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> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaQuotidiana ,
Nessun conforto maggiore , nessun maggior premio a questo nostro giornale , il quale vive di immutabile passione italiana , che quello di potersi riconoscere interprete del vecchio Piemonte in tutte le grandi ore della Patria . Né mai ci parve di intendere che cosa dovette essere per i primi scrittori della Gazzetta del Popolo l ' ardente partecipazione al prodigio del Risorgimento , come quando nel 1915 , nel 1917 , nel 1918 , il calunniato e sobillato Piemonte vibrò ed operò , nella speranza , nell ' angoscia , nella gioia nella fede sempre con l ' animo stesso che in queste pagine vibrava . E più tardi , quando , in tempi di diffusa viltà , Gabriele d ' Annunzio confidato il suo luminoso programma al nostro giornale ed a Benito Mussolini andò a Fiume e salvò il confine orientale , l ' entusiastica solidarietà della Gazzetta del Popolo con il Poeta mosse , fra la gente subalpina , la più profonda passione . Ora poi i fatti stanno dicendo ed il popolo sta entusiasticamente proclamando come fossimo nel vero quando , dovendosi ridecidere il destino d ' Italia salutammo in Mussolini la decisione felice ; in Mussolini capo ed arbitro : non in coloro che farneticavano di servirsi di lui , in sott ' ordine , per contrabbandare la vecchia rovina . E se allora , come già contro la guerra e contro la vittoria cominciarono ad insinuarsi dagli spodestati i dubbi , le malignazioni , le sommesse profezie di rivincita e di vendetta , Torino espresse il suo cuore a Mussolini nel memorabile ottobre , e dette al risanamento tutte le sue formidabili energie . Se infine , dopo Matteotti , in mezzo alla frenetica sobillazione dell ' odio , toccò nuovamente alla Gazzetta del Popolo l ' arduo onore di riaffermare più necessaria e più insospettabile che mai la gigantesca opera del Capo , ecco che nuovamente il popolo piemontese in questi giorni riprende quel nostro linguaggio , rammenta gli inganni contro cui lo mettemmo in guardia , festeggia l ' accertato avvento di un ordine migliore , si compiace di aver dato tutta la sua attività , la sua serietà , la sua rettitudine alla generale riscossa nazionale . Come la vittoria fu conquistata due volte , così due volte volle il destino che l ' Italia avesse la certezza di essere salvata da Mussolini : nel 1922 e nel 1924 . È di ciò , sopratutto , che le manifestazioni di questi giorni dànno atto al Presidente . Non scriviamo apologie . Elenchiamo fatti e stati d ' animo . Di leggende inique sul Piemonte , molte ne sono cadute ed altre ne cadono . Ora si vede con quanta superficialità là dove non era ostinato calcolo si volesse prospettare un Piemonte ad immagine e somiglianza di alcune mediocrità politiche incapaci di contatto , nelle ore insigni , con l ' anima nazionale . Rimane verissimo che il Piemonte non è un popolo di rètori . Niente retorica , dunque , nelle accoglienze di Asti e dei colli monferrini all ' uomo che si adegua alle ragioni vitali del Paese , in anni asperrimi . Niente retorica , oggi , nel fervore dell ' aurea Vercelli , che pure negli anni rossi custodi e celebrò il valore perpetuandolo contro le aberrazioni antinazionali nei superstiti ed incorrotti artefici della Vittoria . Niente retorica , oggi , a Casale Monferrato memore dell ' eccidio dei tamburini sardi e dell ' attentato all ' on . Devecchi ; niente retorica nel plebiscito mussoliniano ; così come non era retorica quella dei credenti nella vittoria anche se gli esegeti della abilità politica - corruttrice e patteggiatrice , all ' interno ed all ' estero irridevano al « mito di Trieste » . Liberi da ogni altro impegno che non sia quello di servire il popolo italiano ; convinti di militare , militando per Mussolini , per la Patria ; immuni da ogni e qualsiasi pretesa di infallibilità , siamo fieri di sentirci dire oggi da voci innumerevoli e da fatti eloquentissimi che non ci siamo sbagliati . Unico nostro orgoglio è che il destino continui a commettere a queste pagine il privilegio di precorrere e di condividere i più decisivi atteggiamenti popolari a servizio della grande Patria . Così oggi riteniamo di dover portare ogni nostra modesta fatica alla realizzazione di quella compiuta e feconda armonia tra Stato nazionale e sindacalismo operaio , che non chiede abdicazioni e generalizzazioni politiche , ed è la conditio sine qua non per l ' ascesa del lavoro . . In vista di tale realizzazione a cui tende indubbiamente l ' animo dell ' onorevole Mussolini il possibile contributo del Piemonte è da considerare con la più grande attenzione e con cordiale fiducia . Terremo a nostro altissimo onore non meno che quando si trattò di protendersi totalmente verso la vittoria e verso la riscossa nazionale quanto ci sarà possibile fare a servizio di questo sforzo esemplare di civiltà , di giustizia e di pace . Le officine del Piemonte contengono imponenti energie che meritano dallo Stato ogni considerazione ed ogni simpatia . Il fenomeno sindacale è fenomeno di primo piano nel tempo nostro . E sarà per l ' Italia un glorioso primato quello che il Governo di Mussolini fa diventare possibile e forse ineluttabile . Il ciclo del risanamento , della coordinazione e della pacificazione continua , e non s ' arresta . « L ' Italia di tutti gli italiani » , che gli accaniti suoi avversari riducevano ad un grido d ' odio e di impotenza . Mussolini la crea , la plasma , e la avvia per il mondo .