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> anno_i:[1910 TO 1940}
QUELLO CHE OCCORRE ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Il valore fondamentale , tipico del discorso Federzoni , soprattutto in questo momento di crisi vasta e profonda , è di essere un discorso politico , e niente affatto parlamentare . E il valore riaffermato dell ' uomo che lo ha pronunziato è in ciò , che Federzoni è un autorevole parlamentare che parla soltanto per affermazioni , per passione , per responsabilità politiche . Questo è il nazionalismo . Intimamente , solidamente antidemagogico , il nazionalismo non ha mai praticato , nemmeno verbalmente , lo sport antiparlamentare , per sé solo , anche perché questo sport di solito finisce appunto nel parlamentarismo . È stato fermamente , tenacemente antiparlamentare , in quanto è necessario essere antiparlamentari per essere fedeli ad una morale e a una politica nazionali . Quindi anche oggi non parla di combinazioni parlamentari , ma di problemi politici , quali sono , e di una volontà politica di fronte a questi problemi , potendo così francamente indicare anche le differenze da coloro con cui siamo stati e siamo solidali nella battaglia condotta contro le forze antinazionali . Ché anzi la particolare solidarietà di nazionalisti e fascisti si è sempre alimentata , come dev ' essere per tutte le sane solidarietà , di una reciproca chiarezza di posizioni . Facciano altrettanto gli altri partiti , e soprattutto le variopinte democrazie , discettanti di combinazioni o di presunzioni teoretiche , senza mai affrontare una responsabilità specifica . Se così avessero fatto , se così facessero , non saremmo alla crisi di oggi . La quale in quanto è anche crisi ministeriale , innegabile , è da noi stata considerata con lo spirito del discorso Federzoni . Quando i fascisti hanno domandato le elezioni con una riforma o anche le sole elezioni , senza riforma , a dicembre , abbiamo detto chiaro il nostro pensiero . Abbiamo messo da parte il problema tecnico delle elezioni e non abbiamo subordinato il problema politico alle elezioni , sia per il nostro costante atteggiamento di fronte al mezzo elettorale , considerato in subordinazione delle direttive politiche e della forza politica , sia perché ci è parso che la situazione fosse già di tanto mutata da giustificare , anzi da imporre un orientamento opposto alla solita combinazione proporzionale dei vari gruppi che porta ai governi di paralisi , come quelli che ci sono stati , come quello che c ' è . Ebbene il problema oggi è questo lo riconoscono implicitamente anche quelli che argomentano per non riconoscerlo e non può essere ridotto ad un problema di elezioni immediate . Quando da altre parti si sono invocate le dimissioni del ministero Facta , volendo far carico particolare all ' onorevole Facta , di questa crisi di oggi , ci siamo rifiutati a questa critica , perché significherebbe credere necessaria soltanto la sostituzione dell ' on . Facta con Giolitti o con Orlando o con chicchessia , quando occorre sostituire invece un governo ad una combinazione . Quando ora , dopo che la crisi ministeriale è insopprimibile , si dice che bisogna attendere la convocazione della Camera e però anticiparla , noi rispondiamo che l ' argomento non ha valore . La Camera è , se mai , in una sua ricognizione strettamente parlamentare , l ' impedimento ad una soluzione di governo . Convocarla e confidarsi ad essa proprio alla Camera significa legalizzare la paralisi , avere la sede vacante . Concludendo : è perfettamente inutile discorrere se sia pregiudizialmente conveniente o necessaria la crisi parlamentare o extraparlamentare . Nient ' affatto . Si tratta di sapere se si vuole e si può costituire un governo che faccia a meno delle combinazioni di gruppi , con tanto di portafogli e di sottoportafogli per ciascuno . Se questo si vuole e si può , non occorre convocare la Camera . Anzi occorre il contrario .