StampaPeriodica ,
Il
primo
assaggio
del
mondo
è
talmente
ingrato
,
che
alla
persona
favolosa
del
più
sapiente
dei
re
venne
attribuito
un
libro
amaro
compendiato
nel
motto
amarissimo
:
a
Chi
accresce
la
scienza
accresce
il
dolore
n
.
La
prima
impressione
che
riceve
chi
si
dà
a
osservare
intorno
a
sé
le
cose
umane
,
non
è
posata
e
serena
;
è
passionale
;
e
si
riassume
nel
pregiudizio
,
tanto
più
nobile
quanto
è
più
retto
e
generoso
l
'
animo
dell
'
osservatore
,
che
le
cose
umane
non
sono
come
dovrebbero
essere
,
non
vanno
come
dovrebbero
andare
.
L
'
ingenuo
osservatore
non
si
accorge
che
,
credendo
d
'
immergersi
interamente
nelle
cose
.
col
fatto
ne
fa
astrazione
,
e
si
assorbe
invece
in
se
stesso
,
che
è
un
falso
sé
stesso
fuori
delle
cose
.
Stima
di
esplorare
il
mondo
,
e
all
'
opposto
si
smarrisce
in
un
sé
fittizio
fuori
del
mondo
.
Perché
il
dover
andare
,
il
dover
essere
che
desidera
alle
cose
,
è
dentro
di
lui
,
o
,
meglio
,
dentro
quel
suo
astratto
sé
stesso
,
e
non
è
nelle
cose
,
le
quali
vanno
come
vanno
,
sono
come
sono
.
Sono
,
cioè
,
la
situazione
storica
;
vai
quanto
dire
,
non
possono
non
andare
come
vanno
,
vanno
per
l
'
appunto
come
devono
andare
.
E
la
situazione
storica
s
'
impone
;
tanto
che
quel
primo
assaggio
,
quella
prima
impressione
si
risolverebbero
in
una
condanna
vuota
,
in
una
vana
disadeguazione
dalle
cose
,
se
non
portassero
naturalmente
a
una
riadeguazione
alle
cose
,
a
una
riassoluzione
del
mondo
.
L
'
astrarsi
in
una
inutile
maledizione
contro
il
tutto
,
è
un
disumanarsi
;
ma
se
quell
'
astrarsi
avviene
,
ed
è
,
dunque
,
necessario
,
non
è
necessario
se
non
perché
implica
una
più
intera
e
piena
riumanazione
.
Riflettendo
pacatamente
,
ragionando
,
ci
persuadiamo
che
questo
riumanarsi
nel
materno
seno
delle
cose
è
un
fatto
continuo
,
altrimenti
per
gli
uomini
la
società
dei
propri
simili
sarebbe
impossibile
e
l
'
homo
homini
lupus
non
si
comporrebbe
nel
proximus
tuus
.
Non
ostante
ciò
anche
ragionando
,
non
ci
è
lecito
di
dissentire
,
che
non
meno
continuo
persiste
dentro
di
noi
qualcosa
di
tenace
e
d
'
incoercibile
,
che
non
si
acquieta
,
che
non
si
abbandona
alla
corrente
,
che
all
'
andazzo
anzi
si
oppone
,
e
talvolta
si
solleva
a
tempesta
contro
le
cose
come
sono
e
come
vanno
tenendosi
all
'
apparizione
leggiadra
e
imperiosa
di
un
come
dovrebbero
essere
e
dovrebbero
andare
.
Donde
nasce
,
dunque
,
e
che
cosa
è
mai
cotesta
potenza
interiore
,
cotesta
prepotenza
dell
'
anima
?
Ognuno
ne
sente
in
sé
,
anche
non
pensandovi
,
anche
ignorando
affatto
la
spiegazione
di
Platone
,
la
presenza
;
ognuno
ne
segue
,
anche
non
rendendosene
o
non
sapendo
rendersene
ragione
,
l
'
impulso
.
Ne
segue
l
'
impulso
l
'
ultimo
zappatore
,
che
desidera
alleviata
la
sorte
dei
suoi
figli
;
il
legislatore
,
che
non
si
contenta
delle
leggi
in
vigore
e
ne
medita
di
più
rispondenti
;
il
condottiero
di
popoli
e
di
nazioni
,
che
vuole
l
'
inalzamento
del
suo
popolo
e
della
sua
nazione
;
e
,
il
santo
,
che
anela
a
una
beatitudine
senza
confini
di
stati
e
di
schiatta
ripartita
egualmente
a
tutti
gli
uomini
,
egualmente
affrancati
da
ogni
privazione
.
Anzi
,
la
procella
interna
dalla
quale
,
purtroppo
,
non
a
tutti
i
nati
di
donna
è
consentito
di
scampare
incolumi
o
vittoriosi
,
è
alimentata
proprio
da
niente
altro
,
che
dal
tormentoso
sentimento
del
dover
essere
delle
cose
contrapposte
al
loro
essere
:
qual
'
è
,
se
non
cotesto
,
il
soggetto
del
dramma
che
ogni
.
uomo
vive
dentro
di
sé
?
Erra
Schopenhauer
,
perché
non
lo
risolve
;
ma
è
l
'
eterno
dramma
,
che
è
commedia
comune
per
l
'
inetto
,
la
cui
inutile
rassegnazione
ai
colpi
impartitigli
dalla
fortuna
a
lui
conforme
si
rivela
alle
sue
stesse
querimonie
;
è
divina
commedia
per
l
'
uomo
di
genio
,
che
con
l
'
opera
sua
apre
un
'
epoca
nuova
;
è
tragedia
gaudiosa
pel
martire
,
che
col
proprio
sacrifizio
testimonia
la
realtà
dell
'
ideale
.
Come
si
fa
a
negarlo
?
"
Le
cose
non
vanno
come
dovrebbero
andare
"
.
Questa
specie
di
giudizio
universale
,
con
cui
l
'
anima
degli
uomini
e
delle
genti
butta
il
mondo
nella
geenna
,
e
che
sopravvive
e
si
tien
rannicchiato
nella
mente
perfino
del
filosofo
,
giudice
freddo
,
e
conscio
che
le
cose
non
possono
non
andare
come
vanno
,
non
sarà
,
e
infatti
non
è
un
giudizio
,
non
è
un
atto
della
ragione
,
la
quale
non
concepisce
sé
esistente
fuori
della
coessenza
della
realtà
.
Ma
che
sia
qualcosa
di
universale
è
innegabile
,
perché
il
negare
la
verità
del
dramma
umano
forma
appunto
un
episodio
dello
stesso
dramma
di
cui
s
'
impugna
l
'
esistenza
.
Qualcosa
di
universale
,
dunque
,
alimento
primo
dell
'
attività
mentale
,
chiamiamolo
lirismo
e
sentimento
,
chiamiamolo
fantasia
e
passione
,
chiamiamolo
epos
ed
ethos
,
non
nato
d
'
altronde
che
da
sé
stesso
,
congenito
con
sé
stesso
,
è
insomma
il
nucleo
autogenetico
,
il
focolare
vivo
per
cui
la
niente
non
si
sta
all
'
azione
e
alla
conoscenza
del
fatto
e
lo
trasmuta
nel
da
farsi
,
non
si
ferma
al
passato
che
riassimila
in
sé
riconformato
nell
'
avvenire
,
maledice
come
male
il
presente
non
ancora
superato
e
ribenedetto
come
bene
imminente
.
Perciò
gli
uomini
che
effettivamente
sentirono
fervere
dentro
di
sé
come
una
potenza
dell
'
universo
l
'
epos
antico
della
stirpe
e
lo
rivissero
con
la
certezza
e
la
virtù
di
un
bene
predestinato
,
preparato
a
rigenerarla
,
furono
quelli
il
cui
dramma
intimo
investì
tutti
e
si
trasfigurò
nel
dramma
di
tutti
,
il
cui
dramma
individuale
diventò
nella
storia
della
civiltà
la
missione
dell
'
epoca
.
Perché
la
potenza
da
cui
si
sentivano
invasi
e
che
illuminava
e
guidava
il
loro
destino
,
essi
l
'
hanno
creduta
quella
stessa
,
a
cui
attribuivano
la
creazione
e
l
'
esistenza
del
mondo
;
profondamente
,
con
tutta
l
'
anima
,
veramente
,
con
tutto
l
'
intelletto
,
l
'
hanno
creduta
e
l
'
hanno
pensata
Dio
.
E
furono
davvero
i
"
figli
di
Dio
"
,
perché
lo
crearono
.
I
figli
di
Dio
furono
i
creatori
di
Dio
.
Anche
quelli
che
comparvero
sulla
soglia
dell
'
antichità
storica
,
come
Hammurabi
,
come
Amenhotep
Chuenaten
,
come
il
leggendario
Mosé
,
avevano
alle
spalle
un
'
antichità
ben
più
remota
,
che
per
noi
oggi
si
disfà
nella
nebbiosa
astrattezza
di
un
qualunque
numero
plurimillenario
.
E
millenni
e
millenni
prima
di
loro
,
perfino
l
'
umanità
,
di
cui
non
abbiamo
potuto
rintracciare
di
meglio
che
vestigi
fossili
più
o
meno
eloquenti
,
appunto
perché
umanità
,
ebbe
essa
pure
un
sentore
della
realtà
universale
,
dell
'
universalità
della
mente
,
fosse
anche
spezzettandola
incosciamente
e
cacciandola
ad
abitare
paurosamente
o
speranzosamente
nella
pioggia
e
nel
sereno
,
nelle
piante
e
nelle
pietre
di
cui
,
come
i
selvaggi
tuttora
viventi
e
tuttora
non
viventi
meglio
dei
progenitori
paleoetnologici
,
si
fingevano
misteriosi
esseri
nemici
o
protettori
.
La
realtà
dello
spirito
può
rimanere
ignota
,
ma
è
la
vita
;
e
l
'
intensità
con
cui
,
gli
uomini
ignari
la
vivono
,
si
palesa
nella
finzione
degli
spiriti
e
nel
terrore
o
nella
gioia
della
loro
finzione
.
Gli
spiriti
buoni
e
cattivi
,
dunque
,
gli
dèi
e
i
demonii
nacquero
presto
con
gli
uomini
,
a
una
nascita
;
lo
spirito
o
,
meglio
,
l
'
idea
dello
spirito
,
Dio
,
nacque
tardi
;
la
realtà
dello
spirito
,
vale
a
dire
,
il
giudizio
reale
,
la
scienza
,
è
il
dente
del
giudizio
,
è
nata
all
'
ultimo
.
E
per
tirarlo
su
a
nascere
,
c
'
è
voluto
dolore
,
e
subisso
di
tempo
e
di
tempi
.
Basta
pensare
a
questo
,
cioè
al
cammino
che
ha
percorso
la
mente
umana
dalla
finzione
degli
spiriti
all
'
idea
dello
spirito
,
per
comprendere
il
valore
e
la
concretezza
della
missione
adempiuta
dai
figli
e
creatori
di
Dio
.
Per
comprendere
,
insieme
,
che
crearono
ciascuno
il
suo
Dio
,
vale
a
dire
il
Dio
conforme
all
'
epoca
,
alla
natura
del
paese
,
alle
tradizioni
nazionali
,
al
genio
della
stirpe
,
all
'
ambiente
e
simili
,
tutte
cose
che
,
se
hanno
senso
,
significano
precisamente
,
in
una
parola
,
la
situazione
storica
.
E
appunto
perché
espresso
dalla
situazione
storica
,
quello
che
essi
crearono
era
per
ciascuno
il
Dio
unico
,
l
'
unico
e
vero
Dio
.
Dunque
,
si
può
obiettare
,
essi
in
verità
non
compresero
Dio
,
che
è
l
'
uno
di
tutti
i
tempi
e
luoghi
,
e
non
è
quello
particolare
né
,
putacaso
,
di
Zarathustra
,
né
di
Maometto
,
né
di
Enfantin
.
Ma
che
l
'
obiezione
non
concluda
,
è
provato
dal
fatto
che
,
se
esaminiamo
proprio
il
Dio
oggi
confessato
cattolicamente
l
'
uno
e
vero
Eterno
,
dobbiamo
riconoscere
che
non
è
concepito
nello
stesso
modo
dai
medesimi
credenti
,
padri
e
dottori
e
teologi
,
che
ne
hanno
bandito
pel
mondo
la
verità
.
Costoro
,
anzi
,
lo
pensano
ognuno
in
una
maniera
altrettanto
diversa
,
quanta
è
la
diversità
peculiare
che
rende
inconfondibile
Shamash
con
Aten
,
Jahvé
con
Allah
,
Ahura
con
Eli
.
Passiamo
pure
sulla
storia
dell
'
eresia
,
che
offrirebbe
una
prova
troppo
alla
mano
e
comoda
:
nel
seno
stesso
dell
'
ortodossia
non
parlerebbe
logicamente
chi
sostenesse
che
il
Dio
di
San
Paolo
è
il
Dio
di
Sant
'
Agostino
,
il
Dio
di
San
Domenico
è
il
Dio
di
San
Francesco
,
il
Dio
di
San
Tommaso
è
il
Dio
di
Vico
.
Sono
,
al
contrario
,
iddii
così
distinti
,
come
sono
distinti
i
rispettivi
momenti
storici
.
Tanto
che
l
'
accorto
teologo
,
il
quale
dalla
variabilità
storica
del
concetto
di
Dio
,
o
svolgimento
,
volesse
,
come
hanno
fatto
i
gesuiti
in
partibus
infidelium
,
inferirne
giustamente
la
prova
decisiva
dell
'
irrefragabile
verità
del
Dio
onnipotente
,
imperscrutabile
e
inaccessibile
,
è
accessibile
alla
povera
intelligenza
umana
solo
per
quel
tanto
che
le
concede
della
sua
grazia
,
ebbene
,
a
che
cosa
l
'
accorto
teologo
concluderebbe
?
Sostenendo
l
'
unità
di
Dio
,
uno
e
vero
qualunque
sia
la
maniera
imperfetta
con
cui
lo
apprende
l
'
anima
dei
mortali
,
egli
in
sostanza
conclude
al
vero
uno
,
vale
a
dire
all
'
unità
reale
della
mente
umana
,
che
è
mente
in
tutti
i
luoghi
e
in
tutti
i
tempi
;
a
quell
'
unità
in
cui
s
'
identificano
Ptah
e
Brama
e
Giove
e
il
Signore
e
tutte
le
fantasie
e
le
idee
e
i
concetti
e
i
voleri
degli
uomini
,
siano
civili
o
selvaggi
,
deficienti
o
intelligenti
,
attivi
o
contemplativi
.
Che
cosa
dice
Chuenaten
?
"
Tu
sei
nel
mio
cuore
.
Nessuno
ti
ha
riconosciuto
fuori
di
tuo
figlio
Chuenaten
.
Tu
gli
concedi
la
tua
potenza
.
La
terra
è
nelle
tue
mani
perché
tu
l
'
hai
creata
"
.
La
mente
è
una
:
queste
parole
sono
le
medesime
che
,
espresse
o
tacite
,
suonano
nell
'
animo
di
Vyasâ
,
di
Ezra
,
di
Gesù
,
di
Lutero
,
degli
apostoli
e
dei
martiri
e
dei
santi
di
ogni
paese
e
favella
.
Nelle
parole
del
re
egiziano
,
l
'
ispirato
riformatore
monoteista
,
si
compendia
l
'
Imitazione
di
Cristo
,
si
compendia
il
succo
di
quella
grande
apocalissi
del
mondo
grecolatino
germanico
che
è
la
Divina
Commedia
.
Se
non
che
,
nessuno
si
fermerà
alla
lettera
,
e
ne
tirerà
che
dunque
Chuenaten
e
,
per
esempio
,
il
Nisseno
pensavano
la
stessa
cosa
.
Sotto
la
lettera
,
lo
spirito
è
ben
diverso
;
perché
lo
spirito
implica
quel
complesso
specifico
di
problemi
etici
,
la
cui
posizione
e
risoluzione
distinguono
l
'
una
dall
'
altra
le
varie
situazioni
storiche
delle
quali
il
momento
culminante
si
concentra
nelle
mentalità
proprie
di
ciascuna
,
dette
perciò
"
i
geni
rappresentativi
"
.
Ma
per
questo
stesso
,
tanto
più
emerge
l
'
unità
:
quali
che
fossero
i
problemi
congeniti
nel
momento
storico
,
e
risoluti
o
da
risolvere
secondo
le
contingenze
caratteristiche
,
i
figli
di
Dio
si
unificano
in
un
pensiero
:
nelle
loro
menti
sfolgorò
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
e
gli
subordinarono
il
mondo
;
essi
rigettarono
ogni
forma
di
politeismo
,
distrussero
dèi
e
demonii
;
il
loro
genio
non
ammise
che
l
'
unico
e
vero
Dio
,
creò
Dio
.
E
creando
l
'
unico
Dio
signore
del
mondo
al
cui
volere
tutto
il
mondo
doveva
ubbidire
,
iniziarono
con
la
sapienza
della
forza
o
con
la
forza
della
sapienza
quel
moto
di
umanizzazione
dei
popoli
e
delle
stirpi
,
che
attraverso
il
dolore
e
la
morte
e
il
sangue
e
la
distruzione
rivela
agli
uomini
un
contenuto
sempre
più
profondo
e
un
senso
sempre
migliore
della
vita
,
e
fa
felice
anche
la
colpa
e
fa
buono
anche
il
male
,
perché
ne
cava
scienza
e
virtù
.
Subordinarono
il
mondo
a
Dio
,
l
'
essenza
degl
'
individui
all
'
essenza
del
tutto
:
umanizzarono
il
mondo
con
la
forza
irresistibile
della
legge
morale
.
Siamo
ritornati
al
punto
donde
siamo
partiti
,
alla
colpa
,
al
male
,
ossia
all
'
essere
delle
cose
contrapposto
al
dover
essere
.
Sviluppando
l
'
antica
formola
tradizionale
cinese
,
che
la
colpa
è
ciò
che
nuoce
ai
cinque
hing
,
agli
elementi
del
mondo
,
dice
Confucio
che
il
male
è
ciò
che
si
oppone
al
tao
,
alla
ragione
universale
.
Pei
figli
di
Dio
,
essenzialmente
monoteisti
come
sono
,
si
comprende
che
cosa
è
il
male
,
che
essi
abominano
con
tanta
più
inesorabile
abominazione
,
quanto
più
se
lo
sentono
da
presso
,
annidato
proprio
dentro
al
cuore
:
il
male
è
ciò
che
si
oppone
a
Dio
.
Creando
Dio
,
necessariamente
hanno
creato
il
diavolo
.
Ecco
il
dramma
.
Chi
dice
:
"
Tu
,
Dio
,
sei
nel
mio
cuore
"
,
dice
implicitamente
:
"
Tu
,
diavolo
,
sei
nel
mio
cuore
"
.
Se
Dio
è
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
e
risponde
al
bene
del
tutto
,
alla
morale
,
il
diavolo
è
l
'
idea
dello
spirito
individuale
,
e
risponde
al
bene
dell
'
individuo
contro
al
tutto
,
ossia
all
'
egoismo
,
che
è
il
male
.
La
ragione
filosofica
scopre
e
sistema
assai
tardi
la
dialettica
animatrice
delle
cose
,
in
virtù
della
quale
gl
'
infimi
selvaggi
non
possono
immaginare
spiriti
buoni
senza
spiriti
malvagi
:
ma
in
quella
sono
maestri
anche
gli
animali
,
per
cui
l
'
appetire
da
una
parte
significa
il
fuggire
o
avversare
dall
'
altra
.
E
la
dialettica
,
che
di
necessità
scinde
il
monoteismo
deistico
nel
diteismo
divino
-
diabolico
,
precisa
nettamente
i
termini
del
dissidio
in
conformità
della
speciale
situazione
storica
,
che
ha
ispirato
alla
mente
dell
'
epoca
,
all
'
uomo
di
genio
,
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
l
'
idea
del
sommo
bene
,
e
lo
ha
indotto
a
inventare
il
Dio
conforme
.
Se
,
per
esempio
,
Dio
significa
esclusivamente
il
creatore
della
terra
per
la
stirpe
e
il
protettore
della
nazione
,
il
diavolo
è
il
dio
dello
straniero
.
Se
Dio
significa
l
'
autore
della
luce
,
della
creazione
amica
agli
uomini
,
del
benessere
materiale
e
morale
,
della
vita
pura
e
gioconda
,
il
diavolo
è
il
Dio
delle
tenebre
,
della
creazione
ostile
,
della
miseria
e
della
malvagità
e
dell
'
infermità
e
della
morte
.
Se
Dio
significa
il
padre
e
custode
dei
buoni
e
dei
poveri
,
il
diavolo
non
è
che
il
Dio
dei
malvagi
e
dei
ricchi
.
Se
Dio
è
il
signore
dei
fedeli
credenti
,
il
diavolo
è
il
Dio
degl
'
infedeli
miscredenti
;
e
così
di
seguito
.
Così
di
seguito
,
con
tutta
la
trama
d
'
infinite
differenze
e
complessità
e
semplificazioni
e
varietà
e
sfumature
che
segnano
lo
sviluppo
e
il
transito
di
un
'
epoca
in
un
'
altra
,
di
una
nazione
in
un
'
altra
,
di
un
'
egemonia
in
un
'
altra
,
di
questo
o
quel
momento
storico
precedente
nei
successivi
.
L
'
idea
,
la
realtà
,
secondo
la
vecchia
immagine
,
è
come
il
filugello
che
cava
da
sé
il
suo
filo
,
e
non
si
rinchiude
nel
bozzolo
se
non
per
sfarfallarne
e
per
quell
'
apparente
riprincipiar
da
capo
che
è
in
verità
un
eterno
continuare
verso
una
meta
che
è
,
insieme
,
principio
e
fine
.
Non
si
dà
sole
senza
tenebra
,
né
state
senza
verno
,
né
natura
amena
e
amica
di
frutti
senza
natura
di
uragani
e
di
desolazione
,
né
ricchezza
senza
miseria
,
né
salute
senza
infermità
,
né
amicizia
senza
inimicizia
,
né
credenza
senza
miscredenza
,
né
bontà
senza
malvagità
,
né
gioia
senza
dolore
.
Vale
a
dire
,
non
si
dà
pensiero
senza
che
sembri
che
ci
sia
un
qualcosa
che
non
è
pensiero
,
ossia
senza
l
'
errore
,
che
,
appunto
col
pensarlo
,
viene
ridotto
a
pensiero
;
e
non
si
dà
azione
senza
che
sembri
che
ci
sia
un
qualcosa
di
cieco
e
renitente
,
ossia
il
fatto
di
bruta
natura
,
agendo
sul
quale
lo
si
riduce
al
fine
volontario
appunto
voluto
dall
'
azione
.
Solo
che
gli
uomini
non
la
sentono
così
;
e
l
'
egoismo
cieco
e
irrazionale
,
che
hanno
congenito
dentro
,
lo
vedono
fuori
,
nella
malvagità
del
mondo
o
nell
'
ostilità
della
natura
;
come
se
le
stesse
meteore
e
i
terremoti
,
che
sembrano
un
maleficio
a
chi
ne
è
colpito
e
che
li
giudica
secondo
il
danno
che
ne
porta
,
non.fossero
una
condizione
di
esistenza
per
la
terra
,
che
nell
'
equilibrio
dell
'
economia
generale
connaturata
alle
sue
forze
endogene
ed
esogene
,
ne
ha
,
dunque
,
bene
.
Ciò
che
è
compreso
dai
credenti
,
i
quali
nelle
grandi
calamità
parlano
di
imperscrutabili
decreti
della
Provvidenza
.
Ma
la
ragione
non
è
il
sentimento
;
e
dunque
la
fantasia
e
la
passione
fanno
un
fascio
delle
tenebre
e
della
miseria
e
dell
'
infermità
e
della
bruta
natura
e
dell
'
errore
e
del
dolore
e
del
male
,
e
il
fascio
lo
chiamano
diavolo
,
soprintendente
alle
cose
come
vanno
;
e
fanno
un
fascio
della
ricchezza
e
della
salute
e
della
gioia
e
del
dolore
e
della
luce
e
della
verità
,
e
lo
chiamano
Dio
,
termine
ideale
delle
cose
come
dovrebbero
andare
.
Errore
,
male
,
dolore
;
verità
,
bene
,
beatitudine
:
questi
sono
i
termini
della
lotta
combattuta
di
continuo
,
senza
requie
.
Ed
è
guerra
veramente
senza
quartiere
sulla
terra
,
e
concludibile
soltanto
nella
pace
del
cielo
,
quando
si
accetta
come
assioma
o
come
verità
dogmatica
,
che
non
è
concesso
agli
uomini
espellere
del
tutto
il
diavolo
da
questo
mondo
,
e
che
la
vittoria
completa
è
destinata
da
Dio
all
'
altro
mondo
.
Naturalmente
la
soluzione
,
che
avviene
in
terra
o
in
cielo
o
sotterra
,
varia
col
variare
dei
modi
con
cui
,
secondo
i
tempi
e
i
luoghi
,
i
termini
sono
impostati
.
Ma
sia
che
prometta
l
'
affrancamento
dal
contatto
straniero
o
dalla
servitù
,
oppure
da
una
casta
divenuta
esosa
,
oppure
dal
maligno
influsso
della
miscredenza
,
oppure
dalla
natura
materiale
,
oppure
dal
tedio
del
mondo
stesso
giudicato
tutto
intollerabile
,
o
comunque
altro
si
voglia
,
essa
rivela
la
verità
fondamentale
:
che
,
cioè
,
la
lotta
è
intuita
e
sentita
come
un
processo
di
liberazione
.
"
Libera
nos
a
malo
"
.
Le
ore
tragiche
dell
'
umanità
sono
,
in
sostanza
,
quelle
in
cui
l
'
accumulamento
di
un
passato
morto
,
esausto
di
ogni
senso
e
contenuto
di
utile
e
di
bontà
e
di
verità
,
sembra
appesantirsi
come
una
montagna
di
falsità
e
di
menzogne
sulle
genti
,
e
spegnere
in
loro
ogni
prezzo
dell
'
esistenza
,
ogni
gusto
della
terra
.
L
'
umanità
,
persuasa
a
proprie
spese
che
"
militia
est
vita
hominis
super
terram
"
,
sfiduciata
e
disfatta
si
chiede
:
"
ma
perché
?
a
che
serve
?
"
.
E
l
'
inerzia
e
il
cinismo
coprono
perfino
la
disperazione
.
In
tali
crisi
storiche
,
l
'
immortalità
della
mente
umana
,
lo
spirito
del
mondo
si
concentra
in
un
uomo
,
il
figlio
di
Dio
,
che
porta
contro
il
cumulo
del
passato
tutte
le
fiamme
del
cielo
e
dell
'
inferno
,
tutte
le
fiamme
della
sua
coscienza
,
e
scioglie
al
fuoco
e
spiana
il
passato
,
e
incenerisce
il
diavolo
,
e
al
suo
popolo
risollevato
e
richiamato
al
pensiero
e
all
'
azione
addita
il
segno
e
la
legge
di
una
nuova
esistenza
.
La
sua
legge
è
immedesimazione
e
compenetrazione
dell
'
individuo
col
tutto
;
è
vita
e
assunzione
in
Dio
;
la
guerra
che
egli
riaccende
nel
mondo
è
guerra
all
'
egoismo
,
che
è
arrivato
all
'
estremo
,
cioè
al
termine
in
cui
l
'
egoismo
diventa
divoratore
di
sé
stesso
;
la
legge
è
il
dovere
,
e
il
dovere
è
il
diritto
del
sacrifizio
.
Perciò
il
furore
e
l
'
odio
contro
le
cose
come
vanno
egli
li
risolve
in
incantamento
e
in
amore
alle
cose
come
devono
andare
.
E
spinge
gli
uomini
un
gradino
più
su
per
la
scala
della
verità
e
della
volontà
,
in
cima
alla
quale
inferno
e
terra
e
cielo
si
fondono
e
si.concludono
in
liberazione
dell
'
anima
redentrice
di
sé
a
sé
stessa
e
signora
del
proprio
destino
.
In
cima
alla
scala
è
l
'
ideale
,
che
è
la
stessa
realtà
;
è
la
beatitudine
,
che
è
la
stessa
volontà
.
Tale
fu
l
'
opera
dei
Figli
di
Dio
;
opera
d
'
incivilimento
,
di
progresso
,
di
umanizzazione
della
bruta
natura
,
di
umanizzazione
dell
'
uomo
all
'
uomo
,
di
addomesticamento
e
di
educazione
del
destino
ricondotto
ad
abitare
sotto
la
fronte
e
sotto
la
mano
dell
'
uomo
.
Opera
di
fervore
e
di
fermento
verso
una
meta
che
si
tocca
sempre
,
perché
non
vi
si
arriva
mai
;
verso
il
fine
,
il
cui
esser
fine
consiste
nel
non
essere
mai
raggiunto
;
verso
il
dover
essere
,
che
non
esiste
fuori
del
come
avviene
.
In
questo
gaudioso
e
tremendo
lavoro
di
sviluppo
e
di
avanzata
senza
sosta
né
riposo
,
in
questo
facimento
e
rifacimento
implacabile
,
in
cui
generazioni
su
generazioni
e
popoli
su
popoli
sono
assorbiti
come
materia
di
elaborazione
per
un
prodotto
perfettibile
,
non
mai
perfetto
,
il
genio
prescelse
solo
quei
pochi
uomini
a
testimoniare
la
ragione
per
cui
le
stirpi
e
le
genti
si
sono
tanto
affaticate
,
a
comprovare
la
sostanza
di
verità
e
di
utilità
nella
quale
si
esaurirono
,
a
dimostrare
per
quale
virtù
profonda
la
transitorietà
della
loro
opera
,
che
può
sembrare
talvolta
affatto
dimenticata
o
sparita
,
si
perpetua
nell
'
attualità
della
nostra
.
E
tra
quei
pochi
ce
n
'
è
uno
,
a
cui
dalla
parte
più
colta
e
fattiva
dell
'
umanità
furono
sanciti
gli
altari
,
e
anche
oggi
l
'
inanità
degli
altari
non
ci
offende
,
perché
egli
stesso
avrebbe
perdonato
alle
turbe
l
'
incapacità
di
comprenderlo
come
vero
uomo
,
come
l
'
uomo
migliore
che
fino
a
oggi
sia
passato
per
la
milizia
della
terra
,
inerme
affatto
di
ogni
cura
di
sé
,
armato
di
passione
al
povero
prossimo
suo
,
armato
di
devozione
al
sacrifizio
.
Ed
è
quello
che
li
riassume
tutti
,
tanto
la
verità
dell
'
ideale
e
la
sostanza
eterna
della
bontà
umana
s
'
identificano
nel
suo
nome
;
tanto
egli
è
presente
e
vivo
dentro
di
noi
,
e
ci
conforta
e
aiuta
a
guardare
dal
dolore
e
dall
'
odio
la
nostra
fatica
e
a
preservare
dal
male
il
nostro
pane
quotidiano
e
a
serbare
dignità
nella
miseria
e
mansuetudine
nella
fortuna
:
tanta
fu
la
dolcezza
con
cui
si
sforzò
di
far
confessare
alle
genti
,
che
il
vero
Satana
insidiatore
della
vita
dell
'
anima
è
l
'
egoismo
.
Tanto
egli
con
le
sue
lacrime
e
col
suo
sangue
ha
connaturato
in
noi
la
certezza
,
che
non
da
altrove
che
dal
nostro
sangue
e
dalle
nostre
lacrime
ci
è
dato
di
cavare
la
forza
di
redimerci
dal
peso
di
noi
stessi
,
e
di
assaporare
l
'
esistenza
come
una
continua
liberazione
dell
'
animo
nella
pienezza
della
realtà
.
E
sul
petto
di
lui
,
che
riassume
in
sé
tutti
i
figli
di
Dio
,
l
'
umanità
china
con
consolazione
il
capo
travagliato
.
Perché
solo
nel
battito
del
suo
cuore
,
che
seppe
uscire
rinfiammato
di
fede
e
di
affetto
dalla
tragedia
combattuta
tra
il
cielo
e
l
'
abisso
,
ella
ritrova
tutta
intera
e
riconosce
a
pieno
la
tragedia
propria
,
che
combatte
con
sé
stessa
dal
principio
del
mondo
per
stabilire
sulla
terra
il
regno
dell
'
uomo
.