Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940}
«IMPERIALISMO SPIRITUALE» ( CROCE BENEDETTO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
Tra le cose che più mi offendono in questi tempi non leggiadri è l ' arroganza pietosa e ridevole arroganza , ma arroganza di coloro che hanno scelto per sé l ' ufficio di eccitatori e promotori del pensiero , della letteratura e dell ' arte italiana , e di curatori dell ' esportazione di cotesti prodotti all ' estero , e della loro ( come dicono ) « valorizzazione » per fondare l ' « Impero spirituale italiano » in aggiunta a quello economico e politico , o nella mancanza provvisoria di quello . E può esservi niente di più offensivo che veder considerati e trattati come merci che si fabbrichino i nostri più delicati e gelosi moti interiori , le opere che rispondono ai più profondi bisogni dell ' anima nostra , quelle opere che si compiono anzitutto e direttamente per noi stessi , e sono come le religiose preghiere con le quali ci mettiamo di continuo in unità col passato , con l ' universo , con Dio ? Certo , quelle opere sono insieme opere sociali , perché la vita umana è comunione ; ma in qual modo la società può aiutarle ? Solo con l ' accompagnarle simpaticamente , col rispondere alla trepidazione morale con la trepidazione morale , alla finezza intellettuale con la finezza intellettuale , all ' ansia della ricerca e dell ' attesa con l ' ansia e l ' attesa ; e questo avviene in modo eminente in certi periodi o momenti felici , nelle « età d ' oro » ( come furono denominate ) delle lettere e delle arti , quando pensatori ed artisti ebbero il consenso e il favore di principi e di popoli , la sveglia curiosità e l ' interessamento generale , il freno e il pungolo dell ' acuita sensibilità estetica , perfino i palpiti del cuore e dell ' intelligenza femminile . E , certo , in quelle opere è una forza espansiva , e , se esse non hanno bisogno del mondo , il mondo ha bisogno di esse , e perciò non solo si allargano a tutto il popolo in mezzo a cui sono nate , ma si spargono fuori di quel popolo , nella cultura mondiale ; e , quando questo non accade , o non accade con la rapidità che piacerebbe e nella misura che gioverebbe , colpa è dei popoli e delle culture pigre e chiuse da pregiudizi , ed è danno di questi popoli e di queste culture e non di quelle opere , che , come si è detto , non hanno bisogno di loro . Se io godo di una verità di cui altri non gode , se l ' Italia gode di un vantaggio mentale a cui altri popoli non partecipano o riluttano a partecipare , si dica un po ' : chi dovrebbe darsi maggior sollecitudine del rimedio , io o gli altri , l ' Italia o gli altri popoli ? L ' affetto per le idee che ci sono care , lo zelo per le sorti della verità , ci potranno muovere ad un certo apostolato , da esercitare tuttavia con modi assai diversi e con ritenutezza e dignità alquanto maggiori di quelli che si sogliono adoperare pel collocamento dei prodotti commerciali dai commessi viaggiatori . Ma l ' apostolato ha i suoi limiti , non solo nel predetto decoro da osservare , ma anche nella riflessione che ci ammonisce circa la difficoltà e la scarsa fecondità di inculcare modi di pensiero e di arte , dei quali non sia sorto negli altri spontaneo il bisogno o almeno un qualche desiderio . Non si può fare ingollare a forza agli altri popoli le dottrine che giudichiamo vere , le poesie che sentiamo belle , come ai bimbi malati e restii i farmachi e i cibi . Che cosa , dunque , il pensiero e la letteratura e l ' arte italiana potrebbero chiedere di presente ? Proprio il contrario di quello che a loro oggi si offre ; perché ogni giorno , con violenze , fattacci , parolacce , sghignazzamenti , parate e chiassate , con l ' esaltare le prodezze ciclistiche e automobilistiche e aeroplanistiche sopra le opere del cuore , della fantasia e dell ' intelletto , e con l ' indurre nei giovani il disprezzo per queste , si contrasta la formazione dell ' ambiente a loro favorevole o si viene distruggendo quell ' ambiente che prima c ' era in Italia . Non si riuscirà , è vero , a distruggere con ciò il tenace lavoro degli uomini ben disposti , degli animi gentili , delle menti alacri e critiche e caute ; e , forse , rendendo loro « difficile » la vita come , secondo il detto che corre , bisogna fare nei riguardi degli avversari , lo renderà più concentrato e fervido , e più eletto ; e questa sarà , dunque , un ' efficacia benefica , se pure non cercata . E , quanto ai servigi che gl ' intellettuali del regime promettono e si apprestano a fornire circa la propaganda all ' estero e il collocamento dei prodotti spirituali italiani , è il caso di supplicare queste egregie persone , che non ci facciano irridere dagli stranieri come goffi provinciali , inviando prodotti intellettuali e artistici col lasciapassare governativo ; o , ammesse in loro le migliori e più larghe intenzioni , pregarle di astenersi dalla loro fatica , la quale , in ogni caso , sarà superflua . Si ridia un po ' di calma interiore all ' Italia ; si consenta che alla dissipazione troppo a lungo perdurante succeda il raccoglimento necessario ; si lasci che la gente , costretta ora dall ' urgente dovere a occuparsi di politica o malamente da varie seduzioni distratta , torni agli studi geniali ; si lasci fare agli editori di libri e ai mercanti di opere d ' arte ; e quella divulgazione e collocamento all ' estero si otterrà nel miglior modo , o nel solo possibile . Che i predetti « valorizzatori » ed « esportatori » , ignari della natura e del modo di operare delle cose spirituali , siano parimenti imperiti di quelle più particolarmente italiane , e quasi estranei alle nostre tradizioni di cultura , è pur troppo vero . Anche l ' articolista , che mi ha dato accidentale occasione a questa protesta , dovrebbe , mi sembra , imparare un po ' più di quanto egli sa della storia e della letteratura italiana ; e , per esempio , non chiamare « Risorgimento » il « Rinascimento » ; e non parlare di una « egemonia » culturale italiana nel settecento , quando l ' egemonia fu inglese e francese e l ' Italia si mise a quelle scuole forestiere ; e non affermare poi , contradicendosi , che l ' Italia « nel settecento esportò più canzonette che Principi di scienza nuova » , perché allora l ' Italia « esportò » i pensieri di Giannone e di Filangieri e di Verri e di Beccaria , e altre cose che non erano canzonette , ma degni prodotti italiani del movimento impresso da francesi e inglesi alla nuova cultura europea ; e , infine , non dovrebbe colpire in pieno volto la verità , asserendo che « la guerra ha modificato radicalmente la situazione e possiamo constatare come una vasta ripresa italiana nel campo delle arti , delle lettere e delle scienze s ' imponga alla considerazione di ogni paese » , perché , invece , l ' Italia ora é in una vera condizione di miseria : miseria che è da temere che peggiorerà , quando saranno via via spariti gli uomini elle avevano imparato a lavorare nel campo intellettuale e artistico in tempi men vicini e più propizi .
NUOVO STILE ( CROCE BENEDETTO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
23 agosto 1925 . Caro Direttore , Come Ella bene ha avvertito , non è il caso di dar peso , e molto meno risposta , all ' urlio di contumelie che , come per uno scatto meccanico , si leva regolarmente contro di me ogni volta che apro la bocca e qualunque cosa io dica . Piuttosto ci sarebbe questa volta da meravigliarsi che gente la quale professa di volere la grandezza d ' Italia anche nel dominio del pensiero e dell ' arte , si rivolti rabbiosamente contro un vecchio conoscitore della materia , che mette in guardia circa le illusioni e indica la via necessaria per raggiungere il fine desiderato . Da quando in qua si usa rivoltarsi contro il medico che dà il suo parere ? Dico il medico , perché , fin da quando ero giovane , le mie diagnosi e prognosi letterarie erano diventate così famose per la loro esattezza e sicurezza tra i letterati di Napoli , che mi chiamavano « il Don Antonio Cardarelli della letteratura » . ( Per notizia alla nuova generazione , il Cardarelli è il capo della scuola medica napoletana e , per nostra fortuna , vive ancora ) . E ora , con l ' accresciuta esperienza di tanti anni , sarebbe strano che io sbagliassi la diagnosi di un ' infermità culturale dai sintomi così aperti e chiari quale è quella che affligge l ' Italia presente .
LA COMMEMORAZIONE DI FRANCESCO DE SANCTIS ( CROCE BENEDETTO , 1926 )
StampaQuotidiana ,
Si è inaugurato in questo giorno al Pincio un busto marmoreo del De Sanctis ; e si sono recitati discorsi , tra i quali quello del Torraca , affettuoso e memore scolaro di tanto maestro . Alla gente che ora impera , ai giovani che le stanno attorno , il De Sanctis , ora , purtroppo , non dice nulla . Lo conoscono appena di nome , ignorano i suoi scritti e le sue opere ; e , se queste si mettessero loro dinanzi , non ne vorrebbero sapere . Ce ne vorrà perché l ' Italia riaccolga nel suo cuore uomini come Francesco de Sanctis e Giosue Carducci , e tragga dal loro esempio vigore pei suoi sentimenti e per la sua vita civile e politica . Ai pochi che non hanno bisogno di ricollocarli nelle loro anime perché vi sono stati sempre , e ora più vivi e più cari che non nel passato , consiglierei di commemorare in questo giorno il De Sanctis , rileggendo non particolarmente le sue pagine di critica e storia letteraria ( quantunque , a dir vero , egli non fu mai un mero letterato e critico ) , ma i suoi scritti politici e i suoi discorsi , dei quali io detti anni addietro una larga scelta , e soprattutto la serie degli articoli politici che pubblicò nel Diritto tra il 1877 e il 1878 , e che si trovano raccolti in volume dal Ferrarelli . Appartengono questi a un momento critico della vita italiana , quando , ottenuta l ' unità , ricongiunta Roma all ' Italia , venuti meno , perché attuati , gli ideali chiari e semplici del Risorgimento , l ' Italia parve smarrita , incapace di attendere al lavoro ordinato della vita di pace e di civile educazione e di progresso . L ' avvento della Sinistra al potere , che da molti era stato voluto e sentito come una scossa benefica alla giovane nazione , che , cercando nuove vie , prendeva a guida uomini nuovi ; quest ' avvento , al quale il De Sanctis aveva assai cooperato , si convertì presto in una delusione . La confusione degli spiriti , lo scetticismo , la fiacchezza , il materialismo , il fatalismo parvero accrescersi . Perché ? Fu allora che il De Sanctis , prima che uomo di partito , cittadino devoto e uomo di alto sentire , si accinse a un esame di coscienza , della coscienza nazionale , di cui ogni uomo degno soffre i travagli in sé stesso come della sua propria coscienza . Ma il valore di quegli scritti non è contingente , perché i problemi che ora si dibattono sono quelli che risorgono a ogni momento , e più gravi nei momenti gravi , e perché la conclusione a cui conducono , è quella , perpetua , che addita la salute nella fede , e perciò nella cultura , sola genitrice di fede schietta nei tempi moderni . E molte cose egli diceva allora che possono ripetersi ora , e talune prendono aspetto di sicure previsioni , che il corso dei fatti ha confermate . Donde quella depressa condizione dello spirito pubblico ? « Ci entra la vecchia Italia , l ' Italia della decadenza , che tutti ancora portiamo nelle ossa ; e ci entra la rivoluzione col suo sali e scendi , coi suoi sfrenati appetiti e i sùbiti guadagni ; e ci entra l ' accidia , e il disgusto dei buoni con quel loro quieto vivere e lasciar fare ; e ci entra pure una cultura superficiale e viziata , che ti dà della scienza conclusioni tanto più micidiali , quanto sono meno studiate e meno comprese le premesse . « Ci vuol poco a esser profeta . L ' Italia , se non ci si bada , cammina a gran passi verso il regno dei violenti e degli ignoranti , con tutte quelle conseguenze che insegna la storia , voglio dire con quella reazione della gente onesta , tanto poltrona e dormigliona nella sicurezza , quanto feroce e reazionaria nel pericolo . Così saremo dei buoni latini e vivremo nelle convulsioni periodiche » ( nel giornale il Diritto , 8 agosto 1877 ) . Non perdeva mai d ' occhio questo pericolo o possibilità della reazione . Al Bonghi , che , nello sdegno suscitato in Italia per l ' attentato del Passannante , aveva parlato della parte che nella preparazione d ' atti come quelli apportavano certe dottrine insegnate nelle scuole , il De Sanctis , ministro dell ' istruzione , rispondeva : « Signori deputati , la libertà della scienza , la libertà dell ' insegnamento , la libertà del pensiero , credetelo a me , non hanno niente a vedere in questa discussione . Io negherei l ' Italia se dovessi temere che venisse un giorno così infausto da poter mettere in pericolo conquiste , le quali rimontano a molti secoli , e che hanno i nostri più grandi scrittori a fautori : la libertà del pensiero . « Io non posso credere che l ' on . Bonghi voglia portare troppo innanzi quello che ha detto ora . Io non credo alla reazione ; ma , badiamo , le reazioni non si presentano con la loro faccia ; e , quando la prima volta la reazione ci viene a far visita , non dice : Io sono la Reazione . « Consultate un po ' le storie ; tutte le reazioni sono venute con questo linguaggio : che è necessaria la vera libertà , che bisogna ricostituire l ' ordine morale , che bisogna difendere la monarchia dalle minoranze . Sono questi i luoghi comuni ( ormai la storia la sappiamo tutti ) , sono questi i luoghi comuni , coi quali si affaccia la reazione » ( Atti parlamentari , Camera dei Deputati , 10 dicembre 1878 ) . Scriveva sullo stesso argomento ; « L ' Italia è nazione parlamentare nelle istituzioni , ma non ancora nel carattere , nelle abitudini , nell ' educazione . Il bello edificio è sovrapposto a una base guasta da secoli . Perciò le nostre istituzioni , ancora così giovani , danno i frutti della decadenza . La politica è trattata come un mestiere da cui si lucrano onori e guadagni , e i buoni si disgustano e i ribaldi si fanno innanzi . E , quello che è peggio , questi fatti si trovano naturali e sono stimati effetti delle stesse istituzioni parlamentari e si ride di quelli che ne pigliano scandalo . Quelle istituzioni che noi credevamo panacea miracolosa a tutte le corruzioni dei governi dispotici , ora siamo a questo ch ' elle sono tenute causa promotrice di tutte le corruzioni . E quando un grosso scandalo succede , sento dire : Che volete ? è la conseguenza naturale delle istituzioni parlamentari . Al contrario , io ho la ferma convinzione che queste istituzioni , se non possono fare i miracoli che noi ce ne attendevamo , sono altamente moralizzatrici , quando siano praticate con sincerità e nel loro spirito . Le lotte parlamentari creano i caratteri , infondono coraggio e iniziativa , producono un grande sviluppo di forze , e la forza è la base della moralità : di bontà negative e passive non so che farmene . Se il paese è fiacco , abbiamo il monopolio politico dei più sfrontati e dei meno capaci ; la forza ristretta in pochi è disordine sociale e corruzione . Ma il nostro paese non è fiacco , è troppo paziente , troppo longanime . Viene il giorno della collera , quando non se ne può più , e la misura è colma e io temo quei rimedi tardivi e violenti che si chiamano reazione , e per fin di bene fanno molto male . Voglio la resistenza giorno per giorno , ciò che è difficile , ma che è pur necessario ... » ( nel Diritto , 9-10 settembre 1877 ) . Queste e altre cose sono da rileggere e meditare negli scritti politici del De Sanctis , ancorché la rilettura sia per darci un senso di mortificazione e di rimorso , dimostrandoci che fummo poco cauti e non bene ascoltammo le voci ammonitrici di uomini nei quali era viva la coscienza dei pericoli intrinseci alla società italiana , da essi portata a vita di libertà . Ma le generazioni , come gl ' individui , imparano di solito a proprie spese ; e solo lentamente , e dopo molti strappi dolorosi e restituzioni faticose , si forma in un popolo la tradizione storica , atta a sorreggerlo .
DA 'PISTOIA' ( SOFFICI ARDENGO , 1916 )
StampaPeriodica ,
La sera , la più grande felicità è di girellare , di ciondolare sui marciapiedi caramellati di sole . Per le vie centrali , in mercato , per i vicoli spopolati . Intorno alla Piazza del Duomo si scende e si sale come nei sogni ; a ogni voltata s ' incappa in un laberinto , ma si trova sempre un ' uscita fiancheggiata d ' archi , d ' urne di marmo , e di fior di camelie . Finché si sbocca nel Corso Umberto I dov ' è quell ' altissima palma a ridosso a una casa gialla , e le due signorine affacciate alla finestra per respirare un caldo odor di gaggìa e di mimosa . A Pistoia la notte è muta e casta . Le belle ragazze che il giorno portano in giro l ' eleganza ardente delle loro membra amorose , respirano con innocenza nel tranquillo sonno . E anche la città dorme , così , distesa , nella pacifica vastità del piano e del cielo , appoggiata all ' origliere di neve dell ' Abetone . Soltanto la corsa e l ' ansimo incessante dei treni diretti al sud , al nord , al fronte turba la grande pace come un sogno troppo avventuroso .
StampaQuotidiana ,
Sono andato a trovare Benedetto Croce e l ' ho distolto , per un istante , dagli studi ai quali è intento , con la mia curiosità giornalistica . Gli ho domandato : Avete letto nei giornali le rinnovate discussioni sul liberalismo e sul fascismo , sulla ragione d ' essere dell ' uno e dell ' altro e sui loro possibili rapporti ? Non vi pare che la disputa sia proceduta con molta confusione ? Voi , che ve ne state in disparte , dovreste , con la solita lucidezza di concetti , schiarire i termini in disputa e , insomma , dirci il vostro avviso . Caro Dell ' Erba , ci conosciamo da tanti anni che non vi dorrete se vi dico che la vostra domanda non tanto mi lusinga per la sua cortese intenzione quanto mi ferisce in una mia idea prediletta . Io ho sempre dichiarato ridicola la figura del filosofo che , spontaneo o invitato , si fa , in nome della filosofia e della scienza , a pronunziare sentenze su questioni politiche . Ridicola e anche un po ' odiosa , perché vi è della prepotenza in quel salto dall ' una all ' altra competenza , dalla sfera del pensiero e della critica all ' altra della pratica e dell ' azione . Su questioni politiche e di azione vi risponderà in modo certo più interessante chi si sente Achille in seno che non io che , tutt ' al più , ho Aristotele in seno . Ma ciò che vi domando riguarda appunto una questione , diciamo così , filosofica , ossia la più esatta definizione del liberalismo e del suo ufficio proprio , della virtù o del difetto dello Stato liberale . È , permettetemi , una falsa questione filosofica , giacché , per chi guarda con occhio di filosofo e di storico , tutti gli Stati sono sempre un unico Stato , tutti i governi un unico governo : quello di un gruppo che domina e perciò governa la maggioranza ; e tutti , finché durano , adempiono a un ' utilità , anzi alla maggiore utilità possibile nel momento dato ; e discernere volta per volta quale questa utilità sia stata è , appunto , opera dello storico , nel tempo in cui è dato far la storia di un moto giunto a compimento o ad esaurimento . Le forme politiche sono astrazioni dei teorici , e per questa ragione esse riescono indifferenti , così allo storico che non guarda mai alla astratta forma , ma alla sostanza , ossia alla forma riempita e concreta , come , in altro senso , sono indifferenti all ' uomo di azione , che le considera pregiudizi più o meno rispettabili . Le forme degli stati e gli effettivi governi vengono disciolte e sostituite non da una critica teorica che si eserciti su di loro , ma dalla presenza e dall ' azione di altri gruppi che rappresentano o fanno sperare una maggiore e migliore utilità sociale . Se volete mettere questa tesi in forma negativa , ricordatevi di Matteo Visconti , che , scacciato da Milano , se ne stava tranquillo a pescare sul lago di Garda , e a un milanese che gli domandava quando avrebbe ripigliato il dominio di Milano , rispondeva serenamente : « Quando la somma delle bestialità di coloro che ora governano , avrà superata quella delle bestialità commesse da me » . Sicché ? Fate voi l ' applicazione ai casi presenti , e lasciate che aggiunga che non mi sembra facile superare tanto presto la somma delle bestialità commesse in Italia , nei primi anni del dopo guerra . Nel fatto , dunque , non esiste ora una questione di liberalismo e di fascismo , ma solo una questione di forze politiche . Dove sono le forze che possano , ora , fronteggiare o prendere la successione del governo presente ? Io non le vedo . Noto invece grande paura di un eventuale ritorno alla paralisi parlamentare del 1922 . Per un tale effetto , nessuno , che abbia senno , augura un cangiamento . Ma voi , personalmente , accettate o no l ' idealità liberale ? Non so quanto possa importare di conoscere quel che io accetto ( io che ho Aristotele e non Achille in seno ) nelle cose della politica . Ma , se vi fa piacere saperlo , vi dirò che io , personalmente , sono e non saprei non essere liberale . Perché ? Non per deduzioni filosofiche o teoriche , che ho già escluse dalla considerazione politica ; ma , direi , allo stesso modo che mi sento napoletano o borghese meridionale . Tutto il mio essere intellettuale e morale è venuto fuori dalla tradizione liberale del Risorgimento . E come può non sentirsi liberale chi si è forviato nel primo cinquantennio della nuova Italia unitaria e liberale , e ha respirato in quell ' aria , e si è giovato di quelle iniziative , di quei contrasti , di quel rapido accrescimento e ammodernamento della vita italiana ? Sicché io , rinunziando a difendere il liberalismo ( come qualsiasi altro partito politico ) con argomenti teorici , tanto più lo asserisco come una mia realtà di sentimento e di volontà . Anzi , non ho bisogno , per mio conto , di difenderlo , cioè di appoggiarlo a cattivi ragionamenti e a sofismi . E auguro di cuore che i liberali italiani , ripigliando coscienza della loro migliore tradizione , restaurino il partito liberale , ridandogli quell ' elevato carattere etico , che ebbe nella sua forma originaria ; e in questa esigenza etica , nella devozione alla patria , trovino il modo di risanare le scissioni , che non solo li indeboliscono , ma li pervertono . Non c ' è contraddizione tra questa vostra fede liberale e l ' accettazione e giustificazione che mi avete data del fascismo ? Nessuna contraddizione . Se i liberali non hanno avuto la forza e la virtù di salvare l ' Italia dall ' anarchia in cui si dibatteva , debbono dolersi di sé medesimi , recitare il mea culpa , e intanto accettare e riconoscere il bene da qualunque parte sia sorto , e prepararsi per l ' avvenire . Questo il loro dovere . Ma non credo che essi abbiano l ' altro dovere di diventare « fascisti » , cioè di vestire la personalità di uomini che hanno altro temperamento , hanno percorso diversa esperienza , e appartengono in gran numero alla generazione più giovane . Sarebbero cattivi fascisti , perché fascisti in cattiva coscienza , laddove possono essere buoni liberali e rendere utili servigi all ' Italia nel presente e nell ' avvenire .
StampaQuotidiana ,
Ho accennato al Croce la lugubre visione di alcuni che considerano assai pericoloso il momento politico - elettorale , al quale ci avviciniamo . Pericoloso ? ( mi ha risposto ) . Non mi pare . E certamente non mi pare che sia più pericoloso di altri che abbiamo vissuti da un decennio in qua . Del resto , la mia capacità di commozioni si è assai attutita dopo il novembre del 1917 . Niente di quanto è accaduto poi , mi è parso degno di muovermi nelle più intime fibre come l ' irruzione dello straniero in Italia : tutto mi è parso lieve a sopportare , riportandomi a quel termine di confronto . Ma che cosa prevede circa l ' effetto del prossimo movimento elettorale ? Lascio le previsioni a chi si diletta a questa sorta di giuoco , e formo invece un augurio : l ' augurio che sia largamente sentita la necessità di non compromettere l ' opera intrapresa di restaurazione politica . Il governo presente , col fatto , come i precedenti col desiderio e col lamento , fa intendere che non si può governare senza una maggioranza , e chiede che il paese gli dia una compatta maggioranza . Bisogna procurare di dargliela . Pure , il nuovo sistema elettorale sembra ad alcuni cercar di desumere dagli atti del fascismo la filosofia , o almeno la tendenza morale nuova , che si dice implicita in esso , e , quantunque abbia qualche pratica e qualche abilità in coteste analisi e sintesi logiche , in coteste riduzioni ai principi , questa volta non sono venuto a capo di nulla . Temo che il nuovo pensiero non ci sia , e credo che non ci sia perché non possa esserci . Insomma , Ella , piuttosto che alle ideologie , guarda alla novità dei fatti . E ciò particolarmente trattandosi di giovani ... Proprio così . E la gioventù è bella e feconda di bene . Vorrei concludere : « Peccato non essere tutti giovani ! » , se non avvertissi che questa sarebbe un ' esclamazione rettorica . Ci vuole , al mondo , il giovane e il non giovane : ci vuole l ' impeto e la riflessione , e non bisogna temere che l ' una cosa sia per nuocere all ' altra .
StampaQuotidiana ,
Ho chiesto al senatore Croce il permesso di pubblicare una nostra conversazione sugli attuali avvenimenti politici italiani . Il Croce si è mostrato dapprima restio , e per persuadermi mi ha detto : Nella mia qualità di letterato sono costretto a scrivere molto ed anche a polemizzare in difesa delle mie idee . Non voglio aumentare la somma del mio scrivere e parlare , occupandomi anche degli avvenimenti politici del giorno , per quanto gravi e importanti come gli attuali . Ma io ho insistito . La parola di un uomo di alto intelletto e di grande autorità come il Croce può giovare non poco in questo momento , e aiutare il fascismo a trovare la strada buona nel supremo interesse della patria . Ed egli ha finito per cedere . Voi sapete mi ha detto il Croce che io ho sempre sostenuto che il movimento fascistico fosse sterile di nuove istituzioni , incapace di plasmare , come i suoi pubblicisti vantavano , un nuovo tipo di Stato . Perciò esso non poteva e non doveva essere altro , a mio parere , che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale , nel quadro di uno Stato più forte . Doveva rinunziare a inaugurare una nuova epoca storica , conforme ai suoi vanti ; ma poteva ben soddisfarsi della non piccola gloria di ridare tono e vigore alla vita politica italiana , cogliendo , per merito dei già combattenti , il miglior frutto della guerra . Per altro , questo vostro giudizio fu vivamente contrastato . Già , e i giornali fascisti si misero alla ricerca di quello che era o doveva essere l ' ideale proprio del fascismo , il nuovo Stato fascistico , le nuove originali sue istituzioni , e via dicendo . Chiacchierarono molto , ma dettero , in via negativa , la conferma della giustezza del mio giudizio , che era poi il giudizio del buon senso . Cosicché voi ritenete che i recenti avvenimenti lo abbiano convalidato ? È accaduto quel che dice il noto « latinorum » , che voglio risparmiarvi : cioè che i fati conducono il volenteroso e trascinano chi non vuole . Quel che non era stato possibile iniziare con savia preveggenza e dando prova di moderazione , è stato imposto da una sollevazione della pubblica coscienza innanzi a un orribile delitto . Delitto che , come gli altri delitti di quella sorta , sconvolge e ferisce il nostro cuore umano , ma che ha poi come tutti hanno sentito qualche cosa di specificamente politico , essendo significativo di un errato indirizzo , che nel suo estremo porta a conseguenze come queste . Come intendete questa connessione ? In un modo semplicissimo . Poiché il fascismo non è in grado di creare un nuovo assetto costituzionale e giuridico che sostituisca l ' assetto del liberalismo , deve reggersi con quegli stessi procedimenti violenti con cui è sorto , perpetuando ciò che doveva essere occasionale e transitorio . E nella serie di questi procedimenti violenti non si può determinare esattamente a qual punto ci si debba fermare . Le ingiurie e le violenze appartengono a una stessa serie e trapassano le une nelle altre per gradazioni più o meno sensibili . Abbiamo udito quel che dicevano alcuni fascisti : « Queste cose non sono certamente belle , appartengono alle passività del fascismo ; ma di fronte c ' è l ' attività , il mantenimento del fascismo stesso come salute d ' Italia » . E vi sembra che vi siano segni di un ritorno al regime liberale ? Non si poteva aspettare , e neppure desiderare , che il fascismo cadesse a un tratto . Esso non è stato un infatuamento o un giochetto . Ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono , come ogni animo equo riconosce . Si avanzò col consenso e tra gli applausi della nazione . Sicché , per una parte , c ' è , ora , nello spirito pubblico , il desiderio di non lasciar disperdere i benefici del fascismo , e di non tornare alla fiacchezza e all ' inconcludenza che lo avevano preceduto ; e dall ' altra , c ' è il sentimento che gl ' interessi creati dal fascismo , anche quelli non lodevoli e non benefici , sono pur una realtà di fatto , e non si può dissiparla soffiandovi sopra . Bisogna , dunque , dare tempo allo svolgersi del processo di trasformazione . Questo il significato del prudente e patriottico voto del Senato . A proposito . C ' è chi si dice alquanto meravigliato del voto , dato da voi , favorevole all ' ordine del giorno di fiducia , essendo noti i vostri convincimenti , che anche ora riaffermate . Vi sono voti che si danno come di slancio ed altri che si danno dopo avere lungamente ponderato il pro e il contra : voti di entusiasmo e voti di dovere . Per me , e credo per moltissimi altri senatori , quel voto di fiducia è stato un voto di dovere . Anche i più gravi discorsi degli oppositori , come quelli dell ' Albertini e dell ' Abbiate , sembravano indicarci la via media , a cui ci siamo attenuti , reprimendo le nostre tendenze personali . Voi parlate di un processo di trasformazione del fascismo , che si è iniziato , e che la libera stampa deve spingere innanzi ; ma non vi pare che , piuttosto che di trasformazione , si debba parlare , in questo caso , di dissoluzione del fascismo ? Ciò dipenderà dalla saggezza e dalla intelligenza e dalla volontà dei migliori componenti del fascismo . Se essi comprenderanno l ' ineluttabilità del ritorno al regime liberale , sapranno salvare il fascismo come un elemento forte e salutare della futura gara politica . E avranno distrutto un labile fascismo dittatorio per crearne uno duraturo . Credete che questo processo di dissoluzione o di trasformazione sarà rapido ? Chi può dirlo ? L ' imprevedibile può accelerarlo o ritardarlo . E poi in Italia c ' è , ora , scarsezza di uomini politici ; e questo è un serio impaccio . Scarsezza ? Non mai , come negli ultimi anni , si sono richiesti e si sono avuti dalle Camere tanti ministri e tanti sottosegretari di Stato . È una vera età ferace di uomini politici nuovi ... Nuovi : dite bene , e la vostra ironia è a posto . Io parlavo dei non nuovi , dei vecchi . Se la gente ha provato tanta antipatia contro i nuovi ricchi , i ricchi improvvisati , consentite a me di provare qualche diffidenza verso l ' altro prodotto del dopo guerra , verso i nuovi politici improvvisati . Le elezioni del '19 , e peggio ancora quelle del '24 , hanno privato la vita politica italiana di un gran numero di uomini esperti , di fedeli servitori dello Stato , che non si sa come sostituire , e che bisognerebbe richiamare ... Il Croce ha continuato : Ne volete una prova ? Io sono stato nel gabinetto Giolitti nel '20-'21 , e rivedo in immaginazione il tavolino intorno al quale sedevamo . Lo rivedo ; e che cosa vedo ? Otto dico otto di quei ministri , ancora validi , o addirittura ancora giovani , e tutti provetti parlamentari , non appartengono più alla Camera . Otto : il Facta , il Meda , il Bonomi , l ' Alessio , il Raineri , il Fera , Luigi Rossi ed il Peano . Il quale ultimo , esso solo , è passato al Senato . Non vi pare che ciò debba dare alquanto da pensare ? l ' Italia così ricca di uomini capaci , da far getto di questi ?
DA 'TACCUINO' ( SOFFICI ARDENGO , 1917 )
StampaPeriodica ,
La casa che vedo da letto in faccia alla finestra di camera mia , al sorger del sole s ' imporpora a poco a poco come la guancia di una giovinetta che uno sguardo turba .
StampaPeriodica ,
Quei concetti sono astratti , appunto perché vuoti di ogni contenuto rappresentativo : e , perciò , nessun elemento rappresentativo occorre per la loro formazione . B . Croce , Logica , p . 133 non si esce mai fuori della realtà e della storia Ibid . , p . 158 . Il pensiero , in quanto , anch ’ esso , vita ( e , cioè , quella vita che è pensiero , e , perciò , vita della vita ) , e anch ’ esso realtà ( e , cioè , quella realtà che è pensiero , e , perciò , realtà della realtà ) , ha in sé l ’ opposizione ; e , per questa ragione , è , insieme , affermazione e negazione ; non afferma se non negando , e non nega se non affermando . Ma non afferma e nega se non distinguendo , perché pensiero è distinzione ; e distinguere non si può ... se non unificando . Chi mediti sui nessi di affermazione - negazione e di unità - distinzione , ha innanzi il problema della natura del pensiero , anzi della natura della realtà : e finisce col vedere che quei due nessi non sono paralleli o disparati , ma si unificano , a loro volta , nell ’ unità - distinzione , intesa come realtà effettiva ... Ibid . , pp.69-70 Della vanità del tentativo avrebbe dovuto dare subito qualche sospetto la sua costante infecondità . Estetica , p . 126 .
FATTO DI POLITICA ITALIANA ( ROBERTO CANTALUPO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro eccellente amico Price , redattore politico di quel londinese Daily Mail che improvvisamente ci mostra un volto amico dopo anni di ostilità non celata , dopo anni di campagna giornalistica contro l ' affermazione dell ' Italia in Adriatico , ha avuto il piacere di lasciarsi dire dal Presidente italiano queste ( ed altre non meno definitive ) cose : « Era ben tempo che qualcuna di queste piccole nazioni balcaniche imparasse che l ' Italia non è uno Stato insignificante , di pochi milioni di abitanti , ma una grande Potenza , forte di una sua propria forza » . Questo discorso fatto ai minori con un linguaggio così preciso ha un valore doppio : ha , oltre quello intrinseco , anche il valore esterno di essere rivolto ad Atene , e quindi a qualunque altra nazione balcanica , attraverso un organo importante della opinione pubblica britannica : esso è perciò un discorso fatto in via pregiudiziale anche alle maggiori potenze , anche alle grandissime , anche insomma all ' Inghilterra . L ' abilità diplomatica del Presidente ha , oltre tutto , la caratteristica di essere un ' abilità non segreta : non segreta nella sostanza , non timida nelle manifestazioni . Questo uomo singolare e potente nomina le cose con il loro nome e definisce i propri sentimenti tali quali ; essi si definiscono entro di lui ; l ' intervista con Price è un documento insigne di diplomazia , come dire , scoperta ; noi seguiamo , modestamente , l ' esempio del nostro uomo di Stato . Andiamo al sodo : non è concepibile che il Governo rassegnatamente sopporti che la Lega delle Nazioni diventi lo strumento mediante il quale Potenze egemoniche possano impedire all ' Italia di affermarsi nel Mediterraneo orientale come grande Potenza alla quale deve essere tributato rispetto completo ed indiminuibile . Quando Mussolini dice che la Lega non è competente a giudicare questa circostanza solo apparentemente episodica , quando dimostra che nello statuto della Lega non è compreso il diritto della Lega stessa ad intervenire in casi nei quali una grande Potenza deve difendere il proprio prestigio ed il proprio onore , dice e dimostra che la Lega non deve costituire in mano altrui un ' arma per impedire il fatale sviluppo della politica italiana . E poiché egli è « l ' uomo che agisce nell ' Europa che chiacchiera » , dice queste cose definendo la linea teorica della nostra azione , e contemporaneamente le dimostra applicandole e praticandole . La lega , e per essa ed in essa le qualsiasi Potenze che vorrebbero giovarsene ai fini di una loro politica particolare , debbono rassegnarsi ad assistere alla nostra azione autonoma , debbono rinunciare ad intervenire contro l ' Italia e in difesa della Grecia ; la Lega questa volta non farà della politica , non farà la politica dei suoi più cospicui componenti . Premesso dunque che essa tende sostanzialmente a svolgere un ' azione che per il fatto stesso che si delinea fin da ora è già iniziata , ne deriva che la incompetenza sua è non solo giuridica ma anche morale e politica , ne deriva che un suo tentativo di intromissione sarebbe considerato dall ' Italia come illecito ; l ' Italia non si presterebbe , e potrebbe arrivare fino ad abbandonare la Lega , fino insomma all ' applicazione di qualunque misura che fosse necessaria a salvare l ' autonomia ed il prestigio italiano . Lo spirito pubblico nel nostro paese è in questa circostanza superbo ; la compattezza è completa ; i giornali di opposizione sono stretti intorno al Governo , non solo perché deliberatamente abbiano deciso di dare agli stranieri spettacolo di integrità nazionale , ma soprattutto ed è questo il risultato massimo degli otto mesi di governo di Mussolini perché non possono più spiritualmente sottrarsi all ' atmosfera patriottica creata dal Fascismo , perché il nazionalismo è in atto dal momento che l ' individuo si fonde nella collettività nazionale , perché non possono più concepire l ' onore della Patria diversamente da noi , perché insomma è avvenuta nello spirito degli oppositori almeno in questa circostanza la fatale conversione che sarà domani la loro nuova vita ; Mussolini cambia e redime l ' anima degli italiani ; Dio benedica e salvi sempre il maraviglioso missionario , restauratore della religione patria . Ora dico che la così detta « opinione pubblica » , che stavolta è spirito nazionale intatto e compatto , ha avvertito immediatamente che l ' episodio italo - greco ha una grande portata politica , è la circostanza nella quale l ' Italia , purché sia sola , purché non abbia aiuto straniero , purché non ricorra a mezzi di indiretta , artificiale e diplomatica pressione , purché adoperi la sola propria forma individuale e risolva la vertenza a beneficio del suo proprio onore soltanto e del suo proprio prestigio soltanto , purché insomma « da sola » imponga alla Grecia la sottomissione , risolleverà definitivamente il proprio prestigio e ristabilirà per lunghissimo tempo il peso reale della sua propria forza reale nel Mediterraneo orientale e nei Balcani . Questo il Presidente ha avvertito con rapidità fulminea , quale hanno solo gli uomini destinati a reggere e rendere felici e potenti i grandi popoli ; questo hanno avvertito con uguale rapidità tutti gli italiani , pervasi dal nuovo spirito di nazionalità resuscitato dalla commovente e giovanile paternità spirituale di Lui ; questa è diventata la volontà Sua ; noi non siamo con Mussolini , ma in Mussolini ; Egli non è con noi e per noi , ma è noi . Contro questa volontà unanime , cioè contro questa unanime certezza che la circostanza è definitiva per il ristabilimento del nostro prestigio orientale , si è destata l ' avversa ed opposta sensibilità orientale ed imperiale dell ' Inghilterra , la quale ricorre alla Lega non solo contro il pericolo inesistente di un conflitto , ma soprattutto contro il pericolo esistente e certo di una restaurazione inevitabile della forza italiana in Oriente . E l ' Inghilterra ricorre alla Lega , come allo strumento internazionale nel quale essa dispone di forza preponderante , perché la Lega regoli la vertenza estraneamente al nostro interesse maggiore e più vitale , la regoli insomma in modo che attraverso il componimento della vertenza l ' Italia non possa affermare la propria individualità di grande Potenza tra l ' Egeo e Costantinopoli . A questo punto la parola « incompetenza » non è che la classifica formale che noi diamo al tentativo di ingerenza della Lega pseudo internazionale , tentativo condotto in nome di una politica particolare e specifica . Appello alla Lega , no ; noi in una Lega che tentasse malgrado il nostro rifiuto di agire contro di noi , no . La soluzione di questa vertenza con gli assassini di Janina è un fatto di politica nazionale italiana , e come tale va risolto e come tale va chiuso dall ' Italia ed esclusivamente dall ' Italia .