StampaPeriodica ,
Quando
,
alcuni
anni
or
sono
,
una
Voce
elevatissima
nominò
,
per
la
prima
volta
,
il
"
teatro
per
ventimila
,
"
tale
frase
fu
interpretata
come
il
cànone
fondamentale
di
una
nuova
estetica
teatrale
.
E
fu
,
per
lungo
tempo
un
lungo
e
agitato
discorrere
di
teatro
di
masse
e
teatro
per
masse
,
di
masse
-
attori
e
masse
spettatori
,
di
teatro
politico
,
e
di
teatro
collettivistico
:
tutta
una
ridda
di
teoriche
e
programmi
,
con
i
quali
si
voleva
aprire
un
nuovo
capitolo
della
storia
dell
'
arte
drammatica
.
Né
mancarono
tentativi
di
realizzazione
pratica
:
tentativi
di
cui
è
rimasto
il
ricordo
come
di
esperienze
negative
,
utili
appunto
perché
negative
,
in
quanto
per
mezzo
di
esse
ci
si
poté
persuadere
dell
'
assoluta
inutilità
e
dell
'
assurdità
insita
nella
pretesa
di
volere
fare
un
teatro
di
cui
fosse
protagonista
la
collettività
.
L
'
errore
originario
,
che
diede
origine
a
tanta
confusione
di
idee
,
consistette
nella
interpretazione
estetica
data
a
quella
che
era
soltanto
una
direttiva
politica
.
Avvicinare
al
teatro
tutti
coloro
che
,
per
ragioni
pratiche
,
erano
costretti
a
viverne
lontani
,
restituire
alla
universalità
originaria
quello
che
pareva
essersi
ridotto
un
monopolio
di
pochi
favoriti
dalla
sorte
:
ecco
l
'
unico
vero
significato
della
formula
mussoliniana
:
"
teatro
per
ventimila
.
"
Difatti
,
quando
si
tacquero
le
polemiche
e
le
teorie
;
quando
gli
esperimenti
cominciarono
a
perdersi
nell
'
oblio
;
quando
sui
progetti
,
più
o
meno
macchinosi
,
cominciò
ad
ammucchiarsi
la
polvere
;
allora
,
quasi
senza
che
ce
ne
accorgessimo
,
il
teatro
di
masse
cominciò
ad
essere
realtà
.
Prima
,
l
'
istituzione
del
sabato
teatrale
,
riapri
le
porte
degli
antichi
teatri
ad
un
pubblico
che
del
teatro
aveva
,
sin
'
allora
,
ignorata
l
'
esistenza
:
poi
,
vennero
le
prime
rappresentazioni
all
'
aperto
:
una
,
due
per
ogni
città
,
nelle
scorse
estati
:
quasi
un
modesto
tentativo
,
quasi
una
prova
:
finalmente
,
in
questa
estate
dell
'
Anno
sedicesimo
,
le
grandi
,
trionfali
stagioni
liriche
all
'
aperto
;
le
antiche
piazze
italiane
,
i
cortili
storici
,
le
rovine
millenarie
:
eccoli
,
i
teatri
per
ventimila
,
già
pronti
.
E
il
cielo
estivo
è
la
cupola
più
bella
e
fastosa
,
per
questi
nuovissimi
teatri
.
Il
repertorio
più
popolare
,
nel
senso
migliore
della
parola
,
lo
si
è
trovato
nel
melodramma
.
Né
si
può
dire
vi
sia
,
in
Italia
,
spettacolo
che
abbia
più
immediata
ed
universale
risonanza
.
Ma
non
si
può
dire
che
esso
,
da
solo
fosse
sufficiente
.
Era
necessario
il
teatro
,
quello
autentico
.
Molto
opportunamente
,
si
è
colmata
questa
lacuna
:
spettacoli
di
prosa
si
alterneranno
con
i
melodrammi
,
sin
da
questa
stagione
.
E
,
negli
anni
venturi
,
sarà
fatta
parte
uguale
,
nei
programmi
,
alla
prosa
ed
alla
lirica
.
Ne
c
'
è
da
preoccuparsi
,
come
qualcuno
ha
mostrato
di
credere
,
che
il
repertorio
attualmente
esistente
non
sia
adeguato
per
degli
spettacoli
di
massa
.
Non
esiste
un
teatro
per
pochi
e
un
teatro
per
molti
.
Esiste
solo
l
'
arte
,
che
è
universale
,
e
tutto
ciò
che
arte
non
è
.
Per
riportare
il
popolo
a
teatro
,
basterà
selezionare
le
opere
d
'
arte
,
esse
sole
,
eliminando
tutto
il
resto
,
come
scoria
inutile
e
dannosa
.
E
di
opere
d
'
arte
,
e
grandissime
,
il
teatro
di
tutti
i
tempi
ha
grande
abbondanza
:
opere
che
hanno
in
sé
elementi
di
eternità
e
di
universalità
tali
che
tutti
gli
uomini
,
di
tutti
i
tempi
,
di
tutti
i
paesi
,
di
tutte
le
categorie
sociali
,
possono
in
essi
riconoscersi
e
ritrovarsi
.