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> anno_i:[1910 TO 1940}
DELUSI ( - , 1921 )
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Benito Mussolini ha lanciato il suo " tendenzialmente repubblicano , " un avverbio un aggettivo destinati a scompigliare amici e nemici , alleati e sudditi.Il piccolo mondo della politica italiana è , per questo , tutto a rumore . Ne godono , a lor modo , i sovversivi , ne gioiscono i repubblicani , se ne scandalizzano i liberali . Solo i popolari senza dimostrare le eccessive e farisaiche meraviglie di coloro che a Mussolini guardavano , ora non è molto , fino al giorno delle elezioni , non soltanto come al liberatore ma come all ' unico uomo degno di guidare l ' Italia armata di schede elettorali e di fasci littorii , possono in tutta coscienza affermare che la questione non li tocca . Essi non hanno pregiudiziali monarchiche , né sono costretti in questa circostanza a ricorrere a certe comode " riserve mentali , " che hanno sempre caratterizzato il giuramento di altre persone aderenti a ben diversi e determinati organismi politici . Il " tendenzialmente " di Mussolini , viene ad interrompere così molti placidi sonni e molte gratuite e malamente acquisite certezze . La consorteria liberale è costretta a trangugiare l ' amara pillola per timore che la parte che racchiude nel pugno la forza , l ' ardire , l ' audacia e lo spirito di combattività si allontani nel più bello dalle trincee , abbandonando ad un ritorno offensivo dei rossi , non soltanto il tricolore , ma il partito liberale e gli interessi degli agrari di tutta l ' Italia . Senza questa preoccupazione , francamente , non si comprenderebbe davvero l ' atteggiamento dei liberali italiani , monarchici e conservatori , di fronte all ' audacia spregiudicata del tendenzialmente repubblicano , condottiero dei Fasci Italiani di Combattimento . Lo storico politico del futuro dirà , con rigida imparzialità , quanta parte avrà avuta in questo atteggiamento dei liberali la sorpresa di vedersi giocati proprio da colui , nel quale troppo imprudentemente essi si erano così entusiasticamente fidati .
SOSTE DEL CAPOGIRO ( VERGANI ORIO , 1926 )
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IL BARBIERE DEI MANICHINI . Ho conosciuto il barbiere dei manichini . Ho scoperto così che ai manichini di cera cresce una barba triste come ai morti . Il barbiere dei manichini , all ' ultimo piano dei Grandi Magazzini Centrali , insapona con l ' acqua fredda le guance glabre dei suoi silenziosissimi clienti , e li rade con sopraffini rasoi lavorando con una incomprensibile tenuità di polso , per non sgranare in nessun punto la cerea epidermide . Passa le sue notti così , sotto una luce fredda , in questo silenziosissimo « salon de toilette » senza specchi , dove i manichini si muovono con secchi passi di legno . Vita grama , piena di piccole manie e di segreti incubi . Qualche volta , per dispetto , il barbiere pianta negli occhi di vetro dei manichini il pennello insaponato . Egli si toglie anche ogni settimana il gusto , negato a tutti gli altri barbieri , di segare con un solo colpo di rasoio la gola a un cliente . Lascia i Grandi Magazzini Centrali all ' alba , quando la sua clientela ha ripreso posto nella mostra . Aspetta , innanzi alle vetrine , che si rialzino le saracinesche per godersi il primo spettacolo della sua sbarbatissima umanità di cera . IL SOGNO . I manichini sognano . Sognano di diventar statue , in mezzo a una piazza , e di farsi chiamare « monumenti » . IL POMPIERE IMPAZZITO . Ho sempre pensato alla follia da cui potrebbe essere preso un pompiere , per il desiderio di raggiungere quella tale finestra al quinto piano , orrida di fiamme e di fumo : arrampicarsi con l ' ascia in bocca su per il getto verticale e gelido dell ' acqua . SONNO . Alle volte , nella notte , il mare trema lievissimamente . Sssst ! ... Sono i pesci che , nel sonno , si voltano dall ' altra parte . COMMEDIA . La notte , i cavalli impennati dei monumenti equestri fanno un piccolo sorriso ai nottambuli abituali , per dire : « Ci impenniamo così , tanto per fare ! » . L ' OSSO . Quando alle statue si spezzano le braccia , il loro viso cambia espressione , e per un attimo dimostra uno stupore profondissimo . Esse cercano l ' osso , l ' osso spezzato , e sono meravigliatissime di scoprirsi fatte soltanto d ' una gelida bianca carne senza scheletro . LETTERE DEL PAESE DELLE LAGRIME . Le lettere « passate a copialettere » pare che ci giungano da un desolato paese dove non si può scrivere una lettera senza irrorare di lagrime il foglio . IL FABBRO POVERO . La chiave femmina la inventò un fabbro povero e amante della musica che non era riuscito mai a comprarsi un flauto . NAUFRAGIO . Il silenzio delle sale cinematografiche , quando la luce si riaccende e l ' orchestra tace , fa pensare al silenzio che deve regnare nei saloni lussuosi e abbandonati dei transatlantici che affondano . Ogni spettatore ha l ' anima segreta di un naufrago dimenticato che si sente andar giù , giù , con la bella spoglia morta della nave , verso le profondità sottomarine , e non ha la forza di correre sopracoperta a cercare l ' anello di un salvagente o a far gesti di appello disperato alle scialuppe che si allontanano reggendosi sulle ali scheletriche degli otto remi . Non aprite le porte ! Potrebbe affacciarvisi , senza che più fosse possibile opporvi riparo , il fiotto verde e immenso delle acque marine . ATLETISMO . Per quanto sia grande il nostro dolore per la sua dipartita pure , mentre , con altri amici , si porta in spalla il feretro del caro estinto verso l ' imboccatura nera del carro , non si può a meno di far un certo esibizionismo , come se si fosse abituati a degli esercizi di forza , quando , tra la gente , si traversa il breve tratto dal portone fino al carro . STAMPA INGLESE . Il corno inglese si vanta della sua bella voce nasale e aristocratica . Esige per parlare un assoluto silenzio . Altezzoso , parla stando a sedere , mentre gli si fa circolo attorno , in piedi . Fa lievi gesti con la mano guantata , parlando di cacce veloci sotto alberi stillanti di pioggia . BALLO MASCHERATO . In certe opere le arpe non suonano . Rimangono in fondo all ' orchestra , avvolte nei loro mantelli verdi , come , in un ballo mascherato , gli innamorati in incognito chiusi nei loro domino pazzi di gelosia , incapaci di partecipare alle danze , mentre la loro bella si fa prendere in braccio nell ' ombra dei palchetti , e rovesciare coppe di « champagne » nel cavo della scollatura . LE IMPERATRICI IN ESILIO . Le arpe , imperatrici in esilio , parlano , tratto tratto , del loro regno perduto . Attorno a loro si fa un momento di silenzio rassegnato , e soltanto i contrabbassi legittimisti brontolano un piccolo coro di approvazione in sordina . Le arpe levano le loro teste di cigni dorati , la maestà incoronata dei fusti . Piove come sui funerali poveri . Le trombe si voltano con i calici a terra . MISTERO . Nei buchi dei clarinetti è entrato qualche cosa che non si riesce a far uscire benché ci si soffi dentro da secoli .
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Noi che siamo sorti contro la Rivoluzione , ci persuadiamo sempre più che BISOGNA per la nostra pace onesta di domani , BISOGNA fare a tutti i costi la nostra Rivoluzione ... Tutto è puzzolente e marcio ormai , a Roma come a Bologna . I vecchi uomini , i vecchi partiti , i vecchi ceti sociali sono diventati il letamaio di ogni sorta di immondezze . A Roma un Presidente del Consiglio dopo aver tentato di assassinare il Paese in guerra va oggi a braccetto con Misiano , il disertore , il vigliacco , ed apre i battenti a tutti i delinquenti di tutte le galere ... Bisogna andare fino in fondo nella nostra opera risanatrice . Ognuno deve armarsi e decidersi : O coi bolscevichi o con noi ! La guerra civile , che il Governo e i bolscevichi hanno voluto nella nostra città e nella nostra provincia , NOI L ' ACCETTIAMO E LA FAREMO tutta quanta e tutta in fondo , SENZA QUARTIERE E SENZA PIETA ’ . Noi abbiamo domandato un governo che governi e poiché questo continua a tradire e a tradirci , governeremo noi . La Comune rivoluzionaria la faremo noi ... Popolo di Bologna , all ' armi !
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... Ah , no perdio ! Altro è il Fascismo del 1919 altro è il Fascismo dell ' ultima ora . Altro è il Fascismo di Mussolini , altro è il Fascismo di coloro che dei Fasci si sono fatto sgabello magari per raggiungere la medaglietta montecitoriale . E costoro sono quelli che piangono perché il gruppo parlamentare Fascista non interverrà alla Camera , alla seduta reale , a fare la ' genuflessioncella d ' uso con la faccia lieta , e senilmente adulatoria , ' a Vittorio Emanuele di Savoia . Credevano forse costoro che Mussolini avesse rinnegato tutto il suo passato ? Sciocchi ! Mussolini è l ' unico vero rivoluzionario d ' Italia . Se fosse rimasto nel partito socialista egli sì che avrebbe dopo la guerra fatta la rivoluzione . Non alla moda russa si intende ! Ed ora pretenderebbero gli ' arrivati ' del Fascismo di imporsi e minacciano lo scisma . Ma se ne vadano dunque ; ci risparmieranno la fatica di cacciarli ...
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Le strade di Roma alla prima minaccia avevano cominciato a spopolarsi : poi in pochi giorni la paura s ' era fatta generale e la città rapidamente s ' andava vuotando . Invasi da quello spavento , i cittadini d ' ora in ora avevan preso d ' assalto le stazioni ferroviarie , e impadroniti violentemente dei treni erano fuggiti lontano . I più ricchi avevan rimpinzato d ' olio e benzina le loro automobili e per tutte le tredici porte dell ' Urbe se n ' erano volati via tra la polvere verso i punti cardinali più remoti . Così per dieci giorni . Poi d ' un tratto si videro le stazioni deserte , e le strade intorno a Roma non impolverarono che i carretti i quali non hanno paura di niente . Oramai non c ' era più nessuno entro la città . A custodirla erano rimasti pochi eroi e poche eroine . Gli eroi verso mezzogiorno giravano con padronanza le vie , senza giacca , lasciando che il sole frustasse a sangue le loro camicie di seta e si specchiasse vanitosamente nelle fibbie delle loro cinture . Incontrandosi si guardavano da un marciapiede all ' altro , anche senza conoscersi , con un sorriso d ' orgoglio . Sapevano che il loro dominio dal Laterano a Monte Mario e da Valle Giulia a San Paolo sarebbe durato indisturbato e indiscusso almeno due mesi . Ma le eroine non uscivano sotto il sole . Aspettavano nelle case ciascuna il suo eroe per asciugargli il sudore e stirare le sue camicie di seta . Uscivano soltanto la notte , e dietro le spalle del compagno amoreggiavano a sguardi , per tenersi in esercizio , con gli occhi dei gatti errabondi . Io ero nel numero di quegli eroi , che non avevano fuggito la città all ' assalto dell ' estate : perciò io seguo le leggi della natura , e amo il caldo del sole l ' estate e quello della stufa d ' inverno . L ' eroina eletta ad asciugare i miei sudori si chiamava Aminta . Questo una volta era un nome di maschio ; ma il padre della mia donna non conosceva la storia letteraria , e diciotto anni prima , fidandosi all ' orecchio , aveva imposto quel nome alla sua figliola neonata . Il prete che l ' aveva battezzato non osò avvertire il padre dell ' errore innocente . Aminta , ai primi calori di quell ' estate , sùbito s ' era arresa alle eccellenti ragioni che le avevo esposte per convincerla che dovevamo rimanercene a Roma invece di andare ai monti od al mare . Così trascorsero dolcemente i primi otto giorni della canicola . Non avevo mai sorpreso sulla bianca fronte di Aminta il menomo segno di pentimento , di rimpianto , di dispetto , o di desiderio . Perciò fui molto maravigliato , al mezzodì del nono giorno , quando , rincasando io dalla ronda sui lastrici infocati , Aminta , dopo una festosa accoglienza , mezzo seduta accanto a me nel profondo divano dello studio , con una mano sulla mia spalla disse tutt ' a un tratto : « Caro , dovresti farmi un piccolo regalo , dovresti farmi fare un bel costumino da bagno » . Mi sentii aggrottarsi le ciglia . Il mio calunnioso animo maschile si intorbidò di sospetto . La guardai scuro : « Perché , Aminta ? Che ti piglia ? Non stiamo divinamente bene a Roma ? Non ti verrà l ' idea che ce ne andiamo ? che andiamo ai bagni ? Oh ti avevo tanto bene spiegato che ... » . « No , no » , m ' interruppe sorridendo con gli occhi , la fronte , la bocca e tutta la persona « nemmeno per idea . Stiamo tanto bene a Roma , sì . Chi si sogna di andarsene ? Vorrei un bel costumino da bagno , così per avere un bel costumino da bagno . » « E poi che lo avrai ? » « Me lo metterò . » « Quando ? » « Ogni tanto . Un po ' tutti i giorni . » « E poi ? » « E poi dopo un po ' me lo leverò . » « È tutto ? » « È tutto . Te lo giuro . » Era tanto limpida che il sospetto s ' era dileguato dal mio animo . Tacqui ancora un minuto per dare maggiore importanza alle parole che stavo per pronunciare ; poi decretai : « E allora sta bene . Sì cara . Fatti un bel costumino da bagno » . Batté le mani e fece un gran salto per allegrezza , baciò teneramente tutto il sudore della mia faccia per gratitudine . I giorni appresso ella era molto occupata . Non fui ammesso a conoscere i segreti delle sue ricerche , studi , tentativi , dubbi e risoluzioni riguardo la costruzione del costume da bagno . Uscì qualche volta da sola , di giorno , e lunghe ore rimase chiusa nella sua camera con una sarta . Non permise che mai ne sapessi nulla : volle prepararmi la sorpresa davanti al capolavoro inaspettato . Il suo volto , a tutte le ore del giorno e della notte , era pieno di felicità . Dono qualche giorno , preso dai miei pensieri virili avevo quasi dimenticato , quel giuoco della donna . Ma la mattina del mercoledì , quando mi fui levato la giacca per uscire , Aminta salutandomi mi disse : « Tra un ' ora , quando torni , è pronto » . « Che cosa ? » « Oh il costume da bagno . » « Davvero ? » « Sì , fa ' presto a tornare , vedrai è venuto una meraviglia . » Rincasando , dopo meno d ' un ' ora , un ' ombra di sospetto ancora cercava insinuarsi in me : « Davvero questa storiella del costume non preluderà a una campagna per farsi condurre al mare ? È possibile che nella testa di Aminta alberghi un pensiero con doppio fondo ? che lei ordisca un gioco tanto complicato ? » Non ero del tutto sicuro quando apersi la porta di casa . Entrando nello studio , la voce sua di là dall ' uscio della camera mi gridò : « Non entrare qua . Sono pronta . Mettiti a sedere sul divano » . « Ecco , non entro . Ecco , sono seduto sul divano . » Fissavo l ' uscio della camera . L ' uscio della camera si aperse , nello studio entrò una gran luce , in mezzo alla luce era Aminta . Aminta vestita del suo costume da bagno . Il cuore mi impallidì . Aminta si avanzò . Quella luce veniva da lei . Era tutta la luce dei cieli , e si avanzava con lei . Io non mi mossi , tremavo in una estasi . Aminta si fermò in mezzo alla stanza . Era davvero meravigliosa . Giù dalla gola la seta colore di rosa pallida si tendeva a modellare il seno e la curva del torso : si stringeva intorno ai fianchi in una cintura di minutissime pieghe , sbocciava in un gonnellino breve , che non osava più toccare la carne , e all ' orlo increspato tremava di suggezione . Sul roseo di quel gonnellino un gran fregio girava , di triangoli acuti colore dello smeraldo . Aminta era in piedi in mezzo alla stanza : il rosa , nella luce che pioveva giù dagli occhi di Aminta , cangiava di minuto in minuto in mille riflessi di madreperla : il verde del fregio pareva un volto di cetonie dorate traverso un tramonto . Il candore delle braccia e delle gambe in mezzo a quell ' effluvio di colori teneri impallidiva . I piedi scomparivano in due scarpette di raso verde . Ora Aminta rideva di allegrezza con tutte le carni morbide , con tutto il costume verde e rosato : rideva e si scrollava come una pianta nel giardino ; e la stanza era piena di profumo di paradiso . Io non avevo il coraggio di muovermi . Aminta era felice d ' essere viva . Con un riso di campanelli d ' argento , che uscì dalla finestra e andò a correre via per il cielo , Aminta si buttò a sedere sul tappeto in mezzo alla stanza , con le braccia indietro e le gambe bianche ripiegate , il torso riverso e teso come offrendosi a Dio . Riabbassò lo sguardo su me , che non mi ero più mosso e mi tenevo con le mani il cuore : allo spettacolo della mia commozione s ' intenerì di gratitudine . Me le accostai con tremore . Sedei sul tappeto quasi al suo fianco , e piano le presi una mano . La accarezzai tutta con uno sguardo , poi timidamente toccai con la fronte il rosa pallido della sua seta . Aminta aveva gli occhi pieni di sorrisi , ora quasi lacrimava per la tenerezza . Cercava con gli occhi qualche cosa da dirmi . E la voce le tremava dicendo : « Vedi che è bello , senza bisogno di andare al mare ? » Sentii tutta la sua anima ingenua appoggiarsi a me . Fui pieno d ' amore . Anch ' io ora cercavo qualche cosa di semplice da dirle . Con una guancia adagiata sul suo braccio fresco , bisbigliai : « La modestia dei tuoi desideri merita un premio » . Allora lei si sciolse e di nuovo rise allegramente . Ma poiché non la seguivo in quel riso , lo interruppe e mi guardò come aspettando . Qualche cosa fremé nell ' aria e venne a toccarmi . Vidi anche lei sentire qualche cosa nell ' aria . E sùbito rabbrividì nelle spalle , e diceva : « Che cos ' é ? Com ' è bello ! » Tutta l ' aria della stanza fu corsa da una specie d ' alito leggero , che sùbito scomparve . Poi per tutto intorno vidi un tremolìo di luce ; anch ' esso passò davanti ai miei occhi , poi davanti agli occhi di Aminta , e fuggì via . « Come si sta bene ! » mormorava Aminta . Era seduta presso l ' orlo del tappeto , e io un poco più dietro , quasi alle sue spalle . Un murmure dolce e strano arrivò fino a noi , si spense ai piedi di lei . Vidi che ella tendeva l ' orecchio . Il suolo mormorò ancora , mentre tutte le cose della stanza sfumavano ai nostri occhi in una nebbia chiara , corsa d ' ombre azzurre e di luci d ' argento . Frattanto i mormorii del suolo s ' erano fatti regolari e frequenti , venivano di lontano , frusciavano appressando , morivano tutti ai suoi piedi . Poi divennero più lunghi : uno , così accostandosi , parve stendersi ; e tutt ' a un tratto lei dette un grido acuto e ritirò il piede di scatto : « Guarda , guarda » , gridò . Guardai . La scarpetta verde era bagnata , e il piede anche , fino alla caviglia . « E ancora , ancora ... » Il fiotto cresceva : ora continuo il rumore delle piccole onde arrivava a battere il margine del tappeto , e tutte si spingevano contro i suoi piedi , lungo le sue gambe . Ella senza paura si piegò in avanti , tuffò le mani in quei flutti , le rialzò stillanti acqua : « Il mare , il mare » . La nebbia argentea e azzurra tutt ' intorno s ' era riempita di luce : il tappeto ardeva come le sabbie : Aminta si buttò stesa col seno giù fuori del margine , si rialzò , la seta bagnata si modellava sul suo petto , vi sollevava le piccole punte . Io estatico guardavo lei , ascoltavo il mare che era venuto a trovarci . Improvviso un ' onda più lunga mi raggiunse , sentii salirmi l ' acqua su per i polpacci . Saltai in piedi spaventato : « Aminta , è meglio che vada anch ' io a mettermi un costume » . « Sì » , grida lei « ce n ' è uno nel tuo cassettone , in basso ; ma fa ' presto . » Ed eravamo tutti e due molto felici .
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La non unanime adesione da parte nostra al patto di Roma , l ' apparente indisciplina di alcuni fasci di combattimento , le discussioni e le dispute tra Duce e gregari , danno a chi ci conosce superficialmente o non ci conosce affatto la sensazione che il fascismo si avvii verso lo sfasciamento ... Ma la realtà è ben diversa , la mentalità pussista , adusata alle scomuniche del direttorio socialista e plasmata in modo da flettere e schiena e ginocchia all ' ipse dixit della suprema autorità del partito non può comprendere la nostra indipendenza spirituale , non può capire come i gregari sappiano opporsi al Duce ... Infatti quale è la ragione vera per cui non in tutti i centri fascisti è stato accettato con perfetta obbedienza il patto di Roma ? Anzitutto la generale convinzione da parte nostra che i socialisti non sono mutati da quello che erano ieri ... Probabilmente i motivi che hanno indotto Mussolini a firmare la pace non sono a tutti noti e forse , per alquanto tempo , non lo saranno ... Ma indubitato è questo , per tutti indistintamente : che Mussolini ... ha ceduto all ' imperativo della sua nobile , diritta e fiera coscienza , ispirando la sua azione a queste due supreme idealità : rendere ancora un servizio alla grande madre dolorante per gli eccidi ... e richiamare il fascismo alla funzione normale di un movimento che ha ricorso alla violenza come ad un mezzo doloroso per quanto necessario , mai elevandolo a natura ed altezza di fine ... I compiti che le cose affidano al nostro movimento sono molteplici ... Per il presente e per l ' avvenire , per l ' Italia e per le sue fortune , fascisti a noi ! A noi contro il nemico di ieri e di domani !
IL DOVERE DEI GIOVANI ( RADETTI GIORGIO , 1929 )
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Il principale appunto che gli esponenti della vecchia ed illuministica mentalità massonico - liberale , muovono al Fascismo è quello di livellare soverchiamente le varie personalità , di sopprimere , in una parola , l ' individuo a vantaggio dell ' unità dello Stato . Questo rimprovero dimostra ad abundantiam come tali oppositori siano destinati a non comprendere assolutamente nulla di ciò che forma l ' essenza del Fascismo . La loro posizione intellettualistica li costringe a non vedere più in là dell ' individuo come puro individuo , astratto , fuori dello Stato , anzi , contrapposto allo Stato stesso ; e l ' unità di esso Stato necessariamente appare ad essi come unità indifferenziata , astratta , tale da non ammettere in sé alcuna distinzione . Ma è noto a chiunque del Fascismo abbia seguito gli sviluppi , non limitando la propria osservazione alla superficie , ma vivendo profondamente , nella sua intimità spirituale , questo nostro grande movimento , è noto che esso non annulla l ' individuo ma anzi gli dà la sua vera vita , nel tutto nazionale , statale , fuori del quale esso individuo non esiste , né può avere vita . E lo Stato , d ' altra parte , nell ' individuo trova la sua vita , la sua attuazione : per esistere veramente , esso , con tutti i suoi problemi e le sue esigenze , deve vivere nell ' intimo dell ' individuo . Nulla sfugge e si contrappone assolutamente allo Stato fascista , Stato totalitario per eccellenza , in cui una separazione fra teoria e pratica , fra pensiero e azione è impossibile . Queste fondamentali premesse del Fascismo se sfuggono ai summenzionati adoratori dell ' individuo astratto , sfuggono anche , ci sembra , a coloro che oggi , speriamo in buona fede , vorrebbero fare del Fascismo una specie di catechismo da accettarsi , così , dommaticamente , esteriormente , bell ' e fatto e conchiuso in sé , senza più vita , ridotto a qualcosa di statico , di morto . Il Fascismo invece non è una dottrina definitiva , dommatica , ma è essenzialmente vita spirituale , sviluppo . È falso che il Fascismo tenda a legare la libera attività dell ' individuo ( che , però , si deve intendere sempre nel tutto statale ) : egli non può né vuole aver pensato una volta tanto per tutti ma esige che ognuno ricrei in sé stesso i suoi problemi , li sviluppi , li risolva . Premesso ciò è chiaro il dovere della gioventù fascista : non accettare passivamente le idee del Fascismo ma meditarle , viverle , convincersene sempre più , sinceramente , nell ' intimo della propria coscienza . Possiamo agire e sacrificarci per un ' idea allora , soltanto che questa idea la abbiamo rivissuta in noi , l ' abbiamo fatta più nostra del nostro sangue e della nostra carne . Ciò che non ha alla base una convinzione formatasi nella più intima coscienza , è costruito sulla sabbia e destinato ben presto a perire . E perciò l ' opera di coloro che tendono a fare del Fascismo un canone formalistico e superficiale , a scapito della sua intimità e della sua vita attiva , è opera deleteria , antifascista . Purtroppo questa tendenza ad accettare supinamente la lettera del Fascismo senza riuscire a coglierne lo spirito è abbastanza diffusa , dovunque : e varie volte il Duce ha dovuto bollare sdegnosamente certi relatori di un ' ortodossia tutta esteriore , i quali di fascista il più delle volte non hanno che la tessera . Senza contare poi che la maggioranza di tali relatori , pronti a gridare allo scandalo e all ' eresia se qualcuno accenni ad esprimere un parere leggermente diverso da quello del gerarca di Roccacannuccia di sopra , sono proprio quelli che nel Fascismo si son rifugiati all ' ultimo momento , assaliti da stranissime e troppo tempestive crisi di coscienza . Oh , la noiosissima e pedantesca genia dei neofiti ipocriti ! Ma quel che è peggio , è il fatto che molti , troppi , dei nostri giovani sono rimasti infetti da questa tabe : troppi studenti universitari hanno messo un robusto lucchetto alla propria scatola cranica , beatamente sicuri che per essere buoni fascisti basti non mancare alle varie cerimonie e pagare regolarmente i canoni del Partito . Per il resto , abulia assoluta : le Università pullulano ancora di quei tali studenti cui S . E . Turati minacciò una serqua di sacrosantissimi calci . In una rivista destinata agli Universitari certe verità , anche poco simpatiche non si devono tacere : i problemi che il Fascismo agita e che devono essere meditati e sviscerati , per troppa gente sono ancora lettera morta . Il difetto capitale è questo : non s ' è ancora bene compreso che Fascismo vuol dire essenzialmente serietà e sincerità , vuol dire opera attiva , disinteressata , ognuno al proprio posto , coscienziosamente , come il Duce meravigliosamente insegna col suo esempio . Ed è veramente doloroso che tale rimprovero di poca serietà purtroppo debba così spesso essere rivolto proprio alla così detta classe intellettuale , universitaria destinata domani a dirigere la vita nazionale . Questo disinteressamento sempre maggiore della gioventù per i più importanti problemi dello spirito , per la scienza e per l ' arte non è invero soltanto malattia italiana : la peste pragmatistica d ' oltre Atlantico sta vigilando in tutta Europa e perciò anche da noi se ne risentono le conseguenze . Ma a questa tendenza reagisce il Fascismo il quale , ripetiamo , non è un avversario della vita spirituale , della libera attività dell ' individuo che pensa e agisce , ma anzi ne è il più schietto e genuino esaltatore . E la serietà che il Fascismo esige non è serietà esteriore , apparente ma è quella intima serietà , quella dirittura morale che non tollera compromessi fra teoria e pratica , la serietà degli spiriti pensosi e pronti all ' azione . Ecco in conclusione il dovere della gioventù fascista : render sempre più seria la propria attività , collaborare coscienziosamente all ' opera del Fascismo , vivendo , discutendo , risolvendo , i suoi problemi , aumentando sempre più il proprio patrimonio spirituale per poter così essere sempre più utili alla Patria . Bisogna fissarsi bene in testa che l ' Italia non occuperà mai il posto che le spetta di fronte alle altre nazioni se i suoi cittadini non la renderanno degna con la loro opera ininterrotta ed efficace . Ma non dimentichiamo che opera efficace è soltanto quella che scaturisce da un travaglio spirituale profondo e sincero , dalla coscienza sicura del proprio dovere e della ferma volontà di seguirlo completamente , a qualunque costo . E allora comprenderemo facilmente come gli inetti , lo studente ignorante , il professionista incapace e così via , siano i peggiori antifascisti anche se forniti abbondantemente di tessere e di distintivi .
StampaPeriodica ,
Con grande sorpresa gli italiani appresero , ai primi di luglio , che Mussolini e Turati si stessero abbracciando ! E come mai ? Perché ? Ma se , nel mentre in prima pagina i giornali raccontavano gli abbracci , le altre erano piene di racconti di nuove aggressioni proditorie esercitate per parte di socialisti e di comunisti , fratelli Siamesi , in danno di fascisti ! Ma se , il giorno istesso degli abbracci , l ' Avanti ! con bella insolenza , respingeva ogni amorevole contatto ! È Mussolini sempre compos suis ? Non conosce le trappole del collega sornione ? Si ostina egli ad allungare la serie delle sue gaffes ? Ma , allora , chi gliele sta facendo fare ? Non vede egli che risultati seguono dalle sue improntitudini ? Queste erano le meraviglie alle quali assistevamo , questi i quesiti che gli italiani si ponevano . Da allora sono passati alcuni giorni ; bolcevismo e nittismo sono risorti , sfacciati come nel 1919; ed è ora di parlare chiaro , ma chiaro assai . È troppo preziosa per il rinascimento morale ed economico del paese l ' opera dei Fasci perché non meriti esame ogni attentato disgregatore della loro compagine , o deviatore della loro funzione nazionale . È gioventù troppo bella quella che sotto questa bandiera riuscì a riunirsi perché sia acconsentito di assistere impassibile alla delusione da cui sarà colta dopo di essere stata traviata . È anche figura di combattente troppo bella quella dello stesso Mussolini per tollerare che la sfruttino i compari della plutocrazia demagogica ed i parassiti del proletariato . È dovere di segnalare a fascisti e a Mussolini lo sfruttamento di cui sono oggetto , la ingenuità con la quale ne restano vittime , e lo scredito che li attende , scredito che li ridurrà a spauracchi , rivestiti di stracci , che non sbarreranno più la via agli astuti imbroglioni della banca giudaica , ai pescicani industriali in procinto di fallire ed agli operai fannulloni e viziati che tutti fanno a combutta per spogliare a mezzo del Governo , delle sue imprese , dei suoi contratti e favori , coloro che del proprio lavoro e talento , e dell ' uso dei propri risparmi , traggono onesto sostentamento . ... Il primo effetto della gaffe di Mussolini fu dunque quella di far uscire di nuovo dalle loro tane le bande dei pregiudicati , dei ladri , degli accoltellatori , che formano l ' esercito bolcevico . Il secondo effetto della gaffe fu quello di tornare a porre a repentaglio l ' unione fascista . Fu impossibile ai principali Fasci locali di seguire colui che vorrebbe esserne il duce generale . E con ragione . Non sono essi sotto l ' influenza della plutocrazia demagogica sionista , e se questa può far fare delle gaffes al Mussolini , essa non può ottenere che i Fasci non si rendano conto delle gaffes e si comportino come fanno le masse pecorine del proletariato ! Queste non ragionano , perché sono gregge incolto , stimolato da istinto di rapina . Si promette loro del bottino e seguono il ciarlatano ! I fascisti , invece , sono gioventù borghese . Hanno spirito critico . Non lavorano per la pancia , ma per un ideale . Non cercano preda , ma vogliono la grandezza della Patria . Possono errare nell ' accogliere una teoria ; le teorie sono modelli mentali per l ' accasellamento dei fatti e perciò ognora mutevoli ; ma non possono cambiare i sentimenti e da nobili diventare vili , da generosi egocentrici , da patriottici socialistici . ... Passiamo adesso per un momento all ' esame della situazione della plutocrazia demagogica e vedremo come il suo interesse collima con quello socialista . E per non stare sulle generali , procediamo per via di esempii . È fallita l ' ulva . Di chi il danno ? Degli azionisti ! Ma chi sono ? Credete che siano il pubblico ? Manco per sogno ! Nel pubblico c ' è poca roba . ... Ma , si dirà , va bene per l ' ulva , è un caso speciale , tanto più che il Governo le tolse 150 milioni di sopra - profitti di guerra , che ora si vede dove stessero ! No , Mussolini mio , l ' istessa storia la vedrai con Ansaldo . Vedrai che pace e che amore ti offriranno i vari Modigliani , Treves , mentre per la platea fingeranno clamorosa guerra . Vedrai che bocche , atteggiate a culo di gallina , ti faranno i vari Della Torre e gli altri fratelli in Sion e Oriente . Perché la cosa è questa . Se quei ragazzi che ti si schierano attorno sapessero capire altrettanto bene quanto sanno sentire rettamente , se l ' intelligenza avessero fine e la cultura soda quanto hanno il cuore puro e ricco di note , l ' Italia non fallirebbe , l ' Italia non sarebbe presa dallo straniero a pedate , l ' Italia non sarebbe sfruttata , oltre le sue forze , oltre il suo enorme coraggio , oltre la impareggiabile sua probità e laboriosità , dalla canaglia bolcevica , dai sornioni socialisti e dal farabuttismo plutocratico . Ma , il primo a non capire , sei te , Mussolini !
PAROLE SEMPLICI ( VARESE CLAUDIO , 1930 )
StampaPeriodica ,
Quando alle pure parole di « cultura » , « intellettuale » , « scienza » , « arte » Si aggiunge l ' aggettivo impegnante di « fascista » spesso , per non dire quasi sempre , fiorisce sulle labbra dell ' ascoltatore scaltrito di ogni più esperta coltura un sorriso di compatimento se non proprio di disprezzo ; tantoché ancora oggi intellettuale fascista è per moltissimi sinonimo di facilone , di superficiale , di arruffone , o di ingenuo in buona fede . Perché capita agli intellettuali fascisti questa sorte poco benigna ? Si usa dire con una corrente formula che la coltura in quanto tale è disinteressata e vergine , di ogni politico e pratico contatto ; e che non si può sotto pena di vanificare il sostantivo , valersi dell ' aggettivo . Si usa dire troppo di frequente anche da molti uomini forniti di distintivo , che il Fascismo è anticultura , che il Fascismo non ha bisogno di idee , che gli intellettuali sono in quanto intellettuali tutti per lo meno sospetti di antifascismo , e che ogni preoccupazione a questo riguardo è inutile perché il vero fascista non deve navigare nel nebuloso cielo della teoria che non serve a nulla . Molti poi , che sono fascisti anche di limpida fede , usano tacere la loro qualità di fascisti quando agitano problemi culturali o peggio la dimenticano nella loro vita intellettuale anche se poi la ricordano in parole vane e sonore . Io voglio dire alcune semplici parole da studente universitario ai miei colleghi studenti universitari , parole che le osservazioni che mi son venuto formando nel considerare un po ' l ' ambiente nostro mi spingono a dire . È vero che la cultura è pura e che cioè nella sua libera consapevolezza non può essere pavesata di drappi e di fiamme nere e tricolori , ma è anche vero che quella cultura , se è fatta e attuata da uomini che sono intimamente fascisti , sarà necessariamente significativa del fascismo : anzi contro quella torbida vena di improvvisazione e di enfasi è bene riaffermare , secondo l ' esempio di parole che sono a noi care per la voce che le ha pronunciate , che anche nel contrasto culturale il Fascismo deve affermarsi sopra tutto come serietà e come chiara coscienza , senza confusioni e senza leggerezze . Non è necessario per chi sia nel fascismo con tutta la sua sincerità spirituale abbandonarsi , al termine di ogni indagine , a rettoriche gonfiezze e a sforzature falsamente patriottiche e ridicolosamente regimistiche . Quando S . E . Bottai ha con parola severa e con acume di studioso veramente fascista , tenuto a noi studenti quella lucida lezione di diritto corporativo , io ho pensato che se tanto si parla di stile fascista , stile fascista è quello che segna la linea del pensiero di S . E . Bottai e che significa ammonimento a parlare solo di quello che si è veramente pensato e capito : studiare , pensare , scrivere perché il Fascismo si valga del nostro lavoro e non pretendere che il nostro lavoro si valga del Fascismo per farsi stimare quello che non è . Se tutti i fascisti che lavorano a dissodare le terre della cultura non avranno ritegno né estrinseco né interiore a sentirsi nella temperie del fascismo , e se tutti quelli , che pur essendo fascisti di provata fede non sono preparati per una serietà di pensiero si ritireranno in uffici più adatti , non ci sarà più nessun rispetto umano che terrà lontano un intellettuale dal sentirsi intellettuale fascista ... Non vogliamo riagitare la questione che ha infierito su Riviste e Giornali non molto tempo fa a proposito del clima spirituale del Regime , della possibilità e del valore di un ' arte fascista e di una cultura fascista . Ma è certo che se esiste il Fascismo come un motivo storico che si sta svolgendo , noi che siamo nel Fascismo e che anzi siamo , tutti quanti , il fascismo , pensando , scrivendo , non potremo fare a meno di creare una cultura che sia del Fascismo espressione . Ma occorre però che noi , che bene o male studiamo e che siamo fascisti tesserati , non ci limitiamo alla esteriore accettazione del regime , e alla tessera , ma che ne sentiamo come interiori le necessità culturali , e che abbiamo l ' orgoglio intellettuale oltre che sentimentale di essere fascisti . Non è necessario perciò scalmanarsi in feroci esclusioni e in entusiastiche e vociferanti esaltazioni ; non è necessario per esempio dire che la cultura fascista non può essere che futurista e soltanto futurista , come non è necessario dire che non può essere che nazionalista e soltanto nazionalista . In quanto il fascismo è il fascismo e non il futurismo o nazionalismo , bisogna avvertire che la nuova cultura non può irrigidirsi su questi schemi che sono stati completati , trasformati , arricchiti e che debbono tutt ' al più restare solo con valore di particolari e legittime preferenze . Mi pare che occorra innanzitutto agire , lavorare , e che poi sarà facile e gradita opera andare rintracciando in quanto sarà stato raggiunto questo spunto più insistente o questo colore più acceso : una cosa sola è necessaria in questa nostra fatica che si svolge come fatica idealmente vibrante nella nostra storia fascista , e questa cosa necessaria si chiama tradizione italiana . Tradizione italiana che non dev ' essere schematizzazione , non deve essere passiva accettazione , ma dev ' essere ampiezza di orizzonti e spregiudicatezza assoluta senza quei timori che solo la fede malcerta ispira : tradizione italiana che deve farsi tale proprio nel contrasto con le altre tradizioni nazionali e con le altre culture delle quali bisogna tener conto perché non si possa all ' estero rimproverare come sempre si è fatto , che gli italiani non hanno più raggiunto il livello culturale europeo . Queste parole io dico come segno di una mia esigenza e come invito a me e ai miei colleghi , non come disconoscimento , ma come affermazione di quello che sin ' ora è stato fatto dai maggiori di noi .
I FASCISTI A DANTE ( - , 1921 )
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I fascisti dell ' Emilia e della Romagna si sono recati a Ravenna con una marcia di tre giorni per giungere alla tomba del Poeta coi segni di una rude e nobile stanchezza di fanti . Fu questo un pellegrinaggio di fede simile a quello dei veri e proprii pellegrini che a grandi tappe attraversavano i continenti per prosternarsi e santificarsi davanti al sepolcro di Cristo . Fu una bella marcia forzata di giovani , di una massa fiorente di letizia e di orgoglio scaturita dalla sempre nuova matrice della nostra razza che ha la virtù di non invecchiare giammai . I preti dopo d ' aver messo la Divina Commedia all ' indice , si sono ora impadroniti di Dante , che fu indubbiamente cattolico , e tentano di farne il loro eroe ... nazionale . I fascisti invece , prescindendo da ogni elemento religioso e basandosi sull ' atteggiamento civile di Dante verso la Patria , vogliono esaltare in Dante il Patriota ... Noi fascisti ne : l intendiamo certamente prendere occasione dal centenario Dantesco per trarre da esso nostri particolari vantaggi o motivo d ' orgoglio . Dante non appartiene né ai fascisti , né ai socialisti , né ai preti : appartiene prima di tutto all ' Italia e poi all ' Arte , alla Poesia , alla Storia . Il fascismo , prima di essere un partito politico in antitesi con altri partiti , è un atteggiamento di spiriti eletti rivolti sopratutto ad esaltare tutto ciò che può essere ragione di onore e di orgoglio per la nostra Patria e per la nostra razza . Perciò i fascisti , prescindendo da ogni ragione politica cui sono stati sospinti per forza di tempi , commemorano nel Divino Poeta l ' Uomo che può essere considerato come il purissimo simbolo della Patria , che nel Suo nome si afferma e si esalta .