StampaQuotidiana ,
Alfine
,
dopo
duecento
cinquanta
giorni
dalla
nostra
dichiarazione
di
guerra
all
'
Austria
,
l
'
organo
magno
della
borghesia
italiana
ha
rotto
il
silenzio
per
tanto
tempo
conservato
sulle
relazioni
fra
Italia
e
Germania
.
Per
otto
lunghi
mesi
il
Popolo
d
'
Italia
si
era
trovato
quasi
solo
a
rimuover
le
stagnanti
e
oscure
acque
italo
-
tedesche
,
a
illustrare
il
pericolo
germanico
,
a
chiedere
apertamente
,
senza
infingimenti
,
quello
che
era
una
necessità
e
un
dovere
per
l
'
Italia
:
la
dichiarazione
di
guerra
all
'
impero
del
kaiser
.
Quasi
sempre
ci
eravamo
trovati
di
contro
l
'
ostilità
della
censura
che
mozzava
notizie
e
argomentazioni
.
Ma
la
storia
cammina
,
e
nessun
censore
fino
ad
oggi
è
riuscito
a
trattenerla
.
Il
destino
ha
un
suo
fatale
andare
.
Ciò
che
è
necessario
e
indeprecabile
,
al
fine
si
impone
.
I
mestatori
,
le
fazioni
,
gli
uomini
di
Stato
,
possono
talvolta
rallentare
una
corrente
;
ma
se
essa
è
fatale
,
cioè
se
è
determinata
da
grandi
ragioni
storiche
,
la
corrente
a
un
certo
punto
rompe
gli
ostacoli
,
travolge
gli
uomini
e
avanza
.
Quando
il
Popolo
d
'
Italia
,
che
ha
agitato
coraggiosamente
la
nuova
bandiera
di
fede
e
di
lotta
,
incitava
perché
si
dichiarasse
guerra
alla
Germania
,
i
timorati
si
scandalizzavano
,
il
ministero
stringeva
i
freni
,
e
gli
ossequienti
censori
imbiancavano
le
nostre
colonne
.
Ma
la
storia
cammina
,
anche
non
ostante
i
timori
di
Salandra
,
le
intemperanze
della
censura
e
i
silenzi
di
certi
giornali
.
L
'
equivoca
situazione
italo
-
tedesca
ha
generato
un
grave
disagio
in
Italia
e
nel
campo
degli
Alleati
.
Ormai
anche
i
timorati
e
i
prudenti
rompono
il
silenzio
.
Tutti
avvertono
l
'
equivoco
.
Il
disagio
morale
va
divenendo
intollerabile
.
Ed
ecco
che
anche
il
grave
Corriere
della
Sera
rompe
la
consegna
,
e
constata
che
«
dopo
l
'
inizio
delle
ostilità
è
accaduto
qualche
cosa
che
avrebbe
potuto
far
apparire
al
Governo
legittimo
ed
opportuno
raccogliere
la
disfida
che
la
Germania
ci
lanciava
»
.
Il
Corriere
della
Sera
ha
intitolato
il
suo
articolo
:
«
Alle
radici
del
disagio
»
.
Ma
a
queste
radici
ha
solo
accennato
.
Non
le
ha
messe
al
sole
;
non
ha
avuto
il
coraggio
di
svellerle
.
Eppure
avrebbe
dovuto
farlo
,
poiché
ammetteva
che
un
disagio
esiste
.
La
situazione
fra
Italia
e
Germania
è
strana
e
oscura
.
Non
chiari
sono
anche
i
rapporti
fra
noi
e
gli
Alleati
.
Abbiamo
firmato
il
patto
di
Londra
.
Ma
ciò
non
ha
troncato
il
nodo
gordiano
.
In
vero
,
ci
siamo
impegnati
a
non
far
pace
separata
con
la
Germania
,
cioè
con
una
Potenza
con
cui
...
non
siamo
in
guerra
!
Ecco
il
primo
grande
equivoco
,
di
natura
diplomatica
.
La
guerra
ufficialmente
non
è
stata
ancor
dichiarata
fra
Italia
e
Germania
.
Viceversa
effettivamente
esiste
,
poiché
l
'
Impero
tedesco
dà
all
'
Austria
oro
,
armi
,
munizioni
,
ufficiali
,
soldati
.
E
l
'
Illustrazione
italiana
,
alcuni
mesi
fa
,
riproduceva
la
fotografia
di
un
gruppo
di
autentici
soldati
tedeschi
fatti
prigionieri
dai
nostri
nel
Trentino
.
La
pubblicazione
del
documento
,
corredata
da
una
chiara
ed
esplicita
indicazione
,
fu
permessa
dalla
censura
.
Un
giornale
giolittiano
di
Torino
,
non
certo
sospettabile
di
odio
alla
Germania
,
dopo
il
siluramento
dell
'
Ancona
pubblicava
una
nota
secondo
cui
il
Consiglio
dei
ministri
italiano
era
venuto
in
possesso
di
prove
testimonianti
che
il
sommergibile
siluratore
non
era
austriaco
.
Il
che
voleva
significare
che
era
tedesco
.
Uno
stato
di
guerra
,
adunque
,
esiste
.
Ma
non
si
è
avuta
una
dichiarazione
ufficiale
.
Ed
ecco
il
secondo
grande
equivoco
,
di
natura
militare
.
In
definitiva
esiste
questo
stato
di
fatto
:
la
Germania
opera
ai
fini
della
nostra
sconfitta
;
invece
il
Governo
di
Roma
non
osa
rispondere
,
evita
ogni
mossa
là
dove
può
ritenere
di
trovarsi
a
fronte
i
tedeschi
,
cerca
di
tener
celati
tutti
gli
atti
di
ostilità
che
la
Germania
compie
in
nostro
danno
,
e
non
reprime
interamente
come
dovrebbe
e
potrebbe
il
contrabbando
e
lo
spionaggio
in
favore
della
Germania
.
Gli
eccessi
della
censura
potranno
in
parte
celare
la
verità
agli
italiani
.
Ma
agli
Alleati
non
di
certo
.
Gli
Alleati
sanno
,
vedono
e
riflettono
.
Ed
ecco
la
vera
ragione
di
certe
diffidenze
.
Perché
Salandra
non
ha
osato
?
Forse
per
evitare
una
grande
azione
della
Germania
contro
di
noi
?
Ma
chi
,
in
buona
fede
può
crederlo
?
Se
la
Germania
avesse
potuto
agire
contro
di
noi
,
lo
avrebbe
fatto
molto
volentieri
,
senza
attendere
la
dichiarazione
di
guerra
di
Salandra
.
Riportiamo
il
parere
di
uno
scrittore
politico
imparziale
,
amico
del
Presidente
del
Consiglio
:
«
Data
la
linea
generale
del
programma
della
Germania
nel
grande
conflitto
europeo
,
chi
può
sperare
che
la
sua
condotta
verso
l
'
una
o
l
'
altra
potenza
,
e
tanto
meno
verso
l
'
Italia
,
sia
ispirata
o
possa
essere
ispirata
da
idee
di
generosità
o
da
sentimenti
di
simpatia
?
Se
la
Germania
non
attacca
l
'
Italia
non
è
perché
essa
voglia
riservarsi
una
porta
per
l
'
avvenire
,
ma
perché
forse
,
in
questo
momento
,
crede
più
opportuno
sfondare
altre
porte
,
o
non
crede
di
avere
forze
sufficienti
per
sfondare
,
insieme
,
anche
questa
delle
Alpi
.
Ma
state
pur
sicuri
che
se
e
quando
stimerà
opportuno
e
sarà
in
forze
,
non
i
vostri
begli
occhi
,
o
germanofili
di
vecchia
e
nuova
rocca
,
e
non
il
ricordo
dei
vostri
amori
e
delle
vostre
lotte
in
suo
onore
,
frenerà
la
tedesca
rabbia
dal
desiderio
di
venire
a
devastare
le
belle
rive
.
Quando
suonerà
l
'
ora
di
tentare
il
colpo
contro
l
'
Italia
,
il
tentativo
sarà
fatto
.
Figgetevi
bene
in
mente
questo
.
«
Dunque
,
bisogna
non
addormentarsi
nella
stupidità
della
illusione
sulla
longanimità
o
la
sentimentalità
dei
tedeschi
per
noi
,
o
sull
'
interesse
dei
tedeschi
d
'
averci
amici
,
se
non
nel
presente
,
nell
'
avvenire
»
.
Così
scriveva
Rastignac
,
pensatore
non
sospetto
.
Ciò
valga
anche
per
sfatare
la
idiota
leggenda
di
una
pretesa
volontà
tedesca
di
rappacificarsi
con
l
'
Italia
sotto
gli
auspici
di
...
Giovanni
Giolitti
.
Fra
Italia
e
Germania
si
è
scavato
un
abisso
che
nessuno
più
colmerà
,
a
meno
che
la
prima
non
rinunzi
al
suo
avvenire
e
alle
sue
aspirazioni
nazionali
.
La
Germania
mira
a
Trieste
e
al
Mediterraneo
.
La
Germania
ha
bisogno
,
per
sorreggersi
,
di
un
'
Austria
forte
,
padrona
dell
'
Adriatico
e
dei
Balcani
.
Tedeschi
e
italiani
dunque
,
tendono
a
fini
antitetici
.
Il
trionfo
degli
uni
richiede
,
come
condizione
necessaria
,
la
sconfitta
degli
altri
.
E
allora
,
qual
'
è
l
'
intima
ragione
della
politica
di
Salandra
?
Noi
riteniamo
che
,
egli
non
osi
gettar
l
'
ultima
alea
e
varcare
il
Rubicone
per
semplici
ragioni
parlamentari
.
Egli
teme
la
Camera
.
Ma
col
posporre
gli
interessi
d
'
Italia
alla
piccola
politica
di
un
Parlamento
cui
il
popolo
tolse
ogni
autorità
nel
maggio
1915
,
l
'
on
.
Salandra
manca
ai
suoi
doveri
verso
la
nazione
.
La
guerra
è
giunta
a
un
punto
tale
che
per
chiudersi
con
una
vittoria
nostra
è
necessaria
la
più
intima
unione
fra
gli
Alleati
.
Gli
scacchi
del
1915
si
sono
verificati
per
la
mancanza
di
unione
fra
le
Potenze
dell
'
Intesa
.
Per
la
vittoria
occorre
che
questa
unione
si
effettui
.
Occorre
che
si
agisca
con
unità
di
intenti
.
E
se
per
vincere
fosse
necessario
che
truppe
anglo
-
francesi
operassero
in
Italia
,
o
che
truppe
italiane
operassero
nel
Belgio
o
in
Francia
o
altrove
,
ciò
deve
potersi
verificare
.
La
dichiarazione
di
guerra
alla
Germania
è
pertanto
una
premessa
imprescindibile
.
Salandra
osi
.
Irriterà
i
giolittiani
,
ma
servirà
l
'
Italia
.
E
poi
,
i
giolittiani
non
gli
concederanno
mai
pace
,
anche
se
l
'
equivoco
italo
-
tedesco
perdura
.
Otto
mesi
di
guerra
dovrebbero
aver
insegnato
almeno
questo
.
Non
abbiamo
volutamente
fatto
cenno
delle
alte
ragioni
di
civiltà
che
impongono
anche
a
noi
italiani
la
guerra
contro
la
Germania
.
Ciò
per
dimostrare
ai
machiavellici
che
la
dichiarazione
di
guerra
ai
tedeschi
è
imposta
anche
da
considerazioni
realistiche
.
StampaPeriodica ,
Senza
che
nessuno
se
ne
accorga
è
uscito
il
più
bel
libro
che
sul
Fascismo
si
sia
mai
scritto
,
e
cioè
"
Mussolini
visto
dai
ragazzi
,
"
raccolta
dei
componimenti
scolastici
dei
ragazzi
delle
scuole
elementari
del
ferrarese
.
Il
libro
,
che
è
stato
compilato
con
troppa
rettorica
da
una
maestra
elementare
,
contiene
disegni
,
definizioni
e
pensieri
su
Mussolini
davvero
straordinari
.
Eccone
una
scelta
:
Mussolini
è
il
capo
del
Comune
.
È
bravissimo
.
È
il
capo
della
nostra
patria
.
È
il
capo
del
fascio
.
È
il
capo
della
guerra
.
E
tutti
gli
vogliamo
un
gran
bene
.
Perché
mio
padre
dice
che
,
se
noi
di
Ferrara
ci
man
-
da
anche
nel
fuoco
,
ci
andiamo
come
se
niente
sia
.
A
Mussolini
quando
venne
a
Bologna
,
un
giovane
di
quindici
anni
gli
ha
tirato
con
la
rivoltella
e
gli
ha
ferito
la
cintura
.
Un
maresciallo
gli
ha
chiappata
la
mano
e
la
gente
eran
tutti
impauriti
dal
dolore
.
Ma
quel
giovane
è
stato
chiappato
e
l
'
hanno
tagliato
in
tre
pezzettini
.
Io
non
ho
mai
visto
il
signor
Mussolini
,
ma
ho
sentito
dire
che
ha
salvato
l
'
Italia
.
Mussolini
è
il
capo
del
Comune
.
È
il
capo
del
fascio
.
È
il
capo
della
Marina
.
È
il
capo
degli
aeroplani
.
È
il
capo
di
tutte
le
scuole
.
È
il
capo
di
tutti
.
Mussolini
è
un
grande
eroe
che
ha
fatto
la
marcia
su
Roma
e
nessuno
se
l
'
aspettava
,
ma
lui
l
'
ha
fatta
lo
stesso
e
dopo
l
'
Italia
era
più
libera
e
noi
bambini
facciamo
sempre
vacanza
tutti
i
28
ottobre
.
L
'
anno
scorso
al
mare
ho
visto
il
figlio
di
Mussolini
.
Pareva
un
bambino
come
noi
.
Io
,
quando
saro
grande
andrò
a
vedere
Mussolini
,
se
campa
.
Perché
la
voglio
proprio
conoscere
questa
bravissima
persona
.
Egli
era
il
figlio
di
un
fabbro
,
invece
adesso
è
quasi
il
più
bravo
d
'
Italia
.
I
più
valorosi
e
più
forti
eroissimi
del
mondo
,
sono
i
romagnoli
.
Un
giorno
,
un
giovane
francese
è
venuto
a
Roma
per
veder
di
tentare
Mussolini
.
Lo
tentò
con
una
bomba
francese
,
ma
non
gli
prese
.
Mussolini
è
un
uomo
un
pochino
brutto
e
poi
tanto
bravo
che
è
quasi
bravo
quanto
il
Re
.
Io
so
che
Mussolini
ha
fatto
il
maestro
.
Se
l
avessi
mai
avuto
per
maestro
!
sono
sicuro
che
tutti
i
giorni
avrei
saputo
la
lezione
a
costo
di
non
giocar
più
ai
pallini
la
sera
con
Renzo
Baldi
.
...
ma
i
fascisti
hanno
preso
l
'
assassino
e
l
'
hanno
subito
condotto
a
morte
.
E
Mussolini
,
lui
non
aveva
cambiato
nessun
colore
.
Esso
è
un
uomo
coraggiosissimo
...
,
tanto
è
vero
che
dopo
due
ore
andò
a
suona
-
re
il
mandolino
con
la
sua
famiglia
.
Adesso
Mussolini
è
tornato
a
Roma
dove
prima
le
Vestali
tenevano
acceso
il
fuoco
.
Mussolini
è
cugino
del
Re
,
perché
ha
il
collare
della
Santissima
Annunziata
.
E
'
un
bel
premio
.
Adesso
si
sente
a
dire
che
il
Signor
Duce
Mussolini
ha
fatto
fare
molti
cartelloni
poi
ne
ha
mandati
uno
per
uno
a
tutti
i
teatri
,
così
attaccati
ai
muri
dicono
:
Quelli
che
dicono
una
bestemmia
se
è
leggera
si
paga
2000
li
-
re
,
e
se
è
grave
4000
.
Ci
sta
bene
.
Co
-
me
mi
piacerebbe
d
'
esser
cugina
anche
io
col
Re
e
col
signor
Mussolini
.
Prima
che
venisse
il
fascista
Mussolini
era
a
capo
del
socialismo
.
Poi
venne
il
fascista
che
è
ancor
meglio
,
e
lui
sempre
a
capo
lo
stesso
.
Roma
antica
era
forte
e
robusta
e
adesso
è
venuta
povera
perché
cominciava
a
bere
e
andare
sempre
al
circolo
.
Anche
la
Grecia
è
caduta
perché
cominciò
andare
al
lusso
.
Così
l
'
hanno
distrutta
.
...
quelli
che
si
sono
voluti
mettere
nel
fascismo
ma
non
hanno
voglia
di
fare
i
fascisti
,
così
il
Duce
li
ha
mandati
in
una
bellissima
isola
vicino
a
Napoli
per
due
o
tre
anni
...
dopo
poi
andranno
a
casa
.
Io
voglio
molto
bene
a
Mussolini
,
ma
non
vorrei
averlo
per
marito
,
perché
va
sempre
ferito
.
Ed
io
non
starei
mai
cheta
.
Mussolini
è
il
padrone
di
tutte
le
città
.
Se
non
ci
fosse
lui
non
ci
sarebbero
delle
leggi
così
belle
.
Tutta
la
gente
farebbe
quel
che
ci
pare
e
piace
e
ucciderebbero
la
gente
come
uccidere
i
gatti
.
Invece
c
'
è
lui
e
possiamo
star
sicuri
...
Mussolini
quando
è
a
cavallo
è
il
più
bel
guerriero
del
mondo
.
Mussolini
è
quello
che
quando
è
venuto
lui
tutti
si
son
messi
a
cantare
Giovinezza
.
Ora
S
.
E
.
Mussolini
da
fabbro
che
era
,
si
trova
nel
punto
di
governare
l
'
Italia
.
E
come
fa
bene
!
Quando
andò
a
Bologna
nell
'
ottobre
scorso
,
per
fargli
festa
i
bolognesi
in
otto
giorni
hanno
disfatto
due
palazzi
e
hanno
fabbricato
una
fontana
che
getta
l
'
acqua
color
della
bandiera
.
Mussolini
è
figlio
di
un
fabbro
che
lavora
il
ferro
.
Mussolini
era
un
ragazzo
non
ricco
come
noi
,
il
quale
diventato
grande
per
amor
di
patria
,
scrisse
e
combatté
tanto
e
poi
tanto
sopra
la
neve
che
fini
per
liberare
l
'
Italia
.
Mussolini
è
un
uomo
misterioso
.
Lavora
sempre
e
non
dorme
mai
o
quasi
:
chiude
gli
occhi
dieci
minuti
,
poi
si
desta
,
si
dà
una
bella
lavata
e
torna
subito
a
lavorare
che
è
fresco
come
una
rosa
.
Al
comando
di
Mussolini
,
come
al
tocco
di
una
bacchetta
magica
sono
saltate
fuori
in
Toscana
navi
da
guerra
che
sta
costruendo
.
Io
non
l
'
ho
mai
visto
e
pensare
che
mi
piacerebbe
tanto
di
vederlo
proprio
bene
!
Nelle
fotografie
non
è
bello
,
ma
la
Edmea
Garuti
che
l
'
ha
visto
di
carne
con
una
piuma
nel
cappello
,
dice
che
è
bello
come
un
re
del
libro
delle
favole
.
La
Edmea
Garuti
è
molto
fortunata
perché
il
Duce
l
'
ha
invitata
a
Roma
a
colazione
.
Io
so
che
Mussolini
ha
scritto
tante
belle
cose
sui
giornali
,
e
il
mio
babbo
ne
ha
di
quelli
vecchi
,
di
prima
della
guerra
,
che
li
legge
ogni
tanto
con
degli
altri
uomini
,
la
sera
,
e
tutti
scossan
la
testa
;
e
poi
dicono
:
che
giudizio
ha
da
avere
un
cristiano
!
Il
mio
babbo
è
nella
Milizia
.
Quando
gli
uomini
della
Milizia
andarono
a
Bologna
,
anche
il
mio
babbo
andò
e
vide
Mussolini
da
vicino
.
Quando
ritornò
a
casa
non
faceva
che
parlare
e
la
mamma
diceva
che
pareva
matto
.
Mussolini
è
il
capo
del
signor
Sindaco
.
StampaPeriodica ,
...
Un
altro
esempio
di
incomprensione
fascista
,
il
più
tipico
e
il
più
pericoloso
di
tutti
:
lo
Strapaese
!
La
Nazione
,
si
sa
,
si
attrezza
all
'
impero
.
Eminentemente
agricola
,
essa
si
forma
una
sua
formidabile
spina
dorsale
rurale
.
Il
ruralesimo
rappresenta
per
noi
un
fortissimo
incentivo
demografico
,
un
elemento
di
sicurezza
economica
,
un
motivo
enorme
di
ricchezza
,
la
risoluzione
della
dipendenza
dall
'
estero
per
il
consumo
dei
grani
.
Non
solo
.
Ma
il
ruralesimo
contribuisce
in
primo
piano
alla
moralità
civile
e
alla
forza
del
carattere
nazionale
,
in
quanto
che
la
terra
,
principio
di
tutto
,
promana
da
sé
influssi
di
sanità
e
di
prosperità
.
Non
solo
.
Ma
forma
quelle
strutture
autoctone
,
indistruttibili
,
perché
questa
Italia
possa
essere
veramente
un
blocco
compatto
e
pesante
nella
competizione
dei
popoli
.
Ed
ecco
allora
della
brava
gente
che
sulla
realtà
rurale
,
fascistissima
realtà
,
incolla
un
posticcio
cliché
,
lo
Strapaese
...
Badiamo
.
Qui
non
si
vuol
far
riferimento
alle
polemiche
letterarie
tra
Strapaese
e
Stracittà
,
che
non
interessano
nessuno
,
nemmeno
i
fascisti
,
ma
appena
quei
scrittori
che
a
corto
di
espedienti
del
mestiere
inventarono
le
celebri
polemiche
.
D
'
altronde
,
Stracittà
,
esasperazione
grottesca
e
cerebraloide
di
modernità
,
non
è
una
tendenza
assimilabile
dal
popolo
italiano
,
popolo
di
equilibri
,
che
accetta
quelle
formule
che
coincido
-
no
con
la
sua
fisionomia
.
Ma
Strapaese
,
tendenziosamente
vicino
al
ruralesimo
,
minacciava
di
attaccare
.
Attenti
a
questa
tipica
contraffazione
di
fascismo
!
...
Fascismo
è
rivoluzione
.
Me
la
salutate
la
rivoluzione
tra
i
boccali
del
farmacista
o
nella
bottega
del
calzolaio
sia
pure
segretario
politico
?
Fascismo
è
impero
,
o
premessa
all
'
impero
.
L
'
in
piedi
di
casa
delle
borghesie
strapaesane
,
rissose
nella
cerchia
della
regione
e
non
guerriere
fuori
dei
confini
nazionali
,
è
antimperiale
.
Fascismo
è
unità
.
Il
regionalismo
,
per
es
.
,
degli
Etruschi
,
specie
eletta
di
strapaesani
,
è
antiunitario
.
E
sì
che
su
Roma
marciarono
gli
insorti
da
tutte
le
città
e
da
tutte
le
campagne
per
significare
tangibilmente
come
in
Roma
si
compisse
il
processo
unitario
,
e
si
iniziasse
quello
imperiale
della
giovane
Nazione
.
Gli
strapaesani
concepiscono
con
criteri
ben
strani
la
veste
e
l
'
essenza
del
cittadino
,
che
diventa
solo
elemento
di
continuità
fisica
,
soggetto
fiscale
e
futuro
soldato
:
ma
avulsodalla
politica
,
sorta
di
malanno
che
può
affliggere
solo
pochi
sventurati
di
buona
volontà
che
dirigono
,
nelle
gerarchie
,
le
sorti
del
Regime
.
Ma
che
è
la
classe
dirigente
se
non
una
élite
,
scaturente
da
tutto
il
popolo
:
e
cioè
la
sua
verace
aristocrazia
?
Ma
non
conduce
il
Capo
la
mirabile
fatica
di
promuovere
in
tutti
gli
italiani
una
coscienza
politica
,
unitaria
,
indissolubile
?
Ma
non
è
considerato
dal
fascismo
il
cittadino
in
tanto
in
quanto
parte
dello
Stato
,
Stato
egli
stesso
,
propulsore
e
agente
nella
Società
nazionale
,
vivo
passaggio
della
storia
sulla
nostra
terra
?
Ma
non
è
il
fascismo
un
fenomeno
di
alta
sensibilità
politica
?
Non
è
il
suo
,
il
nuovo
Regime
il
Regime
totalitario
,
che
ha
trasferito
la
polemica
e
la
lotta
dal
campo
nazionale
al
campo
Europa
?
Anche
Strapaese
è
antieuropeo
,
ed
essenzialmente
antieuropeo
.
Strapaese
però
dimentica
che
non
si
vince
ignorando
,
ma
guerreggiando
.
E
che
è
paradossale
parlare
di
un
'
Italia
barbara
(
la
civilissima
Italia
,
ombelico
della
civiltà
di
tutto
il
mondo
!
)
quando
l
'
Italia
fascista
non
reagisce
all
'
Europa
civile
,
ma
tenta
di
ridare
alla
sua
civiltà
la
propria
impronta
.
Quando
l
'
Italia
di
oggi
non
è
una
isola
nei
mari
del
mondo
,
ma
il
cuore
stesso
del
mondo
da
cui
il
sangue
inevitabilmente
deve
scaturire
,
vivi
-
do
,
caldo
,
a
corroborarne
le
vene
secche
e
stanche
.
L
'
impero
,
che
insistiamo
nel
ritenere
come
la
suprema
funzione
civile
di
un
popolo
superiore
,
non
si
fa
nel
natio
borgo
di
Scaricalasino
,
centro
della
topografia
paesana
,
ma
sulle
vertiginose
città
,
nelle
campagne
,
nelle
strade
,
dovunque
la
voce
di
Mussolini
giunga
e
sospinga
...
StampaQuotidiana ,
Le
discussioni
sulle
cause
del
malore
che
ognuno
avverte
nel
paese
hanno
condotto
ad
una
conclusione
naturale
:
l
'
Italia
ha
acquistato
ormai
nel
duro
travaglio
della
lotta
,
tale
un
grado
di
maturità
politica
che
legittimamente
chiede
a
gran
voce
un
po
'
più
di
democrazia
.
Per
quarant
'
anni
da
noi
la
politica
estera
,
per
disposizione
statutaria
e
più
ancora
per
triste
consuetudine
,
era
stata
monopolio
della
Corona
e
di
una
piccola
minoranza
parlamentare
.
Nel
Parlamento
pochissimi
uomini
erano
in
grado
di
discuterne
con
competenza
:
nel
paese
borghesia
e
proletariato
erano
concordi
nel
non
annettervi
alcuna
importanza
.
Qualche
volta
e
più
specialmente
dopo
il
Congresso
di
Berlino
,
o
dopo
la
conferenza
di
Algeciras
o
dopo
l
'
annessione
austriaca
della
Bosnia
-
Erzegovina
,
sembrò
che
si
incominciasse
a
comprendere
quale
enorme
importanza
abbiano
rispetto
alle
direttive
politiche
interne
le
direttive
internazionali
,
ma
ben
presto
i
litigi
del
corridoio
verde
,
le
questioni
economico
-
sociali
ripresero
il
sopravvento
e
di
politica
estera
non
se
ne
parlò
più
.
Quali
vantaggi
derivassero
da
questa
incompetenza
della
nazione
a
discutere
ed
a
capire
i
nostri
rapporti
colle
altre
nazioni
vedemmo
il
giorno
in
cui
,
scoppiata
improvvisamente
la
guerra
europea
,
ci
trovammo
faccia
faccia
con
una
situazione
internazionale
quant
'
altre
mai
tragica
.
Superfluo
dire
che
chi
aveva
più
potentemente
contribuito
a
distogliere
l
'
attenzione
del
Parlamento
,
della
stampa
e
del
paese
,
da
quanto
avveniva
alla
Consulta
,
era
stato
il
Governo
il
quale
si
manteneva
ligio
all
'
indemocratica
consuetudine
del
silenzio
.
Così
gli
italiani
non
seppero
mai
,
neppure
approssimativamente
e
non
sanno
neppur
oggi
di
qual
natura
fossero
i
nostri
rapporti
d
'
alleanza
colla
Germania
e
coll
'
Austria
,
e
furono
possibili
le
più
colossali
bestialità
da
parte
di
ministri
e
di
diplomatici
senza
che
la
loro
opera
potesse
essere
a
tempo
giudicata
e
senza
che
si
potesse
riparare
ai
loro
errori
.
Era
sperabile
però
che
la
tragica
lezione
di
cose
alla
quale
l
'
Europa
assiste
avrebbe
indotti
i
governanti
ad
avere
una
maggiore
fiducia
nella
Nazione
dal
momento
che
questa
ormai
se
ne
mostrava
degna
.
Pare
che
l
'
on
.
Salandra
questa
fiducia
non
l
'
abbia
.
Egli
visitando
le
principali
città
italiane
ha
avuto
modo
di
veder
quanto
nel
campo
della
preparazione
civile
è
stato
fatto
,
e
se
dobbiamo
credere
alle
sue
dichiarazioni
,
ne
è
stato
più
che
soddisfatto
,
ammirato
.
Alla
fronte
poi
e
per
le
osservazioni
fatte
personalmente
e
per
le
relazioni
dei
Comandi
,
egli
sa
come
i
soldati
sopportino
con
ammirevole
fermezza
i
disagi
,
i
rischi
,
le
fatiche
,
che
la
guerra
reca
inevitabilmente
con
sé
.
Di
più
egli
ha
,
quanto
nessun
'
altro
,
modo
di
constatare
,
come
nella
sua
generalità
la
popolazione
del
regno
sopporta
senza
lamento
i
lutti
e
le
privazioni
.
Che
può
chiedere
di
più
ad
una
Nazione
che
come
la
nostra
per
la
prima
volta
affronta
una
grande
guerra
?
E
riconoscendo
questa
maturità
del
nostro
popolo
,
perché
continua
a
trattarlo
come
il
maestro
tratta
gli
scolaretti
?
Noi
non
chiediamo
al
governo
rivelazioni
di
documenti
e
di
piani
segreti
,
non
chiediamo
nulla
che
possa
nuocerci
diplomaticamente
o
militarmente
.
Chiediamo
solo
che
sulle
principali
questioni
il
Governo
dica
una
parola
che
valga
ad
orizzontare
la
Nazione
.
E
se
è
dimostrato
,
per
esempio
,
come
dicevo
in
un
recente
articolo
,
che
la
mancata
dichiarazione
di
guerra
alla
Germania
è
causa
di
sospetto
all
'
estero
,
di
turbamento
all
'
interno
il
Governo
parli
con
le
necessarie
cautele
,
parli
,
per
troncare
alle
origini
le
cause
del
malore
di
cui
altri
si
serve
a
scopi
disonesti
e
antinazionali
.
E
così
dicasi
dei
nostri
rapporti
colla
Francia
,
l
'
Inghilterra
e
la
Russia
,
della
nostra
posizione
in
Albania
,
della
mancata
spedizione
a
Salonicco
.
Insomma
noi
chiediamo
un
po
'
più
di
democrazia
,
un
po
'
più
di
fiducia
del
Governo
nella
Nazione
,
una
più
realistica
visione
dei
bisogni
e
degl
'
interessi
nazionali
.
Niuno
mette
in
dubbio
la
bontà
dell
'
uso
inaugurato
dal
Governo
di
mandare
qualcuno
dei
suoi
membri
più
autorevoli
nelle
città
per
incitare
gli
italiani
al
compimento
dei
loro
doveri
,
ma
niuno
porrà
in
dubbio
che
è
troppo
poco
udire
dai
nostri
ministri
retoriche
esaltazioni
della
guerra
,
del
valore
dei
nostri
soldati
,
della
saldezza
delle
nostre
finanze
.
Ottime
cose
queste
,
ma
che
non
bastano
.
Ora
se
se
ne
eccettuano
lo
storico
discorso
del
Presidente
del
Consiglio
in
Campidoglio
e
quelli
dell
'
on
.
Barzilai
a
Napoli
e
ad
Ancona
,
si
vedrà
che
nulla
hanno
detto
al
paese
coi
loro
discorsi
gli
on
.
Orlando
,
Martini
e
Daneo
che
pure
hanno
parlato
in
momenti
delicatissimi
,
nulla
nei
suoi
molti
discorsi
ha
detto
l
'
on
.
Salandra
.
E
ciò
è
male
,
molto
male
.
Come
è
male
che
l
'
on
.
Salandra
non
si
decida
ad
abbandonare
il
ritornello
dei
meriti
del
grande
partito
liberale
monarchico
per
il
quale
fin
da
ora
egli
vuole
accaparrare
la
gloria
della
preparazione
della
guerra
.
Santo
dio
,
la
storia
è
d
'
ieri
e
nessuno
l
'
ha
ancora
dimenticata
!
E
la
storia
d
'
ieri
ci
dice
che
l
'
on
.
Giolitti
e
gli
altri
liberali
monarchici
avevano
lasciato
esercito
e
finanze
in
tali
tristi
frangenti
che
ci
vollero
poi
dieci
mesi
di
tenaci
sforzi
per
mettere
l
'
Italia
in
condizione
di
fare
la
guerra
.
E
dice
ancora
la
storia
d
'
ieri
che
coloro
che
davanti
all
'
Italia
in
guerra
non
disarmarono
sono
precisamente
molti
,
moltissimi
liberali
monarchici
,
quei
medesimi
che
prima
del
maggio
sostituirono
il
Governo
nelle
trattative
cogli
ambasciatori
esteri
,
dando
luogo
a
quegli
«
obliqui
contatti
collo
straniero
»
che
altra
volta
il
Presidente
del
Consiglio
denunciò
.
Così
pure
dice
la
storia
che
coloro
che
primi
si
piegarono
alla
più
ferrea
disciplina
nazionale
,
furono
proprio
quei
sovversivi
e
quei
democratici
che
più
ostinatamente
avevano
combattuto
Salandra
e
le
istituzioni
,
quei
sovversivi
che
avevano
ancora
i
polsi
doloranti
per
le
manette
(
oh
indimenticabile
Filippo
Corridoni
!
)
e
che
dimenticando
ogni
rancore
corsero
pieni
di
entusiasmo
nell
'
esercito
nonostante
che
fosse
loro
noto
che
dopo
il
divieto
governativo
alla
costituzione
di
un
corpo
di
volontari
,
vestire
la
divisa
del
soldato
non
voleva
solamente
dire
combattere
contro
gli
stranieri
,
ma
essere
ogni
ora
,
ogni
momento
in
lotta
con
quanti
per
basso
istinto
egoistico
erano
contro
la
guerra
.
Ma
questa
è
piccola
cosa
...
Non
la
gloria
ma
la
lotta
noi
cercavamo
e
premio
bastante
a
ripagarci
d
'
ogni
dolore
e
d
'
ogni
amarezza
è
per
noi
l
'
intimo
convincimento
d
'
aver
compiuto
e
di
compiere
tutto
il
nostro
dovere
.
Incensi
quindi
,
se
vuole
,
l
'
on
.
Salandra
,
il
partito
liberale
,
purché
imprima
una
più
profonda
orma
democratica
alla
sua
opera
di
Governo
.
Gli
interventisti
lo
difesero
dagli
assalti
delle
bande
giolittiane
e
lo
sosterranno
contro
quei
qualsiasi
avversari
il
cui
ritorno
al
potere
significhi
un
passo
indietro
.
Non
chiedono
perciò
premi
,
né
riconoscimenti
ufficiali
.
Chiedono
opere
italiane
.
Orbene
per
il
sangue
fin
qui
versato
,
per
i
sacrifici
fatti
,
per
quelli
che
attende
ancora
la
Nazione
,
si
proponga
il
Governo
di
rimediare
alle
proprie
lacune
,
abbia
più
fiducia
nel
paese
,
faccia
una
politica
nazionale
e
non
parlamentare
,
non
lasci
le
più
importanti
questioni
internazionali
avvolte
nel
buio
,
disprezzi
i
nemici
d
'
ieri
che
non
hanno
disarmato
e
non
disarmeranno
e
si
ritempri
colle
sane
energie
del
Popolo
.
StampaPeriodica ,
È
stata
diramata
,
in
data
16
aprile
,
la
seguente
circolare
dell
'
on
.
Turati
ai
Gruppi
Universitari
fascisti
:
Ho
deciso
l
'
istituzione
ufficiale
della
"
paglietta
universitaria
"
e
ritengo
obbligatoria
per
ogni
segretario
politico
un
'
azione
continua
ed
efficace
per
la
diffusione
nell
'
ambiente
goliardico
di
questo
cappello
italiano
.
La
foggia
della
"
paglietta
universitaria
"
è
unica
,
dalla
linea
sobria
ed
elegante
.
Il
nastro
sarà
del
colore
della
Facoltà
e
l
'
interno
dei
fiocchi
sarà
dei
colori
della
città
ove
l
'
Ateneo
ha
sede
...
StampaQuotidiana ,
La
guerra
,
è
un
fatto
,
ha
distrutto
le
idee
di
ieri
ed
ha
creato
l
'
idea
di
domani
.
Con
le
idee
sono
morti
i
partiti
di
ieri
,
che
come
tutte
le
cose
che
muoiono
non
ritorneranno
più
.
A
distruggere
tutto
quel
patrimonio
ideale
che
il
vecchio
mondo
si
teneva
come
l
'
avaro
il
suo
oro
sono
bastati
quattro
colpi
di
cannone
.
Tutta
una
serie
di
teorie
non
avrebbe
fatto
meglio
di
quei
quattro
colpi
.
La
guerra
ci
ha
dato
la
migliore
dimostrazione
,
senza
nessuno
sforzo
di
calcolo
,
del
principio
enunciato
da
Euclide
:
la
linea
retta
è
la
più
breve
tra
due
punti
dati
.
Tra
la
ideologia
del
mondo
che
è
stato
travolto
e
quella
del
mondo
che
risorge
poteva
passare
una
lunga
strada
piena
di
tutte
le
tortuosità
del
sofisma
,
di
tutte
le
aberrazioni
della
dialettica
:
la
guerra
ha
unito
i
due
punti
col
solo
tracciato
parabolare
che
segna
il
proiettile
del
cannone
,
ed
in
un
attimo
ha
fatto
giustizia
di
tutto
ciò
che
era
destinato
ad
essere
distrutto
,
demolito
,
sorpassato
.
La
guerra
ha
distrutto
istantaneamente
e
questa
guerra
durerà
anche
dopo
la
pace
.
La
guerra
distrugge
,
ma
anche
la
creazione
è
guerra
.
Su
tutto
ciò
che
è
stato
travolto
con
impeto
,
con
furore
,
bisognerà
pur
edificare
l
'
edificio
delle
cose
nuove
.
A
furore
che
schianta
sarà
contrapposto
uguale
furore
nell
'
edificare
.
Ma
se
la
guerra
,
quella
che
si
combatterà
dopo
la
pace
,
avrà
,
come
deve
avere
,
un
corso
incalzante
,
turbinoso
,
elettrico
,
spasmodico
,
eroico
,
identico
a
quello
di
oggi
,
è
necessario
che
gli
uomini
vi
siano
preparati
con
anima
nuova
,
fresca
,
forte
perché
alacri
siano
nell
'
opera
che
si
invia
in
tanto
sangue
ed
in
tanti
eroismi
.
Questa
guerra
non
determinerà
il
fine
ultimo
dei
popoli
.
Se
così
fosse
incomincerebbe
la
decadenza
delle
cose
e
degli
uomini
.
Ma
Giosafath
è
lontana
.
Dopo
questa
guerra
i
popoli
si
accorgeranno
,
di
aver
fatto
ciò
che
in
gergo
militare
si
dice
«
prendere
una
posizione
»
.
Sarà
una
posizione
buona
,
null
'
altro
;
una
posizione
dalla
quale
si
dominerà
la
strada
che
rimane
a
percorrere
.
Mi
domando
:
Quando
questa
vecchia
Europa
tradita
,
dissanguata
dovrà
ricostruire
tutto
ciò
che
la
guerra
ha
inesorabilmente
e
irreparabilmente
distrutto
sarà
vivo
il
nome
dei
partiti
di
ieri
?
Abbiamo
detto
che
il
turbine
materializzato
con
tutti
gli
elementi
di
ferocia
riposta
nel
«
bruto
potere
ascoso
che
governa
le
cose
»
,
che
ha
squassato
,
lacerato
,
straziato
anime
e
carni
,
con
un
retaggio
di
odii
superiore
a
quello
di
cui
può
essere
capace
cuore
umano
,
ha
travolto
nel
suo
gorgo
rovinoso
tutte
le
ideologie
che
avevano
rincoglionito
la
vecchia
Europa
decadente
.
Nessuna
dimostrazione
più
facile
.
Gli
scongiuri
pontificali
non
hanno
potuto
scongiurare
che
cattolici
marciassero
contro
cattolici
.
I
fedeli
devoti
del
«
vecchio
iddio
»
han
visto
il
loro
idolo
dichiararsi
neutrale
nell
'
aspra
e
sanguinosa
contesa
umana
.
Nelle
coscienze
credenti
che
ragionano
si
è
fatto
il
deserto
.
Anche
gli
scongiuri
dei
marxisti
se
son
serviti
a
neutralizzare
uomini
,
non
hanno
potuto
certamente
neutralizzare
gli
eventi
che
si
sono
svolti
inesorabilmente
,
ferocemente
.
La
fatalità
ha
potuto
operare
in
modo
da
darci
,
più
di
quanto
poteva
essere
dato
,
la
convinzione
che
non
è
possibile
elevare
l
'
edificio
di
una
sana
e
compiuta
ricostruzione
sociale
sulla
sola
base
di
aspirazioni
economiche
.
Alle
braccia
proletarie
tese
al
di
qua
ed
al
di
là
delle
frontiere
sono
state
mozzate
le
mani
dalla
guerra
,
ed
i
monconi
che
sporgono
come
da
una
trincea
che
si
arrende
non
potranno
ghermire
il
pane
che
...
«
ci
han
rubato
quei
signori
»
.
Il
sole
dell
'
avvenire
s
'
è
ingiallito
come
il
più
superbo
astro
del
cielo
agli
occhi
del
malarico
.
La
guerra
è
passata
oltre
lo
sciovinismo
di
tutti
i
popoli
e
l
'
ha
calpestato
.
«
Ogni
qual
volta
un
popolo
rinnega
il
fine
comune
,
o
svia
dal
bene
di
tutti
esclusivamente
al
proprio
il
frutto
dei
progressi
compiuti
,
la
nazione
retrocede
»
.
(
Mazzini
)
.
Se
l
'
imperialismo
di
Roma
poté
librarsi
in
groppa
alle
aquile
delle
sue
legioni
con
voli
ampi
là
dove
la
civiltà
non
era
ancora
aspirazione
,
tutte
le
aquile
oggi
si
sarebbero
spennacchiate
in
voli
più
modesti
.
Oggi
esistono
le
nazioni
e
le
nazioni
non
possono
perire
.
Non
della
civiltà
di
un
popolo
abbisogna
il
mondo
ma
della
somma
delle
civiltà
di
tutti
i
popoli
.
Non
del
prodotto
ideale
di
una
razza
,
ma
del
prodotto
di
tutte
le
razze
.
Non
della
civiltà
latina
o
slava
o
germanica
soltanto
,
ma
della
civiltà
latina
,
slava
e
germanica
abbisogna
la
vecchia
Europa
.
Ai
tedeschi
sarà
spezzato
l
'
elmo
non
la
testa
.
Le
nazioni
sono
condannate
dalla
storia
a
vivere
come
i
dannati
nell
'
inferno
.
Né
il
diavolo
né
dio
può
cancellare
le
stimmate
che
caratterizzano
un
popolo
da
un
altro
.
Se
Cristo
avesse
condannato
gli
ebrei
a
disperdere
i
caratteri
della
loro
razza
nel
vasto
mondo
così
come
si
disperde
una
boccetta
di
colore
nelle
acque
del
mare
,
gli
ebrei
avrebbero
un
argomento
nuovo
per
dimostrare
la
mancanza
della
seconda
natura
dell
'
uomo
nazzareno
.
Logicamente
,
naturalmente
sono
stati
travolti
nel
gorgo
quegli
organismi
politici
e
sociali
che
vivevano
della
speculazione
minuta
di
un
mondo
che
periva
per
una
fatalità
storica
contro
la
quale
nulla
valse
:
né
arti
,
né
armi
,
né
il
desiderio
di
pace
delle
masse
ottuse
od
illuse
che
se
qualche
volta
servì
a
tenere
lontana
la
crisi
non
poté
infine
evitarne
il
fato
.
Ancora
:
Il
vecchio
mondo
,
che
la
«
idea
»
della
guerra
ha
sorpassato
,
è
stato
condannato
senza
diritto
di
appello
.
Il
concetto
cristianizzato
dello
«
amore
del
prossimo
»
naufragò
in
un
mare
di
sangue
cristiano
.
La
«
débacle
»
marxista
fu
operata
dagli
interpreti
più
legittimi
e
più
forti
del
marxismo
.
Lo
spirito
nazionalista
si
volatilizzò
per
opera
del
popolo
più
profondamente
nazionalista
.
Chi
crederà
più
all
'
efficacia
di
ciò
che
era
posto
sugli
altari
dei
popoli
proni
,
quando
tutto
il
formulario
etico
,
essenza
dell
'
idolo
,
non
ebbe
alcuna
influenza
positiva
sulle
sorti
dell
'
umanità
,
quando
al
momento
giusto
tutto
ciò
che
era
formula
non
poté
tramutarsi
in
forza
attiva
ed
operante
dell
'
anima
?
Marx
,
il
vecchio
iddio
,
Chovin
sono
già
passati
al
museo
,
come
pezzi
archeologici
allato
alle
lance
di
silice
scheggiata
dell
'
età
paleolitica
.
Uomini
vecchi
,
cose
vecchie
.
I
tempi
li
hanno
sorpassati
.
Se
la
storia
si
occuperà
di
loro
non
sarà
per
passare
il
piumino
sulle
loro
effigi
polverose
e
rimetterli
a
nuovo
,
ma
per
additarli
come
documenti
di
un
'
epoca
che
fu
.
Oggi
si
distrugge
ma
domani
sarà
necessario
edificare
.
Chi
saranno
gli
artieri
della
nuova
«
città
del
sole
»
che
correranno
al
lavoro
alacre
di
domani
?
Bisogna
ricordare
che
è
necessario
creare
un
mondo
non
un
partito
.
Non
partiti
sono
necessari
domani
,
ma
forze
,
collettive
,
intelligenti
,
dinamiche
.
Forze
che
siano
originate
dal
fatto
e
che
sappiano
creare
i
fatti
:
«
Il
fatto
è
l
'
idea
e
l
'
idea
sta
nel
fatto
»
.
Un
partito
che
traccia
la
strada
a
priori
,
se
i
fatti
mutano
e
se
come
tutti
gli
astrologhi
sbaglia
nelle
sue
previsioni
,
pone
l
'
uomo
nel
dilemma
di
dover
percorrere
una
strada
falsa
,
il
che
è
assurdo
,
o
di
disilludersi
,
il
che
è
doloroso
.
Ma
gli
uomini
di
domani
non
devono
aver
tempo
di
disilludersi
,
di
dolersi
:
troppa
letizia
di
vita
e
di
lavoro
aliterà
sul
terreno
rasato
dal
cannone
.
Un
partito
domani
non
potrà
rappresentare
che
un
vincolo
alla
coscienza
,
al
pensiero
,
che
con
intenso
lavoro
deve
incanalare
nel
loro
letto
gli
avvenimenti
che
incalzano
come
le
acque
di
un
fiume
che
straripa
.
Agli
artieri
di
domani
sarà
necessario
dimenticare
la
forca
che
strangola
la
parola
nella
gola
e
colla
parola
l
'
espressione
del
pensiero
.
Ma
ogni
partito
ha
una
forca
:
i
suoi
dogmi
.
Ma
ogni
partito
ha
i
suoi
carnefici
:
i
suoi
preti
.
Niente
partiti
domani
,
domani
sarà
necessaria
«
una
comunione
più
e
più
vasta
,
più
e
più
intensa
di
ogni
vita
con
tutte
le
altre
vite
»
.
L
'
attività
delle
forze
sociali
domani
risplenderanno
come
la
fiamma
della
fiaccola
:
perché
possa
originarsi
in
tutta
la
sua
bellezza
lucifera
e
fumida
è
necessario
che
la
fiaccola
risulti
non
di
forze
omogenee
ma
diverse
.
Ed
è
vero
,
come
è
vero
ciò
che
Mario
Adobati
faceva
osservare
in
un
suo
recente
articolo
(
e
ce
lo
avevano
detto
prima
tutti
gli
interventisti
rivoluzionari
)
che
esiste
un
dualismo
nella
compagine
borghese
,
che
esiste
cioè
una
borghesia
intelligente
,
operosa
,
fattiva
,
che
sa
combattere
ed
ha
ancora
un
destino
segnato
nella
storia
ed
una
borghesia
conservatrice
ed
inetta
perché
tale
,
la
lotta
domani
sarà
impegnata
con
quella
borghesia
che
è
la
più
forte
e
che
sopravviverà
alla
seconda
.
Ma
lotta
non
vi
sarà
subito
domani
dopo
la
pace
.
La
borghesia
prima
di
ricordarsi
di
essere
ancora
e
veramente
«
classe
dominante
»
dovrà
dimenticare
le
ore
passate
nella
stessa
trincea
con
l
'
elemento
proletario
,
dovrà
dimenticare
le
vigilie
operose
,
ansiose
,
di
queste
ore
di
difesa
,
trascorse
in
piena
comunanza
d
'
intenti
,
di
sacrifici
,
di
sangue
,
di
lavoro
.
Soprattutto
dovrà
creare
il
nuovo
terreno
per
la
lotta
di
domani
.
Anche
la
borghesia
ha
compreso
,
non
può
non
averlo
compreso
,
tutto
l
'
assurdo
di
un
'
Europa
permanentemente
in
stato
di
guerra
.
Questa
borghesia
irredentista
che
si
batte
per
l
'
unificazione
delle
Nazioni
non
riconosce
forse
implicitamente
uno
dei
diritti
più
sacrosanti
dei
popoli
:
quello
di
nazionalità
,
diritto
fondamentale
per
il
quale
è
possibile
evoluzione
di
popoli
?
Ma
chi
non
vede
nella
solenne
affermazione
di
questo
principio
tutto
un
nuovo
campo
d
'
azione
di
lotta
per
domani
,
che
non
è
né
potrà
svolgersi
nell
'
angusto
campo
delle
vecchie
patrie
,
ma
in
un
campo
più
vasto
che
ne
oltrepassa
le
frontiere
e
le
comprende
tutte
?
«
Per
quanto
si
voglia
impedirlo
noi
corriamo
ad
una
crisi
europea
simile
a
quella
del
'48
.
Sventurata
la
Spagna
(
lettera
di
Mazzini
a
Ferdinando
Garrido
scrittore
e
patriotta
spagnolo
)
e
sventurati
noi
se
le
severe
lezioni
che
allora
e
negli
anni
seguenti
abbiamo
ricevute
non
ci
hanno
insegnato
a
riunire
le
nostre
forze
per
la
prossima
lotta
.
Riunitevi
dunque
o
credenti
nella
libertà
e
nella
associazione
contro
i
nemici
di
queste
due
grandi
idee
e
son
certo
che
conquisterete
il
vostro
posto
tra
gli
stati
liberi
ed
associati
d
'
Europa
»
.
Ecco
l
'
obbiettivo
che
appena
oggi
la
compagine
europea
si
prospetta
ed
i
mezzi
atti
a
raggiungerlo
.
Dopo
che
avremo
dato
(
l
'
Intesa
esiste
per
questo
)
la
patria
agli
italiani
,
ai
polacchi
,
ai
belgi
,
ai
francesi
,
ai
popoli
balcanici
,
bisognerà
dare
la
patria
agli
europei
.
Come
tutte
le
grandi
evoluzioni
,
come
tutte
le
grandi
rivoluzioni
hanno
fuso
nel
periodo
preparatorio
e
culminante
i
temperamenti
sociali
e
politici
più
antitetici
per
raggiungere
il
fine
più
prossimo
così
la
grande
evoluzione
o
rivoluzione
europea
sarà
il
risultato
dell
'
operosità
di
forze
e
temperamenti
sociali
e
politici
non
omogenei
.
Bisognerà
creare
un
mondo
non
un
partito
.
Uomini
e
cose
sono
necessarii
che
per
tendenze
verso
lo
scopo
sappiano
mutarsi
,
evolversi
,
assimilarsi
ai
tempi
,
dominare
gli
eventi
,
mimetizzarsi
alle
circostanze
,
disfarsi
di
ciò
che
è
ingombrante
,
staccarsi
da
ciò
che
è
nocivo
,
in
una
parola
sappiano
rinnovarsi
e
creare
ciò
che
è
nuovo
senza
attardarsi
su
ciò
che
è
vecchio
.
Tutto
quello
che
era
di
ieri
oggi
è
già
più
che
vecchio
.
Così
domani
.
Creare
è
necessario
,
soprattutto
,
creare
.
Cosa
volete
creare
in
seno
ad
un
partito
i
cui
dogmi
vi
inchiodano
,
vi
incollano
,
come
passeri
nel
vischio
;
in
un
partito
che
vi
impone
la
vergine
per
il
vostro
coito
spirituale
,
che
vi
educa
alla
rinuncia
di
ciò
che
non
è
nel
formulario
del
suo
corano
,
che
vi
immobilizza
,
vi
atrofizza
gli
organi
più
delicati
della
vostra
spiritualità
,
fino
al
punto
di
rendervi
opaca
la
retina
degli
occhi
davanti
allo
spettacolo
della
guerra
terribile
che
incendia
mezzo
mondo
,
come
avviene
nella
socialisteria
ufficiale
nostrana
?
Non
partiti
ma
associazioni
«
in
cui
si
svolgano
intese
,
fasci
,
unioni
»
.
Provvisorie
?
Durature
?
Secondo
i
casi
.
Mai
eterne
per
preconcetta
idea
.
Chi
crede
all
'
indissolubilità
dei
vincoli
?
Alleanze
buone
finché
siano
utilizzabili
per
lo
scopo
...
E
per
quando
cessano
il
loro
servizio
utile
c
'
è
il
museo
,
o
la
pattumiera
per
le
meno
pulite
.
È
necessario
«
una
comunanza
più
e
più
vasta
,
più
e
più
intensa
di
ogni
vita
di
altre
vite
»
.
È
vecchia
l
'
idea
,
la
enunciò
colui
che
fu
invocato
dal
re
(
telegramma
di
Quarto
)
mentre
si
compiva
il
fato
della
Nazione
(
forse
perché
si
compisse
santamente
ed
il
popolo
per
mezzo
di
Mazzini
comprendesse
meglio
di
quanto
possa
farlo
un
re
,
la
necessità
e
la
santità
del
sacrificio
che
si
imponeva
)
ne
parlò
chi
non
è
soltanto
la
parte
più
buona
dell
'
anima
di
ciò
che
è
passato
,
ma
il
vagito
di
ciò
che
nasce
.
L
'
Europa
tende
ad
unificarsi
.
I
terribili
commovimenti
di
popoli
ai
quali
assistiamo
e
dei
quali
siamo
tragici
protagonisti
,
sono
come
quei
commovimenti
rovinosi
di
un
terreno
geologicamente
giovane
che
tende
a
raggiungere
la
sua
stabilità
definitiva
.
Tutto
ciò
lo
sente
chiunque
fatta
eccezione
di
chi
non
vuole
sentire
e
di
chi
non
ha
organi
per
sentire
.
Alcuni
lo
sentono
perché
vedono
tutto
l
'
assurdo
di
sciupare
e
sfruttare
in
odii
le
migliori
energie
della
vecchia
Europa
.
Gli
altri
,
quelli
che
vedono
più
in
là
,
per
le
ragioni
della
difesa
nostra
del
domani
.
Verrà
il
giorno
in
cui
l
'
Europa
sentirà
picchiare
alle
sue
porte
delle
masse
gialle
le
quali
ci
chiederanno
quel
genere
di
ospitalità
che
i
mori
ci
estorsero
per
800
anni
.
Quali
forze
si
potranno
opporre
ad
esse
se
non
quelle
di
una
Europa
unita
e
forte
perché
unita
?
Per
questo
pensiamo
che
il
passato
deve
morire
,
e
con
esso
tutte
le
cianfrusaglie
ideologiche
di
ieri
,
nate
e
prosperate
sotto
l
'
egida
delle
monarchie
,
perché
più
lontano
fosse
tenuto
l
'
obbiettivo
più
prossimo
al
quale
deve
tendere
l
'
Europa
,
se
vuoi
vivere
,
più
divise
le
forze
concorrenti
a
questo
scopo
.
Questo
rinnovamento
di
vita
non
è
stato
possibile
con
le
vecchie
idee
.
La
guerra
le
ha
per
questo
annegate
nel
sangue
.
Oggi
noi
sentiamo
più
diminuito
il
peso
della
zavorra
che
ci
ingombrava
lo
spirito
.
Alleggeriti
correremo
meglio
verso
la
meta
,
correremo
soprattutto
in
linea
retta
che
è
la
più
breve
sempre
.
Non
è
forse
questo
il
più
grande
ammaestramento
che
ci
han
dato
i
primi
colpi
di
cannone
che
smantellarono
Liegi
?
StampaPeriodica ,
...
Si
balla
,
nel
mondo
da
secoli
,
sempre
.
Si
ballerà
sempre
nel
mondo
.
Ma
sia
salva
la
dignità
de
la
razza
,
sia
salva
la
dignità
de
l
'
Uomo
.
Ove
sono
le
leggendarie
danze
che
l
'
Arte
ha
raccolto
nel
suo
tempio
?
Ove
le
danze
purissime
,
che
Roma
e
Grecia
pagane
,
seppero
celebrare
oltre
la
vita
assurgendo
con
la
carne
di
cui
amavano
la
fragile
o
ardente
voluttà
,
a
la
maschia
gloria
de
lo
spirito
immortale
?
Oggi
si
balla
nel
mondo
:
oggi
il
passato
è
sepolto
,
oggi
la
voce
del
passato
si
spegne
per
l
'
urlio
d
'
una
musica
,
che
de
la
musica
è
la
prostituzione
,
che
eccita
vellica
solletica
i
nervi
de
gli
smidollati
,
dei
cocainomani
,
dei
fragilissimi
maschi
dal
cervello
stanco
,
impotente
.
E
tutto
ciò
non
è
de
l
'
Italia
fascista
:
tutto
ciò
non
è
de
la
razza
forte
,
de
la
razza
degna
di
Roma
.
Le
nostre
legioni
marciano
verso
l
'
avvenire
:
nei
trivii
si
fermano
gli
effeminati
signori
del
mal
francese
.
Riposino
in
pace
.
Proveranno
le
donne
,
che
ignorano
l
'
Arte
,
che
dimenticano
il
primo
supremo
dovere
de
la
donna
:
essere
bella
.
O
goffe
pose
,
o
stupide
mosse
del
charleston
,
di
tutta
la
negreria
,
di
tutta
l
'
arte
scimmiesca
!
Ov
'
è
la
donna
,
la
bella
purissima
femmina
,
dal
corpo
flessuoso
,
da
la
linea
perfetta
;
ov
'
è
la
donna
modellata
da
un
Dio
,
in
cui
la
carne
è
la
serena
e
l
'
ardente
celebrazione
de
lo
spirito
:
ov
'
è
la
donna
suprema
Dea
,
che
chiede
d
'
essere
adorata
in
ginocchio
!
Che
ama
,
per
la
bellezza
,
ogni
sublime
voluttà
?
Danza
,
scimmia
,
danza
!
Ecco
che
l
'
incanto
è
rotto
;
ecco
che
la
sfinge
,
la
statua
si
piega
;
ecco
che
balla
,
frenetica
,
scomposta
,
turpe
,
ma
sovrattutto
enormemente
ridicola
.
Chi
la
vede
?
Son
ciechi
ed
ebri
.
Risuona
nel
cervello
la
folle
disarmonia
di
una
cantaride
istrumentale
Ma
chi
vuole
,
ti
vede
:
e
ride
;
e
anche
,
ha
nausea
.
Forse
il
sentimentale
sa
piangere
:
ha
il
piacere
di
piangere
davanti
a
la
donna
che
muore
,
la
voluttà
di
piangere
su
l
'
umanità
prostituita
.
L
'
uomo
comune
,
il
placido
borghese
di
buon
senso
,
ride
,
ride
,
ride
.
Dice
:
Va
là
,
danza
:
sei
goffa
,
terribilmente
goffa
.
Poi
siccome
è
persona
bene
educata
,
volge
dall
'
altra
parte
il
capo
,
e
nasconde
lo
schifo
...
StampaQuotidiana ,
Vogliamo
prescindere
dal
nostro
,
dirò
così
,
antiparlamentarismo
aprioristico
e
teorico
.
Vogliamo
ammettere
il
parlamento
e
i
diritti
di
esso
,
dei
quali
tanto
si
è
,
speriamo
,
astrattamente
e
dottrinariamente
,
preoccupato
nel
non
mai
abbastanza
deplorato
discorso
di
Torino
l
'
on
.
Salandra
.
Abbiamo
capito
il
latino
.
Come
già
scrivemmo
in
un
nostro
articolo
dell
'
estate
scorsa
ne
la
«
Monarchia
Nazionale
»
,
ripetendo
un
pensiero
diffuso
nella
coscienza
generale
,
e
come
osservarono
ultimamente
e
in
forma
incisiva
il
Popolo
d
'
Italia
ed
altri
giornali
,
la
guerra
italiana
è
stata
voluta
dal
popolo
italiano
fuori
e
contro
il
Parlamento
.
Non
è
il
caso
di
ricordare
che
complici
e
secondo
noi
nobilissimi
corresponsabili
della
rivoluzione
anti
-
parlamentare
del
maggio
furono
non
pochi
organi
e
non
poche
voci
ufficiose
o
quasi
dell
'
attuale
Gabinetto
.
Se
non
mi
sbaglio
,
proprio
un
magnifico
e
...
indimenticabile
articolo
del
Giornale
d
'
Italia
metteva
in
evidenza
a
chiare
note
e
con
parole
terribili
il
«
delitto
di
Stato
»
consumato
,
o
in
via
di
consumazione
,
da
parecchi
noti
uomini
politici
e
parlamentari
nostrani
,
il
giorno
delle
dimissioni
del
Gabinetto
Salandra
,
ed
eccitava
quasi
la
Nazione
ad
esprimere
dal
suo
fondo
la
rivolta
del
suo
senso
giuridico
e
costituzionale
.
Vera
lezione
pratica
di
diritto
pubblico
contro
la
vecchia
teorica
pubblicistica
esiziale
come
la
peste
bubbonica
della
«
onnipotenza
parlamentare
»
.
E
proprio
in
un
altro
«
indimenticabile
»
articolo
dello
stesso
giorno
il
Corriere
della
Sera
«
svelando
»
che
la
Triplice
era
stata
denunziata
,
metteva
in
istato
d
'
accusa
formale
i
capeggiatori
del
complotto
parlamentare
e
contro
questi
,
se
non
direttamente
indirettamente
,
eccitava
la
Nazione
.
Richiamiamo
questi
dati
di
fatto
(
perché
la
storia
di
ieri
è
,
a
quanto
pare
,
diventata
troppo
vecchia
,
mentre
è
viva
ancora
nei
«
nostri
»
cuori
e
nei
«
nostri
»
cervelli
)
per
ribadire
il
carattere
anti
-
parlamentare
delle
giornate
di
maggio
e
della
guerra
italiana
.
C
'
è
chi
ne
dubita
ancora
?
È
indubitabile
che
il
Parlamento
italiano
,
Camera
e
Senato
,
non
voleva
la
guerra
,
era
neutralista
ad
oltranza
,
cioè
giolittiano
,
cioè
tedescofilo
,
se
non
austrofilo
.
È
indubitabile
come
Salandra
disse
in
Campidoglio
che
non
l
'
Italia
governava
l
'
Italia
,
ma
la
Germania
,
per
mezzo
di
Bülow
e
per
mezzo
di
un
pugno
di
parlamentari
consumati
non
si
sa
come
sfuggiti
al
codice
penale
e
di
procedura
e
non
si
sa
perché
qualificati
ancora
come
uomini
«
politici
»
e
«
di
stato
»
e
discussi
come
si
fa
nei
giornali
e
altrove
con
criteri
politici
e
non
con
quelli
giuridici
della
R
.
Procura
o
del
Senato
costituito
in
Alta
Corte
.
E
dire
che
...
dalle
solenni
parole
«
accusatrici
»
del
discorso
del
Campidoglio
,
siamo
passati
alla
flebile
critica
psicologico
-
letteraria
di
S
.
E
.
Orlando
a
Palermo
e
alla
qualifica
di
«
pessimisti
»
affibbiata
ai
parlamentari
di
cui
sopra
.
E
la
parabola
discendente
non
si
ferma
.
Il
Parlamento
,
svalutato
fino
a
ieri
,
ritorna
in
iscena
nel
funebre
discorso
di
Torino
.
Salandra
pare
che
abbia
avuto
paura
delle
origini
«
popolari
»
della
guerra
.
E
crediamo
per
omaggio
teorico
e
dottrinario
,
più
come
giurista
e
come
uomo
politico
timorato
,
disse
a
Torino
che
a
un
Partito
spetta
il
potere
,
al
partito
liberale
.
Tutti
sanno
che
dire
Parlamento
e
diritto
parlamentare
,
è
dire
gioco
dei
partiti
e
diritto
dei
partiti
.
Salandra
è
il
tipo
più
schietto
del
conservatore
,
è
il
tipo
che
meno
è
adatto
a
comprendere
,
e
più
è
adatto
a
distruggere
mentalmente
e
a
condannare
politicamente
le
giornate
rivoluzionarie
di
maggio
.
Siamo
intesi
?
E
non
ricordate
forse
che
il
Reale
Imperiale
Governo
austriaco
nel
Libro
Rosso
osservò
,
in
nome
del
sacro
e
santo
diritto
costituzionale
e
parlamentare
caro
a
Bülow
e
a
Macchio
,
che
nelle
mani
di
Sonnino
e
compagni
lo
stato
italiano
non
era
più
un
Governo
«
legale
»
ma
un
Governo
«
rivoluzionario
»
,
diretto
da
criteri
illegali
,
moventesi
in
un
'
orbita
illegale
?
Forse
anche
la
lezione
di
diritto
pubblico
del
Libro
Rosso
incute
paura
e
reverenziale
timore
.
E
si
è
recitato
a
Torino
il
mea
culpa
e
si
è
proclamato
pieni
di
contrizione
e
con
un
velo
di
faringite
nella
voce
:
Torniamo
al
Parlamento
.
Macchina
indietro
,
dunque
.
E
sia
.
Ma
che
cosa
ha
fatto
dopo
maggio
il
Parlamento
per
riabilitarsi
,
per
riaccreditarsi
,
per
distruggere
le
nostre
fisime
,
per
rafforzare
le
«
nostre
»
pur
mo
'
nate
tendenze
parlamentaristiche
?
Un
po
'
di
coraggio
,
signori
deputati
.
Noi
vogliamo
prendere
anche
atto
della
riabilitazione
parlamentare
di
Salandra
.
Vogliamo
per
carità
di
patria
(
dico
bene
?
)
ingoiare
anche
questo
rospo
.
(
Per
il
momento
,
domani
i
conti
finali
!
)
.
Noi
vogliamo
disporci
con
l
'
animo
più
benigno
alla
ripresa
dei
vostri
lavori
,
o
signori
di
Montecitorio
.
Noi
consentiamo
a
che
vi
pigliate
il
disturbo
di
riunirvi
.
Noi
non
esigiamo
niente
che
sia
contro
il
vostro
diritto
legale
.
Fate
pure
.
Vero
che
nel
maggio
stavate
per
essere
nei
vostri
«
capi
»
più
cospicui
cacciati
da
Montecitorio
.
Rientrate
pure
.
La
nostra
pazienza
è
infinita
.
Ma
che
cosa
avete
fatto
da
Maggio
in
poi
per
curare
le
nostre
allucinazioni
antiparlamentariste
,
se
allucinazioni
sono
le
nostre
?
Ecco
un
altro
articolo
ancora
fresco
del
Corriere
.
È
del
gennaio
scorso
.
Dice
:
«...le
radici
del
malessere
nostro
contro
noi
stessi
risiedono
nel
fatto
che
il
Parlamento
italiano
mai
a
guerra
dichiarata
ha
solennemente
proclamato
di
«
volere
»
estendere
la
guerra
,
per
esempio
alla
...
Germania
»
.
Il
Governo
si
sa
,
quello
costituzionale
deve
fondarsi
sugli
umori
e
sulla
maggioranza
parlamentare
.
Ma
quando
mai
nelle
poche
sedute
parlamentari
di
«
dopo
maggio
»
si
è
sentita
una
sola
voce
,
un
solo
accento
politico
?
Se
ne
togli
,
come
diceva
il
Corriere
,
l
'
on
.
Colajanni
,
tutti
muti
,
tutti
sordi
,
sul
problema
dei
problemi
:
la
guerra
alla
Germania
.
Anche
la
notevole
dichiarazione
di
Sonnino
dell
'
adesione
al
patto
di
Londra
,
non
suscitò
entusiasmi
eccessivi
e
prorompenti
.
Chi
dominò
ancora
il
Parlamento
,
nell
'
anno
di
grazia
1915
,
a
guerra
inoltrata
,
con
le
truppe
al
fronte
,
con
i
cadaveri
sul
suolo
,
con
i
destini
della
Patria
in
gioco
?
I
«
soliti
»
mestatori
politici
e
parlamentari
.
Si
permise
,
e
con
tutta
la
benevolenza
di
Salandra
,
che
il
del
resto
molto
abile
Treves
rompesse
le
nostre
scatole
perfino
in
Parlamento
e
con
un
cospicuo
discorso
parlamentare
sul
convegno
di
Zimmerwald
,
che
ormai
è
il
cavallo
di
battaglia
di
tutti
i
lavapiatti
del
cretinismo
socialista
e
del
giolittismo
in
putrefazione
.
E
poi
avemmo
lo
spettacolo
triste
di
un
...
Enrico
Ferri
,
che
rinnovò
peggiorato
nel
dolo
,
nei
mezzi
e
nelle
forme
il
tentativo
e
l
'
atto
criminoso
dei
«
parlamentari
»
di
maggio
.
Dal
lato
personale
,
Ferri
,
sferzato
a
sangue
da
Barzilai
,
fu
conciato
per
oggi
e
speriamo
per
sempre
,
per
la
dignità
della
specie
umana
nell
'
ordine
universale
di
tutte
le
cose
.
Ma
occorse
un
discorso
di
Ciccotti
per
risollevare
(
si
badi
)
la
«
chimica
»
parlamentare
.
E
se
ne
togliamo
il
discorso
vivo
di
frasi
,
ma
pieno
di
timori
e
di
circospezioni
di
Raimondo
,
e
i
discorsi
«
tecnici
»
dei
finanzieri
,
degli
economisti
e
di
altrettali
scocciatori
di
anime
,
non
troviamo
che
l
'
aria
ghiacciata
del
nulla
.
Eppure
il
dissidio
veramente
tragico
che
agita
in
quest
'
ora
la
coscienza
nazionale
,
e
che
era
presente
anche
nello
scorso
novembre
,
è
questo
:
dobbiamo
o
no
trasformare
in
europea
la
«
nostra
»
guerra
e
per
l
'
effetto
fare
la
guerra
alla
Germania
?
Come
il
problema
del
maggio
era
di
rompere
la
neutralità
e
di
dichiarare
la
guerra
all
'
Austria
,
così
il
problema
di
oggi
è
della
guerra
o
della
...
neutralità
(
?
?
?
)
con
la
Germania
.
Questo
problema
non
fu
toccato
,
come
giustamente
osservò
il
Corriere
,
nelle
sedute
parlamentari
dello
scorso
novembre
.
Perché
?
Forse
non
esisteva
?
E
si
parlò
del
...
pacifismo
di
Zimmerwald
e
di
altrettali
coglionerie
socialistiche
.
Vergogna
e
miseria
!
Noi
siamo
...
parlamentari
,
ma
,
signori
deputati
,
abbiate
coraggio
.
Se
la
parola
non
viene
da
voi
che
sedete
in
alto
,
se
la
luce
non
viene
da
voi
sui
più
capitali
e
formidabili
problemi
dell
'
esistenza
nazionale
,
se
voi
siete
sordi
e
muti
,
che
cosa
deve
fare
il
popolo
che
sta
in
basso
?
Deve
rassegnarsi
alle
tenebre
e
al
silenzio
,
o
deve
trovare
in
sé
la
forza
di
esigere
la
chiusura
e
la
soppressione
di
un
organo
che
si
mostra
alla
prova
se
non
dannoso
...
superfluo
e
inutile
?
E
se
la
luce
non
viene
da
voi
che
siete
in
alto
,
perché
si
protesta
quando
la
luce
sale
dal
basso
,
perché
si
protesta
contro
i
generosi
istinti
di
verità
e
di
conquista
del
popolo
,
e
perché
allora
opporsi
alle
sacrosante
e
irresistibili
«
usurpazioni
»
del
diritto
non
scritto
del
popolo
?
Sapete
voi
che
cosa
vuole
il
Popolo
d
'
Italia
?
Ne
interpretate
la
coscienza
?
E
allora
,
parlate
dell
'
Italia
,
dei
problemi
dell
'
Italia
,
e
occupatevi
dell
'
Italia
e
della
«
esplicazione
»
della
sua
guerra
,
e
non
vi
preoccupate
di
...
Zimmerwald
e
del
gruppo
parlamentare
socialista
...
;
e
di
Ferri
e
dei
tronconi
morti
del
giolittismo
,
e
della
legge
delle
Guarentigie
...
Come
alla
vigilia
di
maggio
in
Italia
esistevano
due
partiti
,
e
tutto
il
resto
era
mistificazione
:
neutralisti
e
interventisti
;
oggi
,
ben
voi
lo
sapete
a
memoria
,
in
Italia
,
sopra
un
unico
e
dominante
problema
,
esistono
due
partiti
,
che
saranno
i
veri
partiti
politici
di
domani
a
guerra
finita
:
tedescofili
e
francofili
o
,
se
si
vuole
,
intesofili
.
Non
ci
sono
più
neutralisti
e
interventisti
.
Anche
i
giolittiani
,
anche
i
socialisti
,
anche
Costanzo
Chauvet
,
anche
i
preti
,
tipi
che
si
equivalgono
tutti
intellettualmente
,
moralmente
e
politicamente
,
sono
oggi
interventisti
,
contro
l
'
Austria
.
L
'
antitesi
di
ieri
:
neutralisti
e
interventisti
è
superata
.
In
guardia
dagli
«
interventisti
»
di
oggi
;
sono
tedescofili
.
Oggi
da
una
parte
vi
sono
coloro
che
vogliono
,
dall
'
altra
coloro
che
non
vogliono
la
guerra
alla
Germania
.
I
primi
sono
i
moderni
,
i
dinamici
,
i
veri
amici
dell
'
Italia
:
i
secondi
i
vecchi
,
i
morti
e
i
morituri
,
i
traditori
,
per
usare
la
parola
adeguata
,
d
'
Italia
:
preti
,
socialisti
,
giolittiani
.
Due
i
partiti
:
tedescofili
,
francofili
o
meglio
italianofili
.
In
Italia
vi
sono
molti
italiani
che
odiano
l
'
Italia
e
amano
la
Germania
:
ma
ce
ne
sono
pure
moltissimi
che
amano
l
'
Italia
e
che
vogliono
,
per
il
bene
della
Patria
,
che
l
'
Italia
si
stringa
fino
alla
morte
alla
Intesa
e
per
questa
alla
Francia
.
Tutte
le
altre
distinzioni
e
partizioni
politiche
siano
bandite
,
in
quanto
mistificatorie
.
Questa
è
la
politica
dell
'
Italia
:
si
occupi
di
questo
il
Parlamento
.
E
noi
aspetteremo
benevoli
e
pazienti
.
Ma
la
pazienza
ha
i
suoi
limiti
.
La
Politica
è
odio
.
La
Politica
non
è
sorda
.
Il
Governo
e
il
Parlamento
sanno
quale
è
l
'
antitesi
che
si
svolge
nelle
coscienze
degli
italiani
.
Non
si
abbia
la
paura
di
odiare
.
Il
Partito
Liberale
invocato
da
Salandra
è
una
finzione
giuridico
-
costituzionale
:
dietro
di
esso
possono
celarsi
gli
amici
della
Germania
,
e
i
nemici
dell
'
Italia
:
giolittiani
,
preti
,
socialisti
.
Noi
vinceremo
solo
il
giorno
in
cui
potremo
pestare
sotto
i
piedi
i
socialisti
di
Zimmerwald
,
il
giolittismo
parlamentare
,
e
il
pretismo
extra
,
intra
e
super
-
parlamentare
.
E
dopo
di
ciò
attendiamo
le
decisioni
e
le
discussioni
parlamentari
e
vediamo
se
saranno
estirpate
le
radici
del
malessere
.
E
se
il
Parlamento
ha
ancora
il
diritto
e
la
ragione
di
essere
e
di
funzionare
.
StampaPeriodica ,
...
(
P
.
S
.
)
La
nomina
di
Massimo
Bontempelli
a
Segretario
Nazionale
del
Sindacato
Fascista
Autori
e
Scrittori
è
stata
accolta
con
simpatia
tanto
negli
ambienti
politici
e
sindacali
propriamente
detti
quanto
in
quelli
letterari
:
né
poteva
essere
diversamente
,
data
la
notorietà
dello
scrittore
e
le
sue
aderenze
e
amicizie
in
ogni
campo
.
Abbiamo
creduto
opportuno
avvicinare
Massimo
Bontempelli
per
chiedergli
notizia
della
sua
nuova
attività
e
conoscere
i
propositi
con
cui
s
'
accinge
al
lavoro
...
Quali
criterii
sono
stati
adottati
per
il
tuo
Sindacato
?
I
compiti
e
l
'
opera
dei
Sindacati
degli
Autori
e
Scrittori
si
presentano
con
problemi
singolari
,
ignoti
ad
altre
categorie
.
Tali
compiti
si
possono
per
un
primo
tempo
riassumere
in
questo
principalissimo
:
dare
alla
situazione
dello
scrittore
consistenza
professionale
.
Per
troppo
tempo
la
nostra
occupazione
è
stata
considerata
come
un
elegante
dilettantismo
.
E
'
compito
tipico
del
nostro
odierno
stupendo
rinnovamento
per
opera
della
Rivoluzione
Fasci
-
sta
quello
di
dare
allo
scrittore
il
degno
posto
che
fino
a
oggi
non
era
stato
raggiunto
se
non
in
casi
isolati
e
individuali
,
e
alla
sua
professione
quella
consistenza
,
i
cui
fondamenti
debbono
essere
efficienza
economica
e
coscienza
politica
...
StampaQuotidiana ,
Le
recenti
discussioni
parlamentari
hanno
ancora
una
volta
dimostrato
se
ce
n
'
era
bisogno
la
inutilità
,
almeno
nella
forma
attuale
,
e
la
insincerità
politica
del
Parlamento
.
Se
ne
sarà
certamente
convinto
anche
il
più
strenuo
difensore
del
diritto
parlamentare
,
l
'
on
.
Turati
.
Ma
le
ultime
discussioni
hanno
dimostrato
in
certo
qual
modo
e
sebbene
con
molti
sotterfugi
quali
e
quante
siano
le
forze
in
conflitto
al
fatto
che
tutti
gli
altri
contiene
e
involge
;
la
guerra
.
Nel
Parlamento
si
sono
disegnate
,
a
contorni
più
o
meno
precisi
,
le
forze
che
si
agitano
nel
paese
.
Abbandoniamo
dunque
il
Parlamento
,
e
rivolgiamo
,
ciò
ch
'
è
più
essenziale
,
i
nostri
sguardi
al
Paese
,
per
trarne
dall
'
osservazione
degli
ultimi
fenomeni
politici
e
parlamentari
provvisorie
contingenti
,
ma
reali
e
pratiche
norme
di
condotta
.
Stiamo
freschi
ad
attendere
la
orientazione
dal
Parlamento
.
È
il
Paese
che
può
e
deve
dare
la
orientazione
al
Parlamento
.
Questo
avviene
nei
paesi
in
cui
esiste
una
vera
e
propria
educazione
politica
.
Se
in
questi
ultimi
mesi
l
'
opinione
pubblica
italiana
fosse
stata
netta
,
precisa
,
concentrata
,
univoca
,
solida
e
intransigente
come
lo
fu
già
alla
vigilia
dell
'
intervento
almeno
da
parte
dei
gruppi
interventisti
non
avremmo
assistito
allo
spettacolo
del
Parlamento
e
dei
partiti
parlamentari
disorientati
e
ciechi
come
pazzi
e
ubriachi
.
Se
la
corrente
interventista
fosse
stata
animosa
e
precisa
nel
paese
,
la
crisi
voluta
dai
partiti
parlamentari
interventisti
si
sarebbe
effettuata
,
e
non
si
sarebbe
data
la
soluzione
che
si
è
...
avuta
.
Io
non
so
né
voglio
pesare
le
ragioni
recondite
delle
ultime
agitazioni
parlamentari
dei
nostri
amici
.
Se
si
sono
agitati
dovevano
pur
avere
le
loro
buone
ragioni
,
che
sono
però
rimaste
forse
per
ragioni
superiori
nascoste
.
Se
le
masse
avessero
in
questi
giorni
avuto
,
come
in
maggio
,
la
loro
voce
in
capitolo
,
la
tesi
«
interventista
»
parlamentare
sarebbe
stata
vittoriosa
,
e
Salandra
avrebbe
acceduto
a
Bissolati
e
non
Bissolati
a
Salandra
.
Né
con
ciò
vogliamo
censurare
la
condotta
inspirata
anzi
a
motivi
nobilissimi
dell
'
on
.
Bissolati
e
della
falange
da
lui
rappresentata
;
vogliamo
dire
solo
che
su
l
'
anima
del
Capo
del
Governo
hanno
fatto
forse
più
peso
le
minaccie
stolide
di
agitazioni
nel
paese
dei
socialisti
ufficiali
i
quali
nel
maggio
furono
squalificati
che
non
le
logiche
richieste
di
parte
nostra
.
Non
vogliamo
allarmarci
troppo
,
e
siamo
anzi
contenti
per
il
momento
della
soluzione
.
Il
Governo
ha
sentito
la
volontà
nazionale
.
Il
Governo
va
a
Parigi
.
E
oggi
il
Governo
è
che
conta
.
Il
Parlamento
giunge
sempre
tardi
,
quando
qualche
cosa
è
già
compiuta
.
Non
ci
allarmiamo
dunque
per
il
presente
.
Ma
,
per
ogni
evenienza
,
dobbiamo
tenerci
pronti
.
Dal
maggio
1915
al
marzo
1916
,
vuoi
per
rassegnazione
alle
cose
e
agli
eventi
,
vuoi
per
cieca
fiducia
negli
uomini
,
vuoi
per
non
sembrare
i
fautori
della
discordia
nazionale
,
vuoi
,
sopra
tutto
,
per
l
'
assenza
dei
nostri
capi
e
migliori
gregari
,
quasi
tutti
nell
'
esercito
,
gli
interventisti
attivi
del
paese
si
sono
un
po
'
sparpagliati
,
dispersi
,
cioè
quasi
annullati
.
Ma
dal
momento
che
i
pericoli
ci
sono
sempre
,
che
possono
presentarsi
certe
evenienze
,
che
la
discordia
non
siamo
noi
a
porla
,
che
già
gli
avversari
si
sono
nettamente
manifestati
,
spetta
a
noi
di
riordinarci
in
ischiera
di
combattimento
.
E
ripeto
non
siamo
noi
che
dobbiamo
orientarci
secondo
le
orientazioni
che
non
...
ci
vengono
da
Montecitorio
,
ma
sono
i
nostri
deputati
che
si
devono
rendere
esecutori
delle
nostre
volontà
chiare
,
nette
e
precise
.
Chi
avesse
voluto
trarne
partito
dai
quotidiani
articoli
del
Popolo
d
'
Italia
e
dal
significativo
articolo
del
gennaio
scorso
del
Corriere
della
Sera
:
Alle
fonti
del
malessere
,
per
determinare
nel
paese
la
lotta
politica
(
giacché
anche
in
guerra
la
buona
lotta
politica
non
cessa
mai
)
avrebbe
potuto
,
e
come
!
,
fornire
materia
e
piattaforma
al
Parlamento
.
In
complesso
l
'
ultimo
voto
ha
quasi
,
in
forma
indiretta
,
significato
adesione
alla
tesi
dei
due
giornali
nominati
:
guerra
unica
,
guerra
alla
Germania
;
ma
siamo
sempre
al
quasi
e
alla
forma
indiretta
.
Ma
chi
si
è
fatto
a
sostenere
in
paese
la
tesi
,
e
prima
che
il
Parlamento
si
riaprisse
?
Nessuno
.
Dunque
dobbiamo
riorganizzarci
e
subito
,
e
senza
perdere
un
minuto
di
tempo
.
Oramai
è
chiaro
che
siamo
entrati
nel
periodo
decisivo
della
guerra
europea
.
Bisogna
che
i
partiti
prendano
posizione
,
e
si
tengano
pronti
a
sostenere
anche
durante
le
future
,
lunghe
,
laboriose
e
dolorose
trattative
di
pace
TUTTE
le
ragioni
ideali
e
reali
della
guerra
e
a
sostenere
con
coraggio
e
a
fronte
alta
,
contro
tutti
gli
avversari
interni
,
le
responsabilità
e
le
conseguenze
della
guerra
.
Tutta
la
politica
di
domani
,
estera
,
interna
,
economica
,
finanziaria
,
scolastica
,
doganale
,
sarà
dominata
dall
'
idea
o
dal
fatto
della
guerra
.
Coloro
che
hanno
voluto
ieri
la
guerra
,
devono
volerla
anche
domani
,
nelle
conseguenze
e
sistemazioni
finali
.
Altrimenti
i
deboli
e
i
vigliacchi
non
saranno
lontani
da
noi
.
Noi
lasciamo
e
lasceremo
ai
socialisti
l
'
oramai
vecchio
mestiere
di
sfruttare
come
jene
fameliche
le
conseguenze
della
guerra
.
È
l
'
unica
loro
attuale
speranza
di
fortuna
...
politica
,
l
'
unica
loro
tavola
di
appoggio
.
Perduto
il
contatto
con
l
'
avvenire
giacché
la
vittoria
immancabile
dell
'
Intesa
darà
ragione
A
NOI
Si
limiteranno
a
sfruttare
indecentemente
,
secondo
la
loro
solita
mentalità
,
i
residui
morti
del
passato
.
Le
jene
si
nutrono
di
carogne
.
Ma
noi
proprio
non
ci
spaventiamo
e
non
ci
dobbiamo
spaventare
se
e
in
quanto
organizzati
e
coraggiosi
come
nel
maggio
1915
delle
carnevalate
elettorali
stile
1913
.
Oramai
è
evidente
,
e
solo
per
questo
le
ultime
scene
della
commedia
parlamentare
hanno
un
grande
valore
di
ammonimento
.
La
lotta
è
già
iniziata
.
L
'
ora
della
Patria
a
parte
,
la
discordia
l
'
hanno
già
provocata
.
Da
una
parte
coloro
che
negarono
,
negano
,
sabotano
la
guerra
,
dall
'
altra
coloro
che
la
vollero
e
la
vogliono
e
fortemente
la
vogliono
.
Da
un
lato
coloro
che
già
per
speculazione
elettorale
si
apprestano
a
negare
la
responsabilità
delle
conseguenze
della
guerra
e
coerentemente
AUGURANO
la
pace
,
cioè
la
vittoria
germanica
e
il
disastro
dell
'
Italia
e
dell
'
Intesa
.
Dall
'
altro
coloro
che
vogliono
affrontare
fin
da
oggi
tutte
le
responsabilità
e
che
lavoreranno
sempre
per
la
vittoria
della
guerra
.
Dirò
prossimamente
,
sui
modi
,
i
limiti
e
gli
obiettivi
di
questa
nostra
organizzazione
di
cui
mi
limito
oggi
a
indicare
la
imminente
generica
necessità
.
Ma
non
voglio
chiudere
senza
esprimere
il
mio
compiacimento
nel
notare
che
l
'
on
.
Bonomi
,
in
un
articolo
del
Giornale
del
Mattino
,
di
cui
avrò
modo
di
parlare
,
per
quanto
con
criteri
diversi
e
forse
contrari
,
sia
venuto
alla
stessa
conclusione
dell
'
organizzazione
delle
forze
interventiste
NEL
PAESE
.
L
'
on
.
Bonomi
vuole
che
si
costituisca
nel
paese
a
simiglianza
di
quanto
sul
voto
recente
è
avvenuto
a
Montecitorio
,
una
alleanza
democratica
.
Io
dico
che
non
il
Paese
deve
scimmiottare
il
Parlamento
e
i
fenomeni
più
o
meno
sinceri
parlamentari
:
ma
il
Parlamento
e
i
suoi
partiti
devono
adeguarsi
al
Paese
e
alle
sue
reali
e
concrete
tendenze
di
fatto
.
Brevemente
,
salvo
a
spiegarmi
in
seguito
,
io
non
sono
per
il
vecchio
bandierone
democratico
che
,
non
meno
della
ideologia
socialistica
,
è
stato
seppellito
dalla
guerra
europea
.
Socialismo
e
Democrazia
sono
la
medesima
cosa
.
Morto
l
'
uno
,
in
una
certa
sua
forma
,
morta
l
'
altra
.
Alleanza
democratica
!
Un
nome
e
una
cosa
suggestiva
!
Ma
toh
!
chi
si
vede
!
Ritornano
a
galla
i
cadaveri
?
Ritornano
i
fenomeni
politici
che
spazzammo
via
con
un
riuscito
colpo
di
mano
nelle
giornate
di
maggio
?
La
piattaforma
ci
è
data
dalla
piazza
comiziante
in
maggio
nel
1915
.
Non
facciamo
passi
sbagliati
,
e
,
sopra
tutto
,
non
facciamo
passi
indietro
,
non
rivalorizziamo
,
in
nome
della
democrazia
,
ciò
che
deponemmo
nella
fossa
.
Altro
che
democrazia
e
Alleanza
democratica
!
La
vecchia
mentalità
formalistica
,
dommatica
,
canonica
,
massonica
,
teutonica
-
lazzariana
dev
'
essere
credo
finita
.
La
nuova
mentalità
politica
vuol
essere
,
dev
'
essere
libera
,
realistica
,
pragmatistica
,
cioè
veramente
idealistica
.
Quanto
idealismo
senza
formule
,
senza
programmi
,
senza
partiti
,
senza
bandierone
e
nessuna
congrega
nelle
giornate
di
maggio
!
Furono
giorni
di
vivida
creazione
!
Questo
è
pure
mi
piace
il
dirlo
il
pensiero
in
private
conversazioni
espressomi
dal
nostro
migliore
duce
Benito
Mussolini
,
assente
.
Non
impegniamoci
troppo
per
scadenze
lontane
.
Vogliamo
programmi
concreti
,
PER
LA
VITTORIA
,
per
il
DOPO
GUERRA
,
per
questi
soli
concreti
obiettivi
.
Per
ora
.
I
partiti
restino
pure
ligi
ai
loro
ideali
per
l
'
anno
2000
.
Fascio
non
vuoi
dire
abolizione
dei
«
partiti
»
e
omicidio
di
coloro
che
vogliono
prestar
fede
alle
loro
care
ed
eterne
immacolate
idee
.
Non
partiti
statici
,
ma
dinamici
.
Non
alleanze
,
ma
intese
,
fasci
,
unioni
,
leghe
provvisorie
,
temporanee
,
a
scadenza
breve
,
fino
a
quando
(
e
ci
vorranno
anni
e
anni
!
)
si
liquiderà
la
guerra
in
sé
e
nelle
sue
complesse
e
connesse
conseguenze
.
Lavoro
ce
n
'
è
per
i
buoni
e
per
i
sapienti
.
Non
Alleanza
democratica
,
ma
Fascio
nazionale
.
Non
nazionalista
.
I
nazionalisti
verranno
a
noi
.
Anche
perché
sulla
piazza
in
maggio
furono
con
noi
ai
primi
posti
.
Bisogna
andare
innanzi
,
ma
guardarci
indietro
:
al
maggio
1915
,
punto
di
origine
della
nuova
storia
e
lotta
politica
italiana
.
DAL
PAESE
AL
PARLAMENTO
,
NON
VICEVERSA
,
on
.
Bonomi
.
E
non
abbiamo
bisogno
della
democrazia
.
È
una
parola
vana
.
Col
diavolo
,
anche
con
un
forcaiuolo
,
se
vorranno
la
vittoria
d
'
Italia
e
se
accetteranno
fino
alle
estreme
conseguenze
il
fatto
e
l
'
idea
della
guerra
.
Oggi
e
specialmente
domani
.
Ma
ne
riparleremo
.