StampaPeriodica ,
Nel
campo
della
cinematografia
,
come
in
tutti
gli
altri
campi
,
l
'
Italia
Fascista
sta
facendo
scuola
a
molti
Paesi
europei
.
Tutti
sanno
le
obiezioni
che
gli
artisti
,
"
puri
,
"
gli
esteti
assoluti
del
cinema
,
levano
contro
un
intervento
statale
nella
cinematografia
:
gli
stessi
che
oggi
turibolano
i
risultati
raggiunti
in
Italia
dal
Ministero
per
la
Stampa
e
la
Propaganda
,
dichiaravano
due
anni
or
sono
,
prima
che
nascesse
la
Direzione
Generale
,
che
lo
Stato
non
poteva
né
doveva
intervenire
nella
cinematografia
,
perché
si
trattava
di
un
'
arte
che
non
ammetteva
di
essere
"
irreggimentata
"
e
controllata
.
Quasi
l
'
arte
,
per
divino
diritto
,
dovesse
sfuggire
alla
norma
delle
attività
di
una
Nazione
.
E
dimenticando
che
la
cinematografia
,
oltre
che
un
'
arte
,
è
anche
un
'
industria
a
largo
impiego
di
capitale
e
la
cui
attività
interessa
direttamente
molti
importanti
settori
della
vita
economica
della
Nazione
.
Nei
paesi
demo
-
liberali
queste
obiezioni
erano
ancor
più
ampie
e
più
recise
:
confortate
,
naturalmente
,
dalle
teorie
che
chiedono
l
'
assenteismo
dello
Stato
dalla
vita
nazionale
,
confinando
lo
Stato
in
una
funzione
di
revisore
di
conti
.
Ma
la
pratica
attuazione
del
controllo
statale
sulla
cinematografia
in
Italia
non
ha
mancato
di
attirare
l
'
attenzione
degli
altri
Paesi
su
quanto
si
era
già
realizzato
da
noi
.
E
quello
che
non
si
sarebbe
mai
fatto
di
spontanea
volontà
si
va
facendo
oggi
all
'
estero
con
criterio
imitativo
dell
'
opera
italiana
...