StampaPeriodica ,
Benito
Mussolini
ha
lanciato
il
suo
"
tendenzialmente
repubblicano
,
"
un
avverbio
un
aggettivo
destinati
a
scompigliare
amici
e
nemici
,
alleati
e
sudditi.Il
piccolo
mondo
della
politica
italiana
è
,
per
questo
,
tutto
a
rumore
.
Ne
godono
,
a
lor
modo
,
i
sovversivi
,
ne
gioiscono
i
repubblicani
,
se
ne
scandalizzano
i
liberali
.
Solo
i
popolari
senza
dimostrare
le
eccessive
e
farisaiche
meraviglie
di
coloro
che
a
Mussolini
guardavano
,
ora
non
è
molto
,
fino
al
giorno
delle
elezioni
,
non
soltanto
come
al
liberatore
ma
come
all
'
unico
uomo
degno
di
guidare
l
'
Italia
armata
di
schede
elettorali
e
di
fasci
littorii
,
possono
in
tutta
coscienza
affermare
che
la
questione
non
li
tocca
.
Essi
non
hanno
pregiudiziali
monarchiche
,
né
sono
costretti
in
questa
circostanza
a
ricorrere
a
certe
comode
"
riserve
mentali
,
"
che
hanno
sempre
caratterizzato
il
giuramento
di
altre
persone
aderenti
a
ben
diversi
e
determinati
organismi
politici
.
Il
"
tendenzialmente
"
di
Mussolini
,
viene
ad
interrompere
così
molti
placidi
sonni
e
molte
gratuite
e
malamente
acquisite
certezze
.
La
consorteria
liberale
è
costretta
a
trangugiare
l
'
amara
pillola
per
timore
che
la
parte
che
racchiude
nel
pugno
la
forza
,
l
'
ardire
,
l
'
audacia
e
lo
spirito
di
combattività
si
allontani
nel
più
bello
dalle
trincee
,
abbandonando
ad
un
ritorno
offensivo
dei
rossi
,
non
soltanto
il
tricolore
,
ma
il
partito
liberale
e
gli
interessi
degli
agrari
di
tutta
l
'
Italia
.
Senza
questa
preoccupazione
,
francamente
,
non
si
comprenderebbe
davvero
l
'
atteggiamento
dei
liberali
italiani
,
monarchici
e
conservatori
,
di
fronte
all
'
audacia
spregiudicata
del
tendenzialmente
repubblicano
,
condottiero
dei
Fasci
Italiani
di
Combattimento
.
Lo
storico
politico
del
futuro
dirà
,
con
rigida
imparzialità
,
quanta
parte
avrà
avuta
in
questo
atteggiamento
dei
liberali
la
sorpresa
di
vedersi
giocati
proprio
da
colui
,
nel
quale
troppo
imprudentemente
essi
si
erano
così
entusiasticamente
fidati
.
StampaPeriodica ,
IL
BARBIERE
DEI
MANICHINI
.
Ho
conosciuto
il
barbiere
dei
manichini
.
Ho
scoperto
così
che
ai
manichini
di
cera
cresce
una
barba
triste
come
ai
morti
.
Il
barbiere
dei
manichini
,
all
'
ultimo
piano
dei
Grandi
Magazzini
Centrali
,
insapona
con
l
'
acqua
fredda
le
guance
glabre
dei
suoi
silenziosissimi
clienti
,
e
li
rade
con
sopraffini
rasoi
lavorando
con
una
incomprensibile
tenuità
di
polso
,
per
non
sgranare
in
nessun
punto
la
cerea
epidermide
.
Passa
le
sue
notti
così
,
sotto
una
luce
fredda
,
in
questo
silenziosissimo
«
salon
de
toilette
»
senza
specchi
,
dove
i
manichini
si
muovono
con
secchi
passi
di
legno
.
Vita
grama
,
piena
di
piccole
manie
e
di
segreti
incubi
.
Qualche
volta
,
per
dispetto
,
il
barbiere
pianta
negli
occhi
di
vetro
dei
manichini
il
pennello
insaponato
.
Egli
si
toglie
anche
ogni
settimana
il
gusto
,
negato
a
tutti
gli
altri
barbieri
,
di
segare
con
un
solo
colpo
di
rasoio
la
gola
a
un
cliente
.
Lascia
i
Grandi
Magazzini
Centrali
all
'
alba
,
quando
la
sua
clientela
ha
ripreso
posto
nella
mostra
.
Aspetta
,
innanzi
alle
vetrine
,
che
si
rialzino
le
saracinesche
per
godersi
il
primo
spettacolo
della
sua
sbarbatissima
umanità
di
cera
.
IL
SOGNO
.
I
manichini
sognano
.
Sognano
di
diventar
statue
,
in
mezzo
a
una
piazza
,
e
di
farsi
chiamare
«
monumenti
»
.
IL
POMPIERE
IMPAZZITO
.
Ho
sempre
pensato
alla
follia
da
cui
potrebbe
essere
preso
un
pompiere
,
per
il
desiderio
di
raggiungere
quella
tale
finestra
al
quinto
piano
,
orrida
di
fiamme
e
di
fumo
:
arrampicarsi
con
l
'
ascia
in
bocca
su
per
il
getto
verticale
e
gelido
dell
'
acqua
.
SONNO
.
Alle
volte
,
nella
notte
,
il
mare
trema
lievissimamente
.
Sssst
!
...
Sono
i
pesci
che
,
nel
sonno
,
si
voltano
dall
'
altra
parte
.
COMMEDIA
.
La
notte
,
i
cavalli
impennati
dei
monumenti
equestri
fanno
un
piccolo
sorriso
ai
nottambuli
abituali
,
per
dire
:
«
Ci
impenniamo
così
,
tanto
per
fare
!
»
.
L
'
OSSO
.
Quando
alle
statue
si
spezzano
le
braccia
,
il
loro
viso
cambia
espressione
,
e
per
un
attimo
dimostra
uno
stupore
profondissimo
.
Esse
cercano
l
'
osso
,
l
'
osso
spezzato
,
e
sono
meravigliatissime
di
scoprirsi
fatte
soltanto
d
'
una
gelida
bianca
carne
senza
scheletro
.
LETTERE
DEL
PAESE
DELLE
LAGRIME
.
Le
lettere
«
passate
a
copialettere
»
pare
che
ci
giungano
da
un
desolato
paese
dove
non
si
può
scrivere
una
lettera
senza
irrorare
di
lagrime
il
foglio
.
IL
FABBRO
POVERO
.
La
chiave
femmina
la
inventò
un
fabbro
povero
e
amante
della
musica
che
non
era
riuscito
mai
a
comprarsi
un
flauto
.
NAUFRAGIO
.
Il
silenzio
delle
sale
cinematografiche
,
quando
la
luce
si
riaccende
e
l
'
orchestra
tace
,
fa
pensare
al
silenzio
che
deve
regnare
nei
saloni
lussuosi
e
abbandonati
dei
transatlantici
che
affondano
.
Ogni
spettatore
ha
l
'
anima
segreta
di
un
naufrago
dimenticato
che
si
sente
andar
giù
,
giù
,
con
la
bella
spoglia
morta
della
nave
,
verso
le
profondità
sottomarine
,
e
non
ha
la
forza
di
correre
sopracoperta
a
cercare
l
'
anello
di
un
salvagente
o
a
far
gesti
di
appello
disperato
alle
scialuppe
che
si
allontanano
reggendosi
sulle
ali
scheletriche
degli
otto
remi
.
Non
aprite
le
porte
!
Potrebbe
affacciarvisi
,
senza
che
più
fosse
possibile
opporvi
riparo
,
il
fiotto
verde
e
immenso
delle
acque
marine
.
ATLETISMO
.
Per
quanto
sia
grande
il
nostro
dolore
per
la
sua
dipartita
pure
,
mentre
,
con
altri
amici
,
si
porta
in
spalla
il
feretro
del
caro
estinto
verso
l
'
imboccatura
nera
del
carro
,
non
si
può
a
meno
di
far
un
certo
esibizionismo
,
come
se
si
fosse
abituati
a
degli
esercizi
di
forza
,
quando
,
tra
la
gente
,
si
traversa
il
breve
tratto
dal
portone
fino
al
carro
.
STAMPA
INGLESE
.
Il
corno
inglese
si
vanta
della
sua
bella
voce
nasale
e
aristocratica
.
Esige
per
parlare
un
assoluto
silenzio
.
Altezzoso
,
parla
stando
a
sedere
,
mentre
gli
si
fa
circolo
attorno
,
in
piedi
.
Fa
lievi
gesti
con
la
mano
guantata
,
parlando
di
cacce
veloci
sotto
alberi
stillanti
di
pioggia
.
BALLO
MASCHERATO
.
In
certe
opere
le
arpe
non
suonano
.
Rimangono
in
fondo
all
'
orchestra
,
avvolte
nei
loro
mantelli
verdi
,
come
,
in
un
ballo
mascherato
,
gli
innamorati
in
incognito
chiusi
nei
loro
domino
pazzi
di
gelosia
,
incapaci
di
partecipare
alle
danze
,
mentre
la
loro
bella
si
fa
prendere
in
braccio
nell
'
ombra
dei
palchetti
,
e
rovesciare
coppe
di
«
champagne
»
nel
cavo
della
scollatura
.
LE
IMPERATRICI
IN
ESILIO
.
Le
arpe
,
imperatrici
in
esilio
,
parlano
,
tratto
tratto
,
del
loro
regno
perduto
.
Attorno
a
loro
si
fa
un
momento
di
silenzio
rassegnato
,
e
soltanto
i
contrabbassi
legittimisti
brontolano
un
piccolo
coro
di
approvazione
in
sordina
.
Le
arpe
levano
le
loro
teste
di
cigni
dorati
,
la
maestà
incoronata
dei
fusti
.
Piove
come
sui
funerali
poveri
.
Le
trombe
si
voltano
con
i
calici
a
terra
.
MISTERO
.
Nei
buchi
dei
clarinetti
è
entrato
qualche
cosa
che
non
si
riesce
a
far
uscire
benché
ci
si
soffi
dentro
da
secoli
.
StampaPeriodica ,
Noi
che
siamo
sorti
contro
la
Rivoluzione
,
ci
persuadiamo
sempre
più
che
BISOGNA
per
la
nostra
pace
onesta
di
domani
,
BISOGNA
fare
a
tutti
i
costi
la
nostra
Rivoluzione
...
Tutto
è
puzzolente
e
marcio
ormai
,
a
Roma
come
a
Bologna
.
I
vecchi
uomini
,
i
vecchi
partiti
,
i
vecchi
ceti
sociali
sono
diventati
il
letamaio
di
ogni
sorta
di
immondezze
.
A
Roma
un
Presidente
del
Consiglio
dopo
aver
tentato
di
assassinare
il
Paese
in
guerra
va
oggi
a
braccetto
con
Misiano
,
il
disertore
,
il
vigliacco
,
ed
apre
i
battenti
a
tutti
i
delinquenti
di
tutte
le
galere
...
Bisogna
andare
fino
in
fondo
nella
nostra
opera
risanatrice
.
Ognuno
deve
armarsi
e
decidersi
:
O
coi
bolscevichi
o
con
noi
!
La
guerra
civile
,
che
il
Governo
e
i
bolscevichi
hanno
voluto
nella
nostra
città
e
nella
nostra
provincia
,
NOI
L
'
ACCETTIAMO
E
LA
FAREMO
tutta
quanta
e
tutta
in
fondo
,
SENZA
QUARTIERE
E
SENZA
PIETA
.
Noi
abbiamo
domandato
un
governo
che
governi
e
poiché
questo
continua
a
tradire
e
a
tradirci
,
governeremo
noi
.
La
Comune
rivoluzionaria
la
faremo
noi
...
Popolo
di
Bologna
,
all
'
armi
!
StampaPeriodica ,
...
Ah
,
no
perdio
!
Altro
è
il
Fascismo
del
1919
altro
è
il
Fascismo
dell
'
ultima
ora
.
Altro
è
il
Fascismo
di
Mussolini
,
altro
è
il
Fascismo
di
coloro
che
dei
Fasci
si
sono
fatto
sgabello
magari
per
raggiungere
la
medaglietta
montecitoriale
.
E
costoro
sono
quelli
che
piangono
perché
il
gruppo
parlamentare
Fascista
non
interverrà
alla
Camera
,
alla
seduta
reale
,
a
fare
la
'
genuflessioncella
d
'
uso
con
la
faccia
lieta
,
e
senilmente
adulatoria
,
'
a
Vittorio
Emanuele
di
Savoia
.
Credevano
forse
costoro
che
Mussolini
avesse
rinnegato
tutto
il
suo
passato
?
Sciocchi
!
Mussolini
è
l
'
unico
vero
rivoluzionario
d
'
Italia
.
Se
fosse
rimasto
nel
partito
socialista
egli
sì
che
avrebbe
dopo
la
guerra
fatta
la
rivoluzione
.
Non
alla
moda
russa
si
intende
!
Ed
ora
pretenderebbero
gli
'
arrivati
'
del
Fascismo
di
imporsi
e
minacciano
lo
scisma
.
Ma
se
ne
vadano
dunque
;
ci
risparmieranno
la
fatica
di
cacciarli
...
StampaPeriodica ,
Le
strade
di
Roma
alla
prima
minaccia
avevano
cominciato
a
spopolarsi
:
poi
in
pochi
giorni
la
paura
s
'
era
fatta
generale
e
la
città
rapidamente
s
'
andava
vuotando
.
Invasi
da
quello
spavento
,
i
cittadini
d
'
ora
in
ora
avevan
preso
d
'
assalto
le
stazioni
ferroviarie
,
e
impadroniti
violentemente
dei
treni
erano
fuggiti
lontano
.
I
più
ricchi
avevan
rimpinzato
d
'
olio
e
benzina
le
loro
automobili
e
per
tutte
le
tredici
porte
dell
'
Urbe
se
n
'
erano
volati
via
tra
la
polvere
verso
i
punti
cardinali
più
remoti
.
Così
per
dieci
giorni
.
Poi
d
'
un
tratto
si
videro
le
stazioni
deserte
,
e
le
strade
intorno
a
Roma
non
impolverarono
che
i
carretti
i
quali
non
hanno
paura
di
niente
.
Oramai
non
c
'
era
più
nessuno
entro
la
città
.
A
custodirla
erano
rimasti
pochi
eroi
e
poche
eroine
.
Gli
eroi
verso
mezzogiorno
giravano
con
padronanza
le
vie
,
senza
giacca
,
lasciando
che
il
sole
frustasse
a
sangue
le
loro
camicie
di
seta
e
si
specchiasse
vanitosamente
nelle
fibbie
delle
loro
cinture
.
Incontrandosi
si
guardavano
da
un
marciapiede
all
'
altro
,
anche
senza
conoscersi
,
con
un
sorriso
d
'
orgoglio
.
Sapevano
che
il
loro
dominio
dal
Laterano
a
Monte
Mario
e
da
Valle
Giulia
a
San
Paolo
sarebbe
durato
indisturbato
e
indiscusso
almeno
due
mesi
.
Ma
le
eroine
non
uscivano
sotto
il
sole
.
Aspettavano
nelle
case
ciascuna
il
suo
eroe
per
asciugargli
il
sudore
e
stirare
le
sue
camicie
di
seta
.
Uscivano
soltanto
la
notte
,
e
dietro
le
spalle
del
compagno
amoreggiavano
a
sguardi
,
per
tenersi
in
esercizio
,
con
gli
occhi
dei
gatti
errabondi
.
Io
ero
nel
numero
di
quegli
eroi
,
che
non
avevano
fuggito
la
città
all
'
assalto
dell
'
estate
:
perciò
io
seguo
le
leggi
della
natura
,
e
amo
il
caldo
del
sole
l
'
estate
e
quello
della
stufa
d
'
inverno
.
L
'
eroina
eletta
ad
asciugare
i
miei
sudori
si
chiamava
Aminta
.
Questo
una
volta
era
un
nome
di
maschio
;
ma
il
padre
della
mia
donna
non
conosceva
la
storia
letteraria
,
e
diciotto
anni
prima
,
fidandosi
all
'
orecchio
,
aveva
imposto
quel
nome
alla
sua
figliola
neonata
.
Il
prete
che
l
'
aveva
battezzato
non
osò
avvertire
il
padre
dell
'
errore
innocente
.
Aminta
,
ai
primi
calori
di
quell
'
estate
,
sùbito
s
'
era
arresa
alle
eccellenti
ragioni
che
le
avevo
esposte
per
convincerla
che
dovevamo
rimanercene
a
Roma
invece
di
andare
ai
monti
od
al
mare
.
Così
trascorsero
dolcemente
i
primi
otto
giorni
della
canicola
.
Non
avevo
mai
sorpreso
sulla
bianca
fronte
di
Aminta
il
menomo
segno
di
pentimento
,
di
rimpianto
,
di
dispetto
,
o
di
desiderio
.
Perciò
fui
molto
maravigliato
,
al
mezzodì
del
nono
giorno
,
quando
,
rincasando
io
dalla
ronda
sui
lastrici
infocati
,
Aminta
,
dopo
una
festosa
accoglienza
,
mezzo
seduta
accanto
a
me
nel
profondo
divano
dello
studio
,
con
una
mano
sulla
mia
spalla
disse
tutt
'
a
un
tratto
:
«
Caro
,
dovresti
farmi
un
piccolo
regalo
,
dovresti
farmi
fare
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Mi
sentii
aggrottarsi
le
ciglia
.
Il
mio
calunnioso
animo
maschile
si
intorbidò
di
sospetto
.
La
guardai
scuro
:
«
Perché
,
Aminta
?
Che
ti
piglia
?
Non
stiamo
divinamente
bene
a
Roma
?
Non
ti
verrà
l
'
idea
che
ce
ne
andiamo
?
che
andiamo
ai
bagni
?
Oh
ti
avevo
tanto
bene
spiegato
che
...
»
.
«
No
,
no
»
,
m
'
interruppe
sorridendo
con
gli
occhi
,
la
fronte
,
la
bocca
e
tutta
la
persona
«
nemmeno
per
idea
.
Stiamo
tanto
bene
a
Roma
,
sì
.
Chi
si
sogna
di
andarsene
?
Vorrei
un
bel
costumino
da
bagno
,
così
per
avere
un
bel
costumino
da
bagno
.
»
«
E
poi
che
lo
avrai
?
»
«
Me
lo
metterò
.
»
«
Quando
?
»
«
Ogni
tanto
.
Un
po
'
tutti
i
giorni
.
»
«
E
poi
?
»
«
E
poi
dopo
un
po
'
me
lo
leverò
.
»
«
È
tutto
?
»
«
È
tutto
.
Te
lo
giuro
.
»
Era
tanto
limpida
che
il
sospetto
s
'
era
dileguato
dal
mio
animo
.
Tacqui
ancora
un
minuto
per
dare
maggiore
importanza
alle
parole
che
stavo
per
pronunciare
;
poi
decretai
:
«
E
allora
sta
bene
.
Sì
cara
.
Fatti
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Batté
le
mani
e
fece
un
gran
salto
per
allegrezza
,
baciò
teneramente
tutto
il
sudore
della
mia
faccia
per
gratitudine
.
I
giorni
appresso
ella
era
molto
occupata
.
Non
fui
ammesso
a
conoscere
i
segreti
delle
sue
ricerche
,
studi
,
tentativi
,
dubbi
e
risoluzioni
riguardo
la
costruzione
del
costume
da
bagno
.
Uscì
qualche
volta
da
sola
,
di
giorno
,
e
lunghe
ore
rimase
chiusa
nella
sua
camera
con
una
sarta
.
Non
permise
che
mai
ne
sapessi
nulla
:
volle
prepararmi
la
sorpresa
davanti
al
capolavoro
inaspettato
.
Il
suo
volto
,
a
tutte
le
ore
del
giorno
e
della
notte
,
era
pieno
di
felicità
.
Dono
qualche
giorno
,
preso
dai
miei
pensieri
virili
avevo
quasi
dimenticato
,
quel
giuoco
della
donna
.
Ma
la
mattina
del
mercoledì
,
quando
mi
fui
levato
la
giacca
per
uscire
,
Aminta
salutandomi
mi
disse
:
«
Tra
un
'
ora
,
quando
torni
,
è
pronto
»
.
«
Che
cosa
?
»
«
Oh
il
costume
da
bagno
.
»
«
Davvero
?
»
«
Sì
,
fa
'
presto
a
tornare
,
vedrai
è
venuto
una
meraviglia
.
»
Rincasando
,
dopo
meno
d
'
un
'
ora
,
un
'
ombra
di
sospetto
ancora
cercava
insinuarsi
in
me
:
«
Davvero
questa
storiella
del
costume
non
preluderà
a
una
campagna
per
farsi
condurre
al
mare
?
È
possibile
che
nella
testa
di
Aminta
alberghi
un
pensiero
con
doppio
fondo
?
che
lei
ordisca
un
gioco
tanto
complicato
?
»
Non
ero
del
tutto
sicuro
quando
apersi
la
porta
di
casa
.
Entrando
nello
studio
,
la
voce
sua
di
là
dall
'
uscio
della
camera
mi
gridò
:
«
Non
entrare
qua
.
Sono
pronta
.
Mettiti
a
sedere
sul
divano
»
.
«
Ecco
,
non
entro
.
Ecco
,
sono
seduto
sul
divano
.
»
Fissavo
l
'
uscio
della
camera
.
L
'
uscio
della
camera
si
aperse
,
nello
studio
entrò
una
gran
luce
,
in
mezzo
alla
luce
era
Aminta
.
Aminta
vestita
del
suo
costume
da
bagno
.
Il
cuore
mi
impallidì
.
Aminta
si
avanzò
.
Quella
luce
veniva
da
lei
.
Era
tutta
la
luce
dei
cieli
,
e
si
avanzava
con
lei
.
Io
non
mi
mossi
,
tremavo
in
una
estasi
.
Aminta
si
fermò
in
mezzo
alla
stanza
.
Era
davvero
meravigliosa
.
Giù
dalla
gola
la
seta
colore
di
rosa
pallida
si
tendeva
a
modellare
il
seno
e
la
curva
del
torso
:
si
stringeva
intorno
ai
fianchi
in
una
cintura
di
minutissime
pieghe
,
sbocciava
in
un
gonnellino
breve
,
che
non
osava
più
toccare
la
carne
,
e
all
'
orlo
increspato
tremava
di
suggezione
.
Sul
roseo
di
quel
gonnellino
un
gran
fregio
girava
,
di
triangoli
acuti
colore
dello
smeraldo
.
Aminta
era
in
piedi
in
mezzo
alla
stanza
:
il
rosa
,
nella
luce
che
pioveva
giù
dagli
occhi
di
Aminta
,
cangiava
di
minuto
in
minuto
in
mille
riflessi
di
madreperla
:
il
verde
del
fregio
pareva
un
volto
di
cetonie
dorate
traverso
un
tramonto
.
Il
candore
delle
braccia
e
delle
gambe
in
mezzo
a
quell
'
effluvio
di
colori
teneri
impallidiva
.
I
piedi
scomparivano
in
due
scarpette
di
raso
verde
.
Ora
Aminta
rideva
di
allegrezza
con
tutte
le
carni
morbide
,
con
tutto
il
costume
verde
e
rosato
:
rideva
e
si
scrollava
come
una
pianta
nel
giardino
;
e
la
stanza
era
piena
di
profumo
di
paradiso
.
Io
non
avevo
il
coraggio
di
muovermi
.
Aminta
era
felice
d
'
essere
viva
.
Con
un
riso
di
campanelli
d
'
argento
,
che
uscì
dalla
finestra
e
andò
a
correre
via
per
il
cielo
,
Aminta
si
buttò
a
sedere
sul
tappeto
in
mezzo
alla
stanza
,
con
le
braccia
indietro
e
le
gambe
bianche
ripiegate
,
il
torso
riverso
e
teso
come
offrendosi
a
Dio
.
Riabbassò
lo
sguardo
su
me
,
che
non
mi
ero
più
mosso
e
mi
tenevo
con
le
mani
il
cuore
:
allo
spettacolo
della
mia
commozione
s
'
intenerì
di
gratitudine
.
Me
le
accostai
con
tremore
.
Sedei
sul
tappeto
quasi
al
suo
fianco
,
e
piano
le
presi
una
mano
.
La
accarezzai
tutta
con
uno
sguardo
,
poi
timidamente
toccai
con
la
fronte
il
rosa
pallido
della
sua
seta
.
Aminta
aveva
gli
occhi
pieni
di
sorrisi
,
ora
quasi
lacrimava
per
la
tenerezza
.
Cercava
con
gli
occhi
qualche
cosa
da
dirmi
.
E
la
voce
le
tremava
dicendo
:
«
Vedi
che
è
bello
,
senza
bisogno
di
andare
al
mare
?
»
Sentii
tutta
la
sua
anima
ingenua
appoggiarsi
a
me
.
Fui
pieno
d
'
amore
.
Anch
'
io
ora
cercavo
qualche
cosa
di
semplice
da
dirle
.
Con
una
guancia
adagiata
sul
suo
braccio
fresco
,
bisbigliai
:
«
La
modestia
dei
tuoi
desideri
merita
un
premio
»
.
Allora
lei
si
sciolse
e
di
nuovo
rise
allegramente
.
Ma
poiché
non
la
seguivo
in
quel
riso
,
lo
interruppe
e
mi
guardò
come
aspettando
.
Qualche
cosa
fremé
nell
'
aria
e
venne
a
toccarmi
.
Vidi
anche
lei
sentire
qualche
cosa
nell
'
aria
.
E
sùbito
rabbrividì
nelle
spalle
,
e
diceva
:
«
Che
cos
'
é
?
Com
'
è
bello
!
»
Tutta
l
'
aria
della
stanza
fu
corsa
da
una
specie
d
'
alito
leggero
,
che
sùbito
scomparve
.
Poi
per
tutto
intorno
vidi
un
tremolìo
di
luce
;
anch
'
esso
passò
davanti
ai
miei
occhi
,
poi
davanti
agli
occhi
di
Aminta
,
e
fuggì
via
.
«
Come
si
sta
bene
!
»
mormorava
Aminta
.
Era
seduta
presso
l
'
orlo
del
tappeto
,
e
io
un
poco
più
dietro
,
quasi
alle
sue
spalle
.
Un
murmure
dolce
e
strano
arrivò
fino
a
noi
,
si
spense
ai
piedi
di
lei
.
Vidi
che
ella
tendeva
l
'
orecchio
.
Il
suolo
mormorò
ancora
,
mentre
tutte
le
cose
della
stanza
sfumavano
ai
nostri
occhi
in
una
nebbia
chiara
,
corsa
d
'
ombre
azzurre
e
di
luci
d
'
argento
.
Frattanto
i
mormorii
del
suolo
s
'
erano
fatti
regolari
e
frequenti
,
venivano
di
lontano
,
frusciavano
appressando
,
morivano
tutti
ai
suoi
piedi
.
Poi
divennero
più
lunghi
:
uno
,
così
accostandosi
,
parve
stendersi
;
e
tutt
'
a
un
tratto
lei
dette
un
grido
acuto
e
ritirò
il
piede
di
scatto
:
«
Guarda
,
guarda
»
,
gridò
.
Guardai
.
La
scarpetta
verde
era
bagnata
,
e
il
piede
anche
,
fino
alla
caviglia
.
«
E
ancora
,
ancora
...
»
Il
fiotto
cresceva
:
ora
continuo
il
rumore
delle
piccole
onde
arrivava
a
battere
il
margine
del
tappeto
,
e
tutte
si
spingevano
contro
i
suoi
piedi
,
lungo
le
sue
gambe
.
Ella
senza
paura
si
piegò
in
avanti
,
tuffò
le
mani
in
quei
flutti
,
le
rialzò
stillanti
acqua
:
«
Il
mare
,
il
mare
»
.
La
nebbia
argentea
e
azzurra
tutt
'
intorno
s
'
era
riempita
di
luce
:
il
tappeto
ardeva
come
le
sabbie
:
Aminta
si
buttò
stesa
col
seno
giù
fuori
del
margine
,
si
rialzò
,
la
seta
bagnata
si
modellava
sul
suo
petto
,
vi
sollevava
le
piccole
punte
.
Io
estatico
guardavo
lei
,
ascoltavo
il
mare
che
era
venuto
a
trovarci
.
Improvviso
un
'
onda
più
lunga
mi
raggiunse
,
sentii
salirmi
l
'
acqua
su
per
i
polpacci
.
Saltai
in
piedi
spaventato
:
«
Aminta
,
è
meglio
che
vada
anch
'
io
a
mettermi
un
costume
»
.
«
Sì
»
,
grida
lei
«
ce
n
'
è
uno
nel
tuo
cassettone
,
in
basso
;
ma
fa
'
presto
.
»
Ed
eravamo
tutti
e
due
molto
felici
.
StampaPeriodica ,
La
non
unanime
adesione
da
parte
nostra
al
patto
di
Roma
,
l
'
apparente
indisciplina
di
alcuni
fasci
di
combattimento
,
le
discussioni
e
le
dispute
tra
Duce
e
gregari
,
danno
a
chi
ci
conosce
superficialmente
o
non
ci
conosce
affatto
la
sensazione
che
il
fascismo
si
avvii
verso
lo
sfasciamento
...
Ma
la
realtà
è
ben
diversa
,
la
mentalità
pussista
,
adusata
alle
scomuniche
del
direttorio
socialista
e
plasmata
in
modo
da
flettere
e
schiena
e
ginocchia
all
'
ipse
dixit
della
suprema
autorità
del
partito
non
può
comprendere
la
nostra
indipendenza
spirituale
,
non
può
capire
come
i
gregari
sappiano
opporsi
al
Duce
...
Infatti
quale
è
la
ragione
vera
per
cui
non
in
tutti
i
centri
fascisti
è
stato
accettato
con
perfetta
obbedienza
il
patto
di
Roma
?
Anzitutto
la
generale
convinzione
da
parte
nostra
che
i
socialisti
non
sono
mutati
da
quello
che
erano
ieri
...
Probabilmente
i
motivi
che
hanno
indotto
Mussolini
a
firmare
la
pace
non
sono
a
tutti
noti
e
forse
,
per
alquanto
tempo
,
non
lo
saranno
...
Ma
indubitato
è
questo
,
per
tutti
indistintamente
:
che
Mussolini
...
ha
ceduto
all
'
imperativo
della
sua
nobile
,
diritta
e
fiera
coscienza
,
ispirando
la
sua
azione
a
queste
due
supreme
idealità
:
rendere
ancora
un
servizio
alla
grande
madre
dolorante
per
gli
eccidi
...
e
richiamare
il
fascismo
alla
funzione
normale
di
un
movimento
che
ha
ricorso
alla
violenza
come
ad
un
mezzo
doloroso
per
quanto
necessario
,
mai
elevandolo
a
natura
ed
altezza
di
fine
...
I
compiti
che
le
cose
affidano
al
nostro
movimento
sono
molteplici
...
Per
il
presente
e
per
l
'
avvenire
,
per
l
'
Italia
e
per
le
sue
fortune
,
fascisti
a
noi
!
A
noi
contro
il
nemico
di
ieri
e
di
domani
!
StampaPeriodica ,
Il
principale
appunto
che
gli
esponenti
della
vecchia
ed
illuministica
mentalità
massonico
-
liberale
,
muovono
al
Fascismo
è
quello
di
livellare
soverchiamente
le
varie
personalità
,
di
sopprimere
,
in
una
parola
,
l
'
individuo
a
vantaggio
dell
'
unità
dello
Stato
.
Questo
rimprovero
dimostra
ad
abundantiam
come
tali
oppositori
siano
destinati
a
non
comprendere
assolutamente
nulla
di
ciò
che
forma
l
'
essenza
del
Fascismo
.
La
loro
posizione
intellettualistica
li
costringe
a
non
vedere
più
in
là
dell
'
individuo
come
puro
individuo
,
astratto
,
fuori
dello
Stato
,
anzi
,
contrapposto
allo
Stato
stesso
;
e
l
'
unità
di
esso
Stato
necessariamente
appare
ad
essi
come
unità
indifferenziata
,
astratta
,
tale
da
non
ammettere
in
sé
alcuna
distinzione
.
Ma
è
noto
a
chiunque
del
Fascismo
abbia
seguito
gli
sviluppi
,
non
limitando
la
propria
osservazione
alla
superficie
,
ma
vivendo
profondamente
,
nella
sua
intimità
spirituale
,
questo
nostro
grande
movimento
,
è
noto
che
esso
non
annulla
l
'
individuo
ma
anzi
gli
dà
la
sua
vera
vita
,
nel
tutto
nazionale
,
statale
,
fuori
del
quale
esso
individuo
non
esiste
,
né
può
avere
vita
.
E
lo
Stato
,
d
'
altra
parte
,
nell
'
individuo
trova
la
sua
vita
,
la
sua
attuazione
:
per
esistere
veramente
,
esso
,
con
tutti
i
suoi
problemi
e
le
sue
esigenze
,
deve
vivere
nell
'
intimo
dell
'
individuo
.
Nulla
sfugge
e
si
contrappone
assolutamente
allo
Stato
fascista
,
Stato
totalitario
per
eccellenza
,
in
cui
una
separazione
fra
teoria
e
pratica
,
fra
pensiero
e
azione
è
impossibile
.
Queste
fondamentali
premesse
del
Fascismo
se
sfuggono
ai
summenzionati
adoratori
dell
'
individuo
astratto
,
sfuggono
anche
,
ci
sembra
,
a
coloro
che
oggi
,
speriamo
in
buona
fede
,
vorrebbero
fare
del
Fascismo
una
specie
di
catechismo
da
accettarsi
,
così
,
dommaticamente
,
esteriormente
,
bell
'
e
fatto
e
conchiuso
in
sé
,
senza
più
vita
,
ridotto
a
qualcosa
di
statico
,
di
morto
.
Il
Fascismo
invece
non
è
una
dottrina
definitiva
,
dommatica
,
ma
è
essenzialmente
vita
spirituale
,
sviluppo
.
È
falso
che
il
Fascismo
tenda
a
legare
la
libera
attività
dell
'
individuo
(
che
,
però
,
si
deve
intendere
sempre
nel
tutto
statale
)
:
egli
non
può
né
vuole
aver
pensato
una
volta
tanto
per
tutti
ma
esige
che
ognuno
ricrei
in
sé
stesso
i
suoi
problemi
,
li
sviluppi
,
li
risolva
.
Premesso
ciò
è
chiaro
il
dovere
della
gioventù
fascista
:
non
accettare
passivamente
le
idee
del
Fascismo
ma
meditarle
,
viverle
,
convincersene
sempre
più
,
sinceramente
,
nell
'
intimo
della
propria
coscienza
.
Possiamo
agire
e
sacrificarci
per
un
'
idea
allora
,
soltanto
che
questa
idea
la
abbiamo
rivissuta
in
noi
,
l
'
abbiamo
fatta
più
nostra
del
nostro
sangue
e
della
nostra
carne
.
Ciò
che
non
ha
alla
base
una
convinzione
formatasi
nella
più
intima
coscienza
,
è
costruito
sulla
sabbia
e
destinato
ben
presto
a
perire
.
E
perciò
l
'
opera
di
coloro
che
tendono
a
fare
del
Fascismo
un
canone
formalistico
e
superficiale
,
a
scapito
della
sua
intimità
e
della
sua
vita
attiva
,
è
opera
deleteria
,
antifascista
.
Purtroppo
questa
tendenza
ad
accettare
supinamente
la
lettera
del
Fascismo
senza
riuscire
a
coglierne
lo
spirito
è
abbastanza
diffusa
,
dovunque
:
e
varie
volte
il
Duce
ha
dovuto
bollare
sdegnosamente
certi
relatori
di
un
'
ortodossia
tutta
esteriore
,
i
quali
di
fascista
il
più
delle
volte
non
hanno
che
la
tessera
.
Senza
contare
poi
che
la
maggioranza
di
tali
relatori
,
pronti
a
gridare
allo
scandalo
e
all
'
eresia
se
qualcuno
accenni
ad
esprimere
un
parere
leggermente
diverso
da
quello
del
gerarca
di
Roccacannuccia
di
sopra
,
sono
proprio
quelli
che
nel
Fascismo
si
son
rifugiati
all
'
ultimo
momento
,
assaliti
da
stranissime
e
troppo
tempestive
crisi
di
coscienza
.
Oh
,
la
noiosissima
e
pedantesca
genia
dei
neofiti
ipocriti
!
Ma
quel
che
è
peggio
,
è
il
fatto
che
molti
,
troppi
,
dei
nostri
giovani
sono
rimasti
infetti
da
questa
tabe
:
troppi
studenti
universitari
hanno
messo
un
robusto
lucchetto
alla
propria
scatola
cranica
,
beatamente
sicuri
che
per
essere
buoni
fascisti
basti
non
mancare
alle
varie
cerimonie
e
pagare
regolarmente
i
canoni
del
Partito
.
Per
il
resto
,
abulia
assoluta
:
le
Università
pullulano
ancora
di
quei
tali
studenti
cui
S
.
E
.
Turati
minacciò
una
serqua
di
sacrosantissimi
calci
.
In
una
rivista
destinata
agli
Universitari
certe
verità
,
anche
poco
simpatiche
non
si
devono
tacere
:
i
problemi
che
il
Fascismo
agita
e
che
devono
essere
meditati
e
sviscerati
,
per
troppa
gente
sono
ancora
lettera
morta
.
Il
difetto
capitale
è
questo
:
non
s
'
è
ancora
bene
compreso
che
Fascismo
vuol
dire
essenzialmente
serietà
e
sincerità
,
vuol
dire
opera
attiva
,
disinteressata
,
ognuno
al
proprio
posto
,
coscienziosamente
,
come
il
Duce
meravigliosamente
insegna
col
suo
esempio
.
Ed
è
veramente
doloroso
che
tale
rimprovero
di
poca
serietà
purtroppo
debba
così
spesso
essere
rivolto
proprio
alla
così
detta
classe
intellettuale
,
universitaria
destinata
domani
a
dirigere
la
vita
nazionale
.
Questo
disinteressamento
sempre
maggiore
della
gioventù
per
i
più
importanti
problemi
dello
spirito
,
per
la
scienza
e
per
l
'
arte
non
è
invero
soltanto
malattia
italiana
:
la
peste
pragmatistica
d
'
oltre
Atlantico
sta
vigilando
in
tutta
Europa
e
perciò
anche
da
noi
se
ne
risentono
le
conseguenze
.
Ma
a
questa
tendenza
reagisce
il
Fascismo
il
quale
,
ripetiamo
,
non
è
un
avversario
della
vita
spirituale
,
della
libera
attività
dell
'
individuo
che
pensa
e
agisce
,
ma
anzi
ne
è
il
più
schietto
e
genuino
esaltatore
.
E
la
serietà
che
il
Fascismo
esige
non
è
serietà
esteriore
,
apparente
ma
è
quella
intima
serietà
,
quella
dirittura
morale
che
non
tollera
compromessi
fra
teoria
e
pratica
,
la
serietà
degli
spiriti
pensosi
e
pronti
all
'
azione
.
Ecco
in
conclusione
il
dovere
della
gioventù
fascista
:
render
sempre
più
seria
la
propria
attività
,
collaborare
coscienziosamente
all
'
opera
del
Fascismo
,
vivendo
,
discutendo
,
risolvendo
,
i
suoi
problemi
,
aumentando
sempre
più
il
proprio
patrimonio
spirituale
per
poter
così
essere
sempre
più
utili
alla
Patria
.
Bisogna
fissarsi
bene
in
testa
che
l
'
Italia
non
occuperà
mai
il
posto
che
le
spetta
di
fronte
alle
altre
nazioni
se
i
suoi
cittadini
non
la
renderanno
degna
con
la
loro
opera
ininterrotta
ed
efficace
.
Ma
non
dimentichiamo
che
opera
efficace
è
soltanto
quella
che
scaturisce
da
un
travaglio
spirituale
profondo
e
sincero
,
dalla
coscienza
sicura
del
proprio
dovere
e
della
ferma
volontà
di
seguirlo
completamente
,
a
qualunque
costo
.
E
allora
comprenderemo
facilmente
come
gli
inetti
,
lo
studente
ignorante
,
il
professionista
incapace
e
così
via
,
siano
i
peggiori
antifascisti
anche
se
forniti
abbondantemente
di
tessere
e
di
distintivi
.
StampaPeriodica ,
Con
grande
sorpresa
gli
italiani
appresero
,
ai
primi
di
luglio
,
che
Mussolini
e
Turati
si
stessero
abbracciando
!
E
come
mai
?
Perché
?
Ma
se
,
nel
mentre
in
prima
pagina
i
giornali
raccontavano
gli
abbracci
,
le
altre
erano
piene
di
racconti
di
nuove
aggressioni
proditorie
esercitate
per
parte
di
socialisti
e
di
comunisti
,
fratelli
Siamesi
,
in
danno
di
fascisti
!
Ma
se
,
il
giorno
istesso
degli
abbracci
,
l
'
Avanti
!
con
bella
insolenza
,
respingeva
ogni
amorevole
contatto
!
È
Mussolini
sempre
compos
suis
?
Non
conosce
le
trappole
del
collega
sornione
?
Si
ostina
egli
ad
allungare
la
serie
delle
sue
gaffes
?
Ma
,
allora
,
chi
gliele
sta
facendo
fare
?
Non
vede
egli
che
risultati
seguono
dalle
sue
improntitudini
?
Queste
erano
le
meraviglie
alle
quali
assistevamo
,
questi
i
quesiti
che
gli
italiani
si
ponevano
.
Da
allora
sono
passati
alcuni
giorni
;
bolcevismo
e
nittismo
sono
risorti
,
sfacciati
come
nel
1919;
ed
è
ora
di
parlare
chiaro
,
ma
chiaro
assai
.
È
troppo
preziosa
per
il
rinascimento
morale
ed
economico
del
paese
l
'
opera
dei
Fasci
perché
non
meriti
esame
ogni
attentato
disgregatore
della
loro
compagine
,
o
deviatore
della
loro
funzione
nazionale
.
È
gioventù
troppo
bella
quella
che
sotto
questa
bandiera
riuscì
a
riunirsi
perché
sia
acconsentito
di
assistere
impassibile
alla
delusione
da
cui
sarà
colta
dopo
di
essere
stata
traviata
.
È
anche
figura
di
combattente
troppo
bella
quella
dello
stesso
Mussolini
per
tollerare
che
la
sfruttino
i
compari
della
plutocrazia
demagogica
ed
i
parassiti
del
proletariato
.
È
dovere
di
segnalare
a
fascisti
e
a
Mussolini
lo
sfruttamento
di
cui
sono
oggetto
,
la
ingenuità
con
la
quale
ne
restano
vittime
,
e
lo
scredito
che
li
attende
,
scredito
che
li
ridurrà
a
spauracchi
,
rivestiti
di
stracci
,
che
non
sbarreranno
più
la
via
agli
astuti
imbroglioni
della
banca
giudaica
,
ai
pescicani
industriali
in
procinto
di
fallire
ed
agli
operai
fannulloni
e
viziati
che
tutti
fanno
a
combutta
per
spogliare
a
mezzo
del
Governo
,
delle
sue
imprese
,
dei
suoi
contratti
e
favori
,
coloro
che
del
proprio
lavoro
e
talento
,
e
dell
'
uso
dei
propri
risparmi
,
traggono
onesto
sostentamento
.
...
Il
primo
effetto
della
gaffe
di
Mussolini
fu
dunque
quella
di
far
uscire
di
nuovo
dalle
loro
tane
le
bande
dei
pregiudicati
,
dei
ladri
,
degli
accoltellatori
,
che
formano
l
'
esercito
bolcevico
.
Il
secondo
effetto
della
gaffe
fu
quello
di
tornare
a
porre
a
repentaglio
l
'
unione
fascista
.
Fu
impossibile
ai
principali
Fasci
locali
di
seguire
colui
che
vorrebbe
esserne
il
duce
generale
.
E
con
ragione
.
Non
sono
essi
sotto
l
'
influenza
della
plutocrazia
demagogica
sionista
,
e
se
questa
può
far
fare
delle
gaffes
al
Mussolini
,
essa
non
può
ottenere
che
i
Fasci
non
si
rendano
conto
delle
gaffes
e
si
comportino
come
fanno
le
masse
pecorine
del
proletariato
!
Queste
non
ragionano
,
perché
sono
gregge
incolto
,
stimolato
da
istinto
di
rapina
.
Si
promette
loro
del
bottino
e
seguono
il
ciarlatano
!
I
fascisti
,
invece
,
sono
gioventù
borghese
.
Hanno
spirito
critico
.
Non
lavorano
per
la
pancia
,
ma
per
un
ideale
.
Non
cercano
preda
,
ma
vogliono
la
grandezza
della
Patria
.
Possono
errare
nell
'
accogliere
una
teoria
;
le
teorie
sono
modelli
mentali
per
l
'
accasellamento
dei
fatti
e
perciò
ognora
mutevoli
;
ma
non
possono
cambiare
i
sentimenti
e
da
nobili
diventare
vili
,
da
generosi
egocentrici
,
da
patriottici
socialistici
.
...
Passiamo
adesso
per
un
momento
all
'
esame
della
situazione
della
plutocrazia
demagogica
e
vedremo
come
il
suo
interesse
collima
con
quello
socialista
.
E
per
non
stare
sulle
generali
,
procediamo
per
via
di
esempii
.
È
fallita
l
'
ulva
.
Di
chi
il
danno
?
Degli
azionisti
!
Ma
chi
sono
?
Credete
che
siano
il
pubblico
?
Manco
per
sogno
!
Nel
pubblico
c
'
è
poca
roba
.
...
Ma
,
si
dirà
,
va
bene
per
l
'
ulva
,
è
un
caso
speciale
,
tanto
più
che
il
Governo
le
tolse
150
milioni
di
sopra
-
profitti
di
guerra
,
che
ora
si
vede
dove
stessero
!
No
,
Mussolini
mio
,
l
'
istessa
storia
la
vedrai
con
Ansaldo
.
Vedrai
che
pace
e
che
amore
ti
offriranno
i
vari
Modigliani
,
Treves
,
mentre
per
la
platea
fingeranno
clamorosa
guerra
.
Vedrai
che
bocche
,
atteggiate
a
culo
di
gallina
,
ti
faranno
i
vari
Della
Torre
e
gli
altri
fratelli
in
Sion
e
Oriente
.
Perché
la
cosa
è
questa
.
Se
quei
ragazzi
che
ti
si
schierano
attorno
sapessero
capire
altrettanto
bene
quanto
sanno
sentire
rettamente
,
se
l
'
intelligenza
avessero
fine
e
la
cultura
soda
quanto
hanno
il
cuore
puro
e
ricco
di
note
,
l
'
Italia
non
fallirebbe
,
l
'
Italia
non
sarebbe
presa
dallo
straniero
a
pedate
,
l
'
Italia
non
sarebbe
sfruttata
,
oltre
le
sue
forze
,
oltre
il
suo
enorme
coraggio
,
oltre
la
impareggiabile
sua
probità
e
laboriosità
,
dalla
canaglia
bolcevica
,
dai
sornioni
socialisti
e
dal
farabuttismo
plutocratico
.
Ma
,
il
primo
a
non
capire
,
sei
te
,
Mussolini
!
StampaPeriodica ,
Quando
alle
pure
parole
di
«
cultura
»
,
«
intellettuale
»
,
«
scienza
»
,
«
arte
»
Si
aggiunge
l
'
aggettivo
impegnante
di
«
fascista
»
spesso
,
per
non
dire
quasi
sempre
,
fiorisce
sulle
labbra
dell
'
ascoltatore
scaltrito
di
ogni
più
esperta
coltura
un
sorriso
di
compatimento
se
non
proprio
di
disprezzo
;
tantoché
ancora
oggi
intellettuale
fascista
è
per
moltissimi
sinonimo
di
facilone
,
di
superficiale
,
di
arruffone
,
o
di
ingenuo
in
buona
fede
.
Perché
capita
agli
intellettuali
fascisti
questa
sorte
poco
benigna
?
Si
usa
dire
con
una
corrente
formula
che
la
coltura
in
quanto
tale
è
disinteressata
e
vergine
,
di
ogni
politico
e
pratico
contatto
;
e
che
non
si
può
sotto
pena
di
vanificare
il
sostantivo
,
valersi
dell
'
aggettivo
.
Si
usa
dire
troppo
di
frequente
anche
da
molti
uomini
forniti
di
distintivo
,
che
il
Fascismo
è
anticultura
,
che
il
Fascismo
non
ha
bisogno
di
idee
,
che
gli
intellettuali
sono
in
quanto
intellettuali
tutti
per
lo
meno
sospetti
di
antifascismo
,
e
che
ogni
preoccupazione
a
questo
riguardo
è
inutile
perché
il
vero
fascista
non
deve
navigare
nel
nebuloso
cielo
della
teoria
che
non
serve
a
nulla
.
Molti
poi
,
che
sono
fascisti
anche
di
limpida
fede
,
usano
tacere
la
loro
qualità
di
fascisti
quando
agitano
problemi
culturali
o
peggio
la
dimenticano
nella
loro
vita
intellettuale
anche
se
poi
la
ricordano
in
parole
vane
e
sonore
.
Io
voglio
dire
alcune
semplici
parole
da
studente
universitario
ai
miei
colleghi
studenti
universitari
,
parole
che
le
osservazioni
che
mi
son
venuto
formando
nel
considerare
un
po
'
l
'
ambiente
nostro
mi
spingono
a
dire
.
È
vero
che
la
cultura
è
pura
e
che
cioè
nella
sua
libera
consapevolezza
non
può
essere
pavesata
di
drappi
e
di
fiamme
nere
e
tricolori
,
ma
è
anche
vero
che
quella
cultura
,
se
è
fatta
e
attuata
da
uomini
che
sono
intimamente
fascisti
,
sarà
necessariamente
significativa
del
fascismo
:
anzi
contro
quella
torbida
vena
di
improvvisazione
e
di
enfasi
è
bene
riaffermare
,
secondo
l
'
esempio
di
parole
che
sono
a
noi
care
per
la
voce
che
le
ha
pronunciate
,
che
anche
nel
contrasto
culturale
il
Fascismo
deve
affermarsi
sopra
tutto
come
serietà
e
come
chiara
coscienza
,
senza
confusioni
e
senza
leggerezze
.
Non
è
necessario
per
chi
sia
nel
fascismo
con
tutta
la
sua
sincerità
spirituale
abbandonarsi
,
al
termine
di
ogni
indagine
,
a
rettoriche
gonfiezze
e
a
sforzature
falsamente
patriottiche
e
ridicolosamente
regimistiche
.
Quando
S
.
E
.
Bottai
ha
con
parola
severa
e
con
acume
di
studioso
veramente
fascista
,
tenuto
a
noi
studenti
quella
lucida
lezione
di
diritto
corporativo
,
io
ho
pensato
che
se
tanto
si
parla
di
stile
fascista
,
stile
fascista
è
quello
che
segna
la
linea
del
pensiero
di
S
.
E
.
Bottai
e
che
significa
ammonimento
a
parlare
solo
di
quello
che
si
è
veramente
pensato
e
capito
:
studiare
,
pensare
,
scrivere
perché
il
Fascismo
si
valga
del
nostro
lavoro
e
non
pretendere
che
il
nostro
lavoro
si
valga
del
Fascismo
per
farsi
stimare
quello
che
non
è
.
Se
tutti
i
fascisti
che
lavorano
a
dissodare
le
terre
della
cultura
non
avranno
ritegno
né
estrinseco
né
interiore
a
sentirsi
nella
temperie
del
fascismo
,
e
se
tutti
quelli
,
che
pur
essendo
fascisti
di
provata
fede
non
sono
preparati
per
una
serietà
di
pensiero
si
ritireranno
in
uffici
più
adatti
,
non
ci
sarà
più
nessun
rispetto
umano
che
terrà
lontano
un
intellettuale
dal
sentirsi
intellettuale
fascista
...
Non
vogliamo
riagitare
la
questione
che
ha
infierito
su
Riviste
e
Giornali
non
molto
tempo
fa
a
proposito
del
clima
spirituale
del
Regime
,
della
possibilità
e
del
valore
di
un
'
arte
fascista
e
di
una
cultura
fascista
.
Ma
è
certo
che
se
esiste
il
Fascismo
come
un
motivo
storico
che
si
sta
svolgendo
,
noi
che
siamo
nel
Fascismo
e
che
anzi
siamo
,
tutti
quanti
,
il
fascismo
,
pensando
,
scrivendo
,
non
potremo
fare
a
meno
di
creare
una
cultura
che
sia
del
Fascismo
espressione
.
Ma
occorre
però
che
noi
,
che
bene
o
male
studiamo
e
che
siamo
fascisti
tesserati
,
non
ci
limitiamo
alla
esteriore
accettazione
del
regime
,
e
alla
tessera
,
ma
che
ne
sentiamo
come
interiori
le
necessità
culturali
,
e
che
abbiamo
l
'
orgoglio
intellettuale
oltre
che
sentimentale
di
essere
fascisti
.
Non
è
necessario
perciò
scalmanarsi
in
feroci
esclusioni
e
in
entusiastiche
e
vociferanti
esaltazioni
;
non
è
necessario
per
esempio
dire
che
la
cultura
fascista
non
può
essere
che
futurista
e
soltanto
futurista
,
come
non
è
necessario
dire
che
non
può
essere
che
nazionalista
e
soltanto
nazionalista
.
In
quanto
il
fascismo
è
il
fascismo
e
non
il
futurismo
o
nazionalismo
,
bisogna
avvertire
che
la
nuova
cultura
non
può
irrigidirsi
su
questi
schemi
che
sono
stati
completati
,
trasformati
,
arricchiti
e
che
debbono
tutt
'
al
più
restare
solo
con
valore
di
particolari
e
legittime
preferenze
.
Mi
pare
che
occorra
innanzitutto
agire
,
lavorare
,
e
che
poi
sarà
facile
e
gradita
opera
andare
rintracciando
in
quanto
sarà
stato
raggiunto
questo
spunto
più
insistente
o
questo
colore
più
acceso
:
una
cosa
sola
è
necessaria
in
questa
nostra
fatica
che
si
svolge
come
fatica
idealmente
vibrante
nella
nostra
storia
fascista
,
e
questa
cosa
necessaria
si
chiama
tradizione
italiana
.
Tradizione
italiana
che
non
dev
'
essere
schematizzazione
,
non
deve
essere
passiva
accettazione
,
ma
dev
'
essere
ampiezza
di
orizzonti
e
spregiudicatezza
assoluta
senza
quei
timori
che
solo
la
fede
malcerta
ispira
:
tradizione
italiana
che
deve
farsi
tale
proprio
nel
contrasto
con
le
altre
tradizioni
nazionali
e
con
le
altre
culture
delle
quali
bisogna
tener
conto
perché
non
si
possa
all
'
estero
rimproverare
come
sempre
si
è
fatto
,
che
gli
italiani
non
hanno
più
raggiunto
il
livello
culturale
europeo
.
Queste
parole
io
dico
come
segno
di
una
mia
esigenza
e
come
invito
a
me
e
ai
miei
colleghi
,
non
come
disconoscimento
,
ma
come
affermazione
di
quello
che
sin
'
ora
è
stato
fatto
dai
maggiori
di
noi
.
StampaPeriodica ,
I
fascisti
dell
'
Emilia
e
della
Romagna
si
sono
recati
a
Ravenna
con
una
marcia
di
tre
giorni
per
giungere
alla
tomba
del
Poeta
coi
segni
di
una
rude
e
nobile
stanchezza
di
fanti
.
Fu
questo
un
pellegrinaggio
di
fede
simile
a
quello
dei
veri
e
proprii
pellegrini
che
a
grandi
tappe
attraversavano
i
continenti
per
prosternarsi
e
santificarsi
davanti
al
sepolcro
di
Cristo
.
Fu
una
bella
marcia
forzata
di
giovani
,
di
una
massa
fiorente
di
letizia
e
di
orgoglio
scaturita
dalla
sempre
nuova
matrice
della
nostra
razza
che
ha
la
virtù
di
non
invecchiare
giammai
.
I
preti
dopo
d
'
aver
messo
la
Divina
Commedia
all
'
indice
,
si
sono
ora
impadroniti
di
Dante
,
che
fu
indubbiamente
cattolico
,
e
tentano
di
farne
il
loro
eroe
...
nazionale
.
I
fascisti
invece
,
prescindendo
da
ogni
elemento
religioso
e
basandosi
sull
'
atteggiamento
civile
di
Dante
verso
la
Patria
,
vogliono
esaltare
in
Dante
il
Patriota
...
Noi
fascisti
ne
:
l
intendiamo
certamente
prendere
occasione
dal
centenario
Dantesco
per
trarre
da
esso
nostri
particolari
vantaggi
o
motivo
d
'
orgoglio
.
Dante
non
appartiene
né
ai
fascisti
,
né
ai
socialisti
,
né
ai
preti
:
appartiene
prima
di
tutto
all
'
Italia
e
poi
all
'
Arte
,
alla
Poesia
,
alla
Storia
.
Il
fascismo
,
prima
di
essere
un
partito
politico
in
antitesi
con
altri
partiti
,
è
un
atteggiamento
di
spiriti
eletti
rivolti
sopratutto
ad
esaltare
tutto
ciò
che
può
essere
ragione
di
onore
e
di
orgoglio
per
la
nostra
Patria
e
per
la
nostra
razza
.
Perciò
i
fascisti
,
prescindendo
da
ogni
ragione
politica
cui
sono
stati
sospinti
per
forza
di
tempi
,
commemorano
nel
Divino
Poeta
l
'
Uomo
che
può
essere
considerato
come
il
purissimo
simbolo
della
Patria
,
che
nel
Suo
nome
si
afferma
e
si
esalta
.