StampaPeriodica ,
Ancora
una
volta
,
il
piombo
dei
carabinieri
del
re
ha
rigato
di
sangue
fraterno
una
piazza
d
'
Italia
.
Il
delitto
è
stato
compiuto
così
freddamente
che
non
è
fuori
luogo
supporre
che
il
brigante
monturato
,
ordinatore
della
scarica
assassina
,
l
'
abbia
premeditato
.
Ma
nessuna
meraviglia
in
noi
.
Semmai
,
meraviglia
per
la
meraviglia
degli
altri
.
Meraviglia
ad
esempio
per
quella
del
signor
Borelli
che
si
domanda
"
per
quale
tenebrosa
follia
il
comandante
di
un
'
Arma
cara
agli
onesti
per
le
sue
tradizioni
e
la
sua
dirittura
abbia
potuto
ordinare
un
così
vasto
eccidio
.
"
Il
signor
Borelli
ha
torto
.
Egli
forse
dimentica
che
l
'
assassinio
collettivo
è
una
delle
benemerenze
storiche
della
...
"
benemerita
"
...
Vedremo
cosa
farà
il
governo
.
Per
noi
il
capitano
brigante
dovrebbe
finire
al
muro
.
Ma
non
ne
faranno
di
nulla
.
Forse
lo
proporranno
per
una
ricompensa
.
Ne
siamo
quasi
sicuri
.
Quello
che
è
certo
,
si
è
che
la
faccenda
non
può
e
non
deve
finire
così
.
Intanto
il
massacro
dei
"
benemeriti
"
di
Sarzana
,
e
le
gesta
susseguenti
dei
cosiddetti
"
arditi
del
popolo
,
"
hanno
troncato
ogni
e
qualsiasi
possibilità
di
quella
pacificazione
che
l
'
Eccellenza
filo
pussista
desidera
e
cerca
con
lusinghe
e
con
minacce
.
Intanto
,
il
Fascio
fiorentino
ha
fatto
molto
bene
a
richiamare
telegraficamente
i
propri
delegati
.
Nelle
giornate
di
passione
,
mentre
i
fascisti
cadono
a
decine
sotto
il
piombo
dei
carabinieri
della
monarchia
sabauda
e
dei
delinquenti
leninisti
,
non
si
tratta
con
gli
assassini
.
Mentre
scriviamo
,
l
'
incendio
divampa
più
che
mai
;
e
non
sappiamo
quando
potremo
vederne
la
fine
.
Quello
che
avevamo
previsto
è
avvenuto
.
Oggi
siamo
veramente
"
contro
tutti
.
"
Non
importa
.
I
fascisti
rimangono
senza
iattanze
e
senza
paure
serrati
nei
loro
battaglioni
d
'
assalto
.
Siamo
ritornati
come
ai
primi
tempi
,
ai
tempi
eroici
del
fascismo
.
Non
importa
!
Compagni
fascisti
,
in
piedi
!
I
fascisti
cadono
fulminati
dal
piombo
dei
comunisti
e
dei
"
benemeriti
"
della
monarchia
.
Ancora
una
volta
:
Non
importa
!
Salutiamo
le
vittime
con
un
grido
di
battaglia
che
sia
anche
promessa
d
'
immancabile
vendetta
:
Per
i
caduti
di
Sarzana
uccisi
dal
piombo
regio
e
dal
ferro
comunista
:
eja
,
eja
,
eja
,
alalà
!
Fascisti
,
a
noi
!
Viva
l
'
Italia
e
per
l
'
Italia
viva
il
Fascismo
!
StampaPeriodica ,
Mi
perdonino
,
le
rappresentanti
del
gentil
sesso
,
se
dirò
cose
che
a
loro
dispiacciano
;
ma
non
si
può
rimanere
muti
,
poiché
,
purtroppo
,
non
si
può
porre
riparo
al
male
,
nei
confronti
di
un
problema
,
di
nessuna
entità
in
apparenza
,
ma
che
è
di
una
non
trascurabile
gravità
,
che
si
è
andato
creando
specialmente
dopo
la
guerra
.
Intendo
dire
della
invasione
,
già
avvenuta
in
parte
,
e
che
sempre
più
si
accentua
,
dell
'
elemento
femminile
in
quelli
che
prima
erano
i
campi
riservati
esclusivamente
all
'
attività
maschile
.
Non
sta
a
me
discutere
,
poiché
me
ne
manca
la
competenza
,
se
sia
giusto
che
la
donna
sia
occupata
nelle
officine
,
nelle
fabbriche
,
nei
laboratori
,
se
la
donna
possa
assolvere
il
compito
affidatole
nei
suddetti
campi
di
attività
con
tutta
quella
cura
spesso
richiesta
e
dando
sicuro
affidamento
;
se
la
donna
,
in
una
parola
,
abbia
la
capacità
fisica
e
mentale
di
fare
quanto
e
come
l
'
uomo
fa
.
Solo
voglio
fare
alcune
brevi
osservazioni
intorno
alla
invasione
femminile
nel
campo
dell
'
attività
intellettuale
ed
ai
danni
materiali
e
morali
che
ineluttabilmente
ne
derivano
e
per
l
'
uomo
e
per
la
donna
.
E
qui
mi
sia
concessa
una
breve
parentesi
.
Non
che
noi
uomini
ci
si
spaventi
di
tale
invasione
e
si
tema
la
concorrenza
che
può
venirci
da
parte
delle
donne
,
perché
,
inevitabilmente
,
nella
vita
automaticamente
avviene
la
selezione
e
per
diverse
ragioni
.
Prima
di
tutto
la
donna
non
è
né
fisicamente
né
moralmente
preparata
alla
lotta
e
quindi
si
trova
in
condizione
di
inferiorità
rispetto
all
'
uomo
.
Inoltre
essa
,
pur
potendo
essere
più
che
sufficientemente
preparata
intellettualmente
,
non
ispira
quella
fiducia
necessaria
per
essere
preposta
ad
occupazioni
che
non
siano
quelle
per
le
quali
la
donna
è
stata
creata
.
La
donna
infatti
riscuoterà
la
maggiore
delle
fiducie
nel
campo
proprio
della
educazione
del
bambino
,
ma
non
può
dare
affidamento
per
la
preparazione
,
oltre
che
culturale
,
specialmente
spirituale
del
giovane
che
compie
per
esempio
i
suoi
studi
medi
né
può
ispirare
eccessiva
fiducia
se
posta
in
un
laboratorio
scientifico
o
in
una
farmacia
o
in
uno
studio
legale
o
se
esercita
la
professione
del
medico
.
Troppo
essa
è
influenzata
dalle
emozioni
,
dalle
gioie
e
dai
dolori
che
la
vita
le
riserba
perché
serenamente
possa
assolvere
l
'
incarico
affidatole
.
E
chiudiamo
la
parentesi
.
Da
una
rapida
scorsa
fatta
negli
Annuari
della
nostra
Università
mi
è
risultato
che
mentre
nell
'
anno
accademico
1925-26
il
numero
delle
signorine
regolarmente
iscritte
alle
diverse
facoltà
si
aggirava
intorno
a
100
,
nell
'
anno
accademico
1927-28
è
salito
a
ben
168
per
raggiungere
quasi
200
nell
'
anno
in
corso
.
Ora
questo
spaventoso
crescendo
è
sicuro
indizio
del
dilagante
desiderio
,
da
parte
della
donna
,
di
crearsi
una
posizione
indipendente
quasi
che
solo
nel
raggiungimento
di
questo
ideale
consista
il
bene
della
vita
senza
pensare
che
proprio
la
stessa
donna
è
quella
che
da
tale
raggiungimento
ritrae
il
massimo
svantaggio
.
Attualmente
siamo
giunti
ad
un
punto
in
cui
la
signorina
che
intravede
appena
l
'
avvicinarsi
del
sospirato
passaggio
all
'
esame
di
maturità
classica
o
scientifica
anziché
pensare
essere
tale
titolo
di
studio
più
che
sufficiente
per
potere
degnamente
stare
sia
pure
in
un
posto
preminente
della
nostra
società
,
sogna
di
poter
continuare
gli
studi
per
conquistarsi
un
posto
di
indipendenza
nella
vita
.
Ché
mentre
prima
l
'
intimo
legame
materiale
e
morale
esistente
fra
uomo
e
donna
nella
famiglia
(
il
quale
anziché
costituire
menomazione
della
personalità
femminile
era
anzi
uno
degli
elementi
più
sostanziali
della
unità
familiare
ed
una
delle
più
pure
fonti
di
gioia
per
la
donna
)
era
quasi
ricercato
dalla
donna
stessa
che
in
tal
legame
vedeva
la
futura
tranquillità
della
propria
esistenza
,
ora
noi
vediamo
che
spesso
tale
legame
oggi
si
rifugge
o
,
quando
ciò
non
avvenga
,
si
cerca
di
rendere
meno
saldo
che
si
possa
il
vincolo
anche
creandosi
una
propria
personalità
economica
che
possa
fare
accampare
diritti
di
maggiore
libertà
e
di
vita
quasi
del
tutto
indipendente
.
Così
è
che
da
donna
cerca
di
conquistarsi
un
posto
nel
mondo
.
A
volte
il
tentativo
riesce
;
spessissimo
invece
la
donna
viene
travolta
dalla
concorrenza
maschile
ed
allora
il
guaio
è
peggiore
perché
essa
risulta
mancata
e
come
donna
intesa
nel
significato
più
bello
della
parola
e
come
donna
moderna
.
Quando
poi
il
tentativo
riesce
la
donna
,
indubbiamente
,
ne
ritrae
dei
buoni
frutti
.
Non
è
senza
valore
,
infatti
,
l
'
ammirazione
,
per
es
.
,
che
spesso
desta
per
il
suo
sapere
,
ammirazione
che
sembra
valga
più
di
quella
che
prima
poteva
destare
dedicandosi
alle
umili
mansioni
di
donna
fatta
per
la
casa
;
è
molto
piacevole
,
infatti
,
per
una
donna
sentirsi
padrona
di
sé
,
padrona
di
soddisfare
i
propri
bisogni
e
di
appagare
i
propri
desideri
senza
dover
rendere
alcun
conto
e
senza
dover
chiedere
danaro
a
nessuno
;
è
molto
bello
,
infatti
,
per
la
donna
che
abbia
studiato
sentirsi
libera
in
tutti
gli
atti
della
propria
esistenza
e
senza
preoccupazioni
.
Tutti
questi
vantaggi
non
sono
trascurabili
difatti
,
ed
assumerebbero
un
valore
ancora
più
grande
se
insieme
,
dal
nuovo
indirizzo
nel
quale
la
donna
cerca
sempre
più
avviarsi
,
non
scaturissero
degli
svantaggi
di
valore
indubbiamente
maggiore
.
Infatti
la
donna
che
studia
per
conquistarsi
un
posto
nella
vita
deve
pure
subire
delle
interminabili
sequele
di
esami
;
la
donna
che
ami
la
vita
libera
e
indipendente
deve
però
rinunziare
alla
propria
casa
ed
alle
gioie
che
ne
derivano
;
la
donna
che
voglia
flirtare
liberamente
come
a
persona
senza
legami
si
addice
deve
rinunziare
all
'
amore
vero
,
all
'
amore
che
procura
le
gioie
più
belle
.
Oltre
a
questi
svantaggi
di
indole
generale
,
morali
e
sentimentali
,
ve
ne
sono
degli
altri
di
importanza
individuale
per
la
donna
stessa
e
perfino
sociale
.
Fra
gli
svantaggi
individuali
va
considerato
anzitutto
l
'
impaccio
che
l
'
indipendenza
e
la
carriera
creano
al
matrimonio
.
Per
la
donna
che
brami
conquistarsi
un
posto
nel
mondo
il
matrimonio
non
rappresenta
più
il
coronamento
della
missione
santa
alla
quale
è
destinata
;
per
una
tale
donna
il
matrimonio
non
può
essere
fatto
di
altruismo
e
di
passione
,
di
amore
e
di
riconoscenza
.
Spesso
,
per
una
tale
donna
,
il
matrimonio
rappresenta
solo
un
legame
civile
,
senza
però
che
sia
santificato
dalla
maternità
;
spesso
il
matrimonio
rappresenta
solo
una
vita
a
due
nella
quale
ognuno
conservi
la
propria
libertà
,
una
vita
per
la
quale
non
deve
essere
fatto
alcun
sacrificio
e
nella
quale
l
'
amore
rappresenta
solo
un
bene
supplementare
del
quale
può
anche
farsi
a
meno
.
È
quindi
evidente
che
in
tal
modo
l
'
unione
non
risulta
ben
salda
né
procura
soddisfazioni
e
felicità
.
Inoltre
la
vita
indipendente
e
la
carriera
verso
le
quali
la
donna
sempre
più
si
incammina
costituiscono
un
serio
impaccio
alla
famiglia
,
quando
la
donna
non
si
sia
decisa
,
come
spesso
avviene
,
a
non
costituirsene
una
propria
.
Perché
,
indubbiamente
,
una
donna
che
eserciti
una
certa
professione
è
certamente
inferiore
,
almeno
in
seno
alla
famiglia
,
ad
un
'
altra
che
si
dedichi
esclusivamente
a
questa
.
Infatti
o
,
costituendosi
una
famiglia
,
la
donna
abbandona
le
altre
sue
occupazioni
dedicandosi
soltanto
alle
faccende
domestiche
ed
allora
si
sentirà
quasi
umiliata
della
sua
modesta
per
quanto
nobile
mansione
per
la
quale
avrà
dovuto
rinunziare
a
tutti
i
piaceri
dell
'
altra
vita
e
spesso
alla
notorietà
;
o
,
costituendosi
una
famiglia
la
donna
continua
nello
svolgimento
della
propria
primitiva
attività
e
allora
la
famiglia
costituirà
un
impaccio
per
la
carriera
e
questa
farà
sì
che
alla
casa
venga
a
mancare
quel
soffio
vivificatore
che
la
donna
con
le
sue
caratteristiche
vi
apporta
.
L
'
allevare
ed
educare
un
figliolo
,
l
'
infondere
in
lui
il
frutto
della
propria
esperienza
,
l
'
equilibrare
la
vita
economica
della
famiglia
,
l
'
essere
l
'
angelo
tutelare
della
casa
sono
cose
che
la
donna
che
abbia
occupazioni
di
altro
genere
non
può
fare
.
È
stato
detto
e
si
dice
ancora
che
l
'
avviarsi
della
donna
in
una
carriera
contribuisca
alla
risoluzione
del
problema
economico
della
famiglia
e
ciò
è
errato
,
ché
anzi
costituisce
un
enorme
sciupio
di
ricchezza
.
Difatti
la
donna
che
eserciti
una
professione
o
che
comunque
occupi
un
posto
che
l
'
allontana
dal
focolare
,
guadagna
,
è
vero
,
quanto
,
e
forse
più
,
la
donna
che
si
dedichi
alla
famiglia
riesce
a
risparmiare
con
le
sue
meravigliose
doti
economiche
che
la
natura
ha
saputo
infonderle
;
guadagna
,
è
vero
,
di
più
,
ma
spende
e
sciupa
pure
enormemente
a
ragione
dei
mille
nuovi
bisogni
e
degli
infiniti
desideri
che
per
la
sua
vita
le
sorgono
.
Da
questo
rapido
esame
dei
vantaggi
e
degli
svantaggi
che
a
sé
stessa
,
alla
famiglia
,
alla
società
possono
derivare
dal
nuovo
sistema
di
vita
verso
il
quale
la
donna
si
avvia
mi
sembra
che
si
possa
trarre
questa
conclusione
.
Esistono
nella
vita
due
specie
di
beni
:
gli
uni
sono
quelli
superficiali
e
momentanei
,
gli
altri
i
beni
profondi
e
duraturi
.
E
poiché
i
beni
superficiali
e
momentanei
producono
spesso
mali
profondi
a
me
sembra
che
i
beni
che
la
donna
può
ricavare
dalla
sua
tendenza
ad
una
vita
libera
siano
di
quelli
della
prima
specie
.
Tale
vita
concede
sì
molte
soddisfazioni
,
concede
sì
molte
fortune
,
migliora
apparentemente
le
condizioni
della
donna
,
ma
rende
quasi
inarrivabili
i
beni
sui
quali
è
basata
la
felicità
,
accresce
la
lotta
,
genera
la
confusione
e
spesso
è
fonte
di
dolori
.
StampaPeriodica ,
Molti
credono
il
fascismo
nemico
più
acerrimo
del
proletariato
.
Oh
,
come
sono
in
errore
!
Il
fascismo
è
l
'
opposto
di
quello
che
certuni
lo
immaginano
;
il
fascismo
è
l
'
espressione
più
nitida
del
benefattore
del
proletariato
;
il
fascismo
vuole
conciliare
i
bisogni
del
proletariato
con
gli
interessi
di
coloro
che
gestiscono
delle
aziende
.
Il
pus
nostrano
parla
di
borghesia
e
non
distingue
quella
produttiva
da
quella
parassitaria
.
La
borghesia
che
dà
del
lavoro
,
che
commercia
il
denaro
senza
lasciarlo
depositato
nelle
banche
,
per
noi
è
necessaria
ed
occorre
tenersela
da
conto
.
Il
comunismo
vuole
che
le
aziende
tutte
divengano
una
grande
cooperativa
affidata
alle
cure
dei
sacerdoti
rossi
.
Ciò
verrebbe
ad
eguagliarsi
alle
grandi
cooperative
dello
stato
che
sono
tutte
passive
,
come
le
ferrovie
,
le
poste
,
i
telefoni
ecc
...
StampaPeriodica ,
Sia
permesso
una
volta
tanto
anche
a
una
donna
di
toccare
questo
problema
che
la
riguarda
così
da
vicino
,
e
di
dire
la
sua
nel
merito
di
una
questione
tutt
'
altro
che
semplice
e
dibattuta
,
ormai
,
da
più
d
'
un
decennio
.
Non
si
pensi
,
per
altro
,
che
si
voglia
polemizzare
e
ribattere
ciò
che
non
da
un
uomo
ma
da
molti
uomini
è
stato
detto
e
sostenuto
con
argomenti
che
la
più
sottile
delle
donne
non
potrebbe
che
trovare
in
teoria
giustissimi
.
Solo
si
cerca
di
porre
la
questione
sotto
un
punto
di
vista
diverso
da
quello
dal
quale
generalmente
si
considera
,
e
di
dimostrare
che
non
uno
spirito
di
gretta
presunzione
o
di
falso
e
malinteso
orgoglio
spingono
la
donna
a
crearsi
un
posto
nel
mondo
,
bensì
la
concreta
realtà
della
vita
e
le
mutate
condizioni
dl
esistenza
,
verificatesi
in
ispecie
nel
dopoguerra
.
Tuttavia
anche
noi
non
bisogna
dimenticare
una
importante
premessa
,
e
dobbiamo
soggiungere
che
non
è
detto
studiando
di
riuscire
ad
arrivare
.
Giungeranno
alla
mèta
soltanto
coloro
che
avranno
preparazione
spirituale
,
e
mentalità
consona
agli
scopi
che
si
sono
prefissi
:
le
altre
,
naturalmente
,
dovranno
rassegnarsi
a
rinunziare
ai
loro
ideali
e
a
cedere
il
passo
a
chi
abbia
maggiori
e
più
spiccate
attitudini
.
E
,
per
entrare
nel
vivo
della
questione
sia
permesso
obiettare
che
se
la
donna
è
,
sotto
certi
aspetti
,
fisicamente
inferiore
all
'
uomo
è
dotata
,
in
compenso
di
tale
resistenza
,
di
così
vivo
amor
proprio
e
di
tanto
encomiabile
spirito
di
sacrificio
,
da
potere
assai
bene
supplire
alle
manchevolezze
che
ha
sortito
dalla
Natura
.
Né
si
deve
credere
che
sia
in
condizioni
morali
tali
da
non
poter
resistere
alla
lotta
cui
si
prepara
.
Se
così
,
infatti
,
potrà
essere
per
colei
che
cresciuta
esclusivamente
fra
le
pareti
domestiche
e
abituata
a
vivere
solo
nell
'
atmosfera
dei
salotti
,
non
potrà
crearsi
che
una
mentalità
del
tutto
disadatta
per
affrontare
le
battaglie
della
vita
non
altrettanto
potrà
dirsi
per
la
donna
che
fin
dall
'
infanzia
sarà
stata
avviata
a
studi
che
le
plasmino
la
mente
e
lo
spirito
in
maniera
affatto
diversa
da
quella
della
sopra
considerata
categoria
.
Senza
contare
che
il
diuturno
contatto
spirituale
che
la
donna
è
costretta
ad
avere
con
l
'
altro
sesso
,
forma
e
sviluppa
idee
,
concezioni
e
sentimenti
che
la
distaccano
e
la
distanziano
sensibilmente
da
coloro
che
si
sono
tenute
lontane
dagli
studi
e
dalla
vita
intellettuale
.
Per
questo
non
si
dovrà
credere
,
però
,
che
la
donna
,
cosiddetta
moderna
,
voglia
perdere
la
propria
femminilità
e
cercare
di
uccidere
in
sé
la
parte
più
bella
e
più
nobile
del
proprio
essere
,
studiando
di
stilizzare
e
cuore
e
mente
in
una
forma
quanto
più
possibil
mascolina
,
che
non
sarebbe
né
dignitosa
né
intelligente
:
essa
vuole
soltanto
migliorarsi
.
Conservare
,
cioè
,
quanto
la
Natura
le
ha
dato
di
dolcezza
,
di
bontà
e
di
sensibilità
,
e
disfarsi
di
quella
frivolezza
e
di
quella
graziosa
superficialità
di
cui
,
non
di
rado
,
è
fornita
,
e
della
quale
,
purtroppo
,
assai
spesso
si
compiace
.
Bisogna
convenire
ohimè
che
la
cosa
non
è
facile
e
che
,
magari
,
nessuna
di
noi
donne
intellettuali
sarà
riuscita
a
congiungere
sapientemente
queste
doti
:
tuttavia
l
'
intendimento
è
proprio
questo
,
e
sempre
è
stato
detto
che
anche
le
buone
intenzioni
hanno
un
qualche
valore
...
Ma
veniamo
al
secondo
e
più
importante
punto
della
questione
.
Si
dice
:
perché
la
donna
si
affanna
a
procurarsi
una
indipendenza
economica
sforzandosi
di
far
concorrenza
all
'
uomo
ed
ostentando
,
quasi
,
di
trascurare
la
santa
missione
per
la
quale
fu
creata
?
Perché
invade
le
scuole
,
uffici
,
studi
,
laboratori
,
invece
di
dedicarsi
alla
cura
della
famiglia
ed
alla
educazione
dei
propri
figli
?
Perché
?
...
Ma
un
tempo
e
relativamente
anche
in
un
recente
passato
,
la
questione
non
sorgeva
neppure
e
proprio
per
il
fatto
che
altre
e
ben
diverse
erano
le
condizioni
di
vita
.
Prima
,
le
donne
non
sognavano
davvero
il
titolo
accademico
e
la
susseguente
cattedra
o
qualsiasi
altra
sistemazione
che
le
rendesse
indipendenti
,
ma
gli
uomini
,
invece
,
anelavano
,
quasi
quando
ancora
erano
studenti
di
liceo
,
di
potersi
fare
la
loro
famiglia
,
di
avere
una
casa
propria
,
con
una
moglie
saggia
e
buona
che
fosse
veramente
l
'
angelo
tutelare
del
proprio
tetto
;
e
non
appena
si
trovavano
in
possesso
anche
di
una
modesta
posizione
,
realizzavano
il
loro
sogno
e
davano
corpo
alle
ombre
rosate
delle
giovanili
fantasie
.
Oggi
,
forse
,
è
ancora
così
?
Non
è
il
caso
di
stabilire
percentuali
che
comunque
sarebbero
cervellotiche
e
destituite
di
ogni
fondamento
.
Certo
si
deve
serenamente
riconoscere
che
pochi
molto
pochi
fra
i
giovani
della
nostra
epoca
,
hanno
ancora
di
queste
idee
...
patriarcali
,
e
che
tutti
o
quasi
pensano
e
si
augurano
lontano
il
giorno
in
cui
avranno
un
focolare
loro
,
una
moglie
cui
dedicarsi
e
dei
figli
da
guidare
attraverso
le
vie
della
vita
.
E
se
pure
oggi
qualcuno
esiste
che
non
sia
completamente
alieno
dall
'
idea
del
matrimonio
,
sarà
ben
difficile
trovare
quello
che
spontaneamente
voglia
assoggettarsi
ad
una
vita
modesta
,
fatta
di
sacrifici
e
di
rinunzie
quotidiane
,
e
sarà
quindi
naturale
che
sposando
si
cerchi
di
farlo
nelle
condizioni
più
vantaggiose
possibili
.
Forse
per
questo
noi
,
povere
donne
,
diciamo
che
i
signori
uomini
sono
interessati
e
che
sacrificano
qualsiasi
idealità
pur
di
trascorrere
l
'
esistenza
nel
migliore
e
più
piacevole
dei
modi
?
Nemmeno
per
sogno
:
anche
noi
constatiamo
ogni
giorno
la
metamorfosi
che
si
opera
nel
generale
modus
vivendi
,
anche
noi
vediamo
e
valutiamo
le
molte
condizioni
che
si
oppongono
al
formarsi
delle
giovani
famiglie
le
quali
non
abbiano
solida
base
economica
,
e
troviamo
,
quindi
,
che
gli
uomini
fanno
molto
bene
a
provvedere
ai
loro
interessi
come
meglio
credono
.
Però
...
lascino
almeno
che
noi
pure
provvediamo
nel
più
decoroso
dei
modi
,
a
crearci
un
avvenire
che
non
conosca
incertezze
,
una
indipendenza
economica
ed
una
sicurezza
morale
e
intellettuale
che
ci
permettano
di
affrontare
la
vita
,
e
sopra
tutto
non
dicano
che
l
'
avviarsi
di
una
donna
in
una
carriera
,
non
risolva
,
in
gran
parte
,
il
problema
economico
di
una
famiglia
.
Nessuno
potrà
negare
che
ai
dì
di
oggi
sarà
assai
utile
se
la
madre
potrà
contribuire
,
anche
materialmente
,
al
sostentamento
dei
figli
,
e
in
buona
fede
non
si
troverà
alcuno
che
sostenga
che
possa
esistere
colei
che
spende
più
di
quanto
guadagna
.
Intendo
dire
in
tesi
generale
,
ché
le
eccezioni
si
sa
esistono
sempre
,
e
non
fanno
che
confermare
la
regola
.
Perché
poi
a
considerare
il
problema
sotto
questo
punto
di
vista
bisognerebbe
chiedere
cosa
succederà
nel
caso
(
non
infrequente
,
del
resto
)
in
cui
una
donna
,
pur
non
essendo
in
alcun
modo
distolta
dalle
occupazioni
casalinghe
,
e
pur
dedicandosi
apparentemente
per
intero
alla
famiglia
,
non
sappia
per
naturale
trascuratezza
o
per
insipienza
curare
l
'
economia
domestica
.
Date
tutte
queste
considerazioni
c
'
è
da
domandarsi
perché
gli
uomini
non
vedano
di
buon
occhio
ed
anzi
ostacolino
per
quanto
sta
in
loro
l
'
ascensione
intellettuale
del
sesso
gentile
,
ascensione
dalla
quale
non
ritraggono
nessun
personale
svantaggio
,
dato
in
ispecie
che
mostrano
di
non
preoccuparsi
,
neppure
incidentalmente
,
della
concorrenza
femminile
.
Credo
,
così
,
di
poter
dare
per
dimostrato
il
quesito
,
aggiungendo
che
la
donna
sottoponendosi
volontariamente
agli
oneri
gravosissimi
che
dei
seri
studi
comportano
dimostra
di
avere
sufficiente
buon
senso
e
di
arrendersi
nel
più
sereno
dei
modi
alle
contingenze
dell
'
epoca
sua
.
Né
è
il
caso
di
ripetere
a
noi
la
frase
che
si
è
costretti
ad
adoperare
per
coloro
che
si
fingono
tardi
e
per
i
puntigliosi
in
genere
:
«
moenibus
surdis
,
campana
muta
»
,
perché
proprio
non
siamo
noi
quelle
che
non
vogliono
capire
le
ragioni
che
,
in
tanti
e
bei
modi
,
ci
sono
state
esposte
a
più
riprese
.
Del
resto
poi
tenuto
conto
delle
suesposte
,
attuali
condizioni
di
vita
gli
uomini
sarebbero
proprio
maggiormente
contenti
e
più
profondamente
soddisfatti
quando
si
vedessero
contornati
da
uno
stuolo
di
sartine
e
di
modiste
?
Disoccupate
,
per
giunta
,
perché
nessuno
,
certo
,
troverebbe
da
collocare
tanta
produzione
di
abiti
e
di
cappelli
.
Oltre
a
tutte
queste
considerazioni
,
però
,
bisognerebbe
farne
altre
,
e
purtroppo
,
adesso
,
di
carattere
polemico
,
che
si
affacciano
spontanee
dopo
aver
preso
visione
di
altri
articoli
comparsi
su
diversi
giornali
intellettuali
.
La
donna
,
questa
volta
,
dimostrerà
,
almeno
,
di
non
avere
il
famigerato
cervellino
(
la
lieve
differenza
di
peso
che
distingue
il
suo
da
quello
dell
'
uomo
,
non
è
tale
davvero
da
decidere
della
sua
inferiorità
,
perché
è
risaputo
che
la
funzione
anatomica
può
benissimo
non
rispondere
a
quella
fisiologica
)
e
farà
grazia
a
colui
che
l
'
ha
definita
«
di
limitatissimo
spirito
»
e
ritenuta
«
inutile
,
anzi
dannoso
elemento
»
per
le
nostre
Università
.
Sarebbe
invece
assai
più
soddisfacente
rispondere
a
chi
sotto
la
speciosa
apparenza
di
difenderci
continua
graziosamente
a
svolgere
la
tesi
che
ci
è
contraria
,
tentando
di
sbaragliarci
col
sorriso
sulle
labbra
.
Ma
ormai
già
molto
abbiamo
parlato
e
ci
limiteremo
a
toccare
due
o
tre
punti
soltanto
,
di
capitale
importanza
,
non
senza
prima
fare
osservare
che
ringraziamo
moltissimo
chi
non
ci
sbarra
ogni
strada
e
,
se
ci
chiude
le
porte
di
tutte
le
professioni
,
lascia
per
noi
il
libero
ingresso
ad
«
alcune
»
delle
arti
.
La
«
fiche
de
consolation
»
,
non
c
'
è
che
dire
,
è
garbata
,
ma
poi
siamo
costrette
a
non
accettarla
,
pur
essendo
gratissime
per
tanto
delicato
pensiero
.
Non
vorrò
anch
'
io
citare
qualche
nome
di
donna
che
ha
preso
un
posto
nella
storia
,
e
che
ha
dimostrato
essere
il
nostro
sesso
a
qualche
cosa
di
più
adatto
che
non
ad
«
alcune
delle
arti
»
,
perché
si
potrebbe
rispondere
che
si
tratta
di
eccezioni
.
Se
mai
,
è
preferibile
convincere
che
la
generalità
delle
donne
pur
non
presumendo
troppo
può
,
se
non
altro
,
equipararsi
intellettualmente
alla
massa
degli
uomini
cui
non
sottrae
niente
e
non
toglie
il
minimo
privilegio
.
Altrimenti
si
sarebbe
costretti
ad
ammettere
a
fortiori
che
anche
la
concorrenza
femminile
è
temibile
,
il
che
senz
'
altro
ogni
grande
e
piccolo
uomo
ha
sempre
scartato
.
Del
resto
poi
,
non
a
noi
bisogna
far
risalire
la
colpa
del
preoccupante
fenomeno
della
disoccupazione
intellettuale
,
che
da
qualche
anno
si
verifica
,
ma
,
nel
caso
,
all
'
eccessiva
larghezza
con
la
quale
nel
periodo
bellico
e
post
-
bellico
sono
state
concesse
lauree
e
sopratutto
licenze
delle
scuole
medie
a
coloro
che
,
non
avendo
alcuna
preparazione
(
ed
erano
molti
,
purtroppo
!
)
hanno
dovuto
,
fatalmente
,
soccombere
alla
selezione
naturale
,
verificatasi
adesso
col
mutato
e
più
serio
indirizzo
che
l
'
Italia
del
Fascismo
per
fortuna
ha
dato
agli
studi
.
C
'
è
dunque
tanto
da
stupirsi
,
e
più
ancora
da
tirar
la
croce
addosso
,
se
una
donna
preparata
ed
intelligente
andrà
avanti
ad
un
uomo
fornito
anch
'
esso
di
diploma
o
di
laurea
ma
non
altrettanto
di
cultura
e
di
buona
volontà
?
Una
volta
ancora
,
dunque
,
bisogna
ammettere
che
dei
mali
(
se
mali
ci
sono
)
che
causa
la
donna
,
è
responsabile
l
'
uomo
,
perché
se
egli
non
avesse
cambiato
idee
,
neppur
la
donna
le
avrebbe
cambiate
,
e
,
se
sapesse
ovunque
e
per
vero
e
proprio
merito
imporsi
,
terrebbe
naturalmente
lontano
l
'
elemento
femminile
.
Il
quale
,
avendo
molto
più
raziocinio
di
quanto
possa
,
a
prima
vista
,
sembrare
,
chinerebbe
senz
'
altro
il
capo
di
fronte
ad
una
indiscutibile
superiorità
,
come
lo
ha
chinato
,
in
genere
,
in
quei
campi
in
cui
l
'
uomo
ha
dimostrato
di
sapere
unico
eccellere
.
StampaPeriodica ,
Si
sviluppa
adunque
in
Germania
un
mito
della
razza
o
meglio
una
mistica
razzista
,
se
quel
mistica
l
'
assumiamo
nel
significato
che
in
genere
si
dà
alla
concezione
nietzschiana
del
superuomo
:
cioè
di
una
mistica
umana
,
posto
che
in
fondo
quell
'
uomo
superiore
non
è
che
un
'
ombra
di
vita
trascendentale
che
si
imprigiona
dentro
la
terra
,
un
simbolo
che
rispecchia
un
superamento
di
limiti
umani
nel
cerchio
della
più
pura
umanità
.
Mistica
della
razza
,
ma
un
misticismo
che
non
è
precisamente
lo
stato
d
'
animo
e
lo
slancio
creatore
bergsoniano
,
sebbene
qualcosa
di
più
positivo
e
dottrinale
,
una
teoria
in
fondo
,
una
filosofia
che
non
ha
asceti
ed
apostoli
,
ma
sì
assertori
e
propagatori
,
da
Fichte
a
Rosenberg
e
Oswald
Spengler
.
Sarebbe
come
una
religione
statica
di
slanci
mistici
veri
e
propri
,
ma
dinamica
di
ritorni
,
di
potenza
e
di
azione
:
una
forma
primitiva
,
una
potenza
fabulatrice
che
anima
la
folla
col
mito
del
sangue
e
della
nascita
.
Reazione
contro
il
soprannaturale
e
l
'
estramondano
?
Mi
sovviene
la
filosofia
di
Bruno
,
col
Dio
vivente
che
succede
al
Dio
astratto
e
solitario
e
che
è
dentro
di
noi
e
s
'
illumina
col
nostro
fuoco
,
ch
'
è
quello
della
nostra
volontà
.
Lutero
,
anima
rinata
,
torna
con
lo
Stato
mandatario
di
Dio
,
che
ha
in
sé
la
verità
assoluta
,
che
è
poi
la
verità
divina
che
incendia
il
cammino
del
popolo
.
La
posizione
nei
confronti
del
Bruno
s
'
è
spostata
,
anzi
quel
fuoco
s
'
è
collettivizzato
in
un
fuoco
di
molti
,
s
'
è
ampliato
e
dal
cerchio
dell
'
uomo
ha
irraggiato
fino
ai
limiti
della
razza
senza
toccare
però
i
limiti
dell
'
umanità
mazziniana
.
Per
Lutero
,
il
suo
Dio
s
'
è
confuso
agli
Dei
Thor
e
Odino
e
la
divinità
trascendente
s
'
è
fatta
bravura
eroica
.
Si
torna
alle
origini
,
allo
spirito
della
nascita
della
tragedia
.
Un
nuovo
e
potente
soffio
di
romanticismo
ch
'
esalta
la
vita
soltanto
come
flusso
eroico
.
Vorrei
dire
ch
'
è
tornato
il
culto
di
Dionisio
.
Certo
una
soggettività
introspettiva
sta
per
scalfire
il
volto
del
Galileo
per
intonare
il
canto
delle
origini
.
La
religione
,
scriveva
Nietzsche
,
non
può
librarsi
nell
'
isolamento
astratto
della
sua
enunciazione
formale
,
ma
deve
acquistare
un
significato
concreto
in
relazione
a
un
movimento
integrale
,
organico
di
vitalità
;
in
cui
religione
ha
il
senso
di
attualità
di
una
fede
viva
e
sincera
.
È
quanto
Burckhardt
scriveva
per
la
Cultura
come
coscienza
imperiale
dell
'
elemento
vitale
di
una
razza
,
e
Rosenberg
riaffermava
più
tardi
nel
suo
mito
del
XX
secolo
.
Qui
s
'
ha
la
persuasione
che
nel
sangue
si
difenda
l
'
essenza
divina
dell
'
uomo
;
e
questo
sarebbe
il
«
cristianesimo
positivo
»
.
Cristianesimo
,
dico
io
,
cristianesimo
:
pagàno
eroico
,
biologico
.
È
l
'
umanità
che
diventa
divinità
.
Si
rovescia
la
concezione
evoluzionista
:
il
mito
si
estende
dal
piano
della
storia
a
quello
della
biologia
,
dal
piano
della
antropologia
a
quello
della
filosofia
.
E
qui
torna
Campanella
:
il
progresso
è
la
restaurazione
del
buon
tempo
antico
.
Per
orientarsi
nel
mare
della
civiltà
moderna
s
'
alza
la
bandiera
del
sangue
,
si
pone
a
poppa
la
forza
della
tradizione
barbara
.
Reazione
all
'
umanitarismo
e
allo
storicismo
del
sol
dell
'
avvenire
?
Vien
fuori
Langbehn
,
Virth
,
torna
Bachofen
e
si
ricostruiscono
i
miti
primordiali
.
Dacqué
capovolge
la
teoria
darwiniana
:
la
scimmia
deriva
dall
'
uomo
per
via
degenerativa
e
involutiva
.
Corrente
antidemocratica
,
antievoluzionistica
,
aristocratica
,
vivificatrice
.
Si
dà
un
colpo
all
'
illuminismo
e
all
'
enciclopedia
,
al
culto
della
raison
,
alla
teoria
dell
'
ottimismo
,
alla
fede
del
progresso
.
Si
torna
alla
storia
:
il
razzismo
mitico
scuote
la
civiltà
europea
che
la
Rivoluzione
aveva
reso
statica
e
monocorde
.
Perché
in
fondo
il
razzismo
è
elemento
altissimo
di
dinamicità
,
rompe
l
'
equilibrio
umanitaristico
,
ha
un
carattere
dialettico
,
costituisce
un
vitale
fermento
d
'
azione
.
Intendiamoci
,
non
il
razzismo
assolutamente
biologico
,
ma
quello
insieme
storico
e
sopratutto
culturale
.
Perché
il
primo
sarebbe
il
ritorno
dell
'
orda
primordiale
,
mentre
il
secondo
alita
potenti
soffi
di
imperialismo
ideale
.
Adunque
non
soltanto
realismo
biologico
ma
anche
misticismo
storico
,
eroico
.
Sostituzione
del
mito
razionale
democratico
egualitario
col
mito
ideale
razzista
,
sostituzione
del
concetto
di
vita
idillico
-
utopista
con
quello
volontaristico
-
eroico
.
È
la
storia
non
più
caduta
,
giudizio
,
ma
lievito
religioso
che
feconda
ogni
azione
della
razza
,
in
cui
sempre
l
'
atto
è
dell
'
uomo
,
l
'
ispirazione
forse
di
Dio
.
È
l
'
hegeliana
moralità
dello
Stato
nella
sfera
del
celeste
:
è
la
religione
come
materia
storica
,
territoriale
,
culturale
,
umana
.
Si
parla
infatti
di
politica
religiosa
,
cioè
di
una
azione
diretta
alla
potenza
dello
Stato
.
Le
fedi
religiose
,
scrive
Rosenberg
,
non
sono
scopo
a
sé
,
ma
mezzi
contingenti
al
servizio
del
senso
nazionale
della
vita
e
dei
valori
germanici
di
carattere
.
La
religione
cioè
dal
campo
dei
valori
assoluti
,
che
sono
negativi
,
deve
farsi
positiva
,
pratica
,
attuale
.
Atteggiamento
cosmico
del
volto
di
Dio
,
alla
maniera
di
Rilke
?
L
'
espressionismo
tedesco
movendo
alla
scoperta
dell
'
uomo
,
tentò
di
racchiudere
nell
'
energie
vitali
di
esso
quelle
cosmiche
dell
'
universo
.
Sorse
un
mito
cosmico
naturalistico
(
Dublin
)
:
l
'
universo
naturale
si
dissolve
nell
'
uomo
espressionista
.
Al
vagheggiamento
delle
età
primitive
s
'
unisce
nel
campo
pratico
la
critica
della
società
contemporanea
.
Succede
il
realismo
,
il
nuovo
realismo
,
l
'
idealrealismo
.
Si
potenzia
il
valore
dell
'
uomo
in
quanto
agisce
e
opera
nel
mondo
della
realtà
:
si
celebra
la
forza
della
volontà
(
Diesel
)
.
Alla
tendenza
antitrascendentale
espressionista
si
innesta
una
tendenza
politico
-
nazionale
,
razzista
:
si
concretizza
Dio
in
una
presenza
corporea
,
ma
l
'
uomo
concreto
è
inserito
nella
collettività
razziale
.
Le
nuovissime
tendenze
della
letteratura
tedesca
s
'
orientano
verso
l
'
esaltazione
dell
'
azione
,
dell
'
eroico
e
insieme
della
socialità
e
dello
Stato
.
Si
potenzia
il
mito
della
razza
,
l
'
uomo
è
condotto
a
vivere
tra
i
suoi
simili
di
sangue
e
di
nascita
:
la
fede
religiosa
,
evasa
dal
nomadismo
cristiano
,
opera
per
l
'
esaltazione
d
'
una
umanità
circoscritta
.
È
il
movimento
tedesco
di
fede
di
Haller
,
dei
coniugi
Ludendorf
,
di
Wieneke
,
di
Hauer
,
Bergmann
,
Rosenberg
:
ritorno
agli
antichi
miti
germanici
,
identità
tra
nazismo
e
cristianesimo
;
di
più
:
il
razzismo
può
sostituire
un
cristianesimo
esaurito
.
Ma
si
dirà
:
e
il
concordato
tra
Reich
e
Santa
Sede
,
le
parole
in
materia
religiosa
contenute
nel
recente
discorso
di
Hitler
?
Io
so
che
un
giorno
i
repubblicani
nazisti
,
come
già
i
cittadini
delle
repubbliche
toscane
,
si
ridussero
a
far
parlamento
nel
tempio
.
StampaPeriodica ,
In
questi
ultimi
mesi
,
dopo
gli
avvenimenti
di
Germania
che
hanno
tolto
molte
illusioni
sulla
vera
natura
dell
'
Hitlerismo
e
del
nuovo
risorgimento
tedesco
,
si
è
formata
in
parecchi
un
'
opinione
che
va
energicamente
respinta
.
Si
dice
che
la
Germania
è
fuori
dello
sviluppo
della
civiltà
europea
,
che
si
può
,
senza
perder
nulla
di
essenziale
,
astrarre
dalla
sua
funzione
spirituale
.
E
,
per
mostrare
la
sua
qualità
di
estremismo
sconclusionato
,
di
orgoglio
barbarico
,
si
tende
a
trovare
una
coerenza
evolutiva
perfetta
tra
il
Germanesimo
della
Riforma
e
del
Romanticismo
,
e
il
Germanesimo
del
Nazionalsocialismo
,
per
finir
poi
con
l
'
auspicare
(
il
che
può
essere
anche
legittimo
)
una
civiltà
totalmente
latina
.
Queste
opinioni
,
che
non
sarebbero
in
sé
troppo
considerevoli
,
ci
offrono
lo
spunto
a
tratteggiare
sinteticamente
,
nei
momenti
principali
,
lo
sviluppo
della
Germania
in
seno
alla
civiltà
europea
,
a
mostrarne
i
contributi
essenziali
,
ineliminabili
,
che
si
incentrano
in
un
originale
carattere
di
estremismo
rivoluzionario
distinguente
appunto
,
nella
storia
passata
,
la
funzione
dello
spirito
tedesco
nella
formazione
del
mondo
europeo
.
Vogliamo
dire
che
la
Germania
ha
portato
alla
civiltà
europea
un
elemento
di
approfondita
interiorità
,
un
impulso
a
calare
l
'
ideale
nel
reale
interamente
:
ha
rappresentato
quasi
l
'
avvertimento
religioso
contro
ogni
accasciarsi
della
spiritualità
europea
.
Se
si
potesse
antistoricamente
,
assurdamente
astrarre
dalla
Germania
,
si
perderebbe
un
duplice
interiorizzamento
di
capitale
importanza
nella
storia
dello
spirito
.
La
storia
europea
si
apre
con
un
dualismo
perfin
troppo
sfruttato
dagli
storiografi
:
Germanesimo
e
Romanesimo
,
che
,
fuori
delle
qualificazioni
nazionali
,
si
potrebbe
ridurre
a
dualismo
di
barbarie
giovane
,
feconda
e
di
nobile
saggezza
,
di
forza
e
legge
ecc
.
In
realtà
fu
questo
il
vero
atto
di
nascita
alla
storia
della
civiltà
per
lo
spirito
germanico
,
al
quale
il
Romanesimo
fu
essenziale
come
cultura
,
dopo
la
cui
assimilazione
,
la
personalità
non
più
ingenua
comincia
davvero
a
riconoscer
se
stessa
.
Perciò
non
ci
fermiamo
ad
insistere
su
questo
primo
contatto
della
Germania
col
mondo
latino
,
che
è
alla
base
e
non
ancora
nel
seno
,
della
civiltà
europea
.
La
riforma
era
stata
annunciata
anche
in
Italia
da
spunti
magnifici
di
neoplatonismo
idealistico
di
grande
profondità
filosofica
(
Valla
,
Ficino
,
Pico
)
e
,
d
'
altra
parte
,
un
grande
tedesco
direttamente
vicino
alla
mentalità
dei
riformatori
,
il
Cusano
,
si
era
formato
sulla
cultura
e
nell
'
ambiente
italiano
.
E
furono
poi
il
Socino
e
gli
altri
riformatori
italiani
a
battere
sul
concetto
essenziale
della
tolleranza
.
Ma
insomma
la
potente
scossa
alle
coscienze
sonnecchianti
e
sorridenti
fu
data
dalla
riforma
di
Lutero
,
per
opera
di
Lutero
e
dei
decisi
riformatori
tedeschi
avvenne
la
nuova
nascita
dell
'
anima
religiosa
nel
suo
senso
di
completa
fiducia
in
un
Dio
che
agisce
,
sostiene
,
conduce
dal
di
dentro
le
opere
umane
.
Da
una
parte
tornava
la
persuasione
che
solo
l
'
eterno
ha
valore
,
che
l
'
uomo
deve
annullarsi
in
Dio
(
un
approfondimento
dei
rapporti
tra
Dio
e
uomo
,
della
completa
dedizione
del
particolare
all
'
universale
che
è
squisitamente
religiosa
e
che
si
ritrova
in
seguito
nello
sfortunato
movimento
giansenista
)
,
dall
'
altra
invece
si
affermava
la
libertà
dell
'
uomo
a
pensare
da
sé
,
a
staccarsi
dalla
mano
materna
della
chiesa
,
a
celebrare
la
propria
spirituale
originalità
.
Era
insomma
un
riprendere
contatto
con
il
divino
,
fuori
dei
sillogismi
e
fuori
dell
'
elargizione
ecclesiastica
,
dovuto
a
un
estremismo
,
a
un
semplicismo
distruttore
il
cui
valore
dialettico
non
può
sfuggire
a
chi
abbia
un
chiaro
concetto
dello
spirito
.
L
'
influenza
diretta
della
Riforma
sul
mondo
latino
specialmente
in
Francia
,
è
innegabile
:
è
stato
perfino
notato
che
proprio
la
Riforma
ha
costretto
violentemente
la
Chiesa
cattolica
a
mettere
bene
in
chiaro
le
sue
carte
e
a
definire
per
sempre
il
complesso
delle
sue
leggi
culturali
,
dei
suoi
dogmi
,
delle
sue
pretese
di
monopolio
di
salvezza
.
Ha
rotto
insomma
la
civiltà
cattolica
ed
obbligato
il
cattolicismo
ad
entrare
come
una
semplice
forza
nel
giuoco
più
ampio
della
civiltà
moderna
.
Ma
a
noi
preme
sopratutto
in
queste
note
far
vedere
la
funzione
dialettica
della
Germania
come
necessaria
in
una
civiltà
che
va
considerata
come
un
risultato
,
una
corposa
sintesi
di
forze
originali
,
native
e
perciò
tra
di
loro
contrastanti
.
Più
confuso
e
complicato
per
gli
stretti
legami
che
ormai
intercedevano
fra
le
varie
nazioni
europee
,
si
presenta
il
contributo
dell
'
elemento
tedesco
con
il
Romanticismo
.
Bisogna
anzitutto
notare
che
,
per
quante
colorazioni
diverse
abbia
potuto
prendere
in
alcuni
suoi
rappresentanti
,
il
romanticismo
genuino
è
decisamente
idealistico
e
trova
il
suo
centro
vitale
nei
teorici
del
trascendentale
e
dell
'
assoluto
.
La
collaborazione
di
poeti
e
filosofi
nel
primo
romanticismo
alla
formazione
di
una
nuova
mentalità
filosofica
è
così
intensa
e
comune
,
che
non
si
sa
bene
ancora
se
l
'
autore
del
«
Das
älteste
System
-
programm
des
Deutschen
Idealismus
»
sia
stato
Schelling
,
Hegel
o
Hölderlin
:
il
romanticismo
era
idealista
e
l
'
idealismo
essenzialmente
romantico
.
Quello
che
abbia
dato
Kant
al
mondo
dello
spirito
lo
sa
anche
chi
possiede
una
conoscenza
minima
del
pensiero
moderno
:
come
sia
da
considerarsi
uno
stretto
attraverso
cui
è
dovuta
passare
tutta
la
precedente
elaborazione
concettuale
della
filosofia
europea
,
come
abbia
fondato
il
nuovo
Regnum
Dei
del
disinteresse
e
della
dignità
umana
extrateleologica
;
come
sia
nata
da
lui
una
chiarezza
cristallina
al
più
assoluto
dominio
della
coscienza
,
come
per
opera
sua
sia
caduto
,
per
non
più
tornare
,
il
trascendente
e
tutto
ciò
che
ne
consegue
.
Rispetto
al
vero
romanticismo
fu
soprattutto
la
base
granitica
,
la
salvaguardia
contro
le
facilonerie
e
le
intuizioni
torbide
.
Il
suo
richiamo
di
eroe
della
morale
alla
universalità
della
coscienza
legiferante
è
l
'
inizio
di
un
nuovo
impeto
religioso
,
di
una
nuova
ribellione
contro
il
formalismo
del
pietismo
,
il
mondanizzamento
della
riforma
e
il
materialismo
illuministico
troppo
sorridente
e
sicuro
di
sé
.
I
successori
di
Kant
approfittarono
della
rottura
del
vecchio
mondo
per
una
nuova
nascita
dell
'
uomo
nella
consapevolezza
del
proprio
potere
creativo
.
Il
romanticismo
più
genuino
è
veramente
uno
«
Streben
»
,
un
tendere
generoso
a
nuovi
valori
spirituali
.
C
'
è
in
tutti
i
romantici
uno
sforzo
a
chiudere
l
'
universale
,
l
'
assoluto
in
ogni
atto
di
vita
,
a
realizzare
il
paradiso
sulla
terra
,
che
era
ignoto
alla
mentalità
precedente
,
ed
è
proprio
nell
'
ambito
del
romanticismo
tedesco
che
l
'
aspirazione
all
'
universale
e
la
sua
giustificazione
filosofica
raggiungono
un
massimo
che
nessuna
altra
epoca
ha
toccato
.
Ci
ricordiamo
sì
,
fuori
d
'
Europa
,
delle
profondità
indiane
,
ma
direi
che
restino
per
lo
più
in
un
cerchio
pacato
di
moralismo
e
di
saggezza
senza
quel
senso
della
conquista
che
caratterizza
il
lato
positivo
del
romanticismo
.
La
vecchia
metafisica
,
scartata
e
derisa
più
che
abbattuta
dall
'
illuminismo
,
trovò
davvero
la
sua
fine
nel
criticismo
kantiano
,
ma
la
nascita
della
nuova
metafisica
,
della
nuova
teologia
,
sia
pure
troppo
spesso
trionfale
e
rapsodica
,
la
dobbiamo
all
'
idealismo
assoluto
dei
romantici
.
Essi
ci
diedero
un
Dio
propagginato
nella
storia
dello
spirito
perché
ne
rifiorisse
ad
ogni
momento
di
espressione
,
e
ci
fossero
resi
impossibili
i
titanismi
atei
e
negatori
di
un
divino
che
si
suppone
diverso
,
lontano
da
noi
.
Quello
che
ci
abbia
dato
il
Romanticismo
in
ogni
campo
spirituale
è
tanto
che
ce
ne
sentiamo
ancora
,
anche
negandolo
,
eredi
;
ma
basterà
qui
notare
l
'
importanza
del
romanticismo
per
il
fiorire
dei
principi
nazionalistici
nella
loro
massima
purezza
.
La
prima
nazione
europea
che
abbia
coscientemente
propugnato
il
principio
nazionalistico
con
quella
speciale
giustificazione
ideale
di
funzionalità
delle
nazioni
al
progresso
dell
'
umanità
,
è
stata
appunto
la
Germania
di
Fichte
.
Dopo
il
romanticismo
,
il
mondo
europeo
prese
coscienza
del
genio
germanico
e
applaudì
alle
ceneri
della
gran
fiamma
romantica
.
Allora
cominciò
l
'
oppressione
del
tedeschismo
sul
mondo
occidentale
,
l
'
ammirazione
degli
ingenui
per
le
industrie
del
Reno
e
per
le
manifestazioni
militariste
del
popolo
tedesco
.
In
realtà
allora
la
Germania
tradiva
se
stessa
e
il
suo
compito
nella
civiltà
europea
.
Non
si
insisterà
troppo
sulla
passività
del
materialismo
in
Germania
:
si
perde
la
misura
dello
spirito
e
ci
si
volge
all
'
esterno
,
al
«
kolossal
»
,
al
quantitativo
,
si
proclama
:
«
Die
Kunst
hat
die
Tendenz
wieder
die
Nator
zu
sein
»
,
si
prende
il
superuomo
di
Nietzsche
per
un
volgare
conquistador
e
si
fonda
la
possibilità
del
kaiserismo
.
Spiritualmente
Sedan
fu
l
'
inizio
della
decadenza
della
Germania
,
della
morte
alla
sua
funzione
,
e
il
Sedanlächeln
di
cui
parlava
acutamente
Giorgio
Polverini
nell
'
«
Italia
letteraria
»
del
29
settembre
,
è
il
pietoso
indice
di
un
popolo
che
ha
perduto
il
senso
del
divino
per
divinizzare
la
materia
e
la
grandezza
in
estensione
.
Tutto
ciò
che
è
venuto
dopo
,
è
malato
di
intimo
kaiserismo
e
di
americanismo
impesantito
,
incupito
.
La
grandezza
materiale
parve
stravolgere
in
un
senso
imbastardito
,
esteriore
,
i
motivi
più
genuini
del
romanticismo
:
perciò
si
parlò
di
Kant
che
aguzza
le
baionette
prussiane
e
si
sentì
indigesto
per
naturale
reazione
ogni
prodotto
dello
spirito
tedesco
.
Neppure
la
sconfitta
della
grande
guerra
,
da
cui
«
La
Voce
»
nel
'14
s
'
aspettava
mirabilia
(
«
Perché
torni
uomo
bisogna
che
le
tocchi
.
...
Una
sconfitta
tedesca
farà
prima
di
tutto
del
bene
ai
tedeschi
stessi
»
)
cambiò
l
'
indirizzo
della
Germania
e
la
fece
ripiegare
sulla
sua
tradizione
migliore
.
Subito
dopo
la
guerra
era
proprio
l
'
orgoglio
della
grandezza
imperialistica
che
spezzava
nelle
mani
di
Liebknecht
e
della
Luxemburg
i
loro
sogni
comunistici
.
Ora
la
Germania
di
Hitler
non
ha
fatto
altro
che
riacutizzare
questa
deviazione
dal
meglio
della
tradizione
tedesca
,
con
un
'
audacia
che
non
mancò
neppure
alla
Germania
di
Guglielmo
II
.
Noi
rispettiamo
moltissimo
chi
,
in
buona
fede
,
prende
una
strada
e
la
prosegue
fino
in
fondo
a
costo
di
cascare
in
un
burrone
,
e
crediamo
che
questo
sia
un
carattere
rilevantissimo
,
così
indiscriminato
,
dello
spirito
tedesco
,
ma
qui
è
proprio
il
caso
di
fare
giudizi
qualitativi
,
di
contenuto
spirituale
.
Allora
si
vede
che
l
'
Hitlerismo
ha
un
valore
di
esperienza
,
sconta
in
certo
senso
i
nostri
possibili
peccati
,
ma
non
contiene
nulla
di
paragonabile
a
ciò
che
trovammo
nella
Germania
pre
-
Sedan
.
L
'
Hitlerismo
,
da
una
parte
nega
antistoricamente
l
'
essenza
del
Cristianesimo
,
congiungendo
il
proprio
ideale
eroico
,
ariano
alla
Germania
barbara
preromana
(
ed
è
questa
la
vena
più
assurda
ed
ingenua
del
movimento
)
,
dall
'
altra
non
vuole
perdere
dei
momenti
(
non
dei
valori
)
della
storia
tedesca
per
lo
spunto
di
glorificazione
razzista
che
presentano
:
ci
si
riattacca
così
alla
riforma
luterana
.
Ciò
ha
fatto
pensare
a
molti
che
non
si
tratti
di
una
coincidenza
,
ma
proprio
di
una
vicinanza
nucleare
di
Lutero
e
Hitler
.
L
'
equivoco
su
questa
parentela
è
patente
:
si
presta
fede
al
discendente
che
vanta
il
titolo
nobiliare
e
non
si
guarda
a
ciò
che
sostiene
le
due
personalità
,
le
due
affermazioni
.
In
Lutero
c
'
era
sì
,
ad
esempio
la
tendenza
ad
una
chiesa
nazionale
e
cioè
ad
una
svalutazione
dell
'
unica
mastodontica
chiesa
gerarchica
,
per
sfruttare
ai
fini
religiosi
la
concordia
di
un
popolo
di
uguale
mentalità
,
ma
non
ad
una
chiesa
di
razza
,
in
cui
neppure
il
battesimo
ha
il
potere
di
annullare
le
disparità
naturali
,
non
ad
una
chiesa
che
vive
funzionalmente
alla
politica
e
perciò
stesso
nega
la
propria
qualità
religiosa
.
Cosa
c
'
entra
la
riforma
di
Lutero
,
sostenuta
da
tanto
impeto
spirituale
,
con
la
riforma
del
Keichbischof
Müller
che
scristianizza
il
protestantesimo
senza
dargli
nulla
di
nuovo
?
Così
come
,
se
Fichte
favorì
il
principio
nazionalistico
e
per
la
nazione
morì
nella
guerra
di
indipendenza
contro
Napoleone
,
il
valore
di
quel
nazionalismo
,
non
era
proprio
la
negazione
di
ogni
nazionalismo
,
non
era
dominio
di
razza
?
In
quel
momento
lo
spirito
era
con
quel
nazionalismo
di
alta
coscienza
morale
,
ora
lo
spirito
è
contro
il
razzismo
barbarico
della
nuova
Germania
.
Potrà
sembrare
assurda
una
assoluzione
totale
della
Germania
passata
(
sentita
come
un
elemento
importantissimo
,
essenziale
alla
civiltà
europea
)
e
una
condanna
pure
totale
della
Germania
moderna
,
e
sembrerà
troppo
netta
la
separazione
tra
le
due
Germanie
.
Si
dirà
che
il
modo
con
cui
si
afferma
l
'
Hitlerismo
è
anch
'
esso
prettamente
tedesco
,
estremista
,
vibrato
,
non
patteggiatore
.
Infatti
è
questo
l
'
unico
motivo
per
cui
sinceramente
rispettiamo
lo
sforzo
del
Tertium
Imperium
cui
si
può
riconoscere
una
non
ipocrita
coscienza
di
missione
divina
,
un
certo
senso
teologale
(
come
accenna
Delio
Cantimori
,
recensendo
,
nel
«
Giornale
critico
della
filosofia
»
del
giugno
,
l
'
antinazista
Barth
)
.
Ma
questa
volta
bisogna
domandarsi
:
Cui
bono
?
A
quale
fine
?
Ché
un
tuffo
nella
barbarie
non
è
certo
il
migliore
contributo
che
si
possa
portare
alla
civiltà
europea
.
Nella
Riforma
e
nel
Romanticismo
,
la
deduzione
spirituale
era
esattissima
,
la
fecondità
di
svolgimento
patente
,
ma
nel
Nazismo
le
cose
che
più
ci
impressionano
,
oltre
il
coraggio
che
abbiamo
già
lodato
,
sono
le
corna
barbariche
del
dio
Wotan
e
la
repugnante
croce
uncinata
.
Ad
ogni
modo
c
'
era
nel
nostro
articolo
un
'
intenzione
di
esasperare
i
motivi
estremi
,
di
mettere
in
luce
i
caratteri
fondamentali
.
E
contentissimi
se
qualcuno
ci
mostrerà
gli
scarsi
meriti
della
Riforma
e
del
Romanticismo
,
ci
farà
vedere
nel
movimento
nazista
quelle
idee
e
quel
significato
spirituale
notevole
per
l
'
Europa
che
noi
non
ci
abbiamo
saputo
vedere
.
StampaPeriodica ,
Chi
tenga
presente
la
storia
politica
della
Gran
Bretagna
,
negli
sviluppi
ch
'
essa
ha
assunto
nei
secoli
,
e
come
da
re
Giovanni
senzaterra
all
'
Imperatrice
Vittoria
,
la
vita
politica
inglese
presenti
una
mirabile
unità
d
'
intenti
e
insieme
una
salda
realizzazione
di
quelli
,
chi
pensi
allo
sviluppo
costituzionale
della
monarchia
britannica
,
realizzata
per
intuito
di
pensatori
e
fede
rivoluzionaria
di
cittadini
,
chi
pensi
infine
a
quella
teoria
tanto
caramente
inglese
dell
'
evoluzione
storica
,
ch
'
è
in
fondo
una
forma
di
storicismo
hegeliano
,
può
dubitare
un
istante
che
l
'
Inghilterra
possa
diventar
fascista
.
Non
già
perché
il
Fascismo
sia
la
negazione
della
costituzione
,
né
perch
'
esso
sia
una
forma
di
involuzione
storica
,
ma
perché
appunto
in
questi
termini
esso
si
presenta
a
molti
cittadini
dell
'
Impero
.
Questa
mistificazione
del
Fascismo
è
dovuta
,
in
primo
luogo
,
all
'
interpretazione
opportunistica
dei
Conservatori
,
che
ne
rilevano
soltanto
il
lato
autoritario
,
secondariamente
all
'
interpretazione
dei
Liberali
e
dei
Socialisti
che
sono
d
'
accordo
nel
considerarlo
un
movimento
reazionario
,
finalmente
alla
stampa
commerciale
,
che
,
lungi
dal
tentare
un
'
esposizione
di
principi
o
una
sintesi
di
risultati
,
offre
ai
suoi
«
business
-
men
»
il
fatterello
di
cronaca
fascista
,
che
n
'
è
la
manifestazione
più
volgarmente
contingente
.
Se
questi
sono
dei
dati
di
fatto
,
essi
tuttavia
non
si
possono
generalizzare
,
né
ci
possono
dare
una
visione
panoramica
dell
'
attuale
stato
d
'
animo
inglese
.
Forse
in
nessun
campo
più
che
in
quello
politico
,
sono
precisamente
le
eccezioni
quelle
che
vanno
considerate
:
giacché
lo
sviluppo
spirituale
che
possono
dei
singoli
raggiungere
in
breve
volgere
d
'
anni
,
non
si
può
richiedere
sia
raggiunto
da
tutto
un
popolo
:
ma
sono
poi
proprio
quei
singoli
,
quegli
spiriti
più
felicemente
dotati
,
che
sanno
guardare
oltre
le
contingenze
del
momento
,
quelli
che
sono
destinati
ad
accelerare
il
processo
storico
.
Se
l
'
evoluzione
non
è
solo
una
teoria
inglese
,
ma
risponde
com
'
è
infatti
all
'
orientamento
spirituale
di
questo
popolo
,
non
può
mancare
un
'
evoluzione
della
vecchia
Bretagna
in
senso
fascista
.
Solo
che
,
per
quella
sintesi
diuturna
che
l
'
Inglese
attua
tra
passato
e
presente
è
inutile
rilevare
che
più
che
sintesi
latina
è
sovrapposizione
sassone
,
di
cui
è
espressione
una
stranissima
soprastruttura
di
stratificazioni
giuridiche
,
il
Fascismo
inglese
non
potrà
,
a
mio
parere
,
assumere
l
'
aspetto
di
una
rivoluzione
,
ma
si
realizzerà
,
come
dicono
i
suoi
capi
,
costituzionalmente
.
Se
è
assurdo
pensare
che
un
movimento
storico
,
possa
rompere
i
ponti
col
passato
,
per
il
fatto
stesso
che
è
storico
il
processo
può
essere
sintesi
non
negazione
,
o
,
se
mai
,
negazione
in
quanto
superamento
,
è
ovvio
però
che
dove
in
Italia
il
Fascismo
ha
creato
un
nuovo
tipo
di
Stato
,
che
non
è
né
costituzionale
puro
,
né
parlamentare
,
né
monarchico
-
presidenziale
,
ma
è
semplicemente
fascista
,
il
Fascismo
inglese
costituzionalmente
realizzato
potrà
dare
all
'
Inghilterra
una
fisionomia
fascista
,
ma
,
almeno
per
molto
tempo
,
non
ne
farà
uno
Stato
fascista
.
Peraltro
questa
forma
di
processo
storico
è
immanente
alla
coscienza
inglese
:
Hobbes
,
che
fu
il
più
grande
teorico
dell
'
assolutismo
è
insieme
il
primo
assertore
del
Liberalismo
,
e
Locke
non
si
comprende
senza
Hobbes
;
l
'
Inghilterra
dal
«
nullus
homo
liber
capietur
vel
imprisonetur
»
ad
oggi
,
ha
raggiunto
in
progresso
di
tempo
una
serie
di
libertà
,
che
,
tutte
insieme
,
formano
la
costituzione
inglese
;
ma
,
accanto
ad
essa
,
i
contadini
pagano
ancora
le
decime
alla
Chiesa
,
il
Lord
Major
di
Londra
si
insedia
in
Westminster
con
coreografia
operettistica
,
e
il
deputato
alla
Camera
deve
tenere
la
tuba
in
testa
quando
siede
o
rivolge
domande
,
e
in
mano
quando
lascia
il
posto
o
prende
la
parola
.
Ora
,
con
tutto
questo
,
non
si
può
dire
che
l
'
Inghilterra
sia
meno
liberale
della
Francia
,
la
quale
,
dopo
tutti
gli
articoli
dell
'
Abbé
Grégoire
,
faceva
la
Costituzione
del
'91
e
il
Trattato
di
Campoformio
.
La
differenza
sta
in
questo
,
che
la
Francia
volle
essere
liberale
con
una
Dichiarazione
,
l
'
Inghilterra
con
delle
leggi
che
costarono
del
sangue
e
furono
scritte
in
sette
secoli
.
Non
è
sentimento
partigiano
quello
che
mi
ha
fatto
chiamare
spiriti
più
felicemente
dotati
coloro
che
s
'
orientano
oggi
in
Inghilterra
verso
il
Fascismo
,
giacché
che
il
Fascismo
necessiti
insieme
senso
storico
e
tensione
ideale
,
è
ormai
riconoscimento
unanime
.
Ora
l
'
Inghilterra
di
fronte
a
questi
uomini
nuovi
,
che
agitano
le
idee
fasciste
,
presenta
la
contraddizione
di
aderirvi
più
in
spirito
di
quanto
non
faccia
in
pratica
.
Ma
se
crediamo
che
la
volontà
crei
la
storia
,
e
gli
stati
d
'
animo
le
condizioni
perché
un
'
idea
si
realizzi
,
queste
adesioni
inglesi
al
pensiero
fascista
acquistano
al
nostro
sguardo
nuovo
valore
.
Non
v
'
ha
dubbio
che
gli
Inglesi
non
si
sentano
oggi
scossi
dagli
avvenimenti
,
ch
'
essi
avvertono
di
subire
:
il
governo
Labourista
'31-'32
,
il
crollo
del
Gold
-
Standard
,
l
'
industrializzazione
dei
paesi
importatori
dall
'
Inghilterra
,
la
saturazione
mondiale
,
lo
scarso
spirito
nazionale
della
finanza
inglese
,
la
disoccupazione
,
il
fallimento
della
conferenza
per
il
disarmo
,
pongono
i
responsabili
delle
sorti
del
paese
di
fronte
alla
loro
coscienza
.
L
'
esame
dell
'
attuale
situazione
fa
ironizzare
sul
sistema
elettorale
,
e
sul
concetto
di
libertà
,
ma
c
'
è
nell
'
ironia
un
'
ansia
di
nuovo
.
Gli
Inglesi
avvertono
ormai
l
'
insufficienza
dei
vecchi
sistemi
politici
,
avvertono
la
necessità
di
riprendere
il
passo
col
continente
.
La
«
splendid
isolation
»
appare
ormai
una
forma
superata
,
prodotto
insieme
di
necessità
interne
e
di
orgoglio
nazionale
.
E
poiché
personalità
morale
,
criticismo
storico
,
sentimento
nazionale
respingono
le
concezioni
socialiste
e
il
ricordo
degli
scioperi
del
'26
ridesta
ai
loro
occhi
visioni
tragiche
;
poiché
poi
non
sfugge
loro
che
il
Nazional
-
socialismo
è
una
forma
aberrante
di
Fascismo
,
essi
naturalmente
si
orientano
a
quel
movimento
universale
,
che
ancora
una
volta
viene
da
Roma
.
Se
falso
orgoglio
induce
molti
a
disprezzare
i
movimenti
continentali
,
se
interessi
formidabili
di
società
e
di
uomini
induce
alla
difesa
di
posizioni
prese
,
se
titolari
di
antiche
nobiltà
vantano
i
doveri
della
«
noblesse
oblige
»
,
se
senilismo
naturale
o
politico
non
si
decide
a
sonare
le
trombe
di
Gerico
,
c
'
è
pure
però
un
'
organizzazione
serrata
di
volontà
chiare
,
che
sa
quel
che
vuole
,
e
lavora
tenacemente
,
in
silenzio
.
Non
la
sola
,
ma
la
più
importante
organizzazione
fascista
in
Inghilterra
è
la
«
British
Union
of
Fascists
»
fondata
il
1°
Ottobre
1932
da
Sir
Oswald
Mosley
,
che
dal
Conservatorismo
all
'
Indipendenza
,
attraverso
il
Laburismo
,
è
giunto
al
Fascismo
,
per
quel
travaglio
spirituale
ch
'
è
comune
agli
uomini
assetati
di
verità
.
I
fascisti
inglesi
sono
giovani
,
e
sanno
perciò
guardare
con
occhi
puri
alla
vita
,
con
animo
ansioso
all
'
avvenire
.
Essi
sono
accusati
di
agire
violentemente
:
ma
sono
quelli
stessi
che
,
seppure
non
ancora
organizzati
,
sventarono
lo
sciopero
rosso
del
1926;
sono
accusati
di
tendere
alla
Dittatura
.
L
'
Inghilterra
teme
la
Dittatura
,
che
non
è
nella
sua
tradizione
se
non
nella
parentesi
storica
di
Cromwell
:
ma
la
nuova
valutazione
che
il
secolo
XX
dà
degli
istituti
dittatoriali
,
l
'
abiura
di
tanti
pontefici
del
credo
liberale
alla
libertà
individualistica
,
non
possono
non
disorientare
la
mentalità
inglese
.
Pure
il
Fascismo
inglese
non
è
dittatoriale
:
esso
vuole
soltanto
portare
nuova
vita
nella
politica
stantia
,
vuole
soltanto
modernizzare
la
macchina
parlamentare
:
chiede
costituzionalmente
il
potere
al
popolo
inglese
,
raggiuntolo
rafforzerà
il
potere
esecutivo
,
pur
mantenendo
il
parlamento
che
però
assumerà
forme
più
tecniche
che
politiche
,
o
,
se
vogliamo
,
per
la
sintesi
di
politica
e
di
tecnica
,
più
veramente
politiche
.
Come
pittorescamente
si
esprime
Sir
Oswald
Mosley
,
allora
l
'
uomo
voterà
come
dottore
od
ingegnere
,
da
donna
come
impiegata
o
come
madre
.
Essi
voteranno
nei
limiti
delle
loro
attività
,
su
soggetti
che
comprendono
,
per
gente
che
conoscono
.
Le
«
Black
-
Shirts
»
propugnano
la
fine
della
lotta
di
classe
,
perché
il
Fascismo
è
una
fede
,
ed
anche
un
credo
di
significato
religioso
.
Proibite
le
serrate
e
gli
scioperi
,
gli
interessi
dei
prestatori
d
'
opera
e
dei
datori
di
lavoro
saranno
conciliati
in
nuova
armonia
industriale
.
Mentre
le
«
Trades
-
Union
»
si
orientano
già
verso
la
Corporazione
,
pur
senza
confessarlo
,
anzi
blaterando
di
socializzazione
della
proprietà
sugli
schemi
Marxisti
,
le
Camicie
nere
auspicano
chiaramente
lo
Stato
Corporativo
.
Vedono
in
esso
insieme
la
soluzione
dei
problemi
economici
,
e
di
quelli
più
profondi
di
cui
è
vittima
la
nostra
generazione
.
Solo
lo
Stato
corporativo
attraverso
la
completa
razionalizzazione
dei
sistemi
di
produzione
può
garantire
un
aumento
del
livello
di
vita
,
e
di
conseguenza
un
potenziamento
del
potere
d
'
acquisto
.
Solo
il
Corporativismo
può
risolvere
il
problema
cruciale
della
disoccupazione
,
in
una
prima
fase
attraverso
la
costruzione
di
opere
pubbliche
,
in
una
seconda
per
progressivo
riassorbimento
della
mano
d
'
opera
.
Solo
il
Corporativismo
può
dare
al
mondo
una
nuova
civiltà
!
La
trasmutazione
di
tutti
i
valori
in
senso
fascista
,
la
sostituzione
dell
'
ideale
pubblico
all
'
egoismo
privato
,
del
patriottismo
alle
lotte
di
parte
,
dell
'
unità
di
intenti
per
la
rigenerazione
della
Nazione
all
'
odierno
caos
,
l
'
abolizione
delle
barriere
di
classe
,
la
valorizzazione
di
tutte
le
energie
spirituali
e
fisiche
della
vecchia
e
gloriosa
Inghilterra
,
questi
i
compiti
del
partito
fascista
.
Se
la
camicia
nera
può
urtare
la
suscettibilità
della
coscienza
inglese
,
essa
è
sempre
il
simbolo
esteriore
della
più
grande
forza
morale
del
mondo
che
mira
alla
creazione
di
una
nuova
formi
di
civiltà
;
essa
esprime
sempre
l
'
uguaglianza
fattiva
degli
uomini
davanti
al
lavoro
,
essa
rappresenta
un
esercito
.
Quando
le
braccia
non
bastano
a
difendere
i
militi
dagli
attacchi
dei
rossi
,
armati
di
lame
«
gillette
»
di
rasoi
,
di
patate
irte
di
spilli
,
di
cocci
di
vetro
,
allora
le
donne
fasciste
imparano
l
'
yu
-
jitsu
,
e
gli
uomini
usano
gli
automobili
protetti
da
griglie
.
Chi
ripensi
alla
nostra
vigilia
,
ai
prodigi
del
«
18
B
.
L
.
»
,
non
può
non
guardare
con
simpatia
e
commozione
il
ripetersi
di
gesta
altrettanto
eroiche
,
dove
la
fede
vince
il
numero
e
l
'
«
Old
Bill
»
,
la
macchinetta
fascista
,
esce
salva
dalle
mischie
coi
rossi
.
Se
il
Fascismo
è
puro
prodotto
Italiano
,
se
i
suoi
capi
si
considerano
gregari
di
Mussolini
,
tra
stupite
rimostranze
di
pseudo
-
patrioti
,
la
parola
salace
del
Visconte
Rothermore
li
pone
di
fronte
alla
realtà
della
Storia
:
«
Se
i
loro
antenati
egli
scrive
fossero
stati
ugualmente
stupidi
,
la
Britannia
non
avrebbe
né
banche
,
né
leggi
,
né
football
,
giacché
tutte
queste
sono
invenzioni
italiane
!
I
socialisti
che
disprezzano
i
principi
e
l
'
uniforme
fascista
delle
«
Black
-
Shirts
»
perché
sono
d
'
origine
straniera
,
dimenticano
che
il
fondatore
ed
il
pontefice
del
loro
stesso
credo
fu
il
tedesco
ebreo
Carlo
Marx
»
.
Posta
dunque
la
necessità
di
aggiornare
il
sistema
politico
inglese
,
solo
i
fascisti
comprendono
la
necessità
di
usare
nuovi
metodi
e
nuovi
uomini
.
L
'
ostilità
all
'
idea
fascista
del
1931
è
sostituita
oggi
o
da
disprezzo
,
o
da
incomprensione
o
da
entusiasmo
.
Chi
la
disprezza
,
la
teme
,
e
perciò
sarà
coinvolto
nel
processo
storico
:
trasformare
l
'
incomprensione
in
entusiasmo
,
scaldare
la
classica
apatia
inglese
,
è
questa
la
funzione
delle
«
Black
-
Shirts
»
.
Le
adesioni
di
personalità
politiche
e
letterarie
da
Winston
Churchill
a
Lloyd
George
,
da
Lansbury
a
Bernard
Shaw
,
da
H
.
E
.
Crocker
a
Copeland
,
da
Cole
a
Cripps
,
da
Francis
L
.
Seymour
a
W
.
Crocker
,
da
J
.
Garland
ad
Albert
Lynden
,
da
Tom
Maylor
a
S.E.
G
.
Priestley
,
da
G
.
Beli
ad
Harry
C
.
Trengrove
,
da
John
Squire
a
Mary
Allen
;
il
crescente
entusiasmo
delle
adunate
di
Manchester
e
di
Birmingham
al
Bingley
Hall
;
il
ritmo
accelerato
del
reclutamento
,
fanno
pensare
che
le
elezioni
del
'36
possano
essere
la
prima
grande
tappa
verso
una
vera
fascistizzazione
della
Gran
Bretagna
.
Concludendo
,
se
d
'
Inghilterra
sarà
più
lenta
nel
processo
evolutivo
di
quanto
non
sia
stato
qualche
altro
paese
,
pure
bisogna
riconoscerle
tutte
le
possibilità
di
esaurire
sino
in
fondo
la
dialettica
fascista
,
di
realizzare
integralmente
il
pensiero
corporativo
.
StampaPeriodica ,
V
'
è
un
problema
posto
dalla
conquista
etiopica
,
che
è
fondamentale
tra
quelli
che
si
presentano
alla
vita
italiana
,
quale
quindici
anni
di
Regime
e
i
recenti
avvenimenti
sono
venuti
determinando
:
quello
dato
dalla
necessità
di
«
sistemare
»
il
fatto
nuovo
,
l
'
Impero
,
nella
vita
e
nella
coscienza
degli
Italiani
di
tutti
gli
Italiani
.
Oggi
l
'
Impero
,
come
realtà
materiale
e
ideale
,
è
ancora
lontano
ed
estraneo
alla
grande
maggioranza
di
essi
una
cosa
che
ancora
non
è
entrata
nel
circolo
vivo
e
reale
delle
loro
esistenze
.
Il
che
è
naturale
,
non
avendo
esso
che
un
anno
di
vita
:
e
mai
come
oggi
,
checché
se
ne
sia
pensato
e
scritto
prima
,
è
apparso
chiaro
che
a
formare
la
«
coscienza
imperiale
»
è
necessario
anzitutto
,
l
'
Impero
.
Tuttavia
,
pur
lasciando
al
naturale
corso
delle
cose
la
parte
che
gli
spetta
,
non
sembra
del
tutto
inutile
anche
la
meditazione
e
l
'
indagine
teorica
del
problema
.
Porselo
fin
da
principio
con
chiarezza
è
la
condizione
migliore
per
impegnarvisi
coscientemente
nella
pratica
,
con
lucida
fermezza
di
propositi
e
di
fede
.
E
,
giacché
siamo
giovani
,
ci
piace
porlo
qui
rispetto
a
noi
stessi
,
per
la
parte
che
ci
contempla
.
La
posizione
delle
nuove
generazioni
di
fronte
all
'
Impero
si
riassume
in
poche
semplici
parole
:
L
'
Impero
,
«
mèta
verso
la
quale
furono
sollecitate
durante
quattordici
anni
le
prorompenti
energie
delle
giovani
generazioni
italiane
»
,
deve
essere
ora
il
campo
naturale
,
la
materia
della
loro
affermazione
.
Perché
esso
è
sopratutto
avvenire
,
e
l
'
avvenire
per
finora
ineluttabili
ragioni
fisiologiche
è
cosa
che
riguarda
i
giovani
più
direttamente
di
ogni
altro
.
Tale
priorità
implica
doveri
e
diritti
,
va
intesa
come
privilegio
e
come
compito
.
In
linea
generale
,
crediamo
di
poter
affermare
che
nessuno
più
delle
generazioni
dei
giovani
merita
quello
ed
è
idoneo
a
questo
:
perché
di
nessuno
la
sensibilità
è
più
naturalmente
vicina
e
idonea
al
gran
«
fatto
nuovo
»
a
comprenderlo
e
sentirlo
in
tutta
la
sua
interezza
,
sopratutto
in
tutta
la
sua
attualità
,
cioè
concreta
,
necessaria
«
presenza
»
in
ogni
campo
e
riflesso
della
vita
ideale
e
fisica
del
popolo
italiano
.
Più
che
per
ogni
altra
parte
del
popolo
è
quindi
necessario
per
noi
giovani
realizzare
alcune
idee
fondamentali
.
1
)
La
guerra
etiopica
ha
chiuso
un
periodo
di
storia
italiana
e
ne
ha
aperto
uno
tutto
nuovo
,
diverso
,
con
il
quale
viene
a
finire
per
sempre
il
nostro
modo
di
essere
(
per
dir
così
)
puramente
nazionale
,
per
iniziarsene
quello
veramente
,
costituzionalmente
«
mondiale
»
.
Chiameremmo
ciò
avere
il
senso
della
novità
dell
'
Impero
.
Novità
significa
che
qualcosa
di
profondamente
mutato
c
'
è
ora
nella
nostra
realtà
di
Nazione
e
di
individui
,
anche
se
ciò
non
apparisca
facilmente
agli
occhi
di
tutti
i
superficiali
,
esterni
ed
interni
:
mutamento
che
informa
di
sé
ogni
fatto
,
rapporto
,
problema
connesso
all
'
esistenza
di
questi
o
di
quella
e
lo
fa
esistere
sotto
una
luce
,
gli
dà
una
rilevanza
diversa
da
prima
.
Da
cui
la
necessità
che
vi
corrisponda
da
parte
nostra
un
atteggiamento
,
una
considerazione
diversa
in
un
costante
sforzo
di
adeguamento
di
tutto
ciò
che
ci
riguarda
alla
nuova
realtà
.
2
)
L
'
Impero
non
è
solo
presente
,
ma
è
,
come
dicevamo
,
sopratutto
avvenire
.
Ciò
significa
che
esso
comincia
il
9
maggio
XIV
,
non
si
realizza
ed
è
compreso
tutto
in
tale
data
,
nella
sua
incarnazione
odierna
.
Avere
questo
senso
dell
'
Impero
nel
tempo
considerandone
la
realizzazione
attuale
come
un
inizio
e
un
impegno
non
come
qualcosa
di
già
definitivamente
determinato
,
conchiuso
è
un
'
altra
delle
condizioni
necessarie
per
porne
nella
giusta
luce
tutti
i
problemi
,
e
quindi
uno
dei
punti
su
cui
il
convincimento
e
l
'
azione
dei
giovani
deve
poggiare
ben
fermo
.
Questo
è
necessario
affermare
verso
tutti
coloro
,
e
non
mancano
neppure
tra
i
giovani
,
che
con
facile
ironia
tendono
a
svalutare
,
in
sé
o
negli
altri
,
in
buona
o
in
cattiva
fede
,
l
'
importanza
intrinseca
di
ciò
che
abbiamo
conquistato
laggiù
e
la
sua
capacità
ad
essere
promosso
alla
dignità
di
Impero
riapparso
sui
colli
di
Roma
.
Posizione
superficiale
ed
erronea
,
dannosa
a
un
'
esatta
comprensione
delle
cose
,
che
i
fatti
si
incaricheranno
di
smentire
,
contraria
com
'
è
alla
dinamica
storica
dell
'
epoca
che
andiamo
vivendo
.
Ma
anche
prescindendo
da
ciò
,
sappiamo
bene
che
l
'
Impero
come
realizzazione
compiuta
,
storica
,
è
ancor
lontano
da
noi
.
Ma
è
stupido
atteggiarsi
a
derisori
e
scontenti
della
realtà
odierna
,
quando
è
chiaro
che
a
raggiungere
quella
maturità
ideale
e
materiale
non
basta
certo
un
anno
e
nemmeno
un
decennio
,
ma
occorre
l
'
opera
intelligente
e
continuata
di
molte
generazioni
.
Piuttosto
,
da
ciò
nasce
soltanto
un
dovere
:
quello
di
sentire
l
'
Impero
nel
nostro
spirito
come
una
cosa
da
costruire
,
una
mèta
da
raggiungere
di
cui
spettano
a
noi
il
compito
e
la
responsabilità
.
3
)
L
'
Impero
,
infine
,
non
è
tutto
e
solo
in
Africa
,
non
si
circoscrive
in
quel
pezzo
di
terra
chiamato
Etiopia
.
Spiritualmente
e
materialmente
esso
è
sì
gran
fatto
da
avere
relazioni
e
ripercussioni
che
vanno
assai
oltre
,
che
hanno
influenza
rispetto
a
tutti
gli
Italiani
ovunque
essi
si
trovino
:
prospettando
per
essi
del
tutto
nuove
evenienze
,
impegnandoli
tutti
in
modo
che
prima
non
era
.
Il
suo
fronte
è
quindi
ovunque
,
si
difende
e
si
potenzia
,
o
si
danneggia
,
ovunque
in
Italia
,
in
Africa
,
in
Europa
,
in
ogni
altro
continente
.
Di
fronte
agli
utili
che
esso
può
arrecare
stanno
quindi
per
tutti
noi
dei
doveri
,
delle
responsabilità
nuove
da
mantenere
:
verso
noi
stessi
,
tra
noi
,
verso
lo
straniero
.
È
l
'
esigenza
che
il
Duce
per
primo
,
come
sempre
,
ha
sentito
e
indicato
(
«
portare
sul
piano
dell
'
Impero
tutta
la
vita
nazionale
»
)
,
e
che
è
essenziale
non
sbandierare
sui
giornali
e
nei
discorsi
,
ma
assolvere
concretamente
,
ognuno
nell
'
intimo
delle
proprie
,
piccole
o
grandi
,
responsabilità
quotidiane
.
E
anche
questa
è
una
delle
cose
da
tenersi
bene
presenti
,
facendone
sostanza
del
nostro
modo
di
pensare
e
d
'
agire
.
Su
queste
premesse
non
peregrine
(
ma
l
'
importante
non
è
fare
delle
scoperte
,
bensì
dicevamo
riconoscere
praticamente
nel
proprio
io
quelle
verità
su
cui
tutti
sono
d
'
accordo
pubblicamente
e
in
teoria
)
deve
basarsi
ogni
nostra
volontà
di
essere
e
di
fare
nel
clima
imperiale
,
nella
realtà
italiana
degli
anni
avvenire
,
in
cui
la
nostra
vita
si
troverà
a
svolgere
le
sue
energie
.
L
'
Impero
sarà
quindi
naturalmente
il
nostro
campo
d
'
affermazione
e
dovrà
esserlo
su
due
fronti
:
quello
Africano
della
valorizzazione
politico
-
economico
-
sociale
dei
territori
conquistati
,
e
quello
italiano
e
mondiale
dell
'
elevazione
a
nuovo
livello
di
tutta
la
nostra
dignità
di
Nazione
in
politica
,
in
economia
,
nella
cultura
.
Bisogna
che
sopratutto
dei
giovani
siano
mandati
in
Africa
,
e
sopratutto
essi
sentano
il
richiamo
di
andar
là
a
costruire
per
sé
e
per
la
patria
,
dal
nulla
,
una
vita
.
In
nessun
altro
luogo
e
modo
potranno
avere
questa
gioia
orgogliosa
della
creazione
ex
-
novo
,
dell
'
essere
agenti
e
partecipi
di
un
'
affermazione
di
civiltà
in
ciò
che
essa
ha
di
più
fondamentale
,
grandioso
,
evidente
.
Gioia
sana
e
ineguagliabile
del
lavoro
plasticamente
creatore
,
per
noi
e
per
quelli
che
verranno
da
noi
,
per
oggi
e
per
un
domani
che
la
nostra
fede
intravede
grande
che
vale
da
sola
a
giustificare
una
vita
.
E
d
'
altra
parte
nessuno
meglio
di
elementi
giovani
dà
sicuro
affidamento
di
continuità
e
di
durata
:
siano
contadini
,
operai
,
commercianti
,
artigiani
,
professionisti
,
dirigenti
o
funzionari
di
governo
essi
hanno
tutti
nei
confronti
dei
più
anziani
maggiore
indipendenza
di
affetti
e
interessi
,
meno
abitudini
,
meno
attaccamenti
rispetto
alla
vita
dei
loro
paesi
e
città
,
e
più
facilmente
,
legati
dal
loro
lavoro
alla
vita
che
essi
stessi
costruiscono
,
creeranno
là
i
loro
affetti
,
le
loro
abitudini
,
il
loro
ambiente
e
costituiranno
la
base
di
quelle
generazioni
di
coloni
stabilmente
residenti
e
interessati
alla
colonia
,
che
dovranno
essere
la
caratteristica
e
la
forza
del
nostro
Impero
.
Ma
,
dicevamo
,
l
'
Impero
non
è
tutto
e
solo
in
Africa
:
ci
sono
dei
compiti
,
delle
responsabilità
derivanti
da
esso
,
che
hanno
valore
per
tutta
la
vita
nazionale
e
per
tutti
gli
Italiani
.
E
su
questo
,
che
è
forse
il
lato
più
delicato
,
perché
più
sfuggevole
e
complesso
del
problema
,
sarebbe
necessario
un
lungo
discorso
,
dato
che
enorme
è
la
sua
entità
e
abbraccia
tutti
i
rami
,
tutti
i
campi
della
vita
della
Nazione
,
tutte
le
possibilità
dei
suoi
individui
.
È
in
sostanza
un
processo
di
adeguamento
in
alto
quello
che
si
richiede
è
quello
che
fin
dal
9
maggio
proclamazione
dell
'
Impero
il
Duce
ha
espresso
in
un
enorme
,
tragico
interrogativo
lanciato
alla
folla
,
e
su
cui
la
facile
retorica
dei
quotidiani
e
delle
esibizioni
oratorie
ha
sempre
preferito
sorvolare
.
Ha
detto
il
Duce
:
«
Ne
sarete
voi
degni
?
»
.
Meditiamo
su
questo
interrogativo
:
anziani
e
giovani
,
illustri
e
oscuri
.
Solo
un
Capo
come
lui
poteva
,
in
quella
sera
di
gioia
e
di
trionfo
,
averne
presente
la
formulazione
superando
la
contingenza
dell
'
ora
e
degli
avvenimenti
per
mirare
alle
profondità
dello
spirito
,
alle
doti
primigenie
e
creative
di
una
stirpe
prospettate
sul
quadrante
dei
secoli
.
Meditiamoci
tutti
,
e
provvediamo
.
È
un
monito
e
un
imperativo
,
che
vengono
da
quelle
parole
perché
di
risposte
non
se
ne
può
concepire
che
una
,
quella
che
ha
dato
la
folla
.
Ma
è
un
giuramento
che
va
mantenuto
:
e
sopratutto
noi
giovani
abbiamone
il
senso
religioso
e
impegnamo
la
nostra
coscienza
poiché
è
nostro
compito
naturale
a
realizzarlo
in
tutta
la
nostra
realtà
di
Nazione
:
Scuola
e
cultura
,
vita
politica
ed
economica
.
Partito
e
Forze
Armate
.
Ovunque
,
c
'
è
bisogno
ora
più
che
mai
di
intelligenze
sveglie
,
di
valori
spirituali
e
morali
sopratutto
di
fede
integra
.
Attenzione
ai
periodi
che
seguono
a
una
vittoria
:
già
Mazzini
avvertiva
che
sono
sempre
i
più
pericolosi
.
L
'
Italia
è
oggi
nella
condizione
di
chi
ha
fatto
realmente
qualcosa
d
'
aver
molto
mutato
e
camminato
dal
punto
ove
le
classi
dirigenti
del
dopoguerra
l
'
avevano
fermata
:
il
pericolo
è
ora
,
fatale
,
che
avendo
fatto
molto
si
creda
dai
più
di
aver
fatto
quasi
tutto
,
e
sia
consentito
adagiarsi
in
un
'
ottimistica
posizione
di
quiescenza
e
di
riposo
.
Tendenza
inavvertita
ma
in
un
certo
senso
spiegabile
dopo
quindici
anni
di
Regime
che
hanno
pungolato
tutte
le
energie
,
teso
tutte
le
volontà
,
chiesto
molti
sacrifici
e
maggiormente
nei
ranghi
di
coloro
che
dirigono
,
che
hanno
compiti
di
responsabilità
e
di
comando
,
in
qualunque
campo
.
Mai
come
ora
invece
è
stato
necessario
il
contrario
un
clima
più
duro
,
una
tensione
ideale
più
alta
.
Tutto
ha
ora
relazioni
più
lontane
,
riflessi
più
vasti
e
insospettati
,
ripercussioni
più
profonde
,
importando
con
sé
la
necessità
di
non
trascurare
nessuna
di
quelle
cose
e
questioni
che
sembrano
piccole
e
secondarie
e
non
lo
sono
,
perché
tutto
si
lega
e
fa
sistema
,
ogni
cosa
ha
con
le
altre
mille
rapporti
sottili
e
tenaci
,
nel
piano
fisico
e
in
quello
spirituale
.
Nella
delicatezza
dell
'
ara
in
cui
il
respiro
della
nostra
vita
nazionale
si
è
improvvisamente
ingigantito
e
approfondito
mentre
problemi
nuovi
e
imponenti
si
affacciano
alla
soglia
del
futuro
,
alla
considerazione
degli
spiriti
pensosi
,
e
si
svolgeranno
per
secoli
condizionando
l
'
avvenire
all
'
impostazione
che
oggi
se
ne
fa
sia
di
conforto
al
Capo
e
di
garanzia
del
domani
la
vigile
coscienza
di
noi
giovani
,
questa
nostra
intelligente
e
serena
volontà
di
essere
presenti
e
partecipi
,
di
affermare
noi
stessi
nell
'
Impero
e
l
'
Impero
nel
mondo
.
StampaPeriodica ,
Da
alcuni
anni
in
ogni
luogo
di
Europa
,
ed
ormai
anche
del
mondo
intero
,
si
identificano
con
la
parola
«
Fascisti
»
certi
gruppi
politici
dai
colori
più
svariati
.
La
maggior
parte
di
tali
partiti
oltre
al
contenuto
nazionalistico
che
non
manca
mai
,
arrivano
anche
a
formulare
dei
programmi
sociali
abbastanza
elevati
in
cui
si
affacciano
delle
idee
collaborazionistiche
.
A
dare
a
tali
movimenti
il
nome
di
fascisti
non
siamo
certo
noi
che
anzi
spesso
accettiamo
tale
denominazione
,
senza
porre
precisazioni
pedanti
e
senza
fare
lunghe
ricerche
,
solo
per
scopi
contingenti
di
politica
e
sopratutto
in
vista
di
un
comune
programma
antibolscevico
.
Ciò
che
è
oltremodo
opportuno
mettere
in
evidenza
è
che
in
tutto
il
mondo
si
è
concordi
nell
'
usare
a
proposito
,
o
come
più
spesso
accade
,
a
sproposito
,
il
vocabolo
«
fascismo
»
.
Tale
etichetta
talvolta
viene
appiccicata
a
movimenti
sinceramente
e
fondamentalmente
evoluzionistici
,
talvolta
viene
invece
usata
ad
indicare
delle
pure
e
semplici
reazioni
.
Tutto
questo
può
essere
prova
della
confusione
di
lingue
che
regna
in
un
mondo
disorientato
alla
vana
ricerca
di
se
stesso
,
in
cui
la
belva
bolscevica
arriva
ad
atteggiarsi
a
pacifica
sostenitrice
delle
libertà
civili
e
della
mentalità
pigra
di
un
enorme
numero
di
persone
che
non
riescono
più
ad
adeguarsi
alla
realtà
e
non
possono
più
scorgere
nulla
al
di
fuori
di
schemi
logici
precostituiti
.
Ad
ogni
modo
con
il
fare
apparire
i
vocaboli
«
fascismo
»
e
«
fascisti
»
nelle
più
disparate
parti
del
mondo
si
viene
senza
dubbio
a
riconoscere
a
tali
movimenti
un
qualche
elemento
comune
,
in
cui
si
ravvisa
il
carattere
di
una
possibile
universalità
.
È
interessante
il
vedere
come
tutto
questo
avvenga
senza
nessuna
propaganda
e
senza
la
minima
attività
esportatrice
da
parte
del
Fascismo
italiano
e
senza
nessuna
organizzazione
sul
tipo
di
una
internazionale
vuoi
rosa
,
vuoi
rossa
.
Se
per
ora
pure
trovandoci
in
mezzo
a
tanta
confusione
si
è
d
'
accordo
nel
vedere
una
tendenza
all
'
universalità
ravvisando
ovunque
nei
movimenti
così
detti
fascisti
se
non
altro
la
volontà
di
mettere
un
ordine
,
la
tendenza
a
stabilire
un
'
autorità
e
una
disciplina
là
dove
non
ve
ne
è
,
cioè
alcuni
dei
sommi
elementi
costitutivi
della
dottrina
fascista
,
non
dubitiamo
che
in
un
avvenire
non
lontano
,
ancora
senza
il
minimo
bisogno
di
propaganda
,
ci
sarà
chi
comincerà
a
capire
e
ad
attuare
tutta
quanta
l
'
essenza
del
nostro
fascismo
.
Non
mancherà
più
allora
nel
mondo
la
possibilità
di
distinguere
i
fascismi
veri
da
quelli
falsi
;
questi
ultimi
vedranno
chiara
la
necessità
di
trasformarsi
per
evitare
l
'
ipotesi
di
perire
per
forza
di
cose
senza
rimpianti
.
A
questo
scopo
il
tempo
sarà
un
ottimo
lavoratore
.
È
indubbio
che
in
molti
casi
i
partiti
o
i
governi
che
si
dicono
o
vengono
detti
fascisti
non
sono
altro
che
le
vecchie
destre
nazionaliste
che
tirano
fuori
nuovi
strumenti
di
lotta
politica
.
Di
tali
destre
non
c
'
è
da
avere
,
almeno
per
ora
,
troppa
fiducia
e
ci
meravigliamo
davvero
che
certi
grandi
giornalisti
,
senza
attender
troppo
,
inneggino
e
brindino
ad
ogni
parola
o
ad
ogni
scritto
di
una
qualsiasi
personalità
di
uno
dei
gruppi
in
questione
.
Tali
giornalisti
danno
prova
di
avere
intorno
al
fascismo
delle
idee
piuttosto
indefinite
per
non
usare
altri
termini
.
Anche
quando
si
ha
da
fare
con
movimenti
aventi
un
programma
decisamente
innovatore
,
è
necessario
essere
molto
cauti
nel
giudicare
.
Occorre
come
primo
elemento
di
ogni
possibile
giudizio
porre
mente
alla
attuabilità
del
detto
programma
.
Il
primo
e
fondamentale
requisito
perché
un
governo
,
meglio
,
uno
stato
,
possa
proclamarsi
fascista
è
l
'
esistenza
di
un
uomo
oppure
di
un
ristretto
gruppo
che
,
non
solo
voglia
,
ma
anche
possa
,
non
soccombendo
dinanzi
alle
contingenze
,
dominare
tutte
quelle
forze
che
per
la
loro
stessa
composizione
non
possono
non
essere
tenacemente
conservatrici
e
cioè
il
capitalismo
,
la
borghesia
,
i
dottrinari
etc
.
Quanto
sopra
porta
con
sé
il
fatto
che
se
un
governo
ha
un
programma
sociale
e
fa
delle
riforme
sentite
ed
opportune
,
ciò
non
basta
certo
per
dare
a
tale
governo
la
qualifica
di
fascista
.
Tra
i
riformatori
e
gli
evoluzionisti
è
capitale
il
distinguere
coloro
che
fanno
il
minimo
possibile
di
innovazioni
verso
il
popolo
per
restare
radicati
al
potere
e
per
non
smentire
un
programma
precedentemente
sostenuto
e
coloro
che
invece
lottano
costantemente
,
usando
tutti
i
mezzi
politici
,
per
attuare
il
maggior
numero
possibile
di
riforme
,
cioè
tutte
quelle
riforme
che
non
siano
incompatibili
con
il
senso
comune
,
con
le
esigenze
concrete
delle
masse
,
con
i
dati
di
una
civiltà
,
in
una
parola
con
il
momento
storico
.
È
del
resto
evidente
che
una
valutazione
siffatta
,
massimamente
quando
si
tratta
di
paesi
stranieri
,
è
tutt
'
altro
che
facile
e
spesso
umanamente
impossibile
.
Anche
qui
è
necessario
lasciar
lavorare
il
tempo
e
la
storia
.
Quando
gli
stati
fascisti
o
fascistoidi
saranno
nel
mondo
la
regola
,
cosa
di
cui
i
fatti
non
ci
lasciano
dubitare
,
gli
uomini
di
stato
,
nel
perseguimento
della
politica
internazionale
,
avranno
dinanzi
a
sé
due
vie
.
Da
un
lato
potremo
avere
un
certo
numero
di
stati
portatori
di
sentimenti
nazionalistici
,
egoistici
ed
imperialistici
giunti
alla
esasperazione
o
per
causa
propria
o
per
causa
altrui
.
Si
avrà
allora
in
tali
casi
un
programma
collaborazionistico
e
sociale
solo
per
uso
interno
accompagnato
da
un
opposto
programma
di
egoismo
e
di
prepotenza
per
uso
esterno
.
In
questo
caso
il
mondo
avrebbe
fatto
un
ulteriore
passo
verso
la
catastrofe
ed
ogni
soluzione
dei
problemi
più
assillanti
per
l
'
umanità
verrebbe
rimandata
a
tempi
migliori
.
Dall
'
altro
lato
abbiamo
la
vera
soluzione
fascista
e
corporativa
consistente
nella
proiezione
anche
nel
campo
internazionale
dei
principii
già
affermati
ed
attuati
nella
organizzazione
interna
e
cioè
dei
principii
di
collaborazione
,
gerarchia
,
solidarietà
,
ordine
,
disciplina
.
Si
arriverebbe
fino
dagli
inizii
alla
rinunzia
di
tutti
quegli
egoismi
particolari
dannosi
alla
convivenza
comune
.
Ogni
stato
organizzerebbe
la
propria
politica
e
la
propria
economia
tenendo
conto
degli
interessi
superiori
e
imprescindibili
della
collettività
.
StampaPeriodica ,
Gli
ambienti
letterari
fascisti
italiani
hanno
fatto
la
congiura
del
silenzio
,
o
quasi
,
intorno
all
'
ultimo
romanzo
di
Alberto
Moravia
(
Le
ambizioni
sbagliate
,
Milano
,
Casa
Editrice
Mondadori
,
L
.
15
)
;
atteggiamento
stranamente
contrastante
con
il
favore
che
solo
un
anno
fa
aveva
accompagnato
la
pubblicazione
di
una
raccolta
di
novelle
dello
stesso
autore
(
La
bella
vita
,
Giuseppe
Carabba
,
Editore
)
e
salutato
l
'
annuncio
del
libro
in
preparazione
.
Al
di
là
e
al
di
sopra
di
tutte
le
vicissitudini
esterne
,
che
hanno
certo
il
loro
peso
ma
non
bastano
a
spiegare
questa
nuova
e
voluta
«
indifferenza
»
,
sarebbe
difficile
non
vedere
un
certo
sforzo
,
da
parte
della
società
fascista
,
per
separare
le
proprie
responsabilità
da
questo
giovane
e
forte
scrittore
,
nato
sul
suo
stesso
terreno
e
prodotto
`
dal
suo
stesso
clima
,
ch
'
essa
si
è
accorta
infine
di
portare
sulla
propria
pelle
come
il
sintomo
implacabile
di
una
malattia
organica
che
non
perdona
.
Le
autorità
ufficiali
e
i
censori
del
Sant
'
Ufficio
,
nella
loro
coerente
ipocrisia
,
si
sarebbero
probabilmente
accontentati
di
aver
fatto
sopprimere
qualche
dettaglio
di
anatomia
e
di
aver
trasformato
lo
sbocco
logico
del
romanzo
,
il
suicidio
,
in
una
risoluzione
altrettanto
scialba
quanto
imprevista
(
come
in
certi
film
moralizzanti
:
«
Visto
che
non
vuoi
fuggire
con
me
,
ora
che
ho
ucciso
e
rubato
,
andrò
a
consegnarmi
alla
polizia
»
...
)
.
Ma
l
'
istinto
di
classe
della
borghesia
fascista
,
vergognosa
di
un
male
che
la
mina
e
la
denuncia
in
modo
tanto
più
efficace
quanto
meno
diretto
,
ha
avuto
un
soprassalto
che
gli
stessi
tutelatori
d
'
ufficio
della
«
morale
»
pubblica
non
avevano
forse
previsto
.
È
tutta
l
'
opera
di
Alberto
Moravia
ch
'
essa
vorrebbe
oggi
gettar
lontano
da
sé
,
dopo
averla
in
un
primo
momento
celebrata
non
meno
istintivamente
,
perché
si
riconosceva
in
essa
.
È
il
ricordo
sferzante
delle
pagine
fredde
,
stridenti
,
mostruose
spesso
degli
Indifferenti
ch
'
essa
vorrebbe
oggi
soffocare
con
rabbia
,
quando
circonda
di
un
falso
velo
di
silenzio
la
lunga
vicenda
del
nuovo
romanzo
,
superiore
forse
al
primo
dal
punto
di
vista
stilistico
e
letterario
,
ma
infinitamente
meno
efficace
dal
punto
di
vista
umano
,
documentario
e
anche
artistico
.
Nessuno
scatto
di
collera
o
di
angoscia
,
nessuna
tardiva
velleità
di
sconfessione
potranno
mai
far
sì
che
gli
Indifferenti
non
siano
stati
scritti
e
non
siano
quello
che
sono
.
L
'
imitazione
di
altre
scuole
o
tendenze
letterarie
,
più
sensibile
nell
'
ultimo
romanzo
(
come
non
pensare
a
Dostoievski
,
a
certi
tormentosi
soliloqui
di
Raskolnikov
soprattutto
,
in
alcune
delle
pagine
più
drammatiche
di
Le
ambizioni
sbagliate
?
)
,
non
costituiva
là
che
un
elemento
molto
secondario
.
Che
dopo
anni
di
sbandierata
rivalorizzazione
di
tutti
i
principi
«
morali
»
,
sui
quali
la
società
fascista
edifica
la
propria
sovrastruttura
ideologica
(
onore
,
orgoglio
,
famiglia
,
religione
,
affetti
,
ecc
.
)
,
un
giovane
poco
più
che
ventenne
,
staccato
da
contatti
letterari
o
filosofici
troppo
pronunciati
,
ma
abbarbicato
al
suo
mondo
,
al
mondo
dell
'
Italia
fascista
abbia
soltanto
potuto
pensare
un
libro
come
quello
,
realizzato
con
quella
forza
artistica
,
creatrice
,
che
nessuno
può
sognarsi
di
negare
:
ecco
che
cosa
costituisce
essenzialmente
,
ai
nostri
occhi
,
il
«
caso
Moravia
»
.
Molti
sono
i
nostri
compagni
che
hanno
letto
gli
Indifferenti
e
ne
hanno
riportato
un
'
impressione
spesso
penosa
,
talora
di
disgusto
quasi
fisico
,
e
hanno
sentito
sorgere
in
sé
una
reazione
istintiva
e
profonda
.
È
bene
,
è
sano
che
sia
così
:
e
molti
altri
dovrebbero
fare
la
stessa
esperienza
.
Ricordate
quei
monaci
medioevali
che
obbligavano
il
novizio
a
passare
le
notti
accanto
a
un
cadavere
in
putrefazione
,
perché
meditasse
a
suo
agio
sulla
bruttura
della
carne
?
Noi
invece
,
che
amiamo
le
bellezze
della
vita
e
denunciamo
la
bruttura
di
un
mondo
sociale
che
vogliamo
distruggere
dalle
radici
,
il
mondo
dei
tristi
personaggi
di
Moravia
,
non
abbiamo
meditazioni
da
compiere
,
ma
conclusioni
di
azione
da
trarre
:
ecco
il
volto
ripugnante
dei
pretesi
moralizzatori
e
difensori
delle
tradizioni
italiane
,
ecco
i
profittatori
e
gli
sfruttatori
del
popolo
,
i
nemici
della
pace
e
della
patria
!
Senza
volerlo
,
Moravia
ha
lavorato
anche
per
noi
,
operai
,
contadini
,
rivoluzionari
italiani
,
che
lottiamo
per
spazzar
via
tutto
il
marciume
di
questa
società
in
putrefazione
,
di
questa
gente
che
non
ha
rossore
delle
più
sconcertanti
aberrazioni
psicologiche
e
morali
,
che
gioca
con
l
'
idea
del
vizio
e
del
delitto
,
ma
prova
«
un
senso
di
ripugnanza
,
di
umiliazione
»
quando
passa
attraverso
una
folla
di
scioperanti
in
lotta
per
il
pane
e
per
un
mondo
migliore
(
Gli
Indifferenti
,
Ed
.
Corbaccio
,
p
.
27
)
.
Bisogna
riconoscere
che
sotto
questo
aspetto
,
il
solo
sul
quale
per
il
momento
vogliamo
attirare
l
'
attenzione
dei
compagni
,
il
secondo
romanzo
di
Moravia
è
infinitamente
meno
rappresentativo
.
L
'
autore
,
in
virtù
stessa
della
sua
arte
,
si
è
ormai
staccato
idealmente
da
quegli
ambienti
che
gli
nascevano
lucidi
e
freddi
sotto
la
penna
quando
scriveva
il
suo
primo
libro
.
Oggi
,
che
egli
lo
voglia
o
no
,
non
c
'
è
più
soltanto
l
'
analisi
di
una
situazione
,
di
uno
stato
d
'
animo
,
di
un
pensiero
o
dell
'
assenza
di
un
pensiero
:
c
'
è
già
il
principio
di
un
giudizio
,
si
sente
già
affiorare
una
valutazione
di
carattere
filosofico
o
morale
.
Quella
spaventosa
assenza
di
volontà
,
di
reazione
sentimentale
o
morale
,
che
colpisce
fin
dalle
prime
pagine
degli
Indifferenti
e
si
sviluppa
metodica
ed
esasperante
fino
alla
chiusa
,
quasi
a
riflettere
la
suprema
indifferenza
degli
strati
decisivi
della
società
borghese
,
del
capitale
finanziario
,
del
regime
fascista
,
di
fronte
ai
problemi
del
dolore
,
del
lavoro
,
dell
'
elevazione
umana
,
cede
il
posto
nelle
Ambizioni
sbagliate
a
una
forma
di
introspezione
,
di
tormento
,
di
«
autocritica
»
,
ancora
ossessionante
ma
molto
meno
originale
e
significativa
.
Non
si
trasportano
a
piacere
in
una
determinata
atmosfera
sociale
le
esperienze
di
un
altro
ambiente
o
di
un
altro
momento
storico
.
L
'
indifferente
di
ieri
,
espressione
cruda
,
allucinante
,
di
uno
strato
notevole
della
gioventù
intellettuale
italiana
del
dopoguerra
,
cresciuta
all
'
ombra
del
fascismo
,
e
isterilita
dalla
sua
ideologia
,
incomincia
a
studiarsi
;
ma
invece
di
guardare
intorno
a
sé
,
nella
realtà
economica
e
sociale
che
lo
condiziona
,
si
è
messo
a
studiare
Proust
,
Dreiser
o
Dostoievski
(
per
non
citare
che
alcune
delle
influenze
più
appariscenti
)
.
Senza
ancora
condannarsi
,
si
vede
vivere
:
e
non
può
reprimere
un
movimento
di
disgusto
,
un
senso
di
vuoto
,
di
scoramento
,
di
noia
.
Siamo
già
sulla
soglia
di
un
nuovo
,
desolato
pessimismo
:
qualcosa
di
molto
diverso
dall
'
indifferenza
.
Quando
Leopardi
,
oltre
un
secolo
fa
,
ironizzava
nelle
Operette
morali
contro
gli
«
stupidi
»
progressi
della
scienza
e
dell
'
industria
(
trovatemi
una
macchina
che
ci
dia
un
vero
amico
,
una
donna
fedele
,
ecc
.
ecc
.
)
,
e
proclamava
l
'
infinita
vanità
del
tutto
,
non
ci
si
può
sottrarre
alla
sensazione
che
nel
suo
pessimismo
trovasse
sfogo
l
'
ansia
e
il
risentimento
della
vecchia
società
feudale
italiana
,
che
vedeva
avanzare
con
successo
sulla
scena
del
mondo
la
sua
antagonista
,
la
classe
borghese
.
Artisticamente
e
letterariamente
,
l
'
indifferenza
moraviana
(
i
due
termini
di
confronto
non
hanno
che
un
valore
di
indizio
,
si
capisce
)
poteva
forse
essere
l
'
equivalente
storico
di
certo
pessimismo
del
secolo
scorso
,
nella
nuova
situazione
in
cui
la
borghesia
fascista
vede
sorgere
e
giganteggiare
il
suo
antagonista
e
becchino
,
il
proletariato
.
Ma
la
confusa
ideologia
che
si
districa
dall
'
ultimo
romanzo
,
se
non
rappresenta
il
primo
passo
verso
una
decisa
presa
di
posizione
in
tutti
i
campi
contro
una
società
che
solo
vagamente
si
condanna
,
non
farà
che
straniare
Moravia
dalla
realtà
italiana
.
Solo
servendo
la
verità
,
ripeteva
ancora
recentemente
André
Gide
,
lo
scrittore
può
servire
lo
sviluppo
artistico
dell
'
umanità
,
e
quindi
la
rivoluzione
.
Moravia
non
è
certo
uno
scrittore
rivoluzionario
,
ma
si
stupirebbe
ancor
più
se
si
dovesse
negare
alla
sua
arte
un
carattere
umano
,
se
vogliamo
umanistico
.
I
tristi
eroi
degli
Indifferenti
ci
hanno
colpito
fin
dal
principio
come
qualcosa
di
repellente
,
come
dei
mostri
,
ma
dei
mostri
veri
,
viventi
,
scaturiti
dalla
fermentazione
di
tutta
un
'
epoca
;
e
finita
la
lettura
non
possiamo
fare
a
meno
di
sentirci
grati
al
giovane
romanziere
,
che
ci
ha
forgiato
un
'
arma
vera
per
la
nostra
lotta
,
per
la
lotta
contro
la
società
degli
istinti
più
biechi
e
dello
sfruttamento
più
avido
.
Ma
guai
se
l
'
arte
vigorosa
di
Alberto
Moravia
dovesse
cedere
il
posto
a
un
sottile
e
sterile
gioco
psicologico
,
come
talora
accade
nelle
Ambizioni
sbagliate
:
si
finirebbe
così
con
l
'
uscir
dal
vero
,
dall
'
umano
di
oggi
.
C
'
è
da
augurarsi
che
al
rude
contatto
con
la
realtà
l
'
arte
di
Alberto
Moravia
non
si
smarrisca
nell
'
artificio
e
sappia
trovare
infine
la
propria
strada
:
la
strada
di
coloro
che
sanno
maneggiare
lo
scalpello
non
soltanto
per
modellare
,
ma
anche
per
abbattere
.