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> anno_i:[1910 TO 1940}
CONGRESSO DEL PSLI ( - , 1926 )
StampaPeriodica ,
Il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani ha tenuto il suo Congresso . Esso ha approvato il programma del partito , ha votato un caldo appello all ' unità e ha concretato in una mozione della quale diamo qui di seguito ( riportandola da « Giustizia » ) la parte essenziale , il proprio pensiero sulla situazione . Il Convegno : premesso innanzi tutto che il Partito socialista dei lavoratori italiani procede nel vecchio solco del socialismo marxista , che non è un partito nuovo se non per le dure vicende del nostro Paese , che aderisce all ' Internazionale socialista operaia , e mira alla conquista del potere politico dello Stato , per trasformarlo , da organo di oppressione , in organo di affrancazione della classe lavoratrice e di tutta la società umana dal giogo del sistema capitalistico ; approvata la dichiarazione programmatica intorno ai metodi e ai fini dell ' azione del partito ; riconfermata nei rapporti con la dittatura fascista quell ' assoluta opposizione che ebbe nell ' Aventino la sua più alta espressione morale ; constatato che il fascismo , malgrado non possa semplicisticamente identificarsi in un puro fatto di reazione borghese e capitalistica , ha trovato il suo maggiore appoggio nei ceti più retrivi del privilegio economico e il suo strumento nella complice acquiescenza alla distruzione del regime costituzionale da parte di chi doveva maggiormente difenderlo ; ritenuto perciò che la crisi scatenata dal fascismo , essendo nel più alto senso istituzionale e riproponendo quindi tutti i problemi della vita dello stato , non si supererà con un semplice ritorno allo statu quo ante ; dichiarata ancora una volta la sua fede nel metodo democratico virilmente inteso e difeso , quale strumento di civili competizioni di classi e di partiti ; afferma che un ' opposizione integrale ed efficiente al fascismo deve appoggiarsi principalmente e necessariamente sul proletariato manuale e intellettuale e impegna tutti i suoi aderenti alla più intensa propaganda dei seguenti principii ( segue un riassunto della « dichiarazione programmatica » ) . Questa mozione segna , a nostro parere , un notevole passo sulla via della chiarificazione politica della situazione oppositrice . Per la prima volta in un documento ufficiale del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani troviamo affermati in modo chiaro ed esplicito alcuni punti essenziali da noi sempre sostenuti . Per la prima volta troviamo riconosciuto il nerbo della futura opposizione italiana che deve essere e non può non essere il proletariato manuale e intellettuale . Ci piace soprattutto la netta impostazione della lotta , come lotta per un rinnovamento radicale , sostanziale della vita politica ; la ribellione al vecchio regime nel quale stanno le cause prime e profonde dei mali che ci affliggono ; la sensazione che si vuol dare che i socialisti sono sempre più decisi a rinnegare i compromessi aprioristici dando alla battaglia quella nettezza di posizioni ideali che solo è capace di suscitare le forti passioni e i grandi sacrifici che l ' ora impone ai non conformisti attivi . Una simile impostazione discende direttamente , d ' altronde , da quella realistica visione del fenomeno fascista che « Il Quarto Stato » ha sempre sostenuto e alla quale il Congresso nella sua grande maggioranza ha decisamente aderito . Il fascismo non è cioè un semplice fatto di reazione borghese ; esso assume caratteri tutti suoi particolari e inconfondibili in relazione al clima storico nel quale e dal quale si è sviluppato . Esso è il logico sbocco di tutta la vita italiana ; è la sintesi dei mali antichi e recenti di un paese di scarsa educazione politica , povero e capitalisticamente arretrato , dove la libertà conquistata da esigue minoranze attraverso transazioni e rinuncie restò estranea alla coscienza generale , dove si ebbero tutte le degenerazioni del sistema democratico parlamentare senza che mai fosse esistita una vera democrazia e un vero parlamento , dove al di là dello scenario di cartone della sovranità popolare il potere di fatto sempre risiedette nelle mani di una ristretta oligarchia facente capo al potere esecutivo , al partito di corte , alla burocrazia e a taluni gruppi plutocratici settentrionali , dove insomma difettarono le condizioni elementari per il sorgere e l ' affermarsi di una salda coscienza politica . Accettato questo punto di vista si pone inevitabilmente il problema di risalire alle cause del fenomeno senza arrestarsi alle pure manifestazioni esteriori e patologiche di esso , di impostare la battaglia in modo integrale , di riesaminare realisticamente la situazione e le forze oppositrici , di formulare un programma di opposizione che non abbia solo riguardo al lato negativo ( l ' antifascismo ) ma anche al positivo ( il post - fascismo ) in guisa da dare il la per la ripresa e da orientare finalmente le masse brancolanti da due anni nel buio . Quanto al problema dell ' unità socialista il Congresso ha votato un ordine del giorno che documenta l ' importanza che i compagni del PSLI vi attribuiscono . Il Congresso auspica che « in questa dura vigilia i socialisti italiani vogliano comporsi a unità nell ' orbita della Internazionale , affratellandosi nell ' azione » . L ' unica condizione è quindi che l ' unità si faccia nell ' Internazionale . I socialisti coi socialisti , i comunisti coi comunisti , tornano a ripetere i compagni del PSLI , convinti che il movimento italiano non potrà alla lunga sfuggire a quella netta separazione di compiti che si è compiuta in tutti i paesi tra i partiti affigliati all ' Internazionale socialista e a quella comunista e che ha eliminato prima o poi tutte le formazioni intermedie . Allo stato attuale delle cose , posti di fronte alla situazione che si va purtroppo profilando nel partito massimalista , dobbiamo riconoscere che non è possibile sfuggire a questa impostazione del problema . Infatti il partito massimalista , dopo tre o quattro anni di scissioni a ripetizione , dopo aver tagliato , epurato , espulso , si ritrova come dopo Livorno , come dopo Roma , in balia di correnti inconciliabili . Da un lato tornano fuori da un letargo biennale i terzinternazionalisti , assai più numerosi del previsto , che richiedono a gran voce una « dignitosa » adesione all ' Internazionale di Mosca ; dall ' altro i cosidetti defensionisti costretti a prendere una posizione intermedia tra Mosca e Zurigo , aderiscono a un Bureau parigino tanto scarno di partiti aderenti quanto di possibilità di sviluppo , specie ora che l ' unico partito efficiente che vi aderisce il norvegese è sulle soglie di uscirne . In tale situazione , di fronte al nuovo rafforzarsi del terzinternazionalismo , si spiega perfettamente che il desiderio di unità socialista espresso dal Congresso del PSLI abbia trovato nel problema internazionale il suo criterio limite . Diciamo : sincero desiderio di unità , e non appello demagogico senza fondamento nei fatti e nei desideri . La riprova ci è data dal fatto che i compagni del PSLI pur avendo approvato una lunga dichiarazione programmatica della quale avremo occasione di occuparci , si sono rifiutati , come taluno invece proponeva , di reclamare l ' unità sulla base della dichiarazione medesima . Giustamente ritenendo che l ' unità può derivare solo da reciproche transazioni e che il programma votato non potrebbe in ogni modo essere accettato a priori e in toto dai socialisti di sinistra . Ci voleva l ' ingenuità ( o altro ) del Comitato di Difesa Socialista per dichiararsi favorevolissimo all ' unità ... nel massimalismo sulla base del programma di Bologna ! Queste dunque le premesse e le promesse del Congresso unitario che trovano « Il Quarto Stato » in buona parte consenziente . Ma i fatti ? Cosa si propongono in concreto di fare i nuovi dirigenti del partito per impedire che il Congresso abbia a ridursi alla consueta accademia , e la volontà virile di lotta in esso manifestatasi rimanga allo stato potenziale ? Quale lo sbocco concreto , quale la piattaforma di lotta , quali gli obiettivi immediati ? Che cosa si propone di fare questo partito , per porre fine all ' indecoroso , dannosissimo atomismo dell ' opposizione italiana divisa in sette gruppi sovente in rissa tra loro ? È favorevole o meno alla concentrazione di sinistra socialista repubblicana ? Che cosa intende contrapporre sul terreno programmatico al programma comunista ? Silenzio su tutta la linea . Su tutte queste questioni molto concrete la mozione non dice nulla . E qui sta il suo massimo difetto , la sua maggiore lacuna . Se il silenzio derivasse solo da una comprensibile riserva a mettere in piazza questioni gelose come quelle sopraccennate , ci asterremmo da ogni rilievo critico . Ma noi crediamo che sia piuttosto vero il contrario . Che non si dica nulla perché nulla per ora si creda utile di poter fare ; che il silenzio perduri soprattutto a causa della mentalità di taluni dei capi più autorevoli , rispettati e rispettabili del PSLI contrari a tutti gli irrigidimenti , desiderosi di conservare i contatti con tutte le forze di opposizione , ansiosi di mantenere aperte tutte le vie , tutte le porte , per tutte le soluzioni , in nome di una nuova originale forma di intransigenza : quella delle transigenze . Non crediamo che sia il caso di criticare per l ' ennesima volta questa che fu ironicamente definita come una forma incomprensibile di malthusianismo politico . Ci sia solo permesso di osservare che sta bene volersi tenere aperte tutte le porte evitando i programmi troppo assoluti e le troppo astratte pregiudiziali , ma purché si tratti di porte reali , attuali , che diano adito a strade capaci di essere percorse con una qualche utilità dalle forze socialiste ; e non invece di porte e di strade tutte e solo potenziali create dalla fantasia . E d ' altra parte si vorrà pur riconoscere che a un certo punto occorrerà bene decidersi a spalancare una porta e a imboccare una via ; perché , per voler tenere in perpetuo tutte le porte contemporaneamente aperte , si corre il rischio di vedersele sbattere una per una sul naso , così da rimanere per l ' eternità appiccicati alla soglia , poveri postulanti in attesa del fatto nuovo rivoluzionario che eliminando il fascismo elimini anche il problema oppositore . Ma preferiamo per ora non insistere su questo punto . Sul terreno concreto delle cose noi vedremo se le premesse e le promesse sopra ricordate sono una platonica concessione alle esigenze dell ' ora o il punto di partenza per quella ripresa dell ' opposizione italiana imperniata nel movimento socialista per la quale ci battemmo fino dal primo numero di questo foglio .