StampaPeriodica ,
Benissimo
ha
fatto
Paolieri
a
mettere
al
posto
le
cose
intorno
al
Salgari
,
su
cui
i
soliti
giornalisti
-
letterati
stanno
facendo
un
disgustoso
can
can
,
ridicolizzando
quello
che
potrebbe
essere
una
semplice
riparazione
,
dal
punto
di
vista
strettamente
economico
,
dall
'
ingiustizie
e
angherie
che
il
Salgari
patì
dagli
editori
.
Dice
opportunamente
Paolieri
sulla
Nazione
:
«
Il
Salgari
,
non
solo
scriveva
con
la
sciatteria
degli
scrittori
a
poche
lire
la
dispensa
,
ma
non
poteva
essere
un
vero
e
proprio
educatore
,
come
ad
esempio
l
'
impareggiabile
Giulio
Verne
,
proprio
a
causa
della
sua
completa
mancanza
di
cognizioni
scientifiche
,
oltre
che
di
sintassi
e
di
lingua
.
Il
Salgari
non
era
che
un
abile
rimpolpettatore
del
Mayne
-
Reid
,
dei
l
'
Aymard
,
del
Boussenard
e
,
soprattutto
,
dell
'
Assollant
sulle
cui
orme
marciò
peggiorando
il
genere
per
l
'
assoluto
dilettantismo
nel
quale
sempre
rimase
,
non
possedendo
serii
studii
di
scienza
né
avendo
mai
sconfinato
oltre
la
propria
provincia
.
»
Aggiungeremo
per
conto
nostro
che
Salgari
ha
diffuso
nevrastenia
e
morboso
romanticismo
nelle
file
dei
giovani
lettori
,
li
ha
tenuto
lontani
dagli
studi
,
dalla
realtà
e
dell
'
umanità
.
Siamo
quindi
sbalorditi
di
leggere
sul
Raduno
che
Salgari
sarebbe
un
«
martoriato
educatore
della
nostra
gioventù
»
e
un
precursore
del
fascismo
;
e
lo
sbalordimento
si
muta
in
nausea
e
disgusto
quando
in
quel
giornale
«
degli
artisti
di
tutte
le
arti
»
troviamo
,
buttata
giù
di
straforo
,
una
frase
simile
:
«
Io
affermo
che
nel
bilancio
storico
dell
'
Italia
,
della
nuova
Italia
,
Emilio
Salgari
conta
molto
più
che
Giacomo
Leopardi
»
.
Se
degli
Italiani
pensano
e
scrivono
questa
roba
in
pieno
anno
VI
del
Fascismo
,
noi
ci
domandiamo
seriamente
se
valga
la
pena
lottare
e
dedicare
,
come
abbiamo
dedicato
,
la
nostra
migliore
giovinezza
per
la
purificazione
di
questa
nostra
Italia
,
che
vorremmo
grande
,
nobile
bella
,
gloriosa
e
forte
,
e
che
non
sa
ancora
espellere
violentemente
da
sé
tanta
marcia
,
tanta
miseria
,
tanta
carogneria
.
Inconsciamente
,
l
'
autore
di
quella
trista
frase
,
ha
posto
un
problema
essenziale
.
Insomma
,
l
'
Italia
del
Fascismo
è
nata
da
Salgari
o
da
Leopardi
?
Il
problema
esiste
,
dal
momento
che
qualcuno
l
'
ha
posto
.
Ma
intanto
,
visto
che
il
Raduno
si
è
gloriosamente
collocato
fra
le
più
evidenti
manifestazioni
di
grossolanità
,
di
volgarità
e
di
ignoranza
,
domandiamo
,
alle
corte
:
1
.
-
Se
roba
simile
è
fascismo
;
2
.
-
Se
il
Raduno
è
giornale
polemico
o
officioso
;
3
.
-
Se
gli
intellettuali
e
gli
artisti
sono
obbligati
ad
essere
solidali
con
un
organo
di
tanta
imbecillità
e
confusione
,
degnamente
battezzato
con
una
parola
che
in
Italiano
non
esiste
.
StampaPeriodica ,
I
fascisti
della
nostra
città
,
che
esplicano
un
lavoro
efficace
di
tutti
i
giorni
,
anche
nella
scorsa
settimana
,
diedero
prova
tangibile
della
loro
attività
.
Poiché
alcuni
...
sconosciuti
pussisti
,
si
erano
presa
la
briga
di
insozzare
con
la
stereotipata
frase
del
Chi
paga
?
i
manifesti
che
il
Comitato
Centrale
dei
Fasci
aveva
fatto
affiggere
per
la
città
,
una
squadra
di
fascisti
,
sorpresili
in
flagrante
,
somministrò
loro
una
tale
dose
di
pugni
e
ceffoni
,
da
costringerli
a
fuga
ignomignosa
.
Non
solo
,
ma
lasciarono
nelle
nostre
mani
,
gli
eroi
nottambuli
,
a
loro
completo
scorno
,
ed
a
nostra
gloria
,
il
pennello
e
la
stampiglia
in
metallo
,
del
Chi
paga
?
Aggiungiamo
.
che
ora
,
non
avrebbe
più
ragione
di
esistere
l
'
interrogativo
,
in
quanto
possano
ritenersi
anch
'
essi
personalmente
...
pagati
!
!
StampaPeriodica ,
Si
approfitta
dell
'
occasione
anche
per
ricordare
a
personalità
influenti
del
regime
la
loro
appartenenza
alle
tribù
selvagge
.
Nel
mese
di
giugno
del
1924
,
all
'
inizio
di
quel
temporale
che
poi
si
scaricò
in
grandine
il
3
gennaio
del
1925
,
un
gruppo
di
giovani
di
buona
famiglia
e
di
buoni
studi
si
mise
in
testa
di
fondare
un
giornale
che
potesse
servire
da
documento
della
nostra
età
,
dello
spirito
delle
giovani
generazioni
,
quasi
lo
specchio
della
vita
italiana
del
tempo
di
Mussolini
.
Uno
specchio
che
riflettesse
,
della
vita
italiana
,
non
già
tutto
il
moto
vario
e
complesso
,
ma
soltanto
il
più
intimo
,
il
più
sincero
e
il
più
originale
.
L
'
ambizione
era
molta
,
ma
il
successo
fu
pari
alla
serietà
dei
propositi
.
Il
giornale
,
concepito
in
provincia
da
alcuni
onesti
giovani
provinciali
,
uscì
a
Colle
Val
d
'
Elsa
,
a
poche
miglia
da
Siena
,
e
cioè
nella
più
centrale
delle
provincie
italiane
,
quasi
diremmo
nell
'
Arciprovincia
;
ed
ebbe
per
titolo
«
Il
Selvaggio
»
,
per
motto
,
quello
di
Leonardo
:
«
salvatico
è
chi
si
salva
»
.
Tale
fu
l
'
accoglienza
che
gli
fecero
i
giovani
di
tutta
Italia
che
in
breve
la
tiratura
del
giornale
salì
al
alcune
migliaia
di
copie
e
l
'
appellativo
«
selvaggio
»
divenne
sinonimo
di
fedelissimo
di
Mussolini
,
cioè
di
intransigente
,
poiché
l
'
intransigenza
fascista
non
è
che
l
'
assoluta
fedeltà
a
Mussolini
.
In
tutta
la
Toscana
,
in
Romagna
,
in
Lombardia
,
in
Emilia
,
in
Umbria
,
nel
Lazio
,
nell
'
Irpinia
,
in
Sicilia
,
i
così
detti
selvaggi
si
raggrupparono
nelle
così
dette
tribù
e
raccolsero
i
migliori
tra
la
gioventù
universitaria
e
squadrista
di
tutte
le
regioni
d
'
Italia
.
I
giornali
dell
'
opposizione
aventiniana
ebbero
l
'
aria
di
scandalizzarsi
,
e
fecero
piovere
sui
selvaggi
tutte
le
contumelie
in
uso
in
quel
tempo
.
Ma
Colle
Val
d
'
Elsa
,
fra
una
burrasca
e
l
'
altra
,
divenne
la
capitale
di
Strapaese
,
la
mecca
della
fedeltà
mussoliniana
.
I
selvaggi
della
Val
d
'
Elsa
non
erano
,
come
li
dipingevano
gli
antifascisti
,
dei
bastonatori
rozzi
in
maniche
di
camicia
,
ma
dei
giovani
di
buoni
studi
,
che
avevano
le
lettere
e
le
arti
in
grande
onore
,
e
dei
quali
alcuni
si
son
poi
fatti
un
nome
nella
letteratura
e
nella
pittura
di
questa
Italia
.
Tuttavia
i
selvaggi
non
perdevano
d
'
occhio
la
politica
.
La
famosa
adunata
del
Monte
Amiata
,
dove
il
Duce
pronunziò
il
fortissimo
discorso
dello
«
strame
»
,
che
suonò
come
il
segnale
di
riscossa
contro
la
secessione
anticostituzionale
dell
'
Aventino
,
fu
organizzata
dai
selvaggi
.
In
quell
'
occasione
apparve
nei
giornali
una
fotografia
di
Mussolini
,
circondato
da
un
folte
gruppo
di
squadristi
,
che
tenevano
aperto
in
mostra
un
numero
del
«
Selvaggio
»
.
Quella
fotografia
,
presa
durante
l
'
adunata
del
Monte
Amiata
,
è
il
più
nobile
documento
dell
'
onesta
e
fiera
storia
dei
selvaggi
,
i
quali
contavano
nelle
loro
file
i
più
bei
nomi
della
nobiltà
rivoluzionaria
del
fascismo
,
da
Italo
Balbo
a
Giuriati
,
da
De
Vecchi
e
da
De
Bono
ad
Arpinati
,
da
Giunta
e
da
Scorza
a
Ricci
,
da
Soffici
a
Oppo
,
dal
Bove
di
Colle
al
Mordini
di
Barga
,
da
Tramontano
di
Siena
a
Gaggioli
di
Ferrara
.
Nomi
famosi
e
oscuri
,
di
capi
e
di
gregari
,
di
squadristi
e
di
artisti
,
ma
tutti
nomi
di
fedeli
e
di
galantuomini
,
la
cui
fierezza
e
la
cui
onestà
non
erano
e
non
sono
che
un
riverbero
dell
'
umanità
e
della
generosità
di
Mussolini
.
Alla
fine
del
1925
,
tornato
il
sereno
,
le
tribù
si
sciolsero
e
i
selvaggi
andarono
in
congedo
.
Molti
,
ormai
,
hanno
preso
moglie
,
qualcuno
è
diventato
Podestà
o
Ministro
.
Ma
in
tutti
è
rimasto
l
'
amore
per
il
«
Selvaggio
»
,
per
il
modesto
e
glorioso
giornale
di
Colle
Val
d
'
Elsa
,
che
ha
seguitato
imperterrito
a
uscire
di
quando
in
quando
,
accolto
sempre
con
affetto
dagli
antichi
e
dai
nuovi
amici
delle
più
provinciali
provincie
d
'
Italia
.
All
'
inizio
del
1929
,
per
uno
dei
soliti
fenomeni
d
'
emigrazione
interna
,
i
fondatori
del
«
Selvaggio
»
abbandonarono
Colle
Val
d
'
Elsa
e
si
stabilirono
a
Torino
.
Così
Strapaese
venne
a
star
di
casa
a
Stracittà
.
Molti
si
meravigliarono
della
cosa
,
e
alcuni
profeti
male
informati
ebbero
a
dichiarare
che
i
selvaggi
,
a
Torino
,
si
sarebbero
trovati
come
i
pesci
fuor
d
'
acqua
.
L
'
esperienza
ha
dato
torto
ai
profeti
.
Infatti
,
all
'
ombra
della
Mole
Antonelliana
,
i
selvaggi
si
sentono
ormai
come
a
casa
propria
.
Tanto
è
vero
,
che
anche
il
loro
giornale
lascia
Colle
Val
d
'
Elsa
e
viene
a
metter
famiglia
a
Torino
.
Guarda
un
po
'
che
cosa
ci
fa
fare
l
'
amore
per
Mussolini
!
StampaPeriodica ,
L
'
Ardito
-
Futurista
si
proietta
nell
'
avvenire
come
un
acrobatico
razzo
illuminante
,
lasciandosi
indietro
,
negli
organizzati
bivacchi
,
le
moltitudini
pesanti
che
solcheranno
fatalmente
la
sua
traccia
di
luce
.
Vertebra
della
vita
italiana
,
esso
è
destinato
a
colorare
della
sua
audacia
rossissima
gli
eventi
e
le
volontà
che
foggeranno
il
futuro
d
'
Italia
.
Il
prototipo
dell
'
Ardito
-
Futurista
ha
press
'
a
poco
questi
Caratteri
fisici
:
1
.
Vivace
testa
geniale
con
folti
capelli
scomposti
.
2
.
Occhi
ardenti
fieri
ed
ingenui
,
che
non
ignorano
l
'
ironia
.
3
.
Bocca
sensuale
ed
energica
,
pronta
a
baciare
con
furore
,
a
cantare
con
dolcezza
e
a
comandare
imperiosamente
.
4
.
Elasticità
di
muscoli
asciutti
,
irradiati
di
fasci
di
nervi
ultrasensibili
.
5
.
Cuore
di
dinamo
,
polmoni
pneumatici
,
fegato
di
leopardo
.
6
.
Gambe
di
scoiattolo
,
per
arrampicarsi
a
tutte
le
cime
e
per
scavalcare
tutti
gli
abissi
.
7
.
Eleganza
sobria
virile
sportiva
,
che
permette
di
correre
,
di
lottare
,
di
svincolarsi
,
di
danzare
,
di
arringare
una
folla
.
Composizione
spirituale
:
1
.
Capacità
sconfinata
di
amore
e
di
odio
,
non
repressa
da
imbecilli
riserve
filosofiche
.
2
.
Adorazione
sana
e
gioconda
della
vita
,
manifestata
dalla
tendenza
a
goderla
con
avidità
e
ad
offrirla
tutta
in
un
attimo
con
generosità
.
3
.
Coraggio
illimitato
,
che
non
conosce
l
'
impossibile
e
non
indietreggia
davanti
a
nessun
ostacolo
,
a
nessun
pudore
,
a
nessuna
impotenza
tradizionale
.
4
.
Intelligenza
intuitiva
e
liricamente
pratica
,
che
rifiuta
il
sofisma
,
sdegna
la
logica
pedantesca
,
e
odia
l
'
erudizione
.
5
.
Personalità
inedita
e
sincera
,
per
la
quale
non
esiste
nulla
di
convenzionale
,
di
stereotipo
e
di
snobistico
.
6
.
Tendenza
a
prodigarsi
nel
più
difficile
e
nel
più
rischioso
,
con
fantasia
e
bontà
.
L
'
Ardito
-
Futurista
sarà
l
'
elemento
irresistibilmente
vivificatore
e
propulsore
di
ogni
consorzio
della
vita
nazionale
.
Ecco
il
suo
Programma
energetico
:
1
.
Esercitare
quotidianamente
il
proprio
corpo
in
tutte
le
forme
di
sport
,
soprattutto
nel
pugilato
,
nella
scherma
di
pugnale
,
nel
nuoto
,
nella
corsa
e
nell
'
aviazione
.
2
.
Intervenire
ogni
giorno
,
in
ogni
occasione
e
per
qualunque
pretesto
,
nella
vita
collettiva
,
portando
nelle
manifestazioni
e
nelle
decisioni
delle
masse
il
calore
della
sua
giovinezza
temeraria
che
non
conosce
prudenza
e
non
s
'
inchina
davanti
a
nessuna
Autorità
che
non
sia
la
grande
Italia
di
domani
.
3
.
Smontare
,
ripulire
,
lubrificare
e
modernizzare
tutti
i
congegni
della
complessa
macchina
politica
-
burocratica
-
giuridica
italiana
,
oppure
trovandoli
fuori
uso
,
gettarli
nel
crogiuolo
di
una
rivoluzione
,
fondendo
e
costruendo
un
nuovo
arnese
più
adatto
al
suo
tempo
.
4
.
Combattere
senza
quartiere
e
senza
mezzi
termini
le
camorre
organizzate
,
tutti
i
negatori
della
patria
,
tutti
i
detrattori
della
santa
guerra
rivoluzionaria
.
5
.
Perseguitare
spietatamente
i
neutrali
,
i
vigliacchi
e
gli
imboscati
di
tutte
le
lotte
,
cruente
e
non
cruente
.
6
.
Snidare
e
ripartire
le
ricchezze
di
fonte
equivoca
,
e
quelle
accumulate
a
spese
dei
combattenti
durante
la
guerra
.
7
.
Appoggiare
le
agitazioni
dei
lavoratori
,
tendenti
alla
loro
elevazione
morale
e
materiale
;
ma
impedire
che
facciano
il
gioco
di
un
qualsiasi
Partito
politico
.
8
.
Opporsi
a
tutte
le
dittature
,
a
tutte
le
egemonie
(
da
quella
delle
Casseforti
a
quella
delle
Mani
Callose
)
,
e
non
ammettere
per
l
'
Italia
altra
democrazia
che
quella
dell
'
ingegno
e
della
volontà
costruttiva
...
StampaPeriodica ,
Le
strade
del
Selvaggio
non
portano
a
Roma
.
La
prima
sede
del
Selvaggio
fu
,
nel
1924
,
in
via
dell
'
Arringo
.
Via
dell
'
Arringo
,
in
Colle
di
Val
d
'
Elsa
,
non
si
chiama
,
da
varie
diecine
d
'
anni
,
più
così
,
per
lo
stolto
vezzo
inaugurato
dalle
amministrazioni
comunali
dell
'
epoca
liberale
,
di
mutare
i
nomi
più
proprii
,
i
nomi
più
significativi
e
più
giustificati
con
altri
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
le
vecchie
strade
,
e
che
dovrebbero
essere
attribuiti
soltanto
alle
nuove
.
Si
pensi
che
a
Livorno
Via
della
Tazza
,
famosa
pei
suoi
postriboli
,
si
chiama
ora
Via
Piave
:
questo
è
veramente
agire
a
vanvera
.
È
evidente
che
il
Piave
è
un
simbolo
nato
con
gli
ultimi
grandi
avvenimenti
,
e
che
non
ha
relazione
alcuna
con
la
storia
di
Via
della
Tazza
.
Soltanto
una
strada
nuova
,
che
raccolga
generazioni
e
costumi
nuovi
,
può
portare
quel
nome
.
E
su
questo
non
è
qui
il
caso
,
per
ora
,
di
discutere
.
Il
fatto
è
che
in
Via
dell
'
Arringo
,
una
delle
più
belle
e
più
singolari
del
mondo
,
nonché
delle
più
ripide
,
nacque
il
Selvaggio
;
e
quello
fu
buon
arringo
davvero
,
dal
quale
la
voce
fu
intesa
fin
nei
più
lontani
angoli
d
'
Italia
.
Poi
si
passò
in
Piazza
Arnolfo
;
perché
Arnolfo
di
Cambio
,
molti
non
lo
sanno
,
ma
è
colligiano
,
e
fu
un
costruttore
sul
serio
,
che
adoprò
le
pietre
e
non
il
cemento
,
e
sempre
disprezzò
profondamente
l
'
architettura
razionale
.
sicché
quel
nome
non
fu
senza
influsso
su
di
noi
;
capimmo
infatti
che
non
basta
arringare
,
ma
occorre
costruire
;
e
che
dopo
avere
adoperata
la
voce
,
bisogna
adoperare
le
pietre
,
e
metterle
una
sull
'
altra
.
Le
pietre
son
testimoni
dei
tempi
.
Non
c
'
è
vera
gloria
,
se
non
documentata
dalla
pietra
.
Poi
si
passò
a
Firenze
,
in
Via
della
Pergola
,
la
quale
ci
suggerì
d
'
accentuare
il
nostro
carattere
rurale
di
difendere
,
senza
dottrinarismi
,
la
bellezza
della
vita
campestre
e
la
saggezza
dei
paesani
;
contro
la
sfacciata
invadenza
dell
'
americanismo
e
la
«
standardizzazione
»
dei
costumi
:
costì
nacquero
le
prime
cronache
di
Strapaese
,
che
si
ampliarono
quando
il
Selvaggio
,
nel
1927
,
si
trasportò
,
sempre
a
Firenze
,
in
Via
dei
Servi
.
Ecco
un
nome
che
farà
storcere
la
bocca
a
qualcuno
!
Bisogna
intendersi
:
servi
,
sicuro
,
servi
ma
dell
'
idea
;
la
frase
è
un
po
'
abusata
,
ma
la
sua
sostanza
è
sempre
buona
,
perché
,
parliamoci
chiaro
,
a
che
vale
agitarsi
,
polemizzare
,
battagliare
,
prender
posizione
,
se
non
si
ha
una
convinzione
precisa
,
una
base
sicura
,
una
fede
insomma
?
Ci
dev
'
essere
un
presupposto
,
un
sottinteso
,
un
punto
fermo
,
benedetto
Iddio
,
altrimenti
dove
si
andrebbe
a
finire
?
Con
che
diritto
potremmo
alzare
la
voce
,
esercitare
la
critica
,
metter
bocca
nelle
pubbliche
faccende
?
Signori
,
senza
quel
punto
fermo
,
senza
un
'
idea
cui
fedelmente
servire
,
noi
ci
vergogneremmo
di
sporcare
della
carta
e
di
far
gemere
i
torchi
;
quindi
anche
Via
dei
Servi
ci
voleva
,
e
in
tal
senso
fummo
severi
e
lo
siamo
tuttora
e
lo
saremo
sempre
di
più
,
anche
se
,
dopo
quella
,
abbiamo
scelto
altre
strade
.
Nel
1928
Strapaese
si
collocò
sempre
in
Firenze
in
Via
dell
'
Oche
.
Sebbene
facile
,
l
'
ironia
sarebbe
,
anche
in
questo
caso
,
o
Signori
,
fuori
posto
.
Via
dell
'
Oche
è
una
delle
più
vecchie
vie
di
Firenze
,
a
due
passi
dal
Duomo
e
a
quattro
dal
Battistero
.
Accanto
c
'
è
Piazza
delle
Pallottole
nome
bellicoso
,
che
non
permette
gli
scherzi
;
c
'
è
Via
dello
Scheletro
nome
pauroso
e
ammonitore
;
c
'
è
Via
della
Morte
.
Aria
nera
.
Gli
scherzi
possono
finire
a
coltellate
.
Se
oche
ci
sono
state
in
Via
dell
'
Oche
,
e
se
quelle
oche
siamo
stati
noi
del
Selvaggio
,
la
razza
è
di
quelle
capitoline
:
razza
intelligente
,
sveglia
,
e
soprattutto
senza
peli
sulla
lingua
.
Dunque
sia
rispettata
,
con
Via
dell
'
Arringo
,
con
Piazza
Arnolfo
,
con
Via
della
Pergola
e
con
Via
dei
Servi
,
anche
Via
dell
'
Oche
.
Passò
il
1928
,
passò
;
e
l
'
ingrata
Firenze
lasciò
che
il
Selvaggio
l
'
abbandonasse
.
Il
marchese
Ridolfi
non
sentiva
pel
nostro
giornalino
né
caldo
né
freddo
;
così
tornammo
in
quel
di
Siena
,
anzi
nel
cuore
di
Siena
piantammo
le
tende
,
e
l
'
antica
gloriosa
Stamperia
dell
'
Ancora
,
dove
sono
i
più
bei
caratteri
tipografici
che
abbiamo
incontrato
,
lavorò
per
noi
due
anni
,
mobilitando
i
suoi
neri
Aldini
,
liberando
dalla
polvere
i
suoi
stupendi
e
classici
Bodoni
,
i
robusti
Egiziani
,
i
Neretti
quarantotteschi
,
il
Ronde
1830
chiaro
,
delicato
,
dalle
perfette
volute
,
di
cui
il
grosso
Mondadori
non
capirà
mai
la
grazia
;
le
vecchie
vignette
in
legno
,
i
puttini
,
i
fregi
,
i
«
cul
de
lampe
»
,
i
cui
anonimi
autori
valgono
mille
Cisari
e
Disertori
e
De
Carolis
messi
assieme
.
Ma
la
strada
si
chiamava
,
e
si
chiama
tuttora
,
essendo
Siena
gelosa
delle
sue
vecchie
e
care
cose
,
Via
delle
Terme
.
Negate
l
'
influsso
dei
nomi
:
a
poco
a
poco
,
l
'
ozio
s
'
impadronì
di
noi
,
e
ci
cullammo
in
una
specie
di
beatitudine
inerte
,
saltando
numeri
a
piè
pari
,
e
indugiando
a
pubblicare
quei
pochi
,
che
faticosamente
riuscivamo
a
mettere
assieme
.
Chi
s
'
attarda
nelle
Terme
,
si
snerva
e
si
assopisce
:
l
'
aria
mistica
di
Siena
c
'
induceva
alla
rinunzia
e
all
'
apatia
;
felici
di
fare
un
po
'
di
maldicenza
al
Greco
,
e
qualche
scorpacciata
da
Tullio
andate
da
Tullio
,
o
turisti
,
se
volete
mangiar
bene
sentivamo
nascere
in
noi
il
tristo
,
avvelenato
fior
dell
'
indifferenza
;
e
doveva
esser
l
'
aria
delle
montagne
a
svegliarci
.
Sicché
abbiamo
portato
le
tende
in
Torino
e
scelta
per
la
nostra
sede
Via
Pietro
Micca
,
nome
guerriero
in
un
'
aria
guerriera
;
nome
augurale
,
che
ci
fa
tenere
asciutte
le
polveri
e
pronta
la
miccia
.
Bellissimo
nome
,
che
non
contrasta
coi
precedenti
,
anzi
li
riassume
,
e
addita
la
conclusione
.
La
quale
consisterà
in
questo
,
che
i
residui
del
meschino
politicantismo
d
'
un
tempo
,
e
con
loro
tutti
gli
ipocriti
,
i
parassiti
e
i
profittatori
salteranno
per
aria
.
Còmpito
comune
delle
nostre
generazioni
,
ad
assolvere
il
quale
c
'
è
posto
per
tutti
,
e
in
tutte
le
vie
,
strade
,
piazze
,
borghi
,
sobborghi
e
città
d
'
Italia
.
Si
è
usato
troppo
dire
che
tutte
le
strade
conducono
a
Roma
;
bisogna
cominciare
a
persuadersi
piuttosto
che
da
Roma
c
'
è
una
sola
strada
che
porta
in
tutto
il
mondo
l
'
idea
d
'
una
civiltà
degna
della
storia
e
dell
'
avvenire
.
Si
lavora
perché
questa
strada
si
apra
anzitutto
nelle
coscienze
degli
italiani
;
e
non
c
'
è
da
vergognarsi
se
si
fa
quel
che
si
può
;
l
'
importante
è
che
la
partecipazione
sia
volontaria
,
continua
,
fervida
,
sincera
.
Noi
del
Selvaggio
non
si
sarebbe
sinceri
se
non
ci
si
mostrasse
quelli
che
siamo
,
coi
nostri
impeti
e
con
le
nostre
impazienze
.
Siamo
nati
in
campagna
!
Abbiamo
bazzicato
per
le
osterie
!
Abbiamo
amici
fra
i
barrocciai
,
fra
i
vetrai
,
fra
i
contadini
,
fra
gli
artigiani
!
Abbiamo
imparato
a
parlar
chiaro
,
con
modi
bruschi
e
a
tirar
frizzi
piuttosto
che
a
modular
complimenti
!
Che
difetti
!
E
perfino
vantarsene
!
Con
quante
vie
abbiamo
cambiate
,
siamo
rimasti
sempre
gli
stessi
.
Si
finisse
a
Piccadilly
,
ed
alla
Fifth
Avenue
,
sempre
ragioneremo
e
discorreremo
alla
maniera
antica
italiana
.
Se
la
civiltà
dei
nostri
tempi
è
,
come
dicono
una
civiltà
meccanica
,
ovvero
macchinistica
,
non
saremo
così
sciocchi
da
farci
schiacciare
o
rimbecillire
dalle
macchine
.
StampaPeriodica ,
Rinunciamo
alle
consuete
note
di
Vita
Milanese
perché
lo
spazio
ed
il
tempo
non
ci
consentono
di
dire
degnamente
ed
interamente
l
'
opera
fervida
che
svolge
in
questi
giorni
il
fascismo
della
capitale
morale
d
'
Italia
.
Sappiano
i
compagni
che
a
Milano
non
si
dorme
.
Sabato
,
domenica
e
lunedì
occupammo
le
piazze
e
le
tenemmo
contro
tutte
le
violenze
poliziesche
.
Attualmente
lavoriamo
con
passione
ed
alacrità
affinché
l
'
epilogo
del
gesto
dannunziano
non
ci
trovi
impreparati
,
qualunque
esso
sia
.
Il
Comitato
di
Salute
Pubblica
eletto
fra
tutte
le
frazioni
interventiste
è
dovuto
alla
nostra
volontà
;
di
esso
i
fascisti
saranno
l
'
avanguardia
più
fedele
ed
audace
.
StampaPeriodica ,
Noi
stiamo
attraversando
in
pieno
l
'
inevitabile
periodo
intellettualistico
,
che
è
sempre
uno
fra
i
più
pericolosi
nella
vita
interna
delle
rivoluzioni
e
dei
movimenti
politici
e
sociali
.
Per
convincersene
basta
dare
un
'
occhiata
anche
superficiale
a
quelle
zone
,
a
quei
«
settori
»
che
più
facilmente
si
prestano
a
fornire
gli
elementi
per
un
giudizio
generale
abbastanza
preciso
.
Che
cos
'
è
l
'
intellettualismo
?
Bisogna
evitare
equivoci
a
questo
proposito
.
L
'
intellettualismo
è
una
specie
d
'
intelligenza
infeconda
,
un
'
intelligenza
senza
virilità
.
L
'
intellettualismo
è
una
malattia
dell
'
intelligenza
,
anzi
una
sua
parodia
,
perché
la
disumanizza
,
ne
fa
uno
strumento
di
giuoco
,
la
sottrae
alle
sue
naturali
funzioni
in
armonia
con
le
altre
forze
morali
dell
'
uomo
,
per
darle
un
'
artificiosa
autonomia
e
sovranità
.
L
'
intellettualismo
è
un
'
Internazionale
patologica
,
come
l
'
Internazionale
degli
invertiti
nel
sesso
,
o
degli
anarchici
che
sono
tali
soltanto
perché
la
natura
fu
loro
matrigna
.
Gli
intellettuali
sono
i
professionisti
,
gli
specializzati
,
i
raffinati
del
dilettantismo
,
ed
esercitano
sul
pubblico
,
che
li
scambia
per
artisti
e
per
pensatori
,
la
stessa
specie
di
fascino
che
certe
donne
infeconde
sui
giovani
inesperti
.
La
loro
funzione
è
infatti
femminile
,
ma
nel
senso
peggiore
,
di
femminilità
che
non
sarà
mai
maternità
.
Lo
stato
di
sostanziale
impotenza
in
cui
vivono
li
spinge
a
una
continua
ricerca
di
compensi
,
li
dota
di
una
particolare
astuzia
,
alimentata
dalle
loro
inappagabili
concupiscenze
.
Ottengono
perciò
straordinari
successi
,
altrettanto
brillanti
che
vani
,
ma
sempre
nocivi
altrui
.
La
loro
causa
non
è
mai
la
causa
della
vera
intelligenza
,
e
il
loro
intervento
,
che
non
conosce
divieti
né
limiti
,
è
sempre
fomite
di
confusioni
ovunque
si
effettui
.
Gli
argomenti
di
cui
si
impadroniscono
diventano
pretesti
del
loro
giuoco
dilettantesco
,
ed
essi
,
svincolati
come
sono
da
un
vero
interesse
spirituale
e
da
ogni
passione
sincera
,
li
sanno
adoperare
con
quella
disinvoltura
di
cui
la
malafede
è
maestra
.
Ora
noi
segnalando
questo
punto
non
diciamo
che
nel
nostro
movimento
prevalgano
o
siano
venuti
a
prevalere
costoro
e
i
loro
sistemi
,
cosa
del
resto
impossibile
col
carattere
popolare
della
Rivoluzione
fascista
e
con
la
sua
natura
storica
italiana
.
L
'
istinto
,
che
l
'
ha
prodotta
,
è
intatto
.
Le
esperienze
e
l
'
educazione
politica
non
l
'
hanno
corrotto
.
I
pericoli
,
che
ha
corso
,
ne
hanno
mostrata
la
forza
.
Noi
siamo
fra
coloro
che
lo
seguono
senza
tentennamenti
,
senza
alcuna
eccessiva
indulgenza
alle
analisi
eccessive
;
così
come
il
popolo
.
Il
nostro
«
gusto
della
rivoluzione
»
fa
capo
a
questo
istinto
,
non
è
un
prodotto
intellettuale
.
Come
ci
ribellammo
,
a
suo
tempo
,
ad
alcune
tesi
«
revisionistiche
»
,
per
lo
stesso
motivo
consideriamo
con
ostilità
non
tanto
le
pretese
e
le
divagazioni
degli
intellettuali
nei
nostri
riguardi
,
quanto
la
smania
,
moda
o
ossessione
intellettualistica
,
che
ha
preso
molti
di
noi
e
che
si
rispecchia
nei
loro
atteggiamenti
e
manifestazioni
.
Lasciamo
l
'
intellettualismo
agli
intellettuali
;
se
essi
giocano
a
fare
i
fascisti
e
i
rivoluzionari
,
la
cosa
ci
può
lasciare
tranquilli
,
se
non
indifferenti
,
almeno
finché
non
si
esageri
.
Né
è
il
caso
di
dolersi
se
l
'
intellettualismo
abbia
trovato
nuove
reclute
nelle
nuove
generazioni
;
il
fenomeno
,
è
contenibile
,
non
è
sopprimibile
.
Ma
a
coloro
che
intellettuali
non
sono
e
tali
cercano
sia
pure
inconfessatamente
di
apparire
,
quasi
vergognandosi
della
loro
salute
spirituale
perché
non
luccica
di
certi
falsi
splendori
,
consigliamo
di
non
insistere
troppo
e
di
fare
i
fascisti
specie
se
sono
dirigenti
naturalmente
,
semplicemente
,
decisamente
.
Il
Fascismo
non
è
un
'
accademia
di
dottrinarismi
,
di
teoricismi
,
di
snobismi
,
non
è
una
sorgente
di
pretesti
alle
divagazioni
politico
-
sociali
;
non
si
presta
ad
esperimenti
in
corpore
vili
;
non
è
qualcosa
da
scoprire
.
L
'
ha
già
scoperto
Mussolini
.
StampaPeriodica ,
Mussolini
è
un
torrente
di
vita
che
si
è
precipitato
in
mezzo
a
noi
e
dentro
di
noi
ed
ha
spazzato
via
il
vecchio
,
il
fracido
,
il
falso
ed
il
vano
.
Questo
gusto
di
sincerità
fino
alla
crudezza
,
fino
alla
brutalità
,
questa
guerra
senza
quartiere
e
senza
pietà
ad
ogni
forma
di
ridondanza
verbale
,
ad
ogni
retorica
,
ad
ogni
demagogismo
,
questo
franco
,
netto
e
risoluto
parlare
,
questo
chiaro
incrollabile
volere
,
questo
rapido
e
rude
ardire
,
questo
irreducibile
senso
di
dignità
e
di
fierezza
,
questo
prepotente
prorompere
di
giovinezza
che
si
prende
il
suo
posto
senza
aspettare
il
permesso
da
nessuno
:
tutto
ciò
per
fortuna
d
'
Italia
è
Mussolini
,
questo
prodigioso
martellatore
e
forgiatore
di
uomini
e
di
destini
.
StampaPeriodica ,
1
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
moderni
.
Quando
si
rispettano
le
proprie
qualità
,
si
ha
cura
di
non
snaturarle
negli
esibizionismi
,
nei
parossismi
,
nelle
parodie
;
quando
si
vuol
conservare
integro
un
organo
,
non
se
ne
alterano
le
funzioni
.
Il
modernismo
è
appunto
una
sopraffazione
alla
modernità
,
una
deviazione
della
modernità
,
una
funzione
artificiosa
che
la
corrompe
nella
sua
essenza
e
la
travisa
nelle
sue
forme
.
Il
modernismo
è
un
parassita
della
modernità
,
un
fatto
patologico
,
infine
una
moda
.
Noi
siamo
moderni
,
non
modisti
.
Non
possiamo
essere
che
moderni
secundum
naturam
,
e
la
modernità
è
per
noi
un
istinto
:
combattiamo
il
modernismo
perché
tende
a
trasformare
questo
istinto
in
un
vizio
.
2
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
italiani
.
Prodotto
di
climi
stranieri
al
nostro
il
modernismo
fa
il
giuoco
di
chi
non
ha
nulla
da
perdere
,
nulla
da
difendere
,
nulla
da
conservare
.
È
un
surrogato
della
civiltà
presso
i
barbari
,
i
popoli
inferiori
,
le
nazioni
in
decadenza
.
Storia
,
tradizione
,
carattere
,
sentimento
di
patria
,
attaccamento
alle
istituzioni
o
agli
ideali
rivoluzionari
,
nulla
è
tollerato
dal
modernismo
se
non
in
un
piano
secondario
;
nessuna
urgenza
è
ammessa
oltre
la
sua
.
Per
esistere
,
deve
trionfare
su
ogni
altra
legge
;
non
si
affida
a
una
potenza
,
che
non
possiede
,
ma
alla
prepotenza
.
Uccide
il
passato
,
sequestra
il
presente
,
ipoteca
l
'
avvenire
.
Il
modernismo
è
la
legge
,
la
morale
,
la
religione
,
la
retorica
che
esclude
tutte
le
altre
.
Il
suo
dramma
sta
nel
suo
assolutismo
,
un
assolutismo
posto
al
servizio
di
quanto
c
'
è
di
più
relativo
al
mondo
;
e
dunque
di
tutto
,
fuori
che
dall
'
italianità
.
3
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
fascisti
.
Noi
abbiamo
sempre
considerato
il
Fascismo
come
un
modo
di
servire
l
'
Italia
,
cioè
un
'
idea
universale
,
indipendentemente
dalle
ideologie
occasionali
.
Cacciate
dalla
porta
al
momento
opportuno
,
esse
minacciano
di
rientrare
dalla
finestra
,
in
nome
appunto
del
modernismo
,
che
le
promuove
e
le
giustifica
.
Ma
Fascismo
e
modernismo
si
elidono
:
quello
serve
una
idea
assoluta
,
questo
un
'
idea
relativa
.
Il
Fascismo
,
in
quanto
espressione
della
civiltà
italiana
,
ha
carattere
universale
;
il
modernismo
invece
ha
carattere
internazionale
:
serve
altri
valori
,
o
meglio
serve
esigenze
,
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
la
nostra
storia
e
con
la
nostra
civiltà
.
Il
Fascismo
ha
una
sua
interpretazione
della
vita
moderna
,
e
cioè
un
'
interpretazione
italiana
;
il
modernismo
é
,
al
contrario
,
un
'
interpretazione
arbitraria
,
internazionalistica
,
intellettualistica
,
occasionale
della
modernità
.
Coloro
che
si
lasciano
sedurre
dalle
ideologie
modernistiche
credendo
di
servire
il
Fascismo
,
non
si
accorgono
di
svuotarlo
della
sua
vera
sostanza
e
delle
sue
profonde
ragioni
.
Essi
mostrano
di
non
aver
fede
nel
Fascismo
,
soltanto
nel
Fascismo
,
ma
di
aver
bisogno
di
qualcosaltro
.
È
proprio
questo
qualcosaltro
che
noi
non
digeriamo
.
Fummo
«
selvaggi
»
quando
si
tentò
di
addomesticare
la
Rivoluzione
;
perché
non
dovremmo
essere
«
selvaggi
»
quando
si
cerca
di
assoggettarla
al
modernismo
?
Il
Modernismo
è
un
partito
.
Noi
abbiamo
già
il
nostro
,
e
non
lo
vogliamo
né
barattare
né
mescolare
.
I
nostri
lettori
debbono
pur
sapere
con
chi
hanno
a
che
fare
.
StampaPeriodica ,
Da
ogni
parte
si
ripete
che
basta
ormai
con
la
violenza
individuale
,
che
si
deponga
l
'
odio
di
classe
,
che
occorre
tornare
alle
competizioni
elevate
di
idee
,
alle
lotte
civili
e
disciplinate
,
che
necessita
soprattutto
ristabilire
il
potere
della
legge
e
il
rispetto
e
la
libertà
per
tutti
...
E
'
vero
:
l
'
aspirazione
di
tutti
è
questa
:
pacificare
gli
animi
.
Ma
come
?
L
'
Avanti
!
risponde
:
è
un
dovere
della
stampa
borghese
.
E
mentre
si
lascia
sfuggire
tale
interessata
invocazione
,
si
scaglia
contro
il
fascismo
con
un
frasario
scorretto
e
triviale
...
Per
pacificare
ci
vuole
sincerità
:
il
fascismo
è
una
manifestazione
spontanea
del
popolo
italiano
,
la
cui
coscienza
è
insorta
contro
il
bolscevismo
invadente
,
contro
la
violenza
,
contro
una
dittatura
insopportabile
,
contro
un
'
indegna
tattica
di
lotta
,
contro
il
boicottaggio
e
l
'
affamamento
...
Ma
come
si
può
raggiungere
la
pacificazione
degli
spiriti
se
tanto
i
socialisti
che
i
comunisti
hanno
una
meta
unica
da
raggiungere
:
la
rivoluzione
?
I
socialisti
che
hanno
sempre
taciuto
quando
erano
i
loro
seguaci
a
commettere
violenze
ed
irridevano
alla
moribonda
borghesia
...
Essi
stessi
si
sforzano
oggi
di
imitare
il
grido
di
quella
e
fanno
anch
'
essi
appello
alla
legge
e
ricorrono
alla
protezione
della
forza
pubblica
...
Essi
invocano
la
legge
,
ma
contro
gli
avversari
che
reagiscono
alle
loro
violenze
;
essi
invocano
l
'
intervento
della
forza
pubblica
per
essere
protetti
nelle
loro
gesta
criminose
e
rivoluzionarie
...
Se
da
ogni
parte
si
grida
:
basta
!
comincino
i
socialisti
e
i
comunisti
a
disarmare
.