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> anno_i:[1910 TO 1940}
ITALIA E GERMANIA ( - , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Alfine , dopo duecento cinquanta giorni dalla nostra dichiarazione di guerra all ' Austria , l ' organo magno della borghesia italiana ha rotto il silenzio per tanto tempo conservato sulle relazioni fra Italia e Germania . Per otto lunghi mesi il Popolo d ' Italia si era trovato quasi solo a rimuover le stagnanti e oscure acque italo - tedesche , a illustrare il pericolo germanico , a chiedere apertamente , senza infingimenti , quello che era una necessità e un dovere per l ' Italia : la dichiarazione di guerra all ' impero del kaiser . Quasi sempre ci eravamo trovati di contro l ' ostilità della censura che mozzava notizie e argomentazioni . Ma la storia cammina , e nessun censore fino ad oggi è riuscito a trattenerla . Il destino ha un suo fatale andare . Ciò che è necessario e indeprecabile , al fine si impone . I mestatori , le fazioni , gli uomini di Stato , possono talvolta rallentare una corrente ; ma se essa è fatale , cioè se è determinata da grandi ragioni storiche , la corrente a un certo punto rompe gli ostacoli , travolge gli uomini e avanza . Quando il Popolo d ' Italia , che ha agitato coraggiosamente la nuova bandiera di fede e di lotta , incitava perché si dichiarasse guerra alla Germania , i timorati si scandalizzavano , il ministero stringeva i freni , e gli ossequienti censori imbiancavano le nostre colonne . Ma la storia cammina , anche non ostante i timori di Salandra , le intemperanze della censura e i silenzi di certi giornali . L ' equivoca situazione italo - tedesca ha generato un grave disagio in Italia e nel campo degli Alleati . Ormai anche i timorati e i prudenti rompono il silenzio . Tutti avvertono l ' equivoco . Il disagio morale va divenendo intollerabile . Ed ecco che anche il grave Corriere della Sera rompe la consegna , e constata che « dopo l ' inizio delle ostilità è accaduto qualche cosa che avrebbe potuto far apparire al Governo legittimo ed opportuno raccogliere la disfida che la Germania ci lanciava » . Il Corriere della Sera ha intitolato il suo articolo : « Alle radici del disagio » . Ma a queste radici ha solo accennato . Non le ha messe al sole ; non ha avuto il coraggio di svellerle . Eppure avrebbe dovuto farlo , poiché ammetteva che un disagio esiste . La situazione fra Italia e Germania è strana e oscura . Non chiari sono anche i rapporti fra noi e gli Alleati . Abbiamo firmato il patto di Londra . Ma ciò non ha troncato il nodo gordiano . In vero , ci siamo impegnati a non far pace separata con la Germania , cioè con una Potenza con cui ... non siamo in guerra ! Ecco il primo grande equivoco , di natura diplomatica . La guerra ufficialmente non è stata ancor dichiarata fra Italia e Germania . Viceversa effettivamente esiste , poiché l ' Impero tedesco dà all ' Austria oro , armi , munizioni , ufficiali , soldati . E l ' Illustrazione italiana , alcuni mesi fa , riproduceva la fotografia di un gruppo di autentici soldati tedeschi fatti prigionieri dai nostri nel Trentino . La pubblicazione del documento , corredata da una chiara ed esplicita indicazione , fu permessa dalla censura . Un giornale giolittiano di Torino , non certo sospettabile di odio alla Germania , dopo il siluramento dell ' Ancona pubblicava una nota secondo cui il Consiglio dei ministri italiano era venuto in possesso di prove testimonianti che il sommergibile siluratore non era austriaco . Il che voleva significare che era tedesco . Uno stato di guerra , adunque , esiste . Ma non si è avuta una dichiarazione ufficiale . Ed ecco il secondo grande equivoco , di natura militare . In definitiva esiste questo stato di fatto : la Germania opera ai fini della nostra sconfitta ; invece il Governo di Roma non osa rispondere , evita ogni mossa là dove può ritenere di trovarsi a fronte i tedeschi , cerca di tener celati tutti gli atti di ostilità che la Germania compie in nostro danno , e non reprime interamente come dovrebbe e potrebbe il contrabbando e lo spionaggio in favore della Germania . Gli eccessi della censura potranno in parte celare la verità agli italiani . Ma agli Alleati non di certo . Gli Alleati sanno , vedono e riflettono . Ed ecco la vera ragione di certe diffidenze . Perché Salandra non ha osato ? Forse per evitare una grande azione della Germania contro di noi ? Ma chi , in buona fede può crederlo ? Se la Germania avesse potuto agire contro di noi , lo avrebbe fatto molto volentieri , senza attendere la dichiarazione di guerra di Salandra . Riportiamo il parere di uno scrittore politico imparziale , amico del Presidente del Consiglio : « Data la linea generale del programma della Germania nel grande conflitto europeo , chi può sperare che la sua condotta verso l ' una o l ' altra potenza , e tanto meno verso l ' Italia , sia ispirata o possa essere ispirata da idee di generosità o da sentimenti di simpatia ? Se la Germania non attacca l ' Italia non è perché essa voglia riservarsi una porta per l ' avvenire , ma perché forse , in questo momento , crede più opportuno sfondare altre porte , o non crede di avere forze sufficienti per sfondare , insieme , anche questa delle Alpi . Ma state pur sicuri che se e quando stimerà opportuno e sarà in forze , non i vostri begli occhi , o germanofili di vecchia e nuova rocca , e non il ricordo dei vostri amori e delle vostre lotte in suo onore , frenerà la tedesca rabbia dal desiderio di venire a devastare le belle rive . Quando suonerà l ' ora di tentare il colpo contro l ' Italia , il tentativo sarà fatto . Figgetevi bene in mente questo . « Dunque , bisogna non addormentarsi nella stupidità della illusione sulla longanimità o la sentimentalità dei tedeschi per noi , o sull ' interesse dei tedeschi d ' averci amici , se non nel presente , nell ' avvenire » . Così scriveva Rastignac , pensatore non sospetto . Ciò valga anche per sfatare la idiota leggenda di una pretesa volontà tedesca di rappacificarsi con l ' Italia sotto gli auspici di ... Giovanni Giolitti . Fra Italia e Germania si è scavato un abisso che nessuno più colmerà , a meno che la prima non rinunzi al suo avvenire e alle sue aspirazioni nazionali . La Germania mira a Trieste e al Mediterraneo . La Germania ha bisogno , per sorreggersi , di un ' Austria forte , padrona dell ' Adriatico e dei Balcani . Tedeschi e italiani dunque , tendono a fini antitetici . Il trionfo degli uni richiede , come condizione necessaria , la sconfitta degli altri . E allora , qual ' è l ' intima ragione della politica di Salandra ? Noi riteniamo che , egli non osi gettar l ' ultima alea e varcare il Rubicone per semplici ragioni parlamentari . Egli teme la Camera . Ma col posporre gli interessi d ' Italia alla piccola politica di un Parlamento cui il popolo tolse ogni autorità nel maggio 1915 , l ' on . Salandra manca ai suoi doveri verso la nazione . La guerra è giunta a un punto tale che per chiudersi con una vittoria nostra è necessaria la più intima unione fra gli Alleati . Gli scacchi del 1915 si sono verificati per la mancanza di unione fra le Potenze dell ' Intesa . Per la vittoria occorre che questa unione si effettui . Occorre che si agisca con unità di intenti . E se per vincere fosse necessario che truppe anglo - francesi operassero in Italia , o che truppe italiane operassero nel Belgio o in Francia o altrove , ciò deve potersi verificare . La dichiarazione di guerra alla Germania è pertanto una premessa imprescindibile . Salandra osi . Irriterà i giolittiani , ma servirà l ' Italia . E poi , i giolittiani non gli concederanno mai pace , anche se l ' equivoco italo - tedesco perdura . Otto mesi di guerra dovrebbero aver insegnato almeno questo . Non abbiamo volutamente fatto cenno delle alte ragioni di civiltà che impongono anche a noi italiani la guerra contro la Germania . Ciò per dimostrare ai machiavellici che la dichiarazione di guerra ai tedeschi è imposta anche da considerazioni realistiche .
StampaPeriodica ,
Senza che nessuno se ne accorga è uscito il più bel libro che sul Fascismo si sia mai scritto , e cioè " Mussolini visto dai ragazzi , " raccolta dei componimenti scolastici dei ragazzi delle scuole elementari del ferrarese . Il libro , che è stato compilato con troppa rettorica da una maestra elementare , contiene disegni , definizioni e pensieri su Mussolini davvero straordinari . Eccone una scelta : Mussolini è il capo del Comune . È bravissimo . È il capo della nostra patria . È il capo del fascio . È il capo della guerra . E tutti gli vogliamo un gran bene . Perché mio padre dice che , se noi di Ferrara ci man - da anche nel fuoco , ci andiamo come se niente sia . A Mussolini quando venne a Bologna , un giovane di quindici anni gli ha tirato con la rivoltella e gli ha ferito la cintura . Un maresciallo gli ha chiappata la mano e la gente eran tutti impauriti dal dolore . Ma quel giovane è stato chiappato e l ' hanno tagliato in tre pezzettini . Io non ho mai visto il signor Mussolini , ma ho sentito dire che ha salvato l ' Italia . Mussolini è il capo del Comune . È il capo del fascio . È il capo della Marina . È il capo degli aeroplani . È il capo di tutte le scuole . È il capo di tutti . Mussolini è un grande eroe che ha fatto la marcia su Roma e nessuno se l ' aspettava , ma lui l ' ha fatta lo stesso e dopo l ' Italia era più libera e noi bambini facciamo sempre vacanza tutti i 28 ottobre . L ' anno scorso al mare ho visto il figlio di Mussolini . Pareva un bambino come noi . Io , quando saro grande andrò a vedere Mussolini , se campa . Perché la voglio proprio conoscere questa bravissima persona . Egli era il figlio di un fabbro , invece adesso è quasi il più bravo d ' Italia . I più valorosi e più forti eroissimi del mondo , sono i romagnoli . Un giorno , un giovane francese è venuto a Roma per veder di tentare Mussolini . Lo tentò con una bomba francese , ma non gli prese . Mussolini è un uomo un pochino brutto e poi tanto bravo che è quasi bravo quanto il Re . Io so che Mussolini ha fatto il maestro . Se l ’ avessi mai avuto per maestro ! sono sicuro che tutti i giorni avrei saputo la lezione a costo di non giocar più ai pallini la sera con Renzo Baldi . ... ma i fascisti hanno preso l ' assassino e l ' hanno subito condotto a morte . E Mussolini , lui non aveva cambiato nessun colore . Esso è un uomo coraggiosissimo ... , tanto è vero che dopo due ore andò a suona - re il mandolino con la sua famiglia . Adesso Mussolini è tornato a Roma dove prima le Vestali tenevano acceso il fuoco . Mussolini è cugino del Re , perché ha il collare della Santissima Annunziata . E ' un bel premio . Adesso si sente a dire che il Signor Duce Mussolini ha fatto fare molti cartelloni poi ne ha mandati uno per uno a tutti i teatri , così attaccati ai muri dicono : Quelli che dicono una bestemmia se è leggera si paga 2000 li - re , e se è grave 4000 . Ci sta bene . Co - me mi piacerebbe d ' esser cugina anche io col Re e col signor Mussolini . Prima che venisse il fascista Mussolini era a capo del socialismo . Poi venne il fascista che è ancor meglio , e lui sempre a capo lo stesso . Roma antica era forte e robusta e adesso è venuta povera perché cominciava a bere e andare sempre al circolo . Anche la Grecia è caduta perché cominciò andare al lusso . Così l ' hanno distrutta . ... quelli che si sono voluti mettere nel fascismo ma non hanno voglia di fare i fascisti , così il Duce li ha mandati in una bellissima isola vicino a Napoli per due o tre anni ... dopo poi andranno a casa . Io voglio molto bene a Mussolini , ma non vorrei averlo per marito , perché va sempre ferito . Ed io non starei mai cheta . Mussolini è il padrone di tutte le città . Se non ci fosse lui non ci sarebbero delle leggi così belle . Tutta la gente farebbe quel che ci pare e piace e ucciderebbero la gente come uccidere i gatti . Invece c ' è lui e possiamo star sicuri ... Mussolini quando è a cavallo è il più bel guerriero del mondo . Mussolini è quello che quando è venuto lui tutti si son messi a cantare Giovinezza . Ora S . E . Mussolini da fabbro che era , si trova nel punto di governare l ' Italia . E come fa bene ! Quando andò a Bologna nell ' ottobre scorso , per fargli festa i bolognesi in otto giorni hanno disfatto due palazzi e hanno fabbricato una fontana che getta l ' acqua color della bandiera . Mussolini è figlio di un fabbro che lavora il ferro . Mussolini era un ragazzo non ricco come noi , il quale diventato grande per amor di patria , scrisse e combatté tanto e poi tanto sopra la neve che fini per liberare l ' Italia . Mussolini è un uomo misterioso . Lavora sempre e non dorme mai o quasi : chiude gli occhi dieci minuti , poi si desta , si dà una bella lavata e torna subito a lavorare che è fresco come una rosa . Al comando di Mussolini , come al tocco di una bacchetta magica sono saltate fuori in Toscana navi da guerra che sta costruendo . Io non l ' ho mai visto e pensare che mi piacerebbe tanto di vederlo proprio bene ! Nelle fotografie non è bello , ma la Edmea Garuti che l ' ha visto di carne con una piuma nel cappello , dice che è bello come un re del libro delle favole . La Edmea Garuti è molto fortunata perché il Duce l ' ha invitata a Roma a colazione . Io so che Mussolini ha scritto tante belle cose sui giornali , e il mio babbo ne ha di quelli vecchi , di prima della guerra , che li legge ogni tanto con degli altri uomini , la sera , e tutti scossan la testa ; e poi dicono : che giudizio ha da avere un cristiano ! Il mio babbo è nella Milizia . Quando gli uomini della Milizia andarono a Bologna , anche il mio babbo andò e vide Mussolini da vicino . Quando ritornò a casa non faceva che parlare e la mamma diceva che pareva matto . Mussolini è il capo del signor Sindaco .
IL VOLTO E LA MASCHERA ( SPAMPANATO BRUNO , 1928 )
StampaPeriodica ,
... Un altro esempio di incomprensione fascista , il più tipico e il più pericoloso di tutti : lo Strapaese ! La Nazione , si sa , si attrezza all ' impero . Eminentemente agricola , essa si forma una sua formidabile spina dorsale rurale . Il ruralesimo rappresenta per noi un fortissimo incentivo demografico , un elemento di sicurezza economica , un motivo enorme di ricchezza , la risoluzione della dipendenza dall ' estero per il consumo dei grani . Non solo . Ma il ruralesimo contribuisce in primo piano alla moralità civile e alla forza del carattere nazionale , in quanto che la terra , principio di tutto , promana da sé influssi di sanità e di prosperità . Non solo . Ma forma quelle strutture autoctone , indistruttibili , perché questa Italia possa essere veramente un blocco compatto e pesante nella competizione dei popoli . Ed ecco allora della brava gente che sulla realtà rurale , fascistissima realtà , incolla un posticcio cliché , lo Strapaese ... Badiamo . Qui non si vuol far riferimento alle polemiche letterarie tra Strapaese e Stracittà , che non interessano nessuno , nemmeno i fascisti , ma appena quei scrittori che a corto di espedienti del mestiere inventarono le celebri polemiche . D ' altronde , Stracittà , esasperazione grottesca e cerebraloide di modernità , non è una tendenza assimilabile dal popolo italiano , popolo di equilibri , che accetta quelle formule che coincido - no con la sua fisionomia . Ma Strapaese , tendenziosamente vicino al ruralesimo , minacciava di attaccare . Attenti a questa tipica contraffazione di fascismo ! ... Fascismo è rivoluzione . Me la salutate la rivoluzione tra i boccali del farmacista o nella bottega del calzolaio sia pure segretario politico ? Fascismo è impero , o premessa all ' impero . L ' in piedi di casa delle borghesie strapaesane , rissose nella cerchia della regione e non guerriere fuori dei confini nazionali , è antimperiale . Fascismo è unità . Il regionalismo , per es . , degli Etruschi , specie eletta di strapaesani , è antiunitario . E sì che su Roma marciarono gli insorti da tutte le città e da tutte le campagne per significare tangibilmente come in Roma si compisse il processo unitario , e si iniziasse quello imperiale della giovane Nazione . Gli strapaesani concepiscono con criteri ben strani la veste e l ' essenza del cittadino , che diventa solo elemento di continuità fisica , soggetto fiscale e futuro soldato : ma avulsodalla politica , sorta di malanno che può affliggere solo pochi sventurati di buona volontà che dirigono , nelle gerarchie , le sorti del Regime . Ma che è la classe dirigente se non una élite , scaturente da tutto il popolo : e cioè la sua verace aristocrazia ? Ma non conduce il Capo la mirabile fatica di promuovere in tutti gli italiani una coscienza politica , unitaria , indissolubile ? Ma non è considerato dal fascismo il cittadino in tanto in quanto parte dello Stato , Stato egli stesso , propulsore e agente nella Società nazionale , vivo passaggio della storia sulla nostra terra ? Ma non è il fascismo un fenomeno di alta sensibilità politica ? Non è il suo , il nuovo Regime il Regime totalitario , che ha trasferito la polemica e la lotta dal campo nazionale al campo Europa ? Anche Strapaese è antieuropeo , ed essenzialmente antieuropeo . Strapaese però dimentica che non si vince ignorando , ma guerreggiando . E che è paradossale parlare di un ' Italia barbara ( la civilissima Italia , ombelico della civiltà di tutto il mondo ! ) quando l ' Italia fascista non reagisce all ' Europa civile , ma tenta di ridare alla sua civiltà la propria impronta . Quando l ' Italia di oggi non è una isola nei mari del mondo , ma il cuore stesso del mondo da cui il sangue inevitabilmente deve scaturire , vivi - do , caldo , a corroborarne le vene secche e stanche . L ' impero , che insistiamo nel ritenere come la suprema funzione civile di un popolo superiore , non si fa nel natio borgo di Scaricalasino , centro della topografia paesana , ma sulle vertiginose città , nelle campagne , nelle strade , dovunque la voce di Mussolini giunga e sospinga ...
DEMOCRAZIA ( NENNI PIETRO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Le discussioni sulle cause del malore che ognuno avverte nel paese hanno condotto ad una conclusione naturale : l ' Italia ha acquistato ormai nel duro travaglio della lotta , tale un grado di maturità politica che legittimamente chiede a gran voce un po ' più di democrazia . Per quarant ' anni da noi la politica estera , per disposizione statutaria e più ancora per triste consuetudine , era stata monopolio della Corona e di una piccola minoranza parlamentare . Nel Parlamento pochissimi uomini erano in grado di discuterne con competenza : nel paese borghesia e proletariato erano concordi nel non annettervi alcuna importanza . Qualche volta e più specialmente dopo il Congresso di Berlino , o dopo la conferenza di Algeciras o dopo l ' annessione austriaca della Bosnia - Erzegovina , sembrò che si incominciasse a comprendere quale enorme importanza abbiano rispetto alle direttive politiche interne le direttive internazionali , ma ben presto i litigi del corridoio verde , le questioni economico - sociali ripresero il sopravvento e di politica estera non se ne parlò più . Quali vantaggi derivassero da questa incompetenza della nazione a discutere ed a capire i nostri rapporti colle altre nazioni vedemmo il giorno in cui , scoppiata improvvisamente la guerra europea , ci trovammo faccia faccia con una situazione internazionale quant ' altre mai tragica . Superfluo dire che chi aveva più potentemente contribuito a distogliere l ' attenzione del Parlamento , della stampa e del paese , da quanto avveniva alla Consulta , era stato il Governo il quale si manteneva ligio all ' indemocratica consuetudine del silenzio . Così gli italiani non seppero mai , neppure approssimativamente e non sanno neppur oggi di qual natura fossero i nostri rapporti d ' alleanza colla Germania e coll ' Austria , e furono possibili le più colossali bestialità da parte di ministri e di diplomatici senza che la loro opera potesse essere a tempo giudicata e senza che si potesse riparare ai loro errori . Era sperabile però che la tragica lezione di cose alla quale l ' Europa assiste avrebbe indotti i governanti ad avere una maggiore fiducia nella Nazione dal momento che questa ormai se ne mostrava degna . Pare che l ' on . Salandra questa fiducia non l ' abbia . Egli visitando le principali città italiane ha avuto modo di veder quanto nel campo della preparazione civile è stato fatto , e se dobbiamo credere alle sue dichiarazioni , ne è stato più che soddisfatto , ammirato . Alla fronte poi e per le osservazioni fatte personalmente e per le relazioni dei Comandi , egli sa come i soldati sopportino con ammirevole fermezza i disagi , i rischi , le fatiche , che la guerra reca inevitabilmente con sé . Di più egli ha , quanto nessun ' altro , modo di constatare , come nella sua generalità la popolazione del regno sopporta senza lamento i lutti e le privazioni . Che può chiedere di più ad una Nazione che come la nostra per la prima volta affronta una grande guerra ? E riconoscendo questa maturità del nostro popolo , perché continua a trattarlo come il maestro tratta gli scolaretti ? Noi non chiediamo al governo rivelazioni di documenti e di piani segreti , non chiediamo nulla che possa nuocerci diplomaticamente o militarmente . Chiediamo solo che sulle principali questioni il Governo dica una parola che valga ad orizzontare la Nazione . E se è dimostrato , per esempio , come dicevo in un recente articolo , che la mancata dichiarazione di guerra alla Germania è causa di sospetto all ' estero , di turbamento all ' interno il Governo parli con le necessarie cautele , parli , per troncare alle origini le cause del malore di cui altri si serve a scopi disonesti e antinazionali . E così dicasi dei nostri rapporti colla Francia , l ' Inghilterra e la Russia , della nostra posizione in Albania , della mancata spedizione a Salonicco . Insomma noi chiediamo un po ' più di democrazia , un po ' più di fiducia del Governo nella Nazione , una più realistica visione dei bisogni e degl ' interessi nazionali . Niuno mette in dubbio la bontà dell ' uso inaugurato dal Governo di mandare qualcuno dei suoi membri più autorevoli nelle città per incitare gli italiani al compimento dei loro doveri , ma niuno porrà in dubbio che è troppo poco udire dai nostri ministri retoriche esaltazioni della guerra , del valore dei nostri soldati , della saldezza delle nostre finanze . Ottime cose queste , ma che non bastano . Ora se se ne eccettuano lo storico discorso del Presidente del Consiglio in Campidoglio e quelli dell ' on . Barzilai a Napoli e ad Ancona , si vedrà che nulla hanno detto al paese coi loro discorsi gli on . Orlando , Martini e Daneo che pure hanno parlato in momenti delicatissimi , nulla nei suoi molti discorsi ha detto l ' on . Salandra . E ciò è male , molto male . Come è male che l ' on . Salandra non si decida ad abbandonare il ritornello dei meriti del grande partito liberale monarchico per il quale fin da ora egli vuole accaparrare la gloria della preparazione della guerra . Santo dio , la storia è d ' ieri e nessuno l ' ha ancora dimenticata ! E la storia d ' ieri ci dice che l ' on . Giolitti e gli altri liberali monarchici avevano lasciato esercito e finanze in tali tristi frangenti che ci vollero poi dieci mesi di tenaci sforzi per mettere l ' Italia in condizione di fare la guerra . E dice ancora la storia d ' ieri che coloro che davanti all ' Italia in guerra non disarmarono sono precisamente molti , moltissimi liberali monarchici , quei medesimi che prima del maggio sostituirono il Governo nelle trattative cogli ambasciatori esteri , dando luogo a quegli « obliqui contatti collo straniero » che altra volta il Presidente del Consiglio denunciò . Così pure dice la storia che coloro che primi si piegarono alla più ferrea disciplina nazionale , furono proprio quei sovversivi e quei democratici che più ostinatamente avevano combattuto Salandra e le istituzioni , quei sovversivi che avevano ancora i polsi doloranti per le manette ( oh indimenticabile Filippo Corridoni ! ) e che dimenticando ogni rancore corsero pieni di entusiasmo nell ' esercito nonostante che fosse loro noto che dopo il divieto governativo alla costituzione di un corpo di volontari , vestire la divisa del soldato non voleva solamente dire combattere contro gli stranieri , ma essere ogni ora , ogni momento in lotta con quanti per basso istinto egoistico erano contro la guerra . Ma questa è piccola cosa ... Non la gloria ma la lotta noi cercavamo e premio bastante a ripagarci d ' ogni dolore e d ' ogni amarezza è per noi l ' intimo convincimento d ' aver compiuto e di compiere tutto il nostro dovere . Incensi quindi , se vuole , l ' on . Salandra , il partito liberale , purché imprima una più profonda orma democratica alla sua opera di Governo . Gli interventisti lo difesero dagli assalti delle bande giolittiane e lo sosterranno contro quei qualsiasi avversari il cui ritorno al potere significhi un passo indietro . Non chiedono perciò premi , né riconoscimenti ufficiali . Chiedono opere italiane . Orbene per il sangue fin qui versato , per i sacrifici fatti , per quelli che attende ancora la Nazione , si proponga il Governo di rimediare alle proprie lacune , abbia più fiducia nel paese , faccia una politica nazionale e non parlamentare , non lasci le più importanti questioni internazionali avvolte nel buio , disprezzi i nemici d ' ieri che non hanno disarmato e non disarmeranno e si ritempri colle sane energie del Popolo .
StampaPeriodica ,
È stata diramata , in data 16 aprile , la seguente circolare dell ' on . Turati ai Gruppi Universitari fascisti : Ho deciso l ' istituzione ufficiale della " paglietta universitaria " e ritengo obbligatoria per ogni segretario politico un ' azione continua ed efficace per la diffusione nell ' ambiente goliardico di questo cappello italiano . La foggia della " paglietta universitaria " è unica , dalla linea sobria ed elegante . Il nastro sarà del colore della Facoltà e l ' interno dei fiocchi sarà dei colori della città ove l ' Ateneo ha sede ...
ANCORA I PARTITI E LE IDEE DI IERI? ( VAIANA ALFONSO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
La guerra , è un fatto , ha distrutto le idee di ieri ed ha creato l ' idea di domani . Con le idee sono morti i partiti di ieri , che come tutte le cose che muoiono non ritorneranno più . A distruggere tutto quel patrimonio ideale che il vecchio mondo si teneva come l ' avaro il suo oro sono bastati quattro colpi di cannone . Tutta una serie di teorie non avrebbe fatto meglio di quei quattro colpi . La guerra ci ha dato la migliore dimostrazione , senza nessuno sforzo di calcolo , del principio enunciato da Euclide : la linea retta è la più breve tra due punti dati . Tra la ideologia del mondo che è stato travolto e quella del mondo che risorge poteva passare una lunga strada piena di tutte le tortuosità del sofisma , di tutte le aberrazioni della dialettica : la guerra ha unito i due punti col solo tracciato parabolare che segna il proiettile del cannone , ed in un attimo ha fatto giustizia di tutto ciò che era destinato ad essere distrutto , demolito , sorpassato . La guerra ha distrutto istantaneamente e questa guerra durerà anche dopo la pace . La guerra distrugge , ma anche la creazione è guerra . Su tutto ciò che è stato travolto con impeto , con furore , bisognerà pur edificare l ' edificio delle cose nuove . A furore che schianta sarà contrapposto uguale furore nell ' edificare . Ma se la guerra , quella che si combatterà dopo la pace , avrà , come deve avere , un corso incalzante , turbinoso , elettrico , spasmodico , eroico , identico a quello di oggi , è necessario che gli uomini vi siano preparati con anima nuova , fresca , forte perché alacri siano nell ' opera che si invia in tanto sangue ed in tanti eroismi . Questa guerra non determinerà il fine ultimo dei popoli . Se così fosse incomincerebbe la decadenza delle cose e degli uomini . Ma Giosafath è lontana . Dopo questa guerra i popoli si accorgeranno , di aver fatto ciò che in gergo militare si dice « prendere una posizione » . Sarà una posizione buona , null ' altro ; una posizione dalla quale si dominerà la strada che rimane a percorrere . Mi domando : Quando questa vecchia Europa tradita , dissanguata dovrà ricostruire tutto ciò che la guerra ha inesorabilmente e irreparabilmente distrutto sarà vivo il nome dei partiti di ieri ? Abbiamo detto che il turbine materializzato con tutti gli elementi di ferocia riposta nel « bruto potere ascoso che governa le cose » , che ha squassato , lacerato , straziato anime e carni , con un retaggio di odii superiore a quello di cui può essere capace cuore umano , ha travolto nel suo gorgo rovinoso tutte le ideologie che avevano rincoglionito la vecchia Europa decadente . Nessuna dimostrazione più facile . Gli scongiuri pontificali non hanno potuto scongiurare che cattolici marciassero contro cattolici . I fedeli devoti del « vecchio iddio » han visto il loro idolo dichiararsi neutrale nell ' aspra e sanguinosa contesa umana . Nelle coscienze credenti che ragionano si è fatto il deserto . Anche gli scongiuri dei marxisti se son serviti a neutralizzare uomini , non hanno potuto certamente neutralizzare gli eventi che si sono svolti inesorabilmente , ferocemente . La fatalità ha potuto operare in modo da darci , più di quanto poteva essere dato , la convinzione che non è possibile elevare l ' edificio di una sana e compiuta ricostruzione sociale sulla sola base di aspirazioni economiche . Alle braccia proletarie tese al di qua ed al di là delle frontiere sono state mozzate le mani dalla guerra , ed i monconi che sporgono come da una trincea che si arrende non potranno ghermire il pane che ... « ci han rubato quei signori » . Il sole dell ' avvenire s ' è ingiallito come il più superbo astro del cielo agli occhi del malarico . La guerra è passata oltre lo sciovinismo di tutti i popoli e l ' ha calpestato . « Ogni qual volta un popolo rinnega il fine comune , o svia dal bene di tutti esclusivamente al proprio il frutto dei progressi compiuti , la nazione retrocede » . ( Mazzini ) . Se l ' imperialismo di Roma poté librarsi in groppa alle aquile delle sue legioni con voli ampi là dove la civiltà non era ancora aspirazione , tutte le aquile oggi si sarebbero spennacchiate in voli più modesti . Oggi esistono le nazioni e le nazioni non possono perire . Non della civiltà di un popolo abbisogna il mondo ma della somma delle civiltà di tutti i popoli . Non del prodotto ideale di una razza , ma del prodotto di tutte le razze . Non della civiltà latina o slava o germanica soltanto , ma della civiltà latina , slava e germanica abbisogna la vecchia Europa . Ai tedeschi sarà spezzato l ' elmo non la testa . Le nazioni sono condannate dalla storia a vivere come i dannati nell ' inferno . Né il diavolo né dio può cancellare le stimmate che caratterizzano un popolo da un altro . Se Cristo avesse condannato gli ebrei a disperdere i caratteri della loro razza nel vasto mondo così come si disperde una boccetta di colore nelle acque del mare , gli ebrei avrebbero un argomento nuovo per dimostrare la mancanza della seconda natura dell ' uomo nazzareno . Logicamente , naturalmente sono stati travolti nel gorgo quegli organismi politici e sociali che vivevano della speculazione minuta di un mondo che periva per una fatalità storica contro la quale nulla valse : né arti , né armi , né il desiderio di pace delle masse ottuse od illuse che se qualche volta servì a tenere lontana la crisi non poté infine evitarne il fato . Ancora : Il vecchio mondo , che la « idea » della guerra ha sorpassato , è stato condannato senza diritto di appello . Il concetto cristianizzato dello « amore del prossimo » naufragò in un mare di sangue cristiano . La « débacle » marxista fu operata dagli interpreti più legittimi e più forti del marxismo . Lo spirito nazionalista si volatilizzò per opera del popolo più profondamente nazionalista . Chi crederà più all ' efficacia di ciò che era posto sugli altari dei popoli proni , quando tutto il formulario etico , essenza dell ' idolo , non ebbe alcuna influenza positiva sulle sorti dell ' umanità , quando al momento giusto tutto ciò che era formula non poté tramutarsi in forza attiva ed operante dell ' anima ? Marx , il vecchio iddio , Chovin sono già passati al museo , come pezzi archeologici allato alle lance di silice scheggiata dell ' età paleolitica . Uomini vecchi , cose vecchie . I tempi li hanno sorpassati . Se la storia si occuperà di loro non sarà per passare il piumino sulle loro effigi polverose e rimetterli a nuovo , ma per additarli come documenti di un ' epoca che fu . Oggi si distrugge ma domani sarà necessario edificare . Chi saranno gli artieri della nuova « città del sole » che correranno al lavoro alacre di domani ? Bisogna ricordare che è necessario creare un mondo non un partito . Non partiti sono necessari domani , ma forze , collettive , intelligenti , dinamiche . Forze che siano originate dal fatto e che sappiano creare i fatti : « Il fatto è l ' idea e l ' idea sta nel fatto » . Un partito che traccia la strada a priori , se i fatti mutano e se come tutti gli astrologhi sbaglia nelle sue previsioni , pone l ' uomo nel dilemma di dover percorrere una strada falsa , il che è assurdo , o di disilludersi , il che è doloroso . Ma gli uomini di domani non devono aver tempo di disilludersi , di dolersi : troppa letizia di vita e di lavoro aliterà sul terreno rasato dal cannone . Un partito domani non potrà rappresentare che un vincolo alla coscienza , al pensiero , che con intenso lavoro deve incanalare nel loro letto gli avvenimenti che incalzano come le acque di un fiume che straripa . Agli artieri di domani sarà necessario dimenticare la forca che strangola la parola nella gola e colla parola l ' espressione del pensiero . Ma ogni partito ha una forca : i suoi dogmi . Ma ogni partito ha i suoi carnefici : i suoi preti . Niente partiti domani , domani sarà necessaria « una comunione più e più vasta , più e più intensa di ogni vita con tutte le altre vite » . L ' attività delle forze sociali domani risplenderanno come la fiamma della fiaccola : perché possa originarsi in tutta la sua bellezza lucifera e fumida è necessario che la fiaccola risulti non di forze omogenee ma diverse . Ed è vero , come è vero ciò che Mario Adobati faceva osservare in un suo recente articolo ( e ce lo avevano detto prima tutti gli interventisti rivoluzionari ) che esiste un dualismo nella compagine borghese , che esiste cioè una borghesia intelligente , operosa , fattiva , che sa combattere ed ha ancora un destino segnato nella storia ed una borghesia conservatrice ed inetta perché tale , la lotta domani sarà impegnata con quella borghesia che è la più forte e che sopravviverà alla seconda . Ma lotta non vi sarà subito domani dopo la pace . La borghesia prima di ricordarsi di essere ancora e veramente « classe dominante » dovrà dimenticare le ore passate nella stessa trincea con l ' elemento proletario , dovrà dimenticare le vigilie operose , ansiose , di queste ore di difesa , trascorse in piena comunanza d ' intenti , di sacrifici , di sangue , di lavoro . Soprattutto dovrà creare il nuovo terreno per la lotta di domani . Anche la borghesia ha compreso , non può non averlo compreso , tutto l ' assurdo di un ' Europa permanentemente in stato di guerra . Questa borghesia irredentista che si batte per l ' unificazione delle Nazioni non riconosce forse implicitamente uno dei diritti più sacrosanti dei popoli : quello di nazionalità , diritto fondamentale per il quale è possibile evoluzione di popoli ? Ma chi non vede nella solenne affermazione di questo principio tutto un nuovo campo d ' azione di lotta per domani , che non è né potrà svolgersi nell ' angusto campo delle vecchie patrie , ma in un campo più vasto che ne oltrepassa le frontiere e le comprende tutte ? « Per quanto si voglia impedirlo noi corriamo ad una crisi europea simile a quella del '48 . Sventurata la Spagna ( lettera di Mazzini a Ferdinando Garrido scrittore e patriotta spagnolo ) e sventurati noi se le severe lezioni che allora e negli anni seguenti abbiamo ricevute non ci hanno insegnato a riunire le nostre forze per la prossima lotta . Riunitevi dunque o credenti nella libertà e nella associazione contro i nemici di queste due grandi idee e son certo che conquisterete il vostro posto tra gli stati liberi ed associati d ' Europa » . Ecco l ' obbiettivo che appena oggi la compagine europea si prospetta ed i mezzi atti a raggiungerlo . Dopo che avremo dato ( l ' Intesa esiste per questo ) la patria agli italiani , ai polacchi , ai belgi , ai francesi , ai popoli balcanici , bisognerà dare la patria agli europei . Come tutte le grandi evoluzioni , come tutte le grandi rivoluzioni hanno fuso nel periodo preparatorio e culminante i temperamenti sociali e politici più antitetici per raggiungere il fine più prossimo così la grande evoluzione o rivoluzione europea sarà il risultato dell ' operosità di forze e temperamenti sociali e politici non omogenei . Bisognerà creare un mondo non un partito . Uomini e cose sono necessarii che per tendenze verso lo scopo sappiano mutarsi , evolversi , assimilarsi ai tempi , dominare gli eventi , mimetizzarsi alle circostanze , disfarsi di ciò che è ingombrante , staccarsi da ciò che è nocivo , in una parola sappiano rinnovarsi e creare ciò che è nuovo senza attardarsi su ciò che è vecchio . Tutto quello che era di ieri oggi è già più che vecchio . Così domani . Creare è necessario , soprattutto , creare . Cosa volete creare in seno ad un partito i cui dogmi vi inchiodano , vi incollano , come passeri nel vischio ; in un partito che vi impone la vergine per il vostro coito spirituale , che vi educa alla rinuncia di ciò che non è nel formulario del suo corano , che vi immobilizza , vi atrofizza gli organi più delicati della vostra spiritualità , fino al punto di rendervi opaca la retina degli occhi davanti allo spettacolo della guerra terribile che incendia mezzo mondo , come avviene nella socialisteria ufficiale nostrana ? Non partiti ma associazioni « in cui si svolgano intese , fasci , unioni » . Provvisorie ? Durature ? Secondo i casi . Mai eterne per preconcetta idea . Chi crede all ' indissolubilità dei vincoli ? Alleanze buone finché siano utilizzabili per lo scopo ... E per quando cessano il loro servizio utile c ' è il museo , o la pattumiera per le meno pulite . È necessario « una comunanza più e più vasta , più e più intensa di ogni vita di altre vite » . È vecchia l ' idea , la enunciò colui che fu invocato dal re ( telegramma di Quarto ) mentre si compiva il fato della Nazione ( forse perché si compisse santamente ed il popolo per mezzo di Mazzini comprendesse meglio di quanto possa farlo un re , la necessità e la santità del sacrificio che si imponeva ) ne parlò chi non è soltanto la parte più buona dell ' anima di ciò che è passato , ma il vagito di ciò che nasce . L ' Europa tende ad unificarsi . I terribili commovimenti di popoli ai quali assistiamo e dei quali siamo tragici protagonisti , sono come quei commovimenti rovinosi di un terreno geologicamente giovane che tende a raggiungere la sua stabilità definitiva . Tutto ciò lo sente chiunque fatta eccezione di chi non vuole sentire e di chi non ha organi per sentire . Alcuni lo sentono perché vedono tutto l ' assurdo di sciupare e sfruttare in odii le migliori energie della vecchia Europa . Gli altri , quelli che vedono più in là , per le ragioni della difesa nostra del domani . Verrà il giorno in cui l ' Europa sentirà picchiare alle sue porte delle masse gialle le quali ci chiederanno quel genere di ospitalità che i mori ci estorsero per 800 anni . Quali forze si potranno opporre ad esse se non quelle di una Europa unita e forte perché unita ? Per questo pensiamo che il passato deve morire , e con esso tutte le cianfrusaglie ideologiche di ieri , nate e prosperate sotto l ' egida delle monarchie , perché più lontano fosse tenuto l ' obbiettivo più prossimo al quale deve tendere l ' Europa , se vuoi vivere , più divise le forze concorrenti a questo scopo . Questo rinnovamento di vita non è stato possibile con le vecchie idee . La guerra le ha per questo annegate nel sangue . Oggi noi sentiamo più diminuito il peso della zavorra che ci ingombrava lo spirito . Alleggeriti correremo meglio verso la meta , correremo soprattutto in linea retta che è la più breve sempre . Non è forse questo il più grande ammaestramento che ci han dato i primi colpi di cannone che smantellarono Liegi ?
IL NEMICO DEL BALLO ( SPINELLI FRANCO ALFONSO , 1928 )
StampaPeriodica ,
... Si balla , nel mondo da secoli , sempre . Si ballerà sempre nel mondo . Ma sia salva la dignità de la razza , sia salva la dignità de l ' Uomo . Ove sono le leggendarie danze che l ' Arte ha raccolto nel suo tempio ? Ove le danze purissime , che Roma e Grecia pagane , seppero celebrare oltre la vita assurgendo con la carne di cui amavano la fragile o ardente voluttà , a la maschia gloria de lo spirito immortale ? Oggi si balla nel mondo : oggi il passato è sepolto , oggi la voce del passato si spegne per l ' urlio d ' una musica , che de la musica è la prostituzione , che eccita vellica solletica i nervi de gli smidollati , dei cocainomani , dei fragilissimi maschi dal cervello stanco , impotente . E tutto ciò non è de l ' Italia fascista : tutto ciò non è de la razza forte , de la razza degna di Roma . Le nostre legioni marciano verso l ' avvenire : nei trivii si fermano gli effeminati signori del mal francese . Riposino in pace . Proveranno le donne , che ignorano l ' Arte , che dimenticano il primo supremo dovere de la donna : essere bella . O goffe pose , o stupide mosse del charleston , di tutta la negreria , di tutta l ' arte scimmiesca ! Ov ' è la donna , la bella purissima femmina , dal corpo flessuoso , da la linea perfetta ; ov ' è la donna modellata da un Dio , in cui la carne è la serena e l ' ardente celebrazione de lo spirito : ov ' è la donna suprema Dea , che chiede d ' essere adorata in ginocchio ! Che ama , per la bellezza , ogni sublime voluttà ? Danza , scimmia , danza ! Ecco che l ' incanto è rotto ; ecco che la sfinge , la statua si piega ; ecco che balla , frenetica , scomposta , turpe , ma sovrattutto enormemente ridicola . Chi la vede ? Son ciechi ed ebri . Risuona nel cervello la folle disarmonia di una cantaride istrumentale Ma chi vuole , ti vede : e ride ; e anche , ha nausea . Forse il sentimentale sa piangere : ha il piacere di piangere davanti a la donna che muore , la voluttà di piangere su l ' umanità prostituita . L ' uomo comune , il placido borghese di buon senso , ride , ride , ride . Dice : Va là , danza : sei goffa , terribilmente goffa . Poi siccome è persona bene educata , volge dall ' altra parte il capo , e nasconde lo schifo ...
I DUE PARTITI DI OGGI E DI DOMANI ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Vogliamo prescindere dal nostro , dirò così , antiparlamentarismo aprioristico e teorico . Vogliamo ammettere il parlamento e i diritti di esso , dei quali tanto si è , speriamo , astrattamente e dottrinariamente , preoccupato nel non mai abbastanza deplorato discorso di Torino l ' on . Salandra . Abbiamo capito il latino . Come già scrivemmo in un nostro articolo dell ' estate scorsa ne la « Monarchia Nazionale » , ripetendo un pensiero diffuso nella coscienza generale , e come osservarono ultimamente e in forma incisiva il Popolo d ' Italia ed altri giornali , la guerra italiana è stata voluta dal popolo italiano fuori e contro il Parlamento . Non è il caso di ricordare che complici e secondo noi nobilissimi corresponsabili della rivoluzione anti - parlamentare del maggio furono non pochi organi e non poche voci ufficiose o quasi dell ' attuale Gabinetto . Se non mi sbaglio , proprio un magnifico e ... indimenticabile articolo del Giornale d ' Italia metteva in evidenza a chiare note e con parole terribili il « delitto di Stato » consumato , o in via di consumazione , da parecchi noti uomini politici e parlamentari nostrani , il giorno delle dimissioni del Gabinetto Salandra , ed eccitava quasi la Nazione ad esprimere dal suo fondo la rivolta del suo senso giuridico e costituzionale . Vera lezione pratica di diritto pubblico contro la vecchia teorica pubblicistica esiziale come la peste bubbonica della « onnipotenza parlamentare » . E proprio in un altro « indimenticabile » articolo dello stesso giorno il Corriere della Sera « svelando » che la Triplice era stata denunziata , metteva in istato d ' accusa formale i capeggiatori del complotto parlamentare e contro questi , se non direttamente indirettamente , eccitava la Nazione . Richiamiamo questi dati di fatto ( perché la storia di ieri è , a quanto pare , diventata troppo vecchia , mentre è viva ancora nei « nostri » cuori e nei « nostri » cervelli ) per ribadire il carattere anti - parlamentare delle giornate di maggio e della guerra italiana . C ' è chi ne dubita ancora ? È indubitabile che il Parlamento italiano , Camera e Senato , non voleva la guerra , era neutralista ad oltranza , cioè giolittiano , cioè tedescofilo , se non austrofilo . È indubitabile come Salandra disse in Campidoglio che non l ' Italia governava l ' Italia , ma la Germania , per mezzo di Bülow e per mezzo di un pugno di parlamentari consumati non si sa come sfuggiti al codice penale e di procedura e non si sa perché qualificati ancora come uomini « politici » e « di stato » e discussi come si fa nei giornali e altrove con criteri politici e non con quelli giuridici della R . Procura o del Senato costituito in Alta Corte . E dire che ... dalle solenni parole « accusatrici » del discorso del Campidoglio , siamo passati alla flebile critica psicologico - letteraria di S . E . Orlando a Palermo e alla qualifica di « pessimisti » affibbiata ai parlamentari di cui sopra . E la parabola discendente non si ferma . Il Parlamento , svalutato fino a ieri , ritorna in iscena nel funebre discorso di Torino . Salandra pare che abbia avuto paura delle origini « popolari » della guerra . E crediamo per omaggio teorico e dottrinario , più come giurista e come uomo politico timorato , disse a Torino che a un Partito spetta il potere , al partito liberale . Tutti sanno che dire Parlamento e diritto parlamentare , è dire gioco dei partiti e diritto dei partiti . Salandra è il tipo più schietto del conservatore , è il tipo che meno è adatto a comprendere , e più è adatto a distruggere mentalmente e a condannare politicamente le giornate rivoluzionarie di maggio . Siamo intesi ? E non ricordate forse che il Reale Imperiale Governo austriaco nel Libro Rosso osservò , in nome del sacro e santo diritto costituzionale e parlamentare caro a Bülow e a Macchio , che nelle mani di Sonnino e compagni lo stato italiano non era più un Governo « legale » ma un Governo « rivoluzionario » , diretto da criteri illegali , moventesi in un ' orbita illegale ? Forse anche la lezione di diritto pubblico del Libro Rosso incute paura e reverenziale timore . E si è recitato a Torino il mea culpa e si è proclamato pieni di contrizione e con un velo di faringite nella voce : Torniamo al Parlamento . Macchina indietro , dunque . E sia . Ma che cosa ha fatto dopo maggio il Parlamento per riabilitarsi , per riaccreditarsi , per distruggere le nostre fisime , per rafforzare le « nostre » pur mo ' nate tendenze parlamentaristiche ? Un po ' di coraggio , signori deputati . Noi vogliamo prendere anche atto della riabilitazione parlamentare di Salandra . Vogliamo per carità di patria ( dico bene ? ) ingoiare anche questo rospo . ( Per il momento , domani i conti finali ! ) . Noi vogliamo disporci con l ' animo più benigno alla ripresa dei vostri lavori , o signori di Montecitorio . Noi consentiamo a che vi pigliate il disturbo di riunirvi . Noi non esigiamo niente che sia contro il vostro diritto legale . Fate pure . Vero che nel maggio stavate per essere nei vostri « capi » più cospicui cacciati da Montecitorio . Rientrate pure . La nostra pazienza è infinita . Ma che cosa avete fatto da Maggio in poi per curare le nostre allucinazioni antiparlamentariste , se allucinazioni sono le nostre ? Ecco un altro articolo ancora fresco del Corriere . È del gennaio scorso . Dice : «...le radici del malessere nostro contro noi stessi risiedono nel fatto che il Parlamento italiano mai a guerra dichiarata ha solennemente proclamato di « volere » estendere la guerra , per esempio alla ... Germania » . Il Governo si sa , quello costituzionale deve fondarsi sugli umori e sulla maggioranza parlamentare . Ma quando mai nelle poche sedute parlamentari di « dopo maggio » si è sentita una sola voce , un solo accento politico ? Se ne togli , come diceva il Corriere , l ' on . Colajanni , tutti muti , tutti sordi , sul problema dei problemi : la guerra alla Germania . Anche la notevole dichiarazione di Sonnino dell ' adesione al patto di Londra , non suscitò entusiasmi eccessivi e prorompenti . Chi dominò ancora il Parlamento , nell ' anno di grazia 1915 , a guerra inoltrata , con le truppe al fronte , con i cadaveri sul suolo , con i destini della Patria in gioco ? I « soliti » mestatori politici e parlamentari . Si permise , e con tutta la benevolenza di Salandra , che il del resto molto abile Treves rompesse le nostre scatole perfino in Parlamento e con un cospicuo discorso parlamentare sul convegno di Zimmerwald , che ormai è il cavallo di battaglia di tutti i lavapiatti del cretinismo socialista e del giolittismo in putrefazione . E poi avemmo lo spettacolo triste di un ... Enrico Ferri , che rinnovò peggiorato nel dolo , nei mezzi e nelle forme il tentativo e l ' atto criminoso dei « parlamentari » di maggio . Dal lato personale , Ferri , sferzato a sangue da Barzilai , fu conciato per oggi e speriamo per sempre , per la dignità della specie umana nell ' ordine universale di tutte le cose . Ma occorse un discorso di Ciccotti per risollevare ( si badi ) la « chimica » parlamentare . E se ne togliamo il discorso vivo di frasi , ma pieno di timori e di circospezioni di Raimondo , e i discorsi « tecnici » dei finanzieri , degli economisti e di altrettali scocciatori di anime , non troviamo che l ' aria ghiacciata del nulla . Eppure il dissidio veramente tragico che agita in quest ' ora la coscienza nazionale , e che era presente anche nello scorso novembre , è questo : dobbiamo o no trasformare in europea la « nostra » guerra e per l ' effetto fare la guerra alla Germania ? Come il problema del maggio era di rompere la neutralità e di dichiarare la guerra all ' Austria , così il problema di oggi è della guerra o della ... neutralità ( ? ? ? ) con la Germania . Questo problema non fu toccato , come giustamente osservò il Corriere , nelle sedute parlamentari dello scorso novembre . Perché ? Forse non esisteva ? E si parlò del ... pacifismo di Zimmerwald e di altrettali coglionerie socialistiche . Vergogna e miseria ! Noi siamo ... parlamentari , ma , signori deputati , abbiate coraggio . Se la parola non viene da voi che sedete in alto , se la luce non viene da voi sui più capitali e formidabili problemi dell ' esistenza nazionale , se voi siete sordi e muti , che cosa deve fare il popolo che sta in basso ? Deve rassegnarsi alle tenebre e al silenzio , o deve trovare in sé la forza di esigere la chiusura e la soppressione di un organo che si mostra alla prova se non dannoso ... superfluo e inutile ? E se la luce non viene da voi che siete in alto , perché si protesta quando la luce sale dal basso , perché si protesta contro i generosi istinti di verità e di conquista del popolo , e perché allora opporsi alle sacrosante e irresistibili « usurpazioni » del diritto non scritto del popolo ? Sapete voi che cosa vuole il Popolo d ' Italia ? Ne interpretate la coscienza ? E allora , parlate dell ' Italia , dei problemi dell ' Italia , e occupatevi dell ' Italia e della « esplicazione » della sua guerra , e non vi preoccupate di ... Zimmerwald e del gruppo parlamentare socialista ... ; e di Ferri e dei tronconi morti del giolittismo , e della legge delle Guarentigie ... Come alla vigilia di maggio in Italia esistevano due partiti , e tutto il resto era mistificazione : neutralisti e interventisti ; oggi , ben voi lo sapete a memoria , in Italia , sopra un unico e dominante problema , esistono due partiti , che saranno i veri partiti politici di domani a guerra finita : tedescofili e francofili o , se si vuole , intesofili . Non ci sono più neutralisti e interventisti . Anche i giolittiani , anche i socialisti , anche Costanzo Chauvet , anche i preti , tipi che si equivalgono tutti intellettualmente , moralmente e politicamente , sono oggi interventisti , contro l ' Austria . L ' antitesi di ieri : neutralisti e interventisti è superata . In guardia dagli « interventisti » di oggi ; sono tedescofili . Oggi da una parte vi sono coloro che vogliono , dall ' altra coloro che non vogliono la guerra alla Germania . I primi sono i moderni , i dinamici , i veri amici dell ' Italia : i secondi i vecchi , i morti e i morituri , i traditori , per usare la parola adeguata , d ' Italia : preti , socialisti , giolittiani . Due i partiti : tedescofili , francofili o meglio italianofili . In Italia vi sono molti italiani che odiano l ' Italia e amano la Germania : ma ce ne sono pure moltissimi che amano l ' Italia e che vogliono , per il bene della Patria , che l ' Italia si stringa fino alla morte alla Intesa e per questa alla Francia . Tutte le altre distinzioni e partizioni politiche siano bandite , in quanto mistificatorie . Questa è la politica dell ' Italia : si occupi di questo il Parlamento . E noi aspetteremo benevoli e pazienti . Ma la pazienza ha i suoi limiti . La Politica è odio . La Politica non è sorda . Il Governo e il Parlamento sanno quale è l ' antitesi che si svolge nelle coscienze degli italiani . Non si abbia la paura di odiare . Il Partito Liberale invocato da Salandra è una finzione giuridico - costituzionale : dietro di esso possono celarsi gli amici della Germania , e i nemici dell ' Italia : giolittiani , preti , socialisti . Noi vinceremo solo il giorno in cui potremo pestare sotto i piedi i socialisti di Zimmerwald , il giolittismo parlamentare , e il pretismo extra , intra e super - parlamentare . E dopo di ciò attendiamo le decisioni e le discussioni parlamentari e vediamo se saranno estirpate le radici del malessere . E se il Parlamento ha ancora il diritto e la ragione di essere e di funzionare .
StampaPeriodica ,
... ( P . S . ) La nomina di Massimo Bontempelli a Segretario Nazionale del Sindacato Fascista Autori e Scrittori è stata accolta con simpatia tanto negli ambienti politici e sindacali propriamente detti quanto in quelli letterari : né poteva essere diversamente , data la notorietà dello scrittore e le sue aderenze e amicizie in ogni campo . Abbiamo creduto opportuno avvicinare Massimo Bontempelli per chiedergli notizia della sua nuova attività e conoscere i propositi con cui s ' accinge al lavoro ... Quali criterii sono stati adottati per il tuo Sindacato ? I compiti e l ' opera dei Sindacati degli Autori e Scrittori si presentano con problemi singolari , ignoti ad altre categorie . Tali compiti si possono per un primo tempo riassumere in questo principalissimo : dare alla situazione dello scrittore consistenza professionale . Per troppo tempo la nostra occupazione è stata considerata come un elegante dilettantismo . E ' compito tipico del nostro odierno stupendo rinnovamento per opera della Rivoluzione Fasci - sta quello di dare allo scrittore il degno posto che fino a oggi non era stato raggiunto se non in casi isolati e individuali , e alla sua professione quella consistenza , i cui fondamenti debbono essere efficienza economica e coscienza politica ...
EDUCAZIONE POLITICA ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Le recenti discussioni parlamentari hanno ancora una volta dimostrato se ce n ' era bisogno la inutilità , almeno nella forma attuale , e la insincerità politica del Parlamento . Se ne sarà certamente convinto anche il più strenuo difensore del diritto parlamentare , l ' on . Turati . Ma le ultime discussioni hanno dimostrato in certo qual modo e sebbene con molti sotterfugi quali e quante siano le forze in conflitto al fatto che tutti gli altri contiene e involge ; la guerra . Nel Parlamento si sono disegnate , a contorni più o meno precisi , le forze che si agitano nel paese . Abbandoniamo dunque il Parlamento , e rivolgiamo , ciò ch ' è più essenziale , i nostri sguardi al Paese , per trarne dall ' osservazione degli ultimi fenomeni politici e parlamentari provvisorie contingenti , ma reali e pratiche norme di condotta . Stiamo freschi ad attendere la orientazione dal Parlamento . È il Paese che può e deve dare la orientazione al Parlamento . Questo avviene nei paesi in cui esiste una vera e propria educazione politica . Se in questi ultimi mesi l ' opinione pubblica italiana fosse stata netta , precisa , concentrata , univoca , solida e intransigente come lo fu già alla vigilia dell ' intervento almeno da parte dei gruppi interventisti non avremmo assistito allo spettacolo del Parlamento e dei partiti parlamentari disorientati e ciechi come pazzi e ubriachi . Se la corrente interventista fosse stata animosa e precisa nel paese , la crisi voluta dai partiti parlamentari interventisti si sarebbe effettuata , e non si sarebbe data la soluzione che si è ... avuta . Io non so né voglio pesare le ragioni recondite delle ultime agitazioni parlamentari dei nostri amici . Se si sono agitati dovevano pur avere le loro buone ragioni , che sono però rimaste forse per ragioni superiori nascoste . Se le masse avessero in questi giorni avuto , come in maggio , la loro voce in capitolo , la tesi « interventista » parlamentare sarebbe stata vittoriosa , e Salandra avrebbe acceduto a Bissolati e non Bissolati a Salandra . Né con ciò vogliamo censurare la condotta inspirata anzi a motivi nobilissimi dell ' on . Bissolati e della falange da lui rappresentata ; vogliamo dire solo che su l ' anima del Capo del Governo hanno fatto forse più peso le minaccie stolide di agitazioni nel paese dei socialisti ufficiali i quali nel maggio furono squalificati che non le logiche richieste di parte nostra . Non vogliamo allarmarci troppo , e siamo anzi contenti per il momento della soluzione . Il Governo ha sentito la volontà nazionale . Il Governo va a Parigi . E oggi il Governo è che conta . Il Parlamento giunge sempre tardi , quando qualche cosa è già compiuta . Non ci allarmiamo dunque per il presente . Ma , per ogni evenienza , dobbiamo tenerci pronti . Dal maggio 1915 al marzo 1916 , vuoi per rassegnazione alle cose e agli eventi , vuoi per cieca fiducia negli uomini , vuoi per non sembrare i fautori della discordia nazionale , vuoi , sopra tutto , per l ' assenza dei nostri capi e migliori gregari , quasi tutti nell ' esercito , gli interventisti attivi del paese si sono un po ' sparpagliati , dispersi , cioè quasi annullati . Ma dal momento che i pericoli ci sono sempre , che possono presentarsi certe evenienze , che la discordia non siamo noi a porla , che già gli avversari si sono nettamente manifestati , spetta a noi di riordinarci in ischiera di combattimento . E ripeto non siamo noi che dobbiamo orientarci secondo le orientazioni che non ... ci vengono da Montecitorio , ma sono i nostri deputati che si devono rendere esecutori delle nostre volontà chiare , nette e precise . Chi avesse voluto trarne partito dai quotidiani articoli del Popolo d ' Italia e dal significativo articolo del gennaio scorso del Corriere della Sera : Alle fonti del malessere , per determinare nel paese la lotta politica ( giacché anche in guerra la buona lotta politica non cessa mai ) avrebbe potuto , e come ! , fornire materia e piattaforma al Parlamento . In complesso l ' ultimo voto ha quasi , in forma indiretta , significato adesione alla tesi dei due giornali nominati : guerra unica , guerra alla Germania ; ma siamo sempre al quasi e alla forma indiretta . Ma chi si è fatto a sostenere in paese la tesi , e prima che il Parlamento si riaprisse ? Nessuno . Dunque dobbiamo riorganizzarci e subito , e senza perdere un minuto di tempo . Oramai è chiaro che siamo entrati nel periodo decisivo della guerra europea . Bisogna che i partiti prendano posizione , e si tengano pronti a sostenere anche durante le future , lunghe , laboriose e dolorose trattative di pace TUTTE le ragioni ideali e reali della guerra e a sostenere con coraggio e a fronte alta , contro tutti gli avversari interni , le responsabilità e le conseguenze della guerra . Tutta la politica di domani , estera , interna , economica , finanziaria , scolastica , doganale , sarà dominata dall ' idea o dal fatto della guerra . Coloro che hanno voluto ieri la guerra , devono volerla anche domani , nelle conseguenze e sistemazioni finali . Altrimenti i deboli e i vigliacchi non saranno lontani da noi . Noi lasciamo e lasceremo ai socialisti l ' oramai vecchio mestiere di sfruttare come jene fameliche le conseguenze della guerra . È l ' unica loro attuale speranza di fortuna ... politica , l ' unica loro tavola di appoggio . Perduto il contatto con l ' avvenire giacché la vittoria immancabile dell ' Intesa darà ragione A NOI Si limiteranno a sfruttare indecentemente , secondo la loro solita mentalità , i residui morti del passato . Le jene si nutrono di carogne . Ma noi proprio non ci spaventiamo e non ci dobbiamo spaventare se e in quanto organizzati e coraggiosi come nel maggio 1915 delle carnevalate elettorali stile 1913 . Oramai è evidente , e solo per questo le ultime scene della commedia parlamentare hanno un grande valore di ammonimento . La lotta è già iniziata . L ' ora della Patria a parte , la discordia l ' hanno già provocata . Da una parte coloro che negarono , negano , sabotano la guerra , dall ' altra coloro che la vollero e la vogliono e fortemente la vogliono . Da un lato coloro che già per speculazione elettorale si apprestano a negare la responsabilità delle conseguenze della guerra e coerentemente AUGURANO la pace , cioè la vittoria germanica e il disastro dell ' Italia e dell ' Intesa . Dall ' altro coloro che vogliono affrontare fin da oggi tutte le responsabilità e che lavoreranno sempre per la vittoria della guerra . Dirò prossimamente , sui modi , i limiti e gli obiettivi di questa nostra organizzazione di cui mi limito oggi a indicare la imminente generica necessità . Ma non voglio chiudere senza esprimere il mio compiacimento nel notare che l ' on . Bonomi , in un articolo del Giornale del Mattino , di cui avrò modo di parlare , per quanto con criteri diversi e forse contrari , sia venuto alla stessa conclusione dell ' organizzazione delle forze interventiste NEL PAESE . L ' on . Bonomi vuole che si costituisca nel paese a simiglianza di quanto sul voto recente è avvenuto a Montecitorio , una alleanza democratica . Io dico che non il Paese deve scimmiottare il Parlamento e i fenomeni più o meno sinceri parlamentari : ma il Parlamento e i suoi partiti devono adeguarsi al Paese e alle sue reali e concrete tendenze di fatto . Brevemente , salvo a spiegarmi in seguito , io non sono per il vecchio bandierone democratico che , non meno della ideologia socialistica , è stato seppellito dalla guerra europea . Socialismo e Democrazia sono la medesima cosa . Morto l ' uno , in una certa sua forma , morta l ' altra . Alleanza democratica ! Un nome e una cosa suggestiva ! Ma toh ! chi si vede ! Ritornano a galla i cadaveri ? Ritornano i fenomeni politici che spazzammo via con un riuscito colpo di mano nelle giornate di maggio ? La piattaforma ci è data dalla piazza comiziante in maggio nel 1915 . Non facciamo passi sbagliati , e , sopra tutto , non facciamo passi indietro , non rivalorizziamo , in nome della democrazia , ciò che deponemmo nella fossa . Altro che democrazia e Alleanza democratica ! La vecchia mentalità formalistica , dommatica , canonica , massonica , teutonica - lazzariana dev ' essere credo finita . La nuova mentalità politica vuol essere , dev ' essere libera , realistica , pragmatistica , cioè veramente idealistica . Quanto idealismo senza formule , senza programmi , senza partiti , senza bandierone e nessuna congrega nelle giornate di maggio ! Furono giorni di vivida creazione ! Questo è pure mi piace il dirlo il pensiero in private conversazioni espressomi dal nostro migliore duce Benito Mussolini , assente . Non impegniamoci troppo per scadenze lontane . Vogliamo programmi concreti , PER LA VITTORIA , per il DOPO GUERRA , per questi soli concreti obiettivi . Per ora . I partiti restino pure ligi ai loro ideali per l ' anno 2000 . Fascio non vuoi dire abolizione dei « partiti » e omicidio di coloro che vogliono prestar fede alle loro care ed eterne immacolate idee . Non partiti statici , ma dinamici . Non alleanze , ma intese , fasci , unioni , leghe provvisorie , temporanee , a scadenza breve , fino a quando ( e ci vorranno anni e anni ! ) si liquiderà la guerra in sé e nelle sue complesse e connesse conseguenze . Lavoro ce n ' è per i buoni e per i sapienti . Non Alleanza democratica , ma Fascio nazionale . Non nazionalista . I nazionalisti verranno a noi . Anche perché sulla piazza in maggio furono con noi ai primi posti . Bisogna andare innanzi , ma guardarci indietro : al maggio 1915 , punto di origine della nuova storia e lotta politica italiana . DAL PAESE AL PARLAMENTO , NON VICEVERSA , on . Bonomi . E non abbiamo bisogno della democrazia . È una parola vana . Col diavolo , anche con un forcaiuolo , se vorranno la vittoria d ' Italia e se accetteranno fino alle estreme conseguenze il fatto e l ' idea della guerra . Oggi e specialmente domani . Ma ne riparleremo .