StampaPeriodica ,
Fino
a
qualche
anno
addietro
,
in
quella
aristocratica
Via
Po
che
è
una
delle
più
caratteristiche
della
Roma
d
'
oggi
-
anche
perché
hanno
potuto
sbizzarrirsi
,
però
senza
insopportabili
eccessi
,
i
giovani
architetti
contemporanei
-
un
muro
di
cinta
-
dal
quale
un
enorme
ciuffo
di
palme
usciva
come
dai
margini
di
un
vaso
-
stava
a
segnare
una
area
fabbricabile
in
paziente
attesa
di
aumento
del
suo
prezzo
a
metro
quadrato
.
Tutt
'
intorno
si
costruiva
febbrilmente
a
preparare
le
dimore
signorili
dello
stupendo
quartiere
romano
limitato
da
due
ville
celebrate
:
la
Villa
Borghese
e
la
Villa
Albani
,
sull
'
area
ove
gli
sterri
delle
vaste
fondazioni
rivelavano
ogni
giorno
di
più
e
con
maggiore
sicurezza
,
l
'
esistenza
in
antico
di
una
necropoli
dei
pretoriani
.
Ma
l
'
area
rimaneva
ostinatamente
abbandonata
,
rivelando
appena
qualche
traccia
di
chi
l
'
aveva
avuta
in
proprietà
,
come
i
Torlonia
e
un
allevatore
di
cavalli
piemontese
,
il
vecchio
cav
.
Bertoni
,
il
cui
nome
resta
legato
all
'
inizio
dello
sviluppo
ippico
nella
capitale
.
Un
bel
giorno
,
il
muro
di
cinta
fu
chiuso
a
sua
volta
da
uno
steccato
che
,
insieme
alle
chiome
cupe
dei
lecci
superstiti
e
delle
palme
ondeggianti
,
celò
al
pubblico
per
un
paio
d
'
anni
ciò
che
si
faceva
là
dentro
.
Finché
apparve
il
...
ninnolo
di
Villa
Giorgina
.
Un
fortunato
quanto
intelligente
industriale
piemontese
,
il
comm
.
Isaia
Levi
-
cavaliere
del
lavoro
-
benemerito
anche
per
aver
disposto
a
sue
spese
il
razionale
e
magnifico
restauro
del
celebre
Palazzo
Madama
di
Torino
sede
del
primo
parlamento
italiano
-
incontratosi
con
un
giovane
architetto
di
noto
buon
gusto
,
gli
aveva
detto
semplicemente
:
-
Ho
acquistato
l
'
area
di
via
Po
per
costruirvi
una
villa
dedicata
alla
memoria
della
mia
figliuola
quindicenne
immaturamente
perduta
.
Faccia
lei
!
Fortuna
singolare
,
incarico
lusinghiero
,
ma
anche
denso
di
responsabilità
,
che
tuttavia
fu
accettato
senza
esitazione
,
anzi
con
piena
coscienza
di
assolverlo
,
dall
'
architetto
Clemente
Busiri
,
figliuolo
degnissimo
di
quel
Carlo
Busiri
che
diede
magnifiche
prove
del
suo
valore
,
specialmente
al
servizio
di
casate
principesche
come
la
Doria
Pamphilj
e
in
edifici
moderni
di
Roma
,
come
in
sapienti
ricostruzioni
seicentesche
.
Il
Busiri
si
propose
di
creare
sull
'
area
messa
a
disposizione
del
suo
talento
,
appunto
uno
di
quegli
ambienti
del
Seicento
,
una
di
quelle
caratteristiche
ville
romane
che
videro
soprattutto
il
fasto
del
tempo
papale
espresso
architettonicamente
dal
Vignola
,
dal
Borromini
e
dal
Bernini
.
Per
far
ciò
,
avendo
in
mente
fin
dal
principio
una
netta
visione
del
risultato
da
conseguire
,
l
'
architetto
si
diede
ad
una
ricerca
paziente
quanto
fortunata
di
un
cospicuo
materiale
antico
di
cui
avrebbe
con
discernimento
curato
a
suo
tempo
l
'
impiego
,
per
le
necessità
decorative
;
e
si
accinse
alla
sua
bella
fatica
con
fervido
entusiasmo
,
fiancheggiato
e
sorretto
dal
fiducioso
buon
gusto
dei
padroni
di
casa
i
quali
gli
ripetevano
ogni
tanto
il
fatidico
"
Faccia
lei
!
"
.
Oggi
la
Villa
Giorgina
è
una
deliziosa
realtà
che
allieta
col
sorriso
di
un
piccolo
ma
stupendo
parco
,
uno
dei
quartieri
più
eleganti
della
nuova
Roma
e
che
aduna
tra
le
sue
mura
una
quantità
cospicua
di
cose
belle
,
forse
destinate
altrimenti
ad
andare
purtroppo
disperse
.