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> anno_i:[1910 TO 1940}
PERCHÉ TRAMONTA LA LOTTA DI CLASSE ( CASINI GHERARDO , 1929 )
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... I conflitti del lavoro , gli scioperi , gli episodi della guerriglia sociale non sono affatto venuti scemando in questi ultimi anni . Ma numerosi e anche gravi talora essi sono apparsi appunto guerriglia e non guerra , episodi sporadici e non lotta organizzata , sistematica , metodica . Significa questo che la lotta è tuttavia immanente , o non sta a dimostrare piuttosto che l ' autodifesa è il mezzo a cui si ricorre quando non esistono i mezzi protettivi legali ? La seconda ipotesi è suffragata dai tentativi ormai numerosi di istituire i mezzi legali di difesa , principalmente attraverso la conciliazione e l ' arbitrato obbligatorio , inadeguati allo scopo , ma sintomatici . E si verifica così che mentre l ' ultimo grande sciopero che si è avuto in Europa rimonta a tre anni or sono lo sciopero dei minatori in Inghilterra e mentre il lavorio che da Mosca la Terza Internazionale prosegue senza posa si disperde nei rigagnoli delle violenze sporadiche ; si viene affermando l ' idea del regolamento giuridico dei conflitti professionali . A questo punto ogni deduzione sarebbe forzata se non ci soccorressero altri elementi . Nelle classi operaie , e si badi bene , sopratutto nelle organizzazioni sindacali operaie si avverte una progressiva tendenza ad uscire dai miti internazionalisti per trincerarsi entro un nazionalismo che arriva fino ad invocare misure protettive contro le importazioni di merci e di mano d ' opera straniera . Gli esempi vanno dai socialisti australiani ai sindacati degli operai cotonieri inglesi , e al deciso pronunciamento dell ' American Federation of Labor contro l ' immigrazione . Due sintomi dunque : il frantumarsi della lotta di classe accompagnato dai tentativi di sistemazione legale , e l ' orientamento nazionalista contrassegnano il comportamento delle classi operaie . Occorre vedere se ciò corrisponde ad uno stato di quiescenza , e cioè a dire alla fine della lotta fra le classi come preludio a quello che i socialisti designano come il " pericolo dell ' imborghesimento " delle classi operaie , oppure se , come crediamo , la fine di un ciclo storico è foriera dell ' avvento di un nuovo ordine sociale e politico . Torniamo alla nostra attuazione corporativa . Se nel suo complesso dimostra una ammirabile architettura giuridica , capace di contenere e di plasmare i più audaci sviluppi , storicamente essa coincide con il riscatto delle masse operaie italiane dallo stato di minorità politica in cui le aveva poste il liberalismo . Il Sindacalismo fascista non rappresenta più una posizione di difesa , ma di autonomia . La preesistente condizione d ' inferiorità si tramuta nella formazione politica di una classe , fornita di tutti i mezzi di azione e di organizzazione capaci di permetterle la collaborazione con le altre classi , non solo sul terreno delle condizioni di lavoro , ma anche e sopratutto su quello del regolamento della produzione . Quando al lavoratore si sono assicurate le giuste condizioni di vita , si è senza dubbio eliminata la prima causa della lotta di classe , ma non si potrebbe però dare completamente torto a coloro che ci accusano di averne fatto " un borghese " nel senso filisteico e gretto del termine . Il problema viceversa è quello di fare del lavoratore un produttore , e cioè di dargli un giusto senso di conservatorismo , un minimo indispensabile di sicurezza materiale , non disgiunto però dalla coscienza con - creta e costruttiva di collaboratore attivo della produzione , di elemento formativo della Nazione ...
POLEMICA VIVA CONTRO IL COMUNISMO ( ROSSONI EDMONDO , 1929 )
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... Il socialismo come utopia e come pratica non può essere battuto che da una Idea , non campata nei regni astratti avveniristici , ma collegata alla realtà e al razionale progresso civile . Per l ' Italia , l ' Idea dominatrice di tutto il nostro secolo è , e sarà , il Fascismo nei suoi aspetti sta - tali ed economici . Il Fascismo è storia vissuta e da vivere , tipicamente ed esclusivamente italiana . Dire che il Capitale , il sistema del Capitale , accumulato ed operante nelle iniziative produttrici , non ha finito la sua funzione , non significa rinunciare a regolare tale funzione , con scopi che la stessa esperienza e l ' esercizio del sistema possono suggerire , all ' infuori e sopratutto contro il comunismo . Il comunismo è un ' idea universale opposta ad un sistema universale capitalistico . Se si affermano delle necessità di disciplina nazionale del lavoro si afferma implicitamente che anche il Capitale deve servire la Nazione . Di fronte al semplicismo universalista del comunismo , è vero sol - tanto parzialmente ed apparentemente che ci sia un sistema universali - sta del capitalismo . Il capitalismo è piuttosto una forza imperiale , invadente e contrastante , non già svenevole solidarismo . In cima a tutto questo non c ' è affatto uno scopo unico : il guadagno . Il guadagno non è un ' idea e non è un ' idea il Capitale . Però il Capitale può servire una idea . Per il Fascismo l ' idea è la Nazione e la sua missione nel mondo . Una Nazione è imperiale in due modi : con la forza dello Stato e con la forza del suo Genio e del suo Lavoro . Una Nazione ha diritti imperiali se ha qualche cosa di meglio delle altre da offrire per il divenire della civiltà . Nei secoli , l ' Italia è stata per il mondo l ' idea ed il motore della civiltà . Oggi l ' idea è rinata per virtù del Fascismo e con simboli che costituiscono un riassunto storico della stirpe : il Littorio e la Corporazione . E ' l ' idea , con questi simboli non il volgare interesse padrona - le che noi opponiamo al socialismo . Non è , dunque , ad una classe specifica ed arbitrariamente definita che noi ci rivolgiamo . Saranno invece le classi che capiranno l ' idea , a riempire di sé i capitoli della nuova storia . Il socialismo parte dal presupposto di un proletariato classe dirigente . Questo presupposto fallisce all ' esame critico e all ' esperienza storica , per ragioni tecniche , morali e diremmo quasi fisiche . Il sindacalismo proletario si mostra quindi unilaterale ed insufficiente . Ed è sopratutto nell ' interesse del lavoro che deve essere ripudiato un simile sindacalismo . Ma basta l ' ingiustizia verso il proletariato , e quindi l ' irrequietudine e l ' irregolarità produttiva , per creare il danno generale . Per contro , il coordinamento di tutte le attività nelle Corporazioni ne facilita la fusione armonica per il bene generale , cioè di uno e di tutti , aprendo la via alla formazione in ogni campo degli elementi dirigenti , per merito e non per artificio . È la lotta o se si vuole la gara delle capacità ...
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Visto l ' art . 1 , n . 3 , della legge 31 gennaio 1926-IV , numero 100; Visto l ' art . 11 del R . decreto - legge 9 febbraio 1939-XVII , n . 126; Sentito il Consiglio di Stato ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Su proposta del Ministro per le finanze , di concerto con i Ministri per l ' interno , per la grazia e giustizia e per le corporazioni ; Abbiamo decretato e decretiamo : È approvato l ' annesso statuto dell ' Ente di gestione e liquidazione immobiliare , istituito col R . decreto - legge 9 febbraio 1939-XVII , n . 126 . Detto statuto , composto di n . 26 articoli , sarà d ' ordine Nostro firmato dal Ministro per le finanze . Il presente decreto entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a Roma , addì 27 marzo 1939-XVII Vittorio Emanuele Mussolini , Di Revel , Solmi , Lantini
StampaPeriodica ,
... L ' Europa ha bisogno che la sua politica divenga una religione . Il Fascismo che è un ' idea , un movimento spirituale , che trae la sua vita da rispondenze storiche e nazionali , ha dato quest ' anima alla sua azione . Un principio di unione europea , la redenzione futura di una gente non può uscire che da un organismo dottrinale e gerarchico , che da una unità spirituale . In ciò è il significato del potenziarsi di un organismo dottrinale e gerarchico . Si va verso una unità religiosa europea . È innegabile che la civiltà dei popoli europei deriva dall ' Italia : tale civiltà è sempre cattolica nella sua origine . Se l ' occidente si vuole salvare dall ' ovest e dall ' est , la fatalità degli eventi storici gli impone il ritorno a quelle fedi che sole possono salvare la nostra civiltà occidentale ; il ritorno ai principi da cui nacque questa civiltà . L ' occidente deve andare a Roma , all ' idea che da essa sorge . Il Fascismo riprende la tradizione mediterranea : lo spirito romano nutre la sua fede per questa divina speranza di grandezza , che abbiamo ... Né si tenti di fare del Mediterraneo un lago gallico e di Roma una succursale di Parigi e Mosca . Attualmente , mentre a Ginevra si sogna una Eurasia , mentre la civiltà nelle degenerazioni del progresso meccanico tende all ' ovest nei suoi sviluppi intesi a sopraffare lo spirito d ' Europa e per cui angosciosa si alza la domanda : " America o Mosca , " noi giovani italiani di Mussolini affermiamo la tradizione europea nella romanità . Nella romanità latina temperata dal cattolicesimo : concezione integrale , adunque , per non dire classica . Far risorgere i valori dello spirito è compito europeo del Fascismo , che nel nome di una funzione spirituale romana dovrà vincere il male intimo dell ' angosciata Europa . Il Fascismo è antieuropeo poiché il popolo nostro ha raggiunto la sua unità spirituale : essa è profonda data la sua tradizione storica . In Italia il popolo ha una fede comune ed un Capo : Mussolini . Noi siamo l ' Antieuropa , perché combattiamo le idee democratiche , comuniste , che attualmente dominano lo spirito europeo . Siamo l ' Antieuropa , per la lotta che dobbiamo sostenere in nome della nostra libertà , del nostro sviluppo di popolo proletario contro le varie plutocrazie europee , che tendono a soverchiare ed a soffocare la nostra forza di espansione . Siamo l ' Antieuropa , perché mentre i popoli europei si accalcano nelle metropoli meccaniche , sentine d ' ogni corruzione , mostruose interpretazioni della vita moderna , noi italiani torniamo alla terra non per retrocedere ma per fondare su di essa e ritrovarvi il profondo spirito della nostra tradizione secolare e mediterranea . Siamo l ' Antieuropa perché mentre in taluni popoli europei imperversa il malthusianismo , noialtri italiani tenacemente progrediamo , quasi fosse a proteggerci la divinità nel cammino fecondo della lotta demografica . Siamo antieuropei adunque perché siamo contro le città tentacolari , le plutocrazie , il bolscevismo , contro la concezione e la pratica individualistica e materialistica della democrazia di tutte le gradazioni , perché siamo contro la decrepita civiltà europea parlamentaristica e internazionalistica . Noi siamo l ' Eresia della moderna Europa . Contro l ' Europa di Parigi , di Mosca , di Ginevra , la nostra Antieuropa ha il nome di Roma . Instaureremo l ' unità religiosa d ' Europa onde fondare il ritorno agli ideali . Il Fascismo , come idea dell ' Italia moderna e classica è il restauratore di una civiltà : Roma è il centro morale di azione . È l ' Antieuropa . È l ' insorgere dell ' occidente romano contro l ' occidente usurpatore : la supremazia di Parigi è solo un ' apparenza . L ' Italia si prepara a svolgere la sua azione di primato : è l ' Antieuropa che ha in sé il germe dinamico dell ' unità e della civiltà . Nella instabile Europa noi siamo perciò gli eresiarchi che preparano gli sviluppi della verità storica . Noi siamo l ' Antieuropa in funzione europea .
VENTISEISTI ( VOLTA SANDRO , 1929 )
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Come ce l ' hanno i diciannovisti , è giusto prenotare anche ai ventiseisti un posticino nella storia di questa nostra epoca . Tanto più che gli autentici ventiseisti sono così modesti che non si vantano mai di questo titolo ed anzi il loro riserbo arriva al punto che amerebbero esser confusi tra la folla anonima dei gregari senza distinzione di date . Ma questo è davvero un eccesso di zelo e di discrezione , perché sarebbe contrario ad ogni più elementare principio di giustizia confondere un ventiseista della più bell ' acqua con quella masnada di estremisti che ancora oggi nell ' anno settimo , durante la passeggiata domenicale , invece di un paio di guanti scamosciati o d ' un mazzolin di fiori , hanno mantenuto l ' abitudine di portare tra le mani uno di quei manganelli di pessimo gusto che tutti sanno e di agi - tarlo disinvolti come se si trattasse proprio di un bastoncino da passeggio . D ' altronde non si può negare che senza il loro buon senso la Rivoluzione non avrebbe mai raggiunto risultati , come dicono , tangibili . Quegli altri erano , sì , dei bravi ragazzi generosi e disinteressati , ma ormai sono rimasti arretrati di fronte alla realtà imprescindibile degli eventi . La quale , a detta di qualunque ventiseista degno veramente di questo nome , non comporta più gli impeti di un tempo , ma , squisitamente politica com ' è , non la possono concepire altrimenti che gravida del più acuto machiavellismo . È quindi naturale che la violenza gli ripugni , non tanto perché in tempi per fortuna trapassati di qualche violenza è stato vittima anche qualcuno di loro , quanto perché essi credono veramente che ormai si serva assai meglio la ragion di stato con quella rete di mezzucci , spionaggi , calunnie , laccherie , l ' orditura della quale costituisce la più nobile fatica del ventiseismo ad oltranza e dalla quale , se non ci fossero ogni tanto degli sconsigliati guastafeste a rompere qualche maglia , non poche provincie sarebbero già avviluppate a dovere . In fondo però non si deve esagerare ed è doveroso riconoscere che , benché aspirino a molto , questi benemeriti ventiseisti si accontentano anche di prendere il poco . Difatti dei veri e propri posti di comando ne occupano pochissimi , e tranne qualcuno che è podestà di qualche comune di secondaria importanza i più hanno racimolato dei posticini al dopolavoro o negli enti parastatali , ma la loro vera funzione è quella di lustrare gli stivali a quei gerarchi che non lo hanno a schifo , di raccattare qualche briciola e di mostrarsi sempre in giro con un sorriso circolare sulle labbra , diffondendo delle paroline a doppio fondo per seminare quel po ' di zizzania che sia loro possibile senza troppo rischio . Tutte cose d ' importanza trascurabile , come si vede , e non varrebbe nemmeno la pena d ' occuparsene se col passare del tempo non crescesse continuamente anche la loro intromettenza .
LA MARCIA SU ROMA ( G. CRUILLAS , 1929 )
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... Baldo aveva avanzato ogni schiera con la sua centuria di Valnera : voleva essere il primo a calcare il suolo dell ' Urbe , come un conquistatore , poi a baciarlo carponi , come l ' esule che ritorna . L ' alba annunziatrice diveniva mattino di gloria ; l ' Agro era solenne come l ' altare d ' un rito universale . Il passo delle legioni , sparse e digradanti nella pianura come in un anfiteatro d ' epopea , diveniva più lento ma più saldo come si avvicinava la mèta . Avanti , ora , andavano gli alfieri , con i gagliardetti tenuti alti in atto di fede , quasi ad ammonire , dinanzi la città invilita , come fosse la Morte una protettrice giusta e potentissima che non può ingannare né essere ingannata . E la Centuria di Valnera accelerava il suo impeto . I legionari la guardavano senza stupirsi e senza ricondurla alla disciplina di marcia ; tutti , comunicando con un presagio diffuso nel cielo , le riconoscevano un diritto di preminenza , in nome di un prodigio , ancora ignoto , ma che stava per compiersi . E d ' improvviso , il Centurione impose , con un gesto , la sosta alla sua schiera . Poi , varcando le vestigia di un confine , ricoperto dalle malerbe , mosse verso un cippo spezzato su cui , inciso , un nome evocava il Dio Termine , polverizzato dal Tempo . Il volto di Roma si rivelava nel simbolo della sua Legge . Tutti si fermarono come dinanzi a un ' Elevazione . La Marcia liberatrice ebbe una tregua . E all ' orizzonte , tra le brume del mattino , la città apparve . Allora i Liberatori altissimo propugnarono i gagliardetti neri , su cui era l ' emblema della Morte santa da cui la Vita risorge . E il Centurione rimase un attimo dinanzi al cippo , come immemore o dissennato . Poi levò la mano . Un infinito mormorio trasvolò le legioni ; e i gagliardetti ondeggiarono a uno spiro che non era terreno . Il Centurione fissava nel cielo un volo d ' aquile . Ma solo vedeva in sé stesso un fuoco traversare i secoli e foggiarsi in tre parole basilari d ' un mondo . " Tu le dirai come io le ho dette , " diceva a lui una voce senza suono e senza linguaggio . " E il tuo còmpito sarà terminato . " Una forza antichissima urgeva il silenzio della sua bocca chiusa . E le aquile si persero nel sole . Allora , nell ' attesa dei fratelli , il Centurione piegò un ginocchio sulla terra , come votando il sacrificio più grande ; poi si alzò . Negli occhi gli si accese una gran luce gaudiosa e trionfale ; e con la voce di tutta la Stirpe , dai secoli dei secoli , proferì : " Hic manebimus optime . " E , stramazzato come una Colonna divelta , la sua fronte batté la Selce che comprimeva il Germoglio : e , prima che spirasse , il suo sangue bagnò la terra di Roma .
StampaPeriodica ,
È stato detto che il Fascismo , il Governo fascista ha abbassato o tende ad abbassare il livello della cultura e della Scienza . È vero . Questa affermazione non ha però l ' efficacia che l ' azione del Fascismo merita . Più che abbassare il Fascismo vuol distruggere . Non distrugge gli intellettuali , non gli scienziati ; perché a questi porrà dei compiti nuovi . Distrugge la cultura . La cultura di Benedetto Croce , di Salvemini e C . La cultura delle fandonie e delle ipocrisie . La cultura che poteva servire ai " sapienti " per dir male di chi loro tornava conto , la cultura di cui tutto il popolo , che è il solo che della cultura ha bisogno pel proprio bene , per la educazione del proprio spirito , di cui tutto il popolo italiano se ne fregava . Il Fascismo distrugge quella cultura che il popolo italiano , quello che lavora otto o dieci ore al giorno e che ha bisogno di almeno un ' ora giornaliera di sollievo spirituale , aveva già condannato . Il Fascismo distrugge la cultura che era fine a se stessa , che era il mezzo di pochi , di pochissimi . Il Fascismo sta creando la vera cultura . Il regime nostro è totalitario : esso governa un popolo per il bene di una Nazione , non per il comodo di chi più ha saputo dire , dopo aver letto molti libri od aver pensato sulla scia di altri pensatori ...
ZAVORRA ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Non è possibile che gli uomini dabbene chiudano gli occhi su quanto avviene in una parte del campo editoriale italiano , perché , se così fosse , ci sarebbe proprio da disperare del coraggio e dello spirito animatore di noi stessi . Se scorri il catalogo , sia pure di una modestissima casa editrice , per tre quarti non fai che leggere nomi di stranieri più o meno illustri , che oggi si scovano tutte le mediocrità franciose , slavate , standardizzate e si ammanniscono piatti conditi di tutte le droghe e dopo i nomi ostrogoti , titoli sensazionali . È un eccesso di libertà che bisogna energicamente curare . Il sano spirito italiano non bisogna turbarlo e deturparlo con le infezioni d ' Oltralpe ; perderlo contraffacendolo ; contaminarlo . Lo spirito italiano non ha nessuna necessità nemmeno del " genio slavo , " il quale può essere solo materia di studio per coloro che avendo già formata una salda spiritualità non c ' è pericolo ne siano ammorbati . La nostra forza consiste sopra tutto nel conservare intatti i nostri valori , anzi nel rinsaldarli e affinarli , per renderli meglio adeguati all ' aspra lotta che si combatte oggi in tutti i settori dell ' attività umana . Non abbiamo noi necessità di " europeizzarci , " ma è l ' Europa che deve , se vuole continuare vita indipendente e vigorosa , abbeverarsi a queste pure fonti italiche e assorbirne tutte le sane , vitali , eterne energie . Il resto è zavorra ...
INCOSCIENZA O DISPREZZO? ( IL DOGANIERE , 1929 )
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Bragaglia è stato in Germania e racconta le sue impressioni di Berlino . " I teatri di propaganda comunista diffondono idee e fanno polemiche , criticano con la caricatura , esaltano col simbolismo . Il pubblico che li frequenta , pagando la poltrona una cinquantina di lire , è il pubblico più grasso borghese che si possa vedere a Berlino . Contentoni , tutti battono le mani come matti . Per giunta al terz ' atto dànno di fiato all ' entusiasmo , acclamando il lavoro e gli interpreti , con inequivocabile voto . " In maggioranza si pensa , son tutti comunisti gli spettatori ! " È ‘ chic ’ oggi a Berlino , l ' affermare di essere comunisti . Signore svenevoli e signorini per dancings , vi dicono di essere comunisti ; come ieri a Parigi si dicevano relativiste le aristocratiche dame improvvisatesi uditrici di filosofia . " Ma la verità vera è che questo entusiasmo si limita agli applausi in teatro . È tutto snob . Oggi , vedete , son comunisti , ma la rivoluzione , come la guerra , non la vorrebbe sul serio nessuno . Se no , addio panciate di delicatessen , al suono dei saxofoni e al tepore dei termosifoni ! " Ma intanto , gran ressa alle commedie di tendenza politica . " Qui bisogna veramente domandarsi se si tratta di incoscienza borghese o di disprezzo per il famoso bolscevismo che ogni tanto spunta in Germania , ma non si decide mai ad attaccare . Tuttavia il fenomeno è interessante e in fondo credo che ci sia nell ' animo dei tedeschi molta sicurezza di se stessi e molta incredulità verso il comunismo .
IL PIU GRANDE DIVULGATORE: MUSSOLINI ( VECCHIETTI GIORGIO , 1929 )
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... E se poi per concludere guardiamo , come ormai ci ha abituati il Fascismo , un po ' in alto , non ci appare forse il Duce come il più grande divulgatore delle verità fasciste ? Al Mussolini creatore subito succede il Mussolini divulgatore ; e come non si circonda , al modo asiatico , di tenebre , di mistero e di sacrifici inumani per accrescersi fascino e potenza , ma anzi , italianamente , lavora sotto il sole , in piena luce meridiana , sì che ognuno può vederlo e giudicarlo ; così le parole Egli usa non per mascherare i concetti , ma per interpretare le verità " solari " e " luminose , " che va svelando agl ' Italiani . Mussolini perciò , anche quando disputa , dinnanzi agli scienziati , intorno a Roma antica o intorno ai rapporti fra scienza e fede , soprattutto allora , vorrei aggiungere , s ' indirizza al popolo , e l ' eloquio gli esce facile , colorito , incisivo come non mai . Senza dubbio i chirurgi adunatisi a Roma sanno che " alle sue radici greche chirurgia non ha che un modesto significato : lavoro della mano . " Certamente conoscono le origini della gloriosa scuola medica di Salerno , e non una volta sola si sono imbattuti nei quattro gloriosi Maestri del Rinascimento " cui ancora oggi essa ( la scienza chirurgica ) , come ai numi più venerati , devotamente si raccomanda : da Andrea Vesalio al Wurtzins , da Paracelso ad Ambrogio Parè . " Certamente gli scienziati convenuti all ' Archiginnasio bolognese sanno l ' origine delle ricerche scientifiche , e che ne pensasse Aristotile e come sorgesse " una scuola filosofica greca , quella dei sofisti , che impugnava e irrideva a qualsiasi esperienza , negando l ' esistenza del fenomeno stesso . " Sì , tutto questo , e molt ' altro ancora , sanno gli scienziati e i chirurgi ; ma è il popolo che non sa , è al popolo quindi che si rivolge Mussolini . E perché i giornalisti non dovrebbero imitarlo , estendendo il più possibile l ' opera di divulgazione da Lui intrapresa ? ...