StampaPeriodica ,
Quando
alle
pure
parole
di
«
cultura
»
,
«
intellettuale
»
,
«
scienza
»
,
«
arte
»
Si
aggiunge
l
'
aggettivo
impegnante
di
«
fascista
»
spesso
,
per
non
dire
quasi
sempre
,
fiorisce
sulle
labbra
dell
'
ascoltatore
scaltrito
di
ogni
più
esperta
coltura
un
sorriso
di
compatimento
se
non
proprio
di
disprezzo
;
tantoché
ancora
oggi
intellettuale
fascista
è
per
moltissimi
sinonimo
di
facilone
,
di
superficiale
,
di
arruffone
,
o
di
ingenuo
in
buona
fede
.
Perché
capita
agli
intellettuali
fascisti
questa
sorte
poco
benigna
?
Si
usa
dire
con
una
corrente
formula
che
la
coltura
in
quanto
tale
è
disinteressata
e
vergine
,
di
ogni
politico
e
pratico
contatto
;
e
che
non
si
può
sotto
pena
di
vanificare
il
sostantivo
,
valersi
dell
'
aggettivo
.
Si
usa
dire
troppo
di
frequente
anche
da
molti
uomini
forniti
di
distintivo
,
che
il
Fascismo
è
anticultura
,
che
il
Fascismo
non
ha
bisogno
di
idee
,
che
gli
intellettuali
sono
in
quanto
intellettuali
tutti
per
lo
meno
sospetti
di
antifascismo
,
e
che
ogni
preoccupazione
a
questo
riguardo
è
inutile
perché
il
vero
fascista
non
deve
navigare
nel
nebuloso
cielo
della
teoria
che
non
serve
a
nulla
.
Molti
poi
,
che
sono
fascisti
anche
di
limpida
fede
,
usano
tacere
la
loro
qualità
di
fascisti
quando
agitano
problemi
culturali
o
peggio
la
dimenticano
nella
loro
vita
intellettuale
anche
se
poi
la
ricordano
in
parole
vane
e
sonore
.
Io
voglio
dire
alcune
semplici
parole
da
studente
universitario
ai
miei
colleghi
studenti
universitari
,
parole
che
le
osservazioni
che
mi
son
venuto
formando
nel
considerare
un
po
'
l
'
ambiente
nostro
mi
spingono
a
dire
.
È
vero
che
la
cultura
è
pura
e
che
cioè
nella
sua
libera
consapevolezza
non
può
essere
pavesata
di
drappi
e
di
fiamme
nere
e
tricolori
,
ma
è
anche
vero
che
quella
cultura
,
se
è
fatta
e
attuata
da
uomini
che
sono
intimamente
fascisti
,
sarà
necessariamente
significativa
del
fascismo
:
anzi
contro
quella
torbida
vena
di
improvvisazione
e
di
enfasi
è
bene
riaffermare
,
secondo
l
'
esempio
di
parole
che
sono
a
noi
care
per
la
voce
che
le
ha
pronunciate
,
che
anche
nel
contrasto
culturale
il
Fascismo
deve
affermarsi
sopra
tutto
come
serietà
e
come
chiara
coscienza
,
senza
confusioni
e
senza
leggerezze
.
Non
è
necessario
per
chi
sia
nel
fascismo
con
tutta
la
sua
sincerità
spirituale
abbandonarsi
,
al
termine
di
ogni
indagine
,
a
rettoriche
gonfiezze
e
a
sforzature
falsamente
patriottiche
e
ridicolosamente
regimistiche
.
Quando
S
.
E
.
Bottai
ha
con
parola
severa
e
con
acume
di
studioso
veramente
fascista
,
tenuto
a
noi
studenti
quella
lucida
lezione
di
diritto
corporativo
,
io
ho
pensato
che
se
tanto
si
parla
di
stile
fascista
,
stile
fascista
è
quello
che
segna
la
linea
del
pensiero
di
S
.
E
.
Bottai
e
che
significa
ammonimento
a
parlare
solo
di
quello
che
si
è
veramente
pensato
e
capito
:
studiare
,
pensare
,
scrivere
perché
il
Fascismo
si
valga
del
nostro
lavoro
e
non
pretendere
che
il
nostro
lavoro
si
valga
del
Fascismo
per
farsi
stimare
quello
che
non
è
.
Se
tutti
i
fascisti
che
lavorano
a
dissodare
le
terre
della
cultura
non
avranno
ritegno
né
estrinseco
né
interiore
a
sentirsi
nella
temperie
del
fascismo
,
e
se
tutti
quelli
,
che
pur
essendo
fascisti
di
provata
fede
non
sono
preparati
per
una
serietà
di
pensiero
si
ritireranno
in
uffici
più
adatti
,
non
ci
sarà
più
nessun
rispetto
umano
che
terrà
lontano
un
intellettuale
dal
sentirsi
intellettuale
fascista
...
Non
vogliamo
riagitare
la
questione
che
ha
infierito
su
Riviste
e
Giornali
non
molto
tempo
fa
a
proposito
del
clima
spirituale
del
Regime
,
della
possibilità
e
del
valore
di
un
'
arte
fascista
e
di
una
cultura
fascista
.
Ma
è
certo
che
se
esiste
il
Fascismo
come
un
motivo
storico
che
si
sta
svolgendo
,
noi
che
siamo
nel
Fascismo
e
che
anzi
siamo
,
tutti
quanti
,
il
fascismo
,
pensando
,
scrivendo
,
non
potremo
fare
a
meno
di
creare
una
cultura
che
sia
del
Fascismo
espressione
.
Ma
occorre
però
che
noi
,
che
bene
o
male
studiamo
e
che
siamo
fascisti
tesserati
,
non
ci
limitiamo
alla
esteriore
accettazione
del
regime
,
e
alla
tessera
,
ma
che
ne
sentiamo
come
interiori
le
necessità
culturali
,
e
che
abbiamo
l
'
orgoglio
intellettuale
oltre
che
sentimentale
di
essere
fascisti
.
Non
è
necessario
perciò
scalmanarsi
in
feroci
esclusioni
e
in
entusiastiche
e
vociferanti
esaltazioni
;
non
è
necessario
per
esempio
dire
che
la
cultura
fascista
non
può
essere
che
futurista
e
soltanto
futurista
,
come
non
è
necessario
dire
che
non
può
essere
che
nazionalista
e
soltanto
nazionalista
.
In
quanto
il
fascismo
è
il
fascismo
e
non
il
futurismo
o
nazionalismo
,
bisogna
avvertire
che
la
nuova
cultura
non
può
irrigidirsi
su
questi
schemi
che
sono
stati
completati
,
trasformati
,
arricchiti
e
che
debbono
tutt
'
al
più
restare
solo
con
valore
di
particolari
e
legittime
preferenze
.
Mi
pare
che
occorra
innanzitutto
agire
,
lavorare
,
e
che
poi
sarà
facile
e
gradita
opera
andare
rintracciando
in
quanto
sarà
stato
raggiunto
questo
spunto
più
insistente
o
questo
colore
più
acceso
:
una
cosa
sola
è
necessaria
in
questa
nostra
fatica
che
si
svolge
come
fatica
idealmente
vibrante
nella
nostra
storia
fascista
,
e
questa
cosa
necessaria
si
chiama
tradizione
italiana
.
Tradizione
italiana
che
non
dev
'
essere
schematizzazione
,
non
deve
essere
passiva
accettazione
,
ma
dev
'
essere
ampiezza
di
orizzonti
e
spregiudicatezza
assoluta
senza
quei
timori
che
solo
la
fede
malcerta
ispira
:
tradizione
italiana
che
deve
farsi
tale
proprio
nel
contrasto
con
le
altre
tradizioni
nazionali
e
con
le
altre
culture
delle
quali
bisogna
tener
conto
perché
non
si
possa
all
'
estero
rimproverare
come
sempre
si
è
fatto
,
che
gli
italiani
non
hanno
più
raggiunto
il
livello
culturale
europeo
.
Queste
parole
io
dico
come
segno
di
una
mia
esigenza
e
come
invito
a
me
e
ai
miei
colleghi
,
non
come
disconoscimento
,
ma
come
affermazione
di
quello
che
sin
'
ora
è
stato
fatto
dai
maggiori
di
noi
.