Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940}
ESPERIENZE INTELLETTUALI ( FERRAÙ SANDRO , 1935 )
StampaPeriodica ,
Un giorno , mi lessero dei brani di Federico Guglielmo Nietzsche . In quel tempo , mi affannavo dietro Arturo Schopenhauer e Feuerbach . Di Schopenhauer avevo avuto Pensieri e Frammenti nella edizione universale Sonzogno . Nella edizione Laterza , avevo letto Aforismi sulla saggezza della vita . E stavo finendo il suo capolavoro Parerga e Paralipomena . Questo « crescendo » di letture , sul filosofo dalle tendenze buddhistiche , mi aveva entusiasmato . Ma , nel fondo , non ero persuaso di Schopenhauer : se la sua dialettica mi attraeva , il suo pessimismo mi respingeva . Ho sempre profondamente disprezzato i pessimisti : sono coloro che non sanno cosa sia la luce . Torno a Nietzsche : mi lessero i soliti brani contro le donne , sulla superiorità dell ' uomo , sulla « plenitudine dell ' io » ( la frase è di Novalis ) , sulla durezza dell ' animo , sulle sue aspirazioni ad una guerra non troppo bene identificata . Nietzsche mi si presentò come un frutto strano : dolce per le sue immagini , la sua poesia ; acre per il suo imperialismo latente . Vi era in lui una doppia faccia : poeta esteriormente , guerriero interiormente . Mi sembrava che non fosse sincero . Mi capitò , allora , il capolavoro del filosofo di Roncken : Così parlò Zarathustra . L ' edizione era Barion : economica . Tradotta male , con errori , non sempre chiara . La lessi . A sbalzi . Dopo , conobbi La gaia scienza nella traduzione di Antonio Cippico , edizione Bocca . E ancora : Al di là del Bene e del Male , Aurora , Il Crepuscolo degli Idoli , L ' Anticristo . Senza ordine di data o di sviluppo filosofico . Come tutti gli scrittori personali , Nietzsche attrae perché si è curiosi di sapere « cosa dice » : lo stesso succede quando si legge un libro di Papini . Per questo , lo cercavo . Ma mi respingeva : egli scriveva troppe volte « io » : e le persone che scrivono troppe volte « io » , come D ' Annunzio , non le tollero . Tuttavia , lentamente Nietzsche si impossessò di me . Era un forte , dicevo in me . Ebbi allora un libriccino , credo , di Darchini : Nietzsche e la sua vita . C ' erano le solite cose : la teoria del superuomo , il desiderio di guerra , ecc . Seppi che , a ventisei anni , era già professore a Basilea : che adorava la sorella Elisabetta e la madre . Che era un puro . Il mio orizzonte si schiarì . Dopo qualche tempo , vi fu una violenta sterzata che mi costrinse a veder sconvolte le mie deduzioni . Studiando il periodo romantico , ebbi fra le mani uno dei libri di Max Nordau : Degenerazione , nella edizione Bocca . L ' autore ungherese passava in rassegna tutti i grandi autori da Dante Gabriele Rossetti a Nietzsche , dimostrando la loro degenerazione intellettuale e psichica . Tutto allora mi apparve , nella filosofia e nella letteratura , come malato : ero fra una fioritura di anormali e di pazzi . Questo fu l ' inizio del mio allontanamento . Vidi nel filosofo di Roncken uno dei propugnatori di quella forma di pazzo imperialismo e di kultur che ci erano costati una guerra ; le sue idee sul « superuomo » mi apparivano ridicole e degne solo di stare sulla bocca di Stelio Effrena del Fuoco dannunziano . Volevo un mondo sereno : e odiavo quella mania di sterminio , di odio , di disprezzo , di egotismo , di « rassentiment » che aleggiava nella sua prosa . Dovetti soltanto convenire che le teorie di Nietzsche avevano prodotto una grande figura artistica : il Martin Eden di London . Tralasciai per qualche tempo Nietzsche : e guardai la sua Nascita della tragedia in seguito al centenario wagneriano . Rientrai più tardi nell ' orbita degli studi precedenti . E lessi Nietzsche en Italie , edizione Bernard Grasset . Autore Guy de Pourtalès . Fu allora che Nietzsche mi apparve sotto un altro aspetto . Lo seguii nelle sue peregrinazioni a Genova , a Venezia , a Sorrento , a Roma , dove era sempre solo e assetato di solitudine . Conobbi finalmente , in lui , « l ' uomo » . Lo vidi così , a Genova , esser chiamato per la sua bontà « il piccolo santo » ; a Venezia piangere per una dolce canzone cantata , di notte , da un rematore lagunare ; a Roma , amare Lou Salomé : e poi girare sempre torturato , scrivendo furiosamente , costruendo nella fantasia quello che gli mancava nella realtà . In ultimo , lo vidi ripiegare a Torino , nel 1888 , fino alla pazzia . Nello stesso tempo , lessi Il tradimento dei chierici di Julien Benda . Un altro nemico . In modo spietato . Benda denuncia Nietzsche . Questi ha creato la crudeltà , la mania della guerra , l ' odio , creando sbandamenti e dissoluzione . L ' ordine , a contatto delle sue teorie , si disintegra . Fu il colpo di grazia : il Nietzsche filosofo scomparve dal mio orizzonte . Mi sentii sereno solo dinanzi alla logica serena e piana di Enrico James . In quei giorni , leggevo i suoi Saggi pragmatisti . Il pragmatismo , ponendo e risolvendo soltanto i problemi pratici , mi allontanò da tutta quella fioritura di teorie , di paradossi , di demenze e di sublimi verità che formano l ' opera di Nietzsche . La calma di James , mi rendeva insopportabile le urla della prosa Nietzscheana . Fu allora che io ricercai Nietzsche fuori delle sue opere . Considerai queste come elementi superficiali e non necessarie per una sua classificazione . Esse divennero , per me , qualcosa di irreale , di molto lontano . Dentro di me , mi apparve soltanto quel Nietzsche che , a Torino , vedendo un povero cavallo battuto , gli si buttò al collo impedendo al conducente di percuoterlo ancora ; poi ancora quel Nietzsche che , a letto , roso dall ' amore e dalla febbre , vedeva la propria nullità di amante . Mi apparve Nietzsche con i suoi occhi vitrei e un po ' fissi , vicino alla madre : non più con l ' aria da matador della filosofia , ma con qualcosa di umano ; oppure piegato a scrivere pagine su pagine , con la follia alle spalle ; o commosso nel sentire il Preludio del « Parsifal » di quel Riccardo Wagner che egli giurava di odiare . Insomma , quel Nietzsche pieno di contraddizioni , e di una profonda umanità che egli invano cercava di occultare . In lui ho visto così non soltanto l ' intelligenza , ma anche « l ' uomo » palpitante sotto il dolore , povero di dolcezze e ricco solo di una intristita e dolorante umanità .