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> anno_i:[1910 TO 1940}
DOPO IL MASSACRO ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Ancora una volta , il piombo dei carabinieri del re ha rigato di sangue fraterno una piazza d ' Italia . Il delitto è stato compiuto così freddamente che non è fuori luogo supporre che il brigante monturato , ordinatore della scarica assassina , l ' abbia premeditato . Ma nessuna meraviglia in noi . Semmai , meraviglia per la meraviglia degli altri . Meraviglia ad esempio per quella del signor Borelli che si domanda " per quale tenebrosa follia il comandante di un ' Arma cara agli onesti per le sue tradizioni e la sua dirittura abbia potuto ordinare un così vasto eccidio . " Il signor Borelli ha torto . Egli forse dimentica che l ' assassinio collettivo è una delle benemerenze storiche della ... " benemerita " ... Vedremo cosa farà il governo . Per noi il capitano brigante dovrebbe finire al muro . Ma non ne faranno di nulla . Forse lo proporranno per una ricompensa . Ne siamo quasi sicuri . Quello che è certo , si è che la faccenda non può e non deve finire così . Intanto il massacro dei " benemeriti " di Sarzana , e le gesta susseguenti dei cosiddetti " arditi del popolo , " hanno troncato ogni e qualsiasi possibilità di quella pacificazione che l ' Eccellenza filo pussista desidera e cerca con lusinghe e con minacce . Intanto , il Fascio fiorentino ha fatto molto bene a richiamare telegraficamente i propri delegati . Nelle giornate di passione , mentre i fascisti cadono a decine sotto il piombo dei carabinieri della monarchia sabauda e dei delinquenti leninisti , non si tratta con gli assassini . Mentre scriviamo , l ' incendio divampa più che mai ; e non sappiamo quando potremo vederne la fine . Quello che avevamo previsto è avvenuto . Oggi siamo veramente " contro tutti . " Non importa . I fascisti rimangono senza iattanze e senza paure serrati nei loro battaglioni d ' assalto . Siamo ritornati come ai primi tempi , ai tempi eroici del fascismo . Non importa ! Compagni fascisti , in piedi ! I fascisti cadono fulminati dal piombo dei comunisti e dei " benemeriti " della monarchia . Ancora una volta : Non importa ! Salutiamo le vittime con un grido di battaglia che sia anche promessa d ' immancabile vendetta : Per i caduti di Sarzana uccisi dal piombo regio e dal ferro comunista : eja , eja , eja , alalà ! Fascisti , a noi ! Viva l ' Italia e per l ' Italia viva il Fascismo !
DONNE, STUDIO ED ALTRE COSE ( LAZZARI ANTONIO , 1929 )
StampaPeriodica ,
Mi perdonino , le rappresentanti del gentil sesso , se dirò cose che a loro dispiacciano ; ma non si può rimanere muti , poiché , purtroppo , non si può porre riparo al male , nei confronti di un problema , di nessuna entità in apparenza , ma che è di una non trascurabile gravità , che si è andato creando specialmente dopo la guerra . Intendo dire della invasione , già avvenuta in parte , e che sempre più si accentua , dell ' elemento femminile in quelli che prima erano i campi riservati esclusivamente all ' attività maschile . Non sta a me discutere , poiché me ne manca la competenza , se sia giusto che la donna sia occupata nelle officine , nelle fabbriche , nei laboratori , se la donna possa assolvere il compito affidatole nei suddetti campi di attività con tutta quella cura spesso richiesta e dando sicuro affidamento ; se la donna , in una parola , abbia la capacità fisica e mentale di fare quanto e come l ' uomo fa . Solo voglio fare alcune brevi osservazioni intorno alla invasione femminile nel campo dell ' attività intellettuale ed ai danni materiali e morali che ineluttabilmente ne derivano e per l ' uomo e per la donna . E qui mi sia concessa una breve parentesi . Non che noi uomini ci si spaventi di tale invasione e si tema la concorrenza che può venirci da parte delle donne , perché , inevitabilmente , nella vita automaticamente avviene la selezione e per diverse ragioni . Prima di tutto la donna non è né fisicamente né moralmente preparata alla lotta e quindi si trova in condizione di inferiorità rispetto all ' uomo . Inoltre essa , pur potendo essere più che sufficientemente preparata intellettualmente , non ispira quella fiducia necessaria per essere preposta ad occupazioni che non siano quelle per le quali la donna è stata creata . La donna infatti riscuoterà la maggiore delle fiducie nel campo proprio della educazione del bambino , ma non può dare affidamento per la preparazione , oltre che culturale , specialmente spirituale del giovane che compie per esempio i suoi studi medi né può ispirare eccessiva fiducia se posta in un laboratorio scientifico o in una farmacia o in uno studio legale o se esercita la professione del medico . Troppo essa è influenzata dalle emozioni , dalle gioie e dai dolori che la vita le riserba perché serenamente possa assolvere l ' incarico affidatole . E chiudiamo la parentesi . Da una rapida scorsa fatta negli Annuari della nostra Università mi è risultato che mentre nell ' anno accademico 1925-26 il numero delle signorine regolarmente iscritte alle diverse facoltà si aggirava intorno a 100 , nell ' anno accademico 1927-28 è salito a ben 168 per raggiungere quasi 200 nell ' anno in corso . Ora questo spaventoso crescendo è sicuro indizio del dilagante desiderio , da parte della donna , di crearsi una posizione indipendente quasi che solo nel raggiungimento di questo ideale consista il bene della vita senza pensare che proprio la stessa donna è quella che da tale raggiungimento ritrae il massimo svantaggio . Attualmente siamo giunti ad un punto in cui la signorina che intravede appena l ' avvicinarsi del sospirato passaggio all ' esame di maturità classica o scientifica anziché pensare essere tale titolo di studio più che sufficiente per potere degnamente stare sia pure in un posto preminente della nostra società , sogna di poter continuare gli studi per conquistarsi un posto di indipendenza nella vita . Ché mentre prima l ' intimo legame materiale e morale esistente fra uomo e donna nella famiglia ( il quale anziché costituire menomazione della personalità femminile era anzi uno degli elementi più sostanziali della unità familiare ed una delle più pure fonti di gioia per la donna ) era quasi ricercato dalla donna stessa che in tal legame vedeva la futura tranquillità della propria esistenza , ora noi vediamo che spesso tale legame oggi si rifugge o , quando ciò non avvenga , si cerca di rendere meno saldo che si possa il vincolo anche creandosi una propria personalità economica che possa fare accampare diritti di maggiore libertà e di vita quasi del tutto indipendente . Così è che da donna cerca di conquistarsi un posto nel mondo . A volte il tentativo riesce ; spessissimo invece la donna viene travolta dalla concorrenza maschile ed allora il guaio è peggiore perché essa risulta mancata e come donna intesa nel significato più bello della parola e come donna moderna . Quando poi il tentativo riesce la donna , indubbiamente , ne ritrae dei buoni frutti . Non è senza valore , infatti , l ' ammirazione , per es . , che spesso desta per il suo sapere , ammirazione che sembra valga più di quella che prima poteva destare dedicandosi alle umili mansioni di donna fatta per la casa ; è molto piacevole , infatti , per una donna sentirsi padrona di sé , padrona di soddisfare i propri bisogni e di appagare i propri desideri senza dover rendere alcun conto e senza dover chiedere danaro a nessuno ; è molto bello , infatti , per la donna che abbia studiato sentirsi libera in tutti gli atti della propria esistenza e senza preoccupazioni . Tutti questi vantaggi non sono trascurabili difatti , ed assumerebbero un valore ancora più grande se insieme , dal nuovo indirizzo nel quale la donna cerca sempre più avviarsi , non scaturissero degli svantaggi di valore indubbiamente maggiore . Infatti la donna che studia per conquistarsi un posto nella vita deve pure subire delle interminabili sequele di esami ; la donna che ami la vita libera e indipendente deve però rinunziare alla propria casa ed alle gioie che ne derivano ; la donna che voglia flirtare liberamente come a persona senza legami si addice deve rinunziare all ' amore vero , all ' amore che procura le gioie più belle . Oltre a questi svantaggi di indole generale , morali e sentimentali , ve ne sono degli altri di importanza individuale per la donna stessa e perfino sociale . Fra gli svantaggi individuali va considerato anzitutto l ' impaccio che l ' indipendenza e la carriera creano al matrimonio . Per la donna che brami conquistarsi un posto nel mondo il matrimonio non rappresenta più il coronamento della missione santa alla quale è destinata ; per una tale donna il matrimonio non può essere fatto di altruismo e di passione , di amore e di riconoscenza . Spesso , per una tale donna , il matrimonio rappresenta solo un legame civile , senza però che sia santificato dalla maternità ; spesso il matrimonio rappresenta solo una vita a due nella quale ognuno conservi la propria libertà , una vita per la quale non deve essere fatto alcun sacrificio e nella quale l ' amore rappresenta solo un bene supplementare del quale può anche farsi a meno . È quindi evidente che in tal modo l ' unione non risulta ben salda né procura soddisfazioni e felicità . Inoltre la vita indipendente e la carriera verso le quali la donna sempre più si incammina costituiscono un serio impaccio alla famiglia , quando la donna non si sia decisa , come spesso avviene , a non costituirsene una propria . Perché , indubbiamente , una donna che eserciti una certa professione è certamente inferiore , almeno in seno alla famiglia , ad un ' altra che si dedichi esclusivamente a questa . Infatti o , costituendosi una famiglia , la donna abbandona le altre sue occupazioni dedicandosi soltanto alle faccende domestiche ed allora si sentirà quasi umiliata della sua modesta per quanto nobile mansione per la quale avrà dovuto rinunziare a tutti i piaceri dell ' altra vita e spesso alla notorietà ; o , costituendosi una famiglia la donna continua nello svolgimento della propria primitiva attività e allora la famiglia costituirà un impaccio per la carriera e questa farà sì che alla casa venga a mancare quel soffio vivificatore che la donna con le sue caratteristiche vi apporta . L ' allevare ed educare un figliolo , l ' infondere in lui il frutto della propria esperienza , l ' equilibrare la vita economica della famiglia , l ' essere l ' angelo tutelare della casa sono cose che la donna che abbia occupazioni di altro genere non può fare . È stato detto e si dice ancora che l ' avviarsi della donna in una carriera contribuisca alla risoluzione del problema economico della famiglia e ciò è errato , ché anzi costituisce un enorme sciupio di ricchezza . Difatti la donna che eserciti una professione o che comunque occupi un posto che l ' allontana dal focolare , guadagna , è vero , quanto , e forse più , la donna che si dedichi alla famiglia riesce a risparmiare con le sue meravigliose doti economiche che la natura ha saputo infonderle ; guadagna , è vero , di più , ma spende e sciupa pure enormemente a ragione dei mille nuovi bisogni e degli infiniti desideri che per la sua vita le sorgono . Da questo rapido esame dei vantaggi e degli svantaggi che a sé stessa , alla famiglia , alla società possono derivare dal nuovo sistema di vita verso il quale la donna si avvia mi sembra che si possa trarre questa conclusione . Esistono nella vita due specie di beni : gli uni sono quelli superficiali e momentanei , gli altri i beni profondi e duraturi . E poiché i beni superficiali e momentanei producono spesso mali profondi a me sembra che i beni che la donna può ricavare dalla sua tendenza ad una vita libera siano di quelli della prima specie . Tale vita concede sì molte soddisfazioni , concede sì molte fortune , migliora apparentemente le condizioni della donna , ma rende quasi inarrivabili i beni sui quali è basata la felicità , accresce la lotta , genera la confusione e spesso è fonte di dolori .
StampaPeriodica ,
Molti credono il fascismo nemico più acerrimo del proletariato . Oh , come sono in errore ! Il fascismo è l ' opposto di quello che certuni lo immaginano ; il fascismo è l ' espressione più nitida del benefattore del proletariato ; il fascismo vuole conciliare i bisogni del proletariato con gli interessi di coloro che gestiscono delle aziende . Il pus nostrano parla di borghesia e non distingue quella produttiva da quella parassitaria . La borghesia che dà del lavoro , che commercia il denaro senza lasciarlo depositato nelle banche , per noi è necessaria ed occorre tenersela da conto . Il comunismo vuole che le aziende tutte divengano una grande cooperativa affidata alle cure dei sacerdoti rossi . Ciò verrebbe ad eguagliarsi alle grandi cooperative dello stato che sono tutte passive , come le ferrovie , le poste , i telefoni ecc ...
LA DONNA E LO STUDIO ( BERRETTINI MARIA CAMILLA , 1929 )
StampaPeriodica ,
Sia permesso una volta tanto anche a una donna di toccare questo problema che la riguarda così da vicino , e di dire la sua nel merito di una questione tutt ' altro che semplice e dibattuta , ormai , da più d ' un decennio . Non si pensi , per altro , che si voglia polemizzare e ribattere ciò che non da un uomo ma da molti uomini è stato detto e sostenuto con argomenti che la più sottile delle donne non potrebbe che trovare in teoria giustissimi . Solo si cerca di porre la questione sotto un punto di vista diverso da quello dal quale generalmente si considera , e di dimostrare che non uno spirito di gretta presunzione o di falso e malinteso orgoglio spingono la donna a crearsi un posto nel mondo , bensì la concreta realtà della vita e le mutate condizioni dl esistenza , verificatesi in ispecie nel dopoguerra . Tuttavia anche noi non bisogna dimenticare una importante premessa , e dobbiamo soggiungere che non è detto studiando di riuscire ad arrivare . Giungeranno alla mèta soltanto coloro che avranno preparazione spirituale , e mentalità consona agli scopi che si sono prefissi : le altre , naturalmente , dovranno rassegnarsi a rinunziare ai loro ideali e a cedere il passo a chi abbia maggiori e più spiccate attitudini . E , per entrare nel vivo della questione sia permesso obiettare che se la donna è , sotto certi aspetti , fisicamente inferiore all ' uomo è dotata , in compenso di tale resistenza , di così vivo amor proprio e di tanto encomiabile spirito di sacrificio , da potere assai bene supplire alle manchevolezze che ha sortito dalla Natura . Né si deve credere che sia in condizioni morali tali da non poter resistere alla lotta cui si prepara . Se così , infatti , potrà essere per colei che cresciuta esclusivamente fra le pareti domestiche e abituata a vivere solo nell ' atmosfera dei salotti , non potrà crearsi che una mentalità del tutto disadatta per affrontare le battaglie della vita non altrettanto potrà dirsi per la donna che fin dall ' infanzia sarà stata avviata a studi che le plasmino la mente e lo spirito in maniera affatto diversa da quella della sopra considerata categoria . Senza contare che il diuturno contatto spirituale che la donna è costretta ad avere con l ' altro sesso , forma e sviluppa idee , concezioni e sentimenti che la distaccano e la distanziano sensibilmente da coloro che si sono tenute lontane dagli studi e dalla vita intellettuale . Per questo non si dovrà credere , però , che la donna , cosiddetta moderna , voglia perdere la propria femminilità e cercare di uccidere in sé la parte più bella e più nobile del proprio essere , studiando di stilizzare e cuore e mente in una forma quanto più possibil mascolina , che non sarebbe né dignitosa né intelligente : essa vuole soltanto migliorarsi . Conservare , cioè , quanto la Natura le ha dato di dolcezza , di bontà e di sensibilità , e disfarsi di quella frivolezza e di quella graziosa superficialità di cui , non di rado , è fornita , e della quale , purtroppo , assai spesso si compiace . Bisogna convenire ohimè che la cosa non è facile e che , magari , nessuna di noi donne intellettuali sarà riuscita a congiungere sapientemente queste doti : tuttavia l ' intendimento è proprio questo , e sempre è stato detto che anche le buone intenzioni hanno un qualche valore ... Ma veniamo al secondo e più importante punto della questione . Si dice : perché la donna si affanna a procurarsi una indipendenza economica sforzandosi di far concorrenza all ' uomo ed ostentando , quasi , di trascurare la santa missione per la quale fu creata ? Perché invade le scuole , uffici , studi , laboratori , invece di dedicarsi alla cura della famiglia ed alla educazione dei propri figli ? Perché ? ... Ma un tempo e relativamente anche in un recente passato , la questione non sorgeva neppure e proprio per il fatto che altre e ben diverse erano le condizioni di vita . Prima , le donne non sognavano davvero il titolo accademico e la susseguente cattedra o qualsiasi altra sistemazione che le rendesse indipendenti , ma gli uomini , invece , anelavano , quasi quando ancora erano studenti di liceo , di potersi fare la loro famiglia , di avere una casa propria , con una moglie saggia e buona che fosse veramente l ' angelo tutelare del proprio tetto ; e non appena si trovavano in possesso anche di una modesta posizione , realizzavano il loro sogno e davano corpo alle ombre rosate delle giovanili fantasie . Oggi , forse , è ancora così ? Non è il caso di stabilire percentuali che comunque sarebbero cervellotiche e destituite di ogni fondamento . Certo si deve serenamente riconoscere che pochi molto pochi fra i giovani della nostra epoca , hanno ancora di queste idee ... patriarcali , e che tutti o quasi pensano e si augurano lontano il giorno in cui avranno un focolare loro , una moglie cui dedicarsi e dei figli da guidare attraverso le vie della vita . E se pure oggi qualcuno esiste che non sia completamente alieno dall ' idea del matrimonio , sarà ben difficile trovare quello che spontaneamente voglia assoggettarsi ad una vita modesta , fatta di sacrifici e di rinunzie quotidiane , e sarà quindi naturale che sposando si cerchi di farlo nelle condizioni più vantaggiose possibili . Forse per questo noi , povere donne , diciamo che i signori uomini sono interessati e che sacrificano qualsiasi idealità pur di trascorrere l ' esistenza nel migliore e più piacevole dei modi ? Nemmeno per sogno : anche noi constatiamo ogni giorno la metamorfosi che si opera nel generale modus vivendi , anche noi vediamo e valutiamo le molte condizioni che si oppongono al formarsi delle giovani famiglie le quali non abbiano solida base economica , e troviamo , quindi , che gli uomini fanno molto bene a provvedere ai loro interessi come meglio credono . Però ... lascino almeno che noi pure provvediamo nel più decoroso dei modi , a crearci un avvenire che non conosca incertezze , una indipendenza economica ed una sicurezza morale e intellettuale che ci permettano di affrontare la vita , e sopra tutto non dicano che l ' avviarsi di una donna in una carriera , non risolva , in gran parte , il problema economico di una famiglia . Nessuno potrà negare che ai dì di oggi sarà assai utile se la madre potrà contribuire , anche materialmente , al sostentamento dei figli , e in buona fede non si troverà alcuno che sostenga che possa esistere colei che spende più di quanto guadagna . Intendo dire in tesi generale , ché le eccezioni si sa esistono sempre , e non fanno che confermare la regola . Perché poi a considerare il problema sotto questo punto di vista bisognerebbe chiedere cosa succederà nel caso ( non infrequente , del resto ) in cui una donna , pur non essendo in alcun modo distolta dalle occupazioni casalinghe , e pur dedicandosi apparentemente per intero alla famiglia , non sappia per naturale trascuratezza o per insipienza curare l ' economia domestica . Date tutte queste considerazioni c ' è da domandarsi perché gli uomini non vedano di buon occhio ed anzi ostacolino per quanto sta in loro l ' ascensione intellettuale del sesso gentile , ascensione dalla quale non ritraggono nessun personale svantaggio , dato in ispecie che mostrano di non preoccuparsi , neppure incidentalmente , della concorrenza femminile . Credo , così , di poter dare per dimostrato il quesito , aggiungendo che la donna sottoponendosi volontariamente agli oneri gravosissimi che dei seri studi comportano dimostra di avere sufficiente buon senso e di arrendersi nel più sereno dei modi alle contingenze dell ' epoca sua . Né è il caso di ripetere a noi la frase che si è costretti ad adoperare per coloro che si fingono tardi e per i puntigliosi in genere : « moenibus surdis , campana muta » , perché proprio non siamo noi quelle che non vogliono capire le ragioni che , in tanti e bei modi , ci sono state esposte a più riprese . Del resto poi tenuto conto delle suesposte , attuali condizioni di vita gli uomini sarebbero proprio maggiormente contenti e più profondamente soddisfatti quando si vedessero contornati da uno stuolo di sartine e di modiste ? Disoccupate , per giunta , perché nessuno , certo , troverebbe da collocare tanta produzione di abiti e di cappelli . Oltre a tutte queste considerazioni , però , bisognerebbe farne altre , e purtroppo , adesso , di carattere polemico , che si affacciano spontanee dopo aver preso visione di altri articoli comparsi su diversi giornali intellettuali . La donna , questa volta , dimostrerà , almeno , di non avere il famigerato cervellino ( la lieve differenza di peso che distingue il suo da quello dell ' uomo , non è tale davvero da decidere della sua inferiorità , perché è risaputo che la funzione anatomica può benissimo non rispondere a quella fisiologica ) e farà grazia a colui che l ' ha definita « di limitatissimo spirito » e ritenuta « inutile , anzi dannoso elemento » per le nostre Università . Sarebbe invece assai più soddisfacente rispondere a chi sotto la speciosa apparenza di difenderci continua graziosamente a svolgere la tesi che ci è contraria , tentando di sbaragliarci col sorriso sulle labbra . Ma ormai già molto abbiamo parlato e ci limiteremo a toccare due o tre punti soltanto , di capitale importanza , non senza prima fare osservare che ringraziamo moltissimo chi non ci sbarra ogni strada e , se ci chiude le porte di tutte le professioni , lascia per noi il libero ingresso ad « alcune » delle arti . La « fiche de consolation » , non c ' è che dire , è garbata , ma poi siamo costrette a non accettarla , pur essendo gratissime per tanto delicato pensiero . Non vorrò anch ' io citare qualche nome di donna che ha preso un posto nella storia , e che ha dimostrato essere il nostro sesso a qualche cosa di più adatto che non ad « alcune delle arti » , perché si potrebbe rispondere che si tratta di eccezioni . Se mai , è preferibile convincere che la generalità delle donne pur non presumendo troppo può , se non altro , equipararsi intellettualmente alla massa degli uomini cui non sottrae niente e non toglie il minimo privilegio . Altrimenti si sarebbe costretti ad ammettere a fortiori che anche la concorrenza femminile è temibile , il che senz ' altro ogni grande e piccolo uomo ha sempre scartato . Del resto poi , non a noi bisogna far risalire la colpa del preoccupante fenomeno della disoccupazione intellettuale , che da qualche anno si verifica , ma , nel caso , all ' eccessiva larghezza con la quale nel periodo bellico e post - bellico sono state concesse lauree e sopratutto licenze delle scuole medie a coloro che , non avendo alcuna preparazione ( ed erano molti , purtroppo ! ) hanno dovuto , fatalmente , soccombere alla selezione naturale , verificatasi adesso col mutato e più serio indirizzo che l ' Italia del Fascismo per fortuna ha dato agli studi . C ' è dunque tanto da stupirsi , e più ancora da tirar la croce addosso , se una donna preparata ed intelligente andrà avanti ad un uomo fornito anch ' esso di diploma o di laurea ma non altrettanto di cultura e di buona volontà ? Una volta ancora , dunque , bisogna ammettere che dei mali ( se mali ci sono ) che causa la donna , è responsabile l ' uomo , perché se egli non avesse cambiato idee , neppur la donna le avrebbe cambiate , e , se sapesse ovunque e per vero e proprio merito imporsi , terrebbe naturalmente lontano l ' elemento femminile . Il quale , avendo molto più raziocinio di quanto possa , a prima vista , sembrare , chinerebbe senz ' altro il capo di fronte ad una indiscutibile superiorità , come lo ha chinato , in genere , in quei campi in cui l ' uomo ha dimostrato di sapere unico eccellere .
StampaPeriodica ,
Si sviluppa adunque in Germania un mito della razza o meglio una mistica razzista , se quel mistica l ' assumiamo nel significato che in genere si dà alla concezione nietzschiana del superuomo : cioè di una mistica umana , posto che in fondo quell ' uomo superiore non è che un ' ombra di vita trascendentale che si imprigiona dentro la terra , un simbolo che rispecchia un superamento di limiti umani nel cerchio della più pura umanità . Mistica della razza , ma un misticismo che non è precisamente lo stato d ' animo e lo slancio creatore bergsoniano , sebbene qualcosa di più positivo e dottrinale , una teoria in fondo , una filosofia che non ha asceti ed apostoli , ma sì assertori e propagatori , da Fichte a Rosenberg e Oswald Spengler . Sarebbe come una religione statica di slanci mistici veri e propri , ma dinamica di ritorni , di potenza e di azione : una forma primitiva , una potenza fabulatrice che anima la folla col mito del sangue e della nascita . Reazione contro il soprannaturale e l ' estramondano ? Mi sovviene la filosofia di Bruno , col Dio vivente che succede al Dio astratto e solitario e che è dentro di noi e s ' illumina col nostro fuoco , ch ' è quello della nostra volontà . Lutero , anima rinata , torna con lo Stato mandatario di Dio , che ha in sé la verità assoluta , che è poi la verità divina che incendia il cammino del popolo . La posizione nei confronti del Bruno s ' è spostata , anzi quel fuoco s ' è collettivizzato in un fuoco di molti , s ' è ampliato e dal cerchio dell ' uomo ha irraggiato fino ai limiti della razza senza toccare però i limiti dell ' umanità mazziniana . Per Lutero , il suo Dio s ' è confuso agli Dei Thor e Odino e la divinità trascendente s ' è fatta bravura eroica . Si torna alle origini , allo spirito della nascita della tragedia . Un nuovo e potente soffio di romanticismo ch ' esalta la vita soltanto come flusso eroico . Vorrei dire ch ' è tornato il culto di Dionisio . Certo una soggettività introspettiva sta per scalfire il volto del Galileo per intonare il canto delle origini . La religione , scriveva Nietzsche , non può librarsi nell ' isolamento astratto della sua enunciazione formale , ma deve acquistare un significato concreto in relazione a un movimento integrale , organico di vitalità ; in cui religione ha il senso di attualità di una fede viva e sincera . È quanto Burckhardt scriveva per la Cultura come coscienza imperiale dell ' elemento vitale di una razza , e Rosenberg riaffermava più tardi nel suo mito del XX secolo . Qui s ' ha la persuasione che nel sangue si difenda l ' essenza divina dell ' uomo ; e questo sarebbe il « cristianesimo positivo » . Cristianesimo , dico io , cristianesimo : pagàno eroico , biologico . È l ' umanità che diventa divinità . Si rovescia la concezione evoluzionista : il mito si estende dal piano della storia a quello della biologia , dal piano della antropologia a quello della filosofia . E qui torna Campanella : il progresso è la restaurazione del buon tempo antico . Per orientarsi nel mare della civiltà moderna s ' alza la bandiera del sangue , si pone a poppa la forza della tradizione barbara . Reazione all ' umanitarismo e allo storicismo del sol dell ' avvenire ? Vien fuori Langbehn , Virth , torna Bachofen e si ricostruiscono i miti primordiali . Dacqué capovolge la teoria darwiniana : la scimmia deriva dall ' uomo per via degenerativa e involutiva . Corrente antidemocratica , antievoluzionistica , aristocratica , vivificatrice . Si dà un colpo all ' illuminismo e all ' enciclopedia , al culto della raison , alla teoria dell ' ottimismo , alla fede del progresso . Si torna alla storia : il razzismo mitico scuote la civiltà europea che la Rivoluzione aveva reso statica e monocorde . Perché in fondo il razzismo è elemento altissimo di dinamicità , rompe l ' equilibrio umanitaristico , ha un carattere dialettico , costituisce un vitale fermento d ' azione . Intendiamoci , non il razzismo assolutamente biologico , ma quello insieme storico e sopratutto culturale . Perché il primo sarebbe il ritorno dell ' orda primordiale , mentre il secondo alita potenti soffi di imperialismo ideale . Adunque non soltanto realismo biologico ma anche misticismo storico , eroico . Sostituzione del mito razionale democratico egualitario col mito ideale razzista , sostituzione del concetto di vita idillico - utopista con quello volontaristico - eroico . È la storia non più caduta , giudizio , ma lievito religioso che feconda ogni azione della razza , in cui sempre l ' atto è dell ' uomo , l ' ispirazione forse di Dio . È l ' hegeliana moralità dello Stato nella sfera del celeste : è la religione come materia storica , territoriale , culturale , umana . Si parla infatti di politica religiosa , cioè di una azione diretta alla potenza dello Stato . Le fedi religiose , scrive Rosenberg , non sono scopo a sé , ma mezzi contingenti al servizio del senso nazionale della vita e dei valori germanici di carattere . La religione cioè dal campo dei valori assoluti , che sono negativi , deve farsi positiva , pratica , attuale . Atteggiamento cosmico del volto di Dio , alla maniera di Rilke ? L ' espressionismo tedesco movendo alla scoperta dell ' uomo , tentò di racchiudere nell ' energie vitali di esso quelle cosmiche dell ' universo . Sorse un mito cosmico naturalistico ( Dublin ) : l ' universo naturale si dissolve nell ' uomo espressionista . Al vagheggiamento delle età primitive s ' unisce nel campo pratico la critica della società contemporanea . Succede il realismo , il nuovo realismo , l ' idealrealismo . Si potenzia il valore dell ' uomo in quanto agisce e opera nel mondo della realtà : si celebra la forza della volontà ( Diesel ) . Alla tendenza antitrascendentale espressionista si innesta una tendenza politico - nazionale , razzista : si concretizza Dio in una presenza corporea , ma l ' uomo concreto è inserito nella collettività razziale . Le nuovissime tendenze della letteratura tedesca s ' orientano verso l ' esaltazione dell ' azione , dell ' eroico e insieme della socialità e dello Stato . Si potenzia il mito della razza , l ' uomo è condotto a vivere tra i suoi simili di sangue e di nascita : la fede religiosa , evasa dal nomadismo cristiano , opera per l ' esaltazione d ' una umanità circoscritta . È il movimento tedesco di fede di Haller , dei coniugi Ludendorf , di Wieneke , di Hauer , Bergmann , Rosenberg : ritorno agli antichi miti germanici , identità tra nazismo e cristianesimo ; di più : il razzismo può sostituire un cristianesimo esaurito . Ma si dirà : e il concordato tra Reich e Santa Sede , le parole in materia religiosa contenute nel recente discorso di Hitler ? Io so che un giorno i repubblicani nazisti , come già i cittadini delle repubbliche toscane , si ridussero a far parlamento nel tempio .
LA GERMANIA E LA CIVILTÀ EUROPEA ( BINNI WALTER , 1934 )
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In questi ultimi mesi , dopo gli avvenimenti di Germania che hanno tolto molte illusioni sulla vera natura dell ' Hitlerismo e del nuovo risorgimento tedesco , si è formata in parecchi un ' opinione che va energicamente respinta . Si dice che la Germania è fuori dello sviluppo della civiltà europea , che si può , senza perder nulla di essenziale , astrarre dalla sua funzione spirituale . E , per mostrare la sua qualità di estremismo sconclusionato , di orgoglio barbarico , si tende a trovare una coerenza evolutiva perfetta tra il Germanesimo della Riforma e del Romanticismo , e il Germanesimo del Nazionalsocialismo , per finir poi con l ' auspicare ( il che può essere anche legittimo ) una civiltà totalmente latina . Queste opinioni , che non sarebbero in sé troppo considerevoli , ci offrono lo spunto a tratteggiare sinteticamente , nei momenti principali , lo sviluppo della Germania in seno alla civiltà europea , a mostrarne i contributi essenziali , ineliminabili , che si incentrano in un originale carattere di estremismo rivoluzionario distinguente appunto , nella storia passata , la funzione dello spirito tedesco nella formazione del mondo europeo . Vogliamo dire che la Germania ha portato alla civiltà europea un elemento di approfondita interiorità , un impulso a calare l ' ideale nel reale interamente : ha rappresentato quasi l ' avvertimento religioso contro ogni accasciarsi della spiritualità europea . Se si potesse antistoricamente , assurdamente astrarre dalla Germania , si perderebbe un duplice interiorizzamento di capitale importanza nella storia dello spirito . La storia europea si apre con un dualismo perfin troppo sfruttato dagli storiografi : Germanesimo e Romanesimo , che , fuori delle qualificazioni nazionali , si potrebbe ridurre a dualismo di barbarie giovane , feconda e di nobile saggezza , di forza e legge ecc . In realtà fu questo il vero atto di nascita alla storia della civiltà per lo spirito germanico , al quale il Romanesimo fu essenziale come cultura , dopo la cui assimilazione , la personalità non più ingenua comincia davvero a riconoscer se stessa . Perciò non ci fermiamo ad insistere su questo primo contatto della Germania col mondo latino , che è alla base e non ancora nel seno , della civiltà europea . La riforma era stata annunciata anche in Italia da spunti magnifici di neoplatonismo idealistico di grande profondità filosofica ( Valla , Ficino , Pico ) e , d ' altra parte , un grande tedesco direttamente vicino alla mentalità dei riformatori , il Cusano , si era formato sulla cultura e nell ' ambiente italiano . E furono poi il Socino e gli altri riformatori italiani a battere sul concetto essenziale della tolleranza . Ma insomma la potente scossa alle coscienze sonnecchianti e sorridenti fu data dalla riforma di Lutero , per opera di Lutero e dei decisi riformatori tedeschi avvenne la nuova nascita dell ' anima religiosa nel suo senso di completa fiducia in un Dio che agisce , sostiene , conduce dal di dentro le opere umane . Da una parte tornava la persuasione che solo l ' eterno ha valore , che l ' uomo deve annullarsi in Dio ( un approfondimento dei rapporti tra Dio e uomo , della completa dedizione del particolare all ' universale che è squisitamente religiosa e che si ritrova in seguito nello sfortunato movimento giansenista ) , dall ' altra invece si affermava la libertà dell ' uomo a pensare da sé , a staccarsi dalla mano materna della chiesa , a celebrare la propria spirituale originalità . Era insomma un riprendere contatto con il divino , fuori dei sillogismi e fuori dell ' elargizione ecclesiastica , dovuto a un estremismo , a un semplicismo distruttore il cui valore dialettico non può sfuggire a chi abbia un chiaro concetto dello spirito . L ' influenza diretta della Riforma sul mondo latino specialmente in Francia , è innegabile : è stato perfino notato che proprio la Riforma ha costretto violentemente la Chiesa cattolica a mettere bene in chiaro le sue carte e a definire per sempre il complesso delle sue leggi culturali , dei suoi dogmi , delle sue pretese di monopolio di salvezza . Ha rotto insomma la civiltà cattolica ed obbligato il cattolicismo ad entrare come una semplice forza nel giuoco più ampio della civiltà moderna . Ma a noi preme sopratutto in queste note far vedere la funzione dialettica della Germania come necessaria in una civiltà che va considerata come un risultato , una corposa sintesi di forze originali , native e perciò tra di loro contrastanti . Più confuso e complicato per gli stretti legami che ormai intercedevano fra le varie nazioni europee , si presenta il contributo dell ' elemento tedesco con il Romanticismo . Bisogna anzitutto notare che , per quante colorazioni diverse abbia potuto prendere in alcuni suoi rappresentanti , il romanticismo genuino è decisamente idealistico e trova il suo centro vitale nei teorici del trascendentale e dell ' assoluto . La collaborazione di poeti e filosofi nel primo romanticismo alla formazione di una nuova mentalità filosofica è così intensa e comune , che non si sa bene ancora se l ' autore del « Das älteste System - programm des Deutschen Idealismus » sia stato Schelling , Hegel o Hölderlin : il romanticismo era idealista e l ' idealismo essenzialmente romantico . Quello che abbia dato Kant al mondo dello spirito lo sa anche chi possiede una conoscenza minima del pensiero moderno : come sia da considerarsi uno stretto attraverso cui è dovuta passare tutta la precedente elaborazione concettuale della filosofia europea , come abbia fondato il nuovo Regnum Dei del disinteresse e della dignità umana extrateleologica ; come sia nata da lui una chiarezza cristallina al più assoluto dominio della coscienza , come per opera sua sia caduto , per non più tornare , il trascendente e tutto ciò che ne consegue . Rispetto al vero romanticismo fu soprattutto la base granitica , la salvaguardia contro le facilonerie e le intuizioni torbide . Il suo richiamo di eroe della morale alla universalità della coscienza legiferante è l ' inizio di un nuovo impeto religioso , di una nuova ribellione contro il formalismo del pietismo , il mondanizzamento della riforma e il materialismo illuministico troppo sorridente e sicuro di sé . I successori di Kant approfittarono della rottura del vecchio mondo per una nuova nascita dell ' uomo nella consapevolezza del proprio potere creativo . Il romanticismo più genuino è veramente uno « Streben » , un tendere generoso a nuovi valori spirituali . C ' è in tutti i romantici uno sforzo a chiudere l ' universale , l ' assoluto in ogni atto di vita , a realizzare il paradiso sulla terra , che era ignoto alla mentalità precedente , ed è proprio nell ' ambito del romanticismo tedesco che l ' aspirazione all ' universale e la sua giustificazione filosofica raggiungono un massimo che nessuna altra epoca ha toccato . Ci ricordiamo sì , fuori d ' Europa , delle profondità indiane , ma direi che restino per lo più in un cerchio pacato di moralismo e di saggezza senza quel senso della conquista che caratterizza il lato positivo del romanticismo . La vecchia metafisica , scartata e derisa più che abbattuta dall ' illuminismo , trovò davvero la sua fine nel criticismo kantiano , ma la nascita della nuova metafisica , della nuova teologia , sia pure troppo spesso trionfale e rapsodica , la dobbiamo all ' idealismo assoluto dei romantici . Essi ci diedero un Dio propagginato nella storia dello spirito perché ne rifiorisse ad ogni momento di espressione , e ci fossero resi impossibili i titanismi atei e negatori di un divino che si suppone diverso , lontano da noi . Quello che ci abbia dato il Romanticismo in ogni campo spirituale è tanto che ce ne sentiamo ancora , anche negandolo , eredi ; ma basterà qui notare l ' importanza del romanticismo per il fiorire dei principi nazionalistici nella loro massima purezza . La prima nazione europea che abbia coscientemente propugnato il principio nazionalistico con quella speciale giustificazione ideale di funzionalità delle nazioni al progresso dell ' umanità , è stata appunto la Germania di Fichte . Dopo il romanticismo , il mondo europeo prese coscienza del genio germanico e applaudì alle ceneri della gran fiamma romantica . Allora cominciò l ' oppressione del tedeschismo sul mondo occidentale , l ' ammirazione degli ingenui per le industrie del Reno e per le manifestazioni militariste del popolo tedesco . In realtà allora la Germania tradiva se stessa e il suo compito nella civiltà europea . Non si insisterà troppo sulla passività del materialismo in Germania : si perde la misura dello spirito e ci si volge all ' esterno , al « kolossal » , al quantitativo , si proclama : « Die Kunst hat die Tendenz wieder die Nator zu sein » , si prende il superuomo di Nietzsche per un volgare conquistador e si fonda la possibilità del kaiserismo . Spiritualmente Sedan fu l ' inizio della decadenza della Germania , della morte alla sua funzione , e il Sedanlächeln di cui parlava acutamente Giorgio Polverini nell ' « Italia letteraria » del 29 settembre , è il pietoso indice di un popolo che ha perduto il senso del divino per divinizzare la materia e la grandezza in estensione . Tutto ciò che è venuto dopo , è malato di intimo kaiserismo e di americanismo impesantito , incupito . La grandezza materiale parve stravolgere in un senso imbastardito , esteriore , i motivi più genuini del romanticismo : perciò si parlò di Kant che aguzza le baionette prussiane e si sentì indigesto per naturale reazione ogni prodotto dello spirito tedesco . Neppure la sconfitta della grande guerra , da cui « La Voce » nel '14 s ' aspettava mirabilia ( « Perché torni uomo bisogna che le tocchi . ... Una sconfitta tedesca farà prima di tutto del bene ai tedeschi stessi » ) cambiò l ' indirizzo della Germania e la fece ripiegare sulla sua tradizione migliore . Subito dopo la guerra era proprio l ' orgoglio della grandezza imperialistica che spezzava nelle mani di Liebknecht e della Luxemburg i loro sogni comunistici . Ora la Germania di Hitler non ha fatto altro che riacutizzare questa deviazione dal meglio della tradizione tedesca , con un ' audacia che non mancò neppure alla Germania di Guglielmo II . Noi rispettiamo moltissimo chi , in buona fede , prende una strada e la prosegue fino in fondo a costo di cascare in un burrone , e crediamo che questo sia un carattere rilevantissimo , così indiscriminato , dello spirito tedesco , ma qui è proprio il caso di fare giudizi qualitativi , di contenuto spirituale . Allora si vede che l ' Hitlerismo ha un valore di esperienza , sconta in certo senso i nostri possibili peccati , ma non contiene nulla di paragonabile a ciò che trovammo nella Germania pre - Sedan . L ' Hitlerismo , da una parte nega antistoricamente l ' essenza del Cristianesimo , congiungendo il proprio ideale eroico , ariano alla Germania barbara preromana ( ed è questa la vena più assurda ed ingenua del movimento ) , dall ' altra non vuole perdere dei momenti ( non dei valori ) della storia tedesca per lo spunto di glorificazione razzista che presentano : ci si riattacca così alla riforma luterana . Ciò ha fatto pensare a molti che non si tratti di una coincidenza , ma proprio di una vicinanza nucleare di Lutero e Hitler . L ' equivoco su questa parentela è patente : si presta fede al discendente che vanta il titolo nobiliare e non si guarda a ciò che sostiene le due personalità , le due affermazioni . In Lutero c ' era sì , ad esempio la tendenza ad una chiesa nazionale e cioè ad una svalutazione dell ' unica mastodontica chiesa gerarchica , per sfruttare ai fini religiosi la concordia di un popolo di uguale mentalità , ma non ad una chiesa di razza , in cui neppure il battesimo ha il potere di annullare le disparità naturali , non ad una chiesa che vive funzionalmente alla politica e perciò stesso nega la propria qualità religiosa . Cosa c ' entra la riforma di Lutero , sostenuta da tanto impeto spirituale , con la riforma del Keichbischof Müller che scristianizza il protestantesimo senza dargli nulla di nuovo ? Così come , se Fichte favorì il principio nazionalistico e per la nazione morì nella guerra di indipendenza contro Napoleone , il valore di quel nazionalismo , non era proprio la negazione di ogni nazionalismo , non era dominio di razza ? In quel momento lo spirito era con quel nazionalismo di alta coscienza morale , ora lo spirito è contro il razzismo barbarico della nuova Germania . Potrà sembrare assurda una assoluzione totale della Germania passata ( sentita come un elemento importantissimo , essenziale alla civiltà europea ) e una condanna pure totale della Germania moderna , e sembrerà troppo netta la separazione tra le due Germanie . Si dirà che il modo con cui si afferma l ' Hitlerismo è anch ' esso prettamente tedesco , estremista , vibrato , non patteggiatore . Infatti è questo l ' unico motivo per cui sinceramente rispettiamo lo sforzo del Tertium Imperium cui si può riconoscere una non ipocrita coscienza di missione divina , un certo senso teologale ( come accenna Delio Cantimori , recensendo , nel « Giornale critico della filosofia » del giugno , l ' antinazista Barth ) . Ma questa volta bisogna domandarsi : Cui bono ? A quale fine ? Ché un tuffo nella barbarie non è certo il migliore contributo che si possa portare alla civiltà europea . Nella Riforma e nel Romanticismo , la deduzione spirituale era esattissima , la fecondità di svolgimento patente , ma nel Nazismo le cose che più ci impressionano , oltre il coraggio che abbiamo già lodato , sono le corna barbariche del dio Wotan e la repugnante croce uncinata . Ad ogni modo c ' era nel nostro articolo un ' intenzione di esasperare i motivi estremi , di mettere in luce i caratteri fondamentali . E contentissimi se qualcuno ci mostrerà gli scarsi meriti della Riforma e del Romanticismo , ci farà vedere nel movimento nazista quelle idee e quel significato spirituale notevole per l ' Europa che noi non ci abbiamo saputo vedere .
IL FASCISMO IN INGHILTERRA ( PINTO NICOLA , 1935 )
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Chi tenga presente la storia politica della Gran Bretagna , negli sviluppi ch ' essa ha assunto nei secoli , e come da re Giovanni senzaterra all ' Imperatrice Vittoria , la vita politica inglese presenti una mirabile unità d ' intenti e insieme una salda realizzazione di quelli , chi pensi allo sviluppo costituzionale della monarchia britannica , realizzata per intuito di pensatori e fede rivoluzionaria di cittadini , chi pensi infine a quella teoria tanto caramente inglese dell ' evoluzione storica , ch ' è in fondo una forma di storicismo hegeliano , può dubitare un istante che l ' Inghilterra possa diventar fascista . Non già perché il Fascismo sia la negazione della costituzione , né perch ' esso sia una forma di involuzione storica , ma perché appunto in questi termini esso si presenta a molti cittadini dell ' Impero . Questa mistificazione del Fascismo è dovuta , in primo luogo , all ' interpretazione opportunistica dei Conservatori , che ne rilevano soltanto il lato autoritario , secondariamente all ' interpretazione dei Liberali e dei Socialisti che sono d ' accordo nel considerarlo un movimento reazionario , finalmente alla stampa commerciale , che , lungi dal tentare un ' esposizione di principi o una sintesi di risultati , offre ai suoi « business - men » il fatterello di cronaca fascista , che n ' è la manifestazione più volgarmente contingente . Se questi sono dei dati di fatto , essi tuttavia non si possono generalizzare , né ci possono dare una visione panoramica dell ' attuale stato d ' animo inglese . Forse in nessun campo più che in quello politico , sono precisamente le eccezioni quelle che vanno considerate : giacché lo sviluppo spirituale che possono dei singoli raggiungere in breve volgere d ' anni , non si può richiedere sia raggiunto da tutto un popolo : ma sono poi proprio quei singoli , quegli spiriti più felicemente dotati , che sanno guardare oltre le contingenze del momento , quelli che sono destinati ad accelerare il processo storico . Se l ' evoluzione non è solo una teoria inglese , ma risponde com ' è infatti all ' orientamento spirituale di questo popolo , non può mancare un ' evoluzione della vecchia Bretagna in senso fascista . Solo che , per quella sintesi diuturna che l ' Inglese attua tra passato e presente è inutile rilevare che più che sintesi latina è sovrapposizione sassone , di cui è espressione una stranissima soprastruttura di stratificazioni giuridiche , il Fascismo inglese non potrà , a mio parere , assumere l ' aspetto di una rivoluzione , ma si realizzerà , come dicono i suoi capi , costituzionalmente . Se è assurdo pensare che un movimento storico , possa rompere i ponti col passato , per il fatto stesso che è storico il processo può essere sintesi non negazione , o , se mai , negazione in quanto superamento , è ovvio però che dove in Italia il Fascismo ha creato un nuovo tipo di Stato , che non è né costituzionale puro , né parlamentare , né monarchico - presidenziale , ma è semplicemente fascista , il Fascismo inglese costituzionalmente realizzato potrà dare all ' Inghilterra una fisionomia fascista , ma , almeno per molto tempo , non ne farà uno Stato fascista . Peraltro questa forma di processo storico è immanente alla coscienza inglese : Hobbes , che fu il più grande teorico dell ' assolutismo è insieme il primo assertore del Liberalismo , e Locke non si comprende senza Hobbes ; l ' Inghilterra dal « nullus homo liber capietur vel imprisonetur » ad oggi , ha raggiunto in progresso di tempo una serie di libertà , che , tutte insieme , formano la costituzione inglese ; ma , accanto ad essa , i contadini pagano ancora le decime alla Chiesa , il Lord Major di Londra si insedia in Westminster con coreografia operettistica , e il deputato alla Camera deve tenere la tuba in testa quando siede o rivolge domande , e in mano quando lascia il posto o prende la parola . Ora , con tutto questo , non si può dire che l ' Inghilterra sia meno liberale della Francia , la quale , dopo tutti gli articoli dell ' Abbé Grégoire , faceva la Costituzione del '91 e il Trattato di Campoformio . La differenza sta in questo , che la Francia volle essere liberale con una Dichiarazione , l ' Inghilterra con delle leggi che costarono del sangue e furono scritte in sette secoli . Non è sentimento partigiano quello che mi ha fatto chiamare spiriti più felicemente dotati coloro che s ' orientano oggi in Inghilterra verso il Fascismo , giacché che il Fascismo necessiti insieme senso storico e tensione ideale , è ormai riconoscimento unanime . Ora l ' Inghilterra di fronte a questi uomini nuovi , che agitano le idee fasciste , presenta la contraddizione di aderirvi più in spirito di quanto non faccia in pratica . Ma se crediamo che la volontà crei la storia , e gli stati d ' animo le condizioni perché un ' idea si realizzi , queste adesioni inglesi al pensiero fascista acquistano al nostro sguardo nuovo valore . Non v ' ha dubbio che gli Inglesi non si sentano oggi scossi dagli avvenimenti , ch ' essi avvertono di subire : il governo Labourista '31-'32 , il crollo del Gold - Standard , l ' industrializzazione dei paesi importatori dall ' Inghilterra , la saturazione mondiale , lo scarso spirito nazionale della finanza inglese , la disoccupazione , il fallimento della conferenza per il disarmo , pongono i responsabili delle sorti del paese di fronte alla loro coscienza . L ' esame dell ' attuale situazione fa ironizzare sul sistema elettorale , e sul concetto di libertà , ma c ' è nell ' ironia un ' ansia di nuovo . Gli Inglesi avvertono ormai l ' insufficienza dei vecchi sistemi politici , avvertono la necessità di riprendere il passo col continente . La « splendid isolation » appare ormai una forma superata , prodotto insieme di necessità interne e di orgoglio nazionale . E poiché personalità morale , criticismo storico , sentimento nazionale respingono le concezioni socialiste e il ricordo degli scioperi del '26 ridesta ai loro occhi visioni tragiche ; poiché poi non sfugge loro che il Nazional - socialismo è una forma aberrante di Fascismo , essi naturalmente si orientano a quel movimento universale , che ancora una volta viene da Roma . Se falso orgoglio induce molti a disprezzare i movimenti continentali , se interessi formidabili di società e di uomini induce alla difesa di posizioni prese , se titolari di antiche nobiltà vantano i doveri della « noblesse oblige » , se senilismo naturale o politico non si decide a sonare le trombe di Gerico , c ' è pure però un ' organizzazione serrata di volontà chiare , che sa quel che vuole , e lavora tenacemente , in silenzio . Non la sola , ma la più importante organizzazione fascista in Inghilterra è la « British Union of Fascists » fondata il 1° Ottobre 1932 da Sir Oswald Mosley , che dal Conservatorismo all ' Indipendenza , attraverso il Laburismo , è giunto al Fascismo , per quel travaglio spirituale ch ' è comune agli uomini assetati di verità . I fascisti inglesi sono giovani , e sanno perciò guardare con occhi puri alla vita , con animo ansioso all ' avvenire . Essi sono accusati di agire violentemente : ma sono quelli stessi che , seppure non ancora organizzati , sventarono lo sciopero rosso del 1926; sono accusati di tendere alla Dittatura . L ' Inghilterra teme la Dittatura , che non è nella sua tradizione se non nella parentesi storica di Cromwell : ma la nuova valutazione che il secolo XX dà degli istituti dittatoriali , l ' abiura di tanti pontefici del credo liberale alla libertà individualistica , non possono non disorientare la mentalità inglese . Pure il Fascismo inglese non è dittatoriale : esso vuole soltanto portare nuova vita nella politica stantia , vuole soltanto modernizzare la macchina parlamentare : chiede costituzionalmente il potere al popolo inglese , raggiuntolo rafforzerà il potere esecutivo , pur mantenendo il parlamento che però assumerà forme più tecniche che politiche , o , se vogliamo , per la sintesi di politica e di tecnica , più veramente politiche . Come pittorescamente si esprime Sir Oswald Mosley , allora l ' uomo voterà come dottore od ingegnere , da donna come impiegata o come madre . Essi voteranno nei limiti delle loro attività , su soggetti che comprendono , per gente che conoscono . Le « Black - Shirts » propugnano la fine della lotta di classe , perché il Fascismo è una fede , ed anche un credo di significato religioso . Proibite le serrate e gli scioperi , gli interessi dei prestatori d ' opera e dei datori di lavoro saranno conciliati in nuova armonia industriale . Mentre le « Trades - Union » si orientano già verso la Corporazione , pur senza confessarlo , anzi blaterando di socializzazione della proprietà sugli schemi Marxisti , le Camicie nere auspicano chiaramente lo Stato Corporativo . Vedono in esso insieme la soluzione dei problemi economici , e di quelli più profondi di cui è vittima la nostra generazione . Solo lo Stato corporativo attraverso la completa razionalizzazione dei sistemi di produzione può garantire un aumento del livello di vita , e di conseguenza un potenziamento del potere d ' acquisto . Solo il Corporativismo può risolvere il problema cruciale della disoccupazione , in una prima fase attraverso la costruzione di opere pubbliche , in una seconda per progressivo riassorbimento della mano d ' opera . Solo il Corporativismo può dare al mondo una nuova civiltà ! La trasmutazione di tutti i valori in senso fascista , la sostituzione dell ' ideale pubblico all ' egoismo privato , del patriottismo alle lotte di parte , dell ' unità di intenti per la rigenerazione della Nazione all ' odierno caos , l ' abolizione delle barriere di classe , la valorizzazione di tutte le energie spirituali e fisiche della vecchia e gloriosa Inghilterra , questi i compiti del partito fascista . Se la camicia nera può urtare la suscettibilità della coscienza inglese , essa è sempre il simbolo esteriore della più grande forza morale del mondo che mira alla creazione di una nuova formi di civiltà ; essa esprime sempre l ' uguaglianza fattiva degli uomini davanti al lavoro , essa rappresenta un esercito . Quando le braccia non bastano a difendere i militi dagli attacchi dei rossi , armati di lame « gillette » di rasoi , di patate irte di spilli , di cocci di vetro , allora le donne fasciste imparano l ' yu - jitsu , e gli uomini usano gli automobili protetti da griglie . Chi ripensi alla nostra vigilia , ai prodigi del « 18 B . L . » , non può non guardare con simpatia e commozione il ripetersi di gesta altrettanto eroiche , dove la fede vince il numero e l ' « Old Bill » , la macchinetta fascista , esce salva dalle mischie coi rossi . Se il Fascismo è puro prodotto Italiano , se i suoi capi si considerano gregari di Mussolini , tra stupite rimostranze di pseudo - patrioti , la parola salace del Visconte Rothermore li pone di fronte alla realtà della Storia : « Se i loro antenati egli scrive fossero stati ugualmente stupidi , la Britannia non avrebbe né banche , né leggi , né football , giacché tutte queste sono invenzioni italiane ! I socialisti che disprezzano i principi e l ' uniforme fascista delle « Black - Shirts » perché sono d ' origine straniera , dimenticano che il fondatore ed il pontefice del loro stesso credo fu il tedesco ebreo Carlo Marx » . Posta dunque la necessità di aggiornare il sistema politico inglese , solo i fascisti comprendono la necessità di usare nuovi metodi e nuovi uomini . L ' ostilità all ' idea fascista del 1931 è sostituita oggi o da disprezzo , o da incomprensione o da entusiasmo . Chi la disprezza , la teme , e perciò sarà coinvolto nel processo storico : trasformare l ' incomprensione in entusiasmo , scaldare la classica apatia inglese , è questa la funzione delle « Black - Shirts » . Le adesioni di personalità politiche e letterarie da Winston Churchill a Lloyd George , da Lansbury a Bernard Shaw , da H . E . Crocker a Copeland , da Cole a Cripps , da Francis L . Seymour a W . Crocker , da J . Garland ad Albert Lynden , da Tom Maylor a S.E. G . Priestley , da G . Beli ad Harry C . Trengrove , da John Squire a Mary Allen ; il crescente entusiasmo delle adunate di Manchester e di Birmingham al Bingley Hall ; il ritmo accelerato del reclutamento , fanno pensare che le elezioni del '36 possano essere la prima grande tappa verso una vera fascistizzazione della Gran Bretagna . Concludendo , se d ' Inghilterra sarà più lenta nel processo evolutivo di quanto non sia stato qualche altro paese , pure bisogna riconoscerle tutte le possibilità di esaurire sino in fondo la dialettica fascista , di realizzare integralmente il pensiero corporativo .
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V ' è un problema posto dalla conquista etiopica , che è fondamentale tra quelli che si presentano alla vita italiana , quale quindici anni di Regime e i recenti avvenimenti sono venuti determinando : quello dato dalla necessità di « sistemare » il fatto nuovo , l ' Impero , nella vita e nella coscienza degli Italiani di tutti gli Italiani . Oggi l ' Impero , come realtà materiale e ideale , è ancora lontano ed estraneo alla grande maggioranza di essi una cosa che ancora non è entrata nel circolo vivo e reale delle loro esistenze . Il che è naturale , non avendo esso che un anno di vita : e mai come oggi , checché se ne sia pensato e scritto prima , è apparso chiaro che a formare la « coscienza imperiale » è necessario anzitutto , l ' Impero . Tuttavia , pur lasciando al naturale corso delle cose la parte che gli spetta , non sembra del tutto inutile anche la meditazione e l ' indagine teorica del problema . Porselo fin da principio con chiarezza è la condizione migliore per impegnarvisi coscientemente nella pratica , con lucida fermezza di propositi e di fede . E , giacché siamo giovani , ci piace porlo qui rispetto a noi stessi , per la parte che ci contempla . La posizione delle nuove generazioni di fronte all ' Impero si riassume in poche semplici parole : L ' Impero , « mèta verso la quale furono sollecitate durante quattordici anni le prorompenti energie delle giovani generazioni italiane » , deve essere ora il campo naturale , la materia della loro affermazione . Perché esso è sopratutto avvenire , e l ' avvenire per finora ineluttabili ragioni fisiologiche è cosa che riguarda i giovani più direttamente di ogni altro . Tale priorità implica doveri e diritti , va intesa come privilegio e come compito . In linea generale , crediamo di poter affermare che nessuno più delle generazioni dei giovani merita quello ed è idoneo a questo : perché di nessuno la sensibilità è più naturalmente vicina e idonea al gran « fatto nuovo » a comprenderlo e sentirlo in tutta la sua interezza , sopratutto in tutta la sua attualità , cioè concreta , necessaria « presenza » in ogni campo e riflesso della vita ideale e fisica del popolo italiano . Più che per ogni altra parte del popolo è quindi necessario per noi giovani realizzare alcune idee fondamentali . 1 ) La guerra etiopica ha chiuso un periodo di storia italiana e ne ha aperto uno tutto nuovo , diverso , con il quale viene a finire per sempre il nostro modo di essere ( per dir così ) puramente nazionale , per iniziarsene quello veramente , costituzionalmente « mondiale » . Chiameremmo ciò avere il senso della novità dell ' Impero . Novità significa che qualcosa di profondamente mutato c ' è ora nella nostra realtà di Nazione e di individui , anche se ciò non apparisca facilmente agli occhi di tutti i superficiali , esterni ed interni : mutamento che informa di sé ogni fatto , rapporto , problema connesso all ' esistenza di questi o di quella e lo fa esistere sotto una luce , gli dà una rilevanza diversa da prima . Da cui la necessità che vi corrisponda da parte nostra un atteggiamento , una considerazione diversa in un costante sforzo di adeguamento di tutto ciò che ci riguarda alla nuova realtà . 2 ) L ' Impero non è solo presente , ma è , come dicevamo , sopratutto avvenire . Ciò significa che esso comincia il 9 maggio XIV , non si realizza ed è compreso tutto in tale data , nella sua incarnazione odierna . Avere questo senso dell ' Impero nel tempo considerandone la realizzazione attuale come un inizio e un impegno non come qualcosa di già definitivamente determinato , conchiuso è un ' altra delle condizioni necessarie per porne nella giusta luce tutti i problemi , e quindi uno dei punti su cui il convincimento e l ' azione dei giovani deve poggiare ben fermo . Questo è necessario affermare verso tutti coloro , e non mancano neppure tra i giovani , che con facile ironia tendono a svalutare , in sé o negli altri , in buona o in cattiva fede , l ' importanza intrinseca di ciò che abbiamo conquistato laggiù e la sua capacità ad essere promosso alla dignità di Impero riapparso sui colli di Roma . Posizione superficiale ed erronea , dannosa a un ' esatta comprensione delle cose , che i fatti si incaricheranno di smentire , contraria com ' è alla dinamica storica dell ' epoca che andiamo vivendo . Ma anche prescindendo da ciò , sappiamo bene che l ' Impero come realizzazione compiuta , storica , è ancor lontano da noi . Ma è stupido atteggiarsi a derisori e scontenti della realtà odierna , quando è chiaro che a raggiungere quella maturità ideale e materiale non basta certo un anno e nemmeno un decennio , ma occorre l ' opera intelligente e continuata di molte generazioni . Piuttosto , da ciò nasce soltanto un dovere : quello di sentire l ' Impero nel nostro spirito come una cosa da costruire , una mèta da raggiungere di cui spettano a noi il compito e la responsabilità . 3 ) L ' Impero , infine , non è tutto e solo in Africa , non si circoscrive in quel pezzo di terra chiamato Etiopia . Spiritualmente e materialmente esso è sì gran fatto da avere relazioni e ripercussioni che vanno assai oltre , che hanno influenza rispetto a tutti gli Italiani ovunque essi si trovino : prospettando per essi del tutto nuove evenienze , impegnandoli tutti in modo che prima non era . Il suo fronte è quindi ovunque , si difende e si potenzia , o si danneggia , ovunque in Italia , in Africa , in Europa , in ogni altro continente . Di fronte agli utili che esso può arrecare stanno quindi per tutti noi dei doveri , delle responsabilità nuove da mantenere : verso noi stessi , tra noi , verso lo straniero . È l ' esigenza che il Duce per primo , come sempre , ha sentito e indicato ( « portare sul piano dell ' Impero tutta la vita nazionale » ) , e che è essenziale non sbandierare sui giornali e nei discorsi , ma assolvere concretamente , ognuno nell ' intimo delle proprie , piccole o grandi , responsabilità quotidiane . E anche questa è una delle cose da tenersi bene presenti , facendone sostanza del nostro modo di pensare e d ' agire . Su queste premesse non peregrine ( ma l ' importante non è fare delle scoperte , bensì dicevamo riconoscere praticamente nel proprio io quelle verità su cui tutti sono d ' accordo pubblicamente e in teoria ) deve basarsi ogni nostra volontà di essere e di fare nel clima imperiale , nella realtà italiana degli anni avvenire , in cui la nostra vita si troverà a svolgere le sue energie . L ' Impero sarà quindi naturalmente il nostro campo d ' affermazione e dovrà esserlo su due fronti : quello Africano della valorizzazione politico - economico - sociale dei territori conquistati , e quello italiano e mondiale dell ' elevazione a nuovo livello di tutta la nostra dignità di Nazione in politica , in economia , nella cultura . Bisogna che sopratutto dei giovani siano mandati in Africa , e sopratutto essi sentano il richiamo di andar là a costruire per sé e per la patria , dal nulla , una vita . In nessun altro luogo e modo potranno avere questa gioia orgogliosa della creazione ex - novo , dell ' essere agenti e partecipi di un ' affermazione di civiltà in ciò che essa ha di più fondamentale , grandioso , evidente . Gioia sana e ineguagliabile del lavoro plasticamente creatore , per noi e per quelli che verranno da noi , per oggi e per un domani che la nostra fede intravede grande che vale da sola a giustificare una vita . E d ' altra parte nessuno meglio di elementi giovani dà sicuro affidamento di continuità e di durata : siano contadini , operai , commercianti , artigiani , professionisti , dirigenti o funzionari di governo essi hanno tutti nei confronti dei più anziani maggiore indipendenza di affetti e interessi , meno abitudini , meno attaccamenti rispetto alla vita dei loro paesi e città , e più facilmente , legati dal loro lavoro alla vita che essi stessi costruiscono , creeranno là i loro affetti , le loro abitudini , il loro ambiente e costituiranno la base di quelle generazioni di coloni stabilmente residenti e interessati alla colonia , che dovranno essere la caratteristica e la forza del nostro Impero . Ma , dicevamo , l ' Impero non è tutto e solo in Africa : ci sono dei compiti , delle responsabilità derivanti da esso , che hanno valore per tutta la vita nazionale e per tutti gli Italiani . E su questo , che è forse il lato più delicato , perché più sfuggevole e complesso del problema , sarebbe necessario un lungo discorso , dato che enorme è la sua entità e abbraccia tutti i rami , tutti i campi della vita della Nazione , tutte le possibilità dei suoi individui . È in sostanza un processo di adeguamento in alto quello che si richiede è quello che fin dal 9 maggio proclamazione dell ' Impero il Duce ha espresso in un enorme , tragico interrogativo lanciato alla folla , e su cui la facile retorica dei quotidiani e delle esibizioni oratorie ha sempre preferito sorvolare . Ha detto il Duce : « Ne sarete voi degni ? » . Meditiamo su questo interrogativo : anziani e giovani , illustri e oscuri . Solo un Capo come lui poteva , in quella sera di gioia e di trionfo , averne presente la formulazione superando la contingenza dell ' ora e degli avvenimenti per mirare alle profondità dello spirito , alle doti primigenie e creative di una stirpe prospettate sul quadrante dei secoli . Meditiamoci tutti , e provvediamo . È un monito e un imperativo , che vengono da quelle parole perché di risposte non se ne può concepire che una , quella che ha dato la folla . Ma è un giuramento che va mantenuto : e sopratutto noi giovani abbiamone il senso religioso e impegnamo la nostra coscienza poiché è nostro compito naturale a realizzarlo in tutta la nostra realtà di Nazione : Scuola e cultura , vita politica ed economica . Partito e Forze Armate . Ovunque , c ' è bisogno ora più che mai di intelligenze sveglie , di valori spirituali e morali sopratutto di fede integra . Attenzione ai periodi che seguono a una vittoria : già Mazzini avvertiva che sono sempre i più pericolosi . L ' Italia è oggi nella condizione di chi ha fatto realmente qualcosa d ' aver molto mutato e camminato dal punto ove le classi dirigenti del dopoguerra l ' avevano fermata : il pericolo è ora , fatale , che avendo fatto molto si creda dai più di aver fatto quasi tutto , e sia consentito adagiarsi in un ' ottimistica posizione di quiescenza e di riposo . Tendenza inavvertita ma in un certo senso spiegabile dopo quindici anni di Regime che hanno pungolato tutte le energie , teso tutte le volontà , chiesto molti sacrifici e maggiormente nei ranghi di coloro che dirigono , che hanno compiti di responsabilità e di comando , in qualunque campo . Mai come ora invece è stato necessario il contrario un clima più duro , una tensione ideale più alta . Tutto ha ora relazioni più lontane , riflessi più vasti e insospettati , ripercussioni più profonde , importando con sé la necessità di non trascurare nessuna di quelle cose e questioni che sembrano piccole e secondarie e non lo sono , perché tutto si lega e fa sistema , ogni cosa ha con le altre mille rapporti sottili e tenaci , nel piano fisico e in quello spirituale . Nella delicatezza dell ' ara in cui il respiro della nostra vita nazionale si è improvvisamente ingigantito e approfondito mentre problemi nuovi e imponenti si affacciano alla soglia del futuro , alla considerazione degli spiriti pensosi , e si svolgeranno per secoli condizionando l ' avvenire all ' impostazione che oggi se ne fa sia di conforto al Capo e di garanzia del domani la vigile coscienza di noi giovani , questa nostra intelligente e serena volontà di essere presenti e partecipi , di affermare noi stessi nell ' Impero e l ' Impero nel mondo .
NOI E IL MONDO ( DE'_COCCI DANILO , 1937 )
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Da alcuni anni in ogni luogo di Europa , ed ormai anche del mondo intero , si identificano con la parola « Fascisti » certi gruppi politici dai colori più svariati . La maggior parte di tali partiti oltre al contenuto nazionalistico che non manca mai , arrivano anche a formulare dei programmi sociali abbastanza elevati in cui si affacciano delle idee collaborazionistiche . A dare a tali movimenti il nome di fascisti non siamo certo noi che anzi spesso accettiamo tale denominazione , senza porre precisazioni pedanti e senza fare lunghe ricerche , solo per scopi contingenti di politica e sopratutto in vista di un comune programma antibolscevico . Ciò che è oltremodo opportuno mettere in evidenza è che in tutto il mondo si è concordi nell ' usare a proposito , o come più spesso accade , a sproposito , il vocabolo « fascismo » . Tale etichetta talvolta viene appiccicata a movimenti sinceramente e fondamentalmente evoluzionistici , talvolta viene invece usata ad indicare delle pure e semplici reazioni . Tutto questo può essere prova della confusione di lingue che regna in un mondo disorientato alla vana ricerca di se stesso , in cui la belva bolscevica arriva ad atteggiarsi a pacifica sostenitrice delle libertà civili e della mentalità pigra di un enorme numero di persone che non riescono più ad adeguarsi alla realtà e non possono più scorgere nulla al di fuori di schemi logici precostituiti . Ad ogni modo con il fare apparire i vocaboli « fascismo » e « fascisti » nelle più disparate parti del mondo si viene senza dubbio a riconoscere a tali movimenti un qualche elemento comune , in cui si ravvisa il carattere di una possibile universalità . È interessante il vedere come tutto questo avvenga senza nessuna propaganda e senza la minima attività esportatrice da parte del Fascismo italiano e senza nessuna organizzazione sul tipo di una internazionale vuoi rosa , vuoi rossa . Se per ora pure trovandoci in mezzo a tanta confusione si è d ' accordo nel vedere una tendenza all ' universalità ravvisando ovunque nei movimenti così detti fascisti se non altro la volontà di mettere un ordine , la tendenza a stabilire un ' autorità e una disciplina là dove non ve ne è , cioè alcuni dei sommi elementi costitutivi della dottrina fascista , non dubitiamo che in un avvenire non lontano , ancora senza il minimo bisogno di propaganda , ci sarà chi comincerà a capire e ad attuare tutta quanta l ' essenza del nostro fascismo . Non mancherà più allora nel mondo la possibilità di distinguere i fascismi veri da quelli falsi ; questi ultimi vedranno chiara la necessità di trasformarsi per evitare l ' ipotesi di perire per forza di cose senza rimpianti . A questo scopo il tempo sarà un ottimo lavoratore . È indubbio che in molti casi i partiti o i governi che si dicono o vengono detti fascisti non sono altro che le vecchie destre nazionaliste che tirano fuori nuovi strumenti di lotta politica . Di tali destre non c ' è da avere , almeno per ora , troppa fiducia e ci meravigliamo davvero che certi grandi giornalisti , senza attender troppo , inneggino e brindino ad ogni parola o ad ogni scritto di una qualsiasi personalità di uno dei gruppi in questione . Tali giornalisti danno prova di avere intorno al fascismo delle idee piuttosto indefinite per non usare altri termini . Anche quando si ha da fare con movimenti aventi un programma decisamente innovatore , è necessario essere molto cauti nel giudicare . Occorre come primo elemento di ogni possibile giudizio porre mente alla attuabilità del detto programma . Il primo e fondamentale requisito perché un governo , meglio , uno stato , possa proclamarsi fascista è l ' esistenza di un uomo oppure di un ristretto gruppo che , non solo voglia , ma anche possa , non soccombendo dinanzi alle contingenze , dominare tutte quelle forze che per la loro stessa composizione non possono non essere tenacemente conservatrici e cioè il capitalismo , la borghesia , i dottrinari etc . Quanto sopra porta con sé il fatto che se un governo ha un programma sociale e fa delle riforme sentite ed opportune , ciò non basta certo per dare a tale governo la qualifica di fascista . Tra i riformatori e gli evoluzionisti è capitale il distinguere coloro che fanno il minimo possibile di innovazioni verso il popolo per restare radicati al potere e per non smentire un programma precedentemente sostenuto e coloro che invece lottano costantemente , usando tutti i mezzi politici , per attuare il maggior numero possibile di riforme , cioè tutte quelle riforme che non siano incompatibili con il senso comune , con le esigenze concrete delle masse , con i dati di una civiltà , in una parola con il momento storico . È del resto evidente che una valutazione siffatta , massimamente quando si tratta di paesi stranieri , è tutt ' altro che facile e spesso umanamente impossibile . Anche qui è necessario lasciar lavorare il tempo e la storia . Quando gli stati fascisti o fascistoidi saranno nel mondo la regola , cosa di cui i fatti non ci lasciano dubitare , gli uomini di stato , nel perseguimento della politica internazionale , avranno dinanzi a sé due vie . Da un lato potremo avere un certo numero di stati portatori di sentimenti nazionalistici , egoistici ed imperialistici giunti alla esasperazione o per causa propria o per causa altrui . Si avrà allora in tali casi un programma collaborazionistico e sociale solo per uso interno accompagnato da un opposto programma di egoismo e di prepotenza per uso esterno . In questo caso il mondo avrebbe fatto un ulteriore passo verso la catastrofe ed ogni soluzione dei problemi più assillanti per l ' umanità verrebbe rimandata a tempi migliori . Dall ' altro lato abbiamo la vera soluzione fascista e corporativa consistente nella proiezione anche nel campo internazionale dei principii già affermati ed attuati nella organizzazione interna e cioè dei principii di collaborazione , gerarchia , solidarietà , ordine , disciplina . Si arriverebbe fino dagli inizii alla rinunzia di tutti quegli egoismi particolari dannosi alla convivenza comune . Ogni stato organizzerebbe la propria politica e la propria economia tenendo conto degli interessi superiori e imprescindibili della collettività .
IL NUOVO ROMANZO DI ALBERTO MORAVIA ( DONINI AMBROGIO , 1936 )
StampaPeriodica ,
Gli ambienti letterari fascisti italiani hanno fatto la congiura del silenzio , o quasi , intorno all ' ultimo romanzo di Alberto Moravia ( Le ambizioni sbagliate , Milano , Casa Editrice Mondadori , L . 15 ) ; atteggiamento stranamente contrastante con il favore che solo un anno fa aveva accompagnato la pubblicazione di una raccolta di novelle dello stesso autore ( La bella vita , Giuseppe Carabba , Editore ) e salutato l ' annuncio del libro in preparazione . Al di là e al di sopra di tutte le vicissitudini esterne , che hanno certo il loro peso ma non bastano a spiegare questa nuova e voluta « indifferenza » , sarebbe difficile non vedere un certo sforzo , da parte della società fascista , per separare le proprie responsabilità da questo giovane e forte scrittore , nato sul suo stesso terreno e prodotto ` dal suo stesso clima , ch ' essa si è accorta infine di portare sulla propria pelle come il sintomo implacabile di una malattia organica che non perdona . Le autorità ufficiali e i censori del Sant ' Ufficio , nella loro coerente ipocrisia , si sarebbero probabilmente accontentati di aver fatto sopprimere qualche dettaglio di anatomia e di aver trasformato lo sbocco logico del romanzo , il suicidio , in una risoluzione altrettanto scialba quanto imprevista ( come in certi film moralizzanti : « Visto che non vuoi fuggire con me , ora che ho ucciso e rubato , andrò a consegnarmi alla polizia » ... ) . Ma l ' istinto di classe della borghesia fascista , vergognosa di un male che la mina e la denuncia in modo tanto più efficace quanto meno diretto , ha avuto un soprassalto che gli stessi tutelatori d ' ufficio della « morale » pubblica non avevano forse previsto . È tutta l ' opera di Alberto Moravia ch ' essa vorrebbe oggi gettar lontano da sé , dopo averla in un primo momento celebrata non meno istintivamente , perché si riconosceva in essa . È il ricordo sferzante delle pagine fredde , stridenti , mostruose spesso degli Indifferenti ch ' essa vorrebbe oggi soffocare con rabbia , quando circonda di un falso velo di silenzio la lunga vicenda del nuovo romanzo , superiore forse al primo dal punto di vista stilistico e letterario , ma infinitamente meno efficace dal punto di vista umano , documentario e anche artistico . Nessuno scatto di collera o di angoscia , nessuna tardiva velleità di sconfessione potranno mai far sì che gli Indifferenti non siano stati scritti e non siano quello che sono . L ' imitazione di altre scuole o tendenze letterarie , più sensibile nell ' ultimo romanzo ( come non pensare a Dostoievski , a certi tormentosi soliloqui di Raskolnikov soprattutto , in alcune delle pagine più drammatiche di Le ambizioni sbagliate ? ) , non costituiva là che un elemento molto secondario . Che dopo anni di sbandierata rivalorizzazione di tutti i principi « morali » , sui quali la società fascista edifica la propria sovrastruttura ideologica ( onore , orgoglio , famiglia , religione , affetti , ecc . ) , un giovane poco più che ventenne , staccato da contatti letterari o filosofici troppo pronunciati , ma abbarbicato al suo mondo , al mondo dell ' Italia fascista abbia soltanto potuto pensare un libro come quello , realizzato con quella forza artistica , creatrice , che nessuno può sognarsi di negare : ecco che cosa costituisce essenzialmente , ai nostri occhi , il « caso Moravia » . Molti sono i nostri compagni che hanno letto gli Indifferenti e ne hanno riportato un ' impressione spesso penosa , talora di disgusto quasi fisico , e hanno sentito sorgere in sé una reazione istintiva e profonda . È bene , è sano che sia così : e molti altri dovrebbero fare la stessa esperienza . Ricordate quei monaci medioevali che obbligavano il novizio a passare le notti accanto a un cadavere in putrefazione , perché meditasse a suo agio sulla bruttura della carne ? Noi invece , che amiamo le bellezze della vita e denunciamo la bruttura di un mondo sociale che vogliamo distruggere dalle radici , il mondo dei tristi personaggi di Moravia , non abbiamo meditazioni da compiere , ma conclusioni di azione da trarre : ecco il volto ripugnante dei pretesi moralizzatori e difensori delle tradizioni italiane , ecco i profittatori e gli sfruttatori del popolo , i nemici della pace e della patria ! Senza volerlo , Moravia ha lavorato anche per noi , operai , contadini , rivoluzionari italiani , che lottiamo per spazzar via tutto il marciume di questa società in putrefazione , di questa gente che non ha rossore delle più sconcertanti aberrazioni psicologiche e morali , che gioca con l ' idea del vizio e del delitto , ma prova « un senso di ripugnanza , di umiliazione » quando passa attraverso una folla di scioperanti in lotta per il pane e per un mondo migliore ( Gli Indifferenti , Ed . Corbaccio , p . 27 ) . Bisogna riconoscere che sotto questo aspetto , il solo sul quale per il momento vogliamo attirare l ' attenzione dei compagni , il secondo romanzo di Moravia è infinitamente meno rappresentativo . L ' autore , in virtù stessa della sua arte , si è ormai staccato idealmente da quegli ambienti che gli nascevano lucidi e freddi sotto la penna quando scriveva il suo primo libro . Oggi , che egli lo voglia o no , non c ' è più soltanto l ' analisi di una situazione , di uno stato d ' animo , di un pensiero o dell ' assenza di un pensiero : c ' è già il principio di un giudizio , si sente già affiorare una valutazione di carattere filosofico o morale . Quella spaventosa assenza di volontà , di reazione sentimentale o morale , che colpisce fin dalle prime pagine degli Indifferenti e si sviluppa metodica ed esasperante fino alla chiusa , quasi a riflettere la suprema indifferenza degli strati decisivi della società borghese , del capitale finanziario , del regime fascista , di fronte ai problemi del dolore , del lavoro , dell ' elevazione umana , cede il posto nelle Ambizioni sbagliate a una forma di introspezione , di tormento , di « autocritica » , ancora ossessionante ma molto meno originale e significativa . Non si trasportano a piacere in una determinata atmosfera sociale le esperienze di un altro ambiente o di un altro momento storico . L ' indifferente di ieri , espressione cruda , allucinante , di uno strato notevole della gioventù intellettuale italiana del dopoguerra , cresciuta all ' ombra del fascismo , e isterilita dalla sua ideologia , incomincia a studiarsi ; ma invece di guardare intorno a sé , nella realtà economica e sociale che lo condiziona , si è messo a studiare Proust , Dreiser o Dostoievski ( per non citare che alcune delle influenze più appariscenti ) . Senza ancora condannarsi , si vede vivere : e non può reprimere un movimento di disgusto , un senso di vuoto , di scoramento , di noia . Siamo già sulla soglia di un nuovo , desolato pessimismo : qualcosa di molto diverso dall ' indifferenza . Quando Leopardi , oltre un secolo fa , ironizzava nelle Operette morali contro gli « stupidi » progressi della scienza e dell ' industria ( trovatemi una macchina che ci dia un vero amico , una donna fedele , ecc . ecc . ) , e proclamava l ' infinita vanità del tutto , non ci si può sottrarre alla sensazione che nel suo pessimismo trovasse sfogo l ' ansia e il risentimento della vecchia società feudale italiana , che vedeva avanzare con successo sulla scena del mondo la sua antagonista , la classe borghese . Artisticamente e letterariamente , l ' indifferenza moraviana ( i due termini di confronto non hanno che un valore di indizio , si capisce ) poteva forse essere l ' equivalente storico di certo pessimismo del secolo scorso , nella nuova situazione in cui la borghesia fascista vede sorgere e giganteggiare il suo antagonista e becchino , il proletariato . Ma la confusa ideologia che si districa dall ' ultimo romanzo , se non rappresenta il primo passo verso una decisa presa di posizione in tutti i campi contro una società che solo vagamente si condanna , non farà che straniare Moravia dalla realtà italiana . Solo servendo la verità , ripeteva ancora recentemente André Gide , lo scrittore può servire lo sviluppo artistico dell ' umanità , e quindi la rivoluzione . Moravia non è certo uno scrittore rivoluzionario , ma si stupirebbe ancor più se si dovesse negare alla sua arte un carattere umano , se vogliamo umanistico . I tristi eroi degli Indifferenti ci hanno colpito fin dal principio come qualcosa di repellente , come dei mostri , ma dei mostri veri , viventi , scaturiti dalla fermentazione di tutta un ' epoca ; e finita la lettura non possiamo fare a meno di sentirci grati al giovane romanziere , che ci ha forgiato un ' arma vera per la nostra lotta , per la lotta contro la società degli istinti più biechi e dello sfruttamento più avido . Ma guai se l ' arte vigorosa di Alberto Moravia dovesse cedere il posto a un sottile e sterile gioco psicologico , come talora accade nelle Ambizioni sbagliate : si finirebbe così con l ' uscir dal vero , dall ' umano di oggi . C ' è da augurarsi che al rude contatto con la realtà l ' arte di Alberto Moravia non si smarrisca nell ' artificio e sappia trovare infine la propria strada : la strada di coloro che sanno maneggiare lo scalpello non soltanto per modellare , ma anche per abbattere .