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> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaQuotidiana ,
Mentre a Roma si tratta , a Bologna , cioè nella culla del fascismo e dove il fascismo conserva ancora intatto lo spirito delle sue origini , si rivendica il carattere di pura ed energica resistenza nazionale del movimento fascista e si proclama l ' assoluta impossibilità per il fascismo , in quanto forza spontaneamente e direttamente espressa dalle viscere della società italiana per supplire alla negligenza dello Stato , a salvaguardia dei suoi caratteri nazionali , di venire a diretto contatto con le forze antinazionali e di collaborare , sia pure accidentalmente con esse , ad un ' opera di apparente pacificazione . A nessuno può sfuggire l ' importanza di una tale declinatoria delle cosidette trattative di pace , fatta non soltanto dall ' organizzazione fascista più autentica e combattiva , ma fatta anche in nome dei principii più essenziali del fascismo e di un interesse altissimo , che non solo trascende la latta delle fazioni , ma respinge energicamente per proprio conto il carattere fazioso che si vorrebbe attribuire all ' azione fascista . È in sostanza una pregiudiziale assai grave , che le organizzazioni emiliane - romagnole riunite a congresso muovono ai tentativi di pacificazione . Questi tentativi esse dicono muovono dal presupposto che la lotta cruenta che ora si combatte è opera di due fazioni egualmente dannose all ' interesse nazionale , perché entrambe le fazioni si sono poste volontariamente fuori della legge e in egual modo disconoscono l ' autorità dello Stato . Ora il fascismo non può in alcun modo rinunziare a ciò che costituisce la sua stessa ragion d ' essere e che apparve nitidamente a tutti al momento della sua origine : e cioè che il fascismo non è un fenomeno classista , che spieghi un ' azione di ostilità offensiva contro altre espressioni di interessi classisti , nei quali si scompone l ' unità dello spirito nazionale , ma è l ' espressione integrale di questo , in quanto assume una funzione di resistenza alle sopraffazioni delle forze centrifughe , che vorrebbero dilaniarlo e dissolverlo ; che il fascismo , insomma , non è una fazione in contrasto con altre fazioni dentro lo Stato e al disopra dello Stato , ma un fattore di conservazione nazionale , che si sprigiona direttamente dalle intime latebre della società nazionale , quando la funzione protettiva dello Stato le è venuta meno . Esso quindi non può ritrarsi dalla sua posizione di battaglia , finché lo Stato non venga a rilevarlo : è l ' esercito irregolare , che ha occupato alcune posizioni e le difende strenuamente dai contrattacchi nemici , finché non intervenga l ' esercito regolare a disimpegnarlo e a prendere il suo posto . Trattare col nemico , prima che questo momento sia giunto , sarebbe un tradimento . Accedere alle trattative significa porsi volontariamente sullo stesso piano dei socialisti , cioè ammettere di essere una fazione fra le altre e disconoscere , come le altre , l ' autorità dello Stato , che è in se stessa e dovrà alla fine , contro tutte le paure e le esitazioni dei governanti , essere riconosciuta da tutti sovrana . Le trattative rappresentano quindi una insidia : il loro vero scopo non sarebbe quello di raggiungere sinceramente la pacificazione , quanto quello di compromettere il fascismo e fargli perdere la coscienza del suo vero compito politico insieme con la coscienza della sua superiorità morale . Ora a meno che non si possa dimostrare che , contro la stringente efficacia di queste eccezioni pregiudiziali , sussiste la necessità di più impellenti ragioni di opportunità politica , sì da poter loro contrapporre efficacemente un cave a consequentiariis , dobbiamo convenire che gli argomenti addotti dal Congresso emiliano - romagnolo non potranno non produrre una forte impressione ed esercitare una notevole influenza sulle trattative in corso .