StampaPeriodica ,
Non
abbiamo
voluto
finora
interloquire
nella
polemica
suscitata
dall
'
onesto
e
brillante
Mikros
direttore
della
«
Unità
Cattolica
»
a
proposito
della
liceità
di
un
accordo
elettorale
fra
cattolici
e
socialisti
,
per
due
ragioni
;
in
primis
perché
ci
pare
ormai
molto
lontano
l
'
evento
di
elezioni
generali
in
Italia
,
e
molto
improbabile
che
se
l
'
evento
si
verificasse
ciò
avvenga
in
condizioni
tali
da
permettere
libertà
di
movimenti
ai
partiti
di
opposizione
,
e
quindi
sicurezza
per
essi
di
parteciparvi
;
in
secondo
luogo
perché
una
lunga
esperienza
ci
dimostra
nulla
esservi
di
più
vacuo
che
certe
dissertazioni
cosiddette
morali
o
religiose
quando
coprono
più
o
meno
velatamente
semplici
opportunità
politiche
:
noi
siamo
abbastanza
vecchi
per
ricordare
i
tempi
in
cui
taluni
teologi
,
del
giornalismo
e
della
cattedra
,
dichiaravano
peccato
il
liberalismo
(
parecchi
conservano
ancora
il
famoso
opuscolo
del
padre
Sardà
tradotto
e
diffuso
anche
in
Italia
e
dichiarato
il
non
plus
ultra
dell
'
ortodossia
,
la
norma
perenne
e
indeclinabile
)
;
i
tempi
in
cui
conseguentemente
si
escludeva
che
un
cattolico
potesse
dar
il
voto
a
un
liberale
,
perché
sarebbe
stato
stile
dell
'
epoca
una
specie
di
conventus
fra
Cristo
e
Belial
:
ebbene
,
sanno
tutti
che
le
cose
mutarono
in
pochi
anni
talmente
,
che
ben
presto
l
'
appoggio
elettorale
dei
cattolici
ai
liberali
non
solo
moderati
ma
di
sinistra
,
divenne
la
regola
contro
i
socialisti
;
e
fu
gran
fatica
per
taluni
veggenti
,
trattati
da
principio
come
ribelli
,
il
porre
un
freno
a
questa
corsa
della
paura
,
ammonendo
che
se
era
giustissimo
stringere
alleanze
per
difendersi
da
un
pericolo
minacciante
,
occorreva
però
farlo
con
dignità
e
con
profitto
,
valorizzando
cioè
le
proprie
forze
attraverso
una
organizzazione
autonoma
e
una
rappresentanza
diretta
;
sono
questi
ribelli
che
salvarono
l
'
azione
pubblica
dei
cattolici
dal
naufragio
,
e
che
resero
possibile
,
a
giorni
maturi
,
il
Partito
popolare
.
E
state
sicuri
giovani
amici
,
che
se
camperete
una
ventina
d
'
anni
,
sentirete
coloro
stessi
i
quali
oggi
si
fanno
il
segno
della
croce
,
e
gridano
allo
scandalo
,
di
fronte
alla
ipotesi
che
,
per
difendere
la
libertà
in
Italia
i
popolari
in
taluni
collegi
debbano
ricevere
voti
da
elettori
socialisti
e
in
altri
darne
a
candidati
idem
predicare
magari
il
dovere
di
appoggiare
i
socialisti
per
stornare
il
trionfo
dei
comunisti
.
Tutto
ciò
diciamo
,
non
per
cavarne
una
conclusione
,
ma
per
spiegare
il
nostro
scetticismo
circa
l
'
efficacia
di
dibattiti
sul
tema
in
questione
condotti
sub
specie
aeternitatis
,
mentre
si
tratta
sempre
di
problemi
da
esaminarsi
in
ordine
alle
contingenze
storiche
.
Però
,
poiché
si
insiste
da
varii
amici
a
chiederci
un
pensiero
preciso
sul
punto
accreditato
da
Mikros
,
e
cioè
sulla
tesi
che
,
quando
fosse
l
'
ora
,
spetterà
alla
Azione
cattolica
,
cioè
alla
organizzazione
ufficiale
guidata
e
ispirata
dalla
Santa
Sede
,
il
dirci
come
e
per
chi
e
contro
chi
dovremo
votare
(
si
capisce
che
una
simile
trovata
non
si
oserebbe
neppure
immaginarla
se
fossero
in
gioco
non
i
cattolici
d
'
Italia
,
ma
quelli
di
una
qualunque
altra
nazione
!
)
superando
il
nostro
scetticismo
ci
proveremo
a
formulare
,
brevemente
come
è
nostro
uso
,
alcune
proposizioni
,
così
,
per
comodo
dialettico
;
e
naturalmente
senza
la
minima
pretesa
di
dettar
legge
,
e
neppure
di
far
da
maestri
a
nessuno
.
Dunque
:
I
.
La
morale
cattolica
contiene
principi
generali
circa
la
liceità
delle
azioni
umane
che
sono
perfettamente
applicabili
anche
alla
politica
:
tra
questi
principii
ve
ne
sono
due
che
paiono
contraddittorii
,
ma
che
invece
si
completano
a
vicenda
:
il
primo
dice
non
doversi
e
non
potersi
fare
il
male
per
averne
un
bene
;
l
'
altro
dice
doversi
in
presenza
di
due
mali
ugualmente
probabili
contenerci
in
modo
da
evitare
che
sopravvenga
quello
più
grave
.
II
.
I
cattolici
,
come
cittadini
,
sono
liberi
di
apprezzare
il
bene
,
il
male
,
il
maggiore
o
minor
male
,
in
rapporto
alla
visione
e
alla
concezione
che
essi
abbiano
del
pubblico
interesse
in
un
determinato
momento
storico
,
s
'
intende
quando
questo
loro
apprezzamento
non
importi
la
lesione
o
l
'
obliterazione
di
un
principio
assoluto
;
e
liberi
quindi
di
aderire
a
quel
partito
che
meglio
risponda
alle
loro
idee
:
naturalmente
però
saranno
meglio
in
grado
di
influire
e
di
operare
se
si
tengano
stretti
in
un
partito
unico
,
e
adottino
un
unico
programma
concreto
,
una
unica
tattica
caso
per
caso
.
III
.
Nell
'
esercizio
del
voto
politico
o
amministrativo
,
ogni
partito
deve
essere
arbitro
di
decidere
la
propria
condotta
:
è
chiaro
che
un
partito
nel
quale
siano
raccolti
a
preferenza
i
cattolici
terrà
conto
nel
deciderla
anche
di
convenienze
morali
a
cui
altri
partiti
possano
invece
essere
indifferenti
.
Che
se
la
condotta
del
partito
non
tranquillasse
taluni
dei
suoi
aderenti
,
suscitando
i
cosiddetti
casi
di
coscienza
,
ciascuno
provvederà
a
risolverli
colle
norme
volute
dalla
disciplina
e
dalla
prassi
religiosa
.
IV
.
Ove
esistano
organizzazioni
cattoliche
ufficiali
,
se
queste
credessero
di
dover
prendere
posizione
in
competizioni
elettorali
,
sia
pure
sotto
forma
di
proclamazioni
di
principio
,
nessuno
potrebbe
vietare
ai
cattolici
membri
di
qualsiasi
partito
di
scostarsi
dal
partito
stesso
,
per
aderire
alla
Azione
cattolica
;
ma
viceversa
nessuno
potrebbe
imporlo
,
senza
tramutare
la
questione
di
coscienza
personale
in
questione
di
responsabilità
politica
collettiva
.
Non
è
già
che
con
queste
parole
si
affermi
legittimo
il
conflitto
fra
coscienza
e
dovere
religioso
e
coscienza
e
dovere
civile
;
no
:
si
esclude
invece
che
un
tale
conflitto
possa
esistere
come
conflitto
d
'
ordine
pubblico
e
generale
anziché
come
conflitto
puramente
individuale
.
La
conclusione
?
La
conclusione
non
può
essere
che
l
'
applicazione
,
e
l
'
applicazione
non
si
fa
che
ai
casi
concreti
:
la
faremo
dunque
a
suo
tempo
:
oggi
non
sarebbe
che
pericoloso
gioco
d
'
ipotesi
.