Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940}
IL PROFESSORE DEI CAVALLI ( BARZINI LUIGI JR. , 1932 )
StampaQuotidiana ,
Nicola , il capo dei bestiai della tenuta della Marsigliana , ha fatto mettere oggi una vecchia sella da buttero , con il « pallino » , sul suo cavallo . Il « pallino » è un corno di cuoio e di ferro sul davanti della sella che serve per legare le bestie prese al laccio . Il vecchio buttero vuole per nostra edificazione istruire oggi una cavalla selvaggia , alla quale però ha già dato due o tre lezioni del come ci si comporta in compagnia degli uomini . Nicola è contrario al sistema brutale di domare le bestie piantandosi a cavalcioni « a pelo » e facendole galoppare , saltare e scalciare finché cadono a terra sfinite , o finché il buttero fa un rotolone nella polvere . Alla descrizione di un « rodeo » nordamericano , dove piantano la sella sui puledri selvaggi e vi montano sopra e rimangono attaccati a forza di ginocchia malgrado tutti gli scarti e i salti da montone , Nicola crolla la testa : è un sistema inumano . L ' animale va educato a poco a poco , come un bambino , secondo lui . Nicola ama prendersi i puledri a uno a uno , portarseli nel rimessino una piccola arena circondata da una staccionata e abituarli gradatamente , lezione per lezione , con qualche giorno di riposo e d ' intervallo tramezzo , alla presenza dell ' uomo , al suo odore , alla sua mano , alla sua volontà , al suo peso , alla capezza , alla sella , al morso e alla fatica . Egli ha imparato in tanti anni a dosare le lezioni per difficoltà . La prima volta , egli spiega , la tradizione maremmana vuole che il buttero catturi l ' animale col laccio e , tenendogli la testa fra le mani , gli sputi in una narice . Dicono che sia per fargli sentire l ' odore dell ' uomo . È un gesto millenario , forse , che verrà dalle pianure dell ' Asia con i primi cavalieri e con i primi cavalli . Nella seconda lezione del corso di Nicola , il puledro legato vien fatto trottare e galoppare intorno al rimessino . Poi s ' incomincia a fargli sentire la capezza e la mano dell ' uomo che comanda . Nella lezione successiva il cavallo impara a conoscere il peso della sella , la pesante « bardella » maremmana , e poi quello del cavaliere . Il resto del lavoro non lo fa più Nicola , ma il buttero a cui viene assegnato il cavallo e che lo monta in giro per la tenuta per giornate intere . Il capo bestiaio ci segna , con la punta del lungo bastone di corniolo , una cavalla lontana in un pascolo . È l ' allieva di oggi . Due butteri si staccano dal gruppo e vanno a prenderla per condurla nel rimessino , all ' ombra di un ciuffo d ' alberi . Nicola entra nel recinto , staccando dalla sella il laccio e facendoselo scorrere tra le mani , in attesa . In mezzo al rimessino è un vecchio tronco d ' albero senza corteccia , con due rami mozzi . Lo chiamano il « giudice » e serve a legare il bestiame , e ad appoggiare le corde per tirarlo . Da un pascolo vicino uno stallone nitrisce : chiama una cavalla che non vediamo e che gli risponde ogni tanto . Una folata di vento fa rabbrividire le foglie . Il vecchio bestiaio attende con il laccio pronto . Con i buoni baffi bianchi ad arco sulla bocca , il cappellaccio di feltro stinto , il giacchettone di fustagno , le gambe penzolanti lungo la sella , egli non somiglia , neppure lontanamente , a una di quelle leggendarie figure di centauri armati di laccio e di pistola dei libri d ' avventure ginnasiali e del vecchio cinema eroico . I due butteri , con la cavalla davanti a loro , arrivano di galoppo . Il cancello del rimessino si spalanca , e inghiotte l ' animale trafelato , che si ferma indeciso e atterrito , mentre i due uomini saltano di sella e gettano le briglie sulla staccionata . La bestia cerca un ' uscita , abbozza un galoppo , s ' impenna e riparte nell ' altra direzione , ficca la testa fra le travi di legno cercando una uscita , nitrisce disperatamente . Un urlo di un buttero appollaiato sulla staccionata la fa partire di corsa , chinata verso l ' interno come un cavallo da circo , mentre Nicola , con la lingua stretta fra i denti , per paura di sbagliare il colpo , fa roteare l ' anello di corda sulla sua testa e lo lancia . Il cerchio si abbatte molle attorno al collo dell ' animale , che si ferma indeciso . Il buttero lega immediatamente al « pallino » della sella la corda che si tende , mentre la bestia indietreggia puntando gli zoccoli , scuotendo il collo . Ma il cavallo di Nicola , che conosce il mestiere forse quanto lui , pianta solidamente i ferri nella polvere e resiste a gambe tese , senza muoversi . La cavalla quasi soffoca , nello sforzo di liberarsi dal laccio , ed ansima con un breve soffio rauco . Il grido improvviso di un buttero la fa ripartire al galoppo , disordinatamente , scuotendo la criniera . Nicola manovra cauto per tenere sempre libera la corda del « giudice » , perché se si dovesse arrotolare attorno al tronco la cavalla soffocherebbe . Ma il suo cavallo , quasi senza comandi , si ferma , si gira , calmo e attento . L ' animale , dopo una corsa affannosa e spossante , s ' è fermato e guarda attorno , diffidente e pauroso . « Prova un po ' la capezza ! » comanda Nicola , ed uno dei butteri sospende l ' arnese al bastone di corniolo e si avvicina adagissimo alla cavalla , facendoglielo odorare a braccio teso . La bestia ha dei tremiti convulsi , e tenta ancora di svincolarsi dal laccio , squassando disperatamente il collo . A poco a poco l ' uomo riesce ad avvicinarsi , a infilarle il muso nella capezza , e lentamente gliela passa dietro le orecchie e l ' affibbia . Tutto questo Nicola l ' aveva già fatto nella prima lezione che egli ha dato alla cavalla qualche giorno fa . Ma ad ogni lezione bisogna ricominciare da capo . I cavalli sono scolari senza memoria . Il laccio , ora , è inutile , e Nicola lo fa sfilare , afferrando la cima della capezza per guidare la bestia , che incomincia a galoppare in giro , con un rauco suono fischiante di respiro affrettato . Ogni tanto s ' impunta , davanti a un ' ombra , a un ramo mosso dal vento , a un buttero appollaiato sulla staccionata ; poi riparte di carriera , per fermarsi poco più in là , e non muoversi se uno dei bestiai non scende nel rimessino e la fa ripartire urlando e agitando le braccia . A un certo punto si mette nel centro e si lascia cadere a terra , rotolando sul dorso con le gambe all ' aria come un cane che vuol giocare . Nicola , paziente , la segue , manovrando la corda , attorno al « pallino » della sella , accorciandola ed allungandola , girando attorno al « giudice » , e dando dei brevi comandi ai butteri che l ' aiutano . Man mano che l ' animale si stanca , Nicola accorcia la corda tesa che lo divide dalla cavalla . Finalmente , dopo molti minuti , la bestia sfibrata , ansimante , si ferma e Nicola si avvicina , adagio per non farla fuggire . Vuol tentare di metterle per la prima volta la « bardella » la pesantissima sella maremmana e deve farlo senza destare i sospetti della bestia , che non si è mai sentita la schiena legata e costretta da un forte peso . Uno dei bestiai , da un lato , tiene la « bardella » pronta , appoggiata alla staccionata . Nicola porta il suo cavallo , lentissimamente , con precauzione , sotto al collo dell ' allievo , finché può afferrare la cavalla selvaggia per le due orecchie , passarle l ' avambraccio sugli occhi , e appoggiarle la testa alla groppa del suo cavallo . Un bestiaio , per prepararla al contatto duro della sella ed alla stretta della sottopancia , le passa sul dorso e sul ventre un ramo , disegnando sul pelo sudato il profilo della « bardella » . Finalmente , a un comando di Nicola , il buttero porta a due braccia la sella e la depone sulla groppa della cavalla , la quale , al contatto , tenta di rinculare timorosamente scuotendo il collo . Ma il vecchio buttero la tiene immobile nella morsa delle braccia , ed i bestiai possono affibbiare ogni cinghia , ed assestare la sella , legando le staffe in cima : se ciondolassero lungo i fianchi la metterebbero presto in furore . Quando la lasciano libera , la cavalla comincia a girarsi intorno , furibonda , come se un tafano la stesse tormentando , poi abbozza un piccolo galoppo sfrenato , s ' impunta , scalcia , salta , ansimando . I butteri ridono delle manovre della bestia che non ha compreso che cosa sia successo e che tenta di liberarsi dalla stretta e dal peso insopportabili . Quando si è stancata , Nicola le va vicino e le prende di nuovo la testa fra le braccia . Uno dei butteri si stacca di dosso i cosciali di pelo di capra che gli proteggono le gambe dai pruni quando traversa la macchia , e , ridendo , glieli attacca ciondoloni ai due lati della sella . E la lezione « numero uno » nell ' arte di portare un cavaliere , fatta con dei cosciali spelacchiati che non hanno paura di essere rotolati per terra e che rimangono sempre attaccati . Infatti la cavalla è presa dal terrore al contatto di quelle due cose che ciondolano e la solleticano sui fianchi , e parte saltando e scalciando . Abbozza due o tre salti da montone , abbassando la testa fra le ginocchia e , mentre i butteri ridono dello scherzo , si rotola per terra , con gli zoccoli all ' aria . Quando si rialza i cosciali danzano ancora sulla sella ad ogni salto , legati solidamente . Dopo qualche minuto , Nicola le si avvicina ed ordina che venga liberata . La lezione è finita . Il cancello si spalanca e la cavalla sudata e lucente parte al galoppo verso i pascoli lontani . Nicola arrotola il laccio , facendolo scorrere tra i due pugni con un gesto marinaresco . Fra qualche giorno , dice , un buttero la monterà . « Deve essere un lavoro difficile , la prima volta » suggeriamo noi . « Che ! » risponde sorridente . « Chi monta è fatto com ' un omo , no ? »