StampaQuotidiana ,
Tra
le
cose
che
più
mi
offendono
in
questi
tempi
non
leggiadri
è
l
'
arroganza
pietosa
e
ridevole
arroganza
,
ma
arroganza
di
coloro
che
hanno
scelto
per
sé
l
'
ufficio
di
eccitatori
e
promotori
del
pensiero
,
della
letteratura
e
dell
'
arte
italiana
,
e
di
curatori
dell
'
esportazione
di
cotesti
prodotti
all
'
estero
,
e
della
loro
(
come
dicono
)
«
valorizzazione
»
per
fondare
l
'
«
Impero
spirituale
italiano
»
in
aggiunta
a
quello
economico
e
politico
,
o
nella
mancanza
provvisoria
di
quello
.
E
può
esservi
niente
di
più
offensivo
che
veder
considerati
e
trattati
come
merci
che
si
fabbrichino
i
nostri
più
delicati
e
gelosi
moti
interiori
,
le
opere
che
rispondono
ai
più
profondi
bisogni
dell
'
anima
nostra
,
quelle
opere
che
si
compiono
anzitutto
e
direttamente
per
noi
stessi
,
e
sono
come
le
religiose
preghiere
con
le
quali
ci
mettiamo
di
continuo
in
unità
col
passato
,
con
l
'
universo
,
con
Dio
?
Certo
,
quelle
opere
sono
insieme
opere
sociali
,
perché
la
vita
umana
è
comunione
;
ma
in
qual
modo
la
società
può
aiutarle
?
Solo
con
l
'
accompagnarle
simpaticamente
,
col
rispondere
alla
trepidazione
morale
con
la
trepidazione
morale
,
alla
finezza
intellettuale
con
la
finezza
intellettuale
,
all
'
ansia
della
ricerca
e
dell
'
attesa
con
l
'
ansia
e
l
'
attesa
;
e
questo
avviene
in
modo
eminente
in
certi
periodi
o
momenti
felici
,
nelle
«
età
d
'
oro
»
(
come
furono
denominate
)
delle
lettere
e
delle
arti
,
quando
pensatori
ed
artisti
ebbero
il
consenso
e
il
favore
di
principi
e
di
popoli
,
la
sveglia
curiosità
e
l
'
interessamento
generale
,
il
freno
e
il
pungolo
dell
'
acuita
sensibilità
estetica
,
perfino
i
palpiti
del
cuore
e
dell
'
intelligenza
femminile
.
E
,
certo
,
in
quelle
opere
è
una
forza
espansiva
,
e
,
se
esse
non
hanno
bisogno
del
mondo
,
il
mondo
ha
bisogno
di
esse
,
e
perciò
non
solo
si
allargano
a
tutto
il
popolo
in
mezzo
a
cui
sono
nate
,
ma
si
spargono
fuori
di
quel
popolo
,
nella
cultura
mondiale
;
e
,
quando
questo
non
accade
,
o
non
accade
con
la
rapidità
che
piacerebbe
e
nella
misura
che
gioverebbe
,
colpa
è
dei
popoli
e
delle
culture
pigre
e
chiuse
da
pregiudizi
,
ed
è
danno
di
questi
popoli
e
di
queste
culture
e
non
di
quelle
opere
,
che
,
come
si
è
detto
,
non
hanno
bisogno
di
loro
.
Se
io
godo
di
una
verità
di
cui
altri
non
gode
,
se
l
'
Italia
gode
di
un
vantaggio
mentale
a
cui
altri
popoli
non
partecipano
o
riluttano
a
partecipare
,
si
dica
un
po
'
:
chi
dovrebbe
darsi
maggior
sollecitudine
del
rimedio
,
io
o
gli
altri
,
l
'
Italia
o
gli
altri
popoli
?
L
'
affetto
per
le
idee
che
ci
sono
care
,
lo
zelo
per
le
sorti
della
verità
,
ci
potranno
muovere
ad
un
certo
apostolato
,
da
esercitare
tuttavia
con
modi
assai
diversi
e
con
ritenutezza
e
dignità
alquanto
maggiori
di
quelli
che
si
sogliono
adoperare
pel
collocamento
dei
prodotti
commerciali
dai
commessi
viaggiatori
.
Ma
l
'
apostolato
ha
i
suoi
limiti
,
non
solo
nel
predetto
decoro
da
osservare
,
ma
anche
nella
riflessione
che
ci
ammonisce
circa
la
difficoltà
e
la
scarsa
fecondità
di
inculcare
modi
di
pensiero
e
di
arte
,
dei
quali
non
sia
sorto
negli
altri
spontaneo
il
bisogno
o
almeno
un
qualche
desiderio
.
Non
si
può
fare
ingollare
a
forza
agli
altri
popoli
le
dottrine
che
giudichiamo
vere
,
le
poesie
che
sentiamo
belle
,
come
ai
bimbi
malati
e
restii
i
farmachi
e
i
cibi
.
Che
cosa
,
dunque
,
il
pensiero
e
la
letteratura
e
l
'
arte
italiana
potrebbero
chiedere
di
presente
?
Proprio
il
contrario
di
quello
che
a
loro
oggi
si
offre
;
perché
ogni
giorno
,
con
violenze
,
fattacci
,
parolacce
,
sghignazzamenti
,
parate
e
chiassate
,
con
l
'
esaltare
le
prodezze
ciclistiche
e
automobilistiche
e
aeroplanistiche
sopra
le
opere
del
cuore
,
della
fantasia
e
dell
'
intelletto
,
e
con
l
'
indurre
nei
giovani
il
disprezzo
per
queste
,
si
contrasta
la
formazione
dell
'
ambiente
a
loro
favorevole
o
si
viene
distruggendo
quell
'
ambiente
che
prima
c
'
era
in
Italia
.
Non
si
riuscirà
,
è
vero
,
a
distruggere
con
ciò
il
tenace
lavoro
degli
uomini
ben
disposti
,
degli
animi
gentili
,
delle
menti
alacri
e
critiche
e
caute
;
e
,
forse
,
rendendo
loro
«
difficile
»
la
vita
come
,
secondo
il
detto
che
corre
,
bisogna
fare
nei
riguardi
degli
avversari
,
lo
renderà
più
concentrato
e
fervido
,
e
più
eletto
;
e
questa
sarà
,
dunque
,
un
'
efficacia
benefica
,
se
pure
non
cercata
.
E
,
quanto
ai
servigi
che
gl
'
intellettuali
del
regime
promettono
e
si
apprestano
a
fornire
circa
la
propaganda
all
'
estero
e
il
collocamento
dei
prodotti
spirituali
italiani
,
è
il
caso
di
supplicare
queste
egregie
persone
,
che
non
ci
facciano
irridere
dagli
stranieri
come
goffi
provinciali
,
inviando
prodotti
intellettuali
e
artistici
col
lasciapassare
governativo
;
o
,
ammesse
in
loro
le
migliori
e
più
larghe
intenzioni
,
pregarle
di
astenersi
dalla
loro
fatica
,
la
quale
,
in
ogni
caso
,
sarà
superflua
.
Si
ridia
un
po
'
di
calma
interiore
all
'
Italia
;
si
consenta
che
alla
dissipazione
troppo
a
lungo
perdurante
succeda
il
raccoglimento
necessario
;
si
lasci
che
la
gente
,
costretta
ora
dall
'
urgente
dovere
a
occuparsi
di
politica
o
malamente
da
varie
seduzioni
distratta
,
torni
agli
studi
geniali
;
si
lasci
fare
agli
editori
di
libri
e
ai
mercanti
di
opere
d
'
arte
;
e
quella
divulgazione
e
collocamento
all
'
estero
si
otterrà
nel
miglior
modo
,
o
nel
solo
possibile
.
Che
i
predetti
«
valorizzatori
»
ed
«
esportatori
»
,
ignari
della
natura
e
del
modo
di
operare
delle
cose
spirituali
,
siano
parimenti
imperiti
di
quelle
più
particolarmente
italiane
,
e
quasi
estranei
alle
nostre
tradizioni
di
cultura
,
è
pur
troppo
vero
.
Anche
l
'
articolista
,
che
mi
ha
dato
accidentale
occasione
a
questa
protesta
,
dovrebbe
,
mi
sembra
,
imparare
un
po
'
più
di
quanto
egli
sa
della
storia
e
della
letteratura
italiana
;
e
,
per
esempio
,
non
chiamare
«
Risorgimento
»
il
«
Rinascimento
»
;
e
non
parlare
di
una
«
egemonia
»
culturale
italiana
nel
settecento
,
quando
l
'
egemonia
fu
inglese
e
francese
e
l
'
Italia
si
mise
a
quelle
scuole
forestiere
;
e
non
affermare
poi
,
contradicendosi
,
che
l
'
Italia
«
nel
settecento
esportò
più
canzonette
che
Principi
di
scienza
nuova
»
,
perché
allora
l
'
Italia
«
esportò
»
i
pensieri
di
Giannone
e
di
Filangieri
e
di
Verri
e
di
Beccaria
,
e
altre
cose
che
non
erano
canzonette
,
ma
degni
prodotti
italiani
del
movimento
impresso
da
francesi
e
inglesi
alla
nuova
cultura
europea
;
e
,
infine
,
non
dovrebbe
colpire
in
pieno
volto
la
verità
,
asserendo
che
«
la
guerra
ha
modificato
radicalmente
la
situazione
e
possiamo
constatare
come
una
vasta
ripresa
italiana
nel
campo
delle
arti
,
delle
lettere
e
delle
scienze
s
'
imponga
alla
considerazione
di
ogni
paese
»
,
perché
,
invece
,
l
'
Italia
ora
é
in
una
vera
condizione
di
miseria
:
miseria
che
è
da
temere
che
peggiorerà
,
quando
saranno
via
via
spariti
gli
uomini
elle
avevano
imparato
a
lavorare
nel
campo
intellettuale
e
artistico
in
tempi
men
vicini
e
più
propizi
.
StampaQuotidiana ,
23
agosto
1925
.
Caro
Direttore
,
Come
Ella
bene
ha
avvertito
,
non
è
il
caso
di
dar
peso
,
e
molto
meno
risposta
,
all
'
urlio
di
contumelie
che
,
come
per
uno
scatto
meccanico
,
si
leva
regolarmente
contro
di
me
ogni
volta
che
apro
la
bocca
e
qualunque
cosa
io
dica
.
Piuttosto
ci
sarebbe
questa
volta
da
meravigliarsi
che
gente
la
quale
professa
di
volere
la
grandezza
d
'
Italia
anche
nel
dominio
del
pensiero
e
dell
'
arte
,
si
rivolti
rabbiosamente
contro
un
vecchio
conoscitore
della
materia
,
che
mette
in
guardia
circa
le
illusioni
e
indica
la
via
necessaria
per
raggiungere
il
fine
desiderato
.
Da
quando
in
qua
si
usa
rivoltarsi
contro
il
medico
che
dà
il
suo
parere
?
Dico
il
medico
,
perché
,
fin
da
quando
ero
giovane
,
le
mie
diagnosi
e
prognosi
letterarie
erano
diventate
così
famose
per
la
loro
esattezza
e
sicurezza
tra
i
letterati
di
Napoli
,
che
mi
chiamavano
«
il
Don
Antonio
Cardarelli
della
letteratura
»
.
(
Per
notizia
alla
nuova
generazione
,
il
Cardarelli
è
il
capo
della
scuola
medica
napoletana
e
,
per
nostra
fortuna
,
vive
ancora
)
.
E
ora
,
con
l
'
accresciuta
esperienza
di
tanti
anni
,
sarebbe
strano
che
io
sbagliassi
la
diagnosi
di
un
'
infermità
culturale
dai
sintomi
così
aperti
e
chiari
quale
è
quella
che
affligge
l
'
Italia
presente
.
StampaQuotidiana ,
Si
è
inaugurato
in
questo
giorno
al
Pincio
un
busto
marmoreo
del
De
Sanctis
;
e
si
sono
recitati
discorsi
,
tra
i
quali
quello
del
Torraca
,
affettuoso
e
memore
scolaro
di
tanto
maestro
.
Alla
gente
che
ora
impera
,
ai
giovani
che
le
stanno
attorno
,
il
De
Sanctis
,
ora
,
purtroppo
,
non
dice
nulla
.
Lo
conoscono
appena
di
nome
,
ignorano
i
suoi
scritti
e
le
sue
opere
;
e
,
se
queste
si
mettessero
loro
dinanzi
,
non
ne
vorrebbero
sapere
.
Ce
ne
vorrà
perché
l
'
Italia
riaccolga
nel
suo
cuore
uomini
come
Francesco
de
Sanctis
e
Giosue
Carducci
,
e
tragga
dal
loro
esempio
vigore
pei
suoi
sentimenti
e
per
la
sua
vita
civile
e
politica
.
Ai
pochi
che
non
hanno
bisogno
di
ricollocarli
nelle
loro
anime
perché
vi
sono
stati
sempre
,
e
ora
più
vivi
e
più
cari
che
non
nel
passato
,
consiglierei
di
commemorare
in
questo
giorno
il
De
Sanctis
,
rileggendo
non
particolarmente
le
sue
pagine
di
critica
e
storia
letteraria
(
quantunque
,
a
dir
vero
,
egli
non
fu
mai
un
mero
letterato
e
critico
)
,
ma
i
suoi
scritti
politici
e
i
suoi
discorsi
,
dei
quali
io
detti
anni
addietro
una
larga
scelta
,
e
soprattutto
la
serie
degli
articoli
politici
che
pubblicò
nel
Diritto
tra
il
1877
e
il
1878
,
e
che
si
trovano
raccolti
in
volume
dal
Ferrarelli
.
Appartengono
questi
a
un
momento
critico
della
vita
italiana
,
quando
,
ottenuta
l
'
unità
,
ricongiunta
Roma
all
'
Italia
,
venuti
meno
,
perché
attuati
,
gli
ideali
chiari
e
semplici
del
Risorgimento
,
l
'
Italia
parve
smarrita
,
incapace
di
attendere
al
lavoro
ordinato
della
vita
di
pace
e
di
civile
educazione
e
di
progresso
.
L
'
avvento
della
Sinistra
al
potere
,
che
da
molti
era
stato
voluto
e
sentito
come
una
scossa
benefica
alla
giovane
nazione
,
che
,
cercando
nuove
vie
,
prendeva
a
guida
uomini
nuovi
;
quest
'
avvento
,
al
quale
il
De
Sanctis
aveva
assai
cooperato
,
si
convertì
presto
in
una
delusione
.
La
confusione
degli
spiriti
,
lo
scetticismo
,
la
fiacchezza
,
il
materialismo
,
il
fatalismo
parvero
accrescersi
.
Perché
?
Fu
allora
che
il
De
Sanctis
,
prima
che
uomo
di
partito
,
cittadino
devoto
e
uomo
di
alto
sentire
,
si
accinse
a
un
esame
di
coscienza
,
della
coscienza
nazionale
,
di
cui
ogni
uomo
degno
soffre
i
travagli
in
sé
stesso
come
della
sua
propria
coscienza
.
Ma
il
valore
di
quegli
scritti
non
è
contingente
,
perché
i
problemi
che
ora
si
dibattono
sono
quelli
che
risorgono
a
ogni
momento
,
e
più
gravi
nei
momenti
gravi
,
e
perché
la
conclusione
a
cui
conducono
,
è
quella
,
perpetua
,
che
addita
la
salute
nella
fede
,
e
perciò
nella
cultura
,
sola
genitrice
di
fede
schietta
nei
tempi
moderni
.
E
molte
cose
egli
diceva
allora
che
possono
ripetersi
ora
,
e
talune
prendono
aspetto
di
sicure
previsioni
,
che
il
corso
dei
fatti
ha
confermate
.
Donde
quella
depressa
condizione
dello
spirito
pubblico
?
«
Ci
entra
la
vecchia
Italia
,
l
'
Italia
della
decadenza
,
che
tutti
ancora
portiamo
nelle
ossa
;
e
ci
entra
la
rivoluzione
col
suo
sali
e
scendi
,
coi
suoi
sfrenati
appetiti
e
i
sùbiti
guadagni
;
e
ci
entra
l
'
accidia
,
e
il
disgusto
dei
buoni
con
quel
loro
quieto
vivere
e
lasciar
fare
;
e
ci
entra
pure
una
cultura
superficiale
e
viziata
,
che
ti
dà
della
scienza
conclusioni
tanto
più
micidiali
,
quanto
sono
meno
studiate
e
meno
comprese
le
premesse
.
«
Ci
vuol
poco
a
esser
profeta
.
L
'
Italia
,
se
non
ci
si
bada
,
cammina
a
gran
passi
verso
il
regno
dei
violenti
e
degli
ignoranti
,
con
tutte
quelle
conseguenze
che
insegna
la
storia
,
voglio
dire
con
quella
reazione
della
gente
onesta
,
tanto
poltrona
e
dormigliona
nella
sicurezza
,
quanto
feroce
e
reazionaria
nel
pericolo
.
Così
saremo
dei
buoni
latini
e
vivremo
nelle
convulsioni
periodiche
»
(
nel
giornale
il
Diritto
,
8
agosto
1877
)
.
Non
perdeva
mai
d
'
occhio
questo
pericolo
o
possibilità
della
reazione
.
Al
Bonghi
,
che
,
nello
sdegno
suscitato
in
Italia
per
l
'
attentato
del
Passannante
,
aveva
parlato
della
parte
che
nella
preparazione
d
'
atti
come
quelli
apportavano
certe
dottrine
insegnate
nelle
scuole
,
il
De
Sanctis
,
ministro
dell
'
istruzione
,
rispondeva
:
«
Signori
deputati
,
la
libertà
della
scienza
,
la
libertà
dell
'
insegnamento
,
la
libertà
del
pensiero
,
credetelo
a
me
,
non
hanno
niente
a
vedere
in
questa
discussione
.
Io
negherei
l
'
Italia
se
dovessi
temere
che
venisse
un
giorno
così
infausto
da
poter
mettere
in
pericolo
conquiste
,
le
quali
rimontano
a
molti
secoli
,
e
che
hanno
i
nostri
più
grandi
scrittori
a
fautori
:
la
libertà
del
pensiero
.
«
Io
non
posso
credere
che
l
'
on
.
Bonghi
voglia
portare
troppo
innanzi
quello
che
ha
detto
ora
.
Io
non
credo
alla
reazione
;
ma
,
badiamo
,
le
reazioni
non
si
presentano
con
la
loro
faccia
;
e
,
quando
la
prima
volta
la
reazione
ci
viene
a
far
visita
,
non
dice
:
Io
sono
la
Reazione
.
«
Consultate
un
po
'
le
storie
;
tutte
le
reazioni
sono
venute
con
questo
linguaggio
:
che
è
necessaria
la
vera
libertà
,
che
bisogna
ricostituire
l
'
ordine
morale
,
che
bisogna
difendere
la
monarchia
dalle
minoranze
.
Sono
questi
i
luoghi
comuni
(
ormai
la
storia
la
sappiamo
tutti
)
,
sono
questi
i
luoghi
comuni
,
coi
quali
si
affaccia
la
reazione
»
(
Atti
parlamentari
,
Camera
dei
Deputati
,
10
dicembre
1878
)
.
Scriveva
sullo
stesso
argomento
;
«
L
'
Italia
è
nazione
parlamentare
nelle
istituzioni
,
ma
non
ancora
nel
carattere
,
nelle
abitudini
,
nell
'
educazione
.
Il
bello
edificio
è
sovrapposto
a
una
base
guasta
da
secoli
.
Perciò
le
nostre
istituzioni
,
ancora
così
giovani
,
danno
i
frutti
della
decadenza
.
La
politica
è
trattata
come
un
mestiere
da
cui
si
lucrano
onori
e
guadagni
,
e
i
buoni
si
disgustano
e
i
ribaldi
si
fanno
innanzi
.
E
,
quello
che
è
peggio
,
questi
fatti
si
trovano
naturali
e
sono
stimati
effetti
delle
stesse
istituzioni
parlamentari
e
si
ride
di
quelli
che
ne
pigliano
scandalo
.
Quelle
istituzioni
che
noi
credevamo
panacea
miracolosa
a
tutte
le
corruzioni
dei
governi
dispotici
,
ora
siamo
a
questo
ch
'
elle
sono
tenute
causa
promotrice
di
tutte
le
corruzioni
.
E
quando
un
grosso
scandalo
succede
,
sento
dire
:
Che
volete
?
è
la
conseguenza
naturale
delle
istituzioni
parlamentari
.
Al
contrario
,
io
ho
la
ferma
convinzione
che
queste
istituzioni
,
se
non
possono
fare
i
miracoli
che
noi
ce
ne
attendevamo
,
sono
altamente
moralizzatrici
,
quando
siano
praticate
con
sincerità
e
nel
loro
spirito
.
Le
lotte
parlamentari
creano
i
caratteri
,
infondono
coraggio
e
iniziativa
,
producono
un
grande
sviluppo
di
forze
,
e
la
forza
è
la
base
della
moralità
:
di
bontà
negative
e
passive
non
so
che
farmene
.
Se
il
paese
è
fiacco
,
abbiamo
il
monopolio
politico
dei
più
sfrontati
e
dei
meno
capaci
;
la
forza
ristretta
in
pochi
è
disordine
sociale
e
corruzione
.
Ma
il
nostro
paese
non
è
fiacco
,
è
troppo
paziente
,
troppo
longanime
.
Viene
il
giorno
della
collera
,
quando
non
se
ne
può
più
,
e
la
misura
è
colma
e
io
temo
quei
rimedi
tardivi
e
violenti
che
si
chiamano
reazione
,
e
per
fin
di
bene
fanno
molto
male
.
Voglio
la
resistenza
giorno
per
giorno
,
ciò
che
è
difficile
,
ma
che
è
pur
necessario
...
»
(
nel
Diritto
,
9-10
settembre
1877
)
.
Queste
e
altre
cose
sono
da
rileggere
e
meditare
negli
scritti
politici
del
De
Sanctis
,
ancorché
la
rilettura
sia
per
darci
un
senso
di
mortificazione
e
di
rimorso
,
dimostrandoci
che
fummo
poco
cauti
e
non
bene
ascoltammo
le
voci
ammonitrici
di
uomini
nei
quali
era
viva
la
coscienza
dei
pericoli
intrinseci
alla
società
italiana
,
da
essi
portata
a
vita
di
libertà
.
Ma
le
generazioni
,
come
gl
'
individui
,
imparano
di
solito
a
proprie
spese
;
e
solo
lentamente
,
e
dopo
molti
strappi
dolorosi
e
restituzioni
faticose
,
si
forma
in
un
popolo
la
tradizione
storica
,
atta
a
sorreggerlo
.
StampaPeriodica ,
La
sera
,
la
più
grande
felicità
è
di
girellare
,
di
ciondolare
sui
marciapiedi
caramellati
di
sole
.
Per
le
vie
centrali
,
in
mercato
,
per
i
vicoli
spopolati
.
Intorno
alla
Piazza
del
Duomo
si
scende
e
si
sale
come
nei
sogni
;
a
ogni
voltata
s
'
incappa
in
un
laberinto
,
ma
si
trova
sempre
un
'
uscita
fiancheggiata
d
'
archi
,
d
'
urne
di
marmo
,
e
di
fior
di
camelie
.
Finché
si
sbocca
nel
Corso
Umberto
I
dov
'
è
quell
'
altissima
palma
a
ridosso
a
una
casa
gialla
,
e
le
due
signorine
affacciate
alla
finestra
per
respirare
un
caldo
odor
di
gaggìa
e
di
mimosa
.
A
Pistoia
la
notte
è
muta
e
casta
.
Le
belle
ragazze
che
il
giorno
portano
in
giro
l
'
eleganza
ardente
delle
loro
membra
amorose
,
respirano
con
innocenza
nel
tranquillo
sonno
.
E
anche
la
città
dorme
,
così
,
distesa
,
nella
pacifica
vastità
del
piano
e
del
cielo
,
appoggiata
all
'
origliere
di
neve
dell
'
Abetone
.
Soltanto
la
corsa
e
l
'
ansimo
incessante
dei
treni
diretti
al
sud
,
al
nord
,
al
fronte
turba
la
grande
pace
come
un
sogno
troppo
avventuroso
.
StampaQuotidiana ,
Sono
andato
a
trovare
Benedetto
Croce
e
l
'
ho
distolto
,
per
un
istante
,
dagli
studi
ai
quali
è
intento
,
con
la
mia
curiosità
giornalistica
.
Gli
ho
domandato
:
Avete
letto
nei
giornali
le
rinnovate
discussioni
sul
liberalismo
e
sul
fascismo
,
sulla
ragione
d
'
essere
dell
'
uno
e
dell
'
altro
e
sui
loro
possibili
rapporti
?
Non
vi
pare
che
la
disputa
sia
proceduta
con
molta
confusione
?
Voi
,
che
ve
ne
state
in
disparte
,
dovreste
,
con
la
solita
lucidezza
di
concetti
,
schiarire
i
termini
in
disputa
e
,
insomma
,
dirci
il
vostro
avviso
.
Caro
Dell
'
Erba
,
ci
conosciamo
da
tanti
anni
che
non
vi
dorrete
se
vi
dico
che
la
vostra
domanda
non
tanto
mi
lusinga
per
la
sua
cortese
intenzione
quanto
mi
ferisce
in
una
mia
idea
prediletta
.
Io
ho
sempre
dichiarato
ridicola
la
figura
del
filosofo
che
,
spontaneo
o
invitato
,
si
fa
,
in
nome
della
filosofia
e
della
scienza
,
a
pronunziare
sentenze
su
questioni
politiche
.
Ridicola
e
anche
un
po
'
odiosa
,
perché
vi
è
della
prepotenza
in
quel
salto
dall
'
una
all
'
altra
competenza
,
dalla
sfera
del
pensiero
e
della
critica
all
'
altra
della
pratica
e
dell
'
azione
.
Su
questioni
politiche
e
di
azione
vi
risponderà
in
modo
certo
più
interessante
chi
si
sente
Achille
in
seno
che
non
io
che
,
tutt
'
al
più
,
ho
Aristotele
in
seno
.
Ma
ciò
che
vi
domando
riguarda
appunto
una
questione
,
diciamo
così
,
filosofica
,
ossia
la
più
esatta
definizione
del
liberalismo
e
del
suo
ufficio
proprio
,
della
virtù
o
del
difetto
dello
Stato
liberale
.
È
,
permettetemi
,
una
falsa
questione
filosofica
,
giacché
,
per
chi
guarda
con
occhio
di
filosofo
e
di
storico
,
tutti
gli
Stati
sono
sempre
un
unico
Stato
,
tutti
i
governi
un
unico
governo
:
quello
di
un
gruppo
che
domina
e
perciò
governa
la
maggioranza
;
e
tutti
,
finché
durano
,
adempiono
a
un
'
utilità
,
anzi
alla
maggiore
utilità
possibile
nel
momento
dato
;
e
discernere
volta
per
volta
quale
questa
utilità
sia
stata
è
,
appunto
,
opera
dello
storico
,
nel
tempo
in
cui
è
dato
far
la
storia
di
un
moto
giunto
a
compimento
o
ad
esaurimento
.
Le
forme
politiche
sono
astrazioni
dei
teorici
,
e
per
questa
ragione
esse
riescono
indifferenti
,
così
allo
storico
che
non
guarda
mai
alla
astratta
forma
,
ma
alla
sostanza
,
ossia
alla
forma
riempita
e
concreta
,
come
,
in
altro
senso
,
sono
indifferenti
all
'
uomo
di
azione
,
che
le
considera
pregiudizi
più
o
meno
rispettabili
.
Le
forme
degli
stati
e
gli
effettivi
governi
vengono
disciolte
e
sostituite
non
da
una
critica
teorica
che
si
eserciti
su
di
loro
,
ma
dalla
presenza
e
dall
'
azione
di
altri
gruppi
che
rappresentano
o
fanno
sperare
una
maggiore
e
migliore
utilità
sociale
.
Se
volete
mettere
questa
tesi
in
forma
negativa
,
ricordatevi
di
Matteo
Visconti
,
che
,
scacciato
da
Milano
,
se
ne
stava
tranquillo
a
pescare
sul
lago
di
Garda
,
e
a
un
milanese
che
gli
domandava
quando
avrebbe
ripigliato
il
dominio
di
Milano
,
rispondeva
serenamente
:
«
Quando
la
somma
delle
bestialità
di
coloro
che
ora
governano
,
avrà
superata
quella
delle
bestialità
commesse
da
me
»
.
Sicché
?
Fate
voi
l
'
applicazione
ai
casi
presenti
,
e
lasciate
che
aggiunga
che
non
mi
sembra
facile
superare
tanto
presto
la
somma
delle
bestialità
commesse
in
Italia
,
nei
primi
anni
del
dopo
guerra
.
Nel
fatto
,
dunque
,
non
esiste
ora
una
questione
di
liberalismo
e
di
fascismo
,
ma
solo
una
questione
di
forze
politiche
.
Dove
sono
le
forze
che
possano
,
ora
,
fronteggiare
o
prendere
la
successione
del
governo
presente
?
Io
non
le
vedo
.
Noto
invece
grande
paura
di
un
eventuale
ritorno
alla
paralisi
parlamentare
del
1922
.
Per
un
tale
effetto
,
nessuno
,
che
abbia
senno
,
augura
un
cangiamento
.
Ma
voi
,
personalmente
,
accettate
o
no
l
'
idealità
liberale
?
Non
so
quanto
possa
importare
di
conoscere
quel
che
io
accetto
(
io
che
ho
Aristotele
e
non
Achille
in
seno
)
nelle
cose
della
politica
.
Ma
,
se
vi
fa
piacere
saperlo
,
vi
dirò
che
io
,
personalmente
,
sono
e
non
saprei
non
essere
liberale
.
Perché
?
Non
per
deduzioni
filosofiche
o
teoriche
,
che
ho
già
escluse
dalla
considerazione
politica
;
ma
,
direi
,
allo
stesso
modo
che
mi
sento
napoletano
o
borghese
meridionale
.
Tutto
il
mio
essere
intellettuale
e
morale
è
venuto
fuori
dalla
tradizione
liberale
del
Risorgimento
.
E
come
può
non
sentirsi
liberale
chi
si
è
forviato
nel
primo
cinquantennio
della
nuova
Italia
unitaria
e
liberale
,
e
ha
respirato
in
quell
'
aria
,
e
si
è
giovato
di
quelle
iniziative
,
di
quei
contrasti
,
di
quel
rapido
accrescimento
e
ammodernamento
della
vita
italiana
?
Sicché
io
,
rinunziando
a
difendere
il
liberalismo
(
come
qualsiasi
altro
partito
politico
)
con
argomenti
teorici
,
tanto
più
lo
asserisco
come
una
mia
realtà
di
sentimento
e
di
volontà
.
Anzi
,
non
ho
bisogno
,
per
mio
conto
,
di
difenderlo
,
cioè
di
appoggiarlo
a
cattivi
ragionamenti
e
a
sofismi
.
E
auguro
di
cuore
che
i
liberali
italiani
,
ripigliando
coscienza
della
loro
migliore
tradizione
,
restaurino
il
partito
liberale
,
ridandogli
quell
'
elevato
carattere
etico
,
che
ebbe
nella
sua
forma
originaria
;
e
in
questa
esigenza
etica
,
nella
devozione
alla
patria
,
trovino
il
modo
di
risanare
le
scissioni
,
che
non
solo
li
indeboliscono
,
ma
li
pervertono
.
Non
c
'
è
contraddizione
tra
questa
vostra
fede
liberale
e
l
'
accettazione
e
giustificazione
che
mi
avete
data
del
fascismo
?
Nessuna
contraddizione
.
Se
i
liberali
non
hanno
avuto
la
forza
e
la
virtù
di
salvare
l
'
Italia
dall
'
anarchia
in
cui
si
dibatteva
,
debbono
dolersi
di
sé
medesimi
,
recitare
il
mea
culpa
,
e
intanto
accettare
e
riconoscere
il
bene
da
qualunque
parte
sia
sorto
,
e
prepararsi
per
l
'
avvenire
.
Questo
il
loro
dovere
.
Ma
non
credo
che
essi
abbiano
l
'
altro
dovere
di
diventare
«
fascisti
»
,
cioè
di
vestire
la
personalità
di
uomini
che
hanno
altro
temperamento
,
hanno
percorso
diversa
esperienza
,
e
appartengono
in
gran
numero
alla
generazione
più
giovane
.
Sarebbero
cattivi
fascisti
,
perché
fascisti
in
cattiva
coscienza
,
laddove
possono
essere
buoni
liberali
e
rendere
utili
servigi
all
'
Italia
nel
presente
e
nell
'
avvenire
.
StampaQuotidiana ,
Ho
accennato
al
Croce
la
lugubre
visione
di
alcuni
che
considerano
assai
pericoloso
il
momento
politico
-
elettorale
,
al
quale
ci
avviciniamo
.
Pericoloso
?
(
mi
ha
risposto
)
.
Non
mi
pare
.
E
certamente
non
mi
pare
che
sia
più
pericoloso
di
altri
che
abbiamo
vissuti
da
un
decennio
in
qua
.
Del
resto
,
la
mia
capacità
di
commozioni
si
è
assai
attutita
dopo
il
novembre
del
1917
.
Niente
di
quanto
è
accaduto
poi
,
mi
è
parso
degno
di
muovermi
nelle
più
intime
fibre
come
l
'
irruzione
dello
straniero
in
Italia
:
tutto
mi
è
parso
lieve
a
sopportare
,
riportandomi
a
quel
termine
di
confronto
.
Ma
che
cosa
prevede
circa
l
'
effetto
del
prossimo
movimento
elettorale
?
Lascio
le
previsioni
a
chi
si
diletta
a
questa
sorta
di
giuoco
,
e
formo
invece
un
augurio
:
l
'
augurio
che
sia
largamente
sentita
la
necessità
di
non
compromettere
l
'
opera
intrapresa
di
restaurazione
politica
.
Il
governo
presente
,
col
fatto
,
come
i
precedenti
col
desiderio
e
col
lamento
,
fa
intendere
che
non
si
può
governare
senza
una
maggioranza
,
e
chiede
che
il
paese
gli
dia
una
compatta
maggioranza
.
Bisogna
procurare
di
dargliela
.
Pure
,
il
nuovo
sistema
elettorale
sembra
ad
alcuni
cercar
di
desumere
dagli
atti
del
fascismo
la
filosofia
,
o
almeno
la
tendenza
morale
nuova
,
che
si
dice
implicita
in
esso
,
e
,
quantunque
abbia
qualche
pratica
e
qualche
abilità
in
coteste
analisi
e
sintesi
logiche
,
in
coteste
riduzioni
ai
principi
,
questa
volta
non
sono
venuto
a
capo
di
nulla
.
Temo
che
il
nuovo
pensiero
non
ci
sia
,
e
credo
che
non
ci
sia
perché
non
possa
esserci
.
Insomma
,
Ella
,
piuttosto
che
alle
ideologie
,
guarda
alla
novità
dei
fatti
.
E
ciò
particolarmente
trattandosi
di
giovani
...
Proprio
così
.
E
la
gioventù
è
bella
e
feconda
di
bene
.
Vorrei
concludere
:
«
Peccato
non
essere
tutti
giovani
!
»
,
se
non
avvertissi
che
questa
sarebbe
un
'
esclamazione
rettorica
.
Ci
vuole
,
al
mondo
,
il
giovane
e
il
non
giovane
:
ci
vuole
l
'
impeto
e
la
riflessione
,
e
non
bisogna
temere
che
l
'
una
cosa
sia
per
nuocere
all
'
altra
.
StampaQuotidiana ,
Ho
chiesto
al
senatore
Croce
il
permesso
di
pubblicare
una
nostra
conversazione
sugli
attuali
avvenimenti
politici
italiani
.
Il
Croce
si
è
mostrato
dapprima
restio
,
e
per
persuadermi
mi
ha
detto
:
Nella
mia
qualità
di
letterato
sono
costretto
a
scrivere
molto
ed
anche
a
polemizzare
in
difesa
delle
mie
idee
.
Non
voglio
aumentare
la
somma
del
mio
scrivere
e
parlare
,
occupandomi
anche
degli
avvenimenti
politici
del
giorno
,
per
quanto
gravi
e
importanti
come
gli
attuali
.
Ma
io
ho
insistito
.
La
parola
di
un
uomo
di
alto
intelletto
e
di
grande
autorità
come
il
Croce
può
giovare
non
poco
in
questo
momento
,
e
aiutare
il
fascismo
a
trovare
la
strada
buona
nel
supremo
interesse
della
patria
.
Ed
egli
ha
finito
per
cedere
.
Voi
sapete
mi
ha
detto
il
Croce
che
io
ho
sempre
sostenuto
che
il
movimento
fascistico
fosse
sterile
di
nuove
istituzioni
,
incapace
di
plasmare
,
come
i
suoi
pubblicisti
vantavano
,
un
nuovo
tipo
di
Stato
.
Perciò
esso
non
poteva
e
non
doveva
essere
altro
,
a
mio
parere
,
che
un
ponte
di
passaggio
per
la
restaurazione
di
un
più
severo
regime
liberale
,
nel
quadro
di
uno
Stato
più
forte
.
Doveva
rinunziare
a
inaugurare
una
nuova
epoca
storica
,
conforme
ai
suoi
vanti
;
ma
poteva
ben
soddisfarsi
della
non
piccola
gloria
di
ridare
tono
e
vigore
alla
vita
politica
italiana
,
cogliendo
,
per
merito
dei
già
combattenti
,
il
miglior
frutto
della
guerra
.
Per
altro
,
questo
vostro
giudizio
fu
vivamente
contrastato
.
Già
,
e
i
giornali
fascisti
si
misero
alla
ricerca
di
quello
che
era
o
doveva
essere
l
'
ideale
proprio
del
fascismo
,
il
nuovo
Stato
fascistico
,
le
nuove
originali
sue
istituzioni
,
e
via
dicendo
.
Chiacchierarono
molto
,
ma
dettero
,
in
via
negativa
,
la
conferma
della
giustezza
del
mio
giudizio
,
che
era
poi
il
giudizio
del
buon
senso
.
Cosicché
voi
ritenete
che
i
recenti
avvenimenti
lo
abbiano
convalidato
?
È
accaduto
quel
che
dice
il
noto
«
latinorum
»
,
che
voglio
risparmiarvi
:
cioè
che
i
fati
conducono
il
volenteroso
e
trascinano
chi
non
vuole
.
Quel
che
non
era
stato
possibile
iniziare
con
savia
preveggenza
e
dando
prova
di
moderazione
,
è
stato
imposto
da
una
sollevazione
della
pubblica
coscienza
innanzi
a
un
orribile
delitto
.
Delitto
che
,
come
gli
altri
delitti
di
quella
sorta
,
sconvolge
e
ferisce
il
nostro
cuore
umano
,
ma
che
ha
poi
come
tutti
hanno
sentito
qualche
cosa
di
specificamente
politico
,
essendo
significativo
di
un
errato
indirizzo
,
che
nel
suo
estremo
porta
a
conseguenze
come
queste
.
Come
intendete
questa
connessione
?
In
un
modo
semplicissimo
.
Poiché
il
fascismo
non
è
in
grado
di
creare
un
nuovo
assetto
costituzionale
e
giuridico
che
sostituisca
l
'
assetto
del
liberalismo
,
deve
reggersi
con
quegli
stessi
procedimenti
violenti
con
cui
è
sorto
,
perpetuando
ciò
che
doveva
essere
occasionale
e
transitorio
.
E
nella
serie
di
questi
procedimenti
violenti
non
si
può
determinare
esattamente
a
qual
punto
ci
si
debba
fermare
.
Le
ingiurie
e
le
violenze
appartengono
a
una
stessa
serie
e
trapassano
le
une
nelle
altre
per
gradazioni
più
o
meno
sensibili
.
Abbiamo
udito
quel
che
dicevano
alcuni
fascisti
:
«
Queste
cose
non
sono
certamente
belle
,
appartengono
alle
passività
del
fascismo
;
ma
di
fronte
c
'
è
l
'
attività
,
il
mantenimento
del
fascismo
stesso
come
salute
d
'
Italia
»
.
E
vi
sembra
che
vi
siano
segni
di
un
ritorno
al
regime
liberale
?
Non
si
poteva
aspettare
,
e
neppure
desiderare
,
che
il
fascismo
cadesse
a
un
tratto
.
Esso
non
è
stato
un
infatuamento
o
un
giochetto
.
Ha
risposto
a
seri
bisogni
e
ha
fatto
molto
di
buono
,
come
ogni
animo
equo
riconosce
.
Si
avanzò
col
consenso
e
tra
gli
applausi
della
nazione
.
Sicché
,
per
una
parte
,
c
'
è
,
ora
,
nello
spirito
pubblico
,
il
desiderio
di
non
lasciar
disperdere
i
benefici
del
fascismo
,
e
di
non
tornare
alla
fiacchezza
e
all
'
inconcludenza
che
lo
avevano
preceduto
;
e
dall
'
altra
,
c
'
è
il
sentimento
che
gl
'
interessi
creati
dal
fascismo
,
anche
quelli
non
lodevoli
e
non
benefici
,
sono
pur
una
realtà
di
fatto
,
e
non
si
può
dissiparla
soffiandovi
sopra
.
Bisogna
,
dunque
,
dare
tempo
allo
svolgersi
del
processo
di
trasformazione
.
Questo
il
significato
del
prudente
e
patriottico
voto
del
Senato
.
A
proposito
.
C
'
è
chi
si
dice
alquanto
meravigliato
del
voto
,
dato
da
voi
,
favorevole
all
'
ordine
del
giorno
di
fiducia
,
essendo
noti
i
vostri
convincimenti
,
che
anche
ora
riaffermate
.
Vi
sono
voti
che
si
danno
come
di
slancio
ed
altri
che
si
danno
dopo
avere
lungamente
ponderato
il
pro
e
il
contra
:
voti
di
entusiasmo
e
voti
di
dovere
.
Per
me
,
e
credo
per
moltissimi
altri
senatori
,
quel
voto
di
fiducia
è
stato
un
voto
di
dovere
.
Anche
i
più
gravi
discorsi
degli
oppositori
,
come
quelli
dell
'
Albertini
e
dell
'
Abbiate
,
sembravano
indicarci
la
via
media
,
a
cui
ci
siamo
attenuti
,
reprimendo
le
nostre
tendenze
personali
.
Voi
parlate
di
un
processo
di
trasformazione
del
fascismo
,
che
si
è
iniziato
,
e
che
la
libera
stampa
deve
spingere
innanzi
;
ma
non
vi
pare
che
,
piuttosto
che
di
trasformazione
,
si
debba
parlare
,
in
questo
caso
,
di
dissoluzione
del
fascismo
?
Ciò
dipenderà
dalla
saggezza
e
dalla
intelligenza
e
dalla
volontà
dei
migliori
componenti
del
fascismo
.
Se
essi
comprenderanno
l
'
ineluttabilità
del
ritorno
al
regime
liberale
,
sapranno
salvare
il
fascismo
come
un
elemento
forte
e
salutare
della
futura
gara
politica
.
E
avranno
distrutto
un
labile
fascismo
dittatorio
per
crearne
uno
duraturo
.
Credete
che
questo
processo
di
dissoluzione
o
di
trasformazione
sarà
rapido
?
Chi
può
dirlo
?
L
'
imprevedibile
può
accelerarlo
o
ritardarlo
.
E
poi
in
Italia
c
'
è
,
ora
,
scarsezza
di
uomini
politici
;
e
questo
è
un
serio
impaccio
.
Scarsezza
?
Non
mai
,
come
negli
ultimi
anni
,
si
sono
richiesti
e
si
sono
avuti
dalle
Camere
tanti
ministri
e
tanti
sottosegretari
di
Stato
.
È
una
vera
età
ferace
di
uomini
politici
nuovi
...
Nuovi
:
dite
bene
,
e
la
vostra
ironia
è
a
posto
.
Io
parlavo
dei
non
nuovi
,
dei
vecchi
.
Se
la
gente
ha
provato
tanta
antipatia
contro
i
nuovi
ricchi
,
i
ricchi
improvvisati
,
consentite
a
me
di
provare
qualche
diffidenza
verso
l
'
altro
prodotto
del
dopo
guerra
,
verso
i
nuovi
politici
improvvisati
.
Le
elezioni
del
'19
,
e
peggio
ancora
quelle
del
'24
,
hanno
privato
la
vita
politica
italiana
di
un
gran
numero
di
uomini
esperti
,
di
fedeli
servitori
dello
Stato
,
che
non
si
sa
come
sostituire
,
e
che
bisognerebbe
richiamare
...
Il
Croce
ha
continuato
:
Ne
volete
una
prova
?
Io
sono
stato
nel
gabinetto
Giolitti
nel
'20-'21
,
e
rivedo
in
immaginazione
il
tavolino
intorno
al
quale
sedevamo
.
Lo
rivedo
;
e
che
cosa
vedo
?
Otto
dico
otto
di
quei
ministri
,
ancora
validi
,
o
addirittura
ancora
giovani
,
e
tutti
provetti
parlamentari
,
non
appartengono
più
alla
Camera
.
Otto
:
il
Facta
,
il
Meda
,
il
Bonomi
,
l
'
Alessio
,
il
Raineri
,
il
Fera
,
Luigi
Rossi
ed
il
Peano
.
Il
quale
ultimo
,
esso
solo
,
è
passato
al
Senato
.
Non
vi
pare
che
ciò
debba
dare
alquanto
da
pensare
?
l
'
Italia
così
ricca
di
uomini
capaci
,
da
far
getto
di
questi
?
StampaPeriodica ,
La
casa
che
vedo
da
letto
in
faccia
alla
finestra
di
camera
mia
,
al
sorger
del
sole
s
'
imporpora
a
poco
a
poco
come
la
guancia
di
una
giovinetta
che
uno
sguardo
turba
.
StampaPeriodica ,
Quei
concetti
sono
astratti
,
appunto
perché
vuoti
di
ogni
contenuto
rappresentativo
:
e
,
perciò
,
nessun
elemento
rappresentativo
occorre
per
la
loro
formazione
.
B
.
Croce
,
Logica
,
p
.
133
non
si
esce
mai
fuori
della
realtà
e
della
storia
Ibid
.
,
p
.
158
.
Il
pensiero
,
in
quanto
,
anch
esso
,
vita
(
e
,
cioè
,
quella
vita
che
è
pensiero
,
e
,
perciò
,
vita
della
vita
)
,
e
anch
esso
realtà
(
e
,
cioè
,
quella
realtà
che
è
pensiero
,
e
,
perciò
,
realtà
della
realtà
)
,
ha
in
sé
l
opposizione
;
e
,
per
questa
ragione
,
è
,
insieme
,
affermazione
e
negazione
;
non
afferma
se
non
negando
,
e
non
nega
se
non
affermando
.
Ma
non
afferma
e
nega
se
non
distinguendo
,
perché
pensiero
è
distinzione
;
e
distinguere
non
si
può
...
se
non
unificando
.
Chi
mediti
sui
nessi
di
affermazione
-
negazione
e
di
unità
-
distinzione
,
ha
innanzi
il
problema
della
natura
del
pensiero
,
anzi
della
natura
della
realtà
:
e
finisce
col
vedere
che
quei
due
nessi
non
sono
paralleli
o
disparati
,
ma
si
unificano
,
a
loro
volta
,
nell
unità
-
distinzione
,
intesa
come
realtà
effettiva
...
Ibid
.
,
pp.69-70
Della
vanità
del
tentativo
avrebbe
dovuto
dare
subito
qualche
sospetto
la
sua
costante
infecondità
.
Estetica
,
p
.
126
.
StampaQuotidiana ,
Il
nostro
eccellente
amico
Price
,
redattore
politico
di
quel
londinese
Daily
Mail
che
improvvisamente
ci
mostra
un
volto
amico
dopo
anni
di
ostilità
non
celata
,
dopo
anni
di
campagna
giornalistica
contro
l
'
affermazione
dell
'
Italia
in
Adriatico
,
ha
avuto
il
piacere
di
lasciarsi
dire
dal
Presidente
italiano
queste
(
ed
altre
non
meno
definitive
)
cose
:
«
Era
ben
tempo
che
qualcuna
di
queste
piccole
nazioni
balcaniche
imparasse
che
l
'
Italia
non
è
uno
Stato
insignificante
,
di
pochi
milioni
di
abitanti
,
ma
una
grande
Potenza
,
forte
di
una
sua
propria
forza
»
.
Questo
discorso
fatto
ai
minori
con
un
linguaggio
così
preciso
ha
un
valore
doppio
:
ha
,
oltre
quello
intrinseco
,
anche
il
valore
esterno
di
essere
rivolto
ad
Atene
,
e
quindi
a
qualunque
altra
nazione
balcanica
,
attraverso
un
organo
importante
della
opinione
pubblica
britannica
:
esso
è
perciò
un
discorso
fatto
in
via
pregiudiziale
anche
alle
maggiori
potenze
,
anche
alle
grandissime
,
anche
insomma
all
'
Inghilterra
.
L
'
abilità
diplomatica
del
Presidente
ha
,
oltre
tutto
,
la
caratteristica
di
essere
un
'
abilità
non
segreta
:
non
segreta
nella
sostanza
,
non
timida
nelle
manifestazioni
.
Questo
uomo
singolare
e
potente
nomina
le
cose
con
il
loro
nome
e
definisce
i
propri
sentimenti
tali
quali
;
essi
si
definiscono
entro
di
lui
;
l
'
intervista
con
Price
è
un
documento
insigne
di
diplomazia
,
come
dire
,
scoperta
;
noi
seguiamo
,
modestamente
,
l
'
esempio
del
nostro
uomo
di
Stato
.
Andiamo
al
sodo
:
non
è
concepibile
che
il
Governo
rassegnatamente
sopporti
che
la
Lega
delle
Nazioni
diventi
lo
strumento
mediante
il
quale
Potenze
egemoniche
possano
impedire
all
'
Italia
di
affermarsi
nel
Mediterraneo
orientale
come
grande
Potenza
alla
quale
deve
essere
tributato
rispetto
completo
ed
indiminuibile
.
Quando
Mussolini
dice
che
la
Lega
non
è
competente
a
giudicare
questa
circostanza
solo
apparentemente
episodica
,
quando
dimostra
che
nello
statuto
della
Lega
non
è
compreso
il
diritto
della
Lega
stessa
ad
intervenire
in
casi
nei
quali
una
grande
Potenza
deve
difendere
il
proprio
prestigio
ed
il
proprio
onore
,
dice
e
dimostra
che
la
Lega
non
deve
costituire
in
mano
altrui
un
'
arma
per
impedire
il
fatale
sviluppo
della
politica
italiana
.
E
poiché
egli
è
«
l
'
uomo
che
agisce
nell
'
Europa
che
chiacchiera
»
,
dice
queste
cose
definendo
la
linea
teorica
della
nostra
azione
,
e
contemporaneamente
le
dimostra
applicandole
e
praticandole
.
La
lega
,
e
per
essa
ed
in
essa
le
qualsiasi
Potenze
che
vorrebbero
giovarsene
ai
fini
di
una
loro
politica
particolare
,
debbono
rassegnarsi
ad
assistere
alla
nostra
azione
autonoma
,
debbono
rinunciare
ad
intervenire
contro
l
'
Italia
e
in
difesa
della
Grecia
;
la
Lega
questa
volta
non
farà
della
politica
,
non
farà
la
politica
dei
suoi
più
cospicui
componenti
.
Premesso
dunque
che
essa
tende
sostanzialmente
a
svolgere
un
'
azione
che
per
il
fatto
stesso
che
si
delinea
fin
da
ora
è
già
iniziata
,
ne
deriva
che
la
incompetenza
sua
è
non
solo
giuridica
ma
anche
morale
e
politica
,
ne
deriva
che
un
suo
tentativo
di
intromissione
sarebbe
considerato
dall
'
Italia
come
illecito
;
l
'
Italia
non
si
presterebbe
,
e
potrebbe
arrivare
fino
ad
abbandonare
la
Lega
,
fino
insomma
all
'
applicazione
di
qualunque
misura
che
fosse
necessaria
a
salvare
l
'
autonomia
ed
il
prestigio
italiano
.
Lo
spirito
pubblico
nel
nostro
paese
è
in
questa
circostanza
superbo
;
la
compattezza
è
completa
;
i
giornali
di
opposizione
sono
stretti
intorno
al
Governo
,
non
solo
perché
deliberatamente
abbiano
deciso
di
dare
agli
stranieri
spettacolo
di
integrità
nazionale
,
ma
soprattutto
ed
è
questo
il
risultato
massimo
degli
otto
mesi
di
governo
di
Mussolini
perché
non
possono
più
spiritualmente
sottrarsi
all
'
atmosfera
patriottica
creata
dal
Fascismo
,
perché
il
nazionalismo
è
in
atto
dal
momento
che
l
'
individuo
si
fonde
nella
collettività
nazionale
,
perché
non
possono
più
concepire
l
'
onore
della
Patria
diversamente
da
noi
,
perché
insomma
è
avvenuta
nello
spirito
degli
oppositori
almeno
in
questa
circostanza
la
fatale
conversione
che
sarà
domani
la
loro
nuova
vita
;
Mussolini
cambia
e
redime
l
'
anima
degli
italiani
;
Dio
benedica
e
salvi
sempre
il
maraviglioso
missionario
,
restauratore
della
religione
patria
.
Ora
dico
che
la
così
detta
«
opinione
pubblica
»
,
che
stavolta
è
spirito
nazionale
intatto
e
compatto
,
ha
avvertito
immediatamente
che
l
'
episodio
italo
-
greco
ha
una
grande
portata
politica
,
è
la
circostanza
nella
quale
l
'
Italia
,
purché
sia
sola
,
purché
non
abbia
aiuto
straniero
,
purché
non
ricorra
a
mezzi
di
indiretta
,
artificiale
e
diplomatica
pressione
,
purché
adoperi
la
sola
propria
forma
individuale
e
risolva
la
vertenza
a
beneficio
del
suo
proprio
onore
soltanto
e
del
suo
proprio
prestigio
soltanto
,
purché
insomma
«
da
sola
»
imponga
alla
Grecia
la
sottomissione
,
risolleverà
definitivamente
il
proprio
prestigio
e
ristabilirà
per
lunghissimo
tempo
il
peso
reale
della
sua
propria
forza
reale
nel
Mediterraneo
orientale
e
nei
Balcani
.
Questo
il
Presidente
ha
avvertito
con
rapidità
fulminea
,
quale
hanno
solo
gli
uomini
destinati
a
reggere
e
rendere
felici
e
potenti
i
grandi
popoli
;
questo
hanno
avvertito
con
uguale
rapidità
tutti
gli
italiani
,
pervasi
dal
nuovo
spirito
di
nazionalità
resuscitato
dalla
commovente
e
giovanile
paternità
spirituale
di
Lui
;
questa
è
diventata
la
volontà
Sua
;
noi
non
siamo
con
Mussolini
,
ma
in
Mussolini
;
Egli
non
è
con
noi
e
per
noi
,
ma
è
noi
.
Contro
questa
volontà
unanime
,
cioè
contro
questa
unanime
certezza
che
la
circostanza
è
definitiva
per
il
ristabilimento
del
nostro
prestigio
orientale
,
si
è
destata
l
'
avversa
ed
opposta
sensibilità
orientale
ed
imperiale
dell
'
Inghilterra
,
la
quale
ricorre
alla
Lega
non
solo
contro
il
pericolo
inesistente
di
un
conflitto
,
ma
soprattutto
contro
il
pericolo
esistente
e
certo
di
una
restaurazione
inevitabile
della
forza
italiana
in
Oriente
.
E
l
'
Inghilterra
ricorre
alla
Lega
,
come
allo
strumento
internazionale
nel
quale
essa
dispone
di
forza
preponderante
,
perché
la
Lega
regoli
la
vertenza
estraneamente
al
nostro
interesse
maggiore
e
più
vitale
,
la
regoli
insomma
in
modo
che
attraverso
il
componimento
della
vertenza
l
'
Italia
non
possa
affermare
la
propria
individualità
di
grande
Potenza
tra
l
'
Egeo
e
Costantinopoli
.
A
questo
punto
la
parola
«
incompetenza
»
non
è
che
la
classifica
formale
che
noi
diamo
al
tentativo
di
ingerenza
della
Lega
pseudo
internazionale
,
tentativo
condotto
in
nome
di
una
politica
particolare
e
specifica
.
Appello
alla
Lega
,
no
;
noi
in
una
Lega
che
tentasse
malgrado
il
nostro
rifiuto
di
agire
contro
di
noi
,
no
.
La
soluzione
di
questa
vertenza
con
gli
assassini
di
Janina
è
un
fatto
di
politica
nazionale
italiana
,
e
come
tale
va
risolto
e
come
tale
va
chiuso
dall
'
Italia
ed
esclusivamente
dall
'
Italia
.