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> anno_i:[1910 TO 1940}
ALBERTO MORAVIA ( COLAGROSSO CESCO , 1934 )
StampaPeriodica ,
In Anno XII « Giornalaio » , a proposito di un articolo di Luigi Chiarini sui « Doveri della critica » , nel quale il critico del settimanale letterario romano si scagliava contro il romanzo Gli indifferenti di Alberto Moravia , fu messo in sospetto che questo accanimento derivasse da ragioni non puramente critico - letterarie : e « Giornalaio » promise di leggere il libro e darne giudizio . « Giornalaio » mi ha passato l ' incarico : ho letto il libro del Moravia , che in questi mesi ha avuto una ristampa a prezzo popolare e ho finito l ' ultima pagina con una smorfia di disgusto . Una domanda mi si è subito affacciata alla mente : perché è stato scritto questo libro ? Questione grave , questa , a mio parere , e che naturalmente nemmeno lo stesso autore sa risolvere : perché è stato scritto questo libro ? Storia bassa , misera , di un uomo che , amante di una signora ormai anziana , si innamora casualmente della figlia di quella ; storia di un fratello che per un posto o per la salvezza del patrimonio farebbe il ruffiano , mercanteggerebbe la carne della sorella ; storia di una donna depravata che crede di redimersi amando un ragazzo : ma è amore di carne . E intanto lo scrittore si trastulla tra queste condizioni dei personaggi , si diverte ad affondarli sempre più nel fango della passione dell ' odio e dell ' interesse , sino alla fine ; ma non lo fa per poi sollevarli e portarli ad una soluzione morale , vittoriosa : tutto finisce in basso , sempre più in basso . Lo so : la questione è se arte è morale . Questione vecchia , sempre dibattuta e ancor oggi purtroppo portata avanti . Ma al giorno d ' oggi in Italia i giovani sanno una sola cosa : che Fascismo è morale ; che l ' arte deve essere fascista e perciò morale . E tutto questo non è detto per ripararsi dietro lo scudo dell ' aggettivo « fascista » ; perché chi ha compreso i fini puramente etici del Regime non può non rendersi conto dell ' incoraggiamento che esso sta dando alla letteratura ; ma ad una condizione : che sia morale . E morale non vuol dire che in un romanzo non vi sia un adulterio od uno stupro , che in un quadro non vi sia l ' effigie del piacere ; ma morale vuol dire giusta misura delle cose , vuol dire , insomma , che adulteri , stupri e passioni carnali non diventino il pernio su cui si faccia ruotare tutta una letteratura falsa , viziata , corrosiva . Leggendo questo libro del Moravia vien subito su un senso di rammarico per quest ' autore e per quest ' arte sprecata . Vi è in lui dell ' ingegno e abilità tecnica ; se invece di partire da uno stato d ' animo superficiale egli facesse sorgere il suo romanzo da un sentimento spiccatamente spirituale , il Moravia riuscirebbe un buon autore . Ma a quanto pare egli fa l ' indiano . Ne sia prova una sua novella pubblicata ultimamente su Oggi ( 19 novembre XII ) ; altrettanto pessimismo , altrettanto vizio , altrettanta falsità . Bisogna convincersi che l ' arte è sempre morale .