StampaPeriodica ,
...
Perché
io
potessi
giudicare
in
merito
all
'
accoglienza
fatta
recentemente
dal
pubblico
del
Teatro
Reale
dell
'
Opera
di
Roma
a
le
Sette
Canzoni
del
maestro
Malipiero
,
bisognerebbe
che
io
mi
fossi
trovato
presente
all
'
avvenimento
.
Stando
a
quanto
ne
dicono
i
giornali
,
pare
che
tale
accoglienza
sia
stata
della
stessa
specie
di
quella
,
che
il
pubblico
dell
'
allora
Teatro
Costanzi
di
Roma
fece
,
qualche
anno
prima
della
guerra
,
al
mio
Inno
alla
Vita
,
Musica
futurista
per
orchestra
:
ed
in
quel
tempo
,
pubblico
,
critica
,
musicisti
e
colleghi
si
trovarono
cordialmente
d
'
accordo
nel
riconoscerla
e
dichiararla
giusta
.
Quello
che
allora
accadde
a
me
,
accade
ora
ad
altri
:
il
quale
fatto
dimostra
,
che
se
anche
il
lupo
ha
perduto
il
pelo
,
non
per
questo
ha
perduto
il
vizio
.
Fatti
simili
dureranno
a
succedere
in
Italia
,
finché
:
a
)
La
tutela
della
creazione
musicale
nazionale
non
sarà
passata
dalle
mani
dei
mecenati
dilettanti
e
rammolliti
,
degl
'
impresari
che
hanno
il
loro
denaro
in
pericolo
,
delle
società
nazionali
ed
internazionali
di
mutuo
soccorso
fra
compositori
,
direttori
e
concertisti
,
in
quelle
dello
Stato
;
b
)
Finché
la
creazione
musicale
nazionale
,
divenuta
patrimonio
e
produzione
di
Stato
,
di
proprietà
e
di
utilità
pubblica
nei
suoi
valori
morali
per
il
decoro
e
per
il
buon
nome
della
Patria
e
di
dentro
e
di
fuori
non
sarà
stata
imposta
per
legge
al
rispetto
di
tutti
indistintamente
;
c
)
Finché
lo
Stato
non
avrà
dato
disposizioni
tassative
alla
critica
italiana
,
a
fine
di
uniformare
i
criteri
generali
in
modo
:
che
l
'
azione
della
critica
valga
a
creare
nei
pubblici
la
fede
in
se
stessi
l
'
ammirazione
pei
vincitori
ed
il
rispetto
per
i
vinti
;
così
che
l
'
opera
,
anche
se
riconosciuta
inferiore
nella
sua
realtà
,
non
per
questo
debba
apportare
beffe
,
disprezzo
e
mortificazione
a
chi
l
'
ha
concepita
con
tormento
in
omaggio
ad
un
ideale
nobilissimo
;
d
)
Finché
lo
Stato
non
avrà
fatto
cessare
l
'
esibizionismo
,
il
dilettantismo
pagante
e
non
avrà
mandato
al
confino
tutti
i
ciarlatani
,
i
mezzani
ed
i
sedicenti
protettori
mercanti
dell
'
arte
:
elevando
l
'
arte
al
valore
di
sommo
fattore
politico
,
nel
senso
più
vasto
della
parola
,
manifestazione
del
genio
e
della
potenza
creatrice
di
una
Nazione
.
Dovrei
dire
,
poi
,
una
parola
in
un
orecchio
ai
musicisti
,
ma
costoro
mi
hanno
già
capito
...
StampaPeriodica ,
Questo
autunno
che
s
'
attarda
a
continuare
gli
ultimi
tepori
estivi
e
si
compiace
delle
ottobrate
chiassose
e
salutevoli
ci
ha
portato
anche
un
pessimo
dono
nel
campo
delle
lettere
,
quasi
a
disturbare
la
nostra
beatitudine
nata
dalla
contemplazione
dei
frutti
opimi
e
dal
lucore
del
moscatello
.
Perché
disturbarsi
per
una
mosca
che
ronza
fastidiosa
e
dispiacersi
di
un
cane
rognoso
,
e
arrovellarsi
per
dimostrare
che
questa
vespa
è
l
'
essere
più
benigno
del
mondo
,
se
la
vita
intorno
è
così
bella
,
allettante
,
dilettevole
?
Per
lo
stridente
contrasto
;
a
causa
dei
nervi
tesi
per
il
ricambio
autunnale
?
Non
so
;
certo
,
gran
chiasso
nel
campo
delle
lette
-
re
,
gravi
parole
,
accenti
d
'
ira
e
di
sdegno
;
smisurata
apologia
.
Ed
io
,
che
mi
godevo
il
solicello
,
contento
della
stagione
propizia
alla
mia
nidiata
,
sento
venirmi
all
'
orecchio
questo
gran
fracasso
e
son
costretto
a
volerne
conoscere
le
ragioni
,
a
capirne
i
motivi
.
Scendo
anch
'
io
fra
i
tenzonanti
?
Nemmen
per
sogno
,
che
fra
quelli
il
trambusto
è
così
alto
che
non
riuscirei
a
tirare
il
ragno
dal
buco
.
Quelli
parlano
orribili
favelle
,
cantano
inni
o
innalzano
invettive
,
e
io
invece
voglio
usare
parole
semplici
,
le
più
umili
possibili
,
qual
si
convengono
a
chi
piacciono
il
solicello
e
le
ottobrate
col
vino
di
Frascati
.
Non
temete
di
essere
costretti
a
gran
fatica
,
che
basta
ben
poco
a
giudicare
gl
'
Indifferenti
.
Alcuni
se
la
son
cavata
con
parole
poco
parlamentari
ma
efficacissime
:
"
porcherie
"
;
altri
han
detto
e
non
detto
:
fra
la
gioia
e
il
disgusto
,
sono
rimasti
di
parere
incerto
;
altri
ancora
,
con
le
lagrime
dell
'
entusiasmo
agli
occhi
hanno
gridato
che
finalmente
abbiamo
avuto
il
capolavoro
.
A
Borgo
a
Mozzano
,
delizioso
paese
di
Val
di
Serchio
,
è
in
piedi
sempre
un
famosissimo
ponte
:
"
il
ponte
del
Diavolo
.
"
Ha
un
arco
a
tutto
sesto
che
è
una
meraviglia
a
guardarsi
,
e
certo
,
nei
tempi
in
cui
fu
gettato
,
non
poca
fatica
dovette
costare
,
se
fra
quei
popolani
è
ancora
viva
una
leggenda
burlesca
,
che
Giuseppe
Giusti
ricorda
nella
lettera
scritta
al
suo
precettore
,
Andrea
Francioni
,
il
30
ottobre
1836
.
Giunto
il
poeta
al
culmine
della
famosissima
arcata
,
incontrò
un
contadino
al
qua
-
le
chiese
come
mai
il
ponte
avesse
preso
il
nome
del
diavolo
.
N
'
ebbe
questa
risposta
,
senza
dubbio
dopo
gli
scongiuri
di
prammatica
ché
il
contadino
si
trascinava
sulle
spalle
un
buon
carico
di
legna
da
portare
a
salvamento
:
"
Che
vuol
che
gli
dica
?
Raccontano
che
San
Giuliano
,
quando
fece
il
ponte
,
per
finire
questo
arco
chiamò
quell
'
...
amico
,
e
gli
disse
che
l
'
aiutasse
;
ma
chi
sa
poi
se
è
vero
?
Chiese
dunque
aiuto
al
...
gli
chiese
aiuto
(
qui
ci
accorgemmo
che
il
buon
uomo
aveva
scrupolo
a
no
-
minare
il
diavolo
)
,
e
gli
promise
la
prim
'
anima
che
ci
fosse
passata
su
.
Quando
fu
finito
,
San
Giuliano
,
per
canzonarlo
,
di
laggiù
di
fondo
aizzò
un
cane
,
e
poi
gli
tirò
una
stiacciata
su
per
il
ponte
:
il
cane
corse
dietro
alla
stiacciata
,
e
qui
,
dove
toccò
col
piede
,
l
'
agguantò
.
Quello
,
che
stava
a
vedere
chi
passava
il
primo
,
subito
gli
dà
addosso
,
e
quando
s
'
avvide
che
era
un
cane
invece
d
'
un
cristiano
,
lo
scaraventò
con
tanta
rabbia
in
terra
,
che
sfondò
qui
e
passò
di
sotto
.
Ma
sarà
vero
?
Lo
dicono
:
Ma
chi
c
'
era
allora
?
"
Questo
è
toccato
in
sorte
ai
nostri
critici
,
un
cane
,
invece
di
un
'
anima
,
ma
essendo
discordi
sulla
sua
natura
,
c
'
è
chi
lo
scaraventa
con
rabbia
in
terra
e
chi
,
invece
,
gli
innalza
archi
di
trionfo
.
Lo
stile
Capolavoro
:
e
si
rimane
perplessi
nel
dover
giudicare
.
È
come
quando
ci
si
trova
nello
studio
di
un
pittore
amico
che
ci
presenta
un
suo
mediocre
,
o
brutto
quadro
:
Bello
,
bellissimo
,
meraviglioso
,
e
poi
di
dietro
corna
e
peste
,
o
,
pian
pianino
,
si
incomincia
a
trovare
sgraziata
quella
linea
,
poi
la
pennellata
così
e
così
,
prima
,
con
parole
che
non
dicono
tutto
il
pensiero
,
poi
,
mano
mano
,
sempre
più
accentuando
.
Capolavoro
,
han
detto
:
ma
,
oggi
:
non
esageri
,
il
Moravia
;
trovi
la
misura
;
e
,
prima
,
lo
hanno
esaltato
,
lo
hanno
,
come
si
dice
,
montato
,
e
lui
si
è
fatto
montare
.
Capolavoro
:
ed
eccoci
col
naso
contro
una
improprietà
dopo
poche
righe
.
Offerta
?
no
,
invito
.
Ed
eccoci
a
contare
quarantuno
"
indifferenti
"
e
"
indifferenza
,
"
e
chissà
quanti
ne
abbiamo
lasciati
per
via
.
Non
basta
,
ché
c
'
imbattiamo
in
uno
"
stupore
di
vetro
,
"
in
una
"
disgustata
pietà
"
;
in
una
voce
alzata
"
al
diapason
più
forte
"
;
in
una
risata
agra
;
in
"
machiavellismi
tenebrosi
"
;
in
una
donna
che
"
tutta
nuda
gli
(
al
giovane
amante
)
sarebbe
venuta
incontro
a
passo
di
danza
.
"
Immaginarsela
questa
scena
è
un
piacere
da
ingrassare
.
Io
non
sono
pedante
,
né
purista
al
cento
per
cento
,
ma
quando
si
legge
:
"
Si
può
?
domandò
la
testa
:
tutti
si
voltarono
,
"
e
via
,
ci
voltiamo
anche
noi
in
attesa
di
una
testa
che
parli
,
magari
una
testa
di
fantoccio
.
E
non
è
tutto
,
ché
a
pagina
71si
afferra
il
gesto
per
il
polso
:
"
Allora
prenditi
questo
;
Michele
alzò
la
mano
...
ma
per
il
polso
,
con
una
sorprendente
rapidità
,
il
gesto
venne
afferrato
,
rintuzzato
.
"
Che
c
'
entra
Moravia
?
Egli
ha
trovato
l
'
affare
e
ne
gongola
,
di
certo
;
sono
i
critici
che
hanno
le
stampelle
storte
,
e
amano
bighellonare
perché
leggersi
trecento
fitte
pagine
obiettivate
antropocentricamente
è
fatica
non
lieve
e
costa
un
mal
d
'
occhi
non
indifferente
.
Ma
a
che
giuoco
giuochiamo
?
al
giuoco
del
capolavoro
?
Siamo
intesi
,
evviva
il
capolavoro
e
le
patrie
lettere
son
salve
.
E
quel
povero
Verga
è
morto
misero
di
lodi
,
e
a
quel
povero
Pascoli
a
momenti
si
negava
perfino
l
'
estro
poetico
,
e
a
Moravia
invece
il
saluto
alla
voce
e
plausi
fino
ad
arrossare
e
indolenzire
le
palme
delle
mani
,
appena
con
la
testa
fuori
del
guscio
...
Nelle
prime
pagine
specialmente
,
battute
di
dialogo
sciatte
,
puerili
,
di
una
sorprendente
cafoneria
.
E
in
seguito
si
cerca
invano
la
pagina
che
ti
elevi
,
che
dia
vibrazioni
,
che
ti
riporti
alla
luce
o
ti
inabissi
,
anche
questo
ci
si
può
aspettare
dal
capolavoro
,
fra
quelle
tenebre
.
Racconta
il
ferocissimo
e
acutissimo
Boine
:
"
A
me
viene
in
mente
certo
tiro
che
feci
in
liceo
al
professore
di
storia
naturale
,
quando
gli
portai
in
classe
l
'
osso
di
bue
con
cui
mia
madre
aveva
fatto
il
brodo
due
giorni
prima
.
Gli
dissi
,
documentando
,
ch
'
era
un
osso
fossile
.
Lo
studiò
con
la
lente
un
mese
e
in
ultimo
decise
che
fosse
un
femore
d
'
ursus
spelaens
.
"
Era
soltanto
una
giunta
da
brodo
.
L
'
argomento
Dobbiamo
parlarne
?
Ci
son
cose
così
gustose
intorno
,
che
ben
sarebbe
rivolgere
ad
esse
la
nostra
attenzione
anziché
guastarci
l
'
appetito
e
la
serenità
con
la
roba
ammannita
dal
Moravia
.
Una
madre
con
l
'
amante
;
una
figlia
che
ruba
l
'
amante
alla
madre
;
un
figlio
che
assiste
e
solo
pensa
;
e
poi
,
sempre
,
oscene
nudità
,
osceni
desideri
,
sorda
,
malata
libidine
.
Oh
,
la
sana
voluttà
!
Ma
dov
'
è
?
Nulla
di
tra
-
volgente
;
qui
la
natura
è
proprio
abortita
;
nemmeno
è
mostruosa
,
or
-
renda
.
Ci
sono
vecchi
satiri
,
dagli
oc
-
chi
scintillanti
e
dalle
froge
aperte
,
nella
vita
;
ci
sono
giovani
insaziabili
,
senza
molti
scrupoli
;
femmine
avi
-
de
,
con
bramosie
bestiali
,
ma
gente
che
fa
quello
che
il
Moravia
ci
fa
vedere
,
francamente
quella
dev
'
essere
una
conoscenza
solo
sua
,
personalissima
,
una
esperienza
che
nessuno
ha
desiderio
di
contestargli
,
tanto
è
sog
-
gettiva
.
Ne
rimanga
padrone
,
padronissimo
.
Io
,
la
primavera
,
vado
spesso
in
campagna
,
in
una
deliziosa
villa
purtroppo
non
mia
...
Dietro
la
villa
,
sulla
porta
di
una
capannuccia
fatta
apposta
,
c
'
è
un
truogolo
e
col
muso
dentro
una
scrofa
e
un
verro
vi
grufolano
se
non
dormono
.
Non
me
ne
accorgo
.
Non
sento
,
non
vedo
tanto
tutto
l
'
altro
è
bel
-
lo
e
mi
conquide
.
Invece
,
il
Moravia
,
lo
vede
ed
è
conquiso
solo
dal
truogolo
,
sente
solo
la
vita
della
scrofa
e
del
verro
.
Si
accomodi
pure
.
È
libero
col
suo
editore
di
imbrancarvi
-
si
,
ma
non
tanto
libero
di
imporre
la
circolazione
della
loro
malattia
.
Intesi
!
Ma
non
c
'
è
nulla
,
proprio
nulla
?
Nulla
:
perverso
squallore
,
abietta
aridità
.
Ci
sono
affermazioni
indegne
,
da
ricacciare
in
gola
a
chi
le
pronuncia
:
"
sciagurata
figura
del
nostro
tempo
corrotto
.
"
Di
quale
tempo
parla
il
Moravia
?
Del
suo
tempo
;
forse
dei
suoi
giorni
,
e
delle
sue
ore
;
non
del
nostro
tempo
,
ché
il
nostro
è
così
chiaro
,
luminoso
,
puro
,
che
dal
contrasto
risulta
palese
la
sua
indegnità
...
Quanta
bellezza
da
sette
anni
!
Campi
in
rigoglio
,
officine
sonanti
,
opere
grandiose
,
canti
e
canti
;
dolcissimi
canti
di
amore
,
vibranti
canzoni
di
guerra
,
inni
di
vita
.
"
Oggi
,
dopo
sette
anni
,
siamo
più
giovani
,
più
forti
,
più
implacabili
di
prima
!
"
Che
impeto
di
fede
!
Nel
discorso
delle
beatitudini
Cristo
disse
:
"
Voi
siete
la
luce
del
mondo
.
Non
può
rimaner
nascosta
una
città
situata
su
di
un
monte
.
"
Roma
è
ferma
da
ventotto
secoli
su
sette
e
più
colli
.
Roma
splende
di
luce
meridiana
.
Il
Genio
,
oggi
,
la
guida
.
Povero
giovinotto
,
fa
pietà
.
Compatirlo
bisogna
,
il
povero
Moravia
,
egli
è
sordo
e
cieco
,
seppellito
com
'
è
nel
truogolo
.
Continui
a
grufolare
,
e
i
critici
esaltanti
gli
tengano
buona
compagnia
.
StampaPeriodica ,
C
'
è
tanta
gente
,
anzi
,
troppa
gente
che
ama
indugiare
sul
luogo
comune
.
Ho
parlato
in
questo
giornale
di
libertà
di
pensare
,
ho
parlato
a
lungo
della
moralità
giornalistica
:
argomenti
che
poggiano
sopra
la
logica
ed
evidente
base
della
libertà
di
stampa
.
Non
so
perché
ma
parecchi
non
vogliono
capire
.
Se
quanto
ho
scritto
ed
ho
parlato
col
solito
costume
mio
,
alto
e
forte
mi
ha
arrecato
plausi
,
e
non
da
parte
di
antifascisti
,
ma
da
parte
di
provati
fascisti
,
e
se
la
cosiddetta
"
censura
"
ha
lasciato
passare
,
credo
che
una
buona
prova
per
l
'
esistenza
della
libertà
di
stampa
si
sia
raggiunta
.
Ma
è
tema
così
ampio
che
c
'
è
motivo
e
mezzo
di
fermarvisi
sopra
ancora
un
poco
.
Ci
sono
equivoci
di
buonafede
(
la
malafede
non
è
mai
degna
di
discussione
)
da
spiegare
.
Vediamone
uno
.
Si
crede
che
dalle
parole
ai
fatti
corra
troppo
spazio
.
Va
bene
si
dice
parlare
ed
affermare
che
questa
libertà
esiste
,
ma
poi
nella
quotidiana
realtà
ci
si
accorge
che
essa
è
un
ben
lontano
mito
.
E
perché
?
chiedo
io
perché
?
Forse
perché
c
'
è
il
Tizio
cui
preme
non
si
parli
del
tale
delicato
affare
?
Forse
perché
questo
Tizio
ha
la
data
carica
e
per
il
buon
nome
non
deve
essere
toccato
?
Sciocchezze
.
Ripeto
ciò
che
altre
volte
ho
scritto
:
il
problema
della
libertà
di
stampa
è
problema
di
psicologia
individuale
,
di
coraggio
o
di
viltà
.
Il
pensiero
di
Mussolini
è
molto
chiaro
,
preciso
.
Se
il
pensiero
e
la
volontà
del
Duce
non
trovano
corrispondenza
nei
fatti
(
ed
io
non
lo
credo
in
assoluto
)
occorre
colpire
chi
questo
impedisce
.
E
precisamente
il
signor
Tizio
di
cui
sopra
.
Mi
stupisce
che
tutto
proceda
bene
.
Errano
tutti
e
spesso
perché
è
umano
.
Il
Fascismo
non
errerà
,
ma
possono
errare
i
suoi
uomini
.
E
questi
uomini
devono
essere
colpiti
,
pubblicamente
.
Metodo
scandalistico
?
No
,
metodo
squadrista
:
netto
e
reciso
.
Tagliare
e
colpire
.
Non
c
'
è
da
aver
sciocche
e
stolide
paure
.
Nulla
ha
da
scapitare
,
ha
sempre
da
guadagnare
il
Partito
quando
favorisce
la
giusta
epurazione
.
Vuole
una
sua
soddisfazione
anche
il
cittadino
,
il
quidam
.
Noi
fascisti
,
sani
e
vecchi
,
dobbiamo
darla
con
assoluta
volontà
intransigente
.
Mi
stupisce
che
tutto
proceda
bene
,
e
vorrei
,
perché
sia
seguita
la
volontà
del
Duce
,
che
qualche
cosa
sia
detto
su
ciò
che
non
va
tanto
bene
.
Sono
voci
idiote
?
Sono
"
si
dice
"
?
Mancano
le
prove
?
Ed
allora
alla
gogna
gli
imbecilli
responsabili
,
al
confino
i
giornalisti
cretini
.
Sono
voci
vere
?
Critiche
esatte
?
Critiche
fasciste
?
Ed
allora
:
esami
,
modifiche
,
punizioni
,
miglioramenti
.
È
sistema
rapido
che
offre
il
vantaggio
indiscutibile
di
tarpare
le
ali
a
quella
ignobile
nottola
del
mormorio
.
Certi
problemi
affiorano
che
sono
poi
sepolti
.
Ma
ove
esistono
uomini
nulla
è
sepolto
.
Diversi
recenti
episodi
l
'
hanno
provato
.
Ed
hanno
provato
il
valore
degli
individui
,
la
onestà
dei
fascisti
,
la
libertà
di
stampa
,
l
'
intelligenza
dei
Prefetti
.
Le
eccezioni
di
oggi
dovrebbero
essere
le
normalità
di
domani
.
Guai
al
Fascismo
il
giorno
che
dovesse
aver
paura
della
critica
!
E
Mussolini
,
veggente
,
ha
detto
:
io
voglio
la
critica
.
Critica
e
vociferazione
:
due
cose
distinte
:
due
modi
di
accoglierle
:
studio
per
la
prima
,
bastone
per
la
seconda
.
Occorre
poi
non
essere
troppo
zelanti
.
Il
garzone
troppo
zelante
cambia
dieci
padroni
e
dieci
padroni
manda
in
rovina
.
Vi
sono
gli
zelanti
della
politica
.
E
di
questi
già
sovente
mi
sono
occupato
,
per
cui
non
necessita
spendere
altre
parole
a
ripetere
cose
note
.
Sono
individui
che
nello
esagerato
protezionismo
nascondo
-
no
sovente
particolari
interessi
.
Vi
sono
gli
zelanti
della
morale
.
A
costoro
raccomando
calma
e
sangue
freddo
.
Non
si
pubblica
la
cronaca
dei
suicidi
.
Sono
contenti
?
Si
limitano
a
sommarie
notizie
,
i
resoconti
di
delitti
,
furti
,
scassi
,
etc
.
Sono
contenti
.
Ma
poi
non
occorre
esagerare
.
La
cronaca
è
cronaca
ed
ha
le
sue
esigenze
.
Le
statistiche
sono
statistiche
e
non
possono
venire
annullate
.
Non
voglio
che
imbastiscano
romanzi
polizieschi
a
diletto
delle
portinaie
e
delle
ragazzine
in
cerca
del
brivido
.
Ma
trovo
poi
ridicoli
certi
catonismi
.
C
'
è
a
Milano
un
processo
Pollastri
.
I
giornali
se
ne
occupano
ampiamente
.
Tutta
Italia
sa
quanto
fece
la
famigerata
banda
.
È
bene
parlare
per
meglio
colpire
.
Perché
calare
dei
basta
!
senza
senso
?
Di
che
si
vuole
parlare
?
Tutta
Milano
sa
che
un
Caio
si
è
buttato
dal
Duomo
;
i
giornali
non
ne
parlano
.
Può
essere
giusto
;
anzi
,
poiché
è
disposizione
,
è
giusto
.
A
Lodi
od
a
Vigevano
non
lo
sapranno
.
Ma
v
'
è
realmente
una
educazione
morale
?
...
Chi
si
oppone
alla
licenza
è
saggio
fascista
.
Chi
si
oppone
alla
libertà
è
un
idiota
.
StampaPeriodica ,
...
Si
dice
oggi
,
e
quasi
insistentemente
:
torniamo
alla
terra
.
Ma
,
fino
a
ieri
,
che
cosa
è
avvenuto
fra
le
classi
dei
nostri
contadini
?
Alla
terra
ci
si
fa
i
calli
:
e
i
giovani
che
fino
ai
sedici
anni
sono
stati
al
campo
o
alla
pastura
,
ai
diciassette
han
pensato
di
far
la
domanda
a
un
corpo
.
La
città
:
e
,
finanzieri
o
carabinieri
,
essi
faranno
tutto
il
corso
o
si
procureranno
,
poi
,
un
impiego
per
rimanervi
.
Faranno
i
conducenti
,
faranno
i
facchini
,
faranno
tutto
quello
che
volete
:
ma
le
mani
,
ormai
,
sono
bianche
,
e
se
faranno
i
calli
sono
i
calli
della
città
.
Il
paese
,
così
,
è
il
luogo
,
dove
si
ritorna
vestiti
a
festa
,
coi
calzoni
e
colla
giacchetta
di
moda
,
colle
scarpe
gialle
,
col
collo
duro
e
col
bocchino
lungo
.
Meglio
se
ci
si
ritorna
con
una
pensione
e
si
impianta
un
negozio
di
salumaio
o
una
rivendita
di
castagne
abbrustolite
.
...
A
creare
questo
stato
d
'
animo
ha
contribuito
da
una
parte
l
'
emigrazione
e
dall
'
altra
la
mancata
sicurezza
della
campagna
,
in
balia
,
specialmente
nelle
isole
,
di
un
maglio
teso
dove
,
finalmente
,
una
spada
è
caduta
dritta
e
forte
.
Chi
non
poteva
emigrare
in
America
emigrava
in
Italia
.
Ma
anche
colla
sicurezza
della
campagna
alle
mie
insistenti
domande
,
rivolte
a
un
lavoratore
,
il
quale
voleva
che
io
gli
facessi
la
domanda
per
arruolarsi
in
un
'
arma
,
mi
rispose
ch
'
egli
non
intendeva
fare
il
contadino
,
perché
il
contadino
è
carne
venduta
.
Stato
d
'
animo
vago
:
ma
si
lascia
la
terra
e
ci
si
contenta
di
lavare
i
piatti
anziché
smuovere
le
zolle
fresche
di
rugiada
.
Stato
d
'
animo
incerto
:
ma
perché
la
bellezza
e
la
santità
della
terra
perdono
la
loro
stessa
bellezza
corporea
?
L
'
allontanamento
dalla
terra
è
anche
allontanamento
dalle
proprie
tradizioni
.
Se
voi
vedete
un
contadino
che
a
quindici
anni
canta
i
suoi
canti
d
'
amore
,
e
segue
le
processioni
,
e
si
mantiene
,
insomma
,
legato
al
suo
sacro
retaggio
,
difficilmente
questo
contadino
si
allontanerà
dalla
sua
terra
.
Se
è
,
invece
,
o
si
mostra
indifferente
,
e
nel
lavoro
e
al
ritorno
,
quel
contadino
ha
una
meta
:
lasciare
,
anzi
no
,
abbandonare
la
terra
.
La
tradizione
lega
alla
terra
ed
è
,
forse
,
sotto
certi
aspetti
,
l
'
unico
coefficiente
che
possa
contribuire
a
risolvere
il
problema
della
bonifica
contadinesca
...
La
collaborazione
fra
lavoratore
e
datore
di
lavoro
,
in
questi
casi
,
può
fare
moltissimo
:
ma
se
si
pensa
che
il
contadino
,
spesso
,
ha
un
campo
suo
ch
'
egli
stesso
coltiva
,
ritmandone
lo
spazio
,
ci
si
accorge
subito
che
il
problema
assume
un
carattere
generale
.
Mi
si
dirà
subito
che
prima
ci
vogliono
strade
,
acquedotti
,
abitazioni
,
agevolazioni
di
credito
agricolo
.
No
:
prima
ci
vuole
la
scuola
.
Ci
vuole
,
cioè
,
la
scuola
rurale
...
Oggi
,
finalmente
,
noi
possiamo
intendere
la
bonifica
alla
stessa
stregua
di
come
intendiamo
la
proprietà
.
Possiamo
parlare
di
leggi
demografiche
,
e
il
contadino
nostro
è
quello
che
dà
alla
patria
più
figli
.
Senonché
noi
vogliamo
anche
arare
per
poter
domani
seminare
e
posdomani
raccogliere
.
I
contadini
tornino
,
dunque
,
contadini
.
Dovunque
:
ma
sopratutto
da
noi
,
poiché
ritorno
alla
terra
non
significa
ritorno
alla
fatica
dura
,
ma
ritorno
alla
santità
e
alla
letizia
.
Il
Governo
ci
darà
acque
,
aprirà
strade
,
riordinerà
cattedre
,
costituirà
scuole
rurali
,
così
come
ci
vogliono
per
i
tempi
nuovi
:
ma
,
bonificati
i
contadini
,
tutti
quelli
che
conoscono
le
loro
terre
e
i
loro
latifondi
soltanto
su
le
mappe
dei
catasti
scendano
dai
loro
palazzi
e
abbandonino
i
vari
circoli
dei
civili
,
ultimo
rimasuglio
del
più
ibrido
liberalismo
e
che
bisognerebbe
trasformare
in
Cattedre
di
agricoltura
.
È
tempo
che
i
piedi
di
tutti
affondino
nel
maggese
e
che
ai
contadini
si
parli
,
a
tu
per
tu
,
paternamente
,
fascisticamente
.
StampaPeriodica ,
...
Date
a
Cesare
.
La
politica
religiosa
di
Mussolini
.
Il
Duce
non
ha
bisogno
di
riconoscimenti
:
ma
certo
,
Cesare
ha
in
lui
parlato
ed
agito
con
una
coscienza
di
sé
che
non
poteva
essere
più
vasta
.
Esaminiamo
il
te
-
sto
inedito
del
Trattato
e
del
Concordato
,
secondo
le
primitive
richieste
della
Santa
Sede
,
e
mettiamolo
in
relazione
col
testo
definitivo
:
scorgete
nitido
il
Mussolini
dei
discorsi
parlamentari
;
tutto
quanto
potesse
intaccare
i
primi
principi
asseriti
in
quei
discorsi
è
sparito
senz
'
altro
.
Le
parole
che
scrisse
Gioacchino
Volpe
,
quando
taluno
pensava
turbato
ad
una
sorta
di
abdicazione
,
ad
una
fusione
dello
Stato
nella
Chiesa
,
"
lo
Stato
Italiano
con
l
'
alto
sentimento
di
se
stesso
,
che
ha
raggiunto
,
pur
dando
alla
Chiesa
più
largo
campo
per
muoversi
,
anzi
appunto
per
questo
,
vigilerà
che
essa
non
trabocchi
,
"
sono
divinatorie
.
Ma
il
Volpe
è
quello
storico
che
ognuno
conosce
,
e
sa
bene
come
non
si
possa
tradire
la
sto
-
ria
;
ma
anche
l
'
on
.
Mussolini
sa
questo
:
di
qui
il
realismo
della
sua
politica
e
la
sua
forza
meravigliosa
.
Raccogliendo
in
volume
le
discussioni
parlamentari
sul
problema
dei
rapporti
fra
Stato
e
Chiesa
dal
'61
al
'70
,
egli
,
che
tutte
le
conosceva
e
le
teneva
presenti
nel
periodo
delle
trattative
,
ha
voluto
come
documentare
,
se
ve
ne
fosse
stato
bisogno
,
la
profondità
ideale
del
suo
agire
.
Un
'
azione
sempre
decisa
,
ma
meditata
,
saggiata
,
tormentata
col
richiamo
continuo
ad
un
'
idea
accolta
per
intero
nella
sua
maestà
,
e
resa
pura
da
ogni
elemento
estrinseco
.
Quando
,
infatti
,
l
'
on
.
Mussolini
disse
che
egli
compiva
il
Risorgimento
,
e
custodiva
nel
Concordato
l
'
anima
più
genuina
della
Nazione
,
criticando
quelle
discussioni
mostrò
tutta
la
spregiudicatezza
e
in
uno
la
fede
del
vero
uomo
politico
che
sa
distingue
-
re
l
'
empirico
mutevole
dall
'
ideale
che
non
si
può
tradire
.
Lontano
del
pari
,
adunque
,
dai
due
eccessi
contrari
e
maligni
:
elevare
la
diplomatica
a
ideologia
,
invilire
l
'
idea
nel
patteggiamento
;
errore
il
primo
che
fiaccò
spesso
i
nostri
padri
,
il
secondo
che
corrompe
molti
empirici
.
Tanta
precisa
chiarezza
rende
i
due
discorsi
del
Duce
,
come
il
libro
del
Missiroli
,
che
quelli
minutamente
commenta
in
ogni
loro
motivo
,
corpus
del
pensiero
dello
Stato
al
riguardo
;
la
bussola
,
per
dir
così
,
che
dovrà
guidarci
nei
futuri
viaggi
di
politica
ecclesiastica
...
StampaPeriodica ,
Dopo
il
caso
scandaloso
del
pennaiolo
giudio
Guido
Verona
,
che
ha
tentato
di
rimpolpettare
i
Promessi
Sposi
con
la
sua
indecente
prosa
da
salumiere
,
ecco
che
mi
salta
fuori
un
altro
imbrattacarte
ad
alta
tiratura
,
l
'
innominabile
Pitigrilli
,
il
quale
,
leggo
su
di
un
giornale
,
"
è
stato
invitato
a
Padova
,
da
quei
Sindacati
intellettuali
fascisti
,
a
tenere
una
conferenza
,
presenti
le
notabilità
cittadine
.
"
Mi
congratulo
anzitutto
con
"
quei
Sindacati
intellettuali
fascisti
"
per
l
'
iniziativa
geniale
,
e
mi
auguro
che
il
diletto
sia
stato
pari
alla
fama
dell
'
illustre
conferenziere
.
Ma
fuor
dagli
scherzi
dico
che
"
quei
Sindacati
intellettuali
"
debbono
essere
piuttosto
a
corto
di
argomenti
per
invitare
Pitigrilli
al
secolo
Gino
Segre
autore
della
Cintura
di
castità
e
della
Vergine
a
18
carati
e
di
altri
nobilissimi
scritti
,
come
si
vede
perfettamente
intonati
allo
stile
fascista
.
Può
darsi
che
il
sig
.
Segre
abbia
anche
una
tessera
fascista
in
tasca
,
ma
non
per
questo
egli
è
meno
antifascista
,
perché
non
è
ammissibile
che
uno
faccia
il
fascista
a
parole
e
demolisca
a
fatti
ciò
che
il
Fascismo
intende
creare
nella
vita
dello
spirito
.
Sarebbe
un
po
'
troppo
comodo
!
StampaPeriodica ,
Richiamandomi
ad
un
mio
articolo
apparso
su
questa
Rivista
,
nel
quale
difendevo
e
dicevo
le
ragioni
delle
giovani
generazioni
,
vorrei
pregare
Luigi
Russo
di
tener
presente
che
la
giovinezza
che
noi
attualmente
esaltiamo
non
è
affatto
quella
che
ritorna
ad
ogni
generazione
per
premere
sulla
generazione
più
adulta
,
e
s
'
in
ghirlanda
anacreonticamente
di
rose
,
e
canta
e
ride
ed
è
spensierata
.
Parlare
di
questa
gioventù
periodica
e
ricorrente
sarebbe
troppo
facile
ed
anche
un
pochino
ozioso
,
perché
quel
tipo
astratto
di
giovinezza
è
generico
e
piuttosto
da
"
letteratura
,
"
ed
è
impossibile
a
richiamarsi
oggi
,
per
paragonarlo
a
questa
gioventù
,
ai
giovani
di
oggi
.
I
quali
,
secondo
Luigi
Russo
,
sarebbero
allegri
,
ignoranti
e
malati
di
lussuria
ossidionale
:
vecchi
e
corrotti
profondissimamente
,
tanto
da
"
scattare
"
se
li
tocchi
nel
loro
"
particulare
"
e
pronti
a
pararsi
dietro
i
"
destini
della
stirpe
.
"
Questa
definizione
è
,
per
lo
meno
,
superficiale
e
frettolosa
,
ed
è
anche
profondamente
malata
di
una
voluta
artificiosità
.
Oggi
è
vero
c
'
è
una
visione
più
ampia
ed
una
più
inquieta
esigenza
verso
la
vita
(
e
questo
è
fenomeno
universale
e
non
nazionale
)
,
ma
non
rimproveriamo
a
questi
giovani
,
cui
fu
necessario
essere
adulti
e
consapevoli
e
pronti
ad
una
partecipazione
decisiva
e
cruenta
alla
vita
del
loro
Paese
,
di
essere
ciò
che
devono
logicamente
essere
:
privi
di
spensieratezza
,
e
chiaroveggenti
,
senza
"
candore
ingenuo
"
e
"
freddamente
,
misuratamente
,
religiosamente
(
accettiamo
in
pieno
questi
tre
ottimi
aggettivi
)
gerarchi
,
"
e
di
desiderare
un
regime
di
vita
non
.
meschino
e
banale
...
Non
possiamo
impedirci
di
constatare
con
intima
gioia
e
soddisfazione
,
che
questi
giovani
dalla
lussuria
addomesticata
ci
hanno
dato
un
regime
che
porta
l
'
Italia
,
o
sta
per
portarla
,
in
prima
fila
,
mentre
i
loro
padri
senza
lussuria
l
'
avrebbero
lasciata
eternamente
in
loggione
.
E
vivono
seriamente
non
come
Russo
pensa
,
cinicamente
bruciano
il
vecchio
Da
Verona
sulle
piazze
e
assumono
posti
di
comando
che
sono
in
realtà
posti
di
responsabilità
,
di
lavoro
e
non
di
passatempi
gradevoli
...
StampaPeriodica ,
Giovanni
Gentile
,
che
noi
amiamo
per
l
'
acutezza
,
la
vastità
della
cultura
e
l
'
onestà
e
la
sincerità
cui
fu
sempre
inspirata
la
sua
opera
scientifica
e
la
sua
azione
politica
,
ha
pubblicato
un
saggio
sulle
origini
e
la
dottrina
del
Fascismo
.
"
Per
esattamente
comprendere
le
origini
del
movimento
fascista
,
"
afferma
il
Gentile
,
"
è
d
'
uopo
rifarsi
ai
due
partiti
,
o
meglio
alle
due
correnti
politiche
,
alle
due
diverse
concezioni
dello
Stato
,
che
si
trovarono
in
contrasto
durante
tutto
il
periodo
del
nostro
Risorgimento
.
Da
un
lato
il
partito
di
destra
,
anti
-
individualista
,
sostenitore
dello
Stato
forte
,
al
cui
interesse
i
singoli
individui
dovevano
subordinare
il
proprio
interesse
.
"
Questo
grande
partito
che
in
un
ventennio
circa
riesce
a
formare
l
'
unità
d
'
Italia
,
fulcro
e
meta
d
'
ogni
sua
azione
,
rappresenta
il
vero
spirito
del
Risorgimento
che
"
attraverso
alla
varietà
delle
idee
e
delle
tendenze
ha
un
fondo
comune
:
la
fede
nella
realtà
e
nella
potenza
dei
principi
ideali
che
governano
il
mondo
;
e
quindi
l
'
opposizione
al
materialismo
e
la
concezione
spiritualistica
della
vita
.
"
Concezione
in
-
spirata
sopra
tutto
dal
Mazzini
,
che
l
'
autore
pone
al
centro
della
sintesi
spirituale
del
Risorgimento
,
quale
propugnatore
dell
'
idealismo
,
inteso
"
come
fede
nella
necessità
dell
'
avvento
d
'
una
realtà
ideale
,
come
concetto
della
vita
che
non
deve
chiudersi
nei
limiti
del
fatto
,
ma
progredire
e
trasformarsi
incessantemente
e
adeguarsi
a
una
legge
superiore
che
agisce
sugli
animi
con
la
forza
stessa
della
sua
idealità
.
"
Di
fronte
a
questa
corrente
politica
di
destra
,
la
quale
moveva
dallo
Stato
all
'
individuo
,
stava
la
concezione
democratica
,
che
poneva
l
'
individuo
a
fondamento
primo
dello
Stato
,
e
ad
esso
individuo
ed
alla
sua
pletorica
libertà
faceva
servire
lo
Stato
.
Il
rivolgimento
dell
"
876
segna
l
'
avvento
delle
sinistre
e
perciò
l
'
arresto
,
se
non
la
fine
,
dell
'
indirizzo
idealistico
della
vita
politica
italiana
e
dà
cominciamento
al
Governo
delle
sinistre
,
che
ha
pur
esso
il
suo
significato
e
la
sua
necessità
storica
.
"
Meno
autorità
,
più
libertà
.
"
"
La
vita
dal
basso
.
"
Concezione
materialistica
della
vita
,
azione
nell
'
individuo
assai
più
che
attraverso
lo
Stato
,
stimolo
delle
energie
individuali
,
indebolimento
del
governo
centrale
a
favore
della
volontà
popolare
operante
attraverso
il
suffragio
elettorale
ed
i
voti
parlamentari
.
"
L
'
Italia
della
Sinistra
dal
1876
alla
guerra
fu
materialista
ed
anti
-
mazziniana
.
Un
grande
ministro
,
Crispi
,
avendo
voluto
restaurare
rigorosamente
l
'
autorità
ed
il
prestigio
dello
Stato
e
rialzare
la
bandiera
dell
'
idealità
,
precorrendo
i
tempi
,
cadde
miseramente
sotto
la
pressione
della
così
detta
democrazia
,
scatenatasi
tumultuosamente
contro
il
suo
tentativo
.
"
Queste
due
concezioni
politiche
nettamente
antitetiche
ritroviamo
agguerrite
e
contrastanti
sotto
lo
stimolo
storico
della
guerra
mondiale
.
La
concezione
idealistica
è
per
l
'
intervento
ad
ogni
costo
:
essa
raggruppa
,
come
durante
il
Risorgimento
,
uomini
di
tendenze
politiche
diverse
,
i
quali
si
chiamano
tutti
interventisti
.
Sia
che
vengano
dal
sindacalismo
rivoluzionario
soreliano
,
impregnato
d
'
idealismo
e
oppositore
spietato
del
socialismo
materialista
e
parlamentare
,
sia
che
giungano
dal
nazionalismo
,
esasperato
di
passione
patriottica
,
o
dai
superstiti
mazziniani
o
dai
liberali
fedeli
alle
tradizioni
dell
'
antica
destra
,
tutti
sono
congiunti
dalla
volontà
imperiosa
di
portare
l
'
Italia
alla
guerra
.
Contro
di
essi
le
sinistre
dalle
varie
tinte
democratiche
o
socialistoidi
,
tutte
preoccupate
di
assicurarsi
vantaggi
materiali
schivando
ad
ogni
costo
la
guerra
.
Questa
situazione
storica
si
ripete
con
gli
stessi
gruppi
e
le
stesse
tendenze
del
'919
quando
,
"
l
'
Uomo
dalla
tempra
eroica
"
reagisce
al
disfacimento
dello
Stato
,
afferma
una
superiore
disciplina
ideale
,
e
lancia
il
richiamo
forte
che
in
breve
raduna
intorno
a
Lui
,
"
strumento
infallibile
adoprato
dalla
Provvidenza
per
creare
una
nuova
civiltà
,
"
la
parte
migliore
degli
italiani
,
i
combattenti
eroici
della
grande
guerra
,
i
nuclei
idealistici
che
,
avendo
rischiato
la
vita
nelle
trincee
per
la
gloria
d
'
Italia
,
non
esitarono
a
metterla
una
seconda
volta
a
repentaglio
per
la
salvezza
e
la
potenza
della
Nazione
.
Questo
,
in
succinto
,
l
'
anello
storico
e
ideologico
che
,
secondo
il
Gentile
,
pone
sullo
stesso
piano
spirituale
la
destra
storica
del
Risorgimento
,
l
'
interventismo
guerriero
ed
il
Fascismo
rinnovatore
.
Posti
questi
principi
,
il
Fascismo
,
quanto
meno
nella
sua
essenza
spirituale
,
è
già
chiarito
.
Le
squadre
d
'
azione
sono
la
forza
di
uno
stato
virtuale
che
tende
a
realizzarsi
,
avendo
già
i
suoi
presupposti
teorici
,
impliciti
nella
sua
stessa
origine
.
Come
si
completano
nell
'
azione
,
come
si
concretano
nello
stato
nuovo
ch
'
essi
hanno
creato
?
Ecco
i
punti
che
riguardano
più
particolarmente
la
dottrina
fascista
.
La
quale
,
appunto
per
le
sue
origini
,
è
nettamente
idealistica
,
antimaterialistica
e
perciò
porta
in
primo
piano
tutti
,
senza
distinzione
,
i
valori
dello
spirito
:
dalla
religione
,
guida
dell
'
anima
;
alla
morale
che
rafforza
e
spinge
a
concezioni
eroiche
,
alla
cultura
che
pone
su
basi
nuove
,
pratiche
,
originali
.
Poiché
l
'
idealismo
cui
si
ispira
il
Fascismo
non
si
perde
in
vane
elucubrazioni
puramente
cerebrali
,
ma
è
presupposto
e
guida
all
'
azione
.
In
tale
senso
vanno
giustificate
e
lodate
le
critiche
acerbe
e
le
satire
spietate
dalla
maggior
parte
degli
scrittori
fascisti
rivolte
all
'
intellettualismo
inconcludente
,
fatto
di
preziosità
erudite
e
fine
a
se
stesso
.
Tale
"
intellettualismo
è
divorzio
del
pensiero
dall
'
azione
,
della
scienza
dalla
vita
,
del
cervello
dal
cuore
,
della
teoria
dalla
pratica
:
è
l
'
atteggiamento
del
retore
e
dello
scettico
,
"
che
il
Fascismo
spregia
e
combatte
.
L
'
idea
vale
in
quanto
precede
,
chiarisce
e
guida
l
'
azione
,
in
quanto
è
mito
operante
,
fede
che
sospinge
.
Da
cui
deriva
fondamentale
il
carattere
energetico
e
dinamico
della
dottrina
fascista
e
l
'
esaltazione
in
-
condizionata
dell
'
azione
tendente
a
concretizzare
l
'
idea
,
ad
aderire
alla
realtà
per
superarla
,
conquistarla
per
plasmarla
secondo
l
'
idea
.
Il
motto
mazziniano
"
pensiero
ed
azione
,
"
quali
termini
inscindibili
e
interdipendenti
,
è
divenuto
uno
dei
cardini
spirituali
del
Fascismo
:
il
ricorso
storico
vichiano
ha
qui
una
sua
chiara
riprova
.
Lo
Stato
Nazionale
Altro
punto
teorico
del
Fascismo
è
il
suo
carattere
totalitario
.
"
L
'
analisi
che
non
presupponga
sempre
l
'
unità
non
conduce
alla
chiarificazione
ma
alla
distruzione
delle
idee
che
hanno
storicamente
esercitato
una
grande
efficacia
.
Segno
che
gli
uomini
non
vanno
presi
a
fette
ma
come
unità
indivisibili
.
"
Carattere
totalitario
,
dunque
,
da
fissare
nella
definizione
della
dottrina
fascista
,
la
quale
non
concerne
soltanto
l
'
ordinamento
e
l
'
indirizzo
politico
della
nazione
,
ma
tutta
la
sua
volontà
,
il
suo
pensiero
e
il
suo
sentimento
.
Ma
il
fulcro
della
dottrina
risiede
nella
sua
concezione
dello
Stato
nazionale
.
Il
quale
ha
bensì
alcune
caratteristiche
comuni
con
lo
Stato
forte
della
destra
storica
,
quali
l
'
anti
-
individualismo
,
l
'
autoritarismo
,
la
prevalenza
del
potere
esecutivo
:
ma
non
si
limita
a
questo
armamentario
costituzionale
,
a
questo
semplice
rapporto
di
forza
tra
Stato
e
individuo
che
costituì
una
delle
ragioni
massime
del
rivolgimento
politico
del
1876
.
In
quanto
,
venuto
meno
il
compito
unitario
che
giustificava
l
'
azione
della
destra
,
il
suo
Stato
si
trovò
svuotato
di
contenuto
,
poiché
ad
esso
,
pura
formula
,
non
aderivano
più
le
forze
vive
del
paese
.
Lo
Stato
fascista
trae
la
sua
fonte
e
la
sua
forza
insieme
dalla
partecipazione
allo
Stato
stesso
di
tutti
i
cittadini
,
poiché
per
il
Fascismo
"
Stato
e
individui
si
immedesimano
,
o
meglio
sono
termini
inseparabili
d
'
una
sintesi
necessaria
.
"
Per
cui
lo
Stato
è
dentro
noi
stessi
,
matura
,
vive
e
deve
vivere
e
crescere
e
grandeggiare
ed
elevarsi
sempre
in
dignità
e
coscienza
di
sé
e
degli
alti
suoi
doveri
e
dei
grandi
fini
cui
è
chiamato
,
nella
nostra
volontà
,
nel
nostro
pensiero
,
nella
nostra
passione
.
Si
sviluppa
l
'
individuo
,
e
si
sviluppa
lo
Stato
;
si
consolida
il
carattere
del
singolo
e
dentro
di
esso
si
consolida
la
struttura
e
la
forza
e
l
'
efficienza
dello
Stato
.
Ciò
che
distingue
nettamente
lo
Stato
fascista
dallo
Stato
nazionalista
,
con
il
quale
ha
pur
così
numerosi
e
notevoli
punti
di
contatto
.
In
quanto
il
nazionalismo
fonda
lo
Stato
sul
concetto
di
Nazione
:
entità
che
trascende
la
volontà
e
la
personalità
dell
'
individuo
,
perché
concepita
come
obiettivamente
esistente
,
indipendentemente
dalla
coscienza
dei
singoli
,
per
puro
dato
e
fatto
della
natura
,
direi
quasi
geografico
.
Mentre
invece
lo
Stato
fascista
è
una
creazione
del
tutto
spirituale
,
esistente
solo
per
virtù
dei
singoli
,
che
lo
compongono
e
lo
potenziano
.
Per
cui
,
mentre
lo
Stato
nazionalista
è
aristocratico
,
lo
Stato
fascista
è
popolare
,
democratico
,
in
quanto
formato
dal
popolo
come
espressione
reale
di
moltitudine
ordinata
.
Tale
concezione
dello
Stato
supera
e
perfeziona
la
concezione
idealistica
hegheliana
,
in
quanto
lo
Stato
non
è
antitesi
e
neppure
negazione
dell
'
individuo
(
deviazione
marxista
)
,
ma
è
il
completamento
dell
'
individuo
stesso
in
quanto
essere
sociale
.
Più
che
un
rapporto
di
soggezione
,
esiste
un
rapporto
funzionale
,
organico
,
per
cui
determinate
funzioni
spettano
di
diritto
all
'
arbitrio
del
singolo
,
altre
spettano
al
singolo
come
facente
parte
della
comunità
ordinata
,
cioè
dello
Stato
.
Scindere
nell
'
individuo
la
qualità
di
cittadino
da
quella
di
uomo
è
assurdo
,
così
com
'
è
assurdo
scindere
lo
Stato
dagli
individui
che
lo
compongono
,
in
quanto
ambedue
formano
unità
perfette
indi
-
visibili
.
Il
punto
di
sutura
,
di
congiunzione
fra
Stato
e
individuo
il
Fascismo
non
lo
pone
,
come
il
regime
liberale
,
nell
'
elettoralismo
,
ma
bensì
nella
produzione
,
la
quale
,
si
noti
bene
,
è
pur
essa
in
funzione
della
potenza
della
Nazione
.
La
base
,
le
fondamenta
dello
Stato
fascista
sono
formate
dai
cittadini
produttori
,
inquadrati
nelle
rispettive
corporazioni
,
che
ormai
non
sono
più
contro
lo
Stato
,
in
quanto
formano
esse
stesse
lo
Stato
dal
quale
hanno
avuto
non
soltanto
la
rappresentanza
economica
,
ma
bensì
attraverso
la
Camera
corporativa
anche
la
rappresentanza
politica
.
Per
cui
lo
Stato
fascista
può
essere
chiamato
anche
Stato
dei
produttori
o
,
più
comunemente
,
Stato
corporativo
.
Punto
di
sutura
saldissimo
questo
,
che
impedisce
lo
svuotamento
dello
Stato
come
avvenne
nell
'
'876
,
non
solo
,
ma
che
dà
alle
gerarchie
possibilità
di
prim
'
ordine
per
far
penetrare
l
'
idea
nelle
officine
o
nei
campi
.
Sicché
la
volontà
,
la
fede
e
la
passione
del
Capo
possono
penetrare
con
notevole
rapidità
nelle
masse
dei
produttori
aprendo
per
l
'
avvenire
orizzonti
vastissimi
alla
Nazione
italiana
.
Questa
,
in
rapido
volo
,
la
sintesi
del
libro
di
Gentile
.
Libro
prezioso
quanto
mai
perché
profondo
nei
concetti
,
chiarissimo
e
facile
nella
forma
,
ristretto
al
massimo
nella
mole
;
tutto
pervaso
di
sincera
e
traboccante
fede
fascista
.
StampaQuotidiana ,
Il
Popolo
d
'
Italia
di
ieri
pubblicava
la
lettera
seguente
direttagli
dal
sen
.
Albertini
:
Signor
Direttore
,
il
Corriere
non
ha
,
sembra
,
reso
conto
dell
'
assemblea
del
Fascio
milanese
tenutasi
domenica
all
'
Eden
;
e
al
consigliere
comunale
fascista
che
,
denunziando
al
"
Fromboliere
"
del
Popolo
d
'
Italia
questo
fatto
,
ne
chiede
la
ragione
,
il
"
Fromboliere
"
la
deve
subito
questa
ragione
,
chiara
,
evidente
,
convincentissima
.
Cioè
il
Corriere
è
il
giornale
di
quel
senatore
Albertini
che
all
'
epoca
dell
'
occupazione
delle
fabbriche
saliva
le
scale
dell
'
on
.
Turati
per
spingere
i
socialisti
al
potere
.
Ergo
il
Corriere
non
può
fare
una
cronaca
obiettiva
.
Mi
permetta
d
'
intervenire
in
questa
discussione
tra
il
"
Fromboliere
"
ed
il
consigliere
comunale
per
"
fatto
personale
"
...
Il
"
Fromboliere
"
contesta
la
posizione
allora
assunta
dal
Corriere
e
di
cui
fa
fede
la
sua
raccolta
,
mettendo
il
mio
incontro
coll
'
on
.
Turati
in
relazione
con
un
articolo
"
d
'
ingrata
memoria
"
il
quale
suffragherebbe
l
'
interpretazione
,
diciamo
così
,
"
collaborazionista
"
di
quell
'
incontro
.
Ebbene
quell
'
articolo
fu
scritto
da
me
,
ed
io
-
guardi
un
po
'
il
diverso
punto
di
vista
-
penso
che
,
lungi
dall
'
essere
"
d
'
ingrata
memoria
,
"
costituisca
per
il
Corriere
e
per
me
un
titolo
d
'
onore
,
tanto
che
ne
ho
recentemente
ripubblicata
la
conclusione
.
Se
non
abuso
del
suo
spazio
,
vorrei
in
poche
parole
rammentarle
la
tesi
da
me
allora
svolta
.
Premesso
che
il
regime
nostro
stava
per
morire
perché
governava
non
la
classe
dirigente
responsabile
ma
il
partito
socialista
irresponsabile
,
e
che
il
governo
degli
irresponsabili
minacciava
di
farci
cadere
in
pieno
bolscevismo
,
invocavo
o
una
reazione
della
borghesia
o
il
passaggio
del
potere
agli
uomini
della
Confederazione
del
lavoro
.
"
O
siamo
capaci
-
scrivevo
-
di
tenere
il
potere
secondo
le
nostre
idee
,
secondo
le
nostre
convinzioni
,
o
vengano
avanti
gli
uomini
nuovi
ad
assumersi
la
responsabilità
di
governare
senza
ragguagliare
il
prezzo
del
pane
al
costo
,
senza
imporre
ai
pubblici
funzionari
la
più
elementare
disciplina
,
senza
tassare
il
vino
,
senza
mettere
un
freno
a
tanta
licenza
dilagante
in
tutte
le
classi
,
senza
combattere
il
veleno
che
si
insinua
in
ogni
vena
dell
'
organismo
nazionale
.
Fuori
voi
ad
operare
il
miracolo
di
spremere
danaro
dalla
ricchezza
nazionale
uccidendola
,
negando
il
valore
dei
più
forti
elementi
,
dei
più
efficaci
sostegni
della
civiltà
.
"
Come
si
può
gabellare
questo
pensiero
di
disperazione
,
suggerito
dalla
gravità
degli
eventi
,
come
un
'
intesa
spirituale
coll
'
azione
socialista
?
Certo
,
se
si
doveva
andare
avanti
così
era
da
preferire
che
l
'
on
.
Turati
,
l
'
on
.
D
'
Aragona
e
i
loro
amici
assumessero
la
responsabilità
del
potere
;
altrimenti
"
lo
sbocco
fatale
di
un
regime
che
non
funziona
più
,
che
si
corrompe
in
tutti
i
suoi
organi
,
che
si
sgretola
per
impotenza
"
sarebbe
stato
il
comunismo
.
Ma
sopra
ogni
altra
mi
sorrideva
la
speranza
di
una
profonda
reazione
della
borghesia
,
di
quella
reazione
che
fortunatamente
si
è
avverata
e
di
cui
l
'
on
.
Mussolini
è
stato
l
'
organizzatore
.
Se
oggi
di
quella
sana
reazione
non
approvo
tutti
gli
atteggiamenti
e
tutte
le
provvidenze
,
se
non
mi
rassegno
supinamente
,
incondizionatamente
ai
suoi
sviluppi
futuri
,
se
rimango
un
liberale
autentico
,
se
quindi
conservo
libertà
di
pensiero
o
rivendico
quella
di
parola
,
non
per
questo
merito
che
il
mio
pensiero
sia
denigrato
.
Merito
invece
di
esser
considerato
,
come
effettivamente
mi
considero
e
sono
,
uno
dei
più
efficaci
collaboratori
di
questo
Governo
,
almeno
se
per
collaborazione
s
'
intende
così
l
'
approvazione
sincera
come
il
concorso
diretto
a
evitare
che
si
commettano
errori
.
Ringrazio
dell
'
ospitalità
,
e
mi
rassegno
,
di
Lei
dev
.
StampaQuotidiana ,
Sono
andato
a
trovare
Benedetto
Croce
e
l
'
ho
distolto
,
per
un
istante
,
dalla
serenità
dei
suoi
studi
,
con
la
mia
importuna
curiosità
giornalistica
.
Gli
ho
dimandato
:
-
Avete
letto
nei
giornali
le
rinnovate
discussioni
sul
liberalismo
e
sul
fascismo
,
sulla
ragion
d
'
essere
dell
'
uno
e
dell
'
altro
e
sui
loro
possibili
rapporti
?
Non
vi
pare
che
la
disputa
sia
proceduta
con
molta
confusione
?
Voi
;
che
ve
ne
state
in
disparte
,
intento
agli
studi
,
dovreste
,
con
la
solita
vostra
lucidezza
di
concetti
,
schiarire
i
termini
in
disputa
e
,
insomma
,
dirci
il
vostro
avviso
.
-
Caro
Dell
'
Erba
,
ci
conosciamo
da
tanti
anni
che
non
vi
dispiacerete
se
io
vi
dico
che
la
vostra
domanda
non
tanto
mi
lusinga
per
la
sua
cortese
intenzione
quanto
mi
ferisce
in
una
mia
idea
prediletta
.
Io
ho
sempre
dichiarato
ridicola
la
figura
del
filosofo
che
,
o
spontaneo
o
invitato
,
si
fa
,
in
nome
della
filosofia
e
della
scienza
,
a
pronunziare
sentenze
su
questioni
politiche
.
Ridicola
,
e
anche
un
po
'
odiosa
,
perché
ci
è
della
prepotenza
in
quel
salto
dall
'
una
all
'
altra
competenza
,
dalla
sfera
del
pensiero
e
della
critica
all
'
altra
della
pratica
e
dell
'
azione
.
Su
questioni
politiche
e
di
azione
,
vi
risponderà
in
modo
certo
più
interessante
chi
si
sente
Achille
in
seno
,
che
non
io
che
,
tutto
al
più
,
ho
Aristotile
in
seno
.
-
Ma
ciò
che
vi
domando
riguarda
appunto
una
questione
,
diciamo
così
filosofica
,
ossia
la
più
esatta
definizione
del
liberalismo
e
del
suo
ufficio
proprio
,
della
virtù
o
del
difetto
dello
Stato
liberale
.
-
È
,
permettetemi
,
una
falsa
questione
filosofica
;
per
chi
guardi
con
occhio
di
filosofo
e
di
storico
,
tutti
gli
Stati
sono
sempre
un
unico
Stato
,
tutti
i
Governi
un
unico
Governo
:
quello
di
un
gruppo
che
domina
e
perciò
governa
la
maggioranza
;
e
tutti
,
finché
durano
,
adempiano
ad
una
utilità
,
anzi
alla
maggiore
utilità
possibile
nel
momento
dato
;
e
discernere
volta
per
volta
quale
questa
utilità
sia
stata
è
,
appunto
,
opera
dello
storico
.
Le
forme
politiche
sono
astrazioni
dei
teorici
,
e
per
questa
ragione
esse
riescono
indifferenti
così
allo
storico
che
non
guarda
mai
all
'
astratta
forma
,
ma
alla
sostanza
ossia
alla
forma
riempita
e
concreta
,
come
all
'
uomo
di
azione
che
lo
considera
pregiudizi
più
o
meno
rispettabili
.
Le
forme
degli
Stati
e
dei
Governi
vengono
dissipate
e
sostituite
non
da
una
critica
teorica
,
che
si
eserciti
su
di
loro
,
ma
dalla
presenza
e
dall
'
azione
di
altri
gruppi
che
rappresentano
o
fanno
sperare
una
maggiore
utilità
sociale
.
Se
volete
mettere
ciò
in
forma
negativa
,
ricordatevi
di
Matteo
Visconti
che
,
scacciato
da
Milano
,
se
ne
stava
tranquillo
a
pescare
sul
lago
di
Garda
e
,
a
un
milanese
che
gli
domandava
quando
avrebbe
ripreso
il
dominio
di
Milano
,
rispose
serenamente
:
"
Quando
la
somma
delle
bestialità
di
coloro
che
ora
governano
avrà
superato
quella
delle
bestialità
compiute
da
me
.
"
-
Sicché
?
-
Fate
voi
l
'
applicazione
ai
casi
presenti
,
e
lasciate
che
aggiunga
che
non
mi
sembra
tanto
facile
superare
presto
la
somma
delle
bestialità
commesse
,
in
Italia
,
nei
primi
anni
del
dopo
guerra
!
Nel
fatto
,
dunque
,
non
esiste
ora
una
questione
di
liberalismo
e
di
fascismo
,
ma
solo
una
questione
di
forze
politiche
.
Dove
sono
le
forze
che
possano
,
ora
,
fronteggiare
o
prendere
la
successione
del
Governo
presente
?
Io
non
le
vedo
.
Noto
invece
grande
paura
di
un
eventuale
ritorno
all
'
anarchia
del
1922
.
Per
un
tale
effetto
nessuno
che
abbia
senno
augura
un
cangiamento
.
-
Ma
voi
,
personalmente
,
accettate
o
no
l
'
idealità
liberale
?
-
Non
so
quanto
possa
importare
di
conoscere
quello
che
io
accetti
(
io
che
ho
Aristotile
e
non
Achille
in
seno
)
nelle
cose
della
politica
.
Ma
,
se
vi
fa
piacere
saperlo
,
vi
dirò
che
io
,
personalmente
,
sono
e
non
saprei
non
essere
liberale
.
Perché
?
Non
per
ragioni
filosofiche
o
teoriche
,
che
ho
già
escluse
dalla
considerazione
politica
;
ma
,
direi
,
allo
stesso
modo
che
mi
sento
napoletano
o
borghese
meridionale
.
Tutto
il
mio
essere
mentale
e
morale
è
venuto
fuori
dalla
tradizione
liberale
del
Risorgimento
.
E
come
può
non
sentirsi
liberale
,
chi
si
è
formato
nel
primo
cinquantennio
della
nuova
Italia
unitaria
e
liberale
,
e
ha
respirato
in
quell
'
aria
,
e
si
è
giovato
di
quelle
iniziative
,
di
quei
contrasti
,
di
quel
rapido
accrescimento
e
ammodernamento
della
vita
italiana
?
Sicché
io
,
rinunziando
a
difendere
il
liberalismo
(
come
qualsiasi
altra
tesi
politica
)
con
argomenti
teorici
,
tanto
più
lo
asserisco
come
una
mia
realtà
di
sentimento
e
di
volontà
.
Anzi
,
non
ho
bisogno
,
per
mio
conto
,
di
difenderlo
,
cioè
di
appoggiarlo
a
cattivi
ragionamenti
e
a
sofismi
.
E
auguro
di
cuore
che
i
liberali
italiani
,
ripigliando
coscienza
della
loro
migliore
tradizione
,
restaurino
il
partito
liberale
ridandogli
quell
'
elevato
carattere
etico
che
ebbe
sin
da
principio
;
e
in
questa
esigenza
etica
,
nella
devozione
alla
patria
,
trovino
il
modo
di
risanare
le
scissioni
,
che
non
solo
li
indeboliscono
,
ma
li
pervertono
.
-
Non
c
'
è
una
contraddizione
tra
questa
vostra
fede
liberale
e
l
'
accettazione
e
giustificazione
che
fate
del
fascismo
?
-
Nessuna
contraddizione
.
Se
i
liberali
non
hanno
avuto
la
forza
e
la
virtù
di
salvare
essi
l
'
Italia
dall
'
anarchia
in
cui
si
dibatteva
,
debbono
dolersi
di
se
medesimi
,
recitare
il
"
mea
culpa
,
"
e
intanto
accettare
e
riconoscere
il
bene
da
qualunque
parte
sia
sorto
,
e
prepararsi
per
l
'
avvenire
.
Questo
,
il
loro
dovere
.
Non
credo
che
essi
abbiano
l
'
altro
dovere
di
diventare
"
fascisti
,
"
cioè
di
vestire
la
personalità
di
uomini
che
hanno
altro
temperamento
,
hanno
percorso
diversa
esperienza
ed
appartengono
in
gran
numero
alla
generazione
più
giovane
.
Sarebbero
cattivi
fascisti
,
perché
fascisti
in
cattiva
coscienza
;
laddove
possono
essere
buoni
liberali
e
rendere
utili
servigi
all
'
Italia
nel
presente
e
nell
'
avvenire
.