StampaPeriodica ,
...
I
conflitti
del
lavoro
,
gli
scioperi
,
gli
episodi
della
guerriglia
sociale
non
sono
affatto
venuti
scemando
in
questi
ultimi
anni
.
Ma
numerosi
e
anche
gravi
talora
essi
sono
apparsi
appunto
guerriglia
e
non
guerra
,
episodi
sporadici
e
non
lotta
organizzata
,
sistematica
,
metodica
.
Significa
questo
che
la
lotta
è
tuttavia
immanente
,
o
non
sta
a
dimostrare
piuttosto
che
l
'
autodifesa
è
il
mezzo
a
cui
si
ricorre
quando
non
esistono
i
mezzi
protettivi
legali
?
La
seconda
ipotesi
è
suffragata
dai
tentativi
ormai
numerosi
di
istituire
i
mezzi
legali
di
difesa
,
principalmente
attraverso
la
conciliazione
e
l
'
arbitrato
obbligatorio
,
inadeguati
allo
scopo
,
ma
sintomatici
.
E
si
verifica
così
che
mentre
l
'
ultimo
grande
sciopero
che
si
è
avuto
in
Europa
rimonta
a
tre
anni
or
sono
lo
sciopero
dei
minatori
in
Inghilterra
e
mentre
il
lavorio
che
da
Mosca
la
Terza
Internazionale
prosegue
senza
posa
si
disperde
nei
rigagnoli
delle
violenze
sporadiche
;
si
viene
affermando
l
'
idea
del
regolamento
giuridico
dei
conflitti
professionali
.
A
questo
punto
ogni
deduzione
sarebbe
forzata
se
non
ci
soccorressero
altri
elementi
.
Nelle
classi
operaie
,
e
si
badi
bene
,
sopratutto
nelle
organizzazioni
sindacali
operaie
si
avverte
una
progressiva
tendenza
ad
uscire
dai
miti
internazionalisti
per
trincerarsi
entro
un
nazionalismo
che
arriva
fino
ad
invocare
misure
protettive
contro
le
importazioni
di
merci
e
di
mano
d
'
opera
straniera
.
Gli
esempi
vanno
dai
socialisti
australiani
ai
sindacati
degli
operai
cotonieri
inglesi
,
e
al
deciso
pronunciamento
dell
'
American
Federation
of
Labor
contro
l
'
immigrazione
.
Due
sintomi
dunque
:
il
frantumarsi
della
lotta
di
classe
accompagnato
dai
tentativi
di
sistemazione
legale
,
e
l
'
orientamento
nazionalista
contrassegnano
il
comportamento
delle
classi
operaie
.
Occorre
vedere
se
ciò
corrisponde
ad
uno
stato
di
quiescenza
,
e
cioè
a
dire
alla
fine
della
lotta
fra
le
classi
come
preludio
a
quello
che
i
socialisti
designano
come
il
"
pericolo
dell
'
imborghesimento
"
delle
classi
operaie
,
oppure
se
,
come
crediamo
,
la
fine
di
un
ciclo
storico
è
foriera
dell
'
avvento
di
un
nuovo
ordine
sociale
e
politico
.
Torniamo
alla
nostra
attuazione
corporativa
.
Se
nel
suo
complesso
dimostra
una
ammirabile
architettura
giuridica
,
capace
di
contenere
e
di
plasmare
i
più
audaci
sviluppi
,
storicamente
essa
coincide
con
il
riscatto
delle
masse
operaie
italiane
dallo
stato
di
minorità
politica
in
cui
le
aveva
poste
il
liberalismo
.
Il
Sindacalismo
fascista
non
rappresenta
più
una
posizione
di
difesa
,
ma
di
autonomia
.
La
preesistente
condizione
d
'
inferiorità
si
tramuta
nella
formazione
politica
di
una
classe
,
fornita
di
tutti
i
mezzi
di
azione
e
di
organizzazione
capaci
di
permetterle
la
collaborazione
con
le
altre
classi
,
non
solo
sul
terreno
delle
condizioni
di
lavoro
,
ma
anche
e
sopratutto
su
quello
del
regolamento
della
produzione
.
Quando
al
lavoratore
si
sono
assicurate
le
giuste
condizioni
di
vita
,
si
è
senza
dubbio
eliminata
la
prima
causa
della
lotta
di
classe
,
ma
non
si
potrebbe
però
dare
completamente
torto
a
coloro
che
ci
accusano
di
averne
fatto
"
un
borghese
"
nel
senso
filisteico
e
gretto
del
termine
.
Il
problema
viceversa
è
quello
di
fare
del
lavoratore
un
produttore
,
e
cioè
di
dargli
un
giusto
senso
di
conservatorismo
,
un
minimo
indispensabile
di
sicurezza
materiale
,
non
disgiunto
però
dalla
coscienza
con
-
creta
e
costruttiva
di
collaboratore
attivo
della
produzione
,
di
elemento
formativo
della
Nazione
...
StampaPeriodica ,
...
Il
socialismo
come
utopia
e
come
pratica
non
può
essere
battuto
che
da
una
Idea
,
non
campata
nei
regni
astratti
avveniristici
,
ma
collegata
alla
realtà
e
al
razionale
progresso
civile
.
Per
l
'
Italia
,
l
'
Idea
dominatrice
di
tutto
il
nostro
secolo
è
,
e
sarà
,
il
Fascismo
nei
suoi
aspetti
sta
-
tali
ed
economici
.
Il
Fascismo
è
storia
vissuta
e
da
vivere
,
tipicamente
ed
esclusivamente
italiana
.
Dire
che
il
Capitale
,
il
sistema
del
Capitale
,
accumulato
ed
operante
nelle
iniziative
produttrici
,
non
ha
finito
la
sua
funzione
,
non
significa
rinunciare
a
regolare
tale
funzione
,
con
scopi
che
la
stessa
esperienza
e
l
'
esercizio
del
sistema
possono
suggerire
,
all
'
infuori
e
sopratutto
contro
il
comunismo
.
Il
comunismo
è
un
'
idea
universale
opposta
ad
un
sistema
universale
capitalistico
.
Se
si
affermano
delle
necessità
di
disciplina
nazionale
del
lavoro
si
afferma
implicitamente
che
anche
il
Capitale
deve
servire
la
Nazione
.
Di
fronte
al
semplicismo
universalista
del
comunismo
,
è
vero
sol
-
tanto
parzialmente
ed
apparentemente
che
ci
sia
un
sistema
universali
-
sta
del
capitalismo
.
Il
capitalismo
è
piuttosto
una
forza
imperiale
,
invadente
e
contrastante
,
non
già
svenevole
solidarismo
.
In
cima
a
tutto
questo
non
c
'
è
affatto
uno
scopo
unico
:
il
guadagno
.
Il
guadagno
non
è
un
'
idea
e
non
è
un
'
idea
il
Capitale
.
Però
il
Capitale
può
servire
una
idea
.
Per
il
Fascismo
l
'
idea
è
la
Nazione
e
la
sua
missione
nel
mondo
.
Una
Nazione
è
imperiale
in
due
modi
:
con
la
forza
dello
Stato
e
con
la
forza
del
suo
Genio
e
del
suo
Lavoro
.
Una
Nazione
ha
diritti
imperiali
se
ha
qualche
cosa
di
meglio
delle
altre
da
offrire
per
il
divenire
della
civiltà
.
Nei
secoli
,
l
'
Italia
è
stata
per
il
mondo
l
'
idea
ed
il
motore
della
civiltà
.
Oggi
l
'
idea
è
rinata
per
virtù
del
Fascismo
e
con
simboli
che
costituiscono
un
riassunto
storico
della
stirpe
:
il
Littorio
e
la
Corporazione
.
E
'
l
'
idea
,
con
questi
simboli
non
il
volgare
interesse
padrona
-
le
che
noi
opponiamo
al
socialismo
.
Non
è
,
dunque
,
ad
una
classe
specifica
ed
arbitrariamente
definita
che
noi
ci
rivolgiamo
.
Saranno
invece
le
classi
che
capiranno
l
'
idea
,
a
riempire
di
sé
i
capitoli
della
nuova
storia
.
Il
socialismo
parte
dal
presupposto
di
un
proletariato
classe
dirigente
.
Questo
presupposto
fallisce
all
'
esame
critico
e
all
'
esperienza
storica
,
per
ragioni
tecniche
,
morali
e
diremmo
quasi
fisiche
.
Il
sindacalismo
proletario
si
mostra
quindi
unilaterale
ed
insufficiente
.
Ed
è
sopratutto
nell
'
interesse
del
lavoro
che
deve
essere
ripudiato
un
simile
sindacalismo
.
Ma
basta
l
'
ingiustizia
verso
il
proletariato
,
e
quindi
l
'
irrequietudine
e
l
'
irregolarità
produttiva
,
per
creare
il
danno
generale
.
Per
contro
,
il
coordinamento
di
tutte
le
attività
nelle
Corporazioni
ne
facilita
la
fusione
armonica
per
il
bene
generale
,
cioè
di
uno
e
di
tutti
,
aprendo
la
via
alla
formazione
in
ogni
campo
degli
elementi
dirigenti
,
per
merito
e
non
per
artificio
.
È
la
lotta
o
se
si
vuole
la
gara
delle
capacità
...
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
l
'
art
.
1
,
n
.
3
,
della
legge
31
gennaio
1926-IV
,
numero
100;
Visto
l
'
art
.
11
del
R
.
decreto
-
legge
9
febbraio
1939-XVII
,
n
.
126;
Sentito
il
Consiglio
di
Stato
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
,
di
concerto
con
i
Ministri
per
l
'
interno
,
per
la
grazia
e
giustizia
e
per
le
corporazioni
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
È
approvato
l
'
annesso
statuto
dell
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
,
istituito
col
R
.
decreto
-
legge
9
febbraio
1939-XVII
,
n
.
126
.
Detto
statuto
,
composto
di
n
.
26
articoli
,
sarà
d
'
ordine
Nostro
firmato
dal
Ministro
per
le
finanze
.
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
nel
giorno
stesso
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
Raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
Roma
,
addì
27
marzo
1939-XVII
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Di
Revel
,
Solmi
,
Lantini
StampaPeriodica ,
...
L
'
Europa
ha
bisogno
che
la
sua
politica
divenga
una
religione
.
Il
Fascismo
che
è
un
'
idea
,
un
movimento
spirituale
,
che
trae
la
sua
vita
da
rispondenze
storiche
e
nazionali
,
ha
dato
quest
'
anima
alla
sua
azione
.
Un
principio
di
unione
europea
,
la
redenzione
futura
di
una
gente
non
può
uscire
che
da
un
organismo
dottrinale
e
gerarchico
,
che
da
una
unità
spirituale
.
In
ciò
è
il
significato
del
potenziarsi
di
un
organismo
dottrinale
e
gerarchico
.
Si
va
verso
una
unità
religiosa
europea
.
È
innegabile
che
la
civiltà
dei
popoli
europei
deriva
dall
'
Italia
:
tale
civiltà
è
sempre
cattolica
nella
sua
origine
.
Se
l
'
occidente
si
vuole
salvare
dall
'
ovest
e
dall
'
est
,
la
fatalità
degli
eventi
storici
gli
impone
il
ritorno
a
quelle
fedi
che
sole
possono
salvare
la
nostra
civiltà
occidentale
;
il
ritorno
ai
principi
da
cui
nacque
questa
civiltà
.
L
'
occidente
deve
andare
a
Roma
,
all
'
idea
che
da
essa
sorge
.
Il
Fascismo
riprende
la
tradizione
mediterranea
:
lo
spirito
romano
nutre
la
sua
fede
per
questa
divina
speranza
di
grandezza
,
che
abbiamo
...
Né
si
tenti
di
fare
del
Mediterraneo
un
lago
gallico
e
di
Roma
una
succursale
di
Parigi
e
Mosca
.
Attualmente
,
mentre
a
Ginevra
si
sogna
una
Eurasia
,
mentre
la
civiltà
nelle
degenerazioni
del
progresso
meccanico
tende
all
'
ovest
nei
suoi
sviluppi
intesi
a
sopraffare
lo
spirito
d
'
Europa
e
per
cui
angosciosa
si
alza
la
domanda
:
"
America
o
Mosca
,
"
noi
giovani
italiani
di
Mussolini
affermiamo
la
tradizione
europea
nella
romanità
.
Nella
romanità
latina
temperata
dal
cattolicesimo
:
concezione
integrale
,
adunque
,
per
non
dire
classica
.
Far
risorgere
i
valori
dello
spirito
è
compito
europeo
del
Fascismo
,
che
nel
nome
di
una
funzione
spirituale
romana
dovrà
vincere
il
male
intimo
dell
'
angosciata
Europa
.
Il
Fascismo
è
antieuropeo
poiché
il
popolo
nostro
ha
raggiunto
la
sua
unità
spirituale
:
essa
è
profonda
data
la
sua
tradizione
storica
.
In
Italia
il
popolo
ha
una
fede
comune
ed
un
Capo
:
Mussolini
.
Noi
siamo
l
'
Antieuropa
,
perché
combattiamo
le
idee
democratiche
,
comuniste
,
che
attualmente
dominano
lo
spirito
europeo
.
Siamo
l
'
Antieuropa
,
per
la
lotta
che
dobbiamo
sostenere
in
nome
della
nostra
libertà
,
del
nostro
sviluppo
di
popolo
proletario
contro
le
varie
plutocrazie
europee
,
che
tendono
a
soverchiare
ed
a
soffocare
la
nostra
forza
di
espansione
.
Siamo
l
'
Antieuropa
,
perché
mentre
i
popoli
europei
si
accalcano
nelle
metropoli
meccaniche
,
sentine
d
'
ogni
corruzione
,
mostruose
interpretazioni
della
vita
moderna
,
noi
italiani
torniamo
alla
terra
non
per
retrocedere
ma
per
fondare
su
di
essa
e
ritrovarvi
il
profondo
spirito
della
nostra
tradizione
secolare
e
mediterranea
.
Siamo
l
'
Antieuropa
perché
mentre
in
taluni
popoli
europei
imperversa
il
malthusianismo
,
noialtri
italiani
tenacemente
progrediamo
,
quasi
fosse
a
proteggerci
la
divinità
nel
cammino
fecondo
della
lotta
demografica
.
Siamo
antieuropei
adunque
perché
siamo
contro
le
città
tentacolari
,
le
plutocrazie
,
il
bolscevismo
,
contro
la
concezione
e
la
pratica
individualistica
e
materialistica
della
democrazia
di
tutte
le
gradazioni
,
perché
siamo
contro
la
decrepita
civiltà
europea
parlamentaristica
e
internazionalistica
.
Noi
siamo
l
'
Eresia
della
moderna
Europa
.
Contro
l
'
Europa
di
Parigi
,
di
Mosca
,
di
Ginevra
,
la
nostra
Antieuropa
ha
il
nome
di
Roma
.
Instaureremo
l
'
unità
religiosa
d
'
Europa
onde
fondare
il
ritorno
agli
ideali
.
Il
Fascismo
,
come
idea
dell
'
Italia
moderna
e
classica
è
il
restauratore
di
una
civiltà
:
Roma
è
il
centro
morale
di
azione
.
È
l
'
Antieuropa
.
È
l
'
insorgere
dell
'
occidente
romano
contro
l
'
occidente
usurpatore
:
la
supremazia
di
Parigi
è
solo
un
'
apparenza
.
L
'
Italia
si
prepara
a
svolgere
la
sua
azione
di
primato
:
è
l
'
Antieuropa
che
ha
in
sé
il
germe
dinamico
dell
'
unità
e
della
civiltà
.
Nella
instabile
Europa
noi
siamo
perciò
gli
eresiarchi
che
preparano
gli
sviluppi
della
verità
storica
.
Noi
siamo
l
'
Antieuropa
in
funzione
europea
.
StampaPeriodica ,
Come
ce
l
'
hanno
i
diciannovisti
,
è
giusto
prenotare
anche
ai
ventiseisti
un
posticino
nella
storia
di
questa
nostra
epoca
.
Tanto
più
che
gli
autentici
ventiseisti
sono
così
modesti
che
non
si
vantano
mai
di
questo
titolo
ed
anzi
il
loro
riserbo
arriva
al
punto
che
amerebbero
esser
confusi
tra
la
folla
anonima
dei
gregari
senza
distinzione
di
date
.
Ma
questo
è
davvero
un
eccesso
di
zelo
e
di
discrezione
,
perché
sarebbe
contrario
ad
ogni
più
elementare
principio
di
giustizia
confondere
un
ventiseista
della
più
bell
'
acqua
con
quella
masnada
di
estremisti
che
ancora
oggi
nell
'
anno
settimo
,
durante
la
passeggiata
domenicale
,
invece
di
un
paio
di
guanti
scamosciati
o
d
'
un
mazzolin
di
fiori
,
hanno
mantenuto
l
'
abitudine
di
portare
tra
le
mani
uno
di
quei
manganelli
di
pessimo
gusto
che
tutti
sanno
e
di
agi
-
tarlo
disinvolti
come
se
si
trattasse
proprio
di
un
bastoncino
da
passeggio
.
D
'
altronde
non
si
può
negare
che
senza
il
loro
buon
senso
la
Rivoluzione
non
avrebbe
mai
raggiunto
risultati
,
come
dicono
,
tangibili
.
Quegli
altri
erano
,
sì
,
dei
bravi
ragazzi
generosi
e
disinteressati
,
ma
ormai
sono
rimasti
arretrati
di
fronte
alla
realtà
imprescindibile
degli
eventi
.
La
quale
,
a
detta
di
qualunque
ventiseista
degno
veramente
di
questo
nome
,
non
comporta
più
gli
impeti
di
un
tempo
,
ma
,
squisitamente
politica
com
'
è
,
non
la
possono
concepire
altrimenti
che
gravida
del
più
acuto
machiavellismo
.
È
quindi
naturale
che
la
violenza
gli
ripugni
,
non
tanto
perché
in
tempi
per
fortuna
trapassati
di
qualche
violenza
è
stato
vittima
anche
qualcuno
di
loro
,
quanto
perché
essi
credono
veramente
che
ormai
si
serva
assai
meglio
la
ragion
di
stato
con
quella
rete
di
mezzucci
,
spionaggi
,
calunnie
,
laccherie
,
l
'
orditura
della
quale
costituisce
la
più
nobile
fatica
del
ventiseismo
ad
oltranza
e
dalla
quale
,
se
non
ci
fossero
ogni
tanto
degli
sconsigliati
guastafeste
a
rompere
qualche
maglia
,
non
poche
provincie
sarebbero
già
avviluppate
a
dovere
.
In
fondo
però
non
si
deve
esagerare
ed
è
doveroso
riconoscere
che
,
benché
aspirino
a
molto
,
questi
benemeriti
ventiseisti
si
accontentano
anche
di
prendere
il
poco
.
Difatti
dei
veri
e
propri
posti
di
comando
ne
occupano
pochissimi
,
e
tranne
qualcuno
che
è
podestà
di
qualche
comune
di
secondaria
importanza
i
più
hanno
racimolato
dei
posticini
al
dopolavoro
o
negli
enti
parastatali
,
ma
la
loro
vera
funzione
è
quella
di
lustrare
gli
stivali
a
quei
gerarchi
che
non
lo
hanno
a
schifo
,
di
raccattare
qualche
briciola
e
di
mostrarsi
sempre
in
giro
con
un
sorriso
circolare
sulle
labbra
,
diffondendo
delle
paroline
a
doppio
fondo
per
seminare
quel
po
'
di
zizzania
che
sia
loro
possibile
senza
troppo
rischio
.
Tutte
cose
d
'
importanza
trascurabile
,
come
si
vede
,
e
non
varrebbe
nemmeno
la
pena
d
'
occuparsene
se
col
passare
del
tempo
non
crescesse
continuamente
anche
la
loro
intromettenza
.
StampaPeriodica ,
...
Baldo
aveva
avanzato
ogni
schiera
con
la
sua
centuria
di
Valnera
:
voleva
essere
il
primo
a
calcare
il
suolo
dell
'
Urbe
,
come
un
conquistatore
,
poi
a
baciarlo
carponi
,
come
l
'
esule
che
ritorna
.
L
'
alba
annunziatrice
diveniva
mattino
di
gloria
;
l
'
Agro
era
solenne
come
l
'
altare
d
'
un
rito
universale
.
Il
passo
delle
legioni
,
sparse
e
digradanti
nella
pianura
come
in
un
anfiteatro
d
'
epopea
,
diveniva
più
lento
ma
più
saldo
come
si
avvicinava
la
mèta
.
Avanti
,
ora
,
andavano
gli
alfieri
,
con
i
gagliardetti
tenuti
alti
in
atto
di
fede
,
quasi
ad
ammonire
,
dinanzi
la
città
invilita
,
come
fosse
la
Morte
una
protettrice
giusta
e
potentissima
che
non
può
ingannare
né
essere
ingannata
.
E
la
Centuria
di
Valnera
accelerava
il
suo
impeto
.
I
legionari
la
guardavano
senza
stupirsi
e
senza
ricondurla
alla
disciplina
di
marcia
;
tutti
,
comunicando
con
un
presagio
diffuso
nel
cielo
,
le
riconoscevano
un
diritto
di
preminenza
,
in
nome
di
un
prodigio
,
ancora
ignoto
,
ma
che
stava
per
compiersi
.
E
d
'
improvviso
,
il
Centurione
impose
,
con
un
gesto
,
la
sosta
alla
sua
schiera
.
Poi
,
varcando
le
vestigia
di
un
confine
,
ricoperto
dalle
malerbe
,
mosse
verso
un
cippo
spezzato
su
cui
,
inciso
,
un
nome
evocava
il
Dio
Termine
,
polverizzato
dal
Tempo
.
Il
volto
di
Roma
si
rivelava
nel
simbolo
della
sua
Legge
.
Tutti
si
fermarono
come
dinanzi
a
un
'
Elevazione
.
La
Marcia
liberatrice
ebbe
una
tregua
.
E
all
'
orizzonte
,
tra
le
brume
del
mattino
,
la
città
apparve
.
Allora
i
Liberatori
altissimo
propugnarono
i
gagliardetti
neri
,
su
cui
era
l
'
emblema
della
Morte
santa
da
cui
la
Vita
risorge
.
E
il
Centurione
rimase
un
attimo
dinanzi
al
cippo
,
come
immemore
o
dissennato
.
Poi
levò
la
mano
.
Un
infinito
mormorio
trasvolò
le
legioni
;
e
i
gagliardetti
ondeggiarono
a
uno
spiro
che
non
era
terreno
.
Il
Centurione
fissava
nel
cielo
un
volo
d
'
aquile
.
Ma
solo
vedeva
in
sé
stesso
un
fuoco
traversare
i
secoli
e
foggiarsi
in
tre
parole
basilari
d
'
un
mondo
.
"
Tu
le
dirai
come
io
le
ho
dette
,
"
diceva
a
lui
una
voce
senza
suono
e
senza
linguaggio
.
"
E
il
tuo
còmpito
sarà
terminato
.
"
Una
forza
antichissima
urgeva
il
silenzio
della
sua
bocca
chiusa
.
E
le
aquile
si
persero
nel
sole
.
Allora
,
nell
'
attesa
dei
fratelli
,
il
Centurione
piegò
un
ginocchio
sulla
terra
,
come
votando
il
sacrificio
più
grande
;
poi
si
alzò
.
Negli
occhi
gli
si
accese
una
gran
luce
gaudiosa
e
trionfale
;
e
con
la
voce
di
tutta
la
Stirpe
,
dai
secoli
dei
secoli
,
proferì
:
"
Hic
manebimus
optime
.
"
E
,
stramazzato
come
una
Colonna
divelta
,
la
sua
fronte
batté
la
Selce
che
comprimeva
il
Germoglio
:
e
,
prima
che
spirasse
,
il
suo
sangue
bagnò
la
terra
di
Roma
.
StampaPeriodica ,
È
stato
detto
che
il
Fascismo
,
il
Governo
fascista
ha
abbassato
o
tende
ad
abbassare
il
livello
della
cultura
e
della
Scienza
.
È
vero
.
Questa
affermazione
non
ha
però
l
'
efficacia
che
l
'
azione
del
Fascismo
merita
.
Più
che
abbassare
il
Fascismo
vuol
distruggere
.
Non
distrugge
gli
intellettuali
,
non
gli
scienziati
;
perché
a
questi
porrà
dei
compiti
nuovi
.
Distrugge
la
cultura
.
La
cultura
di
Benedetto
Croce
,
di
Salvemini
e
C
.
La
cultura
delle
fandonie
e
delle
ipocrisie
.
La
cultura
che
poteva
servire
ai
"
sapienti
"
per
dir
male
di
chi
loro
tornava
conto
,
la
cultura
di
cui
tutto
il
popolo
,
che
è
il
solo
che
della
cultura
ha
bisogno
pel
proprio
bene
,
per
la
educazione
del
proprio
spirito
,
di
cui
tutto
il
popolo
italiano
se
ne
fregava
.
Il
Fascismo
distrugge
quella
cultura
che
il
popolo
italiano
,
quello
che
lavora
otto
o
dieci
ore
al
giorno
e
che
ha
bisogno
di
almeno
un
'
ora
giornaliera
di
sollievo
spirituale
,
aveva
già
condannato
.
Il
Fascismo
distrugge
la
cultura
che
era
fine
a
se
stessa
,
che
era
il
mezzo
di
pochi
,
di
pochissimi
.
Il
Fascismo
sta
creando
la
vera
cultura
.
Il
regime
nostro
è
totalitario
:
esso
governa
un
popolo
per
il
bene
di
una
Nazione
,
non
per
il
comodo
di
chi
più
ha
saputo
dire
,
dopo
aver
letto
molti
libri
od
aver
pensato
sulla
scia
di
altri
pensatori
...
StampaPeriodica ,
Non
è
possibile
che
gli
uomini
dabbene
chiudano
gli
occhi
su
quanto
avviene
in
una
parte
del
campo
editoriale
italiano
,
perché
,
se
così
fosse
,
ci
sarebbe
proprio
da
disperare
del
coraggio
e
dello
spirito
animatore
di
noi
stessi
.
Se
scorri
il
catalogo
,
sia
pure
di
una
modestissima
casa
editrice
,
per
tre
quarti
non
fai
che
leggere
nomi
di
stranieri
più
o
meno
illustri
,
che
oggi
si
scovano
tutte
le
mediocrità
franciose
,
slavate
,
standardizzate
e
si
ammanniscono
piatti
conditi
di
tutte
le
droghe
e
dopo
i
nomi
ostrogoti
,
titoli
sensazionali
.
È
un
eccesso
di
libertà
che
bisogna
energicamente
curare
.
Il
sano
spirito
italiano
non
bisogna
turbarlo
e
deturparlo
con
le
infezioni
d
'
Oltralpe
;
perderlo
contraffacendolo
;
contaminarlo
.
Lo
spirito
italiano
non
ha
nessuna
necessità
nemmeno
del
"
genio
slavo
,
"
il
quale
può
essere
solo
materia
di
studio
per
coloro
che
avendo
già
formata
una
salda
spiritualità
non
c
'
è
pericolo
ne
siano
ammorbati
.
La
nostra
forza
consiste
sopra
tutto
nel
conservare
intatti
i
nostri
valori
,
anzi
nel
rinsaldarli
e
affinarli
,
per
renderli
meglio
adeguati
all
'
aspra
lotta
che
si
combatte
oggi
in
tutti
i
settori
dell
'
attività
umana
.
Non
abbiamo
noi
necessità
di
"
europeizzarci
,
"
ma
è
l
'
Europa
che
deve
,
se
vuole
continuare
vita
indipendente
e
vigorosa
,
abbeverarsi
a
queste
pure
fonti
italiche
e
assorbirne
tutte
le
sane
,
vitali
,
eterne
energie
.
Il
resto
è
zavorra
...
StampaPeriodica ,
Bragaglia
è
stato
in
Germania
e
racconta
le
sue
impressioni
di
Berlino
.
"
I
teatri
di
propaganda
comunista
diffondono
idee
e
fanno
polemiche
,
criticano
con
la
caricatura
,
esaltano
col
simbolismo
.
Il
pubblico
che
li
frequenta
,
pagando
la
poltrona
una
cinquantina
di
lire
,
è
il
pubblico
più
grasso
borghese
che
si
possa
vedere
a
Berlino
.
Contentoni
,
tutti
battono
le
mani
come
matti
.
Per
giunta
al
terz
'
atto
dànno
di
fiato
all
'
entusiasmo
,
acclamando
il
lavoro
e
gli
interpreti
,
con
inequivocabile
voto
.
"
In
maggioranza
si
pensa
,
son
tutti
comunisti
gli
spettatori
!
"
È
chic
oggi
a
Berlino
,
l
'
affermare
di
essere
comunisti
.
Signore
svenevoli
e
signorini
per
dancings
,
vi
dicono
di
essere
comunisti
;
come
ieri
a
Parigi
si
dicevano
relativiste
le
aristocratiche
dame
improvvisatesi
uditrici
di
filosofia
.
"
Ma
la
verità
vera
è
che
questo
entusiasmo
si
limita
agli
applausi
in
teatro
.
È
tutto
snob
.
Oggi
,
vedete
,
son
comunisti
,
ma
la
rivoluzione
,
come
la
guerra
,
non
la
vorrebbe
sul
serio
nessuno
.
Se
no
,
addio
panciate
di
delicatessen
,
al
suono
dei
saxofoni
e
al
tepore
dei
termosifoni
!
"
Ma
intanto
,
gran
ressa
alle
commedie
di
tendenza
politica
.
"
Qui
bisogna
veramente
domandarsi
se
si
tratta
di
incoscienza
borghese
o
di
disprezzo
per
il
famoso
bolscevismo
che
ogni
tanto
spunta
in
Germania
,
ma
non
si
decide
mai
ad
attaccare
.
Tuttavia
il
fenomeno
è
interessante
e
in
fondo
credo
che
ci
sia
nell
'
animo
dei
tedeschi
molta
sicurezza
di
se
stessi
e
molta
incredulità
verso
il
comunismo
.
StampaPeriodica ,
...
E
se
poi
per
concludere
guardiamo
,
come
ormai
ci
ha
abituati
il
Fascismo
,
un
po
'
in
alto
,
non
ci
appare
forse
il
Duce
come
il
più
grande
divulgatore
delle
verità
fasciste
?
Al
Mussolini
creatore
subito
succede
il
Mussolini
divulgatore
;
e
come
non
si
circonda
,
al
modo
asiatico
,
di
tenebre
,
di
mistero
e
di
sacrifici
inumani
per
accrescersi
fascino
e
potenza
,
ma
anzi
,
italianamente
,
lavora
sotto
il
sole
,
in
piena
luce
meridiana
,
sì
che
ognuno
può
vederlo
e
giudicarlo
;
così
le
parole
Egli
usa
non
per
mascherare
i
concetti
,
ma
per
interpretare
le
verità
"
solari
"
e
"
luminose
,
"
che
va
svelando
agl
'
Italiani
.
Mussolini
perciò
,
anche
quando
disputa
,
dinnanzi
agli
scienziati
,
intorno
a
Roma
antica
o
intorno
ai
rapporti
fra
scienza
e
fede
,
soprattutto
allora
,
vorrei
aggiungere
,
s
'
indirizza
al
popolo
,
e
l
'
eloquio
gli
esce
facile
,
colorito
,
incisivo
come
non
mai
.
Senza
dubbio
i
chirurgi
adunatisi
a
Roma
sanno
che
"
alle
sue
radici
greche
chirurgia
non
ha
che
un
modesto
significato
:
lavoro
della
mano
.
"
Certamente
conoscono
le
origini
della
gloriosa
scuola
medica
di
Salerno
,
e
non
una
volta
sola
si
sono
imbattuti
nei
quattro
gloriosi
Maestri
del
Rinascimento
"
cui
ancora
oggi
essa
(
la
scienza
chirurgica
)
,
come
ai
numi
più
venerati
,
devotamente
si
raccomanda
:
da
Andrea
Vesalio
al
Wurtzins
,
da
Paracelso
ad
Ambrogio
Parè
.
"
Certamente
gli
scienziati
convenuti
all
'
Archiginnasio
bolognese
sanno
l
'
origine
delle
ricerche
scientifiche
,
e
che
ne
pensasse
Aristotile
e
come
sorgesse
"
una
scuola
filosofica
greca
,
quella
dei
sofisti
,
che
impugnava
e
irrideva
a
qualsiasi
esperienza
,
negando
l
'
esistenza
del
fenomeno
stesso
.
"
Sì
,
tutto
questo
,
e
molt
'
altro
ancora
,
sanno
gli
scienziati
e
i
chirurgi
;
ma
è
il
popolo
che
non
sa
,
è
al
popolo
quindi
che
si
rivolge
Mussolini
.
E
perché
i
giornalisti
non
dovrebbero
imitarlo
,
estendendo
il
più
possibile
l
'
opera
di
divulgazione
da
Lui
intrapresa
?
...