna , che ebbe il suo inizio con Rousseau , si fondò sul concetto che la maggioranza dei cittadini di uno Stato possa , anzi debba partecipare alla vita politica ; e la dottrina della sovranità popolare , malgrado che la scienza moderna renda sempre più manifesta la coesistenza in ogni organismo politico del principio democratico , del monarchico e dell ' aristocratico , s ' impone ancora a moltissime . Noi qui non la confuteremo direttamente , giacché a questo còmpito adempiamo in tutto il complesso del nostro lavoro , e perché è assai difficile in poche pagine distruggere in una mente umana tutto un sistema d ' idee , che vi si è radicato ; giacché , come bene scrisse il Las Casus nella vita di Cristoforo Colombo , il disimparare è in molti casi più difficile dell ' imparare . III . - - Fin da ora però crediamo utile di rispondere ad una obiezione , la , quale ci pare che molto facilmente si possa fare al nostro modo di vedere . Se è agevole il comprendere che un solo non possa comandare ad una massa senza che ci sia in essa una minoranza che lo sostenga , è , piuttosto difficile l ' ammettere come un fatto costante e naturale , che le minoranze comandino alle maggioranze anziché queste a quelle . Ma è questo uno dei punti , come tanti se ne dànno in tutte le altre scienze , in cui la prima apparenza delle cose è contraria alla loro realtà . Nel fatto è fatale la prevalenza di una minoranza organizzata , che obbedisce ad unico impulso , sulla maggioranza organizzata . La forza di qualsiasi minoranza è irresistibile di fronte ad ogni individuo della maggioranza , il quale si trova solo davanti alla totalità della minoranza organizzata ; e nello stesso tempo si può dire che questa è organizzata appunto , perché è minoranza . Cento , che agiscano sempre di concerto e d ' intesa gli uni cogli altri , trionferanno su mille presi ad uno ad uno e che non avranno alcun accordo fra loro ; e nello stesso tempo sarà ai primi molto più facile l ' agire di concerto e l ' avere un ' intesa , perché son cento e non mille . Da questo fatto si ricava facilmente la conseguenza che , quanto più è grande una comunità politica , altrettanto minore può essere la proporzione della minoranza governante rispetto alla maggioranza governata , e tanto più difficile riesce a questa l ' organizzarsi per reagire contro di quella . Però , oltre al vantaggio grandissimo che viene dall ' organizzazione , le minoranze governanti ordinariamente sono costituite in maniera che gl ' individui che le compongono , si distinguono dalla massa dei governati per certe qualità , che dànno loro una certa superiorità materiale ed intellettuale od anche morale , oppure sono gli eredi di coloro che queste qualità possedevano : essi in altre parole devono avere qualche requisito , vero od apparente , che è fortemente apprezzato e molto si fa valere nella società nella quale vivono . IV . - - Nelle Società primitive , che sono ancora nel primo stadio della loro costituzione , la qualità che più facilmente apre l ' accesso alla classe politica o dirigente , è il valor militare . La guerra , che nelle società di avanzata civiltà è uno stato eccezionale , può essere considerata quasi come normale in quelle che sono all ' inizio del loro sviluppo , ed allora gl ' individui che spiegano in essa migliori attitudini acquistano facilmente la supremazia sugli altri : i più bravi diventano i capi . Il fatto è costante , ma le modalità che può assumere , secondo i casi , sono alquanto diverse . Ordinariamente il dominio di una classe guerriera sopra una moltitudine , pacifica si suole attribuire alla sovrapposizione delle razze , alla conquista , che un popolo bellicoso fa di un altro relativamente imbelle . Qualche volta infatti la cosa avviene precisa così : e ne abbiamo degli esempi nell ' India dopo le invasioni degli Arii , nell ' impero romano dopo quelle dei popoli germanici e nel Messico dopo la conquista azteca ; ma più spesso ancora , in certe condizioni sociali , vediamo formarsi una classe guerriera e dominatrice anche là dove di conquista straniera non vi è assolutamente traccia . Finché un ' orda infatti vive esclusivamente di caccia , allora tutti i suoi individui possono facilmente tramutarsi in guerrieri e vi saranno dei capi , che avranno naturalmente il predominio nella tribù , ma non si avrà la formazione di una classe bellicosa , che sfrutti e tuteli nello stesso tempo un ' altra addetta al lavoro pacifico . Ma , a misura che si va lasciando lo stadio venatorio e si entra in quello agricolo e pastorale , allora , insieme all ' aumento enorme della popolazione ed alla maggiore stabilità dei mezzi d ' influenza sociale , può nascere la divisione più o meno netta in due classi : l ' una consacrata esclusivamente al lavoro agricolo , l ' altra alla guerra . Se ciò avviene , è inevitabile che l ' ultima acquisti poco a poco tale preponderanza sulla prima da poterla impunemente opprimere . La Polonia offre un esempio caratteristico del cambiamento graduale della classe guerriera in classe assolutamente dominatrice . In origine i Polacchi aveano quell ' ordinamento del comune rurale che era prevalso fra tutti i popoli slavi , né Bravi fra loro distinzione alcuna fra guerrieri ed agricoltori , ossia nobili e contadini . Però , dopo che fissaronsi nelle grandi pianure dove scorre la Vistola ed il Niemen , cominciando a svilupparsi fra essi l ' agricoltura e nello stesso tempo continuando la necessità di guerreggiare contro bellicosi vicini , i capi delle tribù o woiewodi si circondarono di un certo numero di individui scelti , i quali ebbero come occupazione speciale quella delle armi . Essi erano divisi nelle varie comunità rurali ed erano naturalmente esentati dai lavori agricoli , pur ricevendo la loro porzione dei prodotti della terra , alla quale , come gli altri comunisti , aveano diritto . Nei primi tempi la loro posizione non era molto ricercata e vi ebbero esempi di paesani , che rifiutavano l ' esenzione dei lavora agricoli pur di non andare a combattere ; ma , gradatamente , come quest ' ordine di cose si fece stabile , come una classe si abituò al maneggio delle armi ed agli ordinamenti militari , mentre l ' altra vieppiù incallivasi nell ' uso dell ' aratro e della vanga , i guerrieri divennero nobili e padroni ed i contadini , da compagni e fratelli , tramutaronsi in villani e servi . Poco a poco i bellicosi signori moltiplicarono le loro esigenze al punto che la parte , che essi prendevano come membri della comunità , si allargò fino a comprendere tutto il prodotto della comunità stessa , meno ciò che era assolutamente necessario alla sussistenza dei coltivatori ; e quando questi tentarono di fuggire , furono con la forza costretti a restar legati alla terra , assumendo così il loro stato i caratteri di una vera e propria servitù della gleba . Evoluzione analoga abbiamo in Russia . Colà i guerrieri che costituivano la droujina , ossia il seguito degli antichi kniaz o principi discendenti da Rürick , ottennero anch ' essi , per vivere , una parte del reddito dei mir , o comuni rurali dei contadini . A poco a poco questa parte crebbe e siccome la terra abbondava e le braccia mancavano ed i contadini ne profittavano per emigrare , lo czar Boris Godounof alla fine del decimosesto secolo diè il diritto ai nobili di ritenere con la forza i contadini nelle loro terre , dando così origine alla servitù della gleba . Però in Russia giammai la forza armata fu costituita esclusivamente dai nobili : i moujiks o piccoli uomini seguivano alla guerra come gregari i membri della droujina , e poi , fin dal secolo sedicesimo , Ivano IV il Terribile costituiva mediante gli strelitzi un corpo di truppe quasi stanziali , che durò fino a quando Pietro il Grande lo sostituì con i reggimenti organizzati secondo il tipo europeo ­ occidentale , nei quali gli antichi membri della droujina , uniti a stranieri , formarono il corpo degli ufficiali , ed i moujiks diedero l ' intero contingente dei soldati . In generale poi , in tutti i popoli entrati recentemente nello stadio agricolo e relativamente civile , troviamo costante il fatto che la classe per eccellenza militare corrisponde a quella politica dominatrice , in qualche parte anzi l ' uso delle armi resta riservato esclusivamente a questa classe , come è accaduto nell ' India ed in Polonia ; più comunemente avviene che anche i membri della classe governata possono essere eventualmente arruolati , ma sempre come gregari e nei corpi meno stimati . Così in Grecia , al l ' epoca delle guerre mediche , i cittadini appartenenti alle classi più ricche ed influenti costituivano i corpi , scelti dei cavalieri e degli ospiti , i meno ricchi combattevano come peltasti o frombolieri e gli schiavi , ossia la massa dei lavoratori , era quasi completamente esentata dal maneggio delle armi . Ordinamento perfettamente analogo troviamo nella Roma repubblicana fino al l ' epoca delle guerre puniche ed anche fino a Caio Mario , tra i Galli all ' epoca di Giulio Cesare , nell ' Europa latina e germanica del Medio Evo , nella Russia testé citata ed in molti altri popoli . V . - - Come in Russia ed in Polonia , come nell ' India e nell ' Europa del Medio Evo , dappertutto le classi guerriere e dominatrici si sono accaparrata la quasi esclusiva proprietà delle terre , che nei paesi non molto civili sono la fonte principalissima della produzione e della ricchezza . A misura poi che la civiltà va progredendo , il reddito di queste terre va aumentando , ed allora , se altre circostanze vi concordano , può avvenire una trasformazione sociale molto importante : la qualità più caratteristica della classe dominante più che il valore militare viene ad essere la ricchezza , i governanti sono i ricchi piuttosto che i forti . La principale condizione necessaria perché questa trasformazione avvenga è la seguente : occorre che l ' organizzazione sociale si perfezioni e si concentri in maniera che il presidio della forza pubblica diventi molto più efficace di quello della forza privata . Bisogna , in altre parole , che la proprietà privata sia sufficiente mente tutelata dalla forza pratica e reale delle leggi in modo da rendere superflua quella del proprietario stesso . Ciò si ottiene me diante una serie di graduali mutamenti nell ' ordinamento sociale , sui quali più avanti ci dovremo piuttosto lungamente intrattenere , e che hanno per effetto di cambiare quel tipo di organizzazione politica , che noi chiameremo lo Stato feudale , in un altro tipo , essenzialmente diverso , che da noi sarà denominato Stato burocratico . Però fin da ora possiamo dire che la evoluzione , alla quale abbiamo accennato , ordinariamente è molto facilitata dal prore dire dei pacifici costumi e da certe abitudini morali , che le società contraggono col progredire della civiltà . Una volta avvenuta la detta trasformazione è certo che , come il potere politico ha prodotto la ricchezza , così la ricchezza produce il potere . In una società già abbastanza matura , nella quale la forza individuale è tenuta a freno da quella collettiva , se i potenti sono ordinariamente i ricchi , dall ' altra parte basta essere ricchi per diventare potenti . Ed in verità è inevitabile che , quando è proibita la lotta a mano armata restando permessa quella a colpi di scudi i posti migliori siano conquistati appunto da coloro che di scudi sono meglio forniti . Ci sono invero Stati di civiltà avanzatissima , che sono organizzati in base a principi morali di un ' indole tale , che sembrano escludere questa preponderanza della ricchezza da noi enunciata . Ma questo è uno dei tanti casi in cui i principî teorici non hanno che una limitata applicazione nella realtà delle cose . Negli Stati Uniti d ' America , ad esempio , tutti i poteri escono direttamente od indirettamente dalle elezioni popolari ed il suffragio è , in quasi tutti gli Stati , universale ; e vi è anche di più : la democrazia colà non è solo nelle istituzioni , ma anche in certo modo nei costumi , e vi è una certa ripugnanza nei ricchi a darsi ordinariamente alla vita pubblica ed una certa ripugnanza nei poveri a scegliere i ricchi per le cariche elettive . Ciò non toglie che un ricco vi sia sempre molto più influente di un povero , perché può pagare i politicanti spiantati , che dispongono delle pubbliche amministrazioni ; non toglie , che le elezioni si facciano al suono dei dollari ; che intieri parlamenti locali e numerose frazioni del Congresso non risentano l ' influenza delle potenti compagnie ferroviarie e dei grandi baroni della finanza . E vi è perfino chi assicura che , in parecchi Stati dell ' Unione , chi abbia molto da spendere possa anche concedersi il lusso di ammazzare un uomo colla quasi sicurezza dell ' impunità . Anche nella China fino a qualche anno fa , il Governo , sebbene non avesse accolto il principio dell ' elezione popolare , era fondato sopra una base essenzialmente egalitaria ; si sa che i gradi accademici aprivano l ' accesso alle pubbliche cariche e che questi gradi si conferivano per esame senza apparente riguardo alla nascita od alla ricchezza . Ma benché la classe doviziosa sia in China meno numerosa , meno ricca , meno strapotente che negli Stati Uniti d ' America , non è men vero che essa avea , saputo notevolmente intaccare la leale applicazione di questo sistema . Non solo si comprava spesso a forza di danaro l ' indulgenza degli esamina tori , ma il Governo stesso talora per danaro vendeva i diversi gradi accademici e permetteva che arrivassero agli impieghi per sone ignoranti , che qualche volta erano venute su dagli ultimi strati sociali . Prima di lasciare quest ' argomento dobbiamo poi rammentare che , in tutti i paesi del mondo , altri mezzi d ' influenza sociale , quali sarebbero la notorietà , la grande cultura le cognizioni speciali , i gradi elevati nelle gerarchie ecclesiastiche , amministrative e militari , si acquistano sempre più facilmente dai ricchi anziché dai poveri . I primi per arrivare devono sempre percorrere una via notevolmente più breve di quella dei secondi , senza contare che il tratto di strada , che ai ricchi viene risparmiato , è spessissimo il più aspro e difficile . VI . - - Nelle società nelle quali le credenze religiose hanno molta forza ed i ministri del culto formano una classe speciale si costituisce quasi sempre un ' aristocrazia sacerdotale , che ottiene una parte più o meno grande della ricchezza e del potere politico . Abbiamo esempi cospicui di questo fatto in certe epoche dell ' antico Egitto , nell ' India braminica e nell ' Europa del Medio Evo . Spesso i sacerdoti , oltre che adempire agli uffici religiosi , hanno avuto anche cognizioni giuridiche e scientifiche e hanno rappresentato la classe intellettualmente più elevata . Conscientemente o inconscientemente però , nelle gerarchie sacerdotali si è manifestata di frequente la tendenza a monopolizzare le cognizioni accennate e ad ostacolare la diffusione dei metodi e dei procedimenti , che rendono possibile e facile l ' apprenderle . Si può invero sospettare che a questa tendenza sia , almeno in parte , dovuta la lentissima diffusione che ebbe nell ' Egitto antico l ' alfabeto demotico , infinitamente più semplice e facile della scrittura geroglifica . In Gallia i Druidi , sebbene avessero conoscenza dell ' alfabeto greco , non permettevano che la copiosa raccolta della loro letteratura sacra fosse scritta ed obbligavano i loro allievi a cacciarla con molta fatica a memoria . Allo stesso scopo può essere attribuito l ' uso tenace e frequente delle lingue morte , che troviamo nell ' antica Caldea , nell ' India e nell ' Europa del Medio Evo . Qualche volta , infine , come è appunto accaduto nell ' India , si è proibito formalmente alle classi inferiori di aver conoscenza dei libri sacri . Le nozioni speciali e la vera cultura scientifica , spoglie di qualunque carattere sacro e religioso , diventano una forza politica importante solo in uno stadio molto avanzato di civiltà ; ed è allora soltanto che esse possono a coloro che le posseggono aprire l ' adito della classe governante . Ma , anche in questo caso , è da tener presente , che ciò che ha un valore politico non è tanto la scienza in sé stessa quanto le applicazioni pratiche che se ne possono fare a vantaggio del pubblico , ovvero dello Stato . Qualche volta non si richiede che il possesso dei soli procedimenti meccanici indispensabili per acquistare una coltura superiore , forse perché è più facile constatare misurare la perizia , che in essi il candidato ha potuto acquistare . Così , in certe epoche dell ' antico Egitto , la professione di scriba conduceva alle cariche pubbliche ed al potere , forse anche perché l ' apprendere la scrittura geroglifica richiedeva lunghi e pazienti studi ; come pure , nella China moderna , la conoscenza dei numerosissimi caratteri della scrittura chinese ha formato la base della cultura dei mandarini . Nell ' Europa presente ed in America la classe , che , applica alla guerra , all ' amministrazione pubblica , alle opere ed alla sanità pubblica i ritrovati della scienza moderna , occupa una posizione socialmente e politicamente ragguardevole ; e , negli stessi paesi , come nella Roma antica , privilegiata assolutamente è , la condizione dei giurisperiti , che conoscono la complicata legislazione comune a tutti i popoli di antica civiltà , massime se alle nozioni giuridiche accoppiano quel genere di eloquenza , che più incontra il gusto dei propri contemporanei . Non mancano esempi nei quali vediamo che , nella frazione più elevata della classe politica , la lunga pratica nel dirigere l ' organizzazione militare e civile della comunità fa nascere e sviluppare una vera arte di governo superiore al gretto empirismo ed a tutto ciò che può suggerire la sola esperienza individuale . È allora che si costituiscono quelle aristocrazie di funzionari , come il Senato romano , il veneto e , fino ad un certo punto la stessa aristocrazia inglese , che formavano l ' ammirazione dello Stuart Mill e che certo hanno dato alcuni dei Governi , che più si sono distinti per maturità nei loro disegni e costanza ed avvedutezza nel metterli in esecuzione . Quest ' arte non è certo la Scienza politica , ma ha precorso senza dubbio l ' applicazione di alcuni suoi postulati ; però , se essa si è in qualche modo affermata in certe classi di persone da lungo tempo in possesso delle funzioni politiche , crediamo che la sua conoscenza non abbia servito mai come criterio ordinario per aprirne l ' accesso a coloro , che dalla loro posizione sociale ne restavano esclusi . storiche alla maniera , ben inteso , come queste discipline erano comprese dai Chinesi . VII . - - In certi paesi troviamo le caste ereditarie ; la classe governante è perciò definitivamente ristretta ad un dato numero di famiglie e la nascita è l ' unico criterio , che determina l ' entrata nella detti classe o l ' esclusione da essa . Gli esempi di queste aristocrazie ereditarie sono comunissimi e non vi è quasi paese di antica civiltà , che , in una data epoca della sua storia , non ne abbia avuto . Una nobiltà ereditaria troviamo infatti in certi periodi nella China e nell ' Egitto antico , nell ' India , nella Grecia anteriore alle guerre mediche , in Roma antica , tra gli Slavi , tra i Latini e Germani del Medio Evo , nel Messico all ' epoca della scoverta dell ' America e nel Giappone fino a pochi anni fa . Su questo proposito dobbiamo premettere due osservazioni : la prima è che tutte le classi politiche hanno la tendenza a diventare di fatto , se non di diritto , ereditarie . Infatti tutte le forze politiche hanno quella qualità , che in fisica si chiama forza di inerzia , cioè la tendenza a restare nel punto e nello stato in cui si trovano . Il valor militare e la ricchezza facilmente per tradizione morale e per effetto dell ' eredità si mantengono in certe famiglie ; e la pratica delle grandi cariche , l ' abitudine e quasi l ' attitudine a trattare gli affari di importanza si acquistano molto più facilmente quando da piccoli si è avuta con essi una certa famigliarità . Anche quando i gradi accademici , la coltura scientifica , le attitudini speciali provate per mezzo di esami e di concorsi aprono l ' adito alle cariche pubbliche , non si distrugge quel vantaggio speciale a favore di taluni , che i Francesi definiscono il vantaggio delle posizioni già prese . Ed in realtà , per quanto esami e concorsi siano teoricamente aperti a tutti , alla maggioranza manca sempre l ' agiatezza necessaria per sopperire alle spese di una lunga preparazione , ed a molti altri fanno difetto le relazioni e le parentele , per le quali un individuo è messo subito sulla via buona e si evitano i tentennamenti e gli sbagli inevitabili quando si entra in un ambiente sconosciuto , nel quale non si hanno ed appoggi . La seconda osservazione consiste in ciò : che , quando vediamo in un paese stabilita una casta ereditaria che monopolizza il potere politico , si può esser sicuri che un simile stato di diritto fu preceduto dallo stato di fatto . Prima di affermare il loro diritto esclusivo ed ereditario al potere , le famiglie o le caste potenti dovettero tenere ben saldo nelle loro mani il bastone del comando , dovettero monopolizzare assolutamente tutte le forze politiche di quell ' epoca e di quel popolo in cui si affermarono ; altrimenti una pretesa di questo genere avrebbe suscitato proteste e lotte acerbissime . Dopo ciò diremo come le aristocrazie ereditarie , spesso hanno vantato una origine soprannaturale o almeno diversa e superiore a quella delle classi governate ; tale pretesa si spiega con un fatto sociale importantissimo , del quale dovremo lungamente parlare nel seguente capitolo , e che fa sì che ogni classe governante tende a giustificare il suo potere di fatto appoggiandolo ad un principio morale d ' ordine generale . Recentemente però la stessa pretesa si è presentata con l ' appoggio di un corredo scientifico . Qualche scrittore , sviluppando ed ampliando le teorie del Darwin , crede che le classi superiori rappresentino un grado più elevato dell ' evoluzione sociale e che esse quindi siano per costituzione organica migliori di quelle inferiori ; il Gumplowicz , già citato , va più avanti e sostiene nettamente il concetto che la divisione dei popoli in classi professionali è fondata , nei paesi di moderna civiltà , sopra una eterogeneità etnica . Or sono notissime nella storia le qualità come anche i difetti speciali , le une e gli altri molto accentuati , che hanno mostrato quelle aristocrazie , che sono rimaste perfettamente chiuse , oppure che hanno reso molto difficile l ' accesso nella loro classe . L ' antico patriziato romano e la moderna nobiltà inglese e tedesca dànno subito l ' idea del tipo che accenniamo . Senonché , di fronte a questo fatto ed alle teorie che tendono ad esagerarne la portata , si può fare sempre la stessa obiezione : che gl ' individui appartenenti a questo aristocrazie debbono le loro qualità speciali non tanto al sangue , che loro scorre nelle vene , quanto alla particolarissima educazione che hanno ricevuto , e che ha sviluppato in loro certe tendenze intellettuali e morali a preferenza di altre . Si dice che ciò può esser sufficiente a spiegare le superiorità nelle attitudini puramente intellettuali , ma non le differenze di carattere morale , come sarebbero la forza di volontà , il coraggio , l ' orgoglio , l ' energia . Ma la verità è che la posizione sociale , le tradizioni di famiglia , le abitudini della classe in cui viviamo , contribuiscono al maggiore o minore sviluppo delle qualità accennate più di quanto comunemente si crede . Se infatti osserviamo attentamente gl ' individui che cambiano di posizione sociale , o in meglio o in peggio , e che entrano in conseguenza in un ambiente diverso da quello al quale erano abituati possiamo facilmente accertarci che le loro attitudini intellettuali si modificano molto meno sensibilmente di quelle morali . Astrazion facendo della maggiore larghezza di vedute , che lo studio e le cognizioni dànno a chiunque non sia assolutamente uno stupido , ogni individuo , resti semplice segretario o diventi ministro , arrivi al grado di sergente od a quello di generale , sia milionario o pezzente , si mantiene immancabilmente a quel livello intellettuale , che la natura gli ha dato . Mentre , col cambiare del grado sociale e della ricchezza , possiamo benissimo vedere ( orgoglioso diventare umile e la servilità cambiarsi in tracotanza ; un carattere franco e fiero , costretto da necessità , imparare a mentire o quanto meno a dissimulare ; e chi si è piegato lungamente a simulare e mentire rifarsene poi adottando una sedicente franchezza ed inflessibilità di carattere . È pure vero che chi dall ' alto viene abbassato spesso acquista forza di rassegnazione , di sacrificio e d ' iniziativa , come puro che chi dal basso viene innalzato qualche volta guadagna riguardo al sentimento della giustizia e dell ' equità . Insomma , si muti in bene o in male , deve essere eccezionalmente temprato quell ' individuo , che , cambiando notevolmente di posizione sociale , conserva inalterato il proprio carattere ( Scrisse Mirabeau che , per qualunque uomo , una grande elevazione nella scala sociale produce una crisi , che guarisce i mali che ha e glie ne crea alcuni , che prima non aveva . Vedi Correspondance entre le conte de Mirabeau et le comte de La Marck , vol . II , pag . 228 . Paris , 1851 , Librairie Le Normant ) . Il coraggio guerresco , l ' energia nell ' attacco , la longanimità nella resistenza sono qualità , che spesso e lungamente sono state credute monopolio delle classi superiori . Certo grande può essere la differenza naturale e , diremo così , innata che su queste qualità può correre fra un individuo ed un altro ; a mantenerle però alte o basse , in media , in una categoria d ' uomini numerosa , concorrono sopratutto le tradizioni e le abitudini dell ' ambiente . Generalmente ci familiarizziamo col pericolo , o meglio ancora con un dato pericolo , quando le persone con cui siamo usi a vivere ne parlano con indifferenza e rimangono calme ed imperturbabili davanti ad esso . Infatti , sebbene molti ce ne siano naturalmente timidi , i montanari affrontano impavidi i pericoli degli abissi ed i marinari quelli del mare , ed allo stesso modo le popolazioni e le classi abituate alla guerra mantengono in sommo grado le virtù militari . E ciò è tanto vero che , anche popolazioni e classi sociali ordi nariamente disusate dalle armi , acquistano rapidamente le dette virtù , purché gl ' individui da esse provenienti vengano incorporati in certi nuclei , dove il coraggio e l ' ardire siano tradizionali ; purché siano , ci si passi la metafora , gettati in crogiuoli umani fortemente imbevuti di quei sentimenti , che ad essi si vogliono trasmettere . Con fanciulli principalmente rubati fra gl ' infiacchiti Greci di Bisanzio Maometto II reclutava i suoi terribili giannizzeri ; il tanto disprezzato fellah egiziano , da lunghi secoli disabituato dalle armi ed avvezzo a ricevere umile ed imbelle le bastonate di tutti gli oppressori , mescolato ai Turchi ed Albanesi di Mehemet ­ Alì diventava un buon soldato . La nobiltà francese ha goduto sempre gran fama per il suo brillante valore , ma , fino alla fine del secolo decimottavo , questa qualità non era ugualmente attribuita alla borghesia dello stesso paese ; le guerre della repubblica e dell ' impero dimostrarono ampiamente che la natura era stata ugualmente prodiga di coraggio per tutti gli abitanti della Francia , e che plebe e borghesia potevano fornire non solo buoni soldati , ma anche , che ciò si credeva privilegio esclusivo dei nobili , eccellenti ufficiali . VIII . - - Infine , stando all ' idea di coloro che sostengono la forza esclusiva del principio ereditario nella classe politica , si verrebbe ad una conseguenza consimile a quella che abbiamo accennato nella prima parte del nostro lavoro : la storia politica della umanità dovrebbe essere molto più semplice di quella che è . Severamente la classe politica appartenesse ad una razza differente o se le sue qualità dominatrici si trasmettessero principalmente per mezzo della eredità organica , non si capirebbe il perché , formata una volta questa classe , essa debba decadere e perdere il potere . È ammesso comunemente che le qualità proprie di una razza sono molto tenaci e , stando alla teoria dell ' evoluzione , le attitudini acquisite nei padri sono innate nei figli e col succedersi delle generazioni si vanno sempre più affinando . Sicché i discendenti dei dominatori dovrebbero diventare sempre più atti a dominare , e le altre classi dovrebbero mano mano vedere allontanata la possibilità di misurarsi con loro e di sostituirli . Or la più volgare esperienza basta a farci sicuri che le cose non vanno precisamente così . Noi vediamo che , appena si spostano le forze politiche , se si fa sentire il bisogno che attitudini diverse di quelle antiche si affermino nella direzione dello Stato e se le antiche quindi non conservano la loro importanza , o se avvengono dei cambiamenti nella loro distribuzione , muta anche la maniera come la classe politica è formata . Se in una società si forma un nuovo cespite di ricchezza se cresce l ' importanza pratica del sapere , se l ' antica , religione decade , od una nuova ne nasce , se una nuova corrente di idee si diffonde , contemporaneamente avvengono forti spostamenti nella classe dirigente . Si può dire st ' asserzione si possono addurre facilmente molti fatti , e fra gli altri quello , tanto ovvio , che spessissimo i rami della stessa famiglia appartengono a classi sociali molto differenti . anzi che tutta la storia dell ' umanità civile si riassume nella lotta fra la tendenza , che hanno gli elementi dominatori a monopolizzare le forze politiche ed a trasmetterne ereditariamente il possesso ai loro figli , e la tendenza , che pure esiste , verso lo spostamento di queste forze e l ' affermazione di forze nuove , la quale produce un continuo lavorio di endosmosi ed esosmosi fra la classe alta e alcune frazioni di quelle basse . Decadono poi immancabilmente le classi politiche ogni qualvolta non possono più esercitare le qualità per le quali arrivarono al potere , o quando non possono rendere più il servizio sociale che rendevano o le loro qualità ed i servizi che rendono perdono ogni importanza nell ' ambiente sociale in cui vivono : così decadde l ' aristocrazia romana quando non forni più esclusivamente gli alti ufficiali dell ' esercito , gli amministratori della repubblica , i governatori delle provincia ; così decadde la veneta quando i suoi patrizi non comandarono più le galere e non passarono più gran parte della loro vita navigando , commerciando e combattendo . Nella natura inorganica troviamo l ' esempio dell ' aria , nella quale la tendenza all ' immobilità , prodotta dalla forza d ' inerzia , è continuamente combattuta dalla tendenza allo spostamento , conseguenza delle ineguaglianze nella distribuzione del calorico . Le due tendenze , prevalendo a vicenda nelle diverse parti del nostro pianeta , vi producono or la calma , or il vento e la tempesta . Senza voler trovare alcuna analogia sostanziale fra questo esempio ed i fenomeni sociali , e solo citandolo perché ci fa comodo come paragone formale , osserviamo che , nelle società umane , prevale ora la tendenza che produce la chiusura , l ' immobilità , la cristallizzazione , per dir così , della classe politica , ora quella che ha per conseguenza il suo più o meno rapido rinnovamento . Le società dell ' Oriente , che noi giudichiamo immobili , in realtà non lo sono sempre state , perché altrimenti , come abbiamo già accennato , non avrebbero potuto fare quei progressi di cui ci lasciarono le irrecusabili testimonianze . È molto più esatto il dire che noi le abbiamo conosciute quando erano in un periodo di cristallizzazione delle loro forze e classi politiche . Lo stesso avviene in , quelle società , che comunemente si chiamano invecchiate , nelle quali le credenze religiose , la cultura scientifica , i modi di produrre e distribuire la ricchezza non hanno subìto da lunghi secoli alcun radicale cambiamento , e che non sono stato turbate nel loro ordinario andamento da infiltrazioni materiali od intellettuali di elementi stranieri . In queste società , le forze politiche essendo sempre le stesse , la classe che le possiede mantiene indisputato il potere , che si perpetua per ciò in certe famiglie e l ' inclinazione verso la immobilità si generalizza anche in tutti gli strati sociali . E così che nell ' India vediamo il regime delle caste stabilirsi rigorosamente dopo che vi fu soffocato il Buddismo . Così vediamo pure che nell ' antico Egitto i Greci trovarono le caste ereditarie , mentre sappiamo che nei periodi di splendore e rinnovamento della civiltà egiziana la ereditarietà degli uffici e delle condizioni sociali non esisteva . Ma l ' esempio più noto e forse più importante di una società che tende a cristallizzarsi l ' abbiamo in quel periodo della storia romana che dicesi il basso impero , nel quale , dopo alcuni secoli di un ' immobilità sociale quasi completa , ve diamo farsi sempre più netta la separazione fra due classi : l ' una di grandi proprietari e funzionari importanti , l ' altra di servi , di coloni , di plebe ; e cosa anche più notevole , stabilita pria dal costume che dalla legge , l ' eredità , degli uffici e delle condizioni sociali si andò in quell ' epoca rapidamente generalizzando . Ma può avvenire al contrario , e avviene qualche volta nella storia delle nazioni , che il commercio con genti estranee , la necessità di emigrare , le scoperte , le guerre , creino nuova povertà e ricchezza nuova , diffondano cognizioni fin allora sconosciute , producano l ' infiltrazione di nuove correnti morali , intellettuali e religiose . Può accadere che , per lenta elaborazione interna o per effetto di queste infiltrazioni , o per ambo le cause , sorga una scienza nuova , o tornino in onore i risultati di quella antica , che era stata obliata , e che le nuove idee e le nuove credenze scuotano le abitudini intellettuali sulle quali si fondava l ' obbedienza delle masse . La classe politica può anche essere vinta e distrutta in tutto od in parte da invasioni straniere e , quando si producono le circostanze dianzi rammentate , può anche essere sbalzata di seggio da nuovi strati sociali forti di nuove forze politiche . È naturale che ci sia allora un periodo di rinnovamento , o , se si vuole definirlo così , di rivoluzione , durante il quale le energie individuali hanno buon giunco ed alcuni fra gl ' individui più passionati , più attivi , più scaltri ed arditi possono dal basso della scala sociale aprirsi la via fino ai gradi più elevati . Questo movimento , una volta iniziato , non si può tutto ad un tratto fermare ; l ' esempio di contemporanei , che , partiti dal nulla sono arrivati a posizioni cospicue , stimola nuove ambizioni , nuove cupidigie , nuove energie , ed il rinnovamento molecolare della classe politica si mantiene attivo finché un lungo periodo di stabilità sociale non lo va di nuovo rallentando . Allora , mano mano che dallo stato febbrile una società va passando a quello di calma , siccome le tendenze psicologiche dell ' uomo sono sempre le stesse , coloro che fanno parte della classe politica vanno acquistando lo spirito di corpo e di esclusivismo ed imparano l ' arte di monopolizzare a loro vantaggio le qualità e le attitudini necessarie per arrivare al potere e per mantenerlo : infine , col tempo , si formala forza conservatrice per eccellenza , quella dell ' abitudine , per la quale molti si rassegnano a stare in basso , ed i membri di certe famiglie o classi privilegiate acquistano la convinzione che per loro è quasi un diritto assoluto lo stare in alto ed il comandare . Ad un filantropo verrebbe certo la voglia di indagare se l ' umanità sia più felice o meno tribolata quando si trova in un periodo di calma e cristallizzazione sociale , in cui ognuno deve quasi fa talmente restare in quel gradino della gerarchia sociale nel quale è nato , ovvero quando traversa il periodo perfettamente opposto di rinnovamento e rivoluzione , che permette a tutti di aspirare ai gradi più eccelsi ed a qualcheduno di arrivarvi . Una simile indagine sarebbe difficile , e si dovrebbe tener conto nella risposta di molte condizioni ed eccezioni e forse essa sarebbe sempre influenzata dal gusto individuale dell ' osservatore . Perciò noi ci guarderemo bene dal darla ; molto più che , se anche potessimo ottenere un risultato indiscutibile e sicuro , esso sarebbe sempre di una scarsissima utilità pratica : attesoché ciò che filosofi e teologi chiamano il libero arbitrio , cioè la scelta spontanea degli individui , ha avuto finora , e forse avrà sempre , pochissima o quasi nessuna influenza nell ' affrettare la fine od il principio di uno dei periodi storici accennati . CAPITOLO III . Nozioni preliminari . I . La formola politica . - - II . Il tipo sociale . - - III . Rapporti tra il tipo sociale e le religioni universali . - - IV . Efficacia di queste religioni . - - V . La formola politica e le religioni universali . - - VI . Lo Stato feudale e lo Stato burocratico . - - VII . Differenze fra questi due tipi di ordinamento politico . - - VIII . Cenno sulle cause della decadenza degli Stati burocratici . I . - - Come abbiamo già accennato nel precedente capitolo , accade immancabilmente , o almeno è accaduto finora in tutte le società discretamente numerose ed appena arrivate ad un certo grado di coltura , che la classe politica non giustifica esclusiva mente il suo potere col solo possesso di fatto , ma cerca di dare i ad esso una base morale ed anche legale , facendolo scaturire come conseguenza necessaria di dottrine e credenze generalmente riconosciute ed accettate nella società che essa dirige . Così , ad es . , in una società fortemente imbevuta dallo spirito cristiano , la classe politica governa per volontà del sovrano , il quale , alla sua volta , regna perché è l ' unto del Signore . Anche nelle società maomettane l ' autorità politica è esercitata direttamente in nome dal califfo , ossia vicario del Profeta , o in nome di colui che dal califfo ha ricevuto una investitura tacita od espressa . I mandarini chinesi reggevano lo Stato , perché si supponeva interpretassero la volontà del figlio del cielo , che dal cielo avea ricevuto il man dato di governare paternamente , e secondo le regole della morale di Confucio , il popolo delle cento famiglie . La complicata gerarchia dei funzionari civili e militari dell ' impero romano si fondava sulla volontà dell ' imperatore , il quale , almeno fino a Diocleziano , per supposizione legale , avea ricevuto dal popolo il mandato di reggere la cosa pubblica . I poteri di tutti i legislatori , magistrati ed impiegati negli Stati Uniti d ' America emanano direttamente od indirettamente dal suffragio degli elettori , ritenuto espressione della sovrana volontà popolare . Questa base giuridica e morale , sulla quale in ogni società poggia il potere della classe politica , è quella che in altro lavoro abbiamo chiamato , e che d ' ora in poi chiameremo formola politica , e che i filosofi del diritto appellano generalmente principio di sovranità . - - Essa difficilmente è identica in società diverse , e due o parecchie formole politiche hanno notevoli punti di contatto , oppure una rassomiglianza fondamentale , solo quando sono professate da popoli che hanno lo stesso tipo di civiltà , o , usando già una espressione che fra poco spiegheremo , appartengono allo stesso tipo sociale . - - Le diverse formole politiche , secondo il diverso grado di civiltà delle genti fra le quali sono in vigore , possono essere fondate o su credenze soprannaturali o sopra concetti che , se non sono positivi , ossia fondati sulla realtà dei fatti , appaiono almeno razionali . - - Non diremo però che , tanto nel primo che nell ' altro caso , rispondano a verità scientifiche ; anzi ci è d ' uopo confessare che , se nessuno ha visto mai l ' atto autentico con il quale il Signore ha dato facoltà a certe persone o famiglie privilegiate di reggere per conto suo i popoli , un osservatore coscienzioso può anche facilmente constatare che un ' elezione popolare , per quanto il suffragio sia largo , non è ordinariamente l ' espressione della volontà delle maggioranze . Ciò però non vuol dire che le varie formole politiche siano volgari ciarlatanerie inventate appositamente per scroccare l ' obbedienza delle masse , e sbaglierebbe di molto colui che in questo modo le considerasse . La verità è dunque che esse corrispondono ad un vero bisogno della natura sociale dell ' uomo ; e questo bisogno , così universalmente sentito , di governare e sentirsi governare non sulla sola base della forza materiale ed intellettuale , ma anche su quella di un principio morale , ha indiscutibilmente la sua pratica è reale importanza . Ha scritto lo Spencer che il diritto divino dei Re fu la grande superstizione dei secoli passati e che il diritto divino delle assemblee elette a suffragio popolare è la grande superstizione del secolo presente . - - Il concetto non si può dire errato , ma certo non contempla ed esaurisce tutti i lati della questione . Pare a noi che sia necessario anche di vedere se , senza qualcuna di queste grandi superstizioni , una società si possa reggere ; se una illusione generale non sia cioè una forza sociale , che serve potentemente a cementare la unità e la organizzazione di un ' intera civiltà . II . - - L ' umanità si divide in gruppi sociali , ognuno dei quali è distinto dagli altri da credenze , sentimenti , abitudini ed interessi , che ad esso sono speciali . Gl ' individui , che di uno di questi gruppi fanno parte , sono uniti fra loro dalla coscienza di una fratellanza comune , e divisi dagli altri gruppi da passioni e tendenze più o meno antagonistiche e repulsive . Come abbiamo già accennato , la formola politica deve essere fondata sulle speciali credenze e sui sentimenti più forti del gruppo sociale nel quale è in vigore , o almeno della frazione di questo gruppo , che ha la preminenza politica . Questo fenomeno dell ' esistenza dei gruppi sociali , ognuno dei quali ha caratteristiche proprie e spesso presumo una superiorità assoluta sugli altri , è stato riconosciuto ed esaminato da molti autori , segnatamente da quelli moderni che trattano del principio di nazionalità . Recentemente il Gumplowicz ha fatto molto bene rilevare l ' importanza che esso ha nella Scienza politica o Sociologia che voglia dirsi . Adotteremmo anche il termine usato a definirlo da questo autore , il quale lo chiama singenismo , se il vocabolo , conformemente alle idee fondamentali dello scrittore , non accennasse ad una preponderanza quasi assoluta dell ' elemento etnico , ossia della comunità di sangue e di razza , nella formazione di ciascun gruppo sociale . Or noi crediamo che in parecchie civiltà primitive , non tanto , la comunità di sangue quanto l ' opinione che essa esisteva , la credenza di un antenato comune , spesso nata dopo che il tipo sociale era formato abbia potuto contribuire a cementarne l ' unità ; ma crediamo pure che le moderne dottrine antropologiche e filologiche abbiano potuto suscitare un risveglio di antipatie tra gruppi sociali e frazioni dello stesso gruppo , le quali hanno per semplice pretesto le differenze di razza . In verità poi nella formazione del gruppo o tipo sociale , oltre alla più o meno sicura affinità della razza concorrono molti altri elementi , come sarebbero la comunità di lingua , di religione , di interessi ed i frequenti rapporti determinati dalla posizione geografica . Anzi , non è neppur necessario che tutti questi fattori coesistano ; giacché la comunità della storia , la vita vissuta per secoli insieme con vicende identiche o simili , determinando la somiglianza delle abitudini morali ed intellettuali , delle passioni e delle ricordanze diventa spesso l ' elemento precipuo per la creazione di un tipo sociale consciente . Una volta questo formato si ha , come già avvertimmo nella prima parte del nostro lavoro , quasi un crogiuolo , che imprime uno stampo comune a tutti gli individui che entrano in esso . Si chiami suggestione , mimetismo o semplicemente educazione , av viene allora quel fenomeno per il quale l ' uomo sente , crede , ama ed odia , secondo l ' ambiente nel quale vive : per il quale si è Cristiani od Ebrei , Maomettani o Buddisti , Francesi od Italiani , meno rarissime eccezioni , per la sola ragione che tali erano coloro fra i quali siamo nati e cresciuti . III . - - Nei primordi della storia ogni popolo civile era quasi un ' oasi in mezzo ad un deserto di barbarie , le diverse civiltà aveano perciò fra di loro o scarsissime comunicazioni o queste mancavano in modo assoluto : tale fu infatti la condizione dell ' antico Egitto durante le prime dinastie e tale quella della China fino ad un ' epoca assai meno remota . Allora naturalmente ogni tipo sociale avea un ' originalità assoluta , quasi in niun modo temperata da infiltrazioni ed influenze straniere . Malgrado però che questo isolamento dovesse fortemente contribuire a rinforzare la tendenza che ha ogni tipo sociale a riunirsi in unico organismo politico , pure fin d ' allora vediamo che essa non prevale che a sbalzi . Stando infatti agli esempi citati , la China all ' epoca di Confucio , si divi deva in molti Stati feudali quasi indipendenti l ' uno dall ' altro e nell ' Egitto spesso vediamo i diversi hiq o re locali dei singoli nomi acquistare la piena indipendenza e qualche volta anche il basso o l ' alto Egitto formavano regni distinti . Più tardi , in civiltà avanzatissime e molto complesse come quella ellenica , vediamo svolgersi a preferenza una tendenza contraria a quella che abbiamo accennato , la tendenza cioè che spinge un tipo sociale a dividersi in organismi politici distinti e quasi sempre rivali . Infatti l ' egemonia , che diversi stati greci tentarono stabilire su tutti i popoli ellenici , fu sempre un concetto molto lontano dalla vera unità politica ; e del resto gli sforzi di Atene , di Sparta e poi della Macedonia per stabilire quest ' egemonia in modo dura turo ed efficace non ebbero mai un completa successo . Ciò che forma il tratto veramente caratteristico di molti popoli dell ' antichità ed in generale delle civiltà che chiameremmo primitive , perché poco hanno sentito l ' influenza di elementi stranieri , è la semplicità e l ' unità dell ' intero sistema d ' idee e di credenze , sulle quali si basava l ' esistenza di un popolo e la sua organizzazione politica . Vediamo infatti fra i veto popoli la formola politica non solo essere appoggiata sulla religione , ma completamente immedesimarsi colla stessa . Il Dio era eminentemente nazionale , rappresentava il protettore speciale del territorio e del popolo , il fulcro della sua organizzazione politica ; il popolo aveva finché il suo Dio aveva forze bastanti per aiutarlo ed , alla sua volta , il Dio durava finché viveva il suo popolo . Gli Ebrei sono l ' esempio più noto di un popolo organizzato secondo il sistema che abbiamo accennato , ma non si deve credere che , nell ' epoca in cui fiorirono , i regni d ' Israele e di Giuda costituissero un ' eccezione . Lo stesso ufficio che Javeh esercitava a Gerusalemme , Kamos lo disimpegnava a Moab ; Marduk a Babilonia , Assur a Ninive ed Ammon a Tebe . Come il Dio d ' Israele comandava a Saul , a David ed a Salo mone di combattere ad oltranza gli Ammoniti ed i Filistei , così Ammon imponeva ai Faraoni d ' Egitto di percuotere i barbari dell ' Oriente e dell ' Occidente ed Assur incitava allo sterminio degli stranieri i sovrani di Ninive e loro concedeva la vittoria . A poco a poco però i rapporti fra popoli relativamente civili si fecero più frequenti ; avvenne la fondazione di grandissimi imperi e questi non poterono sempre essere basati sull ' assimilazione e distruzione completa dei popoli vinti , ma dovettero spesso contentarsi della semplice loro dipendenza . Allora il vincitore frequentemente crede atto politico il riconoscere e l ' adorare il Dio dei vinti : infatti i Re assiri conquistatori di Babilonia spesso resero omaggio a Marduk e pare che lo stesso abbia fatto Ciro ; Alessandro Magno sacrificò ad Ammon , ed in generale a tutte le divinità , dei conquistati , ed i Romani poi le ammisero tutte nel loro Pantheon . A questo punto , reso possibile dai lunghi periodi di pace e dall ' assopimento delle rivalità nazionali , che seguono appunto lo stabilirsi di grandi organismi politici , vediamo apparire nel mondo un fenomeno relativamente recente , cioè le grandi religioni umanitarie ed universali ; che , senza distinzione di razza , di lingua , di regime politico , aspirano ad estendere l ' influenza delle loro dottrine indistintamente su tutta la terra . IV . - - Il Buddismo , il Cristianesimo ed il Maomettismo sono le tre grandi religioni umanitarie comparse finora nel mondo . Comprendono tutte e tre un corpo completo di dottrine a base prevalentemente filosofica nel Buddismo e dommatica nel Cristianesimo e nel Maomettismo : ed ognuna di esse ha la pretesa di contenere la verità assoluta e di offrire una guida sicura ed infallibile , la cui osservanza procaccia il bene in questa vita e nell ' altra . L ' appartenere insieme ad una di queste religioni costituisce un legame grandissimo fra popoli disparati e differentissimi di razza e di lingua e dà ad essi una maniera speciale e comune d ' intendere la morale e la vita , ed oltre a ciò costumi ed abitudini politiche e familiari tali da determinare la formazione di un vero tipo sociale , le cui caratteristiche sono spesso così spiccate , così pro fonde , da riuscire quasi indelebili . Si può dire anzi che dalla comparsa di queste grandi religioni data la distinzione precisa tra tipo sociale e tipo nazionale , che prima quasi non esisteva . Infatti un tempo vi era la civiltà egiziana , la caldaica , la greca , ma non la civiltà cristiana e la maomettana ; non esisteva cioè un complesso di popoli , distinti di lingua e di razza e divisi in molteplici organismi politici , ma uniti da credenze , sentimenti e coltura comune . Il Maomettismo è fra tutte le religioni quella che forse scolpisce più fortemente la sua impronta negli individui , che l ' hanno abbracciato , o meglio che sono nati in una società di cui essa si è impadronita . Il Cristianesimo ed anche l ' Ebraismo sono state e sono finora forme adattissime per modellare , secondo certi determinati disegni , la molle creta dello spirito romano . Più blanda è l ' azione del Buddismo , ma pur sempre molto efficace . È pure da osservare che queste grandi religioni con dottrine e gerarchia religiosa fortemente organizzate , se da una parte servono maravigliosamente all ' affratellamento ed all ' assimilazione dei correligionari , sono dall ' altra parte una forza coibente di una efficacia grandissima fra popolazioni di credenze diverse . Esse bastano a scavare un abisso quasi incolmabile fra penti vicine per razza e per lingua , che abitano in paesi contigui o anche nella stessa contrada . È la differenza di religione infatti che ha reso quasi impossibile la fusione fra le popolazioni che abitano la penisola balcanica e l ' India . È certamente meravigliosa l ' attitudine che mostrarono i Romani ad assimilare i popoli sottomessi vincendo notevolissime resistenze provenienti dalla differenza di razza , di lingua , di grado di cultura ; ma forse non sarebbero ugualmente riusciti se avessero incontrato l ' ostacolo di religioni ostili , esclusive e fortemente organizzate . Difatti il Druidismo nelle Gallie ed in Bretagna , benché avesse una organizzazione assai poco elaborata , pure offri qualche resistenza , ed i Giudei si fecero sterminare e disperdere , ma non furono assimilati . Nel Nord dell ' Africa Roma riuscì a latinizzare e conquidere alla sua civiltà , almeno fino ad in certo punto , i progenitori dei moderni Mori , Arabi e Kabili , ma non si trovò di fronte alla religione mussulmana , come ora accade ai Francesi ed agli Italiani . Giugurta e Tacfarina non potevano fare appello alle passioni religiose come Abd ­ el ­ Kader e Bou ­ Maza . Come bene scrisse il Karamzine la religione cristiana impedì che la Moscovia , sotto la lunga dominazione dei Mongoli , diventasse interamente asiatica ; e d ' altra parte , sebbene i Russi siano alla loro volta potenti assimilatori e nella grande Russia il sangue finnico e mongolo siasi in forti proporzioni mescolato allo slavo , pure i nuclei di Tartari maomettani di Kazan , di Astrakan e di Crimea non si sono fatti assorbire ; essi o hanno emigrato o sono rimasti formando una popolazione a parte , sottomessa ma nettamente distinta dal resto dei sudditi dello Czar . Anche in China i figli del Celeste Impero hanno potuto assai bene assimilare gli abitanti delle provincia meridionali , diversi di razza e di lingua , ma non già i Roui ­ Tze , discendenti dalle tribù turche da circa mille anni residenti nelle provincia del Nord ­ ovest della China propriamante detta ; perché , malgrado che questi abbiano adottato la lingua e le apparenze esteriori dei Chinesi propriamente detti , coi finali vivono mescolati nelle stesse città , pure sono , stati tenuti in un isolamento morale dal Maomettismo , che i loro padri avevano adottato prima che passassero la gran muraglia . V . - - Coll ' apparire delle grandi religioni universali la storia dell ' umanità si complica di fattori nuovi . Già abbiamo visto che , anche prima che esse sorgessero , un tipo sociale , malgrado la sua tendenza all ' unità , si potea dividere in diversi organismi politici . Con le dette religioni questo fatto divenne più generale e meno evitabile e potè cominciare quel fenomeno , che in Europa viene definito la lotta tra lo Stato e la Chiesa . La complicazione nasce principalmente da ciò , che la tendenza all ' unità nel tipo sociale resta , ma è ostacolata da forze molto maggiori . Avviene poi che se da una parte la organizzazione politica tende sempre a giustificare la propria esistenza mercé i principi della religione prevalente , questa , da parte sua , cerca sempre d ' impadronirsi del potere politico e d ' identificarsi con esso per farne strumento ai suoi fini ed alla sua propaganda . È nei paesi maomettani che religione e politica stanno più strettamente unite . Il capo di uno Stato maomettano è stato quasi sempre il pontefice di una delle grandi sétte in cui si divide l ' Islam , oppure dal pontefice ha ricevuto l ' investitura . Vero è che nei se coli scorsi quest ' investitura fu spesso una vana formalità , che il Califfo , ridotto omai senza forze temporali , non potea negare ai potenti ; ma bisogna tener presente che , nel periodo che corre dalla decadenza degli Abassidi di Bagdad fino al sorgere del grande impero ottomano , il fanatismo musulmano era molto minore di quello di oggi . Certo è poi che ogni i primi fecero una guerra di sterminio ai secondi . Dopo avere desolato orribilmente le provincia accennate la guerra civile si restrinse nella Kashgaria al di là della gran muraglia , e non finì che nel 1877 coll ' assassinio del capo dei maomettani Jakoubbeg ( Rousst , opera citata ) . grande rivoluzione o fondazione di nuovo Stato nei paesi maomettani si accoppia e giustifica , quasi sempre con un nuovo scisma religioso ; così fu nel Medio Evo , quando sorsero i nuovi imperi degli Almoravidi e degli Almohaidi , e lo stesso è avvenuto nel secolo decimonono coll ' insurrezione dei Wahabiti e con quella capitanata dal Mahdi di Ondurman . In China il Buddismo vive sottomesso sotto la protezione dello Stato , il quale mostra di riconoscerne e tutelarne il culto per un rigardo alle classi basse della popolazione , che ne sono seguaci . Nel Giappone questa religione è tollerata , ma il Governo cerca attualmente di favorire l ' antica religione nazionale di Sinto . In Europa i diversi riti del Cristianesimo si trovano in condizioni molto differenti . In Russia lo czar è il capo della religione ortodossa e l ' autorità della Chiesa si confonde quasi con quella dello Stato , anzi , agli occhi di un vero russo , un buon suddito tori greci , i Musulmani , per parecchi secoli del Medio Evo , furono assai più spregiudicati dei cristiani contemporanei ( Amari , Storia dei Musulmani in Sicilia ) . Quest ' autore traduce e riporta una corrispondenza fra l ' imperatore Federico II e parecchi dotti musulmani , suoi contemporanei , nella quale si sente un forte sapore di razionalismo . dello czar deve essere greco ortodosso . Anche nei paesi protestanti il rito dominante ha pure un carattere più o meno ufficiale . Il Cattolicismo , dalla caduta dell ' impero romano , ha avuto , ed ha ancora , un ' indipendenza maggiore . Nel Medio Evo aspirò ad asservire l ' autorità laica in tutti i paesi che erano entrati nell ' orbita cattolica , e ci fu un momento in cui il Papa , potè sperare vicina la realizzazione del vastissimo progetto di riunire tutta la Cristianità , cioè tutto un tipo sociale , sotto la sua influenza più o meno diretta . Ora vive di compromessi , dando appoggio ai poteri laici e ricevendone , e , qua e là , in lotta aperta con essi . Un organismo politico la cui popolazione è seguace di una delle religioni universali accennate , o anche divisa fra diversi riti di una di queste religioni , deve avere una base propria giuridica e morale sulla quale poggi la sua classe politica . Deve essere perciò fondato sul sentimento nazionale , sulla lunga tradizione dell ' autonomia , sulle rimembranze storiche , sulla devozione secolare ad una dinastia , su qualche cosa insomma che ad esso sia speciale . Accanto al colto generale , umanitario , deve esistere in certo modo il culto , diremmo quasi nazionale , più o meno bene conciliato e coordinato con quello . I doveri dei due culti vengono spesso cumulativamente osservati dagli stessi individui : ed a questo proposito è bene osservare che non sempre gli uomini sono perfettamente coerenti nello stabilire i principi ai quali inspirano la loro condotta . Sicché in pratica si può essere buoni cattolici e nello stesso tempo buoni Tedeschi , buoni Italiani , buoni Francesi e servire fedelmente un sovrano protestante od una Repubblica , che fa professione ufficiale di anticlericalismo . Qualche volta , come avviene frequentemente in Italia , si può essere anche buon patriotta e ardente socialista , sebbene la democrazia sociale , come il Cattolicismo , sia nella sua essenza contraria al particolarismo nazionale . Però queste transazioni avvengono quando le passioni non sono molto acuite , ed , a rigor di logica , avevano ragione gl ' Inglesi del secolo decimottavo , i quali , considerando che il Re era il capo della Chiesa anglicana e che al Papa dovea anzi tutto obbedienza ogni buon cattolico , credevano che egli non potesse essere nello stesso tempo un buon inglese . Ciò che è veramente necessario , quando esiste un antagonismo più o meno larvato fra una dottrina od una religione che aspira all ' universalità ed i sentimenti e le tradizioni , che sostengono il particolarismo di uno Stato , è che questi ultimi siano veramente forti , che siano anche collegati con molti interessi materiali e che una frazione cospicua della classe dirigente ne sia fortemente imbevuta e li propaghi e li mantenga nelle masse . Quando questa frazione della classe politica è inoltre saldamente organizzata può tener testa a tutte le correnti religiose e dottrinarie , che esercitano la loro influenza nella società che essa dirige . Ma se i suoi sentimenti sono fiacchi , le sue forze morali ed intellettuali deficienti , la sua organizzazione difettosa , allora quelle prevalgono e lo Stato finisce col diventare lo zimbello di qualcuna delle religioni o dottrine universali , ad esempio del cattolicistno o della democrazia sociale . VI . - - Prima di procedere innanzi crediamo opportuno , per rendere più facile l ' esposizione di ciò che appresso diremo , di dare una breve notizia intorno ai due tipi secondo i quali ci pare che si possano classificare tutti gli organismi politici . Questi due tipi sarebbero il feudale ed il burocratico . Cominciamo subito col far rilevare che questa nostra classificazione non è basata su criteri immutabili ed essenziali ; non crediamo perciò che ci sia alcuna legge psicologica , la quale sia speciale ad alcuno dei due tipi ed ignota quindi all ' altro . Ci pare anzi che i due tipi non siano che la manifestazione , in momenti diversi , di una sola tendenza costante , per la quale l ' organizzazione politica delle società , umane diventa meno semplice ossia più complicata , mano mano che ogni società aumenta in grandezza e si perfeziona in civiltà . La seconda di queste condizioni è anzi più indispensabile e di carattere più generale della prima , perché , a dir vero , anche Stati molto vasti possono essere organizzati feudalmente . In fondo uno Stato burocratico non è perciò che uno Stato feudale la cui organizzazione , progredendo e sviluppandosi , si è complicata , come pure uno Stato feudale può provenire da una società già burocratizzata , che , decaduta di civiltà e spesso ridotta in frammenti , è stata costretta a ritornare ad un ordinamento politico più semplice e più primitivo . Ciò premesso , diremo come per Stato feudale intendiamo quel tipo di organizzazione politica nella quale tutte le funzioni direttive di una società , come sarebbero le economiche , le giuridico ammministrative e le militari , sono esercitate cumulativamente dagli stessi individui , e nello stesso tempo lo Stato si compone di piccoli aggregati sociali , ognuno dei quali possiede tutti gli organi necessari per bastare a sé stesso . L ' Europa del Medio Evo ci offre l ' esempio più conosciuto di questa specie di ordinamento , che perciò appunto abbiamo chiamato feudale , ma , studiando la storia degli altri popoli e leggendo i racconti dei viaggiatori contemporanei , ci possiamo facilmente accorgere che esso è molto diffuso . Infatti , come il barone medioevale era proprietario della terra , comandante degli armati , giudice ed amministratore del suo feudo , nel quale godeva il mero e misto imperio , così ora il Ras abissino compartisce la giustizia , comanda i guerrieri e preleva i tributi , ossia toglie al coltivatore tutto quanto non è strettamente necessario al suo mantenimento . In certe epoche dell ' antico Egitto l ' hiq o governatore locale curava la manutenzione dei canali , dirigeva le culture , amministrava la giustizia , esigeva i tributi , comandava gli armati ; anche il curaca del Perù , sotto l ' impero degli Incas , era il capo del suo villaggio ed a questo titolo ne amministrava la proprietà rurale collettiva , vi esercitava le funzioni giudiziarie e , alla richiesta del figlio del Sole , ne comandava il contingente armato . Qualche volta anche le funzioni religiose sono state disimpegnate dallo stesso capo che dirigeva le altre attività sociali , come appunto avveniva nel Medio Evo europeo quando gli abati ed i vescovi erano pure feudatari . È pure da tener presente che si può avere un ordinamento feudale , anche quando la terra , fonte quasi esclusiva della ricchezza nelle società poco avanzate , non è giuridicamente proprietà assoluta della classe governante . Poiché , dato che i coltivatori non siano legalmente vassalli e schiavi e che siano anche nominalmente proprietari del campo che coltivano , certo è che il capo locale ed i suoi satelliti , avendo piena podestà d ' imporre tributi e corvées , lascieranno ai lavoratori dei campi soltanto quello che è necessario per la loro sussistenza . Hanno avuto carattere spiccatamente feudale anche piccoli organismi politici , nei quali la produzione della ricchezza è stata basata non sulla cultura della terra , ma sul commercio e sull ' industria ; giacché ci è stata la stessa fusione della direzione politica ed economica nelle stesse persone . Così i capi politici dei Comuni medioevali erano nello stesso tempo capi delle corporazioni di arti e mestieri ; i negozianti di Tiro e Sidone , come quelli di Genova e di Venezia , di Brema e di Amburgo dirigevano i banchi e le fattorie stabilite nei paesi barbari , comandavano le navi , che a volta servivano al commercio ed a volta alla guerra , e governavano le loro città . Ciò accadeva specialmente quando la città viveva di commercio marittimo , nell ' esercizio del quale chi comandava la nave alla funzione commerciale accoppiava molto facilmente la direzione politica e militare . Altrove , a Firenze ad esempio , dove gran parte dei proventi si traevano dall ' industria e dalle banche , la classe dirigente presto perdette le abitudini guerresche e perciò la direzione militare . Forse si deve in parte a ciò la vita agitata , che visse la oligarchia mercantile di Firenze dalla cacciata del duca di Atene a Cosimo dei Medici . VII . - - Nello stato burocratico non devono necessariamente tutte le funzioni direttive essere accentrate nella burocrazia e da essa venire esercitate : possiamo anzi affermare che ciò fino al momento presente , forse mai è avvenuto . La caratteristica principale di questo tipo di organizzazione sociale crediamo che stia in questo fatto : che , laddove esso sussiste , il potere centrale preleva per via l ' imposte una parte notevole della ricchezza sociale , la quale serve prima di tutto al mantenimento dell ' organizzazione militare , poi a sopperire ad una quantità più o meno grande di funzioni civili . Sicché una società tanto più è burocratica quanto maggiore è la quantità di funzionari , che disimpegnano uffici pubblici e vivono ricevendo un salario dal Governo centrale o dai corpi locali . In uno Stato burocratico poi la specializzazione delle funzioni dirigenti è sempre maggiore che negli Stati feudali : la prima e la più elementare divisione delle attribuzioni è quella che sottrae all ' elemento militare le facoltà amministrative e le giudiziarie . È anche evidente che negli Stati burocratici la disciplina in tutti i gradi della gerarchia politica amministrativa e militare è molto più assicurata . Il paragone fra un conte del Medio Evo circondato da armigeri e vassalli da secoli attaccati alla sua famiglia e mantenuti coi prodotti delle terre del signore ed un prefetto ed un generale moderni , ai quali un colpo di telegrafo può sottrarre di botto ogni autorità e perfino lo stipendio , basta subito a darcene una idea . Nello Stato feudale perciò si richiede una grande energia , un gran senso politico in colui o coloro che stanno al sommo vertice della scala sociale per tenere organizzati , compatti , obbedienti ad un unico impulso i diversi gruppi sociali , che tenderebbero alla disgregazione ed all ' autonomia , e ciò è tanto vero che , spesso , con la morte di un capo autorevole finisce la forza di uno Stato . Solo una grande unità morale , l ' appartenere ad un tipo sociale molto spiccato , può salvare per lungo tempo l ' esistenza politica di un popolo feudalmente organizzato ; e certamente ci è voluto il Cristianesimo per isolare e salvare l ' autonomia delle genti abissine , circondati da pagani e maomettani . Quando però questa forza coibente agisce in modo fiacco e quando lo Stato feudale si trova a contatto con , popoli più saldamente organizzate , allora è molto facile che sia assorbito e sparisca in una delle tante crisi periodiche , alle quali in esso il potere centrale è fatalmente soggetto . Al contrario le qualità personali del capo supremo influiscono relativamente poco sulla durata di uno Stato burocratico ed una società burocraticamente organizzata può conservare la sua autonomia anche quando ripudia una antica formola politica e ne adotta una nuova , ovvero quando modifica , anche profondamente , il suo tipo sociale . VIII . - - L ' organizzazione burocratica non deve essere necessariamente accentratrice , nel senso che comunemente si suol dare a quest ' espressione ; spesso la burocratizzazione si può conciliare con una larga autonomia provinciale , come accade ad esempio , nella China ; dove le diciotto provincie propriamente chinesi hanno una larghissima autonomia , in modo che dal capoluogo di ognuna di esse si provvede a quasi tutti gli affari locali . Gli Stati di civiltà europea , anche ipiù discentrati , sono tutti più o meno burocratizzati : come abbiamo già accennato , la caratteristica : principale di un organismo burocratico è questa : che in esso le funzioni militari ed un numero più o meno grande gli altri servizi pubblici sono esercitati da impiegati salariati . Che i salari siano tutti pagati dal Governo centrale o che in parte ricadano sui corpi locali , che più o meno stanno sotto il controllo di quello , è un dettaglio , che non ha la grande importanza che ad esso si suole attribuire . Nella storia non mancano i casi di organismi politici molto piccoli , i quali , avendo un ' organizzazione burocratica appena ab bozzata o non avendone quasi affatto , hanno compito miracoli di energia in ogni ramo dell ' attività umana . Le città elleniche ed i Comuni italiani del Medio Evo sono esempi che neppure occorre di citare . Ma quando si tratta di vasti organismi umani , che si stendono su tratti grandissimi di territorio e comprendono milioni e milioni d ' individui , pare che solo l ' organizzazione burocratica riesca a riunire sotto unico impulso quegli immensi tesori di forza economica e di energia morale ed intellettuale , coi quali la classe dirigente pub riuscire a modificare profondamente le condizioni interne di una società , ed a renderne efficace e potente l ' azione di là dei proprii confini . Era infatti burocratizzato l ' Egitto nei bei tempi della XVII e XVIII dinastia , quando la civiltà dei Faraoni ebbe una delle più splendide rinascenze ed i battaglioni egiziani dal Nilo Azzurro estesero le loro conquiste fino ai piedi del Caucaso . Era uno Stato fortemente burocratico l ' impero romano , saldissimo organismo sociale che seppe estendere la civiltà della Grecia e dell ' Italia e la lingua dell ' Italia a tanta parte del mondo , compiendo uno dei più difficili lavori di assimilazione sociale . Ed è burocratica la Russia , che , malgrado varie gravissime debolezze interne , ha ancora una potente vitalità e spinge sempre più avanti la sua espansione nei vastissimi territori dell ' Asia . Malgrado questi e parecchi altri esempi , che facilmente si potrebbero trovare , non bisogna dimenticare un fatto importantissimo , che abbiamo già accennato ; cioè che nessuna grande società troviamo nella storia , nella quale tutte le attività umane siano state completamente burocratizzate . È questo forse uno dei tanti indizii della grande complessità delle leggi sociali , la quale fa si che un tipo di ordinamento politico , che produce buoni risultati quando è applicato fino ad un certo punto , sistematizzato e generalizzato , riesce inattuabile e dannoso . Infatti noi vediamo spesso burocratizzata la giustizia , burocratizzata l ' amministrazione , e quel gran burocratizzatore , che fu Napoleone primo , condusse a buon punto anche la burocratizzazione dell ' insegnamento e della gerarchia sacerdotale cattolica ; vediamo spesso eseguiti dalla burocrazia strade , canali , ferrovie , tutti i lavori pubblici , che agevolano la produzione della ricchezza , ma questa produzione stessa non vediamo mai interamente burocratizzata . Sembra che la direzione di questo ramo importantissimo dell ' attività sociale mal si pieghi , come tanti altri , alla regolarità burocratica e che per la classe , che vi è dedicata , il tornaconto individuale sia uno sprone ben più efficace di qualunque salario governativo . Ma vi è di più : abbiamo indizii abbastanza forti che la burocratizzazione estesa alla produzione ed all ' intera distribuzione della ricchezza sarebbe esiziale . Non vogliamo accennare ai danni eco nomici del protezionismo , dell ' ingerenza del Governo nelle banche e del soverchio svolgimento dato ai livori pubblici , e facciamo sol tanto rilevare un atto bene accertato . Il regime burocratico , nel quale chi dirige la produzione economica ed anche il singolo lavoratore sono protetti contro la confisca arbitraria per parte dei forti e dei prepotenti e che severamente reprime ogni guerra privata , offre una grande sicurezza alla vita umana ed anche alla proprietà : con esso mediante una quota parte fissa , che il produttore paga a profitto dell ' organizzazione sociale , egli ha il tranquillo godimento del resto della produzione ; ciò che permette tale uno svolgimento della ricchezza pubblica e privata , il quale è ignoto nei paesi più barbari e più primitivamente organizzati . Ma può accadere , ed è accaduto che , o perché le pretensioni della classe militare e degli altri burocratici sono troppo esagerate o per i soverchi uffici che la burocrazia vuole disimpegnare , o per le guerre ed i debiti , che ne sono la conseguenza , la quantità di ricchezza , che la classe che adempie alle altre funzioni che non siano lo economiche assorbisce e consuma , diventi troppo esagerata . Allora l ' imposta prelevata sulle classi produttrici della ricchezza può aumentare al punto da far diminuire fortemente il tornaconto individuale alla produzione , ed in questo caso viene a scemare immancabilmente la produzione stessa . Colla diminuzione della ricchezza vanno di pari passo l ' emigrazione od una maggiore mortalità nelle classi povere ed infine l ' esaurimento dell ' intero corpo sociale . Sono questi appunto i fenomeni che scorgiamo al declinare degli Stati burocratici ; li vediamo infatti nell ' epoca che segui il massimo svolgimento burocratico dell ' Egitto antico e più visibilmente ancora durante la decadenza dell ' impero romano . CAPITOLO IV . Rapporti tra la classe politica ed il tipo sociale . I . Tendenza degli organismi ad estendere il proprio tipo sociale . - - II . Coesistenza di diversi tipi sociali in unico organismo politico . - - III . Unità e differenze di tipo sociale tra le varie classi dello stesso popolo . - - IV . Rapporti tra la di versità dei costumi e la varietà del tipo sociale . - - V . Psicologia delle plebi . - - VI . Conseguenze della diversità di tipo sociale tra la plebe e la classe di rigente . I . - - Abbiamo già visto nel capitolo precedente come ogni tipo sociale abbia la tendenza a riunirsi in un unico organismo politico ; diremo ora come ogni organismo politico , estendendosi , quasi sempre miri e spesso riesca all ' allargamento del proprio tipo sociale . Questa aspirazione , che troviamo anche nell ' antichità più remota , aveva allora la sua attuazione mercé procedimenti barbari , grossolani e violenti , ma certo efficaci . Gli Assiri , ad es . , costumavano di trapiantare le popolazioni conquistate , le quali strappate a forza dalla madre patria , venivano disseminate fra gemi di spirito e di nazionalità assira colle quali finivano col fondersi ; alla loro volta colonie assirevenivano spesso mandate nelle terre conquistate . Gl ' Incas del Perù costumavano parimenti di trapiantare in massa le tribù selvagge che conquistavano , per poterle più facilmente addomesticare alla civiltà peruviana ed assimilarle agli altri sudditi del figlio del sole . Nel Medio Evo Carlomagno , dopo avere sterminato una buona , parte dei Sassoni , trapiantò nel loro paese delle numerose colonie di Franchi . Alcuni secoli dopo i Cavalieri Teutonici estendevano la lingua germanica e la religione cristiana dalle rive dell ' Elba fino alle foci della Vistola e del Niemen con modi consimili : sterminando cioè una parte dei naturali e trasportando nei paesi conquistati numerose colonie tedesche . I Romani applicarono alle volte metodi analoghi , ma non ne fecero un uso esclusivo . Ad es . , non li impiegarono mai colle popolazioni molto civili dell ' Oriente , ed anche in Gallia , in Spagna , in Britannia ed altrove l ' impero assimilò i barbari basandosi principalmente sulla diffusione della lingua e del diritto latino e su quella della letteratura e della scienza greco ­ italiana , diffondendo infine i benefizi di un ' amministrazione ammirevolmente organizzata e di una civiltà superiore . Generalmente la propaganda religiosa ed una , coltura più avanzata sono i modi più efficaci per assimilare le popolazioni sottomesse . Fu infatti con questi modi clic il Messico , il Perù e moltissimi altri paesi dell ' America meridionale ricevettero in pochi secoli l ' impronta della civiltà spagnuola e portoghese , sebbene buona parte , e qualche volta la gran maggioranza dei loro abitanti , non fossero di origine iberica . II . - - Ma spesso un diverso tipo sociale sopravvive , almeno per alcuni secoli , malgrado che sul popolo che l ' ha adottato pesi l ' egemonia o il dominio di un popolo conquistatore . Nell ' antico impero persiano i Medo ­ persiani , adoratori del fuoco , erano dominatori ed il loro sovrano era il Re dei Re , colui che comandava a tutti i sovrani che facevano parte del vastissimo Stato . Ma le popolazioni sottomesse , rette dai satrapi , ovvero anche dalle antiche dinastie dei sovrani indigeni , conservavano intatte le loro credenze , i loro usi , i loro costumi , né abbandonavano il loro tipo sociale per adottare quello dei Medo ­ Persiani . Anzi per alcune di queste popolazioni , poste in mezzo all ' impero , ma tutelate dalla difficoltà dei siti e dalle abitudini guerresche , la soggezione era più apparente che reale . In questo modo la Corte di Susa potè reggere per quasi due secoli un vastissimo impero nel quale , tranne in Egitto , dalla fine del regno di Dario d ' Istaspe fino all ' invasione di Alessandro Magno non vi furono notevoli ribellioni . È da notare però che al primo urto un po ' forte l ' impero si sfasciò , perché i popoli sottomessi non avevano alcuna vera solidarietà con quello dominatore , né le loro forze erano riunite e cementate da un ' organizzazione amministrativa e militare veramente salda . In altri Stati troviamo anche tipi sociali distinti , che pur vivono mescolati insieme . In Turchia , per es . , vi sono nelle città i quartieri dei Turchi , dei Greci , degli Armeni e degli Ebrei , e nelle campagne i villaggi degli Osmanli spesso confinano con quelli dei Greci e dei Bulgari . In India convivono pure Bramini , Maomettani , Parsi ed Europei ; anzi l ' Oriente pare che abbia questa specialità di essere quasi un museo , dove si raccolgono quei frammenti ed avanzi di tipi sociali che altrove vengono assorbiti e scompaiono . Quando in uno Stato avviene questa miscela di tipi sociali la classe politica deve essere fornita quasi esclusiva mente da quello dominatore , e quando questa regola non è osservata , perché il tipo dominatore non è sufficiente per numero o per energia morale ed intellettuale , allora un paese si può considerare come malato , prossimo cioè a gravi rivolgimenti politici . La Turchia infatti trovasi in queste condizioni , perché , venuta nel secolo scorso in contatto intimo e conflitto d ' interessi colla civiltà europea , ha dovuto impiegare un gran numero di Greci , di Armeni ed anche di Franchi . Or , come è stato bene osservato , se ciò le ha fornito le risorse di una cultura superiore , le ha tolto in compenso una parte della sua selvaggia energia e non ha impedito sopratutto che il gran Sultano perdesse una parte considerevole del suo territorio . Nell ' India i conquistatori britannici sono finora assai superiori di civiltà ; ma , scarsissimi di numero , si fanno coadiuvare , nell ' amministrazione , nella giustizia e nell ' esercito da elementi indigeni . Or , se la parte a questi affidata nelle pubbliche funzioni diventerà tanto importante da rendere non indispensabile l ' opera degli Europei , è dubbio che il dominio di questi possa lungamente durare . Quando in uno Stato vivono mescolati diversi tipi sociali , accade quasi immancabilmente che anche in quelli sottomessi esista una classe , se non dominante , certo dirigente . Avviene qualche volta che questa classe è la prima che si lascia assorbire dal tipo dominatore . L ' aristocrazia gallica infatti fece presto a romanizzarsi , essa in poche generazioni , apprese la cultura classica e giuridica dei latini e brigò il diritto di cittadinanza romana , che le fu facilmente concesso . Anche i begs della Bosnia , per non cascare nel rango dei conculcati raia e non perdere i loro possedimenti , dopo la battaglia di Kossovo si convertirono all ' Islamismo . Ma , nell ' uno e nell ' altro caso , si trattava di aristocrazie che non avevano molta cultura , né sopratutto erano eredi delle memorie di un ' antica e gloriosa civiltà . Più spesso infatti le tradizioni della grandezza passata , la coscienza della propria superiorità , la ripugnanza per il diverso tipo sociale la vincono sull ' interesse personale , ed allora le classi alte del popolo vinto diventano l ' elemento più inassimi labile . Così le nobili famiglie fanariote di Costantinopoli non si sono quasi mai convertite all ' islamismo ; i Cofti attuali , che esercitano ancora la professione di scribi e burocratici , pa ­ re che siano discendenti dell ' antichissima classe letterata , che formava l ' aristocrazia dell ' antico Egitto e si mantengono cristiani , mentre la massa dei coltivatori o fellah è diventata da parecchi secoli maomettana . Pare che anche dall ' aristocrazia persiana discendano gli attuali Guebri , che ancora mantengono il culto del fuoco . In India le caste più elevate hanno date meno conversioni all ' islamismo . III . - - Ed ora accenneremo ad un fenomeno sociale meno apparente , ma forse più importante . Il fatto della coesistenza in unico organismo politico di più di un tipo sociale si può trovare , in modo più o meno larvato , anche in paesi che apparentemente presentano una grande unità sociale . Esso avviene tutte le volte che la formola politica , sulla quale si basa la classe dirigente di una data società , non è accessibile alle classi più basse , oppure quando l ' insieme di credenze e di principi morali e filosofici , del quale detta formola si compone , non è ancora abbastanza penetrato negli strati più numerosi e meno elevati di una società . Lo stesso accade quando una notevole differenza di costumi , di cultura e di abitudini vi è tra la classe dirigente e quella governata . Ci spiegheremo meglio con doli esempi : a Roma e nella Grecia antica lo schiavo era tenuto interamente fuori dalla città , considerata come corpo politico e comunità morale . Egli non partecipava all ' educazione nazionale , non era cointeressato né materialmente né moralmente al benessere dello Stato . Il Paria indiano tenuto fuori da ogni casta , che non deve neppure gli Dei avere comuni coi suoi oppressori , isolato assolutamente dal resto della popolazione , rappresenta pure una classe d ' individui , che sta fuori moralmente dal tipo sociale entro il quale vive . Al contrario gli Ebrei ed altri popoli dell ' antico Oriente consideravano anche il manovale e lo schiavo , una volta che si era per dir così nazionalizzato , come partecipe dei sentimenti della società alla quale apparteneva . La coltivazione accurata dei sentimenti , delle idee e delle abitudini delle classi basse , mercé un ' opportuna catechizzazione , è pure merito grandissimo del Cristianesimo e dell ' Islamismo , i quali sono in ciò più o meno efficacemente imitati dalle moderne nazioni europee . Generalmente sono le formole politiche molto antiche , quell ' insieme di credenze e di sentimenti , che hanno la sanzione dei secoli quelle che riescono a penetrare anche negli strati più bassi delle società umane . Accade invece che , quando un rapido movimento d ' idee agita le classi più alte o alcuni centri intellettuali più attivi , che per lo più si trovano nelle grandi città , molto facilmente le classi più basse e le contrade più remote di uno Stato rimangono indietro e diversi tipi sociali accennano a formarsi nella stessa società . La maggiore o minore unione morale fra tutte le classi sociali spiega la forza o la debolezza che in certi momenti mostrano alcuni organismi politici . È noto , ad esempio , quanto la macchina governativa della Turchia pecchi di venalità , inettitudine e trascuratezza ; flotta , esercito , finanza tutto è andato in malora nei dominî della Sublime Porta ; pare , in certe determinate occasioni , quando la mezzaluna appare in pericolo , il popolo turco ha dato talora segni di tale fiera energia da impensierire anche gli Stati militarmente più forti dell ' Europa . Gli è che il povero nizam stracciato e scalzo , che si fa intrepidamente amnmazzare dietro la trincea , il redif , che all ' appello del Sultano , abbandona il tugurio , sentono davvero la formola politica che son chiamati a servire , e per essa sono pronti a dare l ' ultimo parà e financo la vita . I contadini turchi della Romelia e dell ' Anatolia credono realmente e fortemente nell ' Islam , nel Profeta , nel Sultano , che ne è il vicario , e le credenze , in nome delle quali si domandano loro gli estremi sacrifici , sono le stesse , che ordinariamente riempiono la sua vita e formano il suo mondo morale ed intellettuale . Malgrado la ordinaria mediocrità dei propri ufficiali superiori il soldato russo fu l ' avversario più temuto da Napoleone I ; nella famosa campagna di Russia , la disfatta dell ' esercito invasore , più che dal freddo , forse più che dalla fame e dalla diserzione , fu determinata dall ' odio dal quale esso fu circondato e perseguitato da Vitebsk in poi , appena cioè entrò nei paesi propriamente russi Fu quest ' odio che inspirò la sinistra energia di distruggere le provvigioni nel raggio battuto dall ' esercito nemico , di bruciare tutte le città ed i villaggi , che si trovavano nella strada da Smolensko a Mosca , e che die ' a Rostopckin il coraggio di far bruciare la stessa Mosca . Poiché anche per il moujik russo , Dio , lo czar , la santa Russia formavano parte integrante di quelle credenze e di quei sentimenti dei quali , fin dalla nascita , era stato imbevuto e che per tradizione domestica aveva imparato a venerare . E la stessa unità morale ci dà il segreto di altre resistenze fortunate e quasi miracolose , e , là dove manca , spiega il segreto di certe debolezze vergognose . Fu forte la Vandea , perché nobili , curati e contadini avevano le stesse credenze , gli stessi affetti , le stesse passioni ; fu fortissima la Spagna nel 1808 perché il grande di Spagna e l ' ultimo mandriano ugualmente sentivano l ' odio contro i Francesi invasori , tenuti in conto di miscredenti , la fedeltà verso il loro sovrano , l ' orgoglio di essere una nazione fiera ed indipendente . E questa unanimità di sentimenti , malgrado la mediocrità dei duci , e quella ancora più spiccata degli eserciti regolari , spiega i miracoli delle la istruzione e capacità media dei generali russi fosse , al principiare del secolo scorso , notevolmente inferiore a quella degli ufficiali austriaci o prussiani . II famoso Souvarof conosceva assai bene la psicologia del soldato russo e l ' arte di condurlo alle imprese più arrischiate , ma era del reato un temerario più che dotto condottiero . difese di Saragozza e di Tarragona e la vittoria finale che coronò la campagna per la guerra d ' indipendenza . Al contrario debolissima si mostrò la stessa Spagna all ' epoca dell ' invasione legittimista francese del 1822 , perché allora solo una parte delle classi superiori comprendevano ed apprezzavano il principio in nome del quale si combatteva , quello della monarchia costituzionale , che era incomprensibile per il resto delle classi superiori e per la massa del popolo . E debole si mostrò il Napoletano negli anni 1798 e 1799 , malgrado i numerosi atti individuali e collettivi di disperato valore . Perché , mentre la massa del popolo e la maggioranza delle classi medie e superiori odiavano i giacobini francesi , le idee rivoluzionarie , ed erano fanatici della monarchia legittima e più ancora della fede cattolica , una minoranza esigua delle classi elevate , scarsa di numero , ma forte per intelligenza , esaltazione ed audacia , dispregiava i sentimenti dei suoi compatriotti ed aderiva completamente a quelli dei Francesi . Fu per questo che il tradimento , e forse più che il tradimento il sospetto continuo di esso , disorganizzò ogni resistenza : disorganizzò l ' esercito regolare , già per se stesso mediocre , e rese meno efficace la resistenza spontanea delle popolazioni , che forse , senza le intelligenze vere e supposte cogli invasori , avrebbe trionfato . IV . - - Finora abbiamo quasi esclusivamente accennato alle differenze di credenze religiose e politiche nei diversi strati sociali , ora faremo anche rilevare come il diverso grado di coltura intellettuale e la diversità di linguaggio , di abitudini e di costumi famigliari abbiano la loro importanza . Noi siamo cosi abituati ad ammettere una distinzione fra la classe che ha ricevuto un ' educazione letteraria e scientifica più o meno raffinata e quella che non ne ha ricevuto affatto od è rimasta ai primi rudimenti , fra il ceto civile , che ha le abitudini e le maniere della buona società , e la numerosa categoria di persone che di questi requisiti manca , che facilmente possiamo essere indotti a credere che la stessa distinzione , ugualmente profonda ed ugualmente netta , esista in tutte le società umane ed abbia sempre esistito nei nostri paesi . Ora ciò non è : certo nell ' Oriente maomettano la distinzione accennata o non esiste quasi affatto o è infinitamente meno spiccata che fra noi ; in Russia la profonda differenza , che ci è ora fra la classe che colà si appella l ' intelligenza ed i moujicks ed i mercanti dalla lunga barba , non poteva esistere all ' epoca di Pietro il Grande , quando non v ' erano colà Università , ed i boiardi eran quasi così rozzi ed ignoranti come i contadini . Anche nell ' Europa occidentale solo due secoli fa la differenza della coltura intellettuale e delle abitudini pubbliche e private fra le diverse classi sociali era assai meno spiccata di ora ; essa si è andata accentuando sensibilmente solo nei secoli decimottavo e decimonono . E , per quanto sia strano a prima vista , pure è esattamente vero che questo movimento nei costumi , notato da parecchi scrittori di paesi diversi , coincide col nascere e col crescere di quella corrente d ' idee e di sentimenti , che generalmente va intesa col nome di democrazia , rendendo più stridente la contraddizione fra le teorie adesso più in voga e la loro pratica applicazione . È nelle società burocratizzate che la differenza di educazione fra le varie classi sociali può divenire più accentuata , giacché in quelle a tipo feudale i singoli membri della classe dirigente sono generalmente dispersi in mezzo ai loro seguaci , vivono in continuo contatto con loro , e devono esserne , in certo modo , i capi naturali . A qualcuno può far maraviglia che , durante il Medio Evo , quando il barone stava isolato in mezzo ai suoi vassalli e li trattava duramente , questi non profittassero della loro superiorità numerica per liberarsi . Or certo la cosa non sempre era facile , perché un gruppo di persone , superiore per energia e pratica delle armi al resto dei soggetti , era sempre più o meno legato alla sorte del signore . Ma , indipendentemente da questa considerazione , bisogna tenerne presente anche un ' altra , che ha un peso grandissimo : il barone conosceva spesso personalmente i suoi vassalli , aveva il loro modo di pensare e di sentire , le stesse superstizioni , le stesse abitudini , lo stesso linguaggio ; era per loro un padrone , qualche volta anche duro ed arbitrario , ma era pare l ' uomo , che essi comprendevano perfettamente , alla cui conversazione potevano pigliar parte , alla cui mensa , sebbene in luogo più basso , spesso si assidevano , ed insieme al quale qualche volta si ubbriacavano . Or bisogna mancare di qualunque conoscenza psicologica delle classi plebee per non comprendere subito quante cose questa famigliarità vera , proveniente dall ' uguaglianza dell ' educazione o , se così si vuole , da un ' uguale rozzezza di abitudini , faccia tollerare e perdonare . Difatti le prime rivolte dei contadini scoppiarono non quando la feudalità era più dura , ma quando i nobili impararono a stare fra loro e la gaia scienza e le corti d ' amore cominciarono a dirozzarli e ad allontanarli dalle rustiche abitudini dell ' isolato castello . Ed una osservazione importante fa su questo riguardo Adamo Mickievicz . Secondo quest ' autore la nobiltà polacca fu popolare fra i contadini finché visse in mezzo a loro ; questi si lasciavano allora togliere volentieri il pane dalla bocca , perché il loro signore potesse comprare cavalli ed armi di lusso per la caccia ed anche per andare a sciabolare i Turchi ed i Russi . Ma , quando l ' educazione francese s ' introdusse fra i nobili polacchi , quando essi impararono a dare le feste di ballo all ' uso di Versailles e passarono le loro giornate danzando il minuetto , allora contadini e nobiltà cominciarono a fare due popoli a parte , né i primi sostennero validamente la seconda nelle lotte , che alla fine del secolo decimottavo combattè contro gli stranieri . Anche l ' aristocrazia celtica dell ' Irlanda , la vecchia nobiltà degli O ' e dei Mac era , secondo il Macaulay e tutti gli altri storici , popolarissima fra i contadini , le cui fatiche fornivano al capo del clan il lusso della sua rozza ed abbondante tavola , le cui figlie erano talora prelevate per il suo rustico harem ; ma quei nobili erano considerati quasi come membri della famiglia , essi coi contadini avevano comune , dicevasi , il sangue e certo le abitudini e le idee . Invece odiatissimo fu il proprietario inglese che li surrogò , e che , forse più moderato e certo più regolato e corretto nelle esigenze , era però straniero di lingua , di religione , di consuetudini , viveva lontano , e , anche stando vicino , avea per tradizione acquistato l ' abitudine di stare isolato , senza alcun contatto coi suoi dipendenti , tranne quello strettamente necessario fra padroni e servi . V . - - Gli è che vi sono nell ' umanità sentimenti individualmente forse imponderabili , di analisi difficile e di più difficile definizione , ma il cui insieme è fortissimo e può contribuire alla preparazione di fatti sociali importantissimi . Chi scrisse che l ' uomo si lascia guidare dal solo interesse , diede una massima generale di un valore pratico presso che nullo , la quale riesce a farci apprendere qualche cosa solo a patto di analisi e distinzioni molto minute . Chi crede che l ' interesse sia quello solo che viene materialmente espresso per mezzo del denaro , e che si misura a soldi ed a lire , è una persona di poco cuore e che non ha testa sufficiente per capire gli altri uomini . In verità per ogni individuo l ' interesse equivale al proprio gesto ; ognuno quindi l ' intende in una maniera speciale , e per molti la soddisfazione dell ' amor proprio , del sentimento della dignità personale , di vanità grandi e piccole , di capricci e rancori individuali , vale più dei godimenti puramente materiali . Questi concetti bisogna sopratutto tener presenti quando si vogliono studiare le relazioni fra ricchi e poveri , fra superiori e subordinati , o meglio fra le diverse classi sociali . In fondo , purché i primi bisogni siano abbastanza soddisfatti , ciò che contribuisce principalmente a far nascere ed a mantenere la ruggine fra le diverse classi sociali non è tanto la differenza dei godimenti materiali quanto l ' appartenere a due ambienti diversi giacché , ad una parte almeno delle classi inferiori , ancor più delle privazioni , può riuscire amara l ' esistenza di un mondo superiore dal quale è esclusa : di un mondo il cui accesso , senza esser proibito da leggi né da privilegi ereditari , è ostacolato da un filo di seta : sottilissimo , che difficilmente però si può scavalcare : la differenza di coltura , di maniere e di abitudini sociali . Fin dall ' antichità si è scritto che in ogni città ed in ogni Stato vi sono due popolazioni nemiche , che stanno sempre alle vedette per nuocersi l ' una all ' altra : queste due popolazioni sarebbero i ricchi ed i poveri . Or la massima non ci pare che possa avere un ' applicazione assoluta e sopratutto generale , e quanto già abbiamo detto può servire a spiegare le moltissime eccezioni e restrizioni colle quali la si deve accogliere . Generalmente i poveri seguono i ricchi , o meglio le classi dirette seguono le dirigenti , ogni volta che sono imbevute delle stesse opinioni e credenze ed hanno un ' educazione intellettuale e morale non troppo dissimile ; le plebi inoltre sono fide coadiutrici delle classi elevate nelle lotte contro gli stranieri , quando il nemico appartiene ad un tipo sociale così differente da inspirare uguale ripugnanza a ricchi ed a poveri . Infatti in Spagna nel 1808 ed in Vandea contadini e signori combatterono insieme , né i primi profittarono mai dei disordini dell ' anarchia per svaligiare le case dei secondi . Non ci è quasi esempio che le classi povere di un paese cristiano si siano sollevate per aiutare una invasione maomettana , e molto meno poi le classi povere di un paese maomettano favorirebbero l ' invasione cristiana . La democrazia sociale dell ' Europa centrale ed occidentale si mostra indifferente riguardo al concetto di nazionalità e proclama l ' alleanza dei proletari di tutti i paesi contro i capitalisti di tutto il mondo ; or queste teorie potrebbero forse avere una certa efficacia pratica se avvenisse una lotta fra Tedeschi e Francesi , ovvero fra Italiani ed Inglesi , popoli appartenenti tutti , presso a poco , allo stesso tipo sociale . Ma se si trattasse di respingere una seria invasione tartara o chinese , o semplicemente turca o russa , noi crediamo che la grande maggioranza dei proletari , anche colà dove sono fortemente imbevuti di collettivismo mondiale , darebbero volentieri la loro cooperazione alle classi dirigenti . Chi ha molto viaggiato avrà notato un fatto , che ha la sua importanza : spessissimo i poveri di paese diverso , come del resto fanno anche i ricchi che appartengono a differenti contrade , si affratellano fra di loro assai più che ricchi e poveri dello steseti paese . Però ciò accade finché si è tra popoli i costumi dei quali abbiamo molta affinità con quelli di casa propria ; perché se si va in contrade molto lontane , dove si trovino idee ed abitudini interamente nuove , allora il ricco ed il povero dello stesso paese , o anche semplicemente di paesi vicini , si sentiranno fra di loro assai più legati che cogli stranieri della loro classe . Il che vuol dire che , presto o tardi , arriva un punto in cui la differenza di tipo sociale è assai maggiore con lo straniero che fra le diverse classi dello stesso paese . VI . - - L ' isolamento psicologico ed intellettuale delle plebi , il distacco troppo marcato fra la coltura , le credenze e la educazione delle varie classi sociali possono dare origine a parecchi fenomeni sociali , interessanti certamente per lo studioso di scienze politiche , ma pericolosi per le società ove accadono . Ed in primo luogo , in séguito a quest ' isolamento , quasi necessariamente si forma in mezzo alla plebe un ' altra classe dirigente , spesso in antagonismo con quella , che tiene in mano il governo legale . Quando questa classe dirigente plebea è bene organizzata può dare a chi ufficialmente governa una data società serii impicci . In molti paesi cattolici , ad esempio , l ' influenza morale sui contadini è ancora quasi tutta in potere del clero : questi hanno per il curato tutta quella fiducia che negano al funzionario governativo . In altri , dove il popolo vede in questo funzionario e nel signore degli uomini , se non del tutto nemici , certo completamente estranei , gli elementi più risoluti e maneschi della plebe qualche volta riescono a formare vastissime e tenacissime associazioni , che esigono tasse , amministrano una giustizia speciale per proprio conto , hanno la loro gerarchia , i loro capi , i loro tribunali riconosciuti . Si viene così a costituire un vero Stato entro lo Stato , un Governo occulto spesso più temuto , più obbedito e , se non più amato , certo più compreso del Governo legale . Dappertutto poi dove una frazione della classe politica , o perché convertita ad una nuova formola politica , o per altre ragioni , aspira a rovesciare il Governo legale , essa usa sempre di appoggiarsi sulle classi inferiori , che facilmente la seguono quando sono nemiche od indifferenti verso l ' ordine di cose costituito . È per questa alleanza , così spesso conclusa , che noi vediamo la plebe strumento necessario di quasi tutte le sommosse e rivoluzioni e così spesso stare a capo dei movimenti popolari uomini di una condizione sociale superiore . Accade pure talvolta il fenomeno opposto : cioè che quella parte della classe politica , che ha in mano il potere e resiste alle correnti innovatrici , si appoggi sulle classi basse , che restano fedeli alle antiche idee ed all ' antico tipo sociale . Così avvenne in Spagna dopo il 1822 e fino al 1830 , così nel Napolitano nel 1799 ed in parte fino al 1860 . In questi casi si possono avere periodi di governo goffo , ignorante e plebeo , del genere di quello che fu definito la negazione di Dio . Ma il più pericoloso fra gli effetti , che può produrre la differenza di tipo sociale fra le varie classi sociali e l ' isolamento reciproco fra esse , che necessariamente l ' accompagna , è la mancanza di energia nelle classi superiori , che divengono deficienti di caratteri arditi e pugnaci e ricche di individui molli e passivi . Abbiamo già accennato come nello Stato a tipo feudale questo fatto riesca quasi impossibile : giacché , là dove la società si divide in frammenti quasi indipendenti l ' uno dall ' altro , i capi di ogni singolo gruppo devono essere necessariamente energici , essendo la loro supremazia in gran parte affidata alla propria forza materiale , e morale , che hanno campo inoltre di continuamente applicare ed esplicare nelle lotte cogli immediati vicini . Ma , quando l ' organizzazione sociale è progredita , allora la superiorità della cultura e della ricchezza e sopra tutto la coesione e l ' organizzazione della classe governante , la quale usufruisce dei vantaggi della macchina burocratica , possono , fino ad un certo punto , supplire alla mancanza di energia individuale . Può così accadere che una parte notevole della classe governante , specialmente quella che dà alla società il tono e l ' indirizzo intellettuale , si disabitui dal trattare cogli uomini delle classi inferiori e dal direttamente comandarli . È questa la condizione di cose necessaria perché la frivolezza ed una specie di cultura tutta astratta e convenzionale prendano il posto del senso della realtà e della vera ed esatta conoscenza della vita umana ; perché gli animi perdano ogni virilità e comincino a farsi strada le teorie sentimentali ed esageratamente umanitarie sulla bontà innata della specie umana , specialmente quando non è guasta dalla civiltà , e sulla preferenza assoluta da darsi , nelle arti di governo , ai mezzi dolci e persuasivi piuttosto che a quelli rigidi ed imperiosi . Si crede allora , come scrisse il Taine , che , poiché la vita sociale per secoli ha proceduto blanda ed ordinata , come un fiume delle acque impetuose tra i suoi robusti argini , gli argini siano diventati superflui e si possano impunemente abbattere , perché il fiume è rinsavito . In questi errori tanto più facilmente una classe politica è esposta a cadere quanto più essa è , se non legalmente , effettivamente chiusa agli elementi provenienti dalle classi inferiori ; perché in queste le necessità della vita , la gara continua ed aspra per il pane , la mancanza di coltura letteraria , mantengono sempre svegli gli aviti istinti della lotta e la rudezza inesauribile della natura umana . Ad ogni modo , si aggiunga o no all ' isolamento intellettuale e morale anche quest ' altro coefficiente dell ' isolamento per dir così familiare , certo è che , quando la classe dirigente è degenerata nel modo che abbiamo accennato , perde l ' attitudine a provvedere ai casi suoi ed a quelli della società . , che ha la disgrazia di essere da essa guidata . Allora lo Stato rovina al primo urto un po ' forte che venga dal nemico esterno , chi governa non sa affrontare la minima tempesta , ed i rivolgimenti che una classe politica forte ed avveduta avrebbe attuato con perdite infinitamente minori di ricchezza , di sangue umano e di senso morale pigliano l ' aspetto di cataclismi sociali . to una influenza grandissima su tutte le idee politiche del secolo scorso , dovremo ritornare nei seguenti capitoli . CAPITOLO V . La difesa giuridica . I . Varie opinioni intorno al progresso del senso morale . - - II . La scuola evoluzionista . - - III . Dottrina del Bucale - - Disciplina del senso morale . - - IV , In flnenza delle credenze religiose nella disciplina del senso morale . - - V . Influenza dell ' organizzazione politica . - - VI . Il semplicismo politico in rapporto alla difesa giuridica . - - VII . I Governi misti - - Completamento della teoria di Montesquieu sulla divisione dei poteri . - - VIII . Influenza della separazione del prestigio religioso dal potere laico . - - IX . Influenza della distribuzione della ricchezza . - - X . Rappresentanza ed equilibrio di tutte le forze politiche . - - XI . L ' unità di tipo nella classe politica . I . - - Non sarebbe indispensabile definire che cosa sia il senso morale : giacché si tratta di un concetto , che tutti sentono e capiscono , senza che sia necessario che venga da una formola determinato e circoscritto . Ad ogni modo diremo come per esso generalmente s ' intenda quell ' insieme di sentimenti , per i quali la naturale propensione degli individui umani ad esplicare le proprie facoltà ed attività , a soddisfare i propri appetiti e le proprie volontà , a comandare ed a godere , viene frenata dalla naturale compassione per il danno ed il dispiacere , che altri uomini potrebbero risentirne . Qualche volta questo sentimento arriva al punto che la soddisfazione morale per aver procurato il piacere e l ' utile altrui vince quella materiale di aver provveduto al proprio . re educazione politica che ebbe , fin quasi agli ultimi anni del secolo scorso , la sua classe dirigente . Quando la limitazione all ' appagamento del proprio piacere , di fronte al sacrificio altrui , è determinata dai sentimenti affettuosi verso le persone che ci stanno più vicine e che ci sono ordinariamento care , allora si dice che essa è basata sulla simpatia ; quando essa è inspirata soltanto dal rispetto che si deve agli altri uomini , anche estranei , anche nemici , sol perché uomini , allora si ha il sentimento più delicato e molto meno diffuso della giustizia . L ' idealizzazione e l ' esagerazione di questi sentimenti sono state concretate nelle note formole : ama il prossimo tuo come te stesso , non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te . Esse però hanno piuttosto il significato di uno sforzo per raggiungere un perfezionamento morale , che mai potrà essere toccato , anziché quello di un consiglio pratico ed applicabile alla vita reale . Infatti , tranne le eccezioni dovute quasi sempre all ' amor paterno e materno , ogni individuo è quello che a preferenza di tutti può e sa provvedere meglio ai casi suoi , e , perché vi provveda bene , è necessario che ami sé stesso almeno un po ' più degli altri e che li tratti in modo differente dal proprio io . È una quistione molto discussa quella intorno al progresso od alla stabilità del senso morale . Si sa , che un chiarissimo scrittore del secolo scorso , il Buckle , osservando che i principi etici più puri ed elevati furono già noti e proclamati anche in società antichissime , sostenne che il progresso delle società umane è quasi esclusivamente intellettuale e scientifico , non già morale . A conclusioni essenzialmente diverse viene la moderna e numerosa scuola evoluzionista : secondo questa , il senso morale può e deve continuamente progredire in grazia della lotta per l ' esistenza , in base alla quale entro ogni società sopravvivono a preferenza gli individui più ricchi di sentimenti altruistici , che sono i più utili agli interessi del corpo sociale , e , nella lotta tra società diverse , fini scono sempre per vincere quelle dove gli stessi sentimenti sono in media più forti . Esamineremo brevemente le due dottrine , tanto quanto basterà a dimostrare che nessuna di esse può venire riguardata come base inconcussa di deduzioni scientifiche , e cominceremo dalla seconda che fino ad oggi è la più sparsa e diffusa . II . - - Or , anche non tenendo conto di quanto abbiamo creduto di dimostrare nella prima parte del nostro lavoro , circa la lotta per l ' esistenza , che viceversa fra gl ' individui di una società arrivata ad un grado anche mediocrissimo di cultura , sarebbe piuttosto lotta per la preminenza , ci pare un vero paradosso il principio proclamato dai sedicenti positivisti , secondo il quale , entro ogni gruppo sociale , o ai gradi più elevati , od anche addirittura alla sopravvivenza dovrebbero arrivare preferibilmente gl ' individui più morali e perciò più dotati di sentimenti altruistici . Tutto ciò che in questo proposito possiamo concedere , e concediamo volentieri , è che un individuo specialmente sprovvisto di senso morale , e che non sappia abbastanza mascherare le sue tendenze , avrà a superare difficoltà maggiori degli altri per l ' antipatia e ripugnanza che generalmente inspirerà ; ma anche un individuo di senso morale specialmente squisito si troverà in condizioni svantaggiosissime . In sostanza , in tutti i negozi grandi e piccoli della , vita , egli dovrà lottare con armi assolutamente impari . La maggioranza degli uomini userà contro lui quelle arti , che egli potrà conoscere benissimo , ma che si guarderà bene dall ' adoperare ; e da ciò ricaverà un danno certo maggiore di quello che risentirà dalla malevolenza di cui è circondato un accorto briccone , che sa misurare bene le sue bricconate . In verità si può essere eccezionalmente buoni quasi senza averne conscienza , per naturale semplicità di animo , od anche conscientemente per magnanimità di cuore , per insuperabile ripugnanza al male ed inflessibile dirittura di carattere ; ma non già perché si possa menomamente credere che con la bontà si ottenga più facilmente il conseguimento dei propri fini o ciò che comunemente si dice la riuscita ed il successo nella vita . L ' utilitarismo inteso in questo senso come base della morale , ci si permetta di dirlo , non può essere che la furberia di un ipocrita o il sogno di uno sciocco . È chiaro quindi che , in tutte le società , la così detta evoluzione e selezione dei migliori dovrebbe risolversi in un perpetuarsi e moltiplicarsi dei tipi di moralità media , che sono veramente i più adatti a ciò che si dice la lotta per l ' ' esistenza ; e la sopravvivenza , e forse è più esatto dire la preminenza , dovrebbe a preferenza spettare a quei caratteri , che in ogni ambiente sociale , rappresentano la più aurea mediocrità morale . Senonché ci pare che , neppure così sostanzialmente modificata ; la teoria degli evoluzionisti riesca accettabile ; giacché essa suppone ad ogni modo che l ' elemento morale sia sempre il fattore principale , che contribuisce a preferenza degli altri alla riuscita o al mancamento degli scopi , che ogni individuo si prefigge nella vita . Or praticamente la cosa non va così . A tacere dell ' influenza della fortuna , che è più grande di quello che generalmente si immagina , la ricchezza o la deficienza di certe qualità intellettuali , come sarebbero la prontezza della percezione e la finezza dell ' osservazione , contribuiscono moltissimo a portare un uomo ai più alti gradini della società o a tenerlo nei più bassi . Ma sopratutto vi contribuiscono altre qualità , che dipendono dalla tempra dell ' individuo senza che siano , propriamente parlando , né intellettuali né morali . Esse sono la tenacia nei propositi , la , confidenza in sé stesso , e , sopra tutto l ' attività . Anzi , a voler giudicare in qualunque società se un individuo si farà o no avanti nella vita non si può certo usare un criterio unico , ma volendo tener d ' occhio il criterio principale , si deve guardare se è attivo e se sa bene impiegare la sua attività . Una parte sola della teorica selezionista possiamo ammettere come vera ; crediamo infatti che si possa accettare che nella lotta fra due società ( caeteris paribus ) , debba trionfare quella i cui individui sono in media più provvisti di senso morale , e che quindi saranno più uniti , più fiduciosi gli uni degli altri , più capaci di abnegazione . Ma questa eccezione nuoce anziché giovare al complesso della tesi evoluzionista ; giacché , se in una data società una media più elevata del senso morale non può provenire dalla sopravvivenza dei migliori , ammesso che il fatto esista , non si può attribuirlo che ad una migliore organizzazione della società stessa : a quelle cause cioè d ' indole storica , che sono le peggiori nemiche di coloro , che i fenomeni sociali vogliono precipuamente spiegare mercé i mutamenti dell ' organismo e della psiche individuale . III . - - Sebbene meno lontane dal nostro modo di vedere , pure non possiamo accettare le teorie del Buckle senza modificarle o almeno senza completarle . È verissimo infatti che in società molto antiche troviamo massime e leggi , che dinotano un senso morale molto squisito ; in papiri , ad esempio , che rimontano alla dodicesima dinastia egiziana , si leggono precetti che valgono quasi quelli della morale cristiana e buddistica . Platonici e Stoici nel mondo greco ­ romano , gli Esseni in quello ebraico sono pure i rappresentanti di una morale superiore , e numerose traccie di essa , si possono agevolmente rintracciare nelle civiltà chinese , indiana e persiana anteriori all ' êra volgare . Ma bisogna considerare e notare che , benché la data alla quale rimontano i precetti accennati sia remota , pure essi sono stati escogitati ed accolti da popoli la cui civiltà era già antica ed il cui senso morale avea perciò subìto una lunghissima elaborazione . Invero , se un paragone è possibile fra la morale di una tribù primitiva e quella di un popolo relativamente civile e che per lunghi secoli ha vissuto organizzato in grandi e numerosi organismi politici , è quello stesso che si può fare fra la morale di un bambino e quella di un adulto . La prima rappresenta l ' incoscienza , la seconda la coscienza : nel primo gli istinti buoni e cattivi sono semplicemente abbozzati , nel secondo li osserviamo completamente sviluppati e maturi . Tanto il fanciullo che il selvaggio possono fare il male , e grandissimo male , ma nel loro operato prevarrà sempre il cieco , bestiale impeto al calcolo ed alla premeditazione , e possono anche fare il bene senza mai raggiungere in esso la squisita correttezza , il consciente sacrifizio di sé di cui è capace l ' uomo adulto e civile . Ma non è soltanto nella maggiore perfezione degli istinti morali ed immorali che l ' uomo civile differisce dal selvaggio ; giacché , nelle società di antica cultura e che per secoli hanno goduto di una salda organizzazione politica , la compressione degli istinti immorali , ciò che alcuni penalisti chiamerebbero la contro spinta che li frena , è indiscutibilmente più forte , ed acquista tutta l ' importanza di una inveterata abitudine . In queste società si vanno per lunga e lenta elaborazione creando quegli organi , che fanno si che , in un certo numero di rapporti pubblici e privati , la moralità generale tenga a freno la manifestazione della immoralità individuale . Quasi tutti comprendono , quando non sono interessati ed appassionati , che un dato atto non risponde a quei sentimenti di giustizia , che sono comuni nella società in cui vivono ; ma certo potrebbe darsi che la gran maggioranza commettesse quello stesso atto sotto la spinta della passione o di un forte interesse . Or l ' opinione pubblica , la religione , la legge e tutta l ' organizzazione sociale che la fa osservare , sono l ' espressione della coscienza della moltitudine , che nei casi generali è spassionata e disinteressata , contro l ' uno o i pochi ai quali la violenza dei sentimenti egoistici vela , in un dato momento , il retto intendimento del giusto e dell ' onesto ; il giudice è lo strumento del senso morale di tutti , che , caso per caso , tiene a dovere e frena le passioni e gl ' istinti malvagi di ciascuno . Quindi non solo in una civiltà avanzata gl ' istinti morali , come le passioni egoistiche , si affinano e diventano più coscienti e perfetti , ma in una società la cui organizzazione politica è molto progredita , la disciplina morale è indiscutibilmente maggiore , e sono più numerosi e più specificati gli atti troppo egoistici , che dal controllo e freno reciproco degli individui che la compongono sono proibiti ed ostacolati . In ogni società vi è certamente , un numero di individui relativamente piccolo , che ha tendenze spiccatamente refrattarie ad ogni disciplina sociale . ; ed è pure certo che vi ha un certo numero di coscienze superiori e di caratteri saldamente temprati , per i quali ogni freno , che li mantenga nella retta via , riesce quasi superfluo . Ma fra questi due estremi vi è la maggioranza immensa delle coscienze mediocri , per le quali il timore del danno e della pena , il fatto che delle proprie azioni si è responsabili davanti ad altri , che non sono né complici né subordinati , sono mezzi efficacissimi per far superare vittoriosamente le mille tentazioni , che la vita pratica offre alla trasgressione dei doveri morali . I meccanismi sociali che regolano questa disciplina del senso morale formano ciò che noi chiamiamo la difesa giuridica . Diciamo subito che essi non sono in tutte le società ugualmente perfetti : può darsi anzi , e si è dato il caso , che una società scientificamente ed artisticamente più progredita di un ' altra resti , da questo lato , in uno stato di notevole inferiorità . E può darsi anche che la difesa giuridica si vada infiacchendo e diventi meno efficace in società le quali sono in un periodo di progresso scientifico ed economico . È innegabile poi che una grave catastrofe , come sarebbe una lunga guerra od una grande rivoluzione , produce dovunque un periodo di dissoluzione sociale ; la disciplina dei sentimenti egoisiici allora vien meno , le abitudini colle quali essi sono stati lungamente frenati si scuotono , e gli istinti bestiali , addormentati ma non spenti da un lungo periodo di pace e di civiltà , riappaiono vivaci . Giacché se da una parte la maggiore cultura è riuscita a dissimularli , dall ' altra li ha resi più temprati ed acuiti . È così che vediamo talvolta gruppi di avventurieri appartenenti a popoli civili in contatto con popoli barbari o di tipo sociale differentissimo , credersi sciolti dagli ordinari vincoli morali e perpetrare le azioni per le quali rimasero celebri i conquistatori spagnuoli nell ' America , e Warren Hastings e Clive nell ' India ; ed è ricorrendo agli stessi criteri che si possono spiegare gli eccessi tremendi della guerra dei trent ' anni , della Rivoluzione francese e di altre guerre civili . IV . - - Se noi guardiamo ai principali popoli , che hanno avuto ed hanno una storia , vediamo che in essi la disciplina del senso morale è affidata tanto alle religioni quanto a tutta l ' organizzazione legislativa . In origine anzi presso tutti , ed ancora adesso presso molti popoli , la legge civile e il precetto religioso si sono assolutamente confusi e le sanzioni che li accompagnavano andavano e vanno sempre uniti . Oggi nei paesi di civiltà europea e chinese l ' organizzazione laica o civile e quella religiosa sono più o meno nettaimente separate : e la seconda riesce tanto più efficace quanto più forte è la fede che sa inspirare e mantenere ; mentre la prima fonda la sua perfezione nella se città ed alle lotte civili entro le città stesse , che ebbero luogo durante la guerra del Peloponneso . È da notare che a tutti i cataclismi sociali , che distruggono la disciplina morale , tiene sempre dietro un periodo di rilassamento di questa disciplina , che non si va ricostituendo che lentamente . Il Letourneau nel suo libro « La Sociologie après l ' ethnogrnphie » ha fatto molto bene rilevare come i progressi intellettuali presso i barbari ed i selvaggi , siano assai più rapidi di quelli morali . E questo fatto , che avviene anche nelle società civili che escono da un periodo di disorganizzazione sociale , e che proviene dalla lentezza con cui si stabiliscono e ristabiliscono le abitudini morali , contribuisce a dare un ' apparenza di verità alla dottrina del Buckle sulla stabilità assoluta del senso morale . Il lettore , che è al corrente dei moderni studi sociologici , avrà notato che noi abbiamo affatto evitato ogni indagine sulla origine degli istinti morali od altruistici ; infatti per i nostri studi ci è sufficiente di constatare che essi sono innati nell ' uomo e necessari per la vita sociale . Avrà pure notato che il nostro modo di vedere è opposto a quello sostenuto dal Rousseau , che l ' uomo , cioè , naturalmente è buono , ma che la società lo fa cattivo e perverso . Noi invece crediamo che la organizzazione sociale avendo per conseguenza il freno reciproco degli individui umani , li migliori ; non già distruggendone gl ' istinti malvagi , ma abituando a domarli . sua maggiore conformità a certe tendenze psicologiche , che sarà nostro dovere d ' indagare . Si è lungamente disputato se la sanzione religiosa , quando è separata da quella politica , riesca più efficace di questa ; se il timore dell ' inferno valga in pratica più del carcere e del gendarme : ci pare che una risposta precisa ed applicabile a tutti i casi , che la questione può presentare , difficilmente possa darsi . E ovvio che un paese la cui organizzazione politica , è fiacca e primitiva e nel quale la fede religiosa è ardente , trovasi in condizioni essenzialmente diverse di quelle di un altro paese , nel quale gli entusiasmi religiosi siano intiepiditi ed il regime politico , amministrativo e giudiziario assai perfezionato . Più avanti dovremo trattare lungamente dell ' efficacia etica delle religioni in genere ; ad ogni modo possiamo fin da ora dire , che , sebbene tanto il precetto religioso che le leggi civili siano emanazione di quel senso morale collettivo , che è indispensabile in tutte le associazioni umane , sebbene sia innegabile che un qualche effetto pratico tutte le religioni hanno e devono avere , pure è per lo meno arrischiata l ' opinione di coloro , che ne vorrebbero esagerare l ' importanza . Se chi pensa così avesse ragione , grande , ad esempio , dovrebbe essere la differenza morale fra un popolo cristiano ed uno idolatra . Or certo , se si paragona un popolo cristiano civile ad un popolo idolatra barbaro , il distacco morale è immenso ; ma se poniamo accanto due popoli allo stesso grado di barbarie , dei quali uno abbia abbracciato il Cristianesimo e l ' altro no , allora si trova che , nella pratica , essi si diportano presso a poco alla stessa maniera , o almeno non vi è un distacco molto sensibile nella loro condotta : i moderni Abissini sono un esempio vivente e notorio di quanto affermiamo . Se poi paragoniamo la società ancora pagana , ma politicamente ben ' ordinata , dell ' epoca di Marco Aurelio con quella cristiana ma disordinatissima , che ci viene descritta da Gregorio di Tours , dubitiamo forte che il parallelo non riesca tutto favorevole alla prima . Invero è proprio della natura umana che un danno certo e prossimo , per quanto relativamente piccolo , sia generalmente più temuto di un danno incerto e remoto per quanto grande . Per la massa delle coscienze volgari , nel momento che la cupidità . , la libidine o la vendetta le spinge al furto , allo stupro , all ' omicidio , il timore dell ' ergastolo e del patibolo sono mezzi più potenti e sopratutto più sicuri di prevenzione della possibilità degli eterni tormenti ; e se ciò è vero per i grandi strappi al senso morale , che si fanno solo nei momenti di passione violenta , è verissimo per le piccole violazioni ai precetti più ovvii dell ' equità e della giustizia , alle quali possiamo essere indotti dalla spinta quotidiana dei piccoli interessi e delle piccole bizze . Infatti quale legge morale o religiosa non riconosce che il pagare i debiti è , in massima , una cosa giusta e doverosa ? Eppure dobbiamo confessare che moltissimi buoni credenti si asterrebbero dal farlo , e troverebbero mille cavilli e pretesti per ingannare la propria coscienza , se non vi fossero costretti dalla pubblica vergogna e sopratutto dall ' usciere . Non ci vuole un sentimento troppo delicato per capire che il bastonare un altro è una cosa , per lo meno , scorretta ; eppure l ' abitudine di alzare le mani sul prossimo nei momenti d ' ira , viene nelle masse combattuta efficacemente solo dalla sicurezza che chi dà un pugno si espone a riceverne subito un altro , e che l ' affare può anche terminare col carcere o con la multa . E noi vediamo , purtroppo , che gli esseri più deboli e più incapaci di difesa , le donne ed i fanciulli , i quali appunto per ciò dovrebbero essere maggiormente tutelati dal sentimento religioso e morale , sono le vittime più frequenti delle brutalità manesche . E in paesi molto religiosi , ma nei quali le classi inferiori sono completamente abbandonate all ' arbitrio di quelle superiori , non è cosa straordinaria che i padroni battano servì e vassalli . Certo che la fede religiosa , come l ' entusiasmo patriottico e le passioni politiche , possono , in dati momenti di sovraeccitazione straordinaria , produrre grandi correnti di abnegazione e di sacrificio e spingere le masse a fatti ed a sforzi che , a chi tien conto solo della natura ordinaria dell ' uomo , sembrano quasi sovrumani . I giubilei cattolici e i revivals protestanti ce ne porgono più di un esempio , e , come fatti caratteristici , si possono anche citare il gran movimento di carità e d ' amore , che agitò l ' Umbria al tempo di S . Francesco d ' Assisi , e qualche fugace giornata della rivoluzione francese e dei moti del 1848 in Italia . Ma la possibilità che hanno certi sentimenti di eccitare febbri passeggiare non ci deve indurre in errore intorno alla loro reale efficacia nella vita ordinaria dell ' umanità . Si sono viste città intiere , in momenti di sovraeccitazione patriottica e religiosa , spogliarsi dei propri beni per donarli allo Stato od alla Chiesa : ma certo nessuna organizzazione politica può a lungo sussistere se l ' imposta , non ha un carattere coattivo ; e la Chiesa stessa , quando ha potato , ha reso obbligatorie le decime . Il sentimento patriottico ed ancor più il religioso , e più ancora quando sono combinati in unica passione , bastano a produrre insurrezioni generali e violente , ed in certi momenti hanno indotto intere popolazioni a pigliare le armi per imprendere spedizioni lontane ed arrischiatissime , come ad esempio avvenne nelle prime due o tre crociate . Ma essi non bastano a fornire eserciti saldi e sicuri , che in tutti i momenti siano pronti laddove il bisogno lo richieda ; tranne che non si tratti di popolazioni nelle quali la guerra sia un ' occupazione ordinaria e fornisca lucri abituali . Questa specie di eserciti , fra gemi che vivono ordinariamente d ' agricoltura , d ' industrie e di commercio , sono invece il prodotto di una salda disciplina sociale , che costringe inesorabilmente ogni individuo a fare il suo dovere ed a prestare il suo servizio in dati tempi e in dati modi . V . - - Or è certo che l ' organizzazione propriamente detta politica , quella che stabilisce l ' indole dei rapporti tra la classe governante e quella governata e tra i vari gradi e le diverse frazioni della prima , è il fattore , che contribuisce precipuamente a determinare il grado di perfezione , che può raggiungere la , difesa giuridica di un popolo . Un Governo onesto , un Governo di verità e di giu ­ stizia , un Governo veramente liberale , come l ' intendeva il Guicciardini , è la miglior garenzia che , anche i diritti che più comunemente s ' intendono per privati , la tutela , cioè della proprietà e della vita , saranno efficamente custoditi . Un regime corrotto , nel quale può accadere che chi comanda , in nome di Dio o del popolo poco importa , libito faccia licito in sua legge , è evidente che sarà insufficiente anche nell ' adempiere a questa missione ; e , sebbene ufficialmente possa riguardo ad essa proclamare principii accettabili ed anche elevati , pure nella pratica questi saranno malamente osservati . È un ' osservazione non solo facile , ma diremo quasi banale questa : che i rapporti fra governanti e governati e fra le varie categorie dei primi , sono più o meno inspirati a principii di moralità e giustizia , secondo la diversità dei paesi e dei tempi . Infatti non vi è chi non veda subito la differenza , che corre su questo riguardo fra il governo dei pascià e dei visir turchi del buon tempo antico , dello stampo di Maometto Köproli , Mustafà Bairakdar ed Alì Tebelen , che disponevano alla spiccia delle sostanze , del corpo e della vita dei raiah ed anche talvolta dei credenti da loro governati , e quello dei mandarini chinesi , che in conclusione devono far capo alla corruzione burocratica per potere aggiunger qualche supplemento al loro stipendio ; e per eseguire una sentenza di morte , a meno che una provincia non sia sottoposta a leggi eccezionali , devono spedire il processo a Pekino per esservi riveduto ed all ' occorrenza corretto . Salta subito agli occhi che la Russia sotto Ivano IV il terribile , quando le confische e gli sterminii in massa d ' intere città erano cose ordinarie , era retta , in modo alquanto diverso di come è governata oggi ; né è meno evidente che la Russia d ' oggi , è governata in modo diverso dall ' Inghilterra , dove ogni arresto personale deve essere subito e seriamente legalizzato . E neppure è dubbio che le grandi nazioni dell ' Europa centrale ed occidentale siano rette in modo alquanto diverso delle Repubbliche dell ' America meridionale , dove la fucilazione , che il partito vincitore infligge ai capi del partito vinto , non è ancora andata in disuso , ed in qualcuna delle quali , in epoca non remota , coloro che ressero per qualche anno il potere ebbero modo di rubare non dei milioni ma dei miliardi . Tutte queste sensibilissime variazioni nel grado di bontà del regime politico sono da alcuni molto facilmente spiegate colle differenze di razza . Abbiamo già nella prima parte del nostro lavoro ampiamente trattato quest ' argomento ; ci limiteremo ora a rammentare che il vizio della razza difficilmente si può invocare quando si tratta di popoli , che hanno saputo creare civiltà , molto avanzate e che in altri tempi aveano organizzazioni politiche nelle quali la difesa giuridica era relativamente eccellente rispetto a quella delle nazioni , che ora da questo lato li sopravanzano , e che finalmente , nei loro rapporti privati , non mostrano quella inferiorità , organica del senso morale , che solo nelle pubbliche faccende verrebbe a manifestarsi . Altri la spiegano colla differenza del grado di civiltà : e questi hanno senza dubbio una parte di ragione ; perché , come più avanti dovremo dimostrare , è assai difficile , per non dire impossibile , che una società vasta e numerosa come una nazione moderna abbia molto perfezionato la sua difesa giuridica , se non ha raggiunto uno sviluppo intellettuale ed economico abbastanza notevole . Ma la parte è cosa differente dal tutto : giacché molti sono i popoli che hanno avuto periodi di splendore materiale ed anche intellettuale e che , quasi costretti da una specie di forza fatale , non hanno mai potuto disfarsi da certi tipi di organizzazione politica , i quali sembrano del tutto impropri ad assicurare un vero progresso nella morale delle classi governanti : quindi , ciò che comunemente appellasi civiltà è , evidentemente , una condizione necessaria , ma non sufficiente per il vero progresso politico . Si può invero affermare che le abitudini contribuiscono grandemente nel determinare il grado massimo di perfezione o d ' imperfezione nella difesa giuridica , che un popolo è capace di stabilmente godere o sistematicamente tollerare . Infatti sì può senza stento ammettere che sarebbe impossibile che , in una od anche in poche generazioni , i moderni Persiani , ad esempio , possano diventare adatti al regime che ora vige in Inghilterra , o che i nostri contemporanei Inglesi possano ridursi a tale da essere governati come lo sono i sudditi dello Scià . Abbiamo già , accennato al fatto che le abitudini morali si modificano assai più lentamente di quelle intèllettuali , però esse , per quanto lentamente , pur si modificano ; e possono andar cambiando in senso buono come in senso cattivo . Se è vero quindi che gl ' Inglesi moderni non tollererebbero più un re come Riccardo 3° un lord cancelliere come Francesco Bacone , un giudice come Jeffreys , un generale comandante le truppe nella Scozia come Graham di Claverhouse e probabilmente neppure un lord protettore come Cromwell , se si può ragionevolmente sperare che Bernabò Visconti e Cesare Borgia sarebbero impossibili fra gl ' Italiani d ' oggidì , non è men vero che , a qualche secolo d ' intervallo , i Romani , dei quali Polibio avea ammirato l ' organizzazione politica che era forse la migliore di tutta l ' antichità classica , si adattarono a sopportare la tirannide di Tiberio , di Caligola e di Nerone , e che i discendenti dei Greci contemporanei di Aristide , di Pericle e di Epaminonda stettero per lunghi secoli sotto il governo degli imperatori bizantini . Inoltre è innegabile che vi devono essere delle cause , che determinano il formarsi di alcune abitudini a preferenza di altre ; sicché , ammesso anche che la varietà di regime politico sia dovuta principalmente alla differenza di abitudini politiche , resta integro il problema intorno alla ricerca delle cause per le quali le dette abitudini si sono variamente stabilite . In conclusione noi crediamo di trovarci davanti ad una grande legge psicologica , la quale può sola spiegare perché gl ' istinti morali di un popolo più o meno si affermano e si sviluppano nella sua organizzazione politica ; legge che in fondo non è che una delle tante esplicazioni dell ' altra legge più generale , che abbiamo esposto in principio di questo capitolo , la quale spiega la maggiore o minore forza dei freni morali in tutte le manifestazioni della vita sociale . VI . - - La preponderanza assoluta di una sola forza politica , il predominio di un concetto semplicista nell ' organizzazione dello Stato , l ' applicaziione severamente logica d ' un solo principio ispiratore di tutto il diritto pubblico , sono gli elementi necessari per qualunque genere di dispotismo ; tanto per quello fondato sul diritto divino , che per l ' altro che presume di avere la sua base nella sovranità popolare ; per il fatto che essi permettono a chi ha in mano il potere di sfruttare maggiormente , a beneficio delle proprie passioni , i vantaggi di una posizione superiore . Giacché , quando coloro che stanno alla testa della classe governante sono gli interpreti esclusivi della volontà di Dio o del popolo , ed esercitano la sovranità in nome di questi enti , in società profondamente imbevute di credenze religiose o di fanatismo democratico , e quando altre forze sociali organizzate non esistono all ' infuori di quelle , che rappresentano il principio sul quale si basa la sovranità della nazione , allora nessuna resistenza , nessun controllo efficace sono possibili , che valgano a temperare la naturale tendenza , che hanno coloro che stanno a capo della gerarchia sociale ad abusare dei loro poteri . Una classe governante , che tutto si può permettere in nome di un sovrano , che tutto può fare , subisce una vera degenerazione morale ; quella degenerazione che è comune a tutti gli uomini , i cui atti sono esenti dal freno e dal controllo , che ad essi ordinariamente impone l ' opinione e la coscienza dei loro simili . Le responsabilità dei subordinati , che finiscono col risolversi nell ' irresponsabilità e nell ' onnipotenza dell ' uomo , o del piccolo gruppo di uomini che stanno a capo della gerarchia di tutti i funzionari , si chiamino Czar , Sultano o Comitato di salute pubblica , comunicano a tutta la macchina politica i vizi che l ' assolutismo genera nei capi . Giacché tutto si può osare quando s ' interpreta la volontà , vera o supposta , di chi crede avere il diritto che tutto pieghi ad un suo cenno , senza che abbia la possibilità di tutto vedere e senza che altre coscienze libere e disinteressate possano controllare le sue passioni ed i suoi errori . E gli effetti di un simile sistema sono pronti e tristissimi . Crediamo che nessuno come il russo Dostoiewsky , che visse lungamente nel paese dell ' autocrazia e passò dieci anni nelle miniere della Siberia , abbia fra i moderni descritto con più verità e sentimento la degenerazione del carattere , che il potere assoluto produce negli uomini , sicché non rinunciamo a trascrivere le sue parole . Egli dice : « Chi possiede la potenza illimitata sulla carne ed il sangue del suo simile , chi ha la facoltà di avvilire coll ' avvilimento supremo un altro essere , è incapace di resistere al desiderio di fare il male . La tirannia è un ' abitudine , che diventa alla lunga una malattia . Il miglior uomo del mondo può abbrutirsi così da non distinguersi da una fiera . Il sangue inebria , lo spirito diviene accessibile ai fenomeni più anormali , che possono sembrare delle vere gioie . La possibilità di una tale licenza diviene alle volte contagiosa a tutto un popolo ; eppure la società , che disprezza il carnefice ufficiale , non disprezza codesti carnefici potenti » . Or è appunto questa specie di ubbriachezza morale , rilevata pure da parecchi moderni psichiatri , quella che spiega gli eccessi degli onnipotenti , che ci dà la chiave delle follie criminose di parecchi imperatori romani , di Ivano IV e Pietro il Grande , di tanti sultani dell ' Oriente , di Robespierre , di Barrere , di Carrier e di Lébon . Si può obbiettare che vi sono stati sovrani assoluti buoni , come ve ne sono stati di cattivi , e che nell ' Europa continentale , prima della recente adozione dei Governi costituzionali e parlamentari , l ' assolutismo non produsse risultati così disastrosi da giustificare quanto noi abbiamo sostenuto . Rispondiamo facilmente che l ' assolutismo europeo posteriore al Medio Evo fu tutt ' altro che completo ; perché anche l ' autorità di un Luigi XIV uvea freni possenti nella tradizione di un tempo in cui il Re non era che il primo dei baroni , nei privilegi secolari della nobiltà e delle provincie , e sopratntto nella separazione più o meno completa della Chiesa dallo Stato . Ad ogni modo , tanta è la ricchezza e la varietà della natura umana , che ammettiamo , ciò che del resto è provato dalla storia , che alcuni individui abbiano saputo interamente dominare le proprie passioni e conservarsi puri ed onesti , anche dopo essere stati lungamente investiti di un ' autorità assoluta . Ma l ' influenza benefica di questi fortunati accidenti è meno grande di quello che comunemente si crede : giacché , in un paese abituato stabilmente ad un regime dispotico , la massa della classe politica usa ad essere adulatrice e vile coi superiori , necessariamente deve diventare superba , dispotica , soverchiatrice cogli in inferiori ; gli uomini sciaguratamente essendo così fatti che , quanto più sono soggetti al capriccio ed all ' arbitrio di chi sta in alto , tanto più , in generale , tendono a far pesare il loro capriccio ed il loro arbitrio su chi sta in basso e resta in loro balìa . VII . - - Nell ' antichità Aristotile , Polibio e qualche altro scrittore , dando la preferenza ai governi misti di monarchia , aristocrazia e democrazia , intuirono chiaramente la legge , che abbiamo enunciato . In verità , nello Stato greco , l ' antica monarchia appoggiata al carattere sacro ed alla tradizione , l ' aristocrazia che rappresentava pure la tradizione ed ordinariamente la proprietà territoriale , la democrazia basata sulla ricchezza mobiliare , sul numero , sulle passioni della folla , erano altrettante forze politiche , la cui contemperanza , finché una non prevalse esclusivamente sulle altre , potea dare , e diede , un tipo di organizzazione politica , nel quale la difesa giuridica era , nei tempi ordinari , sufficientemente garantita . Anche in Roma , all ' epoca nella quale la sua costituzione fu tanto ammirata da Polibio , troviamo contemperate le influenze della grande proprietà patrizia e della piccola proprietà plebea con quella della proprietà mobiliare dei cavalieri ; troviamo le tradizioni delle grandi famiglie di ottimati , discendenti dai Numi , mantenere la loro possanza di fronte alle passioni popolari ed ai servizi ed alle ricchezze recenti delle grandi famiglie plebee , e troviamo queste forze politiche diverse estrinsecarsi nelle varie autorità politiche , militari , amministrative e giudiziarie , alleandosi e temperandosi in modo da dar luogo allo Stato giuridicamente più perfetto di tutta l ' antichità . Nel secolo scorso Montesquieu dallo studio della Costituzione inglese ricavò la dottrina la quale insegna che , perché un paese sia libero , è necessario che il potere vi freni il potere e che l ' esercizio dei tre poteri fondamentali , che egli trovava in qualunque Stato , sia affidato ad organi politici diversi . Omai i trattatisti di diritto costituzionale hanno dimostrato che una separazione assoluta dei tre poteri trovati dal Montesquieu non esiste e che non è necessario che essi siano precisamente tre . Ma non è questo forse il difetto principale della dottrina del Montesquieu , difetto del resto piuttosto imputabile ai numerosi scrittori , che ad essa attinsero , che al suo primo autore . Costoro infatti , tenendo gli occhi rivolti alla teoria del maestro , hanno dato importanza piuttosto al suo lato formale , e , diremmo quasi curialesco , anziché a quello sostanziale e politico . Si è dimenticato troppo che un organo politico , per essere efficace a frenare l ' azione di un altro , deve rappresentare una forza politica , deve essere l ' organizzazione di un ' autorità e di un ' influenza sociale , che nel seno della società valga qualche cosa , di fronte all ' altra , che s ' incarna nell ' organo politico , che si deve controllare . È per questa ragione , che , malgrado la lettera degli Statuti e delle Carte fondamentali , noi vediamo in parecchie monarchie parlamentari , il Capo dello Stato non sostenuto né da vecchie tradizioni , né dal prestigio quasi scomparso del diritto divino , né dall ' influenza delle classi economicamente elevate , della burocrazia e dell ' esercito , diventare insufficiente a controbilanciare l ' azione della Camera elettiva ; la quale viene sostenuta dalla credenza che essa rappresenti l ' universalità dei cittadini e riunisce in sé un cumulo notevole di attitudini , di interessi , di ambizioni e di energie . È perciò che vediamo , negli stessi paesi , la magistratura proclamata a parole uno dei poteri fondamentali dello Stato , ma ridotta di fatto ad essere un ramo della burocrazia dipendente dal Gabinetto ligio alla maggioranza della Camera elettiva , mancare di prestigio e d ' indipendenza e non attirare a sé energie morali e intellettuali bastevoli a rilevarne l ' importanza . È sempre per la stessa ragione che vediamo qualche Camera alta , composta di funzionari in riposo , di deputati che rinunziano alla vita politica militante e di qualche ricco del quale il Ministero ha trovato conveniente di soddisfare la vanità , e che non offre perciò un sufficiente pascolo né agli spiriti pugnaci , né a quelli ambiziosi , essere rigettata facilmente in seconda linea dalla Camera bassa , che le siede accanto . VIII . - - Il primo elemento , e diremo anzi il più essenziale , perché un organismo politico possa progredire nel senso di ottenere una difesa giuridica , sempre migliore , è la separazione del potere laico dall ' ecclesiastico ; o , per dir meglio , bisogna che il principio a nome del quale si esercita l ' autorità temporale non abbia nulla di sacro e di immutabile . Quando il potere si appoggia ad un ordine d ' idee e di credenze , al di fuori del quale non è riputato potervi essere né verità , né giustizia , è quasi impossibile che esso nella pratica sia discusso e temperato e che il progresso sociale possa arrivare al punto che le diverse potestà si armonizzino e frenino fra di loro , in maniera che sia evitato l ' arbitrio di chi sta in alto nella gerarchia sociale . L ' immobilità relativa di certi tipi sociali si deve appunto attribuire alla ragione che abbiamo accennato . Il carattere sacro , delle caste ha ad esempio impedito da molti secoli qualunque progresso sociale nella civiltà indiana . E bisogna tener presente che essa in origine dovette avere un brillantissimo sviluppo , altrimenti non si potrebbero spiegare i grandi progressi materiali ed artistici , che raggiunse ; il che fa supporre , ciò che del resto pare confermato da recenti studi , che la divisione e l ' isolamento delle varie caste non siano stati sempre così rigorosi come ora li troviamo . Anche le società maomettane sono colpite dalla stessa debolezza . Questo fatto , parzialmente osservato da molti , è stato con grande esattezza rilevato dal Leroy ­ Beaulieu . Parlando questo autore dei Tartari maomettani , che ancora abitano la Russia nei governi di Kazan , Astrakan e Crimea , li descrive corre agiati , puliti e dediti al commercio , ma aggiunge : « il vero vizio dell ' Islam , la sua vera causa d ' inferiorità politica non è nel suo domma , né nella sua morale , ma nella confusione dello spirituale col temporale , della legge religiosa colla civile . Il Corano essendo insieme Bibbia e codice , le parole del Profeta tenendo il posto del diritto , le leggi ed i costumi sono per sempre resi sacri dalla religione e da questo solo fatto deriva che la civiltà maomettana è necessariamente stazionaria » . Per completare quest ' analisi , così fine e così giusta , potea aggiungere che , nei paesi dove le popolazioni maomettane sono indipendenti , il sovrano è quasi sempre Califfo o vicario del Profeta , o almeno dal Califfo fa derivare nominalmente o realmente la sua autorità ; ed a questo titolo nessuno dei credenti può rifiutargli obbedienza assoluta , a meno che non impugni come illegittima l ' autorità del califfato e non si faccia iniziatore di una riforma religiosa . I popoli cristiani hanno potuto superare il pericolo della confusione accennata dal Leroy ­ Beaulieu ed hanno potuto creare lo Stato laico per un complesso di circostanze favorevoli . In primo luogo il Vangelo contiene fortunatamente poche massime che siano applicabili direttamente alla vita politica ; in secondo luogo non bisogna dimenticare che la Chiesa cattolica , malgrado che abbia sempre aspirato ad avere una parte preponderante nel potere politico , non ha potuto giammai monopolizzarlo interamente per due principalissime ragioni , inerenti alla sua costituzione . La prima è che , generalmente , è stato prescritto il celibato dei preti e , sempre , quello dei monaci ; sicché non si sono potute stabilire vere dinastie di abati e di vescovi sovrani ; e da questo lato anzi dobbiamo essere molto grati a Gregorio VII . La seconda consiste nel fatto che la missione ecclesiastica , malgrado i numerosi esempi con trarci che troviamo nel bellicoso Medio ­ Evo , è stata sempre per sua natura poco conciliabile coll ' esercizio delle armi . Il precetto il quale vuole che la Chiesa aborrisca dal sangue non si è potuto mai interamente obliare , e in tempi relativamente ordinati e pacifici , va finito col prevalere : sicché anche nei secoli che vanno , dal decimoprimo al decimoquarto , gli scrittori guelfi accanto alla supremazia papale hanno dovuto ammettere l ' esistenza di un imperatore , di un sovrano laico , che di questa fosse lo strumento ed il braccio secolare . Non bisogna poi dimenticare che il dispotismo più completo , al quale siano stati sottoposti dei popoli cristiani , lo troviamo a Bisanzio ed in Russia , dove i sovrani laici riuscirono più completamente a ridurre sotto la loro diretta influenza l ' autorità ecclesiastica , e che le la Spagna nei secoli undecimo e dodicesimo e nei recentissimi movimenti , che abbiamo già rammentato . Naturalmente in tutti questi movimenti , accanto ai motivi religioni , non mancarono mai quelli di carattere assolutamente mondano . IX . - - Dopo la separazione dell ' autorità laica da quella ecclsiastica , i coefficienti più potenti di una difesa giuridica più o meno progredita si trovano nel modo come è distribuita in una società la ricchezza e nel mondo come è organizzata la sua forza militare . E qui occorre anzitutto fare una distinzione fra i popoli che sono ancora nel periodo feudale e quelli che già hanno un ' organizzazione burocratica . Nello Stato feudale il monopolio della ricchezza , che , in uno stadio ancor rozzo di civiltà , consiste nel possesso della terra , e la supremazia militare si trovano ordinariamente concentrati nella classe dominatrice ; ma questo stato di cose , pur presentando moltissimi inconvenienti , non produce mai gli effetti , che avrebbe in una organizzazione sociale più perfezionata . Il capo di uno Stato feudale infatti potrà fare un torto a qualcuno dei suoi baroni , ma non potrà mai essere il padrone assoluto di tutti i suoi feudatarii , perché questi disponendo di una parte , diciamo così , della pubblica forza , potranno sempre esercitare di fatto quel diritto di resistenza , che negli Stati burocratici , quando è sancito , resta scritto nelle costituzioni e nei libri di diritto pubblico . Ed anche i singoli baroni hanno un limite alla tirannia , che possono esercitare contro la massa dei loro soggetti , nella disperazione degli stessi , che si può cambiare facilmente in ribellione . Quindi in tutti i paesi veramente feudali , il dominio dei capi , a scatti violento ed arbitrario , è ordinariamente assai limitato dalle consuetudini ; e si sa ad esempio che gli Abissini e sopratutto gli Afgani non prestano che un ' obbedienza molto condizionale ai loro Ras ed ai loro Emiri . Abbiamo già visto come le tradizioni e gli avanzi di un regime feudale valgano a temperare l ' autorità di un capo dello Stato , tanto che , neppure all ' epoca di Luigi XIV e di Federico il Grande di Prussia , la monarchia europea può essere paragonata ai regimi politici , a capo dei quali stavano o stanno gli imperatori di Bisanzio o gli Scià di Persia . Ma quando al contrario la classe , che ha il monopolio della ricchezza e delle armi estrinseca il suo potere per mezzo di una burocrazia accentratrice e di un esercito stanziale onnipotente , allora si può avere il dispotismo nelle sue peggiori manifestazioni : si ha cioè una forma di governo barbara primitiva , la quale tiene a sua disposizione gli strumenti di una civiltà avanzata , un giogo di ferro , che può essere applicato da mani rozze e inconscienti e che difficilmente si può spezzare , perché è temprato da artefici provetti . Che l ' onnipotenza di un esercito stanziale sia una delle forme peggiori di regime politico è cosa così ovvia e conosciuta , che non ci affaticheremo ad insistervi ancora . Si sa pure che il so verchio accentramento della ricchezza in una frazione della classe governante ha prodotto la decadenza di organismi politici relativamente molto perfetti come ad esempio la repubblica romana . È impossibile infatti che leggi ed istituzioni , che garentiscano la giustizia ed i diritti dei deboli , siano efficaci , quando la ricchezza è così distribuita , che di fronte ad un piccolo numero di persone , che possiedono le terre ed i capitali , vi è una moltitudine di proletari , che non hanno altra risorsa che le proprie braccia ed hanno bisogno dei ricchi per non morir di fame dall ' oggi al domani . In questa condizione di cose la massima che la legge è uguale per tutti , la proclamazione dei diritti dell ' uomo ed il suffragio universale non sono che ironie ; ed è pure un ' ironia il dire che ogni plebeo porta nel suo sacco il bastone di maresciallo , cioè che può diventare alla sua volta capitalista . Giacché , anche ammesso che qualcuno lo diventerà , egli non sarà il migliore di animo e di costumi , ma il più infaticabile , il più fortunato e forse anche il più briccone , mentre la massa resterà sempre ugualmente sottomessa a coloro che stanno in alto . Non ci è poi da farsi illusioni sulle conseguenze pratiche di un regime in cui la direzione della produzione economica , la distribuzione di essa ed il potere politico fossero indissolubilmente legati ed attribuiti alle stesse persone . Noi vediamo che , a misura che lo Stato assorbe e distribuisce una parte maggiore della pubblica ricchezza , i capi della classe politica hanno maggiori mezzi d ' influenza e di arbitrio sui loro subordinati e più agevolmente si sottraggono al controllo di chicchessia . Non ci è invero chi non sappia come una delle cause più importanti della decadenza del Parlamentarismo sia la grande quantità di impieghi , di appalti , di lavori pubblici e di altri favori d ' indole economica , che i governanti possono distribuire o ad individui o a collettività di persone ; e gl ' inconvenienti di questo regime sono maggiori colà appunto dove relativamente più grande è la quantità di ricchezza che il Governo ed i corpi elettivi locali assorbono e distribuiscono ; e dove quindi è più difficile procacciarsi una posizione indipendente ed un onesto guadagno senza aver che fare con le pubbliche amministrazioni . Se poi tutti gli strumenti della produzione fossero in mano del Governo , i funzionari , che la produzione dovrebbero dirigere e distribuire , sarebbero gli arbitri della fortuna e del benvivere di tutti ; e giammai oligarchia più possente , camorra più universale si sarebbe avuta in una società di coltura avanzata . Quando tutti i vantaggi morali e materiali dipendessero da coloro che hanno in mano il potere , non ci è viltà che non si farebbe per contentarli ; come non ci è violenza o frode alla quale non si ricorrerebbe per arrivare al potere , ossia per appartenere al numero di coloro che distribuiscono la torta , anziché restare fra i molti altri che si devono contentare della porzione loro attribuita . Una società si trova nelle condizioni migliori per applicarvi una organizzazione politica relativamente perfetta , quando in essa esiste una classe numerosa , in posizione economica presso che indipendente da coloro che hanno nelle mani il supremo potere , la quale ha quel tanto di benessere ; che è necessario per dedicare una parte del suo tempo a perfezionare la sua cultura e ad acquistare quell ' interesse al pubblico bene , quello spirito diremmo quasi aristocratico , che solo possono indurre gli uomini a servire il proprio paese senza altre soddisfazioni che quelle che procura l ' amor proprio . In tutti i paesi , che sono stati e sono all ' avanguardia della difesa giuridica , o come comunemente dicesi della libertà , una classe simile si è sempre trovata . Esisteva a Roma , quando vi era quella , numerosa plebe composta di piccoli proprietari , che , per la frugalità dei tempi , poteva bastare a sé stessa e che seppe , passo passo , con una tenacia maravigliosa , conquistare il diritto di piena cittadinanza . Esisteva nell ' Inghilterra del secolo decimosettimo ed esiste in quella presente ; giacché nell ' una e nell ' altra si è trovata e si trova una numerosa gentry , formata prima a preferenza di medii proprietari , ora a preferenza di medii capitalisti , che ha fornito e fornisce il miglior contingente alla classe politica . Esisteva ed esiste negli Stati Uniti d ' America , dove la classe dei farmers agiati ha fornito e fornisce gli elementi politici migliori ; ed esiste più o meno in tutti gli Stati d ' Europa centrale ed occidentale . Colà dove , per cultura , per educazione , per troppo scarsa agiatezza , questa classe è insufficiente alla sua missione , il governo parlamentare come farebbe qualunque altro regime politico , dà i frutti peggiori . X . - - È indiscutibile poi che col crescere della civiltà aumenta un numero di quelle influenze morali e materiali , che sono suscettibili di diventare forze politiche . Accanto alla ricchezza immobiliare si crea ad esempio quella mobiliare , frutto delle industrie e dei commerci ; gli studi progrediscono , le occupazioni che hanno per base una cultura scientifica acquistano importanza , e si forma una nuova classe sociale , la quale può , fino ad un certo punto , bilanciare il prestigio materiale dei ricchi e quello morale dei sacerdoti . Inoltre la tolleranza reciproca , che può essere effetto di una cultura avanzata , permette la coesistenza di diverse correnti religiose e politiche , che naturalmente si bilanciano e controllano a vicenda , e nello stesso tempo rende possibile la discussione pubblica degli atti dei governanti . La specializzazione stessa delle funzioni pubbliche fa si che influenze diverse possano estrinsecarsi e partecipare al reggimento dello Stato . Senonché è da osservare che ogni forza politica , perché si faccia valere proporzionatamente alla sua reale importanza , è necessario che sia organizzata , e che , perché sia bene organizzata , sono indispensabili diversi coefficienti , fra i quali principalissimi il tempo e la tradizione . È perciò che spesso vediamo un vero disquilibrio prodursi , in diverse epoche ed in paesi diversi , fra l ' importanza che una classe aveva nella società e la sua diretta influenza nel governo del paese . Oltreciò vi è quasi sempre qualche forza politica , che ha la tendenza invincibile a soverchiare , ad assorbire le altre , ed a distruggere quindi l ' equilibrio giuridico legalmente stabilito . Ciò è vero tanto per le forze politiche che hanno un carattere materiale , come sarebbero la ricchezza e la preponderanza mirare , quanto per quelle che hanno un carattere morale , come sono le grandi correnti religiose e dottrinali . Ognuna di queste correnti pretende di avere il monopolio della verità e della giustizia , ed ogni specie di esclusivismo e di bacchettoneria , siano essi cristiani o maomettani , abbiano il carattere sacro o quello razionalista , s ' inspirino all ' infallibilità del papa o a quella della democrazia , sono da questo lato ugualmente perniciosi . Ogni paese , ogni epoca , può avere la sua speciale corrente d ' idee e di credenze che , essendo la più forte , preme sul meccanismo politico e tende a sconvolgerlo . Avviene anzi generalmente che si apprezzino benissimo i danni prodotti dalle correnti già indebolite e passate di moda , che si stigmatizzino con orrore le lesioni gravissime che esse hanno fatto al sentimento della giustizia ; mentre non si scorgono o si scusano o si condannano debolmente i danni analoghi , che la corrente invoga ha fatto o minaccia di fare . Si grida e si proclama che la libertà è raggiunta , che la bufera è passata , mentre in verità essa non ha che cambiato di direzione e , ci si passi la metafora , di forma e di colore . Al giorno d ' oggi in Éuropa due sono le forze morali , che aspirano a rompere l ' equilibrio giuridico : la Chiesa cattolica e la democrazia sociale . La prima , malgrado la sua mirabile organizzazione , può essere per il momento riguardata come meno violenta e pericolosa e continuerà ad esserlo fino a quando le minaccie della seconda non avranno spinto di nuovo le classi alte in grembo a quelle credenze , che esse hanno ora abbandonato o professano molto tiepidamente . Fra le forze materiali , quella che più facilmente si può imporre a tutti i poteri dello Stato e riesce più facilmente a violare , non diciamo le norme della giustizia e dell ' equità , ma qualche volta anche il testo preciso della legge , è la ricchezza mobiliare ; o almeno quella parte di essa che è potentemente organizzata . Il grande sviluppo del credito e del sistema bancario , le grandi compagnie per azioni , che spesso dispongono dei mezzi di comunicazione di estesissime contrade e d ' interi Stati , l ' estensione grandissima che hanno preso i debiti pubblici , hanno creato , negli ultimi cento anni , nuove compagini , nuovi i elementi d ' importanza politica , la cui azione invadente e prepotente parecchi dei maggiori Stati del nuovo e del vecchio mondo hanno avuto già occasione di sperimentare . La relativa facilità di organizzazione della ricchezza mobiliare , la possibilità di accentrare la direzione di una parte ragguardevole di essa in mano di pochi individui contribuisce a spiegare la sua preponderanza . Abbiamo qui uno dei tanti esempi di minoranze organizzate che prevalgono sulle maggioranze disorganizzate . Un piccolissimo numero d ' individui possono dirigere tutte le Banche d ' emissione di uno Stato , oppure tutte le compagnie che esercitano la grande industria dei trasporti ferroviari o marittimi , oppure anche possono essere arbitri delle grandi compagnie per azioni , che esercitano industrie indispensabili alla difesa del paese , come quelle metallurgiche , o compiono opere pubbliche per le quali neppure le finanze dei Governi più ricchi sarebbero sufficienti . Questi individui , che hanno il maneggio di centinaia di milioni , possiedono mezzi svariatissimi per allarmare o lusingare interessi molto estesi , per intimidire e corrompere funzionari , ministri , deputati e giornalismo ; senza che quella parte del capitale nazionale , che è senza dubbio la parte maggiore , la quale si trova impegnata in moltissime industrie mediocri o piccole , ovvero dispersa in una moltitudine di mani , sotto forma di risparmi più o meno grandi , possa menomamente reagire contro di essi . E si noti che anche la parte principale del capitale delle Banche e delle Compagnie industriali per azioni , appartiene ordinariamente ai piccoli e mediocri azionisti , i quali non solo restano completamente passivi , ma spesso sono le prime vittime dei loro duci , che sulle loro perdite riescono a fondare la loro fortuna e la loro influenza . XI . - - È da notare infine che qualunque ordinamento politico semplicista , basato sopra un principio assoluto , il quale fasi che tutta la classe politica sia organizzata sopra unico tipo , rende malagevole la partecipazione alla vita pubblica di tutte le influenze sociali e più malagevole il controllo , che le une possono sulle altre esercitare . Ciò è vero tanto quando il potere è esclusivamente affidato ad impiegati , che si suppongono nominati dal principe , che quando esso è in mano a funzionari elettivi , la cui scelta si dice che appartenga al popolo . Dappoiché i freni che la burocrazia come la democrazia possono imporre a loro stesse , e che si esplicano per mezzo di altri burocratici o di molteplici funzionari elettivi , riescon sempre insufficienti e nella pratica non raggiungono mai interamente il loro scopo . La storia amministrativa dell ' impero romano ci fornisce infatti un esempio opportuno della incapacità d ' una burocrazia accentratrice a frenare efficamente sé stessa . Si sa che in origine , tanto nella capitale che nei municipî , nelle colonie e nelle città di provincia , vi era , sotto la supremazia di Roma repubblicana o imperiale , quello che gl ' Inglesi chiamano un > hi rend = ' italic ' > self ­ goverrnment ; le cariche pubbliche erano cioè gratuitamente esercitate da una numerosa classe agiata . Ma fin dal principio dell ' impero le funzioni , che in Roma fino allora erano state attribuite agli edili ed ai censori , furono date a funzionari speciali stipendiati , aiutati nel loro servizio da un personale numeroso d ' impiegati pure retribuiti . Così la cura dell ' alimentazione della città fu affidata al praeefectus annonae , i lavori pubblici ai Curatores viarum , aquarum , operum pubblicorum , riparum et alvei Tiberis , la sorveglianza dell ' illuminazione e sugli incendi al praefectus vigilum e la polizia al praefectus urbis . Ben presto il sistema della capitale si andò estendendo ai municipî , che andarono perdendo la loro autonomia amministrativa . Infatti , fin dalla fine del primo secolo dell ' impero , vediamo diminuire sensibilmente l ' autorità dei duumviri juris dicendo e degli aediles , ai quali era affidata l ' amministrazione municipale delle singole città , che vennero poco a poco sostituiti da impiegati : juridici , correctores , curatores rerum publicarum .. Per quanto l ' evoluzione fosse lenta , a partire da Nerva e Traiano interpolatamene l ' autorità dei funzionari elettivi veniva sospesa e le loro attribuzioni erano affidate per un dato tempo ad un curator , simile al nostro regio commissario , e nello stesso tempo si andava lentamente accrescendo l ' autorità ispettiva e l ' ingerenza del corrector provinciae , equivalente nel caso al nostro prefetto . Finché , alla fine del secondo secolo , vediamo quasi universalmente spente le autonomie municipali ed una vastissima ed assorbente rete burocratica stendersi per tutto l ' impero . Contemporaneamente decadeva l ' agiata borghesia municipale , che componeva l ' ordo decurionum , la quale partecipava al reggimento delle città e dal cui seno uscivano appunto coloro , che coprivano le cariche di duumviro e di edile . Or , quando l ' accentramento burocratico ed il fiscalismo ebbero creata la società romana del Basso Impero , composta di una classe ristrettissima di grandi proprietari e di alti funzionari e di un ' altra numerosissima di persone assolutamente povere , prive di ogni importanza sociale , e che , sebbene libere di nascita , decadevano facilmente fino a ridursi alla condizione di coloni , noi vediamo comparire un ' istituzione originalissima , un nuovo organo burocratico , che avea appunto la missione di difendere e tutelare le classi disagiate e gli avanzi dei piccoli proprietari contro gli abusi della burocrazia . Il defensor civitatis creato da Valentiniano I ° , nel 364 , era appunto un impiegato , creato apposta per proteggere la plebe urbana contro le soverchierie degli alti funzionari e dei ricchi , che con quelli facevano causa comune ; egli dovea specialmente curare che i reclami dei poveri fossero accolti come di diritto e potessero arrivare ai piedi del trono . Ma questo sforzo , che fece l ' assolutismo burocratico per correggere e controllare sé stesso , malgrado le rettissime intenzioni del legislatore , non dovette avere una sensibile efficacia ; giacché i mali antichi non disparvero e le cause , che conducevano l ' impero alla dissoluzione , continuarono , colla stessa forza ad agire . In Russia l ' assolutismo burocratico trova le sue antichissime radici nell ' influenza bizantina , che fin dall ' epoca di Wladimiro il Grande e dei suoi successori si fece sentire a Kief , e fu certo raf forzato dalla terribile dominazione mongolica , che sopravvenne nel secolo tredicesimo e fece sentire il suo velo fin nel decimosesto . Ed anche quivi la famosa cancelleria segreta organizzata dallo czar Alessio , verso la metà del secolo decimosettimo , non era che una polizia speciale , che facea capo direttamente al sovrano ed era incaricata discrutare gli abusi ed anche i tentativi di rivolta degli alti impiegati e dei boiari , i cali formavano in fondo una unica classe . Or l ' attuale terza sezione , tanto tristemente famosa , discende in linea diretta e legittima da questa cancelleria segreta , più volte nominalmente abolita , ma sempre di fatto conservata ; e pare che , più che a correggere la venalità e la corruttela della burocrazia russa , essa sia stata efficace nell ' aumentare l ' oppressione , che questa fa subire a tutto il resto del paese . Negli Stati Uniti d ' America vediamo al contrario l ' impotenza della democrazia a controllare e limitare sé stessa . Non si può negare che i redattori della Costituzione del 1787 abbiano avuto gran cura di attuare il contrappeso e l ' equilibrio perfetto dei diversi poteri e dei diversi organi politici . Data la base assolutamente democratica del Governo , la mancanza assoluta di un potere , che direttamente non provenga dalle elezioni popolari , difficilmente crediamo che si sarebbe potuto immaginare di meglio . Di fatti , anche non tenendo conto , che colà il Senato , munito di poteri più efficaci delle Camere alte europee e fondato sul sentimento , ancor vivace delle autonomie dei singoli Stati , è certamente molto autorevole , il Presidente , che usa liberamente del diritto di veto , che non può essere buttato giù da un voto della Camera bassa e che riassume nella propria persona la responsabilità del Governo per un intero lustro , come organo della difesa giuridica è superiore ai Gabinetti dei paesi parlamentari : corpi collettivi meno autorevoli , che hanno più bisogno di cattivarsi la simpatia dei deputati e dei politicanti , ed i di cui membri sentono meno il peso della responsabilità personale . Certo si deve anzi a questa larghezza di poteri ed al sentimento della responsabilità personale , che spesso si sviluppa stando in una carica elevatissima , se , nell ' ultimo mezzo secolo , abbiamo visto alcuni Presidenti , come il Johnson , l ' Hayes ed il Cleveland , opporsi con tenacia e coraggio ai peggiori eccessi dei partiti , che li avevano eletti . Ma questa perfezione che chiameremo formale , del meccanismo del Governo federale ed anche dei Governi dei singoli Stati non ha potuto riparare che fino ad un certo punto al vizio fondamentale di tutto il regime politico ed amministrativo dell ' Unione americana . Vizio , che è stato molto aggravato dalla tendenza , che fra il 1820 ed il 1850 cominciò a prevalere e che ora è diventata quasi generale , per la quale il suffragio è quasi in tutti gli Stati divenuto universale ; sicché un ' unica categoria di elettori dà i suffragi in tutte le elezioni e si son rese direttamente elettive e temporanee le nomine dei giudici dei vari Stati , che prima erano a vita e generalmente attribuite ai rispettivi governatori . In questo modo la stessa cricca elettorale elegge infallibilmente le autorità federali e quelle locali ; governatori , giudici e Parlamento sono in fondo gli istrumenti delle stesse influenze , le quali diventano le padrone assolute ed irresponsabili di tutto uno Stato . Tanto più che i politicanti americani , che fanno un mestiere delle elezioni , sono abilissimi nell ' arte di stabilire il Ring ( letteralmente tradotto l ' anello , il circolo ) , cioè il sistema mediante il quale tutti i poteri , che dovrebbero controllarsi e completarsi a vicenda , diventano l ' emanazione di un solo caucus o comitato elettorale . Ma si potrebbe obiettare che , col sistema del suffragio universale , tutte le forze e tutte le influenze politiche possono essere rappresentate nella classe governante proporzionatamente alla loro importanza numerica , e che riesce perciò impossibile ad una minoranza di monopolizzare il potere a proprio vantaggio e farne così uno strumento alle proprie vedute ed alle proprie passioni . A quest ' obiezione , che riflette un sistema d ' idee ancora molto in voga , ma che noi non abbiamo accettato ed abbiamo fin qui indirettamente combattuto , risponderemo direttamente nel capitolo venturo . CAPITOLO VI . Polemiche . I . La teoria democratica . - - II . Rapporti fra il regime rappresentativo e la difesa giuridica . - - III . Significato della così detta azione dello Stato . - - IV . Questioni intorno ai limiti di questa azione . - - V . La dottrina del Comte sui tre stadi intellettuali e politici . - - VI . Valore pratico del parallelismo stabilito dal Comte . - - VII . Classificazione degli Stati , secondo lo Spencer , in militari ed industriali . - - VIII Debolezze e lacune di questa classificazione . I . - - Nei precedenti capitoli abbiamo esposto quali siano , secondo il nostro modo di vedere , alcune delle leggi e tendenze costanti che regolano le società umane . Ora possiamo più agevolmente fare la critica di alcune opinioni e teorie politiche , ancora o almeno fino a poco tempo fa , molto in voga , le quali vengono , secondo noi , dalle leggi che abbiamo ricordato più o meno sfatate . Molte fra le dottrine sulla libertà e sull ' uguaglianza , come ancora sono comunemente intese , dottrine che il secolo decimottavo ha escogitato , che il diciannovesimo ha maturato e tentato di applicare e che il ventesimo probabilmente liquiderà o modificherà sostanzialmente , si riassumono e si concretano nel concetto che vuole a base di ogni Governo suffragio universale . Si crede in infatti molto comunemente che Governo libero , egalitario , legittimo , sia esclusivamente quello basato sulla volontà della maggioranza , la quale coi suoi suffragi trasmette per un dato tempo i suoi poteri ai propri mandatari . Fino a qualche generazione addietro e per parecchi scrittori ed uomini politici anche oggi , tutte le imperfezioni dei Governi a base rappresentativa sono state attribuite alla incompleta o falsata applicazione di questi principii . Una scuola così vasta , credenze cotanto diffuse , non si sfatano con qualche pagina , quindi noi ora non faremo una confutazione in regola delle teorie sulle quali si fonda il suffragio universale . Del resto , indipendentemente da quanto abbiamo già detto su questo argomento nel presente lavoro , di esso ci siamo occupati anche in altri scritti ; sicché ora accenneremo semplicemente a qualcuno degli argomenti fondamentali che meglio possono minare le basi dell ' edificio intellettuale , sul quale il suffragio universale è poggiato . Ci basterà quindi di dimostrare che la supposizione per la quale l ' eletto è ritenuto l ' organo della maggioranza dei suoi elettori ordinariamente non è conforme alla verità . E , fondandoci sull ' esperienza dei fatti e ricordando alcune osservazioni pratiche , che tutti hanno presenti e che riguardano il modo come si svolge il fenomeno elettorale , facilmente proveremo il nostro assunto . Quel che avviene colle altre forme di Governo , che cioè la minoranza organizzata domina la maggioranza disorganizzata , avviene pure , e perfettamente , malgrado le apparenze contrarie , col sistema rappresentativo . Quando si dice che gli elettori scelgono il loro deputato , si usa una locuzione molto impropria ; la verità è che il deputato si fa scegliere dagli elettori , e , se questa frase sembrasse in qualche caso troppo rigida e severa , potremmo temperarla dicendo che i suoi amici lo fanno scegliere . Accade nelle elezioni , come in tutte le altre manifestazioni della vita sociale , che gl ' individui , che hanno la voglia e sopratutto i mezzi morali , intellettuali e materiali per imporsi agli altri , primeggiano su questi altri e li comandano . Il mandato politico è stato quasi assimilato a quello civile già noto nel diritto privato . Ma , nei rapporti privati , la delegazione di poteri e di facoltà presuppone sempre nel mandante la più ampia libertà nella scelta del mandatario . Or appunto questa libertà di scelta , ritenuta amplissima in teoria , diventa necessariamente quasi nulla ed irrisoria nella pratica delle elezioni politiche . Infatti se ogni elettore dasse il suo voto al candidato del suo cuore , sicuramente non ne risulterebbe altro , nella quasi totalità dei casi , che una grande dispersione di voti ; poiché è quasi impossibile che molte volontà , non coordinate e non organizzate , s ' incontrino nella scelta spontanea di un individuo , la quale può essere determinata da criteri diversissimi e quasi tutti subiettivi . Per dare al suo voto qualche efficacia ogni singolo elettore è perciò costretto a limitare la scelta in un campo ristrettissimo , cioè fra le due o tre persone che hanno qualche probabilità di riuscita ; e questa probabilità hanno ordinariamente solo coloro che sono sostenuti da un gruppo , da un comitato , da una minoranza organizzata , che ne propugna la candidatura . Abbiamo altrove ragionato lungamente dei modi come si formano queste minoranze organizzate attorno ai candidati singoli , od ai gruppi di candidati . Ci basterà ora ricordare che esse sono ordinariamente fondate sull ' influenza del censo , sopra cointeressamenti materiali o sui legami di famiglia , di classe , di setta o di partito politico . Buona o cattiva che sia la loro composizione , è innegabile che i comitati ed i deputati , che alle volte sono i loro strumenti , alle volte i loro duci e padroni , rappresentano l ' organizzazione di un numero rilevante di valori e di forze sociali . La vera conseguenza pratica del regime rappresentativo è perciò non già il governo della maggioranza , ma la partecipazione di un certo numero di valori sociali al reggimento dello Stato , la influenza e l ' organizzazione di molte forze politiche , che in uno Stato assoluto , cioè retto dalla sola burocrazia , sarebbero rimaste inerti ed escluse . II . - - Esaminando i rapporti che il regime rappresentativo ha con la difesa giuridica si possono fare le seguenti distinziomi ed osservazioni . Se è verissimo che la gran maggioranza degli elettori è passiva , nel senso che non ha libertà di scegliere il suo rappresentante , ma solo un limitatissimo diritto di opzione fra i diversi candidati , pure questa facoltà , per quanto sia limitata , fa sì che i pretendenti alla deputazione , cerchino di attirare a sé quella forza che può dare il tracollo alla bilancia in prò dell ' uno o dell ' altro ; e perciò fanno ogni sforzo per adulare , carezzare ed attirarsi le simpatie delle masse . In questo modo certi sentimenti e certe passioni della folla devono necessariamente avere influenza sull ' animo dei deputati , e l ' eco di un ' opinione molto sparsa , di un malcontento molto forte si fa facilmente sentire fin nelle più alta sfere dei governanti . Si può obiettare che quest ' influenza della maggioranza degli elettori necessariamente è ristretta alle grandi linee dell ' indirizzo politico ; che essa si fa sentire solo in pochissimi argomenti di carattere generale e che , entro questi limiti , anche nei Governi assoluti , le classi dirigenti sono obbligate a tener conto dei sentimenti delle masse . È certo infatti che il Governo più dispotico deve procedere molto cautamente quando si tratta di urtare i sentimenti , le convinzioni , i pregiudizi della maggioranza dei governati , o quando deve imporre ad essa sacrifici pecuniari ai quali non è abituata ; ma la cautela , nell ' offenderla sarà anche maggiore quando ogni singolo deputato , il cui voto può essere tanto utile e necessario al potere esecutivo , sa che il malcontento delle turbe può , a breve scadenza , procacciare il trionfo di un aborrito rivale . Il regime rappresentativo ha poi effetti molto diversi a seconda che varia la composizione molecolare del corpo elettorale . Se tutti gli elettori , che hanno qualche influenza per coltura e posizione sociale , sono entro i Comitati , e se al di fuori di questi non resta che una massa di poveri e di ignoranti , è impossibile che essa possa esercitare con qualche serietà ed efficacia il suo diritto di controllo ed opzione , ed in questo caso fra le diverse minoranze organizzate , che si disputano il campo , vince infallibilmente quella che più spende e più inganna . Lo stesso avviene se entro il corpo elettorale le persone che hanno capacità ed indipendenza economica , rappresentano una minoranza sparuta , la quale non ha modo d ' influire direttamente sul voto delle maggioranze ; perché , come ordinariamente accade nelle grandi città , queste si sottraggono alla loro azione morale e materiale . Mentre quando le capacità politiche dispongono esse direttamente dei voti della maggioranza e riescono a sottrarla alla azione dei Comitati e dei galoppini , può avvenire che il controllo sull ' opera di costoro sia efficace . Sicché il paragone fra i meriti e le dottrine dei diversi candidati sarà relativamente serio e spassionato solo quando le forze elettorali non sono interamente in potere di coloro che delle elezioni fanno un ' occupazione abituale od un mestiere . Ma la vera garanzia giuridica nei Governi rappresentativi sta nella discussione pubblica , che ha luogo in seno alle assemblee . Dentro queste possono penetrare forze ed elementi politici disparatissimi e basta una piccola minoranza indipendente per controllare l ' operato di una grande maggioranza e sopratutto per limitare l ' onnipotenza della organizzazione burocratica . Ma quando le assemblee , oltre ad essere organi di discussione e di pubblicità , diventano , come accade nei Governi parlamentari , il corpo politico che riassume in sé tutto il prestigio e tutto il potere dell ' autorità legittima , allora , malgrado il freno delle pubbliche discussioni , su tutta la macchina amministrativa e giudiziaria può pesare la tirannia irresponsabile ed anonima degli elementi che prevalgono nelle elezioni e parlano a nome del popolo : si può avere cioè uno dei peggiori tipi di organizzazione politica che la maggioranza reale di una società moderna possa tollerare . Il referendum nei Governi a base quasi esclusivamente rappresentativa può essere un modo abbastanza efficace col quale quel complesso di odii ed amori , entusiasmi e disgusti , che , quando sono veramente sparsi e generali , formano ciò che più verisimilmente si appella la pubblica opinione , può reagire contro l ' operato e l ' iniziativa della minoranza governante . Difatti , trattandosi non di fare una scelta od un ' elezione , ma di dire un sì od un no sopra una determinata questione , ogni singolo voto non può an dare disperso , ed ha la sua pratica importanza indipendentemente da ogni organizzazione e coordinazione di setta , di partito , di comitati . È certo però che col referendum non si avvera neppure l ' ideale democratico del Governo della maggioranza , poiché il governare , più che nel consentire o proibire le modificazioni della Costituzione od anche della legislazione , consiste nel dirigere tutta la macchina militare , finanziaria , giudiziaria ed amministrativa , o nell ' influire su chi la dirige . Inoltre il referendum se da una parte limita il potere della classe governante , dall ' altra non è men vero che può seriamente ostacolare tutti i miglioramenti dell ' organismo politico ; i quali saranno sempre più facilmente apprezzati dalla classe governante , per quanto possa essere interessata e corrotta , che dalla maggioranza dei governati . III . - - Una quistione , che si agita molto tra gli scrittori di scienze sociali , è quella relativa alla maggiore o minore ingerenza che spetta allo Stato . Noi cercheremo di dimostrare che essa non è una questione sola , ma un complesso di questioni , ed , applicando le teorie che nei capitoli precedenti abbiamo esposte , forse contribuiremo a dissipare alcuni equivoci e malintesi , che finora ne hanno ostacolato il retto e , preciso intendimento , ed hanno perciò impedito che si venisse , almeno in qualcuna di esse , a conclusioni precise . È molto sparso ancora quel modo di vedere , che fa della so società e dello Stato due enti perfettamente separati e distinti e spesso li considera anche come antagonisti . Or , prima di tutto , noi crediamo che occorra determinare chiaramente che cosa si intende per Società e che cosa s ' intende per Stato . Stando alle regole dei Codici ed alle concezioni del diritto amministrativo , lo Stato è certamente un ente distinto , capace di vita giuridica , il quale rappresenta gli interessi della collettività ed amministra il demanio pubblico ; e che , come tale , può venire in conflitto d ' interessi con i privati e con gli altri enti giuridici . Politicamente parlando però lo Stato non è che l ' organizzazione di tutte le forze sociali , che hanno valore politico . Esso , in altre parole , rappresenta il complesso di tutti quegli elementi , che in una società sono atti alla funzione politica e sanno e vogliono ad essa partecipare ; è quindi il risultato della loro coordinazione e della loro disciplina . Questo è il vero punto di vista da cui lo Stato va considerato dai cultori delle scienze sociali ; giacché è brutto e pericoloso errore , che dura ancora nel nostro secolo ed impedisce il retto apprezzamento dei problemi politici , la tendenza curialesca a riguardarli dal lato , non diciamo giuridico , ma prettamente ed esclusivamente giudiziario . Sicché , secondo il nostro modo di vedere , antagonismo fra Stato e Società non può esistere , potendosi riguardare lo Stato come quella parte della Società , che disimpegna la funzione politica , e tutte le questioni riguardanti la , ingerenza o non ingerenza dello Stato vengono ad assumere un nuovo aspetto , per il quale , piuttosto che studiare quali debbano essere i limiti dell ' azione dello Stato , si deve cercare quale sia il miglior tipo di organizzazione politica ; quello cioè che consente a tutti gli elementi , che hanno valore politico in una data Società , di essere meglio utilizzati e specializzati , meglio sottoposti al reciproco controllo ed al principio della responsabilità individuale per gli atti che compiono nelle loro rispettive mansioni . Comprendiamo che quando si hanno certe abitudini intellettuali non è facile il mutarle rapidamente ed adattarsi a nuovi metodi di osservazione e ad una nuova maniera di considerare un dato argomento . Però confidiamo che basterà un semplice accenno alle pratiche applicazioni che può avere il sistema da noi esposto , è il lettore si familiarizzi con esso e ne scorga anche i vantaggi . Ad esempio , quando si contrappone l ' azione dello Stato all ' iniziativa privata spesso non si fa elle un paragone fra l ' opera della burocrazia e quella che possono esercitare altri elementi direttivi della Società , che , in qualche caso , possono anche , senza essere impiegati stipendiati , rivestire un carattere ufficiale . Nelle nostre società di tipo europeo , per quanto burocratizzate , la burocrazia non è lo Stato , ma soltanto una parte di esso . Sicché quando si dice comunemente che in Italia ed in Francia , in Germania ed in Russia , lo Stato fa tutto ed assorbe tutto , bisogna interpretare la massima nel senso che la burocrazia francese , italiana , tedesca e russa hanno molte più attribuzioni di quelle di altri paesi , ad esempio , di quella inglese e dell ' americana . Come , quando si parla del famoso Self govermnent inglese , del popolo dell ' Inghilterra che si governa da sé stesso , non bisogna supporre , come se ne potrebbe avere la tentazione stando alla dizione usata , che nei paesi del continente europeo , i Francesi , gl ' Italiani , i Tedeschi ed i Russi non si governino da loro stessi e che essi affidino a stranieri la direzione delle rispettive funzioni politiche ed amministrative ; ma bisogna intendere semplicemente che certi uffici , che in Inghilterra sono affidati a persone nominate dagli elettori o anche nominate dal Governo , ma scelte fra i notabili dei diversi luoghi e non retribuite né traslocabili a volontà , sono negli altri paesi d ' Europa disimpegnati da burocratici . IV . - - Abbiamo già accennato come , sebbene la burocrazia e le assemblee che dispongono del supremo potere politico , abbiano avuto ed abbiano ingerenza in certi rami della produzione economica , quali sarebbero , ad esempio , la manutenzione e costruzione delle opere pubbliche e le banche di emissione , pure sembra accertato che la direzione di questo ramo dell ' attività sociale non sia stata mai , in nessuna società pervenuta ad un certo grado di coltura e prosperità , completamente burocratizzata . Questa direzione è stata ed è in massima sempre affidata ad elementi , che cento fanno parte delle forze direttrici della società e quindi sono vere forze politiche , ma non entrano nei quadri della pubblica amministrazione . Si potrebbe anche ricordare quanto sia stata in generale dannosa l ' ingerenza degli elementi che hanno la direzione propriamente politica , cioè legislativa , amministrativa e giudiziaria , della società , nelle faccende economiche , e quanta parte del depauperamento , che affligge qualche nazione moderna , si debba a quest ' ingerenza attribuire . Generalmente coloro che vogliono restringere le funzioni dello Stato dovrebbero inspirarsi a questo pratico e semplicissimo concetto : che , in tutti i rami dell ' attività sociale , nell ' istruzione pubblica , nel culto , nella beneficenza , nell ' amministrazione dalla giustizia , nell ' organizzazione militare , ecc . la funzione direttiva è sempre necessaria e che deve essere affidata ad una classe speciale , che abbia le attitudini necessario a disimpegnarla . Or quando si vuole togliere , in tutto od in parte , una di queste attribuzioni alla burocrazia od ai corpi elettivi bisogna tener presente che è necessario che esista in seno alla società una categoria di persona , che possieda le attitudini , ossia abbia la necessaria preparazione morale ed intellettuale ed anche la posizione economica sufficiente per adempire al nuovo ufficio che le viene affidato . Spesso anche non basta che in una società vi siano gli elementi adatti a ciò , ma bisogna che siano bene scelti e bene coordinati , altrimenti l ' esperimento può fallire e produrre risultati dannosi . Noi crediamo , ad esempio , che questa sia stata la vera ragione per la quale l ' istituzione dei giurati non ha fatto buona , prova in molti paesi del continente europeo . I così detti giudici popolari infatti rappresentano l ' intervento di elementi sociali estranei alla magistratura regolare nell ' amministrazione della giustizia penale ; ma sono troppo numerosi per poter essere tutti intellettualmente e moralmente preparati al loro ufficio , e perché il farne parte dia tale iena soddisfazione di amor proprio da fare loro acquistare quello spirito di corpo , quel sentimento , diremmo quasi aristocratico , che è necessario per rialzare il carattere medio di uomini ai quali così delicate mansioni sono affidate . Dall ' altra parte coloro che invocano un maggiore intervento dello Stato dovrebbero pensare al significato pratico e positivo di questa parola , spogliandola di tutto ciò che essa ha di vago , di indeterminato , diremmo quasi di magico e di soprannaturale nell ' uso comune . Spesso ai giorni nostri contro tutti i danni della concorrenza privata , come rimedio a tutte le cupidigie , alla libidine del prepotere , a tutti gli eccessi dell ' individualismo , o meglio dell ' egoismo , s ' invoca l ' intervento dello Stato . Il quale , organo del diritto e del progresso morale , dovrebbe sollevare gli umili e debellare i superbi ; e , puro di tutte le volgari preoccupazioni degli interessi personali , dovrebbe reprimere tutte le iniquità , provvedere a tutti i bisogni materiali e morali , avviare l ' umanità sui floridi sentieri della giustizia , della pace , dell ' armonia , universale . Quanto scemerebbe questa fiducia se , invece di pensare alloStato ente astratto , posto quasi al di fuori della società , si tenesse presente ciò che esso è in fatti , vale a dire l ' organizzazione concreta di una gran parte degli elementi dominatori di una società . Se si pensasse che , nella nostra società europea , quando si parla di azione dello Stato , la frase si riferisce all ' azione che pos sono esercitare ministri , deputati ed impiegati ; tutta bravissima gente , che , per quanto possa essere migliorata o frenata dal sentimento della responsabilità , dalla disciplina , e dallo spirito di corpo , ha tutte le facoltà e tutte le debolezze umane . Eccellenti persone , che però , come tutti gli uomini , hanno gli occhi , che si possono all ' occorrenza aprire o chiudere , e la bocca , che può , se condo i casi , parlare , tacere ed anche mangiare ; e le quali possono peccare anch ' esse di orgoglio , di accidia , di cupidigia e di vanità , ed avere le loro simpatie ed antipatie , le loro amicizie ed avversioni , le loro passioni ed i loro interessi , e fra questi anche quello di restare al proprio posto , ed all ' occorrenza di conseguirne uno migliore . V . - - Sarebbe opera impossibile , od almeno assai difficile , il rispondere a tutte le teorie e le dottrine , che si allontanano dal nostro modo di vedere intorno alle tendenze costanti ossia le leggi , che regolano l ' organizzazione delle società , umane . Fra queste dottrine due però ve ne sono , strettamente connesse e legate , che , per la loro odierna diffusione , hanno tale importanza , che di esso non possiamo assolutamente tacere . Intendiamo alludere alle teorie del Comte ed a quelle dello Spencer . Il primo , come si sa , ha messo in rilievo i tre stadi dell ' intendimento umano : il teologico , il metafisico ed il positivo , ai quali fa corrispondere tre tipi diversi di ordinamento sociale : il militare , il feudale e l ' industriale . Il secondo classifica invece semplicemente le società umane in Stati militari , fondati sulla coercizione , ed in Stati industriali , basati sul contratto e sul libero consenso di coloro che li compongono . Sulle orme di questi illustri sociologhi , ora gran parte di coloro che , specialmente in Italia , si occupano di scienze sociali e politiche , fanno di questi concetti la pietra angolare dei loro ragionamenti e dei loro sistemi . In linea generale sulla classificazione dei tre stadi intellettuali fatta dal Comte ci pare che ci sia poco da obiettare . L ' uomo infatti può spiegarsi tutti i fenomeni , tanto dell ' universo inorganico che di quello organico , compresi quelli sociali , attribuendoli ad enti soprannaturali , all ' intervento cioè di Dio o degli Dei , di genî , benefici o malefici , che sono autori della vittoria e della sconfitta , dell ' abbondanza e della carestia , della salute e della pestilenza , ed allora si ha il periodo detto teologico . Li può anche spiegare attribuendoli a cause prime , frutto della sua imaginazione oppure di un ' osservazione superficiale e sconnessa dei fatti , come quando credeva dipendesse dal moto e dalla congiunzione dei pianeti la sorte degli individui e delle nazioni , dalle combinazioni degli umori la sanità del corpo umano , e dalla quantità di metalli preziosi posseduti la ricchezza dei popoli , ed allora è nello stadio aprioristico o metafisico . Può infine , rinunciando a conoscere le cause prime di questi fenomeni , studiarne , con rigoroso sistema d ' osservazione , le leggi naturali che li regolano e farne suo prò , ed allora è nel periodo scientifico o positivo . Dove cominciano ­ le obiezioni e le critiche al sistema , del Comte è quando si vuole fare una distinzione cronologica netta e precisa fra le varie società , umane , assegnandole ad uno dei tre periodi accennati . Poiché è impossibile negare elle tatti e tre i periodi intellettuali coesistano in tutte le società umane , dalle più mature a quelle che sono ancora , per dir così , nello stadio selvaggio . Infatti la Grecia antica ci diede Ippocrate ed Aristotile , Roma Lucrezio , la moderna civiltà europea ci ha dato la fisica , la chimica , l ' economia politica , ha inventato il telescopio ed il microscopio , si è impadronita della elettricità , ed ha scoperto i microbi , che cagionano le pestilenze e le malattie ; eppure non si può non riconoscere che ad Atene come a Roma antica , a Parigi come a Berlino , a Londra come a New ­ York , la maggioranza defili individui erano e sono in pieno periodo teologico , o almeno in quello metafisico . Come non ci fu epoca alcuna della classica antichità nella quale non si consultassero auguri ed oracoli , non si facessero sacrifici e non si credesse ai presagi , così vediamo ancora le religioni rivelate avere una parte importantissima nella vita dei nostri contemporanei e , dove esse s ' indeboliscono , vediamo svilupparsi le superstizioni spiritistiche e gli assurdi metafisici della democrazia sociale . E d ' altra parte il selvaggio che nella pianta e nel sasso vede un feticcio , che crede che lo stregone della tribù possa produrre la pioggia e scongiurare il fulmine , non potrebbe vivere se non possedesse alcune vere nozioni positive . Quando egli studia le abitudini della selvaggina , quando impara a distinguerne le orme e tien conto della direzione del vento per sorprenderla ed impadronirsene , fa suo prò di osservazioni accumulate e coordinate da lui e dai suoi maggiori , agisce perciò secondo i dettami di una vera scienza . Ma vi ha di più : come si può già intuire dagli esempi accennati , non solo nella stessa epoca e nello stesso popolo possono coesistere i tre periodi intellettuali del Comte , ma anche nello stesso individuo . Diremo anzi che questa è la regola generale , della quale gli esempi a centinaia saltano agli occhi di tutti , e che il contrario è l ' eccezione . A chi infatti non è accaduto di conoscere qualche capitano di nave buon credente , che presta fede anche ai miracoli della Madonna di Lourdes o della Madonna di Pompei , che in politica o nelle scienze economiche si trova incompleto stadio metafisico e che , quando si tratta di dirigere la rotta e comandare la manovra della sua nave , fa uso di criteri rigorosamente scientifici ? Tutti o quasi tutti i medici , fino a due secoli fa , erano credenti nelle loro religioni , e perciò non negavano l ' efficacia delle preghiere e dei voti nella guarigione delle malattie ; inoltre sul funzionamento dei diversi organi del corpo umano e sulle virtù di certi semplici avevano svariate credenze assolutamente metafisiche , dovute in gran parte all ' influenza di Galero e dei medici arabi , ma nello stesso tempo non mancavano certo di cognizioni positivo , che rimontano ad Ippocrate , e che , lentamente elaborate dall ' esperienza di tanti secoli , permettevano in certi casi una cura razionale . Similmente le preghiere per invocare la vittoria dell ' Altissimo ed i Te Deum per ringraziarlo furono in uso in Europa , assai tempo dopo che Gustavo Adolfo , Turenne e Montecuccoli aveano cominciato a condurre le guerre con norme scientifiche . Senofonte , per citare un caso concreto , quando credeva che un sogno fosse un avvertimento degli Dei era in pieno periodo teologico ; sulla forma della terra e sulla composizione dei corpi aveva certamente delle idee , che i geografi ed i chimici dei giorni nostri avrebbero giustamente caratterizzato per metafisiche ; ma , nel condurre la famosa ritirata dei diecimila , quando , ad esempio , per riparare la colonna principale , che marciava coi bagagli , dai continui assalti della cavalleria persiana la faceva coprire da due linee di fiancheggiatori armati alla leggiera , si regolava secondo criteri , che , dato il sistema d ' armamento allora in uso , anche uno stratega moderno avrebbe trovato scientifici e positivi . Lo stesso autore se nella Ciropedia si mostra prevalentemente teologico e metafisico , diventa di nuovo positivo nel suo trattato sull ' arte di cavalcare , perché su quest ' argomento , come farebbe un moderno , trae i suoi precetti dallo studio della natura del cavallo . VI . - - La verità è che in questo , come in tanti altri casi , il semplicismo non si adatta bene alle scienze che riguardano la psicologia dell ' uomo , animale molto complesso , pieno di contraddizioni , e che non sempre si cura di esser logico e coerente ; e che perciò anche quando crede e spera che Dio possa intervenire in sostegno della sua causa , ha cura contemporaneamente di tenere asciutte le polveri , di valersi cioè del sussidio dell ' intelletto e dell ' esperienza propria e degli altri . Il solo argomento veramente valido , che si potrebbe addurre a favore della classificazione del Comte , è questo : che , sebbene i tre stadi intellettuali coesistano in tutte le società umane e si possano rintracciare nella maggioranza degli individui che le compongono , pure possono essere , secondo i casi , assai inegualmente distribuiti ; sicché un popolo può avere un corredo di cognizioni scientifiche indiscutibilmente superiore a quelle di un altro , e , secondo le varie epoche della sua storia , può su questo riguardo grandemente progredire o decadere ; come pure è innegabile che le dottrine metafisiche e le credenza soprannaturali hanno generalmente maggiore presa ed influenza sulle nazioni e sugli individui maggiormente sprovvisti di cultura scientifica . Ma , così ridotta , la teoria del Comte rassomiglia molta a quest ' altra , per verità alquanto banale : che quanto più una società è scientificamente progredita , meno campo resta alle dottrine aprioristiche , e di altrettanto diminuisce in essa l ' influenza del soprannaturale . Dove poi i concetti del padre della moderna sociologia ci sembrano anche più lontani dalla verità è nella parte che si riferisce al parallelismo fra i tre stadi intellettuali ed i tre tipi di organizzazione politica che egli stabilisce : il militare , cioè , il feudale e l ' industriale , - - corrispondenti il primo alla infanzia , il secondo all ' adolescenza , il terzo alla maturità delle società umane . La funzione militare , l ' organizzazione cioè di una forza armata per la difesa interna ed esterna di un popolo , e se si vuole , secondo portano gl ' interessi , i pregiudizi e le passioni umane , anche per l ' offesa , fino ad oggi è stata ed è una necessità di tutte le società umane . La preponderanza politica maggiore o minore dell ' elemento militare dipende , in parte , da cause che abbiamo già studiato , dall ' essere cioè o no questo elemento una forza politica più o meno indispensabile ed assorbente , più o meno da altre forze politiche bilanciata , ed in parte da altre cagioni , che quando sarà il momento opportuno non mancheremo di esporre . Intanto possimo fin d ' ora con sicurezza affermare che non vediamola necessità del connubio indissolubile che , secondo il Comte , vi dovrebbe essere fra la prevalenza politica del militarismo e la prevalenza , nel mondo intellettuale e morale , del periodo teologico . Diremo anzi di più : che non ci pare cioè in niun modo provato , che il tipo di organizzazione , che il citato autore chiama militare , debba esclusivaunente prevalere solo in quelle società , che si trovano al primo stadio del loro sviluppo , e , per parlare il linguaggio dei moderni positivisti , nello stato d ' infanzia . La società ellenica , ad esempio , dopo Alessandro Magno si trovava evidentemente organizzata secondo un tipo , che qualunque sociologo avrebbe caratterizzato per quello militare . Le leghe repubblicane della Grecia propriamente detta , posteriormente alla conquista macedone , non ebbero che una importanza politica molto limitata ; esse , fino alla conquista romana , furono sempre nella clientela o nel vassallaggio dei grandi regni ellenizzati d ' Egitto , d Siria e sopratutto di Macedonia , i quali erano vere monarchie militari assolute e fondate sulla forza degli eserciti . Eppure , proprio in quell ' epoca , la società greca era tutt ' altro che in uno stato d ' infanzia o in un periodo teologico , perché poco prima di allora si erano formate ed allora fiorivano quelle scuole filosofiche , che rappresentano il massimo sforzo del pensiero ellenico verso la scienza positiva . Lo stesso si può osservare nella società romana , quando , dopo Cesare , si affermò l ' assolutismo imperiale sorretto dai pretoriani e dalle legioni . La prevalenza delle credenze religiose , la fede ardente che in esse un popolo può avere , producono poi immancabilmente la preponderanza politica delle classi sacerdotali . Ora queste non sempre sono fuse interamente colle classi militari , né sempre hanno con esse completa comunanza di sentimenti e d ' interessi . La stessa unione fra il trono e l ' altare , che ebbe luogo in Europa al principio di questo secolo dopo la Santa Alleanza , fu dovuta alla peculiare circostanza che entrambi erano direttamente minacciati dalla corrente razionalista e rivoluzionaria . Ma questo fatto , lungi dal formare una regola generale , che possa esser presa come legge universale , è da riguardarsi piuttosto come uno dei tanti fenomeni transitori che nella storia si producono . Non mancano certo gli esempi in contrario ; e sono facili a portarsi quelli dell ' India , dove ci fu un ' epoca , nella quale la casta dei Bramini si trovò in lotta con quella dei guerrieri , e l ' altro dalle lotte avvenute in Europa fra il Papato e l ' Impero . Ci pare poi impossibile trovare una giustificazione qualsiasi , fondata sui fatti , di quella parte della dottrina del Comte , che , alla prevalenza della metafisica nel pensiero umano , fa corrispondere la prevalenza del sistema feudale nell ' ordinamento palifico . Abbiamo già visto come , ciò che comunemente si chiama l ' organizzazione feudale , sia un tipo politico relativamente semplice , che si riscontra spessissimo nell ' inizio dello grandi società umane e si riproduce quando un grande Stato burocratico viene a dissolversi . Quantunque il progresso politico e quello scientifico non procedano sempre di pari passo , come è provato dalla storia d ' Italia nel Rinascimento , pure si può ammettere con molte riserve che , in generale , ad uno stadio politico primitivo o ad un periodo di decadenza e dissoluzione politica , corrisponda uno stato d ' ignoranza quasi generale od un periodo di accasciamento intellettuale . Ma , non si sa proprio vedere il perché questo debba essere caratterizzato dal prevalere dei concetti metafisici anziché di quelli teologici ; come pure non si può ammettere che , durante , il fiorire di un ordinamento feudale , l ' attività scientifica debba , essere necessariamente spenta . Confucio , che visse in un ' epoca nella quale la China era ordinata feudalmente , non fu certo un metafisico ; e dall ' altro lato la scienza del trivio e del quadrivio , come del resto qualunque altra specie di cultura che non sia affatto superficiale , è ignota agli Afgani ed agli Abissini moderni . Il Comte si fonda sull ' esempio del Medio Evo europeo : quest ' e poca ebbe senza dubbio i suoi grandi scrittori metafisici , come ne ebbe pure la classica antichità ; però il voler fare del pensiero medioevale quasi un ponte di passaggio fra l ' antichità teologica ed il moderno pensiero scientifico è un concetto falso , come è falsa la credenza che il feudalismo sia stato la forma politica organicamente intermedia fra gli antichi imperi ieratici e lo Stato moderno . Ma basta leggere gli scrittori medioevali , specialmente quelli delle epoche che si allontanano un poco dalla caduta dell ' Impero d ' occidente e non sono troppo vicine al Rinascimento , per capire subito quanto il pensiero medioevale fosse assai più profondamente , assai più costituzionalmente teologico di quello antico . Quegli scrittori ed i loro contemporanei sono immensamente più lontani , più diversi da noi , di quanto lo siano stati i contemporanei di Aristotile e di Cicerone . E l ' ordinamento feudale si formava e fioriva proprio in quei secoli nei quali la paura continua delle carestie e della peste , le frequenti apparizioni di Enti celesti ed infernali , turbavano , imbecillivano completamente i cervelli umani ; quando il terrore del demonio era lo stata permanente di quelle povere anime , in cui , per mancanza di qualunque cultura , la ragione deperiva ed il maraviglioso , il soprannaturale diventavano un elemento familiare come l ' aria respirabile . VII . - - Resterebbe a dimostrare come il terzo rapporto necessario , che pone il Comte fra il regime industriale e la scienza positiva , sia anch ' esso fallace . Ce ne dispensiamo , perché , in quest ' ultima parte , i concetti dell ' autore del sistema di politica positiva non hanno avuta molta eco , essendo essi troppo diversi da quelli che finora sono più in voga fra i nostri contemporanei , e non offrendo sufficiente appiglio a giustificare , con una parvenza di metodo scientifico , passioni ed interessi che finora hanno molta forza . Infatti si sa che l ' industrialismo secondo il Comte è un tipo di organizzazione sociale di là da venire , nel quale la funzione direttiva della società dovrebbe essere affidata ad un sacerdozio scientifico positivista e ad un patriziato bancario ed industriale , fra i quali non dovrebbe essere facile ai membri delle classe inferiore di penetrare . Perché l ' autore , prevedendo il caso , non dimenticò di scrivere che « il sacerdozio disporrà i proletari a disprezzare qualunque tendenza ad uscire dalla propria classe , come contraria alla dignità dell ' ufficio popolare e funesta alle giuste aspirazioni del popolo , che sempre è stato tradito dai suoi disertori » . Altra idea fondamentale dell ' A . è che tutto il movimento intellettuale e politico della fine del secolo decimottavo e della prima meta del decimonono sia stato un movimento rivoluzionario , che ha avuto per risultato l ' anarchia morale e politica proveniente dalla distruzione del regime monoteista feudale al quale nulla si è saputo sostituire . Coerentemente a questo modo di vedere , il regime parlamentare è severamente condannato dal Comte , come un effetto del periodo anarchico nel quale siamo ; la stessa funzione rappresentativa , per la quale gl ' inferiori scelgono i superiori , è definita da quest ' autore come una operazione rivoluzionaria . Piuttosto ci converrà fermarci sulla seconda teoria , che abbiamo già accennato ; sulla modificazione cioè che lo Spencer , e dopo lui moltissimi moderni sociologhe , hanno apportato alle dottrine del loro maestro , classificando le società umane in due tipi , rappresentati dallo Stato militare e dallo Stato industriale . Qualunque classificazione deve essere fondata sopra caratteri distintivi netti e precisi e lo Spencer infatti non manca di avvertirci che , sebbene « durante l ' evoluzione sociale si vedano i caratteri dei due tipi mescolarsi , pare , nella teoria come nei fatti è possibile di seguire con tutta la chiarezza desiderabile i caratteri opposti , che distinguono ciascuna delle due organizzazioni nel loro completo sviluppo » . Or , trattandosi di un autore così reputato , anzi addirittura cose celebre , si può ammettere che egli sia il migliore giudice dell ' opera propria ; ma tuttavia avremmo desiderato una chiarezza e certo una precisione maggiore in quei due capitoli dei principii di sociologia nei quali l ' illustre scrittore tratta ex professo di questo argomento ; e non esitiamo a confessare che , certo per colpa nostra , non ci siamo formato un concetto del tutto determinato delle idee che egli espone in proposito . Il criterio fondamentale della classificazione dello Spencer , quello che non solo è esposto nei due capitoli accennati , ma al quale continuamente si allude , in tutte le sue opere ed in quelle dei suoi numerosi seguaci , è questo : che la società militare è fondata sul regime degli statuti , sulla coercizione che i governanti esercitano sui governati , mentre quella industriale è basata sul contratto , sul libero consenso di coloro che ne fanno parte , né più né meno come una società letteraria , industriale e commerciale , la quale non è possibile senza il libero assentimemto dei soci . Ora , ci perdonino tutti coloro che hanno abbracciato questo concetto , ma a noi sembra , e non possiamo fare a meno di confessarlo , che esso si fondi sopra presupposti eminentemente aprioristici e che non reggono alla prova dei fatti . Qualunque organizzazione politica crediamo invece che sia contemporaneamente spontanea e coercitiva ; spontanea poiché essa proviene dalla natura dell ' uomo , come è stato osservato fin da Aristotile , e nello stesso tempo coercitiva , perché è un fatto necessario , l ' uomo non potendo vivere altrimenti . È naturale quindi , ed è spontaneo , e nello stesso tempo è indispensabile , che , dove ci sono uomini , ci sia una società , e che , dove vi è una società , ci sia anche uno Stato ; cioè una minoranza dirigente ed una maggioranza che da essa è diretta . Si potrebbe obiettare che noi spostiamo la quistione in modo artificiosamente a noi vantaggioso , e che , sebbene l ' esistenza di un ' organizzazione sociale sia un fatto naturale e necessario là dove ci sono gruppi o moltitudini umane , pure ci possono essere alcuni Stati i cui ordinamenti riscuotono l ' assentimento , o almeno l ' acquiescenza completa , della gran maggioranza degli individui che ne fanno parte , mentre altri questa condizione non raggiungono . Non neghiamo che la cosa sia precisamente così , ma non vediamo però perché i primi si debbano chiamare Stati industriali ed i secondi Stati militari . Infatti il consenso della maggioranza di un popolo in una data forma di regime politico , dipende unicamente dal fatto che questo regime è fondato sopra credenze religiose o filosofiche universalmente accettate ; o , per parlare il linguaggio nostro , dipende dalla diffusione e dall ' ardore della fede , che la classe governata ha nella formola politica con la quale la classe governante giustifica il suo potere . Ora questa fede , in generale , è certo maggiore in quegli Stati , che lo Spencer classificherebbe fra gli Stati militari e che presentano tutti i caratteri che egli ad essi suole attribuire ; cioè negli Stati dove un Governo assoluto ed arbitrario si fonda sul diritto divino . Infatti nelle monarchie orientali spesso si congiura contro la persona del sovrano , ma fino a pochi anni fa è stata rara ( aspirazione ad una forma diversa di Governo ; e fra i popoli della moderna Europa noi vediamo che i Turchi ed i Russi , ad eccezione di una piccola minoranza istruita , sono stati quelli fra i quali il regime che esisteva fino a pochi anni fa era più in armonia coll ' ideale politico della gran maggioranza della nazione . Del resto in tutti i paesi barbari la popolazione può essere malcontenta del capo o dei capi , ma ordinariamente non concepisce e non desidera un regime politico migliore . Senza che sia mai tassativamente detto , da alcuni esempi citati dallo Spencer e dal capitolo che segue i due già rammentati , e che tratta del passato e dell ' avvenire delle istituzioni politiche , si potrebbe arguire che per lui gli Stati industriali sono quelli nei quali il Governo ha una base rappresentativa , o nei quali vi è almeno la tendenza a non riconoscere altra autorità legittima se non quella che emana dai popolari comizi . Però malgrado gl ' indizi che abbiamo accennato , non possiamo ammettere che sia precisamente questo il concetto del chiarissimo autore . Perché altrimenti tutti i suoi volumi di Sociologia , non servirebbero che a rinforzare quella corrente d ' idee già tanto diffusa , che comunemente appellasi radicale , e che dallo stesso Spencer e da molti dei suoi seguaci è stata più o meno direttamente combattuta . Inoltre egli non può ignorare quanto il sistema elettivo sia stato diffuso nelle repubbliche dell ' antica Grecia , a Roma e persino fra gli antichi Germani , che tumultuariamente sceglievano i loro capi innalzandoli sugli scudi , e tutti questi popoli , stando ai suoi criteri , andrebbero classificati fra quelli che avevano un tipo accentuatamente militare . Né infine si può ammettere che alla sua alta mente siano sfuggite totalmente le considerazioni già più o meno accennate in altri libri e da altri autori , e che noi abbiamo sommariamente svolte nel principio di questo capitolo . Or dalle considerazioni ricordate risulta che la partecipazione del popolo ai comizi elettorali non significa che esso diriga il Governo e che la classe dei governati scelga quella dei governanti , ma piuttosto che la funzione elettorale , quando si svolge in buone condizioni sociali , equivale ad un mezzo col quale alcune forze politiche controllano e limitano l ' azione delle altre . VIII . - - Lo Spencer stabilisce altri caratteri distintivi fra i due tipi militare ed industriale , che ci sembrano ugualmente vaghi ed indeterminati . Scrive egli , ad esempio , che colla decrescenza del militarismo e l ' accrescimento relativo dell ' industrialismo , si va da un ordinamento sociale nel quale gl ' ìndividui esistono a profitto dello Stato ad un altro ordinamento nel quale lo Stato esiste a profitto degl ' individui . Distinzione sottile , che ci rammenta quella che si farebbe qualora si disputasse se nell ' uomo il cervello esista a profitto del resto del corpo o il resto del corpo esista a vantaggio del cervello . Altrove asserisce che l ' azione dello Stato militare è regolatrice positiva , nel senso che impone una quantità di atti da compire , mentre quella dello Stato industriale è regolatrice negativa , limitandosi essa a prescrivere gli atti che non si possono commettere ; non avendo presente che non esiste organizzazione sociale nella quale l ' azione dirigente non sia nello stesso tempo positiva e negativa , e che , siccome l ' attività emana è limitata , moltiplicando la regolamentazione negativa , si ottiene , riguardo all ' inceppamento dell ' iniziativa individuale , quasi lo stesso risultato di quello che produce una soverchia regolamentazione positiva . Alcuni caratteri poi dello Stato militare che lo Spencer enumera si riferiscono alle società soverchiamente burocratizzate , come sarebbero quelle che l ' autore ritrova nell ' antico Perù ; dove gli ufficiali pubblici dirigevano le colture e distribuivano l ' acqua ( probabilmente a scopo d ' irrigazione oppure in paesi ed in tempi di estrema , siccità ) ; mentre altri al contrario si riscontrano nei popoli , dove l ' autorità sociale è ancora , od è stata recentemente , debole , e che si trovano in quel periodo di organizzazione rozza e primitiva che noi abbiamo definito l ' ordinamento feudale o ne sono usciti da poco . Fra quest ' ultimi va messa l ' usanza della vendetta privata , che il chiarissimo autore , il quale crede opportuno citare in proposito l ' autorità di Brantôme , trova ancora diffusa in Francia alla fine del Medio Evo perfino fra gli ecclesiastici . Inoltre , dove vige quest ' usanza , e quindi presso tutti i popoli barbari , o la cui organizzazione sociale è molto indebolita , è naturale che il valore personale sia qualità molto pregiata e così va spiegata quest ' altra caratteristica che lo Spencer attribuisce alle società militari . Aggiungiamo che lo stesso accade in quelle società che , per svariate ragioni , hanno dovuto sostenere molte guerre offensore e difensive , e che è naturale che la bravura sia l ' unico attributo che conferisce prestigio ed influenza , là dove la rozzezza non permette alle attitudini scientifiche , od a quelle che mirano a produrre la ricchezza , di svilupparsi . Finalmente non possiamo tacere che la tendenza , che lo Spencer attribuisce alle società militari , di vivere delle proprie risorse economiche ricorrendo il meno possibile agli scambi internazionali , è più che altro una conseguenza della rozzezza e dell ' isolamento di molti popoli e , presso altri già più civili , dei pregiudizi delle masse sfruttati dagli interessi dei pochi , che sanno raggiungere il loro tornaconto a danno dei molti . È molto probabile infatti che ben poco abbiano profittato degli scambi cogli altri popoli quelle tribù che lo Spencer cita così spesso come tipi di società industriali primitive ; ed al giorno d ' oggi le correnti protezioniste pur troppo non si sono fatte sentire meno forti nell ' industriale America del Nord che nella militare Germania . Né vuolsi per ultimo dimenticare che mal si apporrebbero coloro i quali volessero distinguere le società industriali dal grado di sviluppo economico che hanno raggiunto , o quelle militari dall ' energia e dalla prevalenza guerresca che hanno saputo ottenere . Giacché lo stesso Spencer direttamente od indirettamente ci avverte che questo criterio , forse superficiale ma certo molto semplice e facilmente percepibile , è da scartare . Difatti , riguardo alla prima ipotesi , l ' egregio l ' autore non manca di far rilevare che « non bisogna confondere una società industriale con una società industriosa » e che « le relazioni sociali che caratterizzano il tipo industriale possono coesistere con un ' attività produttrice molto limitata » ; e riguardo alla seconda , lo Spencer non vorrà ammettere che la Repubblica romana abbia avuto una organizzazione più militare e meno industriale , nel senso che egli dà a quest ' espressione , degli Imperi Orientali che furono da essa conquistati , o che i conquistatori inglesi siano stati meno inoltrati nel tipo industriale dei conquistati indiani . Malgrado queste e malgrado altre obiezioni , che si potrebbero muovere alla classificazione dello Spencer , non possiamo però negare , che , diremo così , nascosta ed ottenebrata da un equivoco , con essa una grande verità non sia stata intravista . È certo che , oltre ai criteri di classificazione che abbiamo già accennato e che ci siamo sforzati di confutare , molti altri se ne possono desumere da tutte le affermazioni sue , dall ' insieme delle sue opere e sopratutto dallo spirito che le anima . Dal complesso di quanto questo autore ha scritto non si può infatti fare a meno di ricavare che egli per Stato militare intende quello in cui la difesa giuridica è meno progredita , e per Stato industriale un altro tipo di società , in cui la giustizia e la morale sociale sono maggiormente tutelate . L ' equivoco , di cui teste abbiamo parlato e che ha impedito allo Spencer di procedere oltre nello scoprire una grande verità , scientifica , consiste in ciò : che egli , preoccupato dal fatto che la violenza materiale è stata ed è uno dei maggiori ostacoli al progredire della difesa giuridica ' ' ha creduto nello stesso tempo che la guerra e la necessità di un ' organizzazione militare sia di ogni violenza l ' origine . Così concependo il problema , si è confusa la causa con uno dei suoi effetti . Si è creduto che la guerra sia l ' esclusiva origine della tendenza , che ha la natura umana a prepotere sui propri simili , mentre non è che una delle sue tante manifestazioni . Ora questa tendenza , che , nei rapporti esterni fra popolo e popolo , non può essere frenata che dalla prevalenza sempre maggiore degli interessi materiali ben intesi , nei rapporti interni fra gl ' individui dello stesso popolo , abbiamo già visto che viene , fino ad un certo punto , neutralizzata solo dalla moltiplicità delle forze politiche che in una società si possono affermare e dal controllo che le une sulle altre possono esercitare . Su quanto abbiamo scritto già sopra quest ' importante argomento nella abbiamo da togliere , ma certo molto ci resta da aggiungere . È infatti nostro compito l ' esaminare come mai fra le classi dirigenti , fra le forze politiche , quella frazione che rappresenta appunto la forza materiale , che tiene in mano le armi , non rompa l ' equilibrio giuridico a suo vantaggio e non s ' imponga sistematica mente alle altre . Certo la possibilità che questo fatto avvenga è un pericolo continuo , al quale tutte le società sono esposte e che suole minacciare specialmente quelle che si trovano in un periodo di rapido rinnovamento di forze e di formole politiche . Senonché l ' esame dei rapporti fra gli ordinamenti militari e la difesa giuridica , la ricerca dei metodi migliori affinché il detto pericolo sia scongiurato , è tema così arduo che a trattarlo consacreremo un apposito capitolo del nostro lavoro . Per ora solo dobbiamo far rilevare che le idee dello Spencer su questo argomento , delle quali abbiamo cercato di porre in luce i lati deboli per quel che riguarda la generalità sistematica , non sono neppure tali da potersi approvare rispetto a quelle applicazioni pratiche , che , più o meno direttamente , l ' autore suggerisce . Egli infatti fra gli ordinamenti militari mostra di prediligere quelli nei quali « il soldato , volontariamente arruolato a certe condizioni determinate , partecipa in qualche maniera delle condizioni di un libero operaio » e crede che un tale ordinamento convenga ad una società « in cui il tipo industriale si è già affermato » . In altri termini ciò significa che quella frazione della società , che ha più gusto per il mestiere delle armi , dovrebbe assumere volontariamente , mediante compenso , che , per questo come per gli altri mestieri sarebbe determinato dalle condizioni del mercato , l ' incarico della difesa militare sì interna che esterna . Ora pare a noi , e molto prima di noi era parso a Machiavelli ed a tanti altri scrittori , che a meno di circostanze speciali ed eccezionali , sia appunto questo il sistema , che , nei popoli di coltura avanzata , dà peggiori risultati ; che più facilmente sviluppa nella classe militare la tendenza ad opprimere le altre e toglie a queste la possibilità di ogni rimedio efficace e di ogni riparo . CAPITOLO VII . Chiese , partiti e sette . I . Istinto della lotta fra le collettività umane . - - II . Altri coefficienti delle gare religiose e politiche . - - III . Qualità dei fondatori di nuove religioni e dottrine politiche . - - IV . Nuclei dirigenti di ogni nuova religione o dottrina politica . - - V . Condizioni transitorie per l ' adattabilità delle dottrine religiose e politiche ai vari momenti storici . - - VI . Condizioni permanenti per la loro adattabilità alla natura umana . - - VII . Transazioni pratiche di certe dottrine . - - VIII . Organizzazione stabile dei nuclei dirigenti . - - IX . Contemperanza dei sentimenti generosi e degli interessi materiali . - - X . Sistemi per attirare e dominare le masse . - - Efficacia della forza materiale . - - XI . Altre arti adoperate allo stesso scopo . - - XII . Conclusione del capitolo . I . - - Narra Buffon che , racchiudendo un certo numero di daini in un parco , avviene immancabilmente che dividonsi in due truppe sempre in guerra fra loro . Pare che un istinto molto simile a questo faccia sentire la sua influenza sugli uomini . Essi hanno infatti la naturale inclinazione alla lotta , ma questa solo sporadicamente assume il carattere individuale , di un solo cioè in guerra contro un solo ; perché , anche lottando , l ' uomo resta un animale eminentemente sociale . Vediamo perciò abitualmente gli uomini formarsi in nuclei , fra i quali vi sono capi e gregari ; e gl ' individui , che ogni nucleo compongono , sono fra di loro specialmente affratellati e concordi e sfogano gli istinti pugnaci contro coloro che fanno parte degli altri nuclei . Questo istinto di attrupparsi e di combattere contro gli altri attruppamenti è la prima base ed il fondamento più primitivo tanto delle lotte esterne , che accadono fra società diverse , che delle fazioni , delle sette , dei partiti , ed in certo modo anche delle varie chiese e di tutte le divisioni e suddivisioni che sorgono in seno ad una stessa società e vi occasionano lotte morali e qualche volta , materiali . Esso , nelle società molto piccole e primitive , nelle quali vi è molta unità morale ed intellettuale ed ogni individuo ha gli stessi costumi , le stesse credenze e le stese superstizioni , può bastare da solo a mantenere le abitudini discordi e bellicose . Gli Arabi e i Kabili della Barberia , ad esempio , hanno tutti le stesse credenze religiose , lo stesso grado e lo stesso tipo di cultura intellettuale e morale , eppure , quando non combattevano contro l ' infedele in Algeria , ed a Tunisi , contro i Turchi a Tripoli , e contro il Sultano nel Marocco , erano sempre in lotta , fra loro . Ogni confederazione di tribù , era in rivalità od in lotta aperta contro la confederazione vicina ; nel seno della stessa confederazione vi erano discordie e spesso si faceva parlare la polvere fra le tribù che la componevano ; dentro la tribù vi erano ininnieizic fra i vari douars , e spesso il douar era diviso dalle contese fra le singole famiglie . Altre volte , quando gli ambienti sociali sano piccoli , anche tra minuscole frazioni di popoli abbastanza civili le lotte interne possono nascere senza che siano giustificate da differenze morali ed intellettuali delle parti nemiche , o , se pure queste differenze si accampano , non sono che un puro pretesto . Così i nomi di Guelfi e Ghibellini fornirono piuttosto la giustificazione e l ' occasione anziché la causa alle lotte intestine dei nostri Comuni medioevali ; e lo stesso si può dire generalmente dei nomi di liberale , clericale , radicale e socialista , che assumono oggi le fazioni , che si contendono il potere amministrativo nei piccoli Comuni dell ' Italia meridionale . In momenti poi di eccezionale apatia intellettuale , pretesti , anche frivolissimi , possono dare occasione a lotte abbastanza importanti in seno a società molto grandi e progredite . A Bisanzio , ad esempio , durante e dopo l ' impero di Giustiniano , i due partiti dei Verdi e dei Turchini o dei Prasini e dei Veneti , che spesso insanguinarono con lotte molto cruenti le vie della città , ebbero origine dal parteggiare che facevano gli spettatori del circo per i cocchieri di differente colore . Un pallido ricordo di queste lotte si ebbe , prima del 1848 , in qualche città italiana , dove una parte della gioventù si accalorava per la preminenza di qualche prima donna o prima ballerina . II . - - Prima di procedere oltre apriamo una brevissima parentesi e facciamo osservare che , tanto nelle società piccole che nelle grandi , quando il bisogno di lottare trova il suo sfogo nelle gare e nelle guerre esteriori , esso è in certo modo appagato ed è men facile che si esplichi nelle discordie e nei certami civili od interni . Ciò premesso , diremo come , guardando attentamente alla natura dei partiti , delle sette , delle fazioni politiche , filosofiche e religiose , che si manifestano in generale in seno ai popoli civili , facilmente ci possiamo accorgere che in esse all ' istinto pugnace di attrupparsi e combattere , che è il più primitivo e , se ci fosse lecita la parola , diremmo il più animalesco , si mescolano altri coefficienti intellettuali e psicologici più complessi e più umani . Nelle società grandi e civili tenute insieme , oltre che dalla affinità morale ed intellettuale anche da una forte e complicata organizzazione politica , vi è la possibilità di una libertà speculativa ed affettiva molto maggiore che in quelle piccole e rozze . Perciò in un gran popolo le lotte politiche e religiose sono anche determinate dalla moltiplicità delle correnti d ' idee , di credenze e di affetti , che riescono ad affermarsi ; dalla formazione di crogiuoli intellettuali e morali diversi , entro i duali le convinzioni ed i sentimenti dei singoli individui sono variamente elaborati . Così noi vediamo il Buddismo svilupparsi in seno alla società bramanica , il Profetismo e posteriormente le varie scuole dei Saducei e degli Esseni e la setta degli Zelanti tenere agitata la vita d ' Israele , lo Stoicismo , il Manicheismo , il Cristianesimo ed il culto mitriaco contendersi la supremazia del mondo romano ­ ellenico , il Mazdeismo propagarsi nella Persia dei Sassanidi , il Maomettismo nascere in Arabia e diffondersi rapidamente in Asia . , Africa ed Europa . Fenomeni perfettamente analoghi , sebbene adattati all ' indole più razionalista della moderna civiltà europea sono il liberalismo ed il radicalismo del secolo decimonono , e meglio ancora la democrazia sociale , che , nata quasi contemporaneamente al liberalismo , ha mantenuto più a lungo la sua forza di propaganda e come è stata uno dei fattori storici più importanti della fine del secolo decimonono , continuerà ad esserlo nei primi decenni del ventesimo . Accanto a queste che abbiamo nominato , nella storia dei popoli civili sarebbe facile rintracciare moltissime altre correnti minori , le quali , con più o meno fortunata diffusione , hanno tutte raggiunto una certa importanza , ed hanno tutte contribuito a dar pascolo agli istinti della disputa , della lotta , del sacrificio e della persecuzione , che sono così radicati nei cuori degli uomini . Il modo come nascono tutte queste dottrine o correnti di idee , di sentimenti , di convinzioni , ha sempre qualche cosa di costante , che dà all ' esordio di ognuna di esse alcuni caratteri comuni . L ' uomo , essere debole assai davanti le sue passioni ed anche davanti quelle degli altri , egoista spesso più che necessità il comporti , ordinariamente vano , invidioso , meschino , conserva nella quasi totalità degli individui due grandi aspirazioni , due sentimenti che lo nobilitano , lo elevano , lo purificano : cerca la verità , ama la giustizia ; e qualche , volta è capace di sacrificare a questi due sentimenti anche una parte più o meno grande dell ' appagamento delle sue passioni Te dei suoi interessi materiali . L ' uomo civile , essere assai più complesso e delicato del selvaggio e del barbaro , può , in qualche caso , elevarsi fino ad una concezione assai raffinata dei sentimenti accennati . In certi momenti storici , in una data società un individuo può sorgere , che acquisti la convinzione che egli ha qualche cosa di nuovo a dire riguardo alla ricerca della verità , una dottrina più elevata da insegnare per la migliore attuazione della giustizia ; quest ' individuo è il piccolo seme , che può , date alcune doti di carattere , il favore dell ' ambiente e molteplici circostanze accidentali , produrre la pianta che stenderti , i suoi rami in gran parte del mondo . III . - - La storia non sempre ci ha conservato i particolari biografici di questi fondatori di religioni e di scuole politico ­ sociali , che in fondo sono pur esse quasi religioni spoglie dell ' elemento teologico . Di alcuni però sappiamo abbastanza ; e ad esempio Maometto , Lutero , Calvino e sopratutto Rousseau , possono essere con una relativa facilità analizzati . La qualità fondamentale , che tutti debbono avere , è una profonda convinzione della propria importanza o meglio dell ' efficacia , dell ' opera loro . Se credono in Dio si stimeranno sempre destinati dall ' Onnipotente a riformare la religione e la umanità intiera . Indiscutibilmente poi non è in essi che si potrà ricercare il perfetto equilibrio di tutte le facoltà intellettuali e morali , ma neppure possono essere considerati come pazzi ; giacché la follia è un male che presuppone nell ' individuo che ne è colpito uno stato anteriore e normale di sanità . Vanno piuttosto classificati fra coloro che ordinariamente sono chiamati originali o esaltati ; nel senso che attribuiscono a certi lati della vita o dell ' attività umana una importanza esagerata , e che tutto il loro essere , tutto lo sforzo di cui sono capaci , giuocano sopra una carta , cercando di raggiungere l ' ideale della loro esistenza per una via inusitata che dai più sarebbe ritenuta assurda . Ma evidentemente chi ha il perfetto equilibrio di tutte le sue facoltà , chi fa il conto esatto dei risultati da raggiungere di fronte agli sforzi ed ai sacrifici che sono necessari per ottenerli , chi giudica modestamente e sensatamente dell ' importanza del proprio individuo e dell ' efficacia reale e duratura che la sua azione , dato il corso ordinario degli eventi umani , può esercitare nel mondo , chi calcola esattamente e freddamente le probabilità prò e contro la riuscita , non intraprenderà mai un ' iziativa originale e ardita e non farà mai grandi cose . Se tutti gli uomini fossero normali ed equilibrati , la storia del mondo sarebbe molto diversa , e , conviene anche confessarlo , sarebbe molto monotona . Qualità fondamentale del capo partito , del fondatore d ' una setta o di una religione ed in generale , si può dire , di qualunque pastore di popoli , che voglia far sentire la propria personalità ed indirizzare una società secondo le sue vedute , è il sapere infondere in altri le proprie convinzioni e sopratutto i propri sentimenti , il riuscire a far si che molti vivano della sua vita intellettuale e morale e compiano dei sacrifici per gli ideali , che egli ha concepito . Questa facoltà comunicatrice dei sentimenti e delle passioni proprie non è comune à tutti i riformatori ; quelli che ne mancano , anche che abbiano una forte originalità di pensiero e di sentimento , riescono inefficaci nella vita pratica e spesso finiscono coll ' entrare nella categoria dei novatori senza seguito , dei geni incompresi , i quali difficilmente possono evitare il ridicolo . Al contrario coloro che la posseggono non solo sanno inspirare agli apostoli ed alle turbe i loro entusiasmi e persino suscitarne il delirio , ma finiscono anche col far nascere una specie di vene razione per la loro persona e col diventare l ' oggetto di un vero culto , per il quale ogni loro minimo atto acquista importanza , ogni loro parola è senza discussione creduta , ogni loro cenno ciecamente obbedito . Attorno ad essi si forma un ambiente di esaltazione , che è sommamente contagioso e che è padre di atti arditi e sacrifici , che certamente non sarebbero possibili se gli uomini che ne sono gli autori fossero nel loro stato normale . È così che si spiega il successo enorme di certe predicazioni ed insegnamenti e la fortuna straordinaria che , ad esempio , ebbero nel Medio Evo due tipi , così diversi in tante altre cose ma così simili nell ' arte di interessare gli uomini , come furono San Francesco d ' Assisi ed Abelardo . Così si spiega come Maometto fosse tenuto in tale venerazione dai suoi discepoli ed adepti , che conservavano quali reliquie i peli della sua barba e ( bisogna far la parte alla rozzezza dei tempi ) raccoglievano con venerazione i suoi sputi , e come bastasse una sua insinuazione perché i suoi più pericolosi avversari fossero assassinati . E così si spiega pure come , ad un cenno di Mazzini , non siano mancate quasi mai persone disposte ad assumere le imprese più arrischiate e perigliose , e come in tutti i tentativi di comunismo pratico , che si sono fatti nel secolo decimonono da Owen e da Fourier fino a David Lazzaretti , siansi trovate sempre un certo numero di persone disposte a sacrificare la loro sostanza . Quando qualcheduno di questi fondatori o capi di scuole politiche o religiose è anche uomo di guerra , come fu Giovanni Ziska , riesce ad infondere nei suoi seguaci una sicurezza di vincere e quindi un coraggio poco comuni . Non si deve poi cercare in tutti i caratteri originali , che si fanno iniziatori di un movimento d ' idee e di sentimenti , un senso morale assolutamente squisito che presieda uniformemente a tutti gli atti della loro vita , perché non sempre lo si troverebbe . Preoccupati quasi esclusivamente di raggiungere il loro ideale , per il conseguimento di questo scopo sono quasi sempre pronti a soffrire essi ed a far soffrire anche gli altri . Generalmente anzi hanno un alto disprezzo o almeno una gran trascuranza per tutto ciò che si riferisce ai bisogni quotidiani ed agli interessi materiali ed immediati della vita , e , anche che non lo dicano espressamente , biasimano sempre in cuor loro la gente dedita a seminare , mietere e conservare il raccolto , perché pensano che , una volta stabilito quello che essi credono il regno di Dio o della verità e della giustizia , i bisogni degli uomini saranno così facili ad essere appagati come quelli degli uccelli dell ' aria o dei pesci delle acque . Quando vivono in tempi razionalisti , ed apparentemente più positivi , non tengono conto dell ' esaurimento della pubblica ricchezza che il solo tentativo di attuare i loro ideali potrebbe produrre . Su questo riguardo , del resto , conviene distinguere tre periodi attraverso i quali la vita di ogni grande riformatore può passare . Il primo è quello durante il quale egli concepisce la sua dottrina e questa si va elaborando nell ' intimo della sua coscienza , e , durante questo stadio , egli può conservarsi in perfetta buona fede e potrà essere accasato di fanatismo , ma non già di doppiezza e ciarlataneria ; il secondo comincia quando inizia la sua predicazione , ed allora la necessità di impressionare gli altri lo spinge fatalmente a caricare alcune tinte e quindi alla posa ; il terzo periodo si ha quando è così fortunato da poter tentare l ' attuazione pratica dei suoi insegnamenti . Arrivato a quest ' ultimo stadio e trovandosi necessariamente in contatto diretto con tutte le imperfezioni e le debolezze della natura umana , deva se vuole riuscire , moralmente decadere . Allora tutti i riformatori convengono nell ' interno della loro coscienza che il fine giustifica i mezzi , che non si possono guidare gli uomini senza alcun poco ingannarli , e , di transazione in transazione , si arriva al punto che riesce malagevole anche al più acuto psicologo il distinguere dove finisca in essi la sincera convinzione e dove cominci la messa in scena e la fufarnteria . Certo è che svariatissimi elementi morali possono coesistere nello stesso individuo , come ad esempio in Enfantin , il secondo sommo pontefice del Sansimonismo , ed in Maometto , nel quale non si può negare l ' aspirazione sincera ed onesta verso una religione meno rozza e materiale di quella che gli Arabi praticavano prima di lui , mentre è pure certo che qualche volta i versetti del Corano , che l ' Arcangelo Gabriele mano mano gli comunicava , giungevano opportuni per liberarlo da impegni presi e perfino per esentarlo dall ' osservanza di certi freni morali , che in versetti precedenti erano stati stabiliti . IV . - - Accanto all ' individuo , che primo concepisce una nuova dottrina , vi è sempre un greppo più o meno numeroso , che riceve direttamente la parola dal maestro e che dei suoi sentimenti è profondamente imbevuto . Ogni Messia deve avere i suoi apostoli , dappoiché l ' uomo ha in quasi tutte le manifestazioni della sua attività morale e materiale bisogno della società ; non c ' è entusiasmo che non si spenga , non ci è fede che non si scuota se restano in un prolungato isolamento . La scuola , la chiesa , l ' agape , la loggia , il convegno abituale , comunque si chiami , di un gruppo di persone , che sentono e pensano nello stesso modo , che hanno gli stessi entusiasmi , gli stessi odî , gli stessi amori e comprendono ugualmente la vita , fortifica , esalta e sviluppa i loro sentimenti e produce tale un ' assimilazione di questi nel carattere di ogni singolo individuo da renderne la traccia indelebile . È in questo gruppo dirigente che d ' ordinario la inspirazione primitiva del maestro viene sviluppata , raffinata , completata tanto da diventare un vero sistema politico , religioso o filosofico scevro da incongruenze e contraddizioni troppo apparenti . È dentro di esso che si mantiene il fuoco sacro della propaganda anche dopo che il primo autore della dottrina è scomparso ; ed è a questo nucleo , che si recluta da sé per coaptazione , che l ' avvenire della nuova dottrina è affidato . Giacché per quanto l ' originalità di vedute , la forza dei sentimenti , l ' attitudine alla propaganda di un maestro siano grandi , tutte queste qualità riescono inefficaci se , prima di materialmente o moralmente morire , egli non ha fondato la scuola ; mentre , al contrario , quando il soffio che anima questa è energico e potente , tutti i difetti e le imperfezioni , che posteriormente si possono scorgere nell ' opera , del primo autore della dottrina , possono essere mano mano corretti o dimenticati e la propaganda può continuare attiva ed efficace . Al di fuori del nucleo dirigente resta la folla dei proseliti , ma questa , mentre numericamente forma l ' elemento maggiore e dà e fornisce alla Chiesa od al partito la forza materiale ed anche economica , intellettualmente e moralmente è il fattore più trascura bile di qualunque dottrina politica e religiosa . Le masse , difficili ad essere conquistate da una dottrina nuova , non l ' abbandonano poi che con difficoltà ; e , quando ciò avviene , la colpa è quasi sempre del nucleo dirigente ; giacché è quasi sempre in mezzo ad esso che prima s ' insinuano l ' indifferentismo e lo scetticismo . La miglior maniera di far credere è quella di essere profondamente convinto , l ' arte di appassionare consiste nell ' essere fortemente appassionato . Quando il sacerdote non sente la sua fede il popolo diventerà indifferente ed abbraccerà un ' altra dottrina , che avrà ministri più zelanti ; se l ' ufficiale non è imbevuto di spirito militare , se non sarà pronto a dar la vita per il decoro della propria bandiera , il soldato non si batterà ; se il settario non sarà infanatichito non potrà trascinare le turbe alla ribellione . Se si tratta di dottrine o credenze antiche , da un pezzo formate , che si sono già tradizionalmente imposte , ed il cui campo d ' azione è omai fissato e circoscritto , è generalmente la nascita che ascrive un individuo nelle file dei loro seguaci . In Germania o negli Stati Uniti , ad esempio , quasi sempre si è cattolici , protestanti od israeliti a seconda che si nasca in una famiglia che professi una di queste religioni ; in Spagna ed in Italia chi ha ancora una religione è quasi sempre cattolico . Se però in un paese vi sono diverse dottrine , ancora nello stadio di formazione e di propaganda attiva , che si fanno vicendevolmente la concorrenza , allora la scelta individuale , nelle persone di media levatura , dipende da un cumulo di circostanze , in parte accidentali , in parte frutto dell ' abilità con cui la propaganda di una data dottrina , vien fatta . In Francia ed anche in Italia il giovinetto può diventare conservatore o radicale socialista a seconda delle idee del padre , del professore o del compagno , che esercita più influenza , sopra di lui nel momento che i suoi principii cominciano a formarsi ; un libro che capita nelle sue mani , un giornale che si legge quotidianamente , in un ' età in cui i concetti generali non sono ancora precisati e si ha principalmente bisogno di entusiasmarsi , amando od odiando qualche cosa e qualche uomo , possono determinare l ' intiero indirizzo di una vita . Giacché , siccome le convinzioni politiche , religiose o filosofiche sono in fondo per molti uomini una cosa molto secondaria , specialmente dopo che è trascorsa la prima gioventù ed è venuta l ' età delle occupazioni pratiche e degli affari , così un po ' per indolenza . , un po ' per abitudine , un po ' per malinteso amor proprio e per la così detta coerenza di carattere , si finisce spessissimo , quando l ' interesse fortemente nel contrasta , col conservare per tutta la vita quelle dottrine , che si sono abbracciate in un momento d ' impeto fanciullesco , consacrando ad esse quel po ' di energia e di attività , che anche gli uomini comunemente detti positivi sogliono riserbare per ciò che si reputa l ' ideale . Dal fatto però che la scelta individuale di una credenza o di un colore politico può essere determinata dal caso non si deve indurre che questo sia la causa principale che contribuisce alla riuscita delle varie scuole o chiese . Vi sono invece dottrine molto adatte al proselitismo , ed altre ve ne sono assai meno adatte . Tre infatti sono i fattori dai quali quasi esclusivamente dipende la larga diffusione di un insegnamento politico o religioso . Il primo consiste nella sua adattabilità ad un dato momento storico . Il secondo corrisponde alla sua attitudine a soddisfate un maggior numero di passioni , di sentimenti e d ' inclinazioni umane , di quelle specialmente che sono più diffuse e radicate nelle masse . Il terzo finalmente è costituito dalla buona organizzazione del nucleo dirigente , formato di tutti gl ' individui specialmente dediti al mantenimento ed alla diffusione dello spirito , che informa una data dottrina . V . - - Perché una dottrina sia adatta ad un dato momento storico di una data società , bisogna anzitutto che corrisponda allo stato di maturità che lo spirito umano ha raggiunto in quel momento ed in quella società . Una religione monoteista trionferà , facilmente quando gli intelletti saranno abbastanza progrediti per comprendere come tutti i fenomeni naturali si possano attribuire ad unica causa ed unica sia la forza che regge l ' universo . Il razionalismo potrà essere il fondamento di altre dottrine , quando il libero esame ed i risultati delle scienze naturali e storiche avranno infirmato il contenuto delle religioni rivelate , e la concezione di un Dio , fatto ad immagine e somiglianza dell ' uomo , che interviene arbitrariamente negli eventi umani , apparirà assurda alle classi dirigenti . Nei secoli durante i quali il Cristianesimo si diffuse nell ' impero romano , ancora quasi tutti , pagani e cristiani , credevano nel soprannaturale e nel miracolo ; ma il soprannaturale pagano era già divenuto troppo grossolano ed incoerente , mentre quello cristiano , che , oltre a rispondere meglio ai bisogni dell ' animo umano , era , più sistematico e meno fanciullesco , doveva trionfare . Luciano , perfettamente scettico , che ride di tutti , pagani e cristiani , nel secondo secolo dell ' èra volgare è un ' eccezione . Il pubblico colto di allora nella sua media intelligenza era meglio rappresentato da Celso , che , deista e credente nel soprannaturale e nei miracoli , pure attaccava col ridicolo il Vecchio ed il Nuovo Testamento . Ma , giacché si era posto in questa , via tanto conveniente ad un razionalista , e che , sedici secoli dopo , in circostanze diverso , dovea riuscire così bene a Voltaire , avrebbe dovuto facilmente accorgersi come fosse molto più facile provocare il ridicolo ed anche il disgusto sulle turpi azioni e le puerili baruffe di cui davano spettacolo gli Dei dell ' Olimpo . Ed in verità riesce evidente che da parecchio tempo il paganesimo classico non potea bastare più né al sentimento , né all ' intelletto degli uomini e , come bene osserva il Renan , il mondo romano ed ellenico se non fosse divenuto cristiano si sarebbe convertito al culto di Mitra , o a qualche altra religione asiatica più mistica del Paganesimo classico e meno incoerente . Similmente Rousseau apparve ed ebbe fortuna quando , prima l ' Umanesimo e la Riforma , poi i progressi delle scienze esatte e naturali , infine Voltaire e l ' Enciclopedia , avevano sfatato tatto il mondo cristiano e medioevale , sicché poteva riuscire accetta una , nuova spiegazione razionale , se non ragionevole , delle istituzioni politiche . Se noi esaminiamo la vita di Lutero e di Maometto facilmente possiamo vedere che la Germania e l ' Arabia erano , quando essi apparvero , preparate ad accogliere le loro dottrine . Se teniamo presente che l ' uomo , quando ha una certa cultura , e soprattutto quando non è sotto la pressione assorbente dei bisogni materiali , ha generalmente la tendenza ad interessarsi a qualche cosa di superiore , che riguardi gl ' interessi della società alla quale appartiene e si elevi al di sopra delle cure ordinarie della vita , facilmente ci possiamo accorgere che è assai più facile che una nuova dottrina , possa attecchire colà dove questa tendenza non trova , il suo pascolo nell ' organizzazione politica già esistente ; dove perciò gli entusiasmi , le ambizioni , il desiderio di lottare e primeggiare più difficilmanle riescono ad avere uno sfogo . Certo , ad esempio , il Cristianesimo non si sarebbe rapidamente diffuso quando Roma repubblicana potea offrire ai suoi cittadini le emozioni delle lotte elettorali o quando essa faceva il suo terribile duello con Cartagine ; sicché fu la pace dell ' impero che , attutendo le guerre fra le nazioni , riserbando tutte le pubbliche funzioni ai soli impiegati , preparando un lungo periodo di sicurezza e di ozio politico , rese alla nuova religione il miglior servizio possibile . Similmente la consolidazione dello stato burocratico , che avvenne nel secolo passato , la fine delle guerre religiose , la formazione di una classe colta ed agiata che era esclusa dalle funzioni politiche , fornirono il sostrato che rese possibile prima il movimento liberale e poi quello radicale socialista . Conviene anche ammettere che una nazione si può trovare , di remo così , psicologicamente esaurita o riposata . È lo stesso concetto che , forse con meno proprietà di parola , si esprime quando si dice che un popolo è vecchio o giovane . Quando una società da parecchi secoli non ha subìto rivoluzioni o gravi rivolgimenti politici e si prepara , ad uscire da questo suo lungo torpore , riesce più facile di convincerla che il trionfo di una nuova dottrina , l ' inizio di una nuova forma di governo debbano segnare il principio di un ' èra nuova , dell ' età dell ' oro o del regno della cuccagna , all ' avvento del quale tutti gli uomini debbono diventare buoni e felici . Al contrario è naturale che , dopo una serie di rivolgimenti , l ' entusiasmo e la fede che inspirano i novatori e le novità politiche , diminuiscano di molto e che un certo senso di scetticismo e di stanchezza si diffonda nelle masse . Però questo esaurimento della facoltà di credere e di entusiasmarsi si produce assai più difficilmente di quanto a prima vista possa sembrare . Non solo infatti sfuggono in gran parte alla influenza deleteria della disillusione tutte le dottrine religiose , che si fondano sul soprannaturale , sulla soluzione del problema che riguarda la causa , prima dell ' universo e che rimandano ad un ' altra vita l ' attuazione di un ideale di felicità e di giustizia ; ma anche quelle apparentemente più positivo , che dovrebbero dare i loro frutti in questa vita , resistono assai bene alle smentite che dà loro l ' esperienza quotidiana dei fatti . In fondo le illusioni durano perché , per la quasi totalità degli uomini , l ' illudersi è un bisogno meno materiale , ma non meno sentito di tanti altri ; perciò un sistema di illusioni non si sfata facilmente finché non lo si sostituisca con un sistema nuovo . Alle volte , quando ciò non è possibile , neppure una serie di sofferenze , delle prove terribili , frutto di più terribili esperienze , bastano a far ricredere un popolo ; o meglio l ' accasciamento , più che la delusione , dura finché vive la generazione , che è stata personalmente desolata e decimata ; ma poi , appena le energie sociali si rinfrancano alquanto , se l ' indirizzo delle idee e l ' educazione dei sentimenti non mutano , le stesse illusioni produrranno nuove lotte e nuove sventure . VI . - - L ' attitudine di una dottrina a soddisfare i bisogni dell ' anima umana , oltreché dalle necessità di tempo e di luogo alle quali abbiamo già accennato , dipende anche da condizioni permanenti , da vere leggi psicologiche , che è necessario siano da essa osservate . Anzi è questo il secondo ed importantissimo fattore del successo delle nuove dottrine politiche e religiose deh quale veniamo ora a parlare . Come regola generale un sistema d ' idee , di credenze , di affetti per essere accolto da grandi masse umane , deve rispondere da una parte ai sentimenti più elevati dell ' animo , deve perciò promettere il regno della giustizia e dell ' uguaglianza in questo mondo o nell ' altro , e proclamare che i buoni saranno premiati , i malvagi puniti . Ma nello stesso tempo non sarà male se darà un po ' di soddisfazione all ' invidia ed a quel rancore , che generalmente si , ha contro i forti ed i fortunati , e sarà molto opportuna l ' affermazione che , in questa vita o nell ' altra , verrà un momento in cui gli ultimi saranno i primi ed i primi saranno gli ultimi . Gioverà molto se qualche lato della dottrina che si vuole propagare potrà offrire un rifugio agli animi dolci e buoni , che dalle lotte e dalle delusioni della vita cercano un conforto nel raccoglimento e nella rassegnazione ; sarà pure utile ed anzi indispensabile che essa abbia modo di usufruire e di indirizzare lo spirito di abnegazione e di sacrificio , che in alcuni individui è preponderante , ma la dottrina stessa deve lasciare anche una qualche base all ' orgoglio ed alla vanità . Sicché i credenti devono essere sempre il popolo o la classe degli eletti o almeno devono rappresentare l ' avanguardia del vero progresso . Il Cristiano quindi deve poter pensare con soddisfazione che , al di fuori della propria fede , tutti saranno dannati ; il Bramino deve poter rallegrarsi che egli solo discende dalla testa di Brama ed ha l ' altissimo onore di leggere i libri sacri ; il Buddista deve apprezzare altamente il privilegio di raggiungere più presto il Nirvana , il Maomettano deve con soddisfazione rammentare che egli solo è il vero credente e che tutti gli altri sono cani infedeli in questa vita e dannati nell ' altra , il radicale socialista infine deve esser convinto che sono putridi ed egoisti borghesi o pecoroni ignoranti e servili coloro che non pensano come lui . Così si provvede al bisogno di stimare se stesso ed il proprio culto o le proprie convinzioni e nello stesso tempo a quello di disprezzare ed odiare gli altri . Dall ' odio alla lotta non vi è che un passo , e difatti non vi è setta politica o credenza religiosa che non l ' ammetta , cruenta od incruenta secondo i casi , contro coloro che non accettano i suoi dogmi . Se la scansa assolutamente e predica in tutti i casi mansuetudine e sottomissione è segno che si sente del tutto debole e che troppo rischierebbe ad intraprenderla . Nella lotta , poi trovano pascolo tutti gli appetiti meno nobili ma non meno diffusi del cuore umano : l ' amore del lusso , la libidine di sangue e di donne , l ' ambizione di comandare e prepotere . Certo non si può fare una ricetta con i quantitativi che esigo la soddisfazione di ogni sentimento umano per la fondazione di una duratura setta politica o dottrina religiosa , ma si può affermare con sicurezza che a raggiungere questo scopo è necessaria l ' alleanza di una certa quantità di sentimenti elevati e di passioni basse , di metallo prezioso e di metallo vile ; altrimenti la lega non riesce resistente . Ogni dottrina che non tiene abbastanza conto delle qualità diverse e contraddittorie delle masse umane , ha poca forza di propaganda e , se si vuole diffondere , deve essere nella pratica modificata . Anzi la mescolanza del bene e del male è così ingenita nella natura umana , che un po ' di metallo fino deve esistere anche nella lega di cui sono impastate le associazioni di malfattori e le sette misteriose ed assassine , ed un po ' di metallo basso deve entrare anche in quel complesso di sentimenti , che inspira le comunità degli asceti , che fanno completo sacrificio di sé stessi , ed i gruppi degli eroi . La soverchia scarsezza dei due elementi ha sempre però lo stesso risultato di impedire la larga diffusione della dottrina o della , disciplina speculo , che un dato instituto impone ai suoi membri . Infatti è accaduto ed accade che si formi una setta brigantesca , che predichi il furto , l ' omicidio e la distruzione ; ma , anche in questo caso , noi vediamo che la perpetrazione di questi fatti è colorita con qualche speciosa dottrina politica o religiosa , che serve ad attirare nel sodalizio qualche illuso non del tutto spregevole , il quale col suo briciolo di rispettabilità rende più tollerabile agli altri la loro turpitudine e introduce nel sodalizio quel tanto di senso morale , che è indispensabile perché le bricconate riescano . Esempio di società di questo genere abbiamo negli Assassini , che nel Medio Evo funestarono la Siria e l ' Irak ­ Arabi , nei Thugs o strangolatori dell ' India , negli anarchici militanti d ' Europa e d ' America e forse anche in qualche società secreta della China . Vediamo pure d ' altra parte , che associazioni di uomini si sono costituite nelle quali si è stabilito di rinunciare ad ogni vanità e ad ogni godimento di questo mondo e si è accettato il sacrificio completo della propria personalità in pro del sodalizio o della umanità intera . I conventi dei bonzi e gli ordini religiosi del cattolicesimo sono esempi abbastanza noti di istituti di questa specie . E nondimeno , sebbene essi siano in generale reclutati fra gl ' individui i quali , o per circostanze speciali della vita o per naturale vocazione al sacrificio ed alla rassegnazione , sono più adatti al loro speciale ufficio , pure non si può dire che siano del tutto esenti dalle passioni mondane ; giacché il desiderio di riscuotere l ' ammirazione dei devoti , la voglia che hanno molti individui di primeggiare nell ' ordine e quella , forse ancora più forte , che l ' ordine primeggi sopra i sodalizi rivali , sono molle potentissime , che contribuiscono alla durata di simili associazioni ed alla loro prosperità . gli altri . Non sappiamo se il fatto sia rigorosamente vero , ma la conseguenza che ne trae lo scrittore inglese è certamente esatta . Ma nell ' uno e nell ' altro caso , oltre che un briciolo di bene si è trovato sempre mescolato al male e che un briciolo di male ha sempre intossicato il bene , siamo di fronte costantemente a sodalizi non troppo grandi , e che sopratutto non hanno mai compreso tutti i membri di una grande società umana . Malgrado tutte le speciose giustificazioni del delitto , che si sono escogitate , le sette assassine e ladre non sono state finora che delle vere malattie sociali , che sono riuscite per qualche tempo a terrorizzare ed anche ad influenzare vaste contrade , ma non hanno mai convertito un gran popolo ai loro principii . Anche il convento è stato sempre un ' eccezione e , dove la vita monacale si è estesa ed è diventata un mestiere abituale di una parte notevole della popolazione , essa ha rapidamente tralignato . Le Chiese ebionite , che nei primi tempi del Cristianesimo esigevano che ogni fedele mettesse in comune i propri guadagni e volevano estendere il tipo monacale all ' intera società cristiana , vissero sempre vita stentata e presto dovettero scomparire . Giacché se tesori di abnegazione si possono ottenere da un piccolo numero d ' individui scelti ed educati con acconcia disciplina , lo stesso non è possibile quando si abbia da fare con un ' intiera massa umana , nella quale necessariamente il bene è me scolato al male ed i bisogni e le passioni di ogni genere si fa uno sentire . È perciò che qualunque esperimento di palingenesi sociale per provare qualche cosa dovrebbe essere applicato ad un popolo intero ; dato che se ne trovi uno che si presti ad un simile studio . VII . - - È per queste ragioni che una religione la cui morale è troppo elevata produce tutto al più quei buoni risultati , certo non disprezzabili , che spesso si ottengono quando gli uomini si sforzano di raggiungere un ideale di bene , che è al di sopra delle loro forze l ' attuare , ma nella pratica deve finire sempre coll ' essere poco scrupolosamente osservata . L ' urto continuo fra la credenza religiosa e le necessità umane , fra ciò che si riconosce santo e conforme alla legge divina e ciò che si fa , costituisce la eterna , contradizione , la inevitabile ipocrisia della vita , di molti popoli e non soltanto dei popoli cristiani . Poco prima , che il Cristianesimo diventasse , mercé Costantino , la religione ufficiale dell ' impero romano , il buon Lattanzio esclamava : « Se il vero Dio soltanto fosse onorato ( cioè se tutti si fossero convertiti al Cristianesimo ) , non vi sarebbero più dissensioni né guerre . Gli uomini sarebbero tutti uniti con i legami di pila carità indissolubile , perché essi si riguarderebbero tutti come fratelli . Nessuno macchinerebbe più agguati per disfarsi del suo vicino , ciascuno si contenterebbe di poco e non vi sarebbero più frodi e latrocinii . Come diventerebbe fortunata la condizione degli uomini , che età dell ' oro comincierebbe per il mondo ! » . Doveva essere questa infatti l ' opinione di un cristiano , convinto che ogni credente dovesse porre interamente in pratica i precetti e lo spirito della sua religione e che reputava possibile che questi fossero osservati da un ' intiera società , come lo erano da quelle anime elette che , col sacrificio della loro vita , non rinnegavano la fede davanti le persecuzioni di Diocleziano . Se Lattanzio fosse vissuto solo cinquant ' anni più tardi , forse si sarebbe accorto come nessuna religione basti ad elevare sensibilmente e rapidamente il livello morale di tutto un popolo ; se fosse rinato nel Medio Evo avrebbe potuto accertarsi come adattandosi sempre più alle mutevoli condizioni storiche ed alle esigenze perenni dell ' animo umano , la stessa religione , che aveva dato il martire e che dava il missionario , era buona a produrre pure il crociato e l ' inquisitore . I Maomettani , in generale , osservano il Corano assai più scrupolosamente di come i Cristiani obbediscono al Vangelo . Ma ciò non proviene soltanto dalla loro fede più cieca , che è un effetto della loro maggiore ignoranza scientifica ; ma anche dal fatto che le prescrizioni di Maometto sono moralmente meno elevate , e quindi umanamente più realizzabili di quelle di Cristo . Coloro che praticano l ' Islam si astengono , in generale , molto severamente dal vino e dalla carne di maiale , ma un individuo , che non ne abbia mai gustato , non risente un disagio apprezzabile se è privo di questi alimenti . L ' adulterio è anche fra i seguaci dell ' Islam assai più raro che fra i Cristiani , ma il divorzio è fra i primi molto più facile e Maometto permette di prendere diverse mogli , né proibisce di praticare le schiave . È raccomandato assai ai credenti nell ' Islam di fare l ' elemosina ai compagni di fede e il essere con essi larghi di ogni sorta di aiuti , ma è anche loro inculcato di far la guerra agli infedeli , ed è anzi riputata opera meritoria lo sterminarli in guerra ed il sottoporli a tributo in pace . In fondo nel Corano si trovano perciò prescrizioni per tutti i gusti e , restando fedeli alla sua lettera , ed al suo spirito , si può andare in paradiso per parecchie strade maestre . Non è da dimenticare che qualche credenza islamitica , la quale urta uno degli i istinti più forti e radicati nella natura umana , è quella appunto che meno facilmente riesce ad influenzare la condotta dei Musulmani . Maometto infatti promette il paradiso a tutti coloro che soccombono nella guerra , santa . Ora , se ogni credente conformasse la sua condotta a quanto assicura , il Corano , ogni volta che un esercito maomettano si trova di fronte ai miscredenti dovrebbe vincere o perire fino all ' ultimo uomo . Non si può negare che un certo numero di individui si comporti conforme al detto del Profeta , ma la maggioranza preferisce per ordinario la sconfitta alla morte , benché accompagnata dall ' eterna beatitudine . I Buddisti sono , in generale , osservantissimi dei precetti esteriori della loro religione , però nel metterne in pratica lo spirito e le prescrizioni sanno , come i Cristiani , togliersi di imbarazzo facendo col cielo opportuni accomodamenti . Penultimo re di Birmania fu il saggio ed accorto Meudoume ­ Men : oltre a governare bene i suoi sudditi , egli era molto appassionato per le discussioni religiose e filosofiche , né mancava mai di far venire alla sua presenza tutti gli Inglesi e gli altri Europei di distinzione , che passavano per Mandalay capitale dei suoi Stati . Discorrendo con costoro si sforzava sempre di sostenere la superiorità , della morali buddista su quella delle altre religioni , e non mancava mai di richiamare l ' attenzione dei suoi interlocutori sul fatto che la condotta dei Cristiani non rispondeva ordinariamente ai precetti della loro religione ; e certamente non dovea stentare molto a dimostrare che la maniera come gl ' Inglesi avevano tolto il suo predecessore una parte dei suoi Stati non era in nulla conforme al Vangelo . Egli dal canto suo , essendo stato educato in un monastero di bonzi , era rigido osservatore delle prescrizioni buddistiche ; alla sua corte non era affatto permesso di macellare alcun animale , e gli Europei che lungamente vi soggiornavano , ai quali la dieta esclusivamente vegetale riusciva ostica , erano costretti a cercarvi di nascosto un supplemento nei boschi , dove andavano in traccia d ' uova d ' uccelli . Non avrebbe poi dato giammai , e per nessuna ragione al mondo , l ' ordine di una esecuzione capitale . Infatti , quando la presenza di qualcuno lo incomodava troppo , l ' arguto monarca si limitava a domandare replicatamente al suo primo ministro : il tale è ancora in questo mondo ? E , quando il primo ministro rispondeva finalmente di no , Mendoume ­ Men sorrideva placidamente . Egli non aveva offeso i precetti della sua religione , ma non per questo aveva ottenuto meno il suo scopo , cioè , che un ' anima umana avesse anticipato il cominciamento di quella serie di trasmigrazioni , che la devono condurre alla fusione nell ' anima universale preconizzata dalle credenze buddistiche . Una dottrina essenzialmente virile che ben poco , anzi quasi nulla , concedeva alle passioni , alle debolezze ed anche ai sentimenti umani fu quella stoica . Ma appunto per questo lo stoicismo limitò la sua influenza ad una frazione della classe colta , e le masse restarono completamente estranee alla sua propaganda . La scuola stoica potè quindi in una data epoca contribuire alla formazione del carattere di una parte della classe dirigente dell ' impero romano e ad essa senza dubbio si deve una serie di buoni imperatori ; ma dal momento che i suoi adepti non sedettero più sui gradini di un trono restò completamente inefficace . Impotente a trasformarsi , perché la parte intellettuale e strettamente filosofica aveva in essa quasi totalmente assorbito quella dommatica ed affettiva , non potè contendere l ' impero del mondo romano al Cristianesimo , come non sarebbe riuscita a contenderlo al Mosaismo , all ' Islam ed al Buddismo . Certo non si può affermare che sia indifferente per un popolo l ' abbracciare una qualsiasi religione o dottrina politica . Anzi difficilmente si potrà sostenere che gli effetti pratici del Cristiane simo siano uguali a quelli del Maomettismo o della democrazia sociale . È quindi indiscutibile che una credenza alla lunga può determinare una certa piega nei sentimenti emani le cui conseguenze possono essere grandissime . Ma ciò che ci pare ugualmente i indiscutibile è che nessuna credenza riuscirà a render l ' uomo sostanzialmente diverso da quello che è ; e , per parlare un linguaggio compreso da chiunque , oltre che dagli adepti delle scienze sociali , nessuna lo renderà del tutto buono o del tutto cattivo , completamento altruista od assolutamente egoista . Un adattamento a quella mediocrità morale ed affettiva , che risponde alla media dell ' umanità , è in tutte indispensabile . Coloro che questa verità non vogliono riconoscere ci pare che agevolino il còmpito a quegli altri che , dalla inefficacia relativa dei sentimenti religiosi e delle dottrine politiche , traggono argomento per proclamarne l ' inefficacia assoluta . VIII . - - Resta a parlare dell ' organizzazione del nucleo dirigente e dei mezzi che esso usa per convertire le masse , o mantenerle fedeli ad una data credenza o dottrina . Come il lettore rammenterà , è questo il terzo dei fattori dal quali dipende la riuscita e la durata di qualunque sistema religioso o politico . Come abbiamo già visto , la prima formazione del nucleo dirigente di una nuova dottrina politica o religiosa avviene per coaptazione spontanea ; in seguito la sua organizzazione è basata principalmente su quel fenomeno dello spirito umano , al quale abbiamo pure accennato , che chiameremo mimetismo e consiste nella tendenza che hanno le passioni , i sentimenti e le credenze di un individuo a svilupparsi secondo la corrente , che prevale nell ' ambiente in cui egli moralmente si forma e viene educato . È un fatto perfettamente naturale che , in un popolo arrivato ad un certo grado di cultura , un certo numero di giovani abbia la facoltà di entusiasmarsi per ciò che crede vero e morale , per quelle idee ; in apparenza almeno , generose ed elevate , che riguardano il destino della nazione e dell ' umanità . Questi sentimenti e lo spirito di abnegazione e di sacrificio , che ne è la conseguenza , possono restare allo stato puramente potenziale ed atrofizzarsi od avere uno splendido sviluppo a seconda che siano o no coltivati ; e possono dare frutti diversissimi secondo la maniera diversa come sono coltivati . Nel figlio di un mercante a minuto , che non ha altro contatto che cogli avventori ed i commessi della bottega paterna , è probabile che non abbiano mai occasione di affermarsi o manifestarsi ; a meno che non si tratti di uno di quegli individui superiori e rarissimi , che riescono a formarsi da sé ; mentre un giovane allevato fin dai primi anni religiosamente ed educato in seguito in un seminario cattolico potrà diventare un missionario , che tutta la sua vita consacrerà al trionfo della fede . Un altro , nato in una famiglia blasonata , educato in un collegio militare , e che poi entrerà come sottotenente in un reggimento , dove troverà compagni e superiori imbevuti delle stesse convinzioni , crederà suo dovere primo ed esclusivo d ' obbedire per tutta la vita agli ordini del Sovrano ed all ' occorrenza farsi ammazzare per lui . Un altro infine , venuto su fra antichi congiuratori e rivoluzionari , che da bambino avrà provato entusiasmi e fremiti al racconto di persecuzioni politiche e di episodi delle barricate , la cui cultura intellettuale si sarà formata sugli scritti di Rousseau , di Mazzini o di Marx , crederti : santo il lottare sempre contro l ' oppressione dei Governi costituiti e per la rivoluzione affronterà il carcere ed il patibolo . Tutto ciò accade perché , una volta formato l ' ambiente cattolico ­ ecclesiastico , il burocratico ­ militare , il rivoluzionario , un individuo , un giovane specialmente , che non sia assolutamente d ' intelletto superiore o di animo del tutto volgare , presto entro quell ' ambiente darà alle sue facoltà affettive quella direzione che da esso gli viene indicata ; sicché , a seconda dei casi , si svilupperanno nell ' alunno certi sentimenti anziché altri , lo spirito di ribellione e di lotta , ad esempio , a preferenza di quello di obbedienza passiva e di sacrificio . L ' educazione ( i Francesi direbbero il dressage ) riesce , l ' abbiamo già accennato , sui giovani a prefe rema che sugli adulti , sui caratteri entusiasti e passionati , anziché su quelli freddi , ponderati e calcolatori , sui docili anziché sui ribelli ; tranne nel caso che la dottrina si trovi in un periodo , o sia per la sua essenza tale , che riesca utile di coltivare e sviluppare l ' istinto della ribellione . Una condizione sopra tutte è opportuna e quasi indispensabile perché si raggiunga lo scopo , che abbiamo accennato , dell ' assimilazione cioè degli individui all ' ambiente : che quest ' ambiente sia chiuso a tutte le influenze esteriori , che nessun sentimento e sopratutto nessuna idea al di fuori di quelle che portano la marca , della fabbrica vi penetri . Nel seminario non deve entrare nessun libro posto all ' indice , la filosofia si deve riassumere in S . Tommaso d ' Aquino , la cultura deve esservi essenzialmente teologica e patristica , i racconti che desteranno l ' interesse e serviranno di pascolo alla curiosità dei giovani saranno tolti dalla storia dei martiri e confessori . Nel collegio militare si narreranno le gesta dei grandi capitani , le glorie del proprio esercito e della propria dinastia , l ' educazione e l ' istruzione saranno quelle strettamente necessarie per far conoscere il mestiere delle armi ed apprezzare altamente l ' onore di essere officiale , gentiluomo e servire fedelmente il Re e la patria . Nella conventicola rivoluzionaria non si parlerà che delle vittorie e delle glorie del popolo impeccabile , delle nefandezze dei tiranni e dei loro satelliti , della cupidità e viltà dei borghesi e sarà proscritto qualunque libro elio non sia redatto secondo lo spirito e le vedute dèi maestri . Ogni barlume di equanimità , ogni raggio che porti la luce di altri mondi morali ed intellettuali , il quale penetri in uno di questi ambienti chiusi , vi produce dubbi , titubanze , diserzioni . La storia vera , sincera , obiettiva dei fatti , quella che insegna a conoscere ed a valutare gli uomini indipendentemente dalla loro casta , religione o partito politico , che solo tien conto delle loro debolezze e delle loro virtù , che educa e forma il senso dell ' osservazione e del reale , deve esservi assolutamente interdetta . In fondo non si tratta dunque che di un vero squilibrio dello spirito , che ogni ambiente procaccia , alla recluta elio entro il suo seno viene attirata , alla quale si offre della vita un ' immagine parziale , accuratamente riveduta , circoscritta e corretta , che il neofita prende per quella iutiera e reale . Si esagerano certi sentimenti si comprimono certi altri , si dà del giusto , dell ' onesto , del dovere una idea , se non fondamentalmente errata , certo del tutto incompleta . Però bisogna anche riconoscere che le persone perfettamente equilibrate , che conoscono ed apprezzano tutti i doveri e ad ognuno di essi annettono la giusta importanza , è difficile assai che consacrino tutta la loro vita e la loro energia ad uno scopo particolare e determinato . E la forza di una esagerazione e , se così si vuole , di una illusione collettiva quella che produce i grandi fatti storici e fa muovere il mondo . Se un Cristiano ammettesse che anche senza battesimo si può essere ugualmente onesto e che fosse possibile salvarsi l ' anima rinnegando la propria fede , si sarebbe spento l ' ardore dei missionari e dei martiri ed il Cristianesimo non sarebbe divenuto uno dei grandi fattori della storia umana . Se molti tra i fautori di una rivoluzione fossero ben persuasi che l ' indomani della vittoria lo stato della società non potrebbe essere gran fatto migliorato , e se dubitassero che vi è anche il rischio di peggiorarlo , sarebbe difficilissimo trascinarli sulle barricate . Le nazioni infatti in cui lo spirito critico abbonda e che sono ( in fondo giustamente ) scettiche sugli effetti pratici che possono avere dottrine nuove , non si fanno mai iniziatrici di grandi movimenti sociali e finiscono coll ' essere trascinate a rimorchio dalle altre più facilmente entusiasmatili ; ed , a guardar bene , lo stesso accade fra gl ' individui di ulto stesso popolo , entro il quale i più riflessivi finiscono spessissimo coll ' esser trascinati dai più impulsivi . Dappoiché non sempre accade che i pazzi siano trattenuti dai savi , spesso anzi i primi costringono gli altri a tener loro compagnia . IX . - - Ma una volta passato il periodo eroico di ogni istituzione , quello della prima propaganda , allora la riflessione e gl ' interessi presto reclamano i loro diritti . L ' entusiasmo , lo spirito di sacrificio , la unilateralità di vedute , bastano a fondare religioni e partiti politici , ma non sono sufficienti a diffonderli molto ed a durevolmente conservarli . Allora il reclutamento del nucleo dirigente si modifica o meglio si completa ; poiché accade sempre che fra gl ' individui che lo compongono si entri per considerazioni puramente idealiste , ma l ' età nella quale l ' idealismo è tutto passa presto nella gran maggioranza degli individui umani , e bisogna trovare anche qualche cosa che soddisfi l ' ambizione , la vanità , la sete di godimenti materiali . In una parola , insieme ad un centro d ' idee e di sentimenti , bisogna creare un centro d ' interessi . E qui riappare e ritroviamo di nuovo la teoria della lega del metallo puro col metallo vile , che abbiamo precedentemente enunciata . In un nucleo dirigente veramente bene organizzato tutti i caratteri devono trovare il loro posto : chi vuol sacrificarsi agli altri e chi vuole sfruttare il prossimo a favor suo , chi vuol sembrare potente e chi vuole esserlo effettivamente senza curarsi delle apparenze , chi ama soffrire le privazioni e chi vuol godere i piaceri della vita . Tutti questi elementi fusi e disciplinati sotto un regime forte ed autoritario , entro il quale ogni individuo sa che , finché resterà fedele allo scopo ed all ' indirizzo dell ' istituzione , le sue tendenze saranno appagate , e , se ad essa si ribella , potrà essere moralmente ed anche materialmente distrutto , formano quegli organismi sociali , che sfidano le più svariate vicende storiche e durano per decine di secoli . E la mente ricorre spontanea alla Chiesa cattolica , che di tutti questi organismi è stato ed è il più saldo ed il più tipico , e non si può non restare ammirati di fronte alla complessità ed alla sapienza del suo ordinamento . Il seminarista , il novizio , la sorella di carità , il missionario , il predicatore , il frate mendicante , l ' opulento abate ed il convento aristocratico , il curato di campagna , il ricco arcivescovo , qualche volta anche principe sovrano , il cardinale che prende il passo sui primi ministri , il Papa , fino a qualche secolo fa uno dei più potenti sovrani temporali , tutti in essa hanno il loro posto e la loro ragione d ' essere . Il Macaulay ha fatto rilevare un grande vantaggio , che ha il Cattolicesimo sul Protestantesimo e che sarebbe il seguente : quando in seno al secondo nasce uno spirito entusiasta e squilibrato finisce sempre col trovare una nuova spiegazione della Bibbia e col fondare quindi un ' altra delle tante sette in cui si divide la Riforma ; mentre lo stesso individuo dal Cattolicesimo sarebbe stato perfettamente utilizzato e sarebbe divenuto un elemento di forza anziché di disgregazione . Avrebbe infatti vestito un saio di frate , sarebbe divenuto un famoso predicatore e , nel caso che fosse stato un carattere veramente originale , un cuore davvero caldo , e che i tempi avessero aiutato , se ne sarebbe potuto fare anche un San Francesco d ' Assisi od un Sant ' Ignazio di Lodola . Ora questo esempio , pur così calzante , ci svela solo uno dei tanti modi con cui la gerarchia cattolica sa mettere a profitto tutte le attitudini umane . Si dice che il celibato degli ecclesiastici sia contro natura , e veramente per un certo numero di uomini è sacrificio grandissimo il restar privi di una famiglia legale ; ma d ' altra parte bisogna riflettere che a questo prezzo soltanto si può avere una milizia scevra di affetti privati ed isolata dal resto della società ; e per i caratteri che ad esso sono proclivi , il celibato stesso non esclude certe soddisfazioni materiali . Credono anche molti che la Chiesa sia tralignata e che abbia perduto forza ed influenza perché si è allontanata dalle sue origini e non è stata più unicamente l ' ancella dei poveri . Ma anche questo è un modo di vedere superficiale e quindi erroneo . Forse alla fine del secolo decimonono o al principiare del ventesimo , quando tutti parlano e s ' interessano , o mostrano d ' interessarsi , delle classi diseredate , può convenire anche al Sommo Pontefice di rammentarsi un poco di più che Egli è il servo dei servi di Dio . Ma , tolte certe epoche transitorie , la Chiesa cattolica non sarebbe divenuta quella che è stata , né sarebbe durata tanto tempo in auge , se si fosse conservata sempre una istituzione a puro beneficio dei miseri e popolare soltanto fra gli straccioni . Essa al contrario accortamente ha trovato il modo di farsi apprezzare tanto dal povero che dal ricco : al primo ha offerto elemosine e consolazioni , il secondo ha conquistato colla magnificenza e colle soddisfazioni , che ha saputo procacciare alla sua vanità ed al suo amor proprio . E tanto quest ' indirizzo è stato bene scelto , che tutti i nemici della Chiesa , mentre da una parte le hanno rimproverato il suo lusso e la sua mondanità , d ' altra parte , se sono stati accorti , hanno avuto sempre cura di toglierle , per quanto è stato possibile , influenza e ricchezze ; ed un ' altra , istituzione , che ora in parecchi paesi a combatter la Chiesa cattolica si è tutta consacrata , dal canto suo non manca , di procacciare , per quanto può , soddisfazioni personali e vantaggi materiali ai suoi aderenti . X . - - Organizzato il nucleo dirigente , i sistemi da esso adoperati per conquistare le masse e mantenerle fedeli alla dottrina possono essere vari . Quando non s ' incontrano forti ostacoli esteriori o nella natura stessa di un sistema politico o religioso , possono dare beoni risaltati tanto i metodi di propaganda fondati sulla persuasione e l ' educazione graduale delle turbe , quanto gli altri che ricorrono alla violenza . La violenza è anzi forse il modo più spiccio di far prevalere convinzioni ed idee , ma naturalmente per usarla è ovvio che bisogna essere i più forti . Nel secolo decimonono si è molto diffusa la persuasione che la forza e la persecuzione non valgano a combattere le dottrine fondate sulla verità , alle quali è riserbato l ' avvenire , e che sono del pari inutili contro quelle sbagliate , delle quali la ragione popolare fa giustizia da sé . Or , ci si conceda di esser sinceri , è difficile trovare un concetto più erroneo , perché fondato sopra una maggiore superficialità di osservazioni e sopra una maggiore inesperienza dei fatti storici , di questo che abbiamo ora esposto : esso ci pare uno di quelli che faranno più ridere i posteri alle nostre spalle . Che un simile modo di vedere sia predicato da tutti i partiti e da tutte le sette , che non hanno ancora nelle mani il potere , lo comprende benissimo ; perché l ' istinto del proprio interesse le deve indurre a professare questa opinione ; ma la stoltezza incomincia quando essa è accettata dagli altri . Quid est veritas ? diceva Pilato , e noi cominciamo col domandare che cosa sia una dottrina vera e una dottrina falsa ? Scientificamente parlando , tutte le dottrine religiose , anche quelle più diffuse , sono false , e certo non si sosterrà che il Maomettismo , ad esempio , che ha conquistato tanta parte del mondo , sia fondato sulla verità scientifica . È quindi molto più esatto il dire che vi sono dottrine le quali soddisfano i sentimenti più sparsi e radicati nei cuori umani e che quindi hanno una gran forza di diffusione , e dottrine le quali posseggono in minor grado la qualità accennata , e che quindi , benché dal lato intellettuale possano essere più accettabili , si diffonderanno meno . E , se si vuole , si possono anche distinguere le dottrine la cui diffusione è giovevole agli interessi della civiltà e della giustizia e produce una maggior somma di pace , di moralità , di benessere , dalle dottrine colle quali si può ottenere un effetto contrario ; le quali pur troppo non sono quelle che sempre presentano meno i caratteri della diffusibilità . Noi , ad esempio , crediamo che la democrazia sociale minacci l ' avvenire della civiltà moderna , eppure bisogna riconoscere che essa si fonda sul sentimento della giustizia , sulla invidia e sulla sete dei godimenti ; qualità così diffuse negli uomini , specialmente in quelli presenti , che sarebbe errore grandissimo negare alle dottrine socialiste una gran forza di propaganda . Si rammenta sempre l ' esempio del Cristianesimo che trionfò malgrado le persecuzioni , e del liberalismo moderno che vinse i tiranni che lo comprimevano . Ciò dimostra soltanto che una persecuzione condotta male non può bastare a tutto , e che vi sono forse dei casi in cui la forza stessa non basta ad arrestare una corrente d ' idee ; ma l ' eccezione non può servire di fondamento ad un principio generale . La verità è che quasi sempre se le persecuzioni mal fatte , tardivamente intraprese , condotte con mollezza ed oscitanza , possono anche giovare al trionfo di una dottrina , la persecuzione spietata , energica , che colpisce la dottrina avversaria appena essa si manifesta , è il modo più adatto per combatterla . Il Cristianesimo non sempre nell ' impero romano fu perseguitato energicamente , ebbe lunghi periodi di tolleranza , e le persecuzioni stesse furono di frequente parziali , limitate cioè in qualche provincia ; infine non trionfò definitivamente se non quando un imperatore , che aveva in mano la forza costituita , cominciò a favorirlo . Similmente la propaganda liberale non solo non fu ostacolata , ma fu quasi aiutata dai governi dalla metà del secolo decimottavo fino alla Rivoluzione francese . Combattuta in seguito con intermittenza e non mai contemporaneamente in tutto il mondo europeo , trionfò quando i Governi stessi si convertirono o furono colla forza , interna od esterna , abbattuti . Di fronte a questi due esempi dubbi quanti altri ve ne sono decisamente contrari . Lo stesso Cristianesimo nei suoi inizi difficilmente si diffuse fuori dei confini dell ' impero romano ; in Persia , ad es . , non fu accolto , non solo perché trovò ostacolo nella religione nazionale , ma anche perché vi fu energicamente perseguitato . Colla spada e col fuoco Carlo Magno , durante lo spazio di una generazione , lo impiantò fra i Sassoni . L ' evangelizzazione dell ' impero romano avea richiesto secoli ; pochi anni bastarono a quella di molti paesi barbari , perché una volta convertiti i Re ed i grandi , il popolo in massa chinava la cervice al battesimo . In questo modo molto spiccio la croce fu impiantata nei diversi regni anglo ­ sassoni , in Polonia , in Russia , nei paesi scandinavi ed in Lituania . Nel secolo decimosettimo la religione cristiana , fu quasi spenta nel Giappone mediante una persecuzione spietata e quindi efficace . Colla persecuzione il Buddismo fu sradicato dall ' India sua patria , il Mazdeismo dalla Persia dei Sassanidi ed il Babismo dalla Persia moderna , la nuova religione del Taeping dalla China . mercé la persecuzione sparirono gli Albigesi dalla Francia meridionale ed il Maomettismo ed il Mosaismo furono sbarbicati dalla Spagna e dalla Sicilia . La Riforma religiosa in fondo non trionfò che in quei paesi in cui fu appoggiata dai Governi ed in qualche caso da una rivoluzione vittoriosa . La stessa rapida diffusione del Cristianesimo , che si attribuisce a miracolo , è nulla di fronte a quella ben più rapida del Maomettismo . Il primo in tre secoli si estese per tutto il territorio dell ' impero romano ; il secondo in soli ottanta anni allargò i suoi confini da Samarcanda ai Pirenei . Ma il primo agiva unicamente colla predicazione e la persuasione , il secondo impiegava a preferenza la scimitarra . Del resto il fatto che tutti i partiti politici e tutte le credenze religiose tendono ad esercitare un ' influenza su chi comanda , e , quando possono , a monopolizzare il comando , è la miglior prova che essi , anche se non lo confessano apertamente , hanno l ' intima convinzione che il disporre di tutte le forze più efficaci di un organismo sociale , e specialmente di lino Stato burocratico , sia il modo migliore per diffondere e sostenere le loro dottrine . XI . - - Indipendentemente dall ' uso della forza materiale , sugli altri modi che usano le varie religioni ed i partiti politici per attirare le turbe , per conservare sopra di esse il predominio e sfruttarne la credulità , ci sono da fare osservazioni analoghe a quelle che abbiamo già fatte , relativamente alla necessità che hanno i fondatori di dottrine e le dottrine stesse di adattarsi ad una certa mediocrità morale . I seguaci di ogni sistema politico o religioso usano su questo riguardo rilevare accuratamente le pecche degli avversari , avendo la pretensione di esserne mondi , ma in fatti tutti sono , con molte gradazioni è vero , più o meno intinti della stessa pece . In verità , come abbiamo già accennato , si può essere perfettamente morali finché non si viene in contatto cogli altri uomini e sopratutto finché non si ha la pretensione di gridarli , ma quando si vuole dirigere la loro condotta , allora è necessario far giuocare tutte le loro molle sensibili , sfruttare tutte le loro debolezze , e chi volesse soltanto fare appello ai loro sentimenti generosi sarebbe assai facilmente vinto da altri meno scrupoloso . Gli Stati non si governano coi paternostri , diceva Cosimo dei Medici ( il padre della patria ) : ed invero è difficile assai il condurre le moltitudini secondo certe vedute , quando non si sa all ' occorrenza lusingare le passioni , soddisfare fantasie ed appetiti ed incutere paura . A guardarci bene si vede che le arti usate per adescare le turbe , in tutti i tempi ed in tutti i luoghi , hanno avuto ed hanno una grande analogia , perché è occorso sempre di mettere a profitto le stesse debolezze umane . Tutte le religioni , anche quelle che rinnegano il soprannaturale , hanno il loro speciale stile declamatorio , con cui si fanno le prediche , i discorsi od i sermoni ; tutte hanno per colpire la fantasia il loro rituale e le loro pompe esteriori ; le processioni alcune le fanno coi ceri e salmodiando litanie , altre dietro le bandiere rosse al suono della marsigliese o cantando l ' inno dei lavoratori . Religioni e partiti politici mettono ugualmente a profitto i vanitosi e creano per loro gradi , uffici e distinzioni , ed ugualmente sfruttano i semplici e gli ingenui e gli avidi di sacrificio o di notorietà per creare il martire , e , una volta ottenuto il martire , hanno cura di mantenerne vivo il culto , che serve tanto a rafforzare la fede . Altra volta nei conventi si soleva scegliere il più baccellone dei frati e lo si accreditava come santo , attribuendogli anche miracoli , e ciò allo scopo di aumentare la celebrità e quindi la ricchezza e l ' influenza del sodalizio , le quali erano sapute ben adoperare da coloro che aveano diretto la commedia . Ai giorni nostri sette e partiti politici sono abilissimi nel creare l ' uomo superiore , l ' eroe leggendario , il carattere che non si discute , il quale serve anche esso a mantenere il lustro della congrega e procaccia ricchezze e potere ai furbi che ne fanno parte . Quando il conte zio rammentava al padre provinciale dei cappuccini le marachelle che il padre Cristoforo avea commesse in gioventù : è la gloria dell ' abito , rispondeva di botto il padre provinciale , che uno che al secolo ha potuto far dire di sé , con quest ' abito indosso diventa tutt ' altro . Questa è senza dubbio risposta prettamente fratesca , ma agiscono peggio dei frati partiti e sette politiche , che , purché i loro adepti siano fedeli alla bandiera , ne coprono e ne scusano le peggiori ribalderie . Per essi chiunque porta l ' abito indosso diventa di botto tutt ' altro . Quel complesso di dissimulazioni , artifici e furberie , che va comunemente inteso col nome di gesuitismo , non è proprio soltanto dei seguaci di Loyola ; forse questi ebbero l ' onore di dargli il nome perché lo coordinarono , lo perfezionarono e quasi lo costituirono a sistema ; ma in fondo lo spirito gesuitico non è che una esagerazione dello spirito settario portato alle ultime conseguenze . Tutte le religioni e tutti i partiti , che , con più o meno sincerità iniziale d ' entusiasmo , si sono prefissi di condurre gli uomini secondo un dato scopo , hanno , con maggiore o minor temperanza , usato modi analoghi a quelli dei Gesuiti e qualche volta forse anche peggiori . Il principio che il fine giustifica i mezzi si è adottato per il trionfo di tutte le cause e di tutti i sistemi sociali e politici ; per tutti i partiti , come in tutti i culti , vige l ' usanza di giudicare uomini grandi solo quelli che militano nelle loro file , gli altri tutti essendo bricconi o cretini ; e , quando peggio non si può fare , si mantiene un ostinato silenzio sui meriti degli individui , che stanno fuori della chiesa o della chiesuola . Tutti i settari praticano l ' arte di mantenere formalmente e letteralmente la parola data violandola nella sostanza ; tutti conoscono il modo di torcere la narrazione dei fatti a loro profitto ; tutti sanno trovare i caratteri semplici e timorati e conoscono le vie di cattivarsene la fiducia ed averne aiuti e sussidi per l ' idea e per le persone che la rappresentano e ne sono gli apostoli . Purtroppo perciò anche se i Gesuiti sparissero il gesuitismo resterebbe ; e basta guardarsi un poco attorno per essere convinti di questa verità . XI . - - E difficile assai che venga un giorno in cui le lotte e le gare fra religioni e partiti diversi debbano finire ; ciò sarebbe possibile quando tutto il mondo civile appartenesse ad unico tipo sociale , ad unica religione , e non vi fossero più dispareri sul modo di raggiungere un miglioramento sociale . Or , senza accogliere le teorie di qualche autore tedesco che ammette la necessità dei partiti politici , perché rispondono alle varie tendenze , che si manifestano nelle diverse età , dell ' uomo , noi possiamo facilmente constatare che qualunque nuova religione , qualunque nuovo indirizzo politico , che arrivano a raggiungere un certo successo , si suddividono ordinariamente in altre sette ; nelle quali gli istinti della disputa e della lotta trovano il loro sfogo , e che combattono fra loro collo stesso zelo e lo stesso accanimento , che prima adoperavano contro le religioni ed i partiti avversari . I numerosi scismi e le eresie continuamente ripullulanti del Cristianesimo , del Maomettismo e di tante altre religioni , lo divisioni che già , nascono in seno alla democrazia , sociale , ancor lontana , dal suo trionfo , che forse non raggiungerà mai , provano la difficoltà straordinaria di attuare quell ' universalità , di un solo mondo morale ed intellettuale , alla quale abbiamo accennato . Del resto , ammesso anche che essa , si possa facilmente conseguire , non ci pare desiderabile : finora la libertà , di pensare , osservare e giudicare serenamente e spassionatamente uomini e cose è stata possibile , sempre , s ' intende , per pochi individui , solo in quelle società il dominio delle quali è stato conteso da diverse correnti religiose e politiche . Questa stessa condizione , abbiamo già visto al capitolo quinto , essere indispensabile quasi per ottenere quella maggior giustizia nei rapporti fra governanti e governati , che è compatibile coll ' imperfetta natura umana , il che sarebbe ciò che comunemente viene inteso per libertà politica . Nelle società infatti nelle quali la scelta fra più correnti religiose e politiche non è più possibile , perché una sola è riuscita ad imporsi esclusivamente , il pensatore isolato ed originale deve tacere , e , al monopolio morale ed intellettuale , si unisce infallibilmente quello politico a pro di una casta o di una sola forza sociale . Base delle moderne dottrine massoniche è la credenza , che l ' uomo tende a divenire fisicamente , intellettualmente e moralmente sempre più sano ed elevato , e che solo l ' ignoranza e la superstizione , che hanno generato le religioni dommatiche , lo hanno allontanato e lo allontanano dal seguire questa via , che sarebbe per lui la più naturale , e lo hanno spinto alle persecuzioni , alle stragi , alle lotte fratricide . Un simile modo di vedere non ci pare accettabile . Quelle che ora molti chiamano superstizioni , tutte le religioni rivelate , non sono state certo insegnate all ' uomo da un Ente extra umano , ma furono create dagli uomini stessi e nella natura umana hanno trovato il loro alimento e la loro ragion d ' essere . Esse non sono che solo in parte , e qualche volta minima , responsabili delle lotte , delle stragi e delle persecuzioni , dovute spesso più alle passioni degli uomini che ai dommi che le religioni insegnano . Anzi crediamo che la scusa dei tempi e dei fanatismi religiosi e politici non valga a togliere , innanzi la storia imparziale , che una piccola frazione della responsabilità individuale per gli eccessi di ogni genere ; perché in ogni tempo , in ogni religione , in ogni dottrina , ciascuno può e sa trovare quella tendenza , che alla sua indole è più confacente . E tanto ciò è vero che il Maomettismo non impedì a Saladino di essere umano e generoso anche cogli infedeli , come il Cristianesimo non mitigò la ferocia di Riccardo cuor di leone ; che la stessa religione , che diede Simone di Monfort e Torquemada , diede pure S . Francesco d ' Assisi e Santa Teresa , che nello stesso anno 1793 , in cui vissero ed operarono Marat , Robespierre e quel convenzionale Carrier , che a Nantes faceva annegare a migliaia i bambini dei Vandeisti , il capo vandeista Bon champs , ferito , al letto di morte implorava ed otteneva la vita e la libertà di quattromila prigionieri repubblicani , che i suoi commilitoni volevano moschettare . Del resto lotte vivissime si sono avute , e persecuzioni e stragi , nell ' ultimo secolo , si sono perpetrate in nome di altre dottrine , che non hanno alcun fondamento nel soprannaturale e proclamano la libertà , l ' uguaglianza e la fratellanza di tutti gli uomini . In verità il sentimento , che nasce spontaneo da una rapida e spregiudicata sintesi della storia dei popoli , è la , compassione per le qualità contradittorie della povera razza umana : così ricca di abnegazione , così pronta alle volte al sacrificio individuale e nella quale , nello stesso tempo , ogni tentativo più o meno indovinato , e qualche volta non indovinato affatto , per raggiungere un miglioramento morale e quindi materiale , va unito allo sfrenarsi di odii , di rancori , delle passioni peggiori . Tragico destino quello degli uomini : i quali , pur aspirando sempre a conseguire ed attuare il bene , trovarono nello stesso tempo il modo di scannarsi e perseguitarsi a vicenda , fino a ieri , per l ' interpretazione di un dogma o di un passo della Bibbia ; hanno continuato a scannarsi ed a perseguitarsi oggi per inaugurare il regno della libertà , dell ' uguaglianza e della fratellanza ; e forse si scanneranno , si perseguiteranno , si martirizzeranno atrocemente domami , quando , in nome della democrazia , sociale , si vorrà fare sparire dal mondo ogni traccia dì violenza e d ' ingiustizia . CAPITOLO VIII . Le rivoluzioni . I . Carattere delle rivoluzioni nelle città elleniche e nei Comuni medioevali . - - II . Guerre civili e rivoluzioni in Roma antica , nell ' Europa feudale e nei paesi maomettani . - - III . Rivoluzioni in China . - - IV . Insurrezioni di carattere nazionale . - - V . Insurrezioni rurali in Europa . - - VI . Rivoluzioni tipiche della Francia moderna . - - VII . Condizioni per la riuscita di queste rivoluzioni . I . - - Abbiamo esaminato i modi come si formano e si affermano le correnti d ' idee , di sentimenti e di passioni , che ordinariamente influiscono a mutare l ' indirizzo delle società umane . Resta a vedere in qual maniera queste correnti riescano talora materialmente ad imporsi : mediante l ' uso della forza , cambiando anche gli individui che stanno al potere e facendo si che essi rappresentino i loro principii . Simili mutamenti , nelle società che hanno raggiunto un certo sviluppo nella loro organizzazione , possono avvenire o per iniziativa o almeno col consenso di quella frazione della società , alla quale suole essere affidata la tutela di tutto il corpo politico e che , nei casi ordinari , ha il monopolio delle armi , oppure per opera di altri elementi e forze sociali , che quella frazione riescono a vincere . Allora ha luogo quel fenomeno , abbastanza frequente nella storia contemporanea , che comunemente chiamasi rivoluzione e che sarà ora nostro cómpito di brevemente analizzare . I rivolgimenti dei piccoli Stati , nei quali l ' organizzazione burocratica non esiste o è assolutamente embrionale , non hanno che un ' analogia del tutto apparente con quelli dei grandi e sopratutto colle rivoluzioni moderne . Nell ' antichità classica , ad esempio , quando un tiranno diveniva padrone di una città , oppure un ' oligarchia si sostituiva alla democrazia , e spesso anche quando il tiranno o l ' oligarchia venivano rovesciati , in fondo si trattava sempre di una cricca , più o meno numerosa , che , nella direzione della cosa pubblica , ne sostituiva un ' altra . Rasando lo Stato greco funzionava regolarmente , tutta la classe governante , cioè tutti coloro che non erano né schiavi , né stranieri domiciliati , né operai manovali partecipavano alle funzioni politiche . Quando si stabiliva il regime tirannico , ovvero oligarchico , o anche duella degenerazione della democrazia che dicevasi oclocrazia , allora una frazione di questa classe usurpava per sé tutto il potere a detrimento del l ' altra , che veniva in parte uccisa , in parte spogliata dei beni ed esiliata . Alla loro volta i vincitori dovevano temere le rappresaglie dei vinti , i quali se riuscivano a superarli li trattavano alla stessa maniera . La lotta era quindi condotta a base di forza e di furberia , cogli assassinii e le sorprese , e le parti in lizza spesso ricorrevano all ' appoggio degli stranieri o di qualche pugno di mercenari e , una volta vittoriose , usavano occupare la rocca e togliere le armi a tutti coloro che non erano fra i loro accoliti , e queste , essendo allora abbastanza costose , non si potevano facilmente rimpiazzare . Raro avveniva , come nel caso delle imprese condotte da Pelopida ed Epaminonda a Tebe e da Timoleone a Siracusa , che si profittasse della vittoria per stabilire un regime meno sanguinario e violento , ed in questo caso la benefica innovazione durava solo quanto l ' influenza personale o la vita di colui , che ne era stato autore . Qualche altra volta invece la fazione usurpatrice riusciva a mantenersi al potere per più di una generazione , come avvenne per i Pisistraditi e per i due Dionigi . Agatocle , uno dei peggiori tiranni del mondo greco , mori vecchio ed era , arrivato al potere da giovane , e pare che solo il veleno sia riuscito ad abbreviare la sua vita ed il suo governo . Nei Comuni italiani , la cui organizzazione politica somigliava a quella della classica Grecia , rivissero le abitudini dell ' antico Stato ellenico : una fazione con a capo un signore sbandiva gli avversari o li assassinava , e in tutti e due i casi s ' impadroniva dei loro beni ; spesso bisognava sopraffare per non essere sopraffatti . Ordinariamente le due famiglie più ricche e potenti del Comune se ne contendevano armata mano la supremazia ; anche esse , come gli antichi capi ­ parte greci , appoggiandosi , quando potevano , agli aiuti stranieri ed ai mercenari . Così Torriani e Visconti si disputarono il possesso di Milano e la scena , con poche varianti , si ripetè nei Comuni minori . Paci , tregue , intenerimenti religiosi , provocati da frati e da cittadini dabbene , come quello che racconta il buon Dino Compagni , non ottenevano che un effetto momentaneo e , peggio ancora , spesso non erano che arti colle quali i più ribaldi sopraffacevano i meno malvagi assalendoli quando erano impreparati e indifesi . Col Rinascimento i costumi si fecero meno armigeri , la lotta in campo aperto più rara , ma la perfidia ed il tradimento diventarono ancor più sottili e con il lungo uso furono quasi innalzati all ' altezza di scienza . In qualche città prevalsero i così detti modi civili : in Firenze i potenti , ad esempio , si strinsero fra loro con parentadi , mantennero un certo equilibrio e conservarono la preponderanza riempiendo le borse ( ora sarebbero le liste elettorali ) con i loro clienti . Questa fu la politica che segui l ' oligarchia mercantile con a capo gli Albizzi finché fu vivo Niccolò d ' Uzzano e quella che segui Cosimo dei Medici coi suoi consorti , sebbene , all ' occorrenza , sapesse usare altri mezzi . Altrove , nelle Romagne e nell ' Umbria , le lotte si prolungarono fin dopo il 1500 , come tra veri masnadieri . A Perugia gli Oddi , cacciati dai Baglioni , li sorpresero di notte ; ma i Baglioni combatterono perfino in camicia e non si fecero sopraffare ; vittoriosi poi si sterminarono fra di loro . Oliverotto da Fermo ottenne la signoria della sua città trucidando , a capo della sua compagnia di ventura , suo zio ed i maggiorenti del luogo , che l ' avevano invitato ad amichevole banchetto . Tanto nelle lotte civili delle città greche , quanto in quelle dei Comuni italiani , la temperanza e l ' umanità poco potevano giovare , la prevalenza dovea ordinariamente restare ai più pronti ed ai più furbi , a coloro che meglio sapevano fingere e meno pativano di scrupoli . Anche il caso fortuito avea una gran parte nella buona riuscita di un ' impresa e si raccontano in proposito molti episodi romanzeschi . Un cane che latrava , un ' ubbriacatura presa qualche ora prima o dopo , una lettera letta a tempo o rimandata chiusa per l ' indomani , decidevano del successo di un colpo di mano ; come avvenne quando Epaminonda e Pelopida s ' impadronirono di Tebe ed Arato di Sicione . È da notare poi che , tanto le lotte civili che tormentarono gli Stati greci , quanto quelle che dilaniarono i Comuni italiani non contribuirono sensibilmente a maturare alcun vero cambiamento sociale . Mutavano i governanti , ma la società , chiunque trionfasse , rimaneva quasi sempre organizzata alla stessa maniera . I grandi fattori storici , la scienza e l ' arte ellenica , l ' emancipazione dei servi della gleba , il rinascimento artistico e letterario , si svolsero indipendentemente dalle gare sanguinose , che turbarono la Grecia e l ' Italia . Tutto al più le guerre civili non poterono influire che a ritardarne lo sviluppo , simili in ciò alle guerre esteriori , rendo ed abbattendo un paese ne ostacolano economici ed intellettuali . Qualunque scienza politica , basata poi esclusivamente sull ' osservazione dei periodi storici ai quali abbiamo accennato , non potea riuscire che incompleta e superficiale . E tale è appunto quella che si rivela nella famosa opera di Machiavelli intitolata il Principe , troppo vituperata , troppo lodata , ed alla quale in ogni caso si è attribuita soverchia importanza .. Al giorno d ' oggi un osservatore , che tenesse mente al modo come nelle Borse , nelle Società anonime , e nelle Banche si fanno e si disfanno le fortune private , potrebbe facilmente scrivere un libro sull ' arte di arricchirsi , nel quale dovrebbe probabilmente dare consigli tali sui modi di parere onesto e di non esserlo e di rubare scansando la Corte d ' assise , da far diventare facezie innocenti i precetti che si trovano nel libro del segretario fiorentino . Ma , l ' abbiamo già accennato , un simile lavoro non farebbe parte della scienza economica , come l ' arte di arrivare al potere e restarci , in date condizioni sociali , non è la scienza politica . E che non si tratti di scienza , cioè di grandi leggi psicologiche che si ritrovano in tutte le grandi società umane , è provato dal fatto che i suggerimenti del Machiavelli potevano giovare forse a Ludovico il Moro od a Cesare Borgia , come probabilmente avrebbero servito a Dionigi , ad Agatocle ed a Giasone di Fere , ai dey di Algeri , ad Ali Tebelen ed anche a Mehemet Alì , quando questi esclamava che l ' Egitto era all ' asta e sarebbe rimasto a colui che avrebbe speso l ' ultima somma e dato l ' ultimo colpo di sciabola ; ma agli uomini politici dell ' Europa moderna od a quelli della Repubblica romana avrebbero apportato un sussidio molto scarso . Sebbene , a scanso di equivoci , convenga confessare che la rettitudine , l ' abnegazione e la buona fede forse in nessun luogo ed in nessun tempo siano state e siano le qualità più adatte per conseguire il potere e conservarlo . Dopo guanto abbiamo già esposto non occorre neppure di far rilevare che negli Stati moderni , di organizzazione molto complicata , assai più vasti degli antichi e poggiati sulla burocrazia e gli eserciti stanziali , è impossibile compire le rivoluzioni mediante uno o più colpi di pugnale od organizzando bene una sorpresa od un ' imboscata : perciò i rivoluzionari moderni inspirandosi a quelli classici commettono un grossolano anacronismo . Ciò non vuol dire però che le reminiscenze classiche siano affatto inutili , perché esse sono sempre molto adatte a riscaldare i cervelli dei giovani ed a mantenere l ' ambiente rivoluzionario , e , fin dall ' epoca del Rinascimento , furono in questo senso abilmente sfruttate . Se il regicidio infatti ora non basta a rovesciare un Governo , l ' assassinio politico può sempre servire a spargere la titubanza ed il terrore nei capi della classe governante ed a renderne meno energica l ' azione ; inoltre , siccome quasi tutti gli assassini politici soccombono nell ' esecuzione delle loro imprese , così diventano martiri di un ' idea , ed il culto che loro si viene ti tributare è uno dei mezzi meno onesti , ma non meno efficaci , per mantenere una propaganda rivoluzionaria . II . - - Roma repubblicana fu in complesso lo Stato antico in cui la difesa giuridica fu meglio assicurata e le lotte civili perciò meno sanguinose e più rare . Durante i lunghi contrasti fra patrizi e plebei , nel foro non mancarono i tumulti e qualche volta si trascorse anche fino alle pugnalate , qualche altra volta accadde che una mano di facinorosi occupasse di sorpresa il Campidoglio , ma , per secoli interi , non ci furono fazioni che usurpassero violentemente il potere trucidando ed esiliando gli avversari . Quando furono uccisi i Gracchi per ben due volte lo svolgersi legale delle votazioni fu impedito col sangue , e quando poi fu violentemente rivocata la deliberazione dei comizi , che affidava , il comanda della guerra d ' Asia a Silla , avvenne che questi , con esempio nuovo , entrasse in città a capo di un esercito . Giacché le legioni , militando lungamente fuori d ' Italia , aveano acquistato il carattere di eserciti stanziali ed erano divenuti tali da potere essere strumenti ciechi in mano dei loro capi . Sicché fra eserciti regolari si combatterono poi le guerre civili , ed il capo dell ' ultimo esercito che in queste guerre fu vittorioso , Ottaviano Augusto , mutò stabilmente la forma di governo e diè principio alla monarchia burocratica e militare . D ' allora in poi le soldatesche regolari si arrogarono il diritto di mutare non già la forma , ma il Capo del Governo . Nell ' Europa feudale , ed in generale in tutti i popoli feudalmente organizzati , le lotte civili e le rivoluzioni assunsero ed assumono sempre il carattere di guerre fra le fazioni in cui si dividevano o si dividono i baroni o capi locali . Così avveniva che in Germania all ' elezione di un nuovo imperatore spesso si formassero fra i baroni e le città , libere due partiti , che si combattevano a vicenda , ognuno seguendo il sovrano di sua scelta che proclamava legittimo . Altrove , come in Sicilia all ' epoca delle lotte fra la nobiltà latina e la catalana , le parti contendenti si disputavano il possesso persona del Re o del principe o principessa ereditaria , giacché questo possesso dava il modo ad una fazione di mettersi sotto lo scudo della legittimità o di proclamare ribelli e felloni gli avversari . Per analoghe ragioni in Francia Borgognoni ed Armagnacchi si contendevano il possesso della persona del Re o del Delfino . Altre volte i baroni si schieravano sotto gli stendardi di due dinastie rivali , come avvenne in Inghilterra durante la guerra delle due Rose . Quando poi tutta o quasi tutta la nobiltà si sollevava unanime contro un sovrano , allora la rivoluzione era presto compiuta ed il Re veniva , agevolmente sbalzato e ridotto all ' impotenza ; quest ' ultimo caso , non raro in tutti i regimi feudali , accadde con una certa frequenza nella Scozia . Come nelle lotte civili degli Stati greci e dei Comuni italiani , così pure in quelle intestine fra i baroni dello stesso regno , la parte vincitrice soleva , quando ciò era possibile , spossessare i vinti dei loro feudi , che distribuiva fra i suoi accoliti . Se gli assassinii e sopratutto gli avvelenamenti erano più rari , ai vinti , quando non perivano sul campo di battaglia , sovrastava spesso la scure del carnefice . Tutta la nobile famiglia Chiaramonti peri a Palermo sul palco fatale ; sul palco e sui campi di battaglia fu sterminata quasi tutta la vecchia nobiltà inglese durante le successive vittorie e sconfitte delle due case di Yorck e di Lancaster . In Francia parecchi capi Armagnacchi furono assassinati , altri uccisi a furor di popolo dalla plebe di Parigi , ed assassinato alla sua volta moriva Giovanni senza paura duca di Borgogna . Nei paesi maomettani , non tenendo conto degli intrighi di serraglio , che producono la deposizione e la morte di un sultano e ne elevano un altro , le rivoluzioni propriamente dette , mentre da un lato hanno molta analogia con le lotte che si combattevano nell ' Europa feudale , dall ' altro racchiudono spesso i germi di un movimento , che ora chiameremmo socialista , nascosto e dissimulato da una riforma religiosa . Difatti , malgrado che gli sforzi di molti sovrani orientali ed africani per circondarsi di truppe regolarmente assoldate siano alle volte abbastanza riusciti , pure , nella maggioranza delle popolazioni musulmane , specialmente in quelle che abitano la campagna e che menano una vita più pastorale che agricola , l ' antichissima organizzazione delle tribù si è conservata , e l ' insurrezione dei capi di esse , come quella dei baroni europei , per sostenere un pretendente al trono od i diritti di una nuova dinastia è rimasta sempre un fatto possibile . Fra le tribù stesse poi può sempre sorgere un novatore , il quale pretenda di ricondurre l ' Islam alla primitiva purezza e predichi una riforma religiosa , ed allora , se la sua propaganda è seguita dal successo , si ha la rivoluzione religiosa e sociale . Giacché nei paesi orientali ed anche nel nord dell ' Africa , se non vi é la lotta di classe fra capitalisti e proletari , che si vorrebbe inaugurare nell ' Europa moderna , si è mantenuto per diecine di secoli e dura sempre il sordo antagonismo fra le tribù povere e brigantesche del deserto e della montagna e quelle più ricche , che abitano i fertili piani , e più ancora fra le prime , e le imbelli e doviziose popolazioni delle città . Né si può dire che l ' Islam non offra appiglio al risorgere del vecchio spirito egalitario dispregiatore delle ricchezze e dei godimenti , che già troviamo in alcuni profeti ebraici , in Isaia ed in Amos il mandriano di Tecoa . Se Maometto non disse che era più facile che un carrello passasse attraverso la cruna di un ago anziché un ricco andasse in Paradiso , era però assai amante della semplicità dei costumi , e delle gioie di questo mondo non pregiava che le donne ed i profumi . Una volta che si presentarono a lui come ambasciadori ottanta cavalieri dei Beni ­ Kende , tribù recentemente convertita all ' Islamismo , in magnifico arnese con abiti di seta , egli fece subito loro osservare che la nuova religione non permetteva il lusso , e quelli stracciarono subito le ricche vestimenta . Il secondo califfo Omar , che conquistò tante terre e tanti tesori , desinava frugalmente per terra , e , quando morì , lasciò per eredità personale un solo abito e tre dramme . Così si spiega facilmente come nella Barberia , durante l ' undecimo e dodicesimo secolo , le vecchie dinastie arabe venissero vinte e spossessate dalla riforma religiosa degli Almoravidi , che alla loro volta furono rovesciati da una nuova riforma religiosa , detta degli Almohaidi . In tutti e due i casi le tribù del deserto o della montagna caldeggiarono le dottrine riformatrici e si sovrapposero alle popolazioni più colte e più ricche del Tell o zona marittima . Elementi consimili si possono facilmente trovare nella setta dei Wahabiti dell ' Arabia e nelle più recenti fortune del Mahadismo dell ' alto Nilo . Va da sé che come i prischi Saraceni , una volta padroni delle ricche contrade della Siria , della Persia , e dell ' Egitto , dimenticarono la frugalità dei Sarabehoni , ossia degli uomini che avevano conosciuto il Profeta , qualcuno dei quali nella sua vecchiaia ebbe campo di scandalizzarsi per il fasto spiegato dai califfi Ommiadi di Damasco , che fu poi superato dai califfi Abbassidi di Bagdad ; così anche nel caso degli Almoravidi ed Almohaidi , la natura umana presto trionfò dell ' ardore settario . Anche questi infatti , una volta in possesso delle reggie di Fez e di Cordova , obliarono la vita semplice che avevano praticato e predicato negli altipiani al di là dell ' Atlante , ed adottarono tutte le raffinatezze del lusso orientale . Se risultati perfettamente identici non hanno dato i Wahabiti , i Mahdisti ed altre sette maomettane , ciò è avvenuto per la minor fortuna che finora esse hanno avuto . III . - - In China le rivoluzioni ed i rivolgimenti violenti non sono stati rari , ci riesce però ancora difficile di apprezzare le cause sociali di quelli molto antichi . Sappiamo che l ' Impero Celeste è passato attraverso regimi economici e politici diversi , che da Stato feudale , che era prima , è diventato uno Stato burocratico ; a seconda di questi cambiamenti hanno dovuto , certo cambiare i motivi e le forme delle ribellioni . Ci è noto gusto : che , quando l ' educazione di una dinastia era molto decaduta , quando principi fiacchi facevano governare le donne e gli eunuchi o perdevano il tempo a cercare la bevanda dell ' immortalità , e gli abusi dei funzionari oltrepassavano certi limiti , allora qualche governatore ribelle o qualche ardito avventuriero , posti a capo di bande d ' insorti , battevano qualche volta le truppe del Governo , aiutati dall ' universale malcontento , spossessavano la vecchia e fondavano una nuova dinastia . La quale conservava una maggiore energia per qualche generazione , finché anch ' essa s ' infiacchiva e di nuovo si accentuavano gli antichi abusi . Le invasioni dei barbari del settentrione e dei Tibetani occasionarono ed agevolarono spesso questi cambiamenti . Quando poi il paese intiero cadde sotto la dominazione dei Mongoli , col tempo maturò una di quelle potentissime reazioni dello spirito nazionale , che spesso si accentuano fra i popoli di antica civiltà , come avvenne nell ' antico Egitto colla cacciata degli Hiqsos , e come in questo secolo è accaduto in Grecia ed in Italia . Alla fine del secolo decimoquarto un gruppo di uomini entusiasti ed energici , con a capo il bonzo Rong ­ ou , sollevò lo stendardo della rivolta contro i Mongoli ed , aiutati dall ' esplosione del sentimento nazionale , che avvenne in tutta la China , riuscirono a ricacciare i barbari al di là della grande muraglia . Rong ­ ou fu il fondatore della dinastia dei Ming , che governò il paese fino allo scorcio del secolo decimosettimo . Durante il secolo decimonono la China , diventata uno Stato quasi completamente burocratizzato , ebbe un ' altra , rivoluzione che , sebbene non sia riuscita , pure merita , di essere ricordata , ed è importante sopratutto per l ' analogia che offre con quella che aveva messo sul trono il bonzo Rong ­ ou . In seguito al disordine che la guerra cogli Inglesi , terminata cogli svantaggiosi trattati del 1842 e 1844 , produsse in tutto l ' impero , una rivolta contro la dinastia straniera dei Tartari Manschù scoppiò nelle vicinanze di Nankin , l ' antica capitale dei Ming , il cuore del nazionalismo chinese . La cacciata dello straniero e la fondazione di una nuova religione , nella quale i dorami del Cristianesimo erano curiosamente mescolati ed adattati alle idee filosofiche ed alle superstizioni popolari dei Chinesi , fornirono la base morale della rivoluzione . Un maestro di scuola , letterato d ' infima classe , una specie di spostato , che rispondeva al nome di Rong ­ Sieou ­ Tsien , ne fu il capo supremo ; attorno a lui un gruppo di uomini energici , intelligenti , ambiziosi ne secondarono i primi movimenti e lo aiutarono tanto nell ' escogitare il sistema religioso e filosofico accennato , quanto nel dirigere le prime imprese dell ' insurrezione . La macchina burocratica chinese era allora profondamente scossa per le sconfitte toccate e la inferiorità manifestata di fronte agli Europei , i popoli erano malcontenti , sicché i primi successi dei ribelli furono rapidissimi . Entrati in Nankin nel 1853 , essi vi proclamarono il Taè ­ ping , cioè l ' éra della pace universale , e nello stesso tempo Rong ­ Sieou ­ Tsien , che certo non era un uomo volgare , fu assunto al grado di Imperatore Celeste e capo ­ stipite della nuova dinastia nazionale . Siccome però , anche in China , la forza bruta necessaria alla riuscita delle rivoluzioni si trova a preferenza nella feccia della società , i gregari dell ' esercito che dovea inaugurare la pace universale si reclutarono a preferenza fra i soldati disertori , i delinquenti sfuggiti alla giustizia , e , in generale , fra tutti i vagabondi e gli spostati , che abbondano nelle grandi città tanto chinesi che europee . Ben tosto i capi furono impotenti a frenare gli eccessi dei loro seguaci , e le bande del Taè ­ ping portarono dappertutto il saccheggio , la desolazione , la strage . Le mosse stesse della insurrezione non furono più dirette da un pensiero politico , ma dalla libidine del furto e del sangue , ed i paesi che essa dominava subirono tutti gli orrori di una vera anarchia . La nuova guerra coll ' Inghilterra e colla Francia scoppiata il 1860 e la insurrezione dei Maomettani del nord ­ ovest prolungarono per parecchi anni questo stato di cose , ma appena il Governo chinese , liberatosi in parte dai suoi imbarazzi , potè spedire forze considerevoli contro i ribelli , questi , che ornai aveano per duto interamente la simpatia delle popolazioni , si trovarono ridotti a mal partito . Nankin fu accerchiata , quasi tutti i primi compagni di Rong ­ Sieou ­ Tsien , i soli capaci di vedute politiche e larghi concetti , erano periti , e questi , attorniato da una massa raunaticcia pronta a saccheggiare come a tradirlo , disperando di resistere ancora , si avvelenò nel suo palazzo il 30 giugno 1864 . Venti giorni dopo le truppe imperiali , padrone di Nankin , decapitavano il giovane figlio del defunto capo dei ribelli , e soffocavano atrocemente nel sangue una rivolta che tra il sangue si era mantenuta . Adunque , anche nel Celeste Impero , come nei paesi maomettani e come in gran parte è accaduto in Europa , l ' idealità della concezione politica , in nome della quale nacque la rivoluzione , si turbò e si perdette quasi interamente appena si entrò nel periodo della sua attuazione . Ed un altro punto di contatto possiamo trovare fra la insurrezione del Taè ­ ping e quelle europee nel fatto che anche in China il movimento rivoluzionario fu preceduto e preparato dalle società secrete . Infatti , fin dal secolo decimottavo , si è avvertita colà l ' opera di associazioni occulte , che mantengono vivo il malcontento del popolo e l ' odio contro la dinastia straniera . Esse del resto sono sopravvissute alla rivolta , che avevano contribuito a suscitare . Pare anzi che all ' opera loro si debbano gai assassinii di parecchi europei , diretti a suscitare al Governo di Pechino imbarazzi colle Potenze occidentali , e che a queste società siano affiliati , proprio come accade in paesi molto più noti della China , patrioti ardenti e disinteressati , malfattori che del legame settario si valgono per procacciarsi l ' impunità , e perfino funzionari che ne approfittano alle volte per far carriera . IV . - - Fra le rivoluzioni europee hanno un carattere speciale quelle che rappresentano la reazione di un popolo sottomesso verso il popolo oppressore . Tali furono l ' insurrezione della Svezia contro la Danimarca sotto Gustavo Wasa , quella dell ' Olanda contro la Spagna , della Spagna stessa contro la Francia nel 1808 , della Grecia contro la Turchia , dell ' Italia contro l ' Austria , della Polonia contro la Russia . Queste insurrezioni somigliano più alle guerre esteriori fra due popoli anziché alle lotte civili , e sono quelle che più facilmente riescono . Oggi però coi grossi eserciti stanziali che abbiamo , il popolo che insorge , per avere forti probabilità di vittoria , deve già godere di una semi ­ indipendenza , in maniera che una parte di esso sia militarmente bene organizzata . Nella Spagna nel 1808 , oltre alle famose guerrillas , anche gli eserciti regolari presero parte attivissima a favore dell ' insurrezione ; in Italia al 1848 l ' esercito piemontese ebbe la parte principale nella lotta contro lo straniero , e le truppe regolari del Piemonte insieme agli alleati francesi diedero nel 1859 i colpi che decisero della sorte della penisola . Anche la Polonia , nel 1830 e 31 , potè lottare quasi un anno contro il colosso russo , perché esisteva fino allora un esercito polacco che sposò la causa nazionale . L ' insurrezione del 1863 e 1864 condotta da sole bande irregolari ebbe infatti risultati assai meno importanti e fu repressa mercé sforzi assai minori . Nella stessa classe di rivoluzioni va messa quella degli Stati Uniti contro l ' Inghilterra . Si sa che le colonie anglo ­ americane godevano , anche prima del 1776 , una larghissima autonomia ; sicché quando si strinsero in confederazione e proclamarono l ' indipendenza , poterono facilmente , un po ' colle antiche milizie dei vari Stati , un po ' coi volontari , organizzare una forza armata colla quale tennero in bilico le truppe mandate dalla madre patria a soggiogarli , finché , soccorsi dalla Francia , riuscirono ad emanciparsi interamente . Quando scoppiò la rivoluzione inglese del 1613 l ' Inghilterra non era ancora uno Stato burocratico , ed il Re Carlo I non poteva disporre che di uno scarsissimo esercito stanziale . Sicché dalla parte del Parlamento combatterono in principio le milizie dei Comuni , dalla parte del Re sostennero principalmente il peso della lotta i nobili di campagna , ossia i Cavalieri . Questi erano assai più esercitati nelle armi e furono sulle prime facilmente vittoriosi , ma quando Cromwell seppe formare pria un reggimento e poi un esercito di truppe stanziali e disciplinate , allora la lotta non fu più possibile ; ed alla testa di quell ' esercito il lord protettore non solo vinse i Cavalieri , ma sottomise la Scozia e l ' Irlanda , tenne a posto i Livellatori , mandò a casa poco garbatamente il lungo Parlamento e divenne il padrone assoluto delle isole britanniche . Certo la memoria di questi fatti per lungo tempo rese diffidenti gl ' Inglesi , amanti delle costituzionali franchigie , verso le truppe stanziali ; essa fece si che si lasciassero mancare a Carlo II e Giacomo II i mezzi per mantenere un grosso esercito stanziale , che si cercassero tutti i modi di tenere esercitate le milizie delle contee , e che si costringesse lo stesso Guglielmo d ' Orange a rinviare nel continente , con suo grande rammarico , quei vecchi reggimenti olandesi alla testa dei quali aveva rovesciato l ' ultimo degli Stuardi . V . - - Altro fenomeno sociale importante troviamo nelle insurrezioni contadinesche piuttosto frequenti in diverse contrade di Europa nella seconda metà del secolo decimottavo e nella prima metà di quello decimonono . Tali furono , a tacere di quelle che scoppiarono in Russia al principio dell ' impero di Caterina II , sotto colore di rimettere sul trono diverse persone che si spacciavano per lo Czar Pietro III morto assassinato , e di quella spagnuola del 1808 alla quale prese parte tutta la nazione , la grande insurrezione della Vandea nel 1793 , quella del Napoletano nel 1799 contro la repubblica partenopea , l ' altra dei calabresi contro Giuseppe Bonaparte del 1808 , quella del Tirolo nel 1809 e le diverse insurrezioni carliste della Biscaglia e della Navarra . Il Macaulay , parlando della insurrezione rurale che fu capitanata da Monmouth all ' epoca di Giacomo II , osserva che essa fu possibile , perché allora in Inghilterra i contadini erano tutti un po ' militari . E veramente una seria insurrezione delle plebi agricole è solo possibile dove esse hanno una certa abitudine alle armi ; o almeno dove la caccia , o il brigantaggio , o le lotte di famiglia e di campanile mantengono la famigliarità coi colpi di fucile . Nella Russia i moti che abbiamo già accennati , dei quali il più importante venne capitanato da Pugatcheff , furono una conseguenza dell ' odio che i contadini , i cosacchi , e tutti gli scorridori abituati alla libertà della steppa nutrivano per l ' accentramento burocratico , che allora , si andava accentuando e contro gli impiegati tedeschi , che di questo accentramento erano ritenuti principali autori . Però gl ' insorti mantennero sempre un carattere , che ora si direbbe lealista , percbè sostenevano che il vero Czar si trovava nel loro campo , e che la Czarina , che risiedeva a Pietro burgo ed a Mosca , era una usurpatrice . Sentimenti , da un lato conservatori e dall ' altro lato avversi alla soverchia ingerenza dello Stato , troviamo anche in tutte le insurrezioni contadinesche , generalmente avvenute quando i partiti novatori trionfanti , in nome della civiltà e del progresso , hanno voluto imporre sacrifici nuovi . I Vandeisti , infatti , per quanto malcontenti della Repubblica , che perseguitava i loro curati , benché irritatissimi per il supplizio di Luigi XVI , si sollevarono in massa soltanto nel marzo 1793 quando la Convenzione decretò una leva generale . I contadini del Napoletano nel 1799 , oltreché lesi dai novatori nelle loro abitudini e nelle loro credenze , furono dalle truppe francesi taglieggiati e saccheggiati in malo modo . Nella Spagna nel 1808 , oltre al sentimento cattolico e nazionale altamente offeso , diceva si e credevasi che gl ' invasori francesi venissero provveduti di gran numero di manette , che dovevano servire a condurre fuori del paese tutta la gioventù destinata ad essere arruolata negli eserciti napoleonici . Nella Biscaglia e nella Navarra spagnuola le diverse insurrezioni carliste sono state in gran parte causate dalla gelosia colla quale queste provincie hanno tutelato il mantenimento degli antichi fueros , che loro assicuravano molte immunità rispetto ai pubblici pesi ed un ' amministrazione locale quasi indipendente . I primi capi delle insurrezioni rurali sogliono essere per cultura e condizione sociale di poco superiori ai contadini . Il famoso cabecilla spagnuolo Mina era un mulattiere ; nel Napoletano al 1799 il solo Rodio era un leguleio di provincia , ma Pronio , Mammone e Nunziante facevano prima i mugnai o i sotto ­ ufficiali . Andrea Hoffer , il capo della insurrezione tirolese del 1809 , era un agiato oste : i moti iniziali dell ' insurrezione vandeista furono diretti dal barbiere Gaston , dal vetturale Cathelinau e dal guardacaccia Stofflet . Se però le classi superiori aderiscono all ' insurrezione , dando ad essa forza e consistenza , presto sorgono altri capitani di una condizione sociale superiore . Fu così che in Vandea i contadini andarono ai castelli dei signori , naturalmente esitanti perché capivano meglio le difficoltà dell ' impresa , e li persuasero o li costrinsero quasi a mettersi alla loro testa . Così furono trascinati nell ' azione i gentiluomini Lescure , Bonchamps , Larochejacquelin e Charette . Quest ' ultimo , freddo , astuto , di un ' attività e di un ' energia indomabili , spiegò subito tutte le doti di un perfetto capoparte ; sicché , invece di frenare gli eccessi dei suoi seguaci , fece loro commettere tutte le vendette che vollero , al fine di comprometterli e le garli irrevocabilmente alla causa della ribellione . Fra i capi delle rivolte rurali e conservatrici il solo che posa essere paragonato a lui è il biscaglino Zumalacarreguy , capo supremo della prima insurrezione carlista , che anch ' egli era un piccolo gentiluomo campagnuolo . Un carattere comune alle insurrezioni conservatrici dei contadini , come a quelle che in nome della libertà e del progresso si fanno nelle grandi città , è il seguente : per poco che esse durino presto si forma una classe di persone che vi prende gusto ed ha interesse a continuarle . Il primo movimento può avere un carattere di universalità , ma ben tosto nella massa si distinguono coloro che , una volta lasciate le abituali occupazioni , non vogliono tornarvi , perché sentono svilupparsi l ' istinto della lotta e delle avventure . Vi sono infatti uomini , che non attitudine per farsi molto avanti nei momenti ordinari della vita sociale , ma al contrario sanno farsi valere nei momenti eccezionali , come sono le guerre civili ; costoro hanno naturalmente la tendenza a che l ' eccezione diventi regola generale . Così vediamo che , dopo la prima fase , la più grandiosa , dell ' insurrezione vandeista , che si chiuse colla terribile rotta di Savenay , la guerra si prolungò ancora per anni , perché , attorno ai capi , si erano formati nuclei di uomini risoluti , che altro mestiere non volevano esercitare che quello del partigiano . Più si accentua questa tendenza quando la rivoluzione è un mezzo di far rapida fortuna , come avvenne a Rodio ed a Pronio , che diventarono di botto generali , ed a Nunziante e Mammone , che furono riconosciuti colonnelli . Nella Spagna il lievito rivoluzionario lasciato dai sei anni della guerra d ' indipendenza fermentò nelle successive guerre civili , nelle quali il nocciolo delle insurrezioni fu sempre formato da avventurieri che speravano fortune ed avanzamenti ; poiché molti gradi furono colà guadagnati servendo ed abbandonando in tempo le diverse parti combattenti . VI . - - Le rivoluzioni che rappresentano fatti sociali apparentemente più strani , perché dovuti a condizioni politiche più speciali , sono senza dubbio quelle scoppiate in Francia durante il secolo decimonono . Esse sono state infatti rese possibili solo da una eccessiva burocratizzazione e da altre circostanze peculiari alle quali brevemente accenneremo . Non mettiamo nel novero la grande rivoluzione del 1789 , che fu una vera dissoluzione delle classi e delle forze politiche che fin allora avevano diretto la Francia . Si sa che allora l ' amministrazione e l ' esercito , disorganizzati completamente dall ' inesperienza dell ' Assemblea nazionale , dall ' emigrazione e dalla propaganda dei clubs , non furono per parecchio tempo più al caso di far rispettare le decisioni di qualunque governo . Sicché il potere caduto dalle mani del Re non fu raccolto da un ministero che aveva la fiducia dell ' Assemblea costituente , ed appartenne volta per volta alla setta od all ' uomo che , in un dato giorno , sapea farsi seguire a Parigi da un nucleo di forza armata ; fosse questi La Fayette a capo della guardia nazionale o Danton colla plebe dei sobborghi armata di picche . Però fin d ' allora comincia a manifestarsi una tendenza che si andrà vieppiù accentuando nella prima metà del secolo decimonono . Coloro che dirigevano le insurrezioni cercavano sempre di impadronirsi della persona o delle persone , che rappresentavano il simbolo o l ' istituzione alla quale la Francia , o per antica tradizione o per fede nei principii nuovi , obbediva ; ed , una volta riusciti nel loro intento , erano realmente padroni del Paese . Così fecero gli insorti al 6 ottobre 1789 , quando , obbedendo evidentemente ad una parola d ' ordine , andarono a Versailles e s ' impadronirono del Re . Abolita la monarchia , fu contro la Convenzione nazionale che si diressero i colpi di mano , come quello del 31 maggio 1793 che fece l ' Assemblea la quale rappresentava la Francia , schiava di un pugno di marmaglia parigina . La provincia tentò allora di reagire , ma invano , perché l ' esercito restò obbediente ai comandi che venivano dalla capitale in nome della Convenzione , per quanto fosse notorio che questa era coartata . La stessa generale acquiescenza per tutto ciò che avveniva nella sede del Governo contribuì molto al felice risultato dei diversi colpi di stato , che avvennero sotto il Direttorio e fino allo stabilirsi dell ' impero napoleonico . Ma forse ancora più caratteristico è quello che avvenne nel 1830 , nel 1848 e nel 1870 . Dopo un combattimento più o meno lungo , qualche volta relativamente insignificante , con quella frazione di truppe , che difendeva nella capitale i fabbricati dove stavano i rappresentanti del supremo potere fin allora riconosciuto legittimo , la folla armata e disarmata fece fuggire sovrani e ministri , sciolse le assemblee e tumultuariamente formò un Governo , composto di uomini più o meno noti al paese , i quali s ' insediarono nei luoghi dove gli antichi capi del Governo erano soliti a governare , e di là , coadiuvati quasi sempre dai soliti funzionari , telegrafarono alla Francia che , grazie al popolo vittorioso , essi erano diventati i padroni del Paese ; e Paese , amministrazione ed esercito prontamente li obbedirono . Pare la storia della lanterna maravigliosa di Aladino , la quale quando , per caso od astuzia , capitava in mano ad uno , fosse egli anche un semplice ed ignorante fanciullo , subito i gemi lo servivano ciecamente e rendevano il possessore più ricco e potente dei sultani dell ' Oriente , senza che nessuno gli domandasse come e perché il prezioso talismano fosse pervenuto nelle sue mani . Si può obiettare che nel 1830 il Governo era diventato cieco strumento del partito legittimista , che era uscito dalla legalità , che una gran parte della Francia era decisamente contraria , all ' indirizzo politico che esso seguiva e che una parte stessa delle truppe agì mollemente o non agì del tutto nel momento decisivo . La catastrofe del 1870 contribuisce pure a spiegarci il cambiamento di Governo , che allora in Francia ebbe luogo . Ma nessun elemento di questo genere abbiamo per renderci ragione della subitanea rivoluzione del 1848 : né le Camere , né la burocrazia , né l ' esercito avevano allora simpatie per il Governo repubblicano , la maggior parte dei dipartimenti vi era contraria ; a Parigi stessa la guardia nazionale , in febbraio oscillante , perché desiderava la caduta del Ministero Guizot , nel marzo e nell ' aprile successivi fece manifestazioni reazionarie . Eppure bastarono poche ore di titubanza , perché Luigi Filippo , la sua famiglia ed i suoi ministri dovessero fuggire non da Parigi , ma dalla Francia , le Camere fossero annullato ed un Governo provvisorio , i cui membri furono , in mezzo ad una folla tumultuante , proclamati al Palazzo Barbone , assumesse , di punto in bianco , la direzione politica della Francia . Il cittadino Caussidière , fino al giorno avanti perseguitato dalla polizia , alla testa di un gruppo d ' insorti e con le mani ancora sporche di polvere , andò nel pomeriggio del 24 febbraio 1848 alla Prefettura di polizia e , fin dalla stessa sera , ne divenne il capo ed il direttore . L ' indomani tutti i capi servizio gli promisero la loro fedele cooperazione e , volenti o nolenti , mantennero la promessa . Il Blanc , nella prefazione dell ' opera testé citata , dice che Luigi Filippo cadde principalmente perché i suoi fautori lo sostenevano per interesse non già per devozione personale . Secondo quest ' autore , aveva il Re borghese pochi nemici , molti cointeressati , ma al momento del pericolo non si trovò un amico . Questa ragione crediamo che abbia un valore molto limitato ; giacché non ci pare che tutti coloro che sostengono una forma di governo debbano avere affezione personale od amicizia disinteressata per l ' individuo , che di questa forma sta a capo . Anzi questi sentimenti non possono essere sinceramente sentiti che dalle poche persone o poche famiglie , che stanno nella sua intimità . La devozione politica per un sovrano o anche per il capo di una repubblica è tutt ' altra cosa . Piuttosto , come abbiamo già accennato , ci pare invece che la causa principale dei subitanei rivolgimenti della Francia sia il soverchio accentramento burocratico , peggiorato dal regime parla mentare , il quale fa sì che gli impiegati siano già abituati ai cambiamenti di padrone e d ' indirizzo e sappiano per esperienza che a contentare chi sta in alto ci si guadagna molto e che a scontentarlo ci si perde assai . Con un simile regime ciò che abbisogna alla gran maggioranza dell ' esercito , della burocrazia ed anche a quella parte dalla popolazione che per interesse od istinto ama l ' ordine , è un governo ; non un dato governo ; sicché coloro che di fatto stanno a capo della macchina dello Stato trovano sempre le forze conservatrici pronte a sostenerli e l ' intiero organismo politico si muove quasi ugualmente , qualunque sia la mano che lo faccia , agire . Certo con questo sistema si può ottenere piuttosto un cambiamento nelle persone che hanno in mano il sapremo potere , anziché nel vero indirizzo politico di una società ; e ciò appunto è accaduto in Francia , dopo il 1830 , il 1818 ed il 1870 : giacché , se si vuole tentare un mutamento più radicale , gli stessi governanti usciti dalla Rivoluzione sono trascinati ad impedirlo , come avvenne nel giugno 1818 e nel 1871 , dagli elementi conservatori che sono i loro strumenti e nello stesso tempo i loro padroni . È pure indiscutibile che un forte sentimento della legalità e della legittimità del Governo preesistente ostacolerebbe l ' obbedienza passiva ad un nuovo regime sorto dalle barricate , ma un sentimento di questo genere per nascere ed affermarsi ha bisogno del tempo e della tradizione , ed in Francia troppo rapidi furono i cambiamenti avvenuti fino al 1870 perché la tradizione vi potesse attecchire . Bisogna finalmente tener presente che , durante il secolo decimonono , in Francia ed in gran parte d ' Europa le minoranze rivoluzionarie hanno potuto fare assegnamento non solo sulla simpatia delle masse povere ed incolte , ma anche , e principalmente forse , su quelle delle classi , che pure hanno una certa cultura . A torto od a ragione , si è , per tre quarti di secolo , insegnato alla gioventù che molte fra le più importanti conquiste della vita moderna si sono ottenute in seguito alla grande rivoluzione o colle rivoluzioni . Data una simile educazione , non è da maravigliare se i tentativi e le vittorie dei rivoluzionari non siano vedute con ripugnanza dalla generalità , fino a tanto almeno che non ne minacciano o danneggiano seriamente gli interessi materiali . Naturalmente i sentimenti ai quali abbiamo accennato devono essere per un pezzo più forti e diffusi in quei paesi nei quali gli stessi Governi di fatto o legali sono usciti da una rivoluzione ; in modo che , pur condannando le ribellioni in genere , devono pur celebrare quella buona , quella santa insurrezione dalla quale ripetono la loro origine . VII . - - Uno dei modi principali mercé i quali la tradizione e le passioni rivoluzionarie si sono mantenute in molti paesi d ' Europa sono le società politiche , specialmente quelle segrete . È nel loro seno infatti che si educano i gruppi dirigenti , che sanno poi fomentare le passioni delle masse e condurle verso un dato fine . Quando si potrà scrivere imparzialmente la storia del secolo decimarono essa si dovrà molto occupare dell ' efficacia colla quale qualche società segreta molto diffusa ha saputo spargere le idee liberali e democratiche , modificando profondamente e rapidamente l ' indirizzo intellettuale di una gran parte della società europea . Giacché , se non si tenesse conto di una propaganda attiva , organizzata e ben diretta , difficilmente si potrebbe spiegare come certi modi di vedere , che sulla fine del secolo decimottavo erano patrimonio dei salotti eleganti e di una società ristrettissima , ora si sentono ripetere in fondo ai più remoti villaggi da persone ed in ambienti , che certo non si sono modificati in forza di una cultura propria . Se però nella preparazione intellettuale e morale delle rivoluzioni le associazioni , sia palesi che segrete , ordinariamente eccellono , lo stesso non si può dire quando si tratta di spingere le masse all ' azione immediata , di suscitare un movimento a mano armata in un dato punto ed in un giorno stabilito ; perché allora società e congiure , per una volta che riescono , dieci volte almeno falliscono . La ragione è evidente : per lanciare una rivoluzione non bastano gli spostati pronti ad ogni rischio , che si trovano in tutte le grandi città europee , ma bisogna anche la cooperazione di una parte notevole delle masse . Or queste non si commuovono senza che vi sia un gran fermento negli spiriti causato da avvenimenti , che i Governi spesso non sanno o non possono evitare , ma che nello stesso tempo le socìetà rivoluzionarie non possono creare , e dei quali perciò possono soltanto trarre abilmente profitto . Una grande speranza delusa , un rapido peggioramento delle condizioni economiche , una sconfitta toccata all ' esercito nazionale o una rivolta vittoriosa di un paese vicino sono tutti fatti molto adatti a sovraeccitare una moltitudine già preparata dall ' educazione rivoluzionaria . Allora il nucleo dei ribelli stabilmente organizzato , se sa profittare del momento , può sperare un successo ; ma se al contrario si lancia solo nell ' azione , senza alcun sussidio di circostanze eccezionali , viene infallibilmente e con facilità sopraffatto , come accadde in Francia in occasione dei moti del 1832 , 1832 , e 1840 . Perciò le Polizie , che d ' ordinario si preoccupano poco della propaganda dei principii e stanno solo attente a prevenire e sventare i colpi di mano dei gruppi rivoluzionari , dei quali riescono abbastanza facilmente a conoscere i progetti e le intenzioni immediate mercé qualche spia che insinuano nel loro seno , dànno prova di quella meschinità di vedute , che pare una qualità comune e quasi fatale in tutte le presenti istituzioni conservatrici . In Francia , in Spagna ed anche in Italia si trova qualche città , nella quale è più facile trascinare le masse selle barricate . È questo uno dei tanti effetti dell ' abitudine e della tradizione , per le quali una popolazione , che una volta ha fatto alle fucilate ed ha rovesciato il Governo costiuito , crederà , per una generazione almeno , possibile di rinnovare con buon esito il tentativo , a meno che ripetuti e sanguinosi in accessi non la disingannino . Aggiungiamo che gl ' individui , che panno parecchie volte affrontato il fuoco , acquistano una specie d ' educazione guerresca e diventano capaci di battersi meglio . Malgrado però tutti i vantaggi di tempo , di luogo , di circostanze , dei quali un movimento rivoluzionario può fruire , certo ai giorni nostri , coi grossi eserciti stanziali che abbiamo e mercé i mezzi pecuniari e gli strumenti bellici , che solo i poteri costituiti sono al caso di procurarsi , nessun Governo può essere colla forza rovesciato se gli uomini stessi che lo dirigono non sono per i primi scossi ed esitanti , o se almeno non sono trattenuti da una forte paura di assumere la responsabilità repressione sanguinosa . Le concessioni all ' ultima ora , gli e contrordini , le titubanze di coloro che hanno in mano la legale e che la debbono adoperare , sono i veri e più efficaci della riuscita di una rivoluzione e la storia delle giorno febbraio 1848 è su questo riguardo molto istruttiva . Ed è dannosa illusione il credere che , mentre nei posti più elevati tenna e si ha paura di compromettersi , si possano trova ufficiali subalterni che assumano la responsabilità di una energica iniziativa o anche di una energica esecuzione di ordini perplessi e contradittori . Resta ora ad esaminare in che modo si siano costituiti citi stanziali e quali siano le condizioni perché non dei questi organismi complessi e delicati , che , senza turbare riamente l ' equilibrio giuridico delle altre forze sociali , saputi ben adoperare , strumenti così efficaci in mano dei legali . Di ciò tratteremo nel seguente capitolo . abbia contribuito , come spiega il Blanc nella sua storia della rivoluzione del 1848 , quella certa organizzazione che aveano avuto negli opifici nazionali . L ' elemento rivoluzionario si battè anche meglio nel 1871 , perché , facendo esso parte della guardia nazionale parigina , era stato accuratamente armato , organizzato ed esercitato . CAPITOLO IX . Gli eserciti stanziali . I . La funzione militare nelle civiltà primitive . - - II . Lo Stato burocratico e gli eserciti mercenari e stanziali . - - III . Preponderanza politica abituale dell ' elemento militare . - - IV . Ragioni per le quali questa preponderanza è stata limitata e distrutta nei paesi di civiltà europea . - - V . Importanza pratica delle moderne milizie cittadine . - - VI . Diversità di classe fra la bassa forza e gli ufficiali in molti eserciti stanziali . - - VII . Giudizi e pregiudizi intorno alle speciali attitudini militari dei vari popoli . - - VIII . Gli eserciti stanziali , la guerra e l ' avvenire della civiltà di tipo europeo . I . - - Nei paesi selvaggi o molto barbari , nei quali la produzione economica è rudimentale , nel caso abbastanza frequente che si venga alla guerra , tutti gl ' individui maschi ed adulti sono soldati . Giacché nelle società primitive , dato che esista la pastorizia nomade o che vi sia anche un embrione di agricoltura e d ' industria , queste non sono mai così sviluppate da assorbire interamente l ' attività emana ; sicché restano sempre tempo ed energia sufficienti per darsi alle scorrerie avventurose , le quali forniscono un ' occupazione non solo piacevole ma quasi sempre lucrosa . Nelle popolazioni dunque alle quali accenniamo , le arti pacifiche sono lasciate volentieri alle donne o tutto al più agli schiavi e gli uomini si dànno a preferenza alla caccia ed alla guerra . Così è accaduto ed accade fra tutte le razze ed in tutti i climi , quando si trovino le condizioni che abbiamo rilevate : così vivevano gli antichi Germani e fino a pochi anni fa gli avanzi delle odierne Pelli Rosse , gli Sciti dell ' antichità classica ed i Turcomanni dell ' êra moderna , e così vivono fino ad oggi una parte dei Negri dell ' interno dell ' Africa e le tribù ariane , semitiche o mongole , che , nelle regioni più inaccessibili dell ' Asia , hanno potuto conservare un ' indipendenza di fatto . Un coefficiente favorevole alla durata di questo stato di cose è la esistenza di organismi politici minimi , l ' autonomia di fatto di ogni piccola tribù o minuscolo villaggio , che può rendere diuturna la guerra e continui il ladroneggio e le rappresaglie fra vicini . Difatti anche le tribù barbare sottomesse ad un Governo regolare che impedisce le guerre intestine , alla lunga diventano pacifiche ; come , ad esempio , è accaduto in gran parte alle popolazioni nomadi dell ' Asia da lungo tempo sottoposte al Governo chinese ed a quelle fra il Volga e gli Urali , che pure da un pezzo subiscono il giogo della Russia . Al contrario , nel Medio Evo , vediamo in Germania ed anche in Italia popolazioni relativamente colte mantenere costumi molto guerreschi , perché divise in feudi e Comuni fra i quali di fatto durava il diritto del pugno . Appena però grandi organismi politici , anche rudimentali ed imperfetti , si vanno costituendo , e sopratutto appena lo sviluppo economico è più avanzato e la guerra non fornisce più l ' occupazione maggiormente lucrosa , allora vediamo consacrarsi al mestiere delle armi una classe speciale , la quale ritrae il proprio sostentamento non tanto dalle prede , che fa sugli avversari , quanto dai tributi , che , sotto diverse forme , preleva sui lavoratori pacifici del paese che essa tutela e difende . Generalmente , siccome in un periodo di mediocre civiltà e cultura la produzione è quasi esclusi vamente agricola , i guerrieri o sono proprietari delle terre , che fanno da altri coltivare , o dai lavoratori della terra ritraggono pesanti ed onerose contribuzioni . Così accadde durante quel periodo primitivo della classica antichità nel quale la paure dominatrice e militare della città era costituita unicamente dai proprietari di terre , e lo stesso fenomeno si ha più spiccatamente in tutti i paesi feudalmente organizzati . Lo troviamo perciò tra i Latini ed i Germani del Medio Evo come anche fra gli Slavi ; presso i quali si determinò più tardi , perché più tardi abbandonarono la vita nomade ed entrarono nel periodo stabilmente agricolo ; e lo troviamo pure , in certe epoche , in China , nel Giappone e nell ' India , nella quale era rientrato in pieno vigore durante quell ' epoca di decadenza e di anarchia , che segui la dissoluzione dell ' impero del Gran Mogol . Organizzazioni analoghe si possono rintracciare in Turchia , nell ' Abissinia , in Afganistan e nei periodi di decadenza . , che si frappongono fra le diverse fasi dell ' antichissima civiltà egiziana ; in tutte quelle società , insomma , che non panna ancora abbandonato quel primo e più rozzo periodo di cultura , che possiamo in una grande nazione trovare , ovvero che , dopo avere raggiunto una civiltà molto più avanzata , per ragioni interne ed esterne decadono , si decompongono , e , come tipo sociale , si trasformano e periscono , come fu il caso dell ' Impero romano . II . - - Quando però la civiltà degli Stati feudali va aumentando , non tarda a manifestarsi in essi la tendenza verso la centralizzazione e perciò verso l ' ordinamento burocratico . Dappoiché il potere centrale cerca costantemente di emanciparsi dalla necessità di ricorrere alla buona volontà dei piccoli organismi politici , che formano lo Stato ; buona volontà che non è sempre pronta e disinteressata . Quindi , anche per tenerli ubbidienti e disciplinati , cerca di fornirsi direttamente dei mezzi coi quali efficacemente si impone la propria volontà agli altri uomini : il denaro , cioè , ed i soldati . È così che si vanno creando i corpi mercenari , che sono a servizio diretto del capo dello Stato , e questo fatto è così naturale e costante , che , in embrione almeno , lo troviamo in tutti i paesi feudalmente organizzati . Al giorno d ' oggi infatti il Negus d ' Abissinia , oltre il contingente che gli forniscono i vari Ras , ha un primo nucleo di armati formato dalle guardie addette alla sua persona che egli mantiene direttamente colle requisizioni che affluiscono a Corte , ed anche dai servitori della sua casa , beccai , palafrenieri e panattieri , che seguono l ' Imperatore dappertutto ed all ' occorrenza diventano soldati . Anche nella Bibbia troviamo che il primo nucleo dell ' esercito di David e dei suoi successori era composto dai guerrieri che mangiavano alla mensa del Re e dai mercenari Cretesi e Filistei ; tutta gente molto provetta nelle armi , la quale represse la rivolta capitanata da Assalonne sebbene fosse secondata dalla maggioranza del popolo . Il Rénan crede anzi che questo fatto di un nucleo di sbirri stranieri presi al servizio del Governo centrale sia proprio soltanto dei popoli semitici , presso i quali lo spirito di tribù e di famiglia è così forte , che gli elementi indigeni non riescono adatti a far rispettare i diritti dello Stato , che vengono sempre posposti agli interessi della propria fazione . Ma in verità pare a noi che ciò accada dappertutto dove l ' aggregato sociale si componga di piccoli nuclei provvisti di tutti gli organi necessari ad una vita indipendente e che quindi possono facilmente ribellarsi al potere centrale . Sicché il Re d ' Inghilterra , che nel Medio Evo procurava di assoldare Fiamminghi e Brabanzoni , il Re di Francia che si circondava di Svizzeri , il signore italiano che stipendiava i Tedeschi , in fondo obbedivano alle stesse necessità politiche che spingevano i Re di Giuda ad assoldare Filistei e Cretesi , e spinsero più tardi i Califfi di Bagdad ad assoldare la guardia turca . A nostra conoscenza solo il genio organizzatore di Roma portò a tale perfezione l ' ordinamento degli eserciti cittadini reclutati nella classe dominatrice ed agiata e composti d ' individui che pigliavano le armi solo in caso di bisogno , da renderne possibile , senza scosse e quasi insensibilmente , la trasformazione in un vero e proprio esercito stanziale formato di soldati di mestiere . Generalmente però l ' inizio degli eserciti stanziali si deve trovare nei nuclei di mercenari indigeni o stranieri che il potere centrale assolda per avere un punto di appoggio di fronte alle altre forze militari feudalmente organizzate . La nazionalità dei mercenari stessi può qualche volta essere stata determinata da ragioni politiche e forse anche da abitudini ed attitudini tradizionali , ma il criterio che più comunemente ha prevalso è senza dubbio quello economico del minimo mezzo col massimo risultato : cioè di avere il maggior numero possibile di soldati colla minima , spesa . Perciò sono stati sempre i paesi relativamente poveri di capitali e ricchi di popolazione , nei quali il tempo e la vita degli uomini si possono avere a più buon patto , quelli che hanno fornito , come regola generale , i contingenti più importanti alle truppe assoldate . III . - - Stranieri o indigeni i mercenari stabilmente organizzati , una volta diventati la forza preponderante di un paese , hanno sempre cercato d ' imporsi al resto della società . Come la classe feudale , essi , una volta conseguito il monopolio delle armi , ne hanno profittato per ottenere privilegi , per vivere quanto più grassamente è stato possibile alle spalle dei lavoratori , e sopratutto per ridurre alla loro dipendenza il supremo potere politico ; e la loro influenza è stata tanto più esclusiva quanto più perfetta era la loro organizzazione e quanto più completa la disorganizzazione militare del resto della nazione . Alcuni esempi in proposito sono a tutti familiari e , senza rammentare i pretoriani e le legioni che disponevano dell ' Impero romano , diremo che quasi ogni volta che i Governi , per reagire contro l ' anarchia feudale o per altre ragioni , hanno creato corpi di truppe stanziali , si sono poi trovati quasi sempre in balia di questi . Ivano IV di Russia , per non dipendere interamente dai contingenti forniti dai boiardi e poter governare più assoluto , formò il corpo degli strelitzi stabilmente assoldato , e che dipendeva direttamente dal Sovrano ; e ben tosto gli strelitzi fecero e disfecero gli czar , diventarono quasi i padroni della Russia , e Pietro il Grande non se ne potè liberare altrimenti che mitragliandoli e decapitandoli a migliaia . A Costantinopoli i Sultani vollero anch ' essi avere una milizia completamente fida , che all ' occorenza marciasse senza scrupoli , non solo contro gl ' infedeli , ma anche contro gli scheiks degli Arabi e dei Kurdi , i begs albanesi e bosniaci ed i kan dei Turcomanni e dei Tartari , perché formata da gente senza patria e senza famiglia , educata esclusivamente nella devozione all ' Islam ed al Padischiàh ; e crearono i giannizzeri reclutati con fanciulli circassi , greci e di altre nazioni cristiane , comprati o rapiti giovanissimi alle loro famiglie . E ben tosto i giannizzeri crearono e deposero i Sultani , furono i veri padroni dell ' Impero degli Osmanli , strangolarono l ' infelice Selim III , che primo volle frenare la loro onnipotenza , ed il sultano Mahmud dovette sterminarli per vincerli . Ed i sultani di Costantinopoli avrebbero potuto far tesoro dell ' esperienza degli Abbassidi di Bagdad , loro predecessori nel califfato . Costoro fin dagli inizi del nono secolo , e forse anche prima , per avere una milizia fida , che non avesse la tentazione d ' innalzare lo stendardo dei Fatimiti o degli Ommeiadi , come non di rado facevano le truppe arabe , avevano formato la guardia turca . A partire dal califfo Motasem ( 833­842 ) , questa guardia divenne onnipotente ed i mercenari turchi commisero in Bagdad ogni sorta di eccessi . Il successore di Motasem , di nome Vatek , fu dai Turchi deposto e surrogato col fratello Al ­ Motavakel e poi in quattro anni ( 866­870 ) essi fecero e disfecero tre altri califfi ; finché il califfo Motamed , dopo la morte di Musa loro capo , potè alquanto imbrigliarli e , sparpagliatili sulle frontiere del Khorasan e della Dsungaria , riguardava come proprie vittorie le sconfitte che essi toccavano . In conclusione la storia c ' insegna che ordinariamente la classe che ha portato la lancia od il fucile si è imposta all ' altra , che ha maneggiato la vanga o la spola . Appena una società è tanto progredita che la produzione economica debba assorbire un gran numero di braccia e d ' intelligenze , fra popoli civili dati abitualmente alle occupazioni pacifiche , il dichiarare in principio che tutti sono soldati , quando non vi è una salda organizzazione militare ed un nucleo di capi e di ufficiali particolarmente consacrati al mestiere delle armi , equivale in pratica a non avere nel momento del pericolo alcun soldato e ad esporre un paese popolatissimo a restare in balia di un piccolo esercito , nazionale o straniero , purché sia ben esercitato ed organizzato . Dall ' altro lato l ' affidare il mestiere delle armi esclusivamente a quella frazione della società , che spontaneamente vi è più adatta e volontariamente lo assume , sistema che pare il più naturale ed ovvio , e che molti popoli nel passato hanno adottato , presenta pure gravissimi e vari inconvenienti . In una società disorganizzata , in ogni villaggio si formerà una banda di uomini composta da coloro , che avranno più ripugnanza al lavoro metodico e più inclinazione alle avventure ed alla violenza , e questa banda ed il suo capo tiranneggeranno i pacifici lavoratori senza regola né legge . In una società semi ­organizzata., l ' insieme di queste bande costituirà la classe dominatrice , che sarà signora e padrona di tutta la ricchezza , e l ' influenza politica , come fu il caso della feudalità medioevale nell ' occidente di Europa , e della nobiltà polacca fino a poco più di un secolo fa . In uno stato burocratico , che rappresenta il tipo di organizzazione sociale più complicato , l ' esercito stanziale , che comprenderà tutti gli elementi più belligeri e saprà facilmente e prontamente obbedire ad unico impulso , facilmente s ' imporrà al resto della società . Il gran fatto moderno , quasi generale nelle nazioni di civiltà europea , di grossi eserciti stanziali rigidi custodi della legge , ossequenti agli ordini dell ' autorità civile , e la cui importanza politica è scarsa ed indirettamente esercitata , se non è assolutamente senza esempio nella storia umana , rappresenta quindi una fortunata eccezione . Solo l ' abitudine di poche generazioni e la dimenticanza del passato fanno sì che esso sembri normale a noi , che abbiamo vissuto sulla fine del secolo decimonono e sul principio del ventesimo e che troviamo strano quando questo stato di cose subisce qualche eccezione . Ma in verità un simile risultato si è potuto ottenere solo in grazia , ad un grande e sapiente sviluppo di quei sentimenti sui quali è basata la difesa giuridica , e sopratutto mercé una serie di circostanze storiche eccezionalmente favorevoli , che sarà nostra cura di brevemente rammentare . Accenniamo fin da ora che non è impossibile che altre circostanze sto riche , che si vanno elaborando , riescano ad indebolire ed a sfasciare il complicato , delicato e sapiente meccanismo degli eserciti moderni ; ciò che ci ricondurrebbe ad un tipo di organizzazione militare , forse più naturale e più semplice , ma certo anche più barbaro e meno adatto ad una difesa giuridica perfezionata . IV . - - La lenta elaborazione storica per la quale si è arrivati alla costituzione dei moderni eserciti stanziali rimonta alla fine del Medio Evo . Fu durante il secolo decimoquinto che , in Francia dapprima , e poi nelle altre regioni d ' Europa la monarchia accentratrice , madre dello Stato burocratico moderno , andò sostituendo le truppe stanziali alle milizie feudali . Se fin d ' allora l ' Europa ebbe relativamente poco a soffrire dalle insurrezioni e dalle sovrapposizioni militari , ciò si deve al fatto che la sostituzione avvenne lentamente , gradatamente e che , anche sulla , fine del Medio Evo , la costituzione degli eserciti europei fu complicata in guisa che diversi e disparati elementi sociali vi erano rappresentati e si bilanciavano a vicenda . La cavalleria infatti , al principiare del periodo storico al quale abbiamo accennato , era in generale formata dagli uomini d ' arme , gentiluomini di nascita , profondamente imbevuti di spirito aristocratico e feudale , che stavano però al soldo del Re ; mentre la fanteria era una raccolta di avventurieri di vari paesi . Poco a poco prevalse il sistema di affidare anche il comando dei reggimenti e poi delle compagnie di fanteria a gentiluomini , per nascita ed indole diversi dai loro soldati . Inoltre , fino a Luigi XIV ed anche dopo , si prolungò l ' antico uso che un signore raccoglieva per conto suo uno squadrone , un reggimento , una compagnia fra gli uomini delle sue terre , e con il corpo già formato si metteva : al soldo di un sovrano . In caso di bisogno poi si supponeva sempre che il Re potesse convocare sotto le armi tutta la nobiltà del Reame . Malgrado però che la mescolanza , dei vari elementi sociali e delle varie nazionalità avesse impedito agli eserciti del cinque cento e della prima metà del seicento di diventare padroni degli Stati che servivano , pare non era cosa facile il mantenere una tollerabile disciplina fra truppe formate dagli avventurieri di ogni paese ed in gran parte dalla zavorra della società . Se restarono proverbiali gli eccessi dei lanzichinecchi tedeschi e dei micheletti spagnuoli , non è a credere elio i reggimenti francesi , svizzeri od italiani , croati o valloni , si diportassero molto meglio . Bisogna leggere la corrispondenza di don Giovanni d ' Austria per vedere con quanti stenti , con quanta destrezza ed energia del capitano e degli ufficiali fosse mantenuta una disciplina molto relativa fra le truppe che repressero la rivolta dei Mori negli Alpuxarres , che s ' imbarcarono nelle galee che vinsero a Lepanto e che servirono nella guerra di Fiandra . Già nei primi anni del secolo decimosesto il cardinale Ximenes all ' udire che un esercito spagnuolo , sbarcato per conquistare Algeri , era stato sconfitto o quasi di strutto , dicesi elio abbia esclamato : « Dio sia lodato ; ecco finalmente liberata la Spagna da tanti mali arnesi ! » . Ed alla fine dello stesso secolo , fra le cose impossibili che Cervantes faceva desiderare al curato ed al farmacista del villaggio dove nacque il cavaliere della Mancia , ci era anche questa : che i soldati , che dall ' interno del paese si avviavano ai porti per imbarcarsi per l ' estero , non saccheggiassero per la via i contadini loro connazionali . Sono note poi le gesta delle milizie di tutti i paesi , che combatterono nella famosa guerra dei trent ' anni . In Inghilterra una delle cause principalissime per le quali si mantenne a lungo l ' avversione agli eserciti stanziali fu la paura della vita licenziosa che menavano i soldati di mestiere . Sotto Giacomo II fu famoso per stupri e rapine un reggimento inglese tornato in patria dopo avere servito alcuni anni in Tangeri sotto il colonnello Kirke . Siccome questo reggimento portava nella bandiera per insegna un agnello , i soldati che di esso facevano parte furono , con umorismo britannico , soprannominati gli agnelli di Kirke . Una disciplina migliore non si ebbe che nella fine del secolo decimosettimo e sopratutto nel secolo decimottavo , durante il quale vediamo sparire quasi generalmente le milizie feudali e cittadine e cominciare l ' êra dei veri e propri eserciti stanziali alla moderna . Allora la necessità di tenere molti uomini in arme e la difficoltà di pagarli tanto quanto bastava per averli volontarii , fecero si che si cominciasse ad introdurre la coscrizione nella maggior parte dei paesi del continente europeo . Inoltre poi i soldati non vennero più raccolti fra gli avventurieri e la feccia della società , ma furono piuttosto scelti fra i contadini ed operai , che , anziché dedicarsi per tutta la vita al mestiere delle armi , tornarono dopo pochi anni alle loro ordinarie occupazioni e gli ufficiali continuarono ad appartenere ad una classe totalmente distinta . Essi infatti divennero sempre più dei gentiluomini burocratizzati , che , all ' ordine ed alla puntualità gelosamente la prerogativa di custodire le mura e i fortilizi delle città con milizie cittadine . Ad esempio in Palermo , sotto la dominazione spagnuola , sebbene gli abitanti si conservassero quasi sempre fedelissimi sudditi di Sua Maestà Cattolica , pare non poteva entrare che un numero ben piccolo di soldati stranieri per custodire il Palazzo reale ed il Castello a mare , ed i baluardi con le artiglierie restavano in potere della milizia cittadina formata dalle onorate maestranze . Qualche volta che si trattò d ' introdurre altre soldatesche in città , le dette maestranze , sempre professando devozione e fedeltà al Re , barricarono le strade e puntarono i cannoni dei baluardi sul palazzo reale . La rivolta di Messina del 1676 fu in parte occasionata dal tentativo , che fece lo stratigoto don Luigi dell ' Hoyo , di sorprendere i forti che erano custoditi dalla milizia cittadina . Il timore che inspirava la soldatesca era fondato sulla condotta li cenziosa , che si supponeva dovessero tenere i soldati . dell ' impiegato , accoppiarono lo spirito cavalleresco ed il sentimento dell ' onore tradizionale nella nobiltà . Solo nell ' Inghilterra e negli Stati Uniti d ' America durò e dura l ' antico sistema di reclutare i soldati volontariamente ed a preferenze tra gli spostati delle classi più povere della società . In questi due paesi , e specialmente negli Stati Uniti , le truppe stanziali si sono mantenute relativamente scarse ; perché , per la loro posizione geografica , la loro difesa esteriore può in gran parte essere affidata alla marina da guerra , mentre l ' ordine interno è in parte mantenuto da milizie cittadine e sopratutto dalla numerosa e bene organizzata polizia . Inoltre vi si conserva negli eserciti regolari più rigorosamente che negli eserciti del continente europeo la distinzione di classe fra gli ufficiali e la bassa forza ; distinzione la quale fa si che i primi per attinenze di famiglia e per educazione siano strettamente legati a quella minoranza , che , per nascita , cultura , e ricchezza , sta al vertice della piramide sociale . V . - - Il valore pratico della milizia cittadina americana finora si è dimostrato molto mediocre . Già lo stesso Washington diceva che , se fosse stato invitato a rispondere con giuramento a questa domanda : se le milizie erano utili od inutili , non avrebbe esitato a rispondere che erano inutili . Le guerre esterne infatti ed anche quelle di secessione si sono combattute quasi esclusivamente dall ' esercito federale aumentato da , arruolamenti volontari e , nei disordini interni , è dubbio almeno se la milizia sia più efficace a sedarli che ad accrescerli . Essa non ha saputo impedire i frequenti linciaggi , e davanti gli scioperanti si è dispersa o è venuta a patti , come accadde nel 1887 ed in altri scioperi più recenti , nei quali l ' ordine è stato ristabilito dall ' esercito federale . Ad ogni modo la milizia americana diede il modello e fu in certo modo la madre della guardia nazionale europea , alla quale fino a quaranta o cinquant ' anni addietro si attribuiva una grande importanza , principalmente per lo scopo politico che credevasi dovesse disimpegnare : si voleva infatti costituire con essa un corpo armato , il quale , emancipato dalla cieca disciplina militare , custodisse le istituzioni parlamentari contro gli attentati del potere esecutivo sostenuto dalle truppe stanziali . Già fin dalla grande rivoluzione francese Mirabeau avea rivelato molto bene gl ' inconvenienti della formazione di un simile corpo , il quale favoriva , o reprimeva la rivolta secondo gli umori del momento e si costituiva in certo modo arbitro armato fra le autorità costituite ed i rivoluzionari . Malgrado ciò nel 1830 , quando si fece la revisione della Carta , non si trascurò di sancire con un articolo speciale che « la Carta e tutti i diritti che essa consacrava restavano affidati al patriottismo ed al coraggio delle guardie nazionali » e , quando Garibaldi entrò in Napoli , per salvare dalla distruzione il Castel S . Elmo , da dove fino allora le truppe regie avevano tenuto la città sotto il loro cannone , dovette promettere che esso sarebbe stato sempre custodito dalla guardia nazionale napoletana . In Francia , a dir vero , non sempre l ' opera delle guardie nazionali riuscì inefficace ; nel 1832 e 1834 e nelle giornate di giugno 1848 la paura del socialismo produsse scatti di coraggio nei pacifici borghesi parigini , e la guardia nazionale coadiuvò l ' esercito nella repressione delle rivolte ; ma nel febbraio 1848 , scontenta del Ministero Guizot , e non comprendendo che si faceva una rivoluzione , fu dapprincipio ostile alle truppe , poi dubbiosa ed inerte , e la sua condotta fu causa principalissima della caduta della monarchia di luglio . Non seppe poi ostacolare il colpo di Stato del 2 dicembre 1851 , e nel 1870­71 , essendo stati ammessi a servire nelle sue file anche gli operai socialisti , gli elementi di disordine ebbero , com ' è naturale , il disopra sopra quelli d ' ordine , e la milizia cittadina di Parigi fornì i pretoriani alla Comune . Ai giorni nostri , in parte perché la poca efficacia e solidità dell ' istituzione sono diventate coll ' esperienza troppo evidenti , in parte perché ogni professionista , o bottegaio , avendo servito qualche tempo nell ' esercito permanente , ha perduto l ' entusiasmo per le parate e per l ' uniforme , la guardia nazionale è stata abolita in tutti i grandi paesi d ' Europa . VI . - - Prima di concludere sull ' argomento dell ' organizzazione militare della moderna Europa e sui suoi rapporti colla difesa giuridica dobbiamo ancora fare due osservazioni . La prima riguarda la divisione della forza armata in due classi , delle quali l ' una comprende gli ufficiali , reclutati quasi sempre nella classe politicamente dirigente e che hanno una educazione ed istruzione speciale e cominciano il loro servizio con un grado abbastanza elevato , mentre l ' altra viene composta dai gregari e dai graduati inferiori i quali difficilmente hanno aperto l ' adito ai gradi maggiori . Or questa distinzione , che patirebbe a prima vista oltremodo convenzionale ed arbitraria , si ritrova più o meno precisa in tutti quei grossi eserciti stanziali , di epoche e paesi differentissimi , che sono stati meglio organizzati . Essa era già applicata in certe epoche dell ' antico Egitto , giacché i papiri che rimontano a quelle dinastie , durante le quali le armi egiziane più si distinsero , ci parlano di officiali dei carri di guerra e di ufficiali di fanteria educati in speciali collegi militari , dove erano iniziati a tutte le durezze della vita delle armi , e per entrare nei quali si doveva pagare abbastanza , non già in danaro , che allora non esisteva , ma in schiavi ed in . È stata applicata in certo modo nella China moderna , dove il mandarinato militare ha avuto qualche analogia colla nostra ufficialità ; giacché il mandarino militare doveva superare un esame davanti alle autorità militari della provincia ed entrava poi con un grado abbastanza elevato nelle milizie di una delle diciotto provincie chinesi . Ma era sopratutto in vigore nelle legioni romane degli ultimi secoli della repubblica e dei primi secoli dell ' impero , nelle quali si mantenne lungamente la distinzione fra la milizia comune e quella detta equestris , che si iniziava servendo come contubernalis ( oggi si direbbe aiutante di campo ) del console o del comandante la legione , il quale poi apriva l ' adito al grado di tribuno militare ed agli altri gradi superiori ; mentre , chi iniziava la sua carriera da semplice soldato nella milizia comune , potè per lunghissimi secoli solo arrivare a centurione primipilare , ufficio che costituiva quasi il bastone di maresciallo della bassa forza . Organizzazione questa che assicurava il possesso dei gradi elevati nell ' esercito alla stessa classe sociale che occupava le alte magistrature civili e che , avendo la ricchezza ed il potere politico , formava l ' aristocrazia dell ' antica Roma . VII - - L ' altra osservazione riguarda uno dei giudizi e pregiudizi più sparsi nel mondo : che le qualità militari siano cioè assai inegualmente distribuite fra i popoli , dei quali alcuni sarebbero naturalmente timidi e poltroni ed altri arditi e valorosi . Certo non si potrà mai dimostrare che qualche cosa di vero non vi sia in questi pregiudizi . Ma d ' altra parte ci pare indiscutibile che sono principalmente le abitudini più o meno guerresche di un popolo , la solidità ed il tipo dell ' ordinamento militare che ha adottato , gli elementi che più contribuiscono ad accrescere la sua fama bellicosa . La verità è che la guerra , come tutti i mestieri pericolosi , richiede una certa abitudine per essere affrontata con calma e sangue freddo ; quando quest ' abitudine manca , non può essere supplita che o da quei momenti d ' orgasmo , che si producono in rarissimi periodi della vita dei popoli , o da quel sentimento del dovere e dell ' onore che , in una classe molto ristretta ed eletta , può essere suscitato e mantenuto vivo da una educazione speciale . Or nelle nazioni civili , nelle quali la gran maggioranza non può stabilmente dedicarsi alle lotte cruente , l ' organizzazione militare deve tendere allo scopo di distribuire fra le masse una piccola minoranza che a queste lotte è abituata o che è preparata dall ' educazione speciale , che abbiamo accennato , in modo che possa padroneggiare i gregari , esercitare sopra di essi un ' influenza decisiva ed indurli ad affrontare un pericolo , che altrimenti avrebbero evitato . Siccome l ' organizzazione , alla quale abbiamo accennato , può essere più o meno perfetta e può anche completamente mancare , siccome la classe dirigente può essere familiare col mestiere delle armi e può anche esserne , per circostanze diverse , completamente schiva , noi vediamo , percorrendo la storia dei popoli civili , che quasi tutti hanno avuto i loro momenti di gloria militare , e quasi tutti hanno avuto i loro periodi di debolezza materiale . Gl ' Indiani , tante volte saccheggiati e conquistati da Turchi , Mongoli , Afgani e Persiani e che nel secolo decimottavo si fecero sottomettere da poche migliaia d ' Inglesi , furono il popolo asiatico che resistette più valorosamente ai Macedoni . Gli indigeni dell ' Egitto per lunghi secoli hanno avuto fama di soldati poco valorosi , eppure si reclutavano fra gli abitatori della bassa valle del Nilo le truppe degli Ahmes e dei Touthmes , che ai loro tempi erano i primi eserciti del mondo . Da Leonida ad Alessandro Magno i Greci furono considerati soldati valorosissimi , ed all ' epoca di Senofonte parlavano col massimo disprezzo dei Siri e degli abitanti della Mesopotamia , ma quando sorse l ' Islam , le popolazioni semitiche dell ' Asia ripresero il sopravvento e fecero scempio delle pacifiche popolazioni che ubbidivano all ' impero di Bisanzio . Gl ' Italiani del Rinascimento erano cattivi soldati , perché disabituati della vera guerra , ma fra i loro padri si erano reclutati i legionari di Roma , valore sufficiente aveano mostrato all ' epoca dei Comuni e , solo qualche secolo dopo Machiavelli , i reggimenti italiani emularono per la solidità quelli spagnuoli nella famosa giornata di Rocroy . I Na poletani , nel passato specialmente imputati di codardia , dovettero questa loro fama piuttosto alla mancanza di coesione ed unità morale , che hanno mostrato in diverse occasioni , che a deficienza di valore personale , ed in Spagna ed in Russia , sotto Napoleone I ed in altre occasioni le truppe napolitane si sono assai bene comportate . VIII . - - Ai giorni nostri ci è una reazione contro i grossi eserciti stanziali e si adducono a carico di essi le braccia , che tolgono agli opifici ed all ' agricoltura , i vizi che inspirano alla gioventù e sopratutto l ' intollerabile spesa di cui sono cagione Vero è che questi lagni sono a preferenza mossi da quegli elementi sociali che in ogni tempo hanno avuto più la tendenza a farsi valere ed imporsi colla forza al resto della società , da quelli che avrebbero naturalmente e spontaneamente più gusto per il mestiere delle armi e che trovano ostacolo all ' esplicazione dei loro istinti , forse incoscienti , nella presente organizzazione militare delle masse pacifiche e lavoratrici ; ma è pur vero che le necessità , che hanno condotte le diverse nazioni europee alla organizzazione degli eserciti moderni , hanno ora l ' effetto di allargare sempre più l ' applicazione di quei principii sui quali essi sono fondati in maniera da snaturarne la compagine . Le guerre napoleoniche prima e poi sopratutto quella del 1870 avendo dato la vittoria a quelle nazioni , che hanno armato e mobilizzato eserciti più numerosi , hanno condotto a tale esagerazione , in quasi tutti i paesi del continente europeo , il sistema del servizio militare obbligatorio , che ora si è arrivati al punto da aver la pretesa di raccogliere , in caso di bisogno , nei quadri dell ' esercito tutta la popolazione valida di uno Stato di trenta , quaranta o più milioni di abitanti . Ma per rendere possibile l ' attuazione di una simile pretesa si è dovuto da una parte accorciare tanto la durata del servizio da rendere dubbio che i coscritti abbiano il tempo di acquistare quelle abitudini , quello speciale spirito di corpo , che devono distinguere il soldato dal resto della società , e che , per ragioni tecniche e sopratutto politiche , è necessario che non siano soverchiamente indebolite . E , d ' altra parte , si è dovuto aumentare tanto la spesa per gli uomini , per i quadri e per gli armamenti , che sono in continuo rinnovamento , da renderne sempre più difficile la continuazione e da produrre quel mostruoso accumulo del debito pubblico , che è una delle principalissime piaghe di molti paesi moderni e sotto il quale qualcuno di quelli economicamente meno forti rischia di soccombere . Né ciò è tutto : la macchina militare , a forza di essere ingrandita , è diventata sempre più complicata e delicata ed il dirigerne il funzionamento in tempo di mobilitazione e di guerra è divenuta opera irta di sempre maggiori difficoltà . Ed è lecito anche domandarsi se la guerra stessa sarà un fatto possibile , quando ogni giorno di ostilità , fra i danni economici del paese e le spese dell ' erario , costerà ad ogni nazione parecchie decine di milioni ; quando , il giorno in cui sarà dichiarata , saranno turbati gl ' interessi e gli affetti di tutte le famiglie di un popolo civile . - - Or , se gli interessi economici e le ripugnanze morali , che si oppongono ad uno scoppio bellicoso fra nazioni civili , riescono ad evitarlo solo per sessanta o settanta anni di seguito , è dubbio se fra le nuove generazioni potrà durare ancora quello spirito militare e patriottico sul quale sono fondati gli eserciti moderni e che solo rende possibili gli enormi sacrifici materiali , che essi costano . Quando il decadere dei sentimenti accennati e la lunghissima pace avranno di fatto abolito o reso parvenza vana e senza subbietto gli eserciti stanziali , rinascerà il pericolo che la prevalenza militare ritorni ad altre razze , ad altre civiltà , che hanno sunto ed avranno svolgimento diverso da quella europea e se ne saranno appropriati i mezzi ed i metodi di distruzione . - - E se anche questo pericolo parrà ad alcuni troppo lontano e chimerico , nessuno potrà negare che , nel seno stesso delle popolazioni europee , vi saranno sempre i caratteri violenti e quelli timidi , le discrepanze d ' interessi e la voglia d ' imporsi con la forza materiale . - - Sicché , sciolta una volta od indebolita la grande organizzazione per la quale il monopolio della funzione militare è stato tolto a quella categoria di persone che naturalmente vi ha più gusto ed attitudine , chi impedirà alle piccole organizzazioni dei forti , degli arditi e dei violenti di ricostituirsi per opprimere i deboli ed i pacifici ? E la guerra , morta all ' ingrande , non rinascerà a minuto nelle contese tra le famiglie , le classi ed i villaggi ? In verità dai dubbi , che abbiamo espresso , si può trarre una conclusione , che noi non osiamo quasi nettamente formulare : che la guerra stessa cioè , nella sua forma presente causa ancora di tanti mali e madre di tante barbarie , sia un fatto che di tanto intanto si rende necessario , affinché non decada ciò che ci ha di meglio nel funzionamento delle odierne società europee ed esse non ritornino ad un tipo di difesa giuridica meno elevato . Grave e terribile conclusione , che non sarebbe del resto che un ' altra di quelle conseguenze della natura umana , così complicata e contradittoria , alle quali abbiamo già accennato alla fine del capitolo settimo ; di quella natura umana per la quale il bene , nello svolgimento della storia dei popoli , è sempre fatalmente connesso col male , ed il miglioramento giuridico e morale di una società va unito con lo sfogo delle passioni più basse ed egoistiche e degli istinti più brutali . CAPITOLO X . Conclusione . I . Scopo della conclusione . - - II . I tre problemi della vita moderna - - Il problema religioso . - - III . L ' avvenire del Cristianesimo . - - IV . Il Cristianesimo e la scienza positiva . - - V . Il problema politico . - - VI . Esame critico del Parlamentarismo . - - VII . Le riforme del Parlamentarismo . - - VIII . Quale sarebbe la riforma fondamentale - - Ostacoli che incontra . IX - - Esame critico del collettivismo . - - XII . La giustizia nell ' organizzazione sociale . - - XIII . Esame critico dell ' anarchia . - - XIV . La lotta di classe . - - XV . Effetti pratici della democrazia sociale . - - XVI . Cause della stessa . - - XVII . Probabilità di trionfo della democrazia sociale . - - XVIII . Rimedi atti a combatterla . - - XIX . Missione della scienza politica . I . - - Il chiudere questo nostro lavoro sarebbe cosa assai breve e facile se ci potessimo limitare ad una semplice e sommaria enumerazione degli argomenti che abbiamo finora trattati . Basterebbe infatti rammentare che nel primo capitolo abbiamo esposto le ragioni per le quali crediamo che solamente mercé lo studio dei fatti storici si possano scoprire le tendenze costanti , ossia le leggi , che regolano l ' ordinamento delle società umane , e che nei seguenti capitoli ci siamo appunto occupati di determinare la natura e l ' azione di alcune delle dette leggi . Abbiamo voluto infatti dimostrare che , in qualunque aggregato umano che abbia raggiunto un certo grado di cultura , esiste una minoranza dirigente , la quale si recluta in modi diversi , ma , sempre fondati sul possesso delle molteplici e variabili forze sociali ; cioè di quelle qualità , che , secondo i tempi ed i luoghi , dànno agli individui chele posseggono prestigio morale e preminenza intellettuale ed economica , e forniscono i modi di dirigere le volontà altrui . Abbiamo anche cercato , di porre in chiaro che ogni società si fonda sopra un complesso di credenze e principii religiosi e filosofici , che ad essa sono speciali , e in base ai quali spiega e giustifica il suo ordinamento . Ciò ci ha dato occasione di occuparci della diversità dei tipi sociali , dovuta principalmente alla fondamentale diversità di alcuni di questi sistemi filosofici e religiosi o formole politiche , che si dividono l ' impero di quella parte massima dell ' umanità , che ha raggiunto un certo grado di cultura . Due poi sono i punti di questa parte del nostro lavoro , che ci sembrano più specialmente suscettibili di applicazioni scientifiche e pratiche di qualche importanza . Quello nel quale ci siamo sforzati di provare che la migliore difesa giuridica , il maggior rispetto del senso morale da parte dei governanti si può ottenere solo mediante la partecipazione al Governo ed il controllo reciproco di molteplici forze politiche . E l ' altro che consiste nella dimostrazione , che ci sembra di aver sufficientemente dato , della incapacità che ha qualunque dottrina filosofica o religiosa a cambiare radicalmente e durevolmente la natura umana ; specialmente quando , invece di limitare la , propria propaganda ad un piccolo numero di individui scelti , di anime elette , la estende a tutta intera una grande società e pretende governarla informandola ai suoi principii ; senza con ciò negare la notevole efficacia pratica che può avere la prevalenza di un dato indirizzo dottrinario o religioso . Infine i capitoli ottavo e nono riguardano l ' applicazione delle teorie precedentemente esposte ad un fenomeno cosi comune nei tempi moderni come è stata la rivoluzione violenta e ad un altro fenomeno in contraddizione col primo , che è l ' ordinamento dei moderni eserciti stanziali , il quale impedisce a quella frazione della società , che potrebbe naturalmente assumere il monopolio militare , di imporsi colla violenza alle altre forze sociali . Però noi crediamo che in quest ' ultimo capitolo un còmpito un po ' più delicato e difficile ci resti ancora da esaurire . Crediamo che sia nostro dovere l ' esaminare al lume dei principii , che abbiamo già esposto , i problemi più importanti che agitano ora le nazioni di civiltà europea . Forse con ciò da un lato determine remo meglio la natura di questi problemi e potremo anche indagare più agevolmente quali siano le soluzioni più probabili , che essi avranno ; e dall ' altro lato potremo meglio scientificamente precisare i nostri concetti e porre in luce ancora più le conseguenze pratiche , che se ne possono trarre . Aggiungiamo che all ' indagine predetta siamo pure spinti da quello stimolo , tanto naturale ed umano , che certamente agisce tanto sul lettore che sullo scrittore , e che fa si che siamo indotti ad interessarci sommamente a quei fatti ed a quelle quistioni , che si svolgono intorno a noi , nel paese e fra la generazione fra i quali viviamo . II . - - Diciamo subito che i problemi di cui ci occuperemo sono tre . In primo luogo esamineremo se le presenti religioni a base dommatica o , per precisare meglio il nostro concetto , se le diverse forme del Cristianesimo riusciranno a sopravvivere alla presente corrente rivoluzionaria ed a resistere al movimento razionalista , che tende a distruggerle . In secondo luogo vedremo se la prevalenza delle autorità politiche elettive , e sopratutto quel sistema di governo che è comunemente chiamato Parlamentismo , siano suscettibili di una lunga durata , e , nel caso che si debbano necessariamente modificare , esamineremo in che senso le modificazioni potranno o dovranno avvenire . In terzo luogo finalmente getteremo lo sguardo sull ' avvenire della nostra civiltà di fronte alla democrazia sociale , di questa grandiosa corrente di sentimenti e d ' idee , che invade tanti paesi d ' Europa e d ' America , e che , mentre da un lato è una vera conseguenza della loro storia più recente , dall ' altro è un fattore attissimo a modificare il loro avvenire . Il primo di questi problemi può a prima vista sembrare il più facile dei tre , ma certo non lo è : infatti contiene forse una parte maggiore d ' imprevedibile e d ' imponderabile che il secondo ed il terzo , che sembrano , giustamente , casi complicati e coi quali del resto è intimamente connesso . Diciamo perciò fin da ora che , specialmente su questo primo problema , una risposta precisa , netta e sicura non la daremo , e che ci limiteremo piuttosto ad ipotesi ed a previsioni cautamente generiche e pensatamente incerte . Molti con sicurezza affermano che la scienza ammazzerà il dogma . Questa opinione , superficialmente considerata , è senza dubbio per diversi lati accettabile . Non si può negare infatti che le scienze fisiche e chimiche , la geologia , la preistoria , la critica degli stessi documenti storici , battano in breccia tutto il soprannaturale del Vecchio e del nuovo Testamento e l ' inspirazione dei santi Padri . Diciamo anzi di più ; che , anche se la scienza non intaccasse direttamente le credenze religiose , una mente educata alle sue severe indagini ed ai suoi metodi rigorosi deve sentire , se è spassionata , una invincibile ripugnanza ad accettare dottrine ed asserzioni dommatiche , che deve considerare come gratuitamente affermate . Però d ' altra parte è da tener presente che le credenze religiose non hanno mai risposto ad un bisogno del nostro raziocinio , ma piuttosto ad altre necessità della psicologia e sopratutto del sentimento umano . Se da un certo punto di vista possono essere considerate come illusioni , bisogna pure riconoscere che esse son mantenute non tanto dalla loro apparenza di verità , quanto dal bisogno che hanno gli uomini d ' illudersi . E questo bisogno è così generale , così forte , specialmente in certi momenti della vita , che noi vediamo spesso individui d ' intelletto robusto , abituato al senso della realtà , corredato di studi positivi , e talvolta anche di carattere calmo ed equilibrato , pagare ad esso un largo tributo . Né in proposito dobbiamo attribuire troppa importanza ad un fenomeno al quale ora assistiamo , segnatamente nei paesi cattolici , e che può condurre ad apprezzamenti erronei . Le pratiche del Cristianesimo nelle grandi città della Francia , in parecchie della Spagna e dell ' alta Italia , forse anche in taluna della Germania e dell ' America settentrionale , vanno scomparendo , e scompaiono ivi a preferenza nelle plebi anziché nelle classi che hanno una certa agiatezza e cultura . Or non deve da ciò dedursi che l ' educazione razionalista e positiva abbia fatto fra quelle plebigrandi progressi . Si può non solo dubitare della verità delle dottrine religiose , ma esser convinti che esse sono tutte fenomeni storici prodotti però da bisogni innati e profondi dello spirito umano , perché una educazione positiva della mente , nutrita di larghi studi , l ' ha a poco a poco abituato a non ritenere per vero se non ciò che sia scientificamente provato . In questo caso l ' individuo , perdendo un sistema di illusioni , resta cosi bene equilibrato che non è certo disposto ad abbracciarne un altro , e sopratutto il primo che capita . Ma la totalità dei miscredenti plebei ed anche , bisogna dirlo , la gran maggioranza dei miscredenti di qualche cultura , che abbiamo ora nelle nazioni di civiltà europea , non arriva al razionalismo per questa strada : non crede , e schernisce , semplice mente perché è cresciuta in un ambiente nel quale le hanno insegnato a non credere ed a schernire . Ed , in queste condizioni , la mente , che respinge il Cristianesimo perché è una credenza basata sul soprannaturale , è sempre disposta ad accoglierne altre certo più grossolane e volgari . L ' operaio di Parigi , di Barcellona o di Milano , il bracciante delle Romagne o il piccolo commerciante di Berlino in fondo non sono emancipati dall ' ipse dixit , più di quanto lo sarebbero se andassero a messa o frequentassero la predica del pastore protestante o la Sinagoga . Invece di credere ciecamente al prete credono con uguale cecità all ' agitatore rivoluzionario . Si stimano all ' avanguardia della civiltà ed hanno lo spirito accessibile a tutte le ubbie ed a tutti i sofismi . Lo stadio morale ed intellettuale che hanno raggiunto , lungi dall ' essere un illuminato positivismo , non è che un volgare , sensuale e degradante materialismo , o indifferentismo religioso che voglia dirsi . Prima di ridere del lazzarone , che ha fede nella liquefazione del sangue di San Gennaro , dovrebbero rendersi capaci di non ammettere per vere cose ugualmente assurde e certo più dannose . III . - - Ora , così stando le cose , prevalendo in parte delle masse non già un positivismo od agnosticismo per dir così , organico , ma un volgare ateismo d ' imitazione , il terreno che le credenze , religiose hanno con rapidità perduto , può essere , almeno per un certo spazio di tempo , prima cioè che l ' indifferenza religiosa diventi tradizionale , con una relativa rapidità riguadagnato . Può darsi benissimo che le dottrine socialiste e gli istinti rivoluzionari abbiano fra qualche generazione manifestamente dichiarato la loro bancarotta , può anche darsi che a questo risultato si arrivi dopo lotte civili , dopo sofferenze morali ed economiche grandissime ; paragonabili , non già a quelle che si ebbero a patire dopo le piccole rivoluzioni passeggiere del secolo decimonono , ma alle altre , che provarono così duramente la generazione che assistè alla grande rivoluzione francese . È risaputo intanto che il Cristianesimo è a preferenza la religione dei tempi difficili anziché di quelli prosperi ; di Esso si può fare facilmente a meno quando la vita è facile ed agiata , quando l ' avvenire si presenta ridente , quando i godimenti materiali non fanno difetto ; ma si sente al contrario urgente il bisogno delle sue speranze e dei suoi conforti quando si è colpiti da disillusioni amare e da catastrofi , quando le privazioni ed i dolori rendono amaro l ' oggi e più amara la prospettiva dell ' indomani . Bisogna rammentare che già una volta trionfò definitivamente quando le classi alte e medie del mondo antico subirono quella tremenda catastrofe , quelle inenarrabili sofferenze , che furono la conseguenza delle vittorie definitive dei barbari e della caduta dell ' impero romano d ' occidente . Se , sulla fine del secolo decimono od all ' alba di quello venturo , molte vite fossero sacrificate , ed una buona parte del capitale europeo fosse sciupato in lotte ed in vani tentativi di riforme sociali , non è improbabile che al fasto ed allo sperpero , che sono stati una delle caratteristiche degli ultimi decenni del secolo decimonono , non debba succedere un ' èra di abbattimento e di relativa miseria , durante la quale le dottrine cristiane troverebbero propizio il terreno per riguadagnare il cuore delle masse . Finora , nei paesi cattolici , essendo appunto la Chiesa catto lica quella che gode di una maggiore autonomia e che pretende una più grande ingerenza nelle cose dello Stato , la propaganda anti ­ religiosa è stata direttamente od indirettamente favorita dalle autorità laiche con le quali il Papato si è trovato in violenti conflitti d ' interessi . Ciò è avvenuto specialmente in Francia , nei primi anni della monarchia di luglio e durante un certo periodo della terza repubblica , ed in Italia , durante e dopo la caduta del potere temporale dei Papi . Ma è erroneo scambiare queste lotte , che sono episodii che di quando in quando si sono rinnovati nella vita dei popoli cattolici , con l ' essenza stessa ; della loro storia , dando ad esse il carattere di guerre a morte non interrotte né da paci né da tregue . Come è accaduto spessissimo nei secoli scorsi , dopo essersi accanitamente disputata una posizione , bisogna che quella delle due parti in contesa che l ' ha perduta si abitui alla nuova condizione delle cose e si rassegni , almeno tacitamente , ad accettarla . Di queste ore di tacita rassegnazione la Chiesa cattolica ne conta parecchie nella sua lunga storia . Non è possibile poi che tanto la Chiesa che lo Stato non finiscano coll ' accorgersi che nelle loro lotte presenti , il vero tertius gaudens , come ebbe a scrivere lo Schäffle e come vede da sé chiunque sia spassionato ed abbia appena appena un zinzino di senno politico , è la democrazia sociale . Non è possibile che questi due Enti non vedano alla lunga il gran bene , che , camminando con un certo accordo , si possono scambievolmente fare . Ormai in Francia pare che un movimento nel senso da noi indicato si vada sempre più eccentuando . Ed anche in Italia il tempo è e sarà il miglior maestro , e molta gente va vedendo , e vedrà sempre più chiaramente , che , se da un lato il Cattolicesimo dura e facilmente non si distrugge , dall ' altro neppure è possibile distruggere la storia ; annullare cioè quei fatti ai quali un lungo volgere di anni ha apposto il suo incancellabile suggello ed ha dato l ' autorità di cosa giudicata . Corre ormai il ventiseiesimo anno dal di nel quale le ultime traccio del potere temporale dei papi furono distrutte , ed era già un pezzo che gli ultimi suoi avanzi non si potevano più reggere per forza propria . Chiunque vive nel mondo europeo , e specialmente in quello italiano , e non vuole affettare vani timori né pascersi d ' inconsulte speranze , deve scorgere chiaramente l ' impossibilità materiale della sua restaurazione ; e tutto fa preveder che la quistione , che ad essa si riferisce , va posta tra quelle che il secolo ventesimo dimenticherà , incalzato , come sarà , da tante altre questioni più nuove , più calde , più urgenti . IV . - - Meno conciliabile è , a dir vero , il dissidio fra il metodo scientifico positivo e quella base soprannaturale e dogmatica che si trova in tutte le religioni , quella cristiana compresa , e che il Cattolicesimo segnatamente ha di recente esagerato . Ma bisogna tener presente che la fede è cosa vecchia e la scienza relativamente nuova . Essa avea già mostrato qualche barlume di sé nell ' antico Egitto , in Babilonia , nell ' India braminica , in China ; barlumi però non coordinati , avvolti quasi sempre nel mistero ed interrotti da lunghi secoli di oscurità . Più forte fu la luce che sviluppò la civiltà greco ­ romana ; ma anch ' essa si spense quasi al declinare del mondo antico ; altri sprazzi ne vediamo apparire durante l ' epoca più splendida della civiltà araba , che fecondò germi preparati dalla Grecia e dalla Persia dei Sassanidi ; ma anch ' essi furono soffocati dall ' imbarbarimento progressivo del mondo maomettano . Come base integrante di una civiltà , come vero portato di un periodo storico , la scienza positiva comincia nel secolo decimosesto e non si affermò che nel decimottavo in questa Europa , che ereditò e fecondò dottrine e nozioni elaborate da tanti popoli e da tante civiltà . Ora , la guerra fra questa nuova forza sociale , che si volea affermare , e la religione che si voleva difendere , e che per prima cosa cercò di soffocare nelle fasce il nuovo concorrente , fu naturale e spiegabile . E la religione prima cercò di negare , e poi colpì d ' anatema i risultati della scienza , e d ' altra parte la scienza assunse con particolare impegno la missione di sbugiardare agli occhi delle masse i dogmi della religione . Tante istituzioni però e tante persone sembrano incompatibili , le quali , dalla impossibilità di eliminarsi a vicenda e dalla necessità , che ne viene in conseguenza , di far vita insieme , sono costrette a compatirsi . Se la scienza poi attacca direttamente od indirettamente il dogma , almeno essa si svolge in un campo differente da quello delle religioni ; il pensiero scientifico infatti spiega la sua azione sul raziocinio umano , mentre la fede ha la sue base nel sentimento . Il primo necessariamente è accessibile solo a quel piccolo numero di individui , che hanno la capacità e la possibilità di menare una vita fortemente intellettiva , mentre l ' altra estende la sua azione sulle masse . Certo più incompatibili assai che la scienza ed una religione sono due religioni diverse , che necessariamente si devono sbugiardare a vicenda e si fanno la concorrenza sullo stesso terreno . Eppure noi vediamo che , parecchie volte , dopo lunghe ed atroci lotte , due religioni , una volta convinte della impossibilità di distruggersi , finiscono col tollerarsi a vicenda . Così è avvenuto ed avviene dovunque cattolici e protestanti , cristiani e maomettani , maomettani ed idolatri hanno convissuto e convivono pacificamente nello stesso paese . Ma forse la China ci offre su questo argomento un esempio , che fa più al caso nostro . Colà le classi colte e governanti seguono un vago Deismo , che in fondo è un vero e proprio positivismo razionale , mentre il popolo è buddista , seguace della religione di Lao ­ Tze , o maomettano . Il Buddismo è anche in certo modo legalmente riconosciuto e l ' autorità partecipa ufficialmente alle sue feste . Or potrebbe avvenire qualche cosa di molto analogo in Europa . Quivi ci pare assai improbabile che in un prossimo avvenire religioni nuove possano , non diciamo nascere , ma diffondersi ; sicché le varie forme del Cristianesimo manterranno la loro preponderanza in quei paesi dove attualmente la hanno . Alla lunga una reciproca tolleranza potrebbe stabilirsi fra il positivismo o meglio l ' agnosticismo scientifico degli individui più colti e le credenze seguite , non solo dalle masse povere ed incolte , ma anche da tutta quella gran parte delle classe agiata , che per sesso , per abitudine , per l ' educazione ricevuta o per temperamento , è più ossequente agli impulsi del sentimento . V . - - I primi dovrebbero comprendere che non si ottiene alcun vantaggio sociale facendo la propaganda della miscredenza fra coloro che sentono il bisogno delle credenze religiose , o che son troppo ignoranti per arrivare a formarsi una concezione originale e propria intorno a certi problemi naturali e sociali . E d ' altra parte , coloro che dirigono il movimento cristiano , e specialmente quello cattolico , dovrebbero pure persuadersi . , e questa persuasione a dir vero è alquanto difficile che acquistino , che ormai la scienza è diventata tanta parte della vita dei popoli civili , che non può riuscire facile , e diremmo quasi che non può riuscire possibile , di soffocarla e distruggerla . Però le soluzioni , alle quali abbiamo ora accennato , dei problemi moderni riguardanti i rapporti tra lo Stato e la Chiesa e fra la scienza e le religioni dommatiche , sono soltanto da ritenersi come possibili ; il che non vuol dire che siano facili e sopratutto che sian le più probabili . Perché fossero adottate , dovrebbero avere molto senno politico le parti che attualmente sono in conflitto , e purtroppo , a preferenza del senno , le passioni , i rancori ed i fanatismi dirigono gli avvenimenti umani . Non bisogna poi dimenticare che attualmente la corrente democratica socialista rappresenta quasi un ' altra religione , che fa una , terribile concorrenza a quella cristiana , ed è con essa , quasi assolutamente incompatibile . Or , è pure possibile che , nell ' urto fra queste due correnti , non resti più la libertà , la tolleranza sufficiente perché continui a prosperare ed a vivere quel piccolissimo strato sociale capace di conservare l ' indipendenza del pensiero davanti i grandi problemi sociali e politici . Pur troppo le epoche nelle quali è stato permesso di liberamente esprimere il proprio pensiero , di non esser servo di alcun fanatismo , di altana superstizione , sono epoche privilegiate e piuttosto eccezionali nella storia dei popoli , ed esse non hanno durato ordinariamente molto a lungo . Spesso le società umane si sono adagiate per secoli in un sistema di credenze , e ad esso hanno sacrificato la libertà di discutere e di pensare , oppure si sono dilaniate aspramente perché due diverse correnti di dottrine e di credenze hanno conteso in tutti i modi perla preponderanza sociale . I momenti di pace , di tolleranza relativa , nei quali le passioni sono state alquanto imbrigliate e l ' intelletto ha potuto con calma osservare e ragionare , sono stati in fondo fortunate parentesi , divise fra loro da lunghi periodi di cieco ed esclusivo fanatismo o di selvaggia lotte e persecuzioni . E , che ognuna di queste parentesi possa essere chiusa , è provato dai tipi di civiltà che troviamo ora decaduti od immobilizzati , e che dovettero avere anch ' essi dei momenti in cui il pensiero umano fu relativamente libero , altrimenti non si potrebbe spiegare il grado di progresso intellettuale , che bure un giorno raggiunsero . E , anche restando nell ' Europa , si può rammentare che da Aristotile si andò indietro fino al bizantinismo , dalla civiltà splendida e positiva dei primi secoli dell ' impero romano , che solo nei secoli decimottavo e decimonono le più colte nazioni hanno sorpassato , si andò , con una decadenza ora lenta ora rapida , alla barbarie , che troviamo descritta da Gregorio di Tours e Paolo Diacono ed a quella , forse ancora più supina e degradante , che troviamo documentata nella cronaca di Raul Glaber . È ripensando a queste grandi eclissi dell ' intelletto amano che , senza fare pronostici la cui difficoltà è evidente , sorgo nell ' animo il triste sospetto che all ' epoca presente potrà succederne un ' altra in cui non sarà libero per ogni individuo il professare o il non professare pubblicamente la religione cristiana ed in cui la spontanea e sincera espressione del pensiero umano , la piena indipendenza dell ' indagine scientifica potrà essere limitata dalla necessità di conservare intatto quel tipo sociale , che , dopo lunghe ed accanite lotte , sarà riuscito vittorioso . V . - - Legato al problema religioso e sopratutto al terzo problema , cioè all ' avvenire della nostra civiltà di fronte allo svolgimento della democrazia sociale , è il secondo problema elle ora imprendiamo a trattare , che riguarda la crisi che traversano i Governi rappresentativi e sopratutto quelli parlamentari ; crisi che , ristretta oggi nel campo delle idee e delle opinioni , può allargarsi domani in quello dei fatti e determinare mutamenti graduali o repentini nelle istituzioni che reggono tanta parte d ' Europa . Cominciamo coll ' osservare infatti che , non tenendo conto delle nuove forze sociali , che si affermarono durante il secolo decimottavo , forze basate sopra la produzione di nuore ricchezze e sulla diversa , distribuzione delle ricchezze stesse e sul sorgere di una classe media colta ed agiata , due furono le correnti intellettuali che produssero i movimenti politici , i quali hanno condotto alla loro volta quasi tutti i popoli di civiltà europea ai governi rappresentativi e spesso anche ai governi parlamentari . La prima è quella basata sulle dottrine del Montesquieu , e che chiameremo la corrente liberale , la quale , mercé la divisione dei poteri , ha voluto fare un argine all ' assolutismo burocratico , ed abbiamo già visto come , benché incompleto , il sistema d ' idee al quale ora accenniamo non si possa dire fondamentalmente errato . La seconda è la corrente democratica , il cui padre intellettuale è indiscutibilmente il Rousseau , la quale pone come base legale di ogni potere politico la sovranità popolare , il mandato che i governanti ricevono dalla maggioranza dei cittadini , e fa dipendere dalla sincera attuazione di questo presupposto non solo la legittimità dei governi , ma anche la loro bontà , ossia la loro attitudine a soddisfare gli interessi e gli ideali delle masse ed a condurle verso il miglioramento economico , intellettuale e morale . Or , come più avanti cercheremo di dimostrare , questa seconda corrente d ' idee , venendo alle sue ultime esplicazioni e conseguenze , ha prodotto anche la moderna democrazia sociale . Le numerose obiezioni che ora si muovono ai governi rappresentativi , e sopratutto a quelli nei quali , per la larga base data al suffragio popolare , e più ancora per la preponderanza che ha politicamente l ' organo elettivo detto comunemente camera bassa , l ' ideale democratico si potrebbe dire a preferenza attuato , sono di tre ordini : Una prima categoria di attacchi e di critiche infatti si riferisce ai pettegolezzi , alle lungaggini , alle futilità di cui spesso si occupano le assemblee parlamentari . Un ' altra , che fin d ' ora crediamo di potere affermare che è meglio fondata , viene a preferenza formulata dai socialisti avanzati e dagli anarchici , e si può riassumere nell ' accusa che , dato il presente sistema d ' ineguale distribuzione della ricchezza , i parlamenti non rappresentano gli interessi e le aspirazioni della maggioranza , ma piuttosto quelle delle classi ricche e dirigenti . La terza finalmente , certo più fondata di tutte , riguarda la soverchia ingerenza , non tanto della Camera come corpo politico , quanto dei singoli deputati , nella giustizia , nell ' amministrazione , nella distribuzione di tutta , quella , parte grandissima di ricchezza sociale , che è , sotto forma di imposte e di tasse , assorbita dallo Stato e da esso impiegata nei diversi servizi pubblici e di quell ' altra parte , pure grande , concentrata nelle banche e nelle grandi speculazioni industriali , nelle Opere Pie , la quale non sfugge ordinariamente alla influenza e sorveglianza dei governi moderni . Non ci è infatti chi non veda a prima , vista quanto sia dannosa la continua ingerenza , la faccenderia dei deputati in un regime fortemente burocratizzato quale sua origine feudale avea tratto il principio della rappresentanza e l ' avea conservato e sviluppato . è il nostro ; ad essa si è dato un nome speciale , recente e pure già odioso : si chiama infatti comunemente il Parlamentarismo . VI . - - Or gl ' inconvenienti insiti a qualunque regime di discussione , la lungaggine delle assemblee , la vacuità di molti discorsi nei quali è facile scorgere che lo sfogo di piccole ambizioni e del piccolo amor proprio individuale ha una parte maggiore che la devozione al pubblico interesse , la leggerezza con cui spesso si compilano nuove leggi , l ' ostruzionismo che qualche volta ritarda provvedimenti necessari , le stesse violenze di linguaggio non sempre giustificate , sono tutti senza dubbio difetti gravi ; ma possono sembrare gravissimi e di capitale importanza solo a chi ha la persuasione che il regime politico di un popolo possa andare esente dalle debolezze inerenti alla natura umana . La capacità che ha l ' uomo di concepire il bene , la giustizia assoluta , il modo migliore di adempiere al proprio dovere , e la difficoltà grandissima che poi prova nel regolare le proprie azioni conformandosi scrupolosamente a questi suoi concepimenti , producono la conseguenza inevitabile che non vi è uomo di Stato e forma di Governo che non possano essere oggetto di censure numerose ed , astrattamente considerate , anche giuste . L ' unico criterio pratico per giudicare tanto gli uomini che i regimi politici è dunque quello di paragonarli con gli altri , e sopratutto con quelli che li hanno preceduti e , quando si può , con quelli che li hanno seguito . Or , valutati a questa stregua , i vizi delle Assemblee , le cattive con seguenze che il loro controllo e la loro partecipazione al potere può produrre in tutti i regimi rappresentativi , compresi quelli costituzionali , sono ben poca cosa di fronte ai danni innegabili che si avrebbero dal loro annullamento o dalla loro completa esautorazione . Infatti , nelle presenti condizioni della società , alla soppressione della assemblee rappresentative seguirebbe immancabilmente quel regime , che si chiama comunemente assoluto , e che noi crediamo che si potrebbe meglio battezzare come esclusivamente burocratico , perché ha come caratteristica principale l ' allontanamento dalla vita pubblica , di tutte le forze politiche , di tutti i valori sociali , che non fanno parte della burocrazia e , se non altro , la loro subordinazione assoluta all ' elemento burocratico . Certo non escludiamo interamente che il disgusto sempre crescente del parlamentarismo e sopratutto la paura della democrazia sociale , là dove essa assume un carattere minacciosamente rivoluzionario , possano spingere parecchi popoli della moderna Europa verso un tale regime ; ma non possiamo ammettere che ciò sarà un bene ; e non occorre una lunga dimostrazione per questa nostra tesi , dopo quanto abbiamo esposto , nel capitolo quinto , sui pericoli e gli inconvenienti della preponderanza assoluta , non soggetta a limitazione ed a discussione alcuna , di una sola forza politica . E che non si tratti di un ' obiezione puramente teorica e dottrinale , ma di un valore pratico grandissimo , è facilmente provato dall ' esempio di qualche paese di civiltà europea , dove il regime rappresentativo ancora molto imperfettamente funziona , come ad esempio sarebbe la Russia , e forse meglio ancora dalle ricordanze dell ' antico regime francese e da quelle più recenti che gl ' Italiani , specialmente quelli del Mezzogiorno , possono facilmente rievocare . Solo l ' abitudine ai vantaggi di un regime di discussione pubblica di tutti gli atti dei Governi può non fare scorgere a prima vista agli osservatori superficiali della giovane generazione quale sarebbe là rovina morale che verrebbe dalla sua caduta ; rovina che si esplicherebbe in una serie di attentati alla difesa giuridica , alla giustizia , a tutto ciò che comunemente dicesi la libertà , assai più perniciosi di tutti quelli che possono essere addebitati , non diciamo ai governi rappresentativi in genere , ma anche ai meno corretti fra i Governi parlamentari . Le obiezioni che i socialisti molto avanzati e gli anarchici fanno comunemente al sistema rappresentativo hanno fondamento in una osservazione già da noi esposta nel capitolo VI del presente lavoro ed altrove , che molti altri scrittori hanno pare formulato e che è da maravigliare soltanto che non sia più diffusa ed accreditata . Alludiamo al fatto evidente che i membri di una Camera elettiva non sono quasi mai scelti liberamente e spontaneamente dalla maggioranza dei loro elettori , perché questi non hanno che una limitatissima libertà di opzione tra i pochissimi candidati , la riuscita dei quali presenta una certa probabilità . Certo questa contraddizione flagrante tra il fatto ed il diritto , fra la base giuridica del mandato politico e la sua pratica esplicazione , è una debolezza grandissima di qualunque sistema rappresentativo . Però essa può fornire un argomento di capitale importanza contro al detto sistema solo a coloro , e sono ancora moltissimi , che accettano la teoria della sovranità popolare secondo la interpretazione ristretta e precisamente circoscritta , che ne hanno dato Rousseau ed i suoi seguaci della scuola democratica , poi quali significa che il Governo di ogni società debba emanare dalla maggioranza numerica dei cittadini . Ma se , come noi crediamo , la sola cosa importante e possibile in un regime politico è che vi prendano parte tutti i valori sociali , che in esso trovino un posto tutti coloro che hanno qualcuna delle qualità , che , in un dato tempo e in un dato popolo , determinano il prestigio e l ' influenza delle classi e degli individui , allora si può ammettere che , come non va combattuta una religione per la scarsa veridicità dei suoi dogmi quando moralmente produce buoni risultati , così le applicazioni di una dottrina politica si possono accettare finché hanno per conseguenza un miglioramento della difesa giuridica , benché la dottrina stessa offra facilmente il fianco ad una critica inspirata a criteri positivi . Or è innegabile che il sistema rappresentativo dà a molteplici forze sociali il modo di partecipare al regime politica , controllando e limitando l ' azione di altre forze sociali , cioè , della burocrazia . E certamente , se queste sole fossero le conseguenze e le applicazioni possibili della dottrina della sovranità popolare , converrebbe accertarle , pur riconoscendo la scarsa base scientifica della corrente d ' idee e di sentimenti che le ha prodotte . Né si dica che il fatto che le maggioranze vere e reali hanno un ' influenza molto limitata nella scelta dei rappresentanti dipenda esclusivamente dalle presenti disuguaglianze sociali . Indiscutibilmente , quando queste esistono , è naturale che la scelta degli elettori cada a preferenza su coloro che nella disuguaglianza rappresentano i punti più elevati della scala sociale ; ma , anche se per un ' ipotesi , che crediamo impossibile , la scala fosse livellata in modo da diventare un piano , resterebbe sempre la prevalenza inevitabile delle minoranze organizzate e facili ad organizzare , di fronte alle maggioranze disorganizzate . La moltitudine degli elettori sarebbe perciò sempre costretta a scegliere i suoi rappresentanti fra i candidati sostenuti dai gruppi di persone per gusto ed interesse più attivamente dedite alla vita politica . Adunque , ciò che vi è di più fondato nelle critiche , che ormai da più di un ventennio si fanno contro i Governi rappresentativi , sta tutto nella soverchia ed esclusiva prevalenza degli elementi elettivi , che si verifica in molti di essi e specialmente quando degenerano nel Parlamentarismo . Il fatto che , dove questo è in vigore , esce dal seno della Camera elettiva il Ministero , che dirige tutta la vasta ed assorbente macchina burocratica , e quello più grave ancora che Presidenti del Consiglio e Ministri restano in carica finché piaccia alla maggioranza della detta Camera il conservarli , sono le prime e vere radici dei mali così comunemente lamentati . È per essi che nelle Camere la discussione degli atti del Governo ed il controllo , che sopra l ' azione governativa i deputati dovrebbero esercitare , sono quasi sempre traviati da ambizioni personali ed interessi di parte . È per essi che il desiderio naturale nei governanti di fare il bene viene efficacemente e costantemente combattuto dal desiderio , non meno naturale , di fare il proprio interesse , che il sentimento del dovere professionale è nei ministri e nei deputati sempre bilanciato da tutte le ambizioni e da tutti gli amor propri giustificati ed ingiustificati . È per essi che la macchina amministrativa e giudiziaria viene mutata in grande agenzia elettorale col relativo sperpero di pubblico danaro e di senso morale , che le pretese di qualunque grande elettore , attraverso il deputato che ha bisogno di lui , e del ministro che ha bisogno del deputato , bastano talvolta a far rinnegare qualunque rispetto all ' equità ed alla legge . È infine per questa costante , procurata , flagrante contraddizione fra il dovere e l ' interesse di chi governa e di chi deve limitare e giudicare l ' azione del Governo , che la burocrazia e l ' elemento elettivo , che dovrebbero controllarsi a vicenda , finiscono col corrompersi e a vicenda . VII . - - Prima di studiare i rimedi proposti e da proporre ad un simile stato di cose conviene fermarsi un momento per esaminare cosa accadrebbe se esso durasse immutato per un certo spazio di tempo , se , ad esempio , per mezzo secolo ancora nulla di sostanziale fosse mutato nelle istituzioni che reggono tanta parte della società europea e non avvenissero in essa nuovi rivolgimenti talmente violenti da spostare le influenze e le fortune personali . Or , dato che questa ipotesi , cosa che ci pare difficile , possa avverarsi , respingiamo formalmente quell ' opinione , un tempo abbracciata da molti ed ora seguita da pochi , secondo la quale le istituzioni parlamentari avrebbero in sé stesse una virtù riparatrice dei mali che producono negli inizi della loro applicazione . Possiamo però ammettere che questi mali cambierebbero un po ' di natura per quel fenomeno della stabilità o cristallizzazione delle influenze politiche , che avviene in tutti i paesi il cui regime politico non è per un lungo tempo cambiato da infiltrazioni straniere o da un lavorìo interiore d ' idee e di passioni . I figli delle notorietà presenti del Parlamento , della Banca e della burocrazia arriverebbero infatti sempre più facilmente ai posti già occupati dai padri , e si formerebbe un piccolo mondo , una consorteria di famiglie influenti , entro la quale sarebbe difficile agli uomini nuovi di penetrare . Accadrebbe ciò che è accaduto in Roma repubblicana , dove le diverse generazioni delle famiglie più cospicue si succedevano nelle cariche più elevate e nell ' Inghilterra del secolo decimottavo e dei primi decenni del decimonono fino alla riforma del 1832 , quando le antiche famiglie parlamentari erano alternativamente alla testa dell ' Opposizione o del Gabinetto , e si accentuerebbe ciò che già accade in Francia ed in Italia , paesi dove il sistema rappresentativo è ancora recente , nei quali spesso vediamo i figli , i fratelli ed i generi degli uomini politici ereditare i collegi dei loro parenti . mercé questa maggiore stabilità della classe che avrebbe l ' alta direzione politica si renderebbe più difficile il farsi avanti agli nomini di merito e di nascita oscura , ma crescerebbe la difficoltà anche por coloro elle escono dalla folla e salgono i primi gradini della notorietà e dell ' influenza politica lusingando e acuendo le più basse o le più insensate aspirazioni della folla . Il tempo farebbe pure dimenticare la prima origine impura di molte fortune e molte influenze , ai figli nati in elevata fortuna sarebbero risparmiate le bassezze e le contraddizioni che , per arrivarvi , furono necessarie ai padri , ma diventerebbe sempre più flagrante la contraddizione fra lo spirito delle istituzioni e coloro , che sarebbero chiamati a rappresentarle , e l ' oligarchia , che governerebbe a nome del popolo , e che non potrebbe mai ripudiare interamente le arti e lo ipocrisie necessarie in qualunque regime parlamentare , starebbe sempre più lontana ed appartata dai sentimenti e dalle passioni del popolo . E per popolo non intendiamo solo le masse dei contadini e degli operai , ma , anche quelle numerose classi medie , fra le quali si svolge tanta parte dell ' attività economica ed intellettuale del paese . Prescindendo quindi dagli effetti naturali , che eserciterebbe l ' azione del tempo , la quale , come abbiamo visto , sarebbe di dubbia utilità , non è difficile escogitare quelle modificazioni degli istituti presenti , che attenuerebbero i danni del Parlamentarismo . Non ci è infatti chi non veda quanto riuscirebbe utile l ' aumentare le guarentigie d ' indipendenza della magistratura , assicurando ai magistrati in tutti i paesi quella vera e reale inamovibilità di grado e di luogo , che ora è praticata soltanto in alcuni , ed elevando , a fatti non a parole , la loro posizione sociale ed il loro prestigio . Non ci è chi non veda quanto gioverebbe in Francia ed in Italia ed altrove l ' introdurre il sistema della responsabilità di tutti gli impiegati dello Stato al modo tedesco , in guisa che tutti i pubblici funzionari di grado elevato rispondessero dell ' opera loro da vanti tribunali amministrativi realmente indipendenti , e sottraendo nello stesso tempo i detti funzionari agli arbitrii dei Ministri e quindi dei deputati . Si potrebbe anche organizzare meglio il controllo finanziario , aumentando l ' indipendenza della Corte dei Conti . Disgraziata mente tutti questi rimedi , che attenuerebbero la gravità di alcuni sintomi del male senza toglierne la radice , sono pure di difficile attuazione per la resistenza che gli elementi dominatori che hanno il battesimo del suffragio popolare , e che vengono comunemente appellati democratici , oppongono tacitamente od apertamente , in nome degli intangibili principii della sovranità nazionale , ogni qual volta si tratta di aumentarti il prestigio e le attribuzioni di quegli istituti , che limitano la loro onnipotenza . Più radicale ed efficace rimedio sarebbe senza alcun dubbio quello , che è stato vagheggiato da molti , e che consiste in un ritorno al sistema costituzionale del quale il Governo parlamentare non è che una trasformazione e , secondo alcuni , una degenerazione . Non bisogna nascondere che un movimento politico che cercasse di arrivare a questo resultato , avrebbe una certa facilità di pratica attuazione , perché realmente , stando alla lettera degli Statuti e delle Carte fondamentali sulle quali posa l ' edificio giuridico dei Governi moderni , non si può scorgere alcuna differenza fra il regime parlamentare e quello costituzionale , anzi tutti i testi ammettono esclusivamente l ' esistenza di un regime costituzionale non già di quello parlamentare . Questa forma di Governo non si è perciò stabilita se non in base ad una serie di concessioni tacitamente richieste dalla pubblica opinione e tacitamente con sentite dai Capi degli Stati ; sicché basterebbe un cambiamento nell ' opinione pubblica per tornare ad una interpretazione più autentica dei principii codificati nelle Costituzioni . Aggiungiamo non essere esatto ciò che alcuni credono , che il Governo parlamentare cioè abbia avuto in Inghilterra la sanzione di una durata parecchie volte secolare ; perché realmente esso cominciò colà a delinearsi soltanto poco prima della metà del secolo decimottavo e non ha funzionato secondo le norme , che i trattatisti credono corrette , se non durante il secolo decimonono e specialmente durante il lungo regno della regina Vittoria e durante quelli dei suoi successori . Malgrado ciò confessiamo che una evoluzione politica , nel senso indicato ci parrebbe ora di una opportunità molto dubbia . In Francia , in Italia e negli altri paesi parlamentari del continente europeo il funzionamento di tutti gli istituti politici è ormai le gato al presupposto che debba vigere in fatto il regime parlamentare . E discutibile se sia stato giovevole il passaggio diretto dal regime burocratico assolato a quello parlamentare , senza fermarsi prima , almeno per un certo tempo , nel periodo semplice mente costituzionale ; ma , poiché gli eventi hanno così proceduto , bisogna subirne le conseguenze . Or principalissima conseguenza delle teorie e delle consuetudini politiche , che hanno finora prevalso in tanta parte d ' Europa , è stata questa : che la Camera elettiva , sicura che il Gabinetto potea essere sempre rovesciato da un suo voto contrario , non ha curato abbastanza la necessità di limitarne i poteri e le attribuzioni . Sicché essa è stata larghissima nell ' aumentare le risorse , le funzioni , le inframmettenze dello Stato , ed è stata forse poco gelosa della intangibilità di alcuni dei suoi poteri ; perché ha pensato che coloro che dello Stato sono a capo sarebbero sempre gli strumenti della sua maggioranza . Così stando le cose , è evidente che il passaggio rapido dal regime parlamentare al costituzionale , nei paesi che sono al primo abituati , condurrebbe ad un sistema di Governo molto più autoritario e ristretto di quello che vediamo in vigore in quelle nazioni nelle quali il costituzionalismo puro non si è mai trasformato e le funzioni di tutti i poteri sono rimaste sempre conformi alla lettera degli Statuti fondamentali . Senza farsi illusioni , si può con quasi sicurezza affermare che una simile evoluzione , decapitando la Camera dei rappresentanti , togliendole cioè la principale delle sue attribuzioni e nello stesso tempo conservando intatta tutta quell ' assorbente organizzazione burocratica , tutti quei mezzi e quelle abitudini di corruzione coi quali ora i Governi parlamentari sanno modificare i responsi delle urne , toglierebbe almeno per molto tempo ogni spontaneità di azione , ogni importanza politica ai Parlamenti e ci condurrebbe ad un regime molto simile a quell ' assolutismo burocratico , del quale abbiamo poco sopra accennato i vizi e gl ' inconvenienti . Ed è anche da tener presente che questi sarebbero più sentiti , più amari , più gravi se il Gabinetto , che inaugurerebbe il nuovo sistema , fosse uscito , come è molto probabile , dal Parlamentarismo e fosse quindi inquinato da tutte le corruttele e le ipocrisie inerenti alla sua origine . VIII . - - Il rimedio più efficace e più sicuro ai mali del Parlamentarismo starebbe in un discentramento largo ed organico , il quale non dovrebbe solo consistere in un passaggio di attribuzioni dalla burocrazia centrale a quella provinciale , e dalle Camere del Parlamento nazionale ai corpi elettivi locali , ma nell ' affidare gran parte delle mansioni , che ora sono esercitate dalla burocrazia e dai corpi elettivi , a quella classe di persone , che per cultura ed agiatezza ha capacità , indipendenza , prestigio sociale assai superiore a quello delle masse ; la quale non si dà ai pubblici impieghi e che ora , quando non riesce o non vuole farsi eleggere alla deputazione , o non entra a far parte dei Consigli provinciali o di quelli dei grandi Comuni , resta completamente lontana dalla vita pubblica . È in questo modo soltanto che si possono lenire i mali del Parlamentarismo o rendere meno pericoloso per le pubbliche libertà il passaggio da esso al regime costituzionale . Se non fosse noto altrimenti , si potrebbe rilevare da quanto noi abbiamo già scritto che le magagne dei Governi parlamentari hanno quasi tutte origine dall ' indebita ingerenza che la burocrazia , per mezzo principalmente dei Prefetti , esercita nella formazione degli elementi elettivi centrali e locali e da quella , ugualmente indebita , che gli elementi elettivi centrali , ossia i deputati , esercitano alla loro volta sella burocrazia . Da ciò proviene un indecente ed ipocrita mercimonio di tolleranze reciproche e di scambievoli favori , che è la vera cancrena di parecchie nazioni europee . Or questo cerchio non si rompe aumentando i poteri della burocrazia o allargando le attribuzioni dei corpi elettivi , ma si spezzerà soltanto chiamando nuovi elementi politici , nuove forze sociali al servizio della cosa pubblica , perfezionando la difesa giuridica mediante la partecipazione ai pubblici uffici di tutte le persone , che hanno attitudine a ciò e che non sono impiegati salariati promovibili e traslocatili a beneplacito di un Ministro , né devono attendere la riconferma della loro carica dalla sollecitazione dei voti , dal beneplacito di un comitato o di un faccendiere elettorale . In Francia , in Italia ed altrove , in ogni provincia o dipartimento si potrebbe applicare il concetto testé esposto , facendo la lista di tutti coloro che hanno una laurea universitaria e pagano un dato censo , e formandone una categoria speciale di funzionari gratuiti , la quale , sebbene aperta a tutti coloro che arrivassero a conquistare i titoli enunciati , pare per l ' omogeneità della condizione sociale e per la naturale tendenza che ha l ' uomo per le distinzioni sociali , acquisterebbe presto solidità e spirito di corpo , e dedicherebbe volentieri una parte del suo tempo ai pubblici negozi . Fra gl ' individui appartenenti a questa categoria si dovrebbero scegliere a sorte o nominare a vita , secondo i casi , i giudici conciliatori , gli ufficiali incaricati di redigere le liste degli elettori politici e comunali e alcuni nuovi funzionari , che dovrebbero essere incaricati di certe mansioni di polizia giudiziaria . Nella stessa classe dovrebbero essere scelti i componenti dei tribunali amministrativi di primo grado , che dovrebbero surrogare , là dove esistono , le presenti Giunte amministrative e che potrebbero essere anche presieduti da un magistrato di carriera . Lo stesso elemento potrebbe , anzi dovrebbe , essere rappresentato nei Consigli di prefettura . Certo non possiamo qui esporre minutamente tutto un sistema di riforme delle istituzioni politiche ed amministrative della società europea e diamo quindi soltanto l ' idea fondamentale , che del resto non è esclusivamente nostra , alla quale le riforme dovrebbero essere inspirate , tracciamo la via che ci pare opportuno e necessario di seguire . Non ci dissimuliamo neppure le obiezioni , che alla immediata applicazione dei nostri concetti si potrebbero opporre . Anzi , sebbene non abbiano tutte la stessa gravità , è nostro dovere farne un sommario esame . Si può dire infatti che la presente istituzione della giuria è organizzata secondo il metodo da noi propugnato e che pure essa fa cattiva prova e si va di giorno in giorno sempre più discreditando . Ma , in primo luogo , osserviamo che le accuse contro la giuria sono forse esagerate nel senso che d ' inconvenienti , che ad essa esclusivamente si attribuiscono , sono forse a preferenza il frutto di una tendenza generale del secolo verso una soverchia mitezza nella repressione dei reati comuni ; tendenza contro la quale , presto o tardi , dovrà affermarsi una forte reazione . In secondo luogo poi gli elementi che entrano nella giuria non sono esclusivamente quelli da noi indicati , perché , essendosi allargata molto , anzi troppo , la base di questo istituto , ne fa parte una maggioranza di persone , che non ha la preparazione intellettuale e morale sufficiente al delicato ufficio elio deve esercitare . Or gli organismi sociali spesso funzionano male , non già perché il principio al quale devono la loro origine sia sostanzialmente falso , ma perché è male applicato . Certo , ad esempio , è giusto il principio propugnato dal Machiavelli , che la forza armata a tutela dell ' ordine e dell ' indipendenza di uno Stato debba essere composta di cittadini , che a turno prestino il loro servizio , anziché di stranieri e di mercenari , che della milizia fanno un mestiere . Ma , mentre una sapiente ed accorta applicazione di questo principio ha prodotto i moderni eserciti stanziali , un ' applicazione inorganica e leggiera dello stesso avrebbe risultati identici a quelli che diedero l ' ordinanza fiorentina creata secondo i suggerimenti del segretario fiorentino e la guardia nazionale che funzionò in Italia fino a quarant ' anni fa . Si può anche obiettare che la formazione di una classe di funzionari come quella da noi accennata avrebbe qualche cosa di artificiale e di arbitrario . Non neghiamo che ad un osservatore superficiale la critica possa sembrare giusta , perché nessun istituto umano , nessuna legge , si sottrae alla necessità di stabilire limiti che hanno qualche cosa di artificioso e convenzionale ; ma , nel caso nostro , se guardiamo alla sostanza delle cose , ci pare che sia perfettamente il contrario . Nei nostri costumi e nelle nostre abitudini private facciamo infatti sempre una notevole distinzione tra colui che ha un ' elevata cultura e per la sua posizione economica fa parte della buona società , e l ' uomo povero ed ignorante ; e , se politicamente sono ambidue considerati alla stessa stregua , ciò dipende appunto dal fatto cha nel nostro ordinamento politico prevalgono criteri arbitrari e convenzionali . Se una cosa ci deve perciò far maraviglia è la nullità politica come classe di coloro che hanno i requisiti accennati . E diciamo pensatamente come classe , perché poi , individualmente , escono ora quasi tutti dagli strati sociali che hanno una certa agiatezza ed una certa cultura coloro che coprono le cariche elettive di qualche importanza , cioè i deputati , i consiglieri provinciali o dipartimentali ed i sindaci ed i consiglieri comunali delle grandi città . Il male è che ne escono dopo esser passati , meno rare eccezioni , attraverso un sistema di selezione alla rovescia , che esclude dai posti di maggiore importanza quanti non vogliono o non possono comprare i voti degli elettori , oppure coloro che hanno carattere troppo elevato per sacrificare all ' ambizione la dignità , e troppa lealtà e correttezza per profondere promesse che sanno di non poter mantenere , o che si mantengono soltanto col sacrificio dell ' utile pubblico a quello privato . Più grave , più reale è l ' ostacolo che all ' attuazione pratica dei nostri concetti verrebbe dalle presenti condizioni economiche di molti paesi d ' Europa . Nel secolo scorso e nella prima metà di quello presente , la gentry inglese ha esercitato quasi tutti gli uffici equivalenti a quelli che noi vorremmo affidati alla classe , che ad essa corrisponde nella società del continente europeo ; e li ha esercitato in base ad un sistema analogo a quello che vorremmo introdurre nei nostri paesi , sistema che purtroppo , è bene che lo dichiariamo fin da ora , per l ' influenza delle moderne idee democratiche , ha perduto negli ultimi decenni molto terreno anche al di là della Manica . Ma l ' Inghilterra è stata negli ultimi secoli un paese relativamente ricco e , fino a cinquant ' anni fa , la scienza non avea una così larga applicazione nei varii rami dell ' attività sociale : perciò a stabilire il prestigio di un individuo bastava una certa agiatezza ed una certa educazione morale e non era , come oggi , quasi indispensabile che a questi fattori si aggiungesse una cultura superiore . Ora le necessità dei tempi e soprattutto il bisogno di mantenere la propria influenza possono indurre la classe più ricca , quella che possiede le grandi fortune , a scuotere la tradizionale ignavia , della quale ha dato in molti paesi spettacolo , ed a seguire i corsi universitari ; ma questa classe è e sarà sempre molto ristretta , e non potrà bastare a tutti gli uffici che abbiamo enumerato , se non è unita a quell ' altra , che possiede solo una onesta e mediocre agiatezza . Intanto questo strato sociale è appunto quello , che più stenta a mantenere il proprio rango , colpito come è , forse a preferenza degli altri , dai pesantissimi e depauperanti sistemi tributari moderni . Sicché esso difficilmente in molti paesi conserva quel margine di benessere economico , che è indispensabile per adire la cultura superiore quasi esclusivamente a scolo di decoro individuale , di lusso di famiglia , di utilità sociale ; ma a preferenza la consegue con uno scopo professionale , costretta come è ad avere quei diplomi , che sono necessari per l ' esercizio delle carniere dette liberali . E fin qui il danno sociale sarebbe forse tollerabile , ma il peggio è che l ' ingombro di queste carriere spinge sempre più questa classe verso la ricerca affannosa dei pubblici impieghi , i quali per le pressioni degli aspiranti si moltiplicano non solo nulle amministrazioni centrali , ma anche in quelle locali , occasionando nuove spese e nuove ingerenze burocratiche . Sicché si stabilisce un cerchio fatale di cause ed effetti reciproci , per il quale la rovina della media proprietà e dei capitalisti mediocri , dovuta al soverchio peso delle imposte , rende quasi necessario di aumentare ancora le imposte : e vengono così trasformati in funzionari di carriera , quegli stessi elementi sociali , che , in un paese più prospero , resterebbero liberi cittadini e costituirebbero il più efficace controllo all ' azione della burocrazia . Ma anche le difficoltà economiche si potrebbero gradatamente superare , se , alla formazione di una nuova aristocrazia a basi larghe , di una classe numerosa , che racchiuderebbe quasi tutte le energie morali e le forze intellettuali delle nazioni e che sarebbe lo strumento più atto a contrappesare le oligarchie burocratiche , bancarie ed elettorali , non fosse più forte e meno vincibile ostacolo quella corrente democratica , ancora tanto in voga , la quale nessuna legittimità di azione politica , nessuna prerogativa , ammette , che non emani direttamente o indirettamente dal suffragio popolare . Questa corrente , che , come abbiamo già accennato , ha contribuito potentemente a diminuire , negli ultimi decenni , le attribuzioni della gentry inglese e le ha affidate in cambio all ' elemento elettivo od alla burocrazia , spiegherebbe tutta la forza di cui è ancora capace per impedire che una evoluzione in senso inverso si compisse nel continente europeo . In fondo perciò la maggiore difficoltà nei rimedi da applicare ai mali del parlamentarismo sta tutta nelle condizioni intellettuali delle società , che sono rette a sistema parlamentare , nelle dottrine cioè e nelle opinioni che in esse sono più diffuse ; e , nella ricerca di questi rimedi , finiamo col trovarci di fronte a quello stesso ordine d ' idee e di passioni al quale deve la sua origine la democrazia sociale . IX . - - Cominciando l ' esame di quest ' ultimo ed importantissimo degli argomenti , che ci eravamo prefissi di trattare , sarà opportuno premettere un po ' di storia . In parecchi movimenti religiosi e sociali , che poi hanno assunto grandi proporzioni , può riuscire difficile il rintracciare esattamente e determinare la parte precisa che il primo fondatore ed i suoi prischi collaboratori hanno avuto nella maniera come i detti movimenti praticamente si sono svolti ; diciamo di più che non è agevole l ' accertare la fede di nascita dei primi maestri ed i caratteri che , fin dalla nascita , erano loro speciali . La personalità di Sakya Muni resta confusa infatti tra il vago e l ' incerto delle leggende buddistiche e forse non si potrà mai determinare la parte che Manete , primo fondatore del Manicheismo , ebbe in quelle credenze che poi produssero in Persia sulla fine del secolo quinto una specie di tentativo di rivoluzione sociale . Ma , quando spuntò l ' alba del socialismo odierno , eravamo già in un periodo intellettualmente assai più maturo , nel quale le dottrine nuove ed i ricordi personali venivano subito raccolti e fissati in libri pubblicati a migliaia di copie , che non saranno mai forse interamente distrutti e perduti . I primordi perciò delle attuali dottrine riformatrici sono noti e possono essere seguiti passo per passo ; ed , arrivando alle loro non lontane origini , facilmente constatiamo che Voltaire e i suoi seguaci ebbero una parte importantissima nel distruggere il mondo antico , ma non accennarono quasi mai a sistemi sociali nuovi che a quello allora vigente si potessero sostituire . Sicché il vero padre di quei sentimenti , di quelle passioni , di quel modo di comprendere e giudicare la vita sociale , che hanno avuto per conseguenza pratica la nascita e lo sviluppo della democrazia sociale , è indiscutibilmente , per come molti hanno già osservato prima di noi , Giangiacomo Rousseau . Certo è facile trovare nella China , nell ' India , per fino nell ' antico Egitto , in qualche scrittore greco e romano , nella Persia dei Sassanidi , fra i Profeti d ' Israele e fra i Santi Padri della Chiesa cattolica , negli eresiarchi cristiani del Medio Evo e del principio dell ' éra moderna e fra i riformatori della religione maomettana , idee , sentimenti , giudizi staccati e talvolta anche sistemi completi di credenze , che si avvicinano mirabilmente a duelli dei moderni socialisti . Ciò è molto naturale perché i sentimenti sui quali poggiano tanto le scuole socialiste propriamente dette , quanto quelle anarchiche , non sono certo esclusivi delle odierne generazioni europee ed americane . Inoltre l ' applicazione dello spirito critico all ' analisi delle istituzioni sociali contemporanee , collo scopo di fornire una base razionale e sistematica , almeno apparente , alla esplicazione dei sentimenti accennati , è pure un fatto antico ed abbastanza ovvio , che può accadere in tutte le società umane arrivate ad un certo periodo della loro maturità . Però ciò non significa che il socialismo odierno discenda per filiazione morale ed intellettuale diretta e non interrotta da alcuna delle dottrine che hanno con esso qualche analogia , e che fiorirono nelle diverse parti del mondo in secoli più o meno remoti , e perirono dopo aver lasciato nella storia traccie più o meno profonde della loro propaganda . Le odierne scuole riformatrici , tanto socialiste che anarchiche , che non si riattaccano ad alcun principio religioso ed hanno una base puramente razionale , sono invece un parto spontaneo delle condizioni intellettuali e morali del secolo decimottavo e del secolo decimonono . Il loro germe è tutto in quella dottrina che proclama l ' uomo naturalmente buono , e sostiene che la società lo rende cattivo , dimenticando che la struttura di una società non è che un risultato delle transazioni e degli equilibri fra gli svariati e , complicatissimi istinti umani . Or il primo che formulò nettamente questa dottrina , colui che ne fu il propugnatore più illustre , è senza dubbio il filosofo ginevrino , nelle cui opere , del resto , non solo appare esplicitamente il concetto che pone la giustizia assoluta a fondamento di tutte le istituzioni politiche e condanna perciò ogni disuguaglianza politica ed economica , ma anche agevolmente si riconoscono quei sentimenti di rancore verso i prediletti della fortuna , i ricchi , i potenti , che entrano per tanta parte nel bagaglio polemico dei socialisti delle generazioni passate e della presente . Il lavoro sull ' origine della ineguaglianza fra gli uomini , nel quale il Rousseau poneva quei germi che , fecondati maravigliosamente dall ' ambiente , doveano tanto svilupparsi , fu pubblicato nel 1754 e già l ' anno dopo , nel 1755 , dai principii posti si traevano le naturali conseguenze in un libro lungamente oscuro , attribuito per un pezzo al Diderot , ma il cui vero autore è certo Morelly , e nel quale già sono grossolanamente ma chiaramente tracciate le linee fondamentali di una riforma sociale in senso collettivista ; ed ugualmente per l ' abolizione della proprietà privata conchiudeva nel 1776 uno scrittore , ai suoi tempi abbastanza celebre e conosciuto , cioè l ' abate Mahly , e la famosa frase di Proudhon che la proprietà è un furto la troviamo già in un opuscolo pubblicato nel 1718 da quel Brissot di Warville , che divenne poi uno dei cali più noti del partito grondino . Si è molto disputato e si disputa ancora se gli uomini che diressero il gran movimento rivoluzionario francese alla fine del secolo XVIII fossero stati o no intinti di dottrine socialiste . Anteriormente al 1848 il Blanc lo ha affermato ed il Quinet , fondandosi principalmente sulle memorie del convenzionale Baudot , lo ha negato . A noi pare evidente che il socialismo debba essere una conseguenza necessaria della democrazia pura , se almeno per democrazia devesi intendere la negazione di ogni superiorità sociale che non sia basata sul libero consenso della maggioranza ; e su questo punto non esitiamo a dar perfettamente ragione allo Stahl e torto al Tocqueville e ad altri , che hanno sostenuto il contrario . Però una conseguenza necessaria , non vuol dire che debba essere immediata , ed è naturale anzi che corra un certo tempo fra il tentativo di attuare l ' uguaglianza assoluta nel campo politico e l ' altro col quale si cerca , di applicarla anche nel campo economico , giacché ordinariamente solo l ' esperienza insegna che la prima è del tutto apparente se non è completata dalla seconda . Sicché , durante il periodo che corre dal 1789 al 1793 , un po ' perché l ' esperienza mancava . , un po ' perché le dottrine socialiste erano ancora nella loro infanzia e non erano state ancora bene elaborate e concretate in sistemi che avessero almeno l ' apparenza scientifica , sopratutto poi perché i capi dei rivoluzionari d ' azione , se erano soldati , si contentavano di arrivare in un par d ' anni da sergenti a generali , se avvocati , si limitavano a diventare ( quando non morivano sulla ghigliottina ) legislatori , proconsoli , membri dei Comitati di salute pubblica , o alla peggio altissimi funzionari , e perché tutti costoro , insieme ai contadini , trovavano assai comodo acquistare dallo Stato le proprietà private degli emigrati mercé un pugno di assegnati senza valore , le teorie che ufficialmente prevalsero nelle varie Assemblee legislative e costituenti furon quelle che i socialisti odierni chiamano individualiste e borghesi . Vero è che se tali furono le dottrine prevalenti , ben altra intonazione ebbero gli istinti e le passioni che allora si scatenarono , e che , se non si fece ufficialmente la guerra alla ricchezza ed alla proprietà privata in genere , la si fece , in generale con molta efficacia , ai proprietari ed ai ricchi . Quindi di fatti e discorsi dei rivoluzionari d ' allora , perfettamente all ' unisono colle aspirazioni dei socialisti rivoluzionari di mezzo secolo fa e d ' oggi , se ne possono citare a dovizia . Nondimeno , quando il movimento rivoluzionario era già al suo declinare , troviamo un tentativo per attuare l ' uguaglianza assoluta e porre termine alle oppressioni ed ai privilegi , mediante l ' abolizione della proprietà privata e la concentrazione di tutta la ricchezza nelle mani dello Stato . Questo infatti era il fine , che , come è notorio , si proponeva di raggiungere il famoso Caio Gracco Baboeuf . La cospirazione degli Eguali , della quale costui era a capo , comprendeva tutta quella parte dei sopravvissuti giacobini , che nelle idee socialiste , come abbiamo visto non ignote alla fine del secolo scorso , volevano attingere la forza ravvivatrice della rivoluzione , che accennava a spegnersi nell ' anarchia o nel cesarismo . Compagno del Baboeuf , che , sventata la sua congiura , fu ghigliottinato tomo si sa nel 1797 , era l ' Italiano Buonarroti , anello di congiunzione fra i socialisti del secolo scorso e quelli della prima metà del presente . Egli infatti espose chiaramente le dottrine del suo maestro in un libro che comparve nel 1828 , che contiene tutta la parte essenziale delle dottrine secondo la quali lo Stato deve diventare unico proprietario delle terre e dei capitali . Questo libro ebbe una grandissima influenza nell ' educazione in tellettuale di tutte le conventicole rivoluzionarie che si formarono in Francia poco prima e sopratutto doto della rivoluzione del 1830 , quando le passioni e gl ' intelletti cominciarono ad agitarsi nel senso di una radicale riforma della società e si costituì il primo grande ambiente socialista . Pochi anni prima del Buonarroti aveano cominciato le loro pubblicazioni il Fourier ed il Saint ­ Simon , e nei dieci o quindici anni che seguirono il 1830 il socialismo veniva fecondato dalle pubblicazioni di Pietro Leroux , di Luigi Blanc e di Proudhon , per tacere degli astri minori . E , a stare bene attenti , nella feconda fioritura d ' idee riformatrici che ebbe luogo in Francia dal 1820 al 1848 , troviamo già , accennate tutte le varietà o le gradazioni del socialismo presente . Abbiamo infatti già il socialismo legalitario di Fourier e quello rivoluzionario di Blanc , ci sono già in Proudhon i germi delle dottrine anarchiche e nel Buchez è già abbozzato il socialismo cristiano ; e , se guardiamo ai metodi coi quali si faceva la propaganda , constatiamo anche allora la pubblicazione del romanzo collettivista che mena grande rumore . X . - - Se una lettura attenta degli scrittori socialisti anteriori al 1848 , che sono quasi tatti Francesi , ci può facilmente convincere che essi poco o nulla lasciarono da inventare ai Tedeschi che vennero dopo , se si può agevolmente scorgere che Marx non ha fatto , che sviluppare sistematicamente , in una forma più strettamente logica e valendosi di una conoscenza più ampia dell ' economia politica , classica ed anche della filosofia hegeliana , quegli stessi principii , che già avevano posato il Buonarroti , il Leroux , il Blanc e sopratutto il Proudhon , non è men vero che il socialismo contemporaneo è un fenomeno sociale assai più grave di quello di sessanta anni fa . La sua diffusione , infatti , è senza paragone maggiore , perché , invece di essere ristretto quasi unicamente alle grandi città della Francia e sopratutto a Parigi , abbraccia quasi tutta l ' Europa oltre agli Stati Uniti d ' America ed all ' Australia , sicché si può dire che sia un bene od un male comune a tutti i popoli di civiltà europea . Né in profondità ha guadagnato meno che in estensione ; giacché gl ' istinti rivoluzionari ed i propositi generosi , che prima trovavano un obbiettivo ed uno sfogo nel movimento semplicemente democratico o in quello per la ricostituzione di alcune nazionalità , ora che i governi rappresentativi a larga base sono stati introdotti quasi dappertutto ed hanno avuto spesso per risultato le delusioni del Parlamentarismo , ora che l ' unità italiana e quella tedesca sono da un pezzo quasi compiute e che la quistione polacca può sembrare tristamente giudicata , si sono tutti concentrati nell ' aspirazione di riforme sostanziali del presente ordinamento sociale . È venuto un momento in cui sono molti al mondo che hanno sete di giustizia e nutrono la speranza di poterla , presto soddisfare . Ormai non è più un pensatore , un uomo di cuore isolato « che ha veduto tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole , ha veduto le lagrime degli oppressi , i quali non hanno alcun consolatore , né forza da potere scampare dalle mani dei loro oppressori » e , colla constatazione generale del danno , va unita la fiducia nella possibilità di un sollecito rimedio . La credenza che i primi Cristiani avevano nel prossimo avvento del regno di Dio , che dovea fare sparire il male , premiare i giusti , punire i malvagi , trova il suo riscontro nella persuasione , diffusa in tutti gli strati sociali , che la parte maggiore delle iniquità , che si trovano nel mondo , sia imputabile alla maniera come è ora organizzata la società , e che esse potrebbero essere evitate se coloro che hanno nelle mani il potere sociale non fossero lo strumento dei ricchi e dei forti ed intervenissero efficacemente a favore dei deboli . Questa persuasione , che omai ha conquistato tante menti e riscalda tanti cuori , la convinzione omai tanto sparsa che vi sia una quistione sociale , che fra poco siano inevitabili importanti riforme del diritto di proprietà , della famiglia , di tutta la presente organizzazione industriale e capitalistica , i tentativi e le promesse , che gli stessi governanti ed i Sovrani non mancano talvolta di fare su questo argomento , contribuiscono a formare quell ' ambiente intellettuale e morale in cui il socialismo militante vive , prospera , si diffonde . Col favore infatti di quest ' ambiente , attorno ai più reputati maestri ed organizzatori , si sono formate due numerosissime organizzazioni politiche , ognuna delle quali ha le sue aspirazioni , i suoi programmi , le sue dottrine abbastanza circoscritte e determinate , quasi due vere Chiese : esse sono costituite dai seguaci del collettivismo e da quelli dell ' anarchia . Ambedue hanno , a somiglianza delle comunità religiose , una certa tendenza all ' universalità e , se non spediscono missionari a convertire i barbari , esercitano però la loro propaganda in quasi tutti i popoli di civiltà europea ; in una di esse più specialmente , cioè in quella collettivista , vediamo che , malgrado i numerosi eresiarchi ed i frequenti scismi , fenomeno comune a tutti gli organismi giovani e pieni di vita , i capi , gl ' ispiratori , si riuniscono in frequenti concilii nazionali ed universali , e discutono intorno ai dogmi , alla disciplina , alla linea di condotta elle il partito deve tenere , e fissano norme e metodi , che poi sono dalla moltitudine dei credenti universalmente accettati . XI . - - L ' esporre succintamente i postulati del collettivismo è cosa abbastanza facile , essendo essi già abbastanza noti a tutte le persone di qualche cultura dopo che , da non pochi anni a questa parte , i suoi seguaci son diventati tosi numerosi da essere rappresentati nei Parlamenti dell ' Italia , della Francia e sopratutto della Germania , dove essi assumono il titolo , che noi crediamo il più scientificamente adatto a designarli , di democrazia sociale . Secondo dunque la dottrina universalmente riconosciuta per ortodossa , lo Stato rappresentante della collettività dei cittadini dovrebbe essere l ' unico proprietario di tutti gli strumenti di produzione , siano essi capitali propriamente detti , macchine o terreni , e dovrebbe essere l ' unico direttore e l ' unico distributore della produzione economica . Non essendovi più né proprietari d ' immobili , né capitalisti privati , tutti lavorerebbero per conto dell ' intera società , e l ' organismo sociale provvederebbe a tutti o in ragione del bisogno di ogni individuo , come avrebbe voluto una formola più semplice e più , antica , o in ragione del lavoro compiuto , come vorrebbe la formola più nuova ed ora più generalmente accettata . Tutta la macchina così organizzata sarà poi amministrata e di retta da capi scelti dal popolo a suffragio universale , che avranno cura di attribuire ad ognuno quella qualità di lavoro di cui è più capace , faranno in modo che i prodotti del lavoro e dei capitali sociali non siano sciupati né indebitamente sottratti o goduti , e nello stesso tempo ne distribuiranno ad ogni individuo , con perfetta equità e giustizia , quella quota esatta , che gli spetta o come prodotto del proprio lavoro onestamente ed infallibilmente calcolato , o per i propri bisogni , dei quali con eguale imparzialità i governanti si saranno formato un esatto criterio . Or noi non vogliamo tener conto delle lotte civili , delle violenze , che molti giustamente ritengono indispensabili per l ' attuazione di questo programma e che certo non farebbero che esasperare gli odi e rancori e le cupidigie e , dividendo la popolazione in vincitori e vinti e mettendo i secondi in balìa dei primi , darebbero agio di sfrenarsi ai più malvagi tra gl ' istinti umani . Ammettiamo anzi che le riforme accennate siansi potute compiere pacificamente e di comune accordo , o che i secoli col loro volgere abbiano già spento l ' ultima eco delle guerre fratricide , con le quali il nuovo tipo di organizzazione sociale si era inaugurato . Ammettiamo anche di più , che la produzione e la ricchezza totale della società non sia , come vogliono gli economisti , e come ci pare che essi abbiano indiscutibilmente provato , col nuovo sistema notevolmente diminuita . Anzi siamo prontissimi a riconoscere che il lato etico del problema sociale debba avere un ' assoluta prevalenza su quello esclusivamente economico e che giustamente per molte menti e molte coscienze il poco , ben diviso , sia preferibile al molto , diviso male . Ma , dopo aver tanto conceduto , abbiamo il diritto ed il dovere di proporre un ' altra quistione , che chiameremo politica , perché è la più larga , la più comprensiva che si possa immaginare ; perché è un prodotto spontaneo dell ' esame sintetico di ogni ordine di rapporti sociali ; perché la sua soluzione deve interessare non meno gli economisti ortodossi che i socialisti , non meno i capitalisti che gli operai , i ricchi che i poveri ; perché essa è la prima , la più importante per tutti i cuori nobili , per tutti gl ' intelletti spregiudicati , che , al disopra di qualunque formola e di qualunque partito , pongono la ricerca spassionata di un assestamento sociale che rappresenti il massimo del bene che sia lecito alla nostra povera umanità di raggiungere . Abbiamo dunque il diritto ed il dovere di chiedere se , con l ' attuazione del sistema comunista o di quello collettivista , la giustizia , la verità , l ' amore ed il compatimento reciproco fra gli uomini avranno nel mondo un posto , maggiore di quello che ora vi occupano : se i forti , che staranno sempre in alto , saranno meno soverchiatori ; se i deboli , che rimarranno sempre in basso , saranno meno soverchiati . A questa domanda rispondiamo fin d ' ora recisamente , ma osiamo dirlo ponderatamente , con un no . Un uomo di mente ci disse una volta che era impossibile allo studioso di scienze storiche e politiche di prevedere esattamente ciò che avverrà in un futuro prossimo o remoto nelle società umane , perché vi è sempre negli eventi umani una parte dovuta a ciò che comunemente si chiama il caso fortuito , la quale non potrà mai essere in anticipazione calcolata ; aggiungeva però che si può al contrario prevedere molto bene ciò che non avverrà mai , l ' in dagine negativa avendo una base sicura nella conoscenza della natura umana , la quale mai permetterà che si attui realmente ciò che ad essa fondamentalmente ripugna . La seconda di queste massime ci pare molto applicabile al caso che ora stiamo studiando , e la sua applicazione deve riuscire tanto più facile che in gran parte non si tratta già di prevedere ciò che potrà o no accadere , ma di constatare semplicemente ciò che è accaduto e tutti i giorni accade ; sicché il moltissimo già per esperienza noto ci rendo agevolissimo lo stabilire ciò che sarà il poco , che alcuni credono ancora un ignoto . Infatti le società comuniste e collettiviste sarebbero senza dubbio rette da magistrati eletti esclusivamente a suffragio universale , e noi sappiamo già come funzionino i poteri politici dove essi sono in mano quasi esclusivamente ai così detti mandatari del popolo . Sappiamo già come le maggioranze non abbiano che un semplice diritto di opzione fra i pochi candidati possibili e come non possano perciò esercitare sopra di essi che un controllo saltuario , limitato e spesso inefficace ; sappiamo come l ' indicazione dei candidati stessi sia quasi sempre l ' opera di minoranze organizzate per gusto o per mestiere dedite alla politica elettorale , di caucus e di comitati i cui interessi sono spessissimo in contradizione con quelli delle maggioranze . Conosciamo già quali siano le astuzie usate dai peggiori per falsare a loro profitto i verdetti delle urne , quali siano le bugie che si dicono , le promesse fallaci e le violenze che si fanno , per carpire i voti degli elettori . Ma , possono obiettare i comunisti e collettivisti , tutto ciò avviene perché esiste la presente organizzazione capitalistica , perché ora i latifondisti ed i proprietari delle grandi fortune mobiliari hanno mille modi diretti ed indiretti di coartare e comprare i voti dei poveri , dei quali si giovano per rendere il suffragio universale una menzogna ed assicurarsi la preponderanza , politica ; ed è appunto per evitare gl ' inconvenienti testé enumerati che bisognerebbe , quando non ci fossero altre ragioni , cambiare radicalmente l ' ordinamento sociale . Coloro che ragionano in questo modo dimenticano però un particolare della questione , che a noi non pare trascurabile ; dimenticano cioè che , anche nelle società organizzate come essi vorrebbero , vi sarebbero sempre coloro che amministrerebbero la pubblica ricchezza e vi sarebbe la grande massa degli amministrati , che si dovrebbero contentare della parte che loro verrebbe attribuita . Or gli amministratori della repubblica sociale , che sarebbero nello stesso tempo i capi politici ; diverrebbero indubbiamente molto più potenti dei ministri e dei milionari d ' oggidì . Poiché l ' uomo , che avrà la facoltà di costringere gli altri ad un dato lavoro e di fissare la porzione di godimenti e di soddisfazioni morali e materiali , che dovrà essere il correspettivo di questo lavoro , per quanto possa essere frenato da leggi e regolamenti , sarà sempre il despota dei suoi fratelli e potrà sempre far piegare a suo vantaggio la loro coscienza e la loro volontà . E tutte le menzogne , tutte le viltà tutte le violenze e le baratterie , che ora non servono soltanto per brigare i suffragi del popolo ma si adoperano anche per farsi avanti nei pubblici impieghi o semplicemente per far quattrini presto e con modi poco scrupolosi , in un regime collettivista sarebbero tutte consacrate allo scopo di diventare amministratori dell ' azienda sociale . Unica , sarebbe la mèta degli avidi , dei furbi e dei violenti , unica la tendenza delle cabale e delle combriccole , che non mancherebbero di formarsi a scapito dei caratteri più miti , più giusti , più leali . E la differenza sarebbe tutta a vantaggio della società presente ; poiché la distruzione della pluralità delle forze politiche , della diversità dei modi e delle vie con cui ora si acquista l ' importanza sociale , toglierebbe ogni indipendenza ed ogni possibilità di controllo reciproco . Ora almeno l ' impiegato può ridersi del milionario ; un buon operaio , che sappia bene guadagnarsi la vita colle proprie braccia , nulla ha da temere dal capo ­ divisione , dal deputato o dal ministro ; chiunque abbia una posizione discreta come proprietario , industriale o professionista può portare la fronte alta dinanzi a tutti i poteri dello Stato ed a tutti i latifondisti ed alti baroni della finanza che stanno nel mondo . Col collettivismo nessuno potrà fare a meno di essere sottomesso agli uomini che saranno al governo , essi soli potranno dispensare i favori , il pane , la gioia ed il dolore della vita . Una tirannide unica , assorbente e schiacciante graverà su tutti ; i grandi della terra saranno i padroni assoluti di tutto , e la parola indipendente di chi da loro nulla teme e nulla spera non verrà più a frenarne gli eccessi . Cita il George frequentemente , nel suo libro intitolato Progresso e Povertà , un passo dei Vedas nel quale è detto che gli elefanti folli d ' orgoglio ed i parasoli ricamati d ' oro sono il frutto della proprietà privata della terra . Al giorno d ' oggi , che la civiltà è più raffinata e la vita più multiforme , la ricchezza può procacciare ben altro che elefanti e parasoli ; ma in fondo i privilegi che essa conferisce a chi la possiede consistono nel render più facile il conseguimento dei piaceri intellettuali , nel più abbondante godimento di quelli materiali , in soddisfazioni di vanità , e d ' amor proprio e sopratutto nel poter disporre delle volontà altrui , conservando indipendente la propria . Or i capi di una repubblica comunista o collettivista disporrebbero più che mai tirannicamente delle volontà degli altri e , potendo distribuire privazioni o favori , avrebbero mezzo di godere , forse più gesuiticamente ma con eguale abbondanza , di quei piaceri materiali e di quei trionfi della vanità , che ora sono patrimonio dei potenti e dei milionari ; come questi , e meglio di questi , potrebbero avvilire la dignità dègli altri uomini e potrebbero corrompere la virtù delle donne . XII . Più che nella parte positiva , la forza delle dottrine socialiste e di quelle anarchiche sta nella parte negativa , cioè nella critica acuta , minuziosa , spietata , che fanno degli ordinamenti presenti . Or che la distribuzione della ricchezza , così come si è fatta per il passato e come avviene ai nostri tempi , considerata dal punto di vista della giustizia assoluta , offra margine a molti e gravissimi appunti , perché consacra grandi e flagranti ingiustizie , è cosa tanto evidente che l ' affermarla ci pare quasi una vera e propria banalità . In verità non ci volevano il sottilissimo ingegno del Proudhon , non le lunghe ed algebriche deduzioni del Marx , né la potente e sanguinosa ironia del Lassalle , per provare ciò che salta tanto agevolmente agli occhi di tutti , anche dell ' osservatore più superficiale e profano : che il godimento individuale dei beni della vita non è proporzionato , non diciamo allo stento , ma neppure al merito del lavoro , che è stato impiegato a produrli . Accade nella vita economica ciò che osserviamo tutti i giorni nella vita politica , in quella scientifica , in tutti i rami , insomma , dell ' attività sociale : che il successo , cioè , quasi mai è proporzionato al merito ; che fra il servizio reso da un individuo alla società ed il guiderdone che ne ricava vi è quasi sempre un grande e spesso stridente squilibrio . Il combattere il socialismo volendo negare o semplicemente attenuare la verità del fatto testé da noi accennato , equivale a porsi sopra un terreno nel quale si è sicuri di avere la peggio . Gli economisti ortodossi , che qualche volta l ' hanno tentato ed hanno cercato dimostrare che la proprietà privata delle terre e dei capitali non solo è indispensabile o utile per la convivenza sociale , ma risponde anche ai dettami assoluti della morale e della giustizia , ci pare che abbiano prestato il fianco a poderosissimi attacchi ; e la loro tesi , che in ogni tempo potrebbe essere giudicata difficile , anzi quasi disperata , raggiunge l ' evidenza dell ' assurdità nei tempi che corrono , quando tutti sappiamo con quali modi si costituiscano di frequente le grandi fortune . Tutto ciò che si può e si deve obiettare alla critica demolitrice dei socialisti si riassume in una verità , che può sembrare crudele ed alla quale abbiamo già accennato , ma elle è utile e morale che sia altamente e ripetutamente proclamatati Questa verità consiste nella constatazione che non vi può essere organizzazione sociale che sia basata esclusivamente sul sentimento della giustizia e che da questo lato quindi non lasci molto a desiderare . Ed è naturale che sia tosi , perché ogni individuo non è mai nella sua condotta privata e pubblica guidato esclusivamente dal senso del giusto , ma anche dalle sue passioni e dai suoi bisogni . Solo chi si isola dal mondo , chi rinuncia ad ogni ambizione di ricchezza o di potere , ad ogni vanità mondana , ad esplicare in qualsiasi modo la propria personalità , può lusingarsi che i suoi atti siano inispirati dal sentimento assoluto della giustizia ; ma l ' uomo d ' azione , che sta nella vita politica o in quella degli affari , sia egli commerciante o proprietario , professionista o manuale , sacerdote di una religione od apostolo del socialismo , mira sempre a raggiungere il successo , e perciò la sua condotta sarà sempre il risultato di una transazione , consciente od inconsciente , fra il sentimento della giustizia ed i suoi interessi . Il volere , con sentimenti così fatti , costituire un tipo di organizzazione sociale corrispondente in tutto a quell ' ideale di giustizia che l ' uomo può concepire ma , non sa attuare , è un ' utopia che in certe circostanze può diventare pericolosa ; quando essa cioè riesce a far convergere una quantità di forze intellettuali e morali verso il conseguimento di uno scopo che non sarà mai una verità e che il giorno che si tenterà di realizzare non potrà produrre che il trionfo dei peggiori e lo sconforto e la delusione dei buoni . I dottori del socialismo affermano che tutte o almeno gran parte delle imperfezioni umane , delle ingiustizie che ora , si commettono sotto il sole , non sono un effetto delle naturali condizioni etiche della nostra specie , ma piuttosto di quelle che ad essa vengono imposte dalla presente organizzazione borghese . Uno di questi dottori in un suo recente lavoro ha detto esplicitamente che « cambiando le condizioni sociali , secondo gl ' intenti che si propone il socialismo , avremo una profonda trasformazione della natura umana » . Or noi non faremo il torto ai riformatori odierni di supporre che essi vogliano riprodurre sotto una forma nuova il vecchio aforisma di Rousseau : che l ' uomo nasce buono e la società lo rende cattivo . Poiché , per accettare incondizionatamente questo giudizio , bisogna nuche ammettere che la società non sia il risultato della naturale e spontanea attività degli uomini , ma sfasi costituita per influenza di un ente sovrumano od extraumano , che sì è divertito a darci leggi , istituti e consuetudini , che hanno attossiccato e sconvolto la bontà , la generosità , la magnaminità innate della stirpe di Adamo . Non crediamo neppure che i socialisti moderni pensino che la presente organizzazione sociale risponda solo agli istinti di altre razze , di altre generazioni umane , il cui senso morale dovea essere molto più basso di quello della generazione contemporanea , la girale , nobile ed elevata come è , sentirebbe urgente il bisogno di liberarsi , come da una tunica di Nesso , degli istituti ereditati dai suoi poco scrupolosi maggiori . Dappoiché , ammesso questo modo di applicare le teorie evoluzioniste alle società umane , ammesso che la selezione abbia da qualche secolo ad ora sensibil mente rialzato il livello medio della moralità , bisogna anche ammettere che il progresso morale già ottenuto avrebbe dovuto sensibilmente diminuire , anziché aumentare , gl ' inconvenienti della organizzazione borghese . Or ciò non è evidentemente accaduto : gli uomini non sono diventati , stando anche a quello che dicono i socialisti , meno egoisti e duri di cuore . Giacché , se il contrario fosse vero , se un atomo dell ' utile proprio non avesse spesso per loro ugual peso di una gran somma d ' interessi e di dignità altrui , se tutta una società fosse nella sua gran maggioranza composta di persone giuste e compassionevoli , di gente retta ed intera , come piaceva al Signore d ' Israele e come certo sarebbe piaciuta ai signori Marx e Lassalle , verrebbero ridotti ai minimi termini tutti quei funesti risultati del rapace capitalismo e della disperata concorrenza , i quali dagli autori ora citati sono stati con sì rara maestria rilevati . Sicché l ' interpretazione più positiva , che si possa ora dare all ' antica dottrina di Rousseau , è quella che viene appunto seguita da moltissimi fra coloro che militano nelle file del partito collettivista o anche fra gli anarchici . Essi credono infatti che il lavorio naturale della selezione sia profondamente disturbato e pervertito nelle presenti società borghesi e che esso potrà liberamente agire ed avere i suoi benefici effetti solo quando saranno attuati quei programmi , che variano secondo le diverse scuole riformatrici . Ragionando in questo modo è evidente che si scolata , una speranza , che non si potrà mai provare anticipatamente se sarà , realizzata che si calcola sopra un progresso morale che si asserisce che si raggiungerà , per attuare un tipo di organizzazione sociale , che lo suppone di già raggiunto e che potrebbe forse funzionare soltanto quando fosse raggiunto . Non si farebbe infine che rinnovare , in grande e con effetti più disastrosi , l ' errore al quale dobbiamo principalmente i danni presenti del Parlamentarismo . Ma in verità , se lo studio spassionato della storia ci può dire qualche cosa , esso c ' insegna , come crediamo di avere dimostrato al capitolo VII di questo lavoro , che è assai difficile il modificare sensibilmente il livello morale medio di tutto un popolo ché abbia già raggiunto da un pezzo un grado elevato di civiltà , e che l ' influenza , che i diversi tipi di organizzazione sociale e politica possono avere in queste modificazioni , è certo minore di quanto immaginano i novatori d ' oggidì . C ' insegna inoltre che tutte le volte che , nel corso dei secoli , quest ' influenza si è esplicata in modo benefico , questo si è ottenuto perché l ' arbitrio individuale e collettivo di coloro che avevano in mano un potere è stato frenato e controllato da altri uomini posti in condizioni di assoluta indi pendenza e di nessuna , comunanza , d ' interessi con coloro che dove vano controllare . È stato necessario ed indispensabile perciò che sfasi potuta avere la moltiplicità delle forze politiche , che parecchie fossero le vie colle quali si arrivava ad acquistare l ' importanza sociale e che le diverse forze politiche fossero rappresentate nel reggimento dello Stato . Il collettivismo ed il comunismo , come tutte le dottrine basate sulle passioni e la fede cieca delle masse , tendono a distruggere l ' accennata moltiplicità delle forze politiche e , riducendo ogni potere in mano ai soli eletti del popolo , abolendo per giunta , la ricchezza individuale , che in tutte le società mature ha fornito spesso il mezzo d ' acquistare indipendenza e prestigio senza il concorso dei reggitori dello Stato , non possono condurre che alla menomazione della difesa giuridica , a ciò che in linguaggio povero si chiama la tirannia dei governanti sui governati . Quella tirannia , ch ' è stata sempre il risultato pratico di tutte le dottrine politiche sempliciste , che , non osservando quanto vi sia di complicato e difficili nella natura umani , hanno voluto adattare l ' organizzazione sociale ad un sole concetto unilaterale ed assoluto ed hanno voluto stabilirla sopra un principio esclusivo , sia stato esso quello della volontà di Dio , interpretata dai suoi ministri e dai suoi vicari terrestri , o quello della volontà del popolo , esercitata per mezzo dei suoi rappresentanti . Certo , per quanto una sana dottrina politica possa suggerire rimedi legislativi ed indicare quell ' indirizzo atto a diminuire al quanto le ingiustizie sociali ; per quanto i congegni della difesa giuridica possano esser migliorati in modo da moderare l ' oltracotanza , degli nomini investiti dei pubblici poteri ; i benefici che da tutte le riforme inspirate a questi criteri si potrebbero avere sono tempre ben poca cosa di fronte a quell ' êra di felicità , di uguaglianza , di giustizia , universale , che le varie scuole socialiste implicitamente od esplicitamente promettono ai loro seguaci . I detti benefici corrispondono ai pochi e dubbi anni di discreta sanità fisica che un coscienzioso medico può , con le debite riserve , garantire ai suoi clienti ; premio , invero , molto scarso di una diuturna osservanza di tutte le norme igieniche , specialmente se vien paragonato alla pronta e sicura guarigione di tutti i malanni ed alla vita quasi secolare elio viene promessa dall ' elisir del ciarlatano . Chiediamo sinceramente venia di un ravvicinamento , che certo dal lato morale non è applicabile ad uomini che in buona fede sostengono le loro idee ; ma osserviamo che potrebbe darsi benissimo che il medico dimostrasse la fallacia dell ' elisir e che il ciarlatano lo sfidasse di rimando ad inventarne un altro , che avesse realmente quella virtù che dovei esser contenuta nel suo . Siamo certi che il medico risponderebbe che , appunto perché egli conosce quale sia la moltiplicità dei germi patogenici e quanto siano varie e numerose le cause che possono deteriorare il delicato organismo del corpo umano , non pretenderà mai di trovare il rimedio universale e sicuro di tutte le malattie , poiché , se semplicemente lo tentasse , scenderebbe subito al livello del ciarlatano . XIII . Gli anarchici , come abbiamo già notato , fondano la loro critica demolitrice delle istituzioni vigenti sulle stesse passioni , sullo stesso ordine di osservazione e d ' idee che costituiscono la basi della propaganda collettivista ; con questa differenza soltanto , che essi sono ordinariamente più violenti , e qualche volta addirittura feroci , non solo negli atti , ma anche nelle parole . Negli ideali che si propongono di attuare , si distinguono però profondamente da tutte le scuole socialiste . Mentre queste , in fatti , per abolire od attenuare notevolmente le ingiustizie e le disuguaglianze che si lamentano nel mondo , vorrebbero modificare , sia pure radicalmente , l ' organizzazione presente della società , gli anarchici , saggiamente argomentando che , con qualunque tipo di organizzazione sociale , vi sarebbero sempre le disparità di condizione fra gli nomini , e continuerebbero a coesistere i dominatori ed i dominati , o , come essi dicono , gli sfruttatori e gli sfruttati , propugnano la distruzione di ogni società organizzata . Fanno come colui che , avendo scoperto che nessun morigerato tenore di vita può assicurare una salute perfetta , ricorre , come rimedio sicuro contro ogni possibilità di malattia , al suicidio . Seguaci più logici e più rigorosi del padre di tutti i novatori moderni , ossia di Giangiacomo Rousseau , i partigiani dell ' anarchia ritengono dunque che , essendo la società organizzata l ' origine di tutti gli abusi , questi non possano venir altrimenti eliminati che con una disorganizzazione completa del consorzio ornano , ossia con un ritorno allo stato di natura . Ma con ciò non fanno che ripetere , force inconsciamente , un errore del loro maestro ; poiché la verità è che lo stato naturale dell ' uomo , come del resto quello di molti altri animali , non è il disgregamento individuale , ma la società , che può esser soltanto più o meno vasta , più o meno organizzata . Il supporre quindi che un fatto tosi universale , come è quello tanto facilmente constatabile che tatti gli nomini vivono socialmente , sia dovuto all ' interesse ed alla furberia di pochi , è un concetto che , certo non noi per i primi , ci permettiamo di definire come assurdo ed infantile . Aristotile , che visse ventuno secoli prima del filosofo e romanziere ginevrino , ebbe una percezione infinitamente pia chiara e precisa , della vera natura dell ' uomo quando scrisse che questi è un animale politico . Ma le facoltà intellettuali del peripatetico greco probabilmente non furono mai turbate né da un puntiglioso amor proprio , né dalla vanità letteraria ; e si può anche supporre che la protezione dei sovrani di Macedonia , o il saper bastare ai propri bisogni , lo abbiano sottratto alla necessità di inasprirsi il carattere e guastarsi il fegato stando vicino a persone spesso frivole , qualche volta pettegole , quasi sempre di condizione sociale superiore . Nel fatto , ammesso che l ' ipotesi anarchica si avverasse , che fosse distrutto perciò il tipo odierno di organizzazione sociale , che non ci fossero più nazioni né Governi , che fossero spazzati via gli eserciti stanziali , la , burocrazia , le Camere e sopratutto i poliziotti e le carceri , resterebbe sempre la necessità di vivere , e perciò di usare delle terre e degli altri strumenti di produzione e resterebbero sempre le armi ed i caratteri intraprendenti ed arditi disposti ad usarne per asservire altri . Dati questi elementi , si costituirebbero subito piccoli nuclei sociali , in cui molti lavorerebbero e pochi armati ed organizzati li spoglierebbero o tutelerebbero , vivendo in ogni modo alle loro spalle ; si tornerebbe elce a quel tipo di organizzazione semplice e primitivo , nel quale ogni gruppo di armati è padrone assoluto di un cantuccio di terra e dei suoi coltivatori , dato che lo sappia conquistare e difendere con le proprio armi ; tipo che noi abbiamo chiamato feudale . Accadrebbe , infine , ciò che accadde in Europa , quando la dissoluzione dell ' impero di Carlo Magno finì di disgregare quel tanto di organizzazione sociale che era sopravvissuto alla caduta dell ' Impero romane , ciò che accadde nell ' India quando i successori del Gran Mogol furono ridotti all ' impotenza , ciò che accadrà in ogni società di cultura avanzata che , per cagioni interiori od esteriori , si disgrega e discioglie . Certo coloro che si sentono baldi e forti e non hanno nulla da perdere si avvantaggerebbero di un simile rivolgimento , che da rebbe la preponderanza come forza politica solo alla violenza ed al valor personale ; ma ne sarebbe danneggiata l ' immensa maggioranza , dei pacifici , forse il novanta per cento degli nomini , che al regno del bugno preferisce anche una imperfettissima giustizia sociale , un po ' di tranquillità e la sicurezza di godere almeno una parte dei frutti del proprio lavoro . Per non far nascere fallaci speranze dobbiamo intanto osservare che i risultati , che il trionfo dell ' anarchia ci farebbe raggiungere , non si possono ottenere in pochi anni , o anche in qualche generazione . Giacché , se occorsero molti secoli per arrivare dalla barbarie al grado presente di civiltà , ne deve passare pure qualcuno perché una società vada perdendo le altitudini civili e ritorni in uno stato di relativa barbarie . Che se poi si volesse addirittura tornare alla barbarie assoluta , allo stato delle tribù , che vivono di caccia , di pesca , di agricoltura nomade , allora ci vorrà un tempo anche maggiore ; quello cioè che occorre perché la vecchia e popolatissima Europa ci riduca ad una popolazione che sia appena un ventesimo di quella presente . A meno che , per far presto , i fautori dell ' anarchia , oltre a sterminare i borghesi e , come essi dicono , i loro satelliti e sicofanti , non vorranno pure distruggere violentemente la grandissima maggioranza di quegli sfruttati , sulla sorte dei quali ora spargono tante lagrime . XIV . - - Una dottrina comune a tutti i partiti novatori , siano essi anarchici o semplicemente socialisti , è quella della così detta lotta di classe . Questa , dottrina , svolta abbastanza largamente per la prima volta dal Marx , è uno dei migliori cavalli di battaglia di tutti coloro che attaccano l ' ordinamento presente della società ; occorre perciò dirne qualche cosa . E prima di tutto facciamo rilevare che essa è fondata sopra un esame incompleto , unilaterale e tendenzioso della storia , col quale si vorrebbe provare che tutta l ' attività delle società civili siasi finora esplicata negli sforzi che hanno fatto le classi dominatrici per mantenersi al potere e sfrattarlo a loro vantaggio e in quelli delle classi basse tendenti a scuotere questo giogo . Or ritroviamo nel passato di tutti i popoli importantissimi fatti sociali , che non possono essere contenuti in verun motto nella vernice angusta di questo quadro . Ad esempio , la lotta della Grecia contro la Persia , quella di Roma contro Cartagine , l ' immensa diffusione del Cristianesimo e del Maomettismo , le Crociate e lo stesso risorgimento della nazionalità italiana , che , come diceva un arguto e coltissimo economista , piuttosto che a fattori economici , fu dovuto alla influenza esercitata dai poeti e dai romanzieri . Venendo poi alle gare civili , che dovrebbero a preferenza essere determinate dalla lotta di classe , osserviamo che anche in questo punto il fenomeno sociale è posto in luce dai socialisti in modo parziale e quindi errato . Troviamo di quando in quando nella storia , esempi di insurrezioni violente delle classi più povere o di frazioni di queste , come furono , ad esempio , le ribellioni degli Iloti a Sparta e quelle degli schiavi a Roma , le Jacqueries della Francia ed altri moti contadineschi e dei minatori , che sono scoppiati nei secoli scorsi in Germania , in Inghilterra ed anche in Russia . Essi sono stati occasionati o la oppressioni inusitate e veramente intollerabili o , più di frequente , da disordini degli Stati all ' origine dei quali gli insorti erano rimasti estranei , ma elle avevano loro offerto il destro di avere delle armi e un principio di organizzazione . Ad ogni modo però è certo che tutti i movimenti ai quali hanno preso parte esclusivamente le sole classi che vivono di lavoro manuale , sono stati sempre con una relativa facilità , e talvolta con crudeltà , repressi , e che quasi mai hanno contribuito a migliorare stabilmente le condizioni di queste classi . Le sole lotte , cruenti od incruenti , che hanno avuto il risultato pratico di modificare l ' ordinamento delle società e sopratutto la composizione delle classi dirigenti , sono state quelle che nuovi elementi d ' influenza e nuove forze politiche , sorte nel seno della classe governata ma che rappresentavano numericamente una frazione minima di essa , hanno impegnato per ottenere duella partecipazione al Governo dello Stato , che esse credevano , e forse era , loro ingiustamente ostacolata . Fu così che le famiglie più ricche della plebe romana , escluse dal consolato e da altre cariche cospicue , ingaggiarono nel quinto e quarto secolo avanti l ' êra volgare quella lotta con l ' antico patriziato , che ebbe per effetto la costituzione di una classe dirigente più larga , fondata sul criterio del censo anziché su quello esclusivo della nascita , classe che formò la nobiltà degli ultimi secoli della Repubblica . Fu pure così che quella parte del terzo stato francese , che , durante il secolo scorso , aveva acquistato ricchezze quasi uguali e cultura ed attitudine di governo anche superiore a quelle della nobiltà ebbe , dopo la Rivoluzione , aperto l ' accesso a tutte le cariche pubbliche . E , se è vero che , tanto nell ' uno che nell ' altro caso , la massa dei governanti ebbe a godere i vantaggi di una maggiore difesa giuridica , ciò avvenne perché i suoi interessi si trovarono concordi con quelli delle nuove forze politiche , che richiedevano l ' ammissione nella classe governante ; avvenne perché queste nuove forze , per ottenere il loro intento , dovettero propugnare principii di utilità , sociale e di giustizia , l ' applicazione dei quali , se giovava più direttamente a loro , giovava pare ai membri più umili del civile consorzio . Certo anzi non si pro disconoscere che questo che abbiamo accennato sia tino dei tanti modi coi quali il sorgere di nuovi elementi d ' influenza sociale può migliorare e rendere più equi i rapporti fra governanti e governati ; ma ciò non vuol dire che qualche volta sia avvenuto , o possa avvenire , che l ' intiera massa dei governati , di fatto non di diritto , si sostituisca o venga messa a pari alla minoranza governante , che finisca perciò la distinzione fra duella che i socialisti chiamano classe sfruttatrice e la classe che essi dicono sfruttata . Resta a vedere poi se sia esatta questa divisione della società , di cui tanto scrivono e che tanto vanno predicando , in una classe parassita , che nella contribuisce alla produzione ed al benessere sociale e ne gode la parte migliore , ed una classe , che tutto fa , tutto produce e che viene rimunerata appena col necessario alla vita e qualche volta neppure con questo . Ora , neppure isolando completamente , come fanno spesso gli economisti ed i loro avversari socialisti , i fenomeni riguardanti la produzione e la distribuzione della ricchezza da tutti gli altri fatti sociali , questo modo di vedere risulta perfettamente conforme alla verità . Giacché se è vero che è il capitale , non il capitalista , quello che fornisce agli operai i mezzi e la possibilità di un lavoro proficuo , se è pur vero che è la terra , non il proprietario di essa , ciò che è necessaria al contadino , non si può negare che l ' individuo , che sa riunire nelle sue mani una forte quantità di capitale e sa impiegarlo proficuamente a scopo industriale , ed il proprietario che sa dirigere bene la cultura dei suoi fondi , non rendano un vero servizio sociale aumentando la produzione e la ricchezza ; servizio del quale e perfettamente giusto che abbiano una rimunerazione . Che se poi guardiamo l ' insieme dei fenomeni sociali , se teniamo presente che la produzione della ricchezza è strettamente legata al grado di coltura che un paese ha raggiunto , alla bontà , del suo ordinamento politico ed amministrativo , allora l ' accusa di parassitismo leggermente lanciata all ' intiera classe dirigente composta di proprietari , di capitalisti , d ' industriali , d ' impiegati , di professionisti , di tutti coloro , insomma , che non vivono di lavoro manuale , ci parrà supremamente ingiusta e tale che soltanto dalla più cieca , passione può essere accolta . Ora infatti che la grande industria e l ' agricoltura hanno bisogno ogni giorno di più delle applicazioni della scienza , ora che la produzione economica è basata quasi tutta sugli scambi fra paesi lontanissimi , che non sono possibili se gli nomini non sono riuniti in grandi nazioni e sotto governi sapientemente organizzati , è assurdo l ' asserire che tutto è prodotto dai lavoratori manovali e tutto debba loro legittimamente appartenere ; è iniquo dimenticare i servizi che rende quella classe che mantiene la pace e l ' ordine , dirige tutto il movimento politico ed economico , conserva e fa progredire l ' alta cultura scientifica e rende possibile che grandi masse umane vivano e collaborino insieme . In piena giustizia non si può negare a questa classe che una parte non disprezzabile della produzione economica , sia consacrata a sostentarla con tutta quell ' agiatezza , che è necessaria affinché conservi e sviluppi la propria superiorità intellettuale e morale . Giacché se è certo , che senza la cooperazione dei lavoratori manovali , essa sarebbe condannata a decadere e forse anele a perire , è pure certo che , senza gli elementi dirigenti , i lavoratori manovali cadrebbero subito in uno stato di barbarie , che farebbe immensamente diminuire la produzione economica e deteriorerebbe quindi in modo grandissimo il loro stato morale e materiale . Su questo argomento la più antica lezione di sociologia , l ' apologo delle membra e dello stomaco , che Menenio Agrippa recitava , circa ventiquattro secoli fa , avanti la plebe romana adunata sul Monte Sacro , resta sempre quella che meglio risponde alla verità delle cose . Ciò che tutti debbono riconoscere , e che nessuno potrà negare , è che nelle classi elevate vi è buon numero di parassiti o sfruttatori , che molto godono e molto consumano senza rendere alcun vero servizio sociale , né di direzione , né di esecuzione ; e che vi sono in esse anche elementi che profittano della loro posizione per trarre una rimunerazione dei loro servizi infinitamente superiore ai loro meriti reali . A questi elementi abbiamo già . Accennato fin dal capitolo V del presente lavoro , quando abbiamo parlato di quelle tali forze sociali , che tendono sempre con la loro soverchia preponderanza a rompere l ' equilibrio giuridico a loro vantaggio ; e se mal non ci apponiamo , abbiamo nominato come particolarmente pericolosi a questo riguardo i banchieri , alcuni grossi industriali e speculatori e generalmente coloro che riuniscono in unica mano grosse frazioni di capitale mobiliare . Però , osservando questi sfruttamenti , che avvengono in molti paesi mediante le famose tariffe protezioniste , ed in alcuni altri anche mediante i privilegi bancari , dobbiamo convenire che essi sono esercitati tanto a danno delle classi lavoratrici che a pregiudizio delle frazioni più grosse della classe dirigente ; sicché anche questa , nella sua grande maggioranza , paga largamente il fio della sua debolezza ed ignoranza , sopportando sacrifici che vanno a pro di un numero piccolissimo d ' individui . Del resto parassiti e sfruttatori esistono in tutti gli strati sociali , come pure in tutti i gradini della scala economica e gerarchica vi sono gli sfrattati . È uno sfruttatore colui che sciupa in lusso , giuochi e bagordi una fortuna , e disfà in questo modo il capitale ereditato , ed è uno sfruttato quegli che laboriosantente ed onestamente l ' ha accumulato , faticando molto , consumando poco e forse godendo niente . È sfruttatore l ' uouno politico , che arriva ai primi posti profittando della facilità che hanno i popoli a lasciarsi ingannare , lusingando le borie e le vanità delle masse , comprando le coscienze , usando ed abusando di tutte le cattive qualità e le debolezze dei suoi simili , ed è uno sfruttato l ' uomo di Stato che , più che all ' effetto ed all ' applauso , mira al vantaggio reale dei governati ed è sempre pronto a lasciare il potore quando questo vantaggio crede di non poter più raggiungere . È sfruttatore l ' impiegato che ha conquistato il suo posto ingannando gli esaminatori o rendendo servizi loschi ai politicanti e lo conserva e fa carriera e lavora , il meno possibile , adulando i suoi superiori o tradendo il suo dovere d ' ufficio , ed è uno sfrattato il suo collega che fa ... precisamente tutto il contrario . E uno sfruttatore il soldato , che si eclissa nel momento del pericolo ma si fa vivo quando si tratta di avere la medaglia o la ricompensa , ed è uno sfruttato il suo commilitone , che affronta la morte e le ferite senza pensare a farsene un titolo per posare ad eroe e chiedere posti di favore e sussidi per tutta la vita . Sono sfruttatori quei contadini e sopratutto quegli operai pigri , viziosi , e disonesti , che cominciano coll ' essere i parassiti dei loro parenti più laboriosi , continuano coll ' essere i parassiti dei loro compagni , ai quali scroccano aiuti dando in cambio chiacchere e cattivi consigli , e dei padroni ai quali scroccano il salario dando in cambio un lavoro mal fatto ed incompleto , e finiscono spesso coll ' essere parassiti della società intera nel carcere ; e sono sfruttati tutti quei lavoratori manovali , che coscienziosamente e tacitamente adempiono al loro dovere , che mai si sottraggono al disagio ed alla fatica , o vivono stentatamente senza poter migliorare la propria posizione o mettere qualche cosa da parte per la vecchiaia . È uno sfruttatore colui che , restando pensatamente celibe , insidia all ' onore delle donne altrui , ed è uno sfruttato chi , dopo essersi sobbarcato ai pesi ed alla responsabilità di una famiglia regolarmente costituita , diventa bersaglio alle insidie del primo . Finalmente è uno sfruttatore lo scienziato che consegue la cattedra scrivendo il libro che piace a coloro che devono essere i suoi giudici , o consegue la celebrità o la popolarità pubblicando l ' opera che piace alle turbe , perché lusinga la passione del giorno ; ed è uno sfruttato quegli che all ' amaro della verità sacrifica buona parte del suo successo e si rassegna perciò a rimanere in un rango inferiore a quello in cui , se meno onesto , il suo ingegno ed i suoi sardi l ' avrebbero chiamato . Un tempo gli sfruttati si chiamavano i buoni , gli onesti , i galantuomini , i bravi , i laboriosi ed i morigerati , e gli sfruttatori venivano definiti come viziosi , scioperati , poltroni , intriganti , farabutti e delinquenti . - - Si chiamino pure come si vogliono , e forse non è male che ci siano due espressioni sole , che sintetizzino le molteplici categorie delle quali sono formate le due classi di cui ci siamo occupati , che ci sono sempre state e purtroppo sempre ci saranno nel mondo . - - L ' importante è che si tenga presente che , se più miseri e più da compiangere sono gli sfruttati delle classi più basse , un buon numero pure ne deve esistere nelle classi medie ed alte ; altrimenti verrebbe meno quel tanto di abnegazione e di sentimento del dovere che è indispensabile nella minoranza dirigente affinché il consorzio civile possa durare . XV . - - Resta a vedere se tutta questa gran corrente di idee e di passioni , che complessivamente va designata col nome di socialismo , pur non essendo fondata sopra un ' osservazione esatta delle leggi che regolano la vita sociale , pur mirando ad un ideale , che non si potrà , raggiungere se non quando sarà , radicalmente mutata la natura umana , abbia almeno l ' effetto pratico di migliorare le condizioni morali e quindi materiali della , maggioranza . - - La sua azione in questo caso sarebbe benefica e potrebbe paragonarsi a quella di altre grandi illusioni collettive , che , rendendo gli uomini più buoni , più scambievolmente tolleranti , meno impazienti di fronte alle ingiustizie del mondo , fanno , nei limiti del possibile , meno dura l ' esistenza per tetti coloro che restano negli ultimi gradini della scala economica e contribuiscono con ciò a fortificare la compagine della società . - - Fin da ora dichiariamo che l ' indagine sommaria , che faremo su questo importante argomento , ci darà un risultato tutt ' altro chee positivo . Si sa che tutti i libri , oltre ad avere una influenza , intellettuale , che si esplica mercé le dottrine in essi contenute ed a seconda del modo come certi problemi della vita umana vengono studiati e presentati al lettore , hanno pure un ' influenza che chiameremo morale , la quale dipende dalle passioni e dai sentimenti che gli autori consciamente ed inconsciamente sovraeccitauo od attutiscono . Or , se cominciamo ad esaminare sotto quest ' ultimo punto di vista le opere dei maggiori dottori del socialismo e specialmente di quelli della seconda metà del secolo decimonono , che sono più noti , certamente troviamo che un soffio di pace , d ' amore di concordia sociale spira da quelle di Rodbertus , di Carlo Marlo e sopratutto di Enrico George , nel quale più che l ' odio contro i forti si sente una nobile e tenera compassione per i deboli ; ma in altri più numerosi , ed a tacere di Bakounine , in qualcheduno degli autori più divulgati e più ortodossi , in Marx , ad esempio , nello stesso Lassalle , il sentimento che predomina , attraverso la facilità polemica ed il brio o l ' aridità e la pesantezza con cui è condotto il ragionamento scientifico , è l ' avversione contro il ricco ed il potente , che si esplica di continuo coll ' ironia , col sarcasmo , coll ' invettiva . Nei loro scritti il capitalista viene sempre considerato e dipinto quasi come un uomo di altra razza , di altro sangue , che il povero non deve riguardare come un suo simile , il quale ha fondamentalmente le sue stesse debolezze e la sue virtù , che si manifestano in modo un po ' diverso , solo perché diverso è per lui l ' ambiente , diverse sono le tentazioni e le necessità della vita , ma , come un rivale ed un nemico , come un essere infesto , oppressore , degradato e degradante , la cui rovina soltanto può rendere possibile la propria redenzione e la propria salvezza . Indiscutibilmente un movimento così vasto e complesso come la democrazia : sociale non si può fondare unicamente sui buoni istinti della natura umana ; sicché riconosciamo come naturale e necessario che , accanto al sentimento della giustizia ed all ' aspirazione verso una società migliore , anche le passioni basse , antisociali e selvaggie vi trovino il loro pascolo . Il male è che precisamente a quest ' ultime le dottrine socialiste offrono un campo troppo fertile e vasto dove possono oltremodo moltiplicarsi e lussureggiare . Si è insegnato al povero che il ricco gavazza col frutto dei suoi sudori , che gli viene rapito mediante una artificiosa organizzazione della società basata sulla violenza e la frode . Questa credenza in tutte le coscienze , che non siano assolutamente nobili e pure , serve mirabilmente a giustificare lo spirito di ribellione , la sete dei godimenti materiali , la bestemmia l ' odio , la maledizione ; essa feconda il sentimento della vendetta e l ' invidia istintiva verso quelle superiorità naturali e sociali , che solo una lunga abitudine e la convinzione che sono fatti necessari ed inevitabili possono rendere universalmente indiscusse ed accettate . Debolezza innegabile di tutto il movimento socialista è poi la soverchia materializzazione del concetto della felicità umana e quindi della giustizia sociale . - - I socialisti , dopo aver idealizzato troppo l ' uomo , credendolo migliore di quello che è , giacché attribuiscono all ' ordinamento sociale gran parte dei vizi e delle debolezze che sono inerenti alla natura umana , mostrano poi un concetto troppo basso dei loro simili quando credono , o mostrano di credere , che la ricchezza sia compagna inseparabile del godimento e la povertà vada fatalmente unita alla sofferenza . Leggendo i loro scritti ed ascoltando i loro sermoni parrebbe che la felicità indivisuale sia esattamente proporzionata alla quantità di danari che ognuno possiede . - - Or , per quanto un simile sistema sia polemicamente comodo per tutti i novatori , facendo apparire maggiore assai di quella che realmente sia l ' ingiustizia della società odierna , esso non corrisponde alla verità , perché , fortunatamente , le cose non vanno così . Infatti , sebbene il poter mantenere quel tenore di vita al quale siamo abituati e sopratutto la sicurezza del domani , siano condizioni indispensabili di un certo benessere , pure non è men vero che alla felicità individuale contribuiscono molti altri elementi obiettivi e subiettivi . - - In fondo chi è buono ed ha l ' animo ben temprato può essere molto più soddisfatto di un altro che gli è assai superiore in ricchezza ed anche di posizione sociale , ed il riconoscere che fa generalmente il mondo che il primo è stato mal rimaritato può , insieme all ' intima soddisfazione della sua coscienza , essere uno degli elementi della sua maggiore felicità . Altre dottrine , altre credenze si sono trovate davanti al grave e tormentoso problema della vita . , nella quale spesso il giusto ed il buono soccombe , l ' iniquo ed il malvagio trionfa , ma l ' hanno risoluto in modo diverso di come pretende risolverlo il socialismo . Gli stoici , ad esempio , non potendo fare sparire dal mondo il dolore , educavano i loro adepti a sopportarlo fortemente ; non potendo promettere a tutti il godimento dei beni materiali , ne inculcavano il disprezzo anche a coloro elle erano nella possibilità di largamente fruirne . Lo stesso disprezzo delle gioie della carne , del piacere materiale troviamo negli inizi ed in tutti i momenti di fervore del Cristianesimo . E se è vero che l ' esagerazione di questo indirizzo può produrre quel misticismo , che aliena dal mondo e dalla vita , i caratteri più nobili e più proclivi al sacrificio di sé , non è men vero che un insegnamento così fatto è non solo moralmente più elevato , ma anche più pratico di quello diametralmente opposto che tengono in generale i socialisti ; il quale può avere per conseguenza , il momentaneo decadimento di alcuni dei sentimenti più elevati della natura umana . L ' uguaglianza fra tutti gli uomini e l ' aspirazione verso la giustizia assoluta non è la prima volta che sono predicate per il mondo . Ma esse possono essere bandite poggiandosi sull ' amore , sulla tolleranza , sul compatimento reciproco , e possono anche essere proclamate facendo appello all ' odio ed alla violenza . Si può intimare al ricco ed al potente di considerare il povero ed il misero come suo fratello e si può anche far credere al povero ed al misero che il ricco ed il potente sia il suo nemico . La prima maniera è quella seguìta da Gesù , dagli apostoli , da S . Francesco d ' Assisi , che dicevano ai ricchi : date . La seconda è quella osata dalla maggioranza dei socialisti presenti , che , descrivendo i godimenti dei ricchi come il prodotto dei sudori furati ai poveri , implicitamente od esplicitamente dicono a questi : prendete . Non è chi non veda come tale differenza sostanziale di metodo debba avere in pratica , conseguenze incalcolabili . XVI . - - Dopo guanto abbiamo scritto non occorrerà lunga mente soffermarsi per esporre quali siano le cause della corrente socialista . Il lettore avrà già compreso che la causa delle cause è quella che abbiamo combattuto in tutto il presente lavoro , cioè l ' indirizzo intellettuale del secolo nelle dottrine che riguardano la organizzazione della società , i modi di vedere che finora prevalgono , nelle persone di mezzana e qualche volta di elevata cultura , circa le leggi che regolano i rapporti politici . Naturalmente poi questa causa prima si presenta in mille forme e genera quelle molteplici cause secondarie e dirette , che sono state da parecchi scrittori più o meno completamente rilevate . Noi ne accenneremo soltanto alcune , alle quali forse non si è data finora l ' importanza che meritano ; notando che spesso esse assumono l ' apparenza , e anche la realtà di malattie del senso morale anziché di errori di discernimento e del giudizio . Giacché per la strettissima connessione che vi è in tutto ciò che riguarda l ' ordinamento sociale fra il mondo morale e quello intellettuale , di frequente avviene che il falso indirizzo nel campo speculativo , l ' apprezzamento sbagliato sulla natura e le tendenze sociali degli uomini , si traducano in pratica nel mettere questi in una posizione moralmente falsa ; e quindi nel renderli più facili alle transazioni ed alle colpe , diminuendo l ' efficacia degli istinti più nobili e avendo per necessaria conseguenza , un abbassamento del livello medio del carattere e della coscienza . Ad esempio , una delle cause prossime ed immediate , un coefficiente importante del progresso della propaganda socialista è l ' allargamento del suffragio politico , e meglio ancora il suffragio universale , che , in omaggio ai principii della scuola radicale ed alla logica democratica , si è venuto adottando in tanta parte di Europa . Ora il suffragio a larga base può riuscire pericoloso , non tanto perché , come molti sperano o temono , dando ai proletari il diritto di deporre la scheda nell ' urna , i loro rappresentanti genuini possano formare la , maggioranza delle assemblee politiche ; giacché in fondo , con qualunque sistema elettorale , la preponderanza resterà , sempre alle classi più influenti anziché a quelle più numerose ; ma piuttosto per l ' omaggio che la maggior parte dei candidati , per superare più facilmente i rivali , si affretta a rendere ai sentimenti ed ai pregiudizi popolari . Omaggio che porta facilmente a fare professioni di fede e promesse fondate sui posturati del socialismo . Naturalmente il sistema fa sì che i caratteri più schietti ed energici vengano a preferenza allontanati dalla vita pubblica , che le transazioni e le restrizioni morali diventino sempre più comuni , e , colpe risaltato ultimo , fa imbecillire sempre più , moralmente ed intellettualmente , le schiere dei così detti conservatori . Altro elemento importantissimo nella elaborazione dei partiti socialisti è la tradizione rivoluzionaria ancora vivissima nei paesi latini , nei quali le classi dirigenti hanno fatto di tutto per tenerla viva e perpetuarla . Come ha osservato il Villetard e come già abbiamo accennato nel capitolo VIII , in Francia , almeno fino a pochi anni addietro , ad eccezione forse dei clericali ­ legittimisti , solo gl ' interessi sono stati conservatori , ma le idee ed i sentimenti inspirati non solo dall ' istruzione e dall ' educazione privata , ma sopratutto da quella ufficiale , sono stati eminentemente rivoluzionari . E lo stesso si può dire dell ' Italia negli ultimi cinquanta anni . Si sa quanto sia naturale nella gioventù il bisogno di entusiasmarsi e di avere davanti un tipo , un modello , che rappresenti l ' ideale della virtù e della perfezione , che ognuno cerca , per quanto può , di imitare . Or il modello che si è posto davanti ai giovani moderni , tanto da noi elle oltre Alpe , non è , e non può essere , il cavaliere che si fa uccidere per la sua bella , la sua fede ed il suo Re ma molto meno è stato il funzionario , il magistrato , il militare rigido custode della legge e della consegna ; esso è puramente e semplicemente il rivoluzionario d ' azione : l ' uomo che , in nome della libertà e dell ' eguaglianza , ha combattuto i tiranni , si è ribellato al potere costituito , e che , vinto , ne ha subìto intrepido lo persecuzioni , vincitore lo ha rovesciato e spesso lo ha sostituito . Dopo che si è così studiosamente coltivata la simpatia per i ribelli , dopo che si è insegnato che tutto quanto essi hanno fatto è stato nobile e generoso , è naturale che la corrente dei sentimenti e delle idee della nuova generazione siasi spinta verso quella dottrina , che può giustificare e render necessaria la ribellione . Dappoiché , non essendoci più una Bastiglia da espugnare , non potendosi più cacciare dal Louvre gli Svizzeri , di Carlo X , compita presso a poco l ' unità d ' Italia diventato quel Governo , che fu definito come la negazione di Dio , una memoria talmente remota che lo si comincia a giudicare con imparzialità , lo spirito di ribellione non si può applicare che contro le istituzioni , che dalle antiche rivoluzioni sono venute fuori , e contro gli uomini che di queste istituzioni stanno a capo e che sono stati spesso gli antichi rivoluzionari . È ciò parrà anche più naturale e ovvio se si pop mente che , in parte per le imperfezioni inseparabili da qualunque regime politico , in parte per la loro debolezza intrinseca , le nuove istituzioni non hanno potuto appagare tutte quelle speranze di rigenerazione sociale che in esse si erano riposte , e che gli antichi congiuratori e rivoluzionari diventati uomini di Stato e reggitori di popoli certo non sono stati immuni da errori e peccati . Così stando le cose , chi si potrà maravigliare se quegli elementi giovani che credono possibile una più radicale riforma della società , I se coloro che sperano con essa di acquistare importanza politica , se buona parte di quanto vi è di nobile , di attivo , di generoso ed ambizioso nella generazione che si prepara a raccogliere l ' eredità dei vecchi , abbia abbracciato le dottrine socialiste ? Ha acquistato una certa popolarità fra le persone di qualche cultura una massima del Machiavelli , il quale scrisse che per salvare o rinvigorire le istituzioni antiche bisognava richiamarle ai loro principii . Leggendo la storia dei principi mongoli discendenti da Gengiskan ne abbiamo trovata un ' altra , che può avere un significato diametralmente opposto a quella del segretario fiorentino e che ci pare più vera , perché applicabile ad un numero maggiore di casi pratici . Secondo gli storici dunque , Yeliui ­ Cutsai , primo ministro di Octai figlio di Gengi ­ skan , avrebbe di frequente detto al suo padrone e signore : il vostro impero fu conquistato a cavallo , ma non lo potete governare restando a cavallo . Nessuno vorrà negare l ' intuito politico del ministro mongolo ; perché veramente , e lo potremmo con facilità dimostrare , i modi con cui si conservano gli Stati , le religioni ed i partiti politici , i sentimenti e le passioni che bisogna a quest ' uopo coltivare , sono di frequente essenzialmente diversi di quelli che hanno servito a fondarli . Tornando al caso nostro , facilmente riconosciamo che uno Stato nuovo , un nuovo regime politico possono esser fondati mediante la rivoluzione , ammettiamo anzi che qualche volta ciò possa essere necessario ; ma è certo però che nessuno Stato si consolida , nessun regime dura se continua lo spirito rivoluzionario , e peggio ancora se coloro che hanno nelle mani il potere proseguono a fomentarlo , invece di coltivare quei sentimenti , quelle passioni , quei modi di vedere , che ad esso sono diametralmente opposti . Prima di terminare questo argomento rammenteremo di volo altre cause , che contribuiscono indubbiamente ai progressi del socialismo e che sono state già da altri autori ampiamente svolte . Tali sarebbero le improvvisate ricchezze di tanti speculatori , quasi sempre disonestamente guadagnate e più malamente spese nell ' acquisto di immeritata ed ingiustificata influenza politica , oppure in un lusso volgare ed appariscente , che offende le mediocrità degli onesti ed insulta quasi alla inopia dei più miseri . Tutto l ' andazzo del secolo , del resto , congiura ad aumentare questo danno , perché , mentre si predica uguaglianza , democrazia e che tutti gli uomini hanno gli stessi diritti , mai forse ci è stato tanto pubblico squilibrio nei godimenti materiali , mai la ricchezza , comunque raggiunta , ha servito meglio ad aprire tutte le porte , mai essa è stata più stupidamente ostentata . Altri fattori del socialismo sarebbero la guerra , inconsulta che si è fatta al sentimento religioso , la povertà pubblica , prodotta dalle imposte eccessive e sovratutto dai soverchi debiti e dalle troppe spese improduttive , le immoralità notorie dei governanti , le ingiustizie e le ipocrisie del Parlamentarismo , le fabbriche di spostati , che si sono istituite mediante l ' ordinamento presente dell ' insegnamento secondario e superiore . Finalmente occupa un posto distinto in questa enumerazione l ' uso invalso di servirsi dell ' influenza che si ha sull ' opinione pubblica e sui governi per ottenere concessioni di monopolii o dazi così detti protettori dell ' industria e dell ' agricoltura nazionale . Giacché in questa maniera si giustifica qualunque altra forma di socialismo , avendone già adottato una veramente pessima che fa servire L ' autorità dello Stato ad avvantaggiare alcuni pochi , per lo più doviziosi , a danno di tutti gli altri poveri e ricchi . Si sa che la trascuranza delle norme igieniche , la penuria di buoni viveri , buona acqua e sane abitazioni , se non hanno l ' effetto di generare il bacillo del cholera , indebolendo però gli organismi umani ed ostacolando le difese contro il morbo , ne agevolano la diffusione colà dove esso è entrato , e producono lo sviluppo della epidemia . Analogamente tutti i coefficienti che abbiamo enumerato , tutti gli atti di mal governo , se non sono rettamente responsabili di aver dato origine a quell ' infezione intellettuale che è il socialismo , certo , aumentando il malcontento o diminuendo quindi la resistenza organica della società , ne agevolano il progresso . Sarebbe perciò molto opportuno il consigliare alle classi dirigono una più stretta igiene sociale , il che vuol dire l ' abbandono dei vecchi errori . Disgraziatamente il consiglio facile a dare è piuttosto difficile ad eseguire ; perché sia accolto e messo in pratica , le dette classi dovrebbero avere maggiore moralità e sopratutto preveggenza e capacità maggiori di quelle di cui finora hanno dato , in molti paesi , spettacolo . XVII . - - Forse ben pochi fra coloro che oggi seguono con un certo interesse lo svolgimento della vita pubblica in Europa ed in America , non si sono fatta la domanda se la democrazia sociale sia o no destinata a trionfare in un avvenire più o meno prossimo . Dobbiamo sinceramente confessare che molti , i quali certo non hanno simpatia per le dottrine socialiste e che non hanno alcun interesse a favorirle , sono però inclinati a rispondere affermativamente alla domanda accennata , e questo è uno dei fratti di quell ' educazione intellettuale per la quale la gran maggioranza delle persone di qualche coltura è abituata a considerare la storia dell ' umanità come un cammino continuo verso la realizzazione di quelle idee , che ora diconsi comunemente avanzate . La credenza cieca , poi nel trionfo fatale , inevitabile e più o meno prossimo del loro programma è comunissima nei seguaci del collettivismo e dell ' anarchia , ed è per essi un grandissimo elemento di forza , rendendo loro lo stesso servizio che ai Cristiani primitivi rese la fede nel prossimo avvento del Regno di Dio o nella vita futura . Come questi , infatti , fondati sulla fiducia che avevano nella rivelazione divina , affrontavano intrepidi il martirio , così i novatori odierni sopportano volentieri le noie , i disagi , le persecuzioni , quando per caso debbono qualcuna patirne , pregustando anticipatamente la gioia della sicura , e molti credono , della vicina vittoria . Dopo quanto abbiamo già scritto nessuno si meraviglierà se noi affermiamo recisamente che , anche nell ' ipotesi che collettivisti ed anarchici fossero vittoriosi in parecchi Stati e s ' impadronissero dell ' autorità politica , sarebbe sempre impossibile la realizzazione del loro programma ; poiché i postulati del collettivismo , del comunismo e dell ' anarchia non potranno mai avere una pratica , attuazione . Resta però a vedere quanta probabilità di divenire una realtà abbia la ipotesi che abbiamo accennata . Giacché il semplice tentativo , continuato per qualche anno , di porre in vigore , ad esempio , la teorie collettiviste , se non altererà le leggi costanti , che regolano la organizzazione delle società umane , leggi che finiranno sempre coll ' imporsi e col trionfare , graverà terribilmente sulla sorte della generazione sulla quale l ' esperimento sarà fatto . Essa , sbattute fra la rivoluzione e la inevitabile reazione ; sarà ad ogni modo costretta , a ritornare verso un tipo di governo assai più rozzo ed assoluto di quello al quale siamo omai abituati e dovrà subire necessariamente una decadenza nella . Difesa giuridica e un vero disastro morale e materiale , i quali fra qualche secolo potranno essere studiati con interesse e forse anche con diletto , come un bel caso di patologia sociale , ma intanto procacceranno sofferenze inenarrabili a coloro , che ne saranno stati gli spettatori e le vittime . Ma , anche posta in questi termini , la questione non è di quelle che si possono risolvere con sicurezza , perché molti sono gli argomenti che si possono addurre pro e contro il trionfo tempo raneo di una rivoluzione sociale , e gli elementi del giudizio variano abbastanza da uno Stato all ' altro di Europa , e variano ancora di più se si tien conto delle colonie inglesi e degli Stati Uniti d ' America . Certo è assai meno facile l ' attuazione di un semplice tentativo di collettivismo che l ' abbattere la più salda delle dinastie regnanti . Non bisogna infatti dimenticare che , nel presente ordinamento sociale , le due redini di cui si serve qualunque Governo per condurre una nazione , sono la burocrazia , e l ' esercito stanziale . Or , come abbiamo già accennato nel capitolo VIII , nelle rivoluzioni precedenti , fatta eccezione della grande rivoluzione francese , si è cambiato il cavaliere , male redini non si sono spezzate , esse anzi hanno continuato a funzionare . Or se trionfasse una grande rivoluzione sociale , è assai dubbio se il presente corpo d ' impiegati ed ufficiali potrebbe continuare nelle sue funzioni , e sopratutto è oltremodo dubbio se nelle fila dei vincitori si troverebbe il personale adatto a surrogarli . Non agendo più i consueti organi del Governo , si avrebbe un periodo d ' anarchia dal quale non si sa che cosa potrebbe uscire , ma che intanto renderebbe impossibile persino la continuazione momentanea di un saggio qualunque di collettivismo . L ' ordinamento presente della società fornisce poi forze di resistenza immense e di cui ancora non si è esperimentato il valore . Incalcolabile è il numero di uomini e d ' interessi la cui sorte è legata alla continuazione del regime che oggi prevale . Banchieri , commercianti , industriali ; impiegati pubblici e privati , possessori di titoli di credito pubblico , depositari di risparmi anche piccoli , proprietari grandi e piccini , formano un esercito numerosissimo , i cui gregari se possono anche simpatizzare colle idee di , uguaglianza sociale , quando si tratta di progetti vaghi ed a lunga scadenza , certo penserebbero altrimenti se ne vedessero immediata l ' esecuzione ed imminente fosse la lesione dei loro interessi . Bisogna anche calcolare che un Governo può in certi momenti avere il monopolio di mezzi d ' azione efficacissimi , quali sarebbero la posta , il telegrafo e le ferrovie , che esso può disporre dei milioni che si trovano nelle pubbliche casse , senza pregiudizio di quelli che in un momento grave possono fornigli le Banche ed il corso forzoso , e che esso infine ha a sua disposizione la polizia e l ' esercito stanziale , che , se non è stato già disorganizzato dalle concessioni fatte allo spirito democratico , quando è saldo e risolutamente adoperato può , anche ridotto ad un numero relativamente scarso , comprimere sempre qualunque tentativo d ' insurrezione armata . D ' altra parte si deve tener conto della propaganda continua che , in tutti gli strati sociali , anche in quelli che dovrebbero essere più inclinati alla difesa dell ' ordine presente , fa la democrazia sociale . Propaganda , che se raramente ottiene delle conversioni piene ed intere fra gli uomini di una certa età e di una certa posizione sociale , rende dubbiosi della giustizia della propria causa molti di coloro , che , per interesse o per ufficio , dovrebbero combattere la nuova corrente rivoluzionaria , e che nel momento del pericolo può far diventare oscillanti buona parte di quelle forze , che hanno la missione di arrestarla . E questa titubanza può diventare un grave fattore di sconfitta se è complicata colla lenta azione dissolvente , che in tutti gli organi dello Stato esercita il regime parlamentare . Come si può esigere infatti fermezza , nel pericolo , ed un servizio scrupoloso e leale senza debolezze ed esitazioni , da una macchina burocratica abituata al mutevole arbitrio dei successivi Ministeri ; da Prefetti ed ufficiali di polizia cambiati periodicamente in agenti elettorali ? Quale affidamento potranno dare uomini , che , par obbligo quasi di ufficio , non devono avere fedeltà e devozione sincera per alcun principio , per alcuna persona , che devono combattere oggi colui al quale ubbidirono fino a ieri , e il cui studio principale deve esser quello di non incorrere nella collera del padrone presente , senza farsi troppo nemico il padrone futuro ? In questo modo si potranno formare buoni equilibristi , adatti tutto al più per i momenti ordinari della vita amministrativa , ma che non avranno né l ' abitudine alla cieca obbedienza , né il coraggio di ardite iniziative e di assumere gravi responsabilità , e che sopratutto mancheranno della fermezza di mente e di cuore , così rara negli uomini abituati a transazioni ed a ripieghi , e che pure è la qualità più indispensabile per gli alti funzionari di un Governo nei momenti straordinari in cui avvengono le rivoluzioni . Ciò che sopratutto poi rende difficile qualunque presagio è il fatto che il giorno in cui lo scoppio rivoluzionario avverrà ( e non è secondo noi sicuro che debba avvenire ) , non sarà determinato né dai capi della democrazia sociale , né dagli uomini che staranno al governo dei vari Stati . Esso sarà la conseguenza o di errori in volontari dei governanti , o di avvenimenti inconsciamente provocati , che nessuno avrà avuto la forza d ' impedire e che produrranno in una data società una scossa ed una agitazione grandiosa . Or non sappiamo , né possiamo sapere , se l ' occasione che si presenterà e nella quale il partito rivoluzionario sarà in certo modo forzato ad agire , potrà essere per questo la migliore possibile ; se allora cioè le sue forze saranno del tutto organizzate e quelle dei suoi avversaria abbastanza disorganizzate . D ' altra parte bisogna tener presente che se il momento favorevole di iniziare la rivoluzione dovesse ancora per molto tempo tardare , ciò sarebbe dannoso ai rivoluzionari stessi . Perché è difficilissimo mantenere a lungo fra le masse una agitazione qualsiasi , quando non si fa alcuno sforzo concreto affinché queste possano sperare che vedranno l ' attuazione di quegli ideali , che l ' agitazione stessa si propone di raggiungere ; e perché in Francia ed in qualche altro paese , dove si conservano le abitudini e le tradizioni della lotta a mano armata , esse andrebbero interamente perdute , e mancherebbero del tutto quei capi , che , coll ' autorità e l ' esperienza acquistate nei precedenti cimenti , potrebbero meglio dirigire l ' andamento delle future rivoluzioni . Infine il valore personale degli uomini , che reggeranno il potere supremo nei grandi Stati d ' Europa e d ' America nel momento che si giocherà la partita decisiva , se pure questa sarà giocata , costituirà un fattore non indifferente di vittoria o di sconfitta per la democrazia sociale rivoluzionaria . XVIII . - - Ad ogni modo è certo che , anche che sia evitato un movimento violento , ammesso pure che tra le file dei novatori il partito detto evoluzionista abbia a conservare sempre tale preponderanza da poter impedire , per ora e per qualche generazione ancora , una lotta a mano armata , non per questo la democrazia sociale cesserà di essere un violento agente dissolvitore della società moderna . Sicché se la nuova dottrina non sarà debellata , l ' ordine di cose ora prevalente rimarrà sempre in uno stato di equilibrio instabile , e non sarà in gran parte custodito che dalla forza materiale . Or questa può bastare ad impedire , giorno per giorno lo scoppio di una catastrofe violenta , ma non può ridare al consorzio civile quell ' unità morale senza la quale esso non può godere di uno stabile assetto . Ci pare perciò indiscutibile che la civiltà europea , se sarà costretta a stare lungamente e diuturnamente sulle difese contro le tendenze delle scuole socialiste , sarà , per questo solo , costretta a decadere . E la decadenza si manifesterà tanto se vorrà con esse transigere , far concessioni e quasi venire a patti , come fra poco meglio vedremo , quanto se adotterà un sistema di coazione e di resistenza assoluta , per mantenere il quale dovrà abbandonare buona parte delle sue idealità , diminuire la libertà del pensiero ed adottare nuovi tipi di governo , che segneranno una vera diminuzione nella tutela della giustizia e nella difesa giuridica . Rimedi se ne sono suggeriti molti e certo buona parte di essi non è da respingere ; ma , anche i migliori , se accrescono , come già abbiamo visto , la forza di resistenza del malato , non tolgono la vera causa della malattia . Di questa specie di farmachi abbiamo testé parlato e non crediamo opportuno di ritornarci sopra . Se si migliora l ' economia nazionale , se si diminuiscono le imposte , se si rende più equa ed efficace la giustizia , se si tolgono tutti gli abusi che si possono fare scomparire , sarà certo per la società un bene non disprezzabile ; ma la democrazia sociale , che aspira alla giustizia assoluta , ed all ' uguaglianza assoluta , le quali mai si potranno ottenere , non disarmerà certo per questo e non perdonerà alla società borghese solo perché essa confesserà in parte le sue colpe e farà penitenza ; giacché , diversamente del Dio dei cristiani , il vero socialista di fronte all ' ordinamento economico presente vuole la morte del peccatore , non giacche si converta e viva . Un secondo ordine di rimedi nel quale molto hanno sperato uomini di Stato e qualche sovrano moderno , consiste nell ' applicare l ' intervento dello Stato a sanare o diminuire molte delle ingiustizie , delle sofferenze , che sono il prodotto dell ' individualismo economico , della concorrenza spietata che si fanno proprietari e grandi industriali , e che hanno per effetto la miseria e l ' incertezza del domani per i proletari salariati . Anche su questo punto noi ci siamo già abbastanza spiegati nel capitolo VI del presente lavoro . Abbiamo infatti già detto che non vi è una questione sociale , ma vi sono molte questioni sociali , e che , caso per caso , l ' intervento dello Stato , ossia della burocrazia e delle altre classi dirigenti organizzate , può essere giustificato o respinto . Certo vi sono esempi in cui quest ' intervento , moderatamente usato , può essere accolto , come avviene per la limitazione di certi lavori per le donne ed i fanciulli . Non negheremo anche che per quel che riguarda la carità , l ' assistenza pubblica o la mutua assistenza , l ' organizzazione moderna sia affatto insufficiente ; poiché fra lo Stato ed il grosso Comune , strumento dello Stato , enti troppo grandi , entro i quali l ' individuo sparisco ed è dimenticato , e la famiglia moderna ridotta ornai alla massima semplicità , alla minima espressione possibile , nella quale neppure i fratelli sentono spesso il dovere di aiutare i loro consanguinei , non vi sono organismi intermedie . Tali erano fra noi nell ' antichità , nel Medio Evo e fino a qualche secolo fa , le corporazioni e le fratellanze d ' arte e di professione , e organismi consimili si trovano anche ora in tutto le altre civiltà . Essi impongono certi obblighi a coloro che ne fanno parte ; ma riconoscono pure in essi certi diritti e sopratutto impediscono che l ' individuo o la famiglia , colpiti da un momentaneo disastro , siano lasciati nell ' abbandono e ridotti alla disperazione . Indiscutibilmente quindi da questo lato qualche cosa vi è da rifare , e forse basterebbe che i Governi lasciassero fare perché spontaneamente si andassero ricostituendo quelle solidarietà naturali , che per formarsi hanno principalmente bisogno di un lungo periodo di stabilità nelle popolazioni e negli interessi economici . Ben altro però è ciò che ordinariamente si pretende dall ' intervento dello Stato ; perché si vorrebbe da molti che questo direttamente influisse sulla distribuzione della ricchezza , togliendo , mediante le imposte , ai ricchi il superfluo per darlo ai poveri . Or questo concetto , che raccoglie molte simpatie anche tra i conservatori , come quello che tende a contentare tutti i numerosissimi socialistoidi , cioè quella turba grandissima , che , senza essere ascritta al partito collettivista od all ' anarchico , forma quell ' ambiente di simpatia nel quale i detti partiti possono prosperare e propagarsi , è veramente pericoloso . Non bisogna infatti dissimularsi che una sua applicazione alquanto larga , colpendo troppo gravemente il capitale , o pretendendo , ad esempio , d ' imporre un dato tipo di cultura delle terre , ucciderebbe ciò che i Francesi chiamano la vacca da latte ; cioè farebbe diminuire grandemente la produzione della ricchezza e quindi aumenterebbe la miseria ed il malcontento in tutti gli strati sociali . Inaugurando un simile sistema , non si avrebbe il collettivismo , non sparirebbero le disuguaglianze sociali , e quindi resterebbe sempre ai novatori qualche cosa di sostanziale da chiedere , ma si turberebbe oltremodo tutta l ' economia della società detta borghese e se ne disorganizzerebbe del tutto il funzionamento . Che i seguaci del Marx caldeggino transitoriamente l ' applicazione del sistema accennato è naturale ed è logico ; perché è il solo che possa ridurre la società al punto da rendere desiderabile un esperimento di collettivismo ; ma ci pare molto strano che quelli , che le loro teorie non accettano , sperino di neutralizzarle e combatterle agendo in modo da peggiorare le condizioni economiche di tutti e riducendo quasi tutti nella condizione di attendere un miglioramento dal collettivismo . Il socialismo cristiano , e più specialmente quello cattolico , è infine ritenuto da molti mezzo adattissimo a neutralizzare quello ateo , materialista e rivoluzionario , e sforzi lodevolissimi , e non del tutto inefficaci , si sono fatti e si fanno in questo senso . Non bisogna però avere una fiducia illimitata in questa diversione . Come abbiamo già accennato , il Cristianesimo ed il socialismo , sebbene ambidue profittino di quella sete di giustizia e d ' ideale , che è così comune negli uomini , pur costretti a vivere in un mondo dove esistono tante nequizie delle quali essi stessi sono gli autori , si appoggiano poi , ad altri sentimenti , che nelle due dottrine sono tutt ' altro che identici . I loro metodi di propaganda , le loro aspirazioni sono anche essenzialmente diverse , e diversissimo è l ' ambiente intellettuale , che è loro necessario per prosperare . Giacché la base del Cristianesimo è la fede nel soprannaturale , in un Dio che vede le lacrime dei miseri e li consola in questa vita e li premia nell ' altra ; mentre il socialismo , nato dalla filosofia razionalista del secolo passato , si fonda sulle dottrine materialiste , che insegnano tutta la felicità consistere nell ' appagamento degli istinti e delle passioni terrene . Sono perciò due piante di natura differentissima , che possono benissimo contrastarsi gli umori del suolo , ma delle quali è impossibile tentare lo scambievole innesto . È vana perciò la speranza che il ramoscello cristiano inserito nel tronco socialista ne possa modificare i frutti , togliendo loro ogni sapore aspro , ogni virtù nociva , e rendendoli dolci e salubri ; ed il socialismo cristiano invero altro non è e non può essere che un nome nuovo applicato ad una cosa vecchia , cioè alla carità cristiana . La quale può senza dubbio rendere ancora grandissimi servigi alla società europea , ma potrebbe interamente distruggere il socialismo ateo e rivoluzionario solo quando il mondo divenisse di nuovo talmente imbevuto di spirito cristiano come lo fu nei secoli meno colti del Medio Evo . XIX - - Nelle condizioni presenti della civiltà europea , il rimedio che può colpire il male alla radice , quello che , facendo sparire i succhi vitali dei quali l ' albero si nutre , può solo farlo disseccare , è ben altro . La democrazia sociale , come crediamo di aver già dimostrato , è principalmente una malattia intellettuale del secolo nostro . E , sebbene essa abbia trovato propizio anche l ' ambiente morale , preparato da tutti i rancori , le ambizioni è le cupidigie , che sono la necessaria conseguenza di un lungo periodo rivoluzionario e dagli spostamenti di fortuna che a questo vanno uniti , sebbene le sia stata sommamente giovevole la disillusione prodotta dalla democrazia parlamentare , che dovea inaugurare nel mondo il regno della giustizia e dell ' uguaglianza ed ha così male adempiuto ai suoi impegni , pure l ' origine della nuova dottrina , è dovuta ad un dato sistema d ' idee , che in fondo è la conseguenza logica di quello al quale l ' antica democrazia pura si era inspirata . La credenza nella possibilità che il Governo emani dalla maggioranza , la fede nella incorruttibilità di questa maggioranza , la fiducia assoluta che gli uomini emancipati da ogni principio d ' autorità , che non abbia la sua base nel consenso universale , da ogni superstizione aristocratica , monarchica e religiosa , potranno inaugurare quel regime politico , che più risponde agli interessi generali ed a quelli della giustizia , hanno formato quel complesso di idee e di sentimenti , che ha combattuto e combatte le credenze cristiane nel popolo ed è il principale ostacolo a qualunque compromesso con la Chiesa . Lo stesso ordine d ' idee e di sentimenti ha prodotto la democrazia parlamentare e , come abbiamo visto , impedisce ora che si applichino al parlamentarismo rimedi radicali ; e lo stesso infine è quello che ci porta inesorabilmente verso il socialismo ed in ultimo verso l ' anarchia . Poiché , dopo che l ' esperienza ha dimostrato che la semplice uguaglianza politica , estrinsecata col suffragio universale , non produce l ' uguaglianza di fatto e mantiene la preminenza di una data classe n di certe influenze sociali , è naturale ed è logico che si escogiti un sistema , che distrugga le disparità delle fortune private e ponga in condizioni uguali coloro che , aspirando a reggere la società , domandano il suffragio del popolo . E , dopo che un ' esperienza un po ' più matura avrà accertato , o semplicemente fatto intuire , che neanche in questo modo si avrà un Governo che sia la sincera emanazione della volontà della maggioranza , e che molto meno si avrà la giustizia assoluta , sorgerà , come ultimo portato di un concetto metafisico che invano ha corso verso la sua realizzazione , la dottrina che caldeggia la fine di qualunque tipo di organismo sociale , e perciò l ' anarchia . La verità è quindi che la dottrina democratica , che pure ha reso innegabili servigi alla civiltà , e che , incarnandosi nel sistema rappresentativo del quale ha trovato il modello in Inghilterra , ha contribuito alla realizzazione di importantissimi miglioramenti nella difesa giuridica , ottenuti merce un regime di libera discussione che si è applicato in tante parti d ' Europa ora che si è arrivati alle sue ultime deduzioni logiche , e che i principii sui quali è fondata si vogliono attuare fino alle loro ultime conseguenze , produce la disorganizzazione ed il decadimento dei paesi nei quali prevale . Ed è necessario che sia così ; perché la detta dottrina , sotto apparenze pseudo ­ scientifiche , è in fondo perfettamente apriorista . Infatti le sue premesse non sono in nulla giustificate dai fatti , giacché , nelle società umane , l ' uguaglianza assoluta non è mai esistita , ed il potere politico non è stato e non sarà mai fondato sul consenso esplicito della maggioranza ; perché esso è stato e sarà sempre esercitato da quella minoranza organizzata che ha avuto od avrà i mezzi , variabili secondo i tempi , di imporre la sua supremazia alla moltitudine . Abbiamo già visto che solo un ' organizzazione sapiente ed un numero veramente grande di circostanze storiche favorevoli hanno potuto rendere questa preponderanza della classe dirigente meno pesante ed abusiva . Scrisse Rénan che l ' Impero romano avrebbe potuto arrestare il propagarsi del Cristianesimo ad una sola condizione : diffondendo cioè quell ' insegnamento positivo delle scienze naturali che solo può sviluppare il senso del reale e che , col porre in chiaro che nei fatti naturali il nostro mondo ubbidisce a leggi immutabili , riesce a sradicare dallo spirito umano , la credenza nei miracoli e nell ' intervento continuo del soprannaturale . Ma allora le scienze naturali erano appena in uno stato embrionale , ed il Cristianesimo trionfò . Ora , nel mondo in cui viviamo , il socialismo sarà solo arrestato se la scienza politica positiva arriverà nelle discipline sociali a schiacciare del tutto gli attuali metodi aprioristici ed ottimisti , se cioè la scoperta e la dimostrazione delle grandi leggi costanti , che si manifestano in tutte le società umane , metterà a nudo l ' impossibile attuazione della concezione democratica . A questo patto , ma a questo patto soltanto , le classi intellettuali saranno interamente sottratte all ' influenza della democrazia sociale e formeranno un ostacolo invincibile al suo trionfo . Finora , questo o quell ' altro postulato dei socialisti è stato dagli studiosi di scienze sociali , e sopratutto dagli economisti , studiato in modo da farne rilevare l ' evidente fallacia . Ma ciò non basta , perché equivale a dimostrare falsi uno o parecchi miracoli senza distruggere la fede nella possibilità dei miracoli . Ad un intero sistema metafisico si deve opporreun intero sistema positivo . Scrisse pure recentemente un altro egregio autore che « nell ' insegnamento superiore , agli errori del marxismo bisogna contrapporre le teorie dell ' Economia politica e della sociologia positiva , perché gl ' intelletti giovanili non restino in balìa di chimere ad essi presentate come gli ultimi risultati della scienza » . Saggie e giuste parole , ma che finora contengono più l ' espressione di un lodevole desiderio che l ' indicazione di un rimedio di pronta e sicura efficacia . Eccellente cosa è invero lo studio dell ' Economia politica , ma non basta da solo a bandire dalla mente le chimere alle quali si accenna . Perché questa disciplina , che ha acutamente indagato le leggi che regolano la produzione e la distribuzione della ricchezza , non si è consacrata eziandio a studiare i rapporti che hanno con le altre leggi che spiegano la loro azione sull ' organizzazione politica delle società umane ; perché gli economisti non si sono dedicati ad osservare quelle credenze , quelle illusioni collettive , che possono diventare , in una data società , generali e formano tanta parte della storia del mondo ; essendoché è risaputo che l ' uomo non vive di solo pane . E in quanto poi alla sociologia positiva , l ' egregio autore che abbiamo citato ci permetta di credere che finora non sfasi manifestata , almeno nella maggioranza delle sue dottrine , come scienza matura ed indiscutibile . Ci pare infatti che , nella seconda metà del secolo decimonono , la concorrenza alla metafisica democratico ­ socialista sia stata fatta solo da altri sistemi sedicenti positivi , ma ugualmente metafisici , che hanno anche meno riscontro nella vita reale dei popoli e sono anche meno suscettibili di pratiche applicazioni . Fra le diverse metafisiche è naturale che la prevalenza sia rimasta a quella che meglio sa lusingare le passioni più vive e più generali . Arduo quindi è il còmpito che resta alla scienza politica . E lo sarà tanto più , perché le verità , che è sua missione di rivelare , non saranno generalmente gradite ed urteranno molte passioni e molti interessi . È quindi molto probabile che , malgrado l ' abitudine alla libera discussione , che distingue i nostri tempi , la diffusione dei nuovi risultati scientifici incontrerà ancora una volta quegli ostacoli , che hanno ritardato i progressi degli altri rami dello scibile . Né è da credere che le nuovissime dottrine potranno trovare un appoggio nei Governi , in quelle classi dirigenti , che dovrebbero pure sostenerle . Perché gli interessi , di qualunque natura siano , amano la polemica , non la discussione spassionata , e sostengono solo la teoria che serve ad un fine particolare ed immediato , che giustifica un uomo , sostiene un dato Governo od un partito ; non già quella che potrà portare pratiche conseguenze solo in momenti relativamente lontani e nell ' interesse generale della società . Se la scienza quindi finirà col trionfare , la sua vittoria sarà , ora come sempre , dovuta alla coscienza degli studiosi onesti , per i quali , sopra ogni altra considerazione , sta il dovere di ricercare ed esporre la verità .