StampaQuotidiana ,
Volle
concludere
in
bontà
.
A
un
certo
punto
non
scrisse
più
,
ma
visse
la
sua
poesia
.
La
visse
,
non
forse
perché
non
poteva
più
scriverla
,
ma
perché
l
'
animo
con
cui
l
'
aveva
scritta
,
a
poco
a
poco
,
dalla
sua
stessa
espressione
e
dai
modi
conclusivi
del
suo
esprimersi
doveva
esser
condotto
a
stimare
men
superfluo
,
ormai
,
e
più
naturale
dare
esempio
di
vita
alla
sua
voce
,
prova
di
fatto
alla
sua
parola
,
spogliandosi
dell
'
ultimo
interesse
della
bellezza
per
entrare
nell
'
assoluto
disinteresse
della
bontà
.
Il
nucleo
chiuso
della
sua
dura
e
travagliosa
individualità
artistica
,
pur
senza
aprirsi
,
pur
senza
allargarsi
,
s
'
era
a
mano
a
mano
stemperato
di
quegli
egoismi
personali
,
che
avrebbero
potuto
dare
ancora
valore
espressivo
e
rilievi
caratteristici
alla
sua
poesia
:
non
era
più
un
dolore
,
era
il
dolore
;
non
era
più
una
vita
,
era
la
vita
;
e
quello
stesso
amore
,
mal
posto
,
era
ai
suoi
occhi
buoni
l
'
amore
,
il
premio
dolce
e
supremo
.
L
'
ultimo
suo
libro
Homo
è
tutto
composto
infatti
di
ultime
e
nude
parole
per
lui
essenziali
,
nella
forma
poetica
più
essenziale
:
il
sonetto
:
cento
sonetti
che
han
l
'
aria
di
cento
iscrizioni
lapidarie
su
cose
e
sentimenti
eterni
:
la
vita
,
la
morte
,
il
mistero
,
la
natura
,
l
'
umanità
.
Non
gli
restava
più
,
oramai
,
che
ritornare
con
le
parole
che
aveva
dette
a
coloro
dai
quali
era
uscito
:
ai
contadini
,
per
insegnar
loro
a
scriverle
e
anche
a
viverle
,
com
'
egli
le
aveva
scritte
e
vissute
,
le
parole
che
aveva
dette
.
Ed
ha
veramente
il
valore
di
sacra
fatica
,
che
ha
una
goccia
di
sudore
su
la
fronte
d
'
un
contadino
,
ognuno
dei
quattordici
versi
di
quei
cento
sonetti
:
fatica
feconda
e
fecondatrice
.
Parecchi
di
essi
attingono
una
bellezza
assoluta
e
imperitura
.