StampaQuotidiana ,
cani
delle
chiare
notti
lunari
.
In
verità
non
v
'
è
nulla
di
più
stupido
delle
minacce
e
delle
COSIMA ( DELEDDA GRAZIA , 1937 )
Narrativa ,
La
casa
era
semplice
,
ma
comoda
:
due
camere
per
piano
,
grandi
,
un
po
'
basse
,
coi
pianciti
e
i
soffitti
di
legno
;
imbiancate
con
la
calce
;
l
'
ingresso
diviso
in
mezzo
da
una
parete
:
a
destra
la
scala
,
la
prima
rampata
di
scalini
di
granito
,
il
resto
di
ardesia
;
a
sinistra
alcuni
gradini
che
scendevano
nella
cantina
.
Il
portoncino
solido
,
fermato
con
un
grosso
gancio
di
ferro
,
aveva
un
battente
che
picchiava
come
un
martello
,
e
un
catenaccio
e
una
serratura
con
la
chiave
grande
come
quella
di
un
castello
.
La
stanza
a
sinistra
dell
'
ingresso
era
adibita
a
molti
usi
,
con
un
letto
alto
e
duro
,
uno
scrittoio
,
un
armadio
ampio
,
di
noce
,
sedie
quasi
rustiche
,
impagliate
,
verniciate
allegramente
di
azzurro
:
quella
a
destra
era
la
sala
da
pranzo
,
con
un
tavolo
di
castagno
,
sedie
come
le
altre
,
un
camino
col
pavimento
battuto
.
Null
'
altro
.
Un
uscio
solido
pur
esso
e
fermato
da
ganci
e
catenacci
,
metteva
nella
cucina
.
E
la
cucina
era
,
come
in
tutte
le
case
ancora
patriarcali
,
l
'
ambiente
più
abitato
,
più
tiepido
di
vita
e
d
'
intimità
.
C
'
era
il
camino
,
ma
anche
un
focolare
centrale
,
segnato
da
quattro
liste
di
pietra
:
e
sopra
,
ad
altezza
d
'
uomo
,
attaccato
con
quattro
corde
di
pelo
,
alle
grosse
travi
del
soffitto
di
canne
annerite
dal
fumo
,
un
graticcio
di
un
metro
quadrato
circa
,
sul
quale
stavano
quasi
sempre
,
esposte
al
fumo
che
le
induriva
,
piccole
forme
di
cacio
pecorino
,
delle
quali
l
'
odore
si
spandeva
tutto
intorno
.
E
attaccata
a
sua
volta
a
uno
spigolo
del
graticcio
,
pendeva
una
lucerna
primitiva
,
di
ferro
nero
,
a
quattro
becchi
;
una
specie
di
padellina
quadrata
,
nel
cui
olio
allo
scoperto
nuotava
il
lucignolo
che
si
affacciava
a
uno
dei
becchi
.
Del
resto
tutto
era
semplice
e
antico
nella
cucina
abbastanza
grande
,
alta
,
bene
illuminata
da
una
finestra
che
dava
sull
'
orto
e
da
uno
sportello
mobile
dell
'
uscio
sul
cortile
.
Nell
'
angolo
vicino
alla
finestra
sorgeva
il
forno
monumentale
,
col
tubo
in
muratura
e
tre
fornelli
sull
'
orlo
:
in
un
braciere
accanto
a
questi
si
conservava
,
giorno
e
notte
accesa
e
coperta
di
cenere
,
un
po
'
di
brace
,
e
sotto
l
'
acquaio
di
pietra
,
presso
la
finestra
,
non
mancava
mai
,
in
una
piccola
conca
di
sughero
,
un
po
'
di
carbone
;
ma
per
lo
più
le
vivande
si
cucinavano
con
la
fiamma
del
camino
o
del
focolare
,
su
grossi
treppiedi
di
ferro
che
potevano
servire
da
sedili
.
Tutto
era
grande
e
solido
,
nelle
masserizie
della
cucina
;
la
padella
di
rame
accuratamente
stagnate
,
le
sedie
basse
intorno
al
camino
,
le
panche
,
la
scansia
per
le
stoviglie
,
il
mortaio
di
marmo
per
pestare
il
sale
,
la
tavola
e
la
mensola
sulla
quale
,
oltre
alle
pentole
,
stava
un
recipiente
di
legno
sempre
pieno
di
formaggio
grattato
,
e
un
canestro
di
asfodelo
col
pane
d
'
orzo
e
il
companatico
per
i
servi
.
Gli
oggetti
più
caratteristici
erano
sulla
scansia
;
ecco
una
fila
di
lumi
di
ottone
,
e
accanto
l
'
oliera
per
riempirli
,
col
lungo
becco
e
simile
a
un
arnese
di
alchimista
:
e
il
piccolo
orcio
di
terra
con
l
'
olio
buono
,
e
un
armamento
di
caffettiere
,
e
le
antiche
tazze
rosse
e
gialle
,
e
i
piatti
di
stagno
che
parevano
anch
'
essi
venuti
da
qualche
scavo
delle
età
preistoriche
:
e
infine
il
tagliere
pastorale
,
cioè
un
vassoio
di
legno
,
con
l
'
incavo
,
in
un
angolo
,
per
il
sale
.
Altri
oggetti
paesani
davano
all
'
ambiente
un
colore
inconfondibile
:
ecco
una
sella
attaccata
alla
parete
accanto
alla
porta
,
e
accanto
un
lungo
sacco
di
tessuto
grezzo
di
lana
,
che
serviva
da
mantello
e
da
coperta
al
servo
:
e
la
bisaccia
anch
'
essa
di
lana
,
sulla
quale
alla
notte
dormiva
,
quando
era
in
paese
,
lo
stesso
servo
,
pastore
o
contadino
che
fosse
.
Sull
'
acquaio
non
mancava
mai
un
paiolino
di
rame
pieno
d
'
acqua
attinta
al
pozzo
del
cortile
,
e
su
una
panca
l
'
anfora
di
creta
con
l
'
acqua
potabile
,
faticosamente
portata
dalla
fontana
distante
dall
'
abitato
.
L
'
acqua
era
allora
un
problema
,
e
se
ne
misurava
,
d
'
estate
,
ogni
stilla
;
a
meno
che
non
sopraggiungesse
un
buon
acquazzone
a
riempire
la
tinozza
collocata
sotto
il
tubo
di
scolo
dei
tetti
:
eppure
la
pulizia
più
diligente
,
praticata
a
secco
,
rendeva
piacevole
tutta
la
casa
.
Dalla
finestra
,
munita
d
'
inferriata
,
come
tutte
le
altre
del
piano
terreno
,
si
vedeva
il
verde
dell
'
orto
;
e
fra
questo
verde
il
grigio
e
l
'
azzurro
dei
monti
.
La
porta
invece
,
come
si
è
detto
,
dava
sul
cortile
triangolare
,
piuttosto
lungo
e
occupata
quasi
a
metà
da
una
rustica
tettoia
dalla
quale
,
per
un
usciolino
,
si
andava
nell
'
orto
.
In
fondo
c
'
era
il
pozzo
,
e
,
sotto
il
muro
alto
di
cinta
,
una
catasta
di
legna
da
ardere
,
rifugio
di
numerosi
gatti
e
delle
galline
che
vi
nascondevano
il
nido
delle
uova
.
Un
'
asse
appoggiata
su
due
ceppi
,
accanto
al
muro
laterale
della
casa
,
ancora
grezzo
e
sul
quale
,
al
primo
piano
,
si
apriva
una
sola
finestra
(
le
finestre
erano
tutte
senza
persiane
)
,
serviva
da
sedile
.
E
un
grande
portone
fermato
anch
'
esso
da
ganci
e
stanghe
,
tinto
di
un
color
marrone
scuro
,
dava
sulla
strada
.
Di
giorno
era
quasi
socchiuso
,
e
,
più
che
il
portoncino
della
facciata
,
serviva
per
il
passaggio
degli
abitanti
e
degli
amici
della
casa
.
A
questo
portone
,
una
mattina
di
maggio
,
si
affaccia
una
bambina
bruna
,
seria
,
con
gli
occhi
castanei
,
limpidi
e
grandi
,
le
mani
e
i
piedi
minuscoli
,
vestita
di
un
grembiale
grigiastro
con
le
tasche
,
con
le
calze
di
grosso
cotone
grezzo
e
le
scarpe
rustiche
a
lacci
,
più
paesana
che
borghese
,
e
aspetta
,
dondolandosi
,
che
passi
qualcuno
o
qualcuno
si
affacci
a
una
finestra
di
fronte
,
per
comunicare
una
notizia
importante
.
Ma
la
strada
,
stretta
e
sterrata
,
in
quell
'
ora
fresca
del
mattino
è
ancora
deserta
come
un
sentiero
di
campagna
,
e
nella
vecchia
casa
di
contro
,
anch
'
essa
con
l
'
alto
muro
di
un
cortile
a
fianco
e
un
portone
rossastro
,
non
si
vede
nessuno
.
Questa
casa
è
abitata
da
un
canonico
,
un
lungo
e
nero
asceta
taciturno
,
e
da
una
sua
giovane
nipote
intelligente
,
che
avrebbe
voluto
farsi
suora
,
ma
dopo
qualche
mese
di
noviziato
è
stata
rimandata
a
casa
per
la
sua
cagionevole
salute
.
Gente
per
bene
,
semplice
e
austera
.
Il
canonico
si
lamenta
che
nessuno
,
per
la
strada
,
lo
saluti
:
è
lui
,
invece
,
che
cammina
sempre
ad
occhi
bassi
e
assorto
nelle
sue
speculazioni
religiose
:
la
nipote
,
visto
che
Dio
non
l
'
ha
voluta
in
sposa
,
si
compiace
della
corte
discreta
di
un
bel
giovane
ebanista
,
decisa
però
a
non
sposarlo
perché
non
è
un
proprietario
o
un
funzionario
come
converrebbe
a
lei
.
La
bambina
sul
portone
,
sa
queste
cose
,
e
considera
i
suoi
vicini
di
casa
come
personaggi
straordinari
.
Tutto
,
del
resto
,
è
straordinario
per
lei
:
pare
venuta
da
un
mondo
diverso
da
quello
dove
vive
,
e
la
sua
fantasia
è
piena
di
ricordi
confusi
di
quel
mondo
di
sogno
,
mentre
la
realtà
di
questo
non
le
dispiace
,
se
la
guarda
a
modo
suo
,
cioè
anch
'
esso
copi
colori
della
sua
fantasia
.
Odori
di
campagna
vengono
dal
fondo
della
strada
;
il
silenzio
è
profondo
,
e
solo
il
rintocco
delle
ore
e
dei
quarti
suonati
dall
'
orologio
della
cattedrale
,
lo
interrompono
.
Passano
le
rondini
a
volo
,
sul
cielo
azzurro
denso
,
un
po
'
basso
come
nei
paesaggi
dei
pittori
spagnoli
,
ma
anche
le
rondini
sono
silenziose
.
Finalmente
una
finestra
si
apre
nella
casa
di
fronte
,
e
un
viso
bruno
,
coi
grandi
occhi
velati
dei
miopi
,
si
sporge
a
guardare
qua
e
là
negli
sfondi
della
strada
.
È
la
signorina
Peppina
,
la
nipote
del
canonico
.
La
bambina
si
solleva
tutta
,
afferrandosi
allo
spigolo
del
portone
per
allungarsi
meglio
,
e
grida
la
notizia
per
lei
importantissima
:
-
Signora
Peppina
,
abbiamo
un
bambino
nuovo
:
un
Sebastianino
.
Risultò
poi
che
era
una
femmina
:
ma
la
bambina
desiderava
un
fratellino
;
e
se
lo
era
inventato
,
col
nome
e
tutto
.
Soddisfatta
,
rientrò
nella
cucina
e
aspettò
che
la
serva
finisse
di
cuocere
il
latte
per
la
colazione
.
Bisogna
dire
due
parole
di
questa
serva
,
che
,
a
ricordarla
,
sembra
anch
'
essa
una
invenzione
fuori
della
realtà
.
Si
chiamava
Nanna
;
e
adesso
siede
certamente
alla
destra
di
Dio
,
fedele
ancora
ai
suoi
padroni
,
nella
schiera
dei
Patriarchi
.
Da
venti
anni
era
al
servizio
della
casa
,
altri
venti
ne
doveva
trascorrere
.
Aveva
allora
trent
'
anni
;
era
venuta
bambina
,
da
un
tugurio
di
santi
poveri
,
per
badare
al
primo
bambino
dei
padroni
,
che
era
morto
dopo
pochi
mesi
dalla
nascita
,
ma
lasciando
il
posto
nella
culla
ad
un
altro
.
Primitiva
era
anche
questa
culla
,
come
scavata
nel
tronco
d
'
un
noce
,
senza
veli
né
ornamenti
,
e
non
rimaneva
mai
vuota
.
Nanna
era
ancora
una
bella
donna
,
con
gli
occhi
castanei
di
cane
buono
,
un
mazzetto
di
peli
all
'
angolo
destro
della
bocca
,
i
seni
lunghi
e
bassi
delle
razze
schiave
.
Schiava
non
era
certo
,
in
quella
casa
,
e
tutto
le
veniva
affidato
,
compresi
i
bambini
,
che
dormivano
con
lei
,
e
che
lei
si
trascinava
appresso
quando
andava
per
le
commissioni
.
Se
lavorava
giorno
e
notte
lo
faceva
volontariamente
:
andava
a
prendere
l
'
acqua
alla
fontana
,
a
lavare
i
panni
lontano
,
dove
si
trovasse
qualche
rigagnolo
,
puliva
la
farina
e
faceva
,
con
la
padrona
,
il
pane
di
frumento
e
quello
di
orzo
:
andava
a
battere
gli
olivi
nel
podere
,
a
cogliere
ghiande
per
il
maiale
,
nel
bosco
della
montagna
;
spaccava
la
legna
,
dava
da
mangiare
al
cavallo
;
le
toccava
anche
di
spazzare
il
tratto
di
strada
davanti
alla
casa
,
poiché
il
Comune
non
se
ne
incaricava
;
e
al
tempo
della
vendemmia
pigiava
l
'
uva
coi
suoi
forti
piedi
nudi
rivestiti
d
'
una
pelle
che
sembrava
conciata
.
E
lo
stipendio
glielo
serbava
il
padrone
,
che
lo
metteva
a
frutto
:
quando
ella
aveva
avuto
venti
anni
ed
era
bella
e
quasi
bionda
i
maligni
dicevano
che
il
padrone
aveva
un
debole
per
lei
;
ma
erano
chiacchiere
e
il
tempo
le
dissipò
.
Ecco
adesso
ella
cuoce
attenta
il
latte
sul
fornello
sopra
il
forno
grande
:
per
l
'
occasione
del
parto
della
padrona
si
è
messa
le
scarpe
,
senza
calze
s
'
intende
,
pronta
a
tutti
gli
ordini
:
una
ruga
le
solca
la
fronte
e
le
sue
orecchie
sono
tese
come
quelle
delle
lepri
.
La
responsabilità
della
casa
è
adesso
tutta
sua
,
ed
ella
profitta
della
sua
padronanza
solo
per
sorbirsi
qualche
tazzina
di
caffè
in
più
,
sola
sua
passione
.
I
ragazzi
vengono
uno
ad
uno
a
prendere
il
caffè
e
latte
,
che
ella
versa
nelle
rotonde
tazze
di
creta
gialla
e
rossa
:
anche
i
più
grandi
,
che
sono
maschi
e
frequentano
già
il
ginnasio
della
piccola
città
.
Il
maggiore
,
Santus
,
è
un
bel
ragazzo
col
profilo
e
gli
occhi
grandi
,
d
'
un
grigio
celeste
,
dalla
sclerotica
azzurra
:
ha
un
'
aria
pensosa
e
leale
,
veste
già
con
qualche
ricercatezza
,
e
mentre
beve
il
suo
caffè
e
latte
finisce
di
ripassare
la
lezione
di
latino
.
L
'
avvenimento
della
casa
non
lo
sorprende
né
lo
turba
:
ne
conosce
il
mistero
e
lo
accetta
come
una
cosa
naturale
.
I
suoi
sensi
sono
calmi
,
quasi
freddi
:
la
fantasia
misurata
.
Non
ama
le
donne
,
non
pensa
che
a
studiare
,
approfondire
le
cose
della
vita
,
ma
attraverso
i
libri
.
No
,
non
ho
fantasia
,
ma
forse
anche
lui
è
un
po
'
visionario
,
come
la
sorella
piccola
,
e
viene
da
un
mondo
lontano
dalla
cruda
realtà
.
Ha
fretta
di
andare
a
scuola
,
coi
libri
ben
legati
con
una
cinghia
,
e
non
si
preoccupa
se
l
'
altro
fratello
invece
ritarda
e
forse
dorme
ancora
nella
loro
camera
all
'
ultimo
piano
che
ha
due
finestre
,
una
sulla
facciata
,
l
'
altra
sui
tetti
sottostanti
della
dispensa
e
della
rimessa
e
di
altri
ripostigli
.
E
infatti
prima
di
lui
scendono
le
due
sorelle
maggiori
,
Enza
e
Giovanna
,
che
vanno
anch
'
esse
a
scuola
,
piccole
di
statura
,
quasi
eguali
come
due
gemelle
,
con
gli
occhi
celesti
e
i
capelli
neri
stretti
stretti
in
una
treccia
che
finisce
con
un
ricciolo
.
I
loro
vestiti
sono
davvero
buffi
,
con
la
sottana
larga
e
lunga
allacciata
alla
vita
intorno
alla
camicetta
a
sprone
con
le
maniche
abbondanti
:
il
tutto
di
un
tessuto
a
striscie
colorate
:
della
stessa
stoffa
è
la
borsa
per
i
libri
:
hanno
anch
'
esse
le
calze
bianche
e
gli
scarponcini
coi
chiodi
;
e
in
testa
fazzoletti
di
seta
che
già
però
esse
annodano
con
civetteria
sulla
guancia
sinistra
,
lasciando
scoperti
i
capelli
fino
a
metà
testa
.
La
piccola
,
Cosima
,
che
ancora
non
ha
l
'
età
di
andare
a
scuola
,
le
guarda
con
ammirazione
e
invidia
,
ma
anche
con
un
certo
timore
,
poiché
esse
,
specialmente
Enza
,
non
solo
non
giocano
volentieri
con
lei
,
ma
le
prodigano
pugni
,
spintoni
e
bòtte
e
parolacce
:
tutta
roba
imparata
dalle
compagne
di
scuola
.
Più
buono
,
con
lei
,
è
il
fratello
Andrea
.
Ecco
che
,
quando
le
due
sorelle
sono
già
anch
'
esse
avviate
a
scuola
,
il
ragazzo
scende
,
ma
disdegna
di
prendere
il
caffè
e
latte
;
roba
di
donnicciuole
,
dice
.
Lui
mangerebbe
già
una
fetta
di
carne
rossa
mezzo
cruda
,
e
non
essendoci
questa
si
contenta
di
tirar
giù
il
canestro
dei
servi
e
rosicchia
coi
suoi
forti
denti
il
pane
duro
e
una
crosta
di
formaggio
.
Nanna
gli
va
appresso
supplichevole
,
con
la
tazza
colma
in
mano
:
poiché
questo
Andrea
è
il
suo
idolo
maggiore
,
il
suo
affanno
e
la
sua
preoccupazione
.
-
Mi
sembri
un
pastore
,
-
dice
,
mettendogli
davanti
la
tazza
.
-
Prendi
questo
;
prendi
,
agnello
;
il
maestro
ti
sentirà
l
'
odore
di
formaggio
.
-
E
lui
,
chi
è
?
Io
sono
un
pastore
ricco
,
ma
lui
è
un
povero
accattone
,
un
ubriacone
pidocchioso
.
Così
parla
Andrea
del
suo
professore
di
latino
;
e
lo
dice
con
convinzione
poiché
tutta
la
gente
che
vive
di
lavoro
intellettuale
è
per
lui
più
povera
dei
mandriani
e
dei
manovali
.
La
sua
mentalità
è
davvero
da
ricco
pastore
,
che
fa
una
vita
rude
ma
ha
bestiame
,
terre
e
denaro
;
e
sopra
tutto
libertà
di
azione
,
tanto
per
il
bene
come
per
il
male
.
Anche
la
sua
persona
è
tozza
,
squadrata
,
le
vesti
trasandate
;
ma
la
testa
è
caratteristica
,
possente
,
tutta
capelli
nerissimi
;
il
profilo
è
camuso
,
con
le
labbra
sensuali
;
gli
occhi
d
'
un
grigio
dorato
,
corruscanti
come
quelli
del
falco
.
Non
ama
lo
studio
,
ed
è
felice
solo
quando
può
scappare
di
casa
,
a
cavallo
,
come
un
centauro
adolescente
.
Nessuno
gli
ha
insegnato
a
cavalcare
:
eppure
egli
monta
anche
senza
sella
sui
puledri
indomiti
,
e
i
suoi
urli
per
aizzarli
gareggiano
coi
loro
nitriti
.
Nell
'
accorgersi
di
Cosima
,
che
se
ne
stava
quieta
seduta
su
una
seggiolina
bassa
,
con
la
scodella
in
grembo
,
le
sorrise
e
prima
di
uscire
le
si
avvicinò
dicendole
sottovoce
,
con
un
accento
sommesso
di
complicità
:
-
Domenica
ti
porterò
,
a
cavallo
,
al
Monte
:
ma
zitta
,
eh
!
I
grandi
occhi
di
lei
si
aprirono
,
lucenti
di
gioia
e
di
speranza
:
e
questa
promessa
del
fratello
,
piena
di
lusinghe
e
di
visioni
straordinarie
,
si
mischiò
alle
sue
fantasticherie
,
intorno
al
mistero
della
creatura
nata
quella
notte
in
casa
,
venuta
non
si
sa
di
dove
,
come
,
né
perché
.
Questa
nascita
,
inoltre
,
portava
un
certo
cambiamento
di
vita
.
Le
due
sorelle
maggiori
dovevano
sistemarsi
nella
camera
alta
,
per
lasciare
posto
,
nel
letto
di
Nanna
,
a
lei
Cosima
,
e
alla
piccola
Beppa
che
ancora
dormiva
nella
culla
in
camera
dei
genitori
.
Beppa
aveva
circa
tre
anni
,
ma
ne
dimostrava
di
meno
e
ancora
non
parlava
bene
perché
aveva
la
cartilagine
sotto
la
lingua
più
corta
del
solito
:
e
si
parlava
di
fare
un
piccolo
taglio
per
sciogliere
la
lingua
dal
suo
impaccio
.
Ecco
che
anche
lei
fa
comparsa
in
cucina
,
portata
a
mano
dalla
nonna
.
La
nonna
non
viveva
con
loro
ma
aveva
passato
la
notte
in
casa
per
assistere
,
lei
,
col
solo
aiuto
di
Nanna
,
la
figlia
partoriente
.
E
tutto
era
andato
bene
,
senza
strepiti
,
senza
disordine
.
Adesso
la
puerpera
e
la
bambina
riposavano
,
e
anche
il
padre
,
che
aveva
vegliato
tutta
la
notte
leggendo
o
passeggiando
silenzioso
nella
camera
attigua
a
quella
della
moglie
,
s
'
era
addormentato
su
un
vecchio
sofà
.
La
nonna
invece
non
sentiva
il
bisogno
di
dormire
,
sebbene
fosse
una
piccolissima
donna
fragile
,
quasi
nana
,
con
mani
e
piedi
da
bambina
;
e
anche
gli
occhi
color
nocciola
,
con
lunghe
ciglia
nere
,
erano
pieni
d
'
innocenza
,
come
mai
avessero
veduto
l
'
ombra
del
male
.
Una
cuffietta
di
panno
nero
le
raccoglieva
i
capelli
già
bianchi
,
ma
qualche
ricciolo
scappava
sulla
nuca
e
sulle
orecchie
,
e
le
dava
un
'
aria
sbarazzina
.
Le
nipotine
la
consideravano
come
una
loro
eguale
,
mentre
avevano
suggezione
della
madre
,
e
Cosima
provava
uno
strano
senso
di
sogno
quando
la
vedeva
comparire
d
'
improvviso
.
Ma
più
che
di
sogno
era
un
senso
fisico
di
ricordo
inafferrabile
,
una
lieve
vertigine
,
come
un
baleno
sanguigno
,
che
più
tardi
ella
si
spiegò
col
crederlo
un
affiorare
e
subito
di
nuovo
sommergersi
di
vita
anteriore
rimasta
o
rinata
nel
subcosciente
.
La
nonna
,
poi
,
le
ricordava
,
-
ma
questo
un
po
'
volontariamente
,
-
certe
donnine
favolose
,
o
piccole
fate
,
buone
o
cattive
secondo
l
'
occasione
,
che
la
leggenda
popolare
affermava
abitassero
un
tempo
in
piccole
case
di
pietra
,
scavate
nella
roccia
,
specialmente
negli
altipiani
granitici
del
luogo
.
E
queste
minuscole
abitazioni
preistoriche
esistevano
ed
esistono
ancora
,
monumenti
megalitici
che
risalgono
a
epoche
remote
,
chiamati
appunto
le
Case
delle
piccole
Fate
.
La
nonnina
prese
il
caffè
,
fece
mangiare
e
poi
lavò
la
piccola
,
e
infine
mandò
la
serva
a
fare
la
spesa
:
spesa
presto
fatta
,
poiché
in
casa
c
'
erano
tutte
le
provviste
,
compreso
il
pane
,
e
non
si
trattava
che
di
comprare
la
carne
per
il
brodo
,
o
un
po
'
di
pesce
,
se
per
caso
raro
venuto
dalla
spiaggia
orientale
dell
'
isola
.
Cosima
,
con
la
sua
scodella
vuota
,
era
incerta
se
seguire
la
serva
nella
breve
uscita
mattutina
,
o
eseguire
un
suo
progetto
.
Voleva
penetrare
nella
camera
della
mamma
e
vedere
la
bambina
;
profittò
quindi
del
momento
in
cui
la
nonna
attingeva
l
'
acqua
dal
pozzo
,
per
infilarsi
nelle
scale
silenziose
.
Dopo
la
prima
rampata
,
tutta
di
scalini
di
granito
,
su
un
piccolo
pianerottolo
si
apriva
l
'
uscio
di
una
specie
di
dispensa
,
col
pavimento
di
legno
e
il
soffitto
,
come
quello
della
cucina
,
di
canne
che
formavano
un
graticcio
solido
e
fresco
.
Di
solito
l
'
uscio
era
chiuso
a
chiave
:
questa
volta
,
nella
confusione
della
notte
,
era
stato
lasciato
aperto
.
E
prima
di
proseguire
verso
la
sua
mèta
,
Cosima
non
esitò
ad
esplorare
la
grande
stanza
,
che
anch
'
essa
rappresentava
per
lei
un
ripostiglio
di
misteri
.
E
ce
n
'
era
ragione
:
poiché
le
cose
e
gli
oggetti
più
disparati
stavano
raccolti
là
dentro
,
in
una
vaga
luce
che
penetrava
dallo
sportello
di
una
finestra
tutta
d
'
un
pezzo
,
aperto
su
un
lontano
sfondo
di
orizzonte
montuoso
.
Mucchi
di
frumento
,
di
orzo
,
di
mandorle
,
di
patate
,
occupavano
gli
angoli
,
mentre
una
tavola
lunga
era
sovraccarica
di
lardo
e
di
salumi
,
e
intorno
i
cestini
di
asfodelo
pieni
di
fave
,
fagiuoli
,
lenticchie
e
ceci
,
facevano
corte
agli
orci
di
strutto
,
di
conserve
,
di
pomidori
secchi
e
salati
.
Ma
quello
che
più
attirava
la
bramosia
di
Cosima
erano
alcuni
grappoli
d
'
uva
e
di
pere
raggrinzite
che
ancora
pendevano
da
una
delle
travi
di
sostegno
del
soffitto
:
un
'
ape
,
o
una
vespa
che
fosse
,
vi
ronzava
intorno
beata
,
mentre
a
lei
non
era
permesso
di
toccare
un
acino
:
sapeva
però
che
c
'
era
una
canna
,
spaccata
in
cima
,
per
staccare
il
giunco
che
legava
i
grappolo
e
tirarli
giù
in
salvamento
:
la
trovò
,
dietro
l
'
uscio
,
la
sollevò
come
lo
scaccino
quando
accende
in
alto
le
candele
:
l
'
ape
volò
via
,
un
grappolo
fu
afferrato
,
ma
a
metà
discesa
scappò
dei
denti
della
canna
,
cadde
,
si
sciolse
sul
pavimento
come
una
collana
rotta
.
Sulle
prime
ella
si
sbigottì
;
poi
pensò
che
la
mamma
,
la
più
severa
della
casa
,
non
poteva
accorgersi
del
piccolo
disastro
;
e
con
una
pazienza
di
volontà
che
lei
sola
possedeva
,
raccolse
uno
per
uno
gli
acini
,
li
mise
dentro
il
suo
fazzoletto
,
fece
sparire
i
raspi
e
il
giunco
,
ripose
la
canna
,
e
quando
ogni
traccia
del
danno
scomparve
,
pensò
che
sarebbe
anche
lei
stata
buona
,
come
sentiva
raccontare
dai
servi
quando
ritornavano
di
campagna
,
a
commettere
un
furto
,
un
abigeato
,
e
farne
sparire
le
traccie
in
modo
che
nessuno
avrebbe
mai
sospettato
il
vero
colpevole
.
Queste
fantasie
barbariche
non
le
mancavano
nella
mente
;
ma
erano
gli
stessi
servi
e
gli
altri
paesani
che
frequentavano
la
casa
,
e
spesso
anche
i
borghesi
,
i
parenti
,
gli
amici
del
babbo
,
gli
ospiti
che
venivano
dai
paesi
dei
monti
e
delle
valli
,
a
seminarle
nei
fanciulli
curiosi
e
sensibili
coi
racconti
delle
avventure
brigantesche
che
allora
fiorivano
come
un
residuo
di
imprese
e
di
guerriglie
medioevali
,
in
un
raggio
di
chilometri
e
chilometri
intorno
.
Con
questi
fermenti
,
i
ragazzi
però
venivano
su
anche
coraggiosi
,
pronti
a
combattere
coi
malviventi
,
e
le
ragazza
,
anche
se
piccole
,
come
Cosima
,
avevano
già
istinti
di
amazzoni
.
La
educazione
materna
,
tutta
religione
e
austerità
,
smorzava
fin
che
poteva
la
vivezza
interiore
dei
figli
;
e
più
ancora
avrebbe
fatto
quella
paterna
,
poiché
il
capo
della
famiglia
,
il
signor
Antonio
,
era
l
'
uomo
più
mite
e
giusto
della
regione
:
ma
egli
era
troppo
occupato
nei
suoi
affari
,
spinto
dal
bisogno
di
assicurare
una
solida
agiatezza
ai
figli
,
per
potersi
dedicare
anche
alla
loro
ricchezza
spirituale
.
Li
mandava
a
scuola
,
è
vero
,
e
in
sua
presenza
essi
,
sia
per
rispetto
e
affetto
naturali
verso
di
lui
,
sia
per
ipocrisia
,
si
mostravano
buoni
e
beneducati
.
Cosima
,
poi
,
sentiva
per
lui
un
senso
sconfinato
di
confidenza
e
qualche
volta
anche
di
ammirazione
.
Non
si
preoccupò
,
quindi
,
nel
vederlo
apparire
in
alto
,
sul
pianerottolo
del
primo
piano
,
mentre
ella
saliva
il
secondo
rampante
delle
scale
.
Adesso
gli
scalini
erano
di
lavagna
,
bene
illuminati
dalla
finestra
del
pianerottolo
:
e
questo
era
grande
come
una
camera
,
con
un
armadio
a
muro
ricoperto
da
una
tendina
di
percalle
,
la
macchina
da
cucire
e
alcune
sedie
;
e
vi
si
aprivano
gli
usci
della
camera
matrimoniale
e
di
un
'
altra
che
serviva
anch
'
essa
per
gli
ospiti
,
quando
erano
più
di
uno
,
il
che
avveniva
spesso
.
Da
questa
camera
,
che
era
la
meglio
arredata
della
casa
,
con
due
finestre
,
una
sulla
strada
l
'
altra
sul
cortile
,
il
sofà
e
un
tavolino
rotondo
intarsiato
di
legno
bianco
,
usciva
appunto
in
quel
momento
il
signor
Antonio
,
fermandosi
ad
origliare
all
'
uscio
della
moglie
.
Nell
'
accorgersi
della
piccola
Cosima
le
accennò
di
non
far
rumore
:
ed
ella
si
fermò
appoggiata
alla
parte
della
scala
,
intimidita
ma
non
troppo
.
Il
babbo
era
sopra
di
lei
;
le
sembrava
alto
,
quasi
gigantesco
,
mentre
invece
era
piccolo
e
un
po
'
grasso
.
Ma
se
le
gambe
erano
corte
,
il
busto
era
forte
,
grande
,
e
la
testa
grossa
,
calva
,
con
una
ghirlandina
di
ricciolo
già
grigi
che
dalle
orecchie
rosee
pendeva
intorno
alla
nuca
possente
.
E
anche
il
viso
sembrava
a
Cosima
il
più
straordinario
di
tutti
quelli
che
conosceva
:
un
viso
in
realtà
pieno
di
carattere
,
con
la
fronte
alta
,
il
naso
corto
a
scarpa
,
la
bocca
piccola
e
stretta
fra
il
grande
labbro
superiore
e
il
mento
quadrato
.
Glabro
ma
sempre
con
un
po
'
di
prepotente
peluria
sulle
guancie
larghe
,
aveva
,
quel
viso
semplice
di
paesano
diventato
borghese
,
i
segni
e
i
solchi
di
una
intelligenza
e
di
una
saggezza
non
comuni
;
e
gli
occhi
grigi
o
azzurri
o
verdastri
secondo
la
luce
del
momento
,
potevano
essere
quelli
di
un
santo
ma
anche
quelli
di
un
guerriero
.
In
quel
momento
erano
azzurri
,
quasi
riflettendo
il
colore
del
cielo
sopra
la
finestra
,
e
ammiccavano
infantilmente
verso
la
bambina
appoggiata
alla
parete
;
ma
subito
si
fecero
grigi
,
poiché
nella
camera
si
udiva
un
vagito
.
Allora
accennò
a
Cosima
di
salire
e
aprì
l
'
uscio
.
La
bambina
si
sentì
battere
il
cuore
.
Come
faceva
il
padre
a
indovinare
il
suo
desiderio
?
Si
trovò
nella
camera
,
dietro
di
lui
,
e
rivide
le
note
cose
:
il
letto
grande
con
una
sopracoperta
di
percalle
a
fiori
,
la
consolle
di
noce
,
che
era
il
mobile
più
elegante
della
casa
,
i
quadri
,
il
caminetto
bianco
:
ma
tutto
le
parve
mutato
,
come
se
una
luce
di
miracolo
avesse
dato
alle
cose
un
aspetto
diverso
,
d
'
incantamento
,
come
quando
si
vedono
riflesse
nell
'
acqua
od
anche
sui
vetro
spalancati
di
una
finestra
;
e
quel
riverbero
si
spandeva
da
una
fonte
straordinaria
:
da
un
canestro
di
asfodelo
,
deposto
sulla
pietra
del
camino
,
e
dove
,
fra
cuscini
e
pannolini
,
era
la
neonata
.
Fasciata
con
le
manine
dentro
,
come
allora
si
usava
,
aveva
la
testina
coperta
da
una
cuffietta
di
trina
rosa
;
e
da
questa
cuffietta
il
viso
rosso
,
gonfio
,
con
la
bocca
già
spalancata
al
pianto
,
dava
l
'
idea
di
un
boccio
che
si
spacca
per
fiorire
.
Per
Cosima
fu
una
delusione
:
poiché
ella
si
era
immaginata
la
nuova
sorellina
già
tutta
ricciuta
,
bionda
e
levigata
come
il
bambino
che
nel
quadro
sopra
il
letto
era
tenuto
in
braccio
da
un
bonario
e
rossastri
san
Giuseppe
,
e
da
qualunque
parte
lo
si
guardasse
volgeva
gli
occhioni
celesti
come
un
pargolo
vivo
.
La
madre
sonnecchiava
:
lei
sola
non
era
cambiata
,
col
suo
pallido
viso
dal
naso
un
po
'
aquilino
,
la
bocca
già
appassita
e
i
capelli
già
grigi
:
né
giovane
né
vecchia
,
come
la
bambina
l
'
aveva
sempre
conosciuta
;
né
allegra
né
triste
,
quasi
impassibile
e
quasi
enigmatica
.
Quando
al
padre
parve
che
Cosima
avesse
soddisfatto
la
sua
curiosità
,
le
accennò
di
andarsene
;
ed
ella
se
ne
andò
,
ma
profittando
sempre
dell
'
occasione
continuò
ad
esplorare
la
casa
.
Visitò
la
camera
dall
'
altro
lato
del
pianerottolo
;
passò
il
dito
sugli
intarsi
del
vecchio
sofà
le
cui
molle
si
erano
abbassate
.
Le
piacevano
i
mobili
diversi
dai
soliti
di
casa
;
e
invero
anche
le
sedie
imbottite
,
di
noce
e
di
stoffa
verdastra
,
che
completavano
l
'
arredamento
di
quella
camera
quasi
signorile
,
erano
interessanti
;
poiché
il
sedile
era
mobile
e
si
poteva
toglierlo
dal
fondo
della
sedia
per
spazzolarlo
con
comodo
.
Ecco
che
ella
ne
solleva
uno
piano
piano
,
osservandone
l
'
imbottitura
interna
sostenuta
da
striscie
di
grossa
tela
;
e
pensa
che
se
avesse
qualche
cosa
da
nascondere
,
quello
sarebbe
il
posto
migliore
.
Nascondere
!
Questa
,
anche
,
era
una
delle
sue
più
segrete
e
forti
aspirazioni
,
e
questa
,
anche
,
si
spiegò
più
tardi
,
collegandola
all
'
istinto
degli
avi
che
vivevano
sulle
montagne
e
nascondevano
le
loro
cose
per
sottrarle
alla
rapina
dei
nemici
.
Poi
ritornò
sulla
scala
;
altre
cose
interessanti
,
per
lei
,
erano
una
finestrina
vuota
aperta
sulla
parete
interna
fra
una
rampata
e
l
'
altra
,
e
,
affaciandovisi
,
ella
fantasticava
un
precipizio
,
una
cascata
di
lava
soffermatasi
con
quei
gradini
azzurrognolo
;
e
sopra
tutto
una
finestra
più
grande
,
segnata
ma
non
aperta
sull
'
alto
della
parere
che
finiva
sul
soffitto
.
Chi
aveva
segnato
quell
'
apertura
che
non
si
apriva
,
quel
rettangolo
scavato
sul
muro
che
,
se
sfondato
,
avrebbe
lasciato
vedere
un
grande
orizzonte
di
cielo
e
di
lontananza
?
Forse
era
stato
un
capriccio
del
muratore
,
forse
si
pensava
a
una
sopraelevazione
della
casa
,
cui
sarebbe
stata
poi
utile
quell
'
apertura
:
ad
ogni
modo
,
Cosima
si
incantava
ogni
volta
a
guardarla
;
l
'
apriva
con
la
sua
fantasia
,
e
mai
in
vita
sua
vide
un
orizzonte
più
ampio
e
favoloso
di
quello
che
si
immaginava
nello
sfondo
di
quel
segno
polveroso
e
pieno
di
ragnatele
.
Però
,
anche
l
'
armadio
a
muro
del
pianerottolo
,
era
della
stessa
famiglia
;
e
poiché
nella
camera
della
madre
s
'
era
di
nuovo
fatto
silenzio
,
ella
ridiscese
cauta
,
e
sollevò
la
tendina
di
percalle
a
fiori
rossi
e
gialli
.
Tante
cose
straordinarie
arricchivano
le
due
mensole
trasversali
:
a
quella
più
alta
Cosima
non
poteva
arrivarci
,
e
doveva
allontanarsi
di
due
passi
per
vederci
bene
;
ed
era
giusto
che
le
cose
lassù
non
dovessero
toccarsi
,
come
non
si
toccano
i
sacri
oggetti
dell
'
altare
.
Con
l
'
altare
la
mensola
aveva
qualche
rassomiglianza
,
coi
quattro
candelabri
in
fila
,
due
di
ottone
,
due
di
rame
;
e
in
mezzo
un
vaso
di
vetro
;
ma
l
'
oggetto
più
meraviglioso
era
un
grande
piatto
di
cristallo
,
finemente
inciso
come
nel
diamante
appoggiato
alla
parete
di
fondo
;
Cosima
non
ricordava
di
averlo
mai
veduto
adoperare
,
e
neppure
aveva
un
'
idea
dell
'
uso
che
poteva
farsene
;
questo
lo
rendeva
più
raro
,
quasi
misterioso
:
le
pareva
,
vagamente
,
un
simbolo
,
un
piatto
sacro
,
proveniente
da
antichi
tesori
,
e
magari
una
immagine
del
sole
,
della
luna
,
dell
'
ostensorio
quando
il
sacerdote
lo
innalza
e
lo
fa
vedere
alle
folle
adoranti
.
E
lei
lo
adorava
davvero
quel
piatto
,
alto
,
intoccabile
;
lo
adorava
,
-
e
questo
anche
lo
capì
molto
più
tardi
,
-
perché
rappresentava
l
'
arte
e
la
bellezza
.
Nella
mensola
di
sotto
c
'
erano
stoviglie
,
ampolle
,
e
alcune
tazze
per
caffè
,
bellissime
anch
'
esse
,
dipinte
di
rose
pallide
e
dorature
delicate
;
e
i
relativi
cucchiaini
di
ottone
,
col
manico
lavorato
;
fin
qui
il
dito
di
Cosima
poteva
arrivare
,
ma
solo
il
dito
,
per
sfiorare
una
rosellina
sul
candore
della
porcellana
,
come
si
sfiora
una
rosa
vera
che
è
proibito
di
cogliere
;
poi
la
tenda
ricade
,
come
un
sipario
,
su
quell
'
altare
,
su
quel
giardino
;
ed
ella
ritorna
sulla
scala
,
conta
i
gradini
,
è
sull
'
ultimo
pianerottolo
,
quasi
eguale
a
quello
di
sotto
;
ma
invece
dell
'
armadio
a
muro
c
'
è
qui
un
'
altra
comodità
:
due
fornelli
,
caso
mai
si
dovesse
un
giorno
servirsi
di
quell
'
ambiente
per
uso
di
cucina
.
E
la
piccola
sognatrice
pensa
che
un
giorno
dovrà
anche
lei
sposarsi
,
come
la
madre
,
come
le
zie
,
e
abitare
lassù
.
E
in
quei
fornelli
manipolare
i
cibi
per
sé
e
la
famiglia
.
Per
adesso
le
due
camere
,
a
destra
e
a
sinistra
,
coi
pavimenti
di
legno
quasi
ancora
grezzo
,
sono
le
più
povere
della
casa
;
con
lettini
di
ferro
,
i
paglierecci
pieni
di
foglie
crepitanti
di
granone
,
una
tavola
,
alcune
sedie
.
Ma
in
quella
dei
ragazzi
esiste
pure
una
grande
ricchezza
;
uno
scaffale
pieno
di
libri
:
libri
vecchi
e
libri
nuovi
,
alcuni
di
scuola
,
altri
comprati
da
Santus
nell
'
unica
libreria
della
piccola
città
.
Cosima
non
sa
ancora
leggere
,
ma
capisce
le
figure
,
e
sebbene
anche
qui
sia
proibito
di
toccare
,
apre
piano
piano
un
grande
libro
di
fogli
grossi
,
anzi
di
cartoni
color
cilestrino
,
tutti
segnati
di
punti
gialli
,
ch
'
ella
sa
che
cosa
sono
:
sono
le
stelle
,
nell
'
atlante
celeste
.
Dopo
di
che
non
le
rimane
che
guardare
dalle
finestre
aperte
;
una
sulla
strada
,
l
'
altra
sullo
spazio
dell
'
orto
e
poi
su
degli
orti
attigui
,
fin
dove
questi
scendono
alla
valle
invisibile
,
dalla
quale
si
sollevano
i
monti
:
monti
grigi
vicini
,
con
macchie
di
boschi
,
con
profili
marcati
di
roccie
,
con
torri
di
granito
:
monti
più
lontani
,
di
calcare
azzurrognolo
,
quasi
luminosi
al
sole
di
maggio
;
e
altri
monti
ancora
,
più
alti
,
più
azzurri
,
evanescenti
,
monti
di
leggenda
e
di
sogno
.
La
finestra
che
guarda
è
meno
pittoresca
,
ma
anch
'
essa
interessante
e
viva
.
Solo
un
breve
marciapiede
corre
davanti
la
casa
:
il
resto
della
strada
è
selciato
di
ciottoli
,
con
una
cunetta
centrale
per
lo
scolo
dell
'
acqua
piovana
.
Le
case
sono
abbastanza
civili
;
appartengono
quasi
tutte
ai
parenti
del
signor
Antonio
.
Quella
in
fondo
è
del
fratello
prete
,
don
Ignazio
tabaccone
e
trasandato
;
poi
viene
quella
di
zia
Paolina
,
vedova
benestante
con
figli
pastori
e
agricoltore
;
poi
anche
quella
di
zia
Tonia
,
anche
lei
benestante
,
con
un
figlio
che
studia
per
droghiere
.
Il
padre
di
questo
ragazzo
è
morto
,
tuttavia
zia
Tonia
non
è
vedova
;
poiché
ha
preso
un
secondo
marito
,
ma
dopo
un
mese
di
matrimonio
lo
ha
cacciato
via
di
casa
,
e
infine
si
è
separata
legalmente
da
lui
;
è
una
donna
simpatica
,
energica
,
intelligente
,
e
le
persone
più
gioviali
del
quartiere
la
visitano
giornalmente
nelle
ore
di
riposo
;
giocano
a
carte
,
discutono
,
combinano
burle
,
mascherate
di
carnevale
,
tengono
allegro
tutto
il
vicinato
.
La
casa
più
importante
è
però
quella
abitata
dal
canonico
,
di
fronte
:
un
vero
fortilizio
,
con
cortili
e
giardini
interni
,
uno
dei
quali
,
quasi
pensile
,
pieno
di
rose
,
di
melograni
,
con
un
gelso
alto
carico
di
piccolo
frutti
violetti
.
Di
là
si
stende
un
panorama
di
case
e
casupole
che
formano
il
quartiere
più
caratteristico
e
popolare
della
piccola
città
,
e
il
campanile
bianco
della
chiesa
del
Rosario
emerge
sopra
i
tetti
bassi
e
scuri
come
un
faro
tra
gli
scogli
.
Adesso
il
signor
Antonio
è
nella
stanza
al
pianterreno
,
seduto
allo
scrittoio
,
e
sbriga
la
sua
corrispondenza
,
adoperando
certi
grandi
fogli
a
quadretti
che
,
scritta
con
la
sua
nitida
e
sobria
calligrafia
la
lettera
,
egli
piega
in
modo
da
formare
una
busta
e
questa
ferma
e
sigilla
con
certe
piccole
ostie
colorate
che
sono
una
delle
altre
attrazioni
di
Cosima
.
La
corrispondenza
riguarda
quasi
tutta
affari
abbastanza
ingenti
;
una
delle
lettere
è
indirizzata
a
uno
spedizioniere
della
costa
,
che
si
occupa
di
caricare
su
un
battello
mercantile
partite
di
carbone
vegetale
e
di
cenere
spedite
dal
signor
Antonio
;
un
'
altra
per
un
proprietario
che
vuol
vendere
un
bosco
,
appunto
per
il
taglio
da
ridurre
a
carbone
e
cenere
;
un
'
altra
ad
un
capomacchia
dell
'
Appennino
pistoiese
,
che
deve
arrivare
con
un
nucleo
di
operai
sul
posto
,
specializzati
per
la
lavorazione
delle
carbonaie
.
Ma
c
'
è
anche
una
lettera
di
amicizia
,
per
il
signor
Francesco
,
possidente
,
di
un
paese
distante
cinque
ore
di
viaggio
a
cavallo
dalla
piccola
città
.
Da
tanti
anni
il
signor
Antonio
e
il
signor
Francesco
sono
amici
,
anzi
compari
,
poiché
il
secondo
ha
tenuto
a
battesimo
la
piccola
Cosima
;
adesso
l
'
amico
gli
scrive
per
annunziargli
la
nascita
dell
'
ultima
bambina
,
e
lo
invita
per
la
nuova
festa
battesimale
.
Poi
cominciarono
ad
arrivare
le
visite
.
Dapprima
fu
don
Sebastiano
,
il
fratello
della
puerpera
.
In
quel
tempo
i
preti
sceglievano
la
loro
carriera
per
non
saper
che
altro
fare
;
ma
lo
zio
Sebastiano
,
sebbene
di
famiglia
povera
,
aveva
scelta
la
sua
per
vocazione
sincera
.
Era
un
uomo
intelligente
e
anche
colto
,
che
sapeva
di
lettere
e
di
latino
,
tanto
che
una
volta
,
essendo
stato
a
Roma
,
con
un
sacerdote
polacco
che
non
conosceva
l
'
italiano
si
erano
perfettamente
intesi
nella
lingua
di
Cicerone
.
Al
contrario
dell
'
altro
prete
di
famiglia
,
don
Ignazio
,
fratello
del
signor
Antonio
,
egli
amava
la
povertà
,
era
di
umore
allegro
,
e
l
'
unica
sua
debolezza
era
di
mandar
giù
,
fin
dalla
mattina
,
bicchierini
di
acquavite
e
di
vino
buono
.
Fu
Cosima
a
riceverlo
,
poiché
il
padre
finiva
le
sue
lettere
:
egli
sedette
a
gambe
aperte
,
nella
stanza
da
pranzo
,
tirando
su
la
sottana
sui
pantaloni
neri
sui
quali
pendevano
due
larghe
tasche
colme
di
carte
,
di
libri
e
di
altre
cose
;
mise
il
cappello
sulla
sedia
accanto
e
il
suo
viso
roseo
e
sodo
,
col
naso
corto
,
s
'
illuminò
di
gioia
quando
la
serva
gli
portò
un
calice
di
vino
bianco
.
Anche
la
manina
piccola
gli
si
era
avvicinata
con
confidenza
,
e
tirava
una
di
quelle
tasche
misteriose
che
attiravano
a
lui
i
fanciulli
come
comandava
Gesù
:
anzi
,
la
manina
di
lei
s
'
introdusse
nella
spaccatura
di
quella
specie
di
bisaccia
,
e
ne
trasse
un
piccolo
dolce
schiacciato
nel
suo
involucro
di
carta
velina
.
Cosima
volle
sgridarla
;
le
diede
un
colpettino
sulla
mano
,
ma
avrebbe
voluto
frugare
anche
lei
,
e
più
a
fondo
,
nelle
tasche
dello
zio
.
Egli
lasciava
fare
,
ridendo
;
poi
prese
entrambe
le
bambine
fra
le
sue
gambe
e
le
strinse
piuttosto
forte
,
mentre
traeva
dolci
,
frutta
secche
e
giuggiole
dalla
profondità
delle
saccocce
.
Ne
trasse
anche
due
numeri
della
Unità
cattolica
,
il
giornale
listato
a
nero
per
il
lutto
del
perduto
potere
temporale
del
pontefice
,
e
li
porse
al
signor
Antonio
,
entrato
in
qual
momento
.
Era
il
solo
giornale
che
essi
leggevano
,
passandoselo
uno
con
l
'
altro
;
e
anche
quella
mattina
discussero
l
'
articolo
di
fondo
di
don
Margotti
,
e
poi
la
critica
acerba
che
si
faceva
alla
moglie
di
un
ministro
del
Governo
usurpatore
;
poiché
la
signora
era
intervenuta
ad
una
festa
da
ballo
con
un
vestito
che
si
diceva
costasse
la
favolosa
somma
di
venti
mila
lire
.
Poi
andarono
tutti
,
comprese
le
bambine
che
si
attaccavano
alla
sottana
dello
zio
come
a
quella
di
una
donna
,
a
vedere
la
puerpera
.
Fu
,
quello
,
un
inverno
lungo
e
crudelissimo
,
quale
mai
non
s
'
era
conosciuto
.
Prima
venne
una
gran
neve
che
seppellì
i
monti
e
i
paesi
;
davanti
alla
casa
si
alzò
,
in
una
notte
,
oltre
un
metro
e
si
dovette
praticare
una
scia
,
in
mezzo
,
per
poter
passare
senza
affondarsi
.
I
ragazzi
,
sulle
prime
,
erano
felici
,
specialmente
quelli
che
avevano
la
scusa
di
non
andare
a
scuola
.
Andrea
fece
nell
'
orto
una
grande
statua
monumentale
,
con
due
castagne
per
pupille
e
un
berretto
di
pelo
in
testa
:
Santus
invece
tentò
di
andare
a
scuola
,
ma
dovette
tornare
indietro
perché
le
Scuole
erano
in
un
antico
Convento
al
limite
estremo
della
cittadina
e
la
neve
era
così
alta
che
non
ci
si
poteva
arrivare
.
Allora
lo
studente
si
chiuse
nella
camera
alta
,
con
un
freddo
siberiano
,
e
si
mise
a
studiare
.
Quella
che
più
si
divertiva
era
Cosima
.
Per
la
prima
volta
vedeva
la
neve
in
tutta
la
sua
terribile
bellezza
,
e
le
cose
le
sembravano
infinitamente
grandi
,
trasformate
in
nuvole
.
Un
altro
spettacolo
per
lei
meraviglioso
era
il
fuoco
.
Tutti
i
camini
erano
accesi
e
anche
il
focolare
centrale
della
cucina
;
pareva
che
la
fiamma
scaturisse
naturale
dal
pavimento
,
piegandosi
di
qua
e
di
là
curiosa
e
quasi
desiderosa
di
staccarsi
e
correre
intorno
;
il
fumo
saliva
verso
il
soffitto
e
verso
ogni
apertura
,
ma
tornava
indietro
come
respinto
dal
freddo
di
fuori
,
e
allora
si
faceva
dispettoso
e
annoiava
la
gente
.
Per
fortuna
un
servo
era
tornato
il
giorno
prima
dal
seminerio
,
cioè
dai
campi
ove
seminava
il
grano
,
e
adesso
,
bloccato
dalla
neve
,
restava
in
casa
e
si
rendeva
utile
in
cento
modi
:
spezzava
la
legna
sotto
la
tettoia
,
badava
al
cavallo
confinato
nella
stalla
,
al
maiale
e
alle
galline
rattrappite
dal
freddo
,
attizzava
il
fuoco
,
attingeva
l
'
acqua
dal
pozzo
,
e
infine
andò
anche
in
cerca
di
un
po
'
di
carne
per
fare
il
brodo
ai
padroni
.
Le
altre
provviste
erano
tutte
in
casa
,
e
non
c
'
era
da
aver
paura
anche
se
la
neve
durava
per
settimane
intere
.
Verso
sera
infatti
ricominciò
a
cadere
,
fitta
e
incessante
;
furono
chiuse
e
sprangate
porte
e
finestre
,
quasi
contro
un
nemico
,
e
nel
silenzio
profondo
le
voci
della
casa
vibrarono
come
in
un
rifugio
di
montagna
.
Nella
stanza
da
pranzo
,
c
'
era
anche
un
braciere
intorno
al
quale
sedevano
la
madre
e
le
bambine
:
Cosima
cercò
di
prender
posto
fra
le
sorelle
,
ma
le
due
,
al
solito
,
la
respinsero
e
la
punzecchiarono
,
nonostante
i
rimproveri
della
madre
:
paziente
e
silenziosa
ella
si
ritrasse
e
se
ne
andò
in
cucina
.
Lì
si
stava
forse
meglio
,
sebbene
il
fumo
continuasse
a
velare
l
'
ambiente
.
La
serva
sedeva
davanti
al
camino
e
già
sonnecchiava
,
mentre
il
servo
stava
lontano
dal
fuoco
,
poiché
un
uomo
forte
non
ha
e
non
deve
avere
freddo
,
e
,
per
spirito
d
'
imitazione
,
Andrea
gli
sedeva
accanto
,
entrambi
su
due
seggioline
basse
.
Cosima
a
sua
volta
sedette
a
fianco
della
serva
e
le
posò
la
testa
sul
grembo
un
po
'
grasso
e
tiepido
.
Il
servo
era
un
uomo
dei
paesi
:
si
chiamava
Proto
;
basso
e
tozzo
,
con
una
gran
barba
rossiccia
quadrata
e
gli
occhi
verdognoli
,
aveva
un
aspetto
quasi
fratesco
;
e
infatti
era
molto
religioso
e
semplice
,
di
una
innata
bontà
francescana
;
raccontava
sempre
storie
di
Santi
,
sebbene
Andrea
e
la
stessa
Cosima
preferissero
leggende
o
racconti
briganteschi
:
ma
questi
egli
li
lasciava
all
'
altro
servo
,
che
era
amico
dei
latitanti
ed
anche
dei
banditi
:
per
contentare
i
padroncini
Proto
sceglieva
una
via
di
mezzo
e
narrava
certe
lunghe
favole
che
sembravano
romanzi
.
-
Questa
,
-
diceva
quella
sera
,
-
non
è
inventata
:
è
proprio
vera
,
ed
è
accaduta
quando
io
ero
bambino
.
Al
mio
paese
l
'
inverno
è
più
lungo
e
rigido
di
questo
,
perché
stiamo
sui
monti
,
e
i
pastori
devono
scendere
con
le
greggie
a
svernare
in
pianura
,
le
donne
non
escono
mai
di
casa
,
i
mufloni
scendono
dalle
cime
in
cerca
di
cibo
.
-
Anche
i
lupi
?
-
domanda
Andrea
.
-
No
,
lupi
non
ce
ne
sono
.
Siamo
gente
buona
,
noi
,
e
anche
le
bestie
sono
buone
.
Non
c
'
è
animale
più
dolce
del
muflone
,
che
è
una
specie
di
capra
selvatica
,
ma
più
bello
e
agile
della
capra
;
e
assolutamente
innocuo
.
I
cacciatori
che
lo
prendono
,
e
vengono
anche
molto
di
lontano
per
questo
,
sono
più
crudeli
del
più
selvatico
di
essi
.
Una
volta
,
dunque
,
uno
di
questi
buoni
animali
,
spinto
dalla
fame
,
scese
fino
all
'
ultima
casa
del
paese
e
vi
si
aggirò
intorno
tutta
la
notte
.
Ora
dovete
sapere
che
in
quella
casa
viveva
una
fanciulla
il
cui
fidanzato
,
ricco
pastore
di
pecore
,
era
un
mese
avanti
partito
per
i
pascoli
del
sud
:
ma
durante
il
viaggio
si
era
ammalato
,
di
polmonite
,
e
adesso
giaceva
in
un
paese
lontano
,
mentre
i
suoi
servi
continuavano
il
viaggio
col
gregge
.
Il
dolore
più
grave
opprimeva
la
ragazza
:
avrebbe
voluto
raggiungere
il
fidanzato
,
ma
i
genitori
non
lo
permettevano
.
Quindi
piangeva
sempre
e
alla
notte
non
dormiva
.
Sentì
dunque
il
lieve
fruscìo
che
il
muflone
destava
intorno
alla
casa
.
Sulle
prime
si
spaventò
,
credendo
fossero
i
ladri
;
poi
pensò
che
forse
il
fidanzato
era
morto
e
il
suo
spirito
,
ritornato
nei
luoghi
della
loro
felicità
,
la
cercasse
.
Allora
si
alzò
e
aprì
la
finestra
.
La
notte
era
fredda
,
ma
serena
e
senza
neve
.
La
luna
illuminava
la
china
del
monte
,
che
scendeva
fino
alla
casa
:
e
in
quel
chiarore
la
ragazza
vide
il
muflone
,
che
frugava
qua
e
là
in
cerca
di
cibo
:
era
una
graziosa
bestia
,
col
pelo
color
rame
lucidato
dal
freddo
,
gli
occhi
grandi
e
dolci
scintillanti
alla
luna
.
Ella
pensò
:
è
certamente
il
suo
spirito
,
che
ha
preso
questa
forma
e
viene
a
salutarmi
prima
di
andarsene
all
'
altro
mondo
.
Scese
al
pian
terreno
e
socchiuse
la
porta
:
la
bestia
,
però
,
fuggì
.
Allora
lei
si
mise
il
cappuccio
e
andò
verso
una
muriccia
sotto
la
china
del
monte
:
il
muflone
non
tornava
,
ed
ella
si
persuase
che
non
era
lo
spirito
.
Rientrò
in
casa
,
e
mise
fuori
della
porta
un
canestro
con
fieno
ed
orzo
:
e
poco
dopo
sentì
il
ruminare
del
muflone
affamato
.
La
notte
dopo
fu
la
stessa
cosa
.
La
terza
notte
ella
lasciò
la
porta
aperta
e
mise
il
canestro
sulla
soglia
.
Seduta
accanto
al
focolare
,
vide
la
bestia
avanzarsi
,
tornare
indietro
,
avanzarsi
ancora
e
mangiare
.
Alla
quarta
notte
mise
il
canestro
nell
'
interno
della
cucina
,
accanto
alla
porta
spalancata
:
e
la
bestia
si
fece
coraggio
ed
entrò
.
Così
,
un
po
'
alla
volta
,
divennero
amici
;
ed
ella
si
affezionò
talmente
al
suo
protetto
,
che
provò
quasi
sollievo
alla
sua
pena
.
Lo
aspettava
tutte
le
notti
,
come
un
innamorato
,
e
se
esso
tardava
s
'
inquietava
per
lui
.
Non
raccontava
a
nessuno
l
'
avventura
,
per
timore
che
qualcuno
molestasse
la
bestia
:
la
raccontò
solo
al
fidanzato
,
quando
tornò
,
guarito
,
in
primavera
;
e
Alessio
,
così
si
chiamava
il
giovine
,
divenne
stranamente
geloso
.
Ma
il
muflone
,
adesso
,
non
scendeva
più
dai
monti
:
non
aveva
più
fame
;
inoltre
,
nel
tempo
bello
la
gente
stava
fuori
e
poteva
dargli
la
caccia
.
La
fanciulla
credette
di
non
rivederlo
più
:
si
sposò
in
autunno
;
e
ai
primi
d
'
inverno
lo
sposo
dovette
ripartire
con
la
greggia
,
i
servi
,
i
cani
.
Ed
ecco
,
la
notte
stessa
,
freddissima
notte
di
gelo
,
il
muflone
ritornò
:
ella
lo
sentì
battere
le
corna
alla
porta
e
scese
ad
aprire
col
cuore
che
le
pulsava
come
per
un
appuntamento
clandestino
.
La
storia
ricominciò
:
il
muflone
si
aggirava
famigliarmente
nella
cucina
,
come
un
cane
,
si
avvicinava
al
fuoco
;
e
la
sposa
gli
raccontava
sottovoce
tutte
le
sue
vicende
.
Ella
non
era
superstiziosa
;
non
credeva
,
come
altre
donne
del
paese
,
che
gli
spiriti
e
spesso
anche
gli
uomini
vivi
si
trasformino
in
bestie
,
specialmente
di
notte
:
ci
aveva
creduto
un
momento
,
al
primo
apparire
del
muflone
,
quando
si
sentiva
infelice
per
la
malattia
del
fidanzato
;
ma
adesso
che
era
felice
pensava
che
la
bestia
per
sé
stessa
era
una
creatura
straordinaria
,
sì
,
ma
semplicemente
bestia
,
che
le
voleva
bene
.
E
anche
lei
gliene
voleva
;
avrebbe
voluto
tenerselo
in
casa
;
le
dispiaceva
però
tenerlo
prigioniero
e
così
,
dopo
la
solita
visita
,
gli
riapriva
la
porta
.
E
adesso
viene
la
cosa
importante
.
Per
Natale
tornò
lo
sposo
.
Ella
fu
incerta
se
raccontargli
o
no
la
sua
avventura
:
però
non
nascose
una
certa
inquietudine
,
e
,
come
nelle
prime
notti
,
mise
il
canestro
col
fieno
e
l
'
orzo
fuori
della
porta
.
Il
mattino
dopo
lo
trovò
intatto
:
segno
che
la
bestia
non
era
venuta
.
E
non
tornò
,
per
tutte
le
notti
che
lo
sposo
restò
in
paese
.
Allora
un
senso
di
superstizione
riprese
la
giovine
donna
.
Si
,
certo
,
il
muflone
doveva
avere
qualche
cosa
di
umano
:
dimostrava
troppa
intelligenza
per
essere
solamente
un
animale
selvatico
.
D
'
altra
parte
ella
pensava
che
potevano
averlo
ucciso
,
e
ne
provava
un
vago
dolore
.
Lo
sposo
se
ne
accorgeva
,
e
non
sapeva
se
riderne
o
irritarsi
:
poiché
qualcuno
gli
aveva
riferito
che
una
voce
correva
in
paese
:
cioè
che
la
sposa
,
sebbene
da
così
poche
settimane
maritata
,
apriva
la
notte
la
porta
a
un
uomo
misterioso
,
venuto
di
lontano
,
che
correva
in
modo
da
non
lasciarsi
distinguere
.
Ed
ecco
il
giovane
marito
riparte
;
la
casetta
rimane
di
nuovo
triste
senza
di
lui
;
il
paese
è
coperto
di
neve
.
La
sposa
veglia
;
aspetta
il
suo
amico
,
ma
senza
troppa
speranza
di
rivederlo
.
Invece
il
muflone
,
come
avvertito
da
un
istinto
sovrannaturale
,
ritorna
:
ella
lo
accoglie
tremante
,
lo
nutre
,
lo
accarezza
,
lo
sente
palpitare
e
ansare
,
quasi
aspetta
di
sentirlo
parlare
.
E
osserva
che
la
bestia
,
questa
volta
,
non
ha
fretta
di
andarsene
.
E
ancora
ella
è
tentata
di
tenerselo
in
casa
;
che
male
ci
sarebbe
!
Finalmente
si
decide
a
riaprire
la
porta
,
e
l
'
amico
riparte
:
un
minuto
,
e
di
dietro
dalla
muriccia
bianca
di
neve
parte
un
colpo
di
fucile
:
la
bestia
cade
;
nel
silenzio
grande
si
sentono
i
cani
abbaiare
e
qualche
finestrina
si
apre
:
la
sposa
ha
un
presentimento
;
aspetta
che
tutto
sia
di
nuovo
quieto
;
esce
;
al
chiarore
della
neve
si
avanza
fino
alla
muriccia
e
trova
il
muflone
ucciso
,
con
gli
occhioni
spalancati
che
brillano
ancora
di
dolore
.
Ella
lo
coprì
di
neve
,
con
le
sue
mani
;
poi
tutta
la
notte
pianse
.
Non
si
accennò
all
'
avventura
;
e
quando
le
nevi
si
sciolsero
e
fu
ritrovata
la
spoglia
del
muflone
lo
si
credette
morto
di
fame
e
di
assideramento
.
Non
se
ne
parlò
più
;
neppure
col
marito
,
quando
egli
fu
di
ritorno
;
ma
una
cosa
terribile
accadde
.
In
settembre
nacque
alla
giovane
sposa
un
bambino
:
era
bello
,
coi
capelli
color
rame
e
gli
occhi
grandi
e
dolci
come
quelli
del
muflone
:
ma
era
sordomuto
.
La
storia
piacque
a
Cosima
.
Col
capo
appoggiato
al
grembo
della
serva
,
credeva
di
sognare
:
vedeva
il
paese
di
Proto
,
con
le
case
coperte
di
assi
annerite
dal
tempo
,
e
i
monti
scintillanti
di
neve
e
di
luna
;
ma
sopra
tutto
le
destava
una
impressione
profonda
,
quasi
fisica
,
il
mistero
della
favola
,
quel
silenzio
finale
,
grave
di
cose
davvero
grandiose
e
terribili
,
il
mito
di
una
giustizia
sovrannaturale
,
l
'
eterna
storia
dell
'
errore
,
del
castigo
,
del
dolore
umano
.
La
neve
durò
parecchi
giorni
;
più
disastroso
fu
un
periodo
di
pioggie
torrenziali
che
per
quattordici
giorni
diluviarono
ininterrottamente
,
accompagnate
da
raffiche
di
scirocco
quasi
calde
.
Adesso
il
fumo
non
tentava
neppure
di
uscire
dalla
cucina
;
la
pioggia
penetrava
dalle
finestre
,
sgocciolava
dai
tetti
;
una
vera
sorgente
scaturì
dalla
cantina
e
il
signor
Antonio
dovette
in
fretta
far
costruire
dal
fabbro
-
stagnaio
un
tubo
di
ferro
e
prendere
due
uomini
per
scaricare
l
'
acqua
della
cantina
nella
strada
.
Anche
la
strada
era
diventata
un
torrente
;
l
'
orto
uno
stagno
:
si
aveva
l
'
impressione
di
essere
in
una
barca
che
faceva
acqua
da
tutte
le
parti
.
Poi
le
ragazze
si
ammalarono
:
anche
Cosima
si
sentì
stringere
la
gola
,
fu
assalita
da
una
febbre
altissima
e
cominciò
a
sognare
le
cose
più
strane
e
spaventose
.
Giaceva
nel
letto
della
camera
a
pian
terreno
,
e
nei
momenti
di
lucidità
vedeva
il
viso
pallido
della
madre
piegarsi
sul
suo
e
ne
provava
un
senso
di
frescura
come
se
una
ninfea
umida
la
sfiorasse
:
ma
un
giorno
,
il
giorno
di
Sant
'
Antonio
,
grosse
gocce
di
rugiada
parvero
cadere
da
quel
fiore
:
era
ardente
,
però
,
quella
rugiada
;
e
Cosima
ne
sentì
anche
il
sapore
salato
:
il
sapore
del
più
grande
dolore
che
possa
colpire
una
donna
.
Venne
una
parente
,
per
domandare
come
stavano
le
ragazze
;
entrando
,
per
non
dimostrare
inquietudine
,
domandò
con
voce
allegra
:
-
Oggi
è
la
festa
del
padrone
di
casa
:
farete
banchetto
:
dov
'
è
il
porcellino
di
latte
?
-
Il
porcellino
per
la
festa
è
su
,
in
camera
delle
bambine
,
-
disse
la
madre
,
con
voce
rauca
.
E
la
parente
andò
a
vedere
:
era
morta
Giovanna
,
la
più
bella
di
tutte
le
cinque
sorelline
.
Dopo
la
morte
di
Giovanna
,
l
'
umore
della
mamma
cambiò
.
Era
stata
sempre
seria
;
adesso
diveniva
melanconica
,
taciturna
,
chiusa
in
un
mondo
tutto
suo
;
badava
ai
figli
e
alle
cose
domestiche
,
ma
con
una
freddezza
quasi
meccanica
,
con
scrupoli
di
un
dovere
dal
quale
non
si
aspetta
nessun
premio
.
Era
giovane
ancora
,
bella
,
ben
fatta
,
sebbene
di
piccola
statura
;
ma
a
volte
sembrava
vecchia
,
piegata
,
stanca
.
Forse
il
mistero
della
sua
tristezza
derivava
dal
fatto
ch
'
ella
si
era
sposata
senza
amore
,
ad
un
uomo
di
venti
anni
più
vecchio
di
lei
,
che
la
circondava
di
cure
,
che
viveva
solo
per
lei
e
la
famiglia
,
ma
non
poteva
darle
la
soddisfazione
e
il
piacere
dei
quali
tutte
le
donne
giovani
hanno
bisogno
.
Ed
ella
non
poteva
procurarseli
fuori
del
recinto
domestico
:
non
poteva
,
per
dovere
innato
.
Aveva
una
volta
amato
?
Si
diceva
che
,
sì
,
prima
di
sposarsi
,
avesse
corrisposto
ad
un
giovine
povero
:
nessuno
sapeva
però
chi
era
,
e
forse
neppure
esisteva
.
Ci
sono
mole
donne
che
vivono
del
ricordo
di
un
amore
fantastico
;
e
l
'
amore
vero
è
per
esse
un
mistero
grande
e
inafferrabile
come
quello
della
divinità
.
Inoltre
la
famiglia
della
mamma
era
tutta
un
po
'
strana
.
Il
padre
,
d
'
origine
straniera
,
chi
diceva
genovese
,
chi
addirittura
spagnuolo
,
aveva
fatto
un
po
'
tutti
i
mestieri
:
in
ultimo
,
proprietario
di
una
casa
e
di
un
piccolo
podere
nella
valle
,
si
era
ritirato
in
questo
,
in
una
capanna
,
e
viveva
da
eremita
,
coltivando
la
poca
terra
e
allevando
uccelli
e
gatti
selvatici
.
Eppure
i
figli
erano
venuti
su
bene
,
perché
la
loro
piccola
madre
li
educava
santamente
:
uno
era
prete
,
l
'
altro
segretario
comunale
in
un
paese
del
circondario
:
le
figlie
sposate
:
ma
tutti
avevano
un
carattere
diverso
da
quello
degli
abitanti
del
luogo
;
mattoidi
,
li
chiamavano
,
questi
altri
abitanti
beffardi
e
scrutatori
,
mentre
i
figli
dell
'
eremita
erano
distratti
e
sognatori
e
quando
parlavano
dicevano
sempre
parole
di
tagliente
verità
.
Fra
questa
gente
e
in
questo
ambiente
è
cresciuta
dunque
la
piccola
Cosima
:
adesso
ha
sette
anni
e
va
anche
lei
a
scuola
,
con
la
sorella
maggiore
che
ripete
la
quarta
elementare
.
Il
viaggio
,
per
arrivare
al
Convento
che
serve
da
scuola
,
è
tutto
avventuroso
per
lei
:
bisogna
scendere
per
strade
anguste
male
selciate
,
attraverso
casette
di
povera
gente
,
fino
alla
piazza
,
dove
è
il
quartiere
aristocratico
,
con
case
alte
,
balconi
,
tende
inamidate
alle
finestre
.
Siedono
per
terra
,
in
un
lato
della
piazza
,
le
erbivendole
coi
loro
cestini
di
verdura
:
per
lo
più
sono
serve
,
che
vendono
i
prodotti
degli
orti
dei
loro
padroni
,
e
raccontano
i
fatti
di
questi
;
a
volte
c
'
è
anche
un
carro
che
viene
dai
paesi
della
costa
,
carico
di
pesce
,
o
di
cocomeri
e
di
melloni
;
allora
è
un
accorrere
di
compratori
golosi
,
e
lo
stesso
signor
Antonio
,
se
gli
capita
,
acquista
un
chilogramma
di
cefali
o
un
popone
fragrante
e
lo
porta
a
casa
dentro
il
fazzolettone
a
scacchi
.
Dalla
piazza
lo
stradone
provinciale
,
che
attraversa
il
paese
,
prende
il
nome
di
Via
Maggiore
:
c
'
è
un
lungo
palazzo
signorile
,
che
con
le
sue
logge
e
i
suoi
cornicioni
forma
la
meraviglia
di
Cosima
;
c
'
è
,
più
giù
,
il
caffè
con
le
porte
vetrate
e
,
dentro
,
gli
specchi
e
i
divani
,
altra
meraviglia
di
Cosima
:
e
qua
e
là
negozi
e
mercerie
,
botteghe
di
panno
e
botteghe
di
commestibili
:
ma
quella
che
più
interessa
la
nostra
scolaretta
è
la
libreria
del
signor
Carlino
,
dove
si
vendono
i
quaderni
,
l
'
inchiostro
,
i
pennini
;
tutte
quelle
cose
magiche
,
insomma
,
con
le
quali
si
può
tradurre
in
segni
la
parola
,
e
più
che
la
parola
il
pensiero
dell
'
uomo
.
Qualcuno
di
questi
segni
straordinarii
Cosima
lo
sa
già
tracciare
,
perché
lo
zio
Sebastiano
glielo
ha
insegnato
;
in
modo
che
ella
non
va
alla
prima
,
ma
addirittura
alla
seconda
elementare
.
Il
Convento
ha
due
ingressi
,
uno
per
i
maschi
e
l
'
altro
per
le
femmine
:
a
questo
si
sale
per
una
breve
scaletta
esterna
,
e
si
entra
in
un
lungo
corridoio
chiaro
e
pulito
sul
quale
si
aprono
le
aule
:
piccole
aule
che
sanno
ancora
di
odore
claustrale
,
con
le
finestre
munite
d
'
inferriata
,
dalle
quali
però
si
vede
il
verde
degli
orti
e
si
sente
il
fruscìo
dei
pioppi
e
delle
canne
della
valle
sottostante
.
Uccellini
verdognoli
si
posano
sui
davanzali
,
le
nuvole
color
di
rame
dei
primi
giorni
di
ottobre
passano
sul
ciclo
basso
di
un
azzurro
intenso
eppure
luminoso
,
e
la
voce
della
maestra
risona
nel
silenzio
come
quella
del
mandriano
che
su
una
china
alpestre
richiama
le
caprette
sbandate
.
E
delle
caprette
dai
grandi
occhi
liquidi
di
un
colore
azzurrognolo
,
le
ragazzine
,
una
quindicina
in
tutto
,
hanno
la
voglia
di
evadere
dal
recinto
,
ove
si
pascola
l
'
erba
del
sapere
,
per
precipitarsi
nei
meandri
della
valle
e
arrampicarsi
sui
pioppi
lungo
il
torrentello
ancora
asciutto
.
Sono
quasi
tutte
ragazzine
un
po
'
selvatiche
,
sebbene
alcune
,
come
Cosima
,
di
famiglie
benestanti
e
quasi
signorili
:
le
sue
compagne
di
banco
sono
però
figlie
una
di
pastori
,
l
'
altra
di
un
fabbro
che
venuto
da
un
paese
lontano
sulle
prime
dovette
,
per
la
sua
grande
povertà
,
prendere
alloggio
in
una
grotta
poco
distante
dal
paese
,
poi
a
poco
a
poco
fece
fortuna
e
adesso
ha
una
bella
casa
e
un
'
officina
che
lavora
giorno
e
notte
.
Anche
la
maestra
non
è
del
luogo
;
anzi
viene
di
molto
lontano
,
d
'
oltre
mare
,
e
la
chiamano
appunto
la
Continentale
:
è
una
donna
ancora
bella
,
coi
capelli
biondi
crespi
,
ma
irascibile
e
nervosa
.
Cosima
sola
ha
da
lei
una
accoglienza
buona
e
gentile
:
la
bambina
però
,
istintiva
,
prova
subito
un
senso
di
diffidenza
per
quella
signora
dalla
voce
grossa
e
gli
occhi
vuoti
,
e
rimane
ferma
,
rigida
,
al
suo
posto
accanto
alla
finestra
.
Per
nove
mesi
dell
'
anno
ella
occupò
quel
posto
,
profittando
delle
lezioni
più
di
ogni
altra
scolaretta
;
era
una
delle
più
piccole
,
ma
la
più
brava
,
e
quando
veniva
l
'
ispettore
era
sempre
lei
l
'
interrogata
.
E
faceva
bella
figura
,
sebbene
l
'
uomo
,
con
una
grossa
testa
carducciana
,
scuro
il
viso
,
le
destasse
un
brivido
di
spavento
:
ma
anche
di
ammirazione
:
poiché
egli
era
l
'
arca
santa
del
sapere
,
colui
che
davvero
poteva
interpretare
le
carte
scritte
e
le
pagine
stampate
come
i
sacerdoti
i
libri
sacri
.
E
Cosima
aveva
una
gran
voglia
di
sapere
:
più
che
i
giocattoli
l
'
attiravano
i
quaderni
;
e
la
lavagna
della
classe
,
con
quei
segni
bianchi
che
la
maestra
vi
tracciava
,
e
che
aveva
per
lei
il
fascino
di
una
finestra
aperta
sull
'
azzurro
scuro
di
una
notte
stellata
.
Fu
promossa
senza
esame
:
la
maestra
le
consegno
una
letterina
per
il
signor
Antonio
,
con
la
fausta
notizia
;
ed
ella
la
portò
a
casa
sventolandola
ogni
tanto
come
una
bandiera
di
trionfo
;
tanto
che
la
sorella
maggiore
le
dava
,
per
il
dispetto
,
pizzicotti
e
spintoni
;
ma
quando
il
padre
aprì
il
messaggio
rimase
piuttosto
freddo
,
ed
anzi
un
sorriso
sarcastico
gli
strinse
le
labbra
sottili
:
poiché
la
signora
maestra
,
il
cui
marito
era
un
noto
ubriacone
,
e
anche
lei
,
si
diceva
,
non
sdegnava
qualche
bicchierotto
di
vino
buono
,
gli
chiedeva
denari
in
prestito
.
Questa
fu
una
delle
prime
commediole
tragiche
della
realtà
che
diede
a
Cosima
una
lezione
pratica
della
vita
.
Gli
altri
anni
di
scuola
passarono
presto
:
tre
in
tutto
,
poiché
la
quarta
classe
fu
ripetuta
,
ed
ella
ebbe
facilmente
il
primo
premio
,
consistente
in
un
libro
del
Tommaseo
con
la
copertina
bianca
fregiata
di
oro
.
Adesso
aveva
dieci
anni
,
e
la
sua
precocità
gliene
accresceva
qualcun
altro
.
Due
bizzarre
famiglie
,
disordinate
e
forestiere
tutte
e
due
,
erano
intanto
venute
ad
abitare
nel
piccolo
quartiere
;
una
era
quella
di
un
armaiolo
,
cacciatore
infaticato
,
che
quando
era
in
casa
faceva
rintronare
i
dintorni
con
gli
urli
contro
la
moglie
e
le
figlie
giovinette
.
Da
queste
ragazze
,
che
già
avevano
girato
un
bel
po
'
di
mondo
,
Cosima
apprese
i
misteri
che
fanno
della
donna
e
dell
'
uomo
un
essere
solo
:
non
ne
fu
molto
turbata
,
perché
i
suoi
sensi
erano
chiusi
ancora
in
un
boccio
che
la
vita
castissima
della
sua
famiglia
non
tendeva
certo
a
far
fiorire
.
Ma
le
cose
,
specialmente
della
natura
,
le
apparvero
già
in
un
barlume
nuovo
,
come
di
aurora
che
segue
l
'
incerto
biancore
dell
'
alba
.
Ecco
,
più
che
le
confidenze
a
bassa
voce
delle
sue
amichette
straniere
,
la
colpiscono
i
diversi
profumi
del
piccolo
orto
;
quello
dei
gigli
,
sopra
tutto
,
e
delle
rose
;
ella
chiude
gli
occhi
nel
piegare
il
viso
sui
fiori
appena
sbocciati
,
e
quel
misterioso
senso
subcosciente
di
una
vita
anteriore
,
che
prova
nel
vedere
la
nonnina
,
la
riprende
più
forte
.
Già
ella
ne
capiva
qualche
cosa
,
e
tentava
di
spiegarsela
,
vagamente
,
come
si
cerca
d
'
interpretare
i
sogni
.
Anche
leggendo
già
di
nascosto
i
libri
del
fratello
maggiore
,
e
quelli
che
esistevano
in
casa
,
pensava
a
una
vita
lontana
,
diversa
dalla
sua
,
e
che
pure
le
sembrava
di
aver
un
giorno
conosciuto
.
Così
,
a
quell
'
età
,
lesse
i
primi
romanzi
:
uno
dei
quali
era
I
Martiri
di
Chateaubriand
,
che
lasciò
nella
sua
fantasia
una
traccia
profonda
.
Non
è
detto
però
che
anche
nel
suo
ambiente
la
vita
non
cominciasse
a
mostrarle
la
faccia
della
realtà
,
e
gli
avvenimenti
non
prendessero
,
a
volte
,
colori
e
movimenti
insoliti
.
Uno
dei
fatti
più
impressionanti
e
dolorosi
fu
la
scoperta
fatta
un
giorno
dal
padre
,
di
denari
che
mancavano
dal
suo
cassetto
chiuso
a
chiave
.
Egli
non
si
ingannò
un
attimo
solo
:
chiamò
il
figlio
Andrea
,
che
allora
aveva
sedici
anni
,
e
lo
interrogò
a
lungo
.
Andrea
era
rimasto
un
ragazzo
basso
e
robusto
,
senza
voglia
di
studiare
,
e
frequentava
altri
ragazzi
di
famiglie
paesane
,
benestanti
e
prepotenti
.
Alcune
donne
di
malaffare
,
appollaiate
in
certe
casupole
del
quartiere
di
San
Pietro
,
il
più
schiettamente
popolare
della
cittadina
,
attiravano
questi
giovanetti
esuberanti
di
vita
e
abbandonati
a
se
stessi
.
Il
signor
Antonio
,
un
po
'
tardi
,
si
avvedeva
di
aver
dato
anche
lui
troppa
libertà
al
ragazzo
,
buono
e
generoso
in
fondo
,
ma
con
tutti
gli
istinti
di
una
razza
ancora
primitiva
.
Un
furore
muto
,
alimentato
di
rimorso
,
di
paura
per
l
'
avvenire
,
di
propositi
di
fermezza
e
di
repressione
ad
ogni
costo
,
lo
sostenne
nel
lungo
interrogatorio
che
fece
ad
Andrea
.
Il
giovane
negava
di
aver
preso
i
denari
:
allora
il
padre
lo
perquisì
;
gli
trovò
alcune
monete
e
la
chiave
che
apriva
il
cassetto
.
Andrea
continuava
a
negare
.
Allora
il
signor
Antonio
prese
una
corda
e
la
lanciò
ad
una
trave
della
cucina
:
chiuse
le
porte
e
le
finestre
,
mandò
fuori
le
donne
.
Disse
con
calma
:
-
Vedi
,
Andrea
:
io
stesso
farò
giustizia
immediatamente
,
se
tu
non
riconosci
la
tua
colpa
.
Ti
impiccherò
con
le
mie
mani
.
E
l
'
altro
confessò
.
Tutto
parve
cancellato
:
eppure
un
'
ombra
rimase
sopra
la
famiglia
:
poiché
padre
e
figlio
erano
d
'
improvviso
apparsi
in
una
luce
di
terrore
e
di
morte
.
La
madre
si
fece
ancora
più
triste
:
Cosima
si
piegò
come
uno
dei
suoi
gigli
sciupati
dal
vento
.
Ma
il
giovane
parve
immediatamente
emendarsi
.
Dichiarò
che
non
voleva
proseguire
inutilmente
gli
studi
,
e
desiderava
lavorare
.
Allora
il
padre
pensò
di
associarlo
ai
suoi
affari
:
lo
mandò
a
sorvegliare
le
lavorazioni
di
carbone
e
di
cenere
che
aveva
sui
boschi
della
montagna
,
non
solo
,
ma
lo
fece
partire
per
un
viaggio
d
'
istruzione
commerciale
,
con
lettere
di
presentazione
e
raccomandazioni
ai
suoi
corrispondenti
di
Napoli
e
di
Livorno
.
Anche
Santus
era
fuori
:
già
da
due
anni
frequentava
il
liceo
di
Cagliari
,
e
prometteva
di
diventare
un
bravo
dottore
in
lettere
o
in
medicina
.
Preferì
quest
'
ultima
,
pure
non
abbandonando
i
suoi
studi
e
i
suoi
gusti
letterari
.
Quando
tornava
per
le
vacanze
era
un
ampio
respiro
di
nuova
vita
che
animava
la
casa
.
Portava
libri
e
regali
,
ed
era
vestito
con
modesta
ma
accurata
eleganza
.
Ed
era
bello
,
col
viso
fine
che
sembrava
quello
di
una
razza
diversa
dalla
sua
,
i
grandi
occhi
chiari
,
trasparenti
di
intelligenza
e
di
bontà
.
Non
parlava
molto
,
ma
parlava
bene
,
e
aveva
già
una
cultura
larga
e
profonda
,
aiutata
da
una
memoria
straordinaria
.
E
quello
che
più
stupiva
in
lui
era
la
serietà
,
quasi
l
'
austerità
dei
costumi
:
non
fumava
,
non
beveva
,
non
guardava
le
donne
:
studiava
sempre
,
anche
durante
le
vacanze
.
Qualche
volta
veniva
a
cercarlo
un
suo
compagno
di
studi
;
Antonino
,
si
chiamava
,
un
bellissimo
giovane
bruno
dall
'
aria
un
po
'
beffarda
,
vestito
inappuntabilmente
alla
moda
di
allora
,
-
cappellino
di
paglia
con
nastro
di
tulle
e
veletta
all
'
estate
,
mantello
azzurro
d
'
inverno
,
drappeggiato
con
eleganza
dannunziana
,
-
(
almeno
così
Antonino
dava
ad
intendere
,
chiamando
fraternamente
col
solo
nome
di
Gabriele
il
giovanissimo
poeta
che
aveva
degnato
di
una
sua
visita
il
paese
di
Cosima
)
.
Anche
lui
,
Antonino
,
apparteneva
ad
una
famiglia
mista
,
fra
borghese
e
paesana
:
la
madre
e
le
sorelle
vestivano
in
costume
,
mentre
lui
e
i
fratelli
,
tutti
studenti
,
avevano
quasi
un
'
aria
aristocratica
.
Il
padre
,
veramente
,
era
esattore
d
'
imposte
,
un
uomo
rude
,
taciturno
,
poco
pratico
della
lingua
italiana
(
come
i
maggiori
signori
del
resto
)
,
di
mirabile
animo
e
nobiltà
.
Ben
caratteristica
era
la
loro
abitazione
,
l
'
ultima
del
paese
,
costituita
da
fabbricati
bassi
che
davano
su
un
cortile
chiuso
,
e
dove
,
oltre
la
loro
famiglia
,
vivevano
altri
parenti
,
con
numerosi
ragazzi
:
una
specie
di
clan
,
ma
di
gente
incivilita
,
anzi
,
intelligentissima
.
I
ragazzi
studiavano
tutti
,
ed
erano
caustici
,
osservatori
,
beffardi
.
Una
bella
vigna
che
guardava
sulla
valle
e
verso
i
monti
a
nord
,
in
dolce
pendìo
,
era
attigua
alla
casa
:
più
tardi
il
padre
di
Antonino
costruì
in
un
angolo
di
questa
vigna
una
casina
alta
,
dove
lo
studente
,
nelle
poche
settimane
che
rimaneva
in
paese
,
viveva
come
in
una
torre
d
'
avorio
,
studiando
,
o
fingendo
di
studiare
.
Fu
il
primo
,
il
lungo
amore
di
Cosima
.
Quando
egli
veniva
a
cercare
Santus
,
ella
si
nascondeva
,
presa
dal
terrore
che
egli
potesse
rivolgerle
un
semplice
sguardo
.
Ma
non
c
'
era
pericolo
:
egli
passava
accanto
a
lei
e
alle
altre
ragazze
anche
maggiori
e
più
belle
ed
esperte
di
lei
,
senza
neppure
vederle
;
e
se
veniva
a
cercare
Santus
era
perché
con
lui
poteva
parlare
delle
cose
e
delle
persone
conosciute
nella
città
dei
loro
studi
;
e
perché
Santus
,
poi
,
lo
attirava
con
la
sua
singolare
intelligenza
e
la
sua
originalità
.
Adesso
,
poi
,
il
futuro
medico
,
si
dedica
insolitamente
ad
altre
cose
all
'
infuori
dei
suoi
studi
.
Costruisce
,
per
esempio
,
un
pallone
volante
,
come
li
chiamavano
allora
,
e
riesce
a
meraviglia
:
nessuno
conosce
il
segreto
del
suo
apparecchio
;
ma
è
certo
che
il
pallone
,
di
carta
-
seta
,
per
il
cui
finanziamento
Santus
è
riuscito
a
farsi
dare
qualche
sussidio
dalla
madre
,
un
bel
giorno
sale
dal
cortile
della
casa
,
leggero
e
colorato
come
una
grande
bolla
di
sapone
;
vola
sopra
il
paese
,
richiamando
l
'
attenzione
e
l
'
ammirazione
di
tutti
,
sparisce
,
non
ritorna
.
Qualche
giorno
dopo
si
seppe
che
era
sceso
,
senza
incendiarsi
,
in
un
angolo
della
montagna
.
Alcuni
piccoli
pastori
di
capre
lo
avevano
veduto
librarsi
sopra
le
roccie
,
illuminato
dal
tramonto
,
credendolo
una
cosa
sovrannaturale
,
e
,
nel
vederlo
scendere
,
si
erano
inginocchiati
presi
da
terrore
superstizioso
,
gridando
:
È
lo
Spirito
Santo
,
è
lo
Spirito
Santo
.
Lusingato
da
questo
successo
,
lo
studente
ne
tentò
un
altro
.
Costruì
una
ruota
pirotecnica
,
che
doveva
innalzarsi
come
il
pallone
e
accendersi
con
fuochi
artificiali
di
sorprendente
effetto
.
Alcuni
razzi
di
prova
riuscirono
bene
:
guizzarono
in
alto
,
una
sera
di
agosto
,
si
aprirono
in
meravigliosi
getti
di
fiori
incandescenti
:
ma
quando
si
trattò
di
issare
e
far
funzionare
la
ruota
,
questa
s
'
incendiò
,
con
grande
spavento
della
famiglia
,
e
il
giovine
inventore
ne
ebbe
una
mano
e
un
braccio
gravemente
ustionati
.
L
'
insuccesso
e
il
male
lo
avvilirono
:
dovette
mettersi
a
letto
,
e
per
placargli
le
sofferenze
e
farlo
dormire
,
il
dottore
gli
ordinò
una
miscela
alla
quale
era
mescolato
del
cognac
.
Egli
si
addormentò
;
ma
come
se
gli
avessero
propinato
una
bevanda
magica
,
si
svegliò
stordito
,
e
quando
le
sofferenze
della
sua
scottatura
lo
tormentavano
,
si
preparava
la
bevanda
e
ricadeva
in
sopore
.
Il
suo
umore
cambiò
:
divenne
irascibile
e
pigro
,
trascurò
i
suoi
libri
,
si
assentò
per
intere
giornate
da
casa
senza
dire
dove
andava
.
Solo
la
compagnia
di
Antonino
pareva
piacergli
:
si
chiudevano
per
lunghe
ore
nella
camera
alta
della
casa
,
e
se
Cosima
,
con
la
forza
della
curiosità
e
della
passione
,
riusciva
a
mettersi
in
ascolto
nel
pianerottolo
li
sentiva
leggere
ad
alta
voce
e
commentare
e
discutere
di
cose
letterarie
.
Antonino
recitava
i
versi
ultimi
del
suo
diletto
poeta
:
una
mattina
la
sua
voce
risonò
più
alta
del
solito
,
e
nell
'
umile
sereno
silenzio
della
piccola
casa
patriarcale
,
si
diffuse
come
una
musica
che
raccontava
di
città
lontane
,
luminose
di
fontane
,
di
statue
,
di
giardini
,
popolate
solo
di
amanti
,
di
donne
bellissime
,
di
gente
felice
.
Quante
volte
,
in
su
'
mattini
chiari
e
tiepidi
io
l
'
aspetto
!
Ella
ancora
ne
'
l
suo
letto
ride
ai
sogni
mattutini
.
Su
la
piazza
Barberini
s
'
apre
il
ciel
,
zaffiro
schietto
.
Il
Tritone
del
Bernini
leva
il
candido
suo
getto
.
Intorno
a
quel
tempo
morì
la
nonnina
.
L
'
estate
era
certamente
stagione
più
felice
.
C
'
erano
giornate
caldissime
,
ma
era
un
caldo
fermo
,
quasi
lucido
,
e
l
'
azzurro
del
cielo
,
un
po
'
basso
,
sembrava
quello
dei
quadri
di
Zuloaga
.
Qualche
servo
tornava
dalla
mietitura
,
abbrustolito
come
da
un
incendio
,
e
si
buttava
,
febbricitante
di
malaria
,
su
una
stuoia
nell
'
angolo
della
tettoia
:
in
cambio
le
donne
che
,
all
'
ombra
del
cortile
,
spezzavano
mucchi
di
mandorle
che
un
incettatore
veniva
tutti
gli
anni
a
comprare
,
ridevano
e
cantavano
stornelli
paesani
che
facevano
un
contrasto
ben
curioso
coi
rondò
preziosissimi
recitati
da
Antonino
nella
camera
di
Santus
.
Erano
gridi
di
passione
,
profonda
e
ardente
come
quel
cielo
sopra
la
terra
bruciata
dal
sole
:
e
chi
,
di
quelle
donne
giovani
e
brune
che
non
pensavano
ad
altro
che
all
'
amore
,
si
lamentava
di
vivere
in
mezzo
alle
spine
,
per
un
solo
innamorato
:
chi
diceva
all
'
amante
:
a
cara
bellu
ja
ses
,
traitore
che
a
Zudas
:
bello
di
viso
,
traditore
come
Giuda
;
chi
invitava
un
altro
a
succhiarle
il
sangue
vivo
dal
cuore
;
qualche
volta
la
voce
di
una
donna
disillusa
si
alzava
però
ad
ammonire
le
appassionate
,
e
allora
il
coro
femminile
taceva
,
con
una
pausa
quasi
spaventata
.
L
'
ammonimento
diceva
:
Su
sordadu
in
sa
gherra
nan
chi
s
'
est
,
olvidadu
;
no
s
'
ammentat
,
de
Deus
.
Torrat
,
su
corpus
meu
,
pustis
chi
es
,
sepultadu
,
a
sett
'
unzas
de
terra
.
Il
soldato
,
nella
guerra
,
-
dicono
che
si
è
dimenticato
,
-
non
si
ricorda
di
Dio
.
-
Ritorna
il
corpo
mio
,
-
dopo
che
è
seppellito
,
-
a
sette
oncie
di
terra
.
Verso
sera
,
andate
via
le
donne
,
raccolte
entro
sacchi
puliti
le
mandorle
sgusciate
,
la
serva
,
le
ragazze
,
qualche
volta
la
madre
,
sedevano
al
fresco
del
cortile
,
sotto
le
grandi
stelle
dell
'
Orsa
le
cui
ruote
viaggiavano
verso
un
paese
di
sogno
.
Il
servo
malarico
,
riavutosi
alquanto
,
si
sollevava
e
prendeva
parte
alle
chiacchiere
famigliari
.
Era
un
bel
giovine
,
lontano
parente
del
signor
Antonio
,
olivastro
e
coi
denti
bianchissimi
:
pareva
un
etiope
,
ed
anche
il
suo
modo
di
pensare
aveva
un
colore
barbarico
.
Parlava
sempre
di
banditi
e
delle
loro
imprese
brigantesche
.
Bisogna
dire
che
,
in
quel
tempo
,
il
banditismo
locale
aveva
ancora
un
carattere
quasi
epico
.
Odî
di
famiglia
,
sete
di
vendetta
,
pregiudizî
di
onore
erano
per
lo
più
l
'
origine
di
questi
episodî
di
sangue
che
funestavano
la
vita
del
paese
e
di
intere
contrade
.
Il
giovane
servo
,
poi
,
abbelliva
le
avventure
dei
banditi
con
la
sua
fantasia
,
e
lui
stesso
si
lasciava
travolgere
da
una
suggestione
malefica
che
lo
spingeva
a
farneticare
sogni
di
libertà
,
di
imprese
ove
,
più
che
altro
,
il
ribelle
alle
leggi
sociali
,
ha
modo
di
spiegare
il
suo
coraggio
,
la
sua
abilità
,
la
sua
forza
d
'
animo
,
il
disprezzo
per
il
pericolo
e
la
morte
.
Era
,
infine
,
una
specie
di
anarchico
,
che
non
potendo
eguagliare
la
sorte
degli
uomini
liberi
e
svincolarsi
dal
suo
destino
di
servo
,
intendeva
distruggere
il
bene
degli
altri
e
crearsi
una
potenza
,
una
regola
di
vita
diversa
da
quella
usuale
.
In
quel
tempo
,
specialmente
una
banda
di
uomini
armati
di
tutto
punto
,
decisi
a
tutto
,
protetti
anche
,
o
per
amicizia
,
o
per
complicità
,
o
per
paura
,
da
una
vasta
rete
di
favoreggiatori
,
infieriva
nel
Circondario
.
I
capi
erano
due
fratelli
,
giovanissimi
,
terribili
,
si
diceva
anche
feroci
:
la
radice
del
loro
odio
contro
la
società
era
una
ingiustizia
da
loro
subita
,
una
condanna
per
un
reato
del
quale
erano
innocenti
:
condanna
alla
quale
d
'
altronde
sfuggivano
con
la
loro
latitanza
.
Bisogna
dire
però
che
,
o
per
istinto
,
o
esasperati
dalla
loro
mala
sorte
,
non
rispettavano
la
roba
altrui
;
così
che
in
pochi
anni
s
'
erano
fatti
un
patrimonio
:
possedevano
terre
,
case
,
bestiame
,
servi
e
pastori
.
Un
giorno
,
durante
quell
'
ultima
estate
,
una
giovane
donna
,
quasi
fanciulla
,
si
presentò
di
mattina
nella
casa
del
signor
Antonio
e
chiese
di
parlargli
.
Egli
la
ricevette
nella
stanza
dove
sbrigava
i
suoi
affari
,
e
le
domandò
benevolmente
che
cosa
desiderava
.
Ella
era
vestita
in
costume
:
aveva
un
viso
pallido
e
fine
,
con
due
grandi
;
occhi
neri
sormontati
da
sopracciglia
foltissime
,
rivelatrici
di
un
carattere
forte
.
Disse
,
con
una
certa
umiltà
:
-
Lei
possiede
,
sul
Monte
Orthobene
,
un
bosco
di
lecci
,
che
tutti
gli
anni
affitta
per
il
pascolo
delle
ghiande
ai
porci
.
Si
vorrebbe
averlo
noi
in
affitto
,
questa
prossima
stagione
.
-
È
già
affittato
-
dice
il
signor
Antonio
;
-
per
tre
anni
lo
ha
esclusivamente
il
proprietario
di
bestiame
Elias
Porcu
.
-
Elias
lo
cederà
volentieri
,
se
vossignoria
lo
permette
.
-
Non
credo
possa
cederlo
volentieri
:
ne
ha
bisogno
assoluto
.
-
Se
vossignoria
glielo
impone
,
Elias
lo
cederà
immediatamente
.
Calmo
e
fermo
,
col
piccolo
pugno
bianco
sul
tavolo
,
l
'
uomo
replica
:
-
Io
non
ho
mai
imposto
a
nessuno
cosa
che
non
fosse
giusta
.
-
Ma
anche
adesso
sarebbe
una
cosa
giusta
.
Poiché
i
miei
fratelli
hanno
bisogno
,
per
il
loro
branco
di
suini
,
di
un
pascolo
di
ghiande
;
e
tutti
i
proprietari
dicono
di
averli
già
affittati
,
mentre
non
è
vero
.
-
Io
non
so
quello
che
possono
dire
gli
altri
proprietari
;
ciò
che
so
è
che
il
mio
bosco
è
già
affittato
:
e
basta
!
-
concluse
,
sollevando
il
pugno
;
ma
subito
lo
riposò
sul
tavolo
senza
picchiarvi
sopra
:
i
suoi
occhi
però
avevano
preso
la
luce
argentea
e
lucente
dell
'
acciaio
affilato
.
La
ragazza
non
cedeva
:
anche
i
suoi
occhi
brillarono
,
tuttavia
cupi
sotto
le
tempestose
sopracciglia
.
-
Vossignoria
sa
chi
sono
i
miei
fratelli
?
-
E
poiché
l
'
altro
non
dimostrava
curiosità
,
aggiunse
con
fierezza
,
quasi
vantasse
una
parentela
di
eroi
:
-
Sono
i
fratelli
...
-
e
pronunziò
un
nome
.
-
I
banditi
.
Allora
il
signor
Antonio
sorrise
.
-
Fossero
pure
i
sette
fratelli
della
favola
,
i
banditi
che
diedero
il
loro
nome
ai
monti
sui
quali
si
nascondevano
,
io
non
manco
di
impegno
con
Elias
Porcu
.
E
basta
!
-
ripeté
;
e
questa
volta
batté
il
pugno
,
come
quando
sigillava
una
lettera
con
le
ostie
colorate
.
La
ragazza
si
alzò
:
non
proferì
una
minaccia
,
ma
se
ne
andò
senza
salutare
.
Il
signor
Antonio
non
disse
nulla
in
famiglia
,
sebbene
tutti
si
fossero
accorti
della
visita
e
ne
provassero
inquietudine
.
E
un
fatto
strano
accadde
la
sera
stessa
,
a
ora
tarda
,
quando
tutti
erano
già
a
letto
,
e
solo
il
padrone
vegliava
ancora
nella
stanza
da
pranzo
,
leggendo
un
numero
arretrato
della
sua
prediletta
nerolistata
Unità
cattolica
.
D
'
un
tratto
qualcuno
bussò
lievemente
alla
porta
.
Il
signor
Antonio
aprì
,
e
neppure
per
un
attimo
si
illuse
sullo
scopo
di
quella
visita
insolita
.
La
strada
era
buia
,
ma
al
chiarore
che
,
per
il
corridoio
d
'
ingresso
,
arrivava
alla
porta
,
egli
vide
,
nel
vano
di
questa
,
come
in
un
quadro
a
fondo
scuro
,
una
figura
gigantesca
,
con
un
ruvido
costume
nero
dalle
brache
giallastre
,
che
aveva
qualche
cosa
di
demoniaco
.
Il
viso
color
bronzo
era
circondato
da
una
barba
a
collare
,
di
un
nero
corvino
,
che
lasciava
scoperte
le
grosse
labbra
sanguigne
:
gli
occhi
,
con
le
sopracciglia
come
quelle
della
sorella
dei
banditi
,
ma
esageratamente
più
abbondanti
,
avevano
la
pupilla
grande
e
la
sclerotica
azzurra
.
Sono
perduto
,
pensò
il
signor
Antonio
,
ma
non
finse
neppure
di
sorridere
per
nascondere
la
sua
forza
.
Fece
entrare
l
'
uomo
,
e
notò
che
costui
,
nonostante
la
mole
massiccia
della
sua
persona
,
camminava
silenzioso
e
leggero
come
un
daino
:
aveva
ai
grandi
piedi
calzari
di
pelle
grezza
,
allacciati
sotto
le
uose
di
orbace
:
calzari
da
uomo
che
usa
correre
furtivo
e
allontanarsi
in
poche
ore
dal
luogo
del
suo
misfatto
,
in
modo
da
procurarsi
un
infallibile
alibi
.
Questo
,
stanotte
mi
strozza
,
pensa
il
signor
Antonio
;
tuttavia
lo
fa
entrare
nella
stanza
ospitale
,
gli
assegna
il
posto
d
'
onore
davanti
alla
tavola
,
ma
non
si
affretta
a
offrirgli
da
bere
per
dimostrargli
la
sua
sicurezza
.
Anche
prima
di
essere
interrogato
,
l
'
uomo
comincia
a
parlare
:
la
sua
voce
e
bassa
e
quieta
;
la
parola
lenta
,
prudente
.
E
subito
il
signor
Antonio
respira
:
poiché
tutto
nell
'
uomo
,
anche
l
'
occhio
,
può
mentire
:
mai
la
voce
,
anche
se
egli
cerchi
di
mascherarla
.
E
la
voce
di
quell
'
uomo
che
pareva
un
ciclope
venuto
giù
dai
monti
pietrosi
per
abbattere
qualche
cosa
che
non
gli
andava
a
genio
,
era
quella
di
un
saggio
.
L
'
argomento
era
quello
:
l
'
affitto
del
bosco
ghiandifero
ai
banditi
.
Egli
non
disse
che
era
un
loro
favoreggiatore
,
anzi
un
loro
complice
,
ancora
a
piede
libero
perché
troppo
furbo
e
prudente
per
lasciarsi
scoprire
;
narrò
che
era
un
loro
amico
,
perché
i
disgraziati
erano
pur
degni
di
avere
amici
,
fra
tanti
nemici
che
li
perseguitavano
come
i
cacciatori
i
cinghiali
,
colpevoli
solo
della
loro
fiera
indipendenza
:
questi
nemici
arrivavano
al
punto
di
impedire
ai
due
fratelli
di
far
pascolare
le
loro
greggie
e
i
loro
branchi
di
porci
in
terre
di
cristiani
:
onde
il
signor
Antonio
era
pregato
di
aver
compassione
delle
bestie
e
dei
loro
padroni
.
-
Questo
è
il
denaro
:
due
,
trecento
scudi
;
quello
che
vuole
,
signor
Antonio
.
Trasse
dal
petto
un
portafogli
legato
con
una
correggia
,
e
fece
atto
di
toglierne
il
denaro
:
la
mano
bianca
dell
'
altro
fermò
la
sua
,
e
non
se
ne
staccò
,
mentre
gli
occhi
chiari
del
galantuomo
cercavano
di
penetrare
in
quelli
scuri
del
colosso
come
un
fanciullo
fiducioso
che
si
avanza
in
un
bosco
spinoso
certo
di
trovarci
un
sentiero
.
Disse
:
-
Amico
,
voi
sapete
che
la
cosa
è
impossibile
.
Quel
contatto
,
quello
sguardo
,
sopra
tutto
la
parola
amico
pronunziata
in
quel
modo
e
in
quel
momento
,
operarono
,
come
l
'
uomo
ebbe
a
dire
più
tardi
,
un
vero
miracolo
.
Egli
rimise
il
portafogli
,
ma
insisté
nella
sua
richiesta
,
calcando
,
forse
con
sincerità
da
parte
sua
,
sul
bisogno
assoluto
che
i
fratelli
S
.
avevano
di
protezione
e
di
soccorso
da
parte
delle
buone
persone
che
conoscevano
le
loro
disavventure
.
-
L
'
unico
soccorso
che
io
posso
suggerire
ai
due
sviati
,
è
che
si
costituiscano
subito
alle
autorità
,
-
disse
il
signor
Antonio
:
-
prima
che
sia
tardi
per
loro
,
ed
anche
per
i
loro
amici
.
L
'
uomo
ha
un
sogghigno
:
il
suo
viso
rassomiglia
proprio
,
in
quel
momento
,
a
quello
del
diavolo
.
Ma
l
'
altro
continua
:
-
Noi
un
giorno
ci
rivedremo
;
e
allora
mi
darete
ragione
.
Quei
due
giovani
sono
come
due
pietruzze
staccatesi
dalla
cima
di
una
roccia
:
cadono
,
ne
travolgono
altre
,
precipitano
sulla
china
,
diventano
una
valanga
,
finiscono
nell
'
abisso
.
-
Certo
,
se
nessuno
li
aiuta
,
-
brontola
il
gigante
.
-
È
facile
parlare
così
,
seduti
davanti
a
una
tavola
tranquilla
,
col
foglio
in
mano
.
Bisogna
però
trovarsi
nel
loro
covo
,
nelle
loro
difficoltà
,
per
pensare
in
altro
modo
.
E
bisognerebbe
parlare
con
loro
,
non
coi
loro
ambasciatori
.
-
Io
sono
disposto
a
parlare
con
loro
,
e
convincerli
a
cambiare
strada
.
Procuratemi
un
abboccamento
,
dove
e
quando
essi
vogliono
;
parlerò
ai
due
disgraziati
ragazzi
come
fossi
il
padre
loro
.
Pensando
forse
che
essi
invece
,
noti
anche
per
la
loro
loquela
impetuosa
e
appassionata
,
avrebbero
convinto
lui
,
procurandosi
in
tal
modo
un
nuovo
amico
e
protettore
potente
per
la
sua
sola
bontà
e
la
fama
della
sua
rettitudine
,
l
'
uomo
della
montagna
si
animò
insolitamente
.
Accettò
il
bicchiere
di
vino
che
l
'
ospite
gli
offriva
,
e
sene
andò
silenzioso
,
dopo
aver
promesso
di
tornare
.
Tornò
,
infatti
,
ma
per
il
colloquio
coi
S
.
non
si
poté
concludere
nulla
.
I
banditi
erano
diffidenti
,
e
i
discorsi
romantici
del
signor
Antonio
li
facevano
ridere
.
Costituirsi
?
Può
un
guerriero
barbaro
,
che
difende
la
sua
libertà
e
la
sua
sanguigna
fame
di
vivere
,
darsi
prigioniero
al
nemico
?
Eppure
la
profezia
del
signor
Antonio
si
avverò
.
Di
delitto
in
delitto
,
di
rapina
in
rapina
,
essi
e
la
loro
banda
precipitarono
in
un
abisso
.
Fra
gli
illusi
da
loro
travolti
,
vi
fu
anche
,
con
dolore
del
signor
Antonio
,
e
di
tutta
la
famiglia
,
anche
il
giovane
servo
,
malarico
e
visionario
,
Juanniccu
,
che
,
senza
aver
commesso
la
più
lieve
colpa
,
solo
per
spirito
di
avventura
,
si
unì
negli
ultimi
tempi
alla
banda
e
fu
con
loro
preso
.
In
compenso
l
'
uomo
della
montagna
tornò
spesso
dal
signor
Antonio
,
e
diventò
il
suo
pastore
porcaro
.
Per
lunghi
anni
fu
uno
dei
dipendenti
più
fedeli
e
affezionati
al
signor
Antonio
.
E
confessò
che
quella
notte
era
venuto
con
la
sinistra
intenzione
di
sopprimerlo
,
se
non
si
piegava
ai
voleri
dei
malvagi
.
Giusto
e
buono
era
il
signor
Antonio
,
e
tutti
lo
amavano
.
Esercitava
,
senza
volerlo
,
senza
accorgersene
,
un
fascino
benefico
su
tutti
quelli
che
lo
avvicinavano
.
Eppure
la
sua
parola
era
semplice
,
disadorna
;
ma
il
suono
della
sua
voce
che
saliva
profondo
dall
'
anima
tutta
fatta
di
verità
e
d
'
indulgenza
,
era
come
una
musica
che
esprimeva
l
'
inesprimibile
.
Del
resto
egli
aveva
una
certa
cultura
,
ed
era
,
in
fondo
,
un
poeta
.
Aveva
studiato
a
Cagliari
,
quando
ancora
si
viaggiava
da
una
città
all
'
altra
a
cavallo
,
e
aveva
portato
i
suoi
libri
e
le
sue
provviste
entro
le
bisaccie
,
come
un
pastore
o
un
contadino
che
va
a
seminare
il
grano
in
luoghi
lontani
.
Aveva
studiato
ciò
che
in
quel
tempo
si
chiamava
Rettorica
,
o
preso
il
diploma
di
procuratore
.
A
dire
il
vero
non
esercitava
questa
nobile
professione
,
ma
molti
ricorrevano
a
lui
per
consigli
e
consultazioni
legali
,
profondamente
persuasi
della
sua
saggezza
e
sopra
tutto
della
sua
rettitudine
.
Il
commercio
lo
aveva
quasi
arricchito
.
Ma
,
come
un
umanista
primitivo
,
egli
coltivava
anche
gli
studi
poetici
:
le
sue
poesie
erano
dialettali
,
tuttavia
in
una
forma
che
si
avvicinava
alla
lingua
italiana
.
Bravo
anche
come
poeta
estemporaneo
,
raccoglieva
a
volte
intorno
a
sé
altri
campioni
famosi
in
quelle
gare
,
e
competeva
coi
più
bravi
e
inspirati
.
E
aveva
iniziative
geniali
,
anche
come
proprietario
e
come
agricoltore
.
Tentò
piantagioni
di
agrumi
,
di
sommaco
,
di
barbabietole
:
l
'
aridità
della
terra
rocciosa
,
bruciata
da
lunghe
siccità
,
frustrò
i
suoi
tentativi
.
Impiantò
anche
una
piccola
tipografia
e
stampò
a
sue
spese
un
giornaletto
,
e
le
poesie
sue
e
dei
suoi
amici
:
fallimento
completo
anche
questo
.
Nelle
ore
di
riposo
,
alla
bella
stagione
,
sedeva
all
'
ombra
della
casa
,
davanti
alla
porta
,
leggendo
i
giornali
.
Tutti
quelli
che
passavano
lo
salutavano
o
si
fermavano
addirittura
a
conversare
con
lui
.
E
se
passava
una
donna
bisognosa
,
egli
traeva
in
silenzio
dal
taschino
una
moneta
e
gliela
porgeva
,
accennandole
,
col
dito
sulla
bocca
,
di
non
fiatare
.
Così
,
tutti
si
allontanavano
consolati
.
Oltre
ad
Antonino
,
frequentava
la
casa
un
altro
giovanissimo
studente
,
già
compagno
di
scuola
di
Andrea
.
Era
un
ragazzo
smilzo
,
dal
profilo
rapace
,
gli
occhi
inquieti
e
diffidenti
,
orgoglioso
e
ambizioso
,
e
di
una
serietà
insolita
alla
sua
età
.
Ma
anche
lui
apparteneva
ad
una
famiglia
mista
,
che
non
era
borghese
ma
neppure
esclusivamente
paesana
,
che
anzi
vantava
essere
di
pura
e
antica
razza
locale
:
abitavano
in
una
casa
buia
,
in
fondo
a
un
cortile
chiuso
,
quasi
murato
come
una
prigione
;
e
tutti
della
famiglia
,
il
padre
alto
e
già
quasi
vecchio
,
i
fratelli
,
le
sorelle
,
delle
quali
una
bellissima
e
con
rari
occhi
celesti
,
erano
di
una
rigidità
quasi
tragica
.
Scarso
il
patrimonio
,
tanto
che
quando
si
trattò
di
mandare
il
ragazzo
a
studiare
a
Cagliari
,
si
dovette
fare
sacrifici
.
Ma
Gioanmario
,
lo
studente
,
dava
buone
promesse
.
Durante
quelle
ultime
vacanze
,
mentre
si
preparava
a
partire
,
le
sue
visite
diventarono
più
frequenti
.
Tutte
le
sere
cercava
di
Andrea
,
pur
sapendo
che
l
'
amico
non
era
in
casa
,
e
coglieva
tutte
le
scuse
per
attardarsi
con
le
ragazze
.
I
suoi
discorsi
le
interessavano
:
per
lo
più
egli
riportava
le
notizie
del
paese
,
i
pettegolezzi
,
le
storielle
di
innocenti
amori
fra
studenti
e
fanciulle
del
luogo
:
Cosima
e
sopra
tutto
Enza
lo
ascoltavano
incantate
.
Enza
era
già
quasi
una
signorina
,
un
po
'
strana
,
a
volte
taciturna
a
volte
di
una
allegria
insolente
e
isterica
.
Non
si
tardò
ad
accorgersi
che
lei
e
Gioanmario
si
erano
stretti
con
un
legame
d
'
amore
;
trovarono
il
modo
di
vedersi
in
segreto
e
l
'
opposizione
della
famiglia
di
lei
,
che
sperava
in
un
matrimonio
più
sollecito
e
solido
,
aumentò
la
loro
passione
.
Fu
una
vera
passione
,
alimentata
dal
carattere
quasi
violento
dei
due
ragazzi
.
Gioanmario
si
mise
a
studiare
con
dura
tenacia
,
e
in
soli
due
anni
superò
gli
esami
del
liceo
,
inscrivendosi
poi
alla
facoltà
di
legge
.
Ma
lo
studio
,
le
privazioni
,
l
'
orgoglio
punto
dalla
persistente
ostilità
della
famiglia
di
Enza
,
lo
rendevano
cupo
e
nervoso
.
A
volte
i
suoi
occhi
erano
venati
di
rosso
,
e
la
voce
aspra
,
le
parole
amare
.
Vennero
però
tristi
giorni
anche
per
la
famiglia
di
Cosima
:
Andrea
non
andava
bene
:
si
diceva
che
già
avesse
un
figlio
,
da
una
bella
ragazza
del
popolo
,
e
che
giocasse
coi
suoi
amici
scapestrati
.
Invano
il
signor
Antonio
cercava
di
richiamarlo
sulla
buona
strada
:
lo
mandava
a
sorvegliare
i
lavori
delle
carbonaie
,
a
vigilare
i
poderi
.
Andrea
obbediva
;
era
,
come
si
disse
,
buono
e
molto
generoso
,
ma
anche
lui
trascinato
da
istinti
di
razza
,
sensuale
e
impulsivo
.
E
anche
l
'
altro
,
il
maggiore
,
si
era
,
dopo
la
disgrazia
dei
fuochi
artificiali
,
come
incrinato
.
Incrinato
:
come
s
'
incrina
ad
un
urto
una
tazza
di
cristallo
,
un
vaso
di
porcellana
.
Continuava
i
suoi
studi
,
all
'
Università
di
Cagliari
,
mentre
Antonino
aveva
ottenuto
,
poiché
la
sua
famiglia
ne
aveva
a
sufficienza
i
mezzi
,
di
andare
a
Roma
.
Forse
anche
la
lontananza
dell
'
amico
fu
per
Santus
dannosa
:
egli
cominciò
a
frequentare
compagni
meno
intelligenti
e
fini
,
e
a
domandare
denari
più
del
necessario
.
Anche
di
lui
si
seppe
che
studiava
sempre
meno
,
e
che
beveva
.
Questo
fu
un
grave
dispiacere
per
tutti
.
Il
signor
Antonio
divenne
pensieroso
;
la
madre
sempre
più
taciturna
e
melanconica
.
Che
fare
?
La
vita
segue
il
suo
corso
fluviale
,
inesorabile
:
vi
sono
tempi
di
calma
e
tempi
torbidi
,
a
cui
nulla
può
mettere
riparo
:
e
invano
si
tenta
di
arginarla
,
di
opporsi
anche
di
traverso
nella
corrente
per
impedire
che
altri
venga
travolto
.
Forze
occulte
.
Fatali
,
spingono
l
'
uomo
al
bene
o
al
male
;
la
natura
stessa
,
che
sembra
perfetta
,
è
sconvolta
dalle
violenze
di
una
sorte
ineluttabile
.
Il
signor
Antonio
,
e
più
di
lui
la
signora
Francesca
,
si
piegavano
sulla
china
che
pareva
franasse
sotto
i
piedi
dei
loro
figliuoli
:
si
rimproveravano
,
ciascuno
però
per
conto
proprio
,
di
non
aver
saputo
creare
,
con
l
'
educazione
,
l
'
energia
,
la
costanza
,
il
sacrificio
di
tutte
le
ore
,
un
terreno
più
solido
e
sicuro
per
il
cammino
dei
loro
figli
:
il
signor
Antonio
aveva
loro
comprato
terreni
e
greggi
,
la
signora
Francesca
aveva
per
loro
risparmiato
anche
il
centesimo
:
che
valeva
?
Anzi
valeva
forse
dannosamente
,
perché
,
senza
il
benessere
e
l
'
avvenire
assicurato
,
i
ragazzi
sarebbero
stati
costretti
a
lavorare
e
crearsi
da
loro
una
posizione
.
Fantasie
,
forse
,
anche
queste
:
poiché
c
'
erano
intorno
esempi
di
gente
povera
,
o
mediocre
,
che
tuttavia
era
spinta
da
un
destino
di
dolore
e
di
colpa
,
molto
più
triste
di
quello
dei
fratelli
di
Cosima
.
Se
n
'
era
avuto
un
caso
nel
disgraziato
Juanniccu
.
E
un
altro
caso
anche
più
doloroso
colpì
un
cugino
,
figlio
di
una
sorella
del
signor
Antonio
,
severa
e
intelligentissima
donna
,
rimasta
vedova
in
giovine
età
con
parecchi
figli
da
allevare
:
possedeva
,
è
vero
,
una
certa
sostanza
,
e
non
le
mancava
l
'
aiuto
dell
'
altro
fratello
sacerdote
che
conviveva
con
lei
;
ma
era
una
donna
litigiosa
,
che
per
motivi
da
nulla
intentava
causa
ai
suoi
vicini
e
confinanti
di
terra
e
di
domicilio
,
e
si
faceva
mangiare
buona
parte
delle
sue
entrate
dagli
avvocati
e
dalle
spese
di
giustizia
.
Da
piccoli
proprietari
che
erano
,
i
figli
custodivano
personalmente
il
loro
patrimonio
;
ma
il
cugino
era
sanguigno
,
ambizioso
e
violento
,
e
cominciò
con
l
'
appropriarsi
di
qualche
capo
di
bestiame
per
aumentare
il
suo
gregge
.
Scoperto
,
fu
punito
.
Aveva
venticinque
anni
:
era
bello
,
alto
,
robusto
;
in
guerra
sarebbe
stato
un
ottimo
condottiero
.
Ma
la
vita
,
l
'
ambiente
,
il
destino
,
erano
così
.
E
anche
nella
casa
di
Cosima
s
'
era
introdotto
il
male
,
subdolo
,
velenoso
,
forse
inevitabile
,
come
tutti
i
mali
del
mondo
.
Anche
Andrea
fu
trascinato
,
una
notte
,
ad
una
impresa
di
quelle
che
certi
giovani
facevano
più
per
spacconeria
che
per
malvagità
.
Rubarono
galline
:
ma
furono
anch
'
essi
presi
.
Un
lutto
più
che
mortale
ottenebrò
la
famiglia
del
signor
Antonio
:
egli
si
accorò
talmente
che
,
fatto
ogni
più
grave
sforzo
per
salvare
il
figliuolo
,
si
accasciò
e
si
ammalò
.
Furono
mesi
e
mesi
di
dolore
rodente
,
quasi
di
disperazione
.
Finché
l
'
uomo
buono
,
l
'
uomo
saggio
e
giusto
,
cadde
,
e
la
famiglia
rimase
come
l
'
umile
erba
tremante
all
'
ombra
della
quercia
fulminata
.
E
poiché
la
famiglia
era
in
questo
cerchio
d
'
ombra
,
restava
rassegnata
,
in
attesa
di
vederla
un
giorno
diradare
.
Con
la
morte
del
padre
,
Andrea
parve
metter
giudizio
;
prese
lui
ad
amministrare
il
patrimonio
rimasto
ancora
in
comune
;
ma
ne
profittava
largamente
,
in
modo
che
rimaneva
appena
il
tanto
per
aiutare
negli
studi
l
'
altro
fratello
,
e
per
pagare
le
tasse
.
La
madre
si
lamentava
sempre
,
per
queste
tasse
,
e
se
ne
preoccupava
tanto
da
non
dormire
la
notte
.
Per
fortuna
nella
casa
c
'
era
ogni
provvista
,
e
le
ragazze
si
contentavano
di
nulla
.
Il
lutto
per
il
padre
fu
lungo
:
per
mesi
interi
le
finestre
rimasero
chiuse
e
nessuna
delle
donne
,
tranne
la
serva
,
metteva
il
piede
fuori
della
porta
:
ma
Enza
si
consolava
scrivendo
lettere
interminabili
al
suo
Gioanmario
e
le
tre
piccole
,
intelligentissime
,
leggevano
sempre
,
chiacchierando
e
anche
discutendo
fra
di
loro
,
in
perfetto
accordo
.
Chi
non
andava
bene
era
Santus
.
La
morte
del
padre
,
invece
di
richiamarlo
in
sé
,
parve
sprofondarlo
di
più
nella
china
abissale
dove
di
giorno
in
giorno
precipitava
.
Studiò
fino
ad
arrivare
al
quarto
anno
di
medicina
:
ma
beveva
.
Durante
le
ultime
vacanze
fu
trascurato
anche
da
Antonino
,
che
non
andò
più
a
cercarlo
:
né
lui
parve
preoccuparsene
,
chiuso
sempre
in
una
sua
indifferenza
da
animale
malato
.
Se
ne
stava
nella
sua
camera
,
chiuso
a
chiave
,
-
poiché
Andrea
s
'
era
stabilito
in
quella
che
doveva
funzionare
da
salotto
,
-
e
non
usciva
se
non
per
andare
a
cercare
da
bere
.
Del
resto
era
innocuo
;
non
molestava
nessuno
;
nelle
ore
buone
scendeva
in
cortile
e
fabbricava
giocattoli
con
la
ferula
,
per
i
bambini
del
vicinato
;
tutti
gli
volevano
bene
,
ma
la
sua
ombra
gravava
intorno
e
accresceva
il
lutto
della
madre
e
delle
sorelle
.
Dopo
quelle
ultime
vacanze
,
verso
ottobre
,
parve
svegliarsi
dal
suo
malefico
incantesimo
;
preparò
i
suoi
libri
,
disse
che
avrebbe
fatto
ogni
sforzo
per
compiere
entro
l
'
anno
scolastico
il
resto
degli
studi
e
laurearsi
.
L
'
arcobaleno
della
speranza
illuminò
il
grigio
orizzonte
della
famiglia
:
fu
raccolto
il
gruzzolo
necessario
per
fa
sua
partenza
,
e
la
madre
,
anzi
,
gli
diede
i
pochi
risparmi
che
teneva
nascosti
per
riserva
,
in
caso
di
bisogni
impreveduti
.
Fu
una
festa
,
la
partenza
di
lui
,
e
anche
un
senso
di
liberazione
per
la
casa
;
alla
sua
camera
fu
data
aria
,
come
a
quella
di
uno
che
è
morto
o
guarito
dopo
lunga
malattia
,
e
finalmente
fu
vista
la
madre
sorridere
e
prender
parte
alle
conversazioni
animate
delle
ragazze
.
Sei
notti
dopo
la
partenza
di
Santus
,
fu
sentito
,
sul
tardi
,
qualcuno
bussare
replicatamente
alla
porta
.
Dopo
mezzo
secolo
di
vita
,
Cosima
ricorda
ancora
quel
picchiare
come
di
tamburo
che
annunzia
una
disgrazia
:
lo
sente
ancora
rimbombare
dentro
il
suo
cuore
;
è
il
suono
più
terribile
che
abbia
mai
udito
,
più
funebre
di
quello
che
annunzia
la
morte
,
più
del
suono
della
campana
che
chiama
a
spegnere
un
incendio
.
La
buona
serva
si
alza
;
ma
prima
di
aprire
ascolta
,
con
ansia
paurosa
.
Chi
può
essere
?
Un
bandito
,
un
ladro
,
un
uomo
della
giustizia
?
Anche
un
fantasma
può
essere
,
un
morto
che
passa
nella
strada
e
bussa
alle
porte
per
avvertire
i
viventi
che
l
'
inferno
li
aspetta
.
Era
qualche
cosa
di
peggio
ancora
:
un
morto
vivente
che
annunziava
l
'
inferno
,
sì
,
ma
prima
della
morte
,
nella
vita
stessa
.
Era
Santus
,
con
gli
occhi
azzurri
velati
,
la
lingua
legata
.
Per
misurare
la
gravità
di
queste
disgrazie
bisogna
considerare
anche
l
'
intransigenza
malevola
dell
'
ambiente
dove
si
svolgevano
.
Tutti
si
conoscevano
,
nella
piccola
città
,
tutti
si
giudicavano
severamente
,
e
quelli
che
meno
avrebbero
dovuto
scagliare
la
prima
pietra
erano
i
più
inesorabili
.
Quando
si
seppe
del
ritorno
e
della
perdizione
di
Santus
,
fu
un
lungo
compiacersi
e
sogghignare
,
fra
i
conoscenti
della
famiglia
;
e
i
più
cattivi
erano
i
parenti
.
C
'
erano
due
cugine
della
signora
Francesca
,
due
vecchie
zitelle
che
facevano
pensione
a
un
canonico
,
-
questo
veramente
santo
,
-
e
stavano
sempre
in
chiesa
.
Ogni
tanto
si
presentavano
nella
casa
di
Cosima
,
rigide
e
composte
,
dure
come
due
mummie
;
non
parlavano
molto
,
ma
ogni
loro
parola
era
una
frecciata
:
e
di
tutto
,
anche
quando
le
cose
andavano
egregiamente
,
trovavano
da
ridire
,
persino
se
le
ragazze
avevano
un
abituccio
nuovo
,
o
si
ornavano
di
un
nastro
economico
ritagliato
magari
da
un
fazzoletto
di
seta
logoro
.
Piombarono
in
casa
il
giorno
dopo
del
ritorno
di
Santus
,
e
fecero
piangere
la
signora
Francesca
,
addossandole
tutta
la
colpa
del
disordine
famigliare
.
Tutto
,
intorno
,
per
loro
,
era
una
tragedia
;
e
lo
era
,
sì
,
ma
forse
,
almeno
per
le
ragazze
,
non
irreparabile
.
Irreparabile
lo
era
per
le
due
vecchie
zitelle
,
che
,
istintivamente
,
senza
precisa
cattiveria
,
riversavano
sul
destino
degli
altri
il
proprio
squilibrio
.
Una
carica
particolare
,
quasi
non
bastasse
la
prima
,
fu
fatta
contro
Enza
,
della
quale
si
conoscevano
gli
amori
segreti
e
palesi
con
Gioanmario
:
per
le
due
acri
e
sterili
zie
,
che
mai
avevano
conosciuto
l
'
amore
,
il
romanzo
innocente
e
in
fondo
melanconico
dei
due
giovani
innamorati
era
tragico
e
terribile
quasi
come
quello
di
Isotta
la
bionda
e
Tristano
,
o
di
Paolo
e
Francesca
.
Predissero
le
cose
più
sinistre
per
l
'
immorale
e
sfrontata
ragazza
,
mormorarono
che
per
causa
di
lei
la
famiglia
e
l
'
intero
parentado
erano
scherniti
e
disprezzati
da
tutta
la
gente
benpensante
,
e
che
il
disonore
ricadeva
anche
sulle
sorelle
che
mai
avrebbero
trovato
marito
.
La
madre
piangeva
:
che
altro
poteva
fare
?
E
,
certo
,
neppure
lei
era
contenta
per
la
storia
di
Enza
,
sebbene
,
dopo
le
ultime
disgrazie
famigliari
,
la
sua
ostilità
verso
Gioanmario
fosse
diminuita
,
e
pensasse
che
un
uomo
ordinato
ed
energico
,
in
casa
,
sarebbe
stato
di
grande
aiuto
:
ma
non
rispondeva
alle
insinuazioni
vituperose
delle
cugine
,
e
tale
sua
quasi
accondiscendenza
fu
quella
che
più
esasperò
Enza
,
la
quale
naturalmente
origliava
all
'
uscio
.
D
'
un
tratto
si
sentirono
alte
grida
ululanti
,
e
il
tonfo
d
'
un
corpo
che
cade
.
Era
lei
,
l
'
infelice
ragazza
,
presa
da
un
attacco
isterico
,
quasi
epilettico
.
Allora
la
madre
si
sollevò
,
come
la
cerbiatta
alla
quale
vien
ferito
il
figlio
,
e
trovò
l
'
energia
di
cacciar
via
le
donne
e
di
sollevare
e
confortare
la
sua
bambina
.
Poiché
tutti
i
figli
,
per
lei
,
compreso
il
più
traviato
,
anzi
lui
forse
più
degli
altri
,
erano
ancora
deboli
creature
che
il
Signore
avrebbe
fatto
crescere
e
rinsavire
.
Il
risultato
fu
che
Gioanmario
fu
riconosciuto
come
fidanzato
di
Enza
,
e
si
fissarono
le
nozze
per
l
'
estate
seguente
,
appena
egli
si
fosse
laureato
.
Nozze
umili
e
quasi
tristi
;
non
quali
il
padre
aveva
sognate
e
preparate
per
le
sue
figliuole
.
Ai
due
giovani
sposi
fu
assegnata
una
modesta
rendita
,
e
concessa
per
abitazione
una
vecchia
casa
che
la
famiglia
possedeva
in
un
quartiere
eccentrico
della
cittadina
.
Ma
era
una
casa
troppo
grande
,
con
una
scala
erta
,
le
camere
vaste
dai
pavimenti
di
legno
,
le
finestre
piccole
,
le
pareti
imbiancate
con
la
calce
;
Enza
ci
si
immelanconì
e
si
strapazzò
a
pulirla
e
renderla
abitabile
,
aiutata
solo
da
una
donna
a
mezzo
servizio
.
Presto
cominciarono
i
guai
.
Gioanmario
,
entrato
nello
studio
di
un
avvocato
,
vi
rimaneva
tutto
il
giorno
,
e
ancora
senza
compenso
.
Il
dover
vivere
con
la
piccola
rendita
della
moglie
lo
umiliava
e
lo
esasperava
.
Provocato
dal
malumore
di
lei
cominciò
a
rinfacciarle
la
fretta
di
essersi
voluta
sposare
:
ella
rispondeva
aspra
:
litigi
violenti
scoppiavano
fra
di
loro
,
seguiti
da
riconciliazioni
che
duravano
poco
,
da
fughe
di
lui
che
rimaneva
assente
il
più
possibile
.
Una
triste
mattina
,
la
donna
che
andava
da
loro
per
i
servizi
,
corse
spaventata
a
casa
dei
parenti
,
dicendo
che
aveva
trovato
la
piccola
padrona
stesa
a
letto
senza
sensi
,
fredda
come
una
morta
.
L
'
aveva
fatta
rinvenire
;
ma
temeva
che
la
cosa
fosse
grave
.
La
signora
Francesca
era
sofferente
anch
'
essa
,
per
un
male
alle
reni
,
e
le
ragazze
giudicarono
di
non
spaventarla
con
le
notizie
di
Enza
.
Cosima
,
che
spesso
andava
dai
giovani
sposi
ed
era
al
corrente
della
loro
disordinata
e
dolorosa
vita
,
corse
lei
con
la
speranza
che
si
trattasse
di
uno
dei
soliti
disturbi
nervosi
della
sorella
.
La
trovò
insolitamente
calma
,
troppo
calma
,
abbandonata
sul
letto
pallidissima
,
coi
grandi
occhi
spauriti
.
Non
parlava
,
non
si
moveva
;
ma
un
odore
sgradevole
e
caldo
esalava
dal
letto
,
e
quando
Cosima
,
con
un
coraggio
superiore
alla
sua
età
,
cercò
di
scoprire
il
mistero
si
accorse
che
l
'
infelice
Enza
giaceva
in
una
pozza
di
sangue
nero
.
Arrivò
il
medico
e
disse
che
si
trattava
di
un
aborto
.
Alla
meglio
tentarono
di
riparare
:
ma
era
tardi
:
prima
che
il
marito
tornasse
da
una
seduta
al
Tribunale
,
Enza
era
morta
.
Morta
,
senza
dolore
,
senza
coscienza
,
vuota
di
tutto
il
suo
sangue
malato
e
turbolento
:
adesso
era
bianca
,
bella
,
purificata
,
come
una
statua
di
marmo
scolpita
sul
suo
modello
.
Prima
di
avvertire
la
madre
e
le
sorelle
,
prima
ancora
che
Gioanmario
rientrasse
,
Cosima
,
da
sola
,
chiuse
i
grandi
occhi
vitrei
di
Enza
,
ne
lavo
il
corpo
,
trasportato
in
un
lettuccio
della
camera
attigua
a
quella
matrimoniale
;
lo
profumò
;
compose
i
bei
capelli
castani
intorno
al
viso
diafano
,
e
infine
la
rivestì
del
modesto
abito
bianco
di
sposa
e
le
calzò
anche
le
scarpette
di
raso
.
Agiva
sotto
l
'
impulso
di
una
forza
quasi
sovrannaturale
,
come
in
uno
stato
di
ebbrezza
.
Ebbrezza
di
dolore
,
di
disinganno
,
di
spavento
della
vita
,
che
,
come
tutte
le
ubriachezze
violente
,
le
lasciò
un
fondo
di
amarezza
,
anzi
di
terrore
;
un
terrore
che
non
l
'
abbandonò
mai
più
,
sebbene
accuratamente
sepolto
da
lei
in
fondo
al
cuore
come
il
segreto
di
una
colpa
misteriosa
e
involontaria
:
l
'
antica
colpa
dei
primi
padri
,
quella
che
attirò
sul
mondo
il
dolore
e
ricade
indistintamente
su
tutti
gli
uomini
.
Adesso
Cosima
aveva
quattordici
anni
,
e
conosceva
dunque
la
vita
nelle
sue
più
fatali
manifestazioni
.
Ma
nonostante
quella
paura
misteriosa
della
fatalità
che
si
era
annidata
nel
suo
cuore
,
poiché
questo
cuore
era
poi
fisicamente
e
moralmente
forte
,
ella
aveva
ereditato
dal
padre
e
dagli
avi
paterni
,
quasi
tutti
agricoltori
e
pastori
,
quindi
patriarcalmente
unici
alla
terra
e
alla
natura
,
un
fondo
di
bontà
,
d
'
intelligenza
,
di
filosofia
,
e
sentiva
profonda
la
gioia
di
vivere
.
Durante
l
'
infanzia
aveva
avuto
le
malattie
comuni
a
tutti
i
bambini
,
ma
adesso
era
,
sebbene
gracile
e
magra
,
sana
e
relativamente
agile
e
forte
.
Piccola
di
statura
,
con
la
testa
piuttosto
grossa
,
mani
e
piedi
minuscoli
,
con
tutte
le
caratteristiche
fisiche
sedentarie
delle
donne
della
sua
razza
,
forse
d
'
origine
libica
,
con
lo
stesso
profilo
un
po
'
camuso
,
i
denti
selvaggi
e
il
labbro
superiore
molto
allungato
;
aveva
però
una
carnagione
chiara
e
vellutata
,
bellissimi
capelli
neri
lievemente
ondulati
e
gli
occhi
grandi
,
a
mandorla
,
di
un
nero
dorato
e
a
volte
verdognolo
,
con
la
grande
pupilla
appunto
delle
donne
di
razza
camitica
,
che
un
poeta
latino
chiamò
doppia
pupilla
,
di
un
fascino
passionale
,
irresistibile
.
Per
la
morte
di
Enza
fu
ripreso
il
lutto
,
chiuse
ancora
le
finestre
,
ripresa
una
vita
veramente
claustrale
.
Ma
un
lievito
di
vita
,
un
germogliare
di
passioni
e
una
fioritura
freschissima
d
'
intelligenza
simile
a
quella
dei
prati
cosparsi
di
fiori
selvatici
a
volte
più
belli
di
quelli
dei
giardini
,
univa
le
tre
sorelle
in
una
specie
di
danza
silenziosa
piena
di
grazia
e
di
poesia
.
Le
due
piccole
,
Pina
e
Coletta
,
leggevano
già
anch
'
esse
avidamente
tutto
quello
che
loro
capitava
in
mano
,
e
,
quando
erano
sole
con
Cosima
,
si
abbandonavano
insieme
a
commenti
e
discussioni
che
uscivano
dal
loro
ambiente
e
dalle
ristrettezze
della
loro
vita
quotidiana
.
E
Cosima
,
come
costretta
da
una
forza
sotterranea
,
scriveva
versi
e
novelle
.
Da
sua
parte
Andrea
aveva
molti
difetti
,
ma
era
anche
generoso
e
gioviale
.
Forse
troppo
:
e
la
sua
generosità
era
alimentata
da
un
po
'
di
amor
proprio
,
di
vanità
,
di
boria
:
ma
spesso
era
schietta
e
istintiva
:
aveva
,
poi
,
impeti
di
vero
entusiasmo
per
cose
che
agli
altri
sembravano
degne
di
poco
aiuto
,
se
non
proprio
di
essere
contrariate
;
e
allora
gli
sembrava
di
fare
atto
di
giustizia
mettendosi
dalla
parte
del
debole
.
Così
,
quando
si
venne
a
sapere
che
la
sua
sorellina
Cosima
,
quella
ragazzina
di
quattordici
anni
che
ne
dimostrava
meno
e
sembrava
selvaggia
e
timida
come
una
piccola
cerbiatta
,
era
invece
una
specie
di
ribelle
a
tutte
le
abitudini
,
le
tradizioni
,
gli
usi
della
famiglia
e
anzi
della
razza
,
poiché
s
'
era
messa
a
scrivere
versi
e
novelle
,
e
tutti
cominciarono
a
guardarla
con
una
certa
stupita
diffidenza
,
se
non
pure
a
sbeffeggiarla
e
prevedere
per
lei
un
quasi
losco
avvenire
,
Andrea
prese
a
proteggerla
e
tentò
,
in
modo
invero
molto
intelligente
ed
efficace
,
ad
aiutarla
.
Egli
aveva
fatto
solo
il
ginnasio
,
e
sebbene
avesse
appena
ventidue
anni
si
occupava
adesso
dell
'
amministrazione
dei
beni
lasciati
dal
padre
,
traendone
,
è
vero
,
molto
profitto
per
sé
e
per
i
suoi
divertimenti
;
ma
leggeva
,
anche
,
e
in
certo
modo
era
al
corrente
degli
avvenimenti
letterarî
.
L
'
eco
di
questi
era
sempre
portata
alla
piccola
città
da
Antonino
,
lo
studente
di
lettere
del
più
intimo
amico
di
Andrea
.
Questo
fratello
si
chiamava
Salvatore
,
e
aveva
anche
lui
preferito
allo
studio
la
vita
beata
del
piccolo
proprietario
sempre
a
cavallo
per
i
suoi
campi
ad
aizzare
il
lavoro
dei
servi
e
a
divertirsi
poi
con
le
belle
e
ardenti
ragazze
del
paese
:
e
si
beffava
,
pur
ammirandolo
in
segreto
,
di
Antonino
,
che
aveva
le
mani
bianche
e
affusolate
di
donna
e
gli
occhi
pieni
di
sogni
;
e
non
era
buono
neppure
a
montare
sulla
giumenta
sulla
quale
balzavano
d
'
un
salto
le
servette
di
casa
per
andare
a
prender
l
'
acqua
alla
fontana
:
come
nei
suoi
eterni
studi
,
nelle
Università
più
celebri
del
Continente
,
spendendo
tutti
i
risparmi
della
famiglia
,
non
riusciva
o
non
voleva
riuscire
a
prendere
la
laurea
.
Ad
ogni
modo
questo
bellissimo
,
questo
elegante
e
quasi
principesco
studente
(
e
in
quei
tempi
e
in
quel
luogo
la
parola
studente
significava
ancora
un
essere
superiore
:
un
uomo
al
quale
potevano
essere
assegnati
i
più
alti
e
potenti
destini
della
terra
)
portava
davvero
nella
cerchia
familiare
,
primitiva
,
isolata
,
quasi
condannata
a
un
esilio
dal
mondo
grande
,
un
soffio
di
quella
grandezza
tanto
più
luminosa
quanto
più
lontana
.
Egli
parlava
di
Re
,
di
Regine
,
di
alti
personaggi
politici
,
di
artisti
e
di
letterati
,
come
fossero
tutti
suoi
intimi
amici
.
Sulla
figura
di
Gabriele
d
'
Annunzio
,
allora
in
tutto
il
suo
più
radioso
splendore
,
circonfusa
inoltre
dall
'
aureola
di
notizie
leggendarie
,
egli
si
appoggiava
sopra
tutto
,
come
il
credente
si
appoggia
alla
colonna
del
tempio
per
riceverne
forza
e
maestà
.
Le
cose
raccontate
dal
buono
,
dall
'
epico
Antonino
,
infiammavano
di
folli
sogni
il
cuore
del
rude
,
ma
anche
lui
a
suo
modo
epico
Andrea
.
Egli
cominciò
a
fantasticare
sulla
piccola
Cosima
.
Bisognava
pertanto
aiutarla
.
La
mandò
a
prendere
lezioni
d
'
italiano
,
poiché
a
dire
il
vero
ella
scriveva
più
in
dialetto
che
in
lingua
,
da
un
professore
di
ginnasio
.
Queste
lezioni
accrebbero
il
senso
di
ostilità
istintiva
che
la
piccola
scrittrice
provava
per
ogni
genere
di
studi
libreschi
,
a
meno
che
non
fossero
romanzi
o
poesie
.
Più
efficaci
furono
le
lezioni
pratiche
che
il
fratello
volonteroso
le
procurò
facendole
conoscere
tipi
di
vecchi
pastori
che
raccontavano
storie
più
mirabili
di
quelle
scritte
sui
libri
,
e
portandola
in
giro
,
nei
villaggi
più
caratteristici
della
contrada
,
alle
feste
campestri
,
agli
ovili
sparsi
nei
pascoli
solitari
e
nascosti
come
nidi
nelle
conche
boscose
della
montagna
.
Una
di
queste
gite
fu
meravigliosa
,
anche
perché
fatta
in
buona
compagnia
.
Oltre
al
fratello
di
Antonino
,
c
'
erano
altri
amici
di
Andrea
,
quasi
tutti
studenti
mancati
,
che
ai
tormentosi
fasti
del
vocabolario
preferivano
quelli
della
fisarmonica
e
la
Odissea
,
se
la
creavano
da
sé
prendendosi
a
pugni
per
qualche
bella
giovane
paesana
e
poi
riconciliandosi
in
banchetti
ove
le
ossa
degli
agnelli
arrostiti
alla
viva
fiamma
si
ammucchiavano
ai
loro
piedi
come
sotto
le
mense
degli
eroi
e
conti
di
Re
Carlo
.
Uno
di
questi
banchetti
fu
apprestato
quel
giorno
,
nell
'
ovile
delle
tancas
paterne
di
Andrea
e
di
Cosima
.
Ai
pastori
porcari
,
che
avevano
finito
la
loro
stagione
,
erano
seguiti
quelli
di
pecore
e
di
capre
.
Le
pecore
brucavano
l
'
asfodelo
secco
,
i
cui
lunghi
steli
dorati
scrocchiavano
fra
i
denti
delle
bestie
come
grissini
,
e
le
capre
nere
,
dalle
teste
diaboliche
,
si
profilavano
sulla
madreperla
delle
cime
rocciose
.
Quel
giorno
Cosima
imparò
più
cose
che
in
dieci
lezioni
del
professore
di
belle
lettere
.
Imparò
a
distinguere
la
foglia
dentellata
della
quercia
da
quella
lanceolata
del
leccio
,
e
il
fiore
aromatico
del
tasso
barbasso
da
quello
del
vilucchio
.
E
da
un
castello
di
macigni
sopra
i
quali
volteggiavano
i
falchi
che
parevano
attirati
dal
sole
come
le
farfalle
notturne
dalle
lampade
,
vide
una
grande
spada
luccicante
messa
ai
piedi
di
una
scogliera
come
in
segno
che
l
'
isola
era
stata
tagliata
dal
continente
e
tale
doveva
restare
per
l
'
eternità
.
Era
il
mare
che
Cosima
vedeva
per
la
prima
volta
.
Certo
,
fu
una
giornata
indimenticabile
,
come
quella
della
cresima
,
quando
un
fanciullo
che
crede
fermamente
in
Dio
si
sente
più
vicino
a
lui
,
lavato
del
tutto
dal
peccato
originale
.
Tutto
pareva
straordinario
a
Cosima
,
persino
il
grido
rapace
delle
ghiandaie
e
i
cardi
spinosi
fra
le
pietre
arse
:
ma
invece
di
esaltarsi
si
sentiva
piccola
e
umile
accanto
alle
rocce
che
scintillavano
come
rivestite
di
scaglie
,
e
ai
lecci
millenari
che
sembravano
più
antichi
delle
stesse
rocce
.
L
'
ombra
era
fitta
,
e
se
qualche
nuvoletta
solcava
il
cielo
sembrava
si
afferrasse
alle
cime
più
alte
,
in
certi
piccoli
squarci
del
bosco
,
come
i
fanciulli
che
guardano
in
fondo
a
un
pozzo
.
Ma
il
banchetto
fu
servito
in
una
radura
,
per
terra
s
'
intende
,
tutta
circondata
da
un
colonnato
di
tronchi
come
un
salone
regale
:
per
Cosima
Andrea
preparò
con
una
sella
e
una
bisaccia
una
comoda
poltrona
;
e
i
migliori
bocconi
furono
per
lei
:
per
lei
il
rognone
dell
'
agnello
,
tenero
e
dolce
come
una
sorba
matura
;
per
lei
il
cocuzzolo
del
formaggello
arrostito
allo
spiedo
,
per
lei
il
più
bel
grappolo
d
'
uva
primaticcia
portata
appositamente
dal
fratello
premuroso
.
Si
accorsero
,
i
convitati
,
di
queste
gentilezze
quasi
galanti
,
e
cominciarono
a
urtarsi
coi
gomiti
;
e
come
se
una
parola
d
'
ordine
si
trasmettesse
fra
loro
con
questo
gesto
,
un
bel
momento
tutti
sporsero
verso
Cosima
le
loro
curiose
forchette
di
stecchi
di
legno
,
e
ad
esse
infilati
pezzetti
di
carne
,
di
pane
,
di
cacio
,
di
tutte
le
vivande
che
si
trovavano
sulla
mensa
.
Ella
arrossì
,
ma
non
pronunziò
una
parola
:
non
aveva
mai
aperto
bocca
,
del
resto
,
durante
tutto
il
tempo
del
banchetto
,
e
pareva
una
estranea
,
sulla
sua
sella
ricoperta
dal
drappo
arcaico
della
bisaccia
,
coi
suoi
grandi
occhi
silenziosi
,
oscuri
del
cupo
verde
dell
'
ombra
del
bosco
:
come
una
delle
piccole
fate
ambigue
,
non
sai
se
buone
o
cattive
,
che
popolano
le
grotte
del
monte
e
da
millennii
vi
tessono
,
dentro
,
nei
loro
telai
d
'
oro
reti
per
imprigionare
i
falchi
,
i
venti
,
le
nuvole
,
i
sogni
degli
uomini
.
Era
un
po
'
stizzita
,
però
,
che
il
fratello
l
'
avesse
esposta
alla
beffa
,
per
quanto
rispettosa
,
dei
compagni
;
e
non
toccò
più
cibo
,
e
,
appena
sfuggita
all
'
attenzione
dei
convitati
,
si
volse
di
fianco
e
parve
balzare
dalla
sella
come
da
un
cavallo
in
corsa
.
Si
allontanò
rapida
tra
le
felci
della
radura
,
sfiorandole
con
le
braccia
aperte
,
come
una
rondine
che
vola
basso
all
'
avvicinarsi
del
temporale
,
e
tornò
poi
in
cima
al
dirupo
donde
si
vedeva
il
mare
.
Il
mare
:
il
grande
mistero
,
la
landa
di
cespugli
azzurri
,
con
a
riva
una
siepe
di
biancospini
fioriti
;
il
deserto
che
la
rondine
sognava
di
trasvolare
verso
le
meravigliose
regioni
del
Continente
.
Se
non
altro
ella
avrebbe
voluto
restare
lì
sullo
spalto
dei
macigni
,
come
la
castellana
nel
solitario
maniero
,
a
guardare
l
'
orizzonte
in
attesa
che
una
vela
vi
apparisse
con
i
segni
della
speranza
,
o
sulla
riva
balzasse
,
vestito
dei
colori
del
mare
,
il
Principe
dell
'
amore
.
Le
grida
dei
giovani
nella
radura
la
richiamavano
alla
realtà
:
si
udivano
anche
i
fischi
dei
pastori
che
radunavano
il
gregge
,
e
ogni
voce
,
ogni
suono
vibrava
nel
grande
silenzio
con
un
'
eco
limpida
come
in
una
casa
di
cristallo
.
Il
sole
calava
dalla
parte
opposta
,
sopra
le
montagne
di
là
della
pianura
,
e
già
le
capre
,
ancora
arrampicate
sulle
vette
,
avevano
gli
occhi
rossi
come
quelli
dei
falchi
.
Era
tempo
di
ritornare
a
casa
;
e
ricordando
le
sue
giornate
ancora
fanciullesche
,
rallegrate
solo
dalle
storielle
ch
'
ella
raccontava
a
sé
stessa
,
ella
si
sentiva
al
cospetto
del
mare
e
sopra
i
grandi
precipizi
rossi
di
tramonto
,
come
la
capretta
sulla
vetta
merlata
della
roccia
,
che
vorrebbe
imitare
il
volo
del
falco
e
invece
,
al
fischio
del
pastore
,
deve
ritornare
allo
stabbio
.
E
,
invece
,
un
fischio
,
più
acuto
e
diverso
dagli
altri
,
le
arrivò
come
una
freccia
,
seguito
da
altri
che
lo
imitavano
beffardi
.
Era
Andrea
che
la
chiamava
,
avvertendola
che
non
bisognava
abusare
della
sua
indulgenza
di
guardiano
:
e
l
'
irrisione
dei
compagni
le
ricordava
meglio
ancora
che
le
sue
scorribande
non
erano
sopportate
che
una
volta
sola
dalle
leggi
della
comunità
dov
'
ella
era
destinata
a
vivere
.
Allora
ella
si
alzò
,
ma
scosse
di
nuovo
le
braccia
,
verso
il
mare
,
sembrandole
di
sfiorare
le
onde
come
poco
prima
aveva
sfiorato
le
felci
della
radura
,
quale
rondine
che
migra
,
dopo
l
'
inverno
caldo
,
sì
,
ma
sterile
,
degli
altipiani
libici
,
verso
le
terre
del
sole
,
i
rossi
crepuscoli
estivi
,
l
'
amore
che
solo
concede
il
dono
dell
'
eternità
.
Questo
sogno
,
da
allora
,
non
l
'
abbandonò
mai
più
.
Quando
nelle
sere
d
'
inverno
,
accanto
al
braciere
e
alla
luce
di
due
lampadine
ad
olio
(
qualche
volta
ne
accendeva
anche
tre
)
,
o
nei
mattini
di
primavera
,
nell
'
orticello
fiorito
di
rose
e
ronzante
di
mosconi
,
e
poi
d
'
estate
nella
camera
su
in
alto
col
paesaggio
sonnolento
dei
monti
alla
finestra
,
poteva
aver
fra
le
mani
una
rivista
illustrata
,
ne
studiava
a
lungo
le
figure
,
specialmente
le
riproduzioni
fotografiche
di
strade
,
monumenti
,
palazzi
di
grandi
città
.
Roma
era
la
sua
mèta
:
lo
sentiva
.
Non
sapeva
ancora
come
sarebbe
riuscita
ad
andarci
:
non
c
'
era
nessuna
speranza
,
nessuna
probabilità
:
non
l
'
illusione
di
un
matrimonio
che
l
'
avrebbe
condotta
laggiù
:
eppure
sentiva
che
ci
sarebbe
arrivata
.
Ma
non
era
ambizione
mondana
,
la
sua
,
non
pensava
a
Roma
per
i
suoi
splendori
:
era
una
specie
di
città
santa
,
Gerusalemme
dell
'
arte
,
il
luogo
dove
si
è
più
vicini
a
Dio
,
e
alla
gloria
.
Come
giungessero
fino
a
lei
i
giornali
illustrati
non
si
sa
:
forse
era
Santus
,
o
lo
stesso
Andrea
a
procurarli
:
il
fatto
è
che
allora
,
nella
capitale
,
dopo
l
'
aristocratico
editore
Sommaruga
,
era
venuto
su
,
da
operaio
di
tipografia
,
un
editore
popolare
che
fra
molte
pubblicazioni
di
cattivo
gusto
ne
aveva
buone
,
quasi
fini
,
e
sapeva
divulgarle
anche
nei
paesi
più
lontani
della
penisola
.
Arrivavano
anche
nella
casa
di
Cosima
;
erano
giornali
per
ragazzi
,
riviste
agili
e
bene
figurate
,
giornali
di
varietà
e
di
moda
.
Sicuro
,
l
'
Ultima
Moda
,
coi
suoi
figurini
di
donna
dall
'
alta
pettinatura
imbottita
,
la
vita
sottile
e
il
paniere
prominente
,
l
'
ombrellino
grande
a
merletti
come
quello
del
Santissimo
Sacramento
,
e
i
ventagli
di
piume
simili
a
quelli
del
Sultano
,
era
la
gioia
,
il
tormento
,
la
corruzione
delle
ragazze
.
Nelle
ultime
pagine
c
'
era
sempre
una
novella
,
scritta
bene
,
spesso
con
una
grande
firma
:
non
solo
,
ma
il
direttore
del
giornale
era
un
uomo
di
gusto
,
un
poeta
,
un
letterato
a
quei
tempi
notissimo
,
della
schiera
scampata
al
naufragio
del
Sommaruga
e
rifugiatasi
in
parte
nella
barcaccia
dell
'
editore
Perino
.
E
dunque
alla
nostra
Cosima
salta
nella
testa
chiusa
ma
ardita
di
mandare
una
novella
al
giornale
di
mode
,
con
una
letterina
piena
di
graziose
esibizioni
,
come
,
per
esempio
,
la
sommaria
pittura
della
sua
vita
,
del
suo
ambiente
,
delle
sue
aspirazioni
,
e
sopra
tutto
con
forti
e
prodi
promesse
per
il
suo
avvenire
letterario
.
E
forse
,
più
che
la
composizione
letteraria
,
dove
del
resto
si
raccontava
di
una
fanciulla
quasi
simile
a
lei
,
fu
questa
prima
epistola
ad
aprirle
il
cuore
del
buon
poeta
che
presiedeva
al
mondo
femminile
artificiosetto
del
giornale
di
mode
,
e
con
il
cuore
di
lui
le
porte
della
fama
.
Fama
che
come
una
bella
medaglia
aveva
il
suo
rovescio
segnato
da
una
croce
dolorosa
:
poiché
se
il
direttore
dell
'
Ultima
Moda
,
nel
pubblicare
la
novella
presentò
al
mondo
dell
'
arte
,
con
nobile
slancio
,
la
piccola
scrittrice
,
e
subito
la
invitò
a
mandare
altri
lavori
,
in
paese
la
notizia
che
il
nome
di
lei
era
apparso
stampato
sotto
due
colonne
di
prosa
ingenuamente
dialettale
,
e
che
,
per
maggiore
scandalo
,
parlavano
di
avventure
arrischiate
,
destò
una
esecrazione
unanime
e
implacabile
.
Ed
ecco
le
zie
,
le
due
vecchie
zitelle
,
che
non
sapevano
leggere
e
bruciavano
i
fogli
con
le
figure
di
peccatori
e
di
donne
maledette
,
precipitarsi
nella
casa
malaugurata
,
spargendovi
il
terrore
delle
loro
critiche
e
delle
peggiori
profezie
.
Ne
fu
scosso
persino
Andrea
:
i
suoi
sogni
sull
'
avvenire
di
Cosima
si
velarono
di
vaghe
paure
:
ad
ogni
modo
consigliò
la
sorella
di
non
scrivere
più
storie
d
'
amore
,
tanto
più
che
alla
sua
età
,
con
la
sua
poca
esperienza
in
materia
,
oltre
a
farla
passare
per
una
ragazza
precoce
e
già
corrotta
,
non
potevano
essere
del
tutto
verosimili
.
L
'
estate
era
certamente
la
stagione
più
bella
,
per
Cosima
sopra
tutto
.
Grande
era
il
caldo
,
a
giorni
,
ma
un
caldo
secco
,
che
alla
notte
si
placava
in
un
senso
di
straordinaria
dolcezza
.
Arrivavano
allora
,
dalla
valle
e
dai
campi
mietuti
,
odori
di
stoppia
,
di
cespugli
aromatici
;
e
le
voci
delle
donne
accoccolate
nella
strada
a
godere
il
fresco
risonavano
con
bassi
accordi
musicali
.
Lunghi
erano
i
vesperi
,
rossi
,
glauchi
,
violetti
sopra
la
montagna
,
e
se
la
luna
spuntava
sopra
le
roccie
il
suo
chiarore
si
fondeva
con
quello
dell
'
ultimo
giorno
in
un
crepuscolo
quasi
orientale
.
E
poi
era
la
stagione
in
cui
Antonino
tornava
per
le
vacanze
.
Cosima
aspettava
questo
ritorno
come
altri
aspettano
la
primavera
o
il
fare
del
giorno
.
Quell
'
anno
,
poi
,
alla
sua
attesa
si
mischiava
una
vaga
paura
:
paura
che
Antonino
avesse
saputo
la
grande
novità
,
che
anche
lei
era
diventata
una
scrittrice
,
una
candidata
alla
gloria
,
e
che
sorridesse
di
lei
,
con
quel
suo
ironico
sorriso
di
famiglia
,
velato
però
,
in
lui
,
da
una
finissima
melanconia
,
come
quella
dei
grandi
,
dei
veramente
grandi
e
forti
,
per
i
piccoli
e
deboli
.
In
fondo
non
le
importava
gran
che
,
ferma
nella
sua
ambiziosa
sicurezza
di
non
aver
bisogno
di
forze
diverse
dalle
sue
per
andar
diritta
nella
strada
che
Dio
stesso
le
aveva
tracciata
:
e
da
Antonino
non
sperava
niente
,
non
solo
,
ma
non
voleva
niente
,
neppure
che
egli
sospettasse
del
suo
amore
per
lui
.
Amore
.
La
parola
era
finalmente
sbocciata
,
nel
cuore
e
sopra
tutto
nella
coscienza
di
lei
,
da
quel
giorno
sulle
rocce
:
come
sboccia
la
rosa
rossa
e
fragrante
che
basta
a
illuminare
un
giardino
desolato
.
Eppure
il
corpo
di
Antonino
non
esisteva
per
lei
;
e
neppure
il
lontano
desiderio
,
neppure
per
istinto
,
di
un
solo
bacio
di
lui
,
le
vibrava
nel
sangue
.
Di
lui
non
conosceva
che
la
linea
,
una
linea
quasi
azzurra
,
poiché
egli
vestiva
quasi
sempre
di
colore
turchino
chiaro
,
quasi
soffusa
del
chiarore
della
lontananza
in
cui
egli
le
appariva
,
anche
se
in
realtà
la
sua
figura
spuntava
in
fondo
alla
strada
solitaria
.
Egli
doveva
attraversare
per
forza
quella
strada
,
per
scendere
dalla
sua
casa
al
centro
del
paese
:
ella
lo
sapeva
,
e
lo
aspettava
alla
finestra
,
ma
appena
la
figura
di
lui
appariva
ella
si
nascondeva
.
Ma
questa
volta
ella
lo
vede
sotto
una
luce
diversa
,
su
uno
sfondo
che
ha
del
fantastico
.
Era
andata
,
con
la
sorella
Pina
,
a
trovare
le
loro
amiche
,
cugine
di
Antonino
.
La
serva
le
ha
accompagnate
,
consegnandole
alla
signora
Lucia
,
con
la
promessa
che
sarebbe
andata
a
riprenderle
verso
sera
.
È
poco
,
eppure
è
una
festa
per
Cosima
,
che
può
respirare
l
'
aria
del
cortile
e
della
vigna
di
Antonino
.
Come
si
è
detto
,
le
case
delle
quattro
famiglie
si
aprono
tutte
su
questo
grande
cortile
arioso
,
lastricato
bene
,
con
panchine
di
granito
poggiate
al
muro
,
accanto
alle
porte
.
Quella
della
signora
Lucia
è
a
un
solo
pianterreno
,
ma
le
stanze
sono
comode
,
e
c
'
è
anche
il
salotto
,
col
tavolino
rotondo
in
mezzo
,
e
il
sofà
con
la
spalliera
ricoperta
da
una
trina
all
'
uncinetto
.
Le
ragazze
vi
si
raccolgono
e
cominciano
a
pigolare
:
anche
l
'
amica
di
Cosima
e
quella
di
Pina
,
della
stessa
età
,
sono
piccoline
,
brune
,
intelligenti
e
lingue
lunghe
.
Finito
di
parlar
male
delle
comuni
conoscenze
,
cominciano
a
punzecchiarsi
scambievolmente
,
con
istintive
malignità
e
derisioni
.
Le
due
ragazze
M
.
vestono
bene
,
perché
il
padre
è
impiegato
al
Tribunale
ed
ha
una
sorella
a
Sassari
,
dove
spesso
le
ragazze
passano
qualche
settimana
e
apprendono
le
eleganze
cittadine
.
Oggetto
della
loro
beffa
sono
quindi
i
goffi
vestitini
delle
altre
due
,
fatti
dalla
sarta
paesana
.
Giallo
,
con
guarnizioni
rosse
,
quello
di
Cosima
,
che
parrebbe
ridicolo
e
pure
dà
risalto
al
suo
viso
pallido
e
ai
folti
capelli
neri
.
-
Sembri
una
ciliegia
che
comincia
a
maturare
,
-
le
dice
l
'
amica
Lenedda
,
e
Cosima
arrossisce
e
tace
,
ma
la
sorella
Pina
,
squadrando
il
vestito
verde
e
nero
dell
'
altra
,
ribatte
:
-
E
tu
sembri
una
vipera
.
L
'
altra
ride
;
dice
:
-
Non
mi
ricordavo
che
ti
hanno
tagliato
il
filo
della
lingua
.
Infatti
era
vero
:
da
piccola
Pina
balbutiva
poiché
lo
scilinguagnolo
sotto
la
sua
lingua
era
eccessivamente
corto
:
e
le
fu
tagliato
;
cosa
che
tutti
,
per
il
resto
della
vita
,
le
rinfacciarono
.
-
A
te
non
occorreva
tagliartelo
,
il
filo
della
lingua
:
anzi
bisognerebbe
ricucirlo
.
Risero
,
le
ragazze
,
perché
in
fondo
erano
allegre
e
si
divertivano
delle
loro
stesse
malizie
:
fu
portato
il
caffè
,
e
si
riprese
a
parlar
male
delle
altre
cugine
,
le
sorelle
di
Antonino
,
che
spiavano
dalle
finestre
di
faccia
,
ma
non
si
degnavano
di
venire
a
salutare
le
piccole
borghesi
.
Poiché
esse
vestivano
in
costume
,
sì
,
ma
in
modo
sfarzoso
,
ed
erano
più
ricche
delle
altre
,
in
modo
che
la
loro
madre
diceva
convinta
:
-
Per
le
mie
figlie
occorrono
uomini
in
alto
,
fieri
e
potenti
.
Invece
la
maggiore
,
molti
anni
più
tardi
,
sposò
un
possidente
paesano
,
e
la
minore
un
ricco
commerciante
.
Quel
giorno
,
esse
non
si
unirono
alla
compagnia
delle
nostre
ragazze
neppure
quando
,
verso
il
tramonto
,
le
quattro
amiche
uscirono
nella
vigna
attigua
alla
casa
.
Bellissimo
era
il
luogo
in
pendìo
sopra
la
valle
,
in
faccia
ai
monti
arrossati
dal
sole
calante
:
un
muricciuolo
lo
separava
dal
sentiero
che
andava
a
perdersi
verso
i
pendii
di
un
'
altra
valle
,
a
nord
,
e
su
questo
muricciuolo
,
di
contro
uno
sfondo
di
cielo
abbagliante
come
una
lamina
d
'
oro
,
sedeva
,
con
un
giornale
in
mano
,
l
'
agile
Antonino
.
Quando
dal
fondo
del
vialetto
della
vigna
Cosima
lo
vide
,
si
piegò
in
avanti
come
dovesse
cadere
,
chiudendo
gli
occhi
quasi
con
angoscia
.
Ella
non
sapeva
che
era
tornato
,
come
del
resto
non
lo
sapevano
neppure
le
cugine
di
lui
,
che
lo
guardarono
con
curiosità
insolente
e
gli
corsero
incontro
senza
salutarlo
battendogli
i
pugni
sulle
ginocchia
.
Egli
le
respinse
,
preoccupato
solo
per
la
piega
dei
suoi
pantaloni
,
e
non
avrebbe
neppure
smesso
di
leggere
senza
la
presenza
delle
altre
due
ragazze
.
Stentò
un
po
'
a
ricordarsi
chi
erano
,
ma
quando
ebbe
riconosciuto
bene
Cosima
balzò
in
piedi
e
la
salutò
,
con
quel
suo
sorriso
dolce
,
stanco
e
beffardo
che
gli
sollevava
il
labbro
sopra
i
denti
luminosi
.
Tutto
era
luminoso
,
in
lui
,
in
quel
momento
,
e
la
luce
d
'
oro
del
tramonto
pareva
scaturisse
dai
suoi
occhi
,
dal
suo
viso
bruno
,
dai
capelli
raggianti
.
Per
tutta
la
sua
vita
Cosima
lo
ricordò
così
:
e
basta
ancora
che
pensi
a
lui
per
sentire
una
gioia
misteriosa
,
fatta
di
luce
e
di
angoscia
,
come
si
prova
soltanto
al
primo
rivelarsi
della
vita
cosciente
,
anche
se
l
'
immagine
della
vita
sorrida
come
in
quell
'
attimo
sorrideva
Antonino
.
Eppure
,
in
fondo
al
suo
pensiero
rimaneva
il
ricordo
delle
sue
prime
esperienze
d
'
arte
,
e
aspettava
con
orgoglio
che
il
giovane
accennasse
alla
sua
novella
,
pronta
a
difendersi
se
gliela
derideva
.
Ma
pareva
ch
'
egli
non
sapesse
nulla
:
o
almeno
non
accennò
nulla
.
Domandò
solo
di
Santus
,
e
disse
che
sarebbe
andato
a
trovarlo
.
Cosima
arrossì
;
egli
se
ne
accorse
e
non
insisté
.
Poi
le
due
ragazze
minori
essendosi
allontanate
,
rimasero
accanto
al
muricciuolo
le
due
maggiori
,
e
Lenedda
cominciò
a
stuzzicare
Antonino
,
permettendosi
di
pigliarlo
in
giro
,
per
il
modo
con
cui
vestiva
,
e
perché
i
capelli
gli
lucevano
troppo
.
-
Ti
sei
messo
l
'
olio
di
lentischio
,
come
le
donne
di
Oliena
.
A
chi
vuoi
piacere
,
in
questo
paese
di
selvaggi
?
Qui
,
dame
non
ce
ne
sono
.
Cosima
abbassava
gli
occhi
.
La
speranza
ch
'
egli
volesse
rispondere
alla
cugina
,
sull
'
argomento
scottante
,
le
faceva
battere
il
cuore
:
ma
egli
non
badava
a
Lenedda
più
che
alle
pietre
del
muro
sul
quale
si
appoggiava
:
però
si
passava
la
mano
bianca
,
con
le
unghie
che
riflettevano
l
'
oro
del
tramonto
,
sui
capelli
divisi
da
un
lato
da
una
sottile
scriminatura
candida
,
e
se
li
tormentava
come
per
dimostrare
che
non
erano
lucidi
per
artifizio
.
-
E
poi
,
perché
non
hai
il
corpetto
?
L
'
hai
perduto
?
La
tua
camicia
sembra
la
camicetta
di
una
donna
.
Cosima
taceva
,
mortificata
e
offesa
per
lui
,
e
provò
una
gioia
cattiva
quando
egli
allungò
il
giornale
e
lo
sbatté
più
volte
sulla
testa
della
cuginetta
insolente
:
ma
non
fu
tutto
:
allorché
Lenedda
,
con
un
piccolo
salto
felino
tentò
di
tirargli
i
capelli
,
egli
l
'
afferrò
per
un
braccio
,
la
fece
girare
intorno
a
sé
come
una
trottola
,
la
spinse
costringendola
a
scendere
di
precipizio
nel
vialetto
in
declino
.
Ella
strillava
come
una
ghiandaia
,
e
lui
non
rideva
,
tutt
'
altro
,
anzi
stringeva
un
po
'
crudelmente
i
denti
,
e
continuava
ad
agitare
il
giornale
,
come
avesse
un
gran
caldo
.
Cosima
stava
lì
quasi
tramortita
,
e
avrebbe
voluto
non
assistere
a
quella
scena
.
Poiché
il
suo
idolo
si
scomponeva
alquanto
;
eppure
se
egli
avesse
fatto
su
di
lei
lo
scempio
toccato
alla
cugina
,
ne
sarebbe
stata
paurosamente
felice
.
Egli
però
le
mostrava
,
pur
con
la
sua
indifferenza
,
il
massimo
rispetto
;
non
solo
,
ma
ella
aveva
l
'
impressione
che
la
lezione
data
a
Lenedda
fosse
in
suo
omaggio
,
per
non
essere
diminuito
agli
occhi
di
lei
.
Ad
ogni
modo
ella
respirò
quando
egli
,
dopo
averla
salutata
con
un
lieve
cenno
del
capo
se
ne
andò
senza
far
più
caso
degli
strilli
della
cugina
.
Ma
ella
doveva
incontrarlo
ancora
in
condizioni
più
felici
,
insperate
e
quasi
favolose
.
Sopra
la
piccola
città
,
che
era
già
a
seicento
metri
sul
livello
del
mare
,
sulla
cima
dell
'
Orthobene
,
sovrastante
fra
boschi
di
lecci
e
rocce
di
granito
,
poco
distante
dalla
proprietà
della
famiglia
di
Cosima
e
da
dove
per
la
prima
volta
ella
aveva
veduto
il
mare
lontano
,
sorgeva
una
piccola
chiesa
detta
appunto
Madonna
del
Monte
,
su
uno
spiazzo
sollevato
e
recinto
di
massi
.
Piccole
stanzette
erano
addossate
alla
chiesa
,
sotto
lo
stesso
tetto
,
e
una
specie
di
portichetto
si
apriva
davanti
alle
due
porte
,
una
a
mezzodì
l
'
altra
a
ponente
,
con
sedili
in
muratura
tutto
intorno
.
Nelle
stanzette
dimoravano
i
fedeli
,
durante
il
periodo
della
novena
e
della
festa
della
piccola
Madonna
.
La
leggenda
raccontava
che
un
vescovo
,
forse
di
Pisa
,
nel
viaggiare
per
la
sua
visita
pastorale
nell
'
isola
,
colto
da
tempesta
,
aveva
promesso
,
se
il
naviglio
si
salvava
,
di
erigere
un
santuario
sulla
prima
cima
di
montagna
apparsa
all
'
orizzonte
.
E
immediatamente
il
mare
si
era
calmato
,
e
una
cima
rocciosa
era
emersa
fra
le
nuvole
sopra
l
'
isola
.
Lo
zio
di
Cosima
,
il
tabaccoso
prete
Ignazio
,
che
aveva
una
parrucca
rossa
con
la
chierica
,
fungeva
da
cappellano
della
chiesetta
.
La
sorella
Paola
lo
accompagnava
:
avevano
per
loro
uso
,
oltre
la
piccola
sagrestia
,
nel
cui
armadietto
zia
Paola
nascondeva
i
dolci
per
sottrarli
all
'
avidità
dei
ragazzi
,
una
stanzetta
pulita
per
il
prete
,
con
una
branda
e
il
materasso
,
e
una
vasta
grezza
stanza
col
pavimento
sterrato
e
tanti
piuoli
fissi
al
muro
per
attaccarvi
le
robe
.
In
questo
primitivo
ambiente
,
che
aveva
della
capanna
e
della
caverna
,
e
riceveva
luce
solo
dalla
porticina
aperta
sul
bosco
,
Cosima
quell
'
anno
,
poiché
la
zia
Paola
l
'
aveva
invitata
con
le
sorelle
a
trascorrere
con
lei
il
tempo
della
novena
,
passò
i
giorni
più
belli
della
sua
vita
.
Fu
proprio
un
sogno
,
bello
,
completo
,
pieno
di
cose
misteriose
,
come
i
veri
sogni
.
Il
viaggio
,
circa
due
ore
di
salita
per
un
sentiero
appena
tracciato
fra
i
dirupi
,
gli
avvallamenti
,
il
basco
,
fu
attraversato
a
piedi
dalle
ragazze
pazzamente
felici
ed
ebbre
di
quella
meravigliosa
mattina
di
agosto
,
mentre
un
carro
tirato
da
buoi
e
carico
di
masserizie
e
provviste
,
le
seguiva
traballando
sui
sassi
e
gli
sterpi
.
La
prima
sosta
,
breve
,
fatta
non
per
stanchezza
ma
per
divertimento
,
fu
al
cominciare
del
bosco
fitto
,
sotto
una
strana
pietra
poggiata
su
altre
e
detta
la
tomba
del
gigante
.
Sembrava
una
grande
bara
,
di
granito
,
coperta
da
un
drappo
di
musco
,
solenne
nella
vasta
solitudine
del
luogo
.
Un
tempo
,
diceva
la
leggenda
,
i
giganti
abitavano
la
montagna
,
e
uno
di
essi
,
a
turno
,
vigilava
l
'
ingresso
della
foresta
:
l
'
ultimo
,
si
stese
per
morire
sulla
pietra
di
confine
,
che
si
richiuse
su
di
lui
e
ancora
custodisce
il
suo
corpo
.
Era
davvero
,
quello
,
l
'
ingresso
al
mondo
degli
eroi
,
dei
forti
,
di
quelli
che
non
possono
concepire
pensieri
meschini
;
e
Cosima
toccò
il
masso
,
come
in
altri
luoghi
,
abbelliti
di
leggende
sacre
,
si
tocca
la
pietra
dove
si
sia
riposato
qualche
santo
.
Il
sogno
confuso
della
fanciulla
era
già
illuminato
da
un
desiderio
,
oltre
che
di
purezza
,
di
cose
grandi
,
al
di
sopra
delle
difficoltà
quotidiane
:
e
le
sembrava
davvero
,
riprendendo
a
salire
il
sentiero
tra
le
felci
e
le
chine
già
morbide
di
capelvenere
e
di
sottilissime
erbe
di
montagna
,
all
'
ombra
dei
grandi
elci
patriarcali
,
di
evadere
dal
suo
piccolo
mondo
e
ritrovarsi
fra
i
giganti
che
vivono
alti
sino
quasi
al
cielo
,
compagni
dei
venti
,
del
sole
e
degli
astri
.
Una
seconda
tappa
fu
alla
sorgente
d
'
acqua
pura
e
luminosa
come
il
diamante
,
che
scaturiva
in
una
piccola
conca
di
pietre
e
si
spandeva
modesta
e
quasi
furtiva
fra
l
'
erba
calpestata
e
fangosa
,
in
un
cerchio
di
lecci
qua
e
là
arrampicati
sulle
cime
azzurre
.
Già
si
sentiva
il
grido
delle
ghiandaie
,
e
l
'
aria
sembrava
un
liquore
profumato
di
menta
.
Le
ragazze
s
'
inginocchiarono
sulla
pietra
e
si
protesero
a
bere
nella
fontana
:
e
nel
piccolo
specchio
d
'
onice
dell
'
acqua
in
ombra
Cosima
vide
i
suoi
occhi
che
le
parvero
della
stessa
miracolosa
luce
:
luce
che
scaturiva
dalla
profondità
della
sua
terra
e
aveva
un
giorno
riflesso
davvero
l
'
anima
assetata
di
divinità
dei
suoi
avi
pastori
e
poeti
.
La
realtà
doveva
consistere
nell
'
abitazione
che
,
simile
alla
capanna
scavata
fra
le
rocce
dai
medesimi
avi
,
aspettava
questa
nuova
tribù
di
fanciulle
che
anelavano
allo
spazio
del
mondo
lontano
,
alle
città
affollate
e
rumorose
.
E
le
sorelle
di
Cosima
si
rivoltarono
,
sul
principio
,
nel
vedere
che
il
giaciglio
,
in
comune
con
la
zia
Paola
,
era
steso
per
terra
,
fatto
di
uno
strato
di
felci
,
di
coperte
,
cuscini
e
grosse
lenzuola
;
che
gli
armadii
erano
i
piuoli
e
,
per
lavarsi
,
c
'
era
in
un
angolo
,
su
una
panchina
di
pietra
,
accanto
alla
brocca
per
bere
,
un
vaso
di
creta
;
e
per
ribellarsi
,
ma
anche
divertirsi
,
cominciarono
a
rotolarsi
sul
giaciglio
,
scovarono
la
parrucca
dello
zio
Ignazio
,
che
viveva
nella
stanzetta
accanto
,
e
ne
fecero
scempio
.
Ma
poi
uscirono
nel
bosco
e
si
confortarono
con
lo
sfarzo
del
meraviglioso
luogo
pieno
di
recessi
,
di
divani
coperti
di
musco
,
di
quadri
e
broccati
mai
visti
così
belli
,
dei
quali
erano
ricchi
gli
sfondi
.
Solo
Cosima
non
era
disillusa
:
anzi
l
'
interno
dell
'
abitazione
,
col
suo
odore
di
umido
e
di
felci
,
coi
suoi
arnesi
trogloditici
,
con
quella
porticina
coperta
dalla
tenda
sul
verdone
del
bosco
,
quei
sedili
di
pietra
grezza
,
quell
'
anfora
di
creta
e
i
recipienti
pastorali
fatti
di
sughero
e
di
corno
,
le
diedero
uno
strano
senso
di
ricordanze
remote
,
come
quello
che
provava
da
bambina
incosciente
nel
veder
apparire
la
piccola
nonna
materna
,
-
la
nonnina
che
partecipava
della
natura
delle
fate
nane
della
tradizione
locale
,
che
abitavano
nelle
casette
di
granito
in
mezzo
ai
monti
e
sugli
altipiani
rocciosi
:
-
e
prima
di
raggiungere
le
sorelle
si
diede
da
fare
per
rendere
più
abitabile
la
primordiale
dimora
.
Cominciò
con
l
'
appendere
i
pochi
vestiti
suoi
e
delle
sorelle
ai
piuoli
,
coprendoli
con
uno
scialle
per
preservarli
dalla
polvere
e
dalla
curiosità
degli
estranei
;
stese
davanti
al
giaciglio
,
dalla
parte
dove
avrebbero
dormito
loro
,
a
mo
'
di
tappeto
,
un
lungo
sacco
di
lana
che
invero
ne
aveva
lo
spessore
;
nascose
le
scarpe
in
un
cestino
,
e
infine
,
con
un
piccolo
specchio
e
una
mensoletta
che
aveva
previdentemente
portato
da
casa
sua
,
preparò
la
toeletta
.
Intanto
,
fuori
,
il
servo
di
zia
Paola
costruiva
una
capanna
di
frasche
,
abbastanza
alta
e
larga
,
che
doveva
servire
da
cucina
.
Avevano
portato
un
fornello
a
mano
e
un
sacco
di
carbone
;
ma
la
serva
volle
dietro
la
capanna
,
in
un
angolo
riparato
,
una
specie
di
focolare
di
pietre
e
dichiarò
che
avrebbe
cucinato
col
fuoco
di
legna
.
E
queste
non
mancavano
davvero
a
portata
di
mano
,
quali
erano
e
pronte
ad
accendersi
come
torcie
.
Anche
alcune
sedie
e
un
tavolo
erano
stati
portati
sul
carro
;
e
il
tavolo
avrebbe
dovuto
servire
per
i
pasti
e
per
scrittoio
a
prete
Ignazio
,
ma
egli
non
intendeva
perdere
neppure
un
minuto
per
impugnare
la
penna
;
e
così
il
tavolo
fu
collocato
nella
stanza
grande
,
accanto
alla
luce
della
porta
e
servi
,
sì
,
per
i
pasti
,
ma
anche
da
scrittoio
a
Cosima
.
Oh
,
e
ben
il
calamaio
ella
aveva
portato
,
avvolto
in
uno
straccio
nero
e
ficcato
dentro
una
scarpa
perché
nel
transito
non
si
rovesciasse
;
e
trovò
anche
,
nella
primordiale
dimora
,
una
specie
di
nicchia
,
che
avrebbe
dovuto
servire
per
qualche
lumino
e
qualche
immagine
sacra
,
e
della
quale
,
invece
,
ella
si
servì
per
deporvi
il
calamaio
,
la
penna
,
il
suo
scartafaccio
e
alcuni
libri
,
formandone
così
un
altarino
per
i
suoi
misteri
d
'
arte
.
Poi
raggiunse
le
sorelle
nel
bosco
;
e
furono
ore
e
poi
giorni
di
appassionata
gioia
.
Non
fu
tutto
un
sogno
?
Uno
di
quei
sogni
che
bastano
a
illuminare
una
vita
,
anche
negli
angoli
più
ombrosi
,
come
il
sole
e
la
luna
illuminavano
,
in
quei
favolosi
giorni
di
agosto
,
la
boscaglia
di
elci
intorno
alla
miracolosa
chiesetta
.
Che
importava
l
'
umiltà
e
la
rozza
accoglienza
della
capanna
?
Serviva
di
rifugio
solo
nella
notte
,
e
a
Cosima
nelle
ore
delle
sue
scritture
;
il
rumorio
del
bosco
la
copriva
col
suo
suono
di
organo
,
e
la
luna
col
suo
drappo
d
'
argento
.
E
le
ragazze
dormivano
cullate
da
quella
musica
che
non
aveva
l
'
eguale
poiché
era
la
musica
della
fanciullezza
che
risuona
una
sola
volta
nella
vita
.
Ma
per
Cosima
era
qualche
cosa
di
più
grande
e
trepido
:
era
tutta
una
rete
di
mistero
,
uno
svolgersi
di
cose
sorprendenti
,
come
se
ella
galleggiasse
in
un
fondo
oceanico
,
circondata
,
non
dal
selvaggio
bosco
di
elci
e
dalle
roccie
fantastiche
,
ma
da
tutte
le
meraviglie
delle
foreste
sottomarine
.
E
tutto
questo
,
oltre
la
reale
dolcezza
del
soggiorno
,
allietato
dalla
libertà
e
dallo
spazio
del
luogo
,
dalla
bellezza
del
paesaggio
e
delle
lontananze
e
dai
semplici
svaghi
della
poca
gente
che
dimorava
intorno
alla
chiesetta
,
dipendeva
dalla
presenza
,
in
una
delle
stanze
verso
la
parte
opposta
di
quella
del
cappellano
,
della
famiglia
di
Antonino
.
Egli
non
c
'
era
,
ma
doveva
pure
qualche
giorno
venirci
,
come
tutti
gli
altri
giovani
della
città
,
che
anche
se
i
loro
parenti
non
erano
lassù
,
combinavano
gite
e
passavano
anche
la
notte
nel
luogo
incantevole
,
accendendo
grandi
fuochi
,
combinando
cene
e
balli
,
bivaccando
sotto
gli
alberi
e
facendo
la
corte
alle
ragazze
;
doveva
arrivare
;
e
la
sola
speranza
di
vederlo
,
anche
alla
sfuggita
,
in
quello
sfondo
che
era
lo
sfondo
stesso
della
Poesia
,
riempiva
l
'
animo
di
Cosima
di
una
gioia
senza
limiti
.
Ma
ella
non
andava
mai
dalla
parte
ove
la
famiglia
di
lui
abitava
,
e
ne
sfuggiva
le
sorelle
come
per
paura
che
indovinassero
il
suo
segreto
e
la
sbeffeggiassero
,
o
semplicemente
perché
il
suo
segreto
era
per
lei
grande
e
sacro
come
un
tabernacolo
che
nessuno
doveva
profanare
.
Ed
ecco
egli
arriva
davvero
,
un
giorno
:
è
solo
,
a
piedi
,
con
una
fronda
in
una
mano
e
il
cappello
di
paglia
nell
'
altra
.
Cosima
,
che
vigilava
sempre
sul
sentiero
dall
'
alto
di
una
roccia
,
lo
vede
salire
un
po
'
stanco
,
frustando
le
felci
con
la
sua
fronda
:
le
sembra
scontento
e
disincantato
,
e
pensa
che
,
certo
,
il
luogo
,
per
quanto
pittoresco
,
non
è
degno
di
lui
:
per
lui
occorrono
i
parchi
coi
viali
lisci
come
il
velluto
,
le
scalee
e
le
terrazze
delle
ville
principesche
,
le
fontane
e
le
grotte
artificiali
dei
giardini
settecenteschi
,
come
ella
li
ammirava
nelle
riviste
illustrate
.
E
sentì
quasi
pietà
di
lui
,
decisa
a
nascondersi
per
non
aumentargli
il
malumore
che
doveva
provare
.
Eppure
la
sola
idea
che
egli
era
lì
,
nell
'
umile
portico
dove
le
sorelle
gli
servivano
il
caffè
,
illuminava
ancora
di
più
,
se
era
possibile
,
il
paesaggio
intorno
:
e
le
felci
toccate
da
lui
scintillavano
come
palme
dorate
,
e
il
cielo
era
più
vasto
e
azzurro
.
Incantesimi
della
fanciullezza
,
che
nel
ricordo
dànno
un
'
idea
di
quello
che
debba
essere
un
giorno
,
per
l
'
anima
che
ci
crede
e
lo
aspetta
in
ricompensa
degli
innumerevoli
disinganni
della
vita
,
il
regno
di
Dio
sulla
terra
.
Adesso
Cosima
è
di
nuovo
nella
sua
casa
melanconica
,
dove
ogni
cosa
,
dopo
il
ritorno
dalla
montagna
,
ha
preso
un
aspetto
più
triste
,
quasi
di
decadenza
,
o
meglio
di
appassimento
,
un
colore
umido
di
autunno
,
un
odore
funebre
di
crisantemi
.
Ella
ha
freddo
,
nell
'
alta
stanza
dalla
cui
finestra
si
vede
il
Monte
,
già
anch
'
esso
coperto
di
nebbia
:
il
grido
dei
corvi
annunzia
l
'
inverno
.
Ma
ancora
ci
sono
,
per
lei
,
momenti
nei
quali
il
cielo
torna
a
spalancarsi
,
e
un
tepore
primaverile
le
scalda
il
sangue
.
Ella
scrive
:
piegata
sul
suo
scartafaccio
,
quando
le
sorelle
tengono
a
bada
la
madre
,
e
Andrea
è
fuori
in
campagna
,
e
Santus
dorme
uno
dei
suoi
soliti
terribili
sonni
,
ella
si
slancia
nel
mondo
delle
sue
fantasie
,
e
scrive
,
scrive
,
per
un
bisogno
fisico
,
come
altre
adolescenti
corrono
per
i
viali
dei
giardini
,
o
vanno
a
un
luogo
loro
proibito
;
se
possono
,
a
un
convegno
d
'
amore
.
Anche
lei
,
nelle
sue
scritture
,
combina
convegni
di
amore
:
è
una
storia
,
la
sua
,
dove
la
protagonista
è
lei
,
il
mondo
è
il
suo
,
il
sangue
dei
personaggi
,
la
loro
ingenuità
,
le
loro
innocenti
follie
sono
le
sue
.
Il
titolo
del
libro
non
può
essere
che
quello
che
è
:
Rosa
di
macchia
.
E
un
giorno
,
quando
è
finito
,
ella
lo
sente
palpitare
vivo
fra
le
sue
mani
fredde
,
come
un
uccello
che
le
sguscia
fremente
fra
le
dita
e
vola
a
batter
le
ali
contro
i
vetri
chiusi
della
finestra
.
Ella
non
esita
a
cercare
il
modo
di
liberarlo
,
lasciarlo
andar
via
per
gli
spazi
infiniti
.
Scrive
all
'
editore
della
rivista
di
mode
,
e
l
'
uomo
,
che
ha
l
'
intelligenza
istintiva
e
il
cuore
grande
del
lavoratore
sbocciato
dal
popolo
,
capisce
con
chi
ha
da
fare
.
Risponde
che
gli
mandi
il
manoscritto
.
Cosima
si
stacca
con
dolore
ed
orgoglio
dalla
famiglia
dei
suoi
personaggi
,
e
la
manda
per
il
vasto
mondo
.
Il
plico
del
manoscritto
è
accuratamente
involto
in
tela
e
carta
,
con
una
rete
di
spaghi
che
deve
resistere
al
lungo
viaggio
di
terra
e
di
mare
:
ed
è
anche
raccomandato
:
tutte
spese
che
Cosima
non
può
sopportare
col
suo
scarno
bilancio
personale
composto
dai
pochi
centesimi
che
la
madre
le
dà
ogni
domenica
.
Ma
poiché
è
necessario
andare
avanti
a
tutti
i
costi
,
ecco
che
la
scrittrice
,
la
poetessa
,
la
creatura
delle
nuvole
,
scende
in
cantina
e
ruba
un
litro
d
'
olio
:
è
facile
,
questa
ladroneria
,
perché
lei
e
le
sorelle
,
quando
la
madre
e
la
serva
sono
occupate
in
cucina
,
e
qualche
donna
viene
a
comprare
olio
o
vino
,
non
sdegnano
di
servirla
.
Arriva
dunque
la
donna
di
servizio
della
famiglia
del
cancelliere
del
Tribunale
,
che
abita
da
pochi
giorni
la
casa
della
zia
Paola
,
in
fondo
alla
strada
,
e
compra
un
fiasco
d
'
olio
:
Cosima
riceve
la
somma
,
in
piccole
monete
di
argento
da
mezza
lira
l
'
una
:
a
lungo
,
andata
via
la
donna
,
ella
tiene
quei
semi
bianchi
entro
il
pugno
,
fino
a
scaldarli
;
ha
scrupolo
,
ha
paura
,
anche
un
po
'
di
vergogna
;
ma
poi
pensa
che
un
familiare
non
esita
a
intascare
metà
del
fitto
del
bosco
e
del
provento
delle
mandorle
,
per
sprecarlo
col
gioco
e
con
le
donne
,
e
divide
anche
lei
le
monete
:
metà
alla
casa
,
metà
alla
gloria
.
È
vero
che
poi
rivelò
il
peccato
al
confessore
,
dicendo
di
aver
rubato
,
senza
però
riferirne
il
motivo
:
e
per
penitenza
digiunò
il
venerdì
e
il
sabato
.
Presto
arrivarono
le
bozze
di
stampa
del
romanzo
.
Cosima
non
sapeva
con
precisione
di
che
si
trattasse
:
credette
che
l
'
editore
le
mandasse
un
campione
,
e
si
meravigliò
che
le
pagine
fossero
lunghe
come
le
colonne
di
stampa
dei
giornali
.
Le
tenne
lì
,
trovando
buffo
e
quasi
allucinante
quel
trasformarsi
del
suo
lavoro
.
Il
suo
nome
,
in
cima
,
sovrastante
al
titolo
,
le
dava
quasi
soggezione
:
le
pareva
fosse
troppo
esposto
alla
curiosità
del
lettore
.
Non
vedendo
ritornare
le
bozze
l
'
editore
scrisse
quasi
seccato
,
richiedendole
corrette
.
Allora
Cosima
si
decise
a
correggere
i
molti
errori
di
stampa
,
e
sentì
la
prima
tortura
di
ricercare
le
doppie
lettere
sul
frusto
vocabolario
che
era
appartenuto
a
suo
padre
e
ancora
aveva
odore
e
macchie
di
tabacco
da
naso
:
ma
le
correzioni
ella
le
fece
in
un
modo
nuovo
,
mai
veduto
,
cioè
non
sul
margine
del
foglio
,
sibbene
sul
corpo
stesso
delle
parole
errate
;
talché
ne
germogliò
una
fioritura
selvatica
di
sgorbi
,
un
groviglio
che
terrorizzò
il
tipografo
destinato
a
sbrogliarlo
.
L
'
editore
decise
di
non
mandare
le
ulteriori
bozze
alla
scrittrice
,
ma
le
richiese
una
fotografia
da
mettere
sulla
porta
del
romanzo
.
Di
fotografie
Cosima
ne
possedeva
solo
una
,
che
era
stata
anch
'
essa
una
delle
prime
sue
disillusioni
personali
.
S
'
era
voluta
fotografare
coi
capelli
sciolti
,
col
vestito
nuovo
color
viola
di
mezzo
lutto
e
il
fermaglio
d
'
argento
al
collo
:
ne
era
venuta
una
immagine
torva
,
corrucciata
,
con
gli
occhi
selvaggi
,
la
bocca
sdegnosa
,
il
petto
legnoso
;
la
prima
deformazione
della
sua
personalità
spirituale
,
che
sotto
le
asprezze
fisiche
dell
'
adolescenza
ella
sentiva
invece
bella
e
fina
.
Era
abbastanza
vanitosa
per
non
pensar
neppure
di
mandare
quel
cupo
ritratto
di
sé
stessa
ad
affacciarsi
all
'
apertura
del
suo
libro
di
sogni
:
ma
farne
un
altro
era
un
po
'
difficile
,
ed
anche
dispendioso
.
Forza
e
coraggio
,
e
sopra
tutto
astuzia
:
altri
mezzi
litri
di
olio
e
di
vino
furono
sottratti
al
bilancio
domestico
:
fu
combinata
una
gita
ad
un
orto
di
proprietà
della
famiglia
,
vicino
alla
casa
del
fotografo
,
e
tutto
,
questa
volta
,
riuscì
bene
:
la
testa
di
Cosima
emergeva
da
un
grande
ventaglio
di
piume
di
struzzo
nere
,
ch
'
ella
aveva
con
arte
aperto
sul
suo
scarno
petto
:
emergeva
come
da
un
'
ala
,
che
poteva
anche
avere
un
simbolo
;
e
gli
occhi
avevano
il
loro
languore
orientale
,
un
po
'
esagerato
,
il
viso
tutto
dolce
,
sornione
,
un
po
'
per
volontà
di
lei
,
un
po
'
per
abilità
del
fotografo
intelligente
,
che
aveva
capito
a
modo
suo
di
che
si
trattava
.
Aveva
capito
che
quell
'
immagine
era
destinata
a
un
amatore
,
a
qualcuno
che
Cosima
voleva
attirare
per
passione
,
ma
anche
per
arte
:
e
questo
primo
innamorato
lontano
,
ricco
come
un
re
e
forse
anche
più
potente
,
era
il
pubblico
dei
lettori
,
specialmente
giovani
,
intelligenti
e
affini
all
'
anima
e
alle
fantasie
di
lei
.
Il
libro
invece
ebbe
un
successo
femminile
:
lo
lessero
le
fanciulle
,
e
vi
si
ritrovarono
,
coi
loro
amori
più
libreschi
che
reali
,
coi
loro
convegni
notturni
immaginari
,
con
le
loro
finte
ali
di
struzzo
che
non
possono
volare
.
L
'
editore
mandò
cento
copie
del
volume
,
per
tutto
compenso
dell
'
opera
:
il
valore
non
superava
quello
dell
'
olio
e
del
vino
rubati
in
cantina
;
e
il
grosso
pacco
piombò
in
casa
come
un
bolide
sconquassatore
.
La
madre
ne
fu
atterrita
,
la
sera
gli
girò
attorno
con
la
diffidenza
spaventata
di
un
cane
che
vede
un
animale
sconosciuto
:
per
fortuna
Cosima
ricordò
che
un
suo
cugino
in
terzo
grado
aveva
una
bottega
di
barbiere
e
spacciava
giornali
e
riviste
.
Era
un
intellettuale
anche
lui
,
a
modo
suo
,
perché
mandava
la
corrispondenza
locale
al
giornale
del
capoluogo
:
e
la
proposta
di
Cosima
,
di
spacciare
qualche
copia
del
romanzo
,
fu
da
lui
accolta
con
disinteresse
assoluto
.
Ma
per
la
scrittrice
fu
un
disastro
morale
completo
:
non
solo
le
zie
inacidite
,
ma
i
ben
pensanti
del
paese
,
e
le
donne
che
non
sapevano
leggere
ma
consideravano
i
romanzi
come
libri
proibiti
,
tutti
si
rivoltarono
contro
la
fanciulla
:
fu
un
rogo
di
malignità
,
di
supposizioni
scandalose
,
di
profezie
libertine
:
la
voce
del
Battista
che
dalla
prigione
opaca
della
sua
selvaggia
castità
urlava
contro
Erodiade
era
meno
inesorabile
.
Lo
stesso
Andrea
era
scontento
:
non
così
aveva
sognato
la
gloria
della
sorella
:
della
sorella
che
si
vedeva
minacciata
dal
pericolo
di
non
trovare
marito
.
Ma
a
consolare
l
'
umiliazione
sdegnosa
di
Cosima
arrivarono
le
prime
lettere
delle
sue
ammiratrici
,
ed
anche
di
qualche
giovanissimo
ammiratore
,
cosa
che
maggiormente
la
confortò
.
Uno
le
mandò
,
da
Roma
,
-
da
Roma
!
-
una
piccola
poesia
d
'
amore
,
musicata
,
dedicata
a
lei
.
Ella
aveva
già
un
certo
spirito
critico
per
giudicare
puerili
e
sgrammaticati
i
versi
,
-
non
più
dei
suoi
,
ma
incoraggiò
la
propria
vanità
col
credere
che
la
musica
fosse
migliore
;
per
conto
suo
non
conosceva
una
nota
,
e
di
musica
aveva
finora
sentito
quella
della
chitarra
e
della
fisarmonica
e
quella
dell
'
organo
della
cattedrale
:
ma
quello
che
più
la
lusingava
e
la
cullava
in
una
risonanza
immaginaria
,
era
il
fatto
che
l
'
omaggio
veniva
da
un
giovane
,
forse
un
ragazzo
,
un
ragazzo
che
se
sapeva
comporre
musica
,
oltre
a
poesia
,
doveva
essere
di
condizione
civile
,
di
gente
educata
;
forse
era
un
Antonino
ancora
acerbo
,
forse
anzi
in
via
d
'
evoluzione
più
raffinata
di
quella
dell
'
esteta
locale
;
e
aveva
su
di
questi
il
vantaggio
di
essere
meno
indifferente
,
e
di
pensare
dunque
a
lei
,
di
essere
all
'
altra
riva
del
solitario
oceano
di
sogni
dov
'
ella
viveva
.
Fu
il
suo
primo
amore
lontano
,
tutto
suo
,
poiché
dell
'
ignoto
musicista
non
seppe
mai
l
'
indirizzo
,
neppure
il
nome
,
-
e
se
ne
sapeva
l
'
età
e
il
sesso
era
perché
i
versi
li
svelavano
:
-
ed
egli
non
scrisse
,
non
parlò
,
non
cantò
più
.
Fu
come
un
grido
d
'
uccello
nella
notte
,
un
richiamo
passeggero
di
usignuolo
,
illuso
anche
lui
dal
chiarore
delle
lontananze
;
la
serenata
di
un
fantasma
di
trovatore
sceso
dalla
foresta
lunare
delle
pagine
di
un
libro
romantico
.
Questo
fatto
cominciò
a
staccarla
da
Antonino
,
tanto
più
che
egli
non
diede
il
minimo
segno
di
essersi
accorto
di
quello
che
per
lei
,
certo
,
era
un
avvenimento
straordinario
.
Un
filo
di
dispetto
si
intrecciò
ai
ricordo
di
lui
,
anzi
fu
come
una
trama
che
si
rompe
,
in
un
tessuto
prezioso
,
e
a
poco
a
poco
tira
le
altre
,
irrimediabilmente
.
Poi
un
'
altra
cosa
accadde
:
un
altro
poeta
si
accorse
di
lei
:
e
questo
era
vicino
e
accostabile
:
oh
,
anche
troppo
,
accostabile
,
poiché
egli
faceva
di
tutto
per
esserlo
.
Ma
,
ahimè
!
era
un
ben
piccolo
e
triste
e
meschino
poeta
,
in
tutto
.
Era
zoppo
,
fin
dalla
nascita
;
non
poteva
studiare
per
mancanza
di
mezzi
,
non
riusciva
a
trovare
un
posto
decoroso
per
mancanza
di
studio
:
era
il
figlio
illegittimo
del
cancelliere
,
quello
venuto
ad
abitare
in
fondo
alla
strada
,
e
,
si
diceva
,
del
cancelliere
stesso
,
che
non
lo
riconosceva
ma
se
lo
tirava
appresso
,
lo
manteneva
,
gli
faceva
fare
il
copista
,
e
gli
permetteva
di
scrivere
versi
.
Il
cancelliere
era
vedovo
:
aveva
due
figlie
già
anziane
,
una
tutta
riccioli
neri
,
tinti
e
grassi
,
l
'
altra
di
un
biondo
di
stoppia
bruciata
,
con
una
guancia
pelosa
come
quella
di
un
gatto
.
Si
volevano
tutti
bene
:
le
ragazze
sognavano
un
ricco
matrimonio
per
il
presunto
fratello
.
Fortunio
,
si
chiamava
,
ed
esse
speravano
che
il
nome
gli
portasse
fortuna
:
ed
era
anche
bello
di
viso
,
con
due
grandi
occhi
castanei
,
femminei
,
i
capelli
lisci
,
dello
stesso
colore
,
quasi
della
stessa
lucentezza
,
un
non
so
che
di
carezzevole
e
languido
in
tutta
la
persona
,
anche
nel
modo
di
trascinare
la
gamba
storta
con
la
scarpa
che
pareva
di
ferro
.
Le
sorelle
riuscirono
a
fare
amicizia
con
Cosima
;
un
'
amicizia
un
po
'
sostenuta
e
cerimoniosa
,
però
;
mandavano
la
serva
a
domandare
quando
potevano
,
senza
disturbo
,
far
visita
,
e
arrivavano
puntuali
,
coi
vestiti
nuovi
,
i
cappellini
che
sembravano
spoglie
di
pappagalli
;
e
trovavano
sempre
il
modo
di
parlare
di
Fortunio
:
sì
,
anche
Fortunio
aveva
pubblicato
un
volumetto
di
versi
;
anche
Fortunio
scriveva
un
romanzo
;
anche
Fortunio
riceveva
e
spediva
tante
lettere
.
Ne
mandò
una
anche
a
lei
,
con
la
serva
,
e
istintivamente
Cosima
la
nascose
:
ma
quando
l
'
aprì
rise
,
un
po
'
delusa
,
poiché
il
collega
la
pregava
di
tradurgli
in
italiano
una
parola
dialettale
molto
usata
nella
città
,
ma
della
quale
egli
non
sapeva
con
precisione
il
significato
.
Ella
rispose
:
egli
scrisse
ancora
,
ringraziando
.
Le
loro
lettere
avevano
le
impronte
oleose
delle
dita
della
serva
.
Poi
l
'
amicizia
si
strinse
:
Cosima
andò
con
le
sorelle
a
visitare
le
nuove
amiche
e
osservò
che
la
loro
casa
era
povera
,
disordinata
,
quasi
sudicia
:
e
quei
riccioli
neri
unti
,
quella
frangia
di
stoppia
che
ricadeva
fin
sugli
occhi
bianchi
della
più
vecchia
delle
zitelle
,
le
destarono
un
senso
di
diffidenza
,
quasi
di
ripugnanza
.
Che
si
ingrandì
questo
senso
,
quando
,
non
seppe
come
,
le
due
streghe
trovarono
il
modo
di
condurre
le
ragazze
più
piccole
a
vedere
un
vaso
di
gerani
nella
loggetta
della
casa
,
e
nella
stanzetta
che
serviva
da
pranzo
e
da
ricevere
entrò
come
per
caso
lo
zoppo
.
Ella
che
s
'
era
piegata
a
guardare
sul
tavolo
coperto
da
un
tappeto
fatto
con
orribili
ritagli
di
scatole
di
fiammiferi
,
alcune
di
quelle
immagini
con
paesaggi
,
sentì
la
scarpa
di
lui
come
la
zampata
di
un
cavallo
che
si
ferma
davanti
ad
un
ostacolo
:
e
balzò
in
piedi
rossa
e
spaventata
.
A
dire
il
vero
anche
lui
arrossì
e
le
sue
labbra
tremarono
:
ma
ciò
valse
a
far
notare
a
Cosima
che
egli
aveva
una
bella
bocca
,
carnosa
ma
non
sensuale
,
o
,
se
mai
,
di
una
sensualità
sana
e
attraente
come
quella
di
un
frutto
maturo
.
Per
la
prima
volta
ella
ebbe
la
sensazione
di
ciò
che
doveva
essere
un
bacio
,
la
sensazione
fisica
;
un
bacio
carnale
,
fra
due
che
si
desiderano
e
sono
spinti
ad
attaccarsi
l
'
uno
all
'
altro
da
una
terribile
forza
di
natura
:
e
anche
la
sua
bocca
tremò
,
ma
come
quella
di
un
bambino
che
sta
per
piangere
e
neppur
lui
sa
perché
.
Fortunio
fu
certo
,
almeno
in
apparenza
,
fortunato
con
Cosima
.
Ma
lo
fu
perché
era
audace
e
spinto
,
in
fondo
,
da
un
misterioso
senso
di
odio
verso
di
lei
e
verso
tutta
la
classe
boriosa
e
orgogliosa
senza
motivo
alla
quale
ella
apparteneva
.
Ella
era
quasi
ricca
,
quasi
nobile
,
e
nonostante
le
gravi
pecche
dei
fratelli
,
considerata
una
ragazza
di
rango
superiore
.
La
sua
stessa
ambigua
qualità
di
scrittrice
le
attirava
,
dopo
tutto
,
l
'
attenzione
di
un
intero
paese
,
e
di
gente
più
lontana
ancora
:
e
Fortunio
era
abbastanza
intelligente
per
capire
ch
'
ella
giocava
una
carta
:
poteva
perdere
ma
poteva
anche
vincere
.
Lui
sapeva
benissimo
,
meglio
di
quelli
del
paese
,
che
un
vero
artista
non
manca
mai
al
suo
avvenire
.
E
in
Cosima
egli
sentiva
l
'
artista
;
mentre
lui
era
diseredato
in
tutto
,
anche
nelle
sue
velleità
di
intellettuale
.
La
passione
che
egli
cominciò
a
provare
sul
serio
per
lei
era
in
parte
sincera
,
in
parte
avida
e
interessata
.
Le
lettere
che
cominciò
arditamente
a
scriverle
,
facendogliele
pervenire
incollate
nelle
copertine
dei
libri
che
si
scambiavano
apertamente
,
erano
belle
,
poetiche
,
sensuali
;
forse
le
cose
migliori
che
egli
scrisse
in
tutta
la
sua
,
d
'
altronde
breve
,
carriera
di
scrittore
:
Cosima
se
le
sorbiva
con
avidità
,
e
le
nascondeva
ben
bene
per
il
terrore
che
venissero
scoperte
da
Andrea
:
se
Andrea
le
avesse
scoperte
sarebbero
successi
certamente
dei
guai
.
Poiché
Fortunio
era
per
lui
un
essere
assolutamente
inferiore
,
socialmente
e
fisicamente
:
era
peggio
di
un
servo
,
peggio
di
un
suonatore
ambulante
,
e
come
tale
gli
perdonava
,
anche
perché
nulla
ancora
di
sospetto
gli
passava
nella
mente
,
le
serenate
che
,
con
chitarra
e
relative
appassionate
canzoni
dialettali
,
il
giovane
zoppo
,
con
altri
suoi
amici
,
si
permetteva
di
eseguire
sotto
le
finestre
di
casa
.
Era
un
uso
locale
,
abbastanza
antico
sebbene
del
tutto
diverso
da
quello
delle
vere
serenate
popolari
composte
di
cori
vocali
e
di
canzoni
arcaiche
,
quello
delle
serenate
diremo
borghesi
,
combinate
da
studenti
e
giovanotti
della
classe
non
esclusivamente
paesana
.
Canzoni
semi
-
dotte
accompagnate
dalla
musica
della
chitarra
,
del
mandolino
,
anche
della
fisarmonica
,
facevano
sollevare
la
testa
dai
loro
guanciali
quasi
monastici
,
alle
fanciulle
sognanti
:
ma
era
un
po
'
difficile
identificare
a
chi
la
voce
appassionata
che
rompeva
il
silenzio
notturno
coi
suoi
richiami
d
'
amore
,
era
diretta
:
poiché
l
'
amatore
,
per
lo
più
ostacolato
nelle
sue
aspirazioni
amorose
,
per
crearsi
una
specie
di
impunità
non
si
fermava
,
con
la
sua
compagnia
solo
sotto
le
finestre
dell
'
amata
,
ma
sotto
molte
altre
dove
c
'
erano
fanciulle
:
così
che
il
suo
sfogo
poteva
passare
per
quello
di
un
dilettante
di
serenate
,
di
uno
spirito
innamorato
del
suo
universale
sogno
d
'
amore
:
o
anche
di
un
artista
in
esercizio
di
canto
e
di
notturne
melodie
.
Cosima
non
si
ingannò
un
istante
quando
una
notte
sentì
,
dapprima
lontana
,
poi
sempre
più
vicina
e
quasi
tempestosa
e
tiepida
,
quasi
palpabile
,
come
appunto
il
levarsi
del
vento
dalle
lontananze
del
mare
e
poi
dalla
valle
,
nelle
notti
di
marzo
,
il
vento
che
porta
dalle
terre
d
'
Oriente
l
'
annunzio
della
primavera
,
la
voce
di
Fortunio
.
Bisogna
dirlo
,
era
una
voce
potente
,
calda
,
un
po
'
raffreddata
come
quella
di
un
vero
tenore
,
-
e
anche
su
questa
le
sorelle
di
Fortunio
contavano
,
sperando
di
far
di
lui
un
cantante
;
-
ed
egli
sapeva
scegliere
,
aggiustandole
con
anelli
di
sua
invenzione
,
le
poesie
più
adatte
a
penetrare
come
in
sogno
nel
letto
delle
fanciulle
,
ad
avvolgerle
con
ali
d
'
angelo
sempre
più
calde
,
sempre
più
strette
,
fino
a
tramutarsi
in
un
abbraccio
umano
appassionato
.
Cosima
tenta
di
reagire
:
in
fondo
non
è
romantica
e
già
,
per
tante
prove
crudeli
,
conosce
la
vita
;
ma
la
monotonia
dei
giorni
senza
speranza
di
notevole
mutamento
le
gravava
intorno
come
una
ingiusta
condanna
,
-
antica
condanna
delle
donne
della
sua
stirpe
,
-
e
lei
ardeva
tutta
di
desideri
di
volo
,
di
più
vasti
orizzonti
,
di
vita
movimentata
.
Così
diede
ascolto
alla
voce
lusingatrice
,
sebbene
Fortunio
le
destasse
diffidenza
e
quasi
disprezzo
.
Un
giorno
,
in
maggio
,
quando
le
prime
ebbrezze
della
sua
avventura
letteraria
erano
dileguate
,
per
lasciar
posto
,
in
lei
,
ad
uno
scoraggiamento
pesante
,
per
colmo
di
disdetta
,
le
arriva
una
lunga
critica
,
manoscritta
,
della
sua
povera
ma
sincera
fatica
:
il
romanzo
,
la
novella
,
persino
un
timido
racconto
per
bambini
pubblicato
in
una
rivistina
per
ragazzi
,
tutto
e
stroncato
,
e
non
con
debole
malizia
,
ma
a
vigorosi
colpi
di
accetta
:
tutto
,
con
logica
,
con
coscienza
:
tutto
ridotto
a
scheggie
,
buone
,
-
conclude
il
critico
,
-
per
accendere
il
fuoco
del
forno
ove
la
madre
di
Cosima
cuoce
il
pane
.
Torni
,
torni
,
la
piccola
grafomane
,
nel
limite
dell
'
orticello
paterno
,
a
coltivare
i
garofani
e
la
madreselva
;
torni
a
fare
la
calza
,
a
crescere
,
ad
aspettare
un
buon
marito
,
a
prepararsi
ad
un
avvenire
sano
di
affetti
famigliari
e
di
maternità
.
Cosima
piange
;
di
rabbia
,
di
umiliazione
:
piange
,
ma
in
fondo
si
sente
tutta
scossa
,
ha
coscienza
di
aver
sbagliato
strada
,
decide
di
ritornare
davvero
al
chiuso
esilio
del
suo
vero
destino
.
Strappa
il
foglio
di
condanna
,
e
riprende
i
suoi
lavori
di
ricamo
,
di
cucina
,
le
passeggiate
con
le
sorelle
,
le
gite
confortevoli
nelle
belle
campagne
rallegrate
dalla
fastosa
primavera
.
Ad
una
di
queste
gite
presero
parte
anche
le
sorelle
di
Fortunio
:
anzi
furono
loro
che
portarono
le
provviste
per
fare
una
merenda
sull
'
erba
,
accanto
alla
sorgente
dell
'
acqua
che
scaturiva
da
una
roccia
alle
falde
del
monte
.
E
furono
ore
di
schietta
,
innocente
allegria
;
e
Cosima
poté
anche
,
contemplando
il
tramonto
sulle
cime
opposte
della
valle
,
sopra
gli
oliveti
sognanti
,
mettere
da
parte
i
tenebrosi
propositi
di
abbandonare
i
suoi
sogni
di
poesia
;
la
ferita
si
chiudeva
,
ed
ella
provava
come
una
gioia
di
convalescenza
,
quando
,
a
stendere
un
'
ombra
sulla
luce
del
suo
cuore
,
-
la
sola
luce
ch
'
ella
sentiva
di
essere
vera
,
limpida
e
dissetante
come
la
sorgente
della
roccia
,
-
apparve
,
sulla
strada
sovrastante
,
la
figura
di
Fortunio
.
Al
solito
,
pareva
che
egli
fosse
sopraggiunto
per
caso
.
Dall
'
alto
del
paracarri
si
affacciò
e
parlamentò
con
le
sorelle
,
che
lo
invitavano
ad
avvicinarsi
,
a
prender
parte
alla
merenda
,
con
un
certo
diritto
,
poiché
la
roba
l
'
avevano
portata
loro
:
ma
egli
rifiutò
,
severo
e
triste
,
conscio
,
anche
lui
,
del
posto
che
gli
spettava
:
affacciato
al
parapetto
dello
stradone
in
modo
che
la
sua
gamba
storta
non
si
vedesse
,
e
risaltasse
la
bella
testa
con
gli
occhi
e
le
vivide
fresche
labbra
lucenti
al
riflesso
del
tramonto
,
guardava
con
tristezza
lontano
,
e
appoggiava
la
guancia
alla
mano
fina
,
dalle
unghie
che
parevano
di
alabastro
rosa
.
A
Cosima
pareva
una
di
quelle
figure
romantiche
che
le
piacevano
nelle
vignette
di
qualche
antica
edizione
di
Chateaubriand
,
possedute
da
Santus
;
così
,
un
giovine
sventurato
,
preso
da
una
segreta
passione
,
che
si
smarrisce
nella
solitudine
di
un
tramonto
campestre
e
appoggiato
al
riparo
di
un
precipizio
,
o
seduto
sul
tronco
abbattuto
di
una
quercia
,
fra
tralci
d
'
edera
e
rupi
coperte
dal
fiore
del
muschio
,
medita
sulla
sua
triste
sorte
.
Triste
,
certo
,
era
la
sorte
del
giovine
Fortunio
,
e
il
cuore
di
Cosima
non
poteva
non
accoglierne
l
'
eco
,
fra
le
voci
poetiche
che
le
raccontavano
l
'
eterna
poesia
del
dolore
umano
:
e
così
,
quando
la
comitiva
prese
la
via
del
ritorno
,
lasciando
lo
sventurato
poeta
solo
appoggiato
alla
roccia
della
sorgente
,
intento
a
sentirne
anche
lui
il
mormorio
melanconico
,
fra
le
ombre
già
dorate
del
crepuscolo
,
ella
si
sbandava
,
a
capo
chino
,
mentre
le
compagne
si
ricorrevano
nello
stradone
e
cantavano
e
ridevano
come
figlie
di
contadini
,
al
ritorno
dal
lavoro
dei
campi
.
Sorge
la
luna
,
fra
i
denti
del
monte
,
sopra
i
macigni
che
dànno
l
'
illusione
delle
rovine
di
un
castello
:
il
suo
chiarore
lilla
si
fonde
con
quello
arancione
dell
'
orizzonte
;
l
'
odore
della
vegetazione
inumidisce
l
'
aria
tiepida
;
canti
lontani
rispondono
a
quelli
delle
fanciulle
che
accompagnano
e
trasportano
sull
'
ala
del
loro
coro
la
tristezza
indistinta
di
Cosima
.
Che
cosa
vuole
,
Cosima
?
Non
lo
sa
bene
neppure
lei
:
vorrebbe
fermarsi
,
non
tornare
nella
sua
casa
soffocante
,
appoggiarsi
anche
lei
al
parapetto
dello
stradone
,
sopra
la
valle
piena
di
mistero
,
seguire
il
corso
della
luna
sul
cielo
sempre
più
chiaro
e
luminoso
.
Le
compagne
non
badavano
a
lei
:
le
sorelle
,
stordite
dall
'
allegria
delle
amiche
,
si
lasciavano
trascinare
avanti
,
e
lei
rimaneva
sola
,
sperduta
,
come
dimenticata
nella
strada
e
nel
mondo
.
Sopraggiungeva
qualche
carro
di
contadini
,
trainato
dai
buoi
sonnolenti
,
qualche
uomo
a
cavallo
,
qualche
tarda
donnicciuola
che
ritornava
dall
'
aver
lavato
i
panni
al
torrente
:
le
ombre
si
allungavano
di
traverso
sulla
strada
bianca
,
le
voci
e
i
passi
risonavano
dolci
nell
'
aria
molle
e
profumata
.
Ed
ecco
un
passo
diverso
dagli
altri
,
con
qualche
cosa
di
ambiguo
,
come
il
passo
di
un
essere
fantastico
,
uno
gnomo
,
un
gigante
che
tenta
di
non
far
rumore
,
o
un
Belfagor
fatale
,
o
un
arcangelo
che
con
un
batter
d
'
ali
può
trasportarti
fra
le
torri
d
'
argento
e
gli
spalti
lunari
della
montagna
.
È
Fortunio
:
sarebbe
stato
più
in
carattere
con
la
chitarra
a
tracolla
,
come
un
trovatore
sceso
appunto
dai
boschi
d
'
elci
che
circondavano
gli
illusorii
castelli
dell
'
orizzonte
:
ad
ogni
buon
fine
aveva
ancora
un
libro
in
mano
:
un
libro
che
biancheggiava
alla
luna
,
con
le
parole
magiche
che
aprono
la
porta
dei
sogni
.
Versi
;
versi
d
'
amore
.
Raggiunse
Cosima
e
le
si
mise
a
fianco
,
silenzioso
.
Ella
non
si
stupì
:
tutto
doveva
procedere
così
;
e
quando
egli
le
cinse
lievemente
le
spalle
col
braccio
che
tremava
ella
non
protestò
,
non
cercò
di
liberarsi
.
Tutto
doveva
procedere
così
:
era
una
cosa
ordita
dalle
sorelle
maliziose
di
Fortunio
,
ma
pareva
anche
un
incantesimo
prodotto
dall
'
ora
,
dal
luogo
,
dalla
sorte
che
protegge
gl
'
innamorati
.
Anche
l
'
ombra
folta
che
si
stendeva
al
margine
dello
stradone
,
in
una
svolta
ove
le
rocce
scendevano
fino
al
paracarri
,
parve
una
tenda
di
velluto
,
che
avvolse
i
due
giovani
poeti
e
permise
ai
loro
freschi
volti
di
formarne
uno
solo
:
il
volto
dell
'
amore
.
Tutto
sembrava
proteggerli
:
il
modo
facile
di
scambiarsi
le
lettere
,
la
strada
in
comune
,
la
vicinanza
dei
loro
orti
.
E
dell
'
orto
di
Cosima
,
di
notte
,
quando
si
sapeva
che
la
madre
e
le
sorelle
riposavano
,
la
prima
avvolta
anche
nel
sonno
dal
suo
velo
di
sofferenza
e
di
preghiere
,
le
seconde
nei
loro
sogni
ancora
bianchi
di
innocenza
,
Fortunio
riusciva
,
nonostante
la
sua
infermità
,
a
scavalcare
il
muricciuolo
,
e
ritrovare
,
sinceramente
ansante
e
appassionato
,
all
'
ombra
di
un
angolo
protettore
,
la
sua
piccola
amica
che
sembrava
,
così
sbalordita
e
silenziosa
,
il
fantasma
di
sé
stessa
.
Ella
si
lasciava
baciare
da
lui
,
ne
sentiva
il
calore
della
persona
,
i
fremiti
e
gli
ànsiti
di
eroe
incatenato
,
la
violenza
impotente
con
la
quale
egli
avrebbe
voluto
portarsela
via
;
ma
una
fredda
,
quasi
malvagia
potenza
di
analisi
la
sosteneva
in
quella
specie
di
lotta
dei
sensi
contro
sé
stessa
e
contro
l
'
altro
;
e
ne
usciva
stanca
,
disgustata
,
amara
di
umiliazione
e
di
rimorso
.
Anche
di
rimorso
:
poiché
credeva
,
fra
le
altre
cose
,
di
commettere
peccato
:
ella
non
avrebbe
mai
sposato
Fortunio
.
Finché
la
vicenda
non
trapelò
,
destando
una
nuova
ondata
di
scandalo
fra
la
gente
per
bene
del
luogo
.
Eh
!
si
capiva
;
Cosima
sola
era
capace
di
quelle
avventure
,
con
uno
storpio
,
un
bastardo
,
un
rinnegato
dalla
sorte
.
E
un
giorno
Andrea
disse
,
in
pubblica
piazza
,
che
avrebbe
fracassato
col
bastone
l
'
altra
gamba
del
suonatore
di
chitarra
;
e
a
Cosima
somministrò
una
dose
di
schiaffi
e
pugni
che
oltre
le
membra
le
pestarono
l
'
anima
come
il
sale
nel
mortaio
.
Anche
questa
lezione
le
servì
per
la
scuola
della
vita
;
sentì
che
ella
davvero
non
rassomigliava
e
non
doveva
rassomigliare
alle
ragazze
di
buona
famiglia
,
che
commettono
incoscienti
ma
astute
i
loro
peccatucci
d
'
amore
;
che
Dio
le
aveva
dato
una
intelligenza
superiore
alla
comune
e
sopra
tutto
una
coscienza
limpida
e
profonda
come
un
'
acqua
nella
quale
si
vede
ogni
filo
di
luce
e
di
ombra
,
per
guidarsi
da
sola
nella
strada
della
verità
.
Il
castigo
per
il
suo
capriccio
con
Fortunio
,
capriccio
di
curiosità
sentimentale
,
ma
anche
sensuale
,
le
parve
giusto
;
e
decise
di
sorvegliarsi
,
di
vivere
con
una
sua
certa
religione
.
Anche
il
pensiero
per
Antonino
le
si
svelò
,
ad
un
tratto
,
quasi
morboso
.
Perché
perseguire
una
chimera
inutile
e
,
in
fondo
,
per
lei
,
umiliante
?
Non
si
mise
più
alla
finestra
,
per
aspettare
il
passaggio
della
meteora
:
non
andò
più
,
con
le
sorelle
,
a
far
visite
alle
amiche
;
si
chiuse
in
un
cerchio
di
silenzio
,
di
rassegnazione
,
di
lavoro
.
E
poi
la
vita
quotidiana
incalzava
,
i
giorni
si
facevano
scuri
e
arcigni
come
per
un
inverno
che
doveva
durare
a
lungo
.
Una
notte
si
sentì
,
nella
casa
uno
strano
lamento
,
poi
la
voce
di
Andrea
che
cercava
di
convincere
il
fratello
Santus
a
mettersi
a
letto
e
calmarsi
;
ma
il
disgraziato
si
dibatteva
,
gridando
che
sotto
il
suo
letto
c
'
era
un
uomo
nero
che
voleva
strangolarlo
;
poi
toccava
le
pareti
urlando
che
erano
piene
di
tarantole
e
di
scolopendre
.
In
un
attimo
la
madre
,
la
serva
e
le
ragazze
furono
in
piedi
,
circondarono
i
due
fratelli
,
si
avvidero
che
Santus
,
pallido
,
tutto
preso
da
un
tremito
convulso
e
con
gli
occhi
grandi
,
metallici
,
allucinati
,
delirava
.
Ma
era
un
delirio
terribile
il
suo
;
peggiore
del
delirio
di
un
moribondo
o
di
un
idrofobo
:
Andrea
lo
capiva
.
Un
terrore
mai
prima
conosciuto
invase
Cosima
,
come
se
davvero
la
casa
fosse
piena
di
uomini
neri
e
abbominevoli
nascosti
e
pronti
ad
ogni
crudeltà
,
e
,
le
pareti
brulicassero
di
rettili
velenosi
.
La
madre
credette
che
Santus
fosse
invaso
dallo
spirito
maligno
,
e
pensò
di
mandare
a
chiamare
uno
dei
preti
di
casa
per
esorcizzarlo
.
Ma
Andrea
sogghignava
;
riuscì
a
far
ritornare
a
letto
il
fratello
,
e
lo
vegliò
tutta
la
notte
.
Notte
di
angoscia
indimenticabile
,
durante
la
quale
Cosima
conobbe
un
'
altra
pagina
del
libro
terribile
della
vita
.
Invece
del
prete
venne
il
dottore
,
il
quale
consigliò
che
Santus
e
Andrea
,
il
quale
si
offrì
di
sorvegliare
il
fratello
,
andassero
ad
abitare
in
una
casupola
che
la
famiglia
possedeva
in
un
orto
non
molto
distante
dalla
casa
.
Furono
riattate
e
ammobiliate
alla
meglio
,
le
povere
stanzette
terrene
,
che
di
buono
avevano
solo
alcune
finestrine
dalle
quali
si
vedevano
i
monti
lontani
:
e
Santus
vi
si
lasciò
condurre
docilmente
:
era
buono
e
mite
,
in
fondo
,
e
il
primo
ad
essere
mortalmente
triste
del
suo
vizio
,
che
il
dottore
aveva
dichiarato
essere
null
'
altro
che
una
malattia
dalla
quale
il
paziente
non
può
,
anche
con
tutta
la
sua
volontà
,
mai
guarire
,
era
lui
.
Un
dolore
profondo
gli
si
leggeva
negli
occhi
chiari
:
di
tanto
in
tanto
pareva
sollevarsi
,
smetteva
,
e
tentava
di
lavorare
:
ma
poi
ricadeva
,
come
un
virgulto
stroncato
,
non
ancora
morto
nelle
radici
ma
irrimediabilmente
inutile
a
se
stesso
e
dannoso
agli
altri
.
Nella
casa
delle
fanciulle
ci
fu
una
relativa
tranquillità
:
ma
l
'
ombra
del
dolore
la
velava
;
e
la
madre
si
fece
ancora
più
silenziosa
,
pallida
,
e
qualche
volta
inquieta
,
di
quell
'
inquietudine
di
uno
che
ha
smarrito
qualche
cosa
di
prezioso
.
Cominciò
anche
a
diventare
un
po
'
strana
:
a
volte
usciva
di
casa
furtiva
,
con
qualche
oggetto
o
qualche
pacco
nascosto
sotto
lo
scialle
:
andava
nella
casetta
dei
figli
;
a
portar
loro
da
mangiare
e
da
vestirsi
.
Non
che
ad
essi
nulla
mancasse
,
anzi
,
quando
l
'
altro
era
tranquillo
,
Andrea
tornava
a
mangiare
con
la
famiglia
,
ed
entrambi
frequentavano
giornalmente
la
casa
:
ma
la
madre
aveva
paura
che
essi
mancassero
del
necessario
:
pensava
a
loro
come
a
bambini
smarriti
nel
bosco
,
e
andava
a
cercarli
,
e
si
smarriva
anche
lei
nelle
ombre
di
una
selva
pericolosa
:
quella
della
disperazione
.
Attiguo
alla
casetta
dei
fratelli
,
c
'
era
,
anch
'
esso
di
proprietà
della
famiglia
,
un
frantoio
per
olive
:
era
un
lungo
stanzone
irregolare
,
scuro
eppure
lucido
,
come
scavato
in
una
montagna
di
schisto
:
nero
,
come
unto
anch
'
esso
,
era
il
forte
cavallo
paziente
che
faceva
girare
la
ruota
dentro
la
vasca
rotonda
dove
venivano
pestate
le
olive
:
la
pasta
violacea
di
queste
,
versata
entro
sporte
rotonde
,
la
spremeva
il
torchio
di
ferro
;
ma
il
torchio
,
collocato
in
una
specie
di
nicchia
scavata
nella
parete
,
erano
gli
uomini
che
lo
manovravano
,
con
una
stanga
:
il
mugnaio
o
un
suo
aiutante
.
L
'
olio
cadeva
nero
e
grasso
entro
un
grande
paiuolo
,
e
le
sanse
,
finita
di
spremere
la
pasta
,
venivano
buttate
da
una
larga
finestra
giù
nell
'
orto
,
formando
un
monticello
odoroso
che
a
suo
tempo
veniva
acquistato
dallo
stesso
negoziante
che
in
estate
comprava
le
mandorle
della
famiglia
:
ed
era
una
discreta
rendita
,
assieme
con
quella
dell
'
olio
,
che
i
proprietari
delle
olive
lasciavano
in
compenso
per
la
manipolazione
.
Ma
bisognava
stare
molto
attenti
,
perché
il
mugnaio
,
un
piccolo
uomo
religioso
con
due
occhi
di
vero
santo
,
che
serviva
da
anni
e
anni
la
famiglia
,
e
le
era
sinceramente
affezionato
,
rubava
a
man
salva
,
tanto
ai
clienti
quanto
ai
padroni
.
Il
luogo
era
sempre
pieno
di
gente
,
anche
perché
in
un
angolo
,
tra
la
finestra
e
il
torchio
,
ardeva
sempre
un
grande
fuoco
con
su
un
paiuolo
d
'
acqua
bollente
,
dove
venivano
immerse
e
lavate
le
sporte
:
e
intorno
a
questo
fuoco
si
riuniva
un
gruppo
d
'
individui
che
,
verso
sera
specialmente
,
formavano
un
quadro
degno
di
Rembrandt
.
Erano
tutti
disoccupati
e
poveri
,
ma
di
una
strana
povertà
dovuta
più
a
loro
stessi
che
alla
sorte
:
e
venivano
lì
a
riscaldarsi
,
a
confortarsi
l
'
uno
col
contatto
dell
'
altro
.
Capo
fila
era
un
uomo
rossiccio
,
che
era
stato
ricco
e
aveva
dilapidato
la
sua
sostanza
con
le
donne
e
il
vino
:
poi
un
vecchione
con
la
barba
di
patriarca
,
anche
lui
decaduto
,
che
faceva
il
giardiniere
a
tempo
perso
e
viveva
con
la
caccia
dei
gatti
,
dei
quali
si
nutriva
;
e
altri
reietti
,
che
non
sdegnavano
di
unirsi
con
i
bravi
contadini
e
i
piccoli
proprietari
che
portavano
a
macinare
le
loro
olive
,
e
lo
stesso
padrone
del
frantoio
,
Andrea
,
che
capitava
ogni
tanto
per
sorvegliare
il
mugnaio
.
Santus
,
poi
,
non
mancava
mai
,
e
quando
appariva
lui
tutti
si
scostavano
per
fargli
posto
;
camminava
anche
lui
nella
fatale
scia
dei
miserabili
compagnoni
raccolti
intorno
al
fuoco
,
ma
tutti
ancora
lo
rispettavano
,
perché
ancora
la
sua
famiglia
lo
sostentava
ed
egli
aveva
un
rifugio
e
la
protezione
del
fratello
;
anzi
,
sapendolo
generoso
,
cercavano
la
sua
amicizia
per
potergli
spillare
un
po
'
di
quattrini
;
ma
egli
,
nonostante
la
torbida
incoscienza
in
cui
spesso
affondava
,
capiva
il
suo
stato
,
conosceva
il
cuore
del
prossimo
,
e
amava
solo
la
compagnia
dei
rinnegati
del
frantoio
perché
appunto
si
sentiva
già
loro
compagno
di
fatalità
.
Non
si
creda
che
queste
riunioni
fossero
melanconiche
.
Tutt
'
altro
.
Quando
il
fuoco
aveva
seccato
addosso
i
poveri
vestiti
,
spesso
bagnati
dalla
pioggia
,
di
questa
specie
di
vagabondi
,
e
,
per
benignità
della
sorte
,
essi
erano
riusciti
a
bere
vino
,
o
meglio
ancora
acquavite
,
l
'
allegria
più
infantile
regnava
fra
loro
:
uno
di
essi
arrivava
a
cantare
pezzi
d
'
opera
,
un
altro
tirava
fuori
un
pane
,
lo
spaccava
,
si
faceva
facilmente
versare
sulla
mollica
un
filo
d
'
olio
,
e
lo
abbrustoliva
sulla
brace
,
dividendolo
poi
fraternamente
coi
compagni
.
E
Santus
mandava
a
comprare
un
fiasco
di
vino
,
che
bevevano
alla
salute
di
tutti
.
Salute
e
lunghi
anni
:
la
vita
è
di
chi
si
contenta
di
viverla
.
Le
giornate
erano
quasi
sempre
grigie
,
nel
freddo
mattino
del
tardo
autunno
:
ma
a
poco
a
poco
il
cielo
si
schiariva
e
si
sollevava
sopra
i
monti
che
prendevano
una
lucentezza
opaca
di
stagno
,
e
sull
'
alto
si
apriva
l
'
occhio
,
bianco
prima
,
poi
perlato
del
sole
,
come
di
un
dormiente
che
dopo
aver
lottato
con
un
triste
sogno
si
sveglia
ridente
alla
dolce
realtà
.
Allora
tutto
prendeva
colore
;
il
cielo
sembrava
un
mare
sparso
d
'
isolette
rocciose
,
sui
rami
degli
alberi
le
ultime
foglie
palpitavano
come
farfalle
d
'
oro
e
i
monti
riprendevano
le
loro
tinte
azzurre
e
rosee
.
Quando
il
tempo
era
bello
capitavano
nell
'
orto
la
padrona
che
non
sdegnava
di
coltivare
i
cavoli
e
i
carciofi
,
e
le
bambine
.
Cosima
aveva
già
venti
anni
;
ma
a
volte
ne
dimostrava
di
meno
,
a
volte
di
più
.
Il
viso
bianco
,
corrucciato
,
gli
occhi
che
sembravano
selvaggi
,
la
fronte
coi
capelli
tirati
su
e
stretti
con
la
noncuranza
delle
donne
vecchie
,
si
aprivano
e
illuminavano
come
il
cielo
in
quelle
ambigue
mattine
,
quando
il
riso
schietto
le
sgorgava
dai
denti
stretti
con
la
violenza
d
'
un
'
acqua
sorgiva
dalla
roccia
.
Ora
,
nelle
assenze
di
Andrea
,
spesso
costretto
a
recarsi
in
campagna
per
sorvegliare
chi
lavorava
,
sapendo
che
di
Santus
il
mugnaio
poteva
,
con
l
'
aiuto
diabolico
dell
'
acquavite
,
farne
quello
che
voleva
,
ella
penetrava
con
coraggio
nel
frantoio
,
e
faceva
le
sue
brave
ispezioni
.
C
'
era
,
anche
nella
cameruccia
di
Andrea
,
un
registro
dove
venivano
segnate
le
macinate
delle
olive
;
ogni
macinata
sette
quarti
di
ettolitro
di
olive
;
compenso
due
litri
d
'
olio
grezzo
lasciato
nel
paiuolo
apposito
o
,
se
il
proprietario
preferiva
,
due
lire
in
contanti
.
Molti
lasciavano
correre
il
tempo
,
prima
di
pagare
,
e
allora
il
conto
rimaneva
aperto
.
Ed
ecco
Cosima
,
seduta
al
tavolo
dove
c
'
erano
gli
avanzi
del
pane
e
dei
cibi
dei
fratelli
,
sfogliare
l
'
unto
registro
e
segnare
in
fila
i
nomi
e
il
numero
delle
macinate
;
era
una
poesia
anche
quella
,
e
il
sole
,
che
sbaragliava
le
ultime
rocciose
nuvolette
e
splendeva
alto
sui
monti
,
dorava
il
foglio
dove
lei
scriveva
e
lucidava
i
suoi
capelli
severi
.
Così
ella
veniva
a
contatto
col
popolo
,
col
vero
popolo
,
laborioso
e
mite
,
che
se
pure
poteva
,
come
il
mugnaio
,
mettere
le
grinfie
sulla
piccola
roba
del
prossimo
,
lo
faceva
con
parsimonia
e
poi
andava
a
confessarsene
.
Magari
anche
la
confessione
era
un
po
'
fraudolenta
,
come
quella
del
famoso
contadino
che
tentò
d
'
ingannare
il
confessore
dicendogli
di
aver
rubato
una
corda
,
e
alle
insistenti
inquisizioni
dell
'
uomo
di
Dio
,
finì
col
dire
che
alla
corda
c
'
era
attaccato
un
bue
:
ad
ogni
modo
tutta
gente
buona
:
donnine
rispettose
e
sornione
,
uomini
che
dovevano
combattere
con
la
terra
ingrata
e
solitaria
e
i
venti
e
gli
uccelli
e
le
volpi
per
strappare
il
grano
e
il
vino
,
dei
quali
si
nutrivano
come
il
sacerdote
nella
Messa
.
Cosima
li
osservava
,
li
studiava
,
ne
imparava
il
linguaggio
,
le
superstizioni
,
le
maledizioni
e
le
preghiere
:
e
dal
suo
posto
di
osservazione
vedeva
anche
il
quadro
e
le
figure
del
frantoio
:
sentiva
le
storielle
che
vi
si
raccontavano
,
le
canzoni
dell
'
ubriaco
,
e
se
le
doleva
il
cuore
o
piegava
la
testa
umiliata
nel
vedere
Santus
,
il
fratello
nato
per
grandi
destini
,
intagliare
carrettini
di
ferula
per
i
bambini
del
mugnaio
,
o
spolpare
le
ossa
di
un
arrosto
di
gatto
con
gli
altri
compagnoni
,
pensava
che
solo
la
pietà
può
sollevare
l
'
anima
piegata
dal
male
degli
altri
,
e
portarla
sulle
sue
ali
fino
alle
altissime
soglie
di
un
mondo
ove
un
giorno
tutti
saremo
eguali
nella
gioia
di
Dio
.
Fra
un
segno
e
l
'
altro
del
registro
i
clienti
del
frantoio
le
raccontavano
i
loro
guai
,
i
loro
drammi
:
qualcuno
la
pregava
di
scrivergli
una
lettera
o
una
supplica
:
così
le
venne
lo
spunto
per
un
nuovo
romanzo
;
attinto
dal
vero
:
attinto
come
la
pasta
nera
delle
olive
dalla
vasca
del
frantoio
,
che
si
mutava
in
olio
,
in
balsamo
,
in
luce
:
e
mise
un
titolo
grigio
,
che
sotto
però
nascondeva
anch
'
esso
il
seme
del
fuoco
:
lo
intitolò
Rami
caduti
.
Questa
volta
la
fortuna
le
arrise
compiuta
.
Ella
tentò
presso
un
editore
di
una
certa
notorietà
,
che
non
solo
accettò
e
pubblicò
il
romanzo
,
ma
lo
fece
accompagnare
dalla
prefazione
di
uno
scrittore
illustre
:
ed
ecco
d
'
un
tratto
la
figura
di
Cosima
balzò
sull
'
orizzonte
letterario
,
circonfusa
d
'
un
'
aureola
quasi
di
mistero
.
Mistero
creato
dalla
lontananza
di
lei
e
della
sua
terra
,
dalle
vaghe
notizie
sulla
sua
vita
quasi
selvatica
,
ma
sopra
tutto
dalla
forza
ingenua
e
nello
stesso
tempo
vigorosa
del
suo
racconto
,
dalla
sua
prosa
scorretta
e
primitiva
eppure
efficace
,
e
dall
'
evidenza
dei
suoi
personaggi
.
D
'
un
colpo
ella
diventa
celebre
:
giornali
e
riviste
le
domandano
novelle
:
e
l
'
editore
manda
denari
.
Non
molti
,
ma
tanti
quanti
a
lei
bastano
per
non
frodare
più
la
cantina
,
e
comprarsi
un
bel
vestito
di
setina
nera
a
puntini
d
'
oro
e
un
boa
di
piume
di
struzzo
nere
e
bianche
che
ha
del
serpente
e
dell
'
uccello
.
Quando
apparve
,
con
le
sorelle
alle
quali
aveva
regalato
per
confortarle
eleganti
sciarpe
di
velo
,
alla
Messa
celebrata
dal
Vescovo
,
in
una
brillante
mattina
di
autunno
,
una
schiera
di
giovanotti
,
i
più
intellettuali
e
spregiudicati
del
luogo
,
che
andavano
in
chiesa
solo
per
sbirciare
le
donne
,
si
allineò
fra
una
navata
e
l
'
altra
della
bella
Cattedrale
,
e
i
loro
occhi
la
serrarono
in
un
nutrito
fuoco
di
fila
.
Anche
le
donne
la
guardavano
,
alle
spalle
,
affascinate
,
più
che
altro
,
dal
suo
vestito
e
dal
suo
boa
dai
colori
di
notte
stellata
,
piegata
sul
suo
libro
di
preghiere
.
Ella
volava
:
le
pareva
di
essere
una
rondine
;
sentiva
voglia
di
piangere
;
era
un
rigurgito
di
gioia
,
di
trionfo
,
ma
anche
di
dolore
profondo
;
e
se
sollevava
gli
occhi
umidi
e
vedeva
i
finestroni
alti
sotto
la
volta
della
chiesa
,
azzurri
di
miraggi
quasi
marini
,
pensava
allo
sfondo
della
finestra
del
frantoio
e
alle
povere
donne
unte
di
olio
nuovo
che
le
raccontavano
le
loro
pene
.
Allora
una
lieve
vertigine
le
saliva
dalle
radici
dell
'
anima
,
come
quando
bambina
l
'
immagine
della
nonna
le
rimescolava
nel
subcosciente
un
mondo
atavico
avventuroso
e
fiabesco
.
La
cerimonia
e
la
musica
accrescevano
l
'
incanto
.
Il
Vescovo
era
alto
,
aristocratico
;
ricordava
i
prelati
pittoreschi
dei
grandi
romanzi
francesi
dell
'
Ottocento
;
solo
la
sua
voce
era
un
po
'
aspra
,
ma
si
sperdeva
,
col
fumo
dell
'
incenso
,
nel
rombare
nostalgico
dell
'
organo
,
che
suonava
il
coro
del
Nabucco
:
Va
pensiero
su
l
'
ali
dorate
E
tutto
,
luce
,
suoni
,
colori
,
accresceva
la
luminosa
illusione
di
Cosima
,
che
si
vedeva
trasportata
in
un
mondo
fantastico
.
Fu
proprio
da
quei
tempo
che
la
sua
vita
prese
un
ritmo
fiabesco
.
I
giornali
parlavano
di
lei
.
Arrivò
persino
,
fino
alla
casa
di
lei
,
da
una
città
lontana
,
un
alto
,
grasso
,
biondo
giornalista
,
la
cui
presenza
mise
in
subbuglio
tutto
il
vicinato
.
In
Cosima
quella
visita
suscitò
il
più
alto
orgoglio
e
la
più
cocente
umiliazione
.
Umiliazione
di
doverlo
ricevere
in
quella
stanza
terrena
quasi
povera
,
dove
nella
vecchia
libreria
si
vedevano
ancora
le
carte
d
'
affari
del
padre
morto
;
però
,
le
sorelle
avevano
steso
un
'
antica
tovaglietta
di
pizzo
sul
tavolino
dove
fu
servito
il
caffè
:
ella
aveva
indossato
il
suo
vestito
di
seta
stellata
,
ma
non
sapeva
che
dire
,
mentre
l
'
uomo
biondo
la
scrutava
coi
piccoli
occhi
verdognoli
che
,
a
guardarli
di
sfuggita
,
quasi
con
spavento
,
a
lei
ricordavano
quelli
dei
gatti
selvatici
in
agguato
contro
gli
uccellini
di
primo
volo
.
Egli
però
fu
gentile
,
e
nel
suo
giornale
scrisse
che
la
scrittrice
pallida
,
piccola
,
nervosa
,
(
nervosa
?
non
sapeva
che
cosa
questa
parola
significasse
:
tuttavia
la
lusingò
)
questa
fragile
creatura
che
,
senza
mai
essere
uscita
dal
suo
quieto
nido
,
conosce
tuttavia
,
in
modo
che
fa
quasi
sbalordire
,
i
misteri
del
cuore
umano
eccetera
.
(
Oh
,
grande
uomo
biondo
che
vivi
nella
metropoli
,
a
contatto
col
mondo
più
tumultuoso
,
tu
non
saprai
mai
per
tua
esperienza
quello
che
Cosima
conosce
attraverso
la
propria
)
.
L
'
intervista
fu
commentata
,
riprodotta
,
colorita
.
Il
libro
di
Cosima
si
vendeva
;
altri
articoli
lo
resero
quasi
di
moda
.
Ella
,
al
solito
,
nonostante
appunto
le
sue
esperienze
e
i
suoi
saggi
propositi
,
ricominciò
a
fantasticare
:
perché
non
avrebbe
potuto
sposare
il
biondo
gigante
?
:
l
'
avrebbe
portata
nel
turbine
della
vita
.
Gli
scrisse
per
ringraziarlo
;
egli
rispose
:
la
chiamava
piccola
grande
amica
parve
farle
la
corte
:
tanto
che
un
giorno
Andrea
intercettò
una
lettera
,
ma
ne
fu
contento
.
Ecco
uno
che
finalmente
andava
bene
per
la
sorellina
.
E
lei
passeggiava
intorno
all
'
orticello
,
come
un
'
aquiletta
catturata
,
pronta
a
spiccare
il
lungo
volo
appena
avesse
potuto
.
L
'
orticello
era
tutto
in
fiore
:
rose
paesane
,
gigli
e
garofani
vi
spandevano
un
profumo
di
altare
quando
si
celebra
il
mese
di
Maria
.
Anche
per
lei
era
arrivato
il
mese
della
sua
gloria
.
Scrisse
finalmente
anche
quel
superbone
di
Antonino
,
che
continuava
a
studiare
per
poter
vivere
in
città
:
faceva
i
complimenti
e
gli
auguri
a
Cosima
,
e
le
domandava
anche
notizie
di
Santus
.
Ella
non
rispose
,
ma
conservò
il
biglietto
di
lui
fra
i
ricordi
che
la
seguirono
nelle
strade
della
vita
.
Adesso
pensava
all
'
altro
,
al
grande
biondo
dagli
occhi
tigreschi
:
e
dopo
una
lunga
ambigua
corrispondenza
,
egli
un
giorno
le
mandò
,
una
lettera
strana
,
dove
,
fra
le
altre
cose
spiacevoli
,
le
diceva
che
ella
gli
era
sembrata
quasi
una
nana
.
Pertanto
le
esperienze
di
Cosima
continuavano
.
Vi
furono
giorni
di
nuovo
fulgore
.
Arrivarono
contemporaneamente
due
lettere
:
e
una
veniva
di
molto
lontano
,
dal
castello
di
un
principe
tedesco
,
col
sigillo
d
'
argento
e
su
impressa
appunto
una
corona
di
principe
.
Forse
era
il
suo
segretario
,
che
aveva
letto
il
romanzo
di
Cosima
e
le
scriveva
ancora
turbato
,
dicendole
chiaramente
,
in
ultimo
fi
amo
,
signorina
,
fi
amo
.
Lo
credette
il
segretario
,
poiché
il
nome
era
comune
,
e
Cosima
era
corazzata
di
inguaribile
diffidenza
:
ma
perché
non
poteva
esser
lui
,
il
principe
?
Ella
rispose
,
ringraziando
;
ma
poi
,
immaginandoselo
anche
lui
biondo
e
alto
e
con
gli
occhi
felini
come
il
crudele
giornalista
,
e
per
di
più
principe
o
granduca
,
non
mandò
la
lettera
.
All
'
altra
invece
rispose
.
Ed
era
anche
questa
di
un
principe
di
diversa
specie
;
era
di
un
giovine
di
ventidue
anni
,
che
doveva
essere
molto
ricco
perché
le
scriveva
che
stava
per
partire
,
con
mezzi
suoi
,
per
una
spedizione
nell
'
America
ancora
inesplorata
;
e
le
chiedeva
il
permesso
di
mettere
il
suo
nome
alla
regione
che
egli
avrebbe
attraversata
per
il
primo
:
e
le
dava
l
'
indirizzo
della
estrema
città
dell
'
America
del
Sud
ove
si
sarebbe
fermato
per
formare
la
carovana
.
Ah
,
sì
,
Cosima
adesso
risponde
,
con
lettera
raccomandata
,
e
non
si
proibisce
di
abbandonarsi
con
la
fantasia
,
come
un
angelo
viaggiante
,
al
seguito
dell
'
avventuroso
suo
cavaliere
.
Le
pare
di
vivere
al
tempo
delle
Crociate
:
egli
va
,
col
nome
di
lei
nel
cuore
,
a
combattere
contro
i
pagani
,
i
pellirosse
,
i
serpenti
,
le
foreste
vergini
,
le
erbe
che
uccidono
.
Furono
i
giorni
più
belli
della
vita
di
Cosima
,
più
belli
ancora
di
quelli
passati
sul
Monte
,
a
respirare
l
'
aria
che
respirava
Antonino
.
Era
il
sogno
vivo
,
adesso
,
l
'
avventura
epica
,
alla
quale
ella
prendeva
parte
cavalcando
sulle
nuvole
rosse
dell
'
orizzonte
,
sui
glauchi
mari
delle
sere
di
luna
.
Tutto
le
sembrava
grande
e
luminoso
.
Nella
casa
di
faccia
alla
sua
,
essendo
morto
il
nero
canonico
medioevale
e
sposata
a
un
vecchio
cugino
la
nipote
,
era
venuto
ad
abitare
un
ricco
attempato
,
ma
ancora
sanguigno
e
forte
negoziante
di
scorze
d
'
albero
e
di
sugheri
.
Era
anche
un
cacciatore
famoso
e
ogni
tanto
radunava
gli
amici
per
una
partita
di
caccia
grossa
.
Scalpitavano
i
cavalli
,
nella
strada
stupita
da
tanta
animazione
quasi
guerresca
,
e
i
cavalieri
,
armati
di
tutto
punto
,
alcuni
smilzi
e
dritti
in
sella
,
altri
,
già
anziani
,
barbuti
,
grassi
e
un
po
'
cascanti
,
ma
col
viso
duro
e
deciso
come
di
vetusti
razziatori
abituati
a
far
preda
,
aspettavano
che
il
gruppo
fosse
al
completo
,
mentre
i
cani
s
'
incontravano
e
facevano
,
fra
le
zampe
dei
cavalli
,
una
schermaglia
rintronante
di
guaiti
e
latrati
;
e
appena
usciva
dal
portone
spalancato
il
cacciatore
rosso
dalle
coscie
possenti
e
dagli
occhi
verdi
brillanti
di
gioia
beffarda
e
feroce
,
sul
suo
balzano
quasi
ancora
indomito
,
la
comitiva
si
slanciava
al
galoppo
inondando
la
strada
come
un
'
orda
diretta
alla
conquista
di
un
luogo
nemico
:
i
passi
dei
cavalli
risonavano
a
lungo
,
anche
quando
la
strada
ritornava
deserta
,
e
pareva
uno
scalpitio
di
treno
che
s
'
allontanava
:
Cosima
,
alla
finestra
,
mentre
ritirava
,
dopo
averlo
sgrullato
,
il
piccolo
soppedaneo
del
suo
lettuccio
,
s
'
incontrava
a
seguire
nell
'
aria
l
'
eco
della
cavalcata
:
e
pensava
al
suo
esploratore
,
alla
caccia
dei
selvaggi
;
e
si
sentiva
anche
lei
in
corpo
una
smania
di
amazzone
,
un
ardore
di
eroina
da
avventure
audaci
;
ma
poi
le
toccava
rifare
i
letti
e
pulire
le
camere
,
e
,
per
risalire
a
galla
da
questo
stagno
di
realtà
,
aspettare
almeno
il
passaggio
del
portalettere
.
Era
un
uomo
rude
,
il
portalettere
,
anche
lui
rosso
di
pelo
e
di
pelle
;
e
quando
passava
,
con
le
sue
grosse
scarpe
,
battendo
alle
porte
dei
cittadini
e
gridando
forte
:
posta
,
posta
,
tutti
gli
echi
intorno
si
risvegliavano
,
persino
i
cani
abbaiavano
,
l
'
aria
prendeva
un
colore
di
inquietudine
.
Per
Cosima
rappresentava
un
personaggio
quasi
mitologico
,
apportatore
di
bene
e
di
male
,
e
quando
ne
sentiva
la
voce
di
lontano
tremava
come
se
il
destino
fosse
in
cammino
verso
di
lei
.
Era
stato
lui
,
in
fatti
,
a
portarle
le
lettere
di
gloria
e
di
amore
,
di
umiliazione
e
di
speranza
,
e
il
vaglia
,
e
i
giornali
col
suo
nome
scritto
come
su
lapidi
che
le
parevano
eterne
.
Adesso
ella
aspettava
notizie
da
un
mondo
misterioso
,
lontano
,
quasi
di
là
dai
confini
del
mondo
reale
:
lettere
dell
'
esploratore
,
che
a
quel
suo
mondo
nuovo
voleva
mettere
il
nome
di
lei
.
Ma
il
portalettere
passava
con
la
borsa
,
che
faceva
un
rumorino
speciale
,
sulla
cinghia
di
cuoio
,
come
quello
dei
carnieri
dei
cacciatori
,
e
picchiava
con
violenza
il
battente
della
porta
del
negoziante
di
scorze
,
traendo
dalla
borsa
un
pacco
di
lettere
e
di
giornali
.
E
a
lei
nulla
:
e
la
voce
aspra
dell
'
uomo
della
sorte
che
si
andava
affievolendo
le
pareva
si
burlasse
crudelmente
di
lei
.
Così
passò
la
bella
stagione
:
ella
non
si
curava
più
neppure
di
Antonino
.
Di
nessuno
si
curava
,
tranne
che
delle
sue
scritture
,
illuminate
dalla
luce
di
quel
sogno
che
era
il
più
bello
dei
romanzi
che
ella
avrebbe
mai
potuto
scrivere
.
In
ottobre
ci
fu
,
come
al
solito
,
la
vendemmia
.
No
,
non
come
al
solito
,
poiché
la
madre
,
d
'
accordo
con
Andrea
,
aveva
fatto
costruire
una
piccola
casa
di
pietra
nella
vigna
,
sotto
un
pino
che
vigilava
solitario
la
grande
distesa
quasi
tutta
selvaggia
come
una
landa
,
e
dichiarò
che
la
voleva
abitare
per
qualche
settimana
.
Solo
la
vigna
rallegrava
coi
suoi
quadrati
verdi
e
gialli
,
con
qualche
filare
di
grandi
fichi
bassi
,
la
dolce
triste
solitudine
del
luogo
:
i
monti
lontani
innalzavano
una
muraglia
azzurra
intorno
all
'
orizzonte
.
Un
colono
del
Continente
coltivava
,
fin
dal
tempo
in
cui
era
vivo
il
padre
di
Cosima
,
la
vigna
da
lui
piantata
,
e
un
grande
orto
che
godeva
di
un
rivolo
d
'
acqua
raccolto
in
una
vasca
ampia
come
un
laghetto
,
circondata
di
giunchi
,
canne
e
salici
selvaggi
.
Il
luogo
era
bello
:
una
specie
di
oasi
nella
desolazione
della
pianura
incolta
e
pietrosa
,
saettata
,
nell
'
estate
,
da
un
sole
implacabile
.
Ed
ecco
,
adesso
,
la
casetta
di
pietra
lo
rendeva
più
pittoresco
ed
ospitale
:
erano
appena
due
stanze
,
addossate
ad
un
'
altra
,
piccola
,
che
fino
a
quel
tempo
era
stata
l
'
abitazione
del
solitario
colono
,
il
quale
non
si
moveva
mai
dal
posto
,
rifornito
ogni
tanto
di
pane
e
altri
viveri
da
Andrea
,
che
di
ritorno
portava
a
casa
i
prodotti
dell
'
orto
.
Erano
per
lo
più
patate
,
legumi
,
verze
,
zucche
e
insalate
,
e
qualche
volta
anche
poponi
e
cocomeri
.
E
nella
stagione
l
'
uva
,
quasi
tutta
da
vino
,
quel
vino
leggero
ma
saporoso
che
aveva
aiutato
Cosima
a
comprar
francobolli
e
spedir
manoscritti
.
Fu
dunque
mandato
un
carro
di
mobili
,
come
si
usava
per
andare
al
Monte
:
e
Cosima
si
offrì
ad
accompagnare
la
madre
,
mentre
le
sorelle
,
che
non
volevano
neanche
sentir
parlare
di
un
luogo
sperduto
come
quello
,
sarebbero
rimaste
a
casa
sotto
la
sorveglianza
della
serva
fedele
.
Il
servo
che
accompagnava
il
carro
sarebbe
rimasto
nella
vigna
,
e
anche
Andrea
vi
avrebbe
passato
la
notte
per
maggior
sicurezza
delle
donne
.
Ma
il
luogo
era
tranquillo
;
non
si
era
mai
sentito
parlare
di
vicende
spiacevoli
:
l
'
aperta
e
nuda
pianura
non
permetteva
neppure
il
passaggio
di
malviventi
,
tanto
che
il
colono
non
aveva
un
arma
,
un
cane
.
Ad
ogni
modo
una
pattuglia
dl
carabinieri
a
cavallo
adibita
alla
sicurezza
stradale
,
percorreva
ogni
giorno
lo
stradone
comunale
che
attraversava
quella
specie
di
altipiano
selvaggio
.
Cosima
e
la
madre
s
'
incamminarono
,
a
piedi
,
lungo
lo
stradone
,
dopo
aver
oltrepassato
le
ultime
case
del
paese
.
La
giornata
era
limpida
,
tiepida
:
un
acquazzone
aveva
rinfrescato
i
campi
,
e
gli
stessi
cespugli
e
le
erbe
già
inariditi
della
distesa
intorno
alla
vigna
avevano
ripreso
il
verde
:
le
ginestre
fiorivano
ancora
,
ancora
qualche
sambuco
nano
,
dove
il
terreno
era
umido
,
apriva
le
sue
ombrella
d
'
argento
filigranato
.
Il
pino
,
sopra
la
casetta
che
ancora
odorava
di
calce
,
vibrava
tutto
di
canti
d
'
uccelli
:
ce
n
'
erano
di
ogni
specie
,
sopra
tutto
di
passeracei
,
poiché
era
l
'
unico
rifugio
del
luogo
,
e
il
loro
chiassoso
concerto
strideva
anche
di
voci
di
battaglia
:
tutti
però
,
d
'
accordo
nello
scavare
i
fichi
nella
vigna
e
a
piluccare
l
'
uva
,
nonostante
gli
spauracchi
drizzati
qua
e
là
dall
'
ingegnoso
colono
.
Del
resto
anche
lui
aveva
l
'
aspetto
di
uno
spaventapasseri
,
alto
,
scarno
,
dinoccolato
,
con
gli
enormi
piedi
scalzi
nodosi
,
i
calzoni
logori
di
fustagno
rimboccati
sulle
caviglie
rosse
,
e
altrettanto
le
maniche
sulle
braccia
che
,
se
egli
stringeva
i
grossi
pugni
,
sembravano
clave
.
Tutto
il
suo
aspetto
tra
,
più
che
di
contadino
,
di
vecchio
marinaio
,
di
lupo
di
mare
,
per
il
viso
arso
,
di
terracotta
,
i
capelli
irsuti
di
colore
del
sale
,
e
come
scarmigliati
dal
vento
:
ma
specialmente
per
gli
occhi
piccoli
,
stretti
,
dei
quali
si
vedeva
quasi
solo
la
pupilla
verdognola
.
Quando
arrivarono
le
padrone
egli
aiutava
il
servo
a
scaricare
la
roba
dal
carro
,
e
non
rispondeva
alle
domande
e
agli
scherzi
dell
'
altro
:
pareva
sordo
,
anzi
anche
muto
,
perché
salutò
solo
con
un
cenno
del
capo
,
e
non
aprì
la
lunga
bocca
rientrante
,
quasi
invisibile
.
In
cambio
parlava
molto
il
servo
,
un
giovinotto
bruno
tutto
occhi
e
denti
,
che
ogni
tanto
si
aggiustava
la
cintura
e
rideva
per
nulla
:
la
sua
presenza
metteva
allegria
,
e
quasi
egli
piaceva
alla
signorina
:
lo
trovava
per
lo
meno
della
sua
razza
,
uno
schietto
contadino
,
figlio
della
stessa
terra
,
mentre
il
colono
,
-
già
per
il
nome
stesso
,
che
gli
era
stato
consacrato
dal
vecchio
padrone
,
-
rappresentava
uno
straniero
,
un
lavoratore
di
terre
lontane
,
d
'
origine
ignota
se
non
quasi
misteriosa
.
Infatti
nessuno
aveva
mai
saputo
la
sua
provenienza
,
anche
perché
nessuno
,
dopo
il
tempo
in
cui
,
finita
la
sorveglianza
della
polizia
,
era
stato
assunto
in
servizio
dal
signor
Antonio
e
confinato
lì
nella
vigna
solitaria
,
nessuno
se
ne
era
più
curato
:
neppure
Andrea
,
che
come
il
corvo
ad
Elia
,
gli
portava
il
pane
.
E
infatti
l
'
uomo
si
chiamava
Elia
.
Dopo
che
ebbero
messo
a
posto
,
nelle
due
stanzette
,
i
lettucci
,
due
tavolini
,
alcune
sedie
,
un
attaccapanni
e
qualche
arnese
di
cucina
,
i
due
uomini
se
ne
andarono
a
lavorare
,
a
togliere
i
pampini
superflui
alle
viti
,
perché
l
'
uva
finisse
di
maturare
;
il
giovine
servo
si
mise
a
cantare
,
e
la
sua
voce
sonora
ma
monodica
si
sperdeva
come
nella
vastità
di
una
chiesa
deserta
.
Allora
Cosima
,
come
già
aveva
fatto
sul
Monte
,
cominciò
a
riordinare
e
abbellire
quella
che
,
per
far
sorridere
la
madre
,
chiamava
la
villa
.
La
madre
non
sorrideva
:
come
sempre
era
taciturna
e
chiusa
in
una
tutta
sua
segreta
preoccupazione
:
ma
gli
occhi
le
si
erano
un
po
'
illuminati
,
e
il
da
fare
che
si
diede
,
per
preparare
un
po
'
di
cibo
nel
camino
della
prima
stanzetta
,
adibita
a
cucina
,
sala
da
pranzo
e
da
ricevere
,
la
distrasse
.
Si
sarebbe
potuto
usufruire
,
per
gli
usi
più
comuni
,
della
cameretta
del
colono
,
dove
c
'
era
un
vecchio
e
grande
camino
che
tirava
molto
bene
;
ma
la
padrona
intendeva
rispettare
gli
antichi
privilegi
del
dipendente
,
che
con
la
sua
sola
opera
si
era
costruito
quel
rifugio
da
quando
aveva
assunto
servizio
nella
vigna
,
e
vi
teneva
i
suoi
stracci
e
il
suo
giaciglio
.
Cosima
d
'
altronde
ci
sentiva
odore
di
selvatico
e
non
le
sarebbe
piaciuto
neppure
di
guardare
dentro
se
il
vecchio
non
avesse
attirato
la
sua
curiosa
attenzione
,
interessata
,
di
osservatrice
di
tipi
fuori
del
comune
,
con
la
nebulosità
del
suo
passato
e
la
sagoma
della
sua
figura
.
Egli
avrebbe
forse
potuto
,
ad
esplorarlo
,
a
farlo
diventare
docile
e
confidente
,
raccontarle
qualche
cosa
d
'
interessante
,
con
un
colore
diverso
dal
locale
,
qualche
cosa
da
mettersi
sulla
carta
e
trasformarlo
in
materia
d
'
arte
.
Appena
dunque
l
'
abitazione
fu
in
ordine
,
ella
andò
nella
vigna
,
dove
i
due
uomini
lavoravano
,
e
diede
ascolto
ai
discorsi
del
servo
paesano
,
poiché
l
'
altro
conservava
il
suo
assoluto
e
impassibile
mutismo
.
-
Speriamo
,
-
diceva
il
giovinotto
,
-
che
la
vostra
mutria
si
cambi
in
buon
umore
fra
una
settimana
,
quando
verranno
le
ragazze
a
vendemmiare
.
Verranno
due
mie
cugine
:
ma
quelle
dovete
contentarvi
di
guardarle
da
lontano
e
di
non
toccarle
neppure
con
una
canna
:
le
altre
,
che
la
padrona
sceglierà
di
suo
gusto
,
ve
le
lascio
liberamente
,
vecchio
cinghiale
.
Il
vecchio
cinghiale
pareva
non
lo
sentisse
neppure
:
solo
,
all
'
accenno
di
una
donna
,
una
vedova
già
anziana
,
che
un
tempo
si
diceva
avesse
avuto
relazioni
con
l
'
esiliato
,
i
suoi
occhi
si
allargarono
un
poco
,
ed
egli
scosse
il
mazzo
di
foglie
di
viti
che
teneva
in
mano
:
ma
non
aprì
bocca
,
non
si
volse
a
guardare
Cosima
che
era
arrivata
in
mezzo
al
filare
e
lo
osservava
silenziosa
.
Né
più
fruttuosi
furono
gli
altri
approcci
durante
quella
prima
giornata
,
sebbene
ai
due
uomini
fosse
servito
un
pasto
certo
per
loro
insolito
,
preparato
dalla
padrona
,
e
anche
lei
tentasse
di
attaccare
discorso
col
vecchio
taciturno
.
Egli
rispondeva
sì
e
no
alle
domande
di
lei
,
riguardanti
l
'
orto
e
la
vigna
;
nel
vederla
si
alzava
e
si
piegava
con
segni
di
un
rispetto
quasi
esagerato
:
null
'
altro
.
-
È
un
idiota
,
-
disse
il
servo
,
quando
l
'
altro
non
poteva
sentirlo
.
-
Ma
è
anche
malizioso
,
e
la
sa
lunga
.
E
raccontò
della
vedova
,
che
un
tempo
veniva
a
trovarlo
nella
vigna
,
e
accennò
al
lontano
passato
di
lui
.
Pare
che
avesse
tentato
di
derubare
un
suo
ricchissimo
parente
,
nelle
cui
terre
lavorava
:
sebbene
il
parente
avesse
rimesso
la
querela
,
Elia
era
stato
condannato
.
Poi
la
voce
cambiava
;
il
parente
diventava
un
banchiere
,
o
addirittura
una
banca
,
che
era
stata
svaligiata
da
un
gruppo
di
ladri
,
dopo
narcotizzato
il
custode
,
e
fra
i
manigoldi
era
Elia
.
Disse
la
padrona
:
-
Se
fosse
stato
così
,
il
mio
povero
marito
non
l
'
avrebbe
assunto
al
suo
servizio
.
-
Oh
,
il
signor
Antonio
era
buono
:
era
un
santo
,
di
quelli
che
non
ne
nascono
più
,
-
disse
il
servo
.
Nel
pomeriggio
arrivò
,
a
cavallo
,
Andrea
.
Fra
le
altre
cose
portava
un
giornale
e
una
lettera
per
Cosima
.
Una
lettera
!
Ella
la
prese
,
come
faceva
sempre
,
trepidando
:
le
pareva
,
ogni
volta
,
di
afferrare
un
uccello
a
volo
,
l
'
uccello
favoloso
della
fortuna
e
della
felicità
.
Ma
questa
era
una
semplice
lettera
d
'
invito
a
mandare
i
suoi
libri
a
un
giornaletto
,
che
prometteva
di
parlarne
ai
suoi
lettori
.
Ed
ella
la
lasciò
andare
,
come
appunto
si
lascia
andare
un
uccellino
che
non
serve
a
niente
.
Ad
ogni
modo
la
giornata
finì
bene
:
il
tramonto
arrossava
la
vigna
,
la
vasca
e
i
salici
scintillavano
;
le
distese
della
pianura
avevano
la
calma
e
melanconica
poesia
della
steppa
,
come
Cosima
l
'
aveva
intraveduta
in
qualche
racconto
russo
:
ma
il
punto
centrale
del
paesaggio
,
il
più
bello
,
era
il
pino
solitario
entro
il
quale
vibravano
le
fiamme
del
sole
che
pareva
vi
si
annidasse
come
un
grande
uccello
di
porpora
.
E
Cosima
se
ne
andò
per
un
sentiero
della
brughiera
dove
avrebbe
potuto
camminare
finché
voleva
,
poiché
non
c
'
era
pericolo
di
sperdersi
,
e
dalla
vigna
potevano
sorvegliarla
con
un
solo
sguardo
.
Le
erbe
sembravano
colore
di
rosa
,
ogni
seme
,
ogni
fiorellino
,
ogni
bacca
,
aveva
come
un
occhio
d
'
oro
che
rispondeva
al
suo
sguardo
:
e
i
monti
lontani
,
color
d
'
acquamarina
,
svaporavano
nel
cielo
arancione
e
verde
e
rosso
che
a
poco
a
poco
trascolorava
e
cambiava
tinta
.
Una
coccinella
salì
,
da
un
cespuglio
,
sulla
veste
di
Cosima
,
come
su
un
cespuglio
più
alto
:
andò
su
,
su
,
tranquilla
,
fino
al
braccio
di
lei
,
fino
alla
sua
mano
.
Era
un
essere
meraviglioso
e
quasi
terribile
:
sul
piccolo
dorso
piatto
,
d
'
un
rosso
scuro
di
lacca
,
era
disegnato
in
nero
un
viso
umano
perfetto
,
con
gli
occhi
,
il
naso
,
la
bocca
,
tutti
un
po
'
obliqui
come
nelle
maschere
giapponesi
:
parve
a
Cosima
che
quegli
occhi
la
guardassero
,
con
la
stessa
meraviglia
misteriosa
con
cui
lei
li
guardava
.
Arrivata
all
'
estremità
del
dito
medio
,
sull
'
unghia
rosea
di
tramonto
,
la
coccinella
aprì
due
piccole
ali
iridate
e
volò
via
.
Cosima
avrebbe
voluto
imitarla
,
ma
i
suoi
piedi
erano
legati
alla
terra
,
ed
ella
avrebbe
dovuto
camminare
fino
all
'
estremità
del
mondo
per
potersi
slanciare
così
.
Quando
il
sole
sparì
,
uno
stupore
quasi
infantile
parve
incantare
ogni
cosa
:
il
cielo
si
fece
trasparente
come
l
'
acqua
,
e
la
stella
che
apparve
sull
'
orizzonte
vi
tremolò
come
appunto
riflessa
dal
mare
.
Mai
Cosima
,
neppure
sul
limite
dei
boschi
e
delle
roccie
del
Monte
,
davanti
ai
sontuosi
tramonti
visti
dall
'
alto
,
aveva
provato
una
malia
simile
a
questa
che
l
'
avvolgeva
in
mezzo
alla
terra
incolta
,
guardata
solo
da
Dio
.
Invece
di
sentirsi
piccola
,
e
poiché
era
impotente
a
volare
,
le
parve
di
essere
alta
,
alta
fino
a
toccare
con
la
fronte
la
stella
della
sera
:
eppure
in
quel
momento
dimenticava
tutte
le
sue
ambizioni
,
i
suoi
vani
sogni
,
la
sua
attesa
di
avvenimenti
straordinari
.
La
vita
era
bella
così
,
anche
fra
gli
umili
steli
nati
da
sé
,
fra
le
cose
create
da
Dio
per
la
gioia
del
cuore
che
è
vicino
a
lui
come
il
cuore
del
bambino
e
quello
della
madre
:
ed
ella
ne
ebbe
quasi
la
prima
rivelazione
,
e
si
sentì
uno
scalino
ancora
più
in
alto
,
nella
scala
di
Giacobbe
che
doveva
essere
la
sua
vita
.
Così
,
per
nulla
:
solo
perché
vedeva
la
stella
della
sera
brillare
sopra
i
monti
non
meno
e
non
più
meravigliosa
della
coccinella
,
e
le
erbe
selvatiche
odoravano
al
suo
passaggio
.
Decise
di
non
aspettare
più
nulla
che
le
arrivasse
dall
'
esterno
,
dal
mondo
agitato
degli
uomini
;
ma
tutto
da
sé
stessa
,
dal
mistero
della
sua
vita
interiore
.
Così
,
ebbe
fine
l
'
attesa
delle
notizie
dell
'
esploratore
:
e
anche
lui
,
del
resto
,
non
scrisse
più
Eppure
un
fatto
che
aveva
dell
'
inverosimile
,
le
avvenne
:
un
fatto
che
superò
tutte
le
altre
vicende
accadute
fino
a
quel
tempo
,
che
a
lei
parevano
,
ma
forse
non
erano
,
straordinarie
.
Erano
passati
tre
giorni
da
che
si
trovavano
nella
vigna
,
tutti
e
tre
eguali
,
limpidi
,
sereni
.
Ella
s
'
era
rimessa
a
scrivere
,
sul
tavolinetto
della
camera
da
letto
,
davanti
alla
piccola
finestra
nel
cui
vano
ronzavano
le
vespe
senza
però
venire
dentro
.
Inutile
,
fino
a
quel
momento
,
intervistare
Elia
:
pareva
un
uomo
meccanico
,
Elia
:
si
piegava
,
si
sollevava
,
lavorando
,
senza
muovere
un
muscolo
del
viso
.
E
lingua
in
bocca
,
-
come
diceva
il
servo
che
chiacchierava
per
tutti
e
due
,
ma
per
dir
frasi
,
proverbi
,
canzonette
e
scempiaggini
che
non
interessavano
Cosima
.
Solo
le
mani
di
Elia
avevano
,
a
osservarle
quando
egli
non
se
ne
accorgeva
,
una
strana
sensibilità
:
mani
scure
e
nodose
,
con
le
falangi
coperte
di
peli
,
ma
piccole
,
per
un
uomo
così
alto
e
lavoratore
,
a
volte
adunche
come
artigli
,
a
volte
aperte
e
quasi
molli
,
come
snodate
.
Con
quelle
mani
egli
era
capace
ancora
di
fare
qualsiasi
lavoro
che
gli
venisse
richiesto
o
che
gli
fosse
necessario
.
Infatti
si
cuciva
da
sé
le
vesti
,
lavava
,
si
faceva
le
scarpe
,
gli
occhiali
,
gli
arnesi
di
lavoro
,
preparava
la
conserva
dei
pomidori
e
seccava
i
fichi
,
fabbricava
,
con
una
certa
creta
da
lui
scovata
fra
i
giunchi
,
vasi
e
pentole
:
e
lavorava
anche
da
stagnaio
e
da
falegname
.
La
sua
stanzetta
sembrava
un
museo
archeologico
,
con
una
raccolta
persino
di
pietre
cercate
nella
brughiera
,
che
sembravano
tartarughe
,
conchiglie
,
ossa
fossilizzate
.
E
stava
zitto
,
rispondendo
solo
sì
e
no
alle
domande
della
padrona
,
che
anche
lei
,
del
resto
,
cavava
fuori
le
parole
con
diffidenza
sospettosa
,
come
gemme
da
uno
scrigno
.
Or
dunque
,
quale
non
fu
la
meraviglia
di
Cosima
,
quando
la
sera
del
terzo
giorno
,
ritornando
dalla
solita
passeggiata
,
sentì
che
i
due
taciturni
parlavano
fra
di
loro
.
Stavano
nella
prima
delle
stanzette
e
la
madre
cucinava
qualche
cosa
nel
camino
.
La
porta
era
aperta
,
ed
essi
non
si
accorsero
della
presenza
di
Cosima
,
che
,
ferma
fuori
,
ascoltava
.
Del
resto
il
discorso
era
semplice
:
ma
il
suo
tono
amichevole
,
nella
voce
di
quei
due
,
un
po
'
lamentoso
nella
padrona
,
confortante
in
quella
del
servo
,
sorprese
la
fanciulla
.
La
madre
non
le
aveva
mai
parlato
in
quel
modo
:
e
d
'
altronde
era
proprio
di
lei
che
si
lagnava
.
Diceva
:
-
Andrea
tarda
,
stasera
:
speriamo
non
sia
accaduto
nulla
,
laggiù
:
ho
sempre
paura
.
E
anche
quella
stordita
che
se
ne
va
in
giro
come
una
capra
.
-
Non
abbia
timore
,
-
rispose
l
'
uomo
,
con
una
voce
fra
roca
e
dolce
,
ma
anche
quasi
canora
,
che
la
padroncina
non
gli
conosceva
;
-
c
'
è
Ippolito
che
è
andato
a
raccogliere
sterpi
per
il
fuoco
,
e
la
sorveglia
.
Poi
non
si
è
quasi
mai
sentito
niente
,
in
questi
posti
.
Chi
vuole
che
veda
la
signorina
?
E
poi
è
tanto
savia
,
quella
:
non
c
'
è
pericolo
che
abbia
dato
appuntamento
all
'
innamorato
.
-
Non
si
sa
mai
,
insisteva
la
madre
:
e
Cosima
pensò
in
sua
coscienza
che
realmente
,
su
questo
punto
,
si
potevano
elevare
dubbi
.
-
Le
ragazze
sono
tutte
stordite
:
quella
,
poi
,
ha
certe
idee
in
testa
.
Tutte
quelle
scritture
,
quei
cattivi
libri
,
quelle
lettere
che
riceve
.
E
non
è
venuto
anche
,
a
trovarla
,
un
omaccione
rosso
come
la
volpe
?
e
da
lontano
,
è
venuto
,
e
poi
ha
scritto
di
lei
sui
giornali
?
La
gente
mormora
.
Cosima
non
troverà
mai
da
sposarsi
cristianamente
:
e
anche
le
sorelle
ne
risentiranno
,
perché
in
famiglia
tutto
sta
a
sposar
bene
la
primogenita
.
È
vero
che
-
giunse
con
ancora
più
lamentosa
,
-
ci
sono
anche
i
fratelli
,
che
non
ci
fanno
troppo
da
sostegno
:
oh
,
tu
lo
sai
bene
,
Elia
.
Egli
lo
sapeva
:
eppure
aveva
una
fede
cieca
,
un
attaccamento
appassionato
per
il
signorino
Andrea
:
ed
anche
la
sua
voce
tremolò
quasi
di
pianto
quando
ne
parlò
.
-
No
,
padrona
,
non
si
lamenti
troppo
del
signorino
Andrea
.
È
buono
,
posso
dire
,
quasi
quanto
lo
era
il
signor
Antonio
:
solo
,
è
troppo
generoso
;
è
troppo
amico
di
cattivi
amici
.
Ma
del
resto
bada
alla
roba
,
e
ama
le
sorelle
in
modo
particolare
.
-
Bada
alla
roba
?
Sì
,
ma
per
pigliarsi
lui
quasi
tutta
la
rendita
:
e
gioca
,
e
va
con
le
male
donne
.
Questa
la
chiami
bontà
?
Lo
chiami
amore
per
la
famiglia
?
Andrea
ci
lascia
appena
il
tanto
per
pagare
i
servi
e
le
tasse
.
Io
non
dormo
,
un
giorno
o
l
'
altro
l
'
esattore
verrà
in
casa
a
sequestrare
:
lo
vedo
in
sogno
,
ne
ho
paura
come
del
demonio
.
Oh
,
oh
:
Elia
;
e
tutto
questo
perché
i
miei
figlioli
hanno
abbandonato
le
vie
del
Signore
.
-
Lei
esagera
,
padrona
:
ci
sono
figli
peggiori
:
tutte
le
famiglie
hanno
la
loro
croce
.
Il
signorino
Andrea
,
dopo
tutto
,
bada
alla
roba
e
la
fa
fruttare
:
è
,
dirò
così
,
come
un
fattore
,
che
si
piglia
la
porzione
maggiore
.
Ma
poi
metterà
giudizio
.
-
No
,
Elia
,
non
lo
spero
.
D
'
altronde
,
che
si
fa
?
Siamo
povere
donne
sole
,
con
quel
castigo
terribile
di
Santus
:
e
bisogna
pure
appoggiarsi
ad
Andrea
.
Tante
volte
penso
di
dividere
il
patrimonio
:
a
ciascun
figlio
il
suo
:
ma
sarebbe
peggio
,
poiché
il
disgraziato
Santus
in
pochi
mesi
cadrebbe
nella
miseria
,
e
anche
il
tuo
signorino
Andrea
si
giocherebbe
la
sua
parte
.
Non
c
'
è
via
di
uscita
:
bisogna
soffrire
.
E
poi
io
voglio
bene
ai
miei
figli
:
troppo
bene
gli
voglio
;
più
sono
disgraziati
più
li
amo
e
li
compatisco
.
Ma
quella
Cosima
!
È
quella
che
più
mi
dà
pensiero
.
-
E
invece
sarà
quella
che
più
le
darà
consolazioni
:
vedrà
.
Ma
la
madre
,
mentre
rimuginava
nella
padella
le
patate
che
lentamente
si
arrossavano
e
spandevano
un
buon
odore
,
continuava
a
sospirare
.
-
Non
è
questo
,
Elia
,
io
non
ho
bisogno
di
consolazione
:
la
mia
strada
è
finita
,
e
nulla
esiste
più
per
me
tranne
il
bene
dei
miei
figli
.
Ma
essi
non
seguono
la
via
giusta
,
quella
che
abbiamo
percorsa
io
e
il
padre
loro
,
benedetto
sia
.
Sarà
mia
la
colpa
:
sono
una
donna
senza
forza
e
senza
volontà
;
ma
loro
dovrebbero
capirlo
.
E
se
parlo
così
con
te
,
questa
sera
,
Elia
,
è
perché
so
che
tu
solo
puoi
compatirmi
.
-
Oh
,
padrona
!
-
egli
esclamò
:
e
una
commozione
sincera
,
piena
di
sorpresa
e
di
gratitudine
,
gli
vibrava
nella
voce
:
probabilmente
nessuno
,
da
molto
tempo
,
gli
aveva
parlato
così
.
E
intese
forse
quello
che
la
padrona
voleva
dirgli
,
che
anche
lui
aveva
peccato
e
sofferto
,
ma
era
rientrato
nella
giusta
via
,
perché
aggiunse
:
-
Le
strade
del
Signore
sono
tante
,
ed
Egli
aiuta
sempre
i
buoni
cristiani
.
-
Tu
,
dunque
,
credi
in
Dio
?
Io
,
vedi
,
a
volte
,
non
ci
credo
più
.
-
Non
so
:
anche
io
non
vado
a
messa
da
venti
anni
.
Non
so
:
non
so
:
ma
so
che
ad
essere
buoni
e
pazienti
ci
si
guadagna
sempre
.
E
,
dunque
,
padrona
,
coraggio
.
Tacquero
un
momento
:
si
sentiva
il
friggere
sommesso
della
padella
sulla
fiamma
:
un
odore
di
gente
umile
ma
rassegnata
usciva
da
quella
stanzetta
solitaria
.
Il
pino
vibrava
ancora
di
fruscii
,
di
pigolii
,
di
vaghi
lamenti
,
e
dallo
stradone
arrivava
il
rumore
di
un
passo
di
cavallo
:
Andrea
.
Cosima
sentiva
voglia
di
appoggiarsi
al
muro
e
piangere
:
in
quel
momento
avrebbe
rinunziato
a
tutti
i
suoi
sogni
,
pur
di
consolare
la
madre
:
pensò
che
bisognava
almeno
darle
il
conforto
della
speranza
di
un
buon
matrimonio
,
fra
lei
e
un
qualche
bravo
giovane
del
luogo
,
e
passò
in
rassegna
tutti
i
proprietari
,
i
professionisti
,
gli
impiegati
di
sua
conoscenza
.
Ma
essi
erano
tutti
imbevuti
del
pregiudizio
che
ella
non
potesse
,
con
quella
sua
passione
dei
libri
,
diventare
una
buona
moglie
:
né
,
d
'
altronde
,
ella
voleva
più
umiliarsi
con
nessuno
.
E
fu
in
quel
momento
che
le
venne
l
'
idea
di
muoversi
,
di
uscire
dal
ristretto
ambiente
della
piccola
città
,
e
andare
in
cerca
di
fortuna
.
Per
dare
consolazione
alla
madre
.
Intanto
continuava
a
scrivere
,
davanti
alla
piccola
finestra
ronzante
di
vespe
.
Ma
era
un
po
'
disorientata
,
per
le
parole
della
madre
e
perché
non
trovava
un
vivo
argomento
ai
suoi
nuovi
racconti
.
La
vita
le
sembrava
piatta
,
incolore
,
sebbene
invece
dentro
di
lei
sentisse
muoversi
un
dramma
di
incertezze
,
di
scrupoli
,
di
melanconia
.
Le
pareva
di
esser
già
vecchia
,
piena
di
esperienza
e
col
fiore
della
speranza
già
appassito
fra
le
dita
.
Pensava
fosse
effetto
della
solitudine
,
della
povertà
del
luogo
e
della
sua
stessa
vita
:
e
disperava
di
poter
ritrovare
una
occasione
di
guardare
la
vita
altrui
,
ricca
di
dolori
,
di
miserie
,
di
esaltazioni
e
di
umanità
umile
e
grande
nello
stesso
tempo
,
come
nel
cerchio
nero
del
molino
di
olive
.
Non
contava
più
in
Elia
,
e
neppure
nel
movimento
della
vicina
vendemmia
,
della
quale
aveva
già
conosciuto
i
colori
d
'
idillio
,
e
li
aveva
anche
già
riversati
in
qualche
sua
novella
.
Invece
un
piccolo
accidente
accadde
,
mentre
le
donne
venute
apposta
per
la
faccenda
,
spinte
e
pizzicate
da
Ippolito
,
coglievano
l
'
uva
deponendola
in
cestini
a
doppia
ansa
,
che
poi
trasportavano
in
due
,
dondolandoli
come
culle
,
versandone
i
grappoli
in
un
carro
apposito
,
foderato
di
stuoie
,
che
appena
colmo
veniva
portato
in
città
per
la
manipolazione
del
vino
.
Una
di
queste
donne
aveva
portato
un
bambino
,
che
per
un
po
'
s
'
era
trastullato
tra
i
filari
delle
viti
,
poi
,
scomparso
,
s
'
era
ad
un
tratto
sentito
piangere
e
gridare
.
Tutti
si
slanciarono
a
cercarlo
,
con
urli
di
richiamo
e
di
spavento
:
solo
Elia
non
aprì
bocca
,
ma
andò
dritto
alla
vasca
e
vi
si
gettò
,
vestito
,
traendo
il
bambino
che
scosse
e
fece
sgocciolare
come
uno
straccio
bagnato
.
Fu
solo
un
po
'
di
paura
:
ma
alla
sera
il
vecchio
ebbe
qualche
brivido
di
febbre
,
e
si
fece
più
rigido
del
solito
.
All
'
alba
però
già
era
all
'
opera
nella
vigna
:
finita
la
vendemmia
le
donne
se
ne
andarono
,
ed
anche
la
padrona
dichiarò
che
voleva
tornare
a
casa
per
presiedere
alla
pigiatura
dell
'
uva
:
senonché
Elia
s
'
era
d
'
improvviso
buttato
giù
sul
suo
giaciglio
e
pareva
un
cadavere
.
Non
si
poteva
abbandonarlo
così
;
anzi
si
pensò
di
far
venire
un
dottore
,
e
se
il
servo
si
aggravava
di
portarlo
in
paese
.
Queste
premure
parvero
scuoterlo
e
ravvivarlo
.
Cosima
gli
offrì
una
tazza
di
caffè
,
gli
aggiustò
il
giaciglio
,
rimise
in
ordine
la
stanzetta
.
E
ogni
tanto
lo
guardava
con
occhi
pietosi
,
senza
dimostrare
ripugnanza
per
quel
lungo
corpo
ricoperto
di
stracci
maleodoranti
come
quello
di
un
mendicante
,
coi
grossi
piedi
scalzi
terrosi
e
tutti
tagliuzzati
per
cicatrici
di
sterpi
e
spine
,
che
pareva
avessero
camminato
attraverso
interminabili
lande
per
arrivare
a
quel
piccolo
rifugio
ospitale
.
Egli
stava
ad
occhi
chiusi
;
ma
d
'
improvviso
li
aprì
,
un
po
'
febbrili
e
lucidi
,
e
la
guardò
come
un
cane
malato
.
Uno
sguardo
,
solo
,
ma
Cosima
vide
un
misterioso
balenìo
in
fondo
alle
pupille
che
non
erano
quelle
del
duro
e
freddo
Elia
,
ma
di
un
uomo
disperato
,
che
aveva
paura
di
morire
solo
,
abbandonato
,
come
un
vecchio
cane
.
Gli
si
avvicinò
e
disse
:
-
Come
vi
sentite
?
Faremo
venire
il
dottore
,
o
vi
porteremo
a
casa
.
Egli
accennò
di
no
,
di
no
:
per
quanto
solo
e
malato
,
non
voleva
il
dottore
e
non
voleva
muoversi
dalla
sua
tana
:
ma
l
'
occhio
gli
si
era
rischiarato
,
pieno
di
una
dolcezza
,
quasi
di
un
sorriso
infantile
.
-
Andate
,
andate
pure
,
-
disse
,
-
Vadano
pure
a
casa
,
signorina
,
lei
e
la
signora
padrona
:
bisogna
pigiare
l
'
uva
e
metterla
nel
tino
.
-
Eh
,
non
la
pigiamo
noi
,
coi
nostri
piedi
,
-
disse
Cosima
,
tentando
di
scherzare
.
-
C
'
è
poi
Andrea
,
che
ci
bada
:
non
pensateci
.
E
poi
il
tempo
si
cambia
:
minaccia
di
piovere
.
Non
vogliamo
lasciarti
così
,
zio
Elia
.
Ella
lo
chiamava
così
,
come
si
usava
con
tutti
i
vecchi
servi
;
ma
era
la
prima
volta
che
egli
si
sentiva
accomunato
agli
altri
,
come
fosse
nato
nella
stessa
terra
e
tutto
il
suo
passato
sprofondasse
quasi
in
una
vita
anteriore
.
Tuttavia
non
parlò
,
non
dimostrò
la
sua
gratitudine
:
anzi
fece
un
po
'
indispettire
la
padroncina
col
rispondere
sempre
con
un
cenno
negativo
del
capo
a
tutte
le
sue
domande
premurose
.
No
,
egli
non
voleva
il
dottore
,
non
voleva
muoversi
,
non
voleva
che
nessuno
si
disturbasse
per
lui
.
Vecchio
testardo
.
Pareva
volesse
morire
solo
,
come
solo
era
vissuto
.
Ma
le
padrone
restarono
,
finché
arrivò
Andrea
che
portò
del
chinino
:
si
discusse
però
se
si
doveva
o
no
somministrarlo
al
malato
:
e
del
resto
la
discussione
fu
vana
,
perché
egli
dichiarò
che
non
avrebbe
preso
nessuna
medicina
.
Durante
la
notte
si
scatenò
una
forte
bufera
:
la
grandine
mitragliava
la
piccola
casa
,
e
il
pino
urlava
come
un
mostro
.
Dietro
gli
scurini
mal
connessi
i
vetri
della
finestra
parvero
spaccarsi
e
spargersi
in
frammenti
d
'
oro
e
d
'
ametista
,
con
un
rombo
spaventoso
.
Lampi
e
tuoni
.
Non
c
'
è
da
nascondere
che
Cosima
aveva
paura
e
la
madre
tremava
come
una
fronda
sbattuta
dal
vento
.
Storie
spaventose
di
banditi
e
malfattori
,
che
in
notti
simili
sbucano
come
demoni
dalla
tempesta
e
assalgono
le
dimore
solitarie
,
tornavano
in
mente
alle
donne
:
e
il
fatto
che
il
servo
e
Andrea
erano
rimasti
sul
posto
,
non
le
rassicurava
.
Il
vento
gridava
e
piangeva
nella
pianura
come
nel
mare
,
e
solo
il
pino
pareva
potesse
combattere
con
l
'
uragano
come
un
eroe
inferocito
contro
un
intero
esercito
.
Nel
suo
giaciglio
Elia
,
con
la
febbre
alta
,
ricordava
come
il
signor
Antonio
lo
aveva
accolto
benevolmente
quando
lui
si
era
presentato
in
cerca
di
lavoro
,
mentre
nessun
altro
dei
diffidenti
proprietari
del
luogo
aveva
accettato
la
sua
offerta
;
e
il
padrone
gli
aveva
affidato
la
vigna
nuova
,
l
'
orto
,
fa
terra
intorno
.
Adesso
il
vecchio
amava
questa
terra
con
una
passione
tenace
;
era
diventata
la
sua
nuova
patria
,
la
sua
famiglia
;
e
il
solo
pensiero
che
i
padroni
giovani
avrebbero
potuto
mandarlo
via
,
come
una
vecchia
bestia
che
non
può
più
lavorare
,
lo
colmava
di
tristezza
;
non
per
la
probabile
ventura
povertà
,
ma
per
l
'
amore
alla
terra
che
oramai
faceva
parte
della
sua
carne
e
del
suo
sangue
.
Ed
ecco
,
invece
,
la
padrona
e
la
signorina
,
e
lo
stesso
Andrea
,
si
mostravano
benevoli
,
fino
al
punto
di
restare
vicino
a
lui
in
quella
notte
tempestosa
mentre
avrebbero
potuto
già
essere
nella
loro
casa
tranquilla
.
E
non
lo
avrebbero
cacciato
,
no
:
lo
sentiva
;
lo
aveva
sentito
nella
voce
di
Cosima
,
e
gli
sembrava
che
questa
voce
fosse
l
'
unica
medicina
che
potesse
guarirlo
.
E
la
certezza
che
un
giorno
forse
avrebbe
potuto
dimostrarle
la
sua
riconoscenza
,
già
lo
alleviava
dal
male
.
All
'
alba
il
tempo
si
calmò
,
d
'
un
tratto
,
dopo
un
tuono
formidabile
che
parve
un
ordine
militare
:
la
battaglia
doveva
cessare
.
Solo
il
pino
continuò
in
un
suo
lieve
brontolio
,
quasi
pensieroso
.
Cosima
lo
sentiva
nel
sonno
lieve
del
mattino
:
e
le
pareva
che
il
pino
mormorasse
:
Perché
tutto
questo
?
Si
combatte
,
si
soffre
,
ci
si
tormenta
per
nulla
:
la
forza
del
vento
è
vana
;
tutto
è
vano
e
vuoto
;
eppure
bisogna
combattere
perché
così
vuole
Dio
.
Poi
tacque
anche
l
'
albero
;
ma
quando
Cosima
aprì
la
finestruola
vide
uno
spettacolo
indimenticabile
:
centinaia
di
uccelli
svolazzavano
sui
rami
battuti
dal
sole
,
e
parevano
d
'
oro
e
d
'
argento
:
ogni
loro
battere
d
'
ali
faceva
cadere
goccie
simili
a
scintille
:
e
ad
ogni
ago
delle
foglie
era
infilata
una
perla
dai
colori
dell
'
iride
.
Pareva
un
albero
magico
,
fatto
di
uccelli
,
di
rubini
,
smeraldi
e
diamanti
.
E
fu
certo
una
giornata
di
miracolo
quella
.
Tutto
sembrava
trasformato
;
tutto
,
nell
'
orto
,
nella
vigna
sebbene
spoglia
,
nella
brughiera
riarsa
,
tutto
riluceva
e
sorrideva
.
Dio
era
passato
con
un
corteo
di
tuoni
e
fulmini
,
ma
trovando
gli
uomini
di
buona
volontà
si
placava
e
ritornava
paterno
.
Andrea
ripartì
la
mattina
presto
,
con
la
promessa
di
tornare
nel
pomeriggio
e
passare
la
notte
nella
casetta
,
per
sorvegliare
il
malato
,
mentre
la
madre
e
Cosima
col
servo
sarebbero
tornati
in
città
.
Cosima
portò
il
caffè
ad
Elia
,
che
si
mise
a
sedere
sul
giaciglio
,
e
prese
la
tazza
con
le
mani
tremanti
.
-
Che
,
avete
freddo
?
-
domandò
la
signorina
.
-
Buon
segno
:
vuol
dire
che
la
febbre
passa
:
fatemi
sentire
.
E
gli
toccò
la
grande
orecchia
destra
,
scura
e
dura
come
la
facciata
di
una
grotta
.
Al
contatto
della
piccola
mano
,
egli
rabbrividì
,
come
per
il
solletico
:
i
suoi
occhi
ebbero
di
nuovo
un
balenìo
d
'
occhi
di
cane
accarezzato
.
-
Siete
fresco
come
rosa
,
zio
Elia
:
camperete
ancora
cento
anni
,
quando
anche
la
nostra
memoria
sarà
dispersa
.
Egli
sorbiva
il
caffè
,
versò
nella
tazzina
quello
che
s
'
era
versato
nel
piattino
e
raschiò
il
residuo
dello
zucchero
,
come
fanno
i
bambini
:
ma
anche
dopo
rimase
col
viso
piegato
,
guardando
il
fondo
della
chicchera
come
ci
vedesse
qualche
immagine
.
-
Dov
'
è
la
padrona
?
-
domandò
sottovoce
.
E
Cosima
ebbe
l
'
impressione
che
egli
volesse
dirle
qualche
cosa
,
ma
senza
pericolo
di
essere
ascoltati
.
La
padrona
era
affacendata
nelle
stanzette
attigue
:
ed
egli
disse
:
-
Si
sarà
spaventata
,
stanotte
,
povera
padrona
.
Per
colpa
mia
:
e
anche
lei
.
-
Ma
no
,
zio
Elia
:
anzi
ho
avuto
quasi
piacere
:
non
avevo
mai
sentito
un
diavolìo
così
,
e
in
piena
campagna
poi
.
Oh
,
io
non
sono
paurosa
:
se
in
casa
sento
un
rumore
,
di
notte
,
mi
alzo
e
scendo
anche
in
cantina
esplorando
se
ci
sono
i
ladri
.
Ma
adesso
rimettetevi
giù
e
state
quieto
:
vi
copro
io
,
perché
oggi
fa
freschetto
.
Egli
si
rimise
giù
,
ma
sembrava
meno
quieto
e
duro
del
giorno
avanti
:
anche
perché
si
sentiva
meglio
.
Avrebbe
voluto
alzarsi
e
tornare
al
lavoro
,
ma
Ippolito
,
che
gli
voleva
bene
a
modo
suo
,
minacciò
di
negarlo
se
si
moveva
.
E
la
padroncina
gli
servì
il
brodo
,
con
l
'
uovo
sbattuto
dentro
,
e
anche
un
bicchiere
di
vino
.
Egli
però
lasciò
il
bicchiere
intatto
,
con
una
vespa
che
vi
ronzava
attorno
incantata
.
Il
sole
era
caldo
;
dal
finestrino
si
vedeva
l
'
orizzonte
,
coi
monti
lontani
di
un
azzurro
liquido
d
'
acquamarina
.
Una
quiete
profonda
regnava
dappertutto
e
dalla
brughiera
veniva
un
odore
tiepido
di
erbe
come
nei
meriggi
di
primavera
.
Il
servo
lavorava
nell
'
orto
e
la
padrona
era
andata
fino
alla
vasca
a
lavare
i
panni
.
Cosima
pensò
di
raggiungerla
e
pregarla
di
smettere
e
di
portare
la
roba
sporca
in
paese
;
nel
passare
davanti
al
finestrino
di
Elia
guardò
dentro
;
e
vide
che
il
vecchio
,
seduto
sul
giaciglio
,
le
accennava
di
entrare
,
Entrò
:
si
accorse
che
egli
aveva
bevuto
il
vino
e
aveva
il
viso
lievemente
colorito
e
gli
occhi
insolitamente
bene
aperti
.
-
Dov
'
è
la
padrona
?
-
tornò
nuovamente
a
domandare
.
Saputo
che
lavava
i
panni
,
parve
indispettirsi
.
-
Ecco
,
è
venuta
a
prendere
la
mia
camicia
e
la
lava
lei
,
non
è
bene
.
-
Ma
sì
che
è
bene
,
zio
Elia
:
la
mamma
si
diverte
:
non
può
restare
un
momento
in
ozio
,
povera
mamma
.
-
Povera
padrona
;
con
tutti
quei
pensieri
,
-
egli
disse
,
piegando
la
testa
come
aveva
fatto
la
mattina
:
e
si
fece
pensieroso
.
-
La
mamma
esagera
,
-
disse
Cosima
,
quasi
per
rassicurarlo
:
-
vede
sempre
nero
.
Invece
la
provvidenza
non
manca
mai
.
-
Lei
crede
alla
provvidenza
di
Dio
?
-
Io
sì
,
e
come
!
Allora
accadde
una
cosa
strana
:
egli
si
alzò
,
lungo
,
coi
grossi
piedi
nudi
che
sembravano
ceppi
,
e
andò
a
chiudere
il
finestrino
.
Disse
:
-
Queste
vespe
!
Via
,
via
.
Senta
,
io
le
voglio
far
vedere
una
cosa
:
lei
però
non
deve
dire
nulla
a
nessuno
:
me
lo
promette
?
Nulla
,
mai
a
nessuno
.
Ella
stette
incerta
;
poi
,
più
per
curiosità
che
per
altro
,
disse
:
-
Ve
lo
prometto
.
Fu
tutto
.
Il
vecchio
si
avvicinò
al
camino
,
si
piegò
,
raschiò
con
la
paletta
,
accumulandoli
nell
'
angolo
,
la
cenere
e
gli
avanzi
dei
ceppi
,
poi
con
la
stessa
paletta
sollevò
il
mattone
centrale
.
Apparve
,
sotto
il
mattone
,
una
lastra
di
ferro
,
una
specie
di
sportellino
,
chiuso
con
un
lucchetto
;
ed
egli
si
trasse
dal
seno
una
chiavetta
pendente
da
una
catenella
nera
,
e
apri
il
ripostiglio
:
la
lastra
si
sollevò
,
in
due
piccoli
battenti
,
ed
egli
introdusse
la
mano
nel
vuoto
,
molto
in
fondo
,
parve
come
slegare
un
sacchetto
o
un
involto
che
fosse
in
quel
fondo
e
ne
trasse
un
pugno
di
monete
:
le
guardò
,
nel
cavo
della
mano
,
come
si
guardano
le
sementi
per
assicurarsi
che
sono
buone
,
poi
le
fece
vedere
a
Cosima
.
La
sua
mano
concava
ricordò
alla
fanciulla
la
mestola
con
la
quale
il
diavolo
trae
dalla
pentola
dei
tesori
maledetti
le
monete
tentatrici
delle
anime
:
si
scostò
d
'
un
passo
,
quasi
impaurita
,
e
guardò
in
viso
il
vecchio
.
E
invero
quel
viso
scuro
,
con
gli
occhi
che
sembravano
due
fessure
con
in
fondo
un
'
acqua
verde
opaca
,
e
quella
bocca
chiusa
,
ermetica
,
aveva
qualche
cosa
di
diabolico
:
i
pensieri
più
cattivi
e
paurosi
passarono
in
mente
a
Cosima
:
ebbe
paura
,
guardò
verso
la
porticina
:
la
porticina
era
aperta
,
ed
ella
avrebbe
potuto
subito
salvarsi
se
il
vecchio
tentasse
farle
del
male
.
Egli
dovette
sentire
tutte
queste
cose
perché
il
suo
viso
cambiò
maschera
:
si
fece
triste
.
Mai
Cosima
aveva
veduto
un
viso
così
nobilmente
triste
,
accigliato
e
severo
.
-
Sono
buone
,
-
egli
disse
,
tirando
su
con
le
dita
dell
'
altra
mano
le
monete
,
e
lasciandole
ricadere
nel
pugno
.
Cosima
lo
vedeva
bene
:
erano
monete
che
sembravano
nuove
,
alcune
col
profilo
melanconico
e
rapace
di
Napoleone
III
,
altre
col
grande
gallo
piumato
della
Repubblica
francese
:
monete
d
'
oro
,
schiette
,
moderne
,
da
spendersi
,
se
si
voleva
,
senza
difficoltà
.
Ma
non
le
toccò
e
il
solo
pensiero
che
Elia
avrebbe
potuto
offrirgliele
,
sia
pure
per
generosità
o
affetto
,
le
faceva
spavento
:
poiché
ricordava
le
voci
misteriose
che
correvano
sul
conto
di
lui
,
ed
era
sicura
che
il
tesoro
provenisse
da
una
rapina
.
Ma
egli
richiuse
il
pugno
,
tornò
a
piegarsi
sul
vuoto
del
camino
,
rimise
a
posto
ogni
cosa
,
riaprì
la
finestrina
,
andò
a
sedersi
sul
giaciglio
,
piegò
la
testa
pensieroso
.
La
vespa
da
lui
cacciata
tornò
a
volteggiare
e
ronzare
sullo
sfondo
d
'
acquamarina
dei
monti
lontani
.
Tutto
s
'
era
svolto
in
pochi
minuti
,
come
in
un
passaggio
di
nuvole
;
e
Cosima
si
avvicinava
alla
porticina
per
andarsene
sicura
in
cuor
suo
di
saper
tutto
e
non
volersi
immischiare
nella
pericolosa
faccenda
,
quando
il
vecchio
la
richiamò
:
-
Signorina
,
volevo
dirle
questo
;
quando
sarò
morto
,
o
anche
prima
se
le
occorre
,
quella
roba
è
sua
.
Ella
avrebbe
voluto
protestare
,
dirgli
che
non
voleva
una
sola
di
quelle
monete
,
gridargli
che
sarebbe
stato
meglio
restituirle
a
chi
erano
appartenute
;
ma
vedeva
la
madre
che
risaliva
dall
'
orto
con
la
camicia
di
Elia
attorcigliata
fra
le
mani
ancora
bagnate
,
e
saltò
nello
spiazzo
con
l
'
impressione
di
risvegliarsi
da
un
sogno
.
La
madre
stese
la
camicia
su
una
cordicella
attaccata
fra
due
pali
,
che
appunto
serviva
al
vecchio
per
asciugare
i
suoi
stracci
,
poi
rientrò
nella
casetta
e
cominciò
a
preparare
le
cose
per
la
partenza
.
Cosima
andò
verso
il
pino
e
appoggiò
la
testa
alle
scaglie
rossastre
del
tronco
,
come
per
ascoltare
una
voce
nascosta
dentro
l
'
albero
amico
,
che
la
consigliasse
,
la
salvasse
.
Poiché
le
sembrava
di
essere
coinvolta
in
un
dramma
colpevole
,
di
essere
complice
di
un
furto
,
forse
anche
di
un
delitto
.
Che
doveva
fare
?
Accusare
il
vecchio
?
D
'
altra
parte
egli
era
da
più
di
trent
'
anni
in
paese
,
e
,
se
reato
avesse
commesso
,
esisteva
la
prescrizione
.
E
delitto
di
sangue
non
doveva
esservi
,
se
la
condanna
di
lui
fra
stata
solo
quella
del
domicilio
coatto
.
E
non
poteva
aver
rinvenuto
senza
colpa
il
tesoro
?
Giusto
in
quei
giorni
i
giornali
parlavano
dei
tesoro
di
oltre
un
milione
,
di
monete
d
'
oro
,
trovato
in
casa
di
un
antiquario
,
e
di
un
altro
rinvenuto
nello
scaffale
di
un
medico
stravagante
e
solitario
che
aveva
attirato
gente
da
tutte
le
parti
del
mondo
con
un
suo
specifico
che
guariva
i
dolori
reumatici
.
Durante
l
'
infanzia
,
e
anche
dopo
,
dai
servi
,
dai
contadini
,
dai
pastori
,
Cosima
aveva
continuamente
assorbito
racconti
di
tesori
,
trovati
nelle
rovine
dei
vecchi
castelli
,
dentro
tronchi
d
'
alberi
,
in
piena
terra
.
Uno
pare
venisse
fuori
anche
dal
vecchio
cimitero
,
dalla
tomba
scoperta
di
una
giovine
dama
sepolta
dal
marito
con
tutti
i
suoi
gioielli
e
un
'
anfora
piena
di
monete
d
'
oro
.
Forse
si
poteva
sapere
qualche
cosa
di
più
preciso
da
Elia
:
ma
il
solo
pensiero
di
riparlare
con
lui
le
destava
ripugnanza
e
quasi
terrore
.
D
'
altronde
aveva
promesso
di
non
parlare
con
nessuno
del
segreto
:
e
fermamente
decise
di
non
occuparsene
più
.
Potevano
anche
crederla
visionaria
,
come
del
resto
appariva
a
molti
;
e
lei
stessa
non
era
sicura
di
non
aver
intravveduto
una
delle
sue
tante
fantasie
romanzesche
.
Ad
ogni
modo
non
ebbe
occasione
di
trovarsi
più
sola
,
per
quel
giorno
,
col
vecchio
stregone
;
il
quale
era
ricaduto
nel
suo
mutismo
.
Quella
notte
,
nel
letto
ben
riparato
della
sua
camera
alta
,
Cosima
sognò
la
nonnina
.
La
nonnina
era
viva
,
tale
quale
s
'
era
lasciata
vedere
l
'
ultima
volta
,
col
suo
bei
visino
di
santa
,
tutta
agghindata
piccola
come
una
nana
.
Come
una
nana
.
Anche
nel
sonno
Cosima
ricordava
l
'
offesa
;
e
ricordava
insieme
,
nitidamente
,
l
'
avventura
di
quel
giorno
e
i
suoi
propositi
eroici
di
non
profittare
mai
del
tesoro
equivoco
di
Elia
.
Si
vedrebbe
se
era
una
nana
o
una
gigantessa
.
Verso
la
nonnina
Cosima
aveva
un
rimorso
.
L
'
ultima
volta
che
era
venuta
a
far
visita
in
casa
,
ella
non
le
aveva
dato
il
caffè
,
non
l
'
aveva
quasi
neppure
salutata
:
adesso
,
nel
sogno
,
si
affaccendava
a
preparare
la
bevanda
prediletta
dalla
cara
vecchina
,
ma
l
'
acqua
bollente
rigurgitava
dal
cuccuma
e
spegneva
il
fuoco
.
Lascia
,
bambina
,
diceva
la
nonna
,
con
le
manine
intrecciate
sul
grembo
,
i
grandi
occhi
color
nocciola
e
la
piccola
bocca
circondati
da
raggiere
di
rughe
;
oramai
non
ho
più
bisogno
di
nulla
.
E
d
'
un
tratto
,
voltandosi
,
Cosima
vide
che
la
nonnina
era
vestita
da
sposa
con
un
costume
di
orbace
,
scarlatto
e
broccato
:
il
grembiale
era
ricamato
a
vivi
colori
,
sulle
punte
davanti
del
corsetto
verdeggiavano
due
foglie
di
palma
.
La
benda
che
avvolgeva
la
piccola
testa
,
bianca
e
un
po
'
inamidata
,
pareva
di
antico
bisso
.
Come
sei
bella
,
nonnina
;
adesso
,
sì
,
sembri
davvero
una
fata
.
Ma
perché
la
vecchina
era
vestita
così
?
Ho
ritrovato
il
nonno
Andrea
,
e
adesso
siamo
contenti
,
in
Paradiso
,
sposi
in
eterno
.
Il
nonno
Andrea
,
Cosima
non
lo
aveva
conosciuto
,
ma
sapeva
che
anche
lui
era
un
giorno
arrivato
di
lontano
,
chi
diceva
da
Genova
,
chi
diceva
dalla
Spagna
,
e
s
'
era
messo
a
lavorare
la
terra
;
e
,
anche
dopo
sposato
,
stava
sempre
in
campagna
,
a
lavorare
i
campi
,
in
una
valle
aspra
piena
di
macchie
e
di
bestie
selvatiche
.
Anche
lui
era
selvatico
,
ma
tanto
buono
che
gli
uccelli
gli
si
posavano
sul
braccio
,
le
serpi
accorrevano
al
suo
fischiare
,
quando
alla
sera
si
riposava
davanti
alla
sua
capanna
e
guardava
le
stelle
,
Anche
i
gatti
selvatici
gli
facevano
compagnia
.
La
gente
diceva
che
era
un
po
'
matto
;
ma
con
questo
nome
la
gente
spiega
il
mistero
degli
uomini
diversi
dalla
normalità
.
Chissà
che
cosa
vedeva
il
nonno
Andrea
,
che
conosceva
altre
terre
e
altri
mari
,
negli
occhi
dei
gatti
selvatici
,
nelle
piume
iridate
delle
cornacchie
,
nella
pelle
argentata
delle
biscie
che
si
sollevavano
incantate
dal
suo
fischio
.
Forse
gli
stessi
fantastici
riflessi
che
anche
lei
vedeva
negli
occhi
degli
animali
,
nelle
foglie
,
nelle
pietre
.
Adesso
,
nel
sogno
,
si
spiegava
d
'
un
tratto
molte
cose
;
lo
stesso
senso
di
vertigine
,
dello
spalancarsi
e
richiudersi
rapidissimo
di
un
mondo
anteriore
,
subcosciente
,
che
la
vista
della
nonnina
viva
le
destava
,
adesso
le
appariva
chiaro
:
era
l
'
apparizione
dello
spirito
sognatore
del
nonno
,
di
cui
la
vecchina
ancora
innamorata
portava
l
'
immagine
nella
pupilla
,
e
che
era
anche
l
'
immagine
di
lei
,
di
Cosima
sognatrice
.
Ma
nessuno
le
aveva
mai
raccontato
chiaramente
donde
egli
era
venuto
;
pareva
che
neppure
la
madre
lo
sapesse
con
precisione
.
E
nel
sogno
confondeva
il
passato
del
nonno
con
quello
del
vecchie
Elia
,
provandone
un
'
angoscia
paurosa
:
ma
il
nonno
,
questo
ella
lo
sapeva
benissimo
,
era
morto
povero
in
canna
,
lasciando
nella
sua
capanna
una
famiglia
di
leprotti
addomesticati
;
e
questo
la
confortava
.
Tuttavia
volle
domandare
alla
nonnina
notizie
di
lui
.
Tutte
fandonie
,
disse
la
vecchina
,
senza
scomporsi
:
egli
non
è
venuto
né
da
Genova
né
dalla
Spagna
:
ci
saranno
venuti
i
suoi
avi
,
forse
,
ma
lui
no
.
Egli
arrivava
da
un
paese
di
mare
,
sì
,
dove
la
gente
è
buona
,
e
suo
padre
era
pescatore
:
Andrea
però
non
amava
il
mare
,
perché
troppo
sovente
si
cambia
in
mostro
e
divora
gli
uomini
vivi
:
e
aveva
anche
pietà
dei
pesci
che
vengono
venduti
e
divorati
anch
'
essi
quasi
vivi
:
certo
,
era
un
po
'
sempliciotto
,
ma
buono
,
cristiano
e
dolce
.
Giunse
dunque
qui
,
in
cerca
di
lavoro
,
perché
amava
la
terra
che
non
tradisce
e
dà
all
'
uomo
le
erbe
e
i
frutti
innocenti
.
Persino
dei
fiori
egli
aveva
compassione
;
e
gli
uccelli
e
tutte
le
bestioline
della
valle
,
persino
le
bisce
,
persino
gli
scorpioni
,
gli
diventavano
amici
.
Questa
è
la
sua
vera
storia
.
E
questa
storia
,
sebbene
così
semplice
e
raccontata
in
sogno
,
fece
a
Cosima
un
'
impressione
profonda
,
quasi
come
quella
che
le
aveva
lasciato
il
passaggio
della
coccinella
sulla
sua
persona
:
più
che
tutte
le
storie
di
tesori
,
di
passioni
e
di
guerre
fra
i
popoli
.
Spesso
si
domandava
se
era
religiosa
,
o
superstiziosa
,
o
visionaria
e
d
'
animo
debole
:
ma
sentiva
in
fondo
che
la
sua
rettitudine
era
una
cosa
superiore
a
tutte
le
forze
sovrapposte
dall
'
educazione
e
dalla
crudeltà
della
vita
.
Si
nasce
,
con
questo
dono
di
Dio
,
come
gli
uccelli
nascono
con
la
loro
potenza
di
volo
:
e
se
ne
rallegrava
,
pur
senza
leggere
gli
Evangeli
e
le
laudi
al
Signore
.
Quell
'
inverno
,
rigidissimo
inverno
,
la
fortuna
parve
un
po
'
sorridere
alla
famiglia
così
serena
in
apparenza
,
così
travagliata
in
realtà
.
Beppa
era
allora
assai
fanciulla
:
era
intelligentissima
anche
lei
spregiudicata
,
allegra
e
lingua
lunga
.
Trovava
il
lato
ridicolo
di
tutti
,
cominciando
da
Cosima
,
e
i
suoi
giudizi
sul
prossimo
erano
spietati
.
La
madre
le
rinfacciava
di
averle
tagliato
il
filo
della
lingua
.
Ma
era
bella
,
bianca
,
i
capelli
d
'
un
castaneo
dorato
e
gli
occhi
azzurri
.
Dava
l
'
impressione
di
un
fascio
di
fiori
:
rose
e
gigli
,
fioralisi
e
narcisi
.
E
aveva
spasimanti
più
che
Cosima
:
tutti
però
alla
larga
,
sempre
per
la
triste
ragione
dei
fratelli
.
Quell
'
inverno
però
le
capitò
un
adoratore
più
serio
degli
altri
.
Era
niente
meno
che
il
direttore
della
Scuola
Normale
,
pezzo
grosso
per
la
piccola
città
;
un
bell
'
uomo
alto
,
roseo
,
già
un
po
'
calvo
ma
ancora
possente
,
con
una
parlantina
che
incantava
anche
i
più
imperterriti
attaccabottoni
del
luogo
.
Organizzava
poi
feste
da
ballo
,
rappresentazioni
,
concerti
e
conferenze
,
per
divertire
e
istruire
i
suoi
giovani
allievi
,
che
lo
adoravano
.
In
una
di
queste
riunioni
vide
Beppa
,
che
vi
era
andata
per
un
caso
straordinario
con
la
madre
di
uno
degli
studenti
,
e
ne
rimase
colpito
.
Era
un
tipo
diverso
dalle
altre
ragazze
del
luogo
:
quasi
sembrava
della
razza
di
lui
,
e
forse
fu
questa
specie
di
affinità
che
lo
attiro
.
D
'
un
colpo
,
con
una
facilità
che
rasentava
la
leggerezza
,
strana
in
un
personaggio
che
rappresentava
l
'
educatore
,
il
guidatore
dei
futuri
maestri
di
scuola
,
dichiarò
a
Beppa
il
suo
amore
e
le
chiese
se
voleva
sposarlo
.
Ella
rimase
stordita
:
l
'
uomo
non
le
piaceva
,
anzi
le
destava
quasi
ripugnanza
così
massiccio
e
carnale
com
'
era
,
emanante
dal
viso
,
dal
petto
,
dal
ventre
,
già
un
po
'
prominente
,
un
calore
animalesco
:
ma
d
'
altronde
l
'
occasione
era
ottima
;
il
grande
sogno
di
poter
lasciare
un
giorno
la
piccola
città
per
una
più
grande
e
la
vanità
di
vendicarsi
dei
malevoli
concittadini
;
e
sopra
tutto
il
pensiero
di
dare
un
conforto
alla
madre
sempre
melanconica
e
preoccupata
.
D
'
altronde
la
fanciulla
considerava
anche
lei
la
cosa
con
leggerezza
,
e
senza
troppo
consultare
i
parenti
accettò
la
proposta
.
L
'
uomo
venne
in
casa
a
far
visita
:
portò
libri
,
mandò
regali
.
Lo
ricevevano
le
ragazze
,
e
ridevano
quando
egli
raccontava
storie
allegre
,
non
troppo
adatte
per
loro
.
Andrea
avrebbe
desiderato
una
domanda
ufficiale
fatta
con
regola
,
magari
per
mezzo
di
un
autorevole
paraninfo
,
come
d
'
uso
nel
luogo
;
ma
non
osava
opporsi
alla
progettata
vicenda
,
e
in
fondo
sperava
che
tutto
andasse
bene
.
Solo
minacciava
di
bastonare
le
sorelle
se
per
un
attimo
avessero
lasciati
soli
i
curiosi
fidanzati
.
Neppure
Cosima
era
contenta
:
ma
anche
lei
provava
un
certo
piacere
per
gli
acri
commenti
delle
famiglie
del
paese
,
per
le
invidie
,
i
pettegolezzi
,
le
maldicenze
,
che
la
fortuna
di
Beppa
destava
nell
'
intera
contrada
.
Si
cominciò
a
dir
peste
del
signor
Direttore
:
che
era
un
libertino
,
che
teneva
in
casa
una
bella
ragazza
mora
,
che
la
faceva
camminare
carponi
sui
pavimenti
e
l
'
aizzava
come
una
bestia
:
e
,
infine
,
che
si
burlava
delle
povere
signorine
che
non
avevano
altra
difesa
che
quella
del
selvatico
fratello
.
L
'
uomo
invece
pareva
innamorato
sul
serio
:
faceva
regali
,
complimentava
la
futura
suocera
,
congedò
la
cameriera
mora
per
far
cessare
le
chiacchiere
,
fissò
lui
stesso
la
data
delle
nozze
.
In
ottobre
,
al
ritorno
dalle
vacanze
.
E
tutta
la
rendita
di
quell
'
anno
,
dai
pascoli
sul
Monte
all
'
olio
del
frantoio
,
dalle
mandorle
al
sughero
,
fu
,
con
volontario
sacrifizio
di
Andrea
,
dedicata
al
corredo
.
Cucivano
e
ricucivano
,
le
tre
sorelle
,
tessendo
sogni
candidi
come
i
fiori
delle
tovaglie
e
delle
lenzuola
.
Ma
un
giorno
il
grosso
fidanzato
,
che
passava
le
vacanze
nel
suo
lontano
paese
alpino
,
scrisse
che
era
stato
traslocato
,
che
in
ottobre
non
sarebbe
tornato
,
sibbene
più
tardi
,
per
le
nozze
.
Poi
le
sue
lettere
si
fecero
rade
:
infine
un
giorno
si
presentò
alla
signora
Francesca
un
avvocato
,
che
era
stato
in
relazione
con
lui
per
certi
affari
della
scuola
,
e
domandò
a
quanto
ascendesse
la
dote
di
Beppa
.
Fu
un
colpo
:
ma
questo
era
l
'
uso
dei
paesi
del
fidanzato
.
E
,
dopo
tutto
,
la
piccola
dote
che
per
l
'
eredità
paterna
spettava
alla
fanciulla
,
se
la
sarebbe
goduta
lei
con
la
sua
futura
famiglia
,
Risposta
:
sarà
assegnata
a
Beppa
la
sesta
,
mettiamo
pure
la
quinta
parte
del
patrimonio
:
circa
venticinquemila
lire
in
terreni
poco
redditizi
.
Torna
,
dopo
otto
giorni
di
grigiore
e
d
'
attesa
,
il
messaggero
flemmatico
:
il
fidanzato
si
lamenta
,
dice
che
la
vita
è
difficile
,
che
non
vuol
fare
cattive
figure
,
né
provocare
privazioni
alla
futura
sposina
:
bisogna
che
la
dote
sia
almeno
di
cinquantamila
lire
,
non
solo
,
ma
che
ventimila
siano
in
titoli
garantiti
.
Andrea
fu
preso
da
un
furore
sanguigno
.
Quel
bestione
,
dunque
,
quel
porco
grasso
e
vile
,
non
era
entrato
in
casa
delle
sorelle
per
amore
,
ma
per
interesse
,
e
adesso
tentava
quasi
un
ricatto
,
poiché
sapeva
che
il
matrimonio
andato
a
monte
avrebbe
maggiormente
screditato
le
povere
ragazze
.
Parlò
di
andare
a
scovarlo
,
di
ammazzarlo
con
la
lesina
come
un
maiale
vero
;
ma
la
madre
piangeva
,
e
Cosima
dichiarò
che
avrebbe
ceduto
alla
sorella
la
sua
parte
di
eredità
.
Si
cercò
di
vendere
qualche
cosa
,
ma
le
offerte
erano
irrisorie
,
e
d
'
altronde
non
poteva
spogliare
l
'
intera
famiglia
,
già
tanto
impoverita
e
quasi
bisognosa
.
Fu
allora
che
Cosima
,
visto
l
'
avvilimento
della
madre
e
della
stessa
Beppa
che
deperiva
per
l
'
umiliazione
e
la
delusione
,
fu
raggirata
dal
demonio
.
Pensò
al
tesoro
di
Elia
,
all
'
offerta
di
lui
,
alla
possibilità
di
accettarla
:
ma
poi
il
solo
pensiero
l
'
atterrì
.
Mai
,
mai
:
avrebbe
voluto
flagellarsi
per
scacciare
anche
il
semplice
ricordo
del
maledetto
tesoro
.
Eppure
la
tentazione
,
in
fondo
,
non
l
'
abbandonava
:
le
diceva
:
Sei
una
stupida
,
una
che
nella
vita
non
avrà
mai
bene
,
e
mai
potrà
procurarlo
a
chi
ama
.
E
chi
dice
,
del
resto
,
che
i
denari
del
vecchio
non
siano
suoi
?
Va
,
cerca
di
saper
meglio
,
indaga
,
cerca
,
cerca
...
.
Le
sembrava
di
essere
aizzata
come
un
cane
alla
caccia
della
selvaggina
:
ma
non
si
moveva
,
più
che
mai
ferma
nel
proposito
di
tener
la
promessa
fatta
al
vecchio
,
di
non
rivelare
a
nessuno
il
segreto
di
lui
.
Se
egli
era
colpevole
,
lo
era
davanti
a
Dio
,
e
potevano
intendersela
fra
di
loro
.
Per
sfuggire
meglio
alla
tentazione
,
rinunziò
anche
di
andare
quell
'
anno
alla
vendemmia
:
persino
la
madre
,
tormentata
dai
pensieri
della
triste
faccenda
,
stette
appena
tre
giorni
nella
vigna
.
Il
fidanzato
non
scriveva
più
,
l
'
avvocato
non
si
faceva
vedere
:
il
corredo
già
pronto
venne
chiuso
in
una
cassa
,
come
un
morto
.
Andrea
era
cupo
,
preoccupato
,
più
che
per
il
dispiacere
,
per
il
discredito
della
famiglia
:
quando
veniva
in
casa
,
le
sorelle
si
nascondevano
quasi
con
paura
,
come
colpevoli
delle
cose
accadute
.
Ai
primi
di
novembre
Cosima
rivide
in
sogno
la
piccola
nonna
:
era
sempre
vestita
da
sposa
,
col
rosario
di
madreperla
fra
le
mani
di
bambina
.
E
Cosima
aveva
sempre
il
rimorso
di
non
averle
dato
il
caffè
,
l
'
ultima
volta
che
era
venuta
,
e
si
affaccendava
a
prepararlo
:
ma
la
bevanda
rigurgitava
dalla
caffettiera
e
spegneva
il
fuoco
Lascia
stare
,
disse
la
nonnina
:
noi
,
di
lassù
non
abbiamo
bisogno
di
nulla
.
Sono
venuta
solo
per
un
salutino
,
e
ti
porto
anche
i
saluti
di
Francesco
.
Francesco
era
il
nome
del
fidanzato
di
Beppa
:
pareva
che
la
nonnina
scherzasse
crudelmente
;
ma
poi
si
seppe
che
proprio
quella
notte
,
poco
prima
dell
'
ora
del
sogno
di
Cosima
,
il
commendator
Francesco
era
morto
,
dopo
appena
tre
giorni
di
polmonite
.
Così
secondo
la
misericordia
divina
,
prendeva
anche
lui
parte
alla
famiglia
:
e
le
cose
questo
mondo
erano
appianate
.
E
fu
proprio
in
quei
giorni
che
Dio
parve
compensare
Cosima
in
altro
modo
più
consolante
.
Una
grande
rivista
straniera
domandava
la
traduzione
del
romanzo
Rami
caduti
e
offriva
una
discreta
somma
.
Inoltre
desiderava
notizie
biografiche
della
scrittrice
,
perché
la
traduzione
doveva
essere
preceduta
da
una
nota
critica
.
Ad
occhi
chiusi
sempre
con
l
'
impressione
di
sognare
,
Cosima
accettò
.
Aveva
persino
paura
della
sua
fortuna
:
non
avrebbe
dovuto
scontarla
con
altri
guai
?
Ed
ecco
arrivare
la
somma
,
e
alla
posta
le
viene
pagata
in
monete
d
'
oro
,
simili
e
quelle
del
tesoro
di
Elia
.
Ella
le
guardava
quasi
spaventata
e
non
osava
toccarle
;
fece
cambiare
in
biglietti
di
banca
,
e
parte
le
depositò
in
un
libretto
postale
:
ma
quando
la
madre
vide
il
denaro
lo
guardò
quasi
torva
:
le
sembrava
frutto
di
un
peccato
mortale
.
-
Ebbene
,
-
disse
Cosima
,
-
lo
spenderò
non
voglio
mettere
più
da
parte
niente
;
e
i
miei
guadagni
se
ne
vadano
come
foglie
al
vento
.
Ed
ecco
l
'
occasione
presentarsi
:
una
sua
ammiratrice
,
che
dirigeva
una
rivistina
letteraria
nella
città
di
*
*
*
,
sul
mare
,
la
invitò
ad
andare
ospite
in
casa
sua
:
ed
ella
vi
andò
,
nonostante
i
terrori
della
madre
ed
i
brontolii
di
Andrea
,
che
volle
almeno
accompagnarla
per
un
tratto
del
viaggio
,
in
ferrovia
,
e
quando
la
lasciò
gli
parve
di
averla
imbarcata
sull
'
Atlantico
.
In
fondo
anche
lei
si
sentiva
smarrita
.
Dove
andava
?
Che
voleva
?
Come
Cappuccetto
Rosso
in
mezzo
al
bosco
aveva
l
'
impressione
d
'
incontrare
il
lupo
;
ma
in
fondo
sperava
di
cavarsela
bene
,
poiché
aveva
la
coscienza
tranquilla
,
e
l
'
ombra
del
male
era
simile
a
quelle
grandi
ombre
di
nuvole
già
invernali
che
salivano
dai
monti
scuri
e
lambivano
le
valli
solitarie
lungo
le
cui
coste
correva
il
trenino
che
sembrava
un
giocattolo
.
Il
cielo
era
grande
,
di
un
azzurro
carico
,
e
le
nuvole
correnti
,
spinte
da
un
caldo
vento
di
scirocco
,
lo
facevano
apparire
più
alto
,
più
turchino
A
Cosima
,
affacciata
al
famigliare
ballatoio
del
treno
,
sembrava
un
cielo
straniero
,
inospitale
,
mentre
la
terra
,
sotto
di
lei
,
aveva
ancora
l
'
aspetto
ma
terno
,
ch
'
ella
ben
conosceva
:
le
stesse
chine
coperte
di
erba
tremula
,
le
macchie
,
le
pietre
,
le
quercie
indurite
dal
dolore
dei
secoli
e
dalla
loro
resistenza
al
tempo
e
agli
elementi
.
I
piccoli
villaggi
neri
,
accovacciati
come
cornacchie
sui
loro
nidi
di
roccie
apparivano
e
sparivano
nella
luce
cangiante
della
lontananza
:
qualche
pastore
con
la
sua
greggia
si
profilava
sull
'
orlo
verde
di
un
ciglione
,
e
le
pecore
si
spostavano
come
l
'
ombra
delle
nuvole
al
passare
del
treno
:
e
Cosima
aveva
l
'
impressione
che
tutto
il
paesaggio
si
movesse
per
la
sorpresa
di
veder
lei
a
muoversi
ad
andare
verso
una
nuova
vita
.
A
misura
che
si
scendeva
verso
le
pianure
marine
il
clima
mutava
completamente
:
si
era
ancora
ai
primi
di
autunno
,
laggiù
;
il
cielo
,
sgombro
di
nuvole
,
si
faceva
chiaro
,
verdognolo
,
e
d
'
un
tratto
Cosima
lo
vide
riflesso
in
uno
specchio
d
'
acqua
che
le
ricordò
la
vasca
della
vigna
:
era
uno
stagno
.
Uccelli
mai
veduti
,
grandi
,
con
le
ali
iridate
,
si
sollevarono
dallo
stagno
,
come
sgorgassero
dall
'
acqua
e
disegnarono
sul
cielo
una
specie
di
arcobaleno
:
forse
un
miraggio
:
a
lei
parve
lieto
auspicio
.
E
la
prima
persona
che
vide
,
quando
il
treno
si
fermò
in
una
stazione
che
pareva
,
col
suo
giardino
di
palme
e
in
fondo
un
arco
di
quel
luminoso
cielo
smeraldino
,
un
'
oasi
civilizzata
,
fu
un
giovine
vestito
di
un
color
marrone
dorato
,
con
due
meravigliosi
baffi
dello
stesso
colore
e
gli
occhi
lunghi
orientali
.
La
guardò
come
se
la
conoscesse
,
e
anche
a
lei
parve
di
averlo
già
veduto
in
qualche
posto
:
dove
?
non
sapeva
;
e
dopo
tanti
anni
provò
ancora
quel
misterioso
senso
di
vertigine
che
nell
'
infanzia
e
meno
spesso
nell
'
adolescenza
le
destava
la
presenza
della
nonna
.
Ma
una
piccola
folla
invadeva
il
marciapiede
,
e
l
'
uomo
scomparve
.
Una
signora
vestita
in
modo
quasi
buffo
,
tutta
volanti
e
frangie
,
con
un
cappellino
a
sghimbescio
sui
radi
capelli
gialli
,
balzò
verso
la
fanciulla
,
la
prese
quasi
a
volo
sul
predellino
del
vagone
,
la
strinse
al
suo
petto
scarno
,
le
coprì
il
viso
di
baci
:
i
suoi
occhi
di
un
azzurro
di
porcellana
erano
stillanti
di
lagrime
che
le
colavano
sul
naso
aquilino
e
si
confondevano
con
la
saliva
che
le
schizzava
dalla
bocca
.
E
con
un
singhiozzo
convulso
chiamava
a
voce
alta
la
fanciulla
col
suo
nome
e
cognome
,
tanto
che
Cosima
si
vergognò
:
la
gente
la
guardava
,
qualcuno
doveva
già
conoscere
quel
nome
e
quel
cognome
,
e
salutava
,
fra
il
rispetto
per
lei
e
la
beffa
per
la
sua
chiassosa
ospite
.
Avrebbe
voluto
risalire
sul
treno
e
tornarsene
a
casa
:
ma
era
destino
che
quel
giorno
ella
dovesse
cominciare
a
conoscere
le
tribolazioni
della
celebrità
,
perché
all
'
arrivo
nella
casa
dell
'
ospite
,
-
un
grazioso
palazzo
tutto
balconi
,
di
fronte
a
un
giardino
e
a
una
chiesa
,
-
lungo
la
scala
di
marmo
con
la
ringhiera
ornata
di
tralci
verdi
,
vide
con
mite
terrore
una
fila
di
bambine
e
giovinette
,
quasi
tutte
vestite
di
bianco
,
con
mazzolini
di
fiori
in
mano
.
Sembrava
la
scala
del
Paradiso
,
vigilata
da
angeli
senza
ali
,
e
mentre
il
facchino
scaricava
dalla
carrozzella
la
modesta
vecchia
valigia
di
Cosima
,
reliquia
di
famiglia
,
e
la
stessa
donna
Maria
,
l
'
ospite
palpitante
,
s
'
incaricava
di
portarla
di
sopra
come
un
prezioso
tesoro
,
le
ragazzine
intonarono
un
coro
che
pareva
insegnato
loro
da
un
'
abile
maestra
.
La
maestra
era
stata
donna
Maria
,
e
gli
angioletti
erano
tutte
le
fanciulle
che
abitavano
nel
palazzo
.
A
questo
punto
bisognava
assolutamente
mostrarsi
commossa
,
e
,
potendolo
,
fare
,
dall
'
alto
della
rampata
della
scala
,
un
discorso
di
ringraziamento
,
Cosima
si
coprì
il
viso
col
fazzoletto
,
ma
non
poté
piangere
né
parlare
.
E
del
coro
,
composto
in
suo
onore
,
non
le
rimase
in
mente
che
il
motivo
monotono
e
quasi
triste
,
che
si
confondeva
con
un
rumore
lontano
,
da
lei
non
ancora
mai
bene
inteso
,
che
le
pareva
quello
del
pino
nella
vigna
.
Era
il
rumore
del
mare
.
Era
lì
,
il
mare
,
in
fondo
alla
larga
strada
,
che
costeggiava
una
fila
di
case
nuove
bianche
abbaglianti
.
Cosima
aveva
sempre
più
l
'
impressione
di
trovarsi
in
una
città
orientale
:
palmizii
,
cactus
ed
altri
alberi
esotici
si
movevano
pesanti
su
quel
cielo
caldo
,
sullo
sfondo
turchino
del
lido
.
Sui
balconi
fiorivano
i
garofani
;
un
odore
di
erbe
aromatiche
scendeva
dalla
collinetta
coperta
di
pini
che
chiudeva
l
'
orizzonte
di
fronte
alla
strada
.
E
la
gente
era
tutta
fuori
,
come
nelle
sere
d
'
estate
;
e
canti
e
suoni
di
mandolino
continuavano
,
di
fuori
,
il
coro
in
onore
di
Cosima
:
così
a
lei
sembrava
,
ma
invece
di
orgoglio
ne
provava
quasi
paura
.
Dopo
averla
rimpinzata
di
dolci
e
bevande
,
la
sua
ospite
,
che
continuava
a
baciarla
e
quasi
a
leccarla
come
un
cane
che
ha
ritrovato
il
padrone
,
la
lasciò
sola
nell
'
appartamento
ov
'
ella
abitava
col
paziente
marito
che
era
impiegato
in
un
'
azienda
privata
.
Aveva
destinato
a
Cosima
la
camera
più
bella
,
col
balcone
,
quella
appunto
donde
si
vedeva
il
mare
:
e
le
lasciava
libero
anche
il
salotto
,
pieno
di
fiori
di
carta
,
di
vasi
incrinati
,
di
tovagliette
,
di
oggetti
di
cattivo
gusto
.
-
Qui
potrai
ricevere
i
tuoi
amici
,
i
tuoi
ammiratori
.
Ma
Cosima
non
aveva
amici
,
e
si
atterriva
al
solo
pensiero
di
averne
uno
solo
.
Di
ammiratori
,
poi
,
non
ne
voleva
:
le
pareva
di
esser
già
,
per
lunga
esperienza
,
scottata
da
loro
.
Eppure
d
'
un
tratto
sentì
suonare
alla
porta
dell
'
ingresso
,
e
senza
pensarci
su
tanto
aprì
.
Era
il
garzone
di
un
fioraio
,
che
portava
un
grande
mazzo
di
rose
rosse
,
avvolte
nella
carta
velina
.
Per
lei
?
Proprio
per
lei
:
ma
non
si
sapeva
da
parte
di
chi
.
Ella
stette
a
guardarle
quasi
con
la
sorpresa
paurosa
con
cui
aveva
guardato
nel
pugno
di
Elia
le
monete
d
'
oro
:
e
il
profumo
quasi
violento
delle
rose
,
e
il
loro
colore
,
le
parvero
vivi
,
caldi
,
sanguinanti
:
più
che
dal
coro
delle
fanciulle
e
dal
ronzio
delle
musiche
della
strada
,
sentì
da
quell
'
alito
quasi
carnale
venirle
incontro
la
vita
:
ma
quando
si
decise
a
prendere
il
mazzo
dalle
mani
del
garzone
che
la
guardava
con
occhi
maliziosi
,
si
sentì
pungere
da
una
spina
acuminata
:
e
pensò
che
la
vita
anche
sotto
l
'
illusione
delle
cose
più
belle
e
ricche
,
nasconde
le
unghie
inesorabili
.
Mise
le
rose
in
uno
dei
vasi
del
salotto
,
e
tornò
al
balcone
:
sì
,
era
come
d
'
estate
;
una
grande
luna
rosea
saliva
dai
pini
dell
'
altura
,
e
il
cielo
e
il
mare
,
fra
due
palmizi
che
luccicavano
come
le
palme
dorate
dalla
stagnola
,
usate
per
la
Pasqua
nel
paese
di
Cosima
,
si
confondevano
in
un
colore
di
smeraldo
azzurro
.
I
bambini
,
nella
strada
ancora
bianca
,
giocavano
al
gioco
dell
'
ambasciatore
venuto
a
domandare
una
sposa
:
ed
ella
si
sentiva
trasportata
nel
loro
cerchio
,
come
la
piccola
sposa
richiesta
dall
'
ambasciatore
per
un
misterioso
grande
personaggio
.
Saggistica ,
I
Il
paese
del
melodramma
A
In
quella
enorme
zanzariera
che
è
la
valle
del
Po
fra
Parma
e
Mantova
doveva
nascere
il
genio
di
Giuseppe
Verdi
,
e
Parma
diventare
la
roccaforte
dei
verdiani
.
Da
quelle
terre
arate
e
grasse
tu
vedi
le
torri
e
i
monumenti
e
le
mura
di
questa
antica
capitale
dove
ebbe
sede
anche
la
corte
di
Maria
Luisa
d
'
Austria
,
moglie
del
grande
Imperatore
.
Per
toccare
il
fondo
dell
'
anima
di
Verdi
non
nuoce
l
'
aver
vissuto
a
lungo
là
dentro
,
quarant
'
anni
fa
,
fra
un
popolo
facile
ad
accalorarsi
,
travagliato
e
pieno
di
una
sinistra
inclinazione
musicale
.
Quella
era
l
'
epoca
delle
sedizioni
fulminee
,
dei
grossi
adulterii
,
dei
preti
e
dei
mangiapreti
,
l
'
epoca
del
gaz
,
dei
ladri
di
gatti
,
e
dei
lampionari
che
vanno
con
l
'
asta
nell
'
Ave
Maria
fuligginosa
e
accendono
dei
lampioni
rotti
:
la
plebe
porta
il
tabarro
alla
spagnuola
,
il
cappelluccio
calcato
sugli
occhi
,
e
sputa
fuori
dei
denti
con
tracotanza
parlando
a
grumi
quel
dialetto
mescolato
e
gagliardo
che
ancora
dura
.
Il
cosidetto
vino
della
bassa
,
mistura
schiumosa
e
spropositata
che
faceva
bum
nello
stomaco
,
dava
fuoco
ai
loro
discorsi
e
aggiungeva
risonanza
all
'
umore
fondo
di
questi
odiatori
del
genere
umano
.
Parma
chiudeva
entro
i
suoi
bastioni
umidi
un
dedalo
di
straducole
,
porticati
,
tane
e
borghetti
carichi
di
passione
,
di
violenza
e
di
generosità
.
Covi
di
anarchici
e
di
bombardieri
ratés
,
le
sue
osterie
erano
sempre
piene
di
vociferazioni
e
di
canti
.
Quando
vedevi
sbucar
fuori
dal
buio
delle
porte
certe
fosche
,
scarne
e
spiritate
figure
di
popolani
,
dagli
occhi
assonnati
e
biechi
,
facevi
presto
ad
accorgerti
che
in
quel
clima
infuriava
ancora
il
microbo
dell
'
ottantanove
.
Immersa
nel
fiato
torbido
dei
suoi
cieli
di
novembre
,
questa
città
logora
e
illustre
rassomigliava
molto
a
un
quartiere
del
vecchio
Parigi
.
Anche
sulla
sua
piazza
della
Rocchetta
avrebbe
potuto
degnamente
figurare
il
palco
della
prima
ghigliottina
.
Popolo
turbolento
e
temibile
,
popolo
che
disprezza
il
villano
,
odia
lo
sbirro
e
massacra
la
spia
dove
la
trova
,
quello
di
Parma
.
Tutta
la
città
era
un
teatro
continuo
:
contumelie
,
gazzarre
e
tumulti
finivano
la
giornata
di
questi
cittadini
pericolosi
e
fierissimi
.
Quante
volte
non
abbiamo
veduto
scoppiare
da
un
nonnulla
la
ribellione
,
torme
di
gente
rabbiosa
accorrere
e
fra
botte
e
legnate
volare
all
'
aria
qualche
kepí
di
questurino
.
Le
cagnare
,
nella
luce
verde
dell
'
inverno
si
trasformavano
in
sommosse
e
in
un
baleno
,
fra
mille
urli
e
sbatacchiamenti
di
imposte
,
la
situazione
diventava
grave
.
Gli
arresti
,
gli
strilli
forsennati
delle
donne
,
le
sassate
,
gli
spari
,
le
fughe
e
gli
inseguimenti
allargavano
il
campo
della
lotta
che
si
protraeva
poi
nell
'
oscurità
,
circospetta
,
accanita
,
feroce
e
micidiale
.
O
,
lunghe
notti
d
'
ansia
passate
ad
ascoltare
il
crepitare
dei
moschetti
,
il
passo
di
corsa
delle
pattuglie
di
rinforzo
,
le
cariche
dei
cavalleggeri
,
le
maledizioni
strazianti
dei
caduti
e
l
'
acciottolio
delle
barricate
distrutte
!
All
'
agitazione
tragica
e
sospesa
di
quelle
tenebre
facevano
allora
riscontro
,
come
in
uno
specchio
calmo
,
i
lucori
silenziosi
e
sepolti
di
qualche
palazzo
,
le
vampate
dei
forni
del
pane
,
la
fabbrica
infuocata
del
vetro
e
le
finestre
dell
'
interminabile
ospedale
che
duravano
accese
fino
all
'
alba
,
quando
,
coi
nervi
distesi
,
udivi
finalmente
morire
sotto
la
neve
alta
il
grido
dello
spazzacamino
.
B
Ma
il
mondo
gira
,
girano
le
stagioni
e
poiché
l
'
afa
d
'
agosto
ci
spinge
fuori
,
usciamo
un
poco
dalle
mura
di
questa
città
dal
clima
troppo
continentale
-
-
incontro
ci
viene
l
'
odore
del
fieno
,
e
il
fiato
bricco
e
pesante
della
canapa
messa
a
macerare
.
Lí
,
a
due
passi
,
Parma
stracca
e
mezzo
sepolta
nella
cerchia
dei
suoi
terrapieni
nicchia
assopita
nella
siesta
pomeridiana
.
Un
breve
orizzonte
si
apre
dinanzi
a
noi
regolare
monotono
e
triste
.
Verdi
nacque
qui
,
né
si
volle
più
muovere
da
questi
luoghi
.
Il
suo
respiro
fu
tutt
'
uno
con
l
'
aria
carica
e
violenta
di
questa
pianura
lavorata
a
fondo
dai
più
grami
contadini
.
Ostinatamente
rivolto
verso
le
memorie
d
'
una
età
passata
,
egli
lasciava
che
il
sole
lo
folgorasse
alle
spalle
grande
figura
adusta
che
rimane
lungamente
ferma
sul
tramontare
del
secolo
scorso
.
Non
si
ha
un
'
idea
del
suo
ordine
,
della
sua
atavica
semplicità
e
della
sua
profonda
fatica
.
Se
gli
avessero
portato
per
le
briglie
Pegaso
,
il
cavallo
dalle
ali
,
egli
lo
avrebbe
attaccato
a
un
aratro
o
a
un
qualunque
carrettino
rurale
.
Vuole
la
terra
sotto
i
suoi
piedi
quest
'
uomo
tetragono
come
il
toro
nel
buio
della
stalla
,
e
il
suo
occhio
cerca
nell
'
ombra
la
scintilla
e
la
vampa
.
Dunque
con
lui
niente
teorie
,
esperimenti
,
avvenirismi
.
Egli
sa
che
quando
l
'
arte
progredisce
rapidamente
è
segno
che
precipita
e
che
dall
'
infuriare
delle
mode
e
delle
novità
non
si
avranno
che
tegole
e
rottami
sul
capo
.
Tuttavia
ciò
non
lo
trattiene
dal
fare
,
sul
tardi
,
quel
che
i
critici
chiamano
con
ammirazione
«
seguire
i
tempi
»
-
-
ma
i
tempi
un
artista
li
precede
o
li
ripudia
;
per
concludere
,
egli
che
dopo
la
prova
amava
ancora
su
ogni
altra
sua
opera
il
Trovatore
,
lasciò
detto
:
torniamo
all
'
antico
.
E
tutto
il
suo
teatro
s
'
identifica
con
il
suo
paese
d
'
origine
.
Sul
volto
crucciato
e
stanco
di
Parma
Verdi
fa
come
il
macchinista
della
luce
che
conosce
l
'
arte
di
rubare
gli
effetti
ai
vecchi
teloni
del
melodramma
.
La
sua
voce
querula
e
tellurica
scoppia
e
fa
cadere
l
'
uno
su
l
'
altro
i
colpi
di
scena
;
e
mentre
affondano
e
risorgono
là
dentro
il
fasto
rugginoso
,
gli
aspetti
sordidi
,
i
colori
,
i
riflessi
,
l
'
architettura
,
gli
sfondi
di
questa
antica
capitale
,
ti
par
di
vedere
Verdi
,
come
un
enorme
stregone
di
campagna
incombere
fra
il
fumo
dei
comignoli
sulla
città
faziosa
.
C
Durante
la
recita
il
nostro
cuore
di
credenti
palpita
appeso
all
'
icone
dei
padri
.
Gli
occhi
aperti
nell
'
oscurità
,
vigiliamo
come
dei
macchinisti
ipnotizzati
dal
riverbero
violento
della
fornace
,
mentre
la
nave
fila
a
tutto
vapore
sugli
abissi
dell
'
oceano
:
e
fissiamo
febbrilmente
i
lumi
dell
'
orchestra
.
Quel
pubblico
verdiano
cupo
e
fedele
che
è
capace
nella
sua
passione
sacrosanta
di
inviare
lettere
anonime
fregiate
di
teschio
e
di
pugnali
incrociati
a
chi
osasse
esprimere
dubbi
o
riserve
sull
'
idoleggiato
bussetano
,
è
con
noi
,
dietro
di
noi
,
mentre
canta
la
voce
dolorosa
di
Ernani
,
o
squilla
la
musica
vermiglia
del
Trovatore
.
E
pensiamo
nell
'
ascoltare
il
sacro
respiro
de
'
suoi
corali
e
la
veemenza
de
'
suoi
concertati
tradotti
in
disegni
larghi
esatti
,
al
realismo
e
alla
concretezza
di
questo
grande
uomo
.
Gl
'
insegnanti
del
Conservatorio
di
Milano
dissero
che
egli
non
aveva
attitudini
per
la
musica
e
ch
'
egli
non
possedeva
nessuna
abilità
;
e
non
aveva
che
del
genio
:
troppo
poco
per
dei
professori
e
dei
critici
.
Non
siamo
noi
di
quelli
che
propongono
il
Falstaff
come
il
capolavoro
,
e
lo
pongono
a
culminare
innanzi
a
tutte
le
altre
opere
di
Giuseppe
Verdi
.
Intorno
a
questo
grande
capolavoro
,
sollievo
ed
edificazione
di
tutti
i
kapellmeister
,
i
contatti
e
gli
attriti
violenti
si
placano
ragionevolmente
,
la
lava
si
intiepidisce
,
il
fuoco
non
è
più
che
cenere
calda
.
Qui
fra
le
scorie
appare
e
si
allarga
una
topografia
disegnata
e
tranquillizzante
,
e
qui
vengono
a
piantare
le
tende
i
competenti
,
gli
elaboratori
,
gli
alchimisti
,
mentre
il
pubblico
si
allontana
rispettosamente
per
far
posto
al
loro
proficuo
e
amoroso
lavoro
d
'
inventario
.
Nel
Falstagg
,
che
va
considerato
a
parte
,
tutto
è
obbiettivamente
realizzato
con
quella
mentalità
calma
e
prevenuta
che
dà
soltanto
la
cultura
agli
uomini
di
tarda
età
.
Là
dentro
Verdi
s
'
è
fatto
,
per
quel
che
poteva
,
protestante
,
e
ha
versato
con
circospezione
gli
ultimi
spiccioli
del
suo
genio
e
le
melanconiche
tenerezze
della
sua
verve
discreta
e
senile
:
ma
la
sua
antica
voce
è
indebolita
,
i
suoi
atteggiamenti
non
sono
più
i
frutti
meravigliosi
,
spaccati
e
strabocchevoli
dell
'
intuito
,
e
le
sue
decisioni
sono
attraversate
da
un
elemento
nuovo
e
preoccupante
.
Una
bruna
ombra
di
tristezza
si
allunga
per
pagine
e
pagine
su
questa
partitura
,
e
alla
luce
solforosa
della
ribalta
,
la
commedia
musicale
del
vecchio
misantropo
appare
spesso
fredda
,
prudente
,
indiretta
ed
evasiva
.
Egli
era
incappato
per
la
seconda
volta
in
un
poeta
certamente
autorevole
,
ma
pieno
di
ideologie
e
di
scombiccherature
dilettantesche
;
costretto
a
sottolineare
un
dialogo
molto
fitto
e
complicato
,
tutto
seminato
di
arguzie
arzigogolate
e
di
accorgimenti
letterari
,
il
vecchio
Verdi
,
che
era
costruito
alla
maniera
semplice
e
sdegnosa
dei
grandi
,
sentí
forse
il
dissidio
,
ma
non
ebbe
la
forza
di
dominare
,
di
distruggere
e
di
ricostruire
a
linee
larghe
,
sommarie
e
potenti
la
materia
del
libretto
.
D
'
altronde
si
trattava
finalmente
di
mostrar
la
faccia
ai
contrappuntisti
e
agli
intellettuali
accantonati
e
ostili
,
e
allora
,
nel
silenzio
sterile
e
superbo
del
tramonto
,
egli
si
volse
lentamente
a
quelli
e
diede
loro
l
'
opera
riflettuta
,
riposata
,
ed
esemplare
come
un
gran
quadro
placido
ed
educativo
.
A
parer
nostro
egli
raggiunse
con
una
immediatezza
tutta
meridionale
il
culmine
più
eccelso
della
bellezza
proprio
nel
Trovatore
.
Senza
dubbio
,
dinanzi
a
quest
'
opera
impareggiabile
i
commentatori
rimangono
sconcertati
e
senza
compenso
.
Ecco
dove
l
'
arte
di
Verdi
,
che
è
tutta
sovvertimento
,
deformazione
,
caricatura
sublime
,
mette
a
fuoco
i
quattro
canti
della
terra
.
Il
suo
ritmo
prodigioso
e
veemente
,
scagliato
con
la
fionda
,
durevole
come
il
bagliore
di
una
scarica
cosmica
,
arrossa
allora
tutto
il
cielo
vibrante
dell
'
arte
.
Lí
ribolle
,
entro
schemi
rozzi
ma
larghi
e
solidi
,
il
suo
temperamento
facinoroso
e
straordinario
,
sussulta
la
sua
natura
copiosa
,
scoppiano
i
suoi
canti
capovolti
,
ripresi
e
innalzati
clamorosamente
.
Chi
è
abituato
per
una
certa
dimestichezza
a
ficcare
le
dita
fra
gli
ingranaggi
dei
componimenti
musicali
,
le
ritrae
improvvisamente
,
fa
un
salto
indietro
e
rimane
trasecolato
al
prorompere
della
sua
foga
folgorante
e
irreparabile
.
Con
l
'
isteria
che
dà
l
'
esuberanza
,
tumultuante
e
cieca
,
con
una
stravaganza
e
una
convulsione
tutta
italiana
,
fulminea
e
positiva
,
lasciando
impraticate
le
strade
maestre
,
egli
divora
,
senza
por
tempo
in
mezzo
,
come
un
bolide
radente
,
le
scorciatoie
più
impensate
,
sempre
fugace
e
irraggiungibile
per
colmo
di
forza
e
di
impeto
.
Irritato
,
imperioso
e
gigantesco
,
egli
lambisce
felinamente
il
sangue
caldo
dalle
proprie
ferite
;
e
la
preghiera
e
l
'
invettiva
sembrano
uscire
dalla
sua
gola
come
una
minaccia
inarticolata
dalle
fauci
di
un
ciclope
tetro
e
appassionato
.
D
Le
sue
straordinarie
creazioni
hanno
spesso
origine
dai
motivi
più
frusti
e
popolari
.
Egli
può
rivedere
tutto
un
Oriente
nell
'
interno
di
un
frutto
nostrano
come
il
cocomero
.
Verdi
,
quando
vuole
,
fa
ballare
le
rovine
;
con
un
colpo
eccentrico
egli
sa
rialzare
,
come
nell
'
Aida
,
i
valori
scaduti
e
antichissimi
.
Entro
l
'
atmosfera
equinoziale
di
quest
'
opera
,
con
un
certo
caldo
,
profumato
e
svenevole
che
sa
acutamente
di
belle
donne
,
Verdi
,
il
colosso
che
non
conosce
distanze
,
muove
a
passi
di
gigante
da
un
pozzo
desertico
all
'
altro
per
attingere
melodie
africane
e
rovesciarle
sull
'
assemblea
ardente
e
prostrata
in
un
languore
gonfio
di
sospiri
.
In
questa
opera
tipica
,
piena
di
caldura
e
di
freschezza
saturnina
,
la
musa
nera
di
Verdi
,
ci
si
para
dinanzi
per
la
prima
volta
,
come
la
Sibilla
,
e
dietro
lei
si
spalancano
le
meraviglie
templari
e
i
tesori
massicci
delle
Mille
e
una
notte
.
Le
mescolanze
di
gregoriano
secolare
,
di
moresco
e
di
italiano
del
ceppo
più
focoso
,
sulle
quali
il
genio
letargico
e
temporalesco
del
bussetano
scarica
saette
e
fulmini
silenziosi
dai
bagliori
abbronzati
e
torridi
,
fanno
uno
spettacolo
unito
e
portentoso
di
geroglifici
subitanei
,
di
forme
piramidali
dai
colori
atri
,
che
affondano
,
man
mano
,
nelle
cupe
oscurità
azzurrine
del
quadro
,
rintuonando
interminabilmente
.
Ci
sembra
che
tutta
una
miracolosa
razza
teatrale
si
sia
spenta
con
lui
sul
finire
del
secolo
scorso
.
Nelle
generazioni
successive
,
rimescolate
e
confuse
frettolosamente
dalla
politica
,
dalla
guerra
e
dalla
così
detta
cultura
economica
,
non
ritroviamo
più
traccia
di
quel
che
fu
l
'
affanno
lirico
,
l
'
idolatria
romanzesca
e
musicale
degli
italiani
dell
'
ottocento
;
si
direbbe
che
i
legami
di
sangue
,
le
affinità
di
temperamento
e
di
sentimento
che
dovrebbero
unirci
al
passato
sieno
scaduti
e
dimenticati
per
sempre
.
Dove
sono
oggi
gli
artisti
che
han
voce
,
anima
e
carattere
da
regalare
agli
eroi
stravaganti
ché
Verdi
ci
pone
innanzi
come
problemi
?
È
avvenuto
,
a
noi
,
udendo
l
'
Aida
tirata
via
con
brutale
routine
,
di
pensare
che
il
teatro
lirico
italiano
si
avviasse
di
corsa
verso
la
più
assordante
e
babelica
confusione
.
Su
una
piattaforma
cruda
e
volgare
i
trasporti
castissimi
,
gli
scorci
,
e
il
volo
vago
dell
'
ispirazione
possono
diventare
giuochi
pesanti
e
imprese
da
circo
.
In
tal
caso
scene
d
'
insieme
e
finali
gravidi
di
coreografia
rischiano
di
sembrarci
troppo
panciuti
e
carichi
di
mostarda
esplodente
.
A
vedere
l
'
orchestra
e
i
cori
nel
loro
colmo
rinculare
d
'
improvviso
e
rimpiattarsi
sotto
i
colpi
infaticabili
che
la
grancassa
tira
giú
a
due
mani
,
c
'
è
da
credere
di
esser
capitati
mentre
è
in
corso
l
'
espugnazione
d
'
un
fortilizio
.
E
Dopo
Verdi
il
teatro
lirico
italiano
decaduto
,
tradito
e
vilipeso
ogni
giorno
di
dentro
e
di
fuori
,
va
alla
deriva
e
scompare
umilmente
come
un
annegato
.
La
clientela
aggressiva
e
demagogica
dei
politicanti
ha
guastato
il
chiuso
e
storico
giardino
italiano
,
ha
tratto
in
rovina
anche
questo
istituto
nativo
e
carico
di
carattere
,
che
,
coronato
di
gloria
,
una
volta
,
e
investito
di
un
vero
potere
temporale
,
par
divenuto
oggi
un
terrapieno
sconvolto
per
costruzioni
edilizie
.
Oggi
la
molla
magica
è
spezzata
,
gli
spiriti
sono
fuggiti
dalle
nostre
terre
,
e
con
essi
,
il
genio
,
l
'
ispirazione
.
Sui
paesi
gelati
del
Settentrione
,
anche
quando
fa
bello
,
la
luce
vien
giú
così
debole
e
fioca
che
la
gente
della
città
è
costretta
ad
accendere
tutti
i
lampioni
per
vedere
se
davvero
c
'
è
o
non
c
'
è
il
sole
:
allo
stesso
modo
,
noi
,
di
questi
tempi
,
diamo
fuoco
ai
nostri
innumerevoli
becchi
a
gaz
e
incendiamo
tutto
il
combustibile
rimasto
pur
d
'
illuminare
da
vicino
un
mondo
caliginoso
,
ridotto
e
basso
,
nel
quale
non
si
muovono
più
intenzioni
né
disegni
plausibili
.
Dove
è
finito
lo
splendore
brioso
del
nostro
teatro
?
Ci
sono
ancora
fra
i
giovani
delle
creature
eteree
,
gazzose
,
satinate
e
leggere
che
salgono
nell
'
atmosfera
lietamente
sino
a
toccare
il
cielo
con
un
dito
.
Poeti
,
musicisti
,
così
,
quasi
incollati
al
firmamento
,
rimangono
muti
e
sospesi
in
quelle
altitudini
inaccessibili
,
deserte
e
luminose
,
e
attendono
in
conserva
per
mesi
e
anche
per
anni
il
giorno
del
loro
giudizio
quasi
universale
.
Sotto
i
loro
piedi
si
apre
tumultuoso
e
informe
il
baratro
,
essi
scivolano
aggrappati
pericolosamente
e
volteggiano
con
dei
raccapriccianti
capovolgimenti
astrali
come
dei
jongleurs
fra
i
raggi
oscillanti
e
sottili
del
loro
proprio
sistema
celeste
.
Corifei
meteorici
volanti
negli
spazi
dell
'
immaginazione
,
essi
naturalmente
si
nutrono
non
più
di
carne
e
di
sangue
come
prima
,
ma
di
aria
,
d
'
incenso
,
di
mosche
e
di
speranze
.
Ma
giunge
la
Notte
del
giudizio
:
essi
possono
cadere
,
e
,
se
cadono
,
cadono
e
bruciano
,
traversando
tutto
il
cielo
,
come
le
stelle
filanti
.
Un
solo
fischio
,
un
fischio
soprannaturale
nel
silenzio
della
mezzanotte
,
il
guaito
funereo
d
'
un
cane
,
il
lamento
sinistro
di
un
neonato
,
la
stecca
recisa
e
micidiale
d
'
un
cantante
può
staccarli
di
colpo
dalla
cupola
degli
spazi
e
farli
precipitare
,
fantocci
lontani
in
combustione
che
s
'
inabissano
e
si
consumano
in
una
dispersione
silenziosa
e
quasi
totale
.
I
pantani
tenebrosi
dove
guazzano
i
coccodrilli
,
accolgono
i
loro
resti
miserevoli
.
Ormai
chi
ha
più
la
forza
di
vestire
,
di
portare
le
antiche
e
preziose
armature
battute
a
fuoco
e
cesellate
d
'
oro
?
Tutte
le
più
belle
voci
stanno
consumandosi
e
spegnendosi
l
'
una
dopo
l
'
altra
come
ceri
sull
'
altare
.
Con
un
coraggio
metodico
ciascuno
s
'
industria
di
sgorbiare
a
casaccio
le
opere
immortali
.
Il
suggeritore
propone
e
il
cantante
dispone
.
Si
dànno
le
opere
senza
provarle
,
anzi
si
provano
senza
darle
.
Gli
esecutori
vengono
scelti
fra
i
più
apatici
e
mansueti
,
come
si
scelgono
i
cavalli
bianchi
per
le
fanfare
di
cavalleria
,
perché
non
s
'
imbizzarriscano
e
non
tirino
calci
al
suono
e
allo
strepito
degli
strumenti
.
Costoro
,
infatti
,
entrano
esitanti
e
s
'
avvicinano
al
pubblico
con
il
fare
sbalordito
e
diffidente
che
hanno
le
bestie
dentro
i
macelli
.
Le
prime
donne
in
scena
hanno
l
'
aria
di
voler
allattare
fino
all
'
ultimo
respiro
il
tenore
mingherlino
e
tremante
il
quale
annusa
inquietamente
sul
palcoscenico
la
polvere
,
tutto
invaso
dal
terrore
del
si
bemolle
che
sta
per
essergli
presentato
come
un
effetto
scaduto
.
Il
nostro
melodramma
oggi
è
in
uno
stato
d
'
atrofia
moribonda
.
Ogni
tanto
un
Golia
molle
,
sfasciato
,
senza
volto
,
si
presenta
al
pubblico
:
ebbene
,
al
solo
fischio
della
fionda
,
guarda
,
questo
colosso
crolla
come
un
masso
,
e
si
muove
in
pochi
istanti
lasciando
distesa
a
traverso
la
strada
la
sua
corpulenza
esanime
.
L
'
ingombro
enorme
è
difficile
da
rimuovere
;
e
allora
guai
«
a
chi
deve
procedere
oltre
:
ci
vuole
forza
di
braccia
,
e
pali
,
badili
e
accetta
non
bastano
per
dar
libera
via
alla
nostra
vena
che
forse
c
'
è
ancora
,
ma
intristisce
,
per
mancanza
di
sfogo
,
in
pozzanghere
malsane
»
.
Se
lo
ricorda
l
'
immaginazione
il
nostro
teatro
d
'
opera
,
piccolo
,
odoroso
,
stagionato
,
sonoro
,
dorato
e
pieno
tutto
di
genio
fino
al
soffitto
:
reggia
di
acchito
e
di
fantasia
,
sulle
cui
scene
i
cantanti
si
presentavano
con
il
sorriso
sulle
labbra
e
la
morte
nel
cuore
a
un
pubblico
gerarchico
che
mostrava
d
'
ascoltare
a
seconda
del
rango
con
un
aristocratico
attaccamento
,
con
una
squisita
bigotteria
musicale
o
con
un
infiammato
e
incontenibile
furore
.
Gli
apparati
della
ribalta
e
gli
arnesi
convenienti
all
'
illusione
creavano
ai
sensi
delle
dimensioni
imprevedute
e
sbalorditive
:
quando
poi
nella
foga
della
recita
capitava
in
vista
,
fra
gli
spettatori
,
la
presenza
sorprendente
di
qualche
eunuco
celebre
,
agghindato
e
nonchalant
,
un
nuovo
prestigio
sembrava
aggiungersi
alla
voce
dolce
e
spietata
di
Eros
che
risuonava
,
invadendo
la
sala
con
una
indolenza
folle
e
spirante
.
E
allora
il
fuoco
indomabile
incendiava
i
cuori
delle
dame
seminude
,
le
faceva
anelare
mortalmente
e
dava
le
traveggole
ai
cavalieri
dal
sorriso
incantato
e
vacillante
.
F
Ohimè
,
ché
caduto
è
il
lirico
furore
,
e
gli
applausi
di
un
popolo
famoso
si
estinguono
lontano
.
Anche
il
prestigio
della
scenografia
è
scomparso
per
sempre
dal
teatro
italiano
.
Si
architetta
,
si
costruisce
,
ma
si
dimentica
che
soltanto
l
'
illuminazione
può
dar
corpo
alle
immagini
.
Fra
le
coulisses
non
circola
come
un
elisire
la
musica
,
il
focolare
della
tradizione
sembra
spento
.
La
luce
elettrica
,
igienica
e
pallida
ispettrice
,
imbianca
tutto
col
suo
squallore
,
pone
in
fuga
le
ombre
,
spazza
via
dalla
scena
ogni
residuo
fantastico
e
mette
in
evidenza
un
ceppo
annerito
e
freddo
.
La
luce
,
elemento
prezioso
,
vuol
essere
propinata
avaramente
come
un
filtro
.
Il
palcoscenico
non
è
che
un
pozzo
nero
e
profondo
da
esplorare
prudentemente
con
la
lanterna
cieca
,
e
se
il
macchinista
apre
tutte
le
valvole
dell
'
elettricità
,
diventa
un
buco
enorme
e
deserto
,
uno
spogliatoio
miserabile
;
il
fondale
appare
lí
innanzi
pencolante
e
scolorito
,
le
quinte
si
reggono
male
ai
suoi
lati
livide
e
servili
.
Non
si
devono
mai
colpire
,
per
intero
,
né
di
faccia
né
di
striscio
,
gli
scenarii
che
sono
superfici
piatte
,
con
una
luce
folgorante
.
In
un
palcoscenico
pieno
d
'
ombra
e
di
mistero
i
personaggi
,
questi
prigionieri
del
melodramma
che
tentano
di
liberarsi
contorcendosi
michelangiolescamente
,
passeranno
a
traverso
tutte
le
fasi
della
illuminazione
come
la
luna
nel
corso
del
suo
viaggio
notturno
.
La
luce
li
cercherà
allora
nella
semioscurità
,
li
sceglierà
,
e
colpirà
con
la
sua
mira
i
loro
corpi
mobili
e
plastici
.
Mentre
cantano
ornerà
viva
e
granulosa
i
loro
gesti
di
argento
.
Brucierà
sui
loro
contorni
come
pepe
di
Caienna
che
arde
;
farà
nascere
riflessi
e
balzare
lampeggiamenti
di
gelatina
dalla
seta
cangiante
dei
loro
costumi
,
investirà
con
un
riverbero
pieno
di
fermento
le
loro
faccie
stravolte
.
I
raggi
sfuggiti
a
una
lanterna
magica
picchieranno
e
si
frantumeranno
come
una
bottiglia
di
vetriolo
,
contro
i
seni
turgidi
di
Eleonora
che
sta
delirando
.
A
volte
il
caso
ci
ha
procurato
spettacoli
di
questa
qualità
nei
teatri
di
provincia
.
In
una
piccola
città
durante
una
recita
di
Otello
verso
la
fine
del
primo
atto
sul
cominciare
del
duetto
la
luna
piena
frusciando
rotolò
giú
d
'
improvviso
e
finí
per
impigliarsi
come
un
volatile
di
fuoco
fra
le
aste
di
una
palma
bassa
rovesciando
aggressivamente
alcuni
grossi
raggi
sgarbati
e
crudi
di
magnesio
sulla
coppia
degli
sposi
male
assortiti
che
si
fiutavano
rifugiati
lí
sotto
;
ci
parve
di
vedere
allora
Desdemona
,
gigantessa
coperta
di
veli
perlacei
,
perdersi
come
neve
che
si
scioglie
fra
le
braccia
di
un
enorme
pezzo
di
cioccolata
lucente
che
digrignava
i
denti
con
un
umorismo
feroce
da
negro
.
Questo
effetto
esagerato
e
fulmineo
provocò
una
grandinata
di
applausi
.
Ecco
come
s
'
incaricò
l
'
imprevisto
di
fare
dell
'
arte
a
dispetto
del
metteur
en
scène
.
G
Giuseppe
Verdi
,
sembra
l
'
uomo
nato
apposta
per
spazzare
via
col
suo
pugno
sterminatore
ogni
parassitismo
intellettualistico
,
per
mettere
in
fuga
la
musicologia
ragionante
,
per
scomporre
le
tele
di
ragno
dei
sistemi
metafisici
.
Allorché
si
presenta
la
sua
faccia
ardente
e
corrugata
,
e
risuona
la
sua
musica
litigiosa
e
violenta
,
teatrale
e
spaziosa
,
sono
vane
le
spiegazioni
e
le
proteste
capziose
,
le
obiezioni
filosofiche
e
il
gesuitismo
letterario
;
è
perfettamente
inutile
allora
,
il
parlare
di
suggestione
e
di
sensibilità
,
di
modernità
e
di
cultura
.
Egli
non
è
per
buona
sorte
un
missionario
,
ma
un
contadino
eroe
.
Il
suo
alito
ha
un
sano
odor
di
cipolla
e
la
sua
voce
è
imperiosa
,
i
suoi
istinti
pieni
di
veemenza
primitiva
.
Egli
ignora
le
parafrasi
,
s
'
intromette
furiosamente
,
taglia
i
nodi
colla
roncola
,
e
fa
scorrere
lacrime
e
sangue
esilaranti
,
piomba
sul
pubblico
,
lo
mette
tutto
in
un
sacco
,
se
lo
carica
sulle
spalle
e
lo
porta
a
gran
passi
entro
i
rossi
,
vulcanici
dominii
della
sua
arte
.
H
Un
giorno
un
vecchio
mentore
,
persona
conosciuta
e
famigliare
che
sosteneva
in
città
la
parte
di
Matusalemme
,
ci
toccò
una
spalla
.
Eravamo
sotto
i
portici
del
palazzo
del
Governatore
.
Trentadue
gradi
all
'
ombra
.
In
quell
'
estasi
canicolare
udivi
salire
fino
al
cielo
il
ritornello
querulo
di
un
venditore
di
terraglie
.
-
-
Ragazzo
mio
,
-
-
fece
il
nostro
autorevole
amico
indicandoci
una
delle
arcate
che
si
aprivano
in
piena
luce
sulla
piazza
Grande
,
-
-
proprio
di
là
ho
visto
venir
su
Verdi
appoggiato
al
braccio
della
Stolz
.
Nel
fermo
stupore
solare
questi
due
pellegrini
sorsero
dinanzi
a
me
improvvisamente
.
Lo
stesso
grido
noioso
e
solitario
che
tu
odi
ripetersi
in
questo
momento
echeggiava
anche
allora
qui
sotto
le
volte
.
Verdi
ne
parve
sorpreso
.
Si
sciolse
dalla
sua
compagna
,
cavò
fuori
un
libriccino
e
segnò
una
sull
'
altra
quelle
quattro
note
approssimative
.
La
cantilena
del
merciaio
ambulante
era
andata
a
incastrarsi
dritta
nella
sua
fantasia
.
Ferro
tira
ferro
,
ragazzo
mio
.
Il
cervello
umano
quando
lavora
diventa
una
calamita
.
Qualche
volta
un
accessorio
rimette
in
movimento
la
macchina
,
poi
l
'
opera
si
stacca
come
un
frutto
maturo
e
rotola
sull
'
erba
.
Vedi
come
procede
di
sorpresa
e
per
indicazioni
il
lavoro
creativo
?
Non
si
potrebbe
forse
pensare
che
in
un
pomeriggio
arido
e
sonnolento
come
questo
da
una
costola
di
Adamo
venne
fuori
Eva
e
si
addormentò
vicino
a
lui
?
Basta
,
se
lo
vuoi
sapere
il
grido
ozioso
di
poco
fa
ha
trovato
la
sua
nicchia
nella
Aida
.
Vent
'
anni
or
sono
,
nell
'
udire
quest
'
opera
,
riconobbi
,
durante
l
'
atto
del
Nilo
,
nell
'
invocazione
rituale
dei
sacerdoti
nascosti
nel
tempio
,
la
voce
del
nostro
venditore
di
terraglie
che
da
cinquant
'
anni
trascina
il
suo
piato
e
la
sua
merce
per
le
strade
di
Parma
.
Questa
fu
la
nostra
prima
lezione
di
composizione
.
Di
lí
a
poco
il
vecchio
mentore
messo
a
giacere
spari
divorato
dagli
anni
.
Accade
qualche
volta
d
'
incrociare
sulla
strada
una
sconosciuta
che
ci
fa
rimanere
lí
smemorati
e
perplessi
.
Carica
di
evidenza
essa
cammina
isolata
e
immersa
in
quel
fluido
pittorico
che
gli
artisti
chiamano
«
il
vero
»
.
Qualunque
sia
il
genere
e
il
grado
della
sua
bellezza
,
eccone
una
che
ha
le
fisique
du
rôle
.
Pienezza
,
fragilità
,
fascino
di
provenienza
portentosa
,
costei
è
là
,
fuori
del
tempo
,
fugace
,
improvvisa
,
come
un
'
assente
rientrata
di
soppiatto
tra
le
file
.
La
grande
razza
risplende
sui
suoi
tratti
,
mentre
corre
verso
un
profondo
destino
,
il
suo
passaggio
tocca
una
corda
,
e
la
tua
marcia
,
i
tuoi
pensieri
si
arrestano
netto
sotto
il
colpo
della
sorpresa
.
Sei
colto
al
varco
;
curvo
,
sospeso
sul
mistero
della
sua
origine
poco
t
'
importa
di
sapere
dove
vada
;
è
al
suo
atto
di
nascita
che
tu
miri
,
è
la
sua
carta
d
'
identità
che
vorresti
vedere
.
Di
quale
amorosa
combinazione
è
il
frutto
questa
creatura
straordinaria
?
In
fondo
a
una
perplessità
di
questa
sorta
ci
gettano
i
tratti
più
crudi
e
felici
delle
opere
di
Verdi
.
Noi
che
scrivendo
di
lui
vorremmo
essere
il
vento
nel
fuoco
,
ci
fermiamo
a
certi
passaggi
e
dimentichiamo
di
seguirlo
per
gustare
meglio
nel
fiore
l
'
amaro
della
radice
.
Un
amaro
che
penetra
e
affonda
nella
nostra
memoria
;
e
il
ricordo
fatuo
inafferrabile
entra
in
giuoco
.
L
'
attenzione
stimolata
si
concentra
,
circoscrive
il
suo
raggio
e
preme
appassionatamente
su
quel
punto
torbido
e
remoto
.
Guardiamo
la
vita
trascorsa
dietro
una
lente
d
'
ingrandimento
:
sgranata
,
formicolante
,
vivida
visione
.
In
questo
stato
di
lucidità
ansiosa
il
problema
del
più
pesante
dell
'
aria
sembra
risolversi
.
I
fatti
si
alterano
,
la
realtà
travisata
si
sposta
,
si
solleva
e
comincia
la
mise
en
route
dell
'
immaginazione
.
Ci
accade
allora
di
cogliere
d
'
un
tratto
i
rapporti
e
le
aderenze
che
uniscono
Verdi
al
pittoresco
scheletrico
della
vecchia
Parma
,
e
di
scoprire
su
quale
vacillante
e
provvisorio
piede
di
casa
s
'
innalzi
l
'
arte
clamorosa
e
grande
di
quest
'
uomo
universale
.
La
nostra
città
è
rotta
in
due
,
e
si
dà
l
'
aria
di
essere
traversata
da
un
famoso
corso
d
'
acqua
.
Il
torrente
scende
ogni
tanto
dalla
montagna
e
le
fa
una
visita
improvvisa
e
minacciosa
.
I
parmigiani
gli
hanno
preparato
per
ogni
evenienza
un
gran
letto
che
non
basta
ai
suoi
trasporti
.
A
primavera
vien
giú
in
piena
,
impennato
e
tuonante
come
se
fosse
preceduto
da
una
fila
di
tamburi
,
s
'
ingrossa
,
monta
,
supera
i
livelli
e
sale
con
la
rapidità
di
un
aerostato
fomentato
da
un
falò
.
La
folla
nera
protesa
sui
parapetti
grida
e
gongola
,
mentre
sotto
i
suoi
piedi
i
ponti
tremano
,
e
guarda
passare
nei
gorghi
e
roteare
intorno
ai
pilastri
tronchi
d
'
albero
,
stie
galleggianti
,
asini
e
cani
affogati
e
gonfi
come
sacchi
di
zampogne
.
Già
l
'
acqua
sta
per
lambire
il
segno
dell
'
ultima
inondazione
e
chiudere
gli
occhi
dei
ponti
:
schiuma
e
tempesta
contro
gli
ostacoli
velocissima
.
Le
ali
dei
muraglioni
e
le
case
dai
camini
che
fumano
sembrano
filare
in
senso
inverso
come
una
flotta
pigiata
e
fuggente
.
Allo
stesso
modo
impetuoso
si
abbatte
sul
popolo
radunato
nel
teatro
di
Parma
la
melodia
corale
di
Verdi
,
poi
decresce
,
si
ritira
e
lascia
allo
scoperto
il
greto
ampio
ardente
,
impervio
e
abbagliante
.
Ci
sono
individui
che
hanno
molto
in
più
e
qualcosa
in
meno
del
normale
,
per
cui
quando
non
possono
far
meglio
degli
altri
cadono
al
disotto
di
tutti
.
Come
gli
ordigni
di
invenzione
empirica
così
anche
gli
spiriti
veramente
primitivi
e
originali
subiscono
delle
pannes
impreviste
e
irreparabili
.
Verdi
è
uno
di
questi
.
Alti
e
bassi
,
annientamenti
,
lacune
,
risurrezioni
miracolose
,
tutto
concorre
a
rendere
variabile
e
avventuroso
il
suo
ritmo
,
e
fin
che
il
suo
genio
traversa
il
cielo
come
un
aquilone
che
soltanto
la
corsa
può
sostenere
egli
trascura
di
essere
intelligente
,
finge
d
'
ignorare
che
i
corpi
subiscono
l
'
attrazione
della
terra
e
che
là
dove
la
vita
si
spegne
la
spoglia
precipita
.
Insomma
a
vederlo
rinunciare
ai
salvataggi
artificiosi
,
meccanici
,
all
'
ortopedia
della
tecnica
,
lo
diresti
l
'
uomo
che
non
crede
alla
morte
.
La
sua
opera
rimane
sospesa
come
una
nube
carica
di
elettricità
sui
luoghi
e
sull
'
epoca
immobile
della
nostra
giovinezza
.
Noi
sentiamo
agitarsi
là
dentro
e
insorgere
il
tramestio
turbolento
d
'
un
anniversario
.
Come
per
il
rifluire
di
una
vita
anteriore
quel
mondo
di
suoni
diventa
vorticoso
,
scialbo
,
teatrale
,
pieno
di
escamotages
silenziosi
,
di
crolli
.
Tutto
un
passato
ancora
caldo
e
recente
sembra
risalire
pigramente
il
suo
corso
.
Dobbiamo
dichiarare
che
le
nostre
preferenze
vanno
a
quell
'
arte
mutevole
,
rudimentale
e
caduca
,
che
porta
nella
sua
fisionomia
terrestre
il
segno
forte
della
sua
stagione
.
Tutto
quel
che
dovrà
subire
la
legge
fatale
del
ritorno
offre
,
quando
si
stacca
e
s
'
innalza
,
uno
spettacolo
pieno
di
somiglianza
umana
,
di
emozione
e
di
interesse
.
Il
profilo
grottesco
e
rivoluzionario
della
prima
locomotiva
a
vapore
,
questo
grosso
bébé
del
Progresso
,
e
l
'
aspetto
rurale
di
tutti
i
meccanismi
e
apparecchi
di
una
scienza
ancora
incerta
che
lavora
colle
proprie
mani
servendosi
di
alberi
abbattuti
e
di
pietre
sepolte
suscitano
insieme
al
piacere
e
alla
curiosità
la
venerazione
più
viva
.
Ma
appena
si
giunge
agli
sviluppi
,
alla
pienezza
tecnica
,
alla
fabbricazione
anonima
,
ai
piani
elevati
e
praticabili
,
al
lusso
e
alla
chiaroveggenza
della
matematica
,
al
calcolo
sublime
,
il
nostro
interesse
si
perde
nel
vuoto
della
eccellenza
professionale
.
Il
moto
perpetuo
della
perfezione
che
vuol
dire
immobilità
ci
fa
morire
di
noia
e
colare
a
picco
.
Nella
gran
luce
assoluta
la
perfezione
sta
,
senza
oscillare
,
in
una
fissità
implacabile
.
Intorno
ad
essa
cadono
le
possibilità
,
si
esauriscono
i
pericoli
,
si
spezza
ogni
rapporto
,
ogni
stimolo
,
ogni
speranza
:
le
carriere
si
chiudono
,
cessano
gli
aumenti
di
stipendio
.
Là
comincia
un
vitalizio
eterno
e
immutabile
.
Nel
melodramma
di
Verdi
c
'
è
musica
per
tutte
le
borse
.
I
suoi
difetti
e
le
sue
qualità
han
radici
profonde
nella
nostra
terra
.
Estirpare
i
primi
vuol
dire
distruggere
anche
le
seconde
.
«
Non
bisogna
esagerare
-
-
egli
scriveva
-
-
nella
smania
di
voler
ogni
cosa
perfetta
,
perché
si
corre
il
pericolo
di
compiere
ben
poco
,
o
di
non
compiere
nulla
.
La
natura
,
la
sincerità
di
un
maestro
si
rivela
mantenendo
pressoché
intatto
ciò
che
gli
è
uscito
spontaneamente
dal
cervello
,
molto
meglio
che
tormentando
instancabilmente
ciò
che
egli
ha
fatto
.
Anzi
nell
'
alternativa
di
cose
un
po
'
basse
con
altre
elevate
queste
s
'
avvantaggiano
di
più
nel
contrasto
.
Io
non
istento
a
credere
che
alcuni
poeti
abbiano
calcolato
su
simili
effetti
»
.
-
-
Così
serenamente
Giuseppe
Verdi
riconosceva
che
la
sua
opera
resterà
per
sempre
incompiuta
.
Nelle
opere
di
Verdi
ci
sono
dei
quadri
di
un
romanticismo
così
morto
e
caloroso
che
quasi
ti
sembra
di
vedere
come
in
un
sogno
astronomico
,
la
jena
passar
ratta
su
terreni
sbiancati
,
ondeggianti
,
e
tutto
un
cimitero
che
succhia
il
latte
alle
poppe
della
luna
.
Nel
secondo
atto
del
Ballo
in
maschera
,
per
esempio
,
la
scena
rappresenta
un
paesaggio
che
sprofonda
e
affoga
nella
marea
lunare
.
Fremono
le
chiome
basse
dei
salici
e
la
loro
ombra
va
e
viene
lentamente
sui
marmi
sepolcrali
.
Il
Tempo
brucia
in
qualche
lumicino
votivo
con
l
'
intermittenza
di
un
polso
malato
.
O
Valle
piena
di
avventuroso
silenzio
,
Tribunale
supremo
della
galanteria
,
intorno
al
tuo
recinto
funebre
che
brulica
di
fatui
lucori
s
'
aggirano
come
grandi
farfalle
notturne
i
tenebrosi
porte
manteaux
del
teatro
melodrammatico
,
personaggi
speronati
e
illustrissimi
che
al
cospetto
dei
tuoi
monumenti
lapidari
si
strappano
l
'
anima
a
lembi
;
li
chiama
dall
'
orchestra
con
una
lunga
cantilena
di
malaugurio
la
voce
esangue
del
corno
inglese
;
ed
eccoli
,
i
colpevoli
,
dal
fondo
della
scena
,
muovere
verso
di
noi
i
passi
incerti
.
Fra
l
'
intrico
di
gramigne
che
inceppano
il
loro
cammino
,
afforano
le
assi
di
qualche
bara
sfasciata
.
Una
spada
,
delle
lacrime
luccicano
;
bacche
d
'
argento
spuntano
fra
le
gramaglie
d
'
una
vesta
,
e
il
suono
d
'
una
voce
istrumentale
echeggia
.
Udite
come
brilla
in
quella
voce
il
quid
della
celebrità
!
Udite
gli
accenti
sbigottiti
che
fluttuano
nebbiosamente
sulle
due
bocche
confuse
nell
'
amore
!
Son
essi
,
gli
adulteri
fuggitivi
,
che
il
cimitero
stringe
e
assale
da
ogni
lato
con
tutte
le
sue
croci
ed
i
suoi
mausolei
:
rinculano
i
meschini
e
s
'
innalza
la
disperazione
del
tenore
sull
'
arco
dei
violoncelli
.
Ma
con
l
'
invasione
dei
cori
lo
spettacolo
assume
un
portamento
da
grande
opera
,
la
melodia
s
'
allarga
,
e
quando
la
scena
nereggia
lugubremente
di
cospiratori
sghignazzanti
e
un
'
onda
di
feroce
derisione
sollevata
e
sospinta
dal
ritmo
musicale
si
abbatte
sui
malcapitati
amanti
,
come
non
riconoscere
in
quei
volti
numerosi
e
contorti
,
in
quella
crudeltà
,
gli
stessi
partigiani
,
impalliditi
cogli
anni
,
che
nei
giorni
lontani
infestavano
la
vita
pubblica
della
nostra
città
?
Opere
di
Verdi
,
vicenda
burrascosa
e
mortale
,
inedia
,
agonie
e
risurrezioni
miracolose
!
Un
punto
forte
,
anzi
fortissimo
,
quello
della
riscossa
,
c
'
è
sempre
là
dentro
,
quando
la
faccia
stessa
del
melodramma
ottocentesco
emerge
sfolgorante
e
intrisa
di
sangue
come
quella
di
un
terremotato
che
scappa
fuori
vivo
da
un
avello
crollato
.
La
cabaletta
esce
allora
dalla
più
abusata
e
nera
routine
con
un
rilievo
bellissimo
.
Una
freccia
vien
dritta
a
piantarsi
nel
nostro
cuore
e
dobbiamo
gridare
:
toccato
.
Col
piede
leggero
e
il
cranio
pieno
di
una
esultanza
scarlatta
entriamo
in
argomento
.
Chi
se
l
'
aspettava
?
Finalmente
il
tenore
mostra
i
denti
.
In
teatro
nasce
il
disordine
e
la
rivoluzione
si
propaga
.
La
lingua
batte
do
ve
il
dente
duole
!
Trasecolati
si
apostrofano
l
'
un
l
'
altro
gli
spettatori
trionfanti
:
Evviva
,
abbasso
!
Fuori
di
casa
Strauss
,
Debussy
e
Stravinski
!
Intanto
un
ritmo
di
ben
altra
stagione
,
un
ritmo
portentoso
e
schietto
,
rotola
in
orchestra
sotto
il
sole
campagnolo
.
La
caricatura
entra
in
un
clima
ampio
tutto
meridionale
.
Al
diavolo
il
contrappunto
e
le
fughe
;
il
barometro
sale
.
L
'
udite
correre
infuriata
sul
fondo
della
scena
la
vecchia
tradizione
,
risorta
fra
i
rimorsi
,
che
ammonisce
e
invoca
implacabile
come
la
canzone
d
'
un
amore
che
fu
?
«
Ma
non
vedi
che
l
'
albero
pende
,
e
la
foglia
la
va
,
la
va
,
la
va
.
-
-
Se
mi
volevi
bene
non
mi
dovevi
abbandonà
...
»
Appena
fuori
della
porta
di
Parma
ci
veniva
fatto
,
da
ragazzi
,
di
capitare
a
ridosso
dei
bastioni
in
certe
località
disperate
e
propizie
alle
infantili
paure
,
fra
casematte
,
cisterne
putride
,
dove
le
male
erbe
sembrano
nascondere
pietrame
di
tombe
.
-
-
Nell
'
ora
fallace
del
giorno
che
cade
la
luce
traspare
,
s
'
annida
,
lotta
per
districarsi
fra
le
masse
del
fogliame
e
rompere
là
dentro
lacerante
,
stanca
,
velata
,
mobile
.
A
due
passi
la
vita
ferveva
,
e
il
suon
dell
'
opre
raggiungendoci
nel
nostro
labirinto
,
pigliava
un
tono
canoro
;
irreale
come
d
'
un
grido
che
fa
vòrtice
in
un
pozzo
:
eco
continua
che
si
volgeva
in
minore
con
una
scordatura
soave
.
Quello
era
il
tempo
del
nostro
tirocinio
in
faccia
alla
natura
.
Piaceva
a
noi
rimanere
lí
e
guardare
accasciarsi
e
scemare
la
giornata
.
Sollevato
a
intervalli
,
come
un
velario
in
grembo
al
vento
,
il
cielo
ricadeva
in
repentini
squallori
,
colmo
di
una
lucida
e
smemorata
vacuità
.
Tremule
irradiazioni
spaziali
attraversavano
il
mondo
,
fin
che
,
arrestato
lo
spento
rimescolio
,
l
'
occhio
poteva
fermarsi
su
uno
spettacolo
di
silente
e
immobile
riposo
.
Sull
'
incudine
cadeva
abbandonato
il
martello
del
fabbro
,
cessava
l
'
indistinto
strepito
dei
lavori
quotidiani
e
il
fossato
s
'
andava
riempiendo
di
fantasmi
.
Simili
a
forme
animalesche
e
buie
le
cose
intorno
affondavano
,
vacillanti
,
nell
'
ombra
'
.
Ultime
e
nuove
affioravano
le
lucciole
e
s
'
allontanavano
come
portate
via
sulle
acque
notturne
.
Respirando
a
pieni
polmoni
la
freschezza
di
quel
clima
mortuario
sentivamo
quasi
,
in
preda
a
un
sublime
sgomento
,
frusciare
sul
nostro
capo
il
cielo
e
le
sue
stelle
.
Col
primo
raggio
di
luna
sorgevano
titubanti
,
a
spiarci
,
ad
una
ad
una
,
fra
le
fronde
e
i
rami
,
le
facce
d
'
argento
dei
congiurati
del
«
Ballo
in
maschera
,
che
una
nuvoletta
a
poco
a
poco
»
spegneva
.
Allora
lentamente
il
sonno
della
terra
ci
prese
in
grembo
,
mentre
ancora
pareva
a
noi
di
udire
un
gramo
motivo
d
'
orchestra
allungarsi
,
accorciarsi
e
accordare
il
suo
timbro
al
grido
della
civetta
.
Su
quel
verso
romito
e
ferale
,
antica
e
paurosa
cadenza
,
l
'
anima
trovava
a
occhi
chiusi
il
modo
di
passare
sui
precipizi
con
una
leggerezza
sonnambolica
.
O
,
il
vaporoso
risveglio
quando
nell
'
altissima
notte
,
con
un
vento
che
trascina
e
fa
stormire
i
vecchi
ippocastani
dei
bastioni
,
mutevole
,
fra
l
'
uragano
e
una
tristezza
di
pioggia
echeggiò
,
molto
lontano
,
nel
canto
sgranato
e
lunatico
d
'
un
viandante
la
cabaletta
di
Verdi
.
II
Migliavacca
Trent
'
anni
fa
viveva
a
Parma
un
vecchio
violinista
lacero
e
randagio
chiamato
Migliavacca
,
cieco
,
obeso
e
sbarbato
come
un
diacono
.
Acidità
,
patema
e
sarcasmo
sfogava
masticando
ingiurie
con
la
voce
vinosa
.
Era
tenuto
in
gran
conto
e
rispettato
da
tutti
.
Con
quella
sua
testa
maestosa
chinata
sul
petto
,
inchiodata
nel
buio
,
incuteva
timore
,
e
un
codazzo
di
ammiratori
lo
seguiva
a
debita
distanza
durante
le
sue
peregrinazioni
e
i
suoi
concerti
serali
.
Migliavacca
vagava
da
un
'
osteria
all
'
altra
stringendo
sempre
sotto
l
'
ascella
un
violinuccio
mingherlino
e
unto
come
un
osso
di
prosciutto
.
Amò
sino
all
'
ultimo
dei
suoi
giorni
la
musica
d
'
opera
,
il
vino
di
bottiglia
e
le
donne
calde
da
trivio
.
Per
amore
di
queste
ultime
si
lasciava
condurre
docilmente
verso
le
case
di
malaffare
.
Saliva
brancolando
quelle
scale
piene
di
lezzo
e
di
canzoni
avariate
,
poi
su
nel
salotto
,
quando
lo
sfiorava
il
braccio
nudo
e
morbido
di
qualche
rauca
baldracca
,
allungava
il
broncio
come
un
vizioso
e
la
sua
grossa
e
pesante
maschera
impassibile
,
che
chiudeva
una
sciagura
di
fuoco
,
sembrava
volersi
spezzare
e
sciogliere
in
una
lascivia
muta
.
Subito
tutte
quelle
femmine
gli
si
facevano
sopra
a
pregarlo
:
Migliavacca
,
nonno
mio
,
una
sonata
carina
!
Egli
trasaliva
a
quei
fiati
postribolari
;
con
un
sorriso
lubrico
sulle
umide
labbra
andava
tastando
il
violino
,
l
'
imbracciava
e
raccoglieva
il
volto
congestionato
sulla
cassa
dell
'
istrumento
.
Le
dita
aggrappate
alla
tastiera
come
a
scavare
con
le
unghie
in
un
petto
,
egli
arrivava
allora
sino
a
toccarci
il
cuore
.
Poi
,
il
pezzo
,
fra
sospiri
e
armonie
,
finiva
,
e
Migliavacca
,
spinto
rotoloni
sopra
un
divano
,
colava
gloriosamente
a
picco
sotto
gli
amplessi
e
le
carezze
di
quelle
prostitute
.
Il
giorno
dopo
di
primo
mattino
lo
ritrovavi
già
al
lavoro
fermo
e
soletto
sul
marciapiedi
,
all
'
ombra
,
dinanzi
all
'
Albergo
della
Fontana
.
Guadagnava
così
,
umilmente
,
il
suo
pane
,
suonando
per
i
clienti
che
in
maniche
di
camicia
si
facevano
alla
finestra
,
mentre
intorno
ai
capricci
del
suo
archetto
tumultuavano
con
una
famigliarità
pittoresca
i
piccioni
del
palazzo
comunale
.
La
sera
stessa
lo
rivedevi
poi
all
'
ultimo
atto
dell
'
opera
,
seduto
sul
loggione
del
Teatro
Regio
.
Come
siede
in
chiesa
,
abbandonato
su
uno
stallo
della
cantoria
il
più
vecchio
canonico
del
capitolo
,
eccoti
Migliavacca
che
ascolta
nel
buio
la
Traviata
,
biascicando
non
si
sa
quale
gioia
concentrata
.
Gli
era
guida
e
compagno
fedele
un
chitarrista
mezzo
orbo
anche
lui
,
bruciato
dal
vino
,
sbrindellato
e
beceresco
come
un
mulatto
andaluso
di
Gustavo
Doré
.
La
faccia
di
costui
era
una
spugna
d
'
alcool
.
Mentre
strappava
sonnecchiando
il
mazzo
delle
corde
,
una
ruota
di
mosche
e
di
sogni
ronzava
di
continuo
intorno
a
quella
sua
gemebonda
chitarra
.
Di
tanto
in
tanto
Migliavacca
,
con
un
grugnito
represso
,
era
costretto
a
scuoterlo
,
perché
s
'
addormentava
su
un
accordo
.
Suonavano
insieme
dinanzi
al
caffè
Marchesi
per
un
pubblico
seduto
all
'
aria
aperta
.
Vanitosa
esposizione
di
piccole
famiglie
,
società
provinciale
,
ragazze
da
marito
,
esasperazione
,
indolenza
e
noia
immortale
della
vita
cittadina
facevano
durante
quelle
portentose
serate
commemorative
un
quadro
colorito
e
vivace
.
Fra
gli
strilli
e
le
eccentriche
piroette
dei
camerieri
,
tra
il
luccicore
di
caraffe
,
di
scodelle
e
di
bicchieri
,
anime
lasse
vibrano
sospese
alle
corde
d
'
un
cagionevole
violino
.
O
,
quante
bocche
di
rosa
socchiuse
come
per
un
bacio
dinanzi
a
una
granita
di
limone
.
Sono
le
signorine
di
buona
condizione
,
piantonate
dai
cari
genitori
,
che
si
dànno
anch
'
esse
a
inseguire
di
soppiatto
,
sul
tema
musicale
,
l
'
idea
unica
e
fissa
d
'
un
matrimonio
eventuale
.
Dormiveglia
,
candore
,
allibimento
di
quell
'
architettura
arciducale
.
Quasi
emersa
da
una
storica
oscurità
la
gente
squattrinata
si
addensava
dietro
i
due
sonatori
.
Odii
,
rivalità
,
ira
,
rancori
covava
in
seno
tutta
quella
plebe
assaporando
la
musica
cupamente
in
pose
rapite
e
meditabonde
.
Intanto
sui
vecchi
edifici
circostanti
sembrava
allungarsi
man
mano
rigida
e
coricata
l
'
ombra
di
Napoleone
.
Quei
concerti
,
duravano
l
'
estate
oltre
la
mezzanotte
a
languire
così
.
La
adunanza
popolare
,
chiusa
e
nera
ammutoliva
come
un
firmamento
intorno
al
cieco
.
Simili
a
stelle
cadenti
,
nel
chimerico
silenzio
creato
dal
violino
,
arcane
cupídigie
e
ipotesi
lanciate
sprofondavano
negli
universi
misteriosi
.
Quando
Migliavacca
suonava
,
il
traffco
era
bloccato
;
lui
vivo
non
si
sarebbe
potuto
pensare
di
posare
sulla
strada
principale
le
rotaie
del
tram
.
Egli
mori
;
e
fu
in
quel
vuoto
improvviso
che
la
più
balorda
e
intraprendente
genía
prese
piede
in
città
.
Lo
spettro
del
progresso
s
'
infiltrò
fra
quei
vicoli
quasi
verdi
di
erba
.
Asfaltisti
,
ingegneri
,
vagneriani
,
socialisti
,
entrarono
e
sorsero
a
sconvolgere
ogni
angolo
.
Fu
la
rivoluzione
nei
costumi
,
nelle
abitudini
,
in
tutto
,
ma
i
veri
rivoluzionari
rimasero
tuttavia
i
verdiani
pallidi
e
feroci
di
Parma
.
Musicisti
sciupati
e
giú
di
moda
,
coi
loro
baffi
fradici
di
nebbia
,
chiusi
nelle
loro
fruste
pelliccie
,
spente
figure
di
nottambuli
che
lasciano
penzolare
la
testa
e
hanno
delle
austere
borse
sotto
gli
occhi
,
costoro
se
ne
andavano
lungo
i
muri
come
dei
vecchi
topi
spelacchiati
e
pieni
di
acciacchi
salivano
e
scendevano
solinghi
sul
tardi
,
i
ponti
a
schiena
d
'
asino
.
Con
certi
cappelli
neri
,
larghi
e
pioventi
come
ombrelli
,
questi
peripatetici
pitocchi
in
preda
a
un
acerbo
rovello
,
cercavano
,
capitando
sotto
il
lume
smorto
d
'
un
lampione
,
di
nascondere
quella
cera
magra
,
gonfiata
da
una
tosse
che
tien
le
loro
bocche
in
continua
emozione
.
O
eroi
affranti
che
avete
bevuto
nel
calice
sino
alla
feccia
,
guardiani
laidi
e
dignitosi
d
'
un
passato
incantevole
,
voi
che
oggi
riposate
trafelati
sugli
ultimi
lembi
di
silenzio
,
sappiate
che
la
gloria
non
esiste
più
.
Guardate
la
vostra
città
.
Han
demolito
le
mura
,
hanno
abbattuto
anche
le
centenarie
alberate
dei
bastioni
.
Al
suono
dei
claroni
il
villano
traversa
in
automobile
le
vostre
strade
.
Polvere
che
il
vento
solleva
,
polvere
che
ricade
sulla
polvere
,
in
quel
deserto
di
memorie
che
è
diventata
la
vita
.
Altro
che
arte
!
È
la
velocità
che
conta
oggi
,
i
pugilati
,
le
truffe
e
poi
,
di
nuovo
,
la
velocità
.
Masticate
dunque
l
'
amaro
veleno
,
voi
che
avete
ancora
nel
petto
il
ritmo
lento
,
nodoso
e
ostile
dei
congiurati
e
dei
creatori
.
III
Il
ponte
verde
Era
un
ponte
a
schiena
d
'
asino
,
fatto
di
legname
.
Più
pittoresco
che
non
si
creda
,
edificante
come
la
doppia
scala
allegorica
della
vignetta
che
rappresenta
«
Le
età
dell
'
uomo
»
.
Andava
su
ripido
,
s
'
impennava
,
e
poi
giú
dall
'
altra
parte
,
scavalcando
il
corso
d
'
acqua
nel
luogo
più
antico
,
monumentale
e
solitario
della
città
.
Parma
e
il
suo
cielo
facevano
sfondo
.
Qualche
raro
passante
arrivato
sulla
gobba
del
ponte
,
sostava
appoggiato
al
bastone
,
imitando
egregiamente
il
gramo
omino
della
parabola
che
dopo
la
balda
giovinezza
affronta
la
china
della
vecchiaia
.
In
quei
tempi
ero
un
ragazzino
che
dall
'
orto
d
'
una
casa
affacciata
e
sospesa
sul
torrente
,
spiava
,
verso
l
'
ora
di
cena
,
il
ritorno
del
suo
papà
.
Lo
vedevo
scendere
,
mio
padre
,
stanco
e
a
capo
chino
,
il
ponte
,
e
sprofondare
tra
le
spallette
-
-
era
ancora
lí
,
tanto
vicino
a
me
:
lo
chiamavo
con
una
subitanea
angoscia
prima
che
scomparisse
del
tutto
.
Più
di
vent
'
anni
fa
questo
ponte
venne
distrutto
e
sostituito
da
un
piatto
canalone
,
in
cemento
armato
,
al
quale
la
coalizione
degli
ingegneri
e
dei
socialisti
che
amministrava
insolentemente
la
città
diede
il
nome
di
«
ponte
Verdi
»
.
Omaggio
di
quei
che
proclamavano
l
'
arte
«
spesa
improduttiva
»
fatto
a
un
originale
musicista
che
essendo
sul
punto
di
morire
perdeva
proprio
allora
una
bella
occasione
di
protestare
.
Ma
l
'
antico
ponte
scomparso
,
da
non
confondere
con
quello
attuale
,
si
chiamava
verde
perché
di
verde
era
stato
dipinto
da
oltre
un
secolo
.
E
di
esso
restarono
fermi
nella
limpida
corrente
i
piloni
spezzati
e
i
massi
dispersi
qua
e
là
.
Quand
'
era
in
piedi
,
il
ponte
verde
,
univa
la
Pilotta
,
colossale
edificio
costruito
dai
Farnese
che
distende
la
sua
facciata
sulla
destra
del
torrente
,
alla
riva
opposta
,
difesa
da
un
muraglione
altissimo
e
decrepito
,
che
un
immenso
tappeto
sventolante
di
erbe
,
di
fioracci
,
e
di
bocche
di
leone
copriva
a
perdita
d
'
occhio
.
Nella
stagione
di
magra
le
lucertole
,
le
donnole
,
le
biscie
strisciavano
fitte
entro
quella
gramigna
abbarbicata
al
mattone
;
i
topi
d
'
acqua
,
a
schiere
,
girellavano
lungo
la
muraglia
,
fra
i
ciuffi
verdi
s
'
inseguivano
e
si
lasciavan
cadere
come
dei
sacchetti
scotendo
e
facendo
tremare
le
cascate
d
'
edera
.
Raggiunta
quella
riva
così
popolata
di
animalacci
immondi
,
la
strada
del
ponte
passava
sotto
l
'
arco
d
'
un
torrione
merlato
e
sboccava
nel
profondo
parco
ducale
.
Sul
torrazzo
dalla
sagoma
tozza
e
guerresca
lavorava
un
fabbro
ferraio
.
Tutto
il
giorno
s
'
udiva
il
martello
e
la
lima
cantare
.
Specialista
di
grosse
serrature
,
di
catenacci
e
di
chiavi
governamentali
,
quest
'
uomo
viveva
solo
là
dentro
.
Usciva
solo
,
non
seppi
mai
da
qual
porta
.
Sbucava
dal
voltone
,
sempre
un
po
'
nero
di
fumo
e
lucente
di
polvere
di
ferro
.
Salutava
mio
padre
con
un
rispetto
simpatico
e
civile
.
Ci
si
sentiva
onorati
e
contenti
del
suo
«
buongiorno
»
.
E
ogni
volta
avevo
una
gran
curiosità
di
avvicinarlo
,
di
conoscerlo
,
di
dargli
la
mano
.
La
domenica
usciva
con
un
cappello
duro
.
Era
un
artigiano
all
'
antica
;
abbottonato
,
individualista
,
senza
tracotanza
.
Il
giorno
del
riposo
lo
passava
nelle
vicinanze
della
sua
fucina
,
senza
altra
occupazione
che
di
guardare
il
colore
dell
'
acqua
sotto
il
ponte
,
e
il
colore
del
cielo
.
Ma
quando
udivi
il
picchiettio
del
suo
lavoro
,
che
per
lo
più
durava
fino
a
notte
,
allora
ti
sembrava
che
un
mistero
armonioso
si
diffondesse
dalla
torre
chiusa
,
il
più
gran
mistero
della
mia
fanciullezza
.
Ascoltavo
,
tendevo
le
orecchie
a
quel
suono
domestico
e
remoto
.
Là
dentro
non
c
'
era
metallurgia
,
non
c
'
era
il
terremoto
meccanico
,
né
le
pulegge
,
né
i
torni
,
né
i
rocchetti
d
'
un
opificio
.
Egli
forse
,
soletto
,
col
cappello
in
testa
,
accomodava
in
quel
momento
delle
vecchie
suppellettili
,
degli
ordigni
casalinghi
,
rifaceva
il
fondo
di
qualche
fornello
,
il
manico
d
'
un
girarrosto
,
o
il
coperchio
d
'
una
pentola
.
Intanto
quel
suo
martellino
faceva
una
musica
tenera
,
dettagliata
,
amorosa
.
Saltando
sull
'
incudine
,
i
colpi
cominciavano
forte
,
continuavano
più
rapidi
,
e
finivano
in
una
pioggia
argentina
.
Il
fuoco
della
fucina
volteggiava
azzurro
dietro
i
vetri
della
sua
finestra
medioevale
.
E
quella
finestra
a
vetri
piombati
non
s
'
apriva
mai
.
Il
mio
fabbro
ferraio
non
mostrò
mai
la
sua
faccia
lassú
.
Quando
il
torrente
era
in
piena
,
il
governo
della
città
dava
l
'
allarme
,
ma
il
vecchio
ponte
non
aveva
paura
che
la
furia
delle
acque
lo
portasse
via
:
con
quella
sua
solida
gabbia
'
di
travi
,
simile
a
un
leggendario
battello
,
il
ponte
Verde
avrebbe
potuto
galleggiare
sino
al
Po
'
.
Tuttavia
il
malumore
contro
di
lui
cresceva
col
crescer
del
torrente
.
Le
autorità
non
dormivano
più
.
Quella
balaustra
verde
col
suo
salto
da
gobbo
irrideva
al
pericolo
,
e
la
sua
mossa
allegra
,
precisa
,
scheletrica
cantava
sopra
i
flutti
per
i
poeti
invece
di
ragionare
per
i
geometri
.
In
quell
'
ambiente
pieno
di
balorde
investiture
politiche
e
di
declamazioni
victorhughiane
,
là
dove
c
'
era
un
padre
del
popolo
e
alcune
decine
di
democratici
massoni
a
costituire
il
Consiglio
comunale
,
si
demolivan
le
chiese
,
si
abbattevan
le
torri
,
si
atterravan
gli
alberi
,
si
scavava
la
fossa
ai
secoli
passati
,
si
distruggeva
tutto
per
dar
lavoro
al
popolo
.
Più
un
lavoro
era
inutile
e
più
ce
n
'
era
urgenza
.
Il
padre
del
popolo
aveva
pronti
dei
piani
formidabili
di
lavori
inutili
:
ce
n
'
era
da
lavorare
inutilmente
per
cinquant
'
anni
almeno
.
E
il
ponte
fu
condannato
.
Chi
poteva
salvare
questo
piroscafo
che
da
cent
'
anni
stava
in
quarantena
fra
due
file
di
case
,
dall
'
odio
di
tanti
filantropi
?
Due
santi
,
due
patroni
,
due
difensori
,
li
aveva
il
ponte
Verde
,
ma
l
'
uno
era
cieco
,
l
'
altro
sordo
,
laceri
ambedue
e
in
uno
stato
avanzato
d
'
inedia
.
Da
tempo
immemorabile
stavan
li
di
fazione
ai
due
accessi
chiedendo
l
'
elemosina
.
La
rovina
del
ponte
li
travolse
ambedue
,
e
scomparvero
insieme
.
Il
primo
,
un
vegliardo
dai
lunghi
capelli
d
'
argento
,
sedeva
tutto
il
giorno
,
dal
lato
della
Pilotta
,
su
uno
sgabello
basso
,
col
bastone
fra
le
gambe
,
e
tendeva
il
cappello
.
Una
barba
veneranda
gli
incorniciava
la
faccia
imponente
e
tranquilla
.
Sulle
spalle
larghe
portava
una
gran
casacca
scolorita
.
La
sua
voce
grave
e
profonda
,
come
l
'
ultima
canna
d
'
un
organo
,
l
'
udivi
di
lontano
,
prima
di
vederlo
.
Era
sempre
la
stessa
salmodia
sonnolenta
:
fate
la
carità
al
povero
cieco
.
L
'
altro
,
un
vecchio
mummificato
,
seduto
nel
cantone
più
buio
della
volta
che
conduce
al
parco
ducale
,
vendeva
dei
dolci
speciali
,
alti
quattro
dita
,
e
composti
d
'
ogni
sorta
d
'
avanzi
.
Questi
pezzi
di
torta
,
tagliati
a
losanga
,
che
a
noi
discoli
sembravano
cosa
ghiottissima
,
venivano
chiamati
,
non
saprei
perché
,
paste
greche
-
-
c
'
era
dentro
di
tutto
:
mandorle
,
pasta
frolla
in
briciole
,
ossi
di
ciliege
,
cioccolato
,
biscotti
avariati
,
avanzi
di
marzapane
,
pan
pepato
e
qualche
volta
,
bottoni
di
soldato
-
-
un
tritume
nero
,
impastato
e
poi
cotto
al
forno
.
Intorno
a
quei
dolci
di
dubbio
colore
,
che
una
fitta
polvere
di
zucchero
copriva
,
ronzavano
le
mosche
e
la
ragazzaglia
della
strada
.
Bisognava
vedere
gli
occhi
avidissimi
e
le
pose
languenti
di
tutta
quella
marmaglia
che
protraeva
accanitamente
l
'
assedio
.
Il
vecchio
cisposo
vendeva
i
suoi
dolci
un
soldo
l
'
uno
,
ma
aveva
la
vista
corta
e
incassava
i
palanconi
falsi
.
I
monelli
cocciuti
aspettavano
che
gli
si
chiudessero
gli
occhi
,
che
la
testa
cadesse
sul
petto
,
per
dargli
un
urtone
e
rubargli
all
'
improvviso
qualche
pasta
greca
.
Poi
erano
strilli
e
fughe
nel
greto
del
torrente
.
Tutta
la
gente
,
tutto
il
bel
mondo
dei
pomeriggi
festivi
,
e
gli
amanti
della
sera
,
passavano
sotto
l
'
arco
oscuro
della
torre
,
dove
il
mio
fabbro
invisibile
faceva
suonar
le
chiavi
.
Passavano
le
belle
donne
sfiorando
con
i
loro
volans
di
seta
quell
'
ombra
di
mendicante
accucciato
sulla
terra
,
quell
'
esoso
venditore
di
sudici
dolciumi
,
che
rimaneva
là
,
immobile
,
abbandonato
nelle
tenebre
,
fin
che
il
fanale
verde
s
'
accendeva
in
groppa
al
ponte
a
illuminare
debolmente
i
due
versanti
.
I
pipistrelli
volteggiavano
leggeri
e
silenziosi
intorno
a
quel
faro
smorto
e
stralunato
.
IV
Teatro
Fra
la
babilonia
sempiterna
del
cartone
dipinto
,
in
una
stroppiatura
feroce
della
realtà
,
sotto
l
'
azzurro
disperato
dei
cieli
,
fra
i
lampi
del
magnesio
che
fanno
trasecolare
i
volti
imbiancati
e
anneriscono
gli
occhi
come
olive
ardenti
,
si
desta
di
soprassalto
l
'
oro
rimoto
delle
attrezzature
e
risplendono
i
laghi
nei
regni
bruciacchiati
e
secolari
di
Solimano
.
Là
regna
,
come
un
principio
,
la
Spagnola
con
la
sua
vena
strana
di
delirio
canoro
,
intorno
a
lei
nella
gran
luce
e
nel
vuoto
piove
la
polvere
di
un
mondo
in
consunzione
.
Dalla
fabbriceria
degli
ori
armonici
sale
un
ronzio
sonoro
di
violini
appisolati
,
uno
zufolo
flebile
e
un
fiatare
roco
di
legni
musicali
;
i
violoncelli
vanno
gorgogliando
giú
fino
al
fondo
delle
iridescenze
,
il
fagotto
borbotta
fra
l
'
afa
smaniando
e
gli
ottoni
accaldati
sembrano
digerire
,
sopra
una
nota
lunga
,
un
sonnifero
denso
nella
gran
siesta
cocente
del
fossato
orchestrale
:
la
Spagnola
attacca
con
la
voce
indolenzita
una
boutade
lunatica
appresa
al
sillabario
puerile
d
'
un
usignolo
,
che
sente
molto
il
genere
«
crepuscolo
»
,
e
la
sua
voce
sempre
più
esitante
scompare
in
un
indistinto
naufragio
di
malinconia
.
D
'
un
tratto
un
acutissimo
fischio
,
un
fischio
simile
a
quello
che
avvisa
gli
equipaggi
delle
navi
in
manovra
,
fa
cambiare
rotta
e
quadro
alla
prova
:
un
'
oscurità
caotica
precipita
rombando
sulla
scena
;
i
fondali
rovinano
dall
'
alto
fra
i
richiami
concitati
di
una
folla
anonima
.
Cieli
nuovi
escono
dalle
spaccature
della
ribalta
e
vanno
su
a
occupare
il
posto
di
quelli
già
sfruttati
.
Le
quinte
da
ogni
parte
vacillano
e
navigano
tra
un
diradare
di
nebbia
rossastra
.
Poi
,
a
poco
a
poco
,
come
da
un
antro
vulcanico
,
emerge
il
palcoscenico
con
le
sue
fumose
muraglie
bruciacchiate
e
qualche
lembo
di
scenario
che
dalle
bilancie
pende
fino
a
terra
.
Allora
un
fiato
da
caverna
e
una
oscura
,
misteriosa
tristezza
venne
giú
da
quell
'
inerte
laboratorio
lirico
.
Guardiamo
,
contriti
,
intorno
e
in
alto
le
file
replicate
dei
palchi
rossi
e
riboccanti
dove
stanno
in
comunanza
gli
sparati
immacolati
,
le
decolletées
pallide
e
ambigue
,
i
crani
lucidi
e
le
lunghe
braccia
guantate
.
L
'
alto
ceto
siede
,
fra
la
seta
e
le
gemme
,
affacciato
ai
davanzali
dei
balconi
innumerevoli
,
in
pose
d
'
eleganza
e
d
'
abbandono
musicale
,
come
vegliando
sotto
i
piccoli
lampadari
di
cristallo
veneziano
,
mentre
sul
fondo
indistinto
vigila
,
eretta
e
ossequiente
,
la
nera
galanteria
dei
cavalieri
serventi
.
Tutta
la
grande
sala
fin
su
agli
estremi
capitelli
carica
di
volti
protesi
e
accesi
,
sembra
voler
roteare
in
un
parossismo
d
'
insania
e
di
concitazione
,
fra
grida
di
ebbrezza
e
di
fanatica
passione
delirante
.
Rosina
Storchio
,
silfide
milanese
,
sentimentale
di
alto
lignaggio
,
in
una
veste
gonfia
di
trine
legg
[
i
]
ere
e
appena
tinte
di
colore
,
abbandonata
vaporosa
nel
gran
salone
rococò
,
solitaria
fra
i
mobili
fastosi
e
i
candelabri
viventi
,
delicata
e
leggera
sui
piedi
di
gran
dama
,
versa
nella
sua
bella
voce
,
trasparente
cristallo
di
Murano
,
lacrime
,
angoscia
,
e
il
fragile
ridere
tremante
di
un
'
anima
che
naufraga
in
ricordi
deliziosi
.
I
suoi
accenti
sono
quelli
sincera
d
'
una
passione
mille
volte
provata
e
non
mai
esaurita
.
Ella
sembra
invocare
con
pena
graziosa
la
concordia
,
l
'
amore
,
e
la
pietà
,
perché
l
'
arte
italiana
e
celebrata
non
abbia
a
decadere
e
a
morire
,
sembra
invocare
con
una
abnegazione
cosi
viva
da
tener
in
catena
la
supina
platea
e
il
proteso
loggione
.
V
Bottesini
Fu
uno
dei
più
geniali
fra
gli
artisti
del
secolo
verdiano
,
e
fra
i
virtuosi
il
più
fantastico
.
Egli
riuscí
a
spiritualizzare
la
grottesca
meccanica
del
suo
istrumento
,
soffiando
su
tutti
gli
ostacoli
col
fiato
di
un
mistificatore
prodigioso
.
All
'
apogeo
,
questo
artista
sommo
traduceva
vivamente
Paganini
sul
contrabbasso
.
Figlio
d
'
un
'
epoca
nella
quale
i
padroni
della
terra
non
erano
degli
ingegneri
,
ma
dei
signori
magnifici
che
una
gerarchia
intellettuale
innalzava
e
illuminava
,
incontro
a
lui
si
mosse
graziosamente
il
favore
di
quel
tempo
generoso
e
romantico
.
Fino
all
'
ultimo
giorno
egli
mangiò
il
pane
della
gloria
,
poi
fu
dimenticato
.
Con
Giovanni
Bottesini
scomparve
l
'
ultimo
esemplare
del
contrabbassista
virtuoso
.
Non
lasciò
eredi
.
La
sua
superba
arte
istrumentale
gli
mori
a
lato
come
una
sposa
che
non
vuol
sopravvivere
.
Là
dove
egli
era
giunto
,
per
un
colpo
mancino
del
genio
e
con
la
più
stravagante
complicità
della
natura
,
nessuno
potrà
arrivare
mai
più
,
né
farsi
da
presso
per
capirne
e
spiegarne
il
miracolo
.
Il
suo
posto
solitario
sta
distrattamente
al
di
là
di
ogni
limite
.
Ai
suoi
tempi
il
Gusto
aveva
una
funzione
,
il
Genio
un
carattere
e
l
'
Arte
una
tradizione
.
La
politica
,
questa
scienza
divenuta
flagello
,
taceva
subordinata
e
sottomessa
.
I
grossi
affari
di
Stato
lasciavano
appena
un
'
ombra
di
fastidio
sul
volto
dei
ministri
e
qualche
granulosa
traccia
di
tabacco
sui
loro
panciotti
.
Del
resto
,
le
palle
di
cannone
si
contavano
sulle
dita
,
ed
erano
così
pigre
che
,
contrariate
da
un
vento
forte
,
cambiavano
direzione
e
finivano
qualche
volta
per
tornare
indietro
.
In
quel
mondo
spiritoso
e
volubile
come
la
fiamma
aggressiva
e
vacillante
del
gaz
,
l
'
astrazione
esatta
non
era
preveduta
:
il
baratro
spettrale
della
luce
elettrica
non
s
'
era
ancora
spalancato
dinanzi
agli
uomini
.
In
teatro
si
leggeva
il
libretto
al
fumo
di
una
candela
e
,
sulla
scena
,
la
pece
greca
poteva
rappresentare
,
senza
opposizione
,
la
collera
degli
elementi
.
Anche
la
matematica
soffriva
allora
l
'
umidità
;
e
la
meccanica
,
che
viveva
in
buona
lega
con
il
legname
,
scricchiolava
faticosamente
e
si
schiantava
ai
primi
geli
rimanendo
ostruita
e
ferma
sotto
le
stagioni
.
Allora
eran
permesse
soltanto
le
invenzioni
buffe
;
le
burle
che
facevan
crepare
dal
ridere
eran
di
moda
;
c
'
era
per
la
musica
e
per
la
danza
del
fanatismo
e
del
furore
;
l
'
Italia
da
Venezia
a
Napoli
era
un
solo
carnevale
,
del
tutto
innocente
.
Dunque
,
non
per
caso
,
un
bel
giorno
il
nostro
pubblico
si
trovò
fra
i
piedi
anche
Giovanni
Bottesini
con
il
suo
contrabbasso
.
Quest
'
uomo
che
viaggiò
il
mondo
tutta
la
vita
e
lasciò
dovunque
tracce
profonde
di
costernazione
e
di
stupore
,
era
grande
di
statura
e
aveva
un
aspetto
lunare
e
corroso
,
sciupato
e
assonnato
,
insomma
un
artista
dal
sangue
guasto
e
dalle
abitudini
dissolute
.
Entrava
in
fretta
all
'
ultimo
minuto
sul
palcoscenico
fradicio
e
semibuio
del
teatro
ducale
,
sbirciando
,
col
collo
torto
,
di
tra
le
coulisses
,
il
loggione
stipato
di
gente
,
mentre
il
servo
di
scena
gli
levava
l
'
immensa
pelliccia
.
Allorquando
,
dinoccolato
,
si
presentava
tirandosi
dietro
,
bonariamente
,
quell
'
enorme
topaia
,
tutti
,
del
pubblico
,
ridevano
e
lui
con
tutti
,
a
crepapelle
.
Faceva
volentieri
della
parodia
;
cominciavano
prima
i
grugniti
del
contrabbasso
;
dopo
si
passava
nel
regno
dei
calabroni
e
ti
preva
che
tutta
l
'
aria
e
la
luce
brulicassero
di
pungiglioni
.
Allora
quasi
intontito
tra
il
ronzare
,
nel
torpore
e
nell
'
afa
sovraccarica
di
idrofobia
,
egli
,
il
suonatore
,
rotolava
,
a
poco
a
poco
addormentato
,
giú
per
la
tastiera
attaccandosi
,
per
miracolo
,
alla
quarta
corda
.
Oh
,
quel
russare
profondo
,
voluminoso
,
inaccessibile
,
sembrava
confondersi
con
i
trasalimenti
assonnati
dell
'
asse
terrestre
o
con
il
lamentoso
e
artritico
scricchiolio
di
una
stiva
tappata
e
troppo
carica
!
Adagio
,
adagio
,
pigliava
poi
via
,
serpeggiando
,
con
un
tramestio
obliquo
,
cieco
e
dilungato
,
come
rettile
mostruoso
che
s
'
inselva
.
Fin
che
si
buttava
,
piegato
in
due
,
a
suonare
con
voglia
,
sferzando
l
'
istrumento
come
per
rompere
una
crosta
dura
.
Dal
credenzone
spiritato
uscivano
,
allora
,
i
suoni
più
volubili
,
scivolando
via
stretti
in
successioni
di
accordi
e
in
glissandi
veloci
,
leggeri
e
lucenti
come
i
raggi
che
trafiggono
le
nubi
.
Gli
arpeggi
,
le
corde
doppie
e
i
pizzicati
azzeccati
saltavano
all
'
aria
in
una
prodigiosa
mescolanza
,
formando
una
grandiosa
e
barocca
architettura
che
crollava
precipitosamente
,
circondata
e
distrutta
con
furia
da
una
sequela
di
tonfi
mistificatori
.
Il
suo
era
un
cantare
tutto
invaghito
e
pieno
di
spasimo
che
somigliava
,
sulla
prima
corda
,
a
quello
del
violoncello
,
solo
che
il
suono
intonato
era
reso
un
po
'
enigmatico
quasi
da
una
maschera
fosca
che
non
desse
di
riconoscerlo
.
La
sua
arcata
dolce
,
interminabile
,
tenace
,
pacifica
e
distesa
,
e
il
suo
stile
nobile
,
pieno
di
sentimento
e
di
santità
tant
'
opra
facevano
da
persuadere
e
indurre
il
trappolone
puntiglioso
e
refrattario
a
parlare
con
voce
ammansita
,
soave
,
incalorita
,
fremente
,
e
a
sciogliere
nel
velluto
d
'
un
pianissimo
,
una
per
una
,
le
note
sospirate
e
perplesse
della
più
adorabile
malinconia
.
Niente
lo
accontentava
.
Istrione
,
disseppellitore
di
effetti
sempre
più
rari
e
pericolosi
,
egli
si
rifaceva
sotto
,
mettendo
,
di
nuovo
,
tutto
a
soqquadro
per
stanare
,
scuotere
e
risvegliare
il
mostro
sedentario
.
Superando
le
difficoltà
,
così
,
a
scalinate
;
sfasciando
piramidi
di
ottave
;
sollevando
,
in
burrasca
,
il
suo
lento
pachiderma
sino
alle
stelle
,
con
uno
scrollare
avventato
,
astioso
e
gigantesco
egli
frullava
l
'
arco
tozzo
e
formidabile
,
come
una
tramontana
tempestosa
,
fra
il
groviglio
dei
cordami
.
Echeggiava
allora
,
fuggendo
,
sull
'
intrico
temporalesco
,
un
debole
e
lontano
scampanio
di
bronzi
,
insistente
e
ferale
,
e
a
quello
ecco
rispondere
,
d
'
acchito
,
strangolata
e
vicina
,
l
'
anima
sprangata
e
sordida
del
contrabbasso
.
Muovente
dai
silenzi
stagionati
,
una
voce
gobba
e
sepolta
di
ventriloquio
si
affacciava
domesticamente
fra
le
corde
canterellando
con
una
insolenza
ironica
delle
variazioni
grottesche
sul
motivo
del
Carnevale
di
Venezia
:
la
modulazione
oscena
l
'
alzava
audacemente
di
tono
,
poi
ricadeva
in
mollezze
veneree
dondolandosi
,
al
fondo
,
sull
'
arco
del
contrabbasso
.
Quel
che
succedeva
a
questo
punto
in
teatro
è
indescrivibile
.
Il
pubblico
aristocratico
della
corte
si
torceva
sulle
poltrone
in
preda
ad
una
ilarità
stridula
.
Gli
applausi
e
le
richieste
di
bis
scoppiavano
lungo
le
file
scomposte
,
ad
ogni
battuta
.
Le
dame
seminude
e
portentose
,
che
facevan
corona
nelle
logge
dei
nobili
,
tirate
in
ballo
senza
preamboli
s
'
ingegnavano
di
salvare
il
pudore
,
ridendo
inorridite
dietro
i
ventagli
.
Bottesini
,
appoggiato
al
suo
carcassone
di
legno
,
s
'
inchinava
,
intanto
,
da
trionfatore
.
VI
Mastro
Titta
Una
volta
,
qui
a
Roma
c
'
era
un
uomo
rosso
,
maestoso
e
dabbene
,
certo
mastro
Titta
,
che
aveva
l
'
incarico
di
separare
le
teste
dai
corpi
.
Egli
compieva
questo
ufficio
puntualmente
con
una
sveltezza
e
una
nettezza
degne
di
grande
memoria
.
Doveva
egli
,
anche
,
appena
fatto
il
colpo
,
acciuffare
la
testa
mozza
per
i
capelli
e
levarla
su
in
alto
con
gesto
teatrale
in
modo
che
il
popolo
,
tutto
,
la
vedesse
grondare
e
i
più
vicini
potessero
mirare
gli
occhi
che
s
'
invetrano
e
si
chiudono
.
Questo
spettacolo
,
che
aveva
luogo
,
immaginiamo
,
sul
crepuscolo
,
fra
il
litaniare
di
un
branco
di
frati
e
lo
scampanio
lento
delle
quattro
chiese
Michelangiolesche
che
presidiano
agli
sbocchi
la
immensa
piazza
del
Popolo
,
doveva
servire
d
'
ammonimento
agli
empi
e
di
ristoro
ai
probi
cittadini
.
Nell
'
aria
era
diffuso
un
lutto
scintillante
,
armonia
promiscua
dell
'
ora
che
il
sole
e
la
luna
falcata
,
entrambi
nel
cielo
,
si
guardano
brevemente
.
I
leoni
di
pietra
della
monumentale
fontana
egizia
soffiavano
fuori
a
scrosci
impetuosi
e
lucidi
ventagli
di
acqua
nelle
innumerevoli
vasche
dove
fra
un
tumulto
silenzioso
d
'
acque
guizzavano
ormai
gli
argenti
della
sera
.
I
lumi
delle
preganti
Madonnine
murali
erano
,
sulle
vie
,
già
tutti
accesi
e
gialli
.
La
gente
accorsa
che
aveva
interrotto
i
proprii
mestieri
,
acciecata
dal
baleno
della
scure
e
dalla
vista
del
sangue
tornava
mogia
,
sospettosa
e
rabbuiata
verso
il
centro
e
le
botteghe
.
Allora
sulla
piazza
deserta
rimaneva
il
patibolo
eretto
.
Solo
a
notte
alta
il
pastore
,
seguíto
da
un
fiume
dilagante
di
pecore
querule
,
passava
su
quel
sangue
,
attraversando
,
col
plenilunio
,
la
città
.
VII
Cimarosa
Tempi
belli
,
ben
fatti
e
magnifici
.
Il
popolo
ricciuto
di
Roma
,
pieno
di
devozione
e
di
tornaconto
,
viveva
adunato
sotto
le
mura
del
Vaticano
.
Ovunque
visioni
eccelse
,
e
antiche
rovine
.
I
terrapieni
sacri
reggono
alto
sul
cielo
le
Palme
sante
e
la
Chiesa
.
La
capra
invereconda
bruca
lassú
.
I
vescovi
mitrati
e
splendenti
sbucavano
dai
portali
ecclesiastici
seguiti
dalle
processioni
osannanti
e
angeliche
,
proprio
come
nei
quadri
degli
altari
.
Il
Milord
attraversava
a
cavallo
la
piazza
di
Spagna
.
E
il
brigante
,
dai
lacci
scarlatti
,
guatava
,
titubante
e
acceso
,
tra
il
fogliame
folto
delle
fratte
cresciute
intorno
al
Colosseo
,
le
donne
forastiere
arrivate
in
diligenza
,
che
liberando
dalla
portiera
le
loro
gonne
di
tulle
a
canestro
,
saltavano
nel
polverone
,
spargendosi
in
ogni
direzione
sfrenate
,
bianche
,
leggere
e
innocenti
come
il
latte
appena
munto
.
Al
calar
del
sole
,
l
'
ora
del
Rosario
suonava
lentamente
,
e
i
frati
zoccolanti
tornavano
sull
'
asinello
dalla
cerca
.
Qua
e
là
un
credente
,
un
uomo
erculeo
,
cadeva
supplice
ai
piedi
di
qualche
cappella
solitaria
e
tutta
l
'
antica
Ciociaria
si
prosternava
,
mentre
l
'
acqua
delle
fontane
spiegava
più
forte
i
suoi
grandi
ventagli
e
le
immense
coppe
squassavano
rumorosamente
nei
laghi
sottostanti
la
loro
vestaglia
liquida
.
Si
accendevano
le
nicchie
contornate
di
lumicini
a
olio
e
cominciava
il
supplizio
dei
Santi
nelle
cui
ferite
miracolose
sembrava
ribollire
sottovetro
e
sgranarsi
a
tratti
dirottamente
il
sangue
.
Nere
,
sotto
la
cupola
del
firmamento
,
le
due
chiese
sorelle
del
Foro
Traiano
sembravano
dormire
laggiú
l
'
una
addosso
all
'
altra
su
quel
fumido
e
deserto
avello
di
romanità
che
era
la
piazza
affondata
nel
buio
.
Tra
le
pietre
calde
e
gli
oscuri
massi
d
'
architetture
crollate
,
sfavillavano
a
miriadi
,
aerei
come
dei
fuochi
fatui
,
gli
occhi
dei
gatti
selvatici
,
abitatori
di
quel
Foro
ardente
.
Nella
notte
tutta
risciacquata
c
'
era
un
silenzio
calmo
e
magnifico
entro
il
quale
le
stelle
sventolavano
con
un
luccichio
ansioso
e
solenne
.
In
quella
quiete
,
che
trae
seco
le
ombre
,
i
sospiri
e
le
benedizioni
,
le
famiglie
scamiciate
finivan
di
cenare
sulla
porta
delle
taverne
e
,
scendendo
su
loro
un
sonno
greve
come
quello
che
colse
i
centurioni
sul
sepolcro
di
Cristo
,
li
vedevi
cascar
l
'
uno
dopo
l
'
altro
colla
faccia
sulla
tavola
,
o
rovesciarsi
sulle
scranne
,
mentre
in
fondo
,
tra
gli
splendori
velati
del
rione
,
si
schiudeva
all
'
improvviso
brillante
come
uno
speco
biblico
l
'
ingresso
al
teatro
dell
'
opera
buffa
.
Tra
le
pieghe
di
un
sipario
squallido
'
la
faccia
gialla
e
lampante
di
Cimarosa
si
mostrava
per
un
attimo
nel
gaz
della
ribalta
e
dietro
di
lui
echeggiavano
scrosciando
i
dolcissimi
fragori
del
settecento
musicale
.
Era
così
bella
a
vedere
l
'
orchestra
imbandita
e
largamente
provvista
.
I
suonatori
là
intorno
parevano
dei
commensali
.
I
violoncellisti
in
disparte
stringevano
il
loro
istrumento
fra
le
ginocchia
,
brandendo
a
testa
bassa
l
'
archetto
,
come
dei
famigliari
in
atto
di
scannare
il
capretto
per
i
banchettanti
.
I
professori
di
oboe
,
di
corno
,
di
clarinetto
e
di
fagotto
gonfiavano
le
gote
ingordamente
dinanzi
a
tutti
quei
tovaglioli
di
musica
sciorinati
sotto
i
lumi
.
I
trombisti
levavano
la
tromba
a
mo
'
di
inaffiatoio
su
chi
beve
e
chi
mangia
.
In
piena
luce
rossa
all
'
altezza
del
pubblico
,
su
quella
mensa
carica
di
provvigioni
i
timbri
più
sani
e
rallegranti
giuocavano
allo
scoperto
;
strumento
colorito
e
sonoro
che
un
direttoruccio
anonimo
seduto
su
un
sediolino
rosso
pizzicava
qua
e
là
dimenandosi
come
un
buongustaio
in
mezzo
ai
condimenti
.
In
cima
a
quel
trionfo
apparecchiato
brillava
teneramente
il
cielo
ameno
del
teatro
antico
e
stormivano
le
fronde
dei
boschetti
balsamici
dipinti
sulla
carta
del
fondale
.
Il
grosso
manico
,
dal
barocchissimo
riccio
,
dei
cinque
contrabbassi
spiccava
a
pie
'
del
boccascena
e
decorava
il
quadro
come
il
principio
di
una
portentosa
piantagione
istrumentale
.
Niente
potrà
uguagliare
quest
'
arte
che
non
vuole
essere
scienza
.
Quest
'
arte
che
porta
così
leggermente
il
segno
della
personalità
e
del
genio
sembra
creata
per
abitare
a
lungo
senza
peso
nell
'
anima
di
un
popolo
.
La
piccola
orchestra
è
trattata
e
posseduta
da
Cimarosa
con
un
garbo
castigato
e
ardente
:
amore
pieno
d
'
omaggi
,
nell
'
intimità
matrimoniale
d
'
una
alcova
.
Quei
pizzicati
bassi
imitano
alla
lontana
i
passi
misteriosi
di
Pulcinella
che
sale
le
scale
d
'
un
casamento
dove
ne
succedono
di
tutti
i
colori
,
ad
ogni
piano
tonale
e
istrumentale
.
Intorno
c
'
è
un
profumo
di
baci
,
di
bucato
,
e
quell
'
odore
grato
di
cucina
della
vecchia
maniera
italiana
;
c
'
è
la
terra
,
c
'
è
il
sole
d
'
un
giorno
felice
,
il
bianco
delle
pause
,
gli
scorci
nuovi
e
lo
spazio
ridente
,
virginale
,
delle
cose
sottintese
con
una
verecondia
napoletana
.
Il
Matrimonio
segreto
chiude
una
sua
propria
acustica
interna
:
architettura
,
illuminazione
,
caratteri
,
han
leggi
e
funzioni
originali
lí
dentro
,
e
Cimarosa
respira
nel
clima
della
ribalta
come
un
pesce
che
viene
alla
superficie
a
bere
l
'
aria
salata
.
La
musica
,
nelle
semplici
mosse
,
ha
in
costume
,
una
vita
,
una
faccia
di
carne
e
una
bocca
parlante
.
-
-
Esce
trepida
,
fitta
dal
labbro
del
cantante
quella
melodia
che
il
cuore
dipana
via
via
,
come
il
nastro
d
'
un
rocchetto
telegrafico
.
A
mezzo
di
Bidú
Sayao
Cimarosa
ci
risponde
dall
'
altra
riva
-
-
la
riva
dei
Campi
Elisi
.
-
-
È
Bidú
Sayao
che
guida
la
barca
di
Caronte
.
Lei
entra
a
cuor
leggero
in
quel
regno
pieno
di
segni
e
di
forme
incorporee
e
il
pubblico
la
segue
in
punta
di
piedi
.
Bidú
Sayao
ha
dell
'
anima
fin
tra
le
pieghe
della
sua
veste
.
Il
suo
cuore
che
è
piccolo
come
si
conviene
a
quello
di
una
prima
donna
,
di
un
soprano
leggero
,
batte
sotto
l
'
orlo
di
seta
del
suo
busto
,
e
per
poco
che
sia
ferito
va
su
dal
fianco
alla
gola
con
tale
impeto
gentile
che
fa
quasi
capolino
-
-
e
dalla
sua
bocca
graziosa
lo
vedi
sanguinare
nella
sua
voce
.
La
musica
frattanto
si
sparge
adagio
adagio
,
irradia
il
silenzio
,
e
s
'
avvicina
con
la
prima
luce
che
risveglia
i
fiori
,
le
erbe
,
e
solleva
le
montagne
fuori
dai
veli
e
dall
'
oscurità
del
caos
diluviale
in
cui
è
immersa
la
nostra
epoca
di
modernità
nella
quale
il
sentimento
,
la
naturalezza
e
il
senno
sono
delle
cose
irreperibili
.
In
quest
'
opera
antica
,
l
'
orchestra
trema
di
gioia
,
come
le
foglie
al
venticello
d
'
estate
;
allora
olezzano
,
la
rosa
,
il
ginepro
e
il
garofano
.
-
-
Stride
agitata
dal
zeffiro
la
cristallina
fontana
-
-
il
più
geloso
,
l
'
ultimo
segreto
d
'
un
carillon
si
sgrana
-
-
son
fasci
di
reminiscenze
,
suoni
sommessi
e
teneri
,
è
il
canto
.
di
una
voce
buia
e
bagnata
di
pianto
.
Spinta
dal
fiato
roco
dei
flauti
l
'
ispirazione
traversa
il
palcoscenico
come
un
fantasma
in
pieno
giorno
.
Odi
negli
echi
leggeri
che
vagano
nell
'
aria
i
fruscii
soffici
e
spenti
d
'
un
corpo
che
si
spoglia
:
forcinelle
,
spilloni
,
e
stecche
sottilissime
di
osso
di
balena
che
saltano
dal
busto
.
-
-
Poi
ti
sembra
di
udire
,
insieme
a
un
gemito
lasso
,
il
turgido
tremore
d
'
un
seno
sprigionato
che
prorompe
dai
lacci
-
-
e
tra
un
basso
e
sontuoso
volo
di
veli
,
il
soffio
d
'
una
gonna
calda
che
cade
sul
pavimento
.
In
un
baleno
un
grave
senso
di
fuoco
invade
tutta
la
sala
.
A
traverso
l
'
esumazione
elegiaca
ti
par
che
brilli
nell
'
ombra
una
figura
di
carne
,
una
figura
ineffabile
:
è
Bidú
Sayao
che
si
muove
e
vacilla
,
fra
lo
spettrale
saltellamento
del
cembalo
,
quasi
sul
punto
di
cadere
nel
nulla
.
Nel
Matrimonio
segreto
tutta
una
psicologia
settecentesca
rinasce
da
quattro
note
.
-
-
Nei
giri
precisi
,
nei
larghi
respiri
di
quelle
cantilene
il
movimento
scenico
è
implicito
.
-
-
Guidati
dall
'
orecchio
gli
artisti
non
hanno
che
da
agire
senza
volere
per
raggiungere
e
superare
il
colmo
di
splendore
,
di
vita
,
di
spirito
e
di
calma
che
è
in
questa
musica
.
Qui
il
ritmo
ha
un
itinerario
,
e
tutte
le
sue
stazioni
un
senso
e
una
utilità
.
O
natura
chiara
e
felice
che
spira
negli
adagi
con
un
garbo
ritemprato
e
sereno
.
Qui
è
la
perfezione
discreta
,
la
gaiezza
casta
,
il
brio
profondo
e
pieno
di
beneplacito
.
Sull
'
ultima
battuta
della
recita
i
contrabbassi
abbandonati
fra
le
braccia
dei
professori
d
'
orchestra
sembrano
russare
à
la
belle
étoile
come
se
la
notte
non
dovesse
finire
mai
più
.
Dopo
questa
di
Cimarosa
vien
l
'
opera
di
Rossini
che
gorgheggia
e
stride
con
l
'
esuberanza
che
dà
alle
donne
l
'
età
pericolosa
.
VIII
Prime
donne
Elvira
de
Hidalgo
.
Nel
quadro
spagnolesco
del
Barbiere
di
Siviglia
(
questa
opera
che
rimescola
il
sangue
giovanilmente
,
lieta
e
inebriante
come
un
vino
raro
,
quest
'
opera
indemoniata
da
crescendi
orchestrali
,
che
fanno
una
fulminea
propaganda
di
follia
)
tutto
è
imbroccato
con
una
genialità
leggera
e
favolosa
.
Questo
capolavoro
,
stravagante
e
superbuffo
,
è
pieno
d
'
un
'
ilarità
musicale
che
turba
la
ragione
e
suscita
un
pandemonio
e
un
delirio
parodistico
.
Rossini
ci
appare
là
,
nero
,
secco
,
grottesco
eppure
brillante
,
luminoso
,
colorito
,
tenero
,
trasparente
,
spirituale
e
ammantato
di
fantasia
e
di
romanzo
come
un
personaggio
di
Goya
.
Il
genio
creativo
ha
un
'
incalcolabile
forza
trascendente
.
Il
limite
voluto
e
raggiunto
viene
superato
mille
volte
dall
'
impeto
che
ha
generato
l
'
atto
-
-
un
travaglio
ulteriore
che
opera
sempre
più
profondo
e
attivo
,
e
dà
all
'
idea
il
rilievo
e
la
forza
soggiogante
d
'
uno
stampo
.
La
natura
imita
l
'
arte
.
Il
personaggio
diventa
vivo
,
sorge
dall
'
impronta
,
scoppia
perfetto
nel
sole
,
e
spicca
tra
la
folla
che
la
sfiora
,
creatura
che
reca
nella
sua
carne
i
segni
di
uno
straordinario
privilegio
.
Come
il
Dio
volante
di
Michelangelo
crea
con
un
gesto
lieve
che
sfiora
,
il
primo
uomo
sulla
terra
,
così
papà
Rossini
,
questo
mostro
di
pigrizia
e
di
genio
,
nell
'
eccelso
e
onnipotente
attimo
della
verve
,
con
un
soffio
amoroso
spinto
entro
il
tessuto
impalpabile
di
una
visione
,
dà
lo
sguardo
,
la
voce
e
il
sangue
miracoloso
a
Rosina
-
-
oggi
,
allo
stato
civile
,
Elvira
de
Hidalgo
.
Elvira
de
Hidalgo
è
pur
la
figlia
del
grande
pesarese
.
Lo
dice
quel
ventaglio
che
ella
muove
con
destrezza
gentile
a
nascondere
il
proprio
volto
,
quel
ventaglio
tremulo
e
vivo
come
l
'
ala
d
'
una
farfalla
,
lo
dice
quella
sua
rara
moue
d
'
un
comico
antico
da
théàtre
des
bouffes
,
e
la
melanconia
,
lo
dice
,
della
sua
voce
all
'
ultima
scena
notturna
,
allorquando
deposta
lí
in
terra
,
accesa
,
la
lanterna
delle
avventure
galanti
,
splende
l
'
amaranto
della
sua
crinolina
di
broccato
ed
ella
esprime
in
tono
di
languore
l
'
incantevole
sospiro
d
'
esser
presa
e
protetta
nell
'
ombra
calorosa
di
un
epilogo
matrimoniale
.
Al
suono
innocente
della
sua
voce
che
ha
un
timbro
pallido
e
tenero
come
l
'
argento
,
ricadono
stroncate
le
mani
minaccianti
della
critica
e
si
spianano
i
volti
più
sconvolti
;
note
umili
e
ridenti
spiccano
il
volo
dalla
sua
gola
e
si
librano
in
giri
per
la
sala
come
colombe
bianche
che
rechino
nel
becco
il
ramo
d
'
ulivo
.
Un
imbarazzo
dolce
conquista
anche
i
più
burberi
controllori
.
Ella
gorgheggia
e
smorza
i
suoni
nel
silenzio
con
una
gemebonda
malinconia
che
pare
un
'
eco
della
meraviglia
,
o
la
fine
di
un
colloquio
sublime
tenuto
con
la
luna
.
Il
gesto
delle
sue
dita
di
zucchero
è
pieno
di
candore
,
di
moina
,
e
nel
suo
canto
c
'
è
la
mansuetudine
,
il
pudore
,
il
capriccio
,
e
l
'
inquietudine
della
più
casta
e
volubile
bambina
.
Allora
le
falangi
della
claque
,
che
serpeggiano
per
le
gradinate
circolari
,
si
riposano
con
fiducia
e
tacciono
con
galanteria
mentre
già
scoppiano
come
folgori
le
acclamazioni
di
mille
spasimanti
;
e
dietro
le
coulisses
,
simulacri
spezzati
di
stagioni
dipinte
,
sotto
i
riverberi
crudi
e
frantumati
del
gaz
,
nel
fumoso
incantesimo
giallo
della
pece
greca
che
arde
,
il
pompiere
di
servizio
,
guardia
assonnata
dei
lumi
,
preso
di
mano
in
mano
nel
sortilegio
canoro
,
finisce
per
piombare
boccheggiando
ai
piedi
della
corista
,
idolo
nuziale
,
bianca
di
gesso
e
tinta
di
carminio
come
un
confetto
da
tre
soldi
l
'
etto
,
vomitando
a
pacchetti
infiammati
di
Bengala
le
litanie
accese
della
sua
grande
passione
estemporanea
.
Maria
Labia
.
Mi
piacciono
quelli
che
capiscono
a
volo
,
e
rispondono
a
tono
.
Gli
uomini
d
'
ingegno
e
le
donne
di
cuore
.
Mio
padre
era
pittore
,
ed
io
non
sono
che
un
martire
del
dolce
far
niente
.
Dopo
gli
sforzi
accaniti
e
senza
frutto
il
risultato
viene
come
in
sogno
.
La
sorgente
prorompe
al
buio
.
La
formula
limpida
del
giunco
appare
nel
cuore
della
notte
.
In
uno
stato
di
riposo
e
di
rilassamento
,
mentre
i
contorni
delle
cose
si
svuotano
adagio
nell
'
elemento
lontano
e
vago
,
abbandonato
al
semplice
ritmo
animale
,
eccola
uscir
sola
dalla
dissociazione
mentale
.
Mi
piace
l
'
ombra
cupa
che
viene
fuori
dai
tasti
neri
d
'
un
pianoforte
,
e
quel
fremito
alato
che
un
vento
leggero
rapisce
a
un
'
arpa
eolia
.
Mi
piace
il
suono
opaco
e
debole
che
ode
chi
s
'
immerge
nel
sonno
come
nell
'
acqua
corrente
.
Mi
piace
la
voce
di
corallo
di
Maria
Labia
.
Immagino
una
piazzetta
dove
la
vecchiaia
ha
fatto
il
vuoto
.
La
piazzetta
d
'
una
città
sull
'
orlo
del
deserto
interrotto
:
solitudine
d
'
acqua
.
Coricata
da
secoli
sul
mare
la
città
si
addormenta
stracca
nel
suo
splendido
e
fastoso
deperimento
.
Profili
greci
tirati
per
i
capelli
.
Commedia
sacra
e
ridente
.
Nella
piazzetta
,
rifugio
degli
Illusi
,
c
'
è
un
'
aria
leggera
da
cervelli
ristucchi
e
da
pleurite
secca
.
Ciclisti
con
l
'
ombrello
.
Altissimi
muri
quasi
senza
finestre
.
Da
un
abbaino
sbuca
una
testa
che
guarda
sulla
strada
.
Grigia
e
scarmigliata
figura
di
donna
.
Nelle
occhiaie
e
sul
viso
ha
il
nero
della
fame
e
della
morte
cui
questa
razza
oppone
una
tenacia
medioevale
.
Equilibrata
all
'
indietro
sulla
scena
come
la
statua
della
Fortuna
,
Maria
Labia
sembra
trattenere
l
'
ultimo
passo
sul
limitare
della
danza
:
l
'
onda
della
fontana
lambisce
quasi
il
suo
piede
.
Veduta
che
l
'
hai
,
non
la
perdi
più
d
'
occhio
,
e
se
tu
non
la
vuoi
guardare
la
riconoscerai
subito
alla
voce
,
per
quei
puntigliosi
nonnulla
azzeccati
come
colpi
di
spillo
.
Dalla
sua
gola
escono
volta
a
volta
frecce
e
confetti
matrimoniali
,
canzoni
di
carnevale
,
parabole
filanti
,
e
commenti
tenuissimi
che
svaporano
al
segno
della
perfezione
.
Colla
mollezza
imperiosa
e
tutta
l
'
elastica
imponenza
della
sua
persona
Maria
Labia
accompagna
il
proprio
cantare
e
muove
a
cerchio
intorno
a
sé
l
'
incantevole
e
spumosa
mareggiata
della
sua
crinolina
,
lieve
,
barcamenandosi
,
sontuosamente
.
La
gran
parrucca
bianca
,
costellata
di
gemme
,
la
porta
sul
capo
come
una
torre
senza
peso
.
Due
poppe
planetarie
erompenti
dal
busto
inturgidiscono
allora
da
sembrare
ingessate
.
Quelle
sue
mani
madreperlacee
,
che
riposano
vuote
nell
'
aria
e
si
aprono
adagio
rovesciandosi
come
conchiglie
travolte
lentamente
nell
'
onda
,
chi
mai
in
Francia
,
in
Spagna
,
in
Inghilterra
potrebbe
vantarne
due
similmente
nude
,
delicate
e
toccanti
?
Quanta
discrezione
è
la
loro
nel
volersi
confondere
quasi
celare
fra
la
musica
mentre
,
come
infervorata
,
Maria
Labia
le
posa
,
con
dei
gesti
lievissimi
che
sfiorano
,
sul
seno
,
o
sulla
bocca
.
Per
la
grazia
piena
e
cattolica
dei
suoi
alti
fianchi
,
per
quell
'
accento
d
'
oro
,
che
esce
estenuato
e
sonoro
dalle
sue
labbra
,
e
traballa
in
un
raggio
medianico
,
per
quelle
sue
braccia
sublimi
levate
a
candelabro
,
Maria
Labia
ci
ricorda
di
lontano
,
e
in
una
luce
opposta
,
Elvira
de
Hidalgo
.
Che
diremo
ancora
di
questo
fiore
di
prima
donna
?
Tutto
è
prezioso
in
lei
,
nulla
soverchio
.
Dalla
sua
bocca
che
canta
il
fondo
dell
'
anima
risplende
:
una
anima
aperta
e
tuttavia
misteriosa
come
uno
specchio
nell
'
ombra
.
In
quel
timbro
d
'
argento
entra
e
passa
lento
come
in
una
fase
di
eclissi
lo
spettro
d
'
un
secolo
passato
,
e
intorno
a
quel
fantasma
a
poco
a
poco
il
taglio
della
sua
voce
s
'
accende
rinnovato
,
e
brilla
come
una
falce
.
Intensità
sottile
,
suono
fulmineo
e
fioco
,
manierismo
canoro
dove
un
certo
giunco
di
armonie
e
di
riposi
inumidisce
e
fa
trascolorire
il
cielo
veneziano
,
sollevando
nel
silenzio
un
sussurrio
di
adesione
sempre
più
larga
,
e
placida
,
come
un
fiato
di
vento
che
raggiunge
e
invade
tutto
quel
gruppo
estatico
di
isole
che
dormono
sulla
laguna
.
La
luna
sgorga
su
Venezia
,
e
ingrandisce
a
poco
a
poco
,
spiccata
e
libera
da
quel
bianco
seno
portentoso
.
La
Toti
dal
Monte
.
...
ci
sono
degli
uomini
di
legno
,
degli
uomini
di
minerale
,
di
ferro
:
per
esempio
Toscanini
-
-
meraviglioso
congegno
-
-
e
ci
son
degli
uomini
fatti
di
terra
-
-
la
terra
dei
camposanti
-
-
mescolanza
di
carne
consunta
e
di
fiori
sotto
la
pioggia
.
Talvolta
mille
cimiteri
non
giungono
a
darci
uno
di
questi
esseri
umani
che
ci
vengono
dall
'
al
di
là
.
Gli
artisti
per
noi
sono
questi
.
Salici
immensi
,
muraglie
millenarie
coperte
di
licheni
,
ruderi
;
vegetazione
,
«
a
soli
»
delle
arpe
parassitarie
,
esaltati
tramonti
;
e
dal
putridume
romantico
vien
su
il
più
sublime
lirismo
.
Qui
la
Toti
dal
Monte
che
per
l
'
eccellenza
,
il
bel
volto
,
la
statura
concentrata
e
piccante
,
si
può
chiamare
il
soprano
in
barattolo
,
la
vediamo
irretita
nell
'
atmosfera
dell
'
opera
,
quando
nel
viola
della
luce
serale
che
si
fa
sempre
più
debole
e
morta
,
le
sue
note
di
gola
,
piene
di
una
tristezza
colossale
,
volteggiano
ad
una
ad
una
,
come
dei
petali
erranti
.
Viene
la
notte
buia
e
un
cavaliere
più
buio
della
notte
sopraggiunge
.
Pavida
mormorante
la
piccola
fidanzata
con
un
gesto
timoroso
d
'
addio
pone
una
mano
sulla
nera
spalla
di
velluto
del
suo
fatale
amante
,
e
qui
s
'
accende
sulle
sue
dita
bianche
di
milionaria
un
brillante
focoso
,
fulgidissimo
,
un
brillante
grosso
come
una
noce
che
,
mentre
la
Toti
spiega
il
canto
,
irraggia
capricciosamente
le
tenebre
della
scena
.
Tutto
è
sogno
in
quel
punto
che
odi
il
motivo
«
verranno
a
te
sull
'
aure
i
miei
sospiri
ardenti
»
.
Sì
,
questo
è
il
teatro
italiano
,
ingenuo
convenzionale
,
estremamente
poetico
e
pieno
di
una
vivacità
spettrale
.
IX
Vecchio
repertorio
È
nei
numeri
del
vecchio
repertorio
che
troviamo
qualche
sollievo
-
-
lí
dentro
rallenta
un
poco
il
lavorio
,
s
'
alleggerisce
il
fardello
.
Lí
dentro
di
tanto
in
tanto
qualche
battuta
discioglie
il
suo
rabbuffo
e
si
apre
per
dar
luogo
a
delle
fioriture
di
cadenza
,
piene
di
volatine
e
di
gorgheggi
dietro
i
quali
,
in
un
comico
mistero
,
i
pianissimi
corali
s
'
incamminano
come
una
folla
-
-
attratta
dai
fuochi
artificiali
.
In
queste
opere
ingenue
il
coro
è
altrettanto
scandalista
quanto
lo
è
la
nostra
gente
di
provincia
.
Allorché
si
svolge
un
duetto
d
'
amore
,
o
una
scena
di
gelosia
,
eccoli
non
richiesti
,
i
cori
che
han
trovato
la
porta
aperta
,
sopraggiungere
in
corteo
e
allinearsi
in
casa
d
'
altri
,
lungo
le
pareti
,
per
assistere
imperterriti
allo
scioglimento
di
un
qualunque
incidente
privato
;
e
per
meritare
la
palma
dell
'
indiscrezione
eccoli
mettersi
magari
a
inseguire
il
tenore
perfino
nel
gabinetto
dove
egli
è
costretto
a
cantare
la
celebre
romanza
con
i
calzoni
in
mano
.
Nella
Sonnambula
per
esempio
vediamo
le
spose
del
villaggio
alpino
diventare
sonnambule
dinanzi
alle
brache
troppo
attillate
di
un
occasionale
dongiovanni
,
e
affrettarsi
,
prima
ancora
che
il
sole
declini
,
a
uscir
dormendo
di
casa
,
in
camicia
da
notte
,
seguite
con
trepidazione
dai
rispettivi
mariti
i
quali
,
ciascuno
per
quel
che
glielo
permette
la
sua
rigorosa
dignità
di
cornuto
,
con
parole
sommesse
azzardano
pronostici
.
In
un
paesotto
del
Tirolo
,
dove
fummo
per
cura
,
c
'
era
nella
piazza
al
posto
del
solito
giardinetto
un
piccolo
cimitero
senza
mura
.
Dopo
il
lavoro
,
la
sera
,
sotto
le
finestre
della
mia
locanda
,
una
vacca
brucava
fra
le
tombe
e
le
croci
.
Un
crocchio
di
notabili
seduti
sulle
pietre
sepolcrali
,
accendevano
con
i
fuochi
fatui
le
pipe
tirolesi
-
-
fumavano
e
conversavano
alla
buona
costoro
,
mentre
dietro
la
loro
schiena
,
sdraiate
sulle
erbacce
,
le
più
casalinghe
comari
,
in
preda
a
un
misticismo
di
alta
montagna
,
stringendo
fra
le
braccia
qualche
meschino
villeggiante
arrivato
di
fresco
,
guardavano
la
luna
sbalorditivamente
.
X
Tempo
che
fugge
Con
l
'
unità
e
il
suffragio
universale
l
'
arte
da
noi
fece
un
capitombolo
per
le
scale
,
e
reclamò
dallo
Stato
un
paio
di
stampelle
.
L
'
arlecchino
italiano
buttò
via
la
sua
pelle
a
scacchi
per
indossare
un
«
tout
de
méme
»
burocratico
,
da
funzionario
nazionale
.
Sorgevano
in
quel
disordine
nuovo
Arrigo
Boito
,
il
ballo
Excelsior
,
la
pittura
sociale
e
il
monumento
a
Vittorio
Emanuele
.
Il
teatro
che
era
tutto
spensieratezza
e
passione
e
mirava
al
cuore
della
gente
,
invece
di
restar
fedele
al
gusto
popolare
della
vecchia
Italia
,
divenne
officioso
,
autorizzato
,
e
girò
sui
tacchi
rivolgendosi
con
sussiego
alla
sedicente
pubblica
opinione
.
Nacque
la
coreografia
del
nuovo
regno
,
prese
piede
l
'
allegoria
massonica
,
si
inscenarono
le
apoteosi
per
il
canale
di
Suez
,
e
debuttarono
anche
le
antenne
del
telegrafo
Marconi
(
costumi
di
Caramba
)
.
Anche
la
danza
che
da
più
di
un
secolo
s
'
abbandonava
ai
deliziosi
capricci
di
ragionar
coi
piedi
,
fu
costretta
,
per
seguire
il
movimento
generale
,
a
pensar
con
la
testa
,
come
la
foca
sapiente
.
Difatti
c
'
era
poco
da
scherzare
da
quando
il
Paese
,
seduto
nella
prima
fila
di
poltrone
,
strappandosi
la
maschera
,
mostrò
alla
prima
ballerina
assoluta
,
due
baffi
da
doganiere
.
D
'
allora
in
poi
la
danza
non
offrí
più
che
masse
negligenti
,
acrobati
viziati
,
istruttori
caparbi
e
ignoranti
.
Chi
non
conosce
quel
popolo
infame
che
sverna
sgambettando
sulle
scene
durante
la
scialba
stagione
di
carnevale
?
Fra
questi
avanzi
isteriliti
e
rei
di
una
spodestata
nazione
,
dinanzi
a
torme
di
sacripanti
e
a
sciami
di
silfidi
cucite
nel
cotone
,
la
sfera
magniloquente
e
taciturna
degli
artisti
dal
nobile
passo
sgombrò
i
luoghi
e
disparve
in
un
arcano
scompiglio
.
Udite
come
tremano
le
vetrate
del
vecchio
teatro
ducale
al
vento
di
tramontana
.
Non
un
grido
,
non
un
latrato
scoppia
,
fra
quelle
mura
.
Solo
uno
sciagurato
portiere
s
'
aggira
in
ciabatte
là
dentro
;
i
suoi
passi
perduti
e
la
sua
tosse
risvegliano
degli
echi
interminabili
lungo
le
gallerie
deserte
;
e
il
buio
androne
-
-
i
sorci
han
fatto
il
nido
nelle
poltrone
:
colmo
d
'
inerzia
,
disordine
,
deperimento
,
lembi
di
scenari
che
si
staccano
.
Poi
,
subitamente
,
silenzio
e
armonia
sorgente
al
soffio
innumerevole
di
voci
che
si
levano
da
un
sonno
d
'
oltre
tomba
-
-
gemiti
,
sospiri
disperati
di
tanti
eroi
che
s
'
immolarono
.
La
guerra
e
il
dopo
guerra
ci
hanno
accorciato
la
vita
,
e
i
marmocchi
di
ieri
son
diventati
di
punto
in
bianco
i
nostri
concorrenti
di
oggi
senza
lasciarci
il
tempo
di
accorgerci
della
nostra
vecchiezza
.
Rimaniamo
lí
a
guardare
con
sorpresa
questa
nuova
generazione
che
vuole
assolutamente
passare
sul
nostro
corpo
.
Adesso
c
'
è
dunque
un
'
ironia
,
combinata
alle
nostre
spalle
durante
il
periodo
della
guerra
,
che
consiste
nell
'
esser
giovani
.
A
volte
qualche
ragazzino
più
audace
ci
vien
sotto
camminando
maliziosamente
sulle
uova
,
si
fa
portavoce
delle
mani
e
ci
urla
all
'
improvviso
all
'
orecchio
:
«
Ohi
vecchio
bacucco
,
lo
sai
che
siamo
in
pieno
novecento
?
»
Sbirciando
quello
stecco
verde
e
lattiginoso
,
caviamo
dai
bronchi
la
nostra
voce
più
rauca
:
«
eh
,
eh
,
va
bene
»
ci
tocca
brontolare
«
il
nostro
secolo
è
proprio
questo
»
.
Un
giovanetto
bennato
e
studioso
fa
un
buon
scolaro
.
Ma
fra
l
'
arte
e
la
scuola
c
'
è
divergenza
.
Un
buon
scolaro
fa
un
eccellente
professionista
il
quale
darà
,
a
sua
volta
,
un
proprietario
,
piccino
,
è
vero
,
ma
padre
esemplare
d
'
una
famiglia
numerosa
che
coltiverà
diligentemente
i
cavoli
.
Si
potrebbe
desiderare
il
meglio
da
un
punto
di
vista
provvisorio
e
sociale
?
Il
beneficio
di
una
simile
carriera
è
evidente
,
benché
modesto
.
In
quanto
all
'
arte
,
darai
alla
tua
vita
tutt
'
altra
direzione
e
incontrerai
presto
i
carabinieri
.
Su
per
questa
strada
non
ti
aspettar
suffragi
,
né
umana
solidarietà
.
Ma
non
fa
niente
,
cammina
,
trascinati
a
tutti
i
costi
senza
perdere
di
vista
quella
stellina
che
si
vela
,
si
copre
,
riappare
e
ti
conduce
.
L
'
esercito
non
sopporta
l
'
eroe
,
il
Parlamento
non
sopporta
il
dittatore
,
la
Corte
non
sopporta
l
'
aristocratico
,
il
teatro
non
sopporta
l
'
artista
.
L
'
artista
che
ha
rotto
le
catene
,
strappato
tutti
i
lacci
,
respinto
le
cinture
di
salvataggio
e
rifiutato
il
rond
de
cuir
,
l
'
artista
abbandonato
dal
successo
,
lavora
,
lavora
,
lavora
a
fondo
perduto
e
perde
la
sua
stessa
esistenza
a
fondo
,
in
accanite
ricerche
di
denaro
,
laceramenti
dell
'
umore
,
inimicizie
,
furori
costanti
,
fatica
,
demoralizzazione
,
e
capelli
bianchi
.
Fin
che
,
al
termine
d
'
ogni
illusione
,
egli
sembra
già
appartenere
al
mondo
degli
immortali
.
Questo
eremita
della
grande
città
,
questo
principe
indolente
che
conserva
l
'
incognito
,
comincia
con
qualche
bottone
di
meno
e
finisce
col
perderli
tutti
.
La
stentorea
vita
quotidiana
lo
respinge
ai
margini
.
Davanti
a
lui
si
spalanca
una
vertiginosa
attrazione
,
dall
'
alto
e
dal
basso
.
Avida
e
sospesa
tra
gli
umori
più
transitorii
,
la
sua
esistenza
accidiosa
fa
l
'
altalena
fra
candide
nonchalances
e
lucidi
intervalli
;
poi
precipita
nei
burroni
dove
giacciono
intorpiditi
i
vermi
e
i
mostri
.
Ma
quella
che
fu
la
sua
gaiezza
venerea
brilla
ora
nel
cielo
d
'
un
fuoco
puro
e
rallentato
come
quello
delle
stelle
spente
;
vogliamo
dire
,
lungamente
,
dopo
la
morte
,
a
distanze
immense
nello
spazio
e
nel
tempo
.
L
'
artista
non
terrà
conto
delle
esigenze
del
pubblico
,
poiché
egli
stesso
rappresenta
la
più
spinta
esigenza
dello
spirito
.
Non
sarà
riconosciuto
da
tutti
quei
teorici
che
pretendono
di
avere
le
uova
senza
ricorrere
alla
gallina
.
Egli
non
subisce
la
Moda
,
perché
la
Moda
,
piccola
o
grande
,
dovrà
sorgere
da
lui
,
e
non
darà
mai
quel
che
si
cerca
da
lui
.
Lo
si
aspetterà
a
destra
e
verrà
fuori
a
sinistra
;
supponiamo
che
avanzi
ed
ecco
invece
che
rincula
.
Il
gambero
,
per
esempio
,
che
cerca
il
suo
alimento
sa
molto
meglio
di
voi
e
di
noi
dove
trovarlo
-
-
e
poi
in
fin
dei
conti
ciascuno
ha
il
suo
modo
di
crepare
di
fame
.
La
gloria
s
'
avvicina
all
'
artista
al
passo
di
danza
macabra
.
Quando
sarà
disteso
sotto
la
sua
croce
,
egli
avrà
tutte
le
fortune
.
L
'
ultima
notte
troverà
le
strade
bloccate
,
tutte
le
porte
chiuse
,
le
case
asserragliate
e
i
fucili
spianati
su
di
lui
.
Nella
luce
che
filtra
e
trapela
dai
neri
edifici
mille
occhi
splenderanno
d
'
invidia
,
fissandolo
ostinatamente
.
Sarà
quella
la
sua
ora
di
morire
come
un
ubriacone
,
e
di
lasciarsi
andare
a
rovescio
sulla
scalinata
di
qualche
basilica
,
con
il
gesto
di
chi
abbraccia
il
cielo
.
I
topi
delle
chiaviche
gli
andranno
addosso
a
fiutarlo
;
poi
si
metteranno
,
con
i
loro
musi
rabbiosi
,
ad
ispezionare
le
sue
tasche
.
Salutiamo
profondamente
quest
'
uomo
ancora
caldo
,
che
respira
,
questo
missionario
caduto
,
questo
santo
che
fece
miracoli
inutili
.
Poniamo
la
faccia
contro
terra
sul
passare
di
questo
arcangelo
appiedato
,
ricoperto
d
'
oltraggi
e
d
'
immondizie
come
un
ambasciatore
tornato
da
Cartagine
.
La
vita
moderna
ha
un
ritmo
falso
.
I
nostri
tassametri
continuano
a
salire
e
tutti
abbiamo
paura
di
non
poter
pagare
.
Allora
si
improvvisano
i
valori
,
le
celebrità
,
si
distribuiscono
lotti
di
parti
da
rappresentare
e
si
pretende
di
fare
la
storia
con
dei
fantocci
di
paglia
.
I
grandi
artisti
boccheggiano
là
dentro
confusi
fra
le
comparse
.
Le
idee
più
stolte
s
'
attaccano
alle
teste
e
nella
corsa
s
'
accendono
istantaneamente
.
Non
hai
finito
di
spartire
i
grulli
dai
sani
di
mente
che
,
ecco
,
ti
scoppia
fra
questi
ultimi
salvati
un
'
altra
grulleria
epidemica
.
Allora
ogni
starnuto
diventa
un
grido
di
guerra
,
il
trotto
si
muta
in
galoppo
,
le
opinioni
subitanee
fan
volgere
la
marcia
ora
da
un
lato
ora
dall
'
altro
.
Tutto
questo
miracolismo
folle
,
creato
dal
giornalismo
,
entra
ruzzoloni
in
campi
riservati
e
difficili
,
e
distrugge
la
stabilità
,
l
'
opera
del
tempo
,
manda
in
fumo
l
'
arrosto
.
Intanto
queste
folle
puerili
di
snob
senza
direzione
le
vediamo
,
dai
piedi
in
su
,
svanire
d
'
un
tratto
in
fumo
di
sigaretta
.
Appoggiato
con
timorosa
leggerezza
allo
spigolo
di
una
vecchia
chiesa
romana
,
come
un
danzatore
pieno
di
fatica
e
d
'
amarezza
,
ascolto
senza
volere
,
l
'
organo
sepolto
che
russa
e
assisto
a
questo
défilé
di
corridori
contratti
sui
quali
una
ruota
rovescia
continuamente
,
come
secchi
di
ciottoli
,
le
crisi
,
i
temi
,
le
riforme
esoteriche
e
gli
ordini
della
moda
.
-
-
No
!
Meglio
esser
pigri
come
una
pera
che
matura
.
L
'
Arte
ha
bisogno
di
assorbire
tutta
la
sua
stagione
favorevole
.
Lasciamola
sul
ramo
,
giorno
e
notte
,
inverno
,
primavera
,
estate
,
fin
che
il
suo
frutto
rotola
a
pie
'
dell
'
albero
e
si
apre
.
XI
Omaggio
a
Puccini
A
Quando
il
Metodo
entrò
dalla
porta
,
dalla
finestra
uscí
ratta
l
'
ispirazione
,
la
quale
non
aveva
mai
avuto
,
del
resto
,
abitudini
troppo
sedentarie
.
-
-
Nei
tempi
passati
accadeva
spesso
d
'
imbattersi
in
lei
,
larva
fuggitiva
a
traverso
il
clamore
dei
carnevali
italiani
,
ma
poi
,
su
questa
terra
,
le
sue
visite
si
fecero
rare
e
caute
.
Essa
fissava
ostinata
,
febbrile
,
le
sue
vittime
,
e
il
suo
seno
pietroso
s
'
alzava
e
s
'
abbassava
affannosamente
come
per
il
tormento
di
una
risurrezione
fittizia
.
-
-
Faceva
le
sue
apparizioni
mute
e
inavvertite
in
ogni
luogo
,
a
tutte
le
ore
,
e
a
qualcuno
avvenne
,
incontrando
i
suoi
occhi
nello
specchio
opposto
di
un
caffè
,
di
fare
un
balzo
e
,
alzandosi
come
ipnotizzato
,
rovesciarsi
fuori
sulla
strada
,
tra
la
folla
,
senza
pagare
,
all
'
inseguimento
di
lei
che
dileguava
rapidissima
sotto
il
sole
.
-
-
Nell
'
alba
fredda
,
dietro
i
vetri
appannati
e
rosei
essa
apparve
talvolta
allo
studioso
;
o
nella
notte
d
'
inverno
,
su
una
scalinata
monumentale
,
in
mezzo
a
un
gruppo
di
mendicanti
accoccolati
,
presso
un
falò
che
illuminava
la
facciata
della
chiesa
romana
,
l
'
ispirazione
coperta
di
stracci
guardò
con
un
invito
pieno
di
suprema
follia
il
viandante
solitario
;
più
tardi
,
quel
giorno
,
di
primo
mattino
,
sotto
il
lampione
ancora
acceso
,
il
corpo
gelido
e
inerte
di
un
uomo
rannicchiato
entro
un
mantello
venne
trovato
nelle
vicinanze
deserte
.
-
-
O
chi
non
ha
nella
memoria
,
mentre
tramontava
il
sole
,
d
'
averla
veduta
,
questa
sirena
,
scivolare
,
volare
via
veloce
feerica
su
le
spallette
del
vecchio
ponte
,
scomparire
nell
'
aria
e
riapparire
immersa
e
trascinata
dalle
acque
del
fiume
,
con
la
capigliatura
disciolta
tutta
accesa
da
un
ultimo
bagliore
?
-
-
Non
fu
per
lei
che
Schumann
si
precipitò
nelle
onde
spumeggianti
del
Reno
?
-
-
B
Salutiamo
Puccini
,
illustre
autore
della
Bohème
,
uno
degli
ultimi
che
han
mirato
da
vicino
la
Sfinge
.
Egli
la
conobbe
nel
cuore
della
notte
.
Mentre
,
fra
i
candelabri
accesi
che
mangiano
l
'
aria
avidamente
la
vita
sembra
accorciarsi
,
odi
sui
tappeti
camminare
a
passi
di
lupo
qualcuno
,
che
,
se
ti
volti
,
sparisce
.
Notti
lunghe
a
trascorrere
.
Al
guizzar
delle
fiammelle
morenti
volteggiano
le
ombre
sul
soffitto
come
in
un
giunco
cieco
e
tumultuoso
della
estenuata
fantasia
,
e
un
sapore
di
fiele
sale
alla
tua
bocca
.
Poi
,
quando
le
dita
rosate
dell
'
aurora
toccano
le
alte
imposte
e
il
sangue
sembra
grondare
dai
tagli
delle
persiane
,
ecco
che
un
'
ultima
porta
si
apre
con
un
trasalimento
medianico
:
è
il
«
caira
»
teatrale
che
sorge
:
è
l
'
ispirazione
che
entra
.
L
'
imperiosa
figura
,
mossa
dal
vento
,
traluce
spettralmente
.
Oh
,
quello
sguardo
nero
che
filtra
a
traverso
i
fori
di
una
maschera
insolente
,
chi
lo
può
sostenere
?
Puccini
lavorava
sino
all
'
alba
,
chiuso
nel
suo
studio
a
Torre
del
Lago
.
Come
un
pescatore
notturno
che
muove
appena
il
remo
e
lascia
dondolare
la
lanterna
a
fior
d
'
acqua
,
Puccini
,
seduto
al
suo
lavoro
,
riconduceva
il
motivo
sempre
sullo
stesso
punto
profondo
,
sommessamente
ribadiva
l
'
accordo
e
si
chinava
a
spiare
la
medusa
sotto
il
velo
oscillante
del
ritmo
.
I
suoi
vicini
di
casa
,
testimoni
assonnati
di
tanta
solitaria
creazione
,
ne
sapevano
qualcosa
.
Sfiorando
la
notte
fonda
,
il
suono
del
suo
pianoforte
giungeva
debolmente
al
loro
orecchio
-
-
voce
di
cristallo
,
trasognante
eco
che
si
spegneva
e
rinasceva
mille
volte
,
-
-
rado
,
assopito
,
continuo
nel
silenzio
.
Quel
cauto
centellinare
di
musica
accompagnava
i
loro
sogni
leggeri
e
le
ore
di
veglia
perplessa
-
-
fin
che
sul
far
del
giorno
il
concerto
remoto
svaniva
a
poco
a
poco
disperso
confusamente
nel
mare
dei
ruggiti
uscenti
dalle
stalle
che
si
riaprivano
.
La
pagina
bianca
ha
l
'
attrazione
d
'
una
grande
finestra
.
L
'
idea
,
come
una
mosca
contro
la
vetrata
,
batte
la
testa
sul
foglio
senza
comprendere
che
bisogna
girare
a
ritroso
e
ritrovare
lo
spazio
donde
la
prima
parola
è
venuta
.
Il
difficile
non
sta
nello
scrivere
ma
nel
rendersi
conto
ex
abrupto
di
quel
che
vale
ciò
che
si
è
scritto
.
Anche
Puccini
nell
'
assidua
ricerca
,
spinto
dall
'
ansia
,
passava
qualche
volta
il
segno
e
usciva
dal
suo
elemento
naturale
come
un
pesce
che
per
il
troppo
slancio
finisce
in
mezzo
all
'
erba
di
un
prato
.
Povero
Puccini
,
quando
la
vena
lo
abbandonava
,
piuttosto
che
impuntarsi
come
uno
che
perde
al
giuoco
,
egli
affogava
nell
'
ipocondria
,
con
l
'
aria
supplichevole
d
'
un
bevitore
malato
che
afferra
la
bottiglia
.
È
inutile
-
-
diceva
-
-
che
uno
si
decida
per
la
melodia
,
se
la
melodia
non
si
decide
per
lui
.
Il
suo
tenero
cuore
era
scontento
,
insaziato
di
vita
,
di
musica
,
d
'
amore
,
e
per
cercarle
meglio
,
queste
cose
,
e
trovarle
più
presto
,
Puccini
teneva
a
disposizione
della
sua
malinconia
tre
automobili
.
Lasciava
aperto
lo
spartito
sull
'
ultima
battuta
umida
ancora
d
'
inchiostro
-
-
raggiungeva
il
confine
e
scompariva
verso
il
nord
,
fuggitivo
,
irreperibile
.
Fra
i
canali
,
le
dune
,
le
città
brumose
del
Belgio
e
dell
'
Olanda
ne
perdevi
ogni
traccia
.
Per
settimane
e
mesi
non
ne
sapevi
più
nulla
.
Finalmente
,
un
bel
giorno
la
celebrità
,
come
una
sposa
inquieta
,
si
metteva
in
moto
,
riusciva
a
raggiungerlo
in
qualche
nascondiglio
disperato
e
lo
riconduceva
a
casa
.
Puccini
possedeva
lo
spirito
di
casta
che
ogni
artista
deve
possedere
,
ma
non
poteva
soffrire
la
volgarità
,
le
molestie
e
i
commenti
malevoli
che
il
suo
successo
gli
procurava
.
Tutti
a
suo
tempo
gli
sono
passati
sotto
il
naso
,
e
tutti
gli
han
fatto
le
corna
:
ancora
oggi
del
suo
talento
pratico
,
dei
suoi
guadagni
,
del
suo
sentimentale
egoismo
si
parla
.
-
-
Ohimè
,
le
chiacchiere
assurde
!
-
-
In
fondo
in
fondo
,
dei
suoi
quattrini
,
egli
non
faceva
gran
caso
:
artista
,
galantuomo
,
milionario
,
bohemien
fortunato
ed
infelice
,
Puccini
era
ben
d
'
altro
inquieto
e
ansioso
.
Mite
e
fiero
ad
un
tempo
,
riservato
e
pur
nobile
nel
tratto
,
Puccini
aveva
un
carattere
caldo
,
netto
,
un
carattere
delicato
e
bellissimo
d
'
italiano
sul
serio
e
senza
macchia
.
Egli
ammirava
con
chiuso
entusiasmo
chi
doveva
ammirare
.
Degli
altri
taceva
garbatamente
.
Era
generoso
,
ma
non
faceva
credito
al
primo
venuto
.
Solo
agli
amici
apriva
l
'
animo
suo
.
Scendere
in
fondo
alla
più
grande
miseria
umana
,
toccare
i
limiti
della
disperazione
e
sperare
nelle
tenebre
,
immergersi
nella
follia
e
raggiungere
la
morte
e
il
genio
:
ecco
le
nostalgie
incredibili
di
quest
'
uomo
così
diritto
,
saldo
e
sobrio
.
Me
ne
parlava
una
sera
in
una
di
quelle
taverne
russe
che
si
schiusero
pochi
anni
fa
nel
suolo
di
Roma
,
come
gioiellerie
sotterranee
.
Puccini
respirava
in
quel
luogo
la
musica
e
si
gonfiava
di
gioia
come
una
spugna
nascosta
nella
grotta
marina
.
Egli
sembrava
in
preda
a
un
orgasmo
elegante
,
a
una
felicità
inusitata
.
Sotto
le
penne
di
struzzo
,
sontuosamente
giaceva
in
quel
nido
d
'
esilio
una
aristocrazia
vinta
,
santificata
dai
debiti
e
dalle
disgrazie
:
sterilità
dagli
sguardi
di
smalto
;
violenza
superba
,
splendore
fatale
di
quella
folla
che
andava
a
seppellirsi
sempre
più
in
basso
,
lontano
dalla
strada
.
Quell
'
ermetico
reame
della
moda
e
dell
'
arte
era
vertiginosamente
carico
di
destini
in
pericolo
.
Sedevamo
là
insieme
da
tre
ore
.
Il
volto
di
Puccini
,
quel
suo
volto
dolce
,
acceso
,
virile
vacillava
nell
'
azzurro
barlume
della
lampada
posata
al
nostro
tavolo
.
Stranamente
commosso
e
sincero
si
fece
più
vicino
a
me
per
dirmi
:
«
I
miei
giorni
,
tutte
le
mie
ore
avrei
volute
passarle
in
un
'
atmosfera
come
questa
,
senza
uscirne
mai
più
»
,
poi
aggiunse
a
fior
di
labbro
con
affettuosa
mestizia
:
«
Caro
Barilli
,
la
mia
vita
è
fallita
»
.
C
Un
giorno
,
parecchi
anni
fa
,
ci
trassero
per
mano
in
un
teatro
.
Si
trattava
di
assistere
alla
recita
di
una
Bohème
insuperabile
:
il
tenore
aveva
in
gola
,
a
mazzi
,
le
saette
di
Giove
,
la
prima
donna
stemperava
nella
sua
voce
,
più
vivida
e
lucida
del
mercurio
,
l
'
amore
febbrile
e
le
lacrime
di
tutte
le
couturières
dell
'
altro
secolo
;
il
baritono
?
una
tromba
marina
coi
fiocchi
;
Musetta
il
trionfo
dell
'
insolenza
elegante
,
della
civetteria
e
del
buon
cuore
;
Colline
,
un
quattrocentoventi
filosofico
che
spazzava
ad
ogni
nota
i
fogli
dai
leggii
dell
'
orchestra
e
coi
suoi
lunghi
fiati
possenti
rovesciava
i
paraventi
e
faceva
dondolare
le
frangie
delle
poltrone
;
l
'
orchestra
poi
,
le
masse
corali
e
la
mise
en
scène
,
la
perfezione
assurda
.
Mai
non
s
'
era
udito
né
veduto
al
mondo
nulla
di
simile
.
Il
pubblico
filava
il
perfetto
amore
con
l
'
impresa
,
ma
l
'
impresa
,
da
femmina
,
cominciò
a
cambiare
le
carte
in
tavola
e
a
mutar
le
pedine
;
nella
compagnia
spuntarono
subito
i
pezzi
di
ricambio
,
gli
scenari
bellissimi
filarono
presto
in
America
con
i
vestiari
;
il
tenore
seguì
la
stessa
via
degli
scenari
,
il
direttore
d
'
orchestra
fuggì
con
la
moglie
d
'
un
ricco
negoziante
d
'
ombrelli
;
la
prima
donna
,
chiamata
telegraficamente
al
letto
di
morte
di
uno
dei
suoi
cento
padri
,
scomparve
senza
ritorno
;
il
baritono
per
uno
scivolone
avvenuto
appunto
nel
voler
cogliere
un
la
bemolle
che
non
c
'
è
scritto
passò
armi
e
bagagli
all
'
ospedale
;
Musetta
,
che
era
provvisoriamente
sua
moglie
,
ne
approfittò
per
scivolare
più
giú
;
il
basso
crepò
d
'
indigestione
;
orchestra
e
cori
furono
ingoiati
in
un
batter
d
'
occhio
dalle
leve
di
guerra
.
L
'
impresa
imperturbabile
ricorse
a
tutti
i
canili
del
regno
,
riempí
i
vuoti
e
sostituí
malamente
tutto
e
tutti
.
-
-
Non
rimase
più
altro
della
prima
recita
,
su
questa
zona
di
scambii
in
tumulto
che
il
gran
cappello
di
feltro
grigio
galleggiante
or
su
una
testa
ora
sull
'
altra
dei
diversi
Rodolfi
che
guaivano
per
turno
di
sera
in
sera
-
-
fin
che
l
'
ultimo
,
il
più
mingherlino
della
serie
,
fu
acciuffato
a
metà
della
romanza
dalle
guardie
,
e
schiaffato
in
carcere
per
diserzione
-
-
il
teatro
fu
chiuso
,
e
il
cappello
rimase
in
questura
appeso
a
un
chiodo
.
D
Un
altro
giorno
al
Costanzi
andò
in
scena
la
Butterfly
con
l
'
artista
Tamaki
Miura
,
una
vera
figlia
del
sole
di
levante
.
Dell
'
arte
giapponese
non
conoscevamo
sino
a
quel
giorno
che
alcuni
disegni
e
i
giunchi
delicati
dei
ginnasti
che
senza
prendere
la
rincorsa
spiccano
un
salto
leggero
e
sembrano
chiamati
dal
cielo
.
L
'
arte
impalpabile
dei
giapponesi
spazia
sospesa
come
un
profumo
ed
è
fatta
di
passaggi
segreti
e
impraticati
.
Arte
silenziosa
che
va
sempre
al
segno
,
anzi
lo
supera
occultamente
.
Le
frecce
volano
l
'
una
sulla
parabola
dell
'
altra
e
fan
dondolare
la
cima
di
un
fiore
:
ma
l
'
arciere
taciturno
porta
una
maschera
di
ferro
.
Impenetrabilità
di
quei
volti
!
L
'
anima
di
costoro
è
scesa
a
vivere
nelle
loro
membra
di
danzatori
e
di
lottatore
.
Mentre
noi
occidentali
pretendiamo
di
mirare
al
sodo
,
di
stare
al
positivo
e
come
San
Tommaso
vogliamo
toccare
tutto
con
mano
,
nella
puerile
illusione
di
acquistare
la
certezza
,
essi
non
toccano
mai
nulla
,
né
si
direbbe
che
abbiano
curiosità
o
sospetto
di
alcuna
cosa
:
tuttavia
sono
proprio
i
giapponesi
quelli
che
troveranno
il
pelo
nell
'
uovo
,
senza
rompere
'
il
guscio
.
E
se
un
giorno
vedremo
uno
dei
loro
camminare
sulle
acque
,
non
sarà
quello
un
miracolo
,
ma
l
'
ultimo
trionfo
di
una
tecnica
misteriosa
e
sublime
.
Stoicismo
e
impassibilità
sembrano
essere
la
loro
regola
.
Forse
la
morte
soltanto
può
strappare
a
costoro
un
singulto
.
Quando
cadranno
vinti
,
in
tuo
potere
e
vorrai
sollevare
i
veli
del
loro
segreto
eroico
,
chinandoti
a
scrutare
il
loro
volto
morente
,
tu
li
vedrai
,
questi
simulatori
già
volti
dal
letargo
ostentare
in
un
sorriso
accanito
la
loro
dentatura
animalesca
.
Ma
il
grido
gutturale
sfuggito
al
loro
petto
e
simile
a
quello
del
sordomuto
non
lo
potrai
dimenticare
mai
più
.
Calati
in
gran
numero
sul
teatro
come
avanguardie
del
pericolo
giallo
,
questi
figli
del
sole
suscitano
fra
il
nostro
pubblico
molta
curiosità
per
quella
loro
aria
appartata
di
jongleurs
in
vacanza
vestiti
provvisoriamente
all
'
europea
,
e
con
certi
tubini
neri
,
sotto
i
quali
sembrano
dormire
i
loro
occhi
di
pietra
tirati
col
filo
sulle
tempie
.
Come
loro
,
anche
noi
siamo
là
dentro
per
assistere
alla
recita
di
questa
straordinaria
Tamaki
Miura
.
Non
è
costei
una
delle
solite
prime
donne
ridondanti
,
esplicite
,
sbottonate
a
mezzo
il
petto
,
che
nel
trasporto
lirico
si
premono
il
cuore
a
due
mani
,
traboccano
e
dànno
lo
squillo
della
loro
voce
,
squassando
la
testa
come
campanelli
.
Questa
Butterfly
di
bruna
e
lucida
marca
giapponese
,
ha
gli
occhi
piantati
sulla
fronte
come
due
semi
di
mela
,
e
la
sua
bocca
sembra
fatta
per
stritolare
noci
e
strappare
la
corteccia
agli
alberi
.
Tamaki
Miura
,
risalendo
dalle
più
remote
origini
darwiniane
,
si
è
arrampicata
velocissima
fino
qui
alla
luce
delle
nostre
ribalte
.
Equivoca
,
perplessa
apparizione
su
una
scena
ormai
decaduta
e
deserta
.
Essa
ha
portato
con
sé
dall
'
oriente
estremo
e
mattiniero
,
certi
vestimenti
sfarzosi
e
delicati
entro
i
quali
si
muove
,
ondeggia
,
ravvolta
quietamente
,
come
un
pesce
nell
'
acqua
.
Si
muove
e
si
fa
trascinare
dal
flutto
sonoro
.
Le
sue
molli
e
biforcute
estremità
che
sembrano
lambire
il
fondo
di
un
golfo
marino
,
gonfiano
veli
di
sabbia
,
mentre
ella
s
'
ingolfa
e
canta
.
Gli
è
che
nel
cantare
Tamaki
Miura
danza
in
quel
suo
ritmo
obeso
e
inafferrabile
.
Non
è
a
dire
con
quanto
interesse
e
stupore
noi
studiamo
le
mosse
lente
e
mutevoli
di
questa
esotica
e
pingue
creatura
.
Con
un
tufo
a
nostra
volta
ci
immergiamo
per
gradi
nella
massa
liquida
della
musica
.
Palombari
impacciati
,
nello
scafandro
rimbalzando
adagio
e
rigirando
l
'
occhio
senz
'
anima
come
dei
grossi
mammiferi
tumefatti
,
cerchiamo
di
seguire
il
filo
pauroso
della
sua
voce
,
che
sgrana
volanti
colonne
di
bollicine
d
'
aria
e
giunge
a
noi
singolarmente
distinta
da
una
lontananza
antropologica
.
Fra
il
dondolio
monotono
,
l
'
altalena
e
gli
elastici
zig
zag
di
tutte
quelle
cose
lente
,
annegate
per
sempre
,
fugge
pasciuta
e
pigra
,
Tamaki
Nliura
,
né
mostra
darsi
pena
del
nostro
cauto
,
ostinato
inseguimento
;
anzi
,
quasi
per
gioco
,
sparisce
e
ricompare
,
preda
scintillante
e
alata
,
s
'
inoltra
fra
i
meandri
corallini
,
e
vuol
forse
condurci
a
rimorchio
,
presi
all
'
uncino
,
legati
alla
sua
voce
,
vuol
condurci
,
chissà
dove
,
a
Jokohama
?
Naiade
oleosa
e
pesante
,
piegasi
'
rovesciata
,
si
capovolge
piano
come
un
monumento
.
Con
un
grido
disperso
esala
la
rinchiusa
nostalgia
,
emerge
a
poco
a
poco
;
e
mentre
intorno
a
lei
stillano
,
tremuli
nell
'
aria
,
i
lacrimosi
rubini
del
suo
fuoco
subacqueo
,
fa
inchini
gravi
,
parlamentando
melodiosamente
fra
la
spuma
dei
violini
,
in
quel
suo
gergo
rinfrescato
e
fluttuante
che
sa
di
sale
e
di
vento
.
Ma
ecco
un
'
ombra
gigantesca
strisciare
sul
fondo
panoramico
del
mare
e
in
alto
,
controluce
,
farsi
innanzi
la
chiglia
buia
,
enorme
di
una
corazzata
americana
.
Come
a
una
gran
bordata
della
nave
,
corre
l
'
ondata
istrumentale
di
Giacomo
Puccini
,
sopra
Tamaki
,
la
ghermisce
,
la
copre
tutta
,
e
se
la
porta
via
.
Povera
Butterfly
,
ferita
,
sanguinante
,
inabissata
.
Affievoliscono
man
mano
i
suoi
lamenti
problematici
e
il
silenzio
di
quella
solitudine
ci
sembra
allora
più
che
mai
profondamente
vigilato
dalla
platea
supina
e
dal
proteso
loggione
.
Il
velario
si
chiude
-
-
la
recita
finisce
quasi
improvvisamente
.
Intorno
a
noi
il
pubblico
caduto
in
un
originale
dormiveglia
sembra
rimasticare
ancora
i
grumi
della
musica
.
Avvinti
al
fascino
postumo
di
questa
rappresentazione
,
ci
leviamo
a
fatica
e
avviamo
i
nostri
passi
verso
il
palcoscenico
decisi
ad
affrontare
l
'
artista
degli
antipodi
.
Traversiamo
la
scena
fra
gente
d
'
ogni
risma
che
grida
e
lavora
di
sgombero
,
e
raggiungiamo
il
camerino
della
prima
donna
.
Tamaki
Miura
è
là
,
seduta
dinanzi
alla
toilette
,
avvolta
in
un
kimono
verde
mare
,
intenta
a
strofinarsi
con
un
asciugamano
la
faccia
tonda
che
assume
una
espressione
chiusa
e
fonda
di
sonno
al
cloroformio
.
Mentre
le
annunciamo
il
nostro
nome
e
la
nostra
qualità
di
critici
inquirenti
i
suoi
occhi
si
aprono
ed
incontrano
nello
specchio
il
nostro
sguardo
chiaro
che
arde
di
curiosità
.
E
Nei
tempi
successivi
alla
guerra
lo
spirito
'
e
il
genio
di
razza
sostennero
le
battaglie
più
dure
e
disperate
.
Si
sarebbe
detto
che
la
vecchia
civiltà
d
'
Europa
non
si
trovasse
più
a
possedere
che
un
patrimonio
ingombrante
di
pregiudizii
e
uno
stock
di
formule
improvvisate
e
sterili
.
L
'
intelligenza
,
il
buon
gusto
e
il
buon
senso
eran
costretti
a
incassare
colpi
su
colpi
.
La
guerra
organizzò
il
disordine
in
tutti
i
paesi
;
da
noi
fu
come
una
bastonata
all
'
ultima
lucerna
che
illuminava
debolmente
la
nostra
vita
intellettuale
.
Rimanemmo
al
buio
.
Si
sa
che
dell
'
oscurità
approfittano
i
ladri
,
i
topi
e
tutti
quei
che
sentono
odor
di
formaggio
.
Fu
allora
che
buttati
sulla
terra
nuda
,
col
fucile
spianato
,
spiando
come
dei
comitagi
le
tenebre
,
noi
cominciammo
a
sparare
qua
e
là
,
su
coloro
che
alla
chetichella
cercavano
di
scavalcare
i
ranghi
.
Giacomo
Puccini
che
era
in
uno
dei
periodi
della
sua
laboriosa
inquietudine
si
mise
a
seguire
la
nostra
azione
con
benevolo
interesse
.
Anch
'
egli
,
sempre
insidiato
,
teneva
a
fatica
il
suo
posto
,
il
grande
posto
che
gli
compe
te
nella
storia
del
teatro
lirico
italiano
-
-
lo
si
accusava
di
non
esser
né
Wagner
né
Verdi
.
O
,
guarda
la
ipocrisia
degli
anonimi
.
Come
se
i
colossi
fossero
roba
di
tutti
i
giorni
,
e
una
montagna
dinanzi
alla
finestra
ci
volesse
ogni
mattina
,
per
far
piacere
a
chi
si
mette
al
davanzale
.
L
'
essere
italiani
costituisce
già
di
per
sé
una
fatica
non
indifferente
-
-
figurarsi
il
logorio
di
Puccini
che
italiano
lo
era
dieci
volte
.
Quando
si
tratta
di
spacciare
delle
sciocchezze
,
da
noi
,
tutti
si
fanno
avanti
generosamente
e
tutti
sono
splendidi
.
Parlando
di
Puccini
i
mangiatori
di
ipofosfiti
si
compromisero
sino
al
ridicolo
;
intorno
a
lui
le
più
stupide
leggende
circolarono
senza
firma
.
Ce
n
'
era
da
farlo
cader
malato
di
malinconia
.
Bisognò
che
morisse
e
che
i
birboni
si
tirassero
un
po
'
da
un
lato
,
per
rimettere
sensibilmente
in
equilibrio
la
bilancia
.
Egli
aveva
sacrosantamente
ragione
di
vivere
in
campagna
e
di
prendere
a
fucilate
le
anatre
di
Torre
del
Lago
.
Puccini
possedeva
quella
che
si
vuol
chiamare
la
tecnica
,
ma
non
ne
era
posseduto
.
Seguiva
con
attento
interesse
ogni
atteggiamento
nuovo
,
assorbiva
ogni
specie
di
novità
dell
'
arte
,
ma
nel
suo
sangue
agiva
il
contro
veleno
e
nella
sua
testa
funzionava
egregiamente
il
mangiafumo
.
Senza
agitarsi
,
egli
contemplava
,
dalla
sua
poltrona
,
la
grottesca
vicenda
delle
tenzoni
teoretiche
,
ben
sapendo
che
a
battersi
a
colpi
di
tecnica
non
si
conclude
un
'
acca
.
C
'
è
un
argomento
sfatato
,
un
ambiente
sciupato
,
un
luogo
comune
,
una
cifra
particolarmente
cara
ai
compositori
italiani
,
quella
del
fiorentinismo
medioevale
-
-
roba
da
inglesi
,
altrettanto
falsa
in
rapporto
a
Giotto
che
a
Paoli
il
trattore
.
-
-
Quasi
tutti
i
musicisti
hanno
tentato
il
colpo
,
e
partendo
dal
luogo
comune
sono
arrivati
puntualmente
allo
zero
.
-
-
Puccini
riprende
quella
cifra
abusata
e
ne
fa
un
capolavoro
.
Abbiamo
potuto
assistere
,
dieci
anni
fa
,
al
banchetto
che
si
diede
in
Roma
al
Grand
Hotel
in
onore
di
Puccini
dopo
il
trionfo
del
Gianni
Schicchi
.
Il
celebre
operista
sedeva
tra
due
uomini
di
stato
:
due
ministri
.
-
-
Si
mangiò
'
e
si
bevve
in
centocinquanta
con
il
naso
sopra
dei
bellissimi
cespi
di
rose
che
sembravano
essere
sbocciate
d
'
incanto
sulla
tovaglia
dinanzi
ad
ogni
commensale
.
Piatti
,
cucchiai
,
forchette
,
bicchieri
e
violini
facevano
insieme
una
musica
ordinata
e
dolce
nel
salone
riscaldato
del
Grand
Hotel
.
Ma
venne
l
'
ora
dei
discorsi
e
tutti
si
voltarono
attenti
come
al
passaggio
della
Cometa
.
Il
Ministro
della
Pubblica
Istruzione
posò
il
tovagliolo
,
si
levò
solennemente
,
cominciò
ad
allargare
le
frasi
con
un
gesto
avvocatesco
delle
braccia
;
ma
aveva
un
bel
tuonare
,
corrugato
:
ci
parve
che
in
vita
sua
l
'
omaccione
di
Governo
non
avesse
mai
ascoltato
una
nota
di
musica
;
il
suo
,
era
un
vero
parlare
arabo
.
La
squillante
voce
del
Ministro
della
Pubblica
Istruzione
arrestò
il
servizio
e
sconvolse
profondamente
il
capocameriere
.
Poi
si
fece
innanzi
un
cronista
borioso
e
ricciuto
come
il
re
dei
mori
che
finì
,
con
un
ottimismo
tutto
meridionale
,
per
concedere
a
Puccini
il
permesso
di
sedere
alla
stessa
tavola
insieme
a
ministri
e
a
giornalisti
come
lui
.
Non
si
era
ancora
chetato
il
cronista
quando
in
mezzo
alla
sala
si
precipitò
l
'
impresario
.
-
-
Apriti
cielo
;
che
strilli
,
che
sproloquio
,
che
storpiatura
!
-
-
La
lingua
cominciò
a
girargli
in
bocca
come
un
succhiello
che
stia
bucando
una
cassa
forte
;
si
accompagnava
nella
foga
del
dire
con
le
mani
,
agitandole
intorno
alla
propria
faccia
come
se
volesse
schiaffeggiarsi
,
così
furiosamente
,
ma
senza
decidersi
a
farlo
.
L
'
autore
di
Gianni
Schicchi
,
ascoltando
,
sembrava
in
preda
a
una
commozione
amara
-
-
pensava
forse
alla
propria
casa
,
al
proprio
lavoro
.
-
-
I
suoi
occhi
posati
con
malinconica
considerazione
sui
personaggi
incredibili
che
gli
stavano
intorno
,
parevano
dire
:
troppo
tardi
,
signori
.
-
-
Voi
volate
sempre
in
soccorso
del
vincitore
.
Oggi
gli
onori
che
l
'
Italia
rende
al
suo
genio
cominciano
ad
assumere
un
tono
alto
,
sincero
e
magnifico
.
-
-
Disgraziatamente
Puccini
che
fu
il
musicista
più
fortunato
dei
nostri
tempi
,
non
c
'
è
più
.
Sopra
le
ultime
pagine
della
sua
ultima
opera
il
cuore
di
Puccini
,
quel
cuore
tenero
e
virile
cominciò
a
rallentare
,
mentre
il
capo
del
caro
ed
alto
amico
ripiegava
su
di
un
lato
.
La
sua
commemorazione
fu
cosa
indimenticabile
.
Un
gran
colpo
di
timpano
fu
il
segnale
solenne
del
raccoglimento
.
Apparve
allora
sulla
scena
la
sua
effigie
.
Silenzio
.
Quel
volto
immobile
e
dolce
che
si
dissolveva
adagio
in
un
raggio
di
paradiso
sembrava
dire
ancora
una
volta
alla
platea
allibita
:
troppo
tardi
,
signori
.
XII
Commiato
L
'
Arte
è
sempre
in
regola
con
il
passato
e
tuttavia
in
perfetto
orario
con
l
'
avvenire
.
All
'
alba
del
dí
,
spinta
oltre
dal
suo
alacre
travaglio
di
esplorazione
essa
è
già
fuori
all
'
avanguardia
.
Dietro
di
lei
il
mondo
di
ieri
annaspa
nella
notte
,
decade
,
si
capovolge
e
scompare
maledicendo
agli
antipodi
.
Essendo
l
'
Arte
,
nel
suo
compito
fortunato
di
rinascere
e
di
rinnovarsi
,
cosa
febbrile
e
distruttiva
,
l
'
odio
,
il
sospetto
,
l
'
antipatia
,
il
biasimo
,
la
colgono
sulla
strada
,
e
tutto
vale
come
arma
d
'
offesa
per
la
razza
refrattaria
e
formicolante
che
s
'
informa
a
tentoni
e
blatera
nel
suo
buio
dormitorio
di
morale
e
di
salute
.
È
difficile
assai
di
fare
comprendere
a
questi
così
detti
benpensanti
che
,
per
esempio
,
si
può
essere
buoni
padri
di
famiglia
,
ma
l
'
arte
è
un
'
altra
cosa
.
Se
poi
ti
affanni
a
parlare
di
idee
nuove
,
di
forze
giovani
,
di
tendenze
moderne
,
vedrai
una
parte
,
la
più
rispettabile
del
pubblico
,
infischiarsene
,
in
un
modo
che
non
potrebbe
essere
più
fatale
,
e
l
'
altra
volgersi
appena
per
fiutarli
,
così
obliquamente
come
fa
la
vacca
quando
annusa
il
vitello
morto
.
VII
Niccolò
Paganini
Amò
le
donne
,
la
gloria
,
il
denaro
,
ma
il
suo
vero
amore
fu
soltanto
quello
per
il
suo
istrumento
.
«
Il
violino
che
ha
un
'
anima
che
pensa
»
.
Nei
primordi
della
sua
carriera
una
voce
a
Milano
lo
saluta
grande
pagliaccio
del
violino
«
quando
farà
meno
caricature
sul
suo
strumento
...
»
aggiungeva
il
critico
meneghino
.
In
quel
torno
di
tempo
Paganini
profittava
di
ogni
cadenza
per
imitar
sul
violino
le
voci
dell
'
asino
,
del
cane
e
del
gallo
,
la
voce
degli
uccelli
,
il
suono
delle
trombe
,
dei
corni
e
dei
tamburi
.
Fu
chiamato
«
giacobino
genovese
Paganini
»
e
accusato
di
non
avere
«
né
criterio
né
giudizio
musicale
»
.
Preda
,
ancor
giovane
,
di
terribili
mali
fisici
,
tormentato
dalla
necessità
,
e
da
continuo
desiderio
d
'
amore
,
inseguito
dalla
calunnia
,
romanticamente
insaziato
e
insaziabile
,
vero
figlio
del
tempo
in
cui
visse
,
Paganini
,
trascinò
,
si
può
dire
,
dietro
di
sé
tutto
un
secolo
,
e
il
romanticismo
nacque
proprio
da
lui
.
Vero
personaggio
di
Hoffmann
.
Schubert
dopo
averlo
ascoltato
scrisse
a
un
amico
:
«
ho
sentito
cantare
un
angelo
»
.
«
Bisogna
fortemente
sentire
per
far
sentire
»
,
diceva
questo
italiano
.
Istrione
,
alfiere
dell
'
imponderabile
.
Egli
voleva
soltanto
il
«
sicuro
»
effetto
sul
pubblico
.
Come
Tartini
scrisse
Il
trillo
del
diavolo
,
egli
scrisse
,
Le
streghe
.
Come
è
risaputo
Paganini
fu
anche
un
prodigioso
suonatore
di
chitarra
.
Per
due
lustri
dura
il
brillare
splendente
di
quest
'
uomo
cometa
sul
cielo
europeo
.
Poi
in
coda
a
tante
lotte
,
avventure
e
trionfi
,
la
sua
fine
segnò
nelle
onde
vermiglie
di
rivoluzioni
e
di
guerre
,
una
traccia
di
spietata
solitudine
.
E
caduto
che
fu
,
l
'
ostilità
umana
si
scatenò
sul
suo
corpo
di
gigante
immobile
.
Le
spoglie
di
Paganini
peregrinarono
accolte
in
deposito
e
cacciate
da
pietosi
asili
.
Una
odissea
funeraria
trascinava
qua
e
là
la
sua
cassa
.
È
noto
che
il
vescovo
di
Nizza
,
dove
Paganini
si
spense
,
negò
il
riposo
in
terra
benedetta
e
il
rito
ecclesiastico
alla
salma
,
essendo
egli
morto
,
non
ostante
le
esortazioni
del
parroco
,
senza
conforti
religiosi
.
Paganini
aveva
promesso
di
scrivere
su
di
un
'
ardesia
,
perché
afono
,
non
poteva
più
parlare
,
la
propria
«
confessione
»
.
Masi
ridusse
a
morte
repentina
,
senza
adempire
la
promessa
.
Dopo
lunga
e
crudele
peregrinazione
,
la
sfortunata
salma
del
grande
violinista
,
imbalsamata
conservata
col
metodo
tranchiniano
,
trovò
riparo
nella
Villa
di
Gaione
in
quel
di
Parma
.
Avendo
i
giudici
ecclesiastici
annullato
la
sentenza
del
vescovo
di
Nizza
.
Il
figlio
Achille
pensò
di
trasferire
le
spoglie
paterne
dalla
villa
stessa
,
al
cimitero
di
Parma
.
Un
testimone
oculare
,
tuttora
vivente
,
Abramo
Germoni
,
chierichetto
,
allora
,
di
Gaione
,
ha
narrato
che
il
funebre
corteo
,
sul
far
della
sera
(
era
l
'
autunno
,
pioveva
;
la
notte
era
caduta
innanzi
tempo
)
,
si
mosse
dalla
parrocchiale
preceduto
dal
Germoni
come
crocifero
,
e
dall
'
arciprete
Don
Pettenati
.
Alla
bara
si
avvicendavano
sedici
portatori
ai
quali
era
rischiarata
la
via
da
alcuni
lampioni
portatili
.
Percorrendo
l
'
argine
destro
del
torrente
Baganza
,
fra
lo
stupore
dei
rari
passanti
,
per
l
'
insolito
spettacolo
,
il
corteo
giunse
a
notte
fonda
dinanzi
ai
cancelli
aperti
della
«
Villetta
»
che
è
il
camposanto
parmense
.
Sovente
,
quand
'
ero
ancora
un
ragazzo
,
vedevo
sovente
,
a
Parma
,
il
Barone
Achille
Paganini
,
e
l
'
ho
anche
conosciuto
di
persona
;
un
signore
molto
vecchio
,
ma
robusto
e
dritto
nella
persona
-
-
gentiluomo
campagnolo
-
-
figura
appartata
e
singolare
,
e
andava
sempre
solo
.
Ma
nei
giorni
di
mercato
s
'
aggirava
vestito
all
'
inglese
,
fra
la
calca
degli
opulenti
villani
,
e
trafficanti
della
provincia
.
Egli
rassomigliava
fatidicamente
a
Niccolò
Paganini
,
d
'
una
rassomiglianza
intermittente
fugace
,
come
un
colpo
di
febbre
una
fiamma
gli
fissava
i
tratti
,
era
l
'
identità
-
-
poi
tutto
scompariva
in
un
baleno
-
-
e
mi
ricordo
d
'
averlo
osservato
in
quel
suo
atteggiamento
furtivo
,
muover
gesti
e
passi
perduti
,
mentre
le
sue
pupille
sfolgoravano
selvaggiamente
,
come
quelle
d
'
un
perseguitato
.
Era
suo
figlio
.
IX
..
Cremona
c
'
ero
stato
da
ragazzo
,
vale
a
dire
nel
secolo
scorso
.
Non
ho
ricordi
di
quel
viaggio
e
di
quella
visita
;
ma
so
d
'
un
desiderio
assurdo
che
mi
venne
fin
dall
'
arrivo
'
a
Cremona
:
avrei
voluto
esserci
nato
.
Troppo
tardi
,
non
è
vero
?
Sissignori
.
Pestavo
i
piedi
,
m
'
impuntavo
,
e
ne
chiedevo
ragione
con
gran
petulanza
al
mio
papà
che
mi
ci
aveva
portato
,
e
non
sapeva
rispondermi
-
-
insomma
la
gita
finí
in
una
arrabbiatura
.
Lui
mi
teneva
per
mano
e
non
gli
parlavo
più
,
e
non
guardavo
più
niente
.
E
qui
ecco
che
ritroviamo
le
traccie
del
mio
carattere
,
delizioso
e
insopportabile
.
Per
me
Cremona
vista
tra
il
corruccio
,
le
lagrime
e
il
rimpianto
di
non
esserci
nato
era
la
capitale
del
lattemiele
e
dei
cialdoni
.
Adesso
dopo
quarantacinque
anni
la
rivedo
e
la
riconosco
molte
opere
nuove
e
importanti
sono
cresciute
dentro
e
intorno
a
Cremona
,
molti
luoghi
sono
cambiati
,
tuttavia
il
suo
naturale
equilibrio
e
il
suo
tono
posato
è
sempre
quello
di
prima
.
Una
città
estremamente
ordinata
,
comoda
,
senza
difetti
.
Non
ci
manca
nulla
,
e
tutto
è
in
armonia
.
Belle
botteghe
,
palazzi
tranquilli
,
case
ricche
,
strade
pulite
,
buoni
alberghi
gente
buona
,
facce
contente
-
-
e
il
centro
,
dove
l
'
antico
,
illustre
,
e
il
moderno
ben
costruito
e
spazioso
,
si
toccano
tranquillamente
,
è
il
più
solido
e
caro
luogo
del
mondo
-
-
con
un
bel
giardino
pubblico
che
una
pioggia
dolce
bagna
,
fa
brillare
e
inzuppa
di
silenzio
.
Salvo
una
breve
parentesi
(
14991509
)
in
cui
la
città
appartenne
a
Venezia
,
Cremona
'
seguí
in
genere
le
sorti
di
Milano
-
-
sia
all
'
epoca
del
Risorgimento
come
in
quella
fascista
,
e
fu
un
ardente
focolaio
di
vita
politica
e
patriottica
.
In
ogni
tempo
fu
centro
di
studi
e
vi
furono
tenute
in
grande
onore
le
armi
e
tuttavia
è
città
noci
molto
nota
.
È
celebre
la
scuola
di
pittura
cremonese
dal
quindicesimo
e
sedicesimo
secolo
-
-
più
tardi
fu
la
patria
dei
celebri
liutai
Stradivari
,
Guarnieri
,
Amati
e
Bergonzi
e
dei
musicisti
Claudio
Monteverdi
,
e
Ponchielli
.
Direi
che
è
già
molto
per
una
città
di
provincia
.
Ma
non
basta
:
Giuseppe
Cesari
,
il
compianto
musicologo
e
critico
del
«
Corriere
della
Sera
»
,
mio
amico
e
collega
di
studi
musicali
al
Conservatorio
di
Monaco
di
Baviera
,
dal
quale
siamo
usciti
laureati
e
maestri
di
musica
ambedue
nello
stesso
giorno
,
era
anche
lui
di
Cremona
.
Nel
centro
di
Cremona
sorge
il
Torrazzo
,
o
torre
campanaria
,
meraviglia
e
simbolo
della
città
lombarda
.
È
un
superbo
campanile
gotico
.
Il
più
alto
d
'
Italia
.
Il
Torrazzo
ha
figliato
il
Torrone
,
squisito
mastice
commestibile
(
per
chi
ha
buoni
denti
)
conosciuto
in
tutto
il
mondo
civile
.
Ma
a
Cremona
c
'
è
anche
l
'
insuperabile
mostarda
,
denso
intruglio
di
frutta
cotta
e
di
senape
eccellente
durante
le
cene
d
'
inverno
con
il
cappone
o
il
tacchino
lesso
,
oppure
col
manzo
o
il
cotechino
.
Ne
van
pazzi
i
nonni
e
i
ragazzi
.
A
tavola
,
in
cucina
,
magari
,
la
mostarda
domestica
riscalda
la
bocca
,
le
budella
e
il
cervello
,
come
fa
l
'
alcool
.
Dà
dell
'
allegria
e
dello
slancio
familiare
a
questi
simposi
di
stretto
parentado
e
diffonde
per
tutto
l
'
essere
un
'
euforia
feerica
da
cenone
di
Natale
.
Com
'
è
uso
vecchio
e
tenace
di
tutte
le
piacevoli
città
della
bassa
:
Cremona
,
Piacenza
,
Parma
e
soprattutto
Mantova
,
che
son
piene
di
buone
cose
da
mangiare
,
e
hanno
il
culto
della
tavola
.
Dopo
,
viene
il
teatro
,
l
'
opera
e
il
Trovatore
di
Verdi
,
col
quale
la
mostarda
di
Cremona
ha
in
certa
maniera
molti
punti
di
contatto
lirico
.
Ed
eccoci
finalmente
arrivati
alla
musica
,
ragione
non
ostante
tutte
della
nostra
venuta
qui
.
«
Inaugurazione
solenne
del
nuovo
organo
,
e
concerto
nella
cattedrale
alla
presenza
di
S
.
M
.
la
Regina
Imperatrice
»
.
Imbandierata
fino
ai
tetti
,
lieta
e
calma
sotto
la
pioggia
,
con
tutta
la
popolazione
schierata
onestamente
lungo
la
strada
(
cittadini
e
campagnoli
che
volevano
vedere
la
Sovrana
)
,
Cremona
aveva
un
aspetto
festoso
,
composto
:
veramente
di
farsi
onore
.
Quando
la
macchina
della
Regina
spuntò
,
passò
un
fremito
su
tutta
la
folla
,
e
un
grido
corse
e
si
propagò
,
grido
della
folla
alla
folla
,
da
un
capo
all
'
altro
del
percorso
:
«
chiudete
gli
ombrelli
»
.
Era
come
dire
,
scopritevi
dinanzi
a
Elena
di
Savoia
,
e
aver
le
mani
libere
per
applaudire
.
L
'
automobile
reale
che
procedeva
a
passo
d
'
uomo
veniva
continuamente
circondata
,
le
donne
e
le
bambine
le
prime
,
in
un
impeto
d
'
amore
popolare
davvero
commovente
.
Guardie
di
città
e
militi
avevan
non
poco
da
fare
per
aprire
colle
buone
la
strada
alla
Regina
,
la
quale
dietro
il
cristallo
sorrideva
e
inchinava
gentilmente
il
capo
a
tutti
,
incontrando
gli
occhi
negli
occhi
,
la
fedeltà
incantata
e
gloriosa
delle
popolane
venute
a
ringraziarla
.
Accoglienze
e
risposta
così
felice
e
sincera
,
non
l
'
ho
vista
mai
invita
mia
.
Un
incontro
,
e
una
giornata
fu
questa
che
resterà
a
lungo
nella
memoria
di
questa
ritrosa
e
degnissima
città
.
Dopo
il
concerto
in
Chiesa
,
ebbe
luogo
la
chiusura
della
Mostra
,
che
credevo
Stradivariana
,
e
invece
era
quella
dell
'
Ottocento
,
promossa
dagli
antiquari
.
La
Mostra
Stradivariana
purtroppo
era
chiusa
da
un
pezzo
:
ero
venuto
apposta
a
Cremona
dove
non
c
'
era
più
neanche
un
violino
da
vedere
.
Tutti
gli
istrumenti
preziosi
avevano
preso
il
volo
.
Andai
al
Museo
dove
c
'
è
una
vetrina
con
gli
arnesi
della
bottega
di
Stradivari
.
Allora
cercai
qualche
altro
.
La
casa
di
Stradivari
era
stata
demolita
dal
tempo
dei
tempi
,
la
chiesa
dove
c
'
era
la
sua
tomba
anch
'
essa
era
scomparsa
,
e
demolita
era
pure
la
tomba
,
dalla
quale
nel
momento
di
scoperchiarla
venne
alla
luce
in
tutto
soltanto
un
teschio
,
che
un
ladro
sconosciuto
afferrò
e
scappò
via
,
né
venne
più
rintracciato
.
Strano
destino
di
quest
'
uomo
leggendario
del
quale
ormai
si
sa
soltanto
che
aveva
un
gran
naso
:
pare
di
sì
,
un
gran
naso
.
X
..
Il
Melodramma
italiano
è
un
'
opera
d
'
arte
tutta
speciale
,
costruita
sul
ciglio
d
'
un
abisso
di
ridicolo
,
ci
si
sostiene
a
forza
di
genio
.
Da
un
secolo
,
questo
equilibrio
prodigioso
si
verifica
.
È
qualcosa
come
del
combustibile
:
s
'
accende
per
confricazione
fra
ribalta
e
platea
,
fra
un
tenore
e
il
loggione
.
D
'
effetto
vivo
ed
immediato
il
Melodramma
è
fatto
di
quella
musica
che
si
chiama
da
Stendhal
fino
ai
nostri
giorni
la
musica
fisica
:
categoria
nella
quale
primeggiano
Rossini
,
Donizetti
e
Verdi
.
In
un
certo
senso
e
durante
un
certo
periodo
,
per
un
popolo
come
il
nostro
il
Melodramma
è
stato
per
così
dire
la
«
Macchina
infernale
»
.
I
piccoli
teatri
di
una
volta
eran
se
si
può
dire
delle
rosticcerie
del
sentimento
pubblico
.
Un
podio
da
saltimbanchi
,
quattro
lumi
a
petrolio
,
e
qualche
testa
da
morto
bastavano
all
'
uopo
.
Fra
il
pubblico
e
gli
artisti
in
un
lampo
s
'
avverava
il
contatto
:
ed
eran
gridi
,
abbracci
,
fischi
,
baci
e
coltellate
.
Oggi
il
Melodramma
vive
i
suoi
tardi
giorni
,
pieno
d
'
acciacchi
-
-
ma
vive
ancora
:
crudo
,
concreto
,
atavico
-
-
così
com
'
è
,
e
come
è
sempre
stato
.
Sarà
certo
meno
antico
del
Colosseo
per
esempio
o
della
Torre
di
Pisa
,
ma
è
più
vecchio
,
infinitamente
più
vecchio
.
Dicono
,
il
Melodramma
sta
per
morire
tira
le
cuoia
tal
quale
Don
Chisciotte
.
La
macchina
infernale
non
funziona
più
:
non
dà
fuori
più
altro
che
orina
e
fetore
.
Nel
calore
dei
termosifoni
e
dei
ceri
che
bruciano
intorno
al
catafalco
del
Melodramma
,
crebbe
continuamente
e
aumenterà
l
'
ansia
funebre
e
l
'
attenzione
del
pubblico
.
Oggi
che
il
nostro
teatro
è
diventato
un
arsenale
da
rimpinzare
per
dar
corpulenza
allo
spettacolo
,
una
palestra
,
un
'
arena
,
un
«
cantiere
del
fare
e
disfare
»
.
Oggi
che
bisogna
gonfiare
le
gote
,
puntare
i
piedi
,
forzare
la
voce
,
in
mezzo
a
un
orribile
,
agitato
e
costoso
meccanismo
scenico
,
che
entra
in
campo
con
tutto
il
suo
legname
,
i
suoi
chiodi
,
le
sue
martellate
,
i
suoi
impianti
idraulici
,
i
suoi
ascensori
i
giganti
,
e
i
suoi
trabocchetti
che
fumano
a
nubi
di
acre
vapore
,
invadendo
di
starnuti
l
'
ambiente
.
Quest
'
opere
eran
scritte
con
una
verve
inimitabile
,
con
una
abilità
grandiosa
e
meticolosa
ad
un
tempo
-
-
i
punti
di
ricamo
,
le
pitture
,
i
colori
,
i
lustrini
preziosi
,
le
cadenze
fuori
uso
formavano
un
insieme
d
'
apparenze
straordinarie
e
irresistibili
-
-
i
vezzi
originali
del
Melodramma
fan
presto
a
diventare
vizi
abbominevoli
,
le
qualità
giovanili
a
diventar
difetti
.
«
Effetti
della
metempsicosi
»
che
fa
girare
il
mondo
,
vediamo
coi
nostri
occhi
il
rovescio
della
medaglia
.
L
'
opera
diventò
tutta
una
rete
d
'
inganni
e
di
disinganni
,
una
congerie
di
trucchi
-
-
l
'
ispirazione
innegabile
,
la
stessa
sincerità
si
misero
a
guardar
storto
,
e
ti
sembrò
sospetta
.
Erano
opere
che
ormai
facevan
paura
queste
dell
'
Ottocento
:
c
'
eran
delle
toppe
logore
e
delle
nudità
commoventi
.
Carne
ce
n
'
era
ancora
sotto
:
e
sangue
lento
che
tremava
di
morire
.
Si
tratta
di
coglier
l
'
opera
sull
'
ultimo
guizzo
vitale
e
di
scaldarla
col
fiato
.
Così
l
'
un
dopo
l
'
altro
caddero
i
melodrammi
del
glorioso
Ottocento
.
-
-
Non
tutti
però
-
-
anzi
alcuni
di
Verdi
rinacquero
come
l
'
araba
fenice
dalle
proprie
ceneri
.
XI
Trovatore
Così
in
questo
Trovatore
,
Eleonora
,
Manrico
,
Azucena
,
Il
conte
di
Luna
,
e
persino
Ferrando
(
il
basso
)
,
sono
i
sacripanti
immortali
di
un
palcoscenico
eterno
,
del
quale
Verdi
ha
gettato
le
basi
,
eretto
l
'
arco
,
e
acceso
le
luci
miracolose
,
d
'
un
gesto
solo
,
d
'
un
gesto
onnipotente
.
Nel
Trovatore
non
si
riesce
a
scoprire
la
molla
e
gli
ingranaggi
primi
del
movimento
sorprendentissimo
che
lo
anima
tutto
e
lo
fa
vibrare
come
un
battello
in
partenza
.
Ecco
dunque
che
cantare
,
qualunque
sia
la
parte
,
in
quest
'
opera
che
sta
in
bilico
sopra
un
abisso
,
è
cosa
pericolosa
,
anzi
quasi
altrettanto
mortale
come
il
gioco
della
«
corrida
»
.
Ci
vogliono
l
'
occhio
,
o
l
'
orecchio
,
la
sveltezza
,
il
fiato
,
e
il
coraggio
di
un
toreador
.
Chi
sbaglia
la
mira
d
'
un
pelo
,
crolla
sotto
le
cornate
del
pubblico
,
e
non
si
rialza
mai
più
.
Quando
Verdi
ha
per
le
mani
dei
soldati
o
degli
armigeri
soltanto
li
tratta
con
gran
conoscenza
del
loro
fiero
mestiere
,
e
ne
fa
degli
animosi
coristi
:
e
viceversa
,
che
è
quel
che
conta
.
Si
può
dire
che
attraverso
i
cori
soldateschi
delle
sue
opere
egli
abbia
contribuito
a
formare
,
ottant
'
anni
fa
,
il
giovane
esercito
italiano
,
in
quel
suo
caratteristico
aspetto
,
movimento
e
ardore
che
ancora
oggi
vale
.
Caserme
,
bivacchi
,
corpo
di
guardia
,
schieramento
,
sfilate
,
scaramucce
,
baldorie
e
battaglie
hanno
un
calore
popolaresco
,
un
piglio
,
un
tono
crudo
ma
cordiale
,
un
'
allegria
robusta
e
franca
,
e
una
naturalezza
generosa
e
poetica
particolarmente
nazionale
.
Densa
e
straordinaria
è
,
per
esempio
,
la
prima
scena
soldatesca
nell
'
opera
il
Trovatore
.
Dal
punto
di
vista
musicale
è
un
vero
primo
tempo
di
sinfonia
,
perfetto
:
d
'
un
risalto
e
colore
teatrale
,
strepitosi
e
bui
insieme
.
Il
Trovatore
si
fa
tutto
al
disopra
del
libretto
,
per
evaporazione
lirica
.
Il
canto
scavalca
il
testo
,
lo
espelle
,
lo
distrugge
:
la
musica
fa
il
dramma
da
sé
sola
.
La
vicenda
,
trae
tutta
la
sua
virulenza
dal
ritmo
,
e
non
si
può
raccontarla
,
o
spiegarla
per
mezzo
di
parole
,
mentre
si
capisce
in
un
lampo
attraverso
l
'
esecuzione
sonora
.
Il
barocco
libretto
non
è
che
l
'
elemento
occasionale
che
provoca
l
'
esplosione
,
e
dietro
quella
ricade
annientato
(
dispersione
confusa
di
rime
,
sillabe
e
balbettamenti
)
e
scompare
senza
traccia
per
sempre
.
Poi
,
quel
che
è
stato
è
stato
:
il
libretto
non
esiste
più
.
Ma
c
'
è
l
'
opera
viva
,
immortale
.
Quest
'
opera
è
divisa
con
magistrale
rigore
,
in
quadri
,
in
scene
,
in
atti
isolati
e
contrastanti
-
-
staccati
e
definiti
in
modo
irreparabile
-
-
ognuna
di
queste
parti
,
organismo
bloccato
,
fa
corpo
totale
,
ermeticamente
chiuso
in
suoni
,
voci
,
movimenti
e
portentosi
silenzi
.
Ogni
parte
del
Trovatore
è
un
quadro
senza
cornice
,
nella
sua
luce
di
rogo
,
o
di
luna
,
o
di
fucina
,
o
di
crepuscolo
,
o
di
prigione
.
Visione
fonda
improvvisa
,
e
d
'
una
evidenza
surreale
.
Opera
dove
tutto
è
diretto
alfine
immediato
dell
'
effetto
:
senza
preparazioni
,
preludi
,
introduzioni
,
interludi
senza
ricorsi
tematici
,
o
commenti
orchestrali
,
e
senza
rallentare
di
danze
,
o
indugi
,
e
diffusioni
di
coreografie
.
È
il
teatro
dei
suoni
in
atto
:
la
musica
piroetta
e
si
proietta
in
fatti
.
Fatti
sonori
:
d
'
una
intensità
e
interesse
che
colpisce
,
centra
e
sconvolge
ogni
ingenua
immaginazione
.
E
come
si
attacca
la
materia
amorosa
,
e
fa
presa
,
e
morde
tesa
,
e
feconda
.
Intermediari
,
cultori
,
dottori
dello
stile
,
contrappuntisti
,
storici
,
controllori
analisti
,
sprecan
tempo
e
fatica
su
quest
'
opera
che
non
si
lascia
legare
,
né
sta
ferma
sul
tavolo
anatomico
.
Col
Trovatore
la
scienza
non
fa
un
passo
avanti
,
anzi
ne
fa
uno
indietro
.
Qui
non
c
'
è
progresso
tecnico
,
né
novità
,
né
riforme
di
procedure
,
né
ricerche
,
né
conquiste
istruttive
.
La
fattura
è
più
che
normale
,
anzi
è
ovvia
addirittura
.
Qui
non
c
'
è
edificazione
studiata
,
ma
crepitio
di
genio
:
tanto
genio
che
grandina
.
Quest
'
opera
,
tutto
corallo
,
vien
su
dal
suo
tempo
improvvisa
come
una
emersione
vulcanica
.
È
un
fenomeno
caotico
ogni
volta
,
sotto
una
pioggia
di
fuoco
e
di
lapilli
.
Purtroppo
negli
ultimi
anni
le
esecuzioni
di
quest
'
opera
partecipano
dell
'
incertezza
generale
.
Forse
per
la
buona
musica
son
brutti
momenti
questi
,
non
basta
la
buona
volontà
.
Alla
domanda
:
-
-
Come
si
fa
il
Trovatore
?
Rispondiamo
:
-
-
Se
ne
è
perduto
la
ricetta
.
Tuttavia
,
l
'
altra
sera
,
al
Teatro
Reale
dell
'
Opera
,
il
Trovatore
prese
fuoco
e
saltò
,
come
un
barile
di
polvere
.
Tra
schianti
,
chiarori
abbaglianti
,
turgido
e
un
nugolo
di
scintille
.
Insomma
fu
una
recita
ben
riuscita
.
Il
pubblico
romano
non
ce
la
fece
a
resistere
-
-
fu
commosso
fino
all
'
entusiasmo
-
-
e
il
successo
avvenne
,
e
si
formò
metereologicamente
,
nel
cielo
del
teatro
,
come
un
temporale
,
e
scoppiò
molto
clamoroso
alla
fine
.
XII
Una
cronaca
che
fa
proprio
al
nostro
caso
Se
dovessimo
dar
la
stura
alla
nostra
meraviglia
,
e
alle
nostre
descrizioni
intorno
a
quest
'
opera
incomparabile
di
Verdi
,
dieci
pagine
non
basterebbero
.
Ma
saremo
brevi
:
Ecco
qua
:
la
Traviata
è
appena
cominciata
,
il
maestro
concertatore
dirige
,
per
così
dire
,
a
barchetta
,
scrutando
il
palcoscenico
,
da
vecchio
lupo
di
mare
che
voga
fuori
del
porto
:
lo
sguardo
sempre
addosso
ai
cantanti
più
celebri
,
cercando
di
scoprire
le
loro
orgogliose
intenzioni
.
Perché
son
proprio
i
più
celebri
quelli
che
potrebbero
fargli
qualche
scherzo
:
sarebbe
a
dire
,
per
esempio
,
che
potrebbero
saltare
a
piè
pari
mezza
battuta
,
o
uscir
di
tono
così
sensazionalmente
come
può
uscire
dai
gangheri
un
illustre
portone
.
Sulle
immacolate
tovaglie
,
fra
le
camelie
in
fiore
della
casa
di
Violetta
,
scintilla
il
Frascati
d
'
oro
.
A
tavola
tutti
.
Un
brindisi
.
Il
coro
si
mette
il
tovagliolo
,
impugna
il
bicchiere
vuoto
,
e
canta
:
«
Libiamo
libiamo
nei
lieti
calici
...
»
,
mentre
la
prima
donna
,
meravigliosamente
giovane
,
lavora
di
gorgheggi
,
spensierata
e
febbrile
peccatrice
sull
'
orlo
d
'
un
precipizio
.
«
Verdi
è
sempre
Verdi
»
,
sospira
una
dama
dietro
la
nostra
poltrona
.
«
Amen
»
,
rispondiamo
con
la
voce
bianca
d
'
un
chierico
che
serve
la
messa
,
guardando
contriti
il
teatro
riboccante
e
silenzioso
al
pari
d
'
una
chiesa
durante
la
sacra
funzione
.
La
gran
sala
,
fin
su
agli
ultimi
capitelli
,
appare
tutta
carica
di
volti
protesi
,
e
da
un
momento
all
'
altro
diresti
che
si
muove
e
si
mette
a
ruotare
come
un
'
immensa
girandola
,
travolta
in
una
voragine
d
'
ebbrezza
e
d
'
entusiasmo
,
striando
la
penombra
con
le
sue
sete
splendenti
,
le
sue
gemme
,
i
suoi
occhi
lucidi
,
i
suoi
sparati
intangibili
,
le
sue
lunghe
braccia
guantate
,
e
i
suoi
tenui
lampadari
lunari
a
ogni
balcone
.
L
'
attenzione
del
pubblico
è
incatenata
e
supina
,
e
son
rari
gli
istanti
in
cui
la
folla
ha
la
forza
di
liberarsi
dall
'
ammirazione
religiosa
per
tradurre
in
un
grido
la
propria
riconoscenza
.
Sì
,
Verdi
è
sempre
Verdi
.
Però
qui
,
niente
retorica
,
né
enfasi
,
né
trivialità
focosa
,
né
fervore
coreografico
:
qui
invece
frivolezza
profonda
,
vezzi
,
pungenti
melodie
,
banchieri
,
baccarat
,
risate
di
cristallo
,
biancheria
di
bucato
,
bel
mondo
,
buone
maniere
,
mal
sottile
,
amore
e
morte
.
Nella
Traviata
c
'
è
mischiato
il
magro
e
il
grasso
a
grandezza
naturale
.
E
l
'
ispirazione
che
regge
questo
miracoloso
equilibrio
è
la
più
sincera
,
la
più
nuda
,
la
più
elegante
e
ritrosa
che
ci
sia
.
Per
quel
che
riguarda
la
sua
consistenza
e
struttura
,
quest
'
opera
potrebbe
galleggiare
sull
'
acqua
,
come
Ofelia
.
Come
Ofelia
quest
'
opera
muore
d
'
amore
.
Ebbene
,
durante
la
recita
,
quando
il
successo
iperbolico
va
su
fin
alle
stelle
:
al
critico
non
resta
più
altro
da
fare
che
muover
le
sue
obiezioni
al
progresso
teatrale
,
alla
musica
d
'
avanguardia
,
all
'
arte
nuova
,
scientifica
e
senza
cuore
,
che
,
pur
essendo
recente
,
è
ormai
rimasta
l
'
ultima
,
in
coda
al
vecchio
repertorio
.
Sul
finire
del
dramma
,
un
clamore
altissimo
di
carnevale
batte
alla
porta
chiusa
della
dimora
dove
Violetta
si
spegne
oscuramente
;
in
uno
scorcio
fulmineo
intravedi
le
notturne
mense
imbandite
,
che
la
malinconia
minaccia
,
dai
tempi
di
Chopin
.
Quest
'
opera
è
un
capolavoro
,
modello
compiuto
e
perfetto
d
'
arte
e
di
sentimento
,
l
'
opera
più
italiana
che
ci
sia
.
Fatta
di
musica
viva
,
sempre
presente
e
connessa
alla
realtà
teatrale
di
ottant
'
anni
fa
.
I
suoi
canti
emergono
oggi
dal
pelago
concitato
e
inconcludente
della
produzione
moderna
,
più
teneri
e
commoventi
che
mai
.
Cadeva
il
sipario
sull
'
ultimo
accordo
dell
'
opera
,
e
ho
visto
coi
miei
propri
occhi
lacrimar
donne
,
vecchi
e
ragazze
,
e
i
professori
d
'
orchestra
levarsi
adagio
adagio
,
pallidi
,
trasognati
,
tenendo
il
loro
violino
come
si
tiene
un
ombrello
:
non
si
rendevano
conto
che
la
recita
era
finita
.
3
XIII
..
Benché
le
altre
arti
esistano
nel
presente
e
nel
futuro
,
direi
che
la
musica
è
piuttosto
impegnata
nel
passato
.
La
sua
potenza
evocativa
va
ben
lontano
da
noi
,
torna
indietro
,
ci
rapisce
,
e
noi
ne
siamo
trasportati
volta
per
volta
al
di
là
di
ogni
espressione
.
In
questo
senso
retroattivo
,
Verdi
è
il
musicista
per
eccellenza
.
Nessuno
è
più
popolare
,
più
sconvolgente
di
lui
.
L
'
intera
razza
umana
pende
dalle
corde
della
sua
chitarra
.
Il
suo
genio
si
rivela
senza
preamboli
.
Di
colpo
,
come
gli
sorge
dentro
.
E
nelle
sue
opere
c
'
è
musica
d
'
ogni
prezzo
,
d
'
ogni
misura
,
per
tutte
le
borse
e
per
tutti
i
livelli
sociali
.
Poi
,
verso
la
fine
dei
suoi
melodrammi
,
è
uno
schianto
:
la
commozione
spezza
i
cuori
di
pietra
,
e
le
lacrime
calde
piovono
dirottamente
.
Verdi
tira
avanti
senza
circonlocuzioni
.
Non
sa
di
etichetta
,
non
ha
il
mazzo
delle
chiavi
d
'
oro
,
non
ha
il
carnet
delle
formule
magiche
:
con
un
colpo
di
spalla
butta
giú
le
porte
,
calpesta
la
legge
,
i
divieti
e
,
in
cambio
,
appaga
l
'
istinto
.
I
suoi
difetti
e
le
sue
qualità
hanno
radici
profonde
nella
nostra
terra
.
Estirpare
i
primi
vuol
dire
distruggere
anche
le
seconde
.
Ma
quanta
consapevolezza
in
lui
.
Uditelo
.
«
Non
bisogna
esagerare
,
-
-
scriveva
Verdi
,
-
-
nella
smania
di
voler
ogni
cosa
perfetta
,
perché
si
corre
il
pericolo
di
compiere
ben
poco
o
di
non
compiere
nulla
.
La
natura
,
la
sincerità
di
un
maestro
si
rivela
mantenendo
pressoché
intatto
ciò
che
gli
è
uscito
spontaneamente
dal
cervello
,
molto
meglio
che
tormentando
instancabilmente
ciò
che
egli
ha
fatto
.
Anzi
,
nell
'
alternativa
di
cose
un
po
'
basse
con
altre
elevate
;
queste
s
'
avvantaggiano
di
più
nel
contrasto
.
Io
non
istento
a
credere
che
alcuni
poeti
abbiano
calcolato
su
simili
effetti
»
.
Così
,
serenamente
,
Verdi
riconosceva
che
la
sua
opera
resterà
per
sempre
incompiuta
.
Siamo
sulla
via
di
Sant
'
Agata
dove
«
Omnibus
»
ci
ha
mandato
in
pellegrinaggio
.
La
campagna
,
in
questa
stagione
,
è
disseminata
di
alberi
spogli
e
stecchiti
.
C
'
è
l
'
aria
dolce
delle
buone
e
brumose
giornate
d
'
inverno
.
Ecco
Sant
'
Agata
fra
la
nebbia
.
E
pioppi
molto
alti
che
van
su
nella
nebbia
,
e
salici
ossuti
che
annunziano
la
vicinanza
del
Po
.
Qua
e
là
,
nel
torpore
,
casolari
dai
vecchi
muri
porosi
.
Curiosa
sensazione
di
periferia
.
La
campagna
giace
,
per
così
dire
,
con
l
'
acqua
alla
gola
.
Dorme
quasi
affogata
.
Come
non
immaginare
Utrillo
,
alle
inferriate
del
manicomio
,
contemplare
questo
paesaggio
sparuto
e
malinconico
?
E
pensiamo
,
da
questi
luoghi
,
al
sacro
respiro
dei
corali
di
Verdi
,
alla
veemenza
dei
suoi
concertati
tradotti
in
disegni
larghi
,
esatti
,
al
realismo
e
alla
concretezza
di
questo
grande
uomo
.
Gli
insegnanti
del
Conservatorio
di
Milano
dissero
che
egli
non
aveva
attitudini
per
la
musica
,
e
che
non
possedeva
alcuna
abilità
.
Non
aveva
che
del
genio
.
Troppo
poco
per
dei
professori
e
dei
critici
.
Una
gran
buona
fede
patriottica
gonfia
,
gonfia
quei
suoi
corali
smisurati
e
provinciali
.
Busseto
.
Questi
grossi
paesi
,
o
piccole
città
,
han
dei
viali
,
dalla
stazione
all
'
abitato
,
che
non
finiscono
più
,
e
bisogna
farli
a
piedi
:
coi
piedi
nel
fango
dove
serpeggiano
e
guazzano
,
senza
cascare
,
dozzine
di
ciclisti
intabarrati
,
contadini
per
lo
più
,
col
naso
rosso
e
il
cappellaccio
sugli
occhi
.
È
un
giorno
festivo
,
e
nei
campi
non
si
lavora
.
Un
silenzio
diluito
vigila
a
mezz
'
aria
.
Sciami
di
uccellini
scivolano
giú
con
volo
incerto
,
ondeggiano
,
non
sapendo
dove
posarsi
,
e
si
cacciano
impauriti
fra
i
rami
di
qualche
alberello
senza
foglie
,
scomparendo
in
fila
come
un
ventaglio
che
si
chiude
.
Tutto
questo
scenario
in
dissoluzione
par
pieno
di
lividi
fantasmi
che
svaniscono
fra
densi
vapori
.
Lembi
cenciosi
di
nebbia
scendono
sino
a
lambire
le
siepi
.
Il
suolo
non
è
più
che
uno
specchio
rotto
,
nero
picchiettío
di
pozzanghere
e
di
rivoli
che
,
seguendo
il
pianeggiare
del
terreno
,
si
versano
gli
uni
negli
altri
.
Qui
c
'
è
posto
per
i
panoramici
corali
verdiani
,
dove
dondola
uguale
la
cadenza
del
buon
senso
del
nostro
biblico
Ottocento
.
Camminiamo
da
più
di
mezz
'
ora
verso
Sant
'
Agata
che
è
a
tre
chilometri
da
Busseto
.
Un
torrente
d
'
acqua
piovana
cola
fra
due
profondi
argini
erbosi
.
È
pieno
di
canne
selvatiche
e
forse
di
anatre
.
Qualche
cane
da
caccia
corre
,
col
muso
in
aria
e
la
coda
dritta
,
lungo
le
rive
,
verso
il
Po
che
deve
essere
colmo
a
straripare
con
questa
stagione
.
Il
piccolo
campanile
di
Sant
'
Agata
suona
allegramente
,
alla
rinfusa
:
è
un
concerto
argentino
nella
nebbia
del
cielo
tutto
ugualmente
madido
di
caligine
fino
all
'
orizzonte
.
Le
galline
strepitano
dai
pollai
,
squassando
le
ali
bagnate
.
Belle
galline
grasse
da
brodo
,
che
fan
conversazione
fra
di
loro
,
razzolando
imperiosamente
sulle
concimaie
.
Giungono
talvolta
,
al
nostro
orecchio
,
rotti
e
ovattati
discorsi
di
ciclisti
lontani
.
Poi
,
ad
un
certo
punto
,
ecco
suonare
una
grossa
campana
,
quella
di
Busseto
.
Quei
rintocchi
lenti
e
funebri
fan
venire
in
mente
il
«
miserere
»
del
Trovatore
.
Invece
,
è
proprio
mezzogiorno
in
punto
.
Molte
opere
di
Verdi
vennero
rappresentate
cinquant
'
anni
fa
per
l
'
ultima
volta
.
Non
caddero
,
ma
furono
abbandonate
.
E
non
se
ne
parlò
più
.
Non
vennero
sepolte
,
ché
non
erano
morte
definitivamente
,
né
vive
sembravano
più
essere
.
Rimasero
fuori
rotta
,
in
quarantena
.
Chiuse
,
aspettando
.
E
il
tempo
non
le
ingoiò
.
Luisa
Miller
,
I
due
Foscari
,
Macbeth
,
Nabucco
...
Erano
ricche
,
nobili
e
salde
,
nutrite
di
quella
vena
inesauribile
e
popolaresca
che
distingue
il
miglior
Verdi
e
durarono
più
della
loro
condanna
.
Armate
di
ferro
e
d
'
argento
,
con
tutte
le
vele
spiegate
,
sonanti
come
tante
navi
in
partenza
,
queste
opere
bussetane
e
genovesi
rientrano
,
una
dopo
l
'
altra
,
sontuosamente
in
servizio
,
dopo
cinquant
'
anni
d
'
inedia
,
che
non
le
distrussero
né
le
accasciarono
.
Non
fu
necessario
ritirarle
a
secco
per
le
riparazioni
d
'
uso
.
Non
presentavano
avarie
o
deterioramenti
,
né
di
fuori
né
di
dentro
:
erano
intatte
.
E
più
che
nuove
,
apparvero
.
Rafforzate
dalla
stagionatura
,
e
in
istato
di
riprendere
il
mare
;
passando
in
bilico
perfetto
,
e
galleggiando
valide
,
maestose
e
dolci
dinanzi
agli
occhi
stupiti
del
mondo
,
del
mondo
moderno
.
Questa
fenomenale
attualità
e
questo
adattamento
ad
ogni
tempo
e
luogo
della
musica
di
Verdi
,
mi
ricorda
un
episodio
lontano
della
mia
vita
a
Londra
.
Ero
arrivato
lassú
con
una
giornata
come
questa
,
brumosa
,
silenziosa
,
invernale
.
Il
tassi
mi
aveva
deposto
in
uno
square
deserto
e
buio
.
Eran
le
otto
di
sera
.
Cercavo
un
albergo
nei
pressi
,
e
non
si
vedeva
niente
.
Tutto
chiuso
.
Sabato
festivo
.
Queste
son
le
ore
terribili
per
chi
rimane
sul
lastrico
,
a
Londra
.
Sono
le
ore
dei
pasti
.
Si
subisce
la
regola
.
La
legge
dei
focolari
non
s
'
infrange
in
questa
città
ordinata
:
chi
è
dentro
è
dentro
,
e
chi
è
fuori
ci
resta
.
La
strada
londinese
in
cui
mi
trovo
,
vapora
e
fumiga
come
una
concimaia
.
La
nebbia
sale
,
turbina
lentamente
,
si
addensa
e
vela
i
lampioni
.
La
nebbia
infradicia
tutto
.
Le
fiammelle
han
guizzi
di
agonia
,
e
i
vetri
si
bagnano
man
mano
:
si
bagnano
di
pianto
.
La
strada
diventa
un
teatro
,
un
teatro
sprangato
,
sommerso
,
fra
apparizioni
natanti
e
dissolvenze
feeriche
.
Ogni
formasi
stacca
,
naviga
senza
peso
,
sparisce
.
Non
ci
sono
più
case
,
non
ci
son
più
muraglie
,
né
cancelli
,
né
cielo
.
Dall
'
alto
,
qualche
raggio
di
luce
polverosa
cola
giú
serpeggiando
come
il
gesso
,
in
questa
cupa
marea
caliginosa
.
A
un
tratto
,
tutta
la
zona
echeggia
.
C
'
è
una
voce
:
umana
o
divina
?
C
'
è
un
'
arpa
,
nella
nebbia
;
lo
spleen
,
la
nostalgia
dell
'
ultima
canzone
della
Traviata
di
Verdi
.
La
voce
è
d
'
una
donna
,
d
'
un
ragazzo
o
d
'
una
sirena
;
ma
così
forte
,
giovane
,
disperata
,
in
questa
colossale
solitudine
,
che
mi
domando
:
è
un
concerto
o
un
naufragio
?
Sono
lí
a
due
passi
i
musici
ambulanti
,
italiani
.
Potrei
quasi
toccarli
,
ma
non
scorgo
,
aguzzando
lo
sguardo
,
che
una
rorida
parvenza
che
ondeggia
e
sfuma
,
argentea
,
piramidale
,
forse
l
'
arpa
.
È
ancora
il
lembo
di
un
povero
scialle
di
lana
.
Spettri
,
fantasmi
,
sull
'
orlo
del
marciapiede
.
La
strada
,
tutta
impregnata
di
miasmi
,
da
un
capo
all
'
altro
trasecola
,
riecheggia
,
e
tace
a
lungo
.
Intanto
qualche
spiraglio
si
schiude
,
lassú
,
dove
son
gli
abbaini
:
ombre
bianche
s
'
affacciano
:
fatue
movenze
.
Dal
cielo
invisibile
piove
a
poco
a
poco
;
e
comincia
una
caduta
lenta
di
palanconi
.
Solennemente
,
come
in
un
incubo
che
s
'
allenta
,
tintinnano
sull
'
asfalto
le
monete
:
son
gli
angeli
delle
soffitte
,
le
cameriere
e
i
facchini
di
questi
hótels
di
lusso
che
buttano
,
senza
interruzione
,
i
loro
risparmi
ai
misteriosi
musici
della
strada
deserta
e
sommersa
.
Finalmente
siamo
a
Sant
'
Agata
,
davanti
alla
villa
di
Verdi
.
Traversiamo
un
ponticello
.
Ci
viene
aperto
un
cancello
.
Entriamo
in
un
cortile
,
e
un
cane
ci
fa
festa
.
La
custode
ci
introduce
nella
vecchia
casa
di
Verdi
,
dove
non
c
'
è
nessuno
,
dove
tutto
è
conservato
puntualmente
,
in
bell
'
ordine
,
e
spolverato
ogni
giorno
col
piumaccio
.
Ci
accorgiamo
subito
di
essere
in
una
casa
ancor
viva
e
abitabile
,
non
in
un
museo
.
Ecco
la
camera
da
letto
col
baldacchino
,
il
pianoforte
di
Verdi
,
la
sua
camicia
da
notte
,
i
bei
mobili
neri
.
La
rastrelliera
con
i
fucili
da
caccia
.
In
un
angolo
,
i
bastoni
d
'
un
gentiluomo
di
campagna
,
e
,
in
tutto
l
'
arredamento
,
non
c
'
è
nulla
che
ricordi
il
cattivo
gusto
dell
'
Ottocento
.
La
porta
aperta
sul
parco
ci
dà
un
senso
confuso
di
attesa
e
di
presenza
.
Tutto
questo
parco
ozioso
,
appisolato
nella
nebbia
,
è
quasi
più
alto
che
largo
,
sì
,
d
'
una
statura
altrettanto
incredibile
quanto
la
sua
vecchiaia
:
alberi
venerabili
e
giganteschi
dalla
scorza
rugosa
e
durissima
,
che
la
mano
stessa
di
Verdi
piantò
,
forse
cento
anni
fa
;
tortuosi
viali
coperti
di
foglie
bagnate
;
solitudine
signorile
,
una
forza
di
terra
antica
e
riservata
,
e
l
'
odor
grave
e
intatto
dell
'
autunno
immobile
intorno
alla
villa
del
Maestro
,
dove
tutto
respira
come
se
fosse
ieri
,
e
l
'
atmosfera
eterna
di
lavoro
e
di
pace
dell
'
artista
che
l
'
abitò
durante
cinquant
'
anni
.
Una
lunga
pipa
di
schiuma
,
in
un
astuccio
aperto
e
foderato
di
velluto
rosso
,
sta
sul
pianoforte
.
«
To
,
Verdi
fumava
,
era
un
fumatore
?
»
«
Oh
,
no
,
-
-
mi
dice
la
custode
.
-
-
Nella
sua
prima
giovinezza
Verdi
era
di
costituzione
molto
debole
.
Soffriva
di
mali
di
gola
,
e
non
fumava
che
qualche
trabuco
dolce
,
di
tanto
in
tanto
,
e
con
tutta
la
precauzione
»
.
«
più
tardi
,
la
sua
salute
migliorò
,
diventò
buonissima
;
e
nell
'
età
più
avanzata
,
Verdi
era
robustissimo
e
molto
resistente
al
lavoro
»
.
Il
suo
mestiere
di
compositore
,
insieme
a
quello
di
contadino
proprietario
,
le
lunghe
passeggiate
sulle
sue
terre
,
ch
'
egli
percorreva
sovente
a
piedi
e
qualche
volta
in
vettura
per
sorvegliare
i
lavori
,
gli
avevano
restituito
completamente
le
forze
del
corpo
e
dello
spirito
.
Verdi
non
ha
mai
avuto
una
decadenza
.
Fino
a
ottantasette
anni
godette
di
una
salute
straordinaria
.
«
L
'
ho
visto
vecchio
soltanto
sei
mesi
,
-
-
mi
dice
il
dottor
Carrara
Verdi
,
suo
nipote
,
-
-
cadde
giú
dopo
la
morte
di
Re
Umberto
.
Non
si
riconosceva
più
.
E
,
poco
dopo
,
morì
anche
lui
»
.
È
una
gran
fortuna
che
non
ci
sian
cimeli
,
né
alcuna
messa
in
scena
postuma
,
in
questa
bella
casa
.
Tutto
è
allo
stesso
posto
originale
,
di
dimora
semplice
e
tranquilla
che
funziona
.
Si
aspetta
quasi
che
il
padrone
rientri
dal
giardino
.
Ci
sembra
davvero
che
,
da
un
momento
all
'
altro
,
Egli
possa
rientrare
col
suo
gran
cappello
di
feltro
,
e
la
sua
figura
accigliata
e
benevola
.
Sulle
mensole
ci
son
due
statuette
di
bronzo
:
Manzoni
e
Vittorio
Emanuele
II
.
Alle
pareti
,
c
'
è
un
ritratto
di
Crispi
.
Sotto
campane
di
vetro
,
ci
sono
gustose
terrecotte
napoletane
.
«
Sono
tutte
cose
regalate
»
,
mi
dice
la
custode
sottovoce
.
Tutto
è
rimasto
tal
quale
dal
giorno
che
se
ne
andò
.
E
tutto
qui
lo
aspetta
,
anche
gli
alberi
nel
parco
.
E
cresce
un
po
'
l
'
inquietudine
come
se
,
dopo
trentasette
anni
della
sua
assenza
,
dovesse
ritornare
da
un
momento
all
'
altro
.
E
sulla
scrivania
,
c
'
è
un
cartoncino
sul
quale
Verdi
ha
scritto
con
una
calligrafia
senza
disinvoltura
.
«
Un
tedesco
che
sa
,
sa
troppo
.
Un
russo
che
sa
,
è
un
pericolo
»
.
I
Parigi
Parigi
,
superficie
lucente
ammantata
di
schiuma
e
di
bave
sanguigne
,
che
ruotano
leggere
intorno
a
tetri
monumenti
come
il
velo
febbrile
degli
stagni
intorno
ai
piloni
dei
ponti
.
Parigi
,
umida
nebbia
,
atmosfera
di
tisi
,
sotto
la
tua
carezza
le
negre
vagabonde
impallidiscono
e
van
pigliando
il
colore
del
cedro
affumicato
.
Eccitamento
,
estenuazione
,
delirio
.
I
gridi
disperati
delle
tue
vittime
sembrano
affievolire
sotto
il
tuo
cielo
sordo
.
Al
levarsi
del
tuo
giorno
malato
,
un
problema
s
'
affaccia
,
sempre
lo
stesso
problema
:
non
perdere
terreno
-
-
il
pane
da
guadagnare
,
la
gloria
da
difendere
-
-
e
tutto
da
ricominciare
.
Già
all
'
aurora
,
dietro
le
verande
dei
caffè
,
in
quelle
innumerevoli
gabbie
di
vetro
lavate
dalla
pioggia
,
mille
donne
sedute
davant
all
'
apéritif
bivaccano
aspettando
la
sera
.
Donne
calate
dalla
Normandia
,
dal
paese
di
Galles
,
dal
Perú
,
provenzali
,
spagnuole
,
donne
di
tutto
il
mondo
,
creature
che
sembrano
venir
giú
dal
cielo
all
'
ora
dell
'
Ave
Maria
,
sboccano
dalla
chiesa
della
Madeleine
e
scendono
come
un
fiume
inesauribile
i
grandi
boulevards
.
Tutte
riconoscibili
alla
divisa
dell
'
ordine
,
l
'
eleganza
,
esse
portano
,
a
guisa
d
'
armature
,
diademi
e
cinture
d
'
argento
.
Con
un
ritmo
sacro
,
incessanti
cortei
di
cortigiane
,
popolo
di
demoni
,
mandre
belluine
s
'
inoltrano
,
come
le
belve
spinte
dal
bisogno
,
a
invadere
la
strada
.
E
fluttuando
lentamente
,
sommergono
i
marciapiedi
.
Son
le
milizie
che
ogni
sera
conquistano
Parigi
,
sacerdotesse
dell
'
amore
che
cercano
inquietamente
negli
occhi
della
folla
che
arranca
contro
corrente
la
promessa
d
'
una
cena
eventuale
.
Sotto
torrenti
di
luce
un
pensiero
,
le
assilla
:
come
vivere
oggi
.
Parigi
è
l
'
oceano
umano
dove
ogni
certezza
va
a
picco
.
Nessuno
è
sicuro
di
sé
.
Ciascuno
dubita
,
ma
non
si
scopre
né
si
scoraggia
mai
.
Sempre
in
armi
;
al
lavoro
con
instancabile
lena
.
Ogni
esitazione
è
fatale
.
Leggerezza
e
noncuranza
fan
maschera
ai
volti
-
-
ostentata
malvagità
delle
parole
,
e
onore
sulla
punta
delle
spade
-
-
così
ciascuno
,
avido
e
guardingo
,
giuoca
il
suo
giuoco
,
da
un
'
alba
all
'
altra
sotto
pena
di
perdersi
nelle
ventiquattr
'
ore
,
di
veder
precipitare
il
proprio
nome
.
Il
ridicolo
e
la
fame
,
ecco
il
pericolo
.
Basta
un
gesto
infelice
,
un
malessere
,
una
confessione
;
e
però
con
quanta
arte
,
con
quanta
felina
destrezza
costoro
schivano
i
fulmini
dell
'
avversa
fortuna
.
In
questo
clima
che
demolisce
un
ercole
,
e
fa
ammuffire
l
'
aria
intorno
alle
lampade
ad
arco
,
in
questo
clima
che
conferisce
un
aspetto
livido
a
tante
facce
affrante
,
la
buona
educazione
e
la
vivacità
galante
son
di
prammatica
.
Fra
questo
popolo
sì
ragionevole
e
umano
ci
sono
degli
occhi
che
dardeggiano
come
quelli
dei
topi
appestati
.
In
questo
vivere
da
far
paura
ad
un
forzato
,
un
verminaio
innumerevole
si
affatica
da
mane
a
sera
.
E
la
fatica
diventa
veleno
e
il
veleno
odio
.
Miseria
,
angoscia
,
sangue
e
coraggio
sublime
,
van
su
alla
superficie
e
brillano
di
uno
splendore
sinistro
.
Allora
si
vedono
degli
individui
strani
ritirarsi
in
certi
grigi
casamenti
,
chiudersi
in
una
stanza
e
vivere
degli
anni
lontano
dalla
strada
e
dal
mondo
.
Fortificati
fra
uno
scrittoio
e
un
muro
,
tracciare
delle
linee
,
fare
dei
calcoli
,
ingiallire
come
l
'
avorio
,
e
perdere
i
peli
,
alimentarsi
di
chimica
e
di
caffè
,
e
scatenare
dai
loro
quaderni
aperti
,
rivoluzioni
,
cataclismi
oscuri
e
leggi
nuove
,
e
idee
che
durano
e
sfavillano
remote
come
le
stelle
su
questa
babilonia
immortale
,
dove
,
per
riparare
a
tanti
stomachí
sfondati
,
a
tante
teste
che
girano
la
cucina
s
'
è
fatta
delicata
,
squisita
,
omeopatica
.
Qui
si
succhiano
gli
ossicini
degli
uccelletti
marci
,
si
cavano
ingordamente
le
lumache
dal
guscio
e
si
finisce
la
cena
con
del
formaggio
fetido
.
Come
qui
si
lavora
,
e
con
quale
dispendio
di
forza
e
di
spiriti
!
Ognuno
sfrutta
se
stesso
al
massimo
grado
.
Si
trae
dalla
propria
salute
tutta
la
rendita
e
se
questa
non
basta
s
'
intacca
il
capitale
.
Si
rischia
all
'
occasione
anche
il
patibolo
.
Non
si
teme
che
il
vuoto
,
il
marasma
,
l
'
inedia
.
Superando
il
disgusto
e
la
nausea
si
avanza
a
marce
forzate
verso
la
morte
:
ebbene
,
eccola
una
grande
città
!
E
tutto
questo
immenso
lavoro
vien
fatto
per
creare
,
ogni
dí
,
la
modernità
,
per
ringiovanire
la
vita
,
per
reintegrare
le
illusioni
cadute
,
le
speranze
avvizzite
,
per
utilizzare
e
rendere
innocua
l
'
eternità
.
Apparenza
,
menzogna
e
fatuità
fan
da
scenario
,
sono
i
vessilli
eroici
di
tutti
questi
martiri
;
ma
nel
fondo
,
nel
fango
,
strenua
resistenza
,
sacrificio
stoico
,
dolore
e
grandezza
.
Mai
rinuncia
,
sconforto
,
diserzione
.
Sempre
avanti
,
a
denti
stretti
,
trattenendo
un
singulto
;
fischia
il
vento
attraverso
gli
anni
e
lacera
l
'
esistenza
;
sempre
di
corsa
verso
il
denaro
e
la
celebrità
.
Allora
si
capisce
come
questa
popolazione
non
sia
prolifica
,
si
capisce
l
'
isteria
,
le
crisi
politiche
,
la
ferocia
e
le
anomalie
di
questa
razza
raffinata
e
cagionevole
.
Parigi
sorge
invidiata
,
si
trasforma
da
un
'
ora
all
'
altra
,
crolla
di
volta
in
volta
e
tuttavia
cresce
sempre
,
e
ingrandisce
in
fretta
il
suo
raggio
.
Profondo
e
fragile
specchio
che
accoglie
la
luce
del
mondo
,
Parigi
sfida
il
tempo
:
e
poi
si
dice
che
il
tempo
si
vendica
di
quel
che
fu
compiuto
senza
di
lui
.
II
Moulin
Rouge
Sulle
insegne
luminose
di
Montmartre
turbina
un
impetuoso
nebbione
violetto
.
È
il
cielo
basso
di
Parigi
,
il
cielo
che
non
può
dormire
e
ha
le
palpebre
bruciate
di
fatica
.
Dal
boulevard
che
arde
come
una
fornace
vengono
su
buffate
d
'
incendio
,
e
clamori
assordanti
di
folla
.
Il
cielo
s
'
agita
fra
le
sue
coltri
di
nubi
.
Scintille
di
tizzoni
l
'
avvolgono
e
mettono
fuoco
al
suo
lenzuolo
.
Attaccato
ai
parafulmini
,
il
cielo
di
Parigi
si
sporge
di
tratto
in
tratto
sul
vuoto
e
fa
alla
strada
delle
grandi
smorfie
meteorologiche
.
I
lampi
di
magnesio
scuotono
e
fan
guizzare
i
vetri
:
le
leggende
réclame
volteggiano
infiammate
,
sembrano
vacillare
e
rianimarsi
al
vento
,
brulicano
come
vermi
lucenti
intorno
ai
cornicioni
delle
case
.
Qualche
vecchia
facciata
balza
innanzi
,
livida
,
e
vibra
per
un
attimo
come
metallo
fuso
.
Fra
i
bizzarri
edifici
chiamati
in
causa
così
bruscamente
da
un
proiettore
che
spalanca
il
suo
occhio
e
si
spegne
,
ce
n
'
è
uno
,
più
stravagante
degli
altri
,
color
sangue
di
bue
,
un
padiglione
che
fuma
e
frigge
,
come
una
rosticceria
,
avvolto
nel
fuoco
dei
bengala
.
Due
mulini
a
vento
presidiano
come
due
corpi
di
guardia
il
raggiante
portale
dove
la
gente
entra
come
da
noi
la
domenica
in
Chiesa
.
È
il
Moulin
Rouge
.
Il
Moulin
Rouge
apre
i
suoi
battenti
alle
tre
dopopranzo
.
I
nottambuli
accecati
dal
sole
,
con
un
salto
riparano
là
dentro
.
Nel
dancing
si
respira
ancora
l
'
aria
della
notte
.
Il
luogo
indefinito
annega
in
un
lucore
sulfureo
e
ferale
;
sembra
di
essere
alla
foce
d
'
un
fiume
nell
'
ora
del
tramonto
e
benché
manchino
i
pipistrelli
a
guazzare
fra
quei
vapori
palustri
,
due
mulini
olandesi
,
che
si
drizzan
là
in
fondo
,
bastan
a
darci
l
'
idea
d
'
un
paesaggio
disteso
.
Le
pale
,
incrostate
di
lampadine
rosse
,
continuano
a
girare
lentamente
e
,
moltiplicate
negli
specchi
,
che
sonnecchiano
nella
profonda
penombra
della
sala
,
han
l
'
aria
d
'
un
fuoco
artificiale
che
si
sgrana
e
piove
adagio
adagio
.
Quando
la
musica
attacca
,
il
dancing
si
riempie
come
una
piscina
.
I
danzatori
scendono
a
precipizio
le
scalette
di
quattro
o
cinque
gradini
e
si
buttano
tra
il
pubblico
che
balla
.
È
l
'
atto
di
chi
vuole
annegare
.
Stando
seduti
a
un
tavolo
si
può
contemplare
dall
'
alto
lo
spettacolo
.
Languide
coppie
,
flutti
amorosi
,
marosi
densi
di
schiuma
,
amplessi
,
cuori
spezzati
,
abbracciamenti
di
naufraghi
,
e
sorrisi
morenti
;
smarrite
figure
di
efebi
,
ricciuti
come
gli
agnelli
,
che
nuotano
appaiati
;
linfatiche
fanciulle
che
balbettano
in
quel
bagno
cocente
;
l
'
una
all
'
altra
allacciate
,
esse
si
chiudono
come
i
fiori
la
sera
in
una
stretta
che
non
si
allenta
più
.
Marinai
di
Toione
,
branchi
di
cortigiane
,
negri
della
Martinica
,
carbone
nella
farina
,
arrancano
in
schiere
fitte
.
Americani
del
sud
madidi
di
sudore
e
gente
d
'
ogni
razza
,
stranieri
che
han
perduto
il
nome
e
le
radici
,
galleggiano
inerti
e
colmano
di
procelloso
letargo
quest
'
ultimo
peno
boreale
.
I
riflettori
sembrano
frugare
in
quel
vivaio
mostruoso
che
fa
corpo
e
cammina
a
rilento
come
un
immenso
camaleonte
.
Le
ali
dei
mulini
rimuovono
e
sospingono
la
calca
.
Si
macina
davvero
là
dentro
,
si
macina
,
con
un
accanimento
pesante
,
sonnolento
.
I
suonatori
del
jazz
band
imitano
alla
lontana
gli
urli
di
un
'
orda
indiana
,
e
il
saxofono
a
solo
,
ripete
le
obiezioni
,
i
lagni
e
le
risate
d
'
un
ottentotto
che
soffre
il
solletico
.
Le
più
strane
vociferazioni
istrumentali
ripercosse
dalle
gole
dei
monti
s
'
estinguono
nelle
aperte
campagne
.
Fu
dopo
l
'
armistizio
che
capitai
la
prima
volta
in
questo
luogo
.
La
virtú
come
un
uccello
preso
al
vischio
,
batteva
le
ali
e
perdeva
le
penne
:
ma
,
come
erano
belle
le
giovani
donne
quel
giorno
;
e
nei
ballerini
,
quanta
eleganza
caduca
.
C
'
era
passata
la
guerra
,
la
febbre
spagnuola
,
poi
s
'
era
abbattuto
sul
Moulin
Rouge
il
fuoco
bianco
,
la
nevicata
leggera
e
diaccia
degli
stupefacenti
.
L
'
amore
al
suo
apogeo
s
'
era
gelato
là
dentro
.
Ti
pareva
vedere
le
grandi
ondate
impennarsi
,
frangersi
nell
'
angelico
tango
,
l
'
una
sull
'
altra
,
come
cristallo
.
Un
assideramento
,
un
'
angoscia
solenne
regnava
nella
sala
.
Colavano
tutti
con
una
acquiescenza
collettiva
verso
l
'
orlo
d
'
un
mondo
che
finisce
,
quei
danzatori
,
e
sembravano
poeti
,
condannati
a
morte
,
spoglie
di
preti
annegati
che
vanno
alla
deriva
.
Oh
,
quel
silenzio
di
tante
bocche
aperte
,
o
premute
contro
altre
bocche
!
Il
pallore
di
quelle
facce
che
volteggiano
abbagliate
e
cadono
nel
segno
di
zone
oscure
e
calde
!
Non
un
grido
che
rompesse
l
'
alta
veglia
.
Il
silenzio
di
quella
folla
bagnata
nella
luce
dolce
dei
fari
era
il
silenzio
eroico
di
una
ciurma
che
danza
su
un
battello
che
affonda
.
Oggi
la
mise
en
scène
è
la
stessa
,
e
a
dir
la
verità
tutti
gli
apparati
vieux
jeu
sono
a
posto
e
badano
a
funzionare
,
ma
la
clientela
è
cambiata
;
le
pale
girano
invano
cercando
di
riprendere
la
rotta
d
'
una
volta
,
i
tempi
sono
scarsi
e
il
Moulin
Rouge
non
è
più
il
mare
,
l
'
inferno
,
l
'
eternità
del
piacere
;
le
chimere
alate
che
accompagnavano
quel
viaggio
interminabile
sono
dileguate
.
Il
«
dopoguerra
»
è
finito
con
tutte
le
sue
prodigalità
e
i
suoi
vizi
;
eccola
quasi
sgombra
nel
riverbero
bieco
,
la
gran
sala
da
ballo
rossa
di
vergogna
e
di
luce
!
La
grandezza
,
lo
stoicismo
pauroso
di
quella
folla
che
un
impeto
di
distruzione
trasfigurava
,
tutto
è
scomparso
.
Adesso
si
vivacchia
là
dentro
.
Il
piccolo
ceto
trionfa
.
Gli
approcci
sono
cauti
,
i
contatti
prudenti
;
si
balla
per
fare
un
esercizio
igienico
.
Un
ordine
borghese
e
una
rigorosa
economia
presiedono
quei
festini
.
L
'
egoismo
inquadrato
nella
morale
fa
le
sue
evoluzioni
,
qui
dove
molti
anni
or
sono
era
in
voga
il
prodigioso
contorsionista
chiamato
le
desossé
,
qui
dove
faceva
furore
la
celebre
Golue
,
danzatrice
indecente
,
che
più
tardi
mise
su
una
baracca
e
fece
la
domatrice
di
leoni
.
Ormai
il
Moulin
Rouge
è
diventato
il
fondo
d
'
una
caverna
nuda
.
Il
genius
loci
è
scappato
con
tutto
il
suo
arsenale
di
cose
celesti
e
malefiche
;
perseguitato
dalla
polizia
,
ha
cambiato
quartiere
e
chissà
dove
nasconde
adesso
i
suoi
veleni
.
La
storia
di
questo
stabilimento
è
scritta
da
un
pittore
umorista
sui
muri
della
sala
,
pornografica
memoria
'
d
'
un
'
età
scandalosa
che
un
illustre
destino
illumina
grandiosamente
.
Un
furore
erotico
,
scatenamento
dei
sensi
,
si
sferrò
da
Montmartre
e
più
precisamente
dal
Moulin
Rouge
sul
mondo
.
I
più
bizzarri
spiriti
di
Parigi
son
ricordati
nell
'
album
di
questo
venerabile
bordello
.
La
sala
che
venne
rinnovata
pochi
anni
fa
era
più
ristretta
,
a
quei
tempi
,
era
l
'
epoca
del
chiaro
scuro
,
del
brio
all
'
italiana
,
e
i
veri
diamanti
,
le
gemme
,
e
gli
occhi
neri
di
quella
gioventú
guarivano
di
cupi
lampi
il
buio
delle
logge
.
La
spavalderia
francese
s
'
impegnava
,
come
in
una
mischia
,
nei
«
lancieri
»
che
allora
eran
di
moda
.
Ai
comandi
stentorei
d
'
un
direttore
di
«
quadriglia
»
gli
ampi
mantelli
scarlatti
degli
spahis
fluttuavano
,
e
gli
zuavi
dai
lunghi
baffi
a
punta
e
dal
pizzo
alla
Napoleone
III
avanzavano
a
scaglioni
tenendo
per
la
mano
le
loro
belle
dai
cappelli
di
paglia
.
Sciami
di
brillanti
ufficiali
dal
petto
coperto
di
medaglie
portavano
là
dentro
un
soffio
di
gloria
coloniale
.
Irresistibili
megere
,
tra
uno
sfolgorio
di
guerrieri
,
tiravan
su
le
gonne
e
si
abbandonavano
ai
parossismi
osceni
del
cancan
.
III
Montparnasse
Si
tratta
di
una
montagna
alta
pochi
metri
;
poniamo
che
siano
dieci
.
Dalla
Senna
si
risale
un
pendio
dolce
e
lunghissimo
.
Il
boulevard
Raspail
mena
su
insensibilmente
alla
città
delle
arti
.
Dal
piano
al
monte
Parnaso
.
A
Parigi
senza
immaginazione
non
c
'
è
realtà
e
le
più
esagerate
definizioni
hanno
in
questo
paese
una
naturalezza
indiscutibile
.
Benché
la
decantata
montagna
sia
poco
più
alta
d
'
un
primo
piano
dal
livello
medio
della
metropoli
,
la
sua
ariosa
groppa
non
è
lontana
dal
cielo
.
Le
nubi
e
le
stelle
si
mescolano
alla
gente
accampata
sul
dorso
tondo
e
interminabile
di
questa
planetaria
altura
.
Vivere
qui
vuol
dire
aver
tutta
Parigi
sotto
i
piedi
.
Qui
prima
che
in
ogni
altro
luogo
si
risveglia
la
vita
del
mondo
.
Montparnasse
è
l
'
avanguardia
che
entra
nel
futuro
.
Molti
anni
fa
Montparnasse
fu
il
rifugio
di
alcuni
imbrattatele
profughi
di
Montmartre
.
Discesi
furtivamente
da
un
versante
,
traversando
la
bassa
e
i
ponti
della
Senna
,
costoro
risalirono
l
'
altro
versante
.
Fu
un
atto
di
secessione
,
umile
e
silenzioso
ma
pieno
di
una
funebre
eloquenza
.
Allora
Montparnasse
era
un
villaggio
senza
lumi
,
un
sordido
nido
di
apaches
,
di
misantropi
,
di
anacoreti
e
di
beghíne
.
Fantasmi
s
'
aggiravano
nella
bruma
serale
.
Nei
giorni
di
sole
i
primi
pittori
esponevano
le
loro
croste
sul
trottoir
e
,
avvolti
nei
loro
mantelli
,
si
sedevano
a
lato
.
Col
coprifuoco
,
la
popolazione
era
già
tutta
a
letto
.
I
più
eleganti
nottambuli
cominciarono
allora
a
spingere
lassú
le
loro
pericolose
escursioni
.
Il
quartiere
aveva
il
suo
clima
Victorhughiano
,
e
le
sue
burrasche
di
montagna
.
Quasi
invisibile
nei
cieli
carichi
di
nuvolaglia
,
come
un
naviglio
rovesciato
,
quando
la
tempesta
è
passata
,
Montparnasse
riprendeva
al
mattino
il
suo
equibrio
in
una
atmosfera
abbuiata
.
Modigliani
venne
qui
dall
'
Italia
.
Fornito
di
speranze
e
di
quattrini
.
Arrivato
di
fresco
,
bianco
e
rosso
come
una
rosa
,
egli
era
un
giovane
in
gamba
che
si
tirava
dietro
un
bel
cane
di
lusso
.
Ma
si
buscò
il
mal
del
paese
:
la
pittura
.
Cominciò
a
menare
una
vita
grama
.
Il
zerbinotto
si
trasformò
in
un
leone
affranto
.
Basta
,
fu
il
solito
scherzo
.
Era
già
celebre
,
e
moriva
di
fame
.
Un
fremito
d
'
orrore
e
un
miserabile
intenerimento
circondarono
la
sua
fine
prematura
.
Oggi
i
suoi
quadri
valgon
cento
sterline
.
Un
congresso
perenne
dei
cinque
continenti
imperversa
quassú
.
Montparnasse
,
mercato
della
pittura
,
è
chiassoso
come
una
Borsa
Americana
.
Mercanti
,
espositori
,
negozianti
di
colori
,
modelli
,
critici
,
letterati
,
poeti
e
artisti
,
fabbricanti
di
cornici
,
consiglieri
ed
amici
fanno
una
popolazione
di
centomila
persone
.
Secondo
l
'
ultimo
censimento
i
pittori
son
trentamila
,
di
cui
tremila
giapponesi
.
La
pittura
è
la
legge
che
regge
il
circondario
.
Picasso
,
Giorgio
de
Chirico
,
Derain
,
Braque
,
Fujita
son
gli
dei
sull
'
altare
.
Ma
tutto
cambia
:
nella
stagione
propizia
il
cielo
s
'
apre
e
ondeggia
come
un
ventaglio
,
e
l
'
angelo
dell
'
avvenire
sbuca
dall
'
alto
con
indicibile
fragore
.
Eccolo
volare
su
queste
straordinarie
terrazze
dei
caffè
di
Montparnasse
.
Le
mogli
dei
pittori
,
le
amiche
,
le
compagne
,
le
concubine
,
le
ammiratrici
anch
'
esse
e
le
maîtresses
si
mettono
a
dipingere
e
a
digiunare
entusiasticamente
;
e
all
'
impensata
i
successi
precipitano
su
qualche
testa
fortunata
.
E
molte
teste
le
senti
friggere
,
le
vedi
schizzar
sale
come
casseruole
sui
fornelli
,
ci
sono
delle
teste
bollenti
che
fischiano
,
traboccano
come
marmitte
e
dan
fuori
all
'
improvviso
le
più
portentose
invenzioni
.
Quello
che
gli
uni
sprecano
vien
raccolto
dagli
altri
;
anche
la
poesia
,
il
genio
.
Il
plagio
flagrante
arricchisce
i
poveri
di
spirito
.
Quei
che
cadde
risorge
per
bocca
degli
apostoli
.
La
scuola
libera
dei
caffè
e
degli
ateliers
,
fa
le
rivoluzioni
,
la
luce
e
le
scoperte
.
Qui
non
si
perde
nulla
,
né
un
gesto
,
né
un
'
idea
.
Anche
i
morti
ritornano
.
Donne
fatali
,
coi
gomiti
sul
tavolo
,
stan
mute
come
furie
a
guardare
.
Femmine
con
le
tempie
rosa
,
le
labbra
accese
di
minio
e
gli
occhi
neri
che
rîon
finiscono
più
,
fumano
e
sghignazzano
.
Altre
,
a
gambe
larghe
,
ingoiano
ostriche
,
apostrofano
senza
riserve
il
prossimo
,
e
poi
si
fan
chiamar
principesse
.
Montparnasse
,
periferica
regione
,
cosmopoli
di
artisti
.
A
sentir
loro
non
c
'
è
che
Montparnasse
,
strapaese
del
mondo
.
Qui
ci
sono
dei
tipi
,
venuti
dagli
antipodi
,
che
frequentano
,
dieci
anni
di
fila
,
sempre
lo
stesso
bar
,
e
non
han
mai
visto
Parigi
:
ci
son
profeti
e
fachiri
in
quarantena
;
s
'
allungano
i
loro
visi
a
forza
di
caffè
e
latte
,
ma
i
loro
discorsi
non
mutano
:
tavolozze
e
colori
.
Un
vecchio
e
tenace
abitué
del
caffè
della
Rotonde
,
col
mento
appoggiato
al
bastone
,
ascolta
costernato
le
ragioni
dell
'
uno
e
dell
'
altro
,
poi
guardandosi
intorno
prorompe
,
comincia
a
strillare
:
«
Ah
,
prima
di
morire
vorrei
pur
conoscere
anch
'
io
qualcuno
che
non
sia
pittore
!
»
L
'
arte
,
qui
si
rinnova
a
catena
.
Di
deduzione
in
deduzione
,
di
nome
in
nome
passa
la
corrente
.
Gli
uni
aiutano
gli
altri
:
è
una
collaborazione
accanita
e
tenace
che
fa
l
'
arte
francese
.
Ogni
tanto
un
anello
si
spezza
e
cade
.
Il
circolo
s
'
accorcia
e
si
stringe
.
Chi
è
perduto
se
ne
va
per
le
strade
,
si
affaccia
alla
porta
dei
caffè
come
un
'
ombra
.
Genio
morso
dalla
paralisi
;
straziante
agonia
!
Il
povero
raté
cammina
da
un
posto
all
'
altro
e
quasi
ti
sembra
di
vedere
il
sangue
spicciare
sul
suo
fianco
.
Quando
la
giornata
è
quasi
finita
,
quando
il
lavoro
è
cessato
,
e
i
bagliori
del
giorno
corrono
a
incrociarsi
un
'
ultima
volta
nell
'
aria
come
fasci
di
frecce
,
quando
il
cielo
si
copre
gradatamente
di
veli
e
di
silenzio
,
l
'
illustre
Babele
sembra
vacillare
sulle
sue
radici
,
dilatarsi
e
bere
tutto
il
lume
che
gronda
.
Dall
'
Avenue
de
l
'
Observatoire
fino
alla
gare
di
Montparnasse
l
'
immenso
quartiere
s
'
accende
pavesato
di
colori
e
di
fuochi
,
vuol
rompere
gli
ormeggi
e
sollevarsi
su
un
'
onda
di
clamori
gonfio
e
glorioso
,
come
una
gran
nave
che
salpa
.
IV
Jean
Lurçat
È
un
pittore
di
mia
scelta
.
Il
caso
me
lo
fece
conoscere
quand
'
egli
era
già
celebre
a
Parigi
.
Dinanzi
a
qualche
sua
tela
m
'
accorsi
che
una
improvvisa
e
vivace
parentela
mi
legava
a
lui
:
cominciavo
a
sentire
il
suono
dei
suoi
colori
.
Partiva
per
l
'
Egitto
per
due
mesi
.
Gli
chiesi
se
avrebbe
dipinto
molto
laggiú
.
Non
dipingerò
,
prenderò
soltanto
qualche
nota
,
rispose
Lurçat
,
mostrandomi
un
piccolo
quaderno
da
cinque
soldi
.
La
luce
del
sole
ti
mostra
un
lato
e
ti
nasconde
l
'
altro
che
la
luna
rischiara
.
Lo
stesso
paesaggio
,
a
seconda
del
lume
non
lo
riconosci
più
.
La
luce
piglia
mille
forme
:
la
spada
,
il
raggio
,
la
nebbia
,
il
punto
invetrato
,
il
bagliore
,
la
scarica
,
il
vapore
,
il
miraggio
,
il
riverbero
,
la
freccia
,
la
fascia
,
ecc
.
,
sempre
inganna
.
Sempre
ingiusta
e
parziale
,
complice
nella
frode
della
tenebra
,
la
luce
morta
e
sanguigna
cammina
nell
'
oscurità
e
provoca
l
'
incendio
.
È
una
miscela
che
cola
dalle
fessure
.
Batte
contro
il
muro
e
ripiega
.
Squadra
i
massi
che
le
ostruiscono
il
cammino
,
fa
l
'
angolo
e
ricade
più
in
là
come
un
mantello
fumante
.
La
luce
è
il
bene
e
il
male
,
la
luce
tradisce
i
fatti
che
stan
quatti
nell
'
ombra
.
Tutto
il
mondo
fu
creato
al
buio
e
dall
'
interno
.
La
luna
,
il
sole
,
vennero
appesi
clandestinamente
all
'
universo
come
quando
si
prepara
uno
spettacolo
.
E
perfino
le
stelle
,
l
'
acqua
,
i
fiori
,
tutto
venne
finito
alla
cieca
,
a
tastoni
nell
'
inerzia
spenta
d
'
un
'
eclisse
totale
.
Il
primo
razzo
sprizzò
dai
vulcani
.
La
luce
entrò
in
iscena
come
una
ballerina
sulle
cime
più
alte
dei
monti
:
e
tutti
gli
occhi
la
seguirono
impazziti
.
Poi
invase
il
cielo
e
scivolò
sul
mare
.
In
quel
punto
Qualcuno
si
copri
e
scomparve
,
come
il
macchinista
quando
s
'
alza
il
sipario
.
La
luce
è
la
strada
che
un
foro
nelle
persiane
ti
mostra
sul
soffitto
:
la
strada
che
si
muove
sulla
tua
testa
e
va
alla
rovescia
-
-
la
luce
è
la
negativa
fotografica
.
Quel
che
è
bianco
diventa
nero
-
-
e
viceversa
.
E
quella
elettrica
è
una
maschera
diabolica
:
sta
là
come
un
enigma
e
poi
d
'
un
tratto
si
spegne
.
È
sempre
lo
stesso
inganno
.
Il
cervello
ne
soffre
!
La
nostra
intelligenza
educata
a
quel
giuoco
diventò
come
quella
,
fece
le
stesse
manovre
,
e
ne
assunse
le
veci
.
Oramai
si
può
dipingere
con
l
'
intelligenza
,
che
non
è
soltanto
la
memoria
della
luce
,
ma
ne
è
la
rivale
.
Ecco
perché
Lurçat
non
pianta
il
cavalletto
nel
deserto
,
ma
torna
in
Francia
e
dipinge
la
notte
.
Crea
e
distrugge
,
non
tiene
mai
fede
la
luce
.
Si
sposta
,
fugge
codarda
come
un
profeta
che
abbandona
il
suo
popolo
.
Così
l
'
intelligenza
.
Anch
'
essa
prende
tutti
gli
aspetti
.
Penetra
e
si
ritrae
.
Il
pittore
si
guardi
dall
'
una
e
dall
'
altra
.
La
loro
velocità
turba
continuamente
le
sue
lunghe
esperienze
.
Sul
posto
illuminato
,
prontezza
,
abilità
non
servono
;
non
c
'
è
che
il
ricordo
che
un
sentimento
trattiene
,
quella
memoria
che
pesa
sui
nostri
destini
,
la
memoria
che
vale
.
Da
un
bisogno
di
esprimersi
per
dimenticare
tralucenti
figure
sorgono
e
si
svuotano
mollemente
nel
nulla
.
È
in
questo
modo
tacito
che
si
risolve
l
'
arte
ultima
di
Lurçat
.
Stan
là
i
suoi
disegni
con
la
fissità
di
una
proiezione
medianica
.
Sospesi
nel
vuoto
lasciato
da
un
mistero
svelato
,
allo
sbocco
di
uno
di
quegli
amori
inenarrabili
nei
quali
si
penetra
senza
paura
,
disperatamente
fin
che
ci
si
trova
dinanzi
a
un
muro
,
le
bocche
di
otto
fucili
dietro
la
schiena
,
e
la
grazia
arriva
appena
in
tempo
.
Allora
solamente
si
ha
il
diritto
di
dipingere
,
di
fare
della
musica
,
e
di
scrivere
in
versi
.
Se
no
è
meglio
tenersi
in
riserva
.
L
'
astinenza
è
al
sommo
dell
'
arte
.
I
suoi
disegni
sono
un
filo
caduto
sull
'
acqua
corrente
;
l
'
oblio
se
lo
porta
via
.
Rimembranza
,
sul
punto
di
snodarsi
ancora
riconoscibile
.
Sono
un
lungo
capello
di
donna
che
si
torce
nel
catino
.
Un
arabesco
,
un
geroglifico
,
una
scrittura
ampia
che
segna
l
'
itinerario
dell
'
umore
di
un
artista
.
Prospettive
che
hanno
un
livello
e
un
equilibrio
olimpico
.
Ci
si
vede
la
mano
abituata
a
disegnare
dopo
il
diluvio
le
nuove
carte
geografiche
:
spartizione
della
terra
e
delle
acque
.
Il
semplice
contorno
d
'
un
nudo
ti
sembra
un
continente
.
Figure
che
s
'
ingrandiscono
a
guardarle
,
pigliano
un
'
aria
di
antico
mistero
,
assorte
in
quella
lucidità
divina
che
precede
la
morte
.
Fluido
che
emana
dai
durissimi
pensieri
che
non
si
sciolgono
.
Apparizione
estremamente
labile
che
non
può
essere
veduta
,
scoperta
e
capita
che
una
sola
volta
;
una
volta
sola
prima
che
si
spezzi
.
Lurçat
è
capace
di
creare
col
semplice
ausilio
d
'
un
foglio
bianco
delle
grandi
distanze
tranquille
.
Passato
il
periodo
delle
contrazioni
,
dei
tormenti
del
fuoco
creativo
,
l
'
artista
lontano
,
quasi
assente
,
un
ritmo
largo
e
tranquillo
,
un
ritmo
d
'
ispirazione
postuma
fa
galleggiare
guida
e
conduce
oziosamente
queste
composizioni
piene
di
limpide
risonanze
.
Immagini
che
eran
rimaste
per
anni
impacchettate
nella
memoria
,
sfilano
dalla
matita
dell
'
artista
e
s
'
avviano
al
largo
;
veicolo
,
veicolo
progressivo
da
un
cartone
all
'
altro
.
Quel
che
vi
spinge
a
chiedere
se
non
c
'
è
là
sotto
una
storia
.
Non
saprei
quale
storia
-
-
mormora
Lurçat
-
-
e
pur
tuttavia
una
storia
ignorata
si
muove
occultamente
in
quei
lavori
:
la
storia
degli
anelli
di
fumo
che
fan
catena
senza
che
il
fumatore
pensieroso
ci
pensi
.
È
l
'
ispirazione
clandestina
che
distrattamente
sfugge
in
spirali
dal
comignolo
quando
il
fuoco
non
è
ancora
spento
.
La
sua
pittura
è
sobria
,
preziosa
,
circoscritta
da
un
esaltato
lirismo
,
aristocratica
,
chiara
e
nutrita
di
solitarie
arditezze
.
Nei
suoi
cieli
c
'
è
del
metallo
,
il
metallo
più
leggero
,
l
'
alluminio
.
Poi
i
suoi
volumi
sono
dei
pani
di
gesso
insozzati
di
rossetto
e
di
sangue
.
Alcuni
segnacci
neri
ci
sono
,
ma
son
rari
,
sguardi
di
corvo
,
spessi
e
crassi
come
le
tracce
d
'
un
sughero
bruciato
.
E
l
'
oscurità
c
'
è
,
ma
rosa
,
piuttosto
che
violetta
.
Mentre
le
ombre
portate
son
nere
come
l
'
Estate
.
V
Italia
e
Francia
L
'
italiana
è
una
lingua
sincera
e
poetica
,
ma
ritrosa
e
senza
praticità
.
Non
si
lascia
sfruttare
,
né
ridurre
in
briciole
.
Con
essa
non
si
fa
mercato
.
Senza
la
ritrosia
che
la
protegge
e
l
'
inceppa
la
nostra
lingua
avrebbe
raggiunto
il
Polo
e
l
'
Equatore
;
invece
l
'
italiana
,
la
lingua
più
bella
di
tutte
,
è
rimasta
quasi
sempre
tappata
in
casa
,
pudica
di
modi
e
di
costumi
.
E
nel
viver
ritirato
conservò
una
freschezza
coperta
e
intatta
,
come
una
monaca
in
clausura
.
Ci
vuole
un
cuore
filiale
,
mille
precauzioni
e
un
sentimento
fortissimo
per
smuovere
dal
buio
i
suoi
vocaboli
prodigiosi
,
per
trasportare
questa
lingua
timorosa
e
devota
di
qualche
passo
più
innanzi
,
in
modo
che
la
luce
del
mondo
cada
,
per
un
giorno
almeno
,
su
essa
.
Lieve
e
lungo
ha
il
respiro
,
e
nei
ricordi
,
la
lingua
nostra
,
trova
degli
accenti
da
sonnambula
che
durano
a
girare
nell
'
ombra
,
come
il
vento
in
un
pozzo
.
Schiva
,
e
incerta
nelle
sue
leggi
grammaticali
,
tarda
nella
compilazione
del
suo
dizionario
,
piena
di
amene
sentenze
proverbiali
,
la
lingua
italiana
si
esaurisce
subito
,
non
si
lascia
acchiappare
e
mettere
in
cattedra
.
Fugge
i
ragionamenti
,
cerca
la
melodia
.
Non
vuol
servire
,
non
vuole
obbedire
.
Umile
,
ma
tenace
,
essa
tende
a
dominare
il
pensiero
a
traverso
l
'
orecchio
.
Invece
la
lingua
francese
è
tutta
a
frasi
fatte
,
e
scorre
via
come
un
tapis
roulant
.
Ti
porta
dove
vuoi
.
In
città
,
in
campagna
.
Duttile
,
disinvolta
,
maneggevole
,
logica
,
e
animatissima
lingua
;
non
c
'
è
che
da
immergere
le
mani
nel
suo
sacco
per
cavarle
fosforescenti
di
spirito
.
Là
dentro
sembrano
fervere
tutti
i
tesori
illusorii
.
Le
sue
frasi
entrano
l
'
una
nell
'
altra
agevolmente
come
gli
anelli
di
una
catena
.
Ciascuno
può
variare
il
giunco
.
Parlando
,
o
scrivendo
,
il
francese
è
un
mercato
aperto
.
Mentre
,
in
italiano
,
per
comporla
,
una
pagina
,
ci
vuole
un
talismano
,
ci
vuole
la
cupa
passione
d
'
un
poeta
.
Se
no
la
nostra
lingua
si
sbarazza
crudelmente
dei
suoi
esploratori
.
Il
francese
è
tutto
sfumature
e
sfondi
.
La
nostra
lingua
invece
non
sembra
avere
che
una
dimensione
:
la
sua
superficie
nuda
.
Non
sembra
promettere
che
una
ricompensa
:
la
sua
consistenza
sonora
.
E
bisogna
riscaldarla
col
proprio
fiato
,
questo
candore
di
lingua
.
Il
suo
volto
uniforme
,
immoto
,
sembra
senza
rilievo
,
tanto
il
rilievo
è
cancellato
dagli
anni
;
e
le
cavità
sono
piene
di
polvere
.
Palpandola
come
un
cieco
,
soltanto
al
tatto
,
si
ritrovano
le
tracce
della
sua
bellezza
immortale
.
Ma
se
la
crosta
classica
si
rompe
,
un
sangue
caldo
scaturisce
e
ti
spruzza
-
-
il
linguaggio
popolare
altrettanto
rosso
quanto
è
bianca
quella
fronte
di
gesso
.
In
francese
ogni
parola
è
un
arnese
.
Il
francese
si
gonfia
,
si
moltiplica
,
ci
riempie
le
tasche
ed
í
cassetti
,
s
'
adatta
a
tutte
le
dimensioni
dell
'
intelligenza
.
È
come
il
colore
sulla
tavolozza
.
Col
francese
si
dipinge
,
si
fan
velature
,
si
avvolge
la
verità
,
il
nudo
e
i
suoi
difetti
.
La
lingua
italiana
quando
l
'
hai
fra
le
braccia
,
e
non
ti
scappa
,
ti
pare
,
fuor
di
senno
,
che
palpiti
offrendoti
il
fianco
,
invece
si
raffredda
da
capo
,
si
distende
e
non
si
muove
più
.
Ci
vuole
il
potere
magnetico
,
l
'
energia
d
'
un
Cagliostro
,
perché
la
lingua
italiana
si
levi
,
cammini
,
e
ti
segua
.
È
la
lingua
della
Sibilla
che
rifiuta
di
spiegarsi
.
-
-
Poche
parole
traversano
la
notte
dei
tempi
,
molte
parole
non
direbbero
nulla
.
Il
suo
antico
pudore
è
diventato
solennità
.
Nella
conversazione
perde
il
senso
e
si
spegne
.
Per
cavarne
un
suono
giusto
bisogna
che
la
nostra
fantasia
e
la
sua
originalità
si
tocchino
,
e
ci
vuole
il
più
amoroso
accorgimento
per
non
turbare
la
sua
trasparenza
di
sorgente
alla
quale
non
si
può
bere
che
a
fior
d
'
acqua
,
essendo
il
fondo
torbido
facile
a
salire
leggero
.
La
Francia
e
l
'
Italia
sono
due
modi
differenti
di
rappresentare
l
'
eternità
;
e
la
loro
vicinanza
è
un
capolavoro
del
tempo
.
Che
cosa
sarebbe
la
Francia
senza
l
'
Italia
al
suo
fianco
?
E
viceversa
.
I
due
colori
attigui
sulla
carta
d
'
Europa
dànno
un
accordo
portentoso
;
ma
non
potresti
dire
quale
è
quello
dei
due
,
che
fa
cantare
l
'
altro
.
Quale
preferire
fra
queste
due
sorelle
?
L
'
una
mobile
,
capricciosa
,
diversa
di
giorno
in
giorno
,
l
'
altra
,
dal
collo
taurino
,
ferma
come
una
statua
abituata
a
portare
sul
capo
il
peso
dei
secoli
.
Dinanzi
a
quello
scenario
della
Storia
che
è
il
Mediterraneo
,
l
'
Italia
e
la
Francia
seggono
vicine
,
come
due
sorelle
a
teatro
.
L
'
una
è
golosa
,
spiritata
,
inquietante
,
quasi
fastidiosa
,
per
civetteria
perde
in
pubblico
ogni
contegno
.
L
'
altra
modesta
e
nobile
,
s
'
offende
e
si
colora
di
fuoco
fino
al
bianco
degli
occhi
.
La
Francia
smania
,
soffre
il
solletico
,
per
farci
dispetto
tira
la
lingua
e
si
busca
qualche
gomitata
fra
le
costole
.
La
colpa
di
questi
litigi
è
tutta
delle
due
lingue
,
che
pur
somigliando
sono
sempre
discordi
.
Ci
vorrebbe
un
traduttore
intelligente
sino
alla
punta
dei
capelli
,
un
musicista
addirittura
,
per
creare
quell
'
armonia
che
manca
.
L
'
equivalente
non
si
trova
e
,
il
commercio
ne
soffre
.
Tu
gli
dai
un
cinghiale
,
egli
ti
restituisce
un
maiale
,
poi
ti
dà
lui
un
coniglio
e
tu
gli
rendi
una
lepre
.
E
sempre
lo
stesso
equivoco
,
fra
italiani
e
francesi
,
e
il
conto
non
torna
mai
.
Tuttavia
,
per
rappresaglia
,
dobbiamo
noi
cadere
in
ginocchio
dinanzi
agli
inventori
del
W.C.
?
Non
è
forse
la
nostra
burrascosa
convivenza
illustrata
da
fatti
chiari
e
gloriosi
?
Si
dice
che
della
moderna
civiltà
americana
non
rimarranno
che
mari
di
scatole
di
latta
.
L
'
impero
ottomano
non
ci
lasciò
che
piramidi
di
teschi
;
i
turchi
non
produssero
che
deserti
di
sabbia
.
La
Russia
non
è
più
che
uno
spaccio
di
disperazione
.
I
tedeschi
,
da
Wagner
,
a
traverso
Bruckner
,
Strauss
e
Reger
s
'
andarono
a
ficcare
nel
cemento
armato
,
e
lí
sono
rimasti
.
Dopo
la
guerra
mondiale
,
il
Tempo
se
vuol
ritrovare
la
compiacenza
e
l
'
orgoglio
d
'
esser
vecchio
e
immortale
deve
posare
il
piede
sulla
terra
latina
,
e
rientrare
nel
suo
mondo
cattolico
.
Spagna
,
Italia
e
Francia
lo
consoleranno
d
'
essere
eterno
.
L
'
Italia
che
da
Roma
in
poi
concede
a
questo
ospite
il
suo
silenzio
sacro
,
conservi
il
suo
atteggiamento
olimpico
.
Con
due
arance
al
posto
degli
occhi
,
simulacro
arcaico
squassato
dai
terremoti
,
l
'
Italia
riprende
la
sua
accecata
immobilità
d
'
avamposto
.
Il
deserto
è
vicino
.
Mentre
l
'
altra
sorella
,
velata
dalle
sue
piogge
,
esaltata
dai
venti
dell
'
Atlantico
,
sempre
nuova
di
umore
e
di
toilettes
,
in
un
cocchio
a
due
ruote
leggere
scarrozza
mollemente
.
La
sua
è
una
passeggiata
letteraria
;
poeti
,
scrittori
,
artisti
e
giornalisti
si
slanciano
alle
stanghe
e
le
fan
fare
il
giro
del
bosco
di
Boulogne
.
La
poesia
italiana
è
una
statua
posata
su
un
carrello
basso
e
grossolano
;
dalle
tozze
ruote
di
legno
,
simile
a
quelli
che
trasportano
i
blocchi
di
marmo
di
Carrara
.
Un
uomo
erculeo
tira
quel
carro
,
che
esce
al
sole
come
un
idolo
una
volta
ogni
cent
'
anni
.
Tutta
l
'
antica
ciociaria
prosternata
fa
ala
al
suo
passaggio
.
VI
L
'
Opéra
Eravamo
smemorati
del
tutto
e
ravvolti
in
una
perplessità
senza
causa
.
Pioveva
ancora
un
poco
,
a
tratti
.
Per
l
'
aria
c
'
era
una
sospensione
vaga
e
inquieta
come
per
la
presenza
nebulosa
e
immota
di
cose
disfatte
,
passate
.
Lo
spazio
,
pieno
di
caligine
,
sembrava
assordito
e
remoto
,
e
tra
gli
aspetti
tumultuosi
e
crudi
della
realtà
avresti
creduto
di
sentir
frusciar
via
quieto
,
assorto
,
il
panorama
di
una
vita
anteriore
.
E
pure
quella
era
l
'
ora
febbrile
e
clamorosa
delle
ultime
notizie
di
Parigi
.
Da
vicino
e
da
lontano
gli
strilloni
urlavano
come
demonii
scatenati
«
L
'
intransigeant
...
la
Ruhr
...
l
'
Armée
française
à
Coblenz
...
»
La
folla
si
muoveva
a
precipizio
con
quel
furore
francese
che
mescolato
alla
passione
politica
fa
di
certi
uomini
dei
fantocci
ridicoli
e
pericolosi
.
Fiumi
di
veicoli
enormi
e
d
'
ogni
specie
impazienti
circolavano
e
s
'
incrociavano
intorno
a
noi
,
scampanellando
senza
tregua
e
scaricando
a
bruciapelo
dalle
trombe
i
più
rauchi
e
mostruosi
avvertimenti
.
Nella
buca
ardente
della
ferrovia
sotterranea
si
gettavano
a
denti
stretti
torme
innumerevoli
di
pedoni
frettolosi
.
La
luce
elettrica
s
'
era
accesa
d
'
improvviso
sui
grandi
boulevards
e
sulla
lucida
Avenue
che
porta
al
Palais
Royal
.
Stavo
lí
su
due
piedi
fra
la
baraonda
dinanzi
all
'
edificio
dell
'
Opéra
.
La
gran
pignatta
costruita
dal
Garnier
e
circondata
di
statue
e
di
lampioni
malinconici
dominava
la
piazza
come
un
'
isola
fortificata
e
tenebrosa
.
In
alto
sul
frontone
del
famoso
e
diffamato
teatro
s
'
apriva
il
loggiato
pensile
che
illuminato
con
fuochi
di
bengala
svaporava
in
una
calda
tristezza
di
solitudine
.
Figure
incerte
e
femminee
s
'
affacciavano
all
'
aperto
,
si
sporgevano
nella
notte
,
si
muovevano
e
si
mescolavano
delicatamente
lassú
come
visioni
trepide
in
una
sede
sacra
ed
eccelsa
.
Trasecolando
guardavo
quel
presepio
aereo
.
La
baraonda
circostante
,
i
gridi
e
le
gomitate
mi
logoravano
i
nervi
mentre
quell
'
al
di
là
mi
invitava
col
suo
ineffabile
richiamo
.
Detto
fatto
slanciatomi
in
uno
spazio
libero
fra
le
automobili
con
un
salto
mi
trovai
fra
lo
scialbore
dei
fanali
ottocenteschi
,
l
'
ombra
delle
colonne
.
Nel
vestibolo
maestoso
e
vacuo
ogni
accesso
è
presidiato
da
una
specie
di
tribunale
eretto
sul
quale
troneggiano
,
solenni
,
dei
signori
in
frack
e
sparato
bianco
,
rasati
sino
al
blu
,
che
inalberano
sulla
testa
dei
magnifici
cilindri
di
alta
forma
.
Sono
questi
,
pallidi
tipi
di
croupiers
che
sorvegliano
,
sbadigliando
con
un
sussiego
accigliato
e
taciturno
,
gli
ingressi
e
verificano
i
biglietti
di
quelli
che
entrano
.
Ci
par
d
'
essere
nella
più
solenne
e
deserta
Corte
d
'
Assisi
.
E
fin
qui
,
nessuna
eco
musicale
che
giunga
a
noi
,
nessun
presentimento
lirico
.
Una
estenuazione
scoraggiante
,
un
che
di
blasé
fluttua
e
s
'
allunga
pei
vasti
corridoi
silenziosi
,
rischiarati
pigramente
.
Qualche
persona
di
qualità
entra
ancora
,
con
domestica
lentezza
.
Sono
dei
ritardatarii
:
un
cenno
,
e
traversano
stanchi
questo
primo
monumentale
controllo
.
Lo
spettacolo
deve
essere
già
incominciato
da
un
pezzo
.
Ci
buttiamo
verso
il
celebre
scalone
,
facciamo
i
gradini
a
due
per
volta
correndo
sul
tappeto
che
ci
guida
sempre
più
in
alto
.
I
giri
e
rigiri
sono
interminabili
:
durante
l
'
ascensione
ci
vien
fatto
d
'
intravvedere
tra
gli
splendori
spalancati
dei
promenoirs
l
'
uniforme
di
parata
di
una
guardia
repubblicana
che
vigila
sui
beni
dello
Stato
;
costui
ci
rimette
paternamente
su
la
buona
strada
.
Finalmente
eccoci
,
col
cuore
in
gola
,
all
'
ultimo
piano
;
là
ci
colpiscono
l
'
orecchio
gli
scoppi
vaghi
degli
ottoni
soffocati
dalla
porta
chiusa
e
i
mormorii
indistinti
di
un
coro
che
sembra
sepolto
.
C
'
è
ancora
tempo
,
tra
il
muro
e
la
porta
,
di
sbagliare
indirizzo
;
per
fortuna
la
guardarobiera
del
loggione
ci
soccorre
e
ci
mette
dentro
con
un
sorriso
e
un
inchino
impercettibile
.
Nell
'
oscurità
d
'
una
grotta
sonora
popolata
da
silhouettes
protese
,
intente
e
lampeggianti
come
terrecotte
nel
riverbero
di
un
forno
,
una
piccola
poltrona
di
velluto
rosso
,
vuota
,
al
davanzale
,
ci
aspetta
;
e
siamo
a
posto
.
Una
spanna
più
su
del
nostro
capo
il
soffitto
cupo
,
enorme
,
s
'
allarga
e
s
'
allontana
oscuramente
.
La
recita
è
in
pieno
corso
.
La
sala
immensa
del
teatro
s
'
apre
tutta
sotto
i
nostri
piedi
come
un
abisso
semibuio
,
silenzioso
e
formicolante
;
annegata
in
un
rosso
amaro
che
i
lumi
radi
e
protetti
non
riescono
a
guastare
.
Contempliamo
,
da
questo
nido
di
piccioni
,
la
turbinosa
inerzia
di
quel
mondo
sontuosamente
prostrato
in
una
beatitudine
crepuscolare
.
Nella
veglia
accaldata
e
sonnolenta
l
'
orchestra
quasi
roca
rimescola
e
sciupa
dolcemente
i
suoi
timbri
.
Le
armonie
si
addensano
e
si
diffondono
trasfigurate
come
a
vespero
.
I
violoncelli
circolano
sommessi
e
chini
fra
i
fiati
declinanti
mentre
le
trombe
echeggiano
tristi
,
trionfali
e
lente
nella
lontananza
.
Nessuno
potrà
dire
l
'
insistente
turbamento
che
dà
la
musica
in
questo
luogo
memorabile
,
popolato
e
fastoso
.
Una
ricchezza
pesante
e
ravvolta
di
colori
indistinti
quieti
si
coagula
all
'
intorno
.
Forme
gelide
dai
riflessi
misteriosi
nella
torrida
semi
oscurità
guizzano
irretite
nel
vasto
sogno
musicale
,
come
mosche
iridescenti
e
innumerevoli
,
prese
in
una
immensa
tela
di
ragno
.
Un
lampadario
a
palloni
opachi
grosso
come
un
carroaisel
,
illumina
da
vicino
le
grevi
incrostazioni
dorate
e
la
fumosa
e
violenta
pittura
della
cupola
.
A
mezz
'
aria
lembi
di
luce
han
fremiti
velati
e
perlacei
di
neve
che
ondeggi
nel
tramonto
e
si
sciolga
.
Dal
respiro
profondo
di
quelle
tenebre
trasparenti
,
vive
con
un
rilievo
leggero
misterioso
e
aggraziato
una
folla
sospesa
e
senza
età
.
Nelle
loggie
riboccanti
di
alto
ceto
giacciono
in
atteggiamento
di
contrizione
gli
sparati
immacolati
,
le
décolletées
pallide
e
ambigue
,
i
Granii
lucidi
e
privilegiati
e
le
lunghe
braccia
guantate
;
fra
la
seta
e
le
gemme
affacciata
ai
davanzali
dei
balconi
la
folla
siede
quasi
prosternata
.
I
tenui
raggi
dei
lumi
scivolano
sulla
lunghe
spalle
azzurrine
,
sui
dorsi
polposi
e
lisci
,
echeggiando
sul
raso
e
sul
velluto
verde
cobalto
con
uno
splendore
stanco
,
dissonante
e
morbido
di
toni
.
Sul
'
fondo
indistinto
vigila
,
eretta
e
ossequíente
,
la
nera
galanteria
dei
cavalieri
francesi
.
Mentre
non
è
troppo
vecchio
questo
teatro
ha
un
aspetto
di
decrepitudine
esanime
incantevole
come
,
a
vederlo
ritornare
,
così
sterminato
,
un
tempo
che
fu
.
In
questa
cornice
il
pubblico
sembra
proprio
quello
di
cento
anni
fa
.
Certo
,
quassú
al
nostro
posto
devono
esser
venuti
a
covare
il
loro
odio
gli
anarchici
dell
'
epoca
di
Ravachol
e
di
Blanqui
,
i
romantici
alcoolizzati
,
i
bombardieri
feroci
e
tutto
quel
proletariato
verdiano
cupo
e
fedele
,
capace
nella
sua
passione
sacrosanta
di
minacciare
con
lettere
fregiate
di
teschi
e
di
pugnali
chi
osasse
toccare
l
'
idolo
del
loro
fanatismo
.
Il
sipario
venerabile
e
smorto
,
dipinto
a
larghe
pieghe
di
velluto
sanguigno
discende
silenziosamente
.
Nell
'
intervallo
molti
spettatori
leggono
il
libretto
.
Curiosa
usanza
quella
di
richiamare
il
pubblico
quando
la
recita
riprende
,
con
una
serie
di
colpi
lugubri
e
reiterati
come
se
dietro
il
sipario
inchiodassero
un
feretro
.
L
'
orchestra
è
già
di
nuovo
tutta
a
posto
disseminata
fra
i
lumi
verdi
dei
leggii
e
sembra
un
accampamento
di
scarabei
in
cravatta
bianca
;
la
lettura
ricomincia
svogliata
e
accademica
.
Le
poltrone
di
velluto
paonazzo
della
platea
montano
irruenti
come
squadroni
della
vecchia
guardia
lanciati
verso
un
'
altura
,
in
file
serrate
e
ondeggianti
.
Il
pubblico
è
così
folto
che
copre
le
architetture
e
sembra
piovere
giú
dalla
cupola
nel
fuoco
crollante
delle
cavità
più
oscure
e
disperate
.
La
parete
di
contro
sembra
un
'
apoteosi
al
suo
epilogo
che
s
'
inabissa
dissolvendosi
maestosamente
,
e
una
ascensione
infatuata
piena
d
'
un
lucore
agonizzante
.
Quella
sera
si
rappresentava
la
Kovancina
di
Moussorski
.
Quest
'
opera
fra
le
più
grandi
di
tutta
la
Russia
ci
rivelò
le
profondità
animate
,
intatte
,
delicate
e
brutali
dell
'
anima
musicale
slava
,
apparsa
improvvisamente
,
durante
questo
ultimo
mezzo
secolo
nell
'
agone
un
poco
routinier
del
nostro
teatro
lirico
.
La
verginità
monumentale
di
questa
musica
piena
di
emozione
primitiva
,
il
leggero
delirio
delle
melodie
,
e
i
ritmi
festosi
annunziano
,
con
un
risuonare
violento
e
disperso
,
l
'
avvento
della
Russia
nevosa
e
leggendaria
.
Il
paziente
e
solenne
dolore
,
l
'
ignavia
sbadigliante
e
l
'
indistruttibile
sperare
di
quel
popolo
grande
e
neghittoso
lampeggia
occultamente
in
orchestra
come
.
fuoco
sotto
una
distesa
dura
e
interminabile
di
ghiaccio
.
Dissipato
quel
brivido
vasto
,
puerile
,
quando
s
'
acqueta
l
'
ebbrezza
divina
e
precipitosa
l
'
ascoltatore
rimane
vuoto
di
parole
,
smemorato
e
sospeso
ai
limiti
di
quelle
melodiose
distese
,
pungenti
e
lontane
che
sfumano
poeticamente
.
Nella
storia
del
teatro
musicale
Moussorski
non
è
l
'
anello
di
una
catena
.
È
solo
.
Nessuno
lo
precede
,
nessuno
lo
segue
.
Appartenne
a
quella
scuola
che
si
formò
barometricamente
nel
grande
spazio
della
santa
Russia
,
come
una
nuvola
:
«
Glinka
,
Balakireff
,
Borodin
,
Liadoff
,
Rimski
Korsakoff
»
,
e
finalmente
«
Moussorski
»
,
che
scoppia
come
un
uragano
.
Lo
si
riconosce
al
suo
terribile
accento
,
alla
sua
larghezza
popolosa
e
senza
costruzione
,
alla
sua
implacabile
solennità
che
riposa
sul
numero
.
Si
può
dire
che
sulla
opera
di
Moussorski
come
sulle
terre
del
sacro
impero
non
tramonta
mai
il
sole
.
È
un
mondo
immerso
in
un
sublime
sgomento
.
Il
tempo
non
ha
presa
su
di
lui
.
In
Moussorski
c
'
è
grandezza
,
la
grossezza
omerica
.
Viene
avanti
.
A
ogni
battuta
ha
del
coraggio
,
della
forza
.
Non
una
parola
di
più
nel
suo
discorso
.
Una
mimica
enorme
,
una
profondità
,
una
magia
da
far
fremere
.
Egli
tira
a
sé
un
tappeto
infinito
.
Travolge
i
destini
di
un
popolo
.
Senza
tregua
-
-
patetico
,
formidabile
.
Vicino
a
lui
i
suoi
compagni
,
i
suoi
revisori
son
ben
meschini
.
Borodin
,
Glazunoff
e
Rimski
Korsakoff
il
quale
gli
corregge
le
partiture
d
'
orchestra
,
non
sono
che
dei
professori
,
degli
epigoni
,
che
scrivono
delle
sinfonie
,
dei
quartetti
e
nell
'
opera
fanno
del
folclore
.
Moussorski
,
tutto
istinto
,
non
scrisse
mai
una
fuga
.
La
sua
idea
era
la
Russia
.
E
per
la
Russia
scrisse
le
sue
opere
:
il
Boris
e
la
Kovancina
.
Infatti
Moussorski
possedeva
una
preparazione
tecnica
appena
rudimentale
,
egli
non
volle
mai
possedere
quella
che
si
chiama
l
'
abilità
del
mestiere
,
e
forse
non
poteva
.
Egli
sentiva
che
le
abitudini
dello
stile
acquisito
e
del
lavoro
metodico
pesano
sull
'
indipendenza
del
pensiero
musicale
e
intralciano
l
'
originalità
.
Orientato
decisamente
secondo
la
sua
vocazione
Moussorski
non
si
preoccupa
di
bellezza
pura
né
di
estetica
.
Borodin
racconta
che
un
giorno
Moussorski
cominciò
a
suonare
una
sinfonia
di
Schumann
,
arrivato
a
metà
smise
indispettito
e
chiuse
il
quaderno
:
«
Qui
cominciano
le
matematiche
musicali
»
,
esclamò
con
umore
.
Scriveva
poi
a
un
amico
:
«
Ditemi
perché
,
quando
ascolto
parlare
dei
giovani
artisti
,
pittori
e
scultori
,
io
posso
seguire
i
loro
pensieri
,
capire
le
loro
opinioni
,
il
loro
scopo
,
e
di
rado
mi
accade
di
sentirli
parlare
di
tecnica
,
mentre
,
al
contrario
,
quando
mi
trovo
con
dei
musicisti
,
quasi
non
odo
enunciare
una
idea
viva
,
essi
sembrano
sempre
seduti
sui
banchi
della
scuola
,
e
non
conoscono
che
tecnica
e
vocaboli
del
mestiere
.
L
'
arte
musicale
è
dunque
così
giovane
che
si
debba
studiarla
in
modo
puerile
?
»
Rimski
Korsakoff
che
ha
istrumentato
e
completato
la
Kovancina
dice
nelle
sue
Memorie
che
i
manoscritti
di
Moussorski
tradivano
«
un
dilettantisme
effronté
et
une
impuissance
technique
absolue
»
.
«
Amateci
fin
che
siamo
sporchi
,
perché
quando
saremo
puliti
ci
ameranno
tutti
»
è
il
detto
comune
dei
vagabondi
russi
.
Gli
è
che
fra
genio
e
intelligenza
c
'
è
un
abisso
incolmabile
.
Che
cosa
sono
il
pensiero
,
la
ragione
e
il
sapere
di
fronte
alla
fantasia
creativa
se
non
degli
accomodamenti
ambiziosi
e
provvisori
?
-
-
e
non
parliamo
della
verosimiglianza
e
della
piccola
logica
giudiziosa
,
insalatina
nell
'
orto
del
travet
.
Purtroppo
è
proprio
sotto
forma
d
'
insalata
che
l
'
arte
diventa
un
commestibile
popolare
.
Abbiamo
sempre
bisogno
di
intenderci
l
'
un
l
'
altro
e
di
riconciliarci
sulla
base
d
'
una
formula
vuota
e
convenzionale
.
Abituati
a
veder
Cristo
di
faccia
,
non
lo
riconosciamo
più
se
si
presenta
di
profilo
,
ed
è
solo
quando
ascoltiamo
Moussorski
istrumentato
da
Rimski
Korsakoff
che
ci
accorgiamo
che
Moussorski
vale
cento
volte
più
di
Rimski
.
In
conclusione
ogni
grand
'
uomo
ha
sempre
il
torto
di
non
rassomigliare
al
suo
ritratto
ufficiale
.
O
disgraziato
e
grande
Moussorski
!
Quando
la
foga
creativa
l
'
abbandonava
,
piuttosto
che
impuntarsi
dinanzi
al
lavoro
come
un
giocatore
di
scacchi
egli
afferrava
la
bottiglia
e
affogava
la
propria
pena
nella
vodka
.
E
povera
e
immensa
Kovancina
,
manomessa
salassata
!
Dove
l
'
uno
mette
,
l
'
altro
leva
.
Da
Rimski
e
Borodine
,
sino
all
'
ultimo
,
arrangeur
,
régisseur
,
o
direttore
d
'
orchestra
,
ciascuno
aggiunge
del
proprio
,
taglia
nel
vivo
,
scompone
,
inquadra
,
rabbercia
e
storpia
.
E
dopo
tanto
rimescolare
e
correggere
,
quest
'
opera
viene
scaguata
sulle
tavole
della
scena
,
così
come
si
gettano
i
dadi
alla
fortuna
,
finisce
per
dare
un
tono
quasi
differente
a
seconda
che
s
'
allunga
o
si
schiaccia
nel
cadere
.
Tuttavia
per
quante
riparazioni
o
abusi
si
possano
commettere
a
suo
danno
,
continua
lì
dentro
a
vivere
e
a
marciare
il
genio
dell
'
autore
.
Tutto
il
resto
non
può
trovare
che
una
giustificazione
appena
sopportabile
.
VII
Teatro
dei
Campi
Elisi
L
'
Italia
,
dunque
,
avrebbe
il
torto
di
non
conoscere
abbastanza
Alfredo
Casella
,
pianista
europeo
,
il
più
stonato
e
il
più
placido
dei
nostri
compositori
,
l
'
apostolo
,
per
così
dire
,
della
nota
falsa
,
il
più
pedagogico
dei
fumisti
e
fra
tanti
futuristi
,
avveniristi
,
dadaisti
,
dinamisti
,
il
più
intossicato
e
'
più
angelico
di
tutti
.
Quando
Giuseppe
Verdi
sul
declinare
della
vita
scrisse
«
torniamo
all
'
antico
»
,
aveva
egli
forse
veduto
con
terrore
emergere
sulla
lontana
curva
evanescente
dell
'
orizzonte
il
profilo
embrionale
e
fantomatico
di
Alfredo
Casella
?
Nato
con
un
anticipo
di
alcune
centinaia
di
anni
,
giunto
inaspettato
in
queste
nostre
province
trasandate
e
piene
di
pigre
e
succulente
banalità
,
capitato
fra
orecchianti
crapuloni
e
ammiratori
smargiassi
di
Gioacchino
Rossini
e
di
Gaetano
Donizetti
,
soffocato
da
un
'
atmosfera
grassa
di
cotechino
,
confuso
tra
gente
scamiciata
che
mandava
giú
certi
bocconi
pesanti
come
ferri
da
stirare
,
Alfredo
Casella
,
il
nostro
valoroso
amico
,
si
strinse
nei
panni
con
un
brivido
,
si
abbottonò
in
fretta
sino
al
mento
come
uno
spicchio
di
limone
e
cercò
di
passare
al
largo
filando
via
dissimulato
e
lieve
come
un
missionario
chiamato
altrove
.
Avido
di
un
'
avvenire
che
gli
si
mostrasse
alla
vista
con
le
sue
prospettive
geometriche
,
con
le
sue
solitudini
appartate
e
metafisiche
egli
distrusse
dietro
di
sé
le
insegne
della
vecchia
saggezza
,
i
ponti
della
ritirata
,
e
si
lanciò
alla
ricerca
di
un
mondo
irreprensibile
e
retto
dal
più
austero
proibizionismo
.
Nel
quale
gli
uomini
avessero
uno
stomaco
automatico
e
un
cuore
secco
come
un
terno
al
lotto
,
e
dove
il
progresso
politecnico
salisse
sempre
scivolando
verso
zone
più
frigorifere
con
la
continua
e
silenziosa
regolarità
di
un
ascensore
bene
ingrassato
.
Ecco
dunque
il
nostro
precursore
in
viaggio
;
avanguardia
perduta
fra
le
ombre
antelucane
di
un
'
epoca
che
non
vorrebbe
ancora
essere
rivelata
,
egli
procede
impassibile
e
rigoroso
oltre
i
limiti
segnati
sulle
carte
dalle
ultime
spedizioni
.
Le
fiere
e
gli
Iddii
di
quelle
plaghe
vergini
e
sacre
fuggono
ululando
fra
le
nebbie
dinanzi
alla
redingote
fatale
dell
'
ex
segretario
della
Società
italiana
di
musica
moderna
,
che
sembra
sgranare
sotto
i
suoi
passi
una
interminabile
legione
di
pianoforti
invisibili
.
Di
stagione
in
stagione
,
questo
franco
cacciatore
dell
'
idea
futura
riappare
persistente
e
immutato
fra
noi
accolto
e
ossequiato
dai
discepoli
categorici
della
santa
lega
modernistica
che
recano
in
mano
il
catechismo
della
cacofonia
pura
.
Egli
studia
,
saggia
,
incita
il
loro
fervore
sacrosanto
,
poi
si
immerge
con
grazia
pacata
nelle
diverse
correnti
della
più
matta
pubblicità
e
s
'
allontana
trasportato
verso
remotissimi
lidi
.
Così
,
all
'
inglese
,
se
ne
va
ogni
volta
questo
messaggero
dell
'
anno
duemila
.
L
'
America
elettrica
lo
attrae
irresistibilmente
con
i
suoi
fonografi
,
i
suoi
brevetti
d
'
invenzione
e
i
suoi
grattacieli
che
tanto
somigliano
ai
poemi
sinfonici
d
'
oggidì
.
Come
compositore
egli
è
del
tutto
imparziale
,
vale
a
dire
,
non
ci
mette
niente
di
suo
,
la
sua
posizione
nel
mondo
della
musica
è
quella
di
colui
che
non
persuade
nessuno
e
non
si
lascia
persuadere
da
nessuno
.
Questo
non
gli
impedisce
di
avere
per
il
globo
,
e
in
via
d
'
eccezione
,
non
pochi
ammiratori
e
sopratutto
moltissimi
amici
a
prova
di
bomba
.
Egli
è
,
senza
dubbio
,
il
primo
fra
i
charmants
garçons
della
giovane
scuola
italiana
,
i
suoi
nemici
lo
adorano
e
fra
questi
ultimi
,
Casella
può
mettere
anche
noi
che
scriviamo
di
lui
con
tanta
affettuosa
ingratitudine
.
«
La
freccia
volante
riposa
»
disse
un
filosofo
greco
.
Saggezza
sprecata
.
Casella
è
per
la
logica
scientifica
,
e
non
scrive
quattro
battute
di
melodia
qualunque
,
senza
rivestirle
con
la
camicia
di
spine
del
suo
sistema
.
Egli
fa
stridere
nel
bagno
gelato
del
suo
temperamento
il
ferrame
rovente
della
sua
volontà
.
Il
moto
dissonante
e
babelico
,
l
'
attrito
armonico
esasperato
e
insanabile
,
l
'
escoriazione
perpetua
sono
il
suo
rovello
.
Egli
lancia
all
'
aria
rottami
d
'
ogni
sorta
,
pone
mano
ad
altri
,
e
a
chi
tocca
tocca
.
Studia
giorno
e
notte
con
quella
tenacia
irreparabile
,
escogita
e
combina
ad
arte
i
suoni
in
modo
da
sconquassare
i
nervi
e
smontare
,
pezzo
per
pezzo
,
i
timpani
del
prossimo
:
strappa
alla
gente
malcapitata
gridi
di
spasimo
e
siccome
egli
è
fatto
per
metter
male
e
creare
screzii
fra
gli
strumenti
d
'
orchestra
,
tutto
gli
riesce
così
bene
da
suscitargli
intorno
orrore
e
spavento
,
per
il
raggio
di
dieci
miglia
.
Egli
lavora
di
sorpresa
,
piomba
su
una
sala
di
concerti
e
quasi
sempre
riesce
a
catturare
e
trarsi
dietro
il
pubblico
che
non
osa
più
né
fiatare
né
fuggire
.
Là
dove
passa
la
sua
musica
l
'
erba
non
rinasce
più
!
C
'
è
qualcuno
che
prende
la
cosa
al
tragico
e
si
domanda
con
costernazione
:
Quand
'
è
che
costui
avrà
il
coraggio
civile
di
farsi
capire
?
Errore
!
niente
da
fare
con
lui
.
Amici
e
nemici
insieme
egli
travolge
pur
di
raggiungere
i
posteri
,
egli
scrive
per
le
generazioni
future
;
sono
i
nostri
nipoti
quelli
che
capiranno
e
godranno
tutto
.
Il
bello
si
è
che
Casella
oltre
ad
essere
un
compositore
a
gran
velocità
è
anche
,
lo
diciamo
con
orgoglio
,
un
uomo
intelligentissimo
,
cosa
che
costituisce
,
per
un
musicista
d
'
oggidì
,
un
lusso
strepitoso
.
Tuttavia
a
vederlo
non
lo
diresti
da
tanto
.
Chi
non
lo
conosce
immagina
ch
'
egli
sia
un
tipo
da
non
star
nella
pelle
,
egli
invece
ci
sta
,
compunto
e
cauto
;
non
ci
sta
proprio
del
tutto
comodo
,
perché
di
pelle
ne
ha
ricevuta
in
dotazione
appena
quel
tantino
strettamente
necessario
;
ma
per
starci
,
ci
sta
,
lo
si
può
dire
,
docilmente
,
senza
batter
ciglio
,
né
fare
una
grinza
.
Se
ha
da
mostrarsi
lieto
,
prende
le
sue
precauzioni
e
,
con
uno
sforzo
calcolato
,
sorride
,
sorride
,
sorride
come
i
cavalli
di
legno
di
un
carrousel
.
Naturalmente
non
può
,
nelle
sue
condizioni
,
nemmeno
rimpinzarsi
di
pasticcini
o
gonfiarsi
di
vino
.
A
tavola
lo
vedi
sobrio
e
misurato
arrestarsi
al
dessert
,
posare
la
forchetta
e
il
coltello
e
scostare
tranquillamente
da
sé
il
bicchiere
,
alzando
gli
occhi
rassegnati
al
soffitto
.
Allora
tu
potrai
leggere
,
sulla
fronte
senza
rughe
,
la
legge
dura
:
Non
mangerai
né
cocomeri
né
poponi
.
Contro
i
casi
gravi
d
'
allegria
irrefrenabile
Casella
ha
escogitato
una
risata
,
diremo
così
,
idraulica
,
di
sua
fabbricazione
,
che
non
mette
in
pericolo
il
suo
squisito
involucro
,
né
lo
squassa
o
arriccia
:
una
risata
che
scoppia
,
erompe
e
scroscia
tutta
al
di
dentro
con
il
glu
,
glu
,
glu
lamentoso
di
secchio
che
vien
su
pieno
e
grondante
,
da
una
cisterna
d
'
acqua
gelata
.
L
'
incontrammo
in
gennaio
a
Parigi
,
la
sua
roccaforte
.
Egli
con
la
solita
impassibilità
ci
colmò
d
'
attenzioni
e
di
gentilezze
,
e
ci
invitò
,
per
il
giorno
dopo
,
ad
un
concerto
,
nel
quale
egli
avrebbe
preso
parte
come
pianista
e
come
compositore
.
Il
concerto
ebbe
luogo
,
infatti
,
nel
gran
teatro
dei
Campi
Elisi
e
fu
la
prima
volta
che
noi
mettemmo
piede
là
dentro
.
La
sala
era
gremita
e
magnifica
.
Dirigeva
l
'
orchestra
René
Baton
.
Casella
sedeva
al
pianoforte
.
Tutti
conoscono
il
suo
raro
talento
pianistico
e
la
sua
tecnica
chiara
,
brillante
e
delicata
;
è
inutile
,
quindi
,
descrivere
l
'
entusiasmo
che
il
nostro
connazionale
suscitò
quel
giorno
;
basti
dire
che
tra
il
continuo
andare
e
ritornare
,
per
presentarsi
al
pubblico
che
lo
acclamava
con
insistenza
delirante
,
Casella
fu
costretto
a
farsi
qualche
chilometro
col
capogiro
.
La
seconda
parte
del
programma
comprendeva
l
'
esecuzione
della
sua
Elegia
eroica
per
grande
orchestra
.
Casella
che
non
aveva
più
parte
in
scena
venne
su
in
palco
con
noi
e
si
mise
in
un
angolo
buio
per
ascoltarsi
.
E
l
'
angoscia
cominciò
.
La
musica
impelagata
e
stridula
dell
'
amico
,
trovando
,
questa
volta
,
un
sostegno
nella
nostra
disperata
solidarietà
tirava
innanzi
tutta
di
contropelo
fra
un
silenzio
di
malaugurio
.
Guardando
ben
dritto
dinanzi
a
noi
nelle
tenebre
pensavamo
con
accoramento
:
Dio
buono
,
si
può
zittirlo
e
fischiarlo
in
Italia
ma
all
'
estero
l
'
applaudiremo
a
tutti
i
costi
.
Intanto
l
'
Elegia
eroica
che
a
tutta
prima
sembrava
interminabile
andava
man
mano
rattrappendosi
fin
che
arrivò
all
'
ultimo
rantolo
e
si
distese
stecchita
.
Drizzammo
le
orecchie
in
quel
punto
ma
invano
;
non
un
segno
di
reazione
o
di
collaudo
sorse
a
rompere
il
silenzio
mortale
che
regnava
nella
sala
;
s
'
udí
invece
appena
il
rifiatare
pauroso
di
una
folla
scampata
allora
e
sollevata
fuor
di
pericolo
.
La
cupola
aerea
del
teatro
risuonò
fievolmente
e
lungamente
come
se
l
'
echeggiare
di
mille
sorrisi
enigmatici
l
'
avesse
percossa
.
In
quel
frangente
,
noi
,
possiamo
dirlo
senza
falsa
modestia
,
ci
portammo
da
buoni
italiani
e
cominciammo
a
far
strepito
per
dieci
,
battendo
le
mani
,
a
dita
aperte
,
senza
badare
al
bruciore
,
con
una
forza
e
uno
zelo
,
moltiplicati
;
ma
quel
che
ci
indignò
e
ci
fece
uscir
dai
gangheri
,
fu
il
vedere
Casella
seduto
,
freddo
e
immobile
nella
semioscurità
,
inerte
come
un
idolo
metafisico
.
Toh
!
,
gli
gridammo
con
furia
,
ci
lasci
soli
in
questo
guaio
,
proprio
tu
che
hai
la
colpa
di
tutto
?
-
-
Fu
allora
che
udimmo
tutto
d
'
un
tratto
,
la
sua
risata
stridere
come
una
carrucola
nella
sua
gola
,
mentre
le
sue
mani
di
pianista
si
mettevano
ad
applaudire
con
un
'
allegria
straordinaria
.
E
questa
volta
il
successo
si
delineò
assumendo
le
proporzioni
gigantesche
di
un
successo
a
quattro
mani
.
VIII
Museo
Grevin
È
un
gran
museo
di
figure
di
cera
.
Labirinto
,
teatro
,
galleria
,
catacomba
;
tutto
insieme
,
un
palazzo
.
Dentro
Dentro
c
'
è
Robespierre
,
Briand
,
Napoleone
,
Gambetta
,
Poincaré
,
Re
Alfonso
,
la
più
famosa
ballerina
dell
'
Opéra
,
poi
c
'
è
Charlot
,
Costes
e
Lebrix
.
In
tutto
tre
dozzine
di
personalità
molto
in
vista
,
alle
quali
devi
aggiungere
«
les
grandes
vedettes
du
Sport
et
de
la
Mode
»
.
Carico
di
ornamenti
,
lavorato
come
un
mobile
di
pessimo
gusto
rococò
-
-
appariscente
,
rosso
,
decrepito
e
tetro
,
l
'
ambiente
sembra
l
'
antica
sala
dei
festini
di
una
dimora
abbandonata
.
Quel
tanto
di
teatrale
che
un
simile
luogo
comporta
,
e
la
sua
funzione
postuma
applicata
al
Presente
,
darebbero
ragione
a
un
titolo
,
ad
un
nome
più
lungo
e
romanzesco
,
per
esempio
:
Museo
Grevin
,
ovvero
,
la
Forza
del
Destino
.
Di
punto
in
bianco
,
senza
detonazione
,
senza
il
tumulto
di
una
soluzione
chimica
,
l
'
Attualità
qui
dentro
diventa
Storia
con
l
'
emmediatezza
di
un
precipitato
.
Cos
'
è
?
Chiromanzia
,
o
forma
,
clima
,
effetto
del
locale
?
Chi
lo
sa
.
Qui
dentro
spira
un
'
aria
da
fine
di
carnevale
;
un
'
aria
di
esumazione
;
c
'
è
una
atmosfera
soffocante
e
surreale
,
che
ti
mozza
il
respiro
,
uno
scirocco
che
ti
fa
invecchiare
,
un
'
afa
dinanzi
alla
quale
rinculi
,
e
sprofondi
nel
Tempio
della
Fama
Universale
.
Insomma
la
mise
en
scène
sembra
sia
stata
attuata
nell
'
orgasmo
di
una
crisi
ministeriale
,
ed
è
in
tutto
e
per
tutto
degna
d
'
esser
firmata
dal
più
grande
pittore
dell
'
epoca
:
il
doganiere
Rousseau
.
I
grandi
personaggi
del
giorno
riprodotti
in
cera
sono
gli
ospiti
estatici
di
questa
formidabile
galera
.
Tutti
i
più
illustri
indiziati
di
genio
,
quelli
che
son
passibili
di
immortalità
,
eccoli
là
,
immersi
in
una
luce
,
per
così
dire
,
declamatoria
.
Sembrano
spegnersi
intorno
a
quei
tigt
verdognoli
gli
echi
di
un
'
orazione
funebre
.
Quanto
silenzio
.
L
'
imponente
brigata
luccica
e
non
si
muove
più
sotto
il
nevischio
della
naftalina
.
Giunta
a
questa
stazione
la
pubblicità
fa
alt
,
si
tace
e
sbadiglia
.
Qui
c
'
è
il
«
fermo
»
,
la
quarantena
della
gloria
.
Il
salone
d
'
ingresso
è
diviso
in
scomparti
,
in
box
(
salvo
i
trofei
,
gli
addobbi
,
e
la
tappezzeria
)
come
una
scuderia
.
Con
la
coda
dell
'
occhio
vedi
brillare
qua
e
là
delle
facce
che
sai
.
Stresemann
,
Hoover
,
Kellogg
,
malamente
equilibrati
,
sembra
che
nascondano
sotto
le
falde
dei
loro
diplomatici
krauss
delle
code
di
paglia
.
Statue
di
cera
?
-
-
dirai
.
-
-
Abbiamo
già
veduto
cento
volte
questa
roba
nei
baracconi
da
fiera
.
Non
è
la
stessa
cosa
.
Anch
'
io
ricordo
la
«
donna
nuda
rapita
dall
'
orangutan
,
il
maggiore
Toselli
ferito
ad
Amba
Alagi
e
il
Re
Galantuomo
che
muore
nel
suo
letto
»
;
ma
quelle
,
benché
ferite
e
morenti
,
sono
statue
felici
,
fortunate
;
viaggiano
,
cambiano
aria
e
paesi
.
Le
vedi
respirare
in
fin
dei
conti
,
girar
la
testa
e
gli
occhi
,
sia
pure
lentamente
;
insomma
credi
,
quel
regime
aperto
e
mutevole
fa
loro
proprio
un
gran
bene
.
Ma
nel
Museo
Grevin
non
c
'
è
movimento
.
Le
statue
in
questa
pensione
conservano
il
loro
atteggiamento
per
dei
mesi
e
dei
mesi
,
magari
per
degli
anni
,
finché
viene
il
momento
di
sparire
in
cantina
o
nel
solaio
.
I
posti
sono
contati
,
quindi
la
celebrità
vuol
essere
amministrata
qui
dentro
col
massimo
rigore
.
Scaduta
la
voga
,
appena
la
popolarità
accenna
a
scemare
,
gli
inquilini
in
ribasso
devono
ceder
la
scranna
ai
nuovi
che
sopravvengono
.
Quanti
ce
n
'
è
,
che
son
passati
di
qui
.
Nomi
mondiali
,
tipi
famosi
,
monumenti
che
pesavano
quintali
,
quintali
di
cera
preziosa
.
Dove
sono
finiti
?
Li
hanno
liquidati
.
Li
hanno
fatti
bollire
in
una
grande
caldaia
?
Dunque
anche
qui
tutto
cambia
,
tutto
si
rinnova
,
e
qualche
volta
più
presto
di
quel
che
non
avvenga
nelle
interminabili
e
sempre
fresche
vetrine
delle
Galeries
Lafayette
.
Basta
una
guerra
,
una
rivoluzione
,
e
anche
meno
,
una
seduta
parlamentare
,
perché
qualche
figura
vada
su
nel
granaio
,
e
un
'
altra
faccia
di
cera
venga
messa
a
quel
posto
.
Chi
si
ricorda
più
,
per
esempio
,
di
Combes
,
il
famoso
ministro
anticlericale
,
il
mangiapreti
famoso
,
il
cui
statuone
spadroneggiava
qua
dentro
?
Passato
il
suo
quarto
d
'
ora
politico
,
è
scomparso
il
grand
'
uomo
.
Forse
per
farlo
durare
un
po
'
di
più
ne
han
fatto
dei
ceri
sacri
.
E
adesso
Combes
illumina
l
'
altare
di
Notre
Dame
de
Paris
?
Un
triste
guardiano
,
con
la
candela
accesa
,
fa
qui
dentro
ogni
notte
il
suo
giro
di
ronda
,
ispeziona
il
locale
e
si
ritira
borbottando
.
Come
l
'
avaro
,
sordo
e
feroce
custode
del
Castello
di
Corneville
,
che
per
mezzo
delle
campane
spaventava
l
'
ignara
popolazione
e
usurpava
i
beni
del
padrone
.
Soltanto
che
sugli
zoccoli
disposti
nel
salone
invece
delle
sinistre
e
arrugginite
armature
degli
antenati
qui
ci
son
dei
doppioni
fuori
corso
,
ancora
più
sinistri
,
dei
terribili
sosia
,
dei
«
facenti
vece
»
di
cera
.
Chissà
quali
tragedie
avvengono
qui
la
notte
.
Quante
rivalità
e
odii
si
scatenano
quando
il
Museo
si
chiude
.
È
lecito
supporlo
:
vociferazioni
,
lamenti
,
strida
,
da
far
gelare
il
sangue
.
Benché
il
mattino
dopo
tutto
ritorni
in
ordine
,
il
pubblico
che
entra
non
si
lascia
ingannare
da
tutta
quella
cera
che
ora
sorride
e
si
compiace
in
silenzio
.
Troppa
diplomazia
.
Abbiamo
già
capito
,
solo
al
vedere
il
povero
Charlot
più
pesto
e
più
smorto
del
solito
,
quel
che
succede
qui
.
Tremante
,
mezzo
nascosto
dietro
una
colonna
,
Charlot
dopo
ogni
nottata
reca
ancora
sul
volto
le
tracce
di
una
minacciosa
paura
,
e
copre
con
le
braccia
la
vita
del
suo
piccolo
bene
:
Jackie
Coogan
.
Fu
nel
muovermi
per
uscire
dal
Museo
Grevin
che
dal
fondo
del
salone
d
'
ingresso
vidi
voltarsi
verso
di
me
un
mucchio
di
figure
di
cera
.
Una
folla
del
tutto
nuova
.
Dianzi
,
passando
dallo
stesso
salone
,
li
avevo
lasciati
scorrere
intorno
a
me
senza
accorgermene
.
Correttissimi
e
pieni
di
un
'
animazione
enigmatica
costoro
da
tutte
le
parti
mi
venivano
incontro
amabilmente
,
quasi
per
trattenermi
.
Benché
sembrassero
un
po
'
sazii
e
scoraggiati
di
esser
senza
voce
e
senz
'
anima
,
i
loro
lineamenti
,
resi
audaci
da
qualche
pennellata
recente
e
troppo
carica
,
luccicavano
come
la
galantina
.
Alcuni
si
affacciavano
ai
loro
scomparti
con
l
'
aria
ansiosa
,
curiosa
e
impettita
di
chi
aspetta
che
suoni
l
'
ora
della
libera
uscita
.
E
ce
n
'
eran
di
quelli
impazienti
,
che
avevan
già
messo
il
piede
sul
tappeto
che
copre
lo
spazio
adibito
alla
circolazione
del
pubblico
.
Fra
coloro
che
se
ne
stavan
quieti
al
loro
posto
rivedo
con
piacere
Hoover
.
Seduto
degnamente
egli
ascolta
,
con
un
sorriso
quadrato
come
il
suo
viso
,
un
rapporto
che
gli
fa
il
suo
segretario
.
C
'
è
fra
i
due
molto
spazio
e
molto
rispetto
.
La
gerarchia
funziona
anche
al
museo
.
Hoover
non
batte
ciglio
.
Il
suo
segretario
nemmeno
.
La
conferenza
può
continuare
.
Passiamo
oltre
.
Ed
ecco
Doumergue
,
il
più
scapolo
e
insieme
il
più
paterno
dei
presidenti
.
È
un
Doumergue
esageratamente
in
salute
,
che
fa
pensare
al
cognac
.
La
sciarpa
repubblicana
lo
taglia
trasversalmente
in
due
,
al
pari
dell
'
alfiere
di
un
mazzo
di
carte
francesi
-
-
uguale
di
sopra
e
di
sotto
.
Ha
lo
sparato
imbottito
,
gravido
forse
di
stoppa
.
Sul
petto
del
suo
frack
scintilla
,
come
un
granchio
d
'
oro
,
una
decorazione
.
Anch
'
egli
,
agghindato
e
scentrato
,
sorride
e
tiene
una
mano
posata
sulla
spalliera
della
poltrona
.
Scarpe
di
pelle
lucida
.
Mani
di
morto
.
Sorriso
da
ubbriaco
.
Consiglio
al
ritrattista
:
«
rifare
tutto
da
capo
»
.
Lí
vicino
alla
Francia
,
il
Vaticano
:
due
svizzeri
,
con
l
'
alabarda
,
fan
la
guardia
alla
nicchia
dove
il
Papa
seduto
in
trono
,
con
una
bolla
nella
mano
abbandonata
sui
ginocchi
,
guarda
un
monsignore
tutto
in
viola
,
che
tien
le
mani
incrociate
sul
ventre
.
In
piedi
è
un
giovane
cavaliere
barbato
,
in
cappa
e
spada
,
nel
nero
costume
spagnolo
,
catenella
d
'
oro
,
collare
,
spadino
e
scarpe
col
fiocco
.
Sul
fondo
un
crocifisso
.
È
il
pezzo
più
vivo
del
quadro
.
Accanto
a
me
,
un
signore
con
un
giornale
in
mano
(
l
'
«
Action
française
»
)
e
gli
occhiali
sul
naso
.
Ha
l
'
aria
di
tenere
il
fiato
,
guarda
S
.
Santità
con
un
'
attenzione
da
psichiatra
.
Guardiamo
tutti
e
due
a
lungo
,
ma
io
mi
stanco
per
primo
e
mi
rivolgo
verso
di
lui
:
Di
cera
,
di
cera
anche
lui
.
-
-
«
Leon
Daudet
»
mi
sussurra
in
un
orecchio
un
custode
avvicinatomisi
di
soppiatto
.
Mi
rivolto
di
soprassalto
squadrandolo
con
diffidenza
,
non
fosse
anche
costui
di
cera
.
Della
cera
incaricata
d
'
ingannarmi
?
O
di
qual
'
altra
materia
?
Era
un
surrogato
o
un
uomo
?
E
s
'
allontana
lasciandomi
nel
dubbio
.
Si
vede
del
resto
che
queste
figure
sono
di
cera
finissima
;
se
fossero
di
sego
,
con
questi
pomeriggi
che
un
'
afa
stanca
divora
,
le
mani
di
Doumergue
colerebbero
irreparabilmente
giú
per
i
bracciuoli
della
poltrona
.
Dunque
per
ora
i
fantocci
di
questa
serra
della
grandezza
politica
,
reagiscono
al
caldo
con
dei
sorrisi
melliflui
,
con
delle
smorfie
melense
.
Si
sa
il
miele
e
la
cera
sono
parenti
.
Ma
se
ti
fai
sotto
e
li
guardi
a
poca
distanza
non
ti
pare
che
questi
ritratti
abbozzino
un
sorriso
,
un
sorriso
un
po
'
contrariato
di
non
rassomigliare
a
nessuno
e
tanto
meno
a
se
stessi
?
Madida
di
stearico
sudore
a
forza
di
voler
essere
fedele
,
questa
ricostruzione
individuale
di
gente
che
circola
tuttora
nel
mondo
e
sta
benone
,
ti
sembrerà
viceversa
più
squallida
e
più
ardente
di
quel
che
è
naturale
.
S
[
t
]
udiamo
anche
noi
vivi
,
che
pur
siamo
d
'
argilla
;
poi
quando
la
terra
ci
copre
,
ne
usciamo
,
a
piccole
rate
notturne
,
in
fuochi
fatui
.
Vuoi
o
non
vuoi
la
cera
ha
sempre
voglia
di
ardere
,
se
non
d
'
altro
di
febbre
,
e
qui
i
personaggi
più
importanti
son
tutti
febbricitanti
.
Han
già
il
presentimento
che
presto
o
tardi
dovran
finire
tutti
in
sacra
o
profana
illuminazione
.
Infatti
in
questo
salone
combustibile
è
proibito
fumare
.
Qui
dentro
c
'
è
una
mise
à
point
storica
che
non
aspetta
il
tempo
.
Siamo
nel
regno
della
copia
conforme
.
Qui
si
sopprime
l
'
anima
,
si
sopprime
il
respiro
,
a
scopo
commemorativo
.
Si
mette
il
morto
al
posto
del
vivo
.
Qui
,
fra
una
nube
di
cloroformio
e
di
etere
,
si
tratta
di
estrarre
la
«
maschera
»
dell
'
epoca
presente
;
di
mettere
sotto
una
campana
di
vetro
,
lontano
,
lontano
dall
'
aria
'
,
delle
statue
che
han
sotto
il
braccio
immense
buste
di
cuoio
,
e
non
sono
esattori
.
Monumenti
autorevolissimi
ma
senza
piedistallo
che
stringono
nel
pugno
rotoli
di
carta
bollata
,
segno
antichissimo
di
onnipotenza
.
Questo
luogo
è
uno
spegnitoio
per
tutti
:
di
cera
e
di
carne
.
I
tappeti
smorzano
lo
slancio
,
moderano
l
'
andatura
del
visitatore
incerto
e
diffidente
.
Si
cammina
sulle
uova
.
Si
parla
sottovoce
come
in
casa
dell
'
ammazzato
.
Avviene
che
qualche
manichino
impaziente
venuto
ad
ingombrare
addirittura
il
passaggio
,
riesca
a
conservare
,
quasi
per
miracolo
,
la
propria
incolumità
fra
il
parapiglia
muto
e
rispettoso
della
gente
.
Lo
vedi
con
raccapriccio
tenersi
dritto
nell
'
ombra
,
in
mezzo
a
quel
via
vai
.
La
mossa
malaccorta
di
un
frettoloso
che
si
volta
,
uno
spintone
,
una
pestata
di
piedi
,
potrebbe
farlo
traballare
e
cascar
giú
tutto
d
'
un
pezzo
fra
le
braccia
di
un
custode
accorrente
.
Che
diavolo
,
sembra
vivo
-
-
e
sono
tanti
i
vivi
che
sembrano
morti
.
Lí
per
lí
non
viene
in
mente
a
nessuno
che
sia
falso
-
-
eppoi
con
questa
luce
così
equivoca
e
fioca
-
-
ci
vuole
tanto
poco
,
una
disattenzione
basta
;
ecco
che
rotola
in
terra
.
No
,
m
'
illudo
,
resiste
.
È
un
'
arte
da
imbalsamatori
.
Ogni
opera
di
questa
arte
è
opera
conservativa
anzi
reazionaria
:
sostituisce
al
vero
la
mummia
trionfale
,
il
cliché
burocratico
comun
denominatore
d
'
ogni
convenzionale
identificazione
.
Il
vivo
preso
di
mira
ha
sempre
il
torto
di
non
rassomigliare
al
suo
ritratto
ufficiale
-
-
gli
assenti
han
sempre
torto
-
-
dunque
in
certo
qual
modo
,
nell
'
ordine
definitivo
,
son
rivoluzionari
,
anzi
dobbiamo
aggiungere
che
a
colui
,
fra
costoro
,
che
si
compiace
d
'
esser
raffigurato
così
,
sub
specie
aeternitatis
,
l
'
esser
vivo
dispiace
,
l
'
esser
vivo
è
d
'
impaccio
.
Motivo
per
cui
molti
poveri
diavoli
,
che
credono
alla
gloria
,
o
sentono
d
'
esser
predestinati
a
passare
alla
storia
,
cercan
fin
dalla
nascita
il
gesto
,
il
silenzio
solenne
dei
musei
,
tengon
la
lingua
tra
i
denti
,
imitano
nel
loro
viso
il
legno
,
il
bronzo
,
la
cera
,
il
gesso
,
lo
stucco
dei
busti
da
consolle
,
e
serbano
fino
alla
morte
l
'
atteggiamento
degli
idoli
,
dei
tabú
.
Quando
usciamo
di
qui
il
sole
fa
l
'
ultimo
capitombolo
.
Fra
quel
fiume
di
gente
che
scende
i
grands
boulevards
si
resta
sbalorditi
e
interdetti
.
Del
vero
,
del
reale
non
c
'
è
più
traccia
nel
mondo
.
Sotto
le
miracolose
spavalderie
del
crepuscolo
c
'
è
un
'
esuberanza
distratta
di
colori
e
di
forme
vuote
che
si
muovono
senza
direzione
,
un
'
intensità
di
cose
vaghe
e
vacillanti
che
un
soffio
caldo
rende
più
luminose
e
ferme
.
Non
si
ha
più
il
senso
dell
'
autenticità
:
esseri
strani
che
ti
guardano
con
occhi
ingranditi
,
cocottes
erranti
in
preda
a
una
estasi
egiziana
,
strilloni
di
giornali
che
un
congegno
fu
urlare
sempre
la
stessa
parola
,
signore
dalle
parrucche
d
'
argento
,
cavalieri
manierati
e
stecchiti
che
si
chinan
su
quelle
;
lentissime
automobili
che
si
seguono
silenziosamente
a
catena
,
e
tutti
quei
lucenti
cristalli
di
vetture
troppo
nuove
,
dietro
i
quali
brillano
come
sante
reliquie
i
volti
più
consunti
e
antichi
di
Parigi
.
Sotto
il
terrore
delle
tenebre
che
calano
rapidamente
,
tutti
vacillano
,
incerti
sulla
via
da
pigliare
;
poi
sembra
che
ognuno
si
butti
a
dritta
o
a
manca
quasi
per
raggiungere
prima
di
notte
la
porta
del
proprio
Museo
Grevin
.
IX
Stella
Stella
Giuseppe
.
Pittore
napoletano
emigrato
a
New
York
34
anni
fa
.
Figura
straordinaria
.
Questa
«
nota
personale
»
la
trovo
scritta
sul
mio
taccuino
.
Mi
pare
che
valga
la
pena
di
svilupparla
.
Un
tipo
simile
non
s
'
incontra
ogni
giorno
.
Come
la
terra
del
suo
paese
,
costui
è
fatto
d
'
una
sostanza
vulcanica
,
ferace
e
saporita
,
che
può
viaggiare
e
non
si
guasta
mai
sotto
nessun
clima
.
Segnalo
dunque
ai
lettori
il
pittore
Giuseppe
Stella
,
calato
su
Parigi
dall
'
America
.
Egli
ha
già
piantato
la
sua
brava
tenda
nel
quartiere
di
Montparnasse
.
Ecco
un
uomo
che
non
ti
farà
mai
un
'
accoglienza
banale
.
L
'
ho
conosciuto
avant
'
ieri
,
dopo
la
mezzanotte
,
al
caffè
«
du
Dôme
»
.
Faceva
un
caldo
equatoriale
.
La
gente
seduta
fuori
sulla
veranda
,
studiando
il
modo
di
respirare
quel
fuoco
,
non
faceva
che
sbottonarsi
,
bere
dell
'
acqua
ghiacciata
,
e
farsi
vento
col
fazzoletto
.
Stella
arrivato
allora
da
Napoli
,
attraverso
Roma
e
Pisa
,
pretendeva
che
la
temperatura
di
qui
non
fosse
niente
in
confronto
alla
nostra
italiana
.
Stava
seduto
sulla
sua
scranna
come
un
re
.
La
sua
corporatura
sommergeva
tutto
quel
mondo
esausto
e
trito
che
sudava
intorno
a
lui
.
Era
,
come
si
suol
dire
,
in
forma
,
e
il
suo
umore
,
d
'
una
dimensione
grandiosa
e
piena
,
splendeva
addirittura
.
Deve
avere
una
salute
formidabile
costui
.
Ha
la
mascella
forte
di
Caruso
.
Probabilmente
le
sue
tele
cantano
.
Stella
è
di
Muro
Lucano
.
Si
mette
a
parlare
dei
monti
della
Basilicata
.
Sulla
casa
dove
è
nato
e
cresciuto
,
ha
fatto
costruire
ultimamente
una
terrazza
che
domina
tutta
la
vallata
.
Di
lassú
nell
'
ora
del
tramonto
egli
si
gode
la
vista
di
un
panorama
così
bello
da
togliere
il
fiato
.
Le
montagne
nude
,
senza
boscaglia
,
si
addormentano
le
une
appoggiate
alle
altre
e
vanno
digradando
verso
la
linea
dell
'
orizzonte
.
L
'
aria
è
tersa
.
La
vallata
che
è
lunga
chilometri
e
chilometri
affonda
tra
i
monti
con
curve
delicate
come
la
schiena
di
un
violino
.
«
È
un
istrumento
quella
vallata
-
-
dice
Stell
-
-
un
strumento
che
vibra
»
.
«
ogni
voce
,
ogni
suono
,
anche
il
più
piccolo
,
anche
l
'
eco
più
lontana
diventa
una
cantilena
a
motivo
locale
»
.
Nel
caffè
intanto
la
folla
dirada
.
Alla
nostra
volta
si
paga
,
e
ci
si
alza
dal
tavolo
.
Facciamo
insieme
un
po
'
di
strada
nella
notte
.
Stella
ha
forse
cinquant
'
anni
,
è
un
po
'
sbracato
,
ma
solido
,
allegro
e
raggiante
.
Parla
forte
come
tutti
i
meridionali
.
Camminando
con
lui
in
quel
torrido
boulevard
ho
l
'
impressione
che
egli
sia
il
residuo
vivente
di
una
giornata
d
'
agosto
.
Un
essere
,
che
il
sole
,
prima
di
sparire
,
ha
deposto
sulle
terra
che
dorme
.
La
faccia
di
Stella
è
una
palla
di
fuoco
.
Un
cappello
a
cono
dalle
ali
nere
e
spioventi
fa
da
paralume
a
quella
faccia
che
arde
come
una
lucerna
,
e
sembra
gettare
(
mi
si
perdoni
la
figura
)
un
tenue
riverbero
circolare
sui
marciapiedi
.
Per
lui
bruciano
ancora
qua
e
là
i
lumi
degli
ultimi
caffè
rimasti
aperti
.
Stella
parla
con
una
competenza
originale
della
sua
vita
e
dell
'
arte
.
Parla
meglio
d
'
un
filosofo
e
di
non
so
quale
poeta
.
Parla
del
«
naif
»
,
del
«
naif
»
italiano
,
e
dice
questa
parola
in
francese
perché
probabilmente
gli
pare
che
a
dirla
in
italiano
nessuno
ci
crede
.
Parla
di
quegli
artisti
popolari
che
continuano
una
tradizione
antichissima
:
la
pittura
istoriata
dei
baracconi
e
dei
carretti
.
Poi
il
discorso
gira
.
Adesso
viene
fuori
l
'
America
,
Edgardo
Poe
,
e
Walt
Whitman
.
Due
poeti
,
due
Americhe
digerenti
.
Quella
di
Poe
più
vera
dell
'
altra
.
«
Laggiú
-
-
dice
Stella
-
-
vedo
Poe
dappertutto
:
nella
tristissima
campagna
,
dove
,
trent
'
anni
fa
,
non
c
'
era
che
qualche
casamento
abbandonato
e
pauroso
;
nei
quartieri
sordidi
e
deserti
di
qualche
vecchia
città
-
-
per
esempio
di
Broocklin
»
.
«
Poe
non
si
può
tradurre
.
Quale
forma
italiana
o
francese
dare
per
esempio
al
Corvo
?
Lo
conoscete
in
inglese
?
Che
lingua
,
che
effetti
lucidi
e
prodigiosi
!
»
«
In
quanto
alle
traduzioni
di
Baudelaire
c
'
è
lí
dentro
un
'
indolenza
preziosa
,
una
cadenza
latina
che
non
va
;
un
non
so
che
,
un
colore
,
una
sensualità
di
cui
l
'
originale
non
reca
ombra
»
.
«
Poe
è
serafico
,
lucido
,
profondo
e
matematico
.
Materia
calamitata
.
Calmo
e
fatale
»
.
«
Chi
non
ha
visto
tutto
il
cielo
metallico
che
copre
New
York
non
può
capire
quel
che
intendo
dire
»
.
«
Il
Maelstrohm
,
leggetelo
in
inglese
.
Mai
una
lingua
raggiunse
la
vertigine
cristallina
,
il
calcolo
immutabile
e
arduo
di
questo
poema
in
prosa
»
.
«
In
America
la
nera
malinconia
,
la
solitudine
spaventevole
le
senti
appena
arrivi
.
Poe
non
poteva
essere
che
americano
»
.
«
Una
sera
ero
in
quella
orrenda
città
che
è
Broocklin
:
l
'
inferno
industriale
»
.
«
Badate
-
-
racconta
Stella
.
-
-
Un
luogo
da
fuggire
a
gambe
levate
»
.
«
La
neve
dura
copriva
tutto
.
Una
neve
chè
il
carbone
anneriva
:
tutta
ghiacciuoli
taglienti
,
e
croste
pericolose
.
C
'
era
ad
ogni
passo
da
rompersi
le
ossa
»
.
«
Insomma
vetro
in
terra
e
vetro
nell
'
aria
»
.
«
Nessuno
fuori
in
quell
'
ora
.
Neanche
un
cane
in
giro
»
.
«
Le
case
e
le
botteghe
di
quel
quartiere
anonimo
erano
chiuse
e
sprangate
.
E
sopratutto
un
buio
morto
,
un
silenzio
spietato
»
.
«
Aspettavo
il
tram
che
non
veniva
.
Avevo
freddo
.
Ero
solo
.
Per
riscaldarmi
cercai
di
muovere
qualche
passo
su
quel
difficilissimo
cammino
»
.
«
Vedevo
proiettarsi
laggiú
sulla
neve
una
luce
folgorante
.
Meno
male
,
pensai
,
c
'
è
un
Bar
aperto
,
un
Caffè
,
o
forse
un
Ristorante
»
.
«
Andai
avanti
incantato
verso
quella
zona
di
neve
che
sotto
la
luce
vivissima
sembrava
sollevarsi
leggera
nelle
tenebre
»
.
«
A
poco
a
poco
raggiunsi
l
'
angolo
e
nel
voltare
rimasi
quasi
acciecato
da
una
specie
di
forno
elettrico
»
.
«
Era
una
terribile
vetrina
delle
Pompe
funebri
che
vomitava
il
fuoco
bianco
di
cento
dinamo
su
tutta
la
neve
della
strada
»
.
«
In
mezzo
alla
vetrina
c
'
era
una
bara
di
smalto
bianco
,
foderata
di
seta
bianca
.
Su
quella
bara
un
cartello
`
As
you
like
it
'
che
vuol
dire
,
`
come
vi
piace
'
»
.
«
Questa
è
l
'
America
dai
pugni
di
ferro
e
dai
nervi
d
'
acciaio
!
»
X
I
Black
Birds
Il
formidabile
spettacolo
di
New
York
La
Rivista
di
Leslies
«
GLI
UCCELLI
NERI
»
con
ADELAIDE
HALL
AIDA
WARD
TIAN
MOORE
e
la
famosa
musica
di
Mr
Hugb
parole
di
Doroty
Fields
CON
UNA
COMPAGNIA
DI
STELLE
E
100
ARTISTI
DI
COLORE
Questo
fu
l
'
ultimo
cartellone
di
Music
hall
che
apparve
affisso
sulla
facciata
del
Moulin
Rouge
di
Parigi
.
Gli
Uccelli
neri
migratori
diedero
quella
sera
la
loro
recita
d
'
addio
.
Addio
vario
,
strabiliante
,
definitivo
.
Il
Music
hall
morí
quella
sera
d
'
una
bella
morte
,
e
il
cinematografo
parlato
s
'
insediò
ormai
nel
Moulin
Rouge
che
era
stato
la
rocca
forte
del
Variété
.
L
'
ultima
canzone
triste
di
Adelaide
Hall
diceva
la
nostalgia
trionfale
di
quell
'
addio
al
Moulin
Rouge
che
proprio
all
'
apogeo
essa
lasciava
,
per
non
rivederlo
mai
più
.
Fra
gli
orgiastici
bengala
di
questo
supremo
commiato
,
ci
parve
udire
allora
lo
strido
delle
procellarie
annunciante
,
nella
tempesta
,
il
naufragio
del
Music
hall
.
Non
si
vedrà
mai
più
nulla
di
più
vistoso
,
di
più
vivo
e
vibrante
di
questa
troupe
composta
di
negri
indiavolati
,
e
di
mulatte
le
cui
mani
s
'
attorcigliano
come
le
miccie
accese
,
i
cui
tratti
trasaltano
e
bruciano
nelle
esplosioni
infuocate
del
jazz
.
Non
vedremo
mai
più
tutti
quei
veli
schiumosi
e
bianchi
di
sposa
,
di
fidanzata
,
su
quei
volti
color
di
ciocco
lata
,
e
di
rosa
-
-
quelle
strane
figure
di
fanciulle
,
di
matrone
,
di
guappi
,
in
foggie
caricaturali
e
carnevalesche
-
-
tutte
quelle
vignette
da
«
Magazin
pitoresque
»
con
certe
mantelline
,
cuscinetti
,
ombrellini
,
che
una
volta
usavano
,
anche
nell
'
isole
di
Cuba
,
San
Domingo
e
Giamaica
,
all
'
epoca
e
nel
clima
dei
piantatori
di
zucchero
.
E
non
saprei
dire
perché
nella
follia
musicale
di
quell
'
orchestra
negra
ci
fosse
dello
Chopin
.
Forse
perché
a
traverso
l
'
amorosa
Georges
Sand
un
po
'
di
sangue
nero
è
colato
nelle
Mazurche
del
malinconico
pianista
polacco
?
Di
qui
la
pallida
e
cocente
ebbrezza
di
quei
ritmi
.
Tre
cuoche
della
Martiníca
col
fazzolettone
annodato
sulla
fronte
saltano
come
impazzite
giuocando
con
le
loro
sottane
di
percalle
a
fiorami
,
e
scoprendo
sulle
caviglie
le
mutande
antiquate
del
1860
-
-
mentre
da
quel
vespaio
sonoro
che
è
la
grande
«
Plantation
Orchestra
»
senti
venir
su
un
caldo
equatoriale
.
I
quadri
dello
spettacolo
si
seguono
l
'
un
l
'
altro
,
senz
'
altra
interruzione
che
quella
di
un
attimo
di
oscurità
:
-
-
Caffè
bui
,
clandestini
,
del
quartiere
di
Harlem
,
buffoneschi
episodi
della
malavita
,
vociferazioni
scimmiesche
,
tutto
quel
bianco
idioma
inglese
che
traversa
la
loro
anima
nera
-
-
la
scena
che
sprofonda
nel
buio
,
fra
un
minaccioso
luccicar
di
rasoi
.
Poi
le
coppie
dei
negri
in
abito
da
società
che
sfilano
nel
lume
zafferano
della
ribalta
-
-
i
riti
matrimoniali
-
-
le
smanie
sentimentali
-
-
e
finalmente
l
'
immenso
,
panteistico
richiamo
del
Sud
,
la
scena
della
Jungla
,
con
la
famosa
canzone
del
Di
ga
di
ga
do
:
tutto
ha
uno
svolgimento
vertiginoso
,
profondo
e
rievocatore
,
come
la
traversata
di
un
secolo
in
un
giorno
.
Questo
teatro
disceso
fra
noi
dall
'
America
è
proprio
di
una
innocenza
integrale
.
Naturalmente
i
Black
birds
,
o
uccelli
neri
che
dir
si
voglia
,
prima
di
venir
qui
abitavano
una
selva
,
una
selva
di
grattacieli
,
i
grattacieli
di
New
York
.
Ragione
per
cui
in
questa
curiosa
Parigi
che
il
nuovo
mai
non
sazia
,
essi
son
già
gli
esponenti
dell
'
ultima
moda
,
della
suprema
eleganza
.
Non
a
torto
del
resto
,
perché
son
tutti
negri
smilzi
,
costoro
,
dal
ventre
concavo
come
un
cucchiaio
ossidato
.
Negri
che
in
una
patetica
conflagrazione
di
pacatissime
cadenze
inglesi
e
di
strilli
gutturali
,
dan
valore
e
conferma
alle
teorie
di
Darwin
.
più
numerose
e
più
inquietanti
dei
maschi
anche
qui
sono
le
femmine
;
genia
combusta
,
adulterata
e
volubile
che
per
via
d
'
esorcismi
,
di
semicupi
,
e
di
cipria
,
riesce
a
far
la
spola
tra
il
grado
umano
più
basso
e
quello
più
sublime
,
lasciando
la
civiltà
dietro
sé
,
a
mezza
strada
,
come
una
vecchia
governante
.
Sulle
gote
queste
ragazze
hanno
delle
grosse
frittelle
di
rossetto
.
Lorde
in
tal
guisa
le
loro
oscure
fisionomie
han
preso
d
'
incanto
uno
slancio
frenetico
e
fatuo
come
la
fiamma
.
Così
avviene
che
una
paradossale
e
lampante
avvenenza
trasfiguri
le
loro
magre
teste
di
morto
.
Lì
per
lì
non
sai
come
da
quell
'
acre
e
fin
troppo
aromatico
branco
salti
fuori
di
colpo
la
più
radiosa
stella
di
Broadway
.
Son
tutte
men
che
ventenni
,
d
'
una
polpa
serpentina
e
durissima
,
pettinate
alla
maniera
eccentrica
di
Josephine
Baker
,
cioè
con
i
capelli
incollati
a
virgola
sulla
fronte
.
Sotto
questa
punteggiatura
audace
i
loro
occhi
dardeggiano
.
Non
c
'
è
donna
di
teatro
,
o
cometa
nel
cielo
,
che
fuggendo
sfolgori
più
viva
di
questa
.
Con
dei
notturni
riflessi
di
bronzo
i
loro
corpi
ignudi
,
che
un
agitato
e
gonfio
gonnellino
di
penne
di
struzzo
copre
,
guizzano
contro
luce
in
un
vegetariano
paesaggio
da
cinematografo
.
Beatissima
isola
del
Pacifico
.
In
fondo
,
la
luna
fa
una
scia
d
'
argento
sul
mare
di
smeraldo
che
appare
incorniciato
da
'
palmizi
giganti
.
Su
quel
terrestre
paradiso
di
banane
,
esse
son
le
hawajane
.
Una
bellissima
scena
,
che
non
basta
a
descriverla
la
penna
stilografica
:
ci
vogliono
i
tamburi
.
Si
direbbe
il
festino
di
una
tribú
di
pescatrici
di
perle
,
che
torno
torno
all
'
isola
,
nelle
acque
profonde
,
i
coscienziosi
pescicani
assediano
.
Ma
quel
che
più
addentro
deve
turbare
con
vaghe
nostalgie
l
'
anima
delle
platee
è
la
voce
strana
di
queste
fanciulle
di
colore
.
Voce
debole
,
ferma
sugli
albori
della
creazione
.
Liquide
voci
boschive
,
verdi
come
l
'
aria
tra
il
fogliame
,
monotone
come
l
'
acqua
.
Queste
negre
che
cantano
ballando
,
buttan
le
note
a
piena
gola
,
come
l
'
ultima
campana
che
s
'
addormenta
.
Suoni
lunghi
che
dondolano
ai
rami
,
polvere
di
melodia
:
il
sonno
scivola
,
s
'
adagia
.
Dormiveglia
della
jungla
sotto
la
pioggia
calda
.
Lamenti
di
leopardi
,
la
sera
.
Ruggito
che
illanguidisce
e
finisce
in
sfumature
color
di
vaniglia
.
Onde
gravi
di
sospiri
;
misteriosi
assopimenti
;
echi
dolenti
;
voci
nascoste
in
fondo
alla
natura
.
Cantilene
che
incantano
;
voci
comiche
,
rauche
,
lucenti
,
musicali
.
Musicali
accenti
di
una
fisarmonica
immensa
da
cui
nasce
il
nuovo
mito
negro
americano
.
Nel
genere
serio
,
poi
,
questa
troupe
ci
offre
un
numero
di
una
terribilità
addirittura
teologale
.
Qui
la
passione
di
Cristo
e
la
paura
del
diavolo
non
han
limiti
.
Il
motivo
ne
è
il
seguente
:
«
Negli
stati
del
Sud
il
paese
è
allo
stesso
livello
del
mare
,
e
quando
un
negro
muore
,
se
non
è
abbastanza
ricco
per
essere
sepolto
nelle
montagne
,
vien
sotterrato
nelle
adiacenze
lagunari
,
sì
che
l
'
acqua
fa
tornare
il
suo
corpo
a
galla
.
Allorché
muore
uno
di
questi
negri
poveri
tutti
i
negri
del
villaggio
si
riuniscono
intorno
alla
sua
bara
,
e
creano
coi
loro
canti
una
specie
di
isteria
che
spinge
gli
uomini
a
rubare
,
e
le
donne
a
vendersi
ai
bianchi
,
allo
scopo
di
raccogliere
il
denaro
sufficiente
per
l
'
inumazione
del
defunto
»
.
Il
velario
si
apre
su
un
quadro
spento
che
la
lanterna
cieca
esplora
.
È
la
navata
d
'
una
chiesa
anglicana
.
Il
cupo
laboratorio
dei
missionari
di
Boston
.
Luce
da
inquisizione
.
Là
dentro
un
'
oscura
e
devota
adunanza
intona
i
cantici
.
La
musica
è
quella
di
un
dogmatico
fox
trott
.
Voluminose
entità
si
distinguono
appena
in
quel
buio
.
Corpi
moventi
,
forme
dai
pallidi
balenii
d
'
alluminio
oscillano
fra
gli
opachi
vapori
d
'
un
altare
.
Un
fumido
velo
di
magnesio
ardente
imbianca
tutte
quelle
figure
di
negri
problematici
,
che
non
sono
più
altro
che
cifre
di
una
religione
,
simulacri
di
un
rito
funebre
e
corale
.
L
'
enorme
bocca
rosea
di
un
pastore
africano
affiora
e
affonda
lentamente
nel
tenebrore
:
apparizione
spettrale
che
riassorbita
dall
'
ombra
,
sparisce
nel
lucido
disco
girante
d
'
un
grammofono
.
Dietro
e
intorno
a
quel
segno
che
dilegua
c
'
è
solamente
il
nero
di
una
negativa
fotografica
.
Lastra
che
si
sviluppa
e
stride
in
un
bagno
di
acidi
:
il
Jazz
.
Mugghiano
in
quell
'
oscurità
le
voci
dell
'
apocalissi
.
L
'
orchestra
metallica
scroscia
e
spruzza
acciaio
fuso
.
È
il
film
sonoro
che
vive
.
Le
luci
dei
riflettori
,
che
il
luminista
sorveglia
,
invadono
a
poco
a
poco
con
una
nebbia
azzurrina
,
la
folla
dei
fanatici
il
cui
gesticolare
sempre
più
lungo
e
vasto
si
ripercuote
in
ombre
cinesi
sul
fondale
.
Così
da
un
processo
chimico
vien
fuori
una
specie
di
giudizio
universale
:
una
foresta
umana
che
si
piega
e
si
raddrizza
.
Foresta
senza
fine
.
Canto
,
minaccia
,
solenne
spavento
circonda
,
vaticinio
,
sermone
che
il
più
solenne
spavento
circonda
.
Qui
c
'
è
tutta
la
Bibbia
di
un
convertito
stregone
.
Evangelo
furente
entro
il
quale
cova
l
'
elettricità
di
un
temporale
,
entro
il
quale
brilla
fra
cento
dissolvenze
cinematografiche
il
fuoco
di
un
'
antichissima
magia
.
Qui
c
'
è
l
'
idolatria
,
e
insieme
,
ritmata
coi
pugni
del
mea
culpa
,
una
scolastica
,
violenta
e
celeste
,
che
fa
pensare
a
Bach
:
un
Bach
della
Polinesia
.
In
mezzo
ai
clamorosi
scongiuri
e
alle
orazioni
,
un
'
ombra
umana
caduta
sui
ginocchi
si
trascina
;
prorompe
un
urlo
selvaggio
che
porta
tutta
la
musica
sul
modo
maggiore
.
Il
contrappunto
aumenta
sino
all
'
uragano
e
la
popolosa
visione
va
'
su
a
braccia
levate
nei
cieli
del
palcoscenico
.
XI
Lauri
Volpi
«
La
carriera
del
tenore
non
ci
interessa
;
essa
è
quella
che
gli
permette
di
raggiungere
la
celebrità
prima
che
la
intonazione
-
-
nei
concertati
vuol
aver
ragione
lui
,
anche
quando
nessuno
gli
dà
torto
;
poi
bisogna
applaudirlo
se
non
si
vuol
passare
per
nemici
della
grande
arte
»
.
Ecco
un
'
opinione
,
uno
sfogo
,
un
giudizio
generico
,
forse
a
ragion
veduta
,
ma
che
non
calza
sempre
nel
caso
specifico
:
per
esempio
nel
caso
di
Lauri
Volpi
,
al
quale
non
fa
nessun
torto
l
'
avere
la
più
bella
voce
dei
nostri
giorni
.
La
voce
dell
'
uomo
felice
è
la
sua
.
L
'
Italia
gli
ha
dato
la
gloria
,
l
'
America
la
ricchezza
,
la
Francia
la
rosetta
della
legion
d
'
onore
.
E
la
Spagna
gli
diede
l
'
amore
d
'
una
sposa
,
gli
diede
la
ridente
compagnia
d
'
una
figlia
di
Valenza
.
La
prima
volta
che
andai
a
trovarlo
all
'
Opéra
di
Parigi
,
c
'
erano
nel
suo
camerino
ogni
sorta
di
personaggi
eccelsi
-
-
fra
gli
altri
l
'
ambasciatore
della
Repubblica
Argentina
,
e
il
duca
d
'
Alba
,
allora
ministro
di
Re
Alfonso
.
-
-
Neanche
a
farlo
apposta
,
nomi
sì
illustri
,
figure
sì
spiccate
e
magnanime
non
potevano
capitare
più
a
proposito
in
quel
fatidico
speco
riservato
al
melodramma
.
È
appunto
nel
camerino
,
prima
di
entrare
in
scena
,
che
la
missione
,
il
compito
nazionale
d
'
un
tenore
famoso
comincia
ad
esplicarsi
.
È
lí
,
fra
i
mazzi
di
fiori
che
ingombrano
le
consolle
,
e
i
costumi
sgargianti
che
pesano
,
gremiti
d
'
oro
,
ai
ganci
delle
pareti
:
in
mezzo
a
un
guazzabuglio
di
asciugamani
buttati
sulle
poltrone
e
di
scarpini
che
volano
al
sotto
,
che
il
nostro
globe
trotter
del
melodramma
italiano
incontra
a
tu
per
tu
i
potenti
della
terra
.
Son
proprio
quelli
e
quelle
,
i
momenti
importanti
e
le
arguzie
efficaci
.
Quando
dinanzi
allo
specchio
,
stropicciandosi
i
diversi
cerotti
sulla
faccia
,
l
'
artista
senza
voltarsi
replica
con
la
modestia
più
amabile
ai
signorili
omaggi
di
quei
Grandi
.
Allora
avviene
che
il
luogo
così
inquadrato
e
immerso
in
una
luce
cocente
e
malinconica
,
possa
sembrare
quello
di
un
'
antica
pittura
.
Giovane
e
seminudo
,
il
vello
sulle
spalle
,
come
san
Giovanni
Battista
-
-
il
nostro
Lauri
Volpi
sostiene
in
quel
frangente
,
con
una
fierezza
cattolica
,
il
centro
del
quadro
.
L
'
umana
mitezza
e
il
classico
vigore
del
suo
aspetto
,
ecco
quel
che
lo
rende
oltre
ogni
dire
simpatico
.
Perché
fortuna
vuole
che
fuori
del
palcoscenico
Lauri
Volpi
non
faccia
mai
il
tenore
.
Nella
conversazione
la
sua
voce
non
è
più
quella
che
canta
:
è
un
'
altra
voce
.
-
-
Ha
un
timbro
spento
,
ma
caldo
-
-
muove
bassa
dalle
sue
labbra
;
traluce
vagamente
dall
'
intimo
,
rivelando
l
'
oscura
sensibilità
dell
'
uomo
.
-
-
È
la
sua
voce
privata
;
quella
della
fede
.
Viene
da
una
corda
profonda
-
-
cangiante
ombra
d
'
un
suono
.
Celata
come
una
rosa
che
brucia
paonazza
nel
suo
rabbuffo
di
carta
velina
.
Negli
hôtels
dov
'
egli
scende
piovono
subito
gli
agenti
teatrali
e
lo
assediano
con
offerte
fantastiche
:
i
contratti
sono
pronti
,
non
c
'
è
più
che
la
firma
da
metterci
.
Bersagliato
di
seguito
da
tal
numero
di
affari
si
capisce
che
il
nostro
Lauri
Volpi
sia
qualche
volta
stufo
di
scritture
e
di
soldi
,
al
punto
di
rifiutare
delle
proposte
che
qualsiasi
compositore
o
poeta
con
tutta
la
sua
immaginazione
stenta
a
credere
.
Se
insisto
un
po
'
su
quest
'
argomento
poco
elegante
non
è
per
difetto
di
gusto
,
ma
bensì
per
concludere
che
di
tutte
le
varie
felicità
che
lo
circondano
è
proprio
a
questa
,
economica
,
che
Lauri
Volpi
seccato
volta
il
più
spesso
la
schiena
.
Gli
è
che
Volpi
,
innamorato
del
pubblico
,
come
della
sua
donna
,
vuole
ottenere
soltanto
che
il
pubblico
lo
ami
.
Ecco
perché
canta
.
Basta
guardarlo
col
binocolo
,
quando
entra
in
scena
.
La
sala
,
buia
e
gremita
,
lo
manda
in
visibilio
.
Veh
,
com
'
è
smorto
e
nobile
il
suo
volto
.
Il
suo
petto
si
alza
e
s
'
abbassa
come
quello
d
'
uno
spasimante
che
sta
lí
lí
per
spirare
sotto
un
balcone
chiuso
.
I
suoi
«
do
diesis
»
sono
dei
lunghi
e
umani
messaggi
che
arrivano
alla
luna
.
-
-
E
sul
punto
di
attaccare
l
'
acuto
degli
acuti
vedi
Lauri
Volpi
chiudere
vertiginosamente
gli
occhi
avvolti
nel
vuoto
come
uno
che
si
getta
dalla
torre
Eiffel
.
-
-
Ed
è
sempre
un
volo
canoro
stupendo
.
Tutto
quel
che
in
un
anno
può
spendere
,
di
note
sopra
i
righi
,
un
tenore
normale
,
egli
lo
spende
in
una
sera
.
È
un
vero
salasso
vocale
.
n
La
sua
recente
tournée
fu
un
arco
solo
di
trionfi
,
da
Budapest
a
Berlino
,
da
Parigi
fino
all
'
isola
di
Maiorca
.
In
Spagna
cantò
anche
nella
Plaza
dos
Toros
di
Barcellona
dinanzi
a
ventimila
persone
.
In
ogni
luogo
del
mondo
cantò
in
italiano
.
Questo
continuo
cambiar
paesi
,
teatri
,
compagnie
,
e
cantare
,
oggi
,
con
degli
ungheresi
,
con
dei
tedeschi
domani
,
è
una
cosa
che
ti
scombussola
-
-
mi
dice
Lauri
Volpi
.
-
-
La
memoria
della
parte
,
la
pronunzia
sicura
,
il
movimento
,
se
ne
vanno
a
Patrasso
-
-
bisogna
provare
e
riprovare
per
assuefarsi
a
certe
repliche
ostrogote
che
a
tutta
prima
ti
fan
rimanere
di
sasso
.
Povero
lui
,
per
una
settimana
Parigi
fu
piena
del
suo
nome
e
'
non
gli
diede
riposo
-
-
quattro
recite
e
tre
concerti
in
sette
giorni
.
L
'
ultima
sera
all
'
Opéra
fece
l
'
Aida
.
-
-
Recita
completamente
italiana
.
-
-
Gli
artisti
di
quel
teatro
,
dal
primo
all
'
ultimo
,
si
sforzarono
di
cantare
nella
nostra
lingua
,
e
ci
riuscirono
egregiamente
fu
intorno
a
Lauri
Volpi
una
gara
inaspettata
,
ed
un
omaggio
magnifico
reso
all
'
arte
nostra
.
Fra
il
terzo
e
il
quarto
atto
volli
andar
su
a
salutarlo
.
Per
arrivare
al
palcoscenico
c
'
è
un
viaggio
inenarrabile
da
fare
:
vestiboli
,
passaggi
,
boccaporti
,
androni
che
rimbombano
,
scalette
di
servizio
,
spazi
morti
,
scricchiolio
di
legname
sotto
i
passi
-
-
insomma
un
'
arca
,
questo
teatro
,
un
barcone
,
una
scuderia
,
un
labirinto
grandioso
,
vuoto
,
antidiluviano
e
provvisorio
.
In
fondo
a
certe
corsie
,
mezzo
annegate
nella
luce
fioca
e
traballante
del
gas
,
una
tribuna
da
corte
d
'
assisi
,
e
sulla
scranna
un
custode
che
non
da
piu
segno
di
vita
.
Mi
ci
volle
una
guida
per
arrivare
.
Sul
palcoscenico
,
turbe
di
comparse
ferme
nella
penombra
;
fra
le
quinte
le
masse
dei
coristi
aspettavano
il
segnale
,
come
dei
soldati
in
trincea
-
-
nell
'
aria
,
fino
al
soffitto
altissimo
,
noia
,
sonno
,
stanchezza
.
E
in
disparte
,
nel
buio
,
Lauri
Volpi
colle
braccia
conserte
.
Riconosco
i
suoi
occhi
lucenti
,
i
suoi
capelli
ricciuti
e
bagnati
di
naufrago
:
la
tunica
leggera
di
Radames
è
quasi
incollata
sulle
sue
spalle
-
-
su
tutto
il
suo
corpo
fuma
il
vapore
.
È
sudato
,
formidabile
,
come
un
boxeur
prima
dell
'
ultimo
round
.
Ma
allegro
.
Ride
-
-
sa
che
fra
cinque
minuti
un
'
altra
celeste
Aida
,
un
'
Aida
parigina
,
morirà
fra
le
sue
braccia
.
XII
Concerto
di
negri
La
sala
Gaveau
a
Parigi
sembra
quella
di
Santa
Cecilia
a
Roma
-
-
un
po
'
più
vasta
,
se
vuoi
,
e
sontuosa
-
-
con
delle
penombre
e
delle
profondità
appartate
,
quasi
delle
nicchie
,
entro
le
quali
gli
astanti
,
aspettando
che
il
concerto
cominci
,
siedono
in
una
solitudine
conventuale
.
Un
piccolo
organo
con
la
gerarchia
delle
sue
canne
mute
dorme
avvolto
in
un
barlume
grigio
e
argento
,
e
fa
fronte
al
pubblico
che
di
minuto
in
minuto
si
va
accumulando
in
platea
,
fitto
,
profumato
e
soffice
come
una
valanga
.
Ad
un
certo
punto
una
raggiera
di
lumi
dai
colori
arancioni
s
'
accende
e
indora
la
folla
distesa
e
sussurrante
.
Cinque
negri
in
smoking
son
già
allineati
sul
podio
.
Cinque
ceffi
di
pece
lampeggiano
sul
candore
degli
sparati
-
-
sembrano
tenebrose
maschere
intente
a
spiare
dai
fori
.
L
'
improvvisa
luce
non
ha
lasciato
a
loro
il
tempo
di
dileguarsi
.
La
scena
ha
l
'
aria
di
un
complotto
sventato
.
Tengon
la
testa
china
e
le
mani
dietro
la
schiena
.
Che
avranno
in
sorte
costoro
:
il
linciaggio
,
la
sedia
o
la
fucilazione
?
Su
un
lato
del
palco
un
pianoforte
a
coda
interminabile
,
una
specie
di
sarcofago
scoperchiato
,
sta
lí
sulle
ruotine
,
fermo
.
Lo
diresti
il
pauroso
veicolo
adibito
alla
traslazione
delle
loro
salme
.
Poveracci
;
tirano
appena
il
fiato
,
posseduti
da
uno
stesso
pensiero
funesto
;
e
quel
respiro
diventa
a
poco
a
poco
un
lamento
,
una
preghiera
che
fluttua
su
quelle
labbra
tumide
:
mescolanza
fioca
di
versetti
e
di
nenie
che
una
quiete
assonnata
mantiene
su
un
tono
monotono
e
lieve
.
Son
dei
quacqueri
neri
che
cantano
in
lingua
inglese
,
su
un
ritmo
che
suona
lento
,
scompigliato
,
arcano
-
-
cantano
senza
sostegno
istrumentale
.
Cantano
.
E
non
si
guardano
mai
.
Non
si
toccano
,
guai
!
-
-
curvi
,
immobili
,
assorti
come
bestie
catturate
.
Il
loro
insieme
è
ammirevole
,
l
'
intonazione
è
perfetta
,
e
sembra
desolata
di
esserlo
.
Le
voci
di
questi
negri
non
sono
fatte
per
primeggiare
ma
per
coprirsi
a
vicenda
,
e
intrecciarsi
in
un
gergo
rotto
,
confuso
,
puerile
,
indefinibile
.
C
'
è
un
mistero
,
un
'
ossessione
,
una
occulta
presenza
che
fa
loro
venir
la
tremarella
,
qualcosa
che
si
muove
come
l
'
ombra
dei
preti
missionari
sulla
sabbia
del
deserto
.
Ascoltiamo
perplessi
questa
musica
senza
gesti
,
che
gira
a
rilento
.
-
-
Formule
caute
,
echeggiamenti
vaghi
,
irreperibili
suoni
,
evasivi
accenti
.
È
un
'
arte
che
non
si
eleva
mai
,
non
si
spiega
,
gorgoglia
,
e
si
svuota
prima
di
avverarsi
:
ventriloquia
sobria
,
evanescente
armonia
che
fa
l
'
altalena
e
arriva
sino
a
noi
a
onde
successive
,
come
per
trasmissione
radiofonica
.
I
cinque
cantori
del
nuovo
mondo
sembrano
ancora
lontani
sui
flutti
dell
'
oceano
.
Sul
loro
sangue
infuocato
la
chiesa
protestante
ha
versato
la
Fede
-
-
ormai
le
loro
anime
cristiane
bruciano
onestamente
come
le
candele
sull
'
altare
.
Non
han
più
forza
,
né
foga
,
né
originalità
;
non
c
'
è
più
niente
di
verticale
nel
loro
modo
;
mai
un
colpo
azzeccato
-
-
effetti
d
'
ombra
nell
'
ombra
-
-
dissolvenze
sonore
.
Per
attaccare
insieme
s
'
intendono
fra
loro
a
cenni
impercettibili
,
serbando
tuttavia
un
atteggiamento
impersonale
pieno
di
dissimulazione
belluina
.
Ohimè
;
chi
s
'
aspettava
di
udire
da
costoro
qualche
esilarante
mistificazione
,
qualche
grossa
e
accorata
eccentricità
sul
genere
di
Alleluia
,
casca
dalle
nuvole
e
comincia
a
ingoiare
sbadigli
su
sbadigli
come
il
camaleonte
che
mangia
l
'
aria
.
Ma
la
natura
presto
o
tardi
si
vendica
.
Ed
ecco
che
a
poco
a
poco
dietro
tanta
devozione
nasce
la
luce
violetta
dell
'
alba
,
come
intorno
a
un
'
orgia
funebre
.
Senti
,
che
nostalgia
in
quegli
ululati
contriti
.
Le
u
inglesi
sospirano
nel
loro
naso
,
gemono
nella
loro
gola
;
e
tutto
l
'
alfabeto
dei
seminari
di
Boston
,
che
gonfia
le
loro
gote
che
fischia
fra
i
loro
denti
,
e
fa
roteare
i
loro
occhi
in
un
'
estasi
placida
,
si
mischia
malinconicamente
a
proposito
di
sermoni
,
di
Bibbia
e
di
pie
cerimonie
.
Dietro
quei
salmi
ci
son
le
canzoni
sotto
la
tenda
nell
'
accampamento
notturno
,
la
vittima
pronta
per
il
sacrificio
,
l
'
acquavite
per
la
danza
e
i
falsi
combattimenti
dei
guerrieri
.
Questi
negri
hanno
dunque
un
'
anima
a
doppio
fondo
,
e
non
sono
dei
trabucos
denicotinizzati
.
L
'
istinto
,
il
ritmo
vitale
li
invade
gradatamente
,
il
sacro
delirio
vien
fuori
dalle
loro
ugole
,
e
il
pubblico
elettrizzato
comincia
ad
agitarsi
.
Fra
i
ranghi
femminili
c
'
è
una
tribú
di
dame
color
di
liquirizia
,
che
si
gonfiano
esilarate
,
mostrano
i
denti
e
non
stan
più
nella
pelle
.
Proprio
in
quel
punto
m
'
accorgo
d
'
avere
per
vicina
una
negra
del
tropico
,
ingombrante
,
cresputa
,
e
una
sua
figluoletta
dalle
trecce
pesanti
e
bruciate
.
Ambedue
seguono
anelando
il
concerto
e
sembrano
al
settimo
cielo
.
A
bocca
aperta
la
piccola
sorride
,
sorride
in
silenzio
-
-
i
suoi
occhioni
di
bull
dog
guardano
nel
vuoto
con
uno
sbalordimento
travolgente
.
Comincio
anch
'
io
a
sentirmi
leggero
,
e
a
salire
a
traverso
regioni
metafisiche
,
al
di
là
di
tutte
le
mitologie
,
nell
'
elemento
cosmico
e
cieco
.
Tempestoso
,
immobile
,
l
'
universo
siderale
affonda
da
ogni
parte
infinito
.
I
grossi
unisoni
cantano
su
un
tono
equatoriale
-
-
un
inno
si
leva
dagli
uomini
,
dalle
foreste
,
dal
mare
e
va
su
in
cielo
-
-
un
cielo
immane
,
che
stride
,
sul
proprio
asse
,
e
tuona
lontano
.
Ansante
e
rorido
come
un
gran
ventre
sazio
il
firmamento
palpita
e
stilla
fuoco
.
Miriadi
di
astri
sanguigni
fumano
lentamente
.
La
via
lattea
luccica
come
una
cintura
incrostata
.
Corrono
i
messaggi
fra
l
'
uno
e
l
'
altro
polo
.
Tutto
è
ripetizioni
,
discrepanze
e
segnali
.
La
notte
fa
il
suo
lungo
viaggio
con
i
vapori
che
ne
derivano
e
le
luci
che
l
'
accompagnano
.
La
stella
di
Venere
riman
l
'
ultima
a
dondolare
lassú
.
Le
altre
sono
fuggite
tutte
dinanzi
al
prossimo
sorgere
del
sole
.
XIII
Parigi
1930
La
Patria
della
democrazia
par
diventata
una
cooperativa
anonima
,
e
Parigi
lavora
in
sordina
ma
sodo
:
quiete
e
semplicità
stanno
alla
superficie
.
A
tutta
prima
diresti
che
il
gallo
ha
messo
il
becco
sotto
l
'
ala
e
digerisce
.
Invece
seleziona
.
Le
iniziali
allegoriche
,
i
sostantivi
tonanti
della
Repubblica
son
scritti
in
lettere
piccole
.
Sui
biglietti
da
visita
non
vedi
che
minuscole
.
Genio
,
eroismo
,
gloria
,
cercano
di
non
dar
più
nell
'
occhio
,
strisciano
lungo
i
muri
e
vanno
in
bassa
tenuta
.
Vittoria
,
libertà
sono
parole
di
terza
qualità
.
Nell
'
arte
,
nella
politica
,
sono
aboliti
gli
altoparlanti
.
Tutto
quel
che
è
imperativo
o
pretensioso
marca
il
passo
e
si
tace
.
Bando
alle
esclamazioni
,
non
son
più
i
chiari
di
luna
della
rettorica
.
Gli
esteti
e
i
demagoghi
van
coperti
d
'
obbrobrio
a
crepare
sotto
i
ponti
.
All
'
enfasi
ci
pensa
lo
spazzino
.
Crisi
di
rinnovamento
,
giunco
di
influenze
,
trasfusione
del
sangue
.
I
discorsi
son
corti
,
le
parole
precise
,
si
cerca
l
'
essenziale
.
D
'
una
lotta
accanita
e
profonda
come
questa
non
odi
che
i
sospiri
e
qualche
rantolo
.
In
mezzo
a
tanto
silenzioso
tormento
il
rumore
d
'
una
porta
sbattuta
,
il
tonfo
d
'
un
suicida
,
il
grido
d
'
un
poeta
,
si
spengono
senza
traccia
in
questa
atmosfera
raccolta
che
è
come
un
coltrone
di
cenere
.
In
un
discorso
di
ieri
Paul
Claudel
constatava
senza
rincrescimento
che
l
'
americanismo
ha
invaso
da
un
capo
all
'
altro
tutta
la
Francia
.
C
'
è
dell
'
esagerazione
,
e
i
poeti
che
esagerano
son
messi
in
questo
momento
fuori
circolazione
come
le
maiuscole
dell
'
alfabeto
.
Ma
Claudel
è
anche
ambasciatore
e
la
frase
scabrosa
sollevò
un
putiferio
;
si
disse
da
ogni
parte
:
basta
,
basta
.
Prima
che
la
protestante
eco
sia
dispersa
del
tutto
,
leviamoci
per
affermare
a
nostra
volta
che
,
se
la
Francia
sta
americanizzandosi
,
la
città
di
Parigi
è
addirittura
dei
negri
.
Quassú
il
negro
è
il
modello
,
il
profeta
,
l
'
artista
.
Qui
si
dà
fondo
a
tutte
le
più
occulte
negrerie
.
L
'
Africa
ha
steso
il
suo
braccio
sulla
città
lumière
.
Settantamila
algerini
sudano
nelle
officine
.
Le
più
oscure
tribú
traversano
senza
tamburo
i
grandi
boulevards
.
Il
ritmo
di
questa
metropoli
è
imperiale
.
Nei
saloni
trionfa
il
giovane
stregone
dal
colore
dei
sigari
di
avana
.
I
negri
ti
dànno
il
biglietto
nei
carrozzoni
del
tram
.
Ammarrate
ai
piedi
del
Louvre
ballano
sui
flutti
della
Senna
le
piroghe
oceaniche
.
I
senegalesi
in
alta
uniforme
fan
la
guardia
all
'
Eliseo
.
Il
fatto
non
è
ancora
politico
,
è
piuttosto
mondano
.
Mala
moda
a
Parigi
fa
presto
a
diventare
politica
.
L
'
Italia
invece
e
il
vecchio
italianismo
perdono
dei
punti
,
anzi
precipitano
-
-
come
si
dice
in
borsa
.
[
Venezia
,
Michelangelo
,
Posillipo
)
,
il
sentimento
e
la
gelosia
passano
un
brutto
quarto
d
'
ora
.
Il
do
di
petto
,
il
dolce
far
niente
,
i
bersaglieri
e
la
vendetta
sono
spacciati
quassú
dove
il
risentimento
,
lo
sdegno
,
l
'
aversene
per
male
,
sono
il
segno
di
un
deplorevolissimo
costume
provincia
le
.
Oggidì
si
calpesta
,
si
riduce
in
frantumi
ogni
romanticheria
,
si
scaraventa
nel
fiume
tutto
quel
che
è
vieux
jeu
.
Parigi
è
diventata
un
'
isola
cosmopolita
intorno
alla
quale
galleggiano
ruotando
dei
tappi
di
champagne
,
qualche
berretto
di
carta
rossa
da
cotillon
e
molte
donne
disperate
e
fradicie
di
lacrime
.
Qui
certo
l
'
amore
non
fa
appannare
i
vetri
delle
case
private
:
qui
c
'
è
l
'
uomo
in
incognito
,
c
'
è
il
quacquero
.
L
'
uomo
integrale
,
anima
,
spirito
,
e
corpo
,
l
'
uomo
in
caratteri
da
scatola
,
è
morto
.
Quante
donne
dopo
un
naufragio
approdano
in
questi
paraggi
in
cerca
d
'
un
appoggio
,
d
'
un
protettore
.
Ohimè
!
A
Montparnasse
si
studia
,
ma
si
fa
poco
all
'
amore
.
E
tuttavia
in
nessun
altro
luogo
accorrono
come
qui
,
disperate
,
le
tapine
che
han
bisogno
d
'
essere
sostenute
per
cadere
di
nuovo
.
Del
resto
qui
,
amore
,
non
si
dice
più
:
si
dice
amicizia
e
l
'
amicizia
è
sperimentale
.
Così
d
'
esperimento
in
esperimento
la
vita
finisce
qualche
volta
a
spegnersi
sopra
un
fornello
di
carbone
.
Il
cancan
è
finito
.
Entrando
in
Parigi
fiuti
nell
'
aria
lo
spirito
serioso
della
città
,
che
da
qualche
anno
in
qua
si
moralizza
fin
che
può
.
Ti
permettono
appena
una
scrittura
che
dice
castamente
delle
cose
immorali
.
L
'
absinte
non
c
'
è
più
,
-
-
si
mena
una
vita
sorvegliata
e
pacifica
.
L
'
uno
dopo
l
'
altro
i
luoghi
clandestini
si
chiudono
.
In
poesia
le
note
son
leggere
,
intermittenti
,
ultimi
segni
balzati
alla
superficie
letteraria
,
come
le
bolle
d
'
aria
che
fa
un
annegato
sparito
sott
'
acqua
.
Quanta
severità
.
I
cervelli
son
diventati
più
forti
,
ma
i
cervelli
soltanto
.
Ora
si
cerca
d
'
essere
ragionevoli
e
si
aspetta
la
trasfusione
del
sangue
.
La
sera
il
cielo
è
zebrato
di
fulmini
,
ma
non
senti
tuonare
.
Di
tutto
un
apparecchio
pirotecnico
,
dopo
che
i
fuochi
artificiali
son
bruciati
,
e
il
fumo
è
dileguato
,
non
rimangono
al
mattino
che
tizzoni
,
trucioli
,
gabbie
schematiche
di
réclame
tramortita
,
e
la
freddezza
arcigna
d
'
una
città
che
non
ha
punto
goduto
.
È
la
corrente
invisibile
che
durante
la
notte
dà
tanti
occhi
,
e
un
milione
di
sguardi
sfolgoranti
,
a
queste
strade
funebri
.
Ecco
il
paesaggio
invernale
fatto
di
neve
,
di
cemento
,
e
pieno
di
ateliers
,
sterilizzati
dalla
luce
elettrica
-
-
dove
il
pensiero
moderno
brucia
,
brilla
,
si
spoglia
di
ceneri
calde
,
evapora
,
a
forza
di
combustione
,
fin
che
rimane
bianco
,
esiguo
,
ossificato
come
uno
scheletro
nella
calce
.
Ma
queste
non
sono
che
impressioni
di
un
ultimo
arrivato
.
Col
tempo
l
'
incanto
nascosto
di
Parigi
ci
avvolge
volubilmente
,
ci
penetra
,
e
una
dolce
avidità
di
viverci
ci
prende
:
entri
in
circolazione
,
sei
parte
del
tutto
,
trovi
un
destino
nuovo
e
senza
ribellione
finirai
anche
tu
per
trascinarti
dietro
la
catena
del
parigino
.
Narrativa ,
I
.
La
prima
volta
che
Cesare
Lascaris
entrò
in
casa
delle
due
sorelle
,
il
cielo
sfarfallava
di
lampi
infaticabili
a
levante
e
a
ponente
,
come
per
un
'
alternativa
di
colori
liquefatti
e
largamente
diffusi
sopra
una
cupola
immensa
.
Roberta
era
stata
ripresa
dal
suo
male
.
Una
leggera
spuma
rosea
le
era
sgorgata
dalla
bocca
,
mentre
innanzi
alla
finestra
seguiva
col
binocolo
un
vapore
,
che
all
'
ultima
linea
delle
acque
passava
sotto
il
tumulto
dei
lampi
,
sotto
il
cumulo
più
nero
delle
nubi
.
Aveva
deposto
sùbito
il
cannocchiale
,
e
volgendosi
a
Emilia
con
la
pezzuola
umida
di
sangue
,
aveva
detto
:
-
Ecco
!
-
rispondendo
alla
sorda
inquietudine
,
che
dalla
prima
comparsa
del
morbo
le
aveva
confitto
gli
artigli
nel
cuore
.
Il
giorno
,
levatosi
per
le
due
giovani
tranquillo
come
gli
altri
,
divenne
repentinamente
funebre
;
l
'
uragano
addensato
fuori
,
parve
ad
ambedue
il
quadro
naturale
in
cui
il
dramma
doveva
svolgersi
,
e
l
'
aria
pregna
di
correnti
elettriche
,
solcata
dalle
luci
minacciose
,
le
avvolse
e
le
fece
vibrare
di
spavento
.
L
'
Implacabile
risorgeva
.
Avevan
voluto
dimenticarla
,
fuggendo
dalla
città
,
aspirando
i
germi
vitali
nel
paesello
ligure
inapprezzato
dal
capriccio
misterioso
della
folla
.
Tutto
della
loro
vita
era
stato
tacitamente
disposto
per
raggiungere
quell
'
oblio
.
Scorrevano
ogni
giorno
lungo
tempo
sulle
rocce
più
inoltrate
nel
mare
,
fin
dove
l
'
onda
s
'
accartocciava
ribollendo
passeggiavano
adagio
,
metodicamente
verso
il
crepuscolo
,
dov
'
era
men
facile
incontrare
i
carri
,
che
sollevavano
nugoli
di
polvere
;
la
villetta
era
aperta
sempre
a
finestrate
di
sole
,
a
fiumi
d
'
aria
pura
.
Roberta
seguiva
i
consigli
dei
medici
,
ed
Emilia
si
studiava
d
'
allontanarle
ogni
causa
di
malcontento
.
Se
si
fissavan
negli
occhi
per
leggervi
il
medesimo
pensiero
inconfessato
,
gli
occhi
tentavan
sùbito
d
'
esprimere
pensieri
frivoli
e
pieni
d
'
avvenire
.
Il
male
sembrava
cosa
antica
,
pessimo
sogno
pessimamente
interpretato
dagli
uomini
della
scienza
.
Guardavano
innanzi
a
sè
,
lasciandosi
addietro
il
ricordo
della
malattia
breve
e
furiosa
,
cui
Roberta
s
'
era
sottratta
per
una
generosità
de
'
suoi
diciannove
anni
.
E
l
'
Implacabile
risorgeva
;
e
quella
spuma
sanguigna
voleva
dire
la
Morte
,
e
quei
colpi
di
tosse
che
riprendevano
,
erano
la
Morte
,
e
tutto
;
era
la
Morte
,
la
Morte
,
la
Morte
nel
giorno
denso
di
luci
minacciose
,
divenuto
il
primo
periodo
d
'
un
dramma
del
quale
s
'
ignoravano
gli
episodii
futuri
e
s
'
intuiva
la
fine
.
-
Non
spaventarti
,
-
disse
Emilia
con
la
voce
tronca
.
-
Non
è
nulla
....
Sai
che
non
può
essere
nulla
....
Mando
a
chiamare
il
medico
...
Roberta
era
caduta
sul
divano
,
e
nell
'
ombra
dell
'
angolo
si
vedevan
l
'
abito
turchino
a
merletti
bianchi
,
il
volto
cereo
ed
ovale
.
Le
braccia
erano
abbandonate
lungo
il
corpo
.
Sotto
l
'
atteggiamento
incerto
,
covava
il
terrore
di
chi
aspetta
un
nuovo
segno
infallibile
:
ella
attendeva
un
altro
colpo
di
tosse
,
un
rigurgito
di
sangue
,
la
rottura
d
'
una
arteria
,
che
la
soffocasse
in
un
lago
di
sangue
;
poichè
nessuno
meglio
di
lei
conosceva
tutte
le
possibilità
spaventose
d
'
una
soluzione
certa
.
-
Sùbito
dal
medico
;
venga
sùbito
;
lasci
qualunque
cosa
....
Hai
capito
?
-
ordinò
Emilia
alla
cameriera
accorsa
.
-
Sùbito
,
sùbito
,
sùbito
....
Vuoi
andare
a
letto
,
Roberta
?
Ti
aiuterò
'
io
....
Fatti
coraggio
....
E
mentre
parlava
riprendendo
il
suo
posto
innanzi
alla
sciagura
,
si
irrigidiva
per
resistere
alla
tentazione
di
fuggire
,
mandando
grida
laceranti
....
Piegarsi
,
prosternarsi
brutalmente
alla
fatalità
,
piangere
fino
al
torpore
e
sentire
il
tempo
uguale
,
infinito
,
passare
su
di
lei
e
sopra
le
cose
,
doveva
essere
una
voluttà
divina
.
Ella
non
era
creata
per
tener
fronte
alle
avversità
:
con
la
morte
del
marito
dopo
un
anno
di
matrimonio
e
con
la
prima
malattia
di
Roberta
,
due
volte
una
ribellione
di
inerzia
era
nata
in
lei
;
il
bisogno
di
sfuggire
a
sè
medesima
e
all
'
azione
,
era
divampato
così
furibondo
,
che
le
era
avvenuto
d
'
inginocchiarsi
a
pregare
perchè
fosse
mutata
in
una
statua
dal
gesto
eterno
,
dalla
insensibilità
eterna
....
Ma
si
riprese
per
quello
stesso
spirito
di
rivolta
,
il
quale
d
'
ora
in
ora
aveva
forme
così
diverse
;
allungò
le
mani
alla
sorella
e
l
'
aiutò
ad
alzarsi
,
riuscendo
a
sorriderle
.
Sulla
soglia
della
sua
camera
,
Roberta
si
arrestò
un
istante
sotto
un
nuovo
attacco
del
male
;
il
fazzoletto
si
arrossò
,
una
sottil
bava
sanguigna
le
scese
lungo
la
connessura
delle
labbra
,
si
ruppe
....
Allora
,
sciogliendosi
dalle
mani
d
'
Emilia
,
la
fanciulla
corse
al
letto
,
strappò
gli
abiti
,
slacciò
i
cordoni
delle
sottovesti
,
gettò
ogni
cosa
a
terra
,
fu
pronta
,
e
si
ricoverò
tra
le
coltri
,
dicendo
febbrilmente
:
-
Vedi
,
che
è
proprio
il
male
?
Vedi
,
che
bisogna
morire
?
...
Non
parlare
,
hai
capito
?
Non
dir
nulla
....
Il
medico
,
non
lo
voglio
....
Va
via
,
anche
tu
....
Emilia
rimase
in
piedi
presso
il
letto
,
fisicamenta
assorta
nei
romori
della
tempesta
,
che
dalle
sbarre
delle
gelosie
proiettava
il
suo
livido
ghigno
nella
camera
.
Così
,
spoglia
d
'
ogni
attraenza
materiale
degli
abiti
,
Roberta
era
l
'
ammalata
.
Sotto
l
'
epidermide
bianca
,
una
miriade
di
piccoli
punti
rossi
,
qua
diffusi
e
là
raccolti
in
nucleo
,
segnava
la
persistenza
del
morbo
;
il
seno
,
questa
gloria
incomparabile
del
sesso
e
della
giovanezza
,
era
crivellato
dai
nuclei
rossastri
e
s
'
affondava
,
invece
di
protendersi
esuberante
....
Di
quel
corpo
virgineo
avvolto
fra
le
lenzuola
,
non
rimaneva
attenta
,
vivente
,
perspicace
,
se
non
la
testa
coi
capelli
biondi
e
disordinati
;
ma
ancòra
sotto
la
pelle
della
fronte
e
sulle
guance
,
comparivano
le
piccole
macchie
rosse
incancellabili
.
Gli
occhi
erano
d
'
un
azzurro
vitreo
,
le
labbra
tumide
,
i
denti
bianchissimi
,
il
profilo
netto
e
puro
,
quasi
ellenico
.
Il
resto
delle
sue
forme
non
aveva
linea
e
valore
,
se
non
corretto
dalle
mani
scaltre
delle
cucitrici
e
lusingato
dai
colori
festevoli
o
ingenui
delle
stoffe
.
Per
la
camera
semioscura
aleggiava
un
profumo
indefinito
d
'
acque
odorose
;
i
mobili
modesti
delle
case
d
'
affitto
variamente
ricoperti
e
senza
stile
,
parevano
l
'
avanzo
di
diversi
addobbi
;
il
letto
solo
in
mogano
lucidissimo
era
elegante
e
nuovo
.
Sui
tavolini
,
sui
divani
,
s
'
ammucchiavano
i
libri
rilegati
o
sciolti
,
una
collezione
di
romanzi
,
da
Walter
Scott
agli
ultimi
autori
russi
,
che
Roberta
leggeva
senza
posa
e
senza
scelta
,
fino
ad
averne
l
'
emicrania
.
Ella
era
ancòra
la
fanciulla
tipica
,
angariata
e
deliziata
dai
sogni
un
po
'
umoristici
del
romanticismo
;
si
costruiva
in
testa
una
favola
di
principi
e
di
re
,
si
assegnava
una
parte
nella
favola
,
mutava
e
rimutava
gli
episodii
,
vivendo
,
con
qualche
residuo
dei
preconcetti
acquei
di
collegio
,
in
assoluto
ritardo
,
in
voluta
contraddizione
con
tutto
quanto
era
vita
intorno
a
lei
.
Emilia
,
seduta
a
fianco
del
letto
,
tenendo
fra
le
sue
una
mano
di
Roberta
,
stava
sempre
attenta
ai
romori
esterni
,
poichè
nella
camera
era
piombato
un
silenzio
di
malattia
,
che
la
riconduceva
a
dieci
mesi
prima
,
richiamando
a
galla
i
terrori
,
le
stanchezze
,
le
disperazioni
di
quei
giorni
.
Fuori
,
a
levante
e
a
ponente
,
i
lampi
gareggiavano
;
sulla
casa
il
tuono
si
trascinava
con
lunga
eco
;
di
momento
in
momento
,
la
camera
era
infiammata
da
una
vampa
lividiccia
,
cui
seguiva
il
crepitio
secco
d
'
una
scarica
elettrica
.
Roberta
si
drizzava
a
sedere
,
guardava
Emilia
negli
occhi
,
e
ricadeva
sui
guanciali
.
In
quei
passaggi
di
pesante
angoscia
,
esse
comprendevano
,
o
chiaramente
o
vagamente
,
che
nè
per
loro
nè
per
altri
la
vita
non
aveva
indulgenze
,
che
i
benigni
non
esistevano
,
e
che
la
lotta
non
era
solo
in
grandi
giorni
di
battaglia
,
ma
in
tutti
i
meschini
giorni
dell
'
anno
,
in
tutte
le
piccole
ore
del
giorno
.
-
È
finito
?
-
disse
Roberta
ansiosa
.
-
Guarda
se
è
finito
....
Mi
fa
così
male
...
Emilia
andò
a
guardare
,
socchiudendo
le
imposte
.
Per
quanto
si
vedeva
da
quella
finestra
sul
fianco
della
casa
,
l
'
uragano
pareva
cominciasse
allora
.
Il
monte
di
Santa
Croce
era
fosco
sotto
le
proiezioni
oscure
della
nuvolaglia
,
e
la
collana
d
'
uliveti
che
ne
discendeva
e
si
propagava
sul
versante
,
aveva
preso
il
colore
sinistro
e
scialbo
dei
giorni
di
tempesta
.
Le
case
a
tinte
vive
,
secondo
il
concetto
degli
antichi
marinai
,
i
quali
da
lontano
volevano
riconoscerle
e
salutarle
,
aspettavano
silenziose
la
cavalcata
delle
nubi
,
illuminandosi
al
riflesso
dei
lampi
....
E
a
un
tratto
,
per
la
violenza
del
tuono
,
le
nuvole
si
spalancarono
come
porte
gigantesche
e
mostrarono
il
fulmine
ricurvo
,
dorato
,
arme
classica
e
divina
,
che
si
sfoderò
precipitando
dietro
la
montagna
....
Susseguì
il
vento
,
la
pioggia
sferzò
,
ora
verticale
,
ora
a
sghimbescio
,
a
capriccio
del
vento
,
e
l
'
uragano
si
stabilì
sopra
il
paese
.
-
Siamo
alla
fine
,
-
rispose
Emilia
,
accostando
le
gelosie
.
-
Come
stai
,
cara
?
Va
meglio
?
La
sorella
teneva
le
palpebre
calate
e
sul
volto
le
era
scesa
una
maschera
di
sublime
indifferenza
per
ogni
cosa
mortale
.
-
Vuoi
dormire
?
-
soggiunse
Emilia
con
voce
più
cauta
.
Roberta
scosse
un
poco
la
testa
;
ad
occhi
chiusi
sembrava
assorta
nell
'
ascolto
del
male
,
-
dava
tregua
o
saliva
di
grado
in
grado
senza
ostacoli
?
-
e
il
mutismo
d
'
una
rassegnazione
interamente
fisica
le
aveva
invaso
l
'
anima
.
Emilia
,
rimasta
a
guardarla
,
fece
un
gesto
perduto
,
a
sgombrar
le
visioni
di
certezza
che
andavano
stringendola
intorno
.
Con
le
mani
serrate
,
immobile
a
'
piedi
del
letto
,
ella
pensava
alla
morte
prossima
;
sua
sorella
doveva
morire
,
forse
quello
stesso
giorno
,
soffocata
dal
sangue
rigurgitante
nelle
caverne
dei
polmoni
.
La
fantasia
,
rinforzata
dalla
meccanica
dei
racconti
uditi
e
delle
memorie
,
dipingeva
l
'
avvenimento
,
a
grandi
tratti
prima
,
e
poi
ne
'
particolari
più
minuti
e
dolorosi
:
la
donna
si
sentiva
già
piangere
e
mormorare
le
parole
profonde
,
dissennate
,
che
echeggiano
inutilmente
nelle
case
tragiche
per
la
morte
.
Aveva
gli
occhi
fissi
al
letto
,
e
lo
vedeva
vuoto
.
-
Vuoi
il
ghiaccio
?
Devo
prepararlo
?
-
ella
domandò
,
scuotendosi
e
avvicinandosi
.
Ma
a
quel
ricordo
della
malattia
antica
,
Roberta
alzò
faticosamente
le
palpebre
e
negò
con
la
testa
.
Emilia
le
toccò
il
polso
,
la
fronte
,
le
tempia
.
-
È
fresca
;
non
ha
febbre
.
Non
ha
mai
febbre
,
-
mormorò
,
quasi
parlasse
con
le
visioni
di
certezza
ch
'
erano
intorno
.
-
È
la
febbre
,
da
temersi
.
L
'
altra
volta
l
'
aveva
,
ed
è
stata
così
male
.
Oggi
non
ha
febbre
;
è
fresca
....
E
se
avesse
obbedito
all
'
istinto
,
avrebbe
seguitato
,
gestendo
contro
le
ombre
del
terrore
:
"
-
Capite
,
capite
,
che
non
può
morire
?
Si
salverà
pure
questa
volta
;
continueremo
la
nostra
via
,
l
'
una
a
fianco
dell
'
altra
,
come
ci
siamo
promesso
.
"
.
Non
era
passata
un
'
ora
dalla
ricomparsa
della
malattia
,
ed
Emilia
aveva
già
smarrito
ogni
senso
della
vita
abituale
,
quasi
soffrisse
da
mesi
,
da
anni
.
La
mattinata
semplice
e
monotona
s
'
era
dispersa
tra
le
memorie
bianche
;
la
giovane
ritrovava
in
sè
medesima
lo
stato
un
po
'
febbrile
,
l
'
espressione
laconica
,
il
gesto
attivo
e
silenzioso
dei
momenti
solenni
.
-
Roberta
,
-
disse
con
l
'
inesorabile
ostinazione
della
paura
,
-
stai
meglio
?
Vuoi
riposare
?
L
'
ammalata
sbarrò
gli
occhi
cercando
per
la
camera
:
vide
la
sorella
a
'
piedi
del
letto
e
la
fissò
a
lungo
,
ancòra
con
l
'
indifferenza
serena
di
chi
è
già
per
altre
vie
lontane
e
mute
.
Poi
,
senza
tosse
,
senza
fremiti
,
recò
alle
labbia
la
pezzuola
,
e
l
'
arrossò
ampiamente
.
-
Dio
!
-
esclamò
Emilia
,
accorrendo
a
sostenerla
.
Il
sangue
sgorgava
,
non
più
roseo
ma
purpureo
,
una
fontana
vitale
entro
la
catinella
che
Emilia
teneva
con
una
mano
.
-
Coraggio
,
cara
,
fatti
coraggio
,
-
susurrò
Emilia
.
-
È
una
crisi
momentanea
,
lo
sai
....
Il
sangue
sgorgava
,
e
le
due
sorelle
s
'
erano
avvinghiate
intorno
al
busto
tenacemente
,
guardando
quella
vita
liquida
,
quella
morte
liquida
,
cui
alcuna
scienza
umana
non
avrebbe
potuto
arrestare
.
Emilia
era
curva
sotto
un
peso
invisibile
;
Roberta
non
dava
segno
di
terrore
,
ma
stava
rigida
nell
'
attesa
fredda
e
spaventevole
,
ritrovata
fra
le
abitudini
delle
sue
sofferenze
.
La
crisi
cessò
,
il
sangue
ristette
.
-
Ti
porterò
il
ghiaccio
,
-
disse
Emilia
,
posando
la
catinella
insanguinata
-
Il
ghiaccio
ti
guarisce
,
non
è
vero
?
Ma
non
appena
uscita
dalla
camera
,
traversando
il
gran
salotto
centrale
,
Emilia
s
'
aggrappò
a
un
mobile
.
Libera
di
naufragare
nella
disperazione
ampia
,
senza
difese
,
ella
vedeva
immancabilmente
certa
la
soluzione
;
era
destinata
a
seguitar
tutta
sola
la
sua
strada
,
poichè
la
compagna
le
sarebbe
caduta
al
fianco
fra
breve
.
E
per
una
satanica
raffinatezza
della
fantasia
,
una
folla
di
episodii
rosei
le
corse
incontro
;
e
per
malvagia
associazione
d
'
idee
,
ella
ricordò
alcune
pagine
lette
sbadatamente
o
alcuni
discorsi
distrattamente
ascoltati
sulla
legge
di
selezione
,
sulla
matematica
necessità
della
morte
precoce
....
La
fanciulla
era
senza
dubbio
inadatta
a
sostenere
gli
attriti
dell
'
esistenza
,
e
portava
in
sè
le
mortali
ferite
d
'
una
vecchia
razza
esausta
.
Ella
pareva
essere
stata
concepita
in
una
notte
di
nevrosi
,
per
un
desiderio
fiacco
e
metodico
:
imperfetta
opera
di
due
creature
incatenate
da
vincoli
legali
e
fittizii
,
Roberta
aveva
già
troppo
resistito
alle
raffiche
forti
e
alle
acute
brezze
micidiali
;
poichè
,
prima
di
lei
,
i
fratelli
erano
stati
travolti
,
e
dopo
lei
,
Emilia
sola
aveva
rievocato
il
buon
tipo
originario
;
e
dopo
Emilia
,
i
fratelli
di
nuovo
erano
tutti
scomparsi
in
piccola
età
.
Ora
,
cotesta
differenza
di
nervi
,
di
muscoli
,
di
forze
,
aveva
più
volte
in
Emilia
risvegliato
l
'
antipatia
latente
dei
sani
per
i
malati
,
l
'
antipatia
bruta
d
'
un
corpo
vivido
e
fresco
per
un
corpo
fradicio
e
passo
.
"
Tu
ti
leghi
a
un
mostro
,
-
le
susurrava
lo
spirito
loico
.
-
I
tuoi
sforzi
non
serviranno
se
non
a
prolungare
un
'
agonia
e
a
trasmetterti
i
germi
,
dai
quali
per
maraviglia
di
natura
ti
sei
salvata
.
"
E
alla
sentenza
,
che
sembrava
macabramente
scritta
con
le
ossa
d
'
uno
scheletro
sulla
via
sperduta
dell
'
avvenire
,
tosto
succedeva
la
reazione
generosa
,
esagerata
;
e
per
punirsene
,
Emilia
avrebbe
dato
intera
l
'
esistenza
propria
,
e
contratto
volonterosamente
i
germi
della
malattia
atroce
.
Poichè
il
sordo
antagonismo
non
giaceva
soltanto
in
fondo
alla
sua
coscienza
;
ma
con
disperata
tristezza
erasi
dovuta
persuadere
che
anche
nell
'
anima
di
Roberta
andava
cristallizzandosi
un
rancore
quasi
animale
contro
la
sanità
e
la
procacità
inconscia
di
lei
,
contro
il
suo
avvenire
,
contro
la
facoltà
di
goder
le
gioie
,
cui
ella
,
Roberta
,
non
avrebbe
avvicinato
mai
....
Certi
misteriosi
allontanamenti
,
certi
risvegli
di
violenta
simpatia
,
nei
quali
la
fanciulla
soffocava
una
voce
imperiosa
e
sconsigliata
,
avevano
quella
sola
spiegazione
.
Mai
come
quando
le
due
sorelle
si
gettavano
una
nelle
braccia
dell
'
altra
,
mai
come
allora
eran
così
fresche
reduci
dall
'
odio
,
mai
come
allora
avevan
sentito
passar
sulle
reni
una
cosa
viscida
e
molle
,
che
si
chiama
ribrezzo
.
Anche
in
quel
giorno
in
cui
lo
spavento
rinasceva
con
la
tenera
sollecitudine
,
l
'
istinto
oscuro
aveva
arrestato
Emilia
,
uscita
appena
dalla
camera
di
Roberta
:
"
Perchè
ti
affatichi
?
-
le
fischiava
all
'
orecchio
.
-
L
'
ha
detto
ella
stessa
:
il
suo
male
ritorna
e
bisogna
ch
'
ella
muoia
.
Vuoi
contrastare
il
passo
a
una
legge
sovrumana
?
"
Una
scampanellata
la
richiamò
interamente
;
doveva
essere
il
dottor
Noli
,
il
medico
del
paese
,
che
con
l
'
esperienza
di
chi
ha
visto
innumerevoli
casi
d
'
una
stessa
malattia
,
aveva
fortificato
,
la
sua
teorica
mediocre
.
Emilia
andò
ella
medesima
ad
aprire
;
la
mano
tremava
d
'
impazienza
,
volgendo
due
volte
la
chiave
nella
toppa
,
Sul
ripiano
stavano
la
cameriera
e
un
uomo
,
che
Emilia
non
ravvisò
sùbito
.
-
Il
medico
non
c
'
era
,
-
disse
la
domestica
.
-
È
andato
a
Genova
;
mi
hanno
indicato
il
signore
;
è
medico
anch
'
egli
e
si
trova
qui
per
i
bagni
.
Ho
pregato
lui
di
accorrere
;
non
voleva
,
ma
l
'
ho
persuaso
,
perchè
il
dottor
Noli
non
tornerà
fino
a
domani
....
Ho
fatto
bene
?
Le
pare
?
...
Mentre
parlava
la
cameriera
,
Emilia
aveva
dato
il
passo
all
'
uomo
.
Cesare
Lascaris
entrò
,
mormorando
un
saluto
.
Emilia
gli
gettò
uno
sguardo
:
era
alto
,
elegante
,
bruno
in
viso
;
dimostrava
alcuni
anni
più
dei
trenta
.
La
giovane
lo
conosceva
per
averlo
visto
in
paese
qualche
volta
.
-
È
dottore
,
lei
?
-
gli
domandò
bruscamente
,
guardandolo
dritto
in
faccia
.
-
Perchè
non
sta
a
Genova
?
Come
può
essere
qui
in
ozio
,
se
è
dottore
?
...
Si
tratta
della
vita
di
mia
sorella
....
Cesare
Lascaris
consegnò
l
'
ombrello
gocciolante
alla
domestica
,
e
sorrise
tranquillo
.
-
Se
si
tratta
d
'
un
caso
grave
,
sarà
forse
inutile
perder
tempo
in
spiegazioni
che
darò
dopo
,
-
rispose
.
-
Non
appena
giungerà
l
'
amico
mio
dottor
Noli
,
gli
cederò
il
posto
;
ma
intanto
,
se
si
tratta
d
'
un
caso
grave
...
Si
fermò
,
annoiato
di
dover
ripetersi
,
della
diffidenza
che
l
'
accoglieva
,
della
penombra
che
le
imposte
chiuse
stendevano
nel
salotto
e
che
gl
'
impediva
di
veder
bene
in
volto
la
sua
nemica
;
ma
l
'
abitudine
gli
smorzò
sùbito
la
voce
un
po
'
vibrante
.
-
S
'
accomodi
,
-
offerse
Emilia
,
vergognosa
del
primo
impeto
.
-
Mia
sorella
ha
avuto
stamane
uno
sbocco
di
sangue
....
Allora
,
innanzi
di
passar
nella
camera
dell
'
ammalata
,
Cesare
Lascaris
propose
una
serie
di
domande
imbarazzanti
su
Roberta
,
mentre
Emilia
a
testa
bassa
di
fronte
a
lui
rispondeva
precisa
e
chiara
,
con
una
mal
celata
animosità
contro
l
'
uomo
,
il
quale
aveva
diritto
a
conoscere
ogni
fatto
intimo
della
vita
fisica
d
'
una
vergine
.
II
.
Uno
scoglio
scabro
crivellato
dalle
trafitte
secolari
dei
marosi
,
si
tuffava
nel
mare
ardendo
sotto
il
sole
:
era
uno
scoglio
grigio
,
su
cui
il
piede
s
'
incastrava
fra
le
spaccature
;
spesso
era
uno
scoglio
bruno
,
quando
la
spuma
crepitante
giungeva
a
superarlo
,
colando
ai
fianchi
in
piccoli
torrenti
lattei
.
Nella
cabina
drizzata
a
ridosso
delle
rocce
sovrastanti
alla
spiaggia
,
Emilia
vestì
l
'
abito
pel
mare
;
un
abito
tutto
candido
,
costellato
di
fioretti
d
'
oro
con
le
foglioline
d
'
oro
;
i
piccoli
piedi
ricoverati
nei
sandali
,
ella
tentò
studiosamente
lo
scoglio
che
li
afferrava
come
nel
pugno
d
'
un
innamorato
;
s
'
avanzò
,
cercò
il
proprio
riflesso
nell
'
onda
,
si
buttò
a
capofitto
,
sparve
,
riapparve
lontana
,
tagliando
con
le
braccia
nude
l
'
acqua
ritmicamente
.
L
'
acqua
!
Emilia
l
'
aveva
sempre
temuta
e
vi
si
abbandonava
con
un
piacere
non
privo
di
fremiti
....
L
'
acqua
che
poteva
essere
la
morte
,
l
'
onda
che
aveva
la
forza
di
dieci
leoni
scatenati
,
l
'
acqua
e
l
'
onda
l
'
attiravano
,
le
parlavano
,
la
cullavano
perfidamente
,
ed
Emilia
non
sapeva
se
un
giorno
non
si
sarebbero
chiuse
sopra
la
sua
testa
,
eternando
la
conquista
giovanile
.
Il
corpo
di
lei
,
peregrinando
nell
'
abisso
tra
le
gòrgoni
,
avrebbe
seguito
le
correnti
sotto
il
piano
del
mare
;
con
gli
occhi
spalancati
avrebbe
visto
gli
scafi
delle
navi
sommerse
,
i
resti
dei
naviganti
deformi
e
tentacolari
per
i
filamenti
delle
alghe
....
Laggiù
avevan
tomba
molti
cadaveri
d
'
uomini
e
di
donne
,
ancòra
paludati
dalle
vele
entro
le
barche
,
o
avviluppati
ancòra
tra
le
erbe
viscide
....
Ma
non
godevano
quiete
e
sentivano
la
vita
mostruosa
che
pullulava
intorno
a
loro
.
Pel
brivido
che
quei
pensieri
le
scandevano
sulle
reni
e
sugli
òmeri
,
Emilia
si
spinse
allo
scoglio
,
lo
risalì
,
e
in
un
accappatoio
bianco
dal
cappuccio
aguzzo
stette
a
guardare
la
superficie
maliarda
,
un
po
'
gonfia
all
'
orizzonte
.
Il
sole
violento
bruciava
lo
scoglio
e
la
spiaggia
;
la
donna
,
i
gomiti
sulle
ginocchia
e
la
testa
fra
le
mani
,
tornò
a
imbrancarsi
nel
gregge
silente
delle
sue
fantasie
,
delle
memorie
senza
forma
,
delle
sensazioni
vibrate
a
un
tratto
nel
cervello
,
le
quali
parevano
uscire
un
attimo
da
una
guaina
di
cose
vissute
.
Emilia
non
era
più
fanciulla
,
ma
era
stata
donna
per
così
poco
tempo
,
che
i
guanciali
del
suo
letto
avevan
dimenticato
l
'
impronta
d
'
una
testa
maschile
e
la
luce
del
suo
corpo
risplendeva
nell
'
alcova
deserta
.
Era
vedova
da
due
anni
;
ma
il
desiderio
di
chiudere
la
solitudine
dell
'
anima
le
faceva
sembrar
quel
tempo
assai
lontano
.
Aveva
gli
occhi
grigi
;
i
capelli
neri
avvolti
intorno
alla
testa
e
attorti
presso
le
orecchie
,
davano
qualche
riflesso
d
'
acciaio
.
Ella
entrava
sola
nel
talamo
e
sola
riposava
.
Le
era
avvenuto
forse
di
svegliarsi
nella
notte
e
d
'
irritarsi
per
uno
di
quegli
arguti
sogni
,
che
non
lascian
tregua
,
popolano
la
mente
di
fiamme
,
soffiano
sulle
carni
;
le
era
avvenuto
forse
di
stendere
le
braccia
disperatamente
nell
'
ombra
,
e
di
piegarsi
ad
arco
sotto
lo
spasimo
del
sogno
che
sfiora
e
sfugge
....
Ma
giungeva
l
'
alba
a
quietarla
,
e
il
torpore
invece
del
sonno
....
Si
guardava
nello
specchio
al
mattino
,
e
vedeva
sotto
gli
occhi
puri
un
livido
cerchio
.
Anch
'
ella
navigava
per
un
ampio
oceano
di
dubbii
;
non
aveva
mai
trovato
chi
la
guardasse
senza
invidia
o
senza
libidine
;
stupita
che
tutto
ponesse
capo
all
'
odio
o
all
'
amore
,
avrebbe
voluto
un
senso
nuovo
e
tranquillo
.
I
suoi
pensieri
sfilavano
come
una
torma
di
volpi
azzurre
sul
disco
bianco
della
luna
;
si
disperdevano
,
s
'
interrompevano
,
riprendevano
tutto
il
giorno
fra
lo
svolgersi
isocrono
d
'
una
vita
femminile
incapace
a
mutar
l
'
avvenire
con
la
sola
forza
della
propria
volontà
.
Emilia
era
votata
al
destino
,
tremendo
nella
sua
indomabile
dolcezza
,
che
aspetta
la
donna
,
bella
e
giovane
.
Nessuno
avrebbe
potuto
dubitarne
;
un
altro
uomo
sarebbe
arrivato
a
conquistarla
poichè
era
giovane
e
bella
.
Doveva
vivere
le
delizie
meschine
dell
'
amore
;
traversare
le
foreste
millenarie
della
passione
,
che
tutte
le
donne
pari
a
lei
hanno
traversato
.
Ella
non
possedeva
memorie
d
'
amore
,
le
quali
non
fossero
anche
ricordi
di
morte
.
Se
si
chiedeva
chi
l
'
aveva
baciata
,
si
rispondeva
che
chi
l
'
aveva
baciata
era
morto
,
lasciando
la
sua
giovanezza
in
mezzo
a
un
cumulo
di
rovine
;
una
chiara
fonte
in
un
parco
abbandonato
.
Ma
da
qualche
tempo
i
sogni
molestavano
la
sua
alcova
deserta
,
e
anche
sotto
la
selvaggia
prepotenza
della
luce
diurna
,
Emilia
avrebbe
potuto
stendere
le
braccia
e
sentir
fuggire
nell
'
aria
i
fantasmi
quasi
afferrabili
,
divenutile
crudelmente
familiari
.
Il
corpo
roseo
tra
la
pelurie
bianca
dell
'
accappatoio
sembrava
chiamar
quei
fantasmi
,
nascenti
dalla
mollizie
del
bagno
,
ridenti
nel
gorgogliare
delle
acque
,
un
istante
prima
così
funeste
e
minacciose
.
Era
la
vita
,
l
'
anima
incoercibile
della
giovanezza
,
da
cui
i
raggi
si
espandevano
con
lunga
chioma
di
luce
;
sciogliendo
l
'
accappatoio
per
rivestire
l
'
abito
da
passeggio
,
tutto
il
fulgore
delle
membra
prorompeva
,
saliva
,
stupiva
ella
medesima
....
Quante
volte
non
aveva
sentito
che
la
dimane
era
certa
,
e
la
dissoluzione
aspettava
ogni
sua
grazia
mortale
,
così
gelosamente
ornata
di
cure
assidue
?
Ma
il
giorno
era
pigro
,
lentissimo
,
in
quella
campagna
marina
.
Dal
sorgere
del
sole
al
calar
della
luna
sembravano
passare
dei
secoli
;
dal
frinire
delle
cicale
al
gracchiar
delle
rane
,
era
un
giorno
e
un
'
epopea
di
sensazioni
.
Il
mare
solo
,
il
cielo
solo
bastavano
per
una
sfilata
gigantesca
di
spiriti
senza
nome
.
La
folla
aveva
dimenticato
il
piccolo
paese
.
Non
v
'
erano
alberghi
:
visto
dal
mare
era
un
gruppo
e
una
distesa
d
'
edifici
spinti
fino
all
'
ultimo
limite
della
terra
,
ove
l
'
acqua
spaziava
o
si
drizzava
nella
furia
delle
tempeste
.
Dietro
il
vivente
ammasso
di
case
si
snodava
la
strada
,
che
dall
'
altro
lato
,
verso
le
colline
,
aveva
alcune
ville
non
illustri
,
coi
giardini
grigi
per
il
predominio
degli
ulivi
.
E
tutti
i
giorni
Emilia
tornava
,
dal
bagno
alla
villetta
,
ove
l
'
attendevano
Roberta
e
le
piccole
cose
le
quali
aiutano
a
precipitar
le
ore
:
un
libro
,
una
lettera
,
un
discorso
con
Roberta
appena
convalescente
,
una
passeggiata
per
le
camere
ombrose
.
Ma
,
breve
come
un
lampo
o
lungo
come
uno
spasimo
,
imperava
il
sogno
sognato
ad
occhi
aperti
sopra
una
poltrona
a
dondolo
;
e
le
due
sorelle
abbandonate
nelle
due
poltrone
,
sognavano
ad
occhi
aperti
con
le
mani
sulle
ginocchia
in
atteggiamento
da
idoli
insensibili
;
mentre
quel
tempo
precipitava
,
che
esse
dovevano
piangere
in
avvenire
per
l
'
ineffabile
attrattiva
delle
cose
perdute
.
Dì
sera
,
il
giardino
era
tutto
una
festa
;
certi
fiori
non
s
'
aprivano
se
non
nell
'
umidità
dell
'
ombra
,
ed
effondevano
un
odor
vellutato
,
un
odor
misterioso
di
notte
romantica
ed
antica
.
Fra
i
bassi
filari
degli
aranci
,
migliaia
di
lucciole
nottiludie
trescavano
,
vibrando
i
piccoli
lampi
verdognoli
,
alternando
la
loro
luce
così
,
da
sembrare
la
fosforescenza
delle
acque
sotto
i
raggi
di
luna
.
Erano
disposte
a
brevi
intervalli
sapienti
;
volavano
e
lampeggiavano
ad
intervalli
,
s
'
innalzavano
fin
sopra
la
casa
e
ritornavano
ai
filari
degli
alberelli
e
vibravano
la
luce
mite
,
che
bastava
a
inebbriarle
co
'
suoi
giuochi
puerili
.
Emilia
scendeva
nel
giardino
ad
aspirare
il
profumo
selvatico
delle
notti
serene
.
Coglieva
a
volo
nelle
mani
bianche
e
sottili
qualche
lucciola
sperduta
e
la
posava
tra
i
capelli
,
ridendo
in
su
,
verso
Roberta
che
guardava
dalla
finestra
.
I
cani
abbaiavano
invisibili
,
sui
colli
neri
;
i
palmizii
non
si
muovevano
per
alito
d
'
aria
;
il
silenzio
massimo
non
era
calato
per
anco
sulla
terra
,
ma
già
i
romori
s
'
affievolivano
a
grado
a
grado
.
In
breve
il
sonno
penetrava
negli
umili
edifizii
,
mentre
tutte
le
cose
non
umane
proseguivano
il
loro
ciclo
eterno
,
senza
fatica
.
Ma
innanzi
al
letto
,
Emilia
si
chiedeva
s
'
ella
pure
avrebbe
dormito
.
Le
pareva
che
inutilmente
la
sua
alcova
fosse
chiusa
:
qualcuno
vi
passeggiava
in
ispirito
ogni
sera
.
Inutilmente
celava
il
suo
corpo
sotto
vesti
senza
linee
:
qualcuno
l
'
aveva
già
posseduto
in
ispirito
e
conosceva
l
'
arco
mortifero
del
suo
braccio
,
ove
la
testa
dell
'
amante
avrebbe
riposato
presso
il
seno
.
Le
vecchie
regole
morali
che
avevano
fiancheggiate
la
sua
adolescenza
,
e
a
cui
Emilia
ricorreva
per
salvezza
,
si
rivelavano
goffe
come
una
processione
di
gesuiti
attraverso
a
una
folla
di
donna
scarlatte
.
Altre
volte
,
ogni
formula
imperativa
era
agevole
,
un
sentiero
diritto
per
una
campagna
senza
sterpi
;
ma
procedendo
,
a
poco
a
poco
la
strada
invasa
da
viluppi
d
'
erba
tenace
,
si
smarriva
in
una
palude
di
verde
sdrucciolo
.
E
le
idee
scarne
assolute
dei
tempi
rosei
mutavano
in
una
fuga
di
statue
,
a
cui
il
cuore
appendeva
corone
di
rimpianto
o
di
rimorso
....
Così
,
prima
che
sorgesse
il
dramma
,
la
giornata
simmetrica
si
dissolveva
nel
circolo
del
tempo
.
III
.
Mentre
Cesare
Lascaris
percorreva
la
strada
ineguale
,
a
piccole
salite
e
a
piccole
discese
,
tra
il
villaggio
e
Pieve
di
Sori
,
Emilia
comparve
ritornando
dal
bagno
,
per
un
viottolo
di
fianco
digradante
al
mare
.
Aveva
un
gaio
abito
lilla
,
e
camminava
con
passo
così
leggero
,
che
non
avrebbe
lasciato
orma
se
il
terriccio
fosse
stato
di
cera
liquefatta
.
Portava
alta
la
testa
,
un
po
'
indietro
;
fra
le
labbra
semichiuse
apparivano
i
denti
candidi
.
Ambedue
i
giovani
eran
diretti
verso
Pieve
,
a
una
passeggiata
;
da
parecchi
giorni
non
si
erano
visti
.
Emilia
gradì
l
'
offerta
d
'
accompagnarla
.
Imperava
dovunque
una
molle
rilassatezza
.
La
campagna
verde
,
a
sinistra
,
inturgidiva
sotto
il
calor
sensuale
;
oltre
la
strada
,
a
destra
,
il
mare
si
stendeva
ampio
;
e
tra
i
due
azzurri
cupi
del
cielo
e
delle
acque
,
una
vela
,
porporina
di
raggi
,
somigliava
a
una
svelta
lingua
di
fuoco
.
Era
uno
di
quei
giorni
frequenti
,
in
cui
la
complessa
vita
d
'
ogni
cosa
ha
una
solennità
d
'
indimenticabile
concordia
;
e
dagli
umili
ai
più
alti
gradi
della
scala
creativa
,
tutto
gioisce
d
'
un
benessere
il
quale
sembra
eterno
,
senza
possibilità
di
mutamenti
,
senza
ricordi
d
'
altri
stati
meno
giocondi
.
Nulla
rammentava
il
tempo
,
la
parabola
triste
,
la
decadenza
,
la
morte
;
era
nell
'
aria
una
galoppata
di
note
ilari
,
un
inno
d
'
oblio
e
d
'
impassibilità
quasi
non
crudele
per
ogni
miseria
.
Emilia
aperse
il
parasole
bianco
a
merletti
:
intorno
alla
testa
e
alle
spalle
,
le
sfolgorò
uno
scudo
rotondo
,
una
parma
di
luce
scintillante
.
Ella
sentiva
la
gioia
d
'
essere
tra
quella
pomposa
gioia
di
vita
;
Cesare
al
suo
fianco
,
ritraendosi
un
poco
,
la
studiava
furtivamente
.
Parlarono
,
sul
principio
,
di
cose
leggère
,
variazioni
di
temi
comuni
cui
era
troppo
difficile
sfuggire
in
quel
giorno
:
la
tranquillità
della
campagna
,
i
paragoni
tra
la
campagna
e
la
città
,
furono
i
temi
.
Poi
Emilia
parlò
di
sua
sorella
.
Percorrevano
allora
l
'
ultimo
tratto
di
strada
nelle
vicinanze
di
Pieve
;
a
destra
,
il
muricciuolo
di
riparo
era
finito
,
e
sul
pendio
scendente
alla
spiaggia
,
i
pini
marittimi
svelti
s
'
arrampicavano
,
chiudendo
tra
i
naturali
intercolunnii
le
trasparenti
chiazze
dell
'
acqua
cerulea
.
Emilia
,
di
tempo
in
tempo
,
guardava
Cesare
in
volto
,
ed
egli
vedeva
i
due
occhi
grigi
sotto
le
ale
delicate
delle
sopracciglia
fissarsi
in
lui
con
espressione
di
grande
fiducia
.
Molte
piccole
cose
significanti
erano
avvenute
,
da
quando
la
cameriera
di
Emilia
era
corsa
a
cercarlo
per
supplire
momentaneamente
il
dottor
Noli
al
letto
di
Roberta
.
Cesare
aveva
preso
vivo
interesse
alla
malattia
di
questa
,
aveva
confortato
Emilia
con
parole
d
'
amicizia
,
le
quali
eran
giunte
strane
e
inaspettate
a
lui
medesimo
;
e
allorchè
Roberta
s
'
era
infine
potuta
levare
,
l
'
opera
del
buon
dottor
Noli
era
parsa
alle
due
sorelle
ancor
meno
efficace
,
ancor
meno
provvidenziale
che
il
soccorso
opportuno
di
Cesare
.
E
,
-
fra
le
grandi
cose
,
-
dal
giorno
in
cui
la
malattia
aveva
fatto
la
sua
ricomparsa
,
qualche
legame
non
visibile
aveva
aggiogato
le
due
donne
alla
sorte
del
giovane
;
l
'
invitto
soffio
del
destino
aveva
sfiorato
le
tre
esistenze
.
-
Dunque
,
-
domandò
Emilia
,
acuendo
l
'
intensità
dello
sguardo
,
-
Ella
non
crede
mortale
la
malattia
di
Roberta
?
Fra
tanti
medici
consultati
,
non
uno
mi
ha
detto
chiaramente
si
trattasse
d
'
etisia
....
Se
fosse
altro
,
una
cosa
semplice
?
Non
è
possibile
?
Mi
dica
....
Cesare
pensava
all
'
immancabile
fatalità
che
tutti
quanti
sono
a
fianco
d
'
un
ammalato
s
'
ingannino
sull
'
importanza
e
sui
progressi
del
morbo
.
Il
bisogno
di
sperare
è
testardo
nell
'
uomo
;
e
Cesare
aveva
udito
parecchie
volte
i
consanguinei
negar
l
'
evidenza
,
e
gioire
del
miglioramento
che
precede
di
ventiquattr
'
ore
la
morte
.
-
È
possibile
,
senza
dubbio
,
-
egli
affermò
,
dopo
essersi
interrogato
e
risposto
che
non
aveva
alcun
motivo
a
mostrarsi
rudemente
sincero
.
-
La
signorina
Roberta
è
assai
giovane
,
e
,
oltre
questo
,
ogni
momento
s
'
incontrano
dei
casi
di
guarigione
spontanea
.
-
Non
è
vero
?
-
esclamò
Emilia
,
arrestandosi
un
attimo
.
-
Essa
è
uscita
dal
letto
,
passeggia
,
si
nutre
volontieri
;
sta
proprio
bene
....
Come
potrebbe
riammalarsi
?
...
Cesare
lanciò
alla
donna
uno
sguardo
non
visto
.
Quella
fede
assurda
,
quell
'
inganno
puerile
,
in
cui
Emilia
cadeva
,
pel
solo
indizio
che
i
moribondi
giacciono
a
letto
e
Roberta
era
in
piedi
,
commossero
l
'
uomo
,
il
quale
sapeva
l
'
avvenire
.
Trovò
dolce
essere
assurdo
a
sua
volta
e
negar
l
'
evidenza
,
come
una
sfida
al
domani
....
.
-
Non
dubiti
,
-
soggiunse
,
-
è
certo
che
altre
crisi
non
si
presenteranno
.
-
Anche
il
dottor
Noli
me
lo
ha
fatto
sperare
....
Sarebbe
così
terribile
!
-
mormorò
Emilia
,
rivedendo
con
la
memoria
la
giornata
di
sangue
.
-
Abbiamo
tanto
sofferto
,
l
'
ultima
volta
!
...
ed
io
ho
accolto
Lei
in
un
modo
abbastanza
strano
,
-
aggiunse
mentre
sorrideva
quasi
umilmente
.
Oh
sì
,
in
modo
strano
;
lo
pensava
anche
Cesare
,
il
quale
per
l
'
abitudine
di
ricercar
le
cause
,
da
qualche
tempo
andava
studiando
le
ragioni
che
lo
avevano
indotto
,
a
frequentare
la
casa
delle
due
sorelle
;
e
aveva
creduto
trovarne
una
,
nella
orgogliosa
necessità
di
farsi
ben
conoscere
,
di
mostrarsi
migliore
di
quanto
egli
non
fosse
,
poichè
ancòra
gli
stillava
nell
'
animo
la
ferita
dell
'
ingiusta
diffidenza
.
Ma
pronunziò
sùbito
alcune
frasi
comuni
,
per
rassicurare
Emilia
sulla
impressione
di
quella
accoglienza
;
ed
egli
stesso
in
fondo
all
'
animo
sentiva
una
curiosa
tenerezza
per
la
ruvidità
inabituale
,
che
la
donna
aveva
mostrato
nel
terribile
giorno
di
paura
e
di
sollecitudine
.
-
Roberta
è
tutta
la
mia
vita
,
-
ella
disse
.
-
Quando
non
vi
fossero
tra
me
e
lei
così
stretti
vincoli
di
parentela
,
basterebbe
la
delicatezza
della
sua
salute
per
rendermela
cara
,
preziosa
....
Per
ciò
,
ho
diritto
a
sapere
,
come
una
madre
;
ho
diritto
a
non
essere
ingannata
pietosamente
.
Ancòra
la
franchezza
delle
parole
piacque
al
Lascaris
,
quantunque
fosse
ben
lungi
dal
riconoscere
quel
diritto
,
o
almeno
la
necessità
di
obbedirgli
.
Ella
taceva
,
guardando
alcune
donne
,
le
quali
andavano
a
rivendere
,
con
un
canestro
di
pesce
o
di
frutta
sulla
testa
;
due
carri
uno
dietro
l
'
altro
,
a
quattro
o
cinque
cavalli
in
fila
,
romoreggiavano
pesantemente
,
e
nella
discesa
il
freno
guaiva
sui
toni
più
striduli
.
Cesare
approfittò
dell
'
attenzione
ch
'
ella
prestava
allo
spettacolo
caratteristico
,
per
osservare
con
qualche
agio
la
sua
compagna
.
Appariva
tranquillamente
superba
di
bellezza
;
irradiato
dal
senso
di
equilibrio
ch
'
era
in
ogni
cosa
intorno
,
il
volto
calmo
aveva
particolari
squisiti
:
gli
occhi
grigi
a
mandorla
ornati
di
ciglia
lunghe
,
il
naso
diritto
con
piccole
narici
,
la
bocca
purissima
dalle
labbra
vive
.
Conservava
fresche
le
linee
,
che
il
male
aveva
atrofizzate
o
guaste
in
Roberta
;
onde
,
la
figura
era
snella
,
la
elasticità
delle
membra
era
nel
passo
libero
e
ritmico
,
nei
movimenti
di
grazia
,
nella
stessa
curva
del
braccio
e
della
mano
,
con
cui
sosteneva
l
'
ombrellino
presso
la
spalla
.
Infine
,
coi
capelli
neri
,
potenti
di
attrazione
,
ella
risvegliava
l
'
imagine
di
una
donna
orientale
,
e
ancòra
molte
imagini
di
obliosa
mollezza
in
qualche
stupendo
gineceo
.
-
Come
si
sta
bene
,
qui
!
-
riprese
,
guardandosi
in
giro
.
-
Noi
volevamo
partir
dopo
i
bagni
,
ma
il
dottor
Noli
....
-
Certo
,
-
esclamò
il
Lascaris
vivamente
.
-
Sarebbe
pericoloso
ricondurre
la
signorina
a
Milano
durante
l
'
inverno
.
-
Per
ciò
,
rimarremo
.
Ho
già
prolungato
l
'
affitto
per
tutta
la
stagione
invernale
....
Il
paese
è
tanto
tranquillo
....
E
s
'
interruppe
,
aspettando
ch
'
egli
dicesse
se
partiva
dopo
i
bagni
;
ma
l
'
uomo
tacque
,
sembrandogli
stranamente
che
l
'
annunzio
avrebbe
preso
un
significato
d
'
intenzione
.
-
Siamo
a
Pieve
,
-
egli
disse
,
con
un
gesto
alle
case
,
dove
la
piccola
discesa
moriva
.
-
Vuole
andare
avanti
?
-
No
;
riposo
un
poco
,
e
poi
ritorno
.
Emilia
traversò
la
strada
,
scelse
un
rialzo
coperto
di
spessa
erba
,
verso
il
mare
,
e
sedette
.
Cesare
restò
in
piedi
,
contemplandola
.
"
Com
'
è
bella
!
"
-
pensò
fanciullescamente
.
Per
vent
'
anni
di
vita
vera
,
e
per
dieci
di
professione
medica
,
egli
non
aveva
conosciuto
se
non
il
piacere
comune
,
e
s
'
era
fatta
l
'
abitudine
di
ricevere
le
lettere
femminili
che
parlassero
d
'
una
voluttà
testè
morta
,
e
ne
promettessero
altre
per
la
dimane
.
Dell
'
amore
,
nulla
più
gli
era
noto
:
non
gli
ostacoli
stimolanti
,
non
i
contrasti
gravi
,
non
alcuna
delle
condizioni
per
le
quali
la
necessità
fisica
si
purifica
.
Egli
aveva
appena
assaggiato
qua
e
là
,
gustosamente
.
Ma
in
quell
'
ora
,
a
fianco
d
'
Emilia
,
Cesare
cominciava
a
provare
una
specie
di
deliziosa
angoscia
,
turbato
dal
presentimento
del
destino
.
-
Sì
,
è
molto
tranquillo
il
villaggio
,
-
egli
soggiunse
,
-
e
ci
si
diventa
molto
pigri
.
Io
non
mi
occupo
di
nulla
,
e
non
trovo
tempo
di
scrivere
agli
amici
.
-
Io
pure
,
-
disse
Emilia
sorridendo
,
-
non
ho
che
abitudini
d
'
ozio
....
Essi
erano
perduti
,
dimenticati
in
fondo
al
paese
.
I
treni
passavano
frequentissimi
,
trascinando
gente
ignota
a
ignote
fortune
;
ma
in
gran
parte
procedevano
oltre
,
e
non
rimaneva
nell
'
aria
se
non
l
'
eco
d
'
un
fischio
stridente
,
e
qualche
latteo
globo
di
vapore
.
A
mezz
'
ora
di
cammino
,
a
Nervi
,
la
vita
era
già
più
intensa
;
la
rinomanza
de
'
suoi
alberghi
e
la
bellezza
della
sua
marina
vi
chiamavano
ogni
anno
una
varia
folla
di
stranieri
,
malati
d
'
anima
o
di
corpo
,
o
abituati
a
climi
tepenti
.
E
intensissima
,
febbrile
,
tumultuosa
,
era
la
vita
a
Genova
,
dove
Emilia
,
per
unica
distrazione
,
si
recava
spesso
con
Roberta
.
Lasciata
la
carrozza
,
le
due
sorelle
andavano
a
passeggio
per
le
grandi
vie
e
per
le
viuzze
stipate
di
botteghe
,
quasi
ad
un
viaggio
d
'
esplorazione
,
su
per
le
lunghe
salite
,
a
capriccio
,
felici
quando
arrivavan
da
sole
a
qualche
altura
,
che
dominasse
la
città
,
il
porto
,
il
mare
ampio
e
multicolore
.
Non
conoscevano
persona
,
a
Genova
;
non
capivano
una
parola
dei
dialetto
serrato
ed
aspro
;
godevano
di
sentirsi
forestiere
,
e
di
passare
a
fianco
d
'
una
folla
che
le
ignorava
;
l
'
andirivieni
della
gente
,
il
frastuono
dei
carri
,
la
sfilata
fitta
dei
negozii
,
davan
loro
l
'
idea
d
'
un
gran
mercato
sempre
in
tumulto
;
e
diversamente
che
a
Milano
,
ove
sapevano
a
memoria
i
nomi
delle
ditte
principali
,
e
credevano
sapere
tutte
le
abitudini
della
città
,
-
gustavano
a
Genova
ogni
volta
qualche
cosa
imprevista
,
e
osservavano
l
'
ansia
della
vita
romorosa
,
estranee
come
a
uno
spettacolo
.
Sul
tardi
riprendevano
la
carrozza
per
tornare
a
casa
,
raccomandando
al
cocchiere
di
non
frustar
troppo
.
Esse
temevano
un
poco
;
ma
la
gita
le
divertiva
appunto
perchè
le
discese
ripidissime
,
la
strada
spesso
parallela
alla
via
ferrata
,
incutevano
un
'
ombra
d
'
attraente
pericolo
.
Qualche
volta
,
il
treno
le
sopraggiungeva
,
rapido
e
formidabile
;
e
il
cavallo
,
fermo
innanzi
alle
barriere
,
drizzava
le
orecchie
,
volgeva
la
testa
a
guardare
.
Era
l
'
attimo
più
commovente
della
passeggiata
;
le
giovani
si
stringevano
la
mano
,
sorridendo
.
Il
mare
pompeggiava
,
solenne
di
quieta
potenza
;
le
ville
davano
al
paesaggio
la
nota
leggiadra
o
maestosa
,
incensando
l
'
aria
coi
profumi
dei
giardini
,
e
tagliando
il
cielo
puro
coi
ricami
aggrovigliati
o
con
le
punte
argute
degli
alberi
.
Di
frequente
il
sole
era
tramontato
,
e
la
carrozza
saliva
ancòra
l
'
ultima
ascesa
tra
Nervi
e
Sant
'
Erasmo
;
i
monelli
sulle
porte
schiamazzavano
;
qualche
carro
,
con
le
ruote
pesanti
affondate
nel
terriccio
,
ingombrava
la
strada
,
e
nella
penombra
risonavano
gli
aizzamenti
gutturali
degli
uomini
,
i
tintinnabuli
dei
muli
e
dei
cavalli
inarcati
a
trarre
il
veicolo
.
Arrivavano
a
casa
,
le
due
sorelle
,
quando
già
i
fanali
modesti
fiammellavano
sul
verde
cancello
del
giardino
;
correvano
,
salivan
presto
le
scale
,
trovavan
l
'
uscio
spalancato
e
la
cameriera
impaziente
.
Sulla
tavola
lumeggiata
da
un
'
alta
lucerna
a
colonna
,
la
tovaglia
,
il
vasellame
,
le
posate
mandavano
bagliori
;
e
la
serata
cominciava
,
tutta
bella
d
'
intimità
.
Non
v
'
erano
se
non
i
radi
colpi
di
tosse
,
che
potessero
mettere
sul
volto
d
'
Emilia
una
nube
fugace
....
-
Vuole
che
torniamo
?
-
disse
a
un
tratto
la
donna
,
alzandosi
e
incamminandosi
.
Essi
ripresero
la
via
,
involuti
nella
sensazione
della
complessa
irresponsabilità
delle
cose
,
la
quale
sovraneggiava
ovunque
.
-
I
suoi
amici
stanno
a
Milano
?
-
riprese
quindi
Emilia
,
più
audace
perchè
rifletteva
sempre
troppo
tardi
.
-
Quasi
tutti
,
-
disse
Cesare
.
-
Ma
veri
amici
non
ne
ho
:
colleghi
,
compagni
di
studii
,
conoscenze
:
legami
,
infine
,
che
non
resistono
alla
lontananza
....
Mandò
un
respiro
di
sollievo
,
perchè
gli
sembrava
d
'
aver
detto
molto
con
la
parola
legami
.
-
"
Avrà
capito
?
"
-
si
chiedeva
,
studiando
sul
viso
d
'
Emilia
l
'
impressione
della
risposta
.
Ed
Emilia
,
che
camminava
con
lo
sguardo
a
terra
,
parve
ergersi
più
dritta
,
liberata
da
un
peso
invisibile
;
alzò
gli
occhi
,
incontrò
gli
occhi
del
Lascaris
,
e
si
trattenne
a
forza
per
non
sorridergli
.
"
Com
'
è
bella
!
"
-
ripensò
questi
,
un
po
'
umiliato
di
non
trovare
altro
per
lei
.
Ella
non
era
corpo
soltanto
,
ma
uno
spirito
,
un
pensiero
,
un
'
anima
;
e
tuttavia
dal
cuore
di
lui
non
salivano
con
violento
impeto
,
se
non
quelle
tre
parole
,
che
l
'
avrebbero
fatta
arrossire
,
s
'
egli
le
avesse
pronunziate
.
Emilia
fu
punta
da
un
brusco
rimorso
.
Aveva
dimenticato
Roberta
.
Perchè
aveva
potuto
dimenticarla
e
parlarne
tanto
poco
e
non
insistere
sulla
guarigione
inattesa
?
Disse
allora
,
con
voce
tutta
diversa
:
-
Dunque
,
è
ben
certo
,
signor
Lascaris
,
che
possiamo
considerar
salva
Roberta
?
Non
v
'
è
pericolo
d
'
una
ricaduta
,
d
'
un
peggioramento
subitaneo
?
...
Preso
all
'
impensata
,
in
mezzo
a
visioni
così
lontane
dalla
malattia
,
dalla
morte
,
da
quella
giovanetta
,
ch
'
egli
considerava
col
dispregio
compassionevole
d
'
un
artista
per
un
bel
quadro
screpolato
,
Cesare
ebbe
la
tentazione
abbacinante
di
gridare
ad
Emilia
:
"
Non
legarti
a
lei
;
è
condannata
.
Tu
sei
per
la
vita
,
ed
ella
è
per
la
morte
.
Tu
hai
i
diritti
di
quelli
,
che
il
genio
della
specie
ha
creato
a
tutela
della
sua
purezza
,
e
Roberta
ha
i
doveri
di
rinunzia
,
che
il
suo
male
e
il
pericolo
del
contagio
le
impongono
"
.
Esitò
un
lampo
a
rispondere
,
e
già
Emilia
s
'
era
arrestata
,
esclamando
con
voce
angosciosa
:
-
Ma
Lei
non
m
'
inganna
,
dottore
?
Non
avrà
coraggio
di
farmi
sperare
nell
'
assurdo
,
se
fra
poco
?
...
Non
m
'
inganna
,
non
m
'
inganna
?
...
Il
grido
confermò
Cesare
nell
'
assoluta
necessità
d
'
ingannare
.
Le
ansie
precedenti
una
catastrofe
sono
tutte
inutili
,
e
più
torturanti
per
l
'
incertezza
del
giorno
e
del
modo
.
S
'
egli
avesse
detto
la
verità
,
da
quell
'
ora
Emilia
sarebbe
vissuta
in
uno
strazio
continuo
,
col
dovere
continuo
di
portare
una
maschera
intollerabile
di
fronte
all
'
ammalata
.
Quando
l
'
inganno
non
fosse
stato
più
possibile
,
egli
l
'
avrebbe
confortata
,
dimostrandole
la
carità
dell
'
antica
menzogna
.
Afferrò
dunque
la
mano
stesa
dalla
donna
quasi
ad
implorare
,
e
stringendola
nella
sua
,
rispose
con
fermezza
:
-
Le
dò
la
mia
parola
,
signora
,
ch
'
io
non
dubito
dell
'
avvenire
....
La
signorina
Roberta
è
guarita
....
-
Quanto
le
sono
grata
!
-
esclamò
Emilia
,
riprendendo
il
cammino
a
fianco
di
lui
.
Poscia
cedettero
senza
rimorsi
al
piacere
di
parlar
di
sè
,
obliando
un
'
altra
volta
la
fanciulla
.
Quando
passarono
innanzi
al
viottolo
digradante
al
mare
,
pel
quale
Emilia
era
comparsa
e
s
'
era
incontrata
col
Lascaris
,
lo
guardarono
ambedue
un
istante
,
e
trovarono
bellissima
la
scorciatoia
stretta
,
impedita
qua
e
là
dagli
arbusti
scortesi
.
Parlarono
degli
amici
,
figure
scialbe
divenute
più
pallide
in
quell
'
ora
di
porpora
.
Emilia
descrisse
le
sue
conoscenti
,
sfiorandole
con
la
satira
femminile
;
Cesare
usò
la
satira
maschile
,
un
po
'
rude
,
che
aveva
talvolta
la
gravita
d
'
un
rancore
;
e
l
'
iconografia
servì
a
riempire
qualche
lacuna
,
accennando
ai
luoghi
visti
in
tempi
diversi
da
ambedue
,
e
alle
persone
conosciute
dall
'
uno
e
dall
'
altra
.
Infine
,
l
'
ultimo
tratto
di
strada
fu
silenzioso
,
angustiato
dal
prossimo
breve
distacco
e
dal
problema
d
'
occupare
la
giornata
,
il
cui
inizio
era
sorto
pieno
di
vibranti
speranze
,
di
tremanti
desiderii
.
Ammirarono
insieme
il
ponte
della
ferrovia
,
a
cinque
grandi
arcate
,
le
quali
incorniciavano
cinque
enormi
quadri
d
'
orizzonte
,
d
'
azzurro
,
di
verde
e
di
casupole
:
sfida
insostenibile
alla
meccanica
arte
umana
.
Cesare
accompagnò
Emilia
fino
all
'
ingresso
della
villetta
,
spalancandole
innanzi
il
robusto
cancello
che
cigolava
.
Dall
'
ombra
dei
palmizii
uscì
incontro
ai
due
giovani
la
figura
curva
e
malaticcia
di
Roberta
;
si
avanzava
adagio
,
svogliata
,
trascinando
seco
una
folla
di
disgusti
,
e
fra
le
mani
teneva
un
gran
libro
di
racconti
fantastici
.
La
fosforescenza
,
ch
'
è
nel
sorriso
e
intorno
al
corpo
degli
innamorati
,
si
spense
tosto
intorno
a
Cesare
e
ad
Emilia
.
IV
.
Da
quel
giorno
,
i
pensieri
di
Cesare
Lascaris
si
fecero
così
duttili
e
balzani
,
ch
'
egli
avrebbe
potuto
comporne
un
facile
poema
,
se
avesse
avuto
l
'
espressione
letteraria
e
la
pazienza
d
'
arrestare
gli
scoiattoli
molleggianti
sulle
branche
della
fantasia
.
La
fantasia
gli
divenne
più
elastica
,
e
dovunque
gli
presentò
visioni
,
lo
deliziò
coi
gesti
ricordati
della
donna
e
con
la
melodia
della
voce
femminile
;
il
paesaggio
gli
riapparve
asservito
alla
bellezza
di
lei
;
più
che
quadro
,
umile
cornice
.
E
visse
tra
una
flora
mortifera
di
figurazioni
sensuali
.
Erano
gli
occhi
grigi
,
ch
'
egli
prediligeva
?
E
i
capelli
bruni
,
e
la
giovanezza
,
e
il
corpo
alto
,
sottile
?
Sì
,
era
tutto
questo
.
Nell
'
animo
di
lei
voleva
un
'
indefinita
stanchezza
,
come
per
atavismo
?
Voleva
quell
'
ingenuo
senso
della
vita
,
che
disarma
una
donna
e
la
dà
intera
all
'
uomo
capace
di
dominarla
?
Sì
,
tutto
questo
voleva
.
Ma
tutto
questo
era
in
colei
,
la
quale
il
destino
gli
aveva
offerto
nella
solitudine
della
mite
campagna
.
La
sua
vista
gli
aveva
dato
una
tortura
insoffribile
.
Sarebbe
dovuto
passare
per
la
solita
trafila
,
prima
di
giungere
a
lei
?
Aprirle
le
braccia
,
non
doveva
bastare
?
Si
sarebbe
offesa
,
s
'
egli
le
avesse
chiesto
un
bacio
senza
averle
mai
parlato
d
'
amore
?
La
sua
bellezza
l
'
attraeva
così
,
ch
'
egli
aveva
vergogna
di
perdersi
in
lunghe
e
successive
preghiere
.
Perchè
non
comprendeva
ch
'
egli
l
'
avrebbe
amata
sempre
?
Qualcuno
intorno
a
lei
,
poteva
farsi
amare
e
rapirla
?
Essa
era
tutti
i
profumi
più
voluttuosi
,
tutti
i
suoni
di
una
lenta
orchestra
invisibile
,
tutta
l
'
iride
dell
'
amore
,
tutte
le
promesse
dei
paradisi
orientali
.
Egli
doveva
dirle
che
per
lei
avrebbe
dato
il
suo
sangue
,
la
sua
vita
,
il
suo
orgoglìo
;
che
avrebbe
abbandonato
gli
amici
,
sfidato
il
mondo
,
portato
superbo
il
più
greve
giogo
da
lei
imposto
;
che
avrebbe
rinnegato
ogni
fede
,
e
avrebbe
avuto
la
sua
sola
fede
,
la
sua
religione
.
Sì
,
tutto
questo
doveva
dirle
;
farla
sorridere
e
pensare
,
turbarla
,
agitare
le
sue
notti
con
visioni
ardenti
.
Ch
'
ella
non
avesse
più
requie
se
non
fra
le
sue
braccia
.
Che
gli
giungesse
assetata
di
voluttà
.
Il
bacio
dell
'
uomo
le
avrebbe
comunicato
un
sì
lungo
spasimo
di
piacere
,
da
toglierle
la
percettibilità
d
'
ogni
altra
sensazione
;
e
il
suo
corpo
si
sarebbe
piegato
,
contorto
,
allacciato
a
rosee
spire
sotto
le
labbra
di
lui
.
Non
doveva
essere
più
nulla
di
conosciuto
,
se
non
una
splendida
forma
armonizzata
dalla
passione
.
Ma
eran
parole
o
intricate
formule
di
magìa
,
capaci
di
denudare
colei
?
Dove
le
avrebbe
egli
scoperte
,
in
qual
lingua
,
fra
quali
documenti
di
anime
appassionate
?
Era
dunque
possibile
che
le
agili
e
bianche
dita
salissero
al
corpetto
e
intonassero
la
sinfonia
classica
dei
bottoni
che
si
slacciano
?
E
tuttavia
qualcuno
l
'
aveva
già
posseduta
....
Quale
uomo
?
Un
uomo
scomparso
,
travolto
nell
'
eternità
,
lasciando
ad
altri
,
per
altri
,
il
fiore
da
lui
appena
schiuso
e
intravisto
....
Ma
da
tempo
sì
lontano
-
(
la
voluttà
più
astuta
non
lascia
traccia
se
non
in
ricordi
simili
a
pigmei
,
i
quali
corrano
dove
son
passati
i
giganti
)
-
da
tempo
sì
lontano
,
che
il
corpo
della
donna
era
puro
,
immemore
,
e
i
frutti
del
suo
seno
avevano
obliato
le
labbra
tremanti
del
maschio
.
A
pranzo
in
casa
di
lei
,
un
giorno
Cesare
potè
contemplarla
perdutamente
e
vivificar
le
limpide
acque
della
fantasia
,
in
cui
l
'
imagine
d
'
Emilia
si
rispecchiò
senza
più
timore
di
venir
cancellata
.
Fu
un
pranzo
al
chiaro
di
luna
,
perchè
cominciato
assai
tardi
aspettando
il
dottor
Noli
,
che
giunse
nella
penombra
del
grasso
pomeriggio
estivo
.
La
luna
,
sorta
dietro
le
rocce
di
Portofino
,
interamente
rossa
in
un
guazzo
rosso
a
filamenti
,
era
nell
'
ascesa
diventata
a
mano
a
mano
pallida
,
aveva
preso
la
sua
espressione
di
bamboccio
anemico
e
imbronciato
.
Al
momento
di
chiuder
la
finestra
e
d
'
accendere
,
i
raggi
entrarono
inattesi
,
le
lampade
furono
dimenticate
,
e
il
pranzo
continuò
tra
il
pulvìscolo
argenteo
.
In
faccia
a
Cesare
,
Emilia
apparve
quasi
un
busto
marmoreo
.
Pel
cielo
correvano
alcune
nuvole
fioccose
;
non
velavano
ma
attutivano
il
raggio
,
facendolo
più
molle
e
più
serico
.
La
luna
restava
sullo
sfondo
cilestrino
a
guardar
dolente
le
nubi
che
sfilavano
,
disperdendosi
in
forme
rapide
e
balzane
.
Emilia
si
levò
,
mentre
sull
'
astro
le
nuvole
gettavano
il
velo
traslucido
;
e
si
rivolse
a
prendere
un
Trionfo
d
'
argento
che
non
avevan
ricordato
di
porre
in
tavola
.
Ritta
allora
così
,
col
Trionfo
carico
di
tonde
pesche
mature
e
di
grappoli
d
'
uva
ricadenti
,
la
donna
si
fermò
innanzi
alla
finestra
,
giusto
nel
punto
in
cui
succedeva
alla
gradazione
della
luce
pulviscolare
,
una
più
tenue
e
morbida
.
Fu
illuminata
intera
,
tra
una
gloria
di
bianco
lucido
,
di
bianco
latteo
,
e
di
bianco
....
;
parve
più
alta
,
la
testa
cinta
nel
diadema
di
nerissimi
capelli
,
gli
occhi
grigi
dilatati
dalla
notte
;
una
divina
statua
.
Cesare
fu
preso
dal
bisogno
istintivo
di
parlar
sottovoce
,
d
'
ascoltar
qualche
racconto
strano
e
cadenzato
,
il
quale
,
come
un
fresco
ragnatelo
d
'
argento
,
gli
avvolgesse
il
cuore
....
Si
rattenne
a
pena
dall
'
esprimere
l
'
idea
bizzarra
,
per
quei
due
,
Roberta
e
il
dottore
,
che
continuavano
a
vivere
la
vita
normale
.
Ma
ebbe
il
sottil
gaudio
di
penetrar
lo
spirito
d
'
Emilia
,
di
sentirlo
inebbriato
dalla
scena
fantastica
.
Anch
'
ella
era
lontana
dalla
vita
normale
,
in
quella
sera
avvolta
nel
ricco
manto
della
luna
;
quasi
il
pulviscolo
bianco
le
fosse
passato
attraverso
le
carni
,
dando
all
'
anima
di
lei
una
luminosità
maravigllosa
,
una
chiara
gaiezza
,
quasi
ella
sorgesse
formalmente
e
sostanzialmente
nuova
da
un
bagno
di
liquidi
metalli
....
;
mentre
il
dottor
Noli
e
Roberta
parevano
due
livide
caricature
,
che
assistessero
senza
sospetto
al
mistero
della
duplice
ebbrezza
,
spellando
gravemente
le
turgide
pesche
succose
....
Quella
fu
la
scena
prediletta
in
cui
Cesare
volle
conservare
l
'
immagine
di
Emilia
,
e
le
limpide
acque
della
fantasia
la
ritennero
poi
per
sempre
,
in
uno
specchio
senz
'
appannature
.
V
.
Roberta
si
svegliava
di
notte
improvvisamente
e
si
ascoltava
respirare
:
il
respiro
era
tranquillo
;
sotto
la
scapola
sinistra
,
il
dolore
sordo
non
rodeva
più
.
Se
le
piccole
macchie
rosse
,
i
nuclei
di
macchie
sul
petto
e
su
le
spalle
non
avessero
rammentato
la
minaccia
,
il
gran
male
sarebbe
parso
dominato
per
intero
.
Ma
erano
tuttavia
frequenti
le
notti
d
'
insonnia
con
la
paura
dell
'
oscurità
,
in
cui
s
'
annidavano
i
pensieri
che
durante
il
giorno
non
osavano
prender
figura
e
avvicinarsi
.
Roberta
stava
distesa
sul
letto
,
ad
occhi
aperti
;
le
visioni
pispigliavano
nell
'
ombra
,
e
se
ne
udiva
il
passo
cauto
o
il
volo
maligno
d
'
arpia
;
qualche
inesplicabile
romore
nella
camera
o
in
giardino
dava
tal
brivido
alla
fanciulla
,
che
le
tempia
le
s
'
imperlavano
di
sudore
,
ed
ella
era
incapace
d
'
allungar
la
mano
ad
accendere
il
lume
.
Talvolta
,
lungo
tutto
il
litorale
,
per
tre
giorni
e
tre
notti
di
sèguito
urlava
il
vento
;
soffiasse
dalla
montagna
o
sibilasse
dal
mare
,
aveva
una
voce
straziante
d
'
assassinato
,
una
voce
furiosa
di
chi
scuota
la
porta
per
ripararsi
,
e
negli
intervalli
,
una
flebile
voce
di
sarcasmo
,
la
quale
prometteva
nuovi
assalti
,
nuove
grida
,
nuove
violenze
.
La
fanciulla
dimenticava
le
proprie
angosce
e
viveva
con
l
'
anima
al
di
fuori
,
in
ispirito
nella
campagna
,
tra
le
chiome
convulse
degli
alberi
,
che
disperatamente
si
torcevano
e
ricadevano
nell
'
aria
.
Quando
aveva
ben
teso
l
'
orecchio
ad
assicurarsi
la
sinfonia
notturna
non
fosse
soprannaturale
,
accendeva
il
lume
e
si
guardava
in
giro
.
La
consolavano
un
poco
gli
oggetti
con
le
loro
forme
conosciute
,
la
tavola
,
il
divano
carico
di
libri
,
il
cassettone
su
cui
posava
un
alto
specchio
;
ma
a
confortarsi
meglio
,
scendeva
dal
letto
e
correva
a
scrutar
dalla
finestra
.
In
quel
mezzo
-
nudo
virginale
,
l
'
unica
bella
cosa
era
la
camicia
dalle
tinte
pallide
,
coi
merletti
intorno
alle
maniche
e
al
collo
,
col
monogramma
dominato
da
una
coroncina
senza
significato
gentilizio
.
Sotto
il
tessuto
azzurro
si
ricoverava
la
magrezza
ch
'
era
quasi
deformità
,
e
fuori
balzavano
due
spalle
pungenti
:
due
mani
allacciate
con
forza
intorno
all
'
esile
busto
della
giovanetta
,
avrebbero
potuto
ritorcerlo
come
un
virgulto
.
Ella
guardava
dalla
finestra
in
giardino
,
cercando
distinguere
attraverso
la
tenebra
.
I
confusi
moti
dei
due
palmizii
rispondevano
all
'
urlìo
più
accanito
del
vento
,
al
rombo
più
profondo
del
mare
;
v
'
era
dunque
la
logica
dei
fenomeni
e
nessuna
vittima
umana
rantolava
presso
la
villa
,
come
pareva
.
La
cosa
era
semplice
ma
rassicurante
;
e
aprendo
l
'
uscio
della
propria
camera
,
la
fanciulla
volgeva
l
'
attenzione
al
silenzio
della
casa
;
di
là
dal
gran
salotto
centrale
,
la
camera
d
'
Emilia
aveva
la
porta
spalancata
,
la
soglia
rischiarata
mollemente
da
una
rosea
lampada
notturna
.
Emilia
godeva
di
tale
incredulità
per
ogni
cosa
non
verisimile
,
che
qualche
volta
Roberta
n
'
era
offesa
;
l
'
equilibrio
de
'
suoi
nervi
era
assoluto
e
le
avrebbe
permesso
di
addormentarsi
alla
porta
d
'
un
cimitero
;
gli
usci
bene
assicurati
,
Emilia
non
temeva
nulla
di
soprannaturale
,
e
non
ammetteva
ciò
che
sfuggiva
alla
logica
.
Una
notte
in
cui
aveva
udito
lo
scricchiolìo
lento
dei
mobili
,
e
il
passo
cauto
,
e
il
volo
maligno
di
visioni
febbrili
,
Roberta
balzò
dal
letto
e
corse
alla
camera
della
sorella
.
La
lampada
proiettava
sopra
Emilia
dormente
un
raggio
opaco
e
calmo
;
gli
occhi
chiusi
con
le
nere
ciglia
abbassate
,
la
bocca
chiusa
con
le
labbra
raccolte
a
un
'
immobilità
statuaria
,
le
braccia
nude
e
composte
lungo
i
fianchi
,
indicavano
una
pace
secura
,
la
vittoria
della
giovinezza
su
gli
abituali
sogni
voluttuosi
.
Si
sarebbe
detto
ch
'
ella
si
fosse
abbandonata
al
sonno
quasi
sopra
le
acque
inesplorabili
e
serene
d
'
un
gran
fiume
che
conducesse
al
nulla
....
Roberta
indugiò
un
istante
a
contemplarla
,
tra
il
rispetto
e
l
'
invidia
;
ma
mentre
stava
per
tornare
alla
sua
camera
,
rammentò
d
'
averla
lasciata
oscura
,
e
si
decise
.
-
Emilia
,
-
disse
cautamente
,
-
Emilia
,
Emilia
....
-
posando
una
mano
sul
braccio
della
sorella
e
pensando
che
se
qualcuno
avesse
chiamato
lei
Roberta
nella
notte
,
ella
avrebbe
gettato
un
grido
dì
spavento
.
Ma
Emilia
si
drizzò
a
sedere
,
uscendo
dal
sonno
per
entrar
con
agile
prontezza
nella
realtà
,
senza
stati
intermedii
.
Le
due
punte
dei
seni
urgevano
vigorosamente
la
camicia
,
quasi
visibili
;
e
le
lenzuola
abbassate
scoprivano
la
linea
del
busto
fino
ai
fianchi
.
-
Sei
tu
?
-
chiese
con
la
voce
velata
.
-
Che
vuoi
?
...
Non
ti
senti
bene
?
...
Roberta
esitò
,
ancòra
in
contemplazione
di
quel
bianco
volto
sotto
le
trecce
nerissime
,
di
quegli
òmeri
giovanili
e
freschi
;
pensò
che
sua
sorella
avrebbe
potuto
lasciare
il
letto
così
,
vestirsi
,
e
comparire
fra
la
gente
,
senza
nemmeno
rinfrescarsi
il
viso
.
-
Non
hai
udito
un
romore
?
-
disse
la
fanciulla
.
-
Un
romore
strano
?
-
Quando
mai
?
Non
è
possibile
:
tutti
gli
usci
sono
chiusi
....
Roberta
crollò
la
testa
a
quell
'
argomento
di
prammatica
:
Emilia
non
ammetteva
i
romori
se
non
quali
indizio
di
fatti
comuni
e
di
persone
vive
.
-
Avrai
udito
schioccar
la
frusta
sulla
strada
,
-
ella
riprese
sorridendo
.
-
A
quest
'
ora
ci
son
sempre
dei
carri
che
passano
....
-
No
....
Infine
,
ho
paura
,
-
dichiarò
l
'
altra
,
più
inquieta
per
quelle
ipotesi
,
ch
'
ella
aveva
già
fatto
e
aveva
dovuto
respingere
....
-
Ho
una
paura
terribile
....
Mi
permetti
di
dormire
con
te
?
...
Solo
fino
a
quando
si
rifaccia
chiaro
,
solo
fino
all
'
alba
....
Gli
sguardi
d
'
Emilia
non
seppero
dissimulare
e
percorsero
tutto
il
corpo
infermiccio
della
sorella
,
il
corpo
madido
d
'
un
mador
contagioso
.
L
'
istinto
non
affievolito
dalla
vita
diurna
si
ribellò
all
'
idea
d
'
un
sacrificio
senza
ragione
,
per
le
paure
infantili
della
ragazza
.
E
,
come
a
spegnere
l
'
espressione
di
turbamento
,
girando
incerti
gli
occhi
per
la
camera
,
Emilia
rispose
:
-
Che
pazzia
,
cara
?
Che
cosa
ti
passa
per
la
testa
?
Sai
pure
che
non
c
'
è
nulla
,
nulla
affatto
a
temere
....
E
poi
,
non
abbiamo
mai
dormito
insieme
....
Ma
Roberta
aveva
afferrato
lo
sguardo
e
l
'
aveva
compreso
con
la
sagacità
dei
malati
,
sempre
vigili
a
quanto
può
consolarli
e
a
quanto
può
ferirli
....
-
Hai
paura
?
-
disse
con
un
gesto
di
sdegno
,
serrandosi
nelle
spalle
.
-
Hai
paura
di
prendere
il
mio
male
,
non
è
vero
?
...
di
diventar
brutta
?
...
Non
disturbarti
:
vado
via
....
Trovò
nell
'
umiliazione
il
coraggio
per
sfidare
le
notturne
inquietudini
,
ed
uscì
prestamente
,
s
'
inoltrò
nel
buiore
delle
altre
camere
,
senza
curar
la
sorella
,
che
aveva
steso
un
braccio
a
trattenerla
.
Emilia
restò
a
sedere
sul
letto
qualche
tempo
,
meditando
gli
argomenti
offerti
dall
'
istinto
egoistico
per
giustificare
il
suo
rifiuto
:
poi
si
vinse
,
e
gettò
da
un
lato
la
leggera
coperta
.
Nella
fretta
e
nel
bisogno
di
buttarsi
qualche
cosa
su
le
spalle
,
afferrò
l
'
accappatoio
bianco
che
giaceva
sopra
una
sedia
.
Aveva
,
l
'
accappatoio
,
una
sottil
fragranza
di
mare
e
di
sole
;
conservava
fra
le
pieghe
i
sogni
luccicanti
pullulati
dalla
mollizie
del
bagno
;
era
un
emblema
di
salute
e
di
vigor
giovanile
.
Emilia
lo
spiegazzò
fra
le
mani
e
lo
indossò
con
furia
,
quasi
tentasse
far
tacere
quei
ricordi
carnali
.
Quando
fu
nella
camera
di
Roberta
,
il
singhiozzo
prolungato
e
sommesso
della
ragazza
la
guidò
fino
al
letto
,
e
trovatala
nel
buio
,
si
chinò
ad
abbracciarla
.
-
Perdonami
,
-
disse
Emilia
;
-
mi
hai
colta
nel
sonno
e
ti
ho
risposto
bruscamente
;
non
sapevo
quel
che
rispondessi
....
Vedi
che
sono
qui
,
ora
?
...
Ti
domando
scusa
....
Meglio
sarebbe
stato
il
fatto
di
coricarsi
vicino
a
lei
,
di
consolarla
,
rassicurarla
così
;
ma
non
appena
presentatosi
quel
pensiero
,
l
'
istinto
lo
combattè
con
tutte
le
forze
,
come
un
sacrificio
inutilmente
dannoso
e
forse
inapprezzato
.
Roberta
,
aggomitolata
e
lagrimosa
,
massa
oscura
nell
'
oscurità
più
tenera
del
luogo
,
non
disse
parola
;
Emilia
,
cercata
una
sedia
a
tastoni
,
la
trascinò
presso
il
capezzale
,
e
vi
si
sedette
,
raccogliendosi
intorno
l
'
accappatoio
.
Non
pensò
ad
accendere
il
lume
;
rimase
immota
,
sentendo
calar
sul
cuore
l
'
ingiustizia
della
sorella
,
che
non
le
aveva
aperto
sùbito
le
braccia
.
I
suoi
occhi
fissavano
la
giovanetta
oscura
e
singhiozzante
,
o
vagavano
tra
le
forme
volubili
del
nero
,
desiderando
invano
che
il
quadrato
della
finestra
s
'
illuminasse
a
poco
a
poco
della
tenue
alba
estiva
.
Il
sonno
era
svanito
.
Emilia
riprese
a
parlare
,
e
le
parole
fluivano
nel
silenzio
notturno
,
vibranti
e
squillanti
sotto
l
'
onda
d
'
un
'
irritazione
contenuta
.
-
Suvvia
,
Roberta
,
-
disse
,
-
perchè
continui
a
piangere
?
...
Perchè
hai
paura
di
tutto
,
come
una
bambina
?
Bisogna
essere
meno
deboli
,
più
ragionevoli
....
Non
ti
è
mai
venuto
il
dubbio
d
'
essere
ingiusta
,
con
me
?
E
tuttavia
lo
sei
,
lo
sei
troppo
....
Io
non
ho
fatto
nulla
di
bene
perchè
conto
poco
sul
tuo
animo
....
Ti
ho
dato
solo
dei
consigli
:
ti
ho
pregato
di
condurre
una
vita
più
attiva
,
di
non
rimaner
l
'
intero
giorno
nella
tua
camera
,
di
non
leggere
fino
a
indebolirti
;
ti
ho
pregato
di
tante
cose
semplici
,
che
pure
ti
avrebbero
giovato
....
Ma
tu
sorridi
,
quando
parlo
io
;
la
mia
buona
volontà
si
spezza
contro
la
tua
diffidenza
....
Non
ti
sembra
,
Roberta
,
ch
'
io
abbia
diritto
a
vivere
una
vita
mia
?
Ora
,
invece
io
vivo
solamente
della
tua
,
mi
trovo
inceppata
,
schiava
,
ho
sempre
timore
di
spiacerti
....
Non
me
ne
lagno
;
sarei
felicissima
se
tutto
questo
avesse
un
resultato
....
nella
tua
affezione
,
per
esempio
....
Quando
sono
rimasta
vedova
....
Il
ricordo
che
le
si
presentava
così
repentino
l
'
arrestò
a
un
tratto
perchè
le
doleva
crudelmente
.
Ella
era
stata
moglie
innamorata
,
più
che
affettuosa
;
l
'
amore
era
conseguito
dal
bisogno
di
trovare
un
senso
nuovo
intorno
a
sè
,
il
quale
non
fosse
parso
desiderio
volgare
;
e
mentre
l
'
uomo
intendeva
a
crearle
l
'
esistenza
sognata
,
la
morte
era
sopraggiunta
,
e
ogni
cosa
erasi
ridotta
a
parvenza
d
'
un
'
idealità
intravista
,
d
'
una
rarità
avvicinata
e
scomparsa
...
Roberta
non
piangeva
più
,
ma
raddoppiando
d
'
attenzione
,
tentava
figurarsi
il
volto
e
l
'
atteggiamento
d
'
Emilia
.
La
cercò
a
lungo
con
lo
sguardo
senza
muoversi
e
scoperse
infine
una
forma
chiara
,
diritta
;
ascoltò
il
rimprovero
,
pensando
che
le
parole
erano
inutili
e
rimaneva
il
fatto
,
il
ribrezzo
mal
celato
;
s
'
indugiò
con
gli
occhi
a
quella
forma
quasi
chiara
e
diritta
,
indovinando
l
'
ombra
scesa
sulla
fronte
della
donna
.
-
Quando
sono
rimasta
vedova
....
-
continuò
Emilia
,
dolorosamente
colpita
che
Roberta
non
l
'
avesse
interrotta
e
l
'
obbligasse
a
compiere
la
frase
,
-
io
ti
ho
promesso
di
non
allontanarmi
da
te
,
e
tu
mi
hai
promesso
la
tua
affezione
più
devota
....
Dovevamo
percorrere
la
nostra
via
insieme
,
veramente
da
sorelle
....
Io
non
ho
ancòra
nulla
da
rimproverarmi
....
E
tu
,
Roberta
?
Non
hai
nulla
da
rimproverarti
?
Ti
sembra
di
amarmi
quanto
ti
amo
io
?
...
Roberta
?
...
Non
mi
ascolti
?
...
Non
vuoi
rispondere
?
Allungò
la
mano
vivamente
,
incontrò
sul
tavolino
la
candela
e
l
'
accese
....
La
fanciulla
appoggiava
un
gomito
al
guanciale
,
stando
coricata
di
fianco
sopra
le
coperte
;
alla
luce
inattesa
si
rannicchiò
dentro
la
camicia
per
nascondere
le
gambe
smagrite
.
Ella
andava
macchinando
molte
ragioni
da
obiettare
,
molte
dure
e
taglienti
parole
,
che
avrebbe
pronunziato
senza
ritegno
col
favore
dell
'
oscurità
;
ma
il
lume
acceso
le
smagò
l
'
energia
necessaria
,
e
le
ragioni
e
le
parole
si
dispersero
.
Guardò
di
nuovo
Emilia
avvolta
nell
'
accappatoio
bianco
,
da
cui
sorgevano
il
collo
tornito
e
la
testa
fiorente
di
vitalità
;
le
gambe
chiuse
nelle
calze
di
seta
nera
erano
accavallate
l
'
una
sull
'
altra
;
e
i
piccoli
piedi
,
seminascosti
in
piccole
pantofole
rosse
.
Quello
spettacolo
di
giovanezza
,
quella
giovanezza
piena
,
la
quale
pareva
dicesse
:
-
"
Io
sfiorisco
lentamente
qui
,
ma
qui
non
dovrei
essere
,
e
il
mio
destino
è
più
forte
d
'
ogni
calcolo
pietoso
,
"
-
riattizzarono
in
Roberta
l
'
energia
per
le
parole
amare
.
-
Ecco
,
-
rispose
chinando
la
testa
a
osservarsi
le
mani
,
perchè
non
osava
sostenere
lo
sguardo
interrogativo
e
dolente
di
Emilia
,
-
senza
dubbio
quanto
tu
dici
è
vero
;
ma
io
non
ti
aveva
chiesto
di
ricordarmi
i
tuoi
beneficii
....
Mi
sentivo
male
,
stasera
,
e
avevo
paura
....
Sai
che
io
sono
una
sciocca
e
non
ragiono
bene
come
te
....
Avevo
paura
,
son
venuta
nella
tua
camera
,
e
tu
mi
hai
mandata
via
....
-
Ma
è
falso
,
Roberta
!
-
No
,
non
è
falso
:
mi
hai
mandata
via
....
Perchè
?
Potresti
dirmelo
,
tu
che
mi
ami
tanto
,
potresti
dirmi
il
motivo
pel
quale
non
mi
hai
concesso
di
passar
teco
la
notte
?
Non
è
forse
perchè
ti
faccio
orrore
,
perchè
sai
che
la
mia
malattia
è
probabilmente
contagiosa
;
perchè
hai
ribrezzo
di
tua
sorella
,
infine
?
...
-
Roberta
,
che
cosa
dici
?
-
Hai
ribrezzo
di
tua
sorella
,
e
sei
stanca
di
doverle
prestar
le
tue
cure
....
Tutto
ciò
,
io
l
'
ho
capito
,
l
'
ho
visto
ne
'
tuoi
sguardi
,
non
soltanto
questa
notte
,
ma
da
tempo
,
dal
giorno
in
cui
ti
è
venuto
il
dubbio
ch
'
io
fossi
tisica
,
tisica
,
tisica
!
...
Nello
sforzo
di
lanciare
le
terribili
parole
,
s
'
era
spinta
innanzi
col
busto
,
protendendo
il
collo
scarno
;
e
coi
capelli
sciolti
per
le
spalle
,
arruffati
sugli
occhi
,
sembrava
una
magra
femmina
selvaggia
che
gettasse
un
grido
lugubre
nella
notte
;
di
sotto
gli
archi
sopraccigliari
saettava
una
corrente
d
'
odio
.
-
Ascolta
,
Roberta
....
,
-
disse
Emilia
,
sgominata
dalla
subitanea
trasformazione
della
giovanotta
in
una
energia
fisica
,
urlante
di
rivolta
e
di
dolore
.
-
No
,
tutto
questo
mi
fa
peggio
di
qualunque
malattia
,
-
seguitò
Roberta
senza
curare
l
'
interruzione
.
-
Sei
venuta
a
rassicurarmi
,
dici
,
e
resti
lì
,
inchiodata
sulla
sedia
,
studiando
di
non
avvicinarti
....
Se
ti
chiedessi
di
stringermi
forte
fra
le
braccia
,
di
mettere
le
tue
labbra
sulle
mie
,
rifiuteresti
inorridita
....
Sei
la
mia
condanna
,
tu
che
mi
vuoi
bene
...
!
Ah
sì
,
i
medici
mi
confortano
,
mi
dànno
a
sperare
,
ma
io
vedo
che
le
loro
parole
sono
false
,
perchè
tu
me
lo
fai
capire
ad
ogni
istante
,
me
lo
dici
ogni
giorno
,
ch
'
io
sono
ammalata
per
sempre
....
E
non
hai
compreso
,
Emilia
,
non
hai
compreso
che
io
non
voglio
morire
?
che
ho
il
terrore
della
morte
,
che
non
posso
dormire
per
quell
'
idea
?
Voglio
vivere
,
vivere
,
vivere
,
come
te
,
come
gli
altri
,
perchè
sono
giovane
,
perchè
ne
ho
il
diritto
,
perchè
....
E
senza
compiere
la
frase
,
spalancando
,
le
braccia
nell
'
aria
disperatamente
,
mandò
tale
un
grido
di
rabbia
e
di
desiderio
,
che
Emilia
balzò
in
piedi
quasi
una
scudisciata
le
avesse
lacerata
le
carni
....
Corse
a
Roberta
,
la
strinse
pazzamente
al
seno
,
appoggiandone
la
testa
sulla
propria
spalla
.
-
Roberta
,
-
mormorò
quasi
con
febbre
,
-
Roberta
,
non
è
vero
che
sei
malata
e
ch
'
io
ho
ribrezzo
di
te
!
Come
hai
potuto
supporre
?
...
Vuoi
le
mie
labbra
,
vuoi
che
ti
stringa
così
?
Senti
che
ti
bacio
?
Senti
che
ti
chiedo
perdono
,
se
ti
ho
dato
,
motivo
a
dubitare
di
me
?
Dormirò
con
te
questa
notte
,
dormirò
ogni
notte
con
te
,
purchè
tu
mi
creda
...
!
Aspetta
....
Con
la
mano
che
non
sosteneva
il
corpo
di
Roberta
,
Emilia
slacciò
i
cordoni
dell
'
accappatoio
e
adagiò
la
fanciulla
per
coricarsi
a
fianco
di
lei
;
ma
Roberta
era
pallida
e
anelante
,
e
la
donna
tacque
a
un
tratto
,
e
si
chinò
a
guardarla
spaurita
....
-
Roberta
,
-
disse
,
-
ti
sentì
male
?
-
No
,
-
rispose
la
giovanetta
,
-
ma
sono
stanca
:
ho
bisogno
di
riposare
;
lasciami
sola
....
-
Che
paura
mi
hai
fatto
,
bambina
!
Perchè
mi
hai
detto
tante
cose
tristi
?
Hai
voluto
punirmi
?
Emilia
stava
in
piedi
accanto
al
letto
.
Roberta
,
aggomitolata
nella
camicia
azzurra
,
fissando
gli
occhi
in
alto
,
coi
capelli
sparsi
sull
'
origliere
ascoltava
giunger
di
fuori
il
ritmo
quadruplice
d
'
un
treno
,
il
quale
passava
soffiando
nella
tenebra
dei
campi
,
lungo
la
tenebra
del
mare
.
-
Bisogna
resistere
alle
cattive
idee
,
-
continuò
Emilia
;
-
ho
parlato
di
te
l
'
altro
giorno
al
signor
Lascaris
:
e
anch
'
egli
mi
ha
detto
che
tu
sei
guarita
....
Guarita
,
capisci
?
-
Oh
,
il
signor
Lascaris
dirà
tutto
quanto
vorrai
,
-
osservò
Roberta
con
un
riso
stridulo
.
-
Il
signor
Lascaris
non
sarà
mai
sincero
con
te
,
ed
io
non
credo
a
lui
,
come
non
credo
agli
altri
....
Guarda
,
-
aggiunse
,
facendo
uno
sforzo
per
tornare
a
sedersi
sul
letto
e
rimboccando
una
manica
della
camicia
,
-
guarda
come
sono
ridotta
,
come
sono
divorata
dal
male
....
Ti
paion
queste
le
braccia
,
il
petto
d
'
una
ragazza
di
diciannove
anni
?
...
Non
vedi
quante
macchie
?
Fin
che
queste
macchie
non
spariscano
,
io
sarò
malata
,
avrò
la
morte
qui
dentro
,
-
e
si
toccava
il
seno
con
le
mani
febbrili
.
-
Il
signor
Lascaris
,
il
dottor
Noli
,
tutti
possono
ben
parlare
:
nessuno
oserebbe
dire
a
me
o
a
te
,
ch
'
io
debbo
morir
presto
....
Si
raccolse
per
seguire
a
testa
bassa
l
'
eco
della
frase
spietata
,
che
le
risonò
nell
'
animo
quasi
non
l
'
avesse
pronunziata
ella
medesima
.
La
luce
gialla
della
candela
le
stendeva
sul
volto
una
maschera
cerea
,
in
cui
gli
occhi
vitrei
diventavano
traslucidi
e
i
capelli
biondi
si
snaturavano
in
un
pallidissimo
color
d
'
ambra
;
la
camicia
cilestrina
così
mite
e
ridente
sopra
un
corpo
rigoglioso
,
era
sinistra
su
quel
corpo
magro
,
pareva
un
drappo
ilare
avvoltolato
per
ischerno
intorno
a
un
rigido
fantoccio
.
Emilia
s
'
era
collocata
di
fianco
sul
letto
,
a
viso
a
viso
con
la
sorella
,
e
la
guardava
inquieta
.
-
Non
agitarti
di
nuovo
,
-
ella
pregò
,
-
non
esaltarti
,
non
è
vero
nulla
di
quanto
tu
dici
....
-
Morire
,
morire
,
capisci
?
-
continuò
Roberta
.
-
Devo
morire
,
presto
.
Tu
non
credi
alla
morte
;
tu
l
'
hai
dimenticata
,
perchè
sei
sana
,
sei
bella
....
Vedi
come
sei
bella
,
-
proruppe
in
aria
di
corruccio
,
mentre
,
allungando
le
mani
,
apriva
ad
Emilia
l
'
accappatoio
già
sciolto
,
e
le
additava
il
collo
rotondo
,
i
seni
tondi
e
duri
,
che
si
delineavano
,
perspicui
sotto
la
camicia
.
Emilia
si
ricoperse
vivamente
.
-
E
anch
'
io
avrei
voluto
essere
bella
,
e
piacere
....
Ogni
cosa
è
per
voi
,
che
siete
belle
e
forti
....
Io
devo
morire
,
morire
!
La
voce
,
dopo
essere
stata
mordace
,
era
divenuta
sommessa
,
desolatamente
triste
,
ed
Emilia
non
osò
più
resistere
.
Ella
s
'
era
ben
detto
che
doveva
consolar
la
sorella
e
farla
sperare
e
vincerne
i
fantasmi
;
ma
dove
trovar
le
parole
di
conforto
,
le
quali
valessero
quelle
parole
disperate
,
e
le
superassero
?
Tacque
;
poi
lentamente
,
anche
la
voce
di
Roberta
s
'
abbassò
a
un
mormorìo
lamentoso
:
-
Avrei
voluto
essere
bella
,
e
devo
morire
....
Non
ho
più
nulla
per
me
:
non
posso
nemmeno
respirar
l
'
aria
che
respiri
tu
,
e
goder
l
'
ombra
;
devo
andare
in
cerca
del
sole
....
-
Fatti
coraggio
,
Roberta
;
sono
,
idee
....
-
tentò
ancòra
Emilia
.
-
Ho
paura
della
morte
....
-
Perchè
vuoi
renderci
tristi
?
Sei
guarita
....
-
Ho
paura
della
morte
,
e
ogni
giorno
,
essa
può
entrare
in
questa
camera
....
-
Sei
così
giovane
....
La
giovanezza
è
una
forza
...
-
Quanti
muoiono
giovani
!
E
come
,
come
,
dovrò
morire
?
-
Roberta
,
Roberta
,
non
esaltarti
.
-
Ma
sono
disperata
!
Non
senti
la
disperazione
nelle
nostre
parole
?
-
È
la
notte
;
domattina
tornerà
la
speranza
.
-
Sarà
peggio
;
e
la
morte
continuerà
il
suo
cammino
,
mentre
noi
aspetteremo
la
vita
....
-
Silenzio
,
Roberta
....
Pensa
a
domattina
,
col
sole
,
col
mare
calmo
e
illuminato
....
-
Tutto
questo
è
così
indifferente
al
mio
male
!
E
nessuno
,
anche
i
non
indifferenti
,
potranno
giovarmi
:
dovranno
assistere
alla
mia
morte
,
senza
stendere
la
mano
per
allontanarla
d
'
un
'
ora
....
Nascose
il
volto
tra
i
guanciali
,
piangendo
liberamente
;
Emilia
le
passò
le
braccia
attorno
al
busto
,
mettendo
il
capo
presso
il
capo
di
lei
.
Così
piansero
a
lungo
,
rischiarate
dalla
luce
giallastra
della
candela
elle
si
consumava
:
e
l
'
alba
trovò
le
due
donne
discinte
,
che
parlavan
della
morte
,
a
testa
china
sul
medesimo
,
guanciale
.
VI
.
La
notìzia
fu
annunzìata
con
tanto
ingenua
serenità
,
che
nessuno
avrebbe
supposto
fosse
falsa
.
Per
sospettarlo
,
bisognava
conoscere
l
'
indole
impulsiva
di
Roberta
,
la
quale
non
trovava
nulla
così
dolce
quanto
inventare
un
fatto
o
raccontare
una
bugia
.
Qualche
volta
rimaneva
ella
medesima
colpita
dalla
propria
abilità
,
dalla
spontaneità
incomparabile
con
cui
repentinamente
,
minutissimamente
,
sapeva
esporre
una
lunga
favola
di
sua
creazione
;
e
in
un
attimo
stendeva
una
rete
di
menzogne
inutili
,
sbizzarrendosi
a
saldar
l
'
allacciatura
dei
nodi
,
che
potessero
resistere
a
qualunque
sforzo
d
'
obiezione
.
Spesso
con
Emilia
aveva
fatto
il
giuoco
infantile
,
ma
lo
aveva
concluso
con
una
risata
,
gettando
le
braccia
al
collo
de
la
sorella
,
e
dicendole
:
-
"
Non
è
vero
.
Ho
inventato
tutto
,
per
divertirmi
.
"
Con
Cesare
Lascaris
lo
esperimentò
un
giorno
in
cui
era
piena
di
speranze
e
si
sentiva
bene
e
aveva
voglia
di
ridere
a
spese
di
qualcuno
.
D
'
altra
parte
,
Cesare
non
le
piaceva
:
era
bruno
,
coi
tratti
del
viso
irregolari
e
forti
,
senza
barba
,
ed
evidentemente
magro
quasi
quanto
lei
.
-
Mia
sorella
è
uscita
per
il
bagno
,
-
ella
disse
non
appena
l
'
uomo
comparve
in
giardino
.
-
Tornerà
'
forse
fra
un
'
ora
.
Poi
,
mentre
parlavano
di
cose
indifferenti
,
la
fanciulla
trovò
modo
di
farvi
sgusciar
dentro
la
notizia
falsa
,
a
guisa
di
parentesi
:
-
....
Lei
sa
che
mia
sorella
è
fidanzata
,
non
è
vero
?
...
Lo
sa
?
...
Cesare
stava
fortunatamente
a
testa
bassa
,
disegnando
sulla
sabbia
una
serie
di
circoli
concentrici
;
e
sùbito
,
al
colpo
non
atteso
,
ricordò
che
la
professione
medica
aveva
saputo
creargli
una
maschera
di
calma
impenetrabile
,
per
i
casi
disperati
.
Sollevò
la
testa
,
senza
batter
palpebra
.
-
Me
ne
congratulo
sinceramente
,
-
rispose
.
-
Non
ne
dica
nulla
a
Emilia
,
però
.
Forse
mi
rimprovererebbe
....
E
per
qualche
minuto
la
ragazza
continuò
a
parlare
,
enunziando
tutte
le
particolarità
del
fidanzamento
.
Si
trattava
d
'
un
giovane
signore
di
Milano
:
il
matrimonio
sarebbe
avvenuto
nell
'
ottobre
prossimo
,
in
Riviera
,
perchè
Emilia
non
voleva
abbandonar
la
sorella
un
sol
giorno
;
quanto
a
lei
,
Roberta
,
sarebbe
rimasta
presso
gli
sposi
.
Cesare
ascoltava
immobile
,
non
accorgendosi
che
dalle
mani
gli
era
scivolato
il
portasigarette
di
tartaruga
ed
era
caduto
a
terra
.
Guardava
la
ragazza
,
scoprendole
a
un
tratto
qualche
espressione
profondamente
femminile
,
che
gli
era
sempre
sfuggita
.
Con
una
gamba
sull
'
altra
in
modo
da
lasciar
vedere
un
po
'
delle
calze
,
con
le
braccia
aperte
sulla
spalliera
della
panchetta
rustica
,
la
testa
portata
indietro
,
le
ciglia
socchiuse
,
Roberta
era
in
quel
giorno
e
in
quell
'
atto
molto
sessualmente
femmina
,
emanava
inconsapevole
un
'
acredine
sensuale
,
eccitava
una
cupidigia
di
violenza
bruta
.
Il
giovane
aveva
tentato
a
più
riprese
di
sviar
l
'
argomento
;
ma
Roberta
era
inflessibile
,
quantunque
la
mancanza
d
'
obiezioni
da
parte
dell
'
ascoltatore
le
togliesse
il
meglio
del
suo
piacere
;
pur
tuttavia
seguitò
a
descrivere
il
carattere
del
fidanzato
,
un
uomo
eccezionale
,
senza
confronti
.
Infine
,
Cesare
si
alzò
per
troncare
la
conversazione
,
e
mise
il
piede
sul
portasigarette
,
che
schizzò
in
frantumi
.
Fu
la
sola
prova
di
oblio
completo
,
ma
fu
anche
quella
la
quale
divertì
immensamente
Roberta
,
che
lanciò
alcuni
trilli
di
gioia
puerile
.
-
Che
cosa
fa
?
Che
cosa
fa
?
-
esclamò
ridendo
.
-
È
il
suo
astuccio
!
...
Se
n
'
era
dimenticato
?
...
Guardi
come
l
'
ha
ridotto
!
Le
risatine
perlate
della
ragazza
lo
ferirono
anche
peggio
.
Si
chinò
a
raccogliere
i
frantumi
,
e
se
li
rovesciò
macchinalmente
in
tasca
insieme
a
un
po
'
di
ghiaia
e
a
qualche
sigaretta
,
mentre
Roberta
raddoppiava
le
risatine
quasi
maligne
.
-
Deve
star
molto
bene
,
Lei
,
oggi
?
-
domandò
Cesare
.
-
Sì
....
Perchè
?
-
rispose
la
giovanetta
oscurandosi
subitamente
in
volto
,
-
Come
mi
trova
?
...
-
Sono
pallida
?
Tale
era
l
'
umile
preghiera
della
voce
,
che
Cesare
non
ardì
spingere
oltre
la
sua
vendetta
.
-
Appunto
,
-
si
affrettò
a
dire
.
-
Non
l
'
ho
mai
vista
meglio
:
ha
un
colorito
splendido
.
Roberta
mandò
un
sospiro
di
conforto
,
e
Cesare
si
limitò
a
pensare
:
"
Con
una
parola
potrei
forse
ucciderti
.
"
Ma
sentì
di
repente
che
si
svegliava
da
un
sogno
,
e
che
tutte
le
cose
intorno
a
lui
avevano
ripreso
il
loro
aspetto
comune
,
laddove
per
qualche
tempo
egli
aveva
visto
il
giardino
grande
come
una
foresta
,
e
i
filari
degli
aranci
profondi
come
i
sentieri
di
quella
foresta
.
Nauseato
,
stava
per
andarsene
quando
Emilia
sopraggiunse
;
aveva
il
suo
solito
abito
,
lilla
,
e
in
testa
portava
un
cappello
rotondo
,
di
grossa
paglia
;
le
mani
erano
nude
.
Cesare
la
guardò
appena
,
rifuggendo
dall
'
analizzare
anco
una
volta
lo
spettacolo
di
bellezza
che
non
era
per
lui
;
Roberta
prestamente
gli
gettò
un
'
occhiata
per
implorarlo
a
tacere
;
e
la
conversazione
s
'
avviò
con
una
svogliatezza
inabituale
.
-
Ebbene
,
che
cosa
è
accaduto
?
-
domandò
Emilia
a
Roberta
,
quando
Cesare
ebbe
preso
commiato
.
-
Eravate
così
confusi
tutti
e
due
....
Roberta
scoppiò
a
ridere
.
-
Ha
rotto
il
suo
astuccio
da
sigarette
,
-
rispose
.
-
Null
'
altro
....
Poi
,
più
tardi
,
in
casa
,
non
potè
trattenersi
e
narrò
ad
Emilia
la
sua
menzogna
.
-
Sono
vere
sciocchezze
,
-
osservò
la
donna
bruscamente
.
-
Quale
intimità
abbiamo
noi
col
signor
Lascaris
per
prendercene
giuoco
?
E
perchè
inventare
una
storia
di
genere
così
delicato
?
È
orribile
,
che
tu
non
possa
vivere
un
giorno
senza
dire
una
bugia
,
a
qualunque
costo
,
al
primo
venuto
....
Parlava
con
voce
un
po
'
alta
,
mentre
andava
preparando
alla
sorella
una
tazza
di
cioccolata
di
cui
Roberta
aveva
abitudine
;
ma
le
sue
mani
tremavano
,
e
con
un
movimento
maldestro
rovesciò
la
tazza
di
porcellana
e
la
ruppe
.
Per
la
prima
volta
,
Roberta
ebbe
a
pentirsi
quel
giorno
d
'
una
sua
favola
;
perchè
Emilia
andò
a
rinchiudersi
in
camera
e
non
si
mostrò
fino
all
'
ora
di
pranzo
.
Roberta
non
l
'
aveva
mai
vista
così
agitata
:
fosse
imaginazione
o
realtà
,
le
parve
che
la
sorella
avesse
pianto
.
VII
.
Si
arrampicò
per
il
monte
dietro
il
paese
,
dove
la
straducola
mancava
del
muro
,
e
apparivano
,
come
da
uno
squarcio
,
le
acque
,
il
paesaggio
,
il
verde
,
il
grigio
.
Là
,
Cesare
sedette
;
restò
a
guardar
lo
spettacolo
fantastico
,
in
una
posa
d
'
attenzione
totale
,
sdraiato
sopra
un
piano
d
'
erba
,
all
'
ombra
d
'
alcuni
folti
ulivi
.
E
lo
spettacolo
era
così
raro
,
che
l
'
uomo
ne
fu
per
qualche
istante
tutto
assorbito
,
e
cominciò
a
osservar
da
lontano
,
avvicinandosi
con
lo
sguardo
a
poco
a
poco
fin
dov
'
egli
si
trovava
.
Da
lontano
,
il
mare
in
un
'
invasione
di
luce
singolarmente
nebulosa
e
dorata
,
aveva
smarrito
la
linea
d
'
orizzonte
,
unendosi
col
cielo
dorato
e
nebuloso
;
talchè
non
si
sarebbe
potuto
dire
,
nella
falsa
rifrazione
,
se
le
vele
piccoline
danzassero
sul
mare
,
o
non
piuttosto
fossero
tra
cielo
e
mare
sospese
.
In
quella
sterminata
dovizie
di
luce
impalpabile
o
dentro
le
acque
animate
dal
formidabile
riverbero
,
due
scogli
neri
sorgevano
,
apparenti
e
scomparenti
a
capriccio
dell
'
onda
,
circonvoluti
da
un
rigoglio
di
spuma
gialla
.
Le
coste
lontane
,
che
nei
giorni
d
'
aria
lucida
si
disegnavano
perdutamente
,
stavan
celate
dietro
il
velario
d
'
oro
.
Ma
verso
le
rocce
violette
di
Portofino
,
a
levante
,
le
acque
avevan
disperso
il
pulviscolo
solare
,
e
una
violenta
chiazza
azzurra
restituiva
la
solita
visione
col
limite
ben
netto
dell
'
orizzonte
.
Ancòra
là
,
otto
o
dieci
vele
bianche
,
l
'
una
accosto
all
'
altra
,
erano
farfalle
posate
con
le
ale
trepide
sul
pelo
delle
acque
;
e
due
o
tre
,
più
basse
,
avevano
una
tinta
bruna
,
quasi
la
luce
non
fosse
giunta
a
tangerle
.
Così
lungi
,
le
imbarcazioni
peschereccie
,
tenevan
forma
e
significato
di
giuocattoli
;
nè
si
poteva
credere
portassero
uomini
massicci
,
curvi
sul
liquido
specchio
o
stesi
sulle
tavole
umide
in
aspettazione
.
Poi
,
ad
un
tratto
,
diminuendo
di
molti
gradi
la
lontananza
prospettica
,
s
'
apriva
agli
occhi
di
Cesare
la
costeggiante
verzura
del
paese
,
fitta
e
spessa
come
un
vello
,
in
numerose
gamme
di
colore
,
in
diverse
altezze
,
da
cui
s
'
ergevano
,
i
cipressi
cuspidali
.
E
ridenti
di
bianco
o
di
rossiccio
,
le
case
vivevano
tra
quel
magnifico
sopore
della
vegetazione
,
che
nell
'
aria
calda
non
muoveva
fronda
o
foglia
.
Verso
oriente
era
la
chiesa
bigia
col
livido
campanile
,
cui
s
'
aggruppavano
stretti
attorno
gli
altri
edifici
,
i
quali
a
mano
a
mano
andavan
poi
disseminati
in
mezzo
al
verde
,
spinti
fino
al
mare
,
collocati
più
alti
sul
lene
pendio
dei
colli
;
e
frequenti
balzavan
fuori
tra
casa
e
casa
i
ciuffi
di
verzura
,
i
ciuffi
argentei
degli
ulivi
....
Dominava
il
grigio
,
per
i
ciuffi
degli
ulivi
e
per
le
lastre
di
ardesia
che
coprivano
i
tetti
.
Più
qua
,
immediatamente
sotto
il
piano
erboso
dove
Cesare
stava
,
lo
spettacolo
era
gentile
,
con
due
lunghi
rettangoli
di
terra
,
che
un
giardiniere
coltivava
a
rosai
;
e
le
rose
bianche
,
opulenti
,
molte
già
sfatte
,
innalzavano
un
profumo
carnale
,
potentissimo
in
quell
'
aria
pura
d
'
ogni
altro
profumo
.
Una
cagna
volgare
abbaiava
dietro
invisibili
fantasmi
,
correndo
sulla
terra
grassa
a
calpestar
le
foglie
di
rose
disperse
.
Alcuni
romori
salivan
dal
paese
:
il
grido
di
qualche
rivendugliolo
,
lo
schioccar
delle
fruste
,
il
lamentio
d
'
uno
zufolo
stonato
;
così
fievoli
tutti
,
vaganti
nel
grande
spazio
,
che
la
lontananza
pareva
maggiore
.
Lentamente
le
scene
diverse
si
mutarono
in
imagini
d
'
abitudine
,
per
Cesare
che
le
fissava
con
lo
sguardo
pigro
di
chi
medita
cose
lontane
;
assorbivano
la
sua
attenzione
fisica
,
dando
libero
il
corso
ai
pensieri
.
La
donna
amata
da
lui
,
era
per
altri
;
la
plastica
di
quell
'
impareggiabile
corpo
sul
quale
i
suoi
occhi
s
'
eran
posati
nella
deliziosa
trepidanza
dell
'
intuizione
,
doveva
svelarsi
intera
a
un
altro
uomo
;
in
un
'
alcova
ignota
,
la
voce
d
'
Emilia
sarebbe
diventata
intima
....
E
la
sinfonia
classica
dei
bottoni
che
si
slacciano
?
La
visione
della
donna
soffusa
di
bianco
nel
pulviscolo
lunare
?
Egli
si
trovava
dunque
impegolato
in
uno
di
quegli
amori
cui
il
volgo
definisce
,
tra
il
rammarico
e
lo
scherno
,
senza
speranza
;
e
ne
derivava
la
necessità
di
gettarsi
a
capofitto
in
pieno
romanticismo
,
o
di
togliersi
per
sempre
da
una
strada
che
cominciava
a
diventar
malagevole
.
Aveva
sognato
.
Qualche
particolare
dei
sogni
che
inconsciamente
era
andato
accarezzando
in
quei
giorni
,
gli
tornava
alla
memoria
.
Per
esempio
,
aveva
sognato
una
piccola
villa
con
molti
palmizii
,
addossata
a
una
falange
d
'
ulivi
rampicanti
sui
colli
;
e
tutto
in
giro
,
la
campagna
esalava
quella
serenità
,
la
quale
giunge
così
crudele
alle
umane
sventure
,
ed
è
così
piacevole
per
gli
umani
egoismi
:
la
serenità
dei
grandi
paesaggi
alpestri
,
o
dei
graziosi
paesaggi
sui
laghi
lombardi
....
Entro
la
villa
,
una
voce
femminile
risonava
nell
'
ombra
moderata
delle
camere
fresche
....
In
abito
purpureo
Emilia
giaceva
sovra
un
ampio
divano
carico
di
molti
origlieri
bizzarri
;
a
'
suoi
piedi
,
egli
stesso
,
Cesare
,
seguiva
la
voce
della
donna
....
Uno
svelto
scaffale
da
ninnoli
era
coronato
da
un
alto
vaso
di
porcellana
riboccante
di
fiori
,
che
cadevan
sotto
uno
spiraglio
di
luce
;
il
sole
ne
irrubinava
metà
,
un
angolo
di
rose
e
di
verbene
,
tra
cui
si
drizzava
qualche
ciuffo
di
vainiglia
.
Questa
ed
altre
ideali
concezioni
d
'
avvenire
,
erano
state
bruscamente
travolte
,
poichè
non
nella
villa
con
molti
palmizii
,
ma
la
voce
d
'
Emilia
sarebbe
diventata
intima
e
flessuosa
in
un
'
alcova
ignota
,
per
un
uomo
ignoto
....
VIII
.
-
Senta
!
Senta
!
-
gridava
la
fanciulla
,
rivolgendosi
a
Cesare
e
additando
le
ondate
furibonde
che
si
gettavano
contro
la
spiaggia
.
-
Sembrano
colpi
di
cannone
!
Cesare
e
le
due
donne
eran
giunti
in
riva
al
mare
,
convulso
per
il
soffio
poderoso
del
vento
,
e
tutto
bianco
;
eran
scesi
dalla
strada
sulle
rocce
più
eminenti
,
arrampicandosi
dove
le
onde
non
potevano
arrivare
.
Ascoltavano
così
il
rimbombo
sordo
dell
'
acqua
contro
le
cavità
degli
scogli
;
un
fragore
talmente
reiterato
,
che
a
fatica
si
distinguevano
le
voci
.
-
È
bello
!
è
bello
!
-
esclamava
Roberta
,
aspirando
l
'
aria
,
e
trovando
sulle
labbra
un
impercettibile
umore
salino
.
I
riccioli
intorno
alla
fronte
e
al
collo
le
si
scompigliavano
sotto
la
veemenza
del
vento
;
le
gonne
le
si
serravano
alle
gambe
;
ella
rimaneva
forte
sul
dosso
scabro
della
roccia
,
sorridendo
alla
burrasca
.
Dietro
lei
,
Cesare
s
'
era
fermato
a
fianco
d
'
Emilia
.
Questa
,
meditabonda
e
inquieta
,
aveva
obliato
un
istante
le
sue
riflessioni
affannose
,
per
ammirare
lo
spettacolo
;
ma
la
vicinanza
dell
'
uomo
,
il
quale
pareva
triste
quel
giorno
e
d
'
una
tristezza
di
cui
ella
sospettava
la
causa
,
le
dava
un
'
immensa
brama
di
spiegarsi
,
di
togliere
a
sè
e
a
lui
dal
cuore
le
punte
,
che
la
ingenua
malizia
di
Roberta
vi
aveva
affondato
.
E
pensava
,
quasi
tremando
:
"
Com
'
è
strano
che
Roberta
stessa
ci
costringa
a
parlare
!
Ella
medesima
ci
ha
offerto
un
argomento
grave
e
pericoloso
.
Dovrò
spiegare
a
Cesare
che
io
non
sono
fidanzata
ad
alcuno
,
che
non
lo
sarò
mai
,
perchè
mi
sono
votata
a
un
'
opera
di
sacrificio
e
ho
promesso
la
mia
esistenza
alla
sorella
ammalata
.
Ma
come
risponderà
egli
?
Come
accoglierà
la
mia
rinunzia
?
...
La
combatterà
,
certo
,
e
poi
non
riuscendo
a
vincermi
,
-
non
riuscirà
,
-
dovrà
partire
....
Resteremo
noi
due
,
io
e
Roberta
,
per
sempre
....
"
Gettò
uno
sguardo
a
Roberta
e
a
Cesare
,
e
per
la
prima
volta
il
tormento
di
dovere
sceglier
presto
,
inappellabilmente
,
le
si
affacciò
all
'
anima
con
tutta
la
sua
tremenda
potenza
.
Doveva
sacrificare
in
eterno
l
'
uno
all
'
altra
,
e
la
scelta
non
le
avrebbe
dato
mai
pace
,
egualmente
non
fosse
mai
avvenuta
;
perchè
la
rinunzia
di
lei
all
'
amore
e
alla
felicità
avrebbe
reso
più
cupa
la
dissonanza
fra
il
suo
spirito
e
lo
spirito
di
Roberta
;
nè
ella
avrebbe
potuto
perdonare
a
questa
l
'
insanabile
spasimo
che
le
era
costata
.
E
con
l
'
orrore
abituale
in
lei
per
ogni
veemente
dibattito
,
guardava
in
fronte
l
'
avvenire
,
il
quale
si
presentava
amarissimo
,
qualunque
via
ella
avesse
percorso
;
e
innanzi
al
mare
fremebondo
,
alle
ondate
gigantesche
,
al
cielo
seminascosto
sotto
nubi
tempestose
,
innanzi
allo
spettacolo
ribelle
,
provava
l
'
impeto
di
gridar
la
sua
disperazione
,
di
confondere
la
voce
del
suo
furore
inutile
con
la
voce
assordante
di
quel
liquido
furore
,
che
si
lanciava
alla
spiaggia
,
dopo
aver
già
forse
travolto
uomini
e
navi
.
-
Fa
bene
quest
'
aria
,
signor
Lascaris
,
non
è
vero
?
-
domandò
Roberta
,
sorbendo
ancòra
l
'
aria
pregna
di
sali
.
-
Ma
non
si
esponga
al
vento
così
,
-
osservò
Cesare
,
mentre
pensava
che
sotto
la
gioia
della
giovanetta
si
celava
tuttavia
la
molestia
d
'
un
'
idea
roditrice
.
-
Venga
più
qua
;
si
ripari
dietro
queste
rocce
.
Alcune
rocce
grigiastre
bucherellate
formavano
una
specie
di
profonda
insenatura
,
e
drizzandosi
fino
all
'
altezza
della
strada
,
porgevano
un
ricovero
naturale
dalle
raffiche
del
vento
.
Nella
insenatura
profonda
,
le
onde
si
scaraventavano
una
sull
'
altra
bianchissime
,
andavano
a
battere
contro
il
fondo
,
si
ritorcevano
,
ed
erano
risospinte
dalle
sopravvenienti
,
con
vece
assidua
,
con
un
ribollir
di
schiuma
più
candida
del
latte
.
Lo
strepito
risonava
enorme
.
Roberta
sedette
molto
in
basso
,
dove
giungevano
talora
gli
spruzzi
minutissimi
dei
flutti
;
più
in
alto
sedettero
Cesare
ed
Emilia
,
e
sul
principio
Roberta
si
voltò
a
guardarli
di
tanto
in
tanto
,
additando
senza
parlare
i
cavalloni
,
che
giungevan
da
lungi
e
si
precipitavano
entro
la
piccola
baia
.
Poi
stette
,
assorta
,
e
sembrò
aver
dimenticato
i
compagni
,
per
seguire
qualche
suo
pensiero
non
anco
definito
e
infantilmente
triste
.
-
Che
cosa
Le
ha
detto
,
ieri
,
mia
sorella
?
-
domandò
Emilia
,
girando
a
un
tratto
la
testa
verso
Cesare
.
Sorrideva
,
con
una
fuggevole
vampa
di
rossore
sul
volto
;
e
bastaron
quel
sorriso
,
l
'
espressione
involontariamente
carezzevole
degli
occhi
,
per
segnare
un
passo
grande
sulla
via
delle
confidenze
.
Emilia
pensò
più
tardi
,
-
quando
tutto
era
già
per
sempre
finito
e
la
sua
esistenza
era
per
sempre
tracollata
negli
abissi
della
disperazione
,
-
pensò
che
la
sventura
aveva
avuto
origine
da
quel
suo
moto
irriflessivo
....
Perchè
non
tacere
?
Perchè
spiegarsi
,
animando
le
speranze
dell
'
uomo
,
più
forti
quanto
più
gravi
si
presentavano
gli
ostacoli
alla
lustra
di
felicità
,
cui
l
'
uno
e
l
'
altra
sognavano
?
Ma
ormai
,
la
frase
le
era
sfuggita
dalle
labbra
:
-
Che
cosa
Le
ha
detto
mia
sorella
?
-
Non
è
vero
?
...
-
esclamò
Cesare
.
Gli
occhi
gli
scintillavano
,
e
il
respiro
gli
usciva
dal
petto
caldo
e
vibrato
.
-
Non
è
vero
?
...
Mi
ha
detto
che
Lei
è
fidanzata
....
Ma
non
è
vero
?
...
La
donna
crollò
il
capo
,
continuando
a
sorridere
,
con
un
senso
più
mesto
.
-
Roberta
,
-
disse
,
-
ha
voluto
scherzare
.
Qualche
volta
passa
il
segno
e
commette
delle
fanciullaggini
;
ma
è
allegra
così
di
rado
,
che
bisogna
perdonargliele
....
Non
è
vero
nulla
....
E
Lei
ha
creduto
?
Io
non
sono
fidanzata
ad
alcuno
;
non
lo
sarò
mai
,
ad
alcuno
....
E
Lei
ha
creduto
sùbito
!
Le
sembra
che
io
potrei
abbandonare
Roberta
?
Parlava
con
voce
debole
,
molto
commossa
,
tenendo
gli
sguardi
alla
tempesta
;
e
Cesare
le
si
era
un
poco
avvicinato
per
non
perdere
sillaba
.
Il
mare
ai
loro
piedi
ruggiva
....
Spingendo
l
'
occhio
oltre
l
'
insenatura
,
si
vedevan
le
onde
infaticate
battere
disordinatamente
per
tutta
la
lunghezza
della
spiaggia
,
fino
a
Nervi
:
e
gli
spruzzi
si
levavano
altissimi
,
aprendosi
a
guisa
di
Ventaglio
e
ricadendo
tra
il
bulicame
della
spuma
.
-
Perchè
?
-
domandò
Cesare
stupito
.
-
Lei
non
abbandonerebbe
sua
sorella
?
Innanzi
tutto
,
abbandonare
è
cosa
diversa
....
-
Più
piano
,
-
interruppe
Emilia
,
temendo
che
Roberta
non
udisse
.
Il
cuore
le
batteva
in
tumulto
,
ascoltando
le
parole
divenute
intime
,
segrete
,
come
già
l
'
uomo
avesse
confessato
il
suo
amore
e
già
parlasse
per
difendere
la
propria
conquista
.
Egli
aveva
sentito
nel
fondo
dell
'
anima
scatenarsi
la
malvagità
egoistica
,
per
la
quale
voleva
ogni
cosa
al
suo
dominio
e
non
poteva
soffrire
ostacolo
alcuno
.
S
'
era
fatto
un
po
'
pallido
,
gli
occhi
neri
lucenti
;
aveva
guardato
in
basso
,
verso
Roberta
,
con
un
lampo
d
'
odio
improvviso
.
-
Lei
vuole
sagrificarsi
a
sua
sorella
?
-
continuò
,
smorzando
la
voce
.
-
È
impossibile
,
assurdo
;
sarebbe
mostruoso
.
Pensi
che
ciascuno
ha
nella
vita
una
strada
da
percorrere
.
Nessuno
può
,
nessuno
deve
mutarla
a
forza
,
per
seguire
il
cammino
d
'
un
altro
.
E
a
quale
scopo
,
a
chi
gioverebbe
?
Ella
sciuperà
tutta
la
vita
in
una
rinunzia
inutile
,
la
quale
non
sarà
forse
nemmeno
compresa
....
,
nemmeno
compresa
!
"
Perchè
mi
parla
così
?
"
-
domandò
in
quel
punto
Emilia
a
sè
stessa
,
trasalendo
sotto
il
soffio
della
scomposta
eloquenza
.
E
tentando
sorridere
ancòra
,
obiettò
:
-
Ma
ciascuno
ha
il
diritto
di
scegliere
la
via
,
in
capo
alla
quale
spera
di
trovare
una
sodisfazione
,
un
riposo
della
coscienza
....
Non
Le
pare
?
Quella
ragazza
è
attaccata
a
me
,
è
gelosa
della
mia
affezione
,
e
non
reggerebbe
al
dolore
d
'
una
lontananza
,
alla
rivalità
di
un
altro
,
affetto
....
Io
la
conosco
....
E
Lei
pure
sa
quanto
la
sua
salute
sia
debole
....
Infine
,
ho
pensato
,
può
crederlo
:
e
ho
giudicato
che
questo
è
il
mio
dovere
,
e
che
posso
compierlo
serenamente
,
anche
senza
sacrificio
....
Sì
fermò
.
Giungeva
con
fragore
infernale
un
'
ondata
verdastra
,
alta
,
e
incontrando
i
primi
scogli
,
spumeggiò
d
'
un
tratto
senza
rompersi
;
poi
coperse
la
spiaggia
,
si
franse
,
s
'
ingolfò
entro
l
'
insenatura
,
conquistando
alcuni
frastagli
,
fin
allora
intatti
,
della
roccia
su
cui
sedeva
Roberta
.
-
Hai
visto
?
-
gridò
la
fanciulla
ad
Emilia
.
-
È
giunta
fin
qua
su
!
-
Non
sei
bagnata
?
-
domandò
Emilia
con
una
premura
timorosa
,
la
quale
significò
per
Cesare
più
di
tutte
le
spiegazioni
.
-
No
,
no
.
Sto
benissimo
qui
,
-
rispose
la
giovanetta
.
Seguì
una
pausa
lunga
.
Tutti
e
tre
guardavano
la
vicenda
delle
acque
potenti
e
il
cielo
giallastro
pel
riflesso
di
un
moribondo
raggio
solare
.
-
Sono
le
illusioni
solite
dell
'
altruismo
,
-
riprese
Cesare
,
con
voce
cauta
,
piena
di
fremiti
rattenuti
.
-
Il
tempo
ne
fa
giustizia
,
ma
sempre
troppo
tardi
....
E
perchè
mai
,
a
un
tratto
,
questo
sacrificio
?
...
Perchè
non
prima
?
Emilia
battè
le
palpebre
;
un
pudore
ardente
le
bruciava
di
rossore
le
guance
;
ella
avrebbe
voluto
riprendere
la
coscienza
delle
cose
reali
e
fiaccare
con
lo
sdegno
la
domanda
ardita
;
ma
dal
cuore
le
saliva
un
singulto
di
smarrimento
.
Guardò
l
'
uomo
in
volto
e
lo
vide
oscurato
dalla
passione
dolorosa
;
capì
ch
'
egli
andava
dietro
ai
balzi
del
pensiero
e
li
ripeteva
,
dimenticando
il
riserbo
tenuto
fino
a
quel
giorno
e
i
doveri
che
quel
riserbo
gli
imponeva
.
La
comprensione
della
sua
sofferenza
incontenibile
turbò
maggiormente
la
donna
.
-
Allora
,
-
ella
disse
con
voce
spenta
,
-
Roberta
non
era
ammalata
.
Ella
viveva
con
noi
,
non
aveva
bisogno
della
mia
assistenza
,
nè
io
gliel
'
aveva
offerta
....
E
d
'
altra
parte
....
Voleva
dire
:
e
,
d
'
altra
parte
,
la
dissonanza
delle
loro
anime
aveva
avuto
principio
da
quel
tempo
,
appunto
;
gli
occhi
di
Roberta
,
da
quel
tempo
s
'
eran
fatti
vigili
,
gelosi
,
cattivi
;
in
quel
tempo
,
Emilia
aveva
dovuto
nascondere
la
sua
gioia
,
misurarne
gli
slanci
,
guardarsi
dalla
sorella
....
E
,
-
il
sospetto
era
atroce
,
ma
non
mancavano
i
dati
a
nutrirlo
e
a
renderlo
verisimile
,
-
ed
Emilia
sospettava
che
il
giorno
in
cui
la
morte
aveva
visitato
la
sua
casa
,
fosse
stato
un
giorno
di
letizia
crudele
per
Roberta
,
infine
liberata
d
'
una
presenza
agghiacciante
,
d
'
una
minacciosa
rivalità
.
Voleva
dir
questo
;
ed
esitava
tra
il
timore
di
addentrarsi
troppo
nelle
confidenze
più
delicate
,
e
la
paura
di
non
arrivare
a
convincere
....
Ma
Cesare
,
obbedendo
all
'
impazienza
della
sua
superbia
,
scosso
dal
ricordo
d
'
un
passato
che
non
gli
apparteneva
e
che
aveva
evocato
egli
stesso
,
interruppe
:
-
Sì
,
sì
,
tutto
questo
è
forse
vero
....
E
,
in
ogni
modo
,
io
non
ho
alcun
diritto
a
sapere
,
non
ho
alcun
titolo
per
consigliare
....
Vuole
perdonarmi
?
...
Perchè
discutiamo
di
queste
cose
tristi
?
-
Infatti
,
-
ripetè
Emilia
,
-
perchè
discutiamo
di
queste
cose
inutili
...
La
forma
brusca
con
cui
l
'
uomo
aveva
troncato
il
sèguito
del
colloquio
,
le
dava
un
cocentissimo
dolore
.
In
fondo
all
'
incrollabilità
del
suo
divisamento
giaceva
una
oscura
speranza
,
viveva
il
torturante
piacere
d
'
ascoltar
le
obiezioni
di
Cesare
.
Per
dissimulare
lo
spasimo
,
chiamò
Roberta
fortemente
,
nell
'
intervallo
fra
un
colpo
e
l
'
altro
delle
onde
.
-
Roberta
!
-
disse
,
-
vieni
qua
con
noi
.
Ti
esponi
troppo
all
'
aria
....
La
fanciulla
s
'
arrampicò
per
la
distanza
che
la
separava
,
dalla
sorella
,
e
Cesare
la
studiò
in
quell
'
atto
,
mentre
s
'
appoggiava
all
'
ombrellino
chiuso
,
aiutandosi
contro
le
difficoltà
dello
scoglio
.
"
Non
ha
un
anno
di
vita
!
"
-
egli
pensò
freddamente
.
Poi
,
a
voce
alta
osservò
:
-
Come
si
è
fatta
svelta
,
signorina
!
Roberta
sorrise
di
compiacenza
,
e
tese
la
mano
ad
afferrar
la
mano
che
Cesare
le
offriva
,
per
valicare
l
'
ultima
scabrosità
della
roccia
.
-
Ho
bevuto
tant
'
aria
di
mare
!
-
ella
rispose
,
quando
fu
seduta
a
fianco
d
'
Emilia
.
-
Il
mare
è
mio
amico
;
io
gli
voglio
molto
bene
,
ed
esso
mi
lascia
respirare
così
leggermente
!
...
Emilia
sorrise
alla
sua
volta
,
con
un
'
ombra
di
tristezza
.
Qualche
notte
prima
,
Roberta
aveva
avuto
la
febbre
e
un
nuovo
sbocco
di
sangue
,
non
forte
,
appena
da
arrossare
la
pezzuola
;
ma
lo
spavento
s
'
era
ridestato
in
Emilia
,
più
grave
poichè
Roberta
sembrava
fatalmente
illusa
,
ricca
di
speranze
,
e
faceva
molti
disegni
per
l
'
avvenire
.
-
Questa
,
è
la
prima
volta
che
vedo
il
mare
,
-
seguitò
Roberta
,
con
la
stessa
volubilità
fanciullesca
.
-
Ma
ne
sono
felice
.
Un
altr
'
anno
voglio
andare
alla
montagna
,
in
Isvizzera
....
Andremo
,
non
è
vero
,
Emilia
?
...
C
'
è
un
piccolo
paese
,
con
un
bel
lago
,
a
mille
ottocento
metri
d
'
altezza
....
Come
si
chiama
?
Cesare
ascoltava
,
rilevando
senza
pietà
il
sintomo
delle
strazianti
illusioni
;
e
Roberta
continuò
a
fantasticare
,
garrula
e
variabile
.
Aveva
dei
luoghi
lontani
una
visione
romantica
,
la
visione
dei
giorni
in
cui
il
male
non
le
si
faceva
sentire
,
ed
ella
poteva
svelarsi
in
tutta
la
sua
giovane
ignoranza
della
vita
e
della
realtà
.
Per
inconscio
paganesimo
,
si
figurava
il
paesaggio
ancòra
popoloso
di
creazioni
mitiche
;
il
mare
,
la
montagna
,
il
lago
,
la
pianura
,
la
notte
ed
i
crepuscoli
,
eran
gli
elementi
delle
sue
predilette
fantasie
....
Quando
la
sofferenza
fisica
e
il
terror
della
morte
non
le
strappavano
un
grido
di
precoce
disperazione
,
Roberta
s
'
indugiava
tra
quei
pensieri
panteistici
come
fra
uno
stormo
di
Fauni
capripedi
.
Ma
il
chiacchierio
febbrile
passava
sull
'
anima
d
'
Emilia
non
diversamente
d
'
una
mano
incauta
sopra
una
ferita
viva
;
e
per
troncarlo
,
la
donna
interruppe
:
-
Sarà
tempo
di
tornare
,
Roberta
.
Il
vento
arriva
fin
qui
,
ed
è
più
forte
....
Il
vento
rabbuffava
ancòra
le
acque
,
levandole
attorno
agli
scogli
in
danza
alterna
,
senza
posa
;
per
tornare
,
e
ripercorrere
un
lungo
tratto
delle
rocce
,
Cesare
e
le
due
sorelle
aspettavano
qualche
volta
l
'
onda
si
ritraesse
crepitando
;
Roberta
salutava
con
esclamazioni
l
'
impeto
dei
flutti
,
ma
procedeva
a
disagio
sul
dorso
sdrucciolo
ineguale
dei
massi
,
e
barcollava
,
e
di
frequente
doveva
valersi
delle
mani
....
-
No
:
aiuti
Roberta
,
-
disse
Emilia
a
Cesare
,
rifiutando
.
-
Io
non
ho
paura
.
Ella
non
aveva
paura
;
guardava
le
ondate
non
anco
infrante
,
ricurve
,
concave
,
ergersi
lontano
,
in
pieno
mare
,
correre
unite
in
linea
di
battaglia
,
gettare
un
balzo
,
valicando
i
più
facili
scogli
,
ricomporsi
,
correre
di
nuovo
compatte
,
arrivare
alla
spiaggia
,
stendersi
pianamente
lattiginose
,
echeggiar
sonore
contro
le
cavità
,
dissolversi
,
ripiegarsi
,
arricchir
le
ondate
susseguenti
,
riattaccar
gli
ostacoli
;
ebbrezza
del
mare
ampio
e
della
goccia
imponderabile
.
Sull
'
ultimo
tratto
,
Roberta
vacillò
,
quantunque
s
'
appoggiasse
alla
mano
ferma
di
Cesare
;
egli
stava
giù
avendo
superato
una
costa
rigidissima
,
e
la
fanciulla
,
al
sommo
,
inciampò
nelle
vesti
,
non
trovò
tempo
a
riprendersi
,
e
cadde
sul
petto
dell
'
uomo
,
che
dovette
stringerla
fra
le
braccia
.
-
Sono
salva
!
-
ella
gridò
,
sulla
spiaggia
,
sciogliendosi
dal
non
forte
amplesso
inopinato
.
E
rise
per
confortare
Emilia
,
la
quale
giungeva
in
quel
punto
.
Ma
la
donna
era
impallidita
,
alla
rapida
scena
;
non
di
paura
;
per
un
altro
sentimento
confuso
,
per
un
morso
al
cuore
;
e
più
da
quel
sentimento
non
mai
avvertito
innanzi
,
era
turbata
,
che
non
dal
fatto
d
'
aver
visto
Roberta
fra
le
braccia
di
Cesare
.
Salirono
una
breve
scala
di
pietra
;
poi
,
arrivati
sulla
strada
presso
la
chiesa
,
s
'
accostarono
al
parapetto
a
salutare
di
nuovo
il
mare
tuonante
.
Roberta
si
staccò
l
'
ultima
,
e
rivolgendosi
mentre
gli
altri
s
'
erano
,
già
incamminati
,
mandò
un
grido
.
-
È
orribile
!
-
disse
.
Dalla
strada
provinciale
veniva
verso
la
chiesa
una
coorte
di
dolenti
,
alcuni
recando
sulle
spalle
un
feretro
coperto
dello
strato
di
velluto
bruno
,
con
una
gran
croce
d
'
oro
nel
mezzo
;
altri
al
sèguito
,
salmodiando
in
lunga
fila
,
rivestiti
di
càmici
bianchi
o
di
ampie
vesti
nere
,
il
viso
tutto
nascosto
dal
cappuccio
,
ad
eccezione
degli
occhi
;
altri
,
pigiandosi
sui
fianchi
del
corteo
,
in
disordine
;
e
la
nuvolaglia
tempestosa
e
l
'
ora
già
tarda
proiettavano
una
lunga
ombra
sinistra
.
Roberta
s
'
indugiò
a
guardare
,
accasciata
,
fissando
ostinatamente
gli
uomini
della
Confraternita
procedenti
in
cadenza
,
grotteschi
e
solenni
;
i
quali
ridestavano
nella
giovanetta
il
terror
della
morte
,
la
memoria
,
di
qualche
incubo
....
-
È
orribile
!
-
disse
ancòra
ad
Emilia
,
che
tentava
persuaderla
a
seguitar
la
via
.
-
Non
li
dimenticherò
più
!
...
E
a
Cesare
,
che
pure
la
rassicurava
sorridendo
,
rispose
:
-
No
,
no
,
taccia
!
La
prego
!
Lei
non
sa
!
Lei
non
sa
!
...
Egli
non
sapeva
,
infatti
,
il
motivo
di
quello
sgomento
.
Tra
gli
spettri
dolorosi
della
fantasia
inferma
,
Roberta
aveva
fissa
la
visione
del
proprio
cadavere
,
freddo
e
rigido
,
con
le
braccia
incrociate
sul
petto
,
sopra
un
catafalco
ricco
di
drappi
funerei
,
presso
una
finestra
spalancata
in
faccia
alla
campagna
eterna
....
IX
.
Forse
la
felicità
non
è
che
la
simmetria
del
tempo
;
l
'
ora
,
il
giorno
,
l
'
anno
,
eguali
all
'
altra
ora
,
all
'
altro
giorno
,
all
'
altro
anno
....
La
passione
è
il
disordine
,
e
il
disordine
è
il
dolore
.
Emilia
si
divincolava
invano
sotto
l
'
assillo
.
Celava
il
volto
in
mucchi
di
rose
rosse
,
fresche
e
simili
a
labbra
innamorate
;
si
chiudeva
in
lunghi
silenzii
o
prorompeva
in
risa
febbrili
....
Neppur
l
'
alba
riusciva
ormai
a
quietarla
:
neanche
il
torpore
suppliva
al
sonno
.
Cercava
i
narcotici
,
che
distendono
il
corpo
quasi
sopra
nuvole
di
bambagia
.
Fuggire
!
Pareva
quello
il
sogno
più
caro
alla
sua
anima
....
Era
il
formidabile
istinto
di
salvezza
,
che
sul
viso
del
soldato
nuovo
diffonde
un
pallore
mortale
,
e
lo
fu
guardare
indietro
con
immenso
desiderio
ai
piani
liberi
e
tranquilli
,
mentre
la
massa
oscura
del
nemico
si
delinea
e
giganteggia
di
minuto
in
minuto
....
Fuggire
in
qualche
paese
straordinario
,
dove
il
suo
cuore
avesse
potuto
riprendere
il
battito
quieto
,
dove
le
sue
notti
fossero
potute
ridiventar
calme
e
senza
sogni
....
Ma
il
paese
straordinario
,
il
cielo
iperbolico
sotto
il
quale
tacciono
le
miserie
,
non
sono
cogniti
ad
alcuno
.
Nella
più
serena
plaga
del
mondo
non
s
'
incontra
che
tenebra
umana
....
Ella
avrebbe
voluto
confessarsi
a
qualche
anima
intenditrice
.
A
fianco
di
lei
era
soltanto
Roberta
,
una
fantasima
ammalata
,
la
quale
trascinava
la
vita
sotto
un
altro
peso
,
con
un
altro
spettro
....
Oh
come
le
teste
giovanili
piegavano
in
quei
giorni
al
soffio
delle
cose
implacabili
,
al
rinascere
infaticato
delle
visioni
!
La
casa
era
piena
di
silenzio
,
e
le
donne
camminavano
in
una
lieve
nube
di
sonnambulismo
,
senza
parlarsi
;
e
spesse
volte
calava
la
sera
e
l
'
ombra
si
faceva
sempre
più
densa
e
nessuna
delle
due
sorelle
pensava
a
difendersi
da
quell
'
oscurità
,
in
cui
l
'
anima
cercava
un
rifugio
avidamente
....
Ciascuna
era
assorta
nelle
variazioni
infinite
del
proprio
tema
.
Roberta
,
nelle
variazioni
sul
tema
della
morte
;
Emilia
,
nelle
variazioni
sul
tema
dell
'
amore
....
Spingevano
e
rivolgevano
ambedue
il
fardello
,
arrivavano
al
culmine
d
'
una
faticosa
salita
imaginaria
,
e
il
fardello
ricadeva
in
basso
,
e
le
due
condannate
riprendevano
a
sospingerlo
,
indefessamente
così
,
l
'
intero
giorno
.
Emilia
era
afferrata
dalla
follia
di
gettarsi
ai
piedi
di
Roberta
....
(
Roberta
non
s
'
era
a
lei
confessata
?
non
le
aveva
detto
il
mistero
dello
spavento
che
la
divorava
?
)
....
E
di
gridarle
:
"
Ascolta
,
ascolta
;
anch
'
io
sono
malata
.
Anch
'
io
ho
bisogno
d
'
illudere
la
mia
vita
e
di
snebbiare
una
visione
....
Ascolta
la
mia
tortura
:
da
notti
innumerevoli
,
non
riposo
;
da
giorni
e
da
notti
innumerevoli
,
un
pensiero
mi
coglie
di
soprassalto
,
mi
passa
traverso
l
'
anima
come
una
lama
infuocata
....
Aiutami
a
salvarmi
,
Roberta
!
...
Dimmi
in
qual
modo
potremmo
distruggere
gli
spettri
della
nostra
vita
....
Non
v
'
ha
un
paese
di
silenzio
,
di
là
da
quell
'
orizzonte
?
un
paese
d
'
oblio
,
dove
tutti
vivano
in
pace
solenne
e
la
vita
sia
una
meccanica
semplice
,
la
quale
non
muterà
mai
,
non
sarà
mai
turbata
dal
mistero
del
domani
?
Vuoi
che
viviamo
laggiù
?
...
Tu
non
temerai
la
morte
;
io
non
temerò
l
'
amore
....
Ogni
cosa
avrà
i
suoi
colori
ingenui
,
e
le
notti
saranno
calme
....
Dimmi
se
v
'
ha
una
terra
così
felice
,
e
dovunque
ella
sia
,
noi
la
raggiungeremo
....
Oh
fuggire
all
'
ignoto
,
comprendi
?
sarà
la
nostra
salvezza
....
Anche
tu
soffri
il
terrore
dell
'
ignoto
;
anche
tu
ti
domandi
:
"
Quando
sarà
?
Sarà
oggi
?
Sarà
domani
?
Quanto
manca
ancòra
?..."
Dobbiamo
fuggire
,
per
non
interrogare
l
'
anima
nostra
....
Non
v
'
è
un
paese
dove
l
'
anima
tace
?
"
.
Ella
avrebbe
voluto
confessarsi
,
gettarsi
ai
piedi
di
Roberta
e
piangere
con
lei
,
come
altre
volte
....
Ma
se
la
furia
del
tormento
la
spingeva
fino
alla
sorella
,
e
se
Roberta
alzava
gli
occhi
interrogativi
a
guardarla
,
Emilia
sentiva
le
fiamme
salirle
alle
guance
e
alla
fronte
....
Che
pensava
?
...
Colei
era
la
fanciulla
,
era
la
vergine
,
monda
nel
corpo
e
candida
nel
pensiero
....
Poteva
dirle
?
....
Poteva
confessarle
?
...
Poteva
dirle
:
-
"
Le
mie
notti
sono
più
torturanti
delle
tue
;
la
mia
vita
è
più
spaventevole
della
tua
;
la
mia
giovinezza
sfiorisce
in
un
desiderio
vano
di
sentirmi
amata
,
nell
'
agonia
di
trovare
un
affetto
più
caldo
,
più
misterioso
,
più
inebbriante
del
tuo
affetto
di
sorella
?
"
;
Poteva
confessarle
:
-
"
Non
so
rimanere
sola
;
ti
ho
promesso
di
vivere
sempre
al
tuo
fianco
,
e
mi
sono
ingannata
,
e
ti
ho
ingannata
,
perchè
invoco
l
'
amore
,
perchè
invoco
la
felicità
fuori
della
nostra
esistenza
,
quotidiana
.
E
so
che
l
'
amore
esiste
,
e
verrà
a
cercarmi
,
e
dovrò
rifiutare
la
felicità
implorata
?
"
Nulla
poteva
dirle
di
tutto
questo
;
si
rinchiudeva
in
sè
e
si
smarriva
per
le
solitudini
del
dolore
....
Oh
,
come
in
quei
giorni
le
teste
giovanili
piegavano
al
soffio
della
sventura
prossima
!
...
La
catena
delle
abitudini
s
'
era
spezzata
,
e
nulla
le
due
donne
facevano
,
che
non
fosse
per
ingannare
la
tenacità
del
pensiero
caparbio
.
Uscivano
a
passeggio
,
andavano
al
mare
,
camminavano
pel
giardino
,
aspiravano
i
profumi
dei
fiori
,
assistevano
alle
feste
del
sole
,
udivano
le
minacce
degli
uragani
;
e
lo
spirito
invisibile
dentro
di
loro
martellava
la
domanda
:
-
"
Quando
sarà
?
...
Quanto
manca
ancòra
?..."
-
"
Non
v
'
è
un
paese
dove
l
'
anima
tace
?..."
Gli
episodii
esterni
erano
indifferenti
.
Esse
non
percepivano
con
acutezza
se
non
gli
episodii
delle
proprie
ossessioni
,
i
quali
erano
senza
fine
;
poichè
all
'
una
tutto
intorno
parlava
della
morte
,
e
all
'
altra
tutto
parlava
d
'
amore
;
l
'
una
,
in
ogni
filo
d
'
erba
,
in
ogni
albero
,
in
ogni
farfalla
,
vedeva
qualche
cosa
destinata
a
scomparire
miseramente
,
e
presto
;
l
'
altra
vedeva
il
frutto
d
'
un
amplesso
universale
,
necessario
,
sacro
,
divino
.
E
dopo
aver
lottato
per
metodica
resistenza
,
si
abbandonavano
perdutamente
alla
sciagurata
voluttà
delle
inquietudini
diuturne
,
quasi
calando
a
poco
a
poco
in
un
abisso
pieno
di
raggi
lunari
....
X
.
Ella
aveva
passato
la
notte
fra
un
corteo
di
sogni
lubrici
e
maravigliosi
che
s
'
innestavano
l
'
un
nell
'
altro
,
e
non
finivano
....
Le
erano
sembrati
la
carezza
d
'
una
mano
sagace
,
uno
sfiorar
di
labbra
ardite
,
un
principio
di
tutte
le
voluttà
e
un
'
interruzione
di
tutte
,
un
invito
al
piacere
e
una
lusinga
ingannatrice
,
un
vellicar
di
piume
,
dalla
nuca
alle
reni
....
Da
ultimo
,
sull
'
alba
,
s
'
era
vista
per
una
lunga
amplissima
scala
,
i
cui
gradi
erano
dissimulati
con
drappi
vivaci
così
di
tinte
,
così
poderosi
nel
disegno
,
che
si
sarebbero
creduta
l
'
opera
di
molti
artisti
immortali
.
La
scala
metteva
capo
a
una
porta
chiusa
,
pesante
per
ornati
di
bronzo
a
cesello
.
Stagnava
una
grigia
penombra
....
E
sugli
scalini
,
-
indimenticabile
spettacolo
,
-
seminude
o
nude
,
erano
sdraiate
numerose
femmine
di
bellezza
magica
....
Alcune
Emilia
poteva
ricordar
tuttavia
;
adagiata
alla
sommità
era
una
,
intensamente
bionda
,
una
bionda
simile
a
luce
d
'
oro
,
a
torrente
di
luce
;
ed
ogni
sua
bianchezza
appariva
,
ogni
curva
,
ogni
delicatezza
di
vene
azzurreggianti
....
V
'
era
anche
una
bruna
ridente
con
la
grande
e
pur
deliziosa
bocca
aperta
a
uno
schianto
irresistibile
.
,
pel
quale
più
rosse
parevano
le
labbra
schiuse
a
mostrar
denti
perfetti
....
V
'
era
una
creola
,
dagli
occhi
ingenui
e
larghi
....
Ah
quei
capelli
,
non
lunghi
ma
folti
,
dal
torpido
profumo
,
quelle
ciocche
selvagge
che
cadevan
dietro
le
spalle
,
passavano
per
le
spalle
sul
petto
,
e
lo
baciavano
,
attorcendovisi
intorno
,
-
quale
illustre
guanciale
,
quale
acqua
di
Lete
a
tutte
le
angosce
!
...
Nessuna
parlava
,
nessuna
aveva
idea
del
tempo
.
Un
magnifico
silenzio
d
'
accidia
sopiva
le
donne
,
viventi
d
'
ineffabile
vita
animale
.
Anch
'
ella
,
Emilia
,
stava
tra
di
loro
....
A
capo
della
scala
o
al
fondo
?
Non
rammentava
se
non
d
'
avere
visto
dopo
di
sè
,
sotto
di
sè
altri
corpi
femminili
digradanti
in
basso
,
fino
a
smarrire
la
perspicuità
delle
linee
,
giù
nella
lontananza
.
Non
rammentava
se
non
il
turbamento
che
le
era
penetrato
nell
'
animo
quando
,
imbevuti
gli
occhi
di
quelle
forme
e
i
sensi
di
quella
invincibile
pigrizia
,
aveva
richiamato
lo
sguardo
sopra
sè
medesima
,
e
si
era
scorta
nuda
,
tutta
nuda
,
tanto
crudelmente
nuda
,
ch
'
ella
non
aveva
trovato
fra
le
compagne
se
non
la
bionda
aurea
la
quale
potesse
competere
con
lei
d
'
impudicizia
....
Era
rimasta
sgominata
dalla
molesta
punta
di
verecondia
;
i
suoi
occhi
non
s
'
erano
più
vòlti
a
guardare
in
giro
,
e
con
una
mano
aveva
nascosto
infantilmente
un
piccolo
nèo
che
le
macchiava
d
'
una
macchia
graziosa
il
petto
,
fra
i
due
seni
.
Poi
,
di
repente
,
all
'
orecchio
le
avevano
susurrato
una
parola
,
qualche
parola
imperativa
per
la
quale
ella
s
'
era
alzata
,
aveva
asceso
la
scala
fino
alla
sommità
,
movendosi
,
non
sapeva
perchè
,
non
meno
leggiadramente
che
se
il
suo
corpo
fosse
stato
protetto
dalle
vesti
.
Nessuna
delle
donne
al
suo
passaggio
aveva
sollevato
la
testa
a
lanciarle
gli
sguardi
invidi
,
che
nella
realtà
le
dilaniavano
le
carni
.
Il
silenzio
e
la
penombra
incombevano
dovunque
.
Su
,
a
capo
della
scala
,
s
'
era
trovata
a
seguire
un
essere
bizzarra
,
nè
maschio
,
nè
femmina
;
il
volto
era
infantile
e
le
membra
,
come
fuse
nel
bronzo
,
erano
glabre
,
neutre
.
La
strana
guida
l
'
aveva
condotta
in
una
sala
marmorea
,
radiosa
di
luce
....
(
Emilia
soffriva
ancòra
la
sensazione
del
marmo
freddo
sotto
i
piedi
)....,
impregnata
di
fragranze
le
quali
per
un
attimo
le
avevan
dato
le
vertigini
....
Un
largo
bagno
tepido
,
più
limpido
del
cristallo
,
si
apriva
nel
mezzo
....
Emilia
v
'
era
accorsa
,
vi
si
era
tuffata
:
l
'
acqua
emanava
globi
d
'
odori
floreali
e
mormorava
discreta
intorno
al
corpo
della
donna
.
Allora
la
strana
guida
accosciata
presso
la
vasca
aveva
dato
principio
a
narrare
le
voluttà
che
aspettavano
Emilia
.
Quali
parole
!
...
Non
mai
Emilia
ne
aveva
udito
di
simili
...
!
Quella
bocca
dalle
labbra
piatte
,
dai
denti
aguzzi
,
sprigionava
un
fiume
incandescente
,
soffiava
un
vento
infuocato
,
così
le
imagini
erano
procaci
e
le
parole
schiumanti
di
lascivia
....
.
Ritta
nell
'
acqua
,
la
quale
giungevale
poco
oltre
i
fianchi
,
e
con
le
braccia
stese
ai
due
lati
della
vasca
,
Emilia
ascoltava
:
il
liquido
mormorìo
era
cessato
,
ma
salivano
ancòra
i
globi
di
profumo
;
la
donna
aveva
conservato
la
sensazione
del
suo
corpo
lentamente
preso
da
un
tremito
di
concupiscenza
,
e
degli
occhi
dilatati
quasi
ad
afferrare
le
imagini
fluenti
dalla
bocca
del
neutro
narratore
....
Che
cosa
egli
prometteva
?
Che
cosa
raccontava
?
A
chi
era
ella
destinata
,
a
quale
non
comune
Iddio
di
libidine
inesausta
?
Il
viso
di
lei
doveva
essere
purpureo
di
vergogna
,
mentre
il
suo
corpo
si
dibatteva
sotto
la
scudisciata
delle
cùpide
visioni
;
più
volte
l
'
aveva
scossa
l
'
impeto
di
balzar
dall
'
acqua
e
di
fuggire
;
ma
la
curiosità
di
quella
facondia
sensuale
la
tratteneva
,
con
le
braccia
spalancate
e
le
mani
ferme
ai
due
bordi
della
vasca
....
Se
il
suo
sguardo
vagava
,
sotto
di
sè
ella
poteva
veder
nel
liquido
cristallino
il
riverbero
del
seno
,
del
collo
,
del
viso
,
dei
capelli
diffusi
per
le
spale
;
e
si
sorrideva
,
e
socchiudeva
le
labbra
ad
ammirarsi
i
denti
piccoli
ed
eguali
.
Le
parole
soffiavano
intanto
sopra
la
sua
testa
,
fischiava
il
vento
infiammato
delle
promesse
lascive
.
E
come
avviene
nei
sogni
in
cui
la
personalità
non
è
morta
intera
,
Emilia
si
diceva
:
"
Ora
,
tutto
sparirà
;
ancòra
un
poco
e
potrò
risvegliarmi
e
rientrar
nella
vita
;
dopo
questa
tortura
,
tutto
sparirà
.
"
Invece
la
forma
umana
che
parlava
,
l
'
aveva
afferrata
intorno
al
busto
,
le
aveva
passato
sul
petto
,
sulle
reni
,
una
mano
accorta
comunicandole
brividi
inenarrabili
,
con
una
carezza
nuova
,
con
uno
sfiorar
di
piume
sulla
vibratile
colonna
nervosa
;
onde
a
poco
a
poco
entro
le
vene
ella
aveva
sentito
scorrere
non
sangue
ma
lava
,
e
dalla
bocca
le
erano
sfuggiti
singulti
di
desiderio
....
Era
balzata
infine
dall
'
acqua
,
le
membra
asciutte
quasi
per
magìa
e
odoranti
un
balsamo
più
intenso
dei
profumi
che
esalavano
dal
bagno
....
Pronta
per
l
'
amore
,
era
uscita
,
s
'
era
ritrovata
presso
la
gran
porta
chiusa
,
al
sommo
della
scala
ricoperta
di
tappeti
doviziosi
e
di
femmine
o
seminude
o
nude
.
Allora
(
i
polsi
le
battevano
più
forte
,
ricordando
)
s
'
era
incontrata
nell
'
uomo
al
cui
capriccio
doveva
sacrificarsi
;
e
sùbito
le
mani
di
lei
avevan
tentato
invano
di
celare
la
nudità
,
ma
comprendendo
il
malgarbo
dell
'
inutile
movimento
,
era
rimasta
dritta
in
piedi
,
le
braccia
lungo
i
fianchi
,
a
testa
china
.
Ella
avrebbe
detto
che
la
sua
vita
fisica
si
fosse
in
quell
'
istante
sospesa
;
assorta
nella
trepidanza
dell
'
aspettazione
,
solo
il
palpito
del
cuore
veemente
aveva
segnato
l
'
attimo
d
'
angoscia
.
"
Ti
guarda
!
Non
temere
;
sei
bella
.
"
Ma
alzando
gli
occhi
,
un
grido
le
era
sfuggito
.
L
'
uomo
sorridendo
le
aveva
preso
una
mano
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
.
Ella
non
aveva
visto
di
lui
se
non
lo
sguardo
;
ma
non
s
'
era
ingannata
,
o
colui
che
doveva
possederla
era
ben
lo
stesso
ch
'
ella
amava
nella
realtà
d
'
ogni
giorno
.
Il
misterioso
lavacro
l
'
aveva
così
preparata
all
'
amore
di
lui
;
il
canto
fescennino
ricco
di
promesse
infernali
le
aveva
trasfuso
il
fuoco
nelle
vene
,
perchè
ella
gli
fosse
potuta
giungere
assetata
di
voluttà
,
perchè
non
avesse
più
avuto
requie
se
non
fra
quelle
braccia
,
perchè
il
suo
corpo
si
fosse
piegato
,
allacciato
a
rosee
spire
sotto
le
labbra
dell
'
uomo
;
perchè
non
fosse
stata
infine
più
nulla
di
cògnito
,
se
non
una
splendida
forma
armonizzata
dalla
passione
.
Ed
aveva
seguìto
l
'
uomo
con
la
tremante
gioia
di
essere
costretta
alla
felicità
.
Ma
qual
terribile
cosa
,
quale
scherno
satanico
era
avvenuto
poi
?
La
donna
bionda
,
a
sommità
della
scala
,
si
era
gettata
fra
le
braccia
dell
'
amante
,
ed
egli
,
sollevatala
in
un
amplesso
gagliardo
,
l
'
aveva
raccolta
trasportandola
via
.
Sulla
soglia
della
porta
invarcabile
,
Emilia
era
piombata
in
ginocchio
,
senza
il
conforto
delle
lacrime
.
Risvegliatasi
dal
sogno
,
ella
girò
gli
occhi
per
la
camera
.
La
lampada
notturna
era
spenta
,
e
l
'
alba
entrava
dalle
finestre
.
Nella
mente
della
donna
,
le
inconfessabili
promesse
cantate
al
suo
fianco
nel
bagno
eran
rimaste
intatte
,
quasi
scolpite
sopra
tavole
di
bronzo
;
e
avrebbe
potuto
ripeterle
in
un
giorno
di
delirio
;
e
le
davano
ancòra
un
brividìo
di
cupidigia
e
di
spavento
.
Ora
,
con
le
membra
estenuate
di
fatica
,
dopo
il
sogno
molle
e
focoso
non
aveva
tardato
a
riaddormentarsi
,
cercando
una
tranquilla
pace
;
e
sùbito
avevan
ripreso
le
figurazioni
di
malìa
.
Erale
parso
le
si
fosse
aperto
innanzi
un
libro
dalle
pagine
smisurate
,
sulle
quali
le
imagini
raggiungevano
quasi
la
dimensione
delle
umane
sembianze
;
i
fogli
passavano
adagio
,
svolti
da
una
mano
occulta
.
Inutilmente
Emilia
,
aveva
tentato
di
staccarne
gli
sguardi
.
La
curiosità
era
viva
;
attraente
il
mistero
dei
gruppi
figurati
,
e
la
donna
aveva
finito
per
guardare
ad
una
ad
una
le
pagine
enormi
,
seguendo
tutta
la
liturgìa
d
'
amore
,
che
di
foglio
in
foglio
diveniva
più
mordace
.
I
margini
erano
all
'
intorno
carichi
di
ornati
massicci
,
spesse
volte
intrecciantisi
con
l
'
imagine
principe
,
avviluppandola
in
tale
rigiro
di
draghi
,
di
convolvoli
,
di
èdere
,
di
gigli
e
di
grifoni
,
che
il
disegno
centrale
si
faceva
oscuro
.
Sfilava
,
in
principio
,
una
serie
di
ritratti
femminili
;
teste
di
donne
,
classiche
nelle
vicissitudini
amorose
,
delineate
con
gagliardìa
fino
al
busto
sopra
uno
sfondo
turchiniccio
.
Ognuna
portava
,
o
negli
occhi
,
o
sulle
labbra
,
o
sulla
fronte
,
una
stimate
vigorosa
di
passione
;
ognuna
aveva
,
in
diverso
grado
ed
espressi
con
diversa
perizia
tecnica
,
il
senso
di
vitalità
esuberante
,
la
luce
incontenibile
,
palese
sul
volto
delle
donne
che
amano
l
'
amore
e
gli
si
dànno
senza
limiti
.
L
'
iconografia
partiva
da
tempi
lontanissimi
e
procedeva
attraverso
tutte
le
epoche
,
attraverso
tutte
le
nazioni
.
Vi
erano
dapprima
alcuni
tipi
di
femmine
quasi
selvagge
,
probabilmente
fantasticate
dall
'
artista
,
meglio
che
ricordate
in
una
qualunque
storia
:
seguivano
di
mano
in
mano
tipi
più
calmi
ed
evoluti
,
i
quali
avevano
qualche
legame
di
somiglianza
con
le
prime
,
nella
manifestazione
di
un
non
comune
calore
;
e
spesso
i
simboli
mitologici
rammentavano
la
loro
divinità
,
o
un
diadema
sui
capelli
indicava
la
loro
origine
gentilizia
o
regale
.
Dai
margini
,
i
capricciosi
avvolgimenti
degli
ornati
concorrevano
talvolta
a
portare
una
nota
originale
,
allargandosi
dietro
le
teste
gentili
a
guisa
di
verzura
iperbolica
,
formando
con
quei
visi
eburnei
,
e
quei
capelli
bruni
e
fulvi
uno
stridulo
contrasto
,
creando
nuovi
intrecci
o
qualche
coppa
non
mai
veduta
,
da
cui
sorgevano
e
la
testa
e
il
busto
,
sveltamente
.
Eran
così
forse
passate
centinaia
di
ritratti
,
ed
a
similitudine
di
rapide
meteore
avevan
lasciato
negli
occhi
d
'
Emilia
una
pertinace
luminosità
,
lo
strascico
di
molte
scintille
.
Concludeva
la
serie
una
figura
di
donna
,
-
questa
,
tutta
intera
da
capo
a
piedi
-
con
intorno
al
corpo
e
sulle
reni
avviticchiato
un
mostro
ributtante
,
verde
,
in
forma
di
ragno
smisurato
,
gli
occhi
fosforescenti
a
fior
di
pelle
;
il
quale
teneva
confitti
i
suoi
tentacoli
nella
carne
viva
della
femmina
,
passandoli
sopra
le
spalle
a
serrarle
anche
i
seni
ed
il
ventre
in
un
abbraccio
furioso
.
I
tentacoli
possedevano
un
rilievo
quasi
tattile
,
e
la
bocca
era
tremenda
,
appoggiata
alle
reni
della
vittima
,
da
cui
suggeva
sangue
e
midollo
.
Ancòra
dritta
e
prona
innanzi
,
la
donna
s
'
affaticava
a
divincolarsi
dall
'
amplesso
viscido
,
e
con
le
braccia
stillanti
gocce
porporine
,
resisteva
alla
stretta
che
la
soffocava
.
Sul
volto
,
l
'
impronta
di
raccapriccio
era
formidabile
,
la
bocca
aveva
un
rictus
di
strazio
,
gli
occhi
schizzavano
dalle
orbite
,
e
dietro
la
schiena
la
chioma
nera
s
'
avvolgeva
attorno
alle
branchie
del
mostro
orrendo
.
Non
pareva
,
quello
,
il
simbolo
eterno
delle
anime
passionali
?
Non
era
,
il
mostro
,
una
cupidità
salda
ed
ostinata
?
Ma
lo
sgomento
del
dramma
terrifico
era
sfumato
in
Emilia
al
succedersi
di
pagine
liete
,
in
cui
una
fantasia
senza
confini
aveva
trovato
un
'
espressione
priva
d
'
esitanze
.
Le
scene
si
svolgevano
dissimili
,
gli
abbracci
strani
e
contorti
,
i
gruppi
numerosi
.
La
dormente
non
riusciva
ad
afferrarli
tutti
.
Il
cuore
aveva
rialzato
il
battito
,
una
morsa
di
ferro
le
aveva
attanagliato
la
gola
,
e
con
gli
occhi
immobili
nel
sogno
ella
stava
a
scrutare
.
Che
cosa
avveniva
?
Un
caos
,
un
turbine
,
lo
straripare
di
un
torrente
in
dirotta
;
ed
ogni
scena
pareva
di
prim
'
acchito
semplice
e
casta
;
a
ciascun
foglio
,
si
sarebbe
detto
che
la
fantasia
stanca
si
fosse
compiaciuta
di
un
riposo
,
disegnando
idillii
ed
atteggiamenti
pudichi
.
Ma
le
linee
si
spostavano
sotto
gli
occhi
della
spettatrice
;
il
quadro
,
in
cui
eran
raccolte
le
cose
stridenti
che
nella
realtà
si
escludono
e
nel
sogno
si
sposano
con
tranquilla
inverosimiglianza
,
il
quadro
scopriva
presto
,
il
suo
concetto
afrodisiaco
.
Corpi
femminei
e
corpi
maschili
,
antichi
mostri
e
simboli
nuovi
foggiati
dall
'
ingegno
balzano
,
contorni
sfrontati
,
figure
d
'
una
temerità
insultante
,
ogni
creazione
sfolgorava
linee
di
demoniaca
audacia
.
Strette
le
mani
,
stese
le
braccia
,
aggomitolato
il
corpo
spasmodicamente
,
Emilia
convergeva
nel
sogno
gli
sguardi
immobili
,
la
bocca
un
po
'
schiusa
al
respiro
tronco
.
No
,
ella
non
avrebbe
mai
supposto
una
sì
lunga
scala
di
secreti
piaceri
....
Inorridiva
,
e
soffriva
la
tentazione
di
ridere
senza
fine
,
d
'
atteggiare
la
fisionomia
al
ghigno
lubrico
onde
si
illustravano
i
volti
degli
ossessi
,
che
le
sfilavano
innanzi
e
le
si
accavallavano
nella
memoria
.
Provava
l
'
ambascia
di
un
solletico
mortale
,
abbinata
colla
sensazione
dolorosissima
della
nuca
,
ove
l
'
epidermide
sembrava
ristringersi
gradatamente
.
Non
poteva
gridare
,
nè
di
spasimo
nè
di
rivolta
,
e
tuttavia
aveva
informi
nel
cervello
lo
parole
,
e
le
si
aprivano
le
labbra
e
si
movevano
invano
.
La
fatica
greve
dell
'
incubo
,
la
luce
ormai
chiara
che
,
tormentandole
gli
occhi
chiusi
,
arrossava
anche
le
imagini
,
finirono
con
lo
spossarla
.
Ella
vide
ancòra
passar
due
Centauri
,
maschio
e
femmina
,
rapidamente
in
una
prateria
soleggiata
;
dell
'
una
,
intese
con
la
vista
una
grossa
treccia
bionda
,
il
petto
superbo
;
del
Centauro
,
la
rincorsa
avida
,
il
raggiungere
,
l
'
impennarsi
....
Poi
il
corpo
d
'
Emilia
si
ribellò
a
un
tratto
,
inarcandosi
come
un
vimine
che
brucia
....
Ed
ella
battè
due
volte
con
le
reni
sul
piano
del
letto
....
XI
.
Sembravano
due
ragazzi
accaniti
in
una
gara
ingenua
,
ed
eran
due
odii
che
si
cercavano
,
una
coppia
che
travisava
la
lotta
dei
sessi
,
la
quale
finisce
con
un
abbraccio
,
e
qui
non
aveva
speranza
di
finire
se
non
con
qualche
impreveduta
violenza
.
Tale
era
divenuta
a
poco
a
poco
l
'
intimità
fra
Cesare
e
Roberta
,
che
il
dottore
e
la
fanciulla
non
si
chiamavano
più
coi
nomi
loro
,
ma
con
nomignoli
bizzarri
.
Cesare
per
Roberta
era
"
pipistrello
"
,
e
Roberta
era
"
cavalletta
"
per
Cesare
.
Trascinato
dal
giuoco
,
egli
s
'
era
fatto
più
audace
di
lei
,
ed
ella
doveva
talora
cercare
un
cantuccio
nascosto
del
giardino
per
leggere
in
pace
i
suoi
libri
;
dove
il
Lascaris
arrivava
,
agitando
in
aria
un
grosso
ranocchio
o
un
ispido
vermiciattolo
,
minacciando
di
gettarglielo
sulle
vesti
.
Stavano
in
agguato
delle
debolezze
reciproche
per
cavarne
il
tema
a
uno
scherzo
o
a
un
'
insolenza
;
si
disegnavano
il
ritratto
sopra
un
pezzo
di
carta
,
prodigando
linee
buffonesche
,
musi
spaventevoli
,
capelli
incolti
;
le
fogge
di
vestire
non
isfuggivano
alla
critica
;
l
'
inesperienza
di
Roberta
a
descrivere
una
scena
e
ad
esporre
un
lungo
racconto
,
offriva
a
Cesare
l
'
opportunità
di
contraffare
la
ragazza
crudelmente
.
Sentivano
nella
implacabile
guerriglia
una
attrazione
quasi
sensuale
,
aspra
.
Cesare
aveva
bisogno
di
tutta
la
sua
prudenza
per
vigilarsi
,
per
costringere
lo
scherzo
entro
i
confini
e
non
eccedere
.
Illuminata
dal
male
,
Roberta
appariva
certi
giorni
veramente
bella
:
un
viso
bianco
e
giovanile
,
che
già
si
piegava
a
scrutare
i
vuoti
abissi
del
nulla
,
un
corpo
fragile
di
cui
Cesare
conosceva
quasi
intere
la
forma
e
l
'
attraenza
....
Poi
,
la
giovanetta
,
anelante
alla
bellezza
,
si
faceva
di
ora
in
ora
più
seduttrice
,
con
molta
incoscienza
,
la
quale
era
un
'
altra
seduzione
;
e
nel
giuoco
sfoggiava
una
naturale
arte
femminea
,
dando
alla
voce
alcuni
coloriti
di
preghiera
e
d
'
ironia
,
che
vibravano
a
lungo
e
sembravano
commuovere
lei
medesima
.
Si
vestiva
con
cura
minuziosa
;
aveva
strappato
a
Emilia
il
permesso
di
portare
gli
orecchini
di
brillanti
e
i
gioielli
inibiti
ancòra
alle
ragazze
.
Attillata
,
guantata
,
coi
cappelli
fantastici
allora
in
moda
,
vivificata
e
rosea
per
la
piccola
febbre
che
la
distruggeva
lentamente
,
somigliava
qualche
volta
a
sua
sorella
,
e
,
predestinata
dalla
malattia
,
qualche
volta
era
di
sua
sorella
più
capziosa
.
-
Non
Le
sembra
,
-
aveva
detto
a
Cesare
un
giorno
,
in
cui
era
scoppiato
il
temporale
,
e
voleva
ottenere
ch
'
egli
chiudesse
la
finestra
,
alla
quale
ella
non
osava
affacciarsi
,
-
non
Le
sembra
che
La
preghi
deliziosamente
,
con
una
voce
da
sirena
?
...
Aveva
intrecciato
le
mani
,
composto
il
viso
a
timida
umiltà
,
pel
timore
che
il
Lascaris
non
si
giovasse
dell
'
incidente
a
vendicarsi
delle
spesse
cattiverie
di
lei
....
Ma
quella
sera
eran
giunti
anche
più
oltre
.
Per
difendersi
dal
fulmine
,
Cesare
aveva
suggerito
a
Roberta
la
consuetudine
dei
pusillanimi
che
si
nascondono
nudi
fra
due
materassi
....
-
È
un
'
idea
,
-
aveva
aggiunto
,
incapace
a
frenarsi
.
-
La
provi
.
Supponiamo
che
il
fulmine
cada
nella
sua
camera
,
mentre
Lei
è
così
al
riparo
;
non
imagina
che
gioia
,
che
trionfo
?
Aveva
taciuto
un
attimo
;
quindi
,
pazzamente
:
-
Badi
però
di
non
dimenticare
in
quale
posizione
Ella
si
trova
.
Sarebbe
piacevole
che
balzasse
fuori
dal
nascondiglio
,
tutta
nuda
,
e
venisse
ad
annunziarmi
gravemente
il
pericolo
scampato
!
...
Andare
da
lui
,
tutta
nuda
?
L
'
imagine
s
'
era
presentata
assai
monca
alla
fantasia
della
giovanetta
,
ed
ella
non
vi
aveva
visto
se
non
la
comicità
o
il
ridicolo
;
per
questo
,
mentre
Cesare
già
si
mordeva
le
labbra
,
risuonò
nella
camera
una
lunga
risata
,
e
Roberta
concluse
negligentemente
:
-
Sì
,
sarebbe
piacevole
,
Pipistrello
!
...
E
fu
tutto
.
Il
Lascaris
la
tormentava
con
una
gragnuola
di
proverbii
,
stroppiati
,
confusi
,
mescolato
il
capo
dell
'
uno
con
la
coda
dell
'
altro
;
e
interrompeva
le
parole
di
lei
per
lanciare
due
o
tre
sentenze
così
grottescamente
camuffate
,
ch
'
ella
ricordava
e
ripeteva
....
In
tal
modo
infilavano
discorsi
strani
,
scintillanti
qua
e
là
di
qualche
lampo
d
'
arguzia
spontanea
.
Poi
,
di
repente
,
l
'
un
dei
due
si
faceva
serio
e
parlava
di
cose
gravi
;
ciò
avveniva
più
spesso
alla
presenza
d
'
Emilia
,
la
quale
aveva
assistito
in
parte
al
nascere
della
confidenza
inaspettata
,
e
non
sapeva
giudicarla
,
attonita
.
La
conversazione
diventava
saggia
,
ma
variata
per
le
immancabili
puerilità
di
Roberta
;
discutevano
del
matrimonio
,
dell
'
amore
,
in
termini
poco
definiti
,
perdendosi
.
Cesare
non
poteva
esprimersi
compiutamente
;
Roberta
non
aveva
dell
'
amore
se
non
l
'
idea
romantica
;
Emilia
era
distratta
e
nervosa
.
Seguitavano
fin
che
l
'
abitudine
della
quotidiana
guerriglia
non
li
avesse
ripresi
,
e
l
'
uno
non
avesse
dichiarato
l
'
altra
incapace
a
qualunque
ragionamento
più
volgare
.
Ma
con
abili
scandagli
,
il
Lascaris
era
riuscito
a
stabilire
che
,
sebbene
romantica
,
l
'
idea
dell
'
amore
era
completa
in
Roberta
.
Senza
madre
,
non
vigilata
da
Emilia
se
non
materialmente
,
in
dimestichezza
stretta
con
altre
fanciulle
,
Roberta
sapeva
e
indovinava
con
una
perspicacia
talvolta
contradditoria
.
Non
arrossiva
mai
fuor
di
proposito
;
sapeva
benissimo
,
ad
esempio
,
d
'
essere
vergine
,
e
ignorava
in
che
cosa
la
sua
verginità
consistesse
.
La
conversazione
seria
assumeva
una
vivacità
estrema
.
Cesare
si
levava
in
piedi
,
camminava
pel
salotto
,
parlava
come
innanzi
a
un
avversario
che
si
deve
convincere
.
La
fanciulla
ascoltava
e
prendeva
poi
la
parola
ad
esporre
i
suoi
dubbii
;
la
facondia
dell
'
uomo
le
smagava
i
sogni
e
le
toglieva
il
concetto
abituale
della
vita
.
La
spauriva
l
'
insistenza
di
Cesare
nel
definir
nettamente
i
termini
della
lotta
,
una
cosa
nuova
per
lei
,
orribile
nelle
sue
forme
infinite
.
Ella
aveva
sempre
considerato
l
'
esistenza
uno
scambio
d
'
aiuti
e
una
gara
d
'
arrendevolezze
;
non
poteva
piegarsi
a
credere
specialmente
nel
male
e
a
diffidare
del
bene
.
Le
discussioni
davan
luogo
anche
a
qualche
episodio
.
Una
sera
in
cui
parlavan
di
matrimonio
,
Cesare
aveva
chiesto
a
Roberta
quale
sarebbe
stato
per
lei
il
marito
ch
'
ella
avrebbe
idealmente
scelto
;
e
come
la
fanciulla
non
sapeva
sbrigarsene
sùbito
,
il
Lascaris
seguitò
,
con
una
fievole
punta
d
'
ironia
:
-
Vediamo
,
per
esempio
:
io
so
che
sarei
un
marito
eccellente
.
Se
io
,
dunque
,
la
domandassi
in
isposa
,
Lei
accetterebbe
?
Emilia
drizzò
il
capo
,
sussultando
.
Roberta
esitava
;
nonostante
la
confidenza
,
ella
soffriva
sempre
innanzi
a
Cesare
un
po
'
d
'
impaccio
,
e
finita
la
febbre
dello
scherzo
,
era
ripresa
dalla
tema
d
'
offenderlo
.
Infine
,
si
decise
:
-
No
,
-
disse
.
-
Rifiuterei
.
Non
è
abbastanza
idealista
.
L
'
osservazione
fece
ridere
il
Lascaris
,
forse
perchè
si
sentiva
colpito
a
fondo
;
ma
Roberta
aveva
nascosto
una
verità
più
cruda
.
Per
lei
,
Cesare
era
brutto
,
ed
ella
pensava
che
la
bellezza
era
quanto
si
doveva
cercare
e
portare
nel
matrimonio
....
Ah
,
la
bellezza
eterna
e
l
'
eterna
giovanezza
rappresentavano
la
fantasia
carissima
fra
tutte
alla
fanciulla
!
Solo
aveva
sguardi
per
istudiare
il
volto
degli
uomini
e
delle
donne
,
la
maniera
di
vestirsi
,
gli
atteggiamenti
e
le
espressioni
....
-
Hai
visto
che
begli
occhi
?
-
domandava
a
Emilia
,
quando
passeggiavano
.
-
Hai
visto
che
bella
figura
?
...
Cesare
coglieva
il
momento
in
cui
passava
,
qualche
deforme
,
per
chiedere
alla
giovanetta
:
-
Ha
visto
,
che
bel
naso
?
La
bellezza
era
il
riflesso
d
'
una
grande
bontà
;
le
anime
belle
non
potevano
stare
se
non
in
bei
corpi
;
e
non
era
questa
l
'
opinione
più
bambinesca
di
lei
:
arrivava
fino
alle
ultime
puerilità
,
fino
a
credere
una
persona
elegante
assai
superiore
ad
una
dagli
abiti
modesti
.
L
'
ingegno
doveva
avere
un
paludamento
visibile
....
E
poi
,
con
un
'
inflessione
di
voce
,
con
un
nonnulla
nel
gesto
o
nella
posa
,
risaliva
all
'
altezza
della
donna
e
alla
scienza
della
seduzione
.
Di
tratto
in
tratto
,
il
Lascaris
aveva
per
l
'
inconsapevole
morente
un
lampo
di
vera
tenerezza
;
la
consigliava
e
la
correggeva
,
quasi
una
sorella
....
-
Andiamo
,
selvaggia
!
Andiamo
,
cavalletta
,
si
tenga
bene
sul
busto
,
porti
alto
il
capo
....
Su
,
un
poco
d
'
energia
,
Lei
che
vuol
essere
bella
!
Perchè
s
'
incurva
così
?
-
Non
posso
,
mi
lasci
:
sono
malata
,
-
rispondeva
la
fanciulla
,
ora
distrattamente
,
ora
con
un
'
esclamazione
di
strazio
indimenticabile
.
"
Sì
,
non
ha
un
anno
di
vita
,
-
pensava
il
dottore
.
-
Perchè
la
tormento
?
"
La
condanna
crudele
,
senza
scampo
,
dava
giusto
al
Lascaris
tanta
libertà
con
Roberta
.
I
suoi
discorsi
non
interamente
scettici
,
ma
già
troppo
scettici
per
l
'
inesperta
ascoltatrice
,
la
sua
intimità
ardita
,
pericolosa
,
la
quale
nessuno
sapeva
fin
dove
sarebbe
giunta
,
avevano
scosso
lui
medesimo
;
e
non
si
liberava
dal
dubbio
di
coscienza
,
se
non
pensando
:
"
Muore
:
non
ha
dimane
.
Sarà
almeno
vissuta
.
"
Salvare
la
fanciulla
non
poteva
;
crescevagli
l
'
odio
per
quel
fragile
e
infrangibile
ostacolo
alla
sua
passione
;
e
tuttavia
avrebbe
voluto
accendere
la
moribonda
giovanezza
di
Roberta
,
non
lasciarla
spegnere
così
,
semplice
larva
.
In
lui
,
simile
tentazione
non
era
nuova
;
spesso
,
innanzi
ai
casi
di
fatali
malattie
con
prògnosi
sfavorevole
,
s
'
era
sentito
spinto
ad
avvertir
l
'
ammalato
.
Avrebbe
detto
volentieri
:
"
Voi
avete
diritto
a
vivere
diversamente
da
noi
,
che
siamo
sani
e
rappresentiamo
l
'
esempio
e
l
'
avvenire
.
Toglietevi
dal
volto
la
maschera
,
gettate
lungi
l
'
ipocrisia
atavica
.
Siete
liberi
!
"
E
pensava
al
terribile
spettacolo
di
quei
morituri
,
che
avrebbero
traversato
il
mondo
in
cerca
d
'
una
plaga
serena
,
ove
sfrenar
la
rabbia
degli
ultimi
piaceri
.
Ma
se
in
tutti
gli
altri
casi
l
'
uomo
era
stato
vinto
dal
medico
,
egli
per
Roberta
non
era
più
il
dottore
che
compiange
e
passa
:
aveva
rapito
a
Emilia
qualche
cosa
delle
sue
ribellioni
contro
il
male
.
Indi
,
il
combattente
si
rialzava
improvviso
da
quelle
prostrazioni
sentimentali
.
Egli
voleva
Emilia
;
ogni
giorno
il
bavaglio
imposto
al
suo
amore
lo
torturava
vie
più
;
Roberta
doveva
morire
,
poichè
era
l
'
ostacolo
....
Cominciava
anzi
a
sospettare
che
la
fanciulla
si
prestasse
all
'
anormalità
dell
'
imprevista
confidenza
non
per
altro
se
non
per
distrarlo
e
sviarlo
dalla
sorella
....
Lo
infiammavano
allora
l
'
inquieto
egoismo
,
la
caparbietà
di
raggiungere
un
fine
con
qualunque
mezzo
....
No
:
no
:
egli
non
si
lasciava
sviare
....
La
tentazione
era
forte
,
senza
dubbio
:
si
sarebbe
detto
che
la
febbrile
audacia
di
Roberta
dèsse
l
'
adito
a
tutte
le
speranze
.
Ma
Cesare
nelle
sue
inclinazioni
,
per
indole
e
per
sapere
era
normale
:
amava
la
sanità
quanto
la
bellezza
,
e
non
poteva
cader
vittima
d
'
un
inganno
momentaneo
dei
sensi
.
Il
giorno
stesso
in
cui
aveva
secretamente
fatto
pervenire
a
Emilia
una
lunga
lettera
appassionata
,
fu
attentissimo
a
Roberta
,
fraterno
.
Il
cuore
gli
batteva
in
petto
,
da
spezzarsi
;
quando
Emilia
comparve
taciturna
e
pallida
,
egli
si
sentì
così
goffamente
intimidito
,
che
non
osò
guardarla
in
volto
,
nè
dirigerle
la
parola
.
Dovevano
recarsi
il
giorno
appresso
a
una
gita
,
a
Mont
'
Allegro
.
Vi
andarono
,
salendo
da
Rapallo
al
monte
,
Emilia
sopra
una
quieta
giumenta
,
Roberta
con
un
asinello
piagato
che
l
'
aveva
commossa
sino
alle
lacrime
,
quantunque
avesse
poi
finito
col
batterlo
;
e
Cesare
a
piedi
.
La
guida
,
un
ragazzotto
esile
e
sciocco
,
li
esilarò
co
'
suoi
spropositi
di
storia
e
di
lingua
.
Dava
a
Roberta
il
titolo
di
signora
,
credendola
moglie
del
Lascaris
,
e
di
signorina
a
Emilia
,
ch
'
egli
supponeva
la
cognata
di
Cesare
....
-
Signora
,
signorina
,
è
poi
lo
stesso
,
-
egli
comentava
col
dottore
.
-
Io
,
di
queste
mariuolerie
non
m
'
intendo
....
La
fanciulla
rideva
a
gola
spiegata
;
anche
Emilia
trovava
qualche
sorriso
;
Cesare
stava
presso
la
ragazza
,
lasciando
la
guida
a
fianco
della
donna
.
Roberta
era
a
cavalcioni
della
bestia
;
per
un
malinteso
,
mancava
la
sella
acconcia
,
e
la
giovanetta
aveva
bravamente
inforcato
la
sua
cavalcatura
.
-
Su
,
ritta
:
i
gomiti
ai
fianchi
;
nella
staffa
,
appena
metà
del
piede
,
-
suggeriva
Cesare
,
fingendo
una
partita
d
'
equitazione
.
-
Non
tormenti
il
puro
sangue
colle
redini
del
morso
:
andiamo
,
trotto
leggiero
!
Battute
giuste
in
sella
!
...
-
Oh
,
insomma
,
-
gridava
Roberta
,
irritata
e
ridente
.
-
Vuol
lasciarci
tranquilli
?
...
A
poco
a
poco
,
le
dolsero
i
ginocchi
:
la
presenza
del
Lascaris
la
impacciava
,
togliendole
la
libertà
di
mutar
positura
.
Infine
,
poichè
l
'
asinello
s
'
era
fermato
a
brucar
tranquillamente
l
'
erba
,
ella
riprese
la
sua
arditezza
infantile
e
pregò
Cesare
d
'
aiutarla
a
scavalcare
.
Fu
quello
l
'
istante
,
in
cui
l
'
abitudine
mentale
di
considerar
la
giovanetta
come
una
larva
che
non
provava
e
non
comunicava
alcun
fluido
di
desiderio
,
spinse
il
Lascaris
alla
temerità
estrema
.
Egli
cercò
di
trar
Roberta
d
'
arcione
afferrandola
pel
busto
;
non
vi
riuscì
,
e
la
cavalcatura
avviandosi
in
quel
punto
di
nuovo
,
Cesare
non
esitò
a
passare
una
mano
sotto
le
vesti
della
fanciulla
,
ad
allargarne
le
ginocchia
indolenzite
,
e
a
strapparla
di
sella
in
tal
modo
,
rapidissimamente
.
Poi
la
sostenne
in
piedi
,
e
le
disse
ridendo
,
impassibile
:
-
Che
nessuno
lo
sappia
!
XII
.
Per
aprire
il
cancello
cigolante
,
egli
approfittò
del
fragore
d
'
un
treno
che
scivolava
nell
'
ombra
notturna
.
Il
vento
taceva
;
le
cime
degli
alberi
stavano
tutte
immote
;
tra
i
filari
degli
aranci
,
le
lucciole
non
trescavano
più
.
Risonava
di
tempo
in
tempo
la
caduta
d
'
un
frutto
delle
palme
,
o
il
gracidar
già
fievole
dei
ranocchi
,
su
in
alto
nel
serbatoio
delle
acque
irrigue
.
Il
giardino
grigiastro
susurrava
con
un
brivido
ignoto
alla
vita
diurna
,
e
qualche
cosa
placidamente
singolare
era
fra
le
lucide
frasche
delle
magnolie
,
fra
le
chiome
dei
palmizii
,
fra
i
cespi
dei
fiori
....
Cesare
entrò
.
Il
passo
cauto
sulla
ghiaia
aveva
risvegliato
l
'
attenzione
del
cane
di
guardia
,
che
accorreva
latrando
.
Si
udiva
il
galoppo
della
bestia
;
e
quando
gli
fu
vicina
,
Cesare
la
chiamò
sottovoce
:
-
Nero
,
silenzio
!
Qui
,
Nero
!
Il
cane
,
un
bastardo
,
di
grandezza
mediocre
,
nero
col
petto
bianco
,
fiutò
l
'
uomo
e
tacque
;
si
scrollò
e
ripartì
di
galoppo
,
mandando
ancòra
qualche
latrato
,
lontano
,
per
chiasso
.
Cesare
aveva
anticipato
di
pochi
istanti
l
'
ora
del
convegno
.
Temeva
d
'
incontrarsi
coi
figli
del
massaio
,
che
lavoravan
di
notte
al
torchio
in
una
piccola
casa
rustica
,
dietro
la
villa
.
La
villa
,
dal
chiosco
ove
il
Lascaris
era
giunto
,
aveva
contorni
indefiniti
,
nell
'
ombra
,
e
,
davanti
,
i
due
palmizii
immobili
sembravano
proteggerne
il
riposo
.
L
'
uomo
si
sentiva
inquietamente
felice
;
pregustava
le
delizie
dell
'
amore
che
comincia
,
e
non
possedendo
ricordi
d
'
avventure
consimili
,
non
aveva
preparato
nè
una
frase
nè
un
gesto
;
egli
sapeva
che
la
sua
passione
sarebbe
bastata
a
trascinare
lui
e
la
donna
nell
'
ampio
cerchio
di
luce
,
in
cui
tutte
le
parole
sfavillano
e
sono
grandi
.
A
mezzanotte
precisa
,
Emilia
gli
andò
incontro
e
gli
tese
la
mano
.
Teneva
dall
'
altra
la
catena
di
Nero
,
che
s
'
era
imbattuto
in
lei
,
e
ch
'
ella
aveva
posto
al
guinzaglio
,
perchè
non
disturbasse
oltre
.
-
Accenda
!
-
disse
brevemente
.
Cesare
s
'
avvide
allora
che
sulla
tavola
di
pietra
nel
mezzo
del
chiosco
era
preparata
una
piccola
lampada
.
-
Non
tema
,
-
aggiunse
la
donna
.
-
Il
giardino
è
deserto
,
questa
notte
:
gli
ulivi
ci
nascondono
interamente
.
Al
debole
raggio
della
lucerna
,
sì
guardarono
.
Emilia
indossava
un
abito
bruno
;
per
effetto
della
luce
scialba
,
o
per
la
commozione
violenta
,
appariva
di
una
pallidezza
mortale
.
Seduta
sopra
un
rozzo
sgabello
di
legno
,
il
cane
sdraiato
a
'
suoi
piedi
,
era
una
figura
tragica
,
davanti
alla
quale
i
desiderii
arditi
dovevano
svanire
.
Cesare
ostentava
una
calma
,
che
di
momento
in
momento
poteva
mancargli
.
Il
corrugare
delle
sopracciglia
avevagli
solcato
la
fronte
d
'
una
linea
scura
.
Stava
in
piedi
;
guardava
la
donna
con
un
senso
di
nuova
inquietudine
.
La
sola
vista
di
lei
gli
richiamava
anco
una
volta
la
tristezza
,
che
mai
non
era
giunto
a
dominare
,
avvicinando
le
due
sorelle
.
Su
quelle
giovani
,
su
quelle
fresche
esistenze
,
il
grigio
nembo
del
destino
s
'
addensava
;
ed
egli
aveva
voluto
sfidarlo
con
loro
,
ed
era
troppo
tardi
per
isfuggire
alla
solidarietà
paurosa
.
"
Chi
direbbe
,
questo
,
un
convegno
d
'
amore
?
"
-
si
domandò
,
mentre
Emilia
aveva
cominciato
a
parlare
.
-
Mi
ha
scritto
che
desiderava
un
colloquio
,
-
ella
disse
,
incerta
nella
voce
.
-
Perchè
vuole
spiegarmi
una
cosa
assurda
ed
inutile
?
...
Non
le
basta
avere
per
sempre
spezzato
la
nostra
amicizia
,
dandole
un
significato
che
io
non
posso
accettare
?
Egli
incrociò
le
braccia
al
petto
,
e
dichiarò
:
-
Non
è
cosa
assurda
,
il
mio
amore
;
forse
,
non
sarà
cosa
inutile
.
Debbo
ripetervi
quanto
vi
ho
già
scritto
:
ho
bisogno
di
voi
per
vivere
.
-
No
!
-
proruppe
Emilia
,
alzando
la
testa
a
guardar
,
più
che
l
'
uomo
,
la
realtà
della
passione
ond
'
era
ormai
stretta
e
incalzata
.
-
Io
non
ascolto
queste
frasi
.
Con
una
parola
posso
toglierle
ogni
speranza
,
se
non
le
ha
tutte
ancora
perdute
....
Odio
l
'
amore
di
Lei
,
odio
l
'
amore
di
chiunque
.
Cesare
fece
un
passo
verso
la
leggiadra
figura
dolorosa
,
la
quale
parlando
aggiungeva
una
grazia
ignara
al
suo
aspetto
,
e
gli
toglieva
l
'
ombra
di
durezza
,
che
l
'
abito
aveva
tentato
di
dargli
.
-
Emilia
,
-
egli
disse
,
prendendole
una
mano
.
-
Voi
mi
sapete
incapace
,
per
indole
e
per
abitudini
,
a
compor
delle
frasi
....
Mi
vedete
calmo
,
perchè
non
ho
esitanze
,
e
la
fine
di
questo
convegno
sarà
anche
la
fine
di
lunghi
tormenti
....
.
-
Non
si
muore
per
una
donna
sconosciuta
,
-
mormorò
Emilia
,
distogliendo
lo
sguardo
dal
volto
di
Cesare
,
e
liberando
la
mano
....
-
Sconosciuta
?
...
-
esclamò
il
Lascaris
.
-
Io
vi
conosco
.
La
giovane
tornò
a
fissargli
in
viso
gli
occhi
grigi
,
a
cui
la
luce
scialba
non
aveva
rapito
l
'
espressione
di
smarrimento
e
di
timida
carezza
.
-
....
E
so
che
in
questo
istante
nessuno
è
meno
sincero
di
voi
,
-
proseguì
l
'
uomo
,
con
voce
calda
.
-
Volete
ingenuamente
tradire
voi
medesima
....
Perchè
non
dirmi
che
vi
sono
indifferente
,
che
non
v
'
ispiro
la
simpatia
più
modesta
?
...
Ciò
è
ben
possibile
!
...
Ma
mi
dite
che
tutti
gli
amori
vi
sono
odiosi
,
ed
è
falso
,
Emilia
.
Voi
desiderate
l
'
amore
quanto
lo
desidero
io
;
voi
l
'
aspettate
,
come
vogliono
la
giovanezza
vostra
e
la
vostra
bellezza
.
Siete
pura
,
ma
non
fredda
,
nè
insensibile
.
-
Oh
,
ve
ne
prego
!
...
-
ella
interruppe
,
Avvertendo
una
vampata
di
rossore
salirle
alle
guance
e
alla
fronte
,
per
l
'
acuta
indagine
,
la
quale
pareva
emergere
da
un
di
quei
sogni
,
che
non
dànno
tregua
,
e
popolano
la
mente
di
fiamme
,
e
soffian
sulle
carni
.
Cesare
le
afferrò
di
nuovo
le
mani
,
le
trattenne
,
inginocchiato
presso
di
lei
,
parlandole
quasi
all
'
orecchio
.
-
Ascoltami
,
Emilia
,
e
rispondimi
.
La
tua
anima
non
ha
più
segreti
per
me
;
essa
vive
con
la
mia
,
da
lunghi
giorni
,
da
mesi
....
Perchè
sottrarla
alla
gioia
?
...
Perchè
odii
il
mio
amore
,
se
ancòra
non
si
è
espresso
?
Non
è
una
passione
della
quale
tu
debba
arrossire
.
Non
è
un
ingannò
.
Forse
,
colmerà
la
lacuna
de
'
tuoi
sogni
...
Emilia
pensò
in
quel
punto
:
"
Davvero
,
dunque
,
la
mia
alcova
è
chiusa
invano
....
Qualcuno
vi
passeggia
in
ispirito
ogni
notte
....
"
Il
rossore
bruciante
che
di
nuovo
soffuse
il
volto
della
donna
,
fece
pensare
a
Cesare
:
"
Ah
,
quest
'
abito
nero
sarà
l
'
ultimo
,
che
me
la
tolga
allo
sguardo
!
"
Avvenne
una
pausa
brevissima
.
Si
guardarono
negli
occhi
,
sentendo
quasi
tattile
il
nembo
del
destino
che
li
avvolgeva
.
Era
qualche
cosa
tragica
,
fra
loro
,
come
un
urlar
lontano
di
lupi
famelici
,
che
a
mandra
lascino
le
steppe
nevose
,
per
addentrarsi
ov
'
è
speranza
di
preda
.
Grandi
visioni
li
turbavano
,
inesplicabili
visioni
d
'
altri
luoghi
e
d
'
altri
tempi
.
La
passione
quasi
taceva
,
innanzi
al
mistero
di
due
anime
congiunte
da
ineluttabile
fatalità
....
Era
il
silenzio
minaccioso
,
il
quale
precede
un
terribile
duello
?
...
Era
la
corrente
del
fascino
,
irradiatrice
d
'
ultimi
bagliori
,
prima
che
i
due
corpi
balzino
,
s
'
allaccino
,
si
travolgano
nell
'
eternità
?
Ascoltavano
come
lo
stormire
di
una
immensa
foresta
.
Emilia
si
scosse
la
prima
,
bruscamente
,
atterrita
.
Udì
le
parole
intime
dell
'
uomo
,
e
le
interruppe
con
un
grido
,
chinandosi
su
di
lui
:
-
Ma
io
,
io
,
non
vi
conosco
,
Cesare
!
...
Io
non
so
chi
voi
siate
!
...
Che
cosa
avete
fatto
di
me
?
-
È
vero
,
-
disse
il
Lascaris
.
-
Hai
bisogno
del
mio
passato
,
Emilia
,
per
giudicar
del
nostro
avvenire
.
-
Neppur
questo
,
-
ella
seguitò
,
con
voce
profonda
,
quasi
mistica
nel
silenzio
vivo
del
giardino
.
-
Neppur
questo
,
Cesare
.
I
fatti
son
forse
ben
poca
cosa
,
in
paragone
dei
sentimenti
....
Ma
io
non
so
il
vostro
animo
....
Chi
siete
?
Ditemi
chi
siete
!
Che
cosa
volete
da
me
?
Vedete
come
sono
triste
?
Non
vi
manca
il
coraggio
di
prender
parte
alle
mie
angosce
?
E
perchè
volete
sacrificarmi
il
vostro
avvenire
?
...
Così
parlando
,
ella
non
ebbe
forza
a
trattenere
un
affettuoso
gesto
istintivo
,
in
cui
la
sorella
pareva
confondersi
con
l
'
amante
;
e
le
sue
mani
sfiorarono
i
capelli
del
giovane
,
e
vi
s
'
indugiarono
in
una
mite
carezza
.
-
Dimmi
che
mi
ami
,
prima
!
-
egli
esclamò
,
stendendo
le
braccia
a
cingerle
il
busto
,
con
un
gioioso
slancio
di
vittoria
.
Le
cercò
avidamente
la
bocca
,
e
la
risposta
migrò
da
labbra
a
labbra
,
non
udita
nemmeno
dalle
pallide
foglie
immote
.
Ma
poichè
Emilia
sentiva
la
stretta
divenire
ardente
,
e
il
suo
cuore
e
il
cuore
dell
'
uomo
precipitare
i
battiti
come
nell
'
ora
delle
supreme
follie
,
ella
aggiunse
:
-
Lasciami
!
...
Lasciami
!
...
Lasciami
!
...
E
si
scostò
con
un
balzo
.
Da
quel
punto
,
tutto
aveva
mutato
significazione
.
Il
passato
era
sepolto
nell
'
oscurità
;
non
fiammeggiava
di
fronte
ai
due
innamorati
se
non
il
futuro
,
un
'
ampia
via
pagana
,
che
luccicò
un
attimo
visibilissima
ai
loro
sguardi
;
poi
essa
pure
si
spense
,
e
Cesare
ed
Emilia
si
ritrovarono
nella
notte
,
nel
chiosco
,
entro
il
circolo
delle
cose
reali
,
che
dovevano
essere
vissute
ad
una
ad
una
.
Nero
si
drizzò
inquieto
.
Aveva
udito
romore
e
scrutava
nel
giardino
grigiastro
,
le
orecchie
aguzze
;
cominciò
a
ringhiare
,
e
si
slanciò
fuori
d
'
un
tratto
,
abbaiando
distesamente
.
Emilia
pure
aveva
guardato
la
villa
,
impallidendo
;
e
mentre
Cesare
la
raggiungeva
,
ebbro
di
desiderii
,
avido
di
baci
,
ella
lo
arrestò
con
la
mano
.
-
Ve
ne
prego
!
-
disse
con
voce
spenta
.
-
Che
cosa
ho
fatto
?
Che
cosa
speri
?
-
Ah
non
pentirti
di
vivere
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
vedendole
il
volto
tutto
bianco
di
sgomento
.
-
Più
tardi
,
più
tardi
,
mi
dirai
:
concedimi
ancòra
un
lampo
di
felicità
.
E
fissandola
così
ritta
,
pallida
,
pallidissima
per
l
'
abito
bruno
,
per
il
diadema
di
capelli
neri
,
coi
grigi
occhi
illuminati
da
un
'
espressione
in
cui
lottavano
mille
sentimenti
contrarii
,
fissando
la
svelta
forma
,
ch
'
egli
aveva
temuto
di
non
potere
allacciar
mai
colle
braccia
,
-
l
'
inno
semplice
e
immortale
gli
sgorgò
dal
cuore
e
dalle
labbra
:
-
Come
sei
bella
!
-
proruppe
,
non
osando
quasi
avvicinarla
.
-
Come
sei
bella
,
anima
mia
,
divina
statua
!
...
Come
sei
bella
!
Emilia
rabbrividì
allora
,
al
sogno
:
l
'
uomo
che
sorridendo
le
aveva
preso
una
mano
,
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
,
e
l
'
aveva
condotta
sulla
soglia
della
porta
invarcabile
.
Fuori
del
sogno
,
in
quella
notte
estiva
,
Cesare
era
ancòra
innanzi
a
lei
,
ed
ella
rabbrividiva
di
spavento
e
di
pudore
....
-
Dimmi
che
vuoi
essere
mia
per
sempre
,
-
egli
le
susurrava
,
prendendole
una
mano
,
timidamente
,
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
,
e
chiamandola
a
sè
.
-
Perchè
non
comprendi
che
io
ti
amerò
sempre
come
oggi
?
Io
darò
per
te
il
mio
sangue
,
la
mia
vita
,
il
mio
orgoglio
;
abbandonerò
gli
amici
,
porterò
superbo
il
più
greve
giogo
che
ti
piaccia
impormi
;
rinnegherò
ogni
fede
,
e
avrò
la
tua
sola
fede
,
la
tua
religione
....
Quindi
aggiunse
,
esaltato
,
traendola
dolcemente
a
sedere
sulle
sue
ginocchia
,
e
cingendola
con
le
braccia
:
-
Tutto
questo
,
io
te
l
'
ho
già
detto
,
da
molto
tempo
.
E
tu
l
'
hai
udito
,
non
è
vero
,
senza
che
io
parlassi
?
Hai
capito
che
la
mia
esistenza
cessava
,
per
raddoppiarsi
con
la
,
tua
?
...
Abbandonata
fra
le
braccia
di
lui
,
Emilia
non
osava
far
moto
,
bevendo
la
dolcezza
dell
'
inno
eterno
.
E
di
repente
,
sollevò
la
testa
col
suo
atto
risoluto
,
e
offerse
il
viso
ai
baci
,
perdutamente
,
ebbramente
,
avvinghiata
al
petto
dell
'
amante
.
Tutti
i
baci
scesero
sulla
bocca
di
lei
,
sugli
occhi
,
sui
capelli
,
sulla
gola
;
ella
li
rese
,
così
assetata
di
delizie
,
che
non
avrebbe
resistito
al
tentativo
più
audace
.
Sotto
l
'
impeto
della
passione
senz
'
argini
,
ebbe
d
'
improvviso
la
visione
della
strada
che
conduceva
a
Pieve
di
Sori
;
vide
sè
stessa
calma
in
apparenza
e
turbata
nell
'
anima
:
vide
Cesare
al
suo
fianco
;
capì
come
già
da
quel
giorno
tutto
fosse
stato
predisposto
....
Ella
aveva
resistito
assai
,
aveva
sacrificato
abbastanza
alla
verecondia
del
suo
sesso
.
Nessuno
avrebbe
ormai
osato
condannarla
.
-
Ascoltami
,
-
disse
Cesare
sottovoce
.
-
Non
mi
negherai
ciò
che
ti
domanderò
?
Sorrise
,
vedendo
Emilia
ritrarsi
un
poco
,
e
fissarlo
inquieta
.
-
È
un
piccolo
capriccio
,
-
aggiunse
,
-
una
cosa
puerile
....
Voglio
salir
con
te
nella
tua
camera
da
letto
;
voglio
vedere
dove
tu
riposi
...
-
No
,
no
,
no
,
-
rispose
la
giovane
,
sgomenta
.
-
È
impossibile
....
È
già
una
pazzia
riceverti
qui
....
Non
chiedere
....
Debbo
rifiutare
....
-
Faremo
così
adagio
,
-
proseguì
Cesare
,
tranquillamente
implacabile
.
-
Saliremo
all
'
oscuro
:
tu
mi
condurrai
.
Resteremo
un
solo
minuto
;
vedrò
dove
tu
riposi
,
e
torneremo
....
Non
rifiutare
,
mia
divina
....
Voglio
respirare
il
profumo
della
tua
camera
,
un
minuto
solo
....
Mentr
'
egli
parlava
,
la
donna
s
'
era
levata
dalle
ginocchia
di
lui
,
e
guatava
la
villa
piena
d
'
ombra
.
-
Dov
'
è
la
sua
finestra
?
-
interrogò
il
Lascaris
,
ritto
alle
spalle
d
'
Emilia
.
-
La
finestra
di
mezzo
è
la
sua
finestra
,
-
mormorò
Emilia
,
immobile
.
-
Senti
che
silenzio
?
...
Dorme
....
Non
la
sveglieremo
....
Suvvia
,
anima
,
non
rifiutare
!
-
Ma
non
capisci
?
-
esclamo
Emilia
,
volgendosi
a
guardarlo
.
-
Non
capisci
che
rifuggo
dal
condurti
nella
casa
dov
'
ella
dorme
...
?
-
Di
che
cosa
siamo
colpevoli
,
Emilia
?
-
rispose
Cesare
.
-
Quando
vivrai
dunque
per
te
,
senza
spettri
?
Manchi
di
fede
a
qualcuno
?
Sono
io
legato
a
qualcuno
?
Siamo
liberi
;
ci
amiamo
....
Perchè
devi
arrossire
?
E
camminando
per
il
chiosco
,
seguitò
concitato
:
-
È
dunque
verO
che
hai
rinunziato
a
vivere
!
Non
potevo
credere
,
tanto
la
cosa
è
triste
e
strana
!
Ti
vergogni
d
'
amare
,
e
ti
avveleni
ogni
istante
di
gioia
!
Dovrò
nascondere
la
passione
ch
'
è
il
mio
orgoglio
,
per
lasciar
dormire
i
tuoi
scrupoli
?
-
Cesare
!
-
implorò
la
giovane
,
fermandolo
e
prendendogli
una
mano
.
Esitava
;
guardava
ora
lui
,
ora
la
villa
assopita
coi
due
palmizii
i
quali
ne
vigilavano
il
sonno
.
-
Vieni
!
-
disse
rapidamente
.
Cesare
spense
la
lampada
sulla
tavola
,
ed
uscirono
dal
chiosco
.
Il
giardino
susurrava
con
un
brivido
ignoto
alla
vita
diurna
,
e
il
gracidar
delle
rane
era
cessato
;
ma
certi
fiori
che
non
s
'
aprono
,
se
non
nell
'
umidità
dell
'
ombra
,
effondevano
un
profumo
di
notte
romantica
ed
antica
.
Emilia
pensò
alle
sere
innocenti
in
cui
scendeva
ad
aspirar
la
fragranza
selvatica
di
quei
fiori
,
tra
i
quali
le
lucciole
nottiludie
vibravano
i
loro
piccoli
lampi
.
-
Nero
!
Povero
Nero
!
-
ella
mormorò
,
vedendo
il
cane
sbucar
da
un
viale
,
e
tornare
a
lei
.
Esso
veniva
cautamente
,
trascinandosi
dietro
la
catena
;
Emilia
si
chinò
a
staccargliela
dal
collare
,
e
il
cane
si
drizzò
a
ringraziare
,
scodinzolando
.
-
Va
,
va
,
Nero
!
-
disse
Cesare
,
a
bassa
voce
.
-
È
inquieto
:
vuol
seguirci
,
-
osservò
Emilia
.
-
Non
si
fida
....
-
Non
si
fida
di
me
,
-
soggiunse
il
Lascaris
,
sorridendo
.
Emilia
gli
strinse
la
mano
in
silenzio
.
Quanto
più
procedeva
,
tanto
più
si
smarriva
di
coraggio
;
l
'
inutile
audacia
di
ciò
che
stava
per
fare
,
le
sembrava
enorme
.
-
Sai
quale
pericolo
affrontiamo
?
-
bisbigliò
,
quando
giunsero
a
'
piedi
della
breve
scala
di
marmo
-
....
Di
notte
,
ella
si
sveglia
,
e
qualche
volta
entra
nella
mia
camera
,
-
Perchè
?
-
Ha
paura
.
-
Di
che
cosa
?
La
giovane
fece
un
gesto
perduto
,
rabbrividendo
.
-
E
tu
temi
anche
per
questa
notte
?
-
chiese
il
Lascaris
,
con
lo
stesso
fremito
.
Emilia
tacque
,
guardò
la
scala
bianca
,
e
,
al
sommo
,
la
porta
chiusa
.
-
Vieni
,
vieni
!
-
ripetè
febbrilmente
.
-
Non
temo
nulla
....
Ti
ho
promesso
....
Parve
infinita
la
breve
scala
;
parve
ai
due
innamorati
che
nella
oscurità
qualche
spirito
potesse
ergersi
minaccioso
;
sentirono
il
respiro
affievolirsi
e
il
battito
del
cuore
crescere
vertiginosamente
.
Procedettero
,
sapendo
pure
che
ad
ogni
passo
il
pericolo
aumentava
.
-
Eccoci
!
-
susurrò
a
un
trattò
la
donna
,
aprendo
cauta
un
uscio
.
-
Sei
nella
mia
camera
.
-
Chiudi
la
porta
che
comunica
,
ed
accendi
,
accendi
un
lume
,
una
lampada
,
-
pregò
Cesare
,
stringendo
Emilia
fra
le
braccia
.
-
No
!
No
!
Sei
pazzo
?
-
balbettò
questa
,
tutta
tremante
.
-
Se
non
dorme
?
...
Udrà
il
romore
,
vedrà
la
luce
....
Ebbe
un
sussulto
che
la
scosse
dalla
testa
ai
piedi
.
Le
sembrava
già
di
scorgerla
sulla
soglia
,
d
'
ascoltarne
il
grido
....
Come
erasi
potuta
dimenticare
così
?
In
brevi
ore
,
ella
s
'
era
mutata
,
compieva
degli
atti
di
cui
non
aveva
quasi
coscienza
,
e
che
in
pieno
giorno
le
sarebbero
parsi
d
'
un
'
arditezza
proterva
e
malsana
.
-
Perchè
siam
venuti
qua
su
?
...
È
una
cosa
spaventevole
,
Cesare
!
-
continuò
,
soffocata
dalla
paura
.
-
Ella
cammina
così
adagio
!
...
E
l
'
uscio
è
aperto
;
non
si
può
chiuderlo
;
stride
.
-
Suvvia
,
anima
,
-
tentò
l
'
uomo
,
-
non
pensare
....
Dorme
!
...
Parlavano
senza
vedersi
,
ritti
ed
abbracciati
,
con
le
voci
morte
;
a
un
passo
da
loro
,
non
si
sarebbe
udito
verbo
.
Infine
,
dopo
una
pausa
d
'
angoscia
,
Emilia
dichiarò
:
-
È
impossibile
resistere
....
Voglio
assicurarmi
che
dorma
....
Aspettami
;
non
muoverti
di
qui
;
entro
nella
sua
camera
e
torno
.
Già
si
avviava
decisamente
;
ma
Cesare
la
trattenne
.
-
Vuoi
andare
così
?
-
disse
.
-
Così
vestita
?
...
Se
non
dorme
,
t
'
interrogherà
....
Che
cosa
risponderai
?
...
Spogliati
!
...
Hai
dimenticato
che
son
le
due
di
notte
,
-
proseguì
,
sorridendo
.
-
Spògliati
,
Emilia
;
devi
fingere
di
essere
scesa
dal
letto
....
Spògliati
!
La
voce
era
commossa
,
quasi
l
'
invito
avesse
avuto
un
'
altra
,
ben
più
cara
significazione
;
e
l
'
idea
lo
incalzava
senza
pietà
,
non
venuta
da
lui
,
non
meditata
prima
,
balzata
viva
dalle
tenebre
infide
.
-
Spògliati
,
-
ripetè
.
-
È
oscuro
;
non
potrò
vederti
.
Dubiti
di
me
?
...
Coraggio
,
mia
divina
;
l
'
uscio
è
aperto
,
ed
ella
può
giungere
.
-
Ah
,
non
lo
dire
!
-
esclamò
Emilia
,
aggrappandosi
a
lui
,
come
per
sottrarsi
al
pericolo
.
Angosciata
,
smarrita
,
con
un
ronzìo
di
terrore
negli
orecchi
,
la
giovane
avrebbe
in
quell
'
istante
obbedito
a
qualunque
voce
imperiosa
....
Girò
lo
sguardo
nella
spessa
tenebra
;
non
uno
spiraglio
di
luce
che
potesse
tradirla
....
Si
decise
.
-
Sì
,
sì
,
mi
spoglio
,
-
acconsentì
febbrilmente
,
senza
pensare
che
la
parola
sembrava
in
bocca
di
lei
un
grido
di
passione
.
-
Farò
come
tu
vuoi
,
Cesare
....
Mi
spoglio
!
...
Cesare
la
sentì
staccarsi
e
avventurarsi
nella
camera
,
francamente
,
con
l
'
infallibile
destrezza
dell
'
abitudine
.
Egli
aveva
trovato
il
vano
della
finestra
,
e
vi
stava
immoto
.
Non
mai
un
più
energico
dominio
di
sè
stesso
gli
era
stato
imposto
;
si
curava
ben
poco
del
pericolo
,
si
rideva
dell
'
uscio
aperto
.
A
due
passi
da
lui
,
l
'
amante
si
spogliava
tutta
,
e
rivestiva
la
molle
veste
notturna
.
Oh
,
giungere
alla
donna
invisibile
,
e
sentirla
palpitare
fra
le
braccia
!
...
Vi
doveva
essere
un
momento
in
cui
l
'
oscurità
ammantava
il
corpo
nudo
di
Emilia
,
e
glie
la
sottraeva
allo
sguardo
innamorato
.
Egli
pensava
alla
sventura
dei
ciechi
,
profonda
come
un
abisso
.
E
sussultò
,
udendo
;
la
voce
della
donna
mormorare
sommessamente
:
-
Ecco
;
ora
vado
....
Aspettami
....
Tornerò
sùbito
....
Egli
protese
le
braccia
nell
'
ombra
,
bevendo
,
il
profumo
della
giovane
discinta
;
ma
non
riuscì
se
non
a
sfiorare
una
mano
di
lei
,
che
non
si
lasciò
attrarre
.
-
Aspettami
,
-
disse
ancòra
Emilia
.
-
Dopo
,
sarò
più
tranquilla
.
Cesare
si
calmò
.
Ella
doveva
tornare
.
Nessuna
forza
umana
,
allora
,
avrebbe
potuto
contenderla
al
suo
destino
.
XIII
.
Il
cane
,
che
aveva
abbaiato
buona
parte
della
notte
,
e
che
ancòra
abbaiava
,
da
lontano
,
da
vicino
,
per
una
grande
inquietudine
,
-
non
aveva
permesso
a
Roberta
di
addormentarsi
.
Era
a
letto
,
ma
leggicchiava
uno
de
'
suoi
libri
romantici
,
alla
luce
di
un
doppiere
,
sul
tavolino
;
e
le
avveniva
di
ripetere
una
stessa
frase
,
senz
'
afferrarne
il
significato
.
Quando
scorse
Emilia
varcar
la
soglia
,
stese
le
braccia
,
ed
un
buon
sorriso
le
rischiarò
il
volto
.
Emilia
s
'
accostava
,
tutta
chiusa
in
una
leggera
veste
da
camera
,
con
un
gran
collare
alla
Stuart
,
i
capelli
crespi
e
lunghi
snodati
per
le
spalle
.
-
Anche
tu
non
dormi
?
-
chiese
Roberta
.
-
Nero
non
è
mai
stato
così
cattivo
...
!
Come
sei
rosea
!
-
aggiunse
,
guardandola
attentamente
,
nell
'
abbracciarla
.
-
Come
sei
calda
!
-
osservò
ancòra
,
prendendole
le
mani
.
-
Smetti
di
leggere
,
-
le
ordinò
Emilia
.
-
Ora
dormirai
,
non
è
vero
?
I
suoi
occhi
contemplarono
quasi
con
ostilità
il
volto
della
sorella
e
le
forme
che
s
'
indovinavano
sotto
le
lenzuola
.
Ella
tremava
al
pensiero
che
se
non
avesse
affrontato
così
il
pericolo
,
Roberta
sarebbe
venuta
a
trovarla
;
e
sentiva
nell
'
animo
agitarsi
il
rancore
per
colei
,
la
quale
anche
da
lungi
dava
ombra
a
tutta
la
sua
vita
,
e
le
dimezzava
,
le
rubava
un
'
ora
della
breve
felicità
.
Accomodò
i
guanciali
a
Roberta
,
e
le
tolse
il
libro
.
Sapeva
d
'
avere
sulla
giovanetta
un
impero
senza
confini
;
la
sua
mano
passata
nei
capelli
di
lei
,
per
materna
carezza
,
poteva
addormentarla
;
la
sua
presenza
era
più
volte
bastata
a
rassicurarla
da
qualunque
timore
.
-
Come
sei
calda
!
-
ripetè
la
fanciulla
,
avvertendo
la
carezza
tra
i
capelli
biondi
.
-
Dormi
,
dormi
!
-
Emilia
mormorò
impaziente
.
Agiva
con
la
tranquillità
consueta
;
e
tuttavia
,
se
Roberta
avesse
voluto
oltrepassar
la
soglia
,
ella
si
sarebbe
uccisa
,
piuttosto
che
darle
il
passo
.
-
Chi
sa
perchè
Nero
,
abbaia
in
questo
modo
?
-
osservò
Roberta
,
udendo
ancòra
il
latrato
del
cane
,
sotto
la
finestra
.
-
Risponde
agli
altri
,
che
abbaiano
nelle
altre
ville
,
-
disse
la
giovane
.
-
Hai
paura
anche
del
cane
,
stanotte
?
-
No
,
non
ho
paura
....
Rimani
fin
che
mi
sono
addormentata
?
-
Sì
,
certo
;
fin
che
ti
sei
addormentata
....
Roberta
sorrise
,
e
chiuse
gli
occhi
,
tossendo
di
tempo
in
tempo
.
"
Dormi
,
-
le
imponeva
la
sorella
col
pensiero
.
-
Io
sfiorisco
lentamente
qui
,
ma
qui
non
dovrei
essere
,
e
il
mio
destino
è
più
forte
d
'
ogni
calcolo
pietoso
.
Dormi
;
non
rapirmi
il
tempo
che
è
mIo
,
non
amareggiarmi
l
'
ebbrezza
che
tu
ignori
,
e
che
mi
appartiene
.
"
La
guardava
con
uno
sguardo
quasi
magnetico
,
e
la
sua
mano
non
ristava
dalla
lenta
carezza
,
in
cui
si
era
trasfusa
una
volontà
imperativa
,
in
cui
vibrava
un
dominio
nuovo
e
assoluto
.
A
poco
a
poco
,
il
respiro
della
giovanotta
si
fece
eguale
;
sotto
le
palpebre
,
gli
occhi
non
vagarono
più
;
la
bocca
si
schiuse
leggiadramente
;
il
corpo
tutto
si
distese
in
una
quiete
benefica
e
profonda
.
Allora
Emilia
ritrasse
la
mano
;
il
suo
còmpito
era
terminato
;
Roberta
dormiva
....
Fu
,
d
'
un
tratto
,
come
se
in
un
perduto
villaggio
di
montagna
risonassero
inaspettate
mille
trombe
di
guerra
....
Nell
'
animo
d
'
Emilia
,
la
quietudine
della
camera
virginale
e
il
proprio
contegno
affettuoso
,
non
ebbero
più
senso
;
ella
si
volse
ad
altre
imagini
;
una
turba
d
'
aspettazioni
gioconde
la
invase
....
L
'
intermezzo
candido
era
finito
,
e
la
notte
di
fiamme
la
riallacciava
....
Prima
di
spegnere
il
doppiere
,
si
chinò
sopra
Roberta
per
udirne
ancòra
il
respiro
eguale
,
e
la
fissò
un
attimo
duramente
,
con
la
crudeltà
d
'
un
egoismo
che
trionfa
.
Poi
soffiò
sulle
candele
,
uscì
,
accostò
la
porta
,
stette
un
poco
in
ascolto
,
e
quasi
di
corsa
traversò
il
salotto
per
raggiungere
l
'
amante
.
XIV
.
-
Non
dormiva
,
-
ella
disse
in
un
tronco
bisbiglio
.
-
Ora
l
'
ho
addormentata
....
Ma
,
tu
partirai
,
Cesare
,
non
è
vero
?
...
È
l
'
alba
....
-
Mancano
tre
ore
all
'
alba
.
Non
mandarmi
via
,
adorata
,
-
pregò
Cesare
,
trovando
la
donna
nell
'
ombra
,
e
abbracciandola
come
avesse
temuto
di
non
più
rivederla
.
Egli
,
aspettando
,
aveva
fatto
il
giro
della
camera
,
e
nella
densa
oscurità
poteva
adesso
muoversi
non
meno
destramente
d
'
Emilia
....
Pure
aspettando
,
aveva
udito
i
colpi
di
tosse
,
e
aveva
pensato
alla
fanciulla
;
un
confronto
audace
tra
le
due
sorelle
gli
si
era
imposto
allo
spirito
,
gli
aveva
infiammato
le
vene
d
'
un
ardore
quasi
cupo
....
Andò
all
'
uscio
che
comunicava
,
e
lo
chiuse
,
senza
farlo
stridere
,
prudentemente
.
-
Che
cosa
fai
?
-
domandò
Emilia
,
la
quale
conosceva
il
romore
.
-
Chiudo
....
Voglio
vederti
....
-
rispose
il
Lascaris
,
tornato
a
lei
,
riprendendola
fra
le
braccia
.
-
Per
carità
,
non
pensarlo
....
-
Voglio
vederti
,
mia
unica
bellezza
,
coi
capelli
sciolti
così
....
Che
profumo
hanno
i
tuoi
capelli
!
-
Non
insistere
,
Cesare
....
Appena
siamo
sfuggiti
a
un
pericolo
.
-
Dorme
;
se
anche
si
sveglia
,
non
oserà
disturbarti
nuovamente
.
Emilia
s
'
accorse
ch
'
egli
la
lasciava
...
-
Si
vedrà
il
lume
,
-
disse
,
impaurita
.
-
È
inutile
;
è
tutto
inutile
,
-
esclamò
il
Lascaris
,
abbassando
poi
sùbito
la
voce
imprudente
.
-
Non
resisto
più
a
una
simile
tortura
;
dovessi
perderti
per
sempre
,
voglio
vederti
così
,
come
ti
ho
sognata
e
non
ti
ho
vista
mai
....
Questa
notte
,
non
ha
paura
,
è
tranquilla
,
-
continuò
,
mentre
s
'
avvicinava
al
tavolino
,
sul
quale
aveva
prima
tastato
un
lungo
candelabro
.
-
Tu
l
'
hai
rassicurata
,
-
soggiunse
.
-
Una
forza
divina
ci
protegge
....
E
accese
i
cinque
bracci
del
candelabro
,
e
si
rivolse
.
Emilia
s
'
avvide
che
il
momento
era
terribile
;
non
tanto
pel
pericolo
di
Roberta
,
forse
,
poichè
ogni
notte
in
camera
era
accesa
la
lampada
pènsile
,
e
l
'
oscurità
sarebbe
parsa
alla
fanciulla
più
strana
della
luce
;
quanto
per
l
'
uomo
,
superbo
di
desiderio
e
di
speranze
.
No
;
Emilia
doveva
confessarselo
:
ella
non
lo
conosceva
,
non
aveva
mai
supposto
d
'
essere
così
violentemente
agognata
,
di
poter
così
intimamente
mutarlo
....
Per
tutto
il
volto
di
lui
raggiava
un
maschio
tripudio
;
la
linea
scura
della
fronte
era
scomparsa
;
si
sarebbe
detto
che
la
morte
sola
potesse
arrestarlo
....
Emilia
lo
fissava
,
amandolo
;
e
cercava
un
mezzo
,
pensava
a
un
grido
per
isfuggirgli
.
-
Non
vi
avvicinate
!
-
gli
ordinò
,
a
bassa
voce
.
-
Non
vi
avvicinate
!
Girò
lo
sguardo
intorno
,
più
sgomenta
di
sè
che
di
lui
,
non
sapendo
come
togliersi
all
'
abbraccio
,
che
presentiva
invincibile
.
-
Volete
approfittare
della
mia
debolezza
e
del
pericolo
!
-
gli
lanciò
ancòra
.
-
È
un
tranello
,
questo
!
Cesare
s
'
era
fermato
,
pallido
.
-
Che
cosa
dici
,
Emilia
?
-
susurrò
,
-
che
cosa
temi
?
-
Non
avvicinatevi
!
-
ripetè
la
giovane
,
con
lo
stesso
imperio
nella
voce
.
Ella
ignorava
d
'
essere
straordinariamente
bella
.
Abbandonata
sul
letto
,
svelata
dalla
luce
aurea
in
ogni
linea
della
sua
positura
di
battaglia
e
di
rifiuto
,
dominava
l
'
uomo
e
i
desiderii
con
uno
sguardo
bruciante
....
Aveva
chiamato
a
raccolta
le
formidabili
energie
di
resistenza
,
insite
nella
donna
;
e
ormai
riposava
tranquilla
,
sapendo
che
così
debole
,
così
indifesa
,
non
aveva
tuttavia
nulla
a
temere
,
poichè
non
temeva
più
nulla
da
sè
medesima
.
Cesare
capì
.
-
Perdonatemi
,
-
disse
lentamente
.
-
Vi
ho
spaventata
!
,
e
ve
ne
chiedo
perdòno
....
Volete
concedermi
di
baciarvi
le
mani
?
Emilia
lo
lasciò
avvicinare
e
gli
diede
le
mani
,
ch
'
egli
si
chinò
a
coprire
d
'
intensi
baci
;
ella
lo
guardava
,
sommesso
e
vinto
;
ma
quando
Cesare
allungò
un
braccio
per
cingerla
intorno
al
busto
,
la
donna
si
sciolse
vivamente
.
-
Non
osate
di
più
,
-
disse
.
-
O
mi
alzo
,
e
vado
da
Roberta
,
e
mi
vi
rinchiudo
.
Poi
,
mentre
il
Lascaris
le
si
sedeva
ai
piedi
,
sulla
candida
pelle
d
'
orso
ch
'
era
stesa
di
fianco
al
letto
,
Emilia
seguitò
:
-
Questa
,
è
stata
una
notte
di
pazzie
....
Anche
ora
,
siamo
in
mano
del
caso
,
ed
io
posso
perdermi
,
da
un
minuto
all
'
altro
....
Una
simile
notte
,
non
tornerà
più
.
Avete
voluto
sapere
s
'
io
vi
amassi
....
Lo
avete
saputo
;
ed
è
molto
....
,
ed
è
tutto
....
-
Tutto
?
...
Tutto
finirà
qui
?
-
domandò
Cesare
angosciosamente
.
-
Vi
ho
chiesto
se
volete
essere
mia
per
sempre
....
Tu
lo
vedi
,
Emilia
;
io
non
ho
mai
supposto
che
tu
potessi
essere
una
conquista
....
Per
il
tuo
amore
,
ti
offro
la
mia
vita
....
.
"
Dove
vai
?
"
-
gridò
in
quel
punto
lo
spirito
loico
nell
'
animo
dell
'
uomo
libero
....
Ma
l
'
uomo
non
ebbe
tempo
a
rispondersi
,
che
già
l
'
attitudine
d
'
Emilia
s
'
era
cangiata
,
e
sul
viso
di
lei
tornava
la
chiara
fiducia
,
e
nella
sua
preziosa
figura
splendeva
il
gaudio
d
'
una
felicità
senza
sospetto
.
Poi
ebbe
un
cenno
muto
della
testa
,
verso
l
'
uscio
chiuso
.
-
Il
nostro
avvenire
è
là
,
-
disse
.
-
S
'
ella
si
oppone
,
siamo
perduti
per
sempre
....
-
Tu
non
lo
pensi
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
levatosi
in
ginocchio
a
guardarla
con
intensità
.
-
Non
è
possibile
fidar
due
esistenze
al
capriccio
d
'
una
fanciulla
!
...
-
Noi
giuochiamo
anche
la
sua
vita
,
e
tu
non
lo
capisci
!
-
insistette
Emilia
,
solcando
ancòra
teneramente
con
la
mano
i
capelli
di
lui
.
-
Tu
non
capisci
quale
strazio
sarebbe
per
me
stessa
il
compiere
un
atto
che
potesse
amareggiarla
!
...
Ma
lo
capirai
,
non
è
vero
?
quando
ti
dirò
che
sono
pronta
a
rinunziare
,
se
la
mia
rinunzia
le
darà
un
giorno
di
pace
....
-
Siete
pronta
a
rinunziare
?
-
ripetè
Cesare
.
-
E
come
chiamate
,
allora
,
il
sentimento
vostro
per
me
?
...
Se
mi
amaste
,
non
esitereste
un
istante
a
superare
un
ostacolo
...
Si
drizzò
in
piedi
,
e
rimase
a
testa
bassa
,
pensando
....
Aveva
pronunziato
le
ultime
parole
con
tanto
odio
,
che
la
giovane
sentì
un
leggero
,
brivido
correrle
per
le
spalle
.
-
Voi
non
pensate
....
-
egli
proruppe
quindi
.
Emilia
fece
un
gesto
di
preghiera
,
perchè
smorzasse
la
voce
incauta
;
scivolò
dal
letto
,
continuando
il
gesto
silenzioso
,
e
andò
all
'
uscio
,
e
vi
restò
qualche
minuto
,
con
tutto
il
sangue
alle
tempia
e
al
cuore
....
Le
era
parso
d
'
udire
un
colpo
secco
di
tosse
,
lontano
;
poi
,
rassicurata
dalla
taciturnità
successiva
,
s
'
appressò
a
Cesare
.
-
Può
svegliarsi
,
-
disse
.
-
Non
abusiamo
della
nostra
fortuna
!
...
Va
!
Va
!
Tornerai
quest
'
altra
notte
,
mio
amore
!
Ma
Cesare
non
ascoltava
;
osservando
l
'
atto
pieno
di
grazia
,
col
quale
ella
s
'
era
un
po
'
inchinata
a
studiare
il
silenzio
oltre
la
porta
,
e
l
'
armonìa
del
suo
passo
inavvertibile
,
-
l
'
uomo
le
andò
incontro
,
di
nuovo
in
preda
a
un
'
esultanza
veemente
,
l
'
accolse
e
la
serrò
nel
cerchio
delle
braccia
,
la
ricoperse
di
baci
vivi
,
sentendola
tutta
fremere
.
Fu
di
quegli
schianti
appassionati
,
che
sfiorano
i
giovani
corpi
come
folate
aquilonari
,
e
in
una
vita
rimangono
,
inestinguibili
.
Ambedue
gl
'
innamorati
risplendevano
,
per
la
gioia
di
spezzar
fugacemente
la
catena
diuturna
,
di
riscattare
il
passato
gelido
,
forse
l
'
avvenire
temibile
,
con
un
magnifico
slancio
d
'
oblio
....
Cesare
adagiò
sul
letto
la
donna
,
languida
;
le
mani
di
lui
avevano
sganciato
l
'
abito
notturno
d
'
Emilia
,
e
ancòra
un
gesto
gli
avrebbe
tutta
scoperta
l
'
amante
,
nuda
e
bianca
,
sotto
i
cinque
raggi
del
candelabro
....
E
osò
il
gesto
rapido
,
e
la
contemplò
nivea
fra
la
molle
custodia
della
veste
,
e
le
sue
labbra
diedero
i
baci
ultimi
....
La
scena
era
stata
così
violentemente
fuggevole
,
che
Emilia
sentì
quasi
a
un
tempo
il
gesto
e
i
baci
....
Si
sollevò
d
'
un
balzo
,
si
ristrinse
l
'
abito
attorno
al
corpo
.
Era
pallida
del
mortale
pallore
che
aveva
sgomentato
Cesare
,
al
principio
del
convegno
....
-
Ah
,
tu
credi
,
-
bisbigliò
questi
,
chiamandola
a
posare
il
capo
su
la
sua
spalla
,
-
ah
tu
credi
ch
'
io
vorrò
rinunziare
a
te
?
...
È
dunque
così
diffìcile
,
a
voi
donne
,
penetrare
il
senso
della
vostra
propria
bellezza
,
e
comprendere
ciò
che
potete
in
noi
?
Nessuna
forza
umana
,
capisci
?
...
arriverà
a
contrastare
la
mia
passione
!
...
Perchè
sei
così
pallida
,
anima
?
Perchè
piangi
?
Perchè
piangi
?
...
Ella
piangeva
,
ma
,
dominata
ed
ebbra
,
non
si
staccava
da
lui
....
Rimasero
in
un
calmo
silenzio
lungamente
,
avvinti
;
udirono
nell
'
aria
qualche
cosa
eterna
passare
,
-
il
tempo
,
l
'
amore
,
la
morte
?
-
e
sfiorarli
,
e
procedere
incontro
ad
altri
destini
,
che
aspettavano
.
-
Ancòra
mi
darai
una
notte
come
questa
,
è
vero
?
-
mormorò
Cesare
timidamente
.
-
Ancòra
molte
notti
di
gioia
?
-
Sì
,
ancòra
molte
notti
di
gioia
!
-
ripetè
Emilia
.
-
Non
senti
come
tutto
è
strano
,
in
questa
notte
?
Noi
rapiremo
alla
sorte
una
grande
felicità
senza
confine
....
Bisogna
vivere
,
vivere
diversamente
.
Emilia
rabbrividì
.
V
'
era
infatti
qualche
grande
energia
che
li
stimolava
all
'
amore
quasi
ad
un
farmaco
delizioso
,
dalle
inesauste
ebbrezze
;
era
in
loro
il
bisogno
di
vivere
la
doppia
esistenza
degli
appassionati
,
con
doppia
forza
,
con
doppia
anima
,
per
gli
altri
e
per
sè
.
Tutte
le
cose
grige
dovevano
fondersi
nel
calore
febbrile
di
molte
notti
misteriose
,
fra
gli
alti
silenzii
che
vanno
dispersi
nel
sonno
.
Lo
stridore
di
una
candela
più
breve
li
fece
sussultare
insieme
.
Guardarono
insieme
la
finestra
oramai
chiara
.
-
È
giorno
!
-
disse
Emilia
,
sciogliendosi
dall
'
abbraccio
,
e
correndo
smarrita
alla
finestra
.
-
È
giorno
!
Mio
Dio
,
come
farai
?
Cesare
l
'
aveva
raggiunta
e
guardava
l
'
alba
apparire
,
con
le
nuvolette
rosee
;
una
fresca
alba
estiva
,
sotto
il
cui
sorriso
si
stendeva
il
mare
....
Mostruoso
d
'
ombra
,
solo
il
puntazzo
di
Portofino
pareva
ancòra
addormentato
.
-
Va
presto
,
mia
vita
!
-
susurrò
Emilia
.
-
Che
non
ti
vedano
!
-
Non
mi
vedranno
,
-
disse
Cesare
.
-
Rassicurati
;
nessuno
è
alzato
,
a
quest
'
ora
!
Emilia
lo
abbracciò
la
prima
,
offrendogli
la
bocca
;
sotto
gli
occhi
puri
,
un
livido
cerchio
aveva
cominciato
a
disegnarlesi
....
-
Ancòra
quest
'
altra
notte
,
anima
!
-
le
rammentò
Cesare
,
innanzi
di
lasciarla
presso
la
porta
che
metteva
alla
scala
.
La
scala
bianca
di
marmo
era
vivida
nello
sbozzo
di
luce
lividiccia
.
-
Sì
,
sì
,
ancòra
una
notte
;
tutte
le
notti
che
vorrai
,
Cesare
!
E
appena
egli
fu
in
basso
della
scala
,
ella
rientrò
,
corse
di
nuovo
alla
finestra
,
e
vide
Cesare
traversar
cauto
il
giardino
,
lungo
le
siepi
,
e
dove
gli
alberi
offrivano
qualche
incerta
ombra
.
Da
ultimo
,
nel
silenzio
cristallino
s
'
udì
il
cancello
cigolare
e
richiudersi
.
XV
.
Ma
no
,
per
lungo
tempo
,
ella
rifiutò
ogni
altro
convegno
.
Troppo
temeva
di
sè
,
troppo
di
lui
....
Emilia
lo
amava
di
quel
formidabile
amor
delle
vedove
,
che
paiono
spinte
dai
ricordi
del
morto
fra
le
braccia
dei
vivi
....
A
pena
,
scambiavano
qualche
frase
,
congiungevano
le
labbra
,
quando
Roberta
non
era
presente
.
Le
molte
notti
che
la
donna
aveva
promesso
e
Cesare
aveva
sperato
di
gioia
,
si
dissolvevano
oscure
,
senza
memorie
,
se
non
di
tristezza
e
d
'
insonnia
.
Era
succeduta
la
stagione
media
,
quando
il
periodo
dei
bagni
è
finito
,
e
ancòra
non
ha
avuto
inizio
il
periodo
invernale
,
caro
alle
anime
e
ai
corpi
malati
.
Sul
paese
,
la
solitudine
pesava
;
v
'
erano
stati
in
settembre
inesorabili
giorni
di
scirocco
,
durante
i
quali
l
'
aria
scottava
e
il
sole
pareva
non
dover
tramontare
mai
.
Nelle
caldissime
serate
,
salivano
Cesare
e
le
due
sorelle
sopra
un
canotto
a
remi
,
con
un
agile
marinaio
più
cùpreo
del
rame
;
e
si
facevan
trasportar
lentamente
verso
Nervi
,
verso
Quinto
,
o
a
capriccio
....
In
mare
l
'
aria
era
ricca
e
buona
;
ma
Roberta
aveva
dovuto
ben
presto
rinunziare
alle
fresche
gite
,
poichè
il
lene
ondeggiamento
della
barca
le
dava
le
vertigini
.
Se
pure
quelli
del
paese
avessero
supposto
o
mormorato
,
ciò
importava
ben
poco
a
Cesare
e
ad
Emilia
,
già
ciechi
per
la
necessaria
imprudenza
della
passione
;
ed
essi
continuarono
ogni
dopo
pranzo
,
spesso
col
marinaio
,
soli
più
spesso
,
remando
il
Lascaris
....
Roberta
stava
ad
aspettarli
,
e
qualche
volta
indugiava
una
lunga
ora
sulle
rocce
,
a
guardare
il
canotto
lontano
e
tardo
,
fra
la
porpora
del
tramonto
,
fra
le
maravigliose
zone
di
luce
irrubinata
....
L
'
imbarcazione
,
minuscola
nella
latitudine
delle
acque
,
non
poteva
affondare
e
sparire
?
Le
vele
bianche
o
rosee
eran
lungi
,
alle
estremità
dell
'
orizzonte
,
dove
anche
un
pennacchio
di
fumo
svelava
qualche
invisibile
vapore
;
mentre
dalla
spiaggia
la
distanza
era
grande
....
La
fanciulla
sentiva
d
'
odiare
qualcuno
,
là
dentro
.
E
la
deliziosa
strada
che
da
Nervi
sale
a
Sant
'
Ilario
,
s
'
appiana
,
discende
per
viottoli
aspri
fino
a
sboccar
di
nuovo
sulla
strada
comunale
,
-
anche
vedeva
talvolta
Cesare
ed
Emilia
incontrarsi
e
passeggiare
nella
tenera
oziosità
di
chi
aspetta
giorni
felici
e
si
studia
a
render
felici
i
giorni
comuni
.
Passavano
per
quella
strada
sempre
le
medesime
persone
alle
medesime
ore
;
quando
un
gruppo
di
monache
in
abito
bruno
col
soggòlo
bianco
,
per
la
questua
;
e
quando
un
curiosissimo
carretto
tirato
da
un
asinello
grigio
,
guidato
da
un
omiciattolo
,
che
gridava
a
giusti
intervalli
,
per
tutta
la
durata
del
viaggio
:
-
Aaah
!
...
Iiih
!....,
e
spingeva
l
'
animale
,
e
scambiava
parole
coi
conoscenti
che
incontrava
.
Cesare
aveva
chiesto
all
'
uomo
da
quanto
tempo
egli
percorresse
quella
strada
....
Da
venti
anni
;
da
venti
anni
,
tutti
i
giorni
egli
scendeva
a
Genova
a
portare
involti
e
a
raccoglierne
,
e
risaliva
a
Sant
'
Ilario
,
senz
'
affrettarsi
,
parlando
col
ciuco
,
se
gli
mancavano
incontri
....
L
'
alba
rischiarava
il
suo
andare
;
il
tramonto
salutava
il
suo
ritorno
....
-
Aaah
!
...
Iiih
!
...
Cesare
l
'
aveva
seguìto
con
l
'
occhio
,
fino
a
un
gomito
della
salita
,
invidiandolo
....
Passione
?
dolore
?
desiderio
?
...
Vocaboli
ignoti
all
'
umile
;
egli
non
si
augurava
se
non
di
poter
gridare
:
-
Aaah
!
...
Iiih
!
...
per
altri
venti
anni
.
Il
Lascaris
meditava
così
,
dietro
le
sensazioni
del
momento
,
per
qualche
spettacolo
semplice
e
fugace
;
fin
che
non
fosse
comparsa
Emilia
,
che
saliva
adagio
,
sorridendo
da
lungi
all
'
amico
....
Sempre
,
quell
'
apparizione
aspettata
lo
toglieva
dalla
supina
realtà
d
'
ogni
giorno
;
ma
dentro
l
'
animo
gli
si
risvegliava
,
l
'
amarezza
intollerante
di
uno
che
abbia
sognato
,
che
abbia
sentito
sul
proprio
corpo
il
contatto
fresco
d
'
un
corpo
femmineo
,
e
al
risveglio
si
sia
trovato
in
una
camera
deserta
e
priva
di
lume
.
In
quel
periodo
,
Cesare
soffriva
presso
Roberta
qualche
molestia
,
quasi
lo
spettacolo
tuttora
vivissimo
d
'
Emilia
ignuda
sotto
i
suoi
occhi
,
gli
avesse
conficcato
nel
cervello
la
cupidigia
sacrilega
di
giungere
una
notte
alla
camera
della
giovanetta
,
di
risvegliarla
e
dominarla
come
la
sorella
.
Fra
le
due
sessualità
ancòra
per
lui
misteriose
,
egli
aveva
dei
lampi
d
'
esitanza
.
Quelle
voci
si
rassomigliavano
assai
,
e
Cesare
sussultava
,
udendosi
chiamare
da
Roberta
con
la
stessa
inflessione
,
che
gli
aveva
reso
caro
il
proprio
nome
pronunziato
dalle
labbra
d
'
Emilia
.
Ambedue
le
donne
adoperavano
un
solo
profumo
,
aliante
intorno
ai
corpi
in
una
nube
leggera
;
un
profumo
,
il
quale
,
sorgendo
dagli
abiti
e
dalle
mani
di
Roberta
,
rammentava
ostinatamente
all
'
uomo
il
gesto
,
ch
'
egli
aveva
osato
quella
notte
per
veder
tutta
Emilia
,
e
ch
'
egli
avrebbe
voluto
osare
anche
più
audace
sopra
la
fanciulla
gettata
attraverso
al
letto
,
per
rivelarla
pure
,
fra
la
molle
custodia
dell
'
abbigliamento
intimo
.
Ambedue
avevano
un
certo
movimento
risoluto
del
capo
,
e
certi
atti
di
grazia
nel
chinarsi
fino
a
un
fiore
,
nel
dar
la
mano
,
nel
sedersi
e
acconciarsi
le
gonne
intorno
.
Differivan
poco
di
gusti
,
e
si
vestivano
quasi
a
un
modo
,
portando
gli
stessi
gioielli
ai
polsi
e
alle
orecchie
,
e
gli
stessi
monili
.
Non
di
rado
,
Emilia
esprimeva
a
metà
un
'
idea
o
una
sensazione
,
e
Roberta
continuava
e
concludeva
....
Si
sorridevano
,
allora
,
come
se
le
loro
anime
fossero
vissute
un
attimo
nel
medesimo
cerchio
invisibile
.
Ma
sotto
quelle
e
simili
apparenze
,
restava
il
fenomeno
,
inquietante
per
Cesare
,
che
l
'
una
completava
l
'
altra
;
la
bionda
ammalata
s
'
era
avvinta
per
sempre
alla
sorella
bruna
,
perchè
da
questa
pareva
trarre
qualche
mistico
alimento
alla
propria
anima
;
ed
Emilia
aveva
contesto
il
filo
della
sua
esistenza
al
filo
tenue
dell
'
altra
.
Egli
erasi
interposto
fra
di
loro
,
ma
esse
.
all
'
infuori
di
lui
,
seguitavano
una
vita
comune
,
indissolubile
per
le
oscure
simiglianze
del
sangue
;
erano
carne
d
'
una
medesima
carne
,
due
rami
d
'
un
albero
unico
.
-
Perchè
,
-
domandò
Cesare
una
volta
a
Emilia
,
-
perchè
ti
vesti
come
tua
sorella
?
Perchè
usi
del
suo
profumo
?
Perchè
da
lontano
io
posso
scambiarti
con
lei
?
-
Vi
spiace
?
Egli
scosse
la
testa
,
incerto
.
-
Vorrei
che
nessuno
ti
somigliasse
,
anche
da
lontano
....
-
Ma
la
somiglianza
con
Roberta
non
è
cosa
che
possa
ferirvi
.
Io
ho
forse
la
sua
voce
,
e
probabilmente
uno
stesso
modo
di
esprimermi
....
Ciò
avviene
quando
si
vive
tutta
la
vita
con
una
persona
,
tanto
più
se
questa
ci
è
legata
da
parentela
.
Non
vi
è
nulla
di
strano
o
di
voluto
....
-
Si
può
volere
il
contrario
....
-
Odiate
Roberta
al
punto
da
non
tollerar
nemmeno
un
abito
simile
al
suo
?
-
Comprendimi
,
Emilia
....
E
si
arrestò
.
Non
avrebbe
potuto
comprenderlo
mai
,
perchè
non
sapeva
il
turbamento
arrecatogli
con
quella
notte
di
mezza
voluttà
;
pel
quale
turbamento
,
la
pace
dei
sensi
era
scomparsa
,
e
innanzi
a
Cesare
s
'
era
spalancata
la
voragine
dissolvitrice
delle
fantasie
,
dei
sogni
,
delle
figurazioni
carnali
....
-
Oh
lasciatemi
amarla
!
-
esclamò
Emilia
,
credendo
d
'
aver
capito
.
-
Dovrò
sfuggire
ogni
somiglianza
con
Roberta
,
come
si
trattasse
d
'
una
nemica
?
Perchè
odiate
tanto
una
fanciulla
,
che
non
vi
ha
fatto
male
alcuno
?
-
È
certo
,
-
mormorò
Cesare
,
trascinato
in
quel
nuovo
ordine
d
'
idee
,
-
è
certo
che
voi
non
capirete
mai
la
lotta
.
Io
non
odio
;
mi
difendo
....
Fin
che
il
tuo
cuore
sarà
pieno
di
lei
,
io
non
potrò
sperare
nulla
da
te
....
Devo
darti
la
forza
di
comparare
e
di
scegliere
,
se
la
scelta
sarà
necessaria
....
Tu
ti
sei
chiusa
nel
presente
e
ti
sei
innamorata
del
tuo
dolore
!
...
-
Non
ammettete
alcun
legame
.
Siete
un
selvaggio
,
-
disse
la
giovane
,
cercando
,
di
sorridere
per
calmarlo
....
Erano
le
cinque
del
pomeriggio
;
avevan
preso
il
tè
,
in
casa
,
e
Roberta
era
andata
sùbito
dopo
a
visitar
la
figlia
del
massaio
,
che
giaceva
ammalata
.
Il
sole
prorompeva
dalla
finestra
aperta
nel
salotto
,
chiazzando
d
'
oro
le
pareti
e
il
pavimento
a
mosaico
.
Nero
latrava
in
giardino
,
allo
strepito
d
'
un
carro
.
E
gli
amanti
ricordavano
;
ella
,
la
scena
del
chiosco
,
non
osando
spingersi
fino
al
ricordo
impudico
;
egli
,
la
scena
della
camera
,
parendogli
che
di
là
fosse
cominciato
il
gaudio
.
-
Non
ammetto
alcun
legame
?
-
ripetè
.
-
Vorrei
poter
non
ammetterlo
;
e
sarei
libero
,
e
la
mia
vita
riprenderebbe
il
suo
corso
tranquillo
,
e
non
aspetterei
tutto
il
mio
avvenire
dalla
volontà
capricciosa
di
due
bambine
crudeli
....
È
questa
,
ormai
,
la
condizione
difficile
in
cui
mi
trovo
:
chi
devo
vincere
?
Te
,
o
Roberta
?
Di
quale
animo
devo
essere
padrone
?
Del
tuo
,
o
dell
'
animo
di
tua
sorella
?
Emilia
si
concedeva
qualche
atteggiamento
un
po
'
oblioso
,
appena
si
trovavan
soli
;
e
s
'
era
allungata
sul
divano
,
col
gomito
e
la
mano
destra
sostenendo
il
capo
;
sottil
figura
,
che
rammentava
a
Cesare
quel
suo
nèo
prezioso
fra
i
due
seni
,
e
le
calze
di
seta
nera
alte
fino
alla
coscia
.
Ella
si
raddrizzò
di
scatto
,
e
restò
immota
,
ascoltando
.
-
Per
liberarmi
da
questo
dubbio
,
bisogna
che
la
soluzione
venga
da
noi
,
da
te
,
-
seguitò
Cesare
,
il
quale
aveva
notato
e
goduto
l
'
effetto
della
propria
domanda
.
-
Bisogna
,
infine
,
parlare
a
tua
sorella
,
poichè
la
vuoi
arbitra
della
nostra
sorte
....
-
E
se
rifiuta
?
Se
minaccia
?
-
chiese
Emilia
.
-
Se
mi
fa
comprendere
che
una
diminuzione
del
mio
affetto
le
toglierà
ogni
forza
di
vivere
e
di
sperare
?
Il
Lascaris
si
strinse
nelle
spalle
;
egli
era
innanzi
al
tavolino
da
tè
,
e
passava
macchinalmente
le
tazze
,
guardandone
il
fondo
zuccherato
,
quasi
a
trovarvi
un
'
idea
.
-
Non
è
probabile
,
-
disse
finalmente
,
per
dire
.
-
-
È
molto
probabile
,
invece
,
che
ella
si
opponga
.
Vivere
con
noi
,
adattarsi
a
un
posto
secondario
nel
mio
cuore
,
cedere
a
te
,
le
parranno
cose
assurde
e
spaventevoli
....
Oh
,
continuiamo
così
,
Cesare
,
fin
che
è
possibile
!
Io
sono
felice
,
ora
per
ora
;
non
cerchiamo
di
più
,
non
affrettiamo
nulla
!
...
Tu
sei
troppo
impaziente
....
Egli
obbedì
a
uno
slancio
,
con
le
braccia
tese
verso
la
donna
;
ma
sùbito
si
vinse
,
e
abbassò
la
testa
.
Urtava
nuovamente
contro
a
una
barriera
:
tra
il
suo
concetto
della
vita
e
il
concetto
d
'
Emilia
,
l
'
indole
,
la
coltura
,
l
'
esperienza
,
avevano
scavato
un
abisso
....
Egli
era
non
meno
sollecito
della
vita
morale
che
della
fisica
;
il
contatto
femmineo
,
la
cupidità
esaltata
e
imprigionata
,
gli
avevano
sconvolto
la
mente
e
il
cuore
;
sotto
la
fustigazione
della
brama
inutile
,
stava
per
sorgere
l
'
uomo
pervertito
;
ed
egli
lo
intuiva
....
Già
gli
era
balenato
il
pensiero
di
Milano
,
dove
si
sarebbe
potuto
tuffare
in
una
palude
di
stravizio
,
e
aspettare
coi
nervi
calmi
.
Dir
questo
a
Emilia
e
perderla
,
doveva
essere
una
cosa
sola
.
Ella
,
come
quasi
tutte
le
donne
,
ignorava
il
fascino
proprio
:
ignorava
che
,
ad
essere
serenamente
amata
,
doveva
sodisfar
prima
la
bramosia
del
maschio
,
eccitata
da
lei
stessa
con
l
'
incautela
d
'
una
visione
,
con
la
vicinanza
continua
,
ch
'
era
uno
stimolo
a
fantasticare
.
Sapeva
resistere
,
o
almeno
fuggir
le
opportunità
,
perchè
ciò
stava
nel
suo
medesimo
spirito
femminile
;
e
non
sapeva
che
,
al
contrario
,
cercar
quelle
occasioni
,
avversar
senza
posa
la
resistenza
di
lei
,
eran
nell
'
indole
maschile
.
-
Ebbene
?
-
chiese
la
donna
,
vedendo
l
'
atto
di
Cesare
.
-
Non
è
possibile
continuare
a
questo
modo
,
-
disse
il
Lascaris
,
rialzando
la
testa
.
La
ruga
profonda
e
dritta
gli
solcava
ancòra
la
fronte
.
-
Se
tu
pensassi
a
raddolcire
la
mia
impazienza
,
se
tu
mi
dessi
qualche
convegno
,
come
quella
notte
,
in
giardino
....
Emilia
s
'
era
inavvertitamente
stesa
di
nuovo
sul
divano
,
con
un
moto
di
voluttuosa
pigrizia
;
sentiva
ascendere
fino
al
suo
egoismo
di
donna
il
nembo
di
quella
preghiera
incessante
,
e
lo
aspirava
a
guisa
di
profumo
,
trovandovi
tutto
il
compenso
alla
sua
resistenza
tenace
,
tutta
la
ragione
della
sua
resistenza
futura
.
Cesare
la
vide
,
e
si
alzò
.
Ma
ella
ebbe
appena
il
tempo
a
comporsi
in
un
atteggiamento
calmo
,
che
sulle
scale
risonò
il
passo
di
Roberta
.
-
Non
partire
così
presto
,
Cesare
,
-
disse
Emilia
,
sottovoce
.
Quando
Roberta
entrò
,
scorse
la
sorella
intenta
a
tagliar
le
pagine
d
'
un
libro
e
Cesare
,
in
piedi
nel
vano
della
finestra
,
parlando
della
prossima
stagione
di
Nervi
.
La
giovanetta
spense
immediatamente
lo
sguardo
che
aveva
lanciato
sui
due
,
e
s
'
inoltrò
con
un
sorriso
pallido
.
-
Lei
dovrebbe
visitare
quella
povera
ragazza
,
-
fece
al
Lascaris
,
mentre
si
accomodava
sulla
poltrona
a
dondolo
,
in
faccia
a
Emilia
.
-
È
in
cura
del
dottor
Noli
,
ma
il
consiglio
di
Lei
sarebbe
utile
....
Il
tòno
metallico
della
voce
e
lo
studio
insolito
con
cui
Roberta
spiccava
le
parole
chiarissime
,
avvertirono
Emilia
dello
stato
d
'
agitazione
in
che
la
sorella
si
trovava
;
ma
il
Lascaris
tardò
a
rispondere
.
Guardava
la
fanciulla
,
vestita
come
l
'
amante
,
con
una
camicetta
,
una
cintura
di
cuoio
giallo
,
una
sottana
azzurro
-
mare
;
la
camicetta
d
'
Emilia
era
rosea
;
la
camicetta
di
Roberta
,
cilestre
.
Tutt
'
e
due
le
giovani
portavano
i
capelli
annodati
in
giro
al
capo
,
folti
e
copiosi
.
-
Non
potrebbe
visitarla
?
-
chiese
di
nuovo
Roberta
.
-
No
,
-
rispose
Cesare
scuotendosi
.
-
È
in
cura
del
dottor
Noli
,
il
quale
non
ha
bisogno
di
consigli
....
-
Soltanto
un
'
occhiata
,
passando
.
-
È
impossibile
,
signorina
...
-
Sta
malissimo
....
Grida
,
ha
le
convulsioni
,
la
schiuma
alla
bocca
....
Il
dottor
Noli
non
verrà
fino
a
domani
.
-
Possono
chiamarlo
sùbito
,
-
osservò
Emilia
.
-
L
'
ho
suggerito
,
ma
i
parenti
dicono
,
ch
'
è
inutile
,
e
sanno
ciò
che
devono
fare
;
è
una
famiglia
di
zotici
....
E
come
è
possibile
,
-
seguitò
Roberta
verso
Cesare
,
-
come
è
possibile
negare
aiuto
a
un
'
infelice
,
che
è
forse
in
pericolo
?
-
So
di
che
cosa
si
tratta
,
-
assicurò
il
Lascaris
.
-
Me
ne
ha
parlato
il
dottor
Noli
;
non
v
'
è
pericolo
alcuno
....
E
pronunziando
le
parole
,
le
quali
caddero
in
un
corto
silenzio
susseguito
,
egli
osservava
la
testa
bionda
e
animosa
di
Roberta
,
a
riscontro
con
la
testa
bruna
d
'
Emilia
;
quella
superava
questa
,
per
la
venustà
dell
'
espressione
,
e
una
debole
tinta
azzurrognola
sotto
gli
occhi
,
dava
alla
giovanetta
un
senso
tra
di
ardore
e
tra
di
allettamento
.
-
Quanti
anni
ha
l
'
ammalata
?
-
domandò
Emilia
,
che
,
pur
volendo
schivare
quel
tema
,
vi
era
caduta
meglio
,
d
'
un
colpo
.
-
Diciannove
,
-
rispose
Roberta
.
-
Oh
,
morire
a
questa
età
,
è
spaventoso
!
La
scena
aveva
dovuto
sinistramente
colpirla
;
fra
sè
stessa
e
la
giovane
epilettica
,
fra
il
male
che
rodeva
l
'
una
e
il
male
che
minava
l
'
altra
,
aveva
forse
trovato
qualche
occulta
rispondenza
;
e
la
esclamazione
venutale
di
lancio
,
dal
cuore
,
diede
una
scossa
agli
amanti
.
Ella
recava
sempre
nei
colloquii
di
loro
una
nota
acre
,
un
presentimento
cupo
;
e
,
partiti
già
da
tempo
dietro
imagini
diverse
,
gagliarde
,
quali
le
imagini
d
'
amore
,
essi
eran
di
tanto
in
tanto
soprappresi
,
arrestati
e
torturati
dal
richiamo
aspro
della
fatidica
.
Emilia
la
fissò
con
un
'
interrogativa
di
mite
rimprovero
,
quasi
per
trattenerla
;
ma
ella
aveva
sentiti
gli
artigli
della
paura
Si
levò
in
piedi
,
senza
curar
la
presenza
del
Lascaris
,
che
,
rivolte
le
spalle
alla
finestra
,
seguiva
attento
l
'
atto
della
ragazza
.
irrequieta
.
-
Se
sapessi
di
dover
morire
fra
un
anno
,
non
so
che
cosa
farei
oggi
,
-
ella
continuò
intensamente
.
-
È
orribile
,
simile
dubbio
,
quando
la
vita
ci
dà
l
'
abitudine
di
pensar
sempre
all
'
avvenire
,
come
se
il
presente
non
contasse
....
Ecco
un
esempio
,
l
'
esempio
di
quella
giovane
,
che
non
ha
vissuto
,
che
non
ha
gioito
,
e
che
un
giorno
,
assai
presto
,
rimarrà
vittima
d
'
una
crisi
....
Povera
anima
!
Povera
bambina
!
Cesare
avvertì
uno
sguardo
supplichevole
d
'
Emilia
,
per
invitarlo
a
rassicurar
la
sorella
;
ma
egli
non
si
mosse
dalla
sua
posa
consueta
,
le
braccia
incrociate
al
petto
,
gli
occhi
freddi
sopra
Roberta
,
che
camminava
concitata
per
la
camera
....
-
Perdere
questa
bella
,
bella
vita
,
perdere
il
sole
,
perdere
questi
spettacoli
,
-
ella
aggiunse
,
delineando
un
gesto
verso
l
'
amplitudine
del
mare
e
dell
'
orizzonte
,
-
perdere
tutto
,
senza
aver
conosciuto
nulla
!
...
No
,
io
voglio
ancòra
vivere
,
dovunque
,
comunque
,
purchè
viva
;
non
è
cosa
umana
rassegnarci
al
destino
,
e
passare
così
,
quando
ancor
nessuno
ci
è
tanto
legato
da
poter
ricordarci
sempre
!
...
Perchè
se
morissi
io
oggi
,
chi
mi
ricorderebbe
fra
dieci
anni
?
...
Che
bene
ho
fatto
?
...
Che
cosa
sono
stata
?
...
Allora
,
vedendola
tutta
vibrare
di
nervosa
esaltazione
,
e
rilevando
un
nuovo
sguardo
angosciato
di
Emilia
,
Cesare
si
staccò
adagio
dalla
finestra
,
e
andò
incontro
a
Roberta
,
la
prese
dolcemente
per
un
braccio
,
e
fissàtole
negli
occhi
gli
occhi
imperativi
,
le
disse
:
-
Basta
,
signorina
.
Che
significano
queste
idee
?
Dove
le
ha
lette
?
...
È
guarita
,
è
forte
,
e
nulla
contrasta
il
suo
avvenire
....
Tutta
la
colpa
della
sua
tristezza
,
è
in
Lei
medesima
.
Sotto
lo
sguardo
attanagliante
dell
'
uomo
,
Roberta
parve
decadere
da
un
'
alta
allucinazione
;
il
colorito
le
si
diffuse
alle
guance
vivissimo
,
e
nel
punto
in
cui
Cesare
la
lasciava
,
ella
andò
a
sedersi
,
e
restò
a
capo
chino
,
umiliata
....
-
Suvvia
,
-
finì
il
Lascaris
con
un
sorriso
,
-
la
sua
povera
malata
guarirà
,
e
non
valeva
la
pena
di
trarre
deduzioni
pessimiste
contro
il
destino
....
Quale
comunanza
poi
,
Ella
abbia
con
l
'
epilettica
,
dall
'
età
infuori
,
io
non
saprei
;
e
l
'
età
è
poca
cosa
,
per
credere
che
se
quella
morisse
,
dovrebbe
morire
anche
Lei
....
Non
è
vero
?
Mi
dica
che
ho
ragione
,
...
Con
una
fievole
punta
d
'
ironia
,
egli
era
a
bella
posta
passato
al
di
là
de
'
suoi
diritti
;
s
'
era
compiaciuto
a
far
sentire
l
'
indulgenza
mordace
che
le
debolezze
di
Roberta
suscitavano
nel
suo
animo
,
quasi
le
debolezze
d
'
una
bimba
....
-
Sì
,
-
ella
rispose
a
voce
bassa
,
levando
infine
lo
sguardo
in
volto
a
Cesare
.
-
Ho
avuto
torto
.
Quello
spettacolo
mi
ha
tanta
commossa
!
E
per
sottrarsi
al
dominio
di
lui
,
corse
alba
sorella
,
che
la
ricevette
e
la
strinse
fra
le
braccia
.
-
Non
recarti
oltre
,
laggiù
,
-
disse
Emilia
con
dolcezza
.
-
Vi
andrò
io
,
se
vuoi
.
Tu
ti
lasci
troppo
impressionare
.
Innanzi
alle
due
giovani
riavvicinate
e
avvinte
,
le
quali
lo
guardavano
con
occhi
sì
diversamente
intensi
,
il
Lascaris
provò
ancòra
la
vampa
di
calda
sensualità
che
lo
bruciava
ormai
sempre
alla
vista
delle
due
sorelle
;
e
quell
'
entrare
di
un
tratto
nel
possesso
spirituale
di
Roberta
,
quell
'
impero
ch
'
egli
poteva
,
ch
'
egli
avrebbe
potuto
stendere
più
ampio
su
di
lei
,
col
diritto
del
medico
sull
'
ammalata
inconscia
,
gli
piacquero
e
lo
aizzarono
.
Un
fastidioso
silenzio
chiuse
la
rapida
scena
.
Cesare
stava
per
tôrre
commiato
,
quando
la
fanciulla
lo
prevenne
,
diede
un
bacio
a
Emilia
,
e
salutato
il
Lascaris
,
ridiscese
in
giardino
.
-
Nessuna
speranza
,
dunque
?
-
egli
ricominciò
non
appena
furono
soli
.
-
Non
parlerai
?
Emilia
era
tuttavia
circonfusa
dalla
tristezza
,
che
Roberta
sembrava
aver
lasciato
con
la
sua
assenza
.
-
Chi
oserebbe
parlare
?
-
rispose
.
-
Non
vedi
?
Non
capisci
?
È
crudelmente
ammalata
di
spirito
....
Chi
oserebbe
parlarle
,
in
simili
condizioni
?
-
Ammalata
di
spirito
?
-
ripetè
il
Lascaris
.
-
Io
ho
conosciuto
parecchie
fanciulle
,
le
quali
inghiottivano
il
sale
e
bevevan
l
'
aceto
,
nella
ingenua
speranza
di
morir
consunte
....
Sono
le
piccole
follìe
,
cui
poche
normalissime
si
sottraggono
;
sono
i
perturbamenti
dell
'
età
....
La
signorina
legge
forse
troppi
romanzi
.
-
Cesare
!
-
interruppe
Emilia
.
-
Non
posso
lasciarvi
parlare
così
di
Roberta
....
-
Legge
troppi
romanzi
,
-
proseguì
Cesare
pacatamente
,
nell
'
atto
che
riprendeva
la
canna
e
il
cappello
.
-
La
morte
è
sempre
descritta
nei
romanzi
con
un
lusso
di
particolari
falòtici
,
che
fanno
ridere
;
non
è
un
fenomeno
naturale
e
semplice
,
ma
una
trovata
dello
scrittore
,
una
punizione
d
'
Iddio
,
una
giustizia
degli
uomini
,
uno
scioglimento
di
qualche
terrifico
dramma
,
che
diversamente
non
sarebbe
mai
più
finito
....
Questo
ha
turbato
la
fantasia
di
tua
sorella
,
e
una
contadinotta
qualunque
non
può
patir
di
capogiro
,
senza
che
la
signorina
ne
preveda
la
morte
e
le
esequie
....
E
noi
,
qui
ad
attendere
che
i
fantasmi
passino
,
mentre
andranno
sempre
rinnovandosi
poichè
non
sono
formazioni
esterne
e
occasionali
,
ma
flora
indigena
,
creazioni
caratteristiche
del
suo
cervello
....
.
-
Cesare
!
...
Cesare
!
...
Cesare
!
...
-
esclamò
nuovamente
la
donna
,
su
tre
tòni
diversi
.
-
Non
vi
avrei
supposto
tanta
ingenerosità
....
Essa
è
malata
....
-
Addio
,
Emilia
,
-
egli
rispose
,
prendendole
ambo
le
mani
.
-
Cercate
di
non
farmi
ricordare
quanto
può
un
uomo
che
vuole
....
Cercate
di
parlarle
....
O
le
parlerò
io
,
benchè
non
abbia
su
di
lei
autorità
alcuna
.
Una
maschera
di
sarcasmo
gli
era
scesa
sul
volto
,
e
traverso
le
frigide
parole
di
lui
sembrava
minacciare
qualche
imprevedibile
ribellione
.
Emilia
non
consentì
alla
stretta
delle
sue
mani
;
e
lo
lasciò
partire
,
pensando
che
non
lo
conosceva
,
che
in
fondo
al
cuore
dell
'
uomo
doveva
giacere
una
malvagità
sottile
,
una
acerba
indifferenza
per
i
mali
altrui
.
Forse
,
tutto
ciò
ch
'
egli
era
apparso
fino
allora
,
poteva
essere
stato
frutto
d
'
ipocrisia
,
di
quella
ipocrisia
non
volgare
,
cui
la
lotta
medesima
suggerisce
e
insegna
....
Certo
,
il
sarcasmo
,
il
lieve
disprezzo
per
Roberta
e
probabilmente
per
lei
stessa
,
rivestivano
i
suoi
lineamenti
arguti
meglio
assai
delle
altre
espressioni
delle
quali
il
volto
mobilissimo
di
Cesare
era
capace
.
Quando
fu
a
'
piedi
della
scalinata
marmorea
,
egli
scorse
Roberta
china
sopra
un
cespo
di
gaggìa
,
da
cui
staccava
a
uno
a
uno
i
granelli
dorati
e
fragranti
,
serrandoli
nel
cavo
della
mano
.
Cesare
avrebbe
voluto
scansarla
;
ma
ella
avvertì
il
passo
,
lasciò
la
sua
leggiadra
occupazione
,
e
andò
incontro
al
Lascaris
.
-
Ascolti
,
-
gli
disse
.
-
Le
grida
giungono
fin
qui
....
L
'
ammalata
è
nel
rustico
....
Vada
,
vada
a
vederla
....
Veramente
,
grida
non
s
'
udivano
,
e
il
silenzio
non
era
interrotto
se
non
da
un
canto
acutissimo
sulla
strada
,
un
canto
lamentoso
e
azzurro
,
che
i
popolani
liguri
trascinano
in
note
di
falsetto
.
-
Sarebbe
indelicatezza
verso
l
'
amico
mio
dottor
Noli
,
-
osservò
Cesare
annoiato
.
-
Non
v
'
è
pericolo
,
non
ve
n
'
è
affatto
....
E
,
d
'
altra
parte
,
io
non
rappresento
nulla
;
sono
il
signor
Lascaris
,
un
passante
,
un
villeggiante
qualunque
.
Da
due
anni
,
lo
sa
,
ho
lasciato
la
carriera
....
Il
mio
intervento
non
può
essere
scusato
se
non
da
casi
eccezionali
.
-
Ero
dunque
ben
gravemente
ammalata
,
quando
Lei
è
venuto
a
visitarmi
la
prima
volta
?
-
chiese
Roberta
con
una
triste
lentezza
.
S
'
erano
fermati
poco
lungi
dalla
villa
,
sul
principio
del
viale
che
digradava
fino
alla
verde
cancellata
;
ed
Emilia
udiva
le
loro
voci
,
senza
afferrar
le
parole
....
Ricordò
allora
,
la
donna
,
la
dubbia
frase
dell
'
amante
:
"
Di
quale
animo
devo
impadronirmi
?
Del
tuo
,
o
dell
'
animo
di
tua
sorella
?
"
Un
malefico
intento
di
torturar
la
fanciulla
nacque
sùbito
nello
spirito
affaticato
dell
'
uomo
;
e
invece
di
protestare
,
di
confortare
,
di
toglierle
ogni
apprensione
sulla
malattia
d
'
ieri
,
che
poteva
essere
la
malattia
di
domani
,
egli
non
rispose
motto
,
e
finse
l
'
impaccio
di
chi
cerca
una
benevola
menzogna
.
Gli
fiammeggiava
in
mente
la
sensazione
da
lui
medesimo
definita
:
"
Con
una
parola
potrei
forse
ucciderti
"
e
la
parola
stava
per
iscattare
,
rovesciando
ai
suoi
piedi
la
giovane
dritta
e
titubante
.
Ma
fu
tosto
,
ridestato
dall
'
incubo
.
-
Abbiamo
una
giornata
ideale
,
-
egli
disse
.
-
Perchè
non
esce
a
passeggio
?
Le
gioverebbe
assai
più
che
occuparsi
di
quella
ragazza
.
-
Se
ero
tanto
malata
,
come
posso
essere
guarita
d
'
un
tratto
?
-
soggiunse
Roberta
,
allentando
il
pugno
e
lasciandosi
sfuggire
i
grani
odorosi
della
gaggìa
.
-
E
perchè
Lei
m
'
illude
?
Aveva
nella
voce
qualche
cosa
umile
e
paziente
,
qualche
cosa
forse
anco
vile
e
trepida
,
non
mai
udita
da
Cesare
nelle
domande
di
lei
.
Ella
era
innanzi
al
giudice
,
al
quale
voleva
carpire
per
insidia
la
sentenza
intima
e
sepolta
.
Studiava
d
'
avvicinarsi
alla
verità
,
fingendo
una
rassegnazione
consapevole
;
ma
sotto
alla
scaltra
indagine
,
il
terrore
,
l
'
angoscia
istintiva
della
giovanezza
per
la
tenebra
eterna
,
vibravano
.
Pur
di
assaporare
la
vita
,
il
sole
,
la
felicità
d
'
una
lunga
dimane
,
la
vergine
intatta
nel
corpo
e
monda
nel
pensiero
,
si
sarebbe
macchiata
di
qualunque
impudicizia
;
colui
che
avesse
potuto
offrirle
la
salvezza
,
avrebbe
imprigionato
la
fanciulla
in
una
schiavitù
senza
limiti
,
per
sempre
.
O
forse
,
rispondendo
alla
visione
che
balenava
qualche
volta
alla
mente
di
Cesare
,
fors
'
ella
si
sarebbe
gettata
ai
piaceri
con
la
fame
avida
di
chi
vuol
tutto
conoscere
in
breve
giro
di
tempo
,
con
la
febbre
di
chi
alle
spalle
intende
il
galoppo
macabro
.
-
Che
cosa
posso
dirle
più
di
quanto
non
Le
abbia
detto
?
-
egli
rispose
freddamente
.
-
Io
non
ho
mai
incontrato
anima
meno
fiduciosa
...
!
Ella
turba
la
pace
d
'
una
persona
che
le
è
cara
,
e
rattrista
un
'
esistenza
che
non
le
appartiene
....
Si
mosse
per
allontanarsi
,
e
già
s
'
era
incamminato
,
quando
la
voce
di
Roberta
lo
richiamò
tenera
e
sommessa
:
-
Almeno
,
mi
saluti
,
-
diceva
.
-
Almeno
,
mi
saluti
....
Un
'
altra
fanciulla
,
Cesare
vide
venirgli
incontro
,
nell
'
animo
della
quale
le
parole
di
lui
secche
,
brevi
,
imperiose
,
avevano
prodotto
la
reazione
.
Gli
veniva
incontro
Roberta
,
il
volto
irradiato
da
un
lampo
di
gioia
riconoscente
;
bella
di
fiducia
,
a
testa
alta
,
con
la
mano
tesa
,
ormai
sulla
via
della
schiavitù
assoluta
,
per
quanto
piccola
sicurezza
di
bene
egli
avesse
potuto
offrirle
.
-
Addio
,
fantastica
!
-
Cesare
disse
,
stringendo
quella
mano
,
la
quale
già
rispondeva
alla
sua
stretta
con
qualche
abbandono
femminile
.
-
Addio
,
dottore
!
-
ella
replicò
,
mettendo
in
quell
'
appellativo
un
arcano
senso
di
devozione
e
di
fede
.
Allora
,
veramente
,
l
'
ululo
della
epilettica
lacerò
l
'
aria
,
rompendosi
in
un
sèguito
di
singulti
barbari
.
Cesare
fissò
in
viso
Roberta
;
ma
questa
gli
sorrideva
ancòra
,
e
tutta
colma
di
speranze
egoistiche
,
non
aveva
udito
.
XVI
.
-
Se
lei
volesse
mandarci
il
fidanzato
di
sua
sorella
....
-
pregò
la
vecchia
.
Roberta
,
incamminata
per
uscir
dalla
casupola
,
si
volse
bruscamente
.
-
Il
fidanzato
di
mia
sorella
?
-
ripetè
.
-
Che
cosa
dite
?
-
Sì
,
quel
signore
,
il
medico
che
viene
tutt
'
i
giorni
dalle
Signorie
Vostre
....
La
fanciulla
s
'
abbrancò
allo
stipite
per
non
vacillare
;
e
rispose
,
impallidendo
:
-
Va
bene
,
glielo
dirò
.
Poscia
si
fece
forza
,
e
uscita
rapida
in
giardino
,
entrò
in
casa
,
risalì
nella
sua
camera
.
Non
aveva
trovato
energia
per
protestare
.
Cesare
Lascaris
,
agli
occhi
di
quei
contadini
,
era
il
fidanzato
d
'
Emilia
;
probabilmente
,
anche
agli
occhi
delle
cameriere
,
agli
occhi
di
chiunque
avesse
voluto
spiegar
l
'
assiduità
del
giovane
presso
le
due
sorelle
.
E
fidanzato
era
certo
l
'
eufemismo
che
significava
l
'
amante
.
In
tal
modo
,
Roberta
veniva
punita
della
sua
pietà
;
poichè
dal
giorno
della
crisi
,
quotidianamente
s
'
era
recata
a
visitar
l
'
epilettica
.
Nella
famiglia
de
'
massai
,
tutti
piagnucolavano
,
per
l
'
ereditaria
viltà
delle
razze
inferiori
;
e
tutti
s
'
occupavano
,
guadagnavano
,
spendevano
avaramente
;
tenevano
a
fitto
la
terra
circostante
alla
villa
,
facevan
da
procaccia
tra
il
paese
e
Genova
,
lavoravan
da
falegname
;
e
tutti
piagnucolavano
.
Pareva
che
il
lamentìo
sommesso
della
schiatta
si
fosse
impersonato
nell
'
avolo
,
un
vecchio
d
'
ottantatrè
anni
,
curvo
e
disseccato
;
il
quale
non
moveva
piede
,
non
si
poneva
a
sedere
,
non
girava
lo
sguardo
,
non
s
'
appoggiava
alla
lunga
canna
,
senza
trarre
dal
petto
concavo
un
lagno
querulo
e
abitudinario
.
Roberta
s
'
era
lasciata
cogliere
,
e
portava
cibo
,
vesti
,
danaro
.
Vigilava
con
gli
occhi
inteneriti
la
scialba
fanciulla
,
che
non
sembrava
notarla
mai
al
suo
fianco
.
E
scorrendo
quasi
l
'
intera
giornata
in
quella
casupola
,
tanto
malinconiosa
da
non
credersi
piantata
come
la
villa
a
oriente
di
una
vaghissima
costiera
,
-
Roberta
intendeva
di
tempo
in
tempo
qualche
allusione
,
o
coglieva
qualche
sorriso
,
che
le
riuscivano
strani
e
la
facevan
pensare
.
Senza
dubbio
,
lievi
cose
;
ma
l
'
animo
di
lei
,
dopo
aver
lavorato
nella
vacuità
del
sospetto
,
era
avido
ormai
d
'
indizii
,
e
cercava
inconsapevole
una
traccia
,
una
guida
,
purchè
fosse
.
-
È
il
cane
del
diavolo
,
cotesto
,
-
diceva
la
massaia
,
accenando
Nero
,
che
andava
a
scodinzolare
presso
la
fanciulla
.
-
Abbaia
sempre
..
Vossignoria
non
l
'
ode
,
qualche
volta
?
...
Sveglia
tutti
quanti
,
la
notte
....
Ma
....
,
di
guardia
!
...
Oh
,
se
è
di
guardia
!
Quando
urla
,
sa
perchè
....
Vien
qua
,
Nero
!
...
Eh
,
gli
piacciono
i
signori
!
I
signori
,
li
rispetta
....
Sorrideva
,
d
'
un
sorriso
decisamente
sciocco
;
ma
non
sorrideva
con
lo
sguardo
,
irresoluto
,
fuggevole
;
e
il
piccolo
corpo
secco
e
magro
della
femmina
pareva
allungarsi
;
e
il
collo
s
'
allungava
di
certo
,
aiutando
la
voce
senile
che
fischiava
il
polifono
dialetto
ligure
.
-
Una
notte
,
perfino
,
mio
marito
è
dovuto
scendere
a
vedere
....
Nero
abbaiava
....
Come
abbaiava
forte
!
...
Ma
sapeva
perchè
....
C
'
era
qualcuno
in
giardino
....
-
Qualcuno
,
di
notte
?
-
esclamò
Roberta
.
-
Chi
,
dunque
?
-
Eh
,
qualcuno
!
-
ripetè
l
'
altra
,
seguitando
il
suo
ghigno
melenso
.
-
Un
ladro
,
un
vagabondo
,
senza
dubbio
....
-
Eh
no
,
un
ladro
...
!
Qualcuno
,
insomma
....
Basta
:
quando
Nero
abbaia
,
sa
perchè
....
Ma
Roberta
,
guidata
da
una
bieca
luce
improvvisa
,
aveva
voluto
sapere
,
aveva
insistito
,
per
combinar
la
data
del
trascurabile
episodio
con
un
certo
suo
ricordo
,
esso
pure
,
fino
a
quel
giorno
,
trascurabile
.
Poi
,
avvistasi
della
curiosità
feroce
cui
si
dava
in
pascolo
,
sentì
una
nausea
violenta
,
troncò
l
'
interrogatorio
,
gettando
alla
femmina
un
involto
che
le
aveva
portato
.
E
non
essendo
riuscita
a
definir
tuttavia
se
la
fanciulla
avesse
compreso
o
non
avesse
avuto
bisogno
di
comprendere
,
la
femmina
aveva
allora
tentato
il
colpo
maestro
,
fingendo
l
'
ingenuità
:
-
Se
la
Signoria
Vostra
ci
mandasse
il
fidanzato
di
sua
sorella
....
Roberta
uscì
rapida
in
giardino
,
entrò
in
casa
,
risalì
nella
sua
camera
.
Ella
aveva
toccato
il
colpo
,
quasi
piegando
sopra
sè
medesima
;
e
avvertiva
lo
scatenarsi
d
'
un
gran
male
fisico
,
non
diversamente
che
ne
'
suoi
giorni
di
terrore
.
Il
fatto
prendeva
nella
imaginazione
mobile
e
ignara
della
giovanetta
le
proporzioni
d
'
un
delitto
,
del
quale
sua
sorella
,
la
sua
Emilia
,
si
fosse
macchiata
.
Ella
ritrovava
nella
mente
la
figura
incomparabile
della
donna
,
chiusa
in
una
leggera
vestaglia
con
gran
collare
alla
Stuart
,
i
capelli
crespi
snodati
e
lunghi
fino
oltre
le
reni
;
bella
,
giovane
,
fresca
,
esultante
per
una
delizia
attesa
;
e
finta
,
simularda
,
egoista
come
tutti
i
felici
....
Era
entrata
nella
camera
di
Roberta
;
cosa
strana
,
non
mai
avvenuta
prima
;
e
aveva
rassicurato
la
fanciulla
,
nervosa
per
l
'
abbaiare
,
anche
strano
,
di
Nero
;
l
'
aveva
così
caramente
ripresa
delle
sue
inquietudini
;
le
aveva
imposto
le
care
mani
sul
volto
,
l
'
aveva
addormentata
.
E
un
uomo
,
nel
giardino
,
stava
ad
aspettarla
!
Perchè
non
si
poteva
nutrir
dubbio
;
e
l
'
aneddoto
narrato
dalla
vecchia
,
rispondeva
benissimo
alla
maraviglia
interrogativa
onde
Roberta
era
stata
colpita
quella
notte
.
In
giardino
?
La
donna
era
scesa
in
giardino
,
con
la
vestaglia
piena
di
fruscìo
,
coi
capelli
snodati
?
Il
cuore
di
Roberta
cominciò
a
battere
violentemente
.
Ricoveratasi
nella
camera
,
era
corsa
al
cassettone
,
vi
aveva
appoggiato
i
gomiti
,
e
secondo
l
'
abitudine
delle
sue
ore
meditative
,
vi
era
rimasta
,
guardandosi
nello
specchio
,
a
pensare
....
Una
vampata
calda
di
sangue
le
affluì
al
volto
....
In
giardino
era
avvenuto
il
convegno
?
Non
poteva
dubitarne
;
non
osava
,
benchè
tale
convegno
non
fosse
verosimile
,
con
quell
'
abbigliamento
,
col
pericolo
di
essere
uditi
....
Ma
dell
'
abbigliamento
ella
sapeva
alcuni
particolari
,
i
quali
ritornatile
alla
memoria
,
le
avevan
chiamato
tutto
il
sangue
al
volto
.
Sotto
la
vestaglia
,
sua
sorella
era
indifesa
....
Dunque
,
mentre
Roberta
credeva
sè
medesima
ed
Emilia
serrate
in
un
inviolabile
cerchio
di
sventura
,
la
donna
aveva
spezzato
il
cerchio
,
n
'
era
uscita
,
abbandonando
la
fanciulla
alle
sue
angosce
,
al
suo
male
,
a
'
suoi
spettri
....
La
voce
della
giovanezza
l
'
aveva
chiamata
all
'
amore
.
E
la
parola
magica
sfolgorò
un
gran
raggio
,
passando
traverso
la
mente
di
Roberta
;
a
lungo
fu
assorta
nella
contemplazione
del
mistero
,
non
diversa
dalla
femminetta
innanzi
al
Tabernacolo
,
timorosa
della
maestà
del
luogo
e
impaziente
di
varcarne
la
soglia
,
per
essere
inondata
di
luce
.
L
'
amore
,
alle
giovani
veniva
carico
di
promesse
,
ricco
di
secrete
e
di
palesi
delizie
,
invitto
di
superba
possanza
nel
ridente
aspetto
d
'
Iddio
;
e
nulla
aveva
più
senso
,
nulla
aveva
più
forza
,
nulla
poteva
essere
d
'
indugio
o
d
'
ostacolo
alla
sua
via
trionfale
.
Era
l
'
Iddio
eternamente
pagano
;
l
'
agile
sua
navicella
varcava
insommergibile
gli
oceani
del
tempo
,
sfidava
tutte
le
tempeste
....
A
lei
,
forse
,
povera
,
di
sangue
,
attanagliata
fra
le
branche
del
male
senza
pietà
,
a
lei
non
doveva
giungere
l
'
amore
;
non
mai
avrebbe
avuto
potere
di
strapparla
alla
sua
vita
letargica
,
di
lanciarla
nelle
spire
della
passione
,
di
farle
obliare
i
presentimenti
sconsolati
....
-
Ebbene
?
-
disse
Emilia
,
aprendo
la
porta
.
-
Che
fai
lì
,
tutta
sola
?
Roberta
sussultò
,
ritraendosi
,
e
guardando
la
sorella
.
Vestiva
Emilia
un
abito
chiaro
,
largo
di
gonne
,
aggraziato
e
snellissimo
di
busto
;
portava
un
cappello
di
paglia
con
qualche
piuma
;
attraverso
il
veletto
,
gli
occhi
splendevano
e
le
labbra
apparivano
tumide
,
ingranate
.
-
Niente
,
-
rispose
la
fanciulla
,
sentendosi
ancor
tremare
.
-
Tu
esci
?
-
Andrò
alla
marina
,
un
poco
....
,
verso
Nervi
....
Roberta
notò
che
Emilia
non
la
fissava
negli
occhi
,
e
le
sembrò
di
avvertire
che
un
debole
rossore
salisse
alla
fronte
della
donna
.
Ebbe
una
stranissima
pietà
per
il
lieve
impaccio
di
lei
;
ebbe
lo
stranissimo
bisogno
d
'
aiutarla
a
mentire
.
-
Va
,
-
disse
.
-
È
una
magnifica
giornata
....
Avrai
forse
un
po
'
d
'
emicrania
?
-
Sì
,
un
po
'
d
'
emicrania
,
-
confermò
Emilia
.
-
Vado
;
l
'
aria
mi
farà
bene
.
Addio
,
cara
.
-
Addio
.
E
in
preda
sempre
al
desiderio
d
'
aiutarla
,
Roberta
si
mosse
,
andò
a
posare
un
piccolo
bacio
sulla
fronte
della
donna
,
e
stringendone
la
mano
,
le
sorrise
.
Dall
'
orrore
temerario
,
decadeva
quasi
alla
complicità
;
dallo
sdegno
,
si
sentiva
repentemente
portata
all
'
occulta
simpatia
.
Non
riusciva
a
comprendere
ella
medesima
come
le
fosse
mancato
ogni
impeto
di
rivolta
.
Il
suo
cuore
stava
muto
;
nulla
che
significasse
lo
sfacelo
d
'
un
sogno
,
il
precipitare
d
'
un
'
illusione
;
l
'
abbandono
d
'
Emilia
la
lasciava
fredda
....
Di
più
;
ascoltando
bene
il
cuore
bizzarro
,
una
voce
pareva
sorgerne
:
"
Sono
libera
anch
'
io
;
debbo
anch
'
io
procedere
sola
,
vivere
una
vita
mia
,
cercare
altrove
la
mia
strada
.
"
Ella
volse
in
giro
lo
sguardo
.
Come
aveva
potuto
credere
che
l
'
esistenza
intera
fosse
racchiusa
fra
le
quattro
pareti
della
sua
cameretta
?
Andò
a
sedere
sul
divano
,
facendosi
posto
tra
i
libri
ch
'
erano
stati
i
soli
confidenti
delle
sue
speranze
tumultuose
;
e
appoggiato
il
capo
alla
spalliera
,
partì
con
l
'
anima
dietro
una
selvaggia
orda
di
visioni
,
afferrando
di
tempio
in
tempo
il
filo
d
'
un
ragionamento
seguìto
,
e
sùbito
riperdendolo
tra
la
baraonda
.
Quanto
era
stata
ingenua
!
...
Da
più
mesi
,
sua
sorella
amava
;
sua
sorella
godeva
le
squisitezze
d
'
un
sentimento
immortale
,
ed
ella
,
Roberta
,
l
'
aveva
supposta
ancòra
meschinamente
chiusa
nelle
abitudini
quotidiane
!
Ella
,
Roberta
,
s
'
era
lasciata
sfuggire
una
infinità
d
'
indizii
preziosi
,
che
ora
le
tornavano
ad
uno
ad
uno
,
col
loro
significato
certo
;
e
v
'
era
stato
bisogno
che
una
contadina
maligna
l
'
avviasse
,
quasi
facendo
i
nomi
,
quasi
offrendo
le
date
!
Mentre
il
fatto
era
così
manifesto
,
che
Cesare
Lascaris
aveva
tentato
addormentare
i
sospetti
,
traendola
a
un
'
amicizia
bonaria
,
fanciullesca
,
mostrandosi
di
lei
più
sollecito
che
di
Emilia
.
Sarebbe
rimasta
sola
.
Era
ricca
;
da
tempo
,
ella
poteva
disporre
liberamente
della
propria
agiatezza
,
e
alla
sua
inesperta
fantasia
,
l
'
indipendenza
materiale
sembrava
il
càrdine
d
'
una
grande
felicità
.
Aveva
cancellato
d
'
un
tratto
le
figure
dei
due
amanti
,
e
si
fingeva
sola
.
Innanzi
alla
finestra
,
fissando
le
acque
sterminate
,
col
mobilissimo
luccichìo
solare
,
pensava
:
"
Tutto
ciò
mi
è
indifferente
;
tutto
ciò
non
ha
ancòra
senso
per
me
.
In
questo
decembre
,
Milano
,
la
città
,
i
teatri
,
le
feste
,
mi
sarebbero
assai
più
cari
.
Io
sono
sola
,
e
non
posso
godere
cotesto
spettacolo
magnifico
,
ma
eterno
e
pieno
di
silenzio
.
No
;
v
'
è
qualche
cosa
pronta
e
facile
,
nella
vita
,
che
io
non
conosco
:
io
non
conosco
i
sodisfacimenti
dell
'
ambizione
,
la
delizia
di
sentirsi
ammirata
,
il
gaudio
d
'
essere
libera
,
padrona
d
'
oggi
,
di
domani
,
arbitra
di
restare
o
di
partire
....
Sono
bella
?
"
-
Tornò
allo
specchio
,
e
interrogò
la
propria
imagine
,
un
poco
pallida
,
con
gli
occhi
febbrili
,
i
capelli
biondi
e
arruffati
.
"
Potrò
essere
elegante
....
Ma
perchè
non
soffro
?
Mio
Dio
,
perchè
non
soffro
?
Non
amo
più
Emilia
?
Ci
siamo
ingannate
ambedue
,
forse
,
imponendoci
una
schiavitù
senza
ragione
.
Le
sorelle
non
si
amano
come
noi
volevamo
amarci
,
chiusi
gli
occhi
a
tutto
quanto
non
fosse
del
nostro
affetto
....
Emilia
se
n
'
è
avveduta
la
prima
.
Presto
,
ella
dovrà
parlarmi
e
confessarsi
:
io
la
stringerò
fra
le
braccia
e
le
dirò
ch
'
ella
è
libera
,
che
noi
siamo
libere
.
Poi
,
comincerò
a
vivere
sola
,
per
me
stessa
,
d
'
una
vita
elegante
....
"
-
E
,
poichè
era
sempre
la
fanciulla
angariata
e
attratta
dai
sogni
un
po
'
umoristici
del
romanticismo
,
perdette
ogni
nozione
della
realtà
,
cominciò
a
imaginare
il
mondo
alla
stregua
delle
sue
fantasie
.
Vide
luce
,
molta
luce
sulla
strada
dell
'
avvenire
,
e
vide
sè
medesima
incedere
tra
quei
nimbi
aurati
,
vergine
superba
e
intatta
.
Curva
su
gli
abissi
della
disperazione
,
non
aveva
mai
pensato
all
'
amore
;
e
lo
scoperto
amore
d
'
Emilia
prendeva
un
significato
di
giocondo
auspicio
anche
per
lei
.
Aveva
creduto
morire
,
mentre
non
si
moriva
alla
sua
età
;
aveva
paventato
che
l
'
amore
non
fosse
mai
per
giungere
,
e
sarebbe
giunto
a
tutte
.
Ella
avrebbe
saputo
farsi
amare
ed
esser
fedele
quanto
una
schiava
;
le
sue
gioie
,
le
sue
sciagure
,
si
sarebbero
confuse
con
un
altro
destino
,
nell
'
ora
dell
'
incontro
.
Questi
pensieri
andò
volgendo
,
su
questi
pensieri
variando
in
gradazioni
infinite
.
Respirava
come
un
'
assetata
d
'
aria
pura
in
una
pinnacolata
selva
di
balsamifere
.
Alcuni
giorni
squallidi
ed
inutili
seguirono
,
di
cui
Natura
non
dava
credito
;
li
contava
buoni
sulla
bilancia
,
e
li
avrebbe
fatti
pagar
con
la
morte
.
Il
giuoco
di
Cesare
Lascaris
appariva
ormai
così
semplice
agli
occhi
di
Roberta
,
ch
'
ella
si
stupiva
di
non
averlo
compreso
avanti
;
e
docile
alla
solidarietà
istintiva
per
la
sorella
,
per
la
donna
innamorata
,
-
pur
rilevando
ad
ogni
poco
un
cenno
,
uno
sguardo
,
un
fatto
,
i
quali
sempre
le
erano
prima
sembrati
differenti
,
-
si
prestava
all
'
inganno
.
Le
piaceva
ridere
;
perdeva
la
sensibilità
onde
aveva
trovato
tutt
'
i
giorni
un
argomento
di
dolore
:
la
fanciulla
irriflessiva
era
risorta
.
Non
mai
amicizia
le
era
parsa
più
saporosa
che
quella
di
Cesare
Lascaris
,
dell
'
uomo
caro
alla
sorella
sua
,
destinato
ad
avviar
l
'
esistenza
dell
'
una
e
dell
'
altra
verso
la
strada
piena
di
luce
.
Egli
le
avrebbe
tolte
al
malaticcio
incubo
del
reciproco
obbedire
,
legando
a
sè
la
vita
d
'
Emilia
,
liberando
Roberta
di
fronte
all
'
indomani
.
Già
aveva
liberato
questa
dal
fantasma
della
morte
precoce
;
già
la
sua
prima
apparizione
in
casa
loro
era
stata
salutare
,
provvidenziale
.
Roberta
gli
doveva
la
vita
,
e
più
che
la
vita
,
la
fede
;
e
più
che
la
fede
,
l
'
avvicinamento
insperato
d
'
un
sogno
.
Perchè
dalla
nuova
sorte
d
'
Emilia
,
scaturiva
naturale
che
Roberta
sarebbe
rimasta
sola
,
intutelata
,
arbitra
di
tutta
sè
medesima
.
Tali
vertiginose
mutazioni
s
'
eran
fatte
manifeste
.
L
'
istante
venne
,
in
cui
Cesare
sentì
che
il
cuore
della
giovinetta
era
colmo
di
gratitudine
,
e
ch
'
egli
aveva
imprigionato
la
fanciulla
in
una
schiavitù
senza
limiti
,
per
sempre
.
Ancòra
lontana
,
l
'
idea
dell
'
amore
;
limpido
,
il
sentimento
di
lei
;
ma
ella
era
entrata
nello
stadio
più
favorevole
alla
suggestione
,
quando
l
'
anima
femminile
si
confida
,
e
dall
'
uomo
aspetta
la
parola
che
la
calmi
o
che
la
inciti
.
Se
Cesare
si
fosse
lasciato
trascinare
a
posar
le
labbra
sulla
bocca
di
Roberta
,
ella
non
si
sarebbe
opposta
,
concedendo
senza
sapere
,
forse
come
tributo
d
'
obbedienza
,
in
un
oblio
fulmineo
.
Dopo
,
e
invano
,
sarebbe
venuto
lo
sguardo
tragico
,
pazzo
,
col
quale
le
fanciulle
sedotte
si
risvegliano
dalla
colpa
.
Cesare
palesavasi
finalmlente
a
Roberta
nel
fàscino
dell
'
uomo
freddo
;
ella
scopriva
d
'
aver
creduto
a
lui
solo
,
d
'
avere
sperato
solo
per
opera
di
lui
;
non
alcun
altro
medico
,
non
Emilia
avevano
osato
irridere
alle
sue
paure
,
al
suo
presentire
,
a
'
suoi
vaticinii
puerili
.
Nessuno
al
mondo
l
'
aveva
avvicinata
con
tanta
familiarità
;
a
lui
nemmeno
era
balenato
il
pensiero
d
'
adularla
;
il
motto
piacevole
e
comune
,
la
lusinga
piccola
,
la
meschina
frasuccia
erangli
ignote
.
L
'
aveva
presa
,
collocata
più
alta
delle
convenzioni
,
dominata
per
maschia
semplicità
,
combattuta
e
salva
.
Tutto
ciò
,
nello
spirito
di
Roberta
,
aveva
prodotto
un
'
eco
lenta
,
che
saliva
a
poco
a
poco
,
ma
tenace
e
prolungata
;
così
come
gli
indizii
dell
'
amore
di
Cesare
per
Emilia
erano
stati
torpidi
a
collegarsi
nello
spirito
di
lei
,
e
poi
a
poco
a
poco
le
si
erano
svelati
agli
occhi
della
mente
con
una
logica
sicura
.
E
alla
sua
ammirazione
anche
la
conquista
d
'
Emilia
giungeva
quale
argomento
.
La
donna
pareva
scusare
la
giovanetta
;
la
donna
aveva
tutto
dimenticato
;
era
scesa
nel
giardino
,
formidabile
di
ombra
,
a
notte
alta
.
Roberta
ammirava
il
romanticismo
di
quel
colloquio
,
dell
'
amore
che
a
quel
colloquio
aveva
concluso
;
e
comprendendo
che
le
vicissitudini
del
dramma
dovevano
essere
state
per
la
giovane
altrettante
ore
di
dubbio
,
d
'
angoscia
,
forse
di
rammarichi
,
la
fanciulla
fu
tutta
nuova
intorno
a
lei
...
-
È
strano
,
-
osservò
Emilia
,
un
di
quei
giorni
,
a
Cesare
.
-
In
mia
sorella
non
trovate
nulla
di
mutato
?
Vi
pare
ch
'
ella
tema
?
Non
l
'
ho
vista
mai
così
affettuosa
,
in
nessun
tempo
....
Mi
parla
con
dolcezza
,
mi
ascolta
con
devozione
,
mi
circonda
di
cure
gentili
....
Accennò
presso
all
'
uomo
,
sopra
lo
scaffale
da
ninnoli
,
una
leggiadra
statuetta
eburnea
,
rappresentante
Diana
in
atto
di
scoccar
la
freccia
,
un
grosso
cane
avido
ed
intento
al
suo
fianco
.
-
Ecco
:
ieri
è
andata
a
Genova
e
n
'
è
tornata
con
codesta
piccola
statua
d
'
avorio
,
ch
'
io
desiderava
....
Quel
mazzo
di
rose
sulla
tavola
,
è
stato
colto
e
messo
insieme
da
lei
;
è
il
suo
regalo
d
'
ogni
mattina
....
V
'
è
,
infine
,
un
mutamento
senza
causa
,
che
mi
turba
....
Non
avete
notato
nulla
?
-
È
ancòra
triste
?
-
domandò
Cesare
.
-
No
,
non
è
più
triste
.
Poco
fa
,
mi
diceva
che
vuole
andare
a
Parigi
;
ella
sogna
Parigi
,
come
potrebbe
sognarla
una
bambina
,
la
quale
non
sappia
che
cosa
sia
una
città
.
Ma
una
volta
,
io
aveva
parte
a
'
suoi
disegni
;
ora
mi
dimentica
,
parla
di
sè
,
quasi
volesse
andare
a
Parigi
sola
....
Poi
,
vi
sono
altre
cose
inesplicabili
....
Non
vi
sembra
,
ad
esempio
,
che
da
qualche
tempo
moltiplichi
le
sue
assenze
e
le
prolunghi
?
Appena
giungete
voi
,
trova
un
pretesto
per
allontanarsi
.
Mentre
la
donna
parlava
,
Cesare
andava
mentalmente
enumerando
i
segni
delle
mutazioni
che
in
Roberta
aveva
egli
pure
afferrato
;
e
sopra
tutti
,
certi
sguardi
fissi
,
poco
meno
che
affettuosi
e
caldi
,
i
quali
venivano
a
lui
dall
'
amica
incapace
a
simulare
;
e
ancòra
meglio
,
la
sommissione
timida
che
impediva
a
Roberta
di
rifarsi
alla
confidenza
,
una
volta
così
audace
,
con
Cesare
.
-
Chi
può
indagare
il
significato
d
'
un
capriccio
?
-
egli
disse
.
-
Forse
noi
diamo
troppo
peso
alle
variabilità
del
suo
umore
;
e
aspettando
,
ci
torturiamo
.
Suvvia
,
Emilia
,
bisogna
affrontar
gli
ostacoli
,
d
'
un
colpo
,
e
uscire
da
queste
incertezze
,
che
non
muteranno
nulla
,
poichè
io
non
rinunzierò
mai
a
te
....
Dovessi
commettere
la
più
strana
follìa
,
dovessi
spingere
il
mio
diritto
fino
alla
crudeltà
,
non
esiterei
....
Io
ti
amo
,
e
il
mio
diritto
è
divino
.
Egli
aveva
meditato
in
quei
giorni
,
e
il
terrore
della
solitudine
,
che
non
ha
grida
,
ma
risuona
dentro
l
'
anima
in
vibrazioni
echeggianti
,
lo
prendeva
d
'
un
tratto
....
Egli
soffriva
la
responsabilità
della
propria
solitudine
;
non
aveva
mai
saputo
meritarsi
una
pronta
amicizia
,
un
tenero
amore
,
una
commovente
solidarietà
.
Non
aveva
saputo
esser
nulla
fra
le
energie
simpatiche
le
quali
attraggono
;
era
stato
piuttosto
,
quando
per
fatalità
,
quando
per
orgoglio
o
per
indifferenza
,
era
stato
un
'
energia
repulsiva
,
un
solitario
,
un
egoista
,
un
nomade
,
un
parassita
,
che
gode
la
civiltà
e
la
disprezza
,
che
ha
bisogno
degli
altri
e
non
se
lo
confessa
,
che
vive
la
vita
di
tutti
e
finge
di
vivere
una
vita
speciale
.
Ora
,
tra
lui
e
Roberta
,
tra
l
'
uomo
forte
,
calcolatore
,
e
la
fanciulla
esile
,
quasi
moribonda
,
inutile
,
impacciante
,
egli
non
doveva
essere
sacrificato
.
-
Hai
inteso
,
anima
mia
?
-
continuò
.
-
Questo
periodo
di
miraggi
non
sarà
distrutto
,
qualunque
cosa
sia
per
accadere
....
Io
ti
voglio
,
perchè
tu
devi
essere
la
mia
vita
.
-
Te
ne
prego
,
Cesare
,
-
interruppe
Emilia
,
avvertendo
ch
'
egli
dimenticava
il
luogo
ove
si
trovavano
e
il
pericolo
d
'
essere
uditi
dalle
persone
di
servizio
.
Rapidamente
,
ella
intuiva
l
'
uomo
,
passionale
e
cupo
sotto
la
maschera
della
freddezza
;
capace
d
'
arrivare
al
delitto
per
il
chiuso
egoismo
del
possesso
,
per
la
difesa
della
conquista
.
Se
ne
sentiva
atterrita
e
sdegnata
;
l
'
ardore
incontenibile
dell
'
amante
le
pareva
brutale
,
e
certo
assai
dubbio
per
il
sèguito
,
quando
l
'
ardore
fosse
stato
soddisfatto
e
Cesare
non
avesse
saputo
mitigarne
la
vuota
fine
con
un
sentimento
più
puro
.
-
Dunque
,
parlerai
,
le
annunzierai
?
-
egli
insisteva
,
baciando
;
le
mani
della
donna
.
-
Le
annunzierò
....
-
disse
Emilia
.
-
Oggi
,
oggi
stesso
?
-
Appena
se
ne
offrirà
l
'
occasione
,
Cesare
....
-
No
,
oggi
stesso
,
quando
sarò
partito
....
-
Ebbene
,
oggi
,
quando
sarai
partito
....
Ella
sapeva
avanti
che
non
avrebbe
trovato
la
forza
di
dire
una
parola
a
Roberta
.
Da
tempo
,
aveva
preso
l
'
abitudine
d
'
aspettare
,
paurosamente
;
sapeva
che
a
toglierla
da
quella
incerta
aspettazione
,
solo
qualche
fatto
non
voluto
e
non
cercato
,
avrebbe
avuto
potere
....
Dopo
un
lampo
d
'
esitanza
,
Cesare
le
si
avvicinò
,
le
prese
la
testa
che
ricoperse
di
baci
fitti
e
ardenti
....
-
E
promettimi
ancòra
....
-
egli
soggiunse
.
-
Promettimi
....
Terminò
la
frase
presso
l
'
orecchio
di
lei
,
sorridendo
;
mentr
'
ella
ebbe
un
gesto
di
diniego
col
capo
e
con
la
mano
....
-
Perchè
?
-
implorò
Cesare
.
-
Dammi
questa
prova
;
non
tenermi
in
angoscia
....
Vuoi
?
-
È
inutile
,
-
disse
Emilia
.
-
No
,
non
è
inutile
,
-
proruppe
il
giovane
.
-
quando
tu
mi
ami
....
-
Ma
se
oggi
non
potessi
parlarle
?
-
osservò
la
donna
,
risentendo
,
al
solo
pensiero
di
quel
colloquio
,
battere
dolorosamente
il
cuore
.
-
Se
vorrai
,
potrai
parlarle
....
E
per
ciò
....
-
Sta
bene
,
-
concluse
Emilia
.
-
Ti
prometto
anche
questo
.
Stranamente
,
concepiva
in
quell
'
ora
contro
il
Lascaris
un
'
ombra
di
avversione
;
quasi
l
'
insistenza
di
lui
l
'
avvertisse
che
non
era
più
libera
di
sfuggire
alle
battaglie
temute
,
e
di
adagiarsi
nella
sua
bella
viltà
femminile
.
Il
periodo
d
'
indugio
veniva
dunque
a
morire
?
La
dolce
gioia
di
contemplar
l
'
avvenire
era
finita
?
Ella
avrebbe
voluto
ancòra
tuffarvisi
,
in
un
fiume
d
'
oblio
;
laddove
,
più
rudemente
,
l
'
uomo
desiderava
la
realtà
,
avvicinava
il
futuro
tenue
e
roseo
,
si
stancava
dell
'
aspettazione
dubbiosa
,
non
comprendeva
neppur
lontanamente
la
delicata
fragilezza
di
quei
giorni
,
che
non
sarebbero
tornati
mai
più
.
Era
il
maschio
.
Ma
intanto
,
Cesare
la
ringraziava
con
lo
slancio
,
che
la
passione
faceva
in
lui
ribollire
;
chinato
sulle
mani
della
donna
,
le
baciava
minutamente
.
Egli
così
appariva
,
in
vicenda
alterna
,
or
l
'
uomo
cùpido
,
inquieto
,
fosco
;
ora
,
per
una
lieve
speranza
o
per
una
scarsa
grazia
,
il
fanciullo
entusiasta
,
sommesso
,
incurante
del
giogo
.
E
vedendolo
in
tal
modo
scendere
e
salir
dolorosamente
la
scala
del
travaglio
amoroso
,
Emilia
fu
tòcca
,
e
gli
rendette
i
baci
.
Più
tardi
,
quando
ella
si
trovò
sola
,
il
pensiero
del
colloquio
con
Roberta
sùbito
l
'
agghiacciò
.
Avrebbe
dovuto
addentrarsi
in
una
difficile
spiegazione
;
avrebbe
dovuto
dire
alla
sorella
,
che
aveva
sull
'
affetto
di
lei
fondato
ogni
cara
speranza
:
"
Io
amo
Cesare
Lascaris
,
e
mi
darò
a
lui
per
sempre
;
egli
terrà
nel
mio
cuore
un
dominio
invincibile
e
assoluto
....
Senza
interrogarti
,
noi
abbiam
disposto
anche
del
tuo
avvenire
:
ci
seguirai
;
vivrai
,
non
più
nella
calda
intimità
della
sorella
tua
,
ma
presso
la
moglie
d
'
un
uomo
che
tu
appena
conosci
,
e
che
per
mio
consenso
avrà
i
diritti
poderosi
della
legge
,
il
diritto
di
consiglio
sopra
di
te
,
l
'
autorità
d
'
un
fratello
....
Io
ho
deciso
del
mio
avvenire
;
e
senza
interrogarti
,
ho
deciso
del
tuo
....
"
Quantunque
ella
sapesse
che
nulla
in
simile
procedere
era
strano
o
inusitato
,
pure
qualche
cosa
l
'
avvertiva
sottilmente
come
la
sua
potestà
fosse
falsa
,
come
per
Roberta
le
vicende
future
si
riducessero
a
una
diminuzione
di
libertà
.
E
la
critica
spontanea
faceva
sì
ch
'
Emilia
presentisse
le
obiezioni
della
giovinetta
,
contro
le
quali
,
in
caso
estremo
,
non
avrebbe
potuto
opporre
se
non
la
volgarità
della
solita
prudenza
,
i
ragionamenti
gretti
e
senza
luce
delle
consuetudini
sociali
,
che
avevano
statuito
la
più
severa
tutela
per
le
fanciulle
minorenni
,
quasi
la
differenza
d
'
un
anno
o
d
'
un
giorno
rappresentasse
gran
cosa
in
un
'
indole
o
nelle
inclinazioni
d
'
una
giovane
anima
.
Fu
inquietissima
,
sentendo
nascere
da
'
suoi
stessi
dubbii
la
necessità
"
d
'
affrontar
gli
ostacoli
,
d
'
un
colpo
"
,
perchè
ella
medesima
non
demolisse
in
breve
le
sue
ragioni
.
Fu
irrequieta
,
rifuggendo
dalle
quotidiane
abitudini
,
andando
e
venendo
per
l
'
appartamento
,
senza
posa
;
affacciandosi
alle
finestre
,
scendendo
in
giardino
,
cercando
aria
diversa
,
cielo
diverso
,
un
sèguito
di
diverse
libertà
;
arrossendo
del
proprio
necessario
egoismo
,
ribellandosi
all
'
idea
antipatica
di
giocar
non
l
'
esistenza
sua
,
ma
quella
anche
della
giovanetta
ignara
,
sopra
l
'
àlea
d
'
un
amore
che
doveva
essere
di
lei
sola
.
Infine
,
tentò
.
Si
diresse
alla
camera
di
Roberta
;
ne
spalanco
l
'
uscio
,
decisa
a
uscir
d
'
angustia
,
e
a
parlare
.
La
fanciulla
stava
,
tutta
grave
,
raccolta
a
un
suo
leggiadro
lavoro
di
uncinetto
;
un
gran
lavoro
,
del
quale
non
lasciava
ad
alcuno
vedere
il
disegno
complicato
,
del
quale
non
diceva
ad
alcuno
lo
scopo
,
attendendovi
instancabile
;
sebbene
Emilia
avesse
compreso
che
l
'
opera
paziente
era
destinata
a
lei
.
La
fanciulla
stava
tutta
raccolta
,
mentre
viaggiava
forse
per
qualche
città
d
'
oro
,
nella
sua
prossima
vita
d
'
eleganza
.
Una
buona
finestrata
di
sole
erale
intorno
.
Ella
andava
soffocando
le
fisiche
ambasce
con
un
'
interpretazione
nuova
;
soffriva
nel
petto
un
'
arsura
di
fiamma
,
le
granfie
d
'
un
dolor
sordo
a
le
spalle
,
per
tutto
il
corpo
la
ripugnanza
di
vivere
,
di
muoversi
,
di
agire
?
erano
impressioni
nervose
,
bizzarrie
sensitive
,
fantasticaggini
.
Tossiva
,
arrossando
la
pezzuola
portata
alle
labbra
?
perturbazioni
fuggevoli
della
donna
.
Aveva
la
febbre
?
caldura
della
pelle
,
generata
dall
'
ansia
di
quei
giorni
.
Si
sdoppiava
,
facendo
a
un
tempo
da
malata
e
da
medico
ingannatore
;
interrogandosi
e
rispondendosi
.
-
Hai
bisogno
di
me
?
-
chiese
,
al
vedere
Emilia
così
repentemente
comparsa
.
-
Debbo
parlarti
....
-
cominciò
questa
.
S
'
interruppe
bruscamente
,
soggiogata
dalla
propria
commozione
.
Roberta
si
levò
,
riponendo
i
suoi
arnesi
nel
panierino
da
lavoro
,
e
prendendo
un
atteggiamento
non
solito
,
quasi
avesse
aspettato
quell
'
ora
,
da
tempo
.
Ma
trovata
infine
la
formula
per
cominciare
,
Emilia
sentì
il
desiderio
irresistibile
di
non
usarne
.
Già
era
per
colorir
qualche
pretesto
;
già
respirava
,
felice
del
ritardo
che
poteva
concedersi
;
già
pensava
a
calmar
l
'
impazienza
di
Cesare
;
quando
,
nell
'
alzar
lo
sguardo
in
volto
a
Roberta
,
vide
questa
sorridere
mitemente
e
stendere
le
braccia
verso
lei
....
La
novissima
êra
di
libertà
pareva
alla
fanciulla
dovesse
principiar
da
quel
giorno
.
XVII
.
Con
gli
occhi
chiusi
,
immobile
,
si
fingeva
addormentata
....
Udì
posar
cautamente
la
bugìa
sul
tavolino
;
alcuni
passi
,
non
più
materiali
che
il
fruscìo
del
velluto
sul
velluto
....
Una
pausa
;
certo
,
Emilia
la
guardava
dormire
;
e
poco
dopo
s
'
appoggiava
al
letto
,
lievissima
,
e
si
chinava
fino
al
volto
di
Roberta
....
Ancòra
un
attimo
d
'
esitanza
;
sopra
i
capelli
della
dormente
lo
sfiorar
delicato
delle
mani
d
'
Emilia
,
il
tatto
appena
d
'
una
piuma
,
quant
'
era
bastevole
per
richiamarla
se
fingeva
,
per
non
turbarla
se
dormiva
....
Poi
,
sempre
camminando
così
leggera
da
essere
indovinata
piuttosto
che
udita
,
Emilia
si
ritraeva
,
sicura
;
tentava
prudentemente
la
finestra
,
ad
assicurarsi
fosse
ben
chiusa
;
riprendeva
la
bugìa
sul
tavolino
,
riaccostava
l
'
uscio
....
Al
di
là
,
stava
ancòra
in
ascolto
;
indi
,
osava
un
passo
più
deciso
,
allontanandosi
...
E
tutto
ripiombava
nel
silenzio
.
S
'
era
svelata
da
sè
medesima
,
per
la
cautela
soverchia
di
verificare
se
Roberta
dormisse
:
e
sùbito
,
nel
pensiero
di
questa
lampeggiò
la
certezza
disgustosa
:
-
"
Qualcuno
ancòra
l
'
aspetta
in
giardino
!
"
-
La
fanciulla
si
sciolse
dalla
immobilità
forzata
;
si
levò
a
sedere
sul
letto
,
guardando
con
gli
occhi
fissi
nel
buio
...
"
Che
cosa
si
diranno
?
-
pensò
.
-
Certamente
parleranno
di
me
,
faranno
dei
disegni
per
l
'
avvenire
;
disporranno
della
mia
vita
e
della
mia
libertà
,
come
di
cosa
loro
!
"
Allungò
il
braccio
ad
accendere
una
candela
;
s
'
intrattenne
,
fra
la
luce
giallognola
,
a
riflettere
,
sentendosi
a
poco
a
poco
tutta
conquidere
dalla
brama
d
'
udire
,
mentre
numerava
i
pericoli
di
quello
spionaggio
,
la
probabilità
d
'
essere
sorpresa
,
la
difficoltà
di
raggiungere
gli
amanti
senza
incontrar
Nero
,
che
accusasse
la
presenza
di
lei
,
latrando
.
Ma
pur
nel
tempo
in
cui
meditava
,
si
lasciava
scivolar
dal
letto
,
e
,
prese
le
sue
vesti
,
le
indossava
rapidamente
.
Quando
si
trovò
vestita
,
la
riflessione
tacque
;
spense
il
lume
,
ed
uscì
,
incontro
alla
morte
dell
'
anima
.
XVIII
.
Che
qualche
cosa
di
grave
fosse
avvenuto
,
Cesare
capì
,
non
appena
Emilia
giunse
al
convegno
e
si
liberò
dalla
stretta
delle
sue
mani
.
-
No
,
no
!
Lasciatemi
!
-
ella
disse
.
-
Ascoltatemi
!
La
luna
circondava
,
magnifica
di
tralucente
azzurro
,
la
testa
e
il
corpo
della
donna
,
come
la
sera
in
cui
Cesare
aveva
prima
ammirato
Emilia
,
ritta
in
una
gloria
di
bianco
,
di
bianco
latteo
,
e
di
bianco
e
di
bianco
.
La
luna
era
dovunque
;
batteva
sui
gruppi
degli
alberi
,
creava
un
paesaggio
di
tenui
chiaroscuri
;
illividiva
la
villa
,
massiccia
;
stendeva
dietro
le
foglie
un
velame
cilestre
a
gradazioni
argentee
;
abbozzava
sul
terreno
ombre
leggere
.
-
Ebbene
?
-
egli
domandò
avidamente
.
-
Le
hai
parlato
?
-
Sì
,
oggi
:
me
ne
ha
dato
forza
ella
stessa
,
perchè
s
'
aspettava
....
Aveva
indovinato
,
sapeva
....
E
notando
un
atto
di
maraviglia
nel
Lascaris
,
aggiunse
:
-
Oh
,
ci
saremo
traditi
le
mille
volte
!
-
Ma
che
cosa
ha
risposto
?
-
Ah
!
...
È
stata
una
cosa
orribile
!
-
esclamò
Emilia
,
ancòra
vibrando
.
-
Sapeva
,
ed
era
felice
!
...
Io
non
credeva
....
Nessun
rammarico
,
nessun
dolore
,
nessun
rimpianto
per
la
mia
affezione
....
No
,
non
imaginavo
tanta
facilità
d
'
oblio
....
Mi
ha
parlato
gravemente
:
ha
detto
che
io
sono
libera
,
che
noi
ci
siamo
ingannate
,
supponendo
di
poter
vivere
sempre
l
'
una
per
l
'
altra
....
Ha
espresso
perfino
riconoscenza
a
voi
,
che
siete
giunto
a
toglierci
dalla
nostra
illusione
....
Cesare
sospirò
e
le
andò
incontro
,
le
mani
tese
,
il
volto
rischiarato
di
viva
gioia
.
-
Se
tutto
è
riuscito
bene
,
perchè
non
siete
felice
,
perchè
così
pallida
e
spaurita
?
-
egli
chiese
con
espressione
di
mite
rimprovero
.
-
Dubitate
del
mio
amore
?
-
Oh
,
Cesare
,
-
disse
Emilia
.
-
Non
affliggetemi
anche
voi
;
ascoltatemi
....
Le
sue
speranze
eran
fondate
sopra
un
malinteso
,
sopra
un
inganno
....
-
Un
inganno
?
-
ripetè
l
'
uomo
.
-
Che
cosa
?
-
Sì
;
era
felice
,
ma
per
sè
;
insisteva
sull
'
idea
della
mia
libertà
,
soltanto
per
conquistare
la
propria
....
Non
vedeva
se
non
questo
;
non
capiva
,
non
si
augurava
che
ogni
cosa
avvenisse
in
breve
,
se
non
per
essere
libera
,
per
vivere
sola
,
per
viaggiare
....
Vi
fu
un
intervallo
di
pausa
.
Cesare
guardava
Emilia
,
trasognato
e
quasi
sorridendo
.
-
Per
vivere
sola
?
-
osservò
poscia
,
decisamente
sorridendo
.
-
E
tu
non
volevi
ammettere
ch
'
ella
leggesse
troppi
romanzi
!
...
Sono
idee
trovate
fra
quelle
pagine
....
-
Cesare
,
-
disse
Emilia
bruscamente
,
-
voi
non
capite
la
gravità
di
quanto
vi
narro
,
perchè
non
imaginate
l
'
animo
di
mia
sorella
,
non
sapete
di
che
cosa
è
capace
per
una
follia
o
per
un
sogno
....
Quando
le
ho
annunziato
i
nostri
disegni
,
la
necessità
ch
'
ella
vivesse
con
noi
,
ha
gettato
un
grido
come
cadesse
da
una
grande
altezza
....
Sta
male
,
e
tutto
mi
atterrisce
....
Tutto
mi
atterrisce
,
-
seguitò
con
voce
tremula
,
già
prossima
al
pianto
.
-
Una
piccola
contrarietà
le
ha
portato
altre
volte
conseguenze
gravi
,
e
questo
è
un
forte
dolore
per
lei
....
Invece
di
proseguire
,
Emilia
trasalì
;
stette
in
ascolto
,
il
busto
prono
,
gli
sguardi
al
limitare
del
chiosco
,
ove
la
luna
delineava
fra
le
macchie
degli
alberi
un
lungo
viale
,
quant
'
era
lungo
impolverato
d
'
argento
.
-
Il
romore
delle
foglie
,
-
spiegò
sotto
voce
il
Lascaris
,
che
aveva
origliato
a
sua
volta
.
E
riprese
incalzando
:
-
Dunque
?
Dunque
?
...
Che
cosa
vuole
?
-
Un
fruscìo
,
non
il
romore
delle
foglie
,
-
osservò
la
donna
ancòra
inquieta
.
-
Non
vi
può
essere
alcuno
,
Emilia
;
ho
girato
tutto
il
giardino
,
aspettandoti
....
Suvvia
,
dimmi
....
-
Certo
,
ella
vive
di
quelle
speranze
dal
primo
istante
in
cui
ci
siamo
traditi
,
-
continuò
la
giovane
.
-
E
da
allora
,
è
vissuta
per
la
gioia
d
'
essere
libera
,
per
l
'
illusione
di
disporre
a
suo
capriccio
l
'
esistenza
propria
!
....
-
Cose
incredibili
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
passandosi
una
mano
sulla
fronte
.
-
Cose
folli
!
-
Sì
,
sì
,
chiamatele
idee
romantiche
,
assurde
;
ma
,
ahimè
,
ciò
non
muta
l
'
attrazione
che
hanno
per
lei
!
...
-
E
tu
,
-
interruppe
Cesare
,
prendendola
per
le
mani
,
-
tu
non
hai
saputo
opporre
nulla
,
non
hai
saputo
vincerla
,
non
ti
sei
ricordata
che
si
trattava
del
nostro
amore
,
della
nostra
vita
!
-
Io
ho
tanto
,
tanto
combattuto
,
che
l
'
ho
vista
mutarmisi
innanzi
!
...
Come
non
la
conoscevo
!
...
Esitò
un
poco
,
involontariamente
assorta
nel
ricordo
;
avrebbe
voluto
tacere
,
sentendo
ch
'
era
difficile
manifestare
all
'
uomo
l
'
esaltazione
della
fanciulla
,
convincerne
lui
,
così
logico
e
normale
.
Ma
l
'
ansietà
dipinta
sul
viso
del
Lascaris
,
la
stretta
delle
sue
mani
impazienti
,
la
diressero
:
-
Ah
,
che
mi
ha
detto
!
-
riprese
,
affievolita
dall
'
angoscia
indimenticabile
.
-
Che
colore
aveva
negli
occhi
!
Mi
ha
detto
che
non
l
'
ho
amata
mai
,
che
ho
cercato
solo
la
sodisfazione
del
mio
egoismo
,
che
sempre
l
'
ho
trattata
e
ancòra
la
tratterò
da
schiava
,
da
cosa
,
disponendo
di
lei
,
della
sua
giovanezza
,
della
sua
volontà
,
del
suo
avvenire
!
...
Come
non
la
conoscevo
!
...
Questo
,
ho
udito
dirmi
!
...
Questo
ho
meritato
con
le
mie
cure
!
...
Questo
,
questo
,
questo
,
ella
pensava
di
me
!
...
Si
lasciò
cadere
sul
rozzo
sedile
,
e
ruppe
in
lacrime
convulse
,
le
prime
lacrime
di
disperazione
che
Cesare
avesse
mai
visto
sgorgar
dagli
occhi
dell
'
amata
....
Egli
ne
fu
tòcco
dolorosamente
;
e
inginocchiandosi
al
suo
fianco
,
accarezzandola
con
sì
lieve
carezza
quale
la
donna
stessa
sapeva
usare
ne
'
suoi
momenti
d
'
abbandono
,
baciandola
discreto
con
casti
baci
,
tentò
il
conforto
solito
con
la
voce
insolita
dell
'
amore
:
-
Oh
io
ti
amerò
per
ogni
affetto
che
il
mio
amore
ti
sarà
costato
!
Non
piangere
,
anima
;
saremo
ugualmente
felici
;
rimedieremo
....
Vedrai
;
non
disperarti
!
...
Ella
si
sciolse
adagio
da
lui
,
asciugò
gli
occhi
,
rimase
taciturna
;
mentre
nel
cuore
di
Cesare
l
'
inevitabile
parte
d
'
egoismo
appariva
,
cercando
a
sua
volta
la
consolazione
.
-
Ed
io
,
-
mormorò
,
-
io
son
venuto
al
nostro
colloquio
con
tanta
gioia
,
con
tanta
speranza
!
Non
ho
voluto
attendere
fino
a
domani
per
ricever
dalla
tua
bocca
la
notizia
che
nessun
ostacolo
ci
separava
più
!
...
-
Aggiunse
,
rizzandosi
,
movendosi
nervoso
entro
il
piccolo
spazio
della
chiosca
:
-
Chi
si
sarebbe
aspettato
?
...
Egli
mentiva
,
ingannandosi
senz
'
averne
coscienza
.
Al
convegno
s
'
era
recato
nella
sicurezza
della
prossima
conquista
,
e
perciò
calmo
,
sereno
,
sodisfatto
della
liberazione
dai
malsani
istinti
carnali
,
che
le
due
sorelle
riavvicinate
stimolavano
in
lui
;
ben
sapendo
che
il
possesso
certo
d
'
Emilia
avrebbe
fiaccato
e
rotto
l
'
incanto
suggestivo
di
Roberta
,
per
sempre
.
Il
dubbio
della
conquista
,
la
quale
pareva
,
non
isfuggirgli
,
ma
allontanarsi
di
nuovo
assai
,
gli
dava
ora
fuoco
nel
sangue
.
-
Chi
si
sarebbe
aspettato
una
tale
pazzia
?
...
Lasciarla
libera
,
lasciarla
vivere
sola
?
-
seguitò
,
interrogandosi
.
-
Non
ha
ancòra
vent
'
anni
!
Le
manca
perfin
l
'
ombra
dell
'
esperienza
volgare
!
E
,
quando
pure
,
non
è
qui
,
non
è
qui
il
pericolo
più
grave
....
Il
pericolo
più
grave
....
No
,
no
,
Emilia
,
non
hai
saputo
parlare
,
non
hai
saputo
dominarla
,
tu
per
la
prima
non
hai
sentito
l
'
assurdità
intollerabile
delle
sue
pretensioni
!
Le
si
rivolgeva
poco
men
che
accigliato
,
egli
stesso
non
trovando
in
qual
modo
,
contro
chi
sfrenare
lo
sdegno
per
la
forma
insospettata
della
difficoltà
....
Gli
prorompeva
dal
cuore
,
infine
,
l
'
odio
non
più
velato
,
dalla
perversion
sessuale
,
ma
chiaro
,
ma
virulento
,
ma
bramoso
di
frantumare
e
disperdere
la
volontà
contraria
.
-
Cesare
,
abbiate
pietà
,
-
implorò
la
donna
,
alzando
il
volto
nel
quale
gli
occhi
,
ancòra
umidi
sfavillavano
un
voluttuoso
languore
.
-
Perchè
vuoi
giudicarmi
?
Ti
amo
,
ti
amo
,
e
ho
trovato
tutte
le
parole
del
nostro
affetto
e
della
ragione
!
S
'
arrestò
,
prolungando
il
gesto
supplice
,
che
le
piccole
mani
intrecciate
volgevano
al
Lascaris
;
tese
l
'
orecchio
,
seguì
un
misterioso
fremito
delle
foglie
;
poi
,
riprendendosi
,
continuò
:
-
Mi
pare
che
ad
ogni
istante
qualche
cosa
di
terribile
debba
avvenire
....
-
Sì
;
sì
,
lo
so
,
che
hai
sofferto
molto
,
per
me
,
per
noi
,
-
disse
Cesare
intensamente
....
-
Sì
,
devi
aver
lottato
;
ma
come
non
si
è
arresa
all
'
evidenza
,
come
non
ha
capito
?
Emilia
aveva
uno
spontaneo
moto
di
sbigottimento
,
passandosi
le
mani
sul
viso
,
sui
capelli
,
ricco
di
grazia
quasi
infantile
,
che
nel
cuore
dell
'
uomo
sempre
risvegliava
tenerezza
infinita
.
Ella
fece
il
gesto
,
e
l
'
amante
l
'
attirò
a
sè
,
stringendola
al
petto
.
-
Sono
arrivata
fino
a
minacciarla
,
-
ella
rispose
,
fra
le
braccia
di
lui
.
-
È
stata
una
cosa
orribile
,
ti
dico
.
Ha
mutato
espressione
,
ha
mutato
voce
;
non
la
riconoseevo
più
....
E
tossiva
,
tossiva
,
senz
'
arrestare
la
veemenza
delle
parole
....
Un
istante
,
l
'
ho
creduta
pazza
....
Uscì
dall
'
amplesso
,
di
Cesare
,
e
appoggiandosi
alla
tavola
di
pietra
,
soggiunse
:
-
Pure
,
mi
ha
fatta
dubitare
di
me
;
e
perchè
dubitava
,
perchè
non
mi
sentivo
forte
innanzi
a
lei
,
ho
voluto
insistere
,
odiosamente
.
-
Odiosamente
?
-
ripetè
il
Lascaris
.
-
Non
potevi
cedere
....
La
donna
tacque
.
I
suoi
sguardi
vagavano
tra
gli
arabeschi
delle
foglie
cupe
sullo
sfondo
lunare
;
e
pensava
,
non
udendo
l
'
altra
voce
,
ma
ancòra
la
voce
di
Roberta
,
ancòra
punta
dall
'
inutile
pietà
della
scena
,
rabbrividendo
all
'
idea
di
ritrovarsi
domani
ancor
di
fronte
alla
sorella
così
mutata
.
-
Non
potevi
cedere
a
lei
,
o
ritardare
,
o
sacrificare
la
nostra
felicità
,
-
egli
continuava
,
serrato
nell
'
implacabile
egoismo
.
-
Che
v
'
ha
d
'
odioso
,
rifiutando
l
'
una
e
l
'
altra
soluzione
imposte
?
La
rinunzia
?
Pensi
tu
sempre
a
rinunziare
?
...
-
Mi
diceva
,
-
interruppe
Emilia
,
senza
avere
udito
,
-
mi
diceva
che
è
forte
e
risanata
;
l
'
esistenza
meschina
di
paure
e
di
precauzioni
,
priva
di
svaghi
,
non
è
più
per
lei
,
mi
diceva
....
È
forte
,
e
vuol
vivere
;
si
sente
giovane
,
e
non
può
acconciarsi
a
star
nell
'
ombra
,
sempre
.
Desidera
conoscere
il
mondo
,
prender
parte
alla
vita
che
le
è
intorno
....
Certo
,
di
tutto
ciò
non
sarebbe
nulla
,
presso
noi
;
forse
non
ci
cureremmo
di
lei
,
e
non
potremmo
occuparcene
con
la
tenerezza
che
avevo
io
sola
,
quand
'
ero
libera
....
Ella
prevede
questo
,
e
la
logica
fredda
non
vale
,
non
ha
forza
alcuna
contro
i
suoi
sogni
....
-
Ma
così
?
-
domandò
il
Lascaris
,
inquieto
.
-
Ti
sei
lasciata
vincere
?
Emilia
,
inerte
presso
la
tavola
,
senza
uno
sguardo
a
lui
,
le
braccia
abbandonate
,
si
scosse
e
lo
fissò
d
'
improvviso
,
con
durezza
.
Che
cosa
egli
sapeva
delle
sue
lotte
diuturne
?
Che
cosa
apprezzava
,
che
cosa
agognava
,
che
cosa
voleva
conoscere
,
se
non
le
bellezze
del
suo
corpo
,
ignorandone
l
'
anima
insanguinata
?
Egli
aveva
sempre
studiato
i
fenomeni
materiali
,
i
fatti
,
gli
indizii
dei
fatti
;
ma
non
gli
era
mai
occorso
di
riflettere
ai
fluidi
imponderabili
dello
spirito
,
alle
delicatissime
correnti
tra
spirito
e
spirito
....
Per
ciò
,
non
aveva
dato
alcun
valore
alla
colleganza
delle
due
sorelle
;
per
ciò
,
Roberta
era
per
lui
un
'
ammalata
;
non
altro
;
ed
egli
poteva
esserne
il
medico
diligente
,
non
l
'
amico
pietoso
.
-
Ho
taciuto
,
-
disse
Emilia
.
-
Ed
ora
?
-
insistette
Cesare
,
attonito
.
-
Ma
voi
credete
ch
'
io
abbia
taciuto
alle
prime
obiezioni
?
...
Ho
taciuto
quando
non
potevo
altro
....
Sono
arrivata
al
punto
....
Crollò
la
testa
,
angosciosamente
....
Come
sentiva
,
allora
,
che
la
tristezza
non
inganna
mai
!
Proseguì
,
decisa
:
-
Io
la
teneva
fra
le
braccia
,
perchè
cessasse
dai
rimproveri
che
mi
facevan
tanto
male
;
e
andavo
pregandola
di
pensare
,
di
capire
....
A
un
tratto
....
Ah
,
che
spavento
,
Cesare
!
...
A
un
tratto
,
m
'
è
sfuggita
,
è
corsa
alla
finestra
....
Sai
che
sotto
la
finestra
,
a
parecchi
metri
,
è
il
ripiano
della
scala
di
marmo
;
e
sporgendosi
infuori
,
tutta
diversa
,
stravolta
,
mi
ha
detto
:
"
Non
insistere
,
non
insistere
,
non
insistere
!
Voglio
essere
libera
per
sempre
....
Promettimi
....
O
mi
getto
di
qui
!
"
Era
bianca
;
io
vedeva
il
suo
cuore
battere
attraverso
il
busto
....
Che
orrore
!
...
Che
orrore
!
...
-
E
tu
,
e
tu
?
....
-
incalzò
Cesare
,
divenuto
pallido
.
-
Io
ho
promesso
,
e
ho
taciuto
....
Non
la
conosci
,
-
disse
poi
la
donna
,
a
un
movimento
avverso
del
Lascaris
.
-
Ella
è
ben
capace
!
...
Sì
,
sì
,
mi
sembra
che
qualche
cosa
di
terribile
debba
avvenire
!
Cesare
rimase
muto
.
L
'
abitudine
dottrinale
di
considerare
i
fenomeni
dell
'
anima
in
istrettissima
dipendenza
dai
fenomeni
del
corpo
,
gli
suggeriva
dubbii
,
osservazioni
,
risposte
,
che
non
avrebbe
osato
esporre
all
'
amante
.
Rimaneva
la
gravità
della
minaccia
;
e
alcuni
ricordi
,
dai
più
lontani
,
dal
giorno
in
cui
aveva
visitato
la
prima
volta
Roberta
,
ai
più
vicini
,
alla
sollecitudine
per
l
'
epilettica
,
alla
facilità
con
la
quale
aveva
visto
la
fanciulla
disperare
e
sperare
senza
ragione
,
-
questi
ricordi
gl
'
impedivano
di
sorridere
e
d
'
alzar
le
spalle
.
Rimaneva
la
promessa
strana
di
Emilia
a
Roberta
.
-
Sì
,
-
affermò
poscia
,
lentamente
.
-
Sì
,
tu
sei
libera
verso
di
lei
,
e
il
tuo
dovere
è
finito
....
Che
cosa
pretende
?
Abusare
della
tua
affezione
,
approfittare
d
'
un
mutamento
della
tua
vita
,
per
disfrenare
la
sua
....
Hai
parlato
,
hai
pregato
,
hai
imposto
....
Non
hai
ottenuto
nulla
....
Ti
ha
spaurita
con
la
violenza
....
Si
opporrà
sempre
ai
nostri
diritti
,
fin
che
tu
non
cessi
dall
'
opporti
alle
sue
follie
.
I
diritti
!
...
La
parola
spontanea
sulle
labbra
dell
'
uomo
,
produceva
in
Emilia
un
senso
di
ripugnanza
....
Egli
non
pareva
comprendere
se
non
questo
,
non
vedeva
in
una
squisita
dubitanza
di
sentimenti
e
di
libertà
,
se
non
un
altaleno
di
diritti
e
doveri
.
Ella
battè
le
palpebre
,
smarrita
,
provando
la
vertigine
d
'
essere
spinta
giù
per
una
china
,
inesorabilmente
.
-
Ebbene
?
-
domandò
,
guardando
il
Lascaris
.
Ma
egli
non
osava
concludere
;
sedette
,
appoggiò
le
braccia
alla
tavola
,
si
strinse
la
testa
fra
le
mani
,
pensoso
e
freddo
.
-
Ebbene
?
-
ridisse
Emilia
.
-
Che
cosa
dunque
mi
consigliate
?
...
Ah
,
come
si
capisce
,
come
si
capisce
che
non
avete
affezioni
!
-
soggiunse
amaramente
.
-
Arrivate
a
credere
ch
'
io
pensi
davvero
ad
abbandonar
mia
sorella
in
faccia
all
'
ignoto
,
in
mezzo
ai
pericoli
?
ch
'
io
abbia
promesso
,
coll
'
intenzione
di
mantenere
?
...
Per
chi
?
...
Per
me
?
Io
posso
sacrificarmi
!
...
Per
voi
?
...
L
'
amante
alzò
la
testa
a
guardar
la
dolorosa
,
e
fu
colpito
dalla
mutazione
.
Rigida
era
la
figura
,
tesa
da
un
supremo
sforzo
,
gagliarda
di
rilievo
sulla
cortina
tremula
del
fogliame
;
la
piccola
fronte
femminea
s
'
era
corrugata
per
lo
sforzo
d
'
una
volontà
che
sembrava
incrollabile
.
Fissava
,
Emilia
,
il
giovane
con
espressione
ostile
,
forse
esagerata
,
quasi
avesse
voluto
abituare
i
proprii
occhi
a
non
più
risplendere
di
dolcezza
,
a
non
più
balenar
di
speranze
.
-
Emilia
!
-
sclamò
Cesare
balzando
in
piedi
.
-
Che
cosa
ho
fatto
?
Perchè
mi
parlate
così
aspramente
?
Dov
'
è
il
vostro
amore
?
Che
significa
ciò
?
-
Oh
,
non
chiedetemi
!
-
proruppe
la
donna
,
cedendo
alla
nervosa
tensione
e
singhiozzando
.
-
Non
chiedetemi
nulla
,
non
so
nulla
,
non
potrei
rispondere
!
...
Tutta
la
mia
esistenza
è
avvelenata
;
io
non
mi
riconosco
....
Soffro
,
soffro
,
soffro
!
Si
torceva
le
mani
,
piangendo
ora
fra
le
braccia
di
Cesare
accorso
a
lei
,
commosso
della
commozione
dura
e
illacrimante
dell
'
uomo
.
Rimasero
stretti
un
lungo
intervallo
in
amplesso
convulso
,
senza
parlare
,
e
tuttavia
disgiunti
,
opposti
,
nello
scatenarsi
d
'
opposti
sentimenti
per
una
medesima
persona
.
L
'
odio
,
l
'
odio
solo
,
l
'
odio
fremeva
nell
'
anima
di
Cesare
,
quanto
più
sentiva
tenerezza
e
dolore
per
l
'
amante
disperata
;
l
'
odio
arrivava
a
fargli
rammaricare
d
'
aver
più
volte
soggiogato
l
'
impulso
che
lo
spingeva
contro
la
fanciulla
,
a
fargli
rammaricare
di
non
averla
martirizzata
di
spavento
,
egli
che
con
una
parola
avrebbe
potuto
ucciderla
!
Ma
già
Emilia
,
dominando
la
crisi
,
interrogava
,
la
voce
un
po
'
rauca
per
le
lacrime
:
-
Aspetteremo
,
è
vero
?
Ella
capirà
,
più
tardi
;
e
noi
aspetteremo
,
ci
ameremo
così
....
Dimmi
?
-
Non
è
cattiva
,
non
vuol
farci
male
;
si
tratta
forse
d
'
un
capriccio
improvviso
,
e
noi
avremo
ancòra
pazienza
....
Tu
mi
aiuterai
a
vincerla
;
tu
sai
parlare
meglio
di
me
,
e
a
poco
a
poco
verrà
a
comprendere
le
nostre
ragioni
....
Dimmi
!
Il
silenzio
all
'
intorno
era
solenne
e
poderoso
;
anche
il
rombo
del
mare
aveva
taciuto
nel
grande
assopimento
notturno
;
così
che
gli
amanti
circonfusi
dalla
complice
sicurezza
avevan
di
poco
levato
il
tòno
delle
voci
,
senza
bisbigli
ormai
,
senza
susurri
.
-
Poichè
non
osi
....
-
disse
il
Lascaris
.
-
Poichè
non
osi
....
,
aspetteremo
!
E
già
in
mente
fermava
di
non
aspettare
oltre
,
di
affrettare
con
qualunque
mezzo
,
a
qualunque
costo
,
la
soluzione
.
-
Non
oserò
mai
acconsentire
a
simile
follia
,
che
è
momentanea
,
-
dichiarò
Emilia
.
-
E
se
tu
fossi
calmo
,
tu
stesso
non
oseresti
consigliarmi
ad
abbandonare
mia
sorella
....
Qui
l
'
astuzia
femminile
si
drizzò
repentina
,
istintiva
;
perchè
,
nonostante
l
'
ambascia
di
quell
'
ora
,
nonostante
la
tenebra
in
cui
la
sua
anima
era
avvolta
,
Emilia
vide
a
un
tratto
la
possibilità
di
attirar
Cesare
in
inganno
.
Proseguì
,
accortamente
lenta
,
togliendosi
alle
braccia
di
lui
e
andando
a
sederglisi
a
viso
a
viso
:
-
Sai
tu
stesso
che
la
sua
salute
è
fragile
....
Questo
,
il
vero
,
il
grande
pericolo
!
...
Ella
può
ammalarsi
di
nuovo
,
e
si
troverebbe
sola
,
sola
,
in
quali
mani
!
È
il
pericolo
peggiore
d
'
ogni
altro
....
Può
ammalarsi
gravemente
,
gravissimamente
ancòra
;
lo
prevedi
anche
tu
?
-
Sì
,
certo
,
-
rispose
il
Lascaris
,
senza
difendersi
,
assorto
nel
pensiero
molesto
del
ritardo
,
nel
pensiero
difficile
di
giungere
tuttavia
all
'
amore
,
al
possesso
.
-
La
sua
,
è
di
quelle
malattie
che
non
guariscono
,
-
seguitava
la
donna
,
dissimulando
il
brivido
ond
'
era
stata
presa
all
'
inconsulta
affermazione
.
-
La
sua
malattia
è
orribile
,
senza
speranze
!
...
Ascolta
!
...
-
mormorò
improvvisamente
,
con
la
voce
fioca
.
-
Che
cosa
è
questo
?
...
Un
romore
!
Addossato
a
uno
dei
tronchi
i
quali
sostenevano
il
chiosco
ai
quattro
angoli
,
il
Lascaris
appena
gettò
uno
sguardo
fuori
,
dicendo
:
-
Sarà
Nero
,
che
passeggia
....
-
L
'
ho
messo
io
alla
catena
,
Nero
....
Non
può
essere
.
Ascoltarono
allora
tutt
'
e
due
,
guardandosi
;
ma
sùbito
echeggiò
da
lungi
il
ritmo
fragoroso
d
'
un
treno
;
veniva
crescendo
,
si
spezzò
in
cadenze
distinte
,
accompagnato
da
un
tremulo
fischio
;
riprese
l
'
onda
unisona
,
s
'
affievolì
e
si
spense
.
Ancòra
una
pausa
,
ad
ascoltare
il
silenzio
susseguito
;
indi
,
Emilia
procedette
decisa
:
-
Io
vorrei
che
per
un
istante
dimenticassi
noi
e
non
vedessi
che
mia
sorella
ammalata
.
Potresti
in
coscienza
abbandonarla
senza
cure
,
lasciarla
vivere
a
capriccio
?
...
Pensiamo
a
questo
,
Cesare
!
...
Noi
non
saremmo
felici
....
Egli
cadde
nella
rete
;
con
la
mano
tesa
,
inoltrò
verso
Emilia
,
e
stringendone
la
mano
:
-
È
vero
,
-
disse
.
-
È
vero
;
non
possiamo
abbandonarla
....
Come
ho
dimenticato
tutti
i
sacri
doveri
della
mia
arte
?
...
Mi
sono
mutato
!
...
Ella
deve
stare
presso
di
noi
:
da
un
giorno
all
'
altro
,
qualche
grave
crisi
può
sopraggiungerle
.
Il
colpo
arrivò
così
crudele
alla
donna
,
ch
'
ella
sentì
un
ronzìo
nelle
orecchie
,
e
ne
rimase
stordita
;
ma
sottraendo
la
mano
,
perchè
il
Lascaris
non
ne
avvertisse
il
tremito
febbrile
,
ebbe
la
forza
di
non
retrocedere
:
-
Una
crisi
imminente
....
Imminente
!
...
I
suoi
sogni
,
le
sue
pretensioni
,
la
triste
follia
che
noi
condannavamo
senza
pietà
;
tutto
,
forse
,
è
il
sintomo
del
male
....
E
non
v
'
è
speranza
!
-
ella
esclamò
,
sussultando
da
capo
a
piedi
.
-
Nessuna
speranza
!
Il
medico
tacque
.
Con
lo
spirito
lontano
dalla
realtà
presente
,
s
'
interrogava
;
notava
attonito
l
'
oblio
in
cui
era
caduto
sùbito
,
al
primo
divampar
della
passione
,
quell
'
oblio
di
sè
stesso
,
pel
quale
non
aveva
visto
in
Roberta
se
non
l
'
ostacolo
da
infrangere
,
la
debole
da
vincere
,
la
larva
da
distruggere
.
Il
cuore
,
la
mente
,
annebbiati
dall
'
egoismo
senza
confine
degli
innamorati
,
avevano
avuto
per
la
fanciulla
contemplazioni
malvage
,
sensi
d
'
odio
,
o
fugaci
desiderii
perversi
;
non
mai
uno
slancio
durevole
di
tenerezza
e
di
casta
sollecitudine
!
Egli
n
'
era
atterrito
,
e
taceva
pensando
.
Ma
d
'
improvviso
,
riudì
la
voce
d
'
Emilia
,
che
mormorava
:
-
Condannata
!
...
È
condannata
per
sempre
....
-
Sì
,
-
egli
proruppe
,
inconscio
.
-
È
condannata
per
sempre
....
Come
ho
potuto
odiarla
?
...
È
condannata
....
Si
fermò
.
Vide
l
'
amante
sorgere
in
piedi
,
tutta
bianca
nel
volto
,
tutta
agitata
da
un
brividìo
convulso
,
muovere
alcuni
passi
verso
di
lui
,
cercando
un
appoggio
;
arrestarsi
,
barcollare
....
-
Un
grido
!
...
-
ella
esclamò
con
la
voce
rauca
.
-
Ho
udito
un
grido
....
Cesare
,
Cesare
,
gridano
,
là
fuori
!
...
Chi
grida
?
...
Gli
cadde
sul
petto
,
s
'
aggrappò
ai
suoi
abiti
,
ripetendo
la
parola
di
terrore
,
nella
notte
:
-
Chi
grida
?
...
Chi
grida
?
...
L
'
uomo
la
sostenne
fra
le
braccia
,
l
'
adagiò
sul
sedile
.
E
si
slanciò
fuori
del
chiosco
a
vedere
,
a
cercare
,
per
la
prima
volta
in
sua
vita
,
anch
'
egli
tutto
livido
di
spavento
....
XIX
.
Giunta
innanzi
alla
sorella
,
Roberta
sentì
nel
cuore
l
'
odio
aprirsi
un
varco
fino
al
fondo
,
e
il
corpo
gelarsi
di
repulsione
.
Fiaccata
dalle
paure
della
notte
prima
,
Emilia
era
stesa
sul
divano
,
tranquilla
e
composta
,
similmente
che
nel
riposo
della
morte
.
Di
fianco
a
lei
,
sopra
un
tavolino
era
un
calice
d
'
acqua
ghiaccia
,
per
le
labbra
in
arsura
;
insaziabile
,
la
sete
della
fatica
doveva
torturarla
.
Ma
nel
rilassato
atteggiamento
conservava
pur
sempre
la
superbia
della
bellezza
;
ma
con
largo
ritmo
il
seno
si
alzava
e
s
'
abbassava
in
un
valido
respiro
;
ma
il
busto
libero
dalla
fascetta
era
centrifugo
e
scultorio
;
ma
era
tutta
bella
,
la
giovane
,
la
forte
,
la
destinata
ai
gaudii
molteplici
del
vivere
;
tutta
bella
,
dalla
massa
robustamente
cupa
della
capigliatura
,
ai
piccoli
piedi
serrati
negli
alti
stivaletti
.
Colma
di
grazie
fisiche
,
era
un
'
arpa
dalla
quale
poteva
la
passione
risvegliar
gli
echi
vibranti
delle
intime
felicità
,
che
inebbriano
gli
uomini
.
Dormiva
?
...
Pensava
?
...
Dentro
la
fronte
,
più
angusta
per
i
riccioli
tenaci
,
chiudeva
o
credeva
chiudere
il
secreto
della
fine
prossima
della
sorella
,
con
altri
secreti
d
'
amore
,
con
altre
secrete
intenzioni
di
voluttà
e
d
'
avvenire
.
Nè
mai
la
terribile
consapevolezza
del
lutto
imminente
si
sarebbe
tradotta
in
parole
;
Emilia
,
come
il
Lascaris
,
come
i
medici
,
come
tutti
,
voleva
perseverar
nell
'
inganno
,
fare
sperar
Roberta
,
additarle
il
futuro
da
cui
la
fanciulla
era
divisa
per
un
abisso
insuperabile
.
Oh
,
la
spaventevole
realtà
,
balzata
alla
gola
della
giovanetta
quasi
una
tigre
dal
covo
!
Aveva
udito
;
prima
,
aveva
udito
parole
d
'
amore
,
le
quali
non
le
avrebbero
dato
impeto
alcuno
di
rivolta
;
aveva
indovinato
gesti
e
baci
,
i
quali
avevanle
svelato
l
'
amore
come
un
'
inclinazione
grottesca
,
assurda
,
e
pur
piacevole
,
se
nessun
curioso
poteva
notarne
la
forma
delirante
.
In
ultimo
,
dalle
labbra
più
pronte
a
mentire
e
a
ingannare
,
in
ultimo
aveva
ascoltato
la
propria
condanna
,
chiara
,
fredda
,
atroce
!
Sì
,
il
falso
amico
,
l
'
uomo
da
lei
già
ammirato
non
per
altro
se
non
per
la
forza
prepotente
del
suo
egoismo
,
colui
che
trattandola
aveva
dimenticato
ogni
riserbo
,
teneva
dunque
chiusa
nell
'
animo
la
certezza
ch
'
ella
era
per
morire
in
breve
;
e
la
beffava
del
suo
presentire
,
e
ne
calpestava
i
sentimenti
,
e
godeva
a
farla
vibrare
di
speranze
folli
!
Divincolandosi
sotto
il
morso
feroce
della
realtà
,
ella
aveva
gettato
un
grido
fievolissimo
;
e
s
'
era
messa
a
correre
inavvertita
nell
'
ombra
,
rientrando
in
casa
non
avrebbe
potuto
dire
in
qual
modo
.
Ma
prigioniera
ormai
d
'
un
mostro
dai
tentacoli
enormi
,
che
le
succhiava
sangue
e
midolla
ad
ogni
passo
.
Urtò
a
bella
posta
nel
tavolino
,
per
richiamar
la
sorella
.
Emilia
diè
un
sobbalzo
,
levandosi
repentemente
sul
gomito
;
guardò
Roberta
,
ancòra
con
lo
sguardo
velato
dal
sogno
.
-
Vado
a
Nervi
,
-
disse
la
fanciulla
.
-
Tornerò
per
il
pranzo
.
-
Vuoi
che
ti
faccia
accompagnar
dalla
cameriera
?
-
domandò
Emilia
,
dopo
un
istante
in
cui
aveva
sperato
invano
una
parola
di
scusa
pel
modo
brusco
col
quale
Roberta
l
'
aveva
strappata
alla
breve
quiete
.
Ma
tremava
intanto
;
sulle
labbra
della
donna
un
'
altra
domanda
,
trattenuta
a
forza
.
Poco
prima
,
in
camera
di
Roberta
le
era
venuta
alle
mani
una
salvietta
arrotolata
quasi
rabbiosamente
,
e
largamente
fradicia
di
sangue
;
testimonio
orribile
del
male
ricomparso
.
Non
osava
parlarne
,
sentendo
che
la
sorella
medèsima
voleva
tacerne
,
per
paura
,
forse
per
disdegno
di
conforto
.
-
No
.
Vado
sola
;
devo
comprar
qualche
cosa
pel
mio
ricamo
.
Andrò
sola
.
La
voce
erasi
fatta
rauca
,
incerta
,
con
alterni
suoni
di
metallo
prossimo
a
fendersi
.
-
Non
fi
stancherai
?
-
osservò
timidamente
Emilia
.
-
Se
tu
aspettassi
fino
a
domani
?
O
vuoi
mandare
a
prendere
una
carrozza
?
-
Stancarmi
?
Andare
in
carrozza
?
-
ripetè
la
giovanetta
.
-
Si
direbbe
che
tu
mi
credi
sempre
in
agonia
.
L
'
altra
ebbe
un
tremito
improvviso
,
rapidissimo
.
-
Dicevo
,
perchè
tu
ritornassi
più
presto
,
-
spiegò
quindi
col
medesimo
accento
di
sommessione
.
-
Anche
perchè
c
'
è
molto
sole
;
un
sole
abbastanza
forte
....
Non
irritarti
....
Sarai
di
ritorno
pel
pranzo
?
Io
mi
ero
addormentata
qui
....
Confusa
,
cercava
distogliere
sè
e
la
sorella
dall
'
argomento
unico
,
il
quale
si
presentava
con
malignità
caparbia
;
ma
poichè
s
'
avvide
che
i
loro
occhi
parlavano
,
che
il
pensiero
si
rifiutava
,
che
qualunque
parola
sarebbe
riuscita
inutile
,
si
tacque
.
Roberta
era
a
un
passo
da
lei
;
immobile
.
Aveva
un
semplice
abito
grigio
e
tra
le
mani
guantate
portava
un
involto
.
Lo
sforzo
penoso
d
'
Emilia
non
le
sfuggiva
,
avvertendola
che
la
vita
loro
,
con
quello
studio
di
menzogne
,
di
dissimulazioni
,
con
quella
commedia
di
sorrisi
e
di
fiducie
,
la
vita
loro
diveniva
intollerabile
.
-
Vado
,
-
ella
annunzio
,
quasi
a
malincuore
.
-
Arrivederci
,
Emilia
.
Emilia
si
levò
,
allora
,
d
'
un
colpo
,
e
andò
incontro
alla
sorella
.
Il
ricordo
del
grido
nella
notte
era
venuto
a
fustigarla
crudamente
di
nuovo
;
chi
aveva
gridato
?
Chi
era
nascosto
a
udir
la
rivelazione
paurosa
?
...
Doveva
saperlo
,
affinchè
il
grido
non
le
risonasse
più
nell
'
orecchio
,
nel
cervello
,
mentr
'
era
sveglia
,
mentre
dormiva
,
come
soffiato
da
mille
bocche
.
Ma
si
arrestò
a
tempo
....
Aveva
detto
Cesare
sùbito
ch
'
era
stata
una
allucinazione
....
In
ogni
modo
non
poteva
interrogare
,
non
poteva
confessar
l
'
orrore
....
La
fanciulla
stava
innanzi
a
lei
;
pallida
,
irrigidita
dallo
spavento
di
una
domanda
.
-
Arrivederci
,
-
disse
Emilia
,
lasciandosi
trascinar
dal
destino
;
e
tese
la
mano
ardente
.
Roberta
l
'
afferrò
e
trasse
la
sorella
fra
le
braccia
.
-
Addio
,
cara
,
-
susurrò
,
baciandola
,
stringendola
al
petto
.
-
Addio
;
riposa
.
"
Che
cosa
è
?
...
Che
cosa
pensa
?..."
-
chiese
Emilia
a
sè
stessa
,
nell
'
atto
in
cui
rendeva
i
baci
.
E
per
celare
nuovamente
il
fremito
improvviso
,
disse
a
voce
alta
:
-
Siamo
tristi
tutt
'
e
due
,
oggi
....
Le
rilucevano
negli
occhi
le
lacrime
,
e
volse
il
capo
,
sciogliendosi
presto
da
Roberta
.
-
Non
farmi
aspettare
troppo
,
-
soggiunse
.
-
Tornerai
per
il
pranzo
,
è
vero
?
Avrebbe
voluto
vivere
ora
per
ora
,
minuto
per
minuto
,
l
'
esistenza
della
sorella
;
non
allontanarsene
mai
più
,
non
perdere
un
attimo
della
vita
di
lei
;
adorarla
come
una
fragile
e
pura
idealità
,
luminosa
di
grazia
e
di
sventura
.
-
Ma
sì
;
quante
volte
me
lo
chiedi
?
-
osservò
Roberta
con
un
sorriso
stentato
.
Poi
,
sul
limitare
si
rivolse
:
-
Non
impensierirti
per
me
,
-
soggiunse
.
-
Riposa
.
E
abbozzò
un
saluto
ultimo
con
la
mano
.
Emilia
,
ritta
in
mezzo
alla
camera
,
ebbe
ancòra
un
dubbio
.
-
Aspetta
!
-
disse
.
-
Mi
vesto
....
Verrò
anch
'
io
....
Roberta
aveva
chiuso
l
'
uscio
,
e
discendeva
.
Allora
Emilia
corse
alla
finestra
che
guardava
in
giardino
,
e
vedendo
la
sorella
passare
indi
a
poco
,
mosse
le
labbra
per
ripetere
la
preghiera
.
Ma
di
nuovo
,
il
destino
la
trascinò
:
"
No
,
è
inutile
;
di
che
cosa
temi
?
Va
a
Nervi
;
perchè
inquietarla
con
le
tue
paure
?
"
E
la
donna
,
obbedendo
,
cadde
sul
divano
,
e
scoppiò
in
pianto
dirotto
.
In
istrada
,
la
prima
persona
che
s
'
offerse
allo
sguardo
di
Roberta
fu
Cesare
Lascaris
,
il
quale
era
incamminato
verso
la
villa
,
quietamente
,
secondo
l
'
abitudine
.
L
'
espressione
di
lui
appariva
serena
,
della
serenità
fredda
ed
energica
,
onde
quel
volto
era
riuscito
dapprima
spiacevole
alla
giovanetta
.
Cesare
la
scorse
e
la
salutò
;
ma
poichè
faceva
l
'
atto
d
'
andarle
incontro
,
Roberta
attraversò
la
via
e
passò
sull
'
altro
marciapiede
.
Egli
ignorava
d
'
averla
ferita
a
morte
con
una
parola
;
egli
ignorava
d
'
aver
messo
in
quel
cuore
un
gruppo
di
vipere
infaticabili
....
Appena
vistala
,
aveva
già
forse
preparato
la
frase
di
speranza
e
d
'
inganno
....
E
andava
da
Emilia
a
parlar
d
'
avvenire
!
...
"
Costui
potrà
consolarla
,
-
si
disse
Roberta
.
-
Potranno
consolarsi
tutti
in
breve
!
"
-
Sentì
accerchiante
l
'
impeto
di
tornare
indietro
ella
pure
,
di
correre
a
casa
,
e
di
baciare
Emilia
e
d
'
abbracciarla
,
d
'
abbracciarla
furiosamente
.
Nè
fu
libera
dalla
suggestione
se
non
quando
accelerò
il
passo
,
e
arrivata
a
Sant
'
Erasmo
,
discese
verso
Nervi
,
dove
i
passanti
eran
numerosi
e
potevano
distrarla
.
La
giornata
splendeva
;
quell
'
ultimo
periodo
di
decembre
recava
la
stupenda
fragranza
dei
giardini
tempestati
di
rose
,
le
quali
traboccavan
fin
dai
muri
di
cinta
per
una
catena
ininterrotta
di
colori
diversi
,
di
diversa
ricchezza
.
Soffiava
mordace
la
fragranza
del
mare
,
denso
di
tinta
,
e
pur
tuttavia
dardeggiato
di
raggi
,
che
sembravano
frangersi
alla
superficie
e
lasciarvisi
pigramente
onduleggiare
.
Sulla
piazza
di
Nervi
,
a
capo
del
lungo
viale
fiancheggiato
di
palme
che
conduce
alla
stazione
,
Roberta
salì
in
una
carrozza
,
ordinando
di
portarla
a
Genova
;
e
quando
fu
seduta
,
avvertì
la
greve
stanchezza
della
notte
insonne
,
la
debolezza
estrema
per
il
sangue
perduto
in
quello
sbocco
furioso
.
Ebbe
paura
;
il
male
poteva
riprenderla
,
ucciderla
sulla
pubblica
via
.
Ma
se
fosse
rimasta
,
lo
avrebbe
forse
fermato
?
Ella
aveva
la
mente
in
un
cerchio
di
follia
,
e
si
volse
d
'
un
tratto
a
guardar
lo
spettro
che
le
stava
alle
reni
,
minacciandola
di
continuo
.
La
carrozza
partì
.
Roberta
mise
sui
ginocchi
l
'
involto
che
teneva
fra
le
mani
;
era
tutta
la
sua
ricchezza
,
là
dentro
,
una
grossa
somma
in
titoli
dì
rendita
,
ch
'
ella
aveva
divisato
di
vendere
a
poco
a
poco
;
gettandola
anche
a
profusione
,
non
sarebbe
finita
tanto
presto
quanto
la
vita
di
lei
.
Trasse
una
lettera
,
ancòra
con
la
busta
aperta
;
la
ripercorse
con
l
'
occhio
,
temendo
che
il
ribrezzo
,
l
'
odio
,
la
certezza
della
fine
,
le
avessero
suggerito
qualche
parola
di
rimprovero
o
d
'
ingratitudine
.
Il
senso
ne
era
calmo
ed
affettuoso
;
nessun
cenno
alla
scoperta
della
notte
;
perchè
aggravare
la
disperazione
d
'
Emilia
con
la
possibilità
d
'
un
rimorso
?
...
Ella
non
aveva
se
non
la
colpa
di
voler
trattenere
la
sorella
,
di
voler
farne
un
oggetto
miserevole
su
cui
sfogare
tutta
la
ferocia
della
sua
pietà
.
Ma
come
si
sentiva
male
!
Ardevano
le
tempia
,
ardevano
le
mani
;
dentro
il
petto
era
insostenibile
l
'
artiglio
della
tortura
;
di
quando
in
quando
,
la
sofferenza
fisica
raggiungeva
tal
grado
da
parere
una
voluttà
calda
,
che
le
corresse
le
membra
e
le
facesse
ribollir
le
vene
....
Chiudere
gli
occhi
,
oh
chiudere
gli
occhi
al
sole
fiammeggiante
!
...
Sarebbe
stato
più
dolce
chiuderli
sotto
freschi
baci
,
che
avrebbero
potuto
placar
l
'
ardore
delle
carni
.
Voleva
distrarsi
,
guardando
....
La
strada
bianca
,
fra
la
spiaggia
ilare
e
le
ville
pregne
d
'
effluvio
,
quanto
era
crudele
di
ricordi
!
Ben
per
quella
medesima
strada
le
due
sorelle
tornavano
un
tempo
dalle
loro
gite
;
e
le
discese
ripidissime
e
la
prossimità
della
via
ferrata
incutevano
un
'
ombra
d
'
attraente
pericolo
.
Qualche
volta
il
treno
le
sopraggiungeva
rapido
e
formidabile
;
e
il
cavallo
fermo
innanzi
alla
barriera
drizzava
le
orecchie
,
volgeva
la
testa
a
guardare
.
Era
l
'
attimo
più
commovente
della
passeggiata
;
le
giovani
si
stringevano
la
mano
sorridendo
.
Il
mare
pompeggiava
,
solenne
di
quieta
potenza
;
le
ville
davano
al
paesaggio
la
nota
leggiadra
o
maestosa
,
incensando
l
'
aria
coi
profumi
dei
giardini
,
e
tagliando
il
cielo
puro
coi
ricami
aggrovigliati
o
con
le
punte
argute
degli
alberi
.
Roberta
ebbe
così
l
'
imagine
di
quel
molle
passato
,
che
portò
le
mani
alla
fronte
con
un
gesto
di
sbigottimento
;
poi
restò
attonita
,
gli
occhi
fissi
sul
sedile
vuoto
innanzi
a
lei
,
per
non
più
vedere
,
per
non
pensare
,
per
non
obbedire
alla
sorda
voce
,
che
le
gridava
nell
'
intimo
,
che
gridava
dalle
cose
tutte
:
-
"
Ritorna
!
ritorna
!
Non
trascinare
altri
nella
tua
rovina
!
"
Solo
dopo
Sturla
,
quando
la
fiumana
della
gente
,
delle
carrozze
,
dei
carri
,
si
fece
più
tumultuosa
sotto
il
biondo
sole
,
ella
abbandonò
il
suo
atteggiamento
inerte
;
si
drizzò
e
finse
.
La
vita
incombeva
.
Roberta
passava
tra
la
vita
e
le
speranze
mostruose
di
quegli
sconosciuti
,
e
doveva
fingere
vita
e
speranze
ella
pure
;
già
il
suo
volto
era
insolitamente
pallido
e
malato
.
Si
drizzò
sul
busto
;
trovò
uno
sguardo
impersonale
per
lo
stupido
spettacolo
.
Alcuni
giovanotti
fermi
in
gruppo
a
chiacchierare
,
si
volsero
insieme
e
la
fissarono
....
Ah
,
il
suo
corpo
e
il
suo
animo
!
Non
avevano
ormai
se
non
un
valore
d
'
effimera
.
L
'
animo
era
in
agonia
.
Volevano
il
corpo
?
Avrebbe
potuto
offrirlo
al
primo
passante
cui
fosse
piaciuto
,
per
distruggere
anche
la
sua
verginità
inutile
,
per
sentire
una
qualunque
nausea
degli
altri
e
di
sè
stessa
.
Arrivata
a
Genova
,
tenne
la
carrozza
e
discese
presso
varii
negozii
,
ad
acquisti
.
Ella
eseguiva
automaticamente
il
disegno
stabilito
nella
notte
e
calcolato
fin
nei
più
minuti
particolari
di
tempo
.
Ai
commessi
parve
una
strana
compratrice
.
Era
molto
distratta
;
non
osservava
la
merce
,
e
faceva
domande
alle
quali
non
aspettava
risposta
.
Dal
negoziante
di
valigie
aveva
dimenticato
di
ritirar
l
'
avanzo
di
cinquecento
lire
e
avevan
dovuto
rincorrerla
per
consegnarglielo
.
I
suoi
occhi
s
'
offuscavano
d
'
una
espressione
poco
men
che
atterrita
quando
qualcuno
le
diceva
la
frase
abituale
:
-
"
Vedrà
,
signora
,
che
questa
stoffa
le
farà
una
gran
durata
.
"
.
Ed
era
molto
,
molto
stanca
;
si
sedeva
appena
giunta
e
non
si
alzava
se
non
per
uno
sforzo
visibilissimo
.
Dalla
sua
guantaia
,
aveva
chiesto
un
cordiale
,
un
po
'
di
liquore
,
e
aveva
trangugiato
un
bicchierino
di
cognac
,
ch
'
era
parso
animarla
un
istante
.
Risalì
in
carrozza
,
e
si
fece
condurre
alla
stazione
di
Piazza
Principe
.
Si
rammentò
,
in
quel
punto
,
della
lettera
;
pensò
che
,
inviandola
per
posta
,
non
sarebbe
arrivata
se
non
la
dimane
,
ed
Emilia
avrebbe
sofferto
un
'
altra
notte
di
dubbii
,
più
spaventosi
di
qualunque
spaventosa
certezza
.
Chiuse
la
busta
,
e
quando
fu
alla
stazione
guardò
il
cocchiere
,
il
quale
la
conosceva
e
aveva
frequentemente
servito
le
due
sorelle
.
Poteva
fidarsene
.
-
Voi
tornate
a
Nervi
?
-
gli
domandò
Roberta
.
-
Sì
,
signorina
,
sùbito
.
-
Sùbito
;
bisogna
vi
andiate
sùbito
;
io
vi
pagherò
il
ritorno
.
Ma
vi
spingerete
fino
a
casa
mia
,
e
consegnerete
questa
lettera
alla
signora
,
sapete
?
l
'
altra
signora
che
è
sempre
con
me
....
Andate
sùbito
;
non
fermatevi
per
via
....
Fra
un
'
ora
dovete
essere
lassù
!
Poi
,
quando
l
'
uomo
voltò
briglia
e
traversò
la
piazza
,
stette
a
guardarlo
fin
che
le
si
tolse
alla
vista
....
Fra
un
'
ora
sarebbe
arrivato
....
Oh
,
solo
a
vederlo
comparire
,
solo
a
leggere
la
soprascritta
della
busta
,
Emilia
avrebbe
gettato
un
grido
!
La
fanciulla
si
strinse
nervosamente
le
mani
fino
a
farle
scricchiolare
;
diede
un
'
occhiata
in
giro
ad
assicurarsi
nessuno
avesse
rilevato
l
'
atto
;
ma
non
v
'
erano
se
non
viaggiatori
frettolosi
e
portatori
in
attesa
di
bagagli
.
Entrò
sotto
il
peristilio
della
stazione
,
seguendo
il
facchino
impadronitosi
degli
oggetti
ch
'
ella
aveva
posato
a
terra
.
Ritirò
la
tessera
.
Contava
recarsi
a
Nizza
,
verso
quelle
coste
di
Francia
,
ch
'
ella
aveva
tante
volte
sognato
,
verso
quella
Parigi
,
che
le
sembrava
chiusa
da
un
velario
d
'
oro
,
oltre
il
quale
erano
gioie
insidiose
ed
ebbrezze
ignote
.
Proveniente
da
Milano
,
il
treno
per
Ventimiglia
era
in
ritardo
di
trenta
minuti
;
la
giovanetta
si
recò
nella
sala
d
'
attesa
.
Sedette
;
sentì
che
il
male
e
la
stanchezza
precipitavano
su
di
lei
con
peso
inesorabile
;
doveva
fortemente
resistere
per
non
curvare
le
spalle
,
per
tener
gli
occhi
aperti
;
ma
portava
spesso
la
mano
al
collo
,
al
petto
,
dove
un
'
arsura
di
fuoco
la
divorava
;
batteva
la
lingua
contro
il
palato
,
temendo
d
'
assaggiar
l
'
orribile
sapor
dolciastro
del
sangue
.
Ebbe
di
nuovo
il
movimento
brusco
per
volgersi
a
guardare
se
non
le
stesse
alle
reni
uno
spettro
visibile
;
s
'
accorse
di
ciò
che
faceva
,
e
rabbrividì
pensando
che
aspettava
la
morte
e
poteva
giungere
la
follia
.
Dove
andava
?
...
Non
aveva
scritto
in
fronte
l
'
angoscia
e
il
terrore
?
...
Perchè
la
guardavano
tutti
?
...
Che
cosa
diceva
il
suo
volto
?
...
A
fatica
si
alzò
e
andò
fino
a
un
grande
specchio
nel
mezzo
della
parete
centrale
.
Il
suo
volto
diceva
che
in
un
sol
giorno
la
freschezza
della
giovane
età
era
smarrita
per
sempre
;
magre
e
pallide
le
guance
,
accese
le
labbra
,
cerchiati
gli
occhi
d
'
un
giro
lividastro
;
poteva
essere
bella
,
per
la
straordinaria
espressione
di
sfinitezza
e
per
la
grande
ombra
di
malinconia
.
Poichè
udiva
dei
passi
,
il
dovere
della
vita
la
riprese
,
e
finse
d
'
acconciarsi
il
veletto
;
ritornò
al
divano
,
studiandosi
d
'
allargar
le
spalle
e
d
'
ergere
il
busto
.
Era
prudenza
,
forse
,
passar
la
notte
a
Genova
e
partire
il
giorno
appresso
.
Cercò
il
facchino
con
lo
sguardo
,
per
consegnargli
le
valigie
e
farle
recare
a
gualche
prossimo
albergo
.
Aveva
deciso
d
'
essere
prudente
,
di
fermarsi
a
Genova
,
di
riposare
.
Ma
in
quel
punto
,
un
impiegato
gridò
la
partenza
per
Ventimiglia
.
-
Per
Ventimiglia
?
-
domandò
il
facchino
,
accorso
a
riprender
gli
oggetti
.
-
Va
a
Ventimiglia
,
la
signora
?
-
egli
ripeteva
.
-
Sì
,
-
disse
la
fanciulla
,
ancora
guardandosi
intorno
smarrita
.
-
Per
Ventimiglia
!
Fermarsi
a
Genova
?
Con
quale
scopo
?
...
Essere
prudente
?
Per
chi
?
Da
quell
'
ora
,
tutte
le
vicende
erano
sue
;
ella
si
trovava
sola
e
libera
.
L
'
aveva
desiderata
con
ogni
forza
,
quell
'
ora
,
l
'
aveva
sognata
!
Ed
ecco
,
la
realtà
;
ecco
,
il
sogno
tramutatosi
in
fatto
:
non
la
visione
di
un
'
esistenza
piena
di
avvenimenti
inaspettati
e
rosei
;
ma
la
visione
,
più
lucida
che
mai
,
del
proprio
cadavere
freddo
e
rigido
sopra
un
catafalco
ricco
di
drappi
funerei
,
presso
una
finestra
spalancata
in
faccia
alla
campagna
eterna
...
Trovò
posto
in
uno
scompartimento
di
prima
classe
,
vuoto
,
sperando
di
potere
stendersi
e
dormire
,
non
appena
uscito
il
treno
dalla
stazione
.
E
sentiva
che
già
Emilia
aveva
udito
la
carrozza
fermarsi
avanti
al
cancello
,
che
già
l
'
uomo
aveva
portato
la
lettera
,
che
già
la
sorella
aveva
mandato
il
grido
....
Ritornare
?
Non
trascinare
altri
nella
rovina
?
...
Cesare
Lascaris
avrebbe
ripetuto
con
la
voce
fischiante
di
sarcasmo
:
"
Lo
sapevo
,
che
la
signorina
legge
troppi
romanzi
!
"
Mentre
sotto
la
tettoja
annerita
accendevano
i
bracci
a
gas
,
e
mentre
i
viaggiatori
passavano
e
ripassavano
,
-
romore
di
treni
in
moto
,
globi
di
vapor
bianco
diffusi
,
cantilene
d
'
impiegati
ad
annunziare
le
partenze
,
suoni
della
campana
ad
avvertir
gli
arrivi
,
-
mentre
la
vita
fremeva
,
Roberta
si
tolse
i
guanti
,
e
studiò
la
morte
sulle
pallide
mani
,
dalle
dita
lunghe
e
affusolate
,
dalle
unghie
lucenti
;
pallide
mani
,
che
narravan
tutta
l
'
anima
di
lei
,
facile
a
smarrirsi
,
incapace
a
calcolare
,
pronta
a
violenze
ingenue
.
La
fanciulla
piombò
in
una
disperata
tristezza
così
assorbente
,
che
ella
non
s
'
avvide
come
all
'
ultimo
,
quando
il
treno
s
'
avviava
a
ritroso
fuor
della
stazione
,
-
un
viaggiatore
fosse
salito
nel
suo
scompartimento
;
ma
sollevando
gli
occhi
,
ebbe
un
moto
involontario
di
stupor
timoroso
.
L
'
uomo
la
salutò
,
prese
posto
di
fronte
,
l
'
avvolse
tutta
dalla
testa
ai
piedi
in
uno
sguardo
scrutatore
,
che
la
fanciulla
non
aveva
mai
sofferto
e
che
la
costrinse
a
volgere
il
capo
,
fingendo
di
guardar
dallo
sportello
.
Il
treno
si
lanciava
sotto
la
bella
luce
del
tramonto
tingente
di
carnicino
gli
edifizii
dei
sobborghi
di
Genova
e
poi
la
conca
azzurra
del
porto
,
reticolata
d
'
alberi
di
navi
,
ingombra
di
barchi
massicci
.
Chi
era
lo
sconosciuto
?
La
mancanza
d
'
Emilia
doleva
con
nuova
forma
;
Emilia
sapeva
bene
rassicurar
la
sorella
,
diffondeva
attorno
a
sè
un
'
aura
di
tanta
fiducia
,
che
Roberta
ne
viveva
giorno
e
notte
.
Ora
,
Emilia
non
v
'
era
più
.
Roberta
l
'
aveva
abbandonata
,
e
si
trovava
sola
di
fronte
ad
uno
sconosciuto
.
Una
paura
strana
l
'
afferrò
;
si
mise
a
tremare
,
irrigidendosi
con
le
mani
nude
strette
ai
bracci
del
sedile
;
se
l
'
uomo
avesse
fatto
un
movimento
,
ella
avrebbe
gettato
un
urlo
,
poichè
senz
'
altro
Roberta
aveva
stabilito
ch
'
egli
era
un
ladro
e
che
doveva
ucciderla
....
Ma
il
viaggiatore
trasse
dalla
valigia
un
libro
,
vi
cercò
la
pagina
segnata
,
e
cominciò
a
leggere
;
allora
,
a
poco
a
poco
,
di
tra
le
ciglia
,
cautamente
,
la
giovanetta
si
sforzò
a
indovinare
il
titolo
del
volume
,
e
quando
giunse
a
comporre
in
mente
le
lettere
,
e
quando
scoperse
ch
'
era
un
romanzo
cui
ella
conosceva
ed
amava
,
il
cuore
le
battè
di
gioja
infantile
,
e
concluse
che
lo
sconosciuto
non
era
un
ladro
,
non
doveva
ucciderla
.
Poi
,
con
la
medesima
astuzia
lenta
,
si
studiò
a
osservare
l
'
uomo
,
inosservata
.
Egli
era
giovane
ed
elegante
;
nel
volto
un
poco
abbronzato
luccicavano
gli
occhi
neri
ed
acuti
;
aveva
un
profilo
quasi
rettilineo
,
volitivo
;
la
testa
era
bella
;
la
bocca
pura
,
con
labbra
sensuali
,
coi
mustacchi
piegati
in
su
.
Apparteneva
alla
razza
di
quelli
che
mai
non
hanno
lavorato
in
nessuna
cosa
,
e
mai
non
lavoreranno
.
Roberta
aveva
incontrato
simili
uomini
ai
bagni
,
ai
teatri
,
ai
concerti
,
ovunque
s
'
offriva
un
passatempo
di
moda
o
un
trattenimento
per
lo
spirito
;
e
sempre
ella
aveva
avvertito
una
specie
d
'
attrazione
verso
i
giovani
epicurei
,
lasciandosi
cogliere
dalla
forma
della
loro
cortesia
,
dalla
scelta
della
loro
eleganza
.
Anche
ora
,
guardando
lo
sconosciuto
,
la
fanciulla
si
fermava
all
'
apparenza
;
non
rilevava
una
piega
amara
all
'
angolo
delle
labbra
di
lui
,
nè
sul
volto
l
'
energia
fosca
di
chi
si
getta
ai
piaceri
passionatamente
,
correndo
l
'
alternativa
d
'
uscirne
per
un
mortale
disgusto
,
o
di
non
uscirne
se
non
insieme
con
la
vita
.
Pareva
uno
di
quegli
uomini
,
cui
la
donna
unica
può
arrestare
,
salvare
,
vincere
e
domare
col
dono
della
propria
esistenza
,
della
verginità
assoluta
,
con
la
forza
d
'
una
sincerità
non
attesa
.
Egli
aveva
notato
nella
giovanetta
il
destreggiar
degli
sguardi
,
e
pur
fingendo
di
leggere
,
si
lasciava
studiare
;
ma
quando
appena
s
'
accorse
che
la
compagna
era
tranquilla
e
sicura
(
forse
,
molto
aveva
giovato
una
piccola
corona
,
dominante
due
cifre
intrecciate
sopra
la
targhetta
argentea
della
valigia
)
,
-
egli
stesso
,
con
maggiore
astuzia
,
non
lasciandosi
mai
sorprendere
,
guardò
Roberta
a
lungo
.
Fu
colpito
dalla
bellezza
malinconica
di
quel
viso
giovanissimo
,
prima
ancòra
che
dall
'
aspetto
di
sofferenza
onde
il
viso
e
il
corpo
sembravano
chiedere
sollecitudine
.
La
fanciulla
sfolgorava
negli
occhi
,
pieni
di
febbre
e
tuttavia
ignari
di
sguardi
procaci
e
ingannevoli
;
le
labbra
curve
eran
deliziose
di
colorito
,
un
poco
umide
;
per
tutto
il
volto
,
la
stanchezza
,
la
commozione
,
la
malattia
,
avevan
diffusa
un
'
ombra
grave
,
in
aperto
contrasto
con
la
palese
giovanezza
di
Roberta
.
Non
mai
era
stata
così
bella
,
e
il
sole
morente
che
dallo
sportello
la
illuminava
senza
darle
molestia
,
cresceva
forza
al
significato
romantico
della
gentile
figura
.
Lo
sconosciuto
ritornò
al
libro
aperto
,
notando
un
'
occhiata
della
fanciulla
,
che
sembrava
disporsi
a
continuare
il
suo
studio
.
In
verità
,
il
giovane
attirava
l
'
attenzione
di
lei
potentemente
,
ed
ella
cominciava
a
farsi
delle
domande
che
non
trovavano
risposta
;
andava
a
Nizza
egli
pure
?
come
si
chiamava
?
era
ammogliato
?
...
Cercò
sulle
dita
di
lui
il
cerchietto
d
'
oro
,
ch
'
ella
credeva
indivisibile
dalle
persone
non
più
libere
;
ma
alla
mano
destra
,
nuda
,
non
aveva
anelli
,
e
la
sinistra
era
ancòra
guantata
.
E
perchè
non
parlava
?
In
molti
romanzi
,
Roberta
aveva
letto
i
dialoghi
d
'
un
giovane
e
d
'
una
giovane
incontratisi
nel
treno
;
e
veniva
poi
una
sfilata
,
di
capitoli
interessanti
,
che
si
rannodavano
tutti
a
quel
primo
capitolo
dell
'
incontro
.
Lo
sconosciuto
non
le
parlava
,
non
la
degnava
d
'
uno
sguardo
;
credendo
fare
piacere
,
aveva
tirato
la
cortina
per
toglierle
il
sole
ultimo
,
e
sùbito
s
'
era
rimesso
a
leggere
,
in
modo
ch
'
ella
non
aveva
potuto
ringraziarlo
con
un
cenno
del
capo
,
come
in
quei
romanzi
....
Egli
pure
vestiva
un
abito
grigio
,
calzava
stivaletti
di
cuoio
giallo
,
-
aveva
i
piedi
piccoli
-
e
il
collo
della
camicia
era
molto
alto
,
con
una
cravatta
enorme
,
di
gusto
inglese
.
La
fronte
di
lui
era
ampia
,
con
qualche
sottilissima
ruga
,
visibile
a
pena
;
ma
i
capelli
erano
tutti
nerissimi
,
naturalmente
lucidi
,
un
poco
arricciati
.
Solo
,
pareva
a
Roberta
ch
'
egli
fingesse
di
leggere
,
perchè
non
voltava
mai
pagina
;
e
a
un
tratto
,
ella
s
'
avvide
con
maraviglia
,
che
lo
sconosiciuto
non
poteva
leggere
affatto
,
perchè
aveva
ripreso
il
libro
capovolto
.
Cominciò
a
temere
di
nuovo
;
perchè
fingeva
?
a
che
cosa
pensava
?
In
quel
punto
gli
sguardi
suoi
s
'
incontrarono
con
gli
sguardi
del
giovane
,
e
non
sapendo
come
reggere
all
'
onda
carezzevole
di
quegli
occhi
bruni
,
e
sentendo
d
'
arrossire
,
Roberta
cercò
in
fretta
i
guasti
e
cominciò
a
calzarli
,
con
la
testa
china
.
Il
treno
si
fermò
a
Sampierdarena
lungamente
.
La
fanciulla
guardò
in
basso
la
sfilata
gaja
dei
molti
edifizi
,
dispersi
in
una
pianura
grigia
e
uniforme
;
l
'
ombra
cominciava
a
scendere
tristissima
.
Il
ricordo
di
Emilia
,
la
visione
della
villetta
,
l
'
intuizione
dello
spavento
cui
la
sorella
doveva
essere
in
preda
,
vennero
tutti
insieme
a
turbarla
.
Che
cosa
aveva
fatto
?
Dove
andava
?
Aveva
commesso
un
crimine
....
Fra
il
brusco
estollersi
di
quei
pentimenti
,
una
cosa
sola
poteva
consolarla
;
ella
si
sentiva
bene
,
d
'
improvviso
,
quanto
non
s
'
era
;
mai
sentita
,
e
irrompeva
nel
suo
cuore
una
turba
di
speranze
magnifiche
,
audaci
,
sicure
;
era
tuttavia
molto
affaticata
molto
languida
,
ma
la
cosa
pareva
ben
naturale
,
dopo
le
orribili
torture
.
Sperava
,
tornava
a
sperare
violentemente
nell
'
avvenire
;
la
giovane
età
avrebbe
trionfato
de
'
suoi
mali
nervosi
.
E
ritraendosi
dal
finestrino
perchè
il
treno
ripartiva
,
questa
volta
per
una
ben
lunga
corsa
,
Roberta
vide
gli
sguardi
del
compagno
fissi
ai
capelli
di
lei
,
biondi
,
copiosi
,
rutilanti
sotto
il
raggio
della
lampada
elettrica
,
la
quale
pendeva
dall
'
alto
della
carrozza
e
cominciava
a
dar
luce
non
contrastata
dalla
luce
diurna
.
La
fanciulla
gli
fu
riconoscente
;
l
'
attenzione
del
giovane
significava
l
'
avvenire
e
la
vita
:
egli
doveva
pensare
a
lei
,
non
come
a
larva
moritura
,
ma
come
a
donna
vibrante
di
calda
sensibilità
,
ricca
di
delicati
sentimenti
.
Allora
,
non
sapendo
d
'
agire
in
modo
strano
,
ella
si
abbandonò
a
quell
'
attenzione
,
vi
si
offerse
scaltramente
.
Perchè
l
'
uomo
non
avesse
a
temere
d
'
essere
sorpreso
,
restò
col
capo
inclinato
,
ma
non
così
che
il
suo
volto
bianco
non
si
vedesse
,
non
così
che
i
suoi
occhi
azzurri
paressero
spenti
;
e
si
dispose
un
po
'
in
obliquo
sul
sedile
,
perchè
tutta
la
linea
dei
fianchi
acerbi
risaltasse
sopra
lo
sfondo
grigiastro
.
Provò
un
gaudio
nuovo
,
a
quella
dedizione
capricciosa
;
più
forte
,
accorgendosi
che
il
giovane
si
lasciava
attirare
,
e
la
studiava
,
l
'
ammirava
con
intensità
,
riusciva
a
definirla
in
quanto
aveva
di
raro
e
di
meno
atteso
:
l
'
incoscienza
virginale
e
la
civetteria
mite
....
La
curiosità
di
lui
non
era
volgare
e
momentanea
,
ma
doveva
,
certo
doveva
risvegliare
a
poco
a
poco
un
sentimento
,
una
brama
di
non
finire
così
la
muta
avventura
.
Vi
fu
un
istante
,
in
cui
Roberta
osò
levare
il
capo
,
e
da
tutto
l
'
atteggiamento
del
compagno
vide
perspicua
la
certezza
ch
'
egli
si
accingeva
a
parlare
,
a
gettare
la
rete
,
la
quale
avrebbe
involto
lei
,
e
forse
non
lei
sola
,
per
sempre
.
-
Ora
mi
parla
!
-
ella
pensò
.
Fu
come
un
tremendo
schianto
,
un
balzo
in
una
voragine
profonda
.
La
fanciulla
avvertì
di
nuovo
l
'
orribile
sapore
dolciastro
del
sangue
;
ebbe
un
sussulto
visibilissimo
,
tossì
seccamente
due
volte
,
e
con
la
fronte
imperlata
di
sudor
freddo
,
aspettò
.
Poi
,
quando
la
prima
spuma
rosea
comparve
alla
connessura
delle
labbra
,
portò
il
fazzoletto
alla
bocca
,
serrandolo
contro
,
perchè
nulla
si
vedesse
;
ma
non
era
un
filo
di
schiuma
,
e
non
cessava
,
diffondendosi
per
la
pezzuola
,
empiendole
la
bocca
tutta
,
minacciando
di
soffocarla
.
Tossì
ancòra
;
venne
ancòra
il
liquido
vermiglio
su
per
la
gola
;
e
smarrendo
ogni
speranza
,
ogni
senso
della
vita
formale
,
Roberta
balzò
in
piedi
,
afferrò
le
mani
già
tese
del
giovane
,
e
rantolò
con
un
urlo
:
-
Muoio
!
L
'
impeto
enorme
del
sangue
proruppe
,
non
più
affievolito
dal
lieve
ostacolo
del
fazzoletto
;
e
la
figura
bianca
della
vergine
insanguinata
,
ritta
fra
le
braccia
del
compagno
che
la
sorreggeva
,
precipitò
nella
spessa
ombra
d
'
una
galleria
come
in
una
voragine
profonda
.