StampaPeriodica ,
Presso
il
nostro
Gruppo
Universitario
Fascista
con
recente
provvedimento
è
stato
istituito
l
'
Ufficio
Sindacale
il
quale
inizierà
lo
svolgimento
del
suo
programma
.
Sono
sicuro
che
all
'
Ufficio
aderiranno
parecchi
Universitari
studiosi
e
desiderosi
di
approfondire
le
loro
conoscenze
nel
Diritto
Corporativo
.
Più
che
allo
studio
teorico
dei
grandi
problemi
sociali
,
economici
e
politici
,
l
'
Ufficio
Sindacale
mira
ad
addestrare
i
Goliardi
nella
pratica
della
vita
organizzativa
e
dell
'
attività
intersindacale
,
favorendo
la
loro
partecipazione
a
tutte
le
discussioni
di
carattere
tecnico
e
giuridico
.
Compito
quindi
dell
'
Ufficio
Sindacale
dovrà
essere
la
formazione
di
una
coscienza
,
di
una
mentalità
sindacale
negli
studenti
universitari
.
È
stato
giustamente
notato
che
gli
Universitari
in
gran
parte
sono
assenti
dal
movimento
sindacale
e
corporativo
.
Quest
'
assenteismo
da
parte
della
Gioventù
Universitaria
deve
scomparire
:
i
dubbiosi
e
gli
scettici
più
o
meno
eterni
dovranno
convincersi
una
buona
volta
che
il
Fascismo
ha
costruito
il
grandioso
edificio
corporativo
sull
'
infaticabile
ed
infallibile
spirito
italico
e
dovranno
decidersi
a
considerare
la
realtà
dei
fatti
e
non
le
semplici
promesse
di
un
tempo
passato
.
Il
Regime
Fascista
con
la
conciliazione
e
collaborazione
fra
capitale
e
lavoro
ha
assicurato
quella
pace
e
quella
sicurezza
che
mai
prima
d
'
ora
era
stato
possibile
raggiungere
.
La
conciliazione
e
la
collaborazione
attuata
dal
Regime
Fascista
non
è
rivolta
al
soddisfacimento
di
un
unico
interesse
ma
alla
composizione
ed
alla
fusione
di
tutti
gli
interessi
.
Bisogna
dunque
penetrare
nella
massa
universitaria
,
smuoverla
dal
suo
assenteismo
,
dalla
sua
noncuranza
se
domani
si
vorrà
avere
dei
dirigenti
sindacali
maturi
nella
dottrina
e
nello
spirito
.
Studiare
,
non
solo
,
e
partecipare
al
movimento
sindacale
,
vuol
dire
perfezionarlo
,
farlo
progredire
,
e
di
questi
compiti
tutti
i
giovani
universitari
dovrebbero
sentire
tutta
la
responsabilità
,
tutto
l
'
interesse
.
Occorre
quindi
serietà
,
riflessione
,
siile
da
parte
della
Gioventù
studiosa
di
oggi
se
vuole
essere
domani
quella
classe
di
dirigenti
che
il
Fascismo
si
sforza
di
formare
per
arrivare
alle
supreme
conquiste
.
La
buona
volontà
,
l
'
amore
,
l
'
attaccamento
alla
nostra
Organizzazione
di
cui
è
animato
il
Goliardismo
Pisano
mi
fa
sperare
che
anche
in
questo
ramo
di
attività
del
nostro
G
.
U
.
F
.
si
otterranno
fecondi
risultati
e
che
domani
anche
Pisa
sarà
in
grado
di
offrire
al
Sindacalismo
Fascista
dei
giovani
degnamente
istruiti
,
competenti
e
preparati
a
dare
il
loro
contributo
al
perfezionamento
ed
all
'
attuazione
integrale
dell
'
economia
corporativa
.
StampaPeriodica ,
...
L
'
importante
è
sopprimere
e
sopraffare
coll
'
odio
e
coll
'
armi
gli
avversari
.
Non
vale
che
il
fine
di
tutti
quanti
sia
unico
,
che
il
metodo
sia
sempre
lo
stesso
da
tutte
due
le
parti
.
Non
vale
che
l
'
odio
partorisca
odio
anche
maggiore
,
che
il
sangue
chiami
altro
sangue
,
che
i
morti
chiedano
,
come
vittime
espiatorie
,
altri
morti
.
La
pazzia
che
succede
alle
lunghe
febbri
ci
possiede
tutti
e
non
v
'
è
chi
vada
per
la
strada
senza
sospettare
nel
passante
un
nemico
e
senza
temere
,
certi
giorni
,
la
scheggia
d
'
una
bomba
o
un
proiettile
che
(
sbagli
la
mira
...
StampaPeriodica ,
È
stato
giustamente
affermato
che
uno
dei
problemi
da
risolvere
per
la
realizzazione
integrale
dell
'
ordinamento
corporativo
e
l
'
educazione
della
mentalità
di
molti
italiani
al
fenomeno
sindacale
.
Il
Sindacalismo
è
un
fenomeno
necessario
proprio
di
tutte
le
Società
e
di
tutti
i
tempi
.
Nella
società
contemporanea
l
'
associazione
della
classe
,
è
un
fatto
innegabile
ed
inevitabile
,
in
quanto
la
tutela
necessaria
dell
'
interesse
collettivo
esige
che
i
singoli
individui
riuniscano
le
proprie
forze
per
realizzare
i
propri
fini
.
Muovendo
dal
concetto
che
il
Sindacalismo
è
un
fenomeno
necessario
,
ne
deriva
che
lo
Stato
deve
dare
all
'
organizzazione
sindacale
un
ordinamento
giuridico
per
sottoporne
il
riconoscimento
a
certe
condizioni
,
per
determinare
la
capacità
giuridica
,
le
responsabilità
,
i
diritti
e
gli
obblighi
della
associazione
sindacale
.
E
non
deve
restringersi
il
concetto
del
sindacalismo
così
da
ridurlo
alla
sola
considerazione
dell
'
associazione
dei
lavoratori
manuali
,
ma
è
giusto
e
logico
che
esso
si
estenda
a
tutte
le
organizzazioni
delle
forze
produttive
del
paese
sia
che
si
tratti
di
lavoratori
intellettuali
,
degli
artisti
e
dei
datori
di
lavoro
o
imprenditori
.
Si
può
affermare
che
il
Sindacalismo
come
espressione
dei
desideri
e
delle
aspirazioni
delle
masse
operaie
sia
nato
da
quando
la
società
moderna
pose
essa
stessa
il
problema
del
lavoro
.
Il
Fascismo
attraverso
il
proprio
Sindacalismo
affrontò
il
problema
del
lavoro
,
secondo
un
punto
di
vista
nettamente
realistico
.
Innanzitutto
rivelò
che
le
ideologie
internazionalistiche
propugnate
dal
sindacalismo
socialista
,
in
tanto
sono
realizzabili
,
in
quanto
abbia
a
sussistere
nella
realtà
uno
stato
di
eguale
potenza
economica
tra
paese
e
paese
e
quindi
tra
classe
e
classe
dei
singoli
paesi
.
Ma
quando
come
effettivamente
è
nella
dura
realtà
,
i
beni
economici
per
le
leggi
naturali
che
sfuggono
all
'
umano
controllo
sono
distribuiti
in
diversa
proporzione
fra
i
popoli
,
come
è
possibile
stabilire
una
intesa
perfetta
tra
classi
e
classi
?
Di
fronte
a
questo
stato
di
fatto
il
Sindacalismo
fascista
affermò
che
per
i
popoli
i
quali
,
come
nel
nostro
,
sono
poveri
di
materie
prime
e
viceversa
,
per
naturale
compenso
fecondi
di
razza
,
la
tutela
delle
classi
lavoratrici
non
può
compiersi
se
non
nell
'
ambito
della
Nazione
.
Tra
le
varie
classi
esiste
in
altre
parole
,
una
ragione
superiore
di
solidarietà
,
la
quale
sovrasta
i
contrasti
di
categoria
,
la
solidarietà
cioè
di
una
nazione
proletaria
,
che
deve
lottare
per
la
sua
esistenza
contro
paesi
più
ricchi
ed
economicamente
più
forti
e
fortunati
.
Così
la
caratteristica
del
Sindacalismo
fascista
è
la
caratteristica
nazionale
.
Il
Sindacalismo
Fascista
ha
affrontato
il
problema
partendo
da
un
principio
di
uguaglianza
sociale
.
Esso
ha
affermato
che
di
fronte
allo
Stato
tutte
le
classi
vengono
a
porsi
su
di
uno
stesso
piano
;
non
vi
sono
i
più
forti
e
più
deboli
,
i
più
organizzati
ed
i
meno
organizzati
;
vi
sono
unicamente
le
varie
categorie
di
produttori
.
Questa
uguaglianza
giuridica
che
allinea
ugualmente
tutte
le
classi
,
impone
già
di
per
se
stessa
un
metodo
di
lotta
per
lo
meno
diverso
da
quello
del
passato
,
poiché
i
vari
ceti
si
trovano
ad
avere
un
uguale
potere
.
Organo
integratore
delle
associazioni
sindacali
è
la
Corporazione
.
Esclusi
i
Sindacati
misti
,
comprendenti
cioè
al
tempo
stesso
datori
di
lavoro
e
lavoratori
sorgeva
il
problema
del
collegamento
fra
le
associazioni
formate
,
come
vuole
la
legge
,
da
soli
datori
di
lavoro
o
da
soli
lavoratori
;
problema
di
grande
rilevanza
,
perché
trattasi
di
riunire
i
fattori
della
produzione
,
di
collegarli
in
vista
di
interessi
generali
,
nazionali
,
e
della
necessità
che
essi
procedano
sempre
d
'
accordo
.
La
Corporazione
quale
è
considerata
e
regolata
dal
nuovo
ordinamento
forma
come
il
coronamento
di
un
edificio
nel
quale
i
piani
sottostanti
sono
costituiti
dalle
associazioni
sindacali
unitarie
,
o
di
primo
grado
,
e
dalle
associazioni
sindacali
di
grado
superiore
.
Si
hanno
così
organi
centrali
di
collegamento
,
o
corporativi
che
posseggono
carattere
nazionale
(
Organi
di
Stato
)
.
E
qui
è
il
punto
essenziale
che
distingue
la
Corporazione
dal
Sindacato
.
La
Corporazione
è
un
tutto
di
cui
il
Sindacato
è
una
parte
.
Il
Sindacato
ha
una
azione
parziale
,
la
Corporazione
una
azione
generale
,
coordinatrice
,
unitaria
.
In
generale
si
fa
una
tale
confusione
tra
corporazione
e
sindacato
da
ritenere
che
siano
omonimi
e
che
,
quindi
,
stato
corporativo
e
stato
sindacale
siano
tutt
'
uno
giungendo
così
a
non
distinguere
la
profonda
differenza
tra
un
ordinamento
statale
che
abbia
per
base
il
Sindacato
,
ossia
la
classe
,
ed
un
ordinamento
statale
che
abbia
per
base
la
Corporazione
,
ossia
l
'
organizzazione
integrale
di
tutti
i
fattori
della
produzione
:
il
capitale
ed
il
lavoro
.
A
tipo
di
ordinamento
di
stato
sindacale
può
essere
citato
,
pure
in
senso
relativo
,
quello
bolscevico
della
Russia
mentre
l
'
ordinamento
corporativo
è
una
tra
le
più
essenziali
caratteristiche
dello
Stato
Fascista
,
e
basta
questo
confronto
per
porre
in
rilievo
,
la
necessità
di
conoscere
a
fondo
,
nella
sostanza
e
nello
spirito
,
prima
ancora
che
nelle
forme
esteriori
l
'
ordinamento
corporativo
del
nostro
paese
.
Con
questi
chiarimenti
non
può
sussistere
alcuna
giustificata
ignoranza
circa
l
'
essenza
dell
'
ordinamento
corporativo
e
circa
i
rapporti
tra
corporazione
e
sindacato
.
La
corporazione
non
esclude
il
sindacato
:
lo
supera
.
Il
Sindacato
rappresenta
la
classe
dei
datori
di
lavoro
o
dei
lavoratori
.
Come
tale
collabora
nell
'
interesse
della
classe
che
rappresenta
.
La
Corporazione
è
costituita
invece
dalla
categoria
,
nei
diversi
raggruppamenti
di
datori
di
lavoro
e
lavoratori
;
per
questa
sua
costituzione
,
è
portata
a
vedere
gli
interessi
della
produzione
non
da
un
punto
di
vista
unilaterale
e
parziale
ma
sotto
l
'
aspetto
generale
comune
ai
suoi
raggruppamenti
.
E
attraverso
il
superiore
organo
di
collegamento
le
corporazioni
vengono
a
trovarsi
sul
piano
generale
degli
interessi
nazionali
,
nei
quali
si
uniscono
e
si
confondono
gli
interessi
particolari
,
della
classe
e
della
categoria
come
nella
Nazione
si
uniscono
e
si
confondono
le
classi
e
le
categorie
.
Al
di
sopra
di
ogni
interesse
,
di
ogni
egoismo
è
l
'
idea
di
Patria
,
intesa
non
già
come
una
nebulosa
inafferrabile
,
ma
come
una
realtà
viva
ed
operante
,
costituita
di
tutto
il
complesso
organismo
nazionale
,
di
cui
ogni
cittadino
è
nel
contempo
creatore
e
creatura
.
Questo
è
un
concetto
che
credo
abbiano
nella
mente
tutti
anche
se
le
lotte
e
le
concezioni
politiche
che
il
Fascismo
ha
superate
parvero
per
un
momento
farcelo
dimenticare
.
Stato
vuol
dire
Nazione
,
Nazione
vuol
dire
Patria
,
Patria
vuol
dire
la
nostra
terra
,
ed
il
complesso
degli
interessi
delle
nostre
famiglie
e
di
noi
stessi
.
Finché
abbiamo
nel
sangue
l
'
affetto
per
la
nostra
famiglia
e
ci
sentiamo
pronti
,
ove
occorra
,
a
sacrificare
ad
essi
i
nostri
interessi
particolari
,
necessariamente
dobbiamo
sentire
lo
stesso
vincolo
di
affetto
e
di
subordinazione
verso
la
Patria
,
che
non
è
che
il
complesso
di
tutte
le
famiglie
nostre
e
degli
interessi
relativi
.
Da
questa
premessa
ne
discende
logicamente
che
il
vero
interesse
individuale
o
di
classe
non
può
non
identificarsi
in
quello
di
tutta
la
collettività
,
che
la
sorte
di
ognuno
è
strettamente
legata
alla
sorte
di
tutti
coloro
che
vivono
nella
stessa
terra
,
hanno
lo
stesso
sangue
,
sono
retti
dalle
stesse
leggi
.
Se
taluno
può
a
volte
ritenere
il
proprio
interesse
contrario
a
quello
della
collettività
,
ciò
deriva
da
una
concezione
contraria
ai
principi
del
Fascismo
che
vuole
sviluppati
nel
popolo
i
valori
spirituali
ed
il
senso
del
dovere
civico
.
La
Corporazione
che
il
nuovo
ordinamento
sindacale
permette
di
instaurare
,
potrà
essere
infatti
l
'
espressione
più
feconda
,
più
fattiva
,
più
utile
della
collaborazione
tra
gli
agenti
della
produzione
e
potrà
avere
il
carattere
veramente
associativo
delle
energie
tutte
cooperanti
alla
prosperità
nazionale
,
perché
in
essa
e
per
essa
gli
egoismi
,
gli
interessi
,
le
aspirazioni
,
le
tendenze
di
categoria
o
di
classe
dovranno
sottomettersi
alla
legge
inflessibile
dell
'
utilità
e
del
bene
nazionale
che
lo
Stato
ha
il
compito
di
fare
imperare
su
tutti
e
contro
tutti
.
Il
Fascismo
pone
dei
principi
,
dei
capisaldi
,
delle
norme
che
valgono
a
far
sorgere
un
edificio
nuovo
,
equilibrato
organicamente
ideato
,
nel
quale
trovano
posto
le
organizzazioni
sindacali
di
datori
di
lavoro
e
di
lavoratori
manuali
ed
intellettuali
:
le
Corporazioni
,
che
collegano
le
une
alle
altre
;
la
Magistratura
,
che
quando
lo
necessiti
la
mancata
conciliazione
risolve
le
controversie
nel
lavoro
.
È
questa
costruzione
giuridica
,
economica
,
sociale
che
ogni
italiano
ha
il
dovere
oggidì
di
conoscere
almeno
nelle
sue
linee
generali
;
è
questo
nuovo
ordinamento
economico
dello
Stato
che
,
mentre
costituisce
un
titolo
di
onore
del
Fascismo
e
un
esperimento
di
grande
portata
nazionale
,
viene
a
formare
anche
lo
strumento
fondamentale
dello
sviluppo
ulteriore
della
economia
nazionale
;
è
questa
nuova
concezione
dei
compiti
della
Rivoluzione
Fascista
che
devesi
seguire
con
interesse
,
con
amore
e
con
passione
nella
sua
graduale
incessante
attuazione
.
StampaPeriodica ,
Fascisti
in
piedi
!
Presentiamo
le
armi
ai
morti
innocenti
del
Diana
:
riverenti
inchiniamoci
davanti
alle
vittime
della
follia
anarchica
...
I
nostri
volti
contratti
dal
dolore
e
dall
'
angoscia
di
quest
'
ora
rossa
di
sangue
dicano
ai
feroci
assassini
il
nostro
fermo
e
irrevocabile
proposito
di
vendicare
i
caduti
.
La
sfida
è
gettata
:
raccoglietela
,
o
belve
umane
,
se
ne
avete
il
coraggio
,
uscite
dall
'
ombra
paurosa
e
vile
;
venite
all
'
aperto
,
smascheratevi
e
combattiamo
la
battaglia
.
Il
dilemma
è
uno
:
o
noi
o
voi
...
o
la
vita
o
la
morte
...
StampaPeriodica ,
Italia
mia
!
anche
ingrati
,
coloro
che
ti
rinnegarono
e
non
pugnaron
mai
per
te
!
Ora
che
la
patria
è
salvata
,
dagl
'
italiani
bastardi
non
si
vuol
più
pensare
a
chi
la
salvò
combattendo
,
non
si
vuoi
più
ricordare
il
martirio
di
coloro
che
sacrificarono
le
balde
giovinezze
per
l
'
amore
di
questa
terra
santa
,
di
questa
terra
irradiata
da
sole
magnifico
,
la
quale
diede
al
mondo
pensatori
,
artisti
,
scopritori
,
inventori
e
poeti
che
offuscano
l
'
umanità
intera
.
Belve
infernali
perché
non
si
vuol
ricordare
il
macello
di
Empoli
che
trascinò
nella
tomba
nove
eroi
,
strappandoli
alle
madri
pietose
che
avevano
seminato
nei
cuori
dei
loro
figli
sentimenti
nobili
d
'
italianità
.
Non
si
vuoi
rievocare
con
senso
di
dolore
l
'
eccidio
di
Modena
e
di
Sarzana
,
il
tradimento
fatto
al
piccolo
e
caro
Gambacciani
mentre
ritornava
calmo
e
sereno
alla
casa
paterna
.
Ma
la
ferita
che
ha
lasciato
nel
nostro
cuore
la
morte
del
fiero
Italo
,
ci
ricorda
ogni
momento
come
egli
seppe
difendere
il
suo
gagliardetto
davanti
ai
comunisti
e
come
seppe
morire
da
eroe
,
col
nome
d
'
Italia
sulle
labbra
,
prima
che
negare
la
sua
fede
fascista
.
Nella
nostra
storia
stà
scritta
la
malevola
imboscata
del
Porto
di
Mezzo
che
assassinò
l
'
atletico
Saccardi
:
storia
che
non
ci
farà
mai
dimenticare
tutto
quello
che
il
Saccardi
fece
per
la
sua
,
per
la
nostra
bella
patria
,
fino
ad
offrirle
la
vita
.
Non
dimenticheremo
nessun
eroe
,
ogni
martire
sia
per
noi
uno
sprone
che
ci
spinga
ad
amare
sempre
più
il
nostro
bel
paese
:
"
sogno
più
bello
fra
tutti
i
sogni
,
desiderio
più
di
tutti
struggente
!
"
Fascisti
!
nei
vostri
fasci
regni
sempre
l
'
amore
e
l
'
unione
.
Le
vostre
giovinezze
siano
sempre
unite
e
concordi
,
e
non
abbandonatevi
a
fatti
che
potrebbero
chiamarvi
violenti
.
I
vostri
cuori
esultano
di
amor
patriottico
:
accendeteli
ogni
giorno
alla
fiaccola
della
Patria
e
i
destini
d
'
Italia
raggiungerete
.
Un
'
italiana
StampaPeriodica ,
Mai
come
in
questo
momento
è
stato
vivo
e
palpitante
il
problema
della
Dalmazia
,
della
sua
italianità
e
dei
sacrosanti
diritti
che
l
'
Italia
ha
su
quella
terra
che
è
indiscutibilmente
terra
italiana
geograficamente
,
linguisticamente
,
politicamente
e
sopratutto
storicamente
.
In
cento
e
cento
città
d
'
Italia
esistono
o
vanno
sorgendo
Comitati
«
Pro
Dalmazia
»
organizzati
a
cura
delle
locali
sezioni
dell
'
Associazione
dei
Volontari
di
Guerra
;
in
tutte
le
città
universitarie
,
in
seno
ai
G.U.F.
sono
sorti
i
Comitati
Universitari
«
Pro
Dalmazia
Italiana
»
;
ovunque
è
un
meraviglioso
destarsi
di
una
passione
che
anima
e
fa
fremere
al
pensiero
dei
fratelli
nostri
che
l
'
ignavia
e
l
'
ignominia
di
governi
passati
lasciarono
al
governo
,
più
duro
e
più
inumano
di
quanto
non
fosse
quello
dell
'
Austria
-
Ungheria
,
di
quell
'
accozzaglia
di
popoli
d
'
ogni
colore
e
senza
vera
e
propria
nazionalità
che
va
sotto
il
nome
di
Regno
S
.
C
.
S
.
Poiché
anche
Pisa
ha
ora
il
suo
Comitato
Universitario
«
Pro
Dalmazia
»
,
accanto
a
quello
sorto
a
cura
dei
Volontari
di
Guerra
,
Comitato
la
cui
opera
si
annunzia
attivissima
,
mi
sia
dato
di
ricordare
qui
come
spetti
a
Pisa
,
e
più
propriamente
all
'
Ateneo
Pisano
il
vanto
di
avere
,
nel
1918
,
iniziato
quel
movimento
di
Italianità
purissima
dal
quale
è
poi
scaturita
la
complessa
organica
azione
che
ora
si
va
svolgendo
a
favore
della
Dalmazia
Italiana
.
Durante
la
guerra
già
si
erano
avute
delle
manifestazioni
per
la
Dalmazia
Italiana
;
ma
tali
manifestazioni
,
pur
essendo
l
'
indice
di
quella
che
era
l
'
anima
degli
italiani
,
avevano
sempre
avuto
un
carattere
spiccatamente
personale
;
numerose
poi
erano
state
le
pubblicazioni
fatte
al
fine
di
far
conoscere
a
tutta
la
Nazione
il
problema
dalmata
e
le
giuste
rivendicazioni
dell
'
Italia
.
Pisa
,
seguendo
la
meravigliosa
tradizione
di
patriottismo
per
la
quale
aveva
dato
i
suoi
gloriosi
Caduti
a
Curtatone
e
Montanara
e
per
la
quale
avrebbe
poi
dato
cinque
purissimi
Martiri
alla
causa
della
Rivoluzione
Fascista
,
non
poteva
non
essere
anche
in
tale
occasione
attivo
focolaio
di
un
ideale
così
altamente
patriottico
.
Era
la
fine
del
1918
,
il
tempo
in
cui
i
nostri
uomini
di
Stato
,
vigliacchi
e
rinunziatori
,
non
osavano
difendere
i
nostri
secolari
diritti
;
il
tempo
in
cui
il
più
autorevole
dei
nostri
giornali
giungeva
alla
ignobiltà
di
affermare
che
la
Dalmazia
non
era
Italiana
né
geograficamente
né
storicamente
.
Stanchi
e
storditi
dalla
lunga
lotta
sostenuta
gli
italiani
non
avevano
ancora
saputo
ritrovare
il
loro
orientamento
e
poco
o
nulla
si
occupavano
di
difendere
i
diritti
che
la
nostra
vittoria
aveva
sanciti
.
La
Dalmazia
doveva
essere
terra
italiana
a
quanto
pretendevano
alcuni
che
uno
scrittore
della
rivista
inglese
«
The
New
Europe
»
ebbe
a
chiamare
facenti
parte
di
«
una
minuscola
e
screditata
combriccola
»
.
Ma
così
non
era
;
gli
Italiani
,
considerati
nella
loro
parte
migliore
e
intellettuale
,
sentivano
che
la
Dalmazia
doveva
essere
italiana
.
La
«
minuscola
e
screditata
combriccola
»
fu
dimostrato
essere
legione
,
legione
seguita
spiritualmente
da
tutto
il
popolo
italiano
che
pur
nulla
poteva
se
i
governi
nostri
del
tempo
a
tutto
rinunziavano
.
La
scintilla
partì
dall
'
Ateneo
Pisano
per
opera
del
Prof
.
Italo
Giglioli
il
quale
già
sin
dal
maggio
1918
aveva
,
tenendo
pubbliche
conferenze
,
agitato
il
problema
della
Dalmazia
dimostrando
la
necessità
della
rivendicazione
di
tale
terra
all
'
Italia
.
Egli
era
stato
chiamato
a
collaborare
alla
succitata
rivista
inglese
,
e
italianissimamente
si
accingeva
ad
esporre
,
con
una
serie
di
articoli
,
quali
fossero
le
aspirazioni
dell
'
Italia
nel
nuovo
assetto
dell
'
Europa
:
rivendicazione
di
tutta
la
Dalmazia
,
fino
alle
Bocche
di
Cattaro
,
oltre
che
del
Trentino
,
dell
'
Alto
Adige
,
di
Gorizia
,
Trieste
e
dell
'
Istria
con
Fiume
.
Questo
si
accingeva
a
fare
il
prof
.
Giglioli
quando
la
rivista
inglese
pubblicò
l
'
articolo
in
cui
appartenenti
a
minuscola
e
screditata
combriccola
erano
chiamati
gli
italiani
che
osavano
parlare
di
rivendicazione
Dalmata
.
Per
dimostrare
quanto
fosse
errato
ciò
che
la
rivista
inglese
diceva
,
il
prof
.
Giglioli
tenne
immediatamente
una
magnifica
conferenza
vibrante
di
italianità
e
scrisse
al
Presidente
Wilson
l
'
indirizzo
che
qui
mi
piace
riportare
:
«
I
sottoscritti
professori
e
studenti
antica
Università
di
Galileo
in
Pisa
unanimi
acclamando
Presidente
Wilson
,
vindice
libertà
con
civiltà
,
ricordano
millenaria
indistruttibile
italianità
della
Dalmazia
,
reclamano
unione
Dalmazia
tutta
all
'
Italia
,
nella
comunanza
della
lingua
,
delle
arti
,
della
civiltà
»
.
Tale
indirizzo
fu
firmato
da
79
professori
dell
'
Università
e
delle
Scuole
Medie
di
Pisa
e
da
ben
229
studenti
universitari
,
vale
a
dire
da
tutti
quelli
che
erano
in
Pisa
poiché
gli
altri
non
erano
ancora
tornati
dal
servizio
militare
.
Contemporaneamente
,
a
cura
del
Circolo
Universitario
Pisano
,
fu
pubblicato
un
Numero
Unico
dal
titolo
«
La
diana
della
Vittoria
»
nel
quale
erano
alcuni
scritti
riferentisi
alla
Dalmazia
,
alla
sua
italianità
e
alle
giuste
rivendicazioni
dell
'
Italia
.
Importantissimo
fra
gli
altri
lo
scritto
«
Fiume
e
Dalmazia
»
del
prof
.
Giglioli
;
scritto
che
fu
poi
stampato
a
parte
in
opuscoletto
e
diramato
in
tutti
i
centri
Universitari
d
'
Italia
,
insieme
all
'
indirizzo
inviato
al
Presidente
Wilson
,
con
l
'
invito
e
la
raccomandazione
di
agitare
ovunque
la
questione
Dalmata
.
L
'
iniziativa
ebbe
il
più
largo
successo
sì
che
poco
dopo
,
nel
gennaio
1919
,
il
prof
.
Giglioli
in
una
vibrante
lettera
di
sdegno
e
di
protesta
indirizzata
al
Direttore
della
New
Europe
,
rassegnando
le
dimissioni
da
collaboratore
della
Rivista
,
poté
dimostrare
che
la
«
minuscola
e
screditata
combriccola
»
era
la
più
gran
parte
degli
intellettuali
d
'
Italia
.
A
questo
proposito
mi
piace
pure
ricordare
che
a
cura
del
Comitato
Pisano
della
«
Dante
Alighieri
»
fu
trasmesso
un
voto
alle
LL
.
EE
.
Orlando
e
Sonnino
,
voto
firmato
dalle
più
cospicue
autorità
cittadine
,
per
ricordare
quali
fossero
i
sacri
diritti
dell
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
non
ostante
gli
accordi
del
Trattato
di
Londra
.
Come
già
era
avvenuto
in
altre
occasioni
Pisa
e
il
suo
Ateneo
avevano
gettato
il
buon
seme
;
i
nostri
rappresentanti
nei
congressi
per
la
pace
di
nulla
si
curarono
e
l
'
Italia
del
1918
,
vittoriosa
come
nessun
'
altra
Nazione
,
si
ripresentò
ai
congressi
internazionali
,
dove
sarebbero
dovuti
essere
proclamati
e
difesi
i
suoi
diritti
sacri
ed
intangibili
,
debole
e
mendicante
come
si
era
presentata
a
quelli
che
avevano
preceduto
la
guerra
.
Nell
'
attuale
risvegliarsi
di
ogni
più
puro
e
santo
sentimento
d
'
Italianità
gli
Universitari
fascisti
Pisani
debbono
fare
quanto
fecero
,
e
più
,
i
compagni
che
nel
nostro
glorioso
Ateneo
ci
precedettero
;
e
tutto
debbono
fare
per
la
Dalmazia
Italiana
avendo
nell
'
animo
una
certezza
:
quella
che
il
Governo
di
Benito
Mussolini
saprà
fare
quanto
gli
altri
governi
non
seppero
o
non
vollero
mai
fare
:
ridare
all
'
Italia
quella
che
Tommaseo
,
il
più
grande
degli
Italiani
dalmati
,
chiamò
la
«
seconda
Italia
»
.
StampaPeriodica ,
Che
cosa
sei
tu
e
che
cosa
rappresenti
?
Te
stesso
.
Nient
'
altro
.
La
prova
delle
urne
ti
ha
dato
la
sensibile
dimostrazione
che
né
la
tua
frazione
comunista
né
l
'
altro
socialismo
massimalista
,
benché
annacquato
di
bissolatismo
all
'
ultima
ora
,
siete
l
'
espressione
dell
'
anima
cremonese
!
Contro
di
voi
si
è
eretto
il
fascismo
!
Ed
il
fascismo
ha
vinto
meravigliosamente
,
splendidamente
vinto
!
...
Voi
socialcomunistipussisti
siete
stati
vinti
,
disfatti
da
noi
!
Dunque
non
vi
rimane
che
una
via
:
andarvene
...
Non
ve
ne
vorrete
andare
?
Vi
faremo
andar
via
noi
con
metodi
che
...
sono
persuasivi
.
Ed
anzitutto
vi
avvertiamo
:
1
.
Che
non
vogliamo
più
vedere
né
nastri
,
né
bandiere
rosse
,
né
simboli
soviettisti
.
2
.
Che
se
non
penserete
a
farli
togliere
,
ci
penseremo
noi
coi
mezzi
più
efficaci
,
quei
mezzi
che
fanno
e
faranno
sempre
ottima
prova
!
A
noi
dunque
Pozzoli
!
StampaPeriodica ,
Nella
breve
prefazione
al
suo
interessantissimo
libro
«
La
Corsica
vista
da
un
vagabondo
»
(
Ed
.
Giusti
-
Livorno
)
,
Minuto
Grosso
termina
con
questa
frase
:
«
Italiani
,
una
dolcissima
terra
vi
attende
!
Italiani
,
andate
in
Corsica
!
»
.
L
'
invocazione
giunge
quanto
mai
opportuna
.
Gli
Italiani
ignorano
la
Corsica
non
solo
materialmente
,
ma
soprattutto
moralmente
.
Da
pochi
anni
soltanto
e
naturalmente
per
merito
del
fascismo
sono
sorti
in
Italia
piccoli
centri
di
propaganda
Corsa
:
segnatamente
a
Livorno
e
a
Milano
.
Ma
la
grande
massa
della
popolazione
ignora
la
Corsica
;
non
si
interessa
di
questa
«
isola
di
bellezza
»
pur
tanto
vicina
a
noi
e
non
sa
che
su
questa
terra
vivono
altri
nostri
fratelli
che
di
noi
hanno
la
stessa
lingua
armoniosa
e
di
noi
la
stessa
grande
madre
.
Ora
tutto
ciò
è
un
male
.
Bisogna
che
l
'
Italia
fascista
e
segnatamente
le
classi
più
intellettuali
si
sveglino
da
questo
torpore
vergognoso
:
bisogna
che
l
'
Italia
guardi
con
affetto
a
questa
sua
figlia
;
bisogna
che
l
'
Italia
s
'
interessi
di
un
problema
còrso
,
e
di
un
irredentismo
còrso
così
come
s
'
interessa
di
un
problema
Dalmata
,
e
di
un
irredentismo
Dalmata
.
Sembra
quasi
impossibile
pensare
che
quella
grande
massa
bruna
che
si
erge
sull
'
orizzonte
del
mare
della
costa
toscana
sia
francese
;
è
doloroso
pensare
che
questo
azzurro
lago
italiano
che
si
chiama
mare
Tirreno
abbia
una
soluzione
di
continuità
proprio
in
quell
'
isola
che
per
tante
ragioni
è
forse
la
più
italiana
di
tutte
le
altre
.
E
queste
tante
ragioni
sono
geografiche
,
sono
geologiche
,
sono
storiche
,
artistiche
,
linguistiche
.
Per
andare
da
Livorno
a
Bastia
non
occorrono
più
di
tre
ore
di
navigazione
;
la
conformazione
geologica
della
Corsica
è
del
tutto
simile
a
quella
della
Sardegna
e
di
molte
altre
regioni
italiane
del
versante
tirrenico
;
la
Corsica
in
tutti
i
tempi
è
sempre
stata
al
fianco
dell
'
Italia
;
l
'
arte
Corsa
ha
i
suoi
più
gloriosi
monumenti
nelle
chiese
della
repubblica
Pisana
;
infine
il
dialetto
Corso
è
il
più
italiano
e
vorrei
dire
il
più
toscano
di
tutti
gli
altri
dialetti
d
'
Italia
.
Non
è
vero
che
i
Corsi
d
'
oggi
siano
antiitaliani
,
ossia
francesi
.
Vi
è
la
classe
degli
impiegati
importata
dalla
Francia
e
che
per
ragioni
facili
a
comprendersi
è
fedelissima
alla
nostra
graziosa
cugina
;
ma
la
grande
maggioranza
della
popolazione
è
autonomista
;
e
le
classi
più
intellettuali
si
orientano
tutte
decisamente
verso
la
grande
madre
comune
:
Roma
.
I
Corsi
se
hanno
un
malato
in
casa
non
lo
mandano
nelle
cliniche
di
Marsiglia
,
ma
in
quelle
di
Livorno
e
di
Pisa
,
e
gli
studenti
Corsi
frequentano
più
volentieri
le
nostre
Università
di
quelle
francesi
.
Come
tutti
sanno
,
la
Francia
tiene
la
Corsica
in
uno
stato
di
completo
abbandono
come
la
meno
redditizia
delle
sue
colonie
.
La
Francia
si
serve
della
Corsica
come
vivaio
di
uomini
giovani
e
di
soldati
;
ma
proibisce
ai
Corsi
di
parlare
la
lingua
italiana
,
trascura
i
suoi
bisogni
,
ignora
le
sue
necessità
.
Malservita
da
lente
linee
di
navigazione
,
povera
di
ferrovie
e
di
strade
,
immiserita
da
vaste
zone
di
malaria
,
mancante
assolutamente
di
ogni
industria
e
con
una
agricoltura
ancora
allo
stato
primitivo
,
la
Corsica
sente
fiaccarsi
le
sue
energie
e
morire
le
sue
volontà
in
questo
stato
di
abbandono
in
cui
la
tiene
il
governo
di
Parigi
;
proprio
quando
ha
davanti
agli
occhi
l
'
esempio
luminoso
della
Sardegna
che
per
virtù
del
fascismo
,
bonifica
i
suoi
terreni
,
apre
strade
,
canali
,
ferrovie
,
crea
laghi
artificiali
,
popola
le
sue
campagne
,
si
rinnova
materialmente
e
spiritualmente
in
un
fervore
di
vita
che
è
un
sicuro
auspicio
per
l
'
avvenire
.
Attraverso
la
stampa
,
abbiamo
potuto
conoscere
anche
noi
il
malcontento
e
la
sorda
ribellione
che
serpeggiano
giustamente
nell
'
isola
bella
e
dimenticata
;
e
il
nostro
cuore
si
è
rivolto
con
più
accorato
affetto
verso
quei
nostri
fratelli
disgraziati
.
Oggi
la
Francia
,
che
vede
sfuggirsi
inesorabilmente
l
'
anima
della
Corsica
,
tenta
la
sua
ultima
carta
;
e
mentre
proibisce
la
diffusione
della
lingua
e
dei
giornali
italiani
nell
'
isola
,
cerca
di
creare
con
una
propaganda
subdola
e
maligna
una
coscienza
antiitaliana
e
antifascista
nei
Corsi
,
facendo
loro
credere
in
un
'
Italia
di
mire
imperialistiche
su
l
'
isola
medesima
.
Al
tempo
stesso
essa
arma
le
coste
e
fortifica
i
porti
corsi
contro
di
noi
;
e
manda
a
presidiare
l
'
isola
i
reggimenti
dei
Senegalesi
.
Tutto
questo
lascia
,
come
sempre
,
perfettamente
tranquilla
l
'
Italia
fascista
che
non
agogna
grandi
imperi
come
certe
...
repubbliche
democratiche
,
ma
che
però
guarda
con
vigile
amore
ai
suoi
figli
più
infelici
.
«
Pensare
alla
Corsica
»
ecco
il
nostro
programma
in
risposta
ai
cannoni
del
bieco
livore
francese
.
«
Pensare
alla
Corsica
:
amare
la
Corsica
»
.
Col
pensiero
del
fratello
che
sogna
colui
che
è
della
sua
stessa
origine
e
che
è
lontano
,
coll
'
amore
del
fratello
che
tende
le
braccia
verso
colui
che
parla
il
suo
stesso
dolcissimo
idioma
,
e
che
a
lui
si
rivolge
con
affetto
nella
speranza
e
nella
certezza
di
un
avvenire
migliore
.
StampaPeriodica ,
Noi
fascisti
abbiamo
vinto
!
Nessuno
lo
può
negare
...
Non
è
più
il
tempo
delle
transazioni
o
delle
accomodazioni
.
Noi
fascisti
ora
diciamo
agli
agricoltori
che
già
ci
hanno
fissato
il
perticato
da
distribuire
ai
lavoratori
:
non
dimenticate
perché
noi
ci
ricordiamo
.
A
quelli
che
ancora
non
si
sono
pronunciati
:
spicciatevi
con
le
buone
se
non
vorrete
decidervi
per
forza
...
Ricordate
:
come
il
bastone
fascista
ha
saputo
trionfare
della
bagordia
pussista
,
così
lo
stesso
bastone
saprà
far
venire
alla
ragione
anche
gli
agricoltori
,
o
meglio
i
malpensanti
.
StampaPeriodica ,
Tutti
sanno
che
la
Dalmazia
è
quella
regione
costiera
della
penisola
Balcanica
che
scende
dal
sud
-
est
di
Fiume
fino
a
poco
più
in
giù
delle
Bocche
di
Cattaro
,
ma
pochi
sono
quelli
perfettamente
convinti
che
quella
terra
è
italianissima
almeno
quanto
le
altre
regioni
,
che
costituiscon
presentemente
il
nostro
Stato
.
La
storia
,
l
'
arte
e
il
residuo
martoriato
di
un
popolo
valoroso
ma
sottomesso
da
più
di
un
secolo
all
'
avvizzimento
delle
sue
più
sacre
aspirazioni
ci
dicono
chiaramente
che
la
Dalmazia
è
terra
anch
'
essa
di
passione
di
una
nobile
moltitudine
di
connazionali
,
che
attende
trepidante
da
più
di
un
secolo
la
diana
della
nostra
redenzione
.
Gli
italiani
che
vivono
una
vita
di
sacrificio
e
di
oscuro
eroismo
sull
'
altra
riva
del
nostro
Adriatico
,
soffrono
ancora
gli
insulti
e
le
prepotenze
degli
stranieri
burberi
e
insensibili
,
sono
disprezzati
e
malmenati
come
una
odiosa
schiera
di
malati
contagiosi
e
costretti
a
reprimere
in
singulti
di
dolorosa
commozione
il
nome
sacro
della
patria
.
Chi
ha
voglia
di
sincerarsi
di
questo
esoso
dato
di
fatto
,
legga
i
ricordi
di
Giulio
Menini
,
comandante
del
nostro
incrociatore
«
Puglia
»
,
che
per
un
anno
stette
ancorato
nel
porto
di
Spalato
,
nell
'
immediato
dopo
guerra
,
a
difesa
degli
italiani
colà
residenti
,
osservando
però
che
quelle
duecento
e
tante
pagine
di
commovente
narrazione
,
valgono
per
un
anno
solo
e
per
una
sola
città
,
in
un
'
epoca
in
cui
il
prestigio
dell
'
Italia
pareva
essere
all
'
acme
della
situazione
e
il
popolo
avversario
ancora
sotto
l
'
incubo
della
immane
sconfitta
.
Immaginatevi
ora
ciò
che
ne
potrebbe
venir
fuori
se
si
fosse
in
grado
di
raccogliere
tutto
quello
che
soffrirono
i
dalmatini
in
tanti
anni
di
oppressione
e
in
tutte
le
città
dalmate
.
Il
ricordo
più
commovente
e
più
significante
della
preziosa
opera
del
Menini
,
è
quello
dell
'
assassinio
del
comandante
Gulli
e
del
motorista
Rossi
,
figure
eroiche
di
soldati
sacrificati
per
la
causa
dalmatica
.
Quei
pochi
che
sono
al
corrente
di
questi
fatti
si
danno
da
fare
alacremente
per
divulgare
in
mezzo
al
popolo
italiano
questa
santa
idea
e
fondano
le
associazioni
Pro
Dalmazia
per
raccogliere
nel
suo
seno
tutta
la
balda
gioventù
studiosa
e
non
studiosa
,
allo
scopo
di
mantenere
sempre
viva
e
accesa
la
fiaccola
della
fede
e
per
assicurare
i
fratelli
gementi
dell
'
altra
sponda
,
esprimendo
loro
la
solidarietà
nel
patimento
,
l
'
aiuto
e
persino
il
sacrifizio
della
vita
,
se
la
necessità
lo
richiedesse
,
per
il
loro
riscatto
.
E
non
è
molto
,
in
verità
,
se
si
pensa
che
essi
solo
per
dirsi
nostri
fratelli
sono
esposti
da
oltre
un
secolo
e
in
ogni
momento
al
disprezzo
e
alle
insolenze
più
inaudite
,
quando
non
sono
addirittura
malmenati
e
bastonati
.
E
l
'
unico
loro
conforto
è
quello
di
sapersi
italiani
!
E
se
per
caso
qualche
patriota
capita
fra
loro
,
quali
feste
,
quali
cure
gli
prodigano
!
È
cosa
da
non
aversi
idea
.
E
vedere
le
lacrime
amare
che
versano
per
la
Patria
perduta
eppure
tanto
vicina
è
commovente
davvero
.
E
dire
che
noi
appena
appena
ci
ricordiamo
di
loro
!
Questa
è
la
macchia
che
deve
scomparire
fra
noi
ed
è
perciò
necessario
renderci
pienamente
coscienti
e
consapevoli
di
tutto
quello
che
soffrono
i
nostri
fratelli
non
solo
,
ma
anche
di
mantenerci
sempre
pronti
per
difenderli
,
nel
caso
disgraziatamente
non
raro
,
con
proteste
e
minacce
all
'
oppressore
che
deve
intendere
una
buona
volta
che
l
'
italianità
di
quelle
terre
è
finita
per
essere
lettera
morta
e
incompresa
in
Patria
.
La
Dalmazia
conserva
la
stessa
toponomastica
delle
incantevoli
terre
d
'
Italia
e
nel
diretto
confronto
colla
sua
riva
opposta
nell
'
Adriatico
ha
la
prevalenza
per
il
fatto
che
mentre
la
costa
italiana
si
prolunga
generalmente
bassa
,
uniforme
e
pressoché
importuosa
,
quella
dalmatica
invece
è
infinitamente
più
ricca
di
frastagliamenti
che
la
rendono
pittoresca
e
ammirata
come
e
forse
più
delle
coste
settentrionali
della
Scandinavia
.
La
Dalmazia
è
cinta
in
tutta
la
sua
lunghezza
da
una
collana
di
bellissime
,
numerose
,
lussureggianti
isole
,
sicché
svariato
e
magnifico
è
il
colpo
d
'
occhio
che
dal
monte
aspro
e
scosceso
scendente
improvvisamente
a
picco
del
mare
profondo
,
si
porta
alla
collina
ricca
di
vegetazione
che
degradando
dolcemente
s
'
adagia
dirimpetto
nello
stesso
mare
;
dall
'
impetuoso
ruscello
che
dopo
diverse
centinaia
di
metri
s
'
ingolfa
gorgogliosamente
in
uno
stretto
canale
,
alla
rumorosa
cascata
d
'
acqua
che
uscendo
da
un
antro
nero
del
monte
si
getta
nel
laghetto
sottostante
;
e
tutto
questo
completato
da
una
cornice
di
vegetazione
rigogliosa
e
abbondante
e
sotto
un
cielo
non
meno
sereno
,
azzurro
e
scintillante
del
nostro
.
Ebbene
questa
nostra
bella
regione
può
essere
visitata
da
tutti
i
popoli
del
mondo
tranquillamente
,
fuorché
da
noi
italiani
.
E
il
motivo
è
giustificato
.
Infatti
gli
jugoslavi
temono
maledettamente
gli
italiani
e
perciò
vogliono
che
in
Italia
si
continui
a
dimenticare
che
la
Dalmazia
è
stata
ed
è
tuttora
terra
prettamente
italiana
,
unicamente
per
il
timore
che
noi
,
freschi
e
ben
coscienti
degli
eventi
,
un
giorno
possiamo
giustamente
pigliar
possesso
di
un
bene
toltoci
da
loro
con
inganno
e
cacciarli
nelle
loro
dimore
che
sono
i
monti
e
le
steppe
,
abbastanza
capaci
di
contenerli
comodamente
.
Essi
sanno
che
l
'
Italia
non
ha
terra
sufficiente
per
permettersi
più
a
lungo
il
lusso
di
dar
loro
dimora
gratis
nella
sua
casa
e
appunto
perciò
si
dimenano
e
urlano
come
se
fossero
sui
carboni
accesi
.
Lo
sanno
bene
perché
,
più
fortunati
di
noi
,
la
storia
di
quella
regione
l
'
hanno
sott
'
occhio
in
ogni
momento
,
guardando
le
mura
,
le
chiese
,
le
case
e
persino
le
fortezze
con
le
quali
ci
minacciano
.
È
noto
che
ci
sono
stati
tanti
e
purtroppo
ce
ne
sono
ancora
che
hanno
detto
la
Dalmazia
non
essere
terra
italiana
.
Ebbene
costoro
o
sono
delle
persone
ignorantissime
educate
attraverso
le
bambinesche
corbellerie
della
scuola
jugoslava
,
falsa
e
bugiarda
più
di
quegli
dei
di
dantesca
memoria
,
o
evidentemente
sono
dei
politicanti
francofili
.
Per
entrambe
queste
categorie
è
superfluo
ogni
commento
.
Però
a
illustrare
la
volpesca
sagacia
della
politica
francese
basta
rammentare
la
metamorfosi
completa
nelle
loro
vedute
da
Napoleone
,
che
il
19
febbraio
1806
faceva
lanciare
un
proclama
dal
generale
Dumas
ai
cittadini
di
Zara
e
che
incominciava
precisamente
così
:
Dalmati
!
L
'
Imperatore
Napoleone
,
Re
d
'
Italia
,
vostro
Re
,
vi
rende
alla
vostra
patria
.
Egli
vi
ha
fissato
i
vostri
destini
:
il
trattato
di
Presburgo
garantisce
la
riunione
della
Dalmazia
al
Regno
d
'
Italia
;
ai
ministri
francesi
del
1920
che
negavano
ogni
diritto
di
italianità
in
quella
terra
.
Una
spregiudicatezza
così
enorme
per
i
francesi
transeat
,
ma
per
quel
famoso
Salvemini
...
non
me
la
so
capire
.
Vero
è
che
i
francesi
si
burlarono
di
lui
e
della
sua
ignoranza
facendolo
complice
dei
loro
misfatti
a
nostro
danno
.
Ed
è
per
obbligo
di
riconoscenza
che
se
lo
tengono
ospite
in
Francia
!
Se
Salvemini
invece
di
occuparsi
troppo
della
Francia
e
della
sua
Rivoluzione
si
fosse
occupato
della
Dalmazia
avrebbe
saputo
che
il
popolo
dalmatino
ebbe
origine
comune
coi
popoli
italiani
delle
coste
adriatiche
e
con
questi
ebbe
vita
comune
durante
e
dopo
l
'
imperio
romano
nel
mondo
allora
noto
.
Avrebbe
saputo
anche
che
il
re
barbaro
Atalarico
,
riconoscendo
lealmente
la
romanità
della
regione
,
emanò
un
editto
scritto
per
mano
di
Cassiodoro
e
che
cominciava
:
Universis
Romanis
per
Italiam
et
Dalmatiam
constitutis
;
avrebbe
saputo
che
i
dalmati
solevano
esclamare
:
Ab
ira
Almissanorum
libera
nos
,
Domine
!
,
quando
erano
minacciati
dalla
feroce
cupidigia
dei
barbari
croati
che
avevano
come
loro
sede
Almissa
,
cittadina
posta
sul
fiume
Tizio
(
Cetina
)
;
avrebbe
saputo
che
S
.
Girolamo
,
che
negli
scatti
d
'
ira
esclamava
:
Parce
mihi
,
quia
Dalmata
sum
,
Domine
!
,
e
S
.
Marino
,
che
fondò
la
nostra
millenaria
repubblica
,
erano
non
solo
dalmati
,
ma
anche
più
italiani
di
lui
;
e
infine
avrebbe
saputo
della
preghiera
che
il
romano
popolo
di
Salona
scolpì
sull
'
architrave
del
tempio
distrutto
con
la
città
dall
'
orda
barbara
croata
e
ora
rinvenuto
negli
scavi
:
Deus
noster
,
propitius
esto
Reipublicae
Romanorum
!
.
Quelli
che
pregavano
così
erano
dalmatini
che
sentivano
,
come
ancora
ora
,
pieno
e
cosciente
il
sentimento
della
propria
Patria
.
Le
biblioteche
dalmate
contengono
un
'
infinità
di
documenti
scritti
esclusivamente
in
latino
o
in
dialetto
veneziano
o
in
italiano
,
che
testimoniano
alla
luce
del
sole
l
'
italianità
della
Dalmazia
.
Salvemini
prima
di
vomitare
tanti
turpi
sacrilegi
contro
di
essa
avrebbe
dovuto
consumare
prima
la
sua
vita
a
consultare
tutti
gli
archivi
delle
biblioteche
dalmate
!
Le
opere
d
'
arte
della
Dalmazia
sono
meravigliosi
frutti
di
artisti
autoctoni
dalmati
.
Artisti
di
anima
e
di
ingegno
italiani
.
E
l
'
arte
in
Dalmazia
ebbe
il
suo
largo
sviluppo
quando
questa
nostra
regione
a
modello
delle
regioni
sorelle
d
'
Italia
,
si
governò
a
comune
libero
e
indipendente
in
ogni
sua
città
.
Gli
architetti
più
insigni
furono
:
Radovano
,
Buvina
,
Giorgio
Orsini
detto
da
Sebenico
,
Luciano
Laurana
,
Giovanni
da
Traù
detto
il
Dalmata
,
Andrea
Alessi
ed
altri
.
Questi
stessi
per
lo
più
,
come
suole
,
furono
anche
scultori
,
però
quello
che
s
'
elevò
al
disopra
di
tutti
fu
Francesco
da
Laurana
,
fratello
di
Luciano
.
Qualche
toscano
adornò
colle
sue
opere
la
Dalmazia
,
e
fra
questi
celebri
sono
:
Niccolò
Fiorentino
e
Michelozzo
,
e
inoltre
Onofrio
di
Giordano
della
Cava
che
però
era
del
napoletano
.
Fra
i
pittori
ricorderemo
il
Meldola
,
lo
Squarcina
,
Francesco
Salghetti
Drioli
ed
altri
.
Chi
volesse
farsi
una
cultura
completa
dell
'
opera
d
'
arte
dalmatica
non
ha
che
da
leggere
la
meravigliosa
opera
di
Alessandro
Dudan
,
ferventissimo
patriota
dalmata
di
vecchia
data
.
Ma
come
se
tutto
questo
non
bastasse
,
la
redenzione
della
Dalmazia
ce
la
chiede
anche
il
senso
della
nostra
sicurezza
nazionale
.
Poiché
se
vogliamo
davvero
che
l
'
Adriatico
sia
il
mare
nostrum
per
eccellenza
,
dobbiamo
costantemente
pensare
a
far
nostra
quella
costa
frastagliata
e
insidiosa
costa
al
grado
estremo
per
la
nostra
marina
in
caso
di
guerra
.
Le
migliaia
di
isole
,
di
canali
,
di
porti
e
di
nascondigli
di
ogni
genere
che
sembrano
fatti
apposta
dalla
Natura
per
darci
noia
continuamente
e
nello
stesso
tempo
per
farci
pensare
sempre
ad
essa
,
rendono
sicuro
quel
popolo
,
venutoci
dall
'
interno
e
che
non
ha
avuto
mai
un
mare
,
il
quale
suole
ripetere
che
non
ha
bisogno
di
flotta
per
la
sua
difesa
perché
gli
bastano
le
isole
soltanto
.
E
se
la
Jugoslavia
ha
la
possibilità
di
costruirsi
una
flotta
potente
,
come
è
suo
desiderio
,
si
viene
alla
sorprendente
per
quanto
comica
constatazione
che
il
regno
trino
è
veramente
lo
spauracchio
dell
'
obbrobrioso
impero
Austro
-
Ungarico
,
che
torna
a
darci
noia
con
immensa
consolazione
della
nostra
cosidetta
sorella
latina
,
e
quel
ch
'
è
peggio
dopo
aver
sofferto
la
perdita
di
mezzo
milione
di
uomini
per
toglierci
quella
seccatura
di
triste
ricordo
.
E
nel
subdolo
e
raccapricciante
intento
di
toglierci
la
Dalmazia
non
solo
aderirono
gli
alleati
dell
'
intesa
unanimemente
,
ma
anche
i
famigerati
componenti
del
governo
rosso
sostenuti
dall
'
assordante
coro
delle
ubbriache
bestialità
che
Salvemini
e
compagni
andavano
scrivendo
sui
vari
giornali
e
predicando
nelle
varie
città
e
che
erano
citate
dagli
jugoslavi
prima
e
dagli
alleati
poi
come
vangelo
di
spontanea
confessione
rinunziatrice
dell
'
intero
popolo
d
'
Italia
.
E
il
grido
dei
dalmati
fu
allora
soffocato
crudelmente
!
E
a
Parigi
ci
privarono
anche
della
Dalmazia
,
accordataci
dal
trattato
di
Londra
del
1915
!
E
così
gli
alleati
stessi
vennero
a
dare
ragione
a
quel
Cancelliere
tedesco
che
prima
di
loro
disse
e
considerò
i
trattati
come
altrettanti
fogli
di
carta
qualunque
!
Invano
una
schiera
di
invitti
eroi
cercò
di
conservare
la
Dalmazia
,
ché
la
serie
degli
avvenimenti
vergognosi
di
quell
'
epoca
si
accavallarono
l
'
un
dietro
l
'
altro
come
disposti
da
una
mano
perfida
e
implacabile
,
e
si
dovette
lasciare
l
'
amata
terra
all
'
odioso
nemico
che
scontò
la
sua
ira
bestiale
,
perseguitando
i
nostri
connazionali
,
singhiozzanti
per
l
'
abbandono
dei
loro
bramati
fratelli
.
L
'
ingiuria
ignominiosa
alla
nostra
stirpe
e
lo
scempio
alla
nostra
dignità
di
grande
nazione
era
così
perpetrato
ignominiosamente
.
E
appena
a
stento
si
riuscì
a
salvare
Fiume
la
olocausta
,
l
'
indomita
Zara
e
l
'
isola
di
Lagosta
in
cambio
di
Lissa
!
E
in
Jugoslavia
ebbero
ferma
convinzione
della
nostra
debolezza
e
anche
oggi
credono
e
lo
ripetono
con
un
sorriso
di
scherno
beffardo
che
noi
siamo
gli
eroi
di
Caporetto
,
ignorando
o
fingendo
di
non
conoscere
la
solenne
pedata
di
Vittorio
Veneto
!
Ecco
la
falsa
luce
dalla
quale
siamo
visti
da
quel
popolo
fanatico
e
megalomane
,
che
ha
la
baldanza
sfacciata
di
parlare
abitualmente
contro
l
'
Italia
,
e
di
attizzare
il
fuoco
dell
'
odio
della
sua
gioventù
striminzita
,
esortandola
a
liberare
i
croati
irredenti
dell
'
Istria
e
della
Venezia
Giulia
!
E
naturalmente
non
sanno
che
l
'
Italia
del
Duce
,
la
nuova
,
la
vera
Italia
,
è
stata
formata
dalla
generosa
coscienza
del
manipolo
audace
di
eroi
della
marcia
di
Ronchi
e
della
marcia
su
Roma
,
che
seppero
temerariamente
sfidare
le
minacce
di
tutti
e
,
quel
ch
'
è
più
,
infondere
il
senso
del
terrore
nei
codardi
croati
della
Dalmazia
!
E
non
sanno
i
meschini
che
il
fango
,
che
un
tempo
li
favoriva
,
dei
rinnegati
incoscienti
e
dei
gretti
calunniatori
,
è
stato
cacciato
per
sempre
dalla
nostra
terra
,
e
che
al
loro
posto
è
stata
sostituita
la
forte
e
sana
gioventù
italica
di
oggi
che
,
udendo
la
voce
possente
e
autoritaria
della
razza
antica
,
si
è
proposta
di
lavare
col
valore
e
colla
giustizia
,
l
'
onta
impressa
dai
nemici
ai
nostri
più
sacrosanti
diritti
.