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> anno_i:[1910 TO 1940}
ATTESA ( - , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Di fronte agli avvenimenti tedeschi occorre , per oggi , fissare brevemente alcuni punti . Primo . Fino a questo momento la marcia su Berlino è semplicemente incominciata , ma non è ancora arrivata ad una fase che permetta senz ' altro di credere nella sua riuscita . Hitler ha proclamato il nuovo governo prima di arrivare nella capitale ; questo errore tattico potrebbe avere serie conseguenze . Per ora , ha permesso al governo centrale dello Stato di prendere misure di precauzione e di dichiarare illecito e rivoluzionario il tentativo dei social - nazionalisti di Monaco , così che allo stato dei fatti esistono due governi , uno legale ed uno illegale ; non è escluso che il secondo possa distruggere il primo ( anzi tale ipotesi è da considerare come la più probabile ) ma fino a quando questo non sia avvenuto , è prematuro considerare l ' eventuale atteggiamento del governo di destra nella politica estera . Siamo in una fase puramente iniziale , e non resta che attendere gli avvenimenti . Esistono due governi ; si potrà intavolare una conversazione politica con l ' uno o con l ' altro , quando ve ne sarà uno solo . Secondo . In previsione di qualsiasi eventualità , ed in linea assolutamente generale , l ' Italia non può astenersi dal considerare che un nuovo governo tedesco , il quale volesse distruggere i frutti della vittoria alleata e quindi nostra , i frutti che a noi sono stati dati in misura minima ma che costituiscono tuttavia l ' unico beneficio che a noi ha dato il Trattato , non potrebbe in alcun modo contare sulla amicizia e sulla cordialità italiana . Noi dobbiamo considerare la probabilità di un mutamento di governo in Germania non tanto dal punto di vista interno , quanto dal punto di vista esterno . È la politica estera del nuovo presunto governo che ci interessa soprattutto , la politica estera che riguarda in particolare le riparazioni ed in generale l ' accettazione dei risultati della guerra ; è chiaro . Ciò premesso , sarebbe inutile pronunziarsi prima che si sia pronunziato l ' eventuale nuovo governo , prima anzi che questo abbia acquistato realmente il potere . Terzo . Non bisogna essere pessimisti , ma neppure bisogna nascondersi che la « marcia su Berlino » presenta , nel suo stesso corso , aspetti non solo interni ma anche esterni , capaci di provocare complicazioni assai gravi ; non è possibile dimenticare che la Francia ha un esercito mobilitato capace di iniziare subito azioni in grande stile . Esistono insomma sul tappeto ipotesi di complicazioni pericolose . In tali condizioni , noi constatiamo che le condizioni odierne dell ' Italia sono ben diverse da quelle che erano un anno fa : e che la nostra situazione generale , ed anche militare , è tale da giustificare pienamente la tranquillità del governo di fronte a quelle ipotesi . La socialdemocrazia interna sente ancora , forse , una certa solidarietà con la socialdemocrazia di fuori ; ma la verità è che , mentre questa soccombe e muore , provocando minaccie alla pace europea , l ' Italia è in grado di fronteggiare tali minaccie perché ha anzitutto sconfitta la socialdemocrazia in casa propria .
StampaQuotidiana ,
Ieri è stato annunciato , con tono ironico , che il giornale dello pseudo - costituzionalismo sovversivo , la Stampa del senatore Frassati , divenuta ormai modello politico per il Corriere della Sera del senatore Albertini , dopo il sequestro abbia provveduto ad un ' altra edizione sostituendo al solito fondo fazioso , particolare fatica del professor Salvatorelli , un articolo sulla Cina . Ebbene questa ironia è una confessione di insensibilità . Poiché se l ' Italia avesse davvero una classe dirigente politica , che non fosse oggi quella rappresentata dagli organi della servitù al socialismo ( Stampa , Corriere della Sera e Mondo ) , dopo la guerra , questa classe dirigente si sarebbe dovuta addestrare a guardare fuori dei confini . E non attraverso i soliti schemi socialdemocratici della ridicola politica assunta dagli Sforza e dagli Schanzer , ma attraverso una interpretazione salda degli avvenimenti mondiali , e una coscienza non meno salda della dura lotta che spetta all ' Italia per costruirsi il suo avvenire . E non con limitazioni anguste , ma arrivando fino alla Cina , o miserabili trafficanti del giornalismo e parlamentarismo di corridoio , se dalla Cina si può intendere come , dopo il terribile conflitto mondiale , siano impegnati in formidabili sommovimenti tutti i continenti e l ' Europa non possa più sottrarsi a conseguenze di vicende che sembrano e non sono lontane . Guardiamo fuori dei confini , in questo principio d ' anno , e vediamo quali compiti aspri , quali difese dure spettino all ' Italia , e per cui occorre una volontà decisa , che soltanto il Fascismo può esprimere e sorreggere , e che comunque sarebbe impedita , se si volesse impegnare follemente il paese , come vuole l ' Aventino , a distruggere o esiliare il Fascismo . Dobbiamo fronteggiare una vera e propria offensiva finanziaria anglosassone . Mentre si prepara la riunione di Parigi per la ripartizione delle quote di riparazioni , gli Stati Uniti , superate le incertezze elettorali con la vittoria di Coolidge , domandano nettamente , pur essendosi disimpegnati dal Trattato di Versailles , la loro quota , senza preoccuparsi se la Germania , dopo i primi pagamenti pagherà anche in avvenire . Domandano contemporaneamente impegni di pagamento per i debiti di guerra . Accanto ad essi l ' Inghilterra forte della vittoria conservatrice , resiste in difesa delle sue quote assegnate a Spa , mantiene fermo il proposito di esigere i debiti di guerra , porta la sterlina alla pari del dollaro per raggiungere la stabilizzazione monetaria , e invia due grandi capi di stato maggiore bancari a New York per accordarsi con lo stato maggiore bancario americano e manovrare con durezza verso questa Europa continentale in travaglio . È ammissibile che l ' Italia , salvata dal Fascismo , consenta di far prevalere una coalizione stampaiola e quattro congiurati di corridoio , dietro cui è il sovversivismo armato , per giocare al ribasso e contribuire , come ha riconosciuto il Consiglio dei Ministri , a sconvolgere l ' Italia , e metterla in dissoluzione , quando occorre la massima decisione interna per la difesa difficilissima della nostra posizione ? No . De Stefani deve partire per Parigi con la sicurezza che l ' Italia non offre allo straniero la complicità dell ' Aventino dissolvitore e la miseria dei complottatori di Francia e di Svizzera e la speculazione dei giocatori al ribasso . Dobbiamo fronteggiare una nuova difficile fase di politica continentale , che ha per indice oggi la disputa sullo sgombero di Colonia . La Francia soffre di travagli interni , che acuiscono non eliminano , come la socialdemocrazia s ' illude , le difficoltà del conflitto renano . La Germania , presa nelle strette del regime parlamentare regalatogli dalla Repubblica , ripete le elezioni a breve distanza , ma non riesce ad avere un governo , la cui formazione è stata rinviata , dopo settimane di vane consultazioni . Tuttavia la Germania ha annullato il suo debito di guerra , ha sottratto otto miliardi di marchi oro all ' estero , si è imposta una valuta aurea , finge di accettare il piano Dawes , ma raccoglie tutte le sue forze per liberarsi un giorno dalle riparazioni . Il ministro Stresemann ha parlato un linguaggio deciso contro il negato sgombero di Colonia . L ' Italia , terza grande potenza continentale , che dal Fascismo è stata restituita alle possibilità di una politica di autonomia , capace di esercitare una influenza meditata e decisiva , può essere diminuita solo perché la coalizione dei responsabili del disfattismo e della rinuncia col sovversivismo repubblicano e socialista , pretende di annientare la passione fascista in figura di reato , e si è abbandonata alla più torbida speculazione di delazioni ? No . Il Fascismo che difende lo spirito della vittoria non può consentire che , ignari di questa necessità , lavorino nei corridoi i Pasqualino Vassallo e i Beneduce . Questa è farsa . Noi dobbiamo fronteggiare una ripresa in pieno dell ' internazionale bolscevica che ora punta in Francia , come già puntò in Italia , ma che comunque ha vastissime diramazioni dappertutto e agisce in Inghilterra , in Francia , in Italia , in Svizzera , negli Stati del Centroeuropa e , attraverso una solidarietà islamica , appare decisamente su tutte le rive del Mediterraneo asiatiche e africane . Questa offensiva è stata nettamente dominata dal Fascismo , che solo ha potuto ristabilire i rapporti col governo di Mosca , senza che questo fosse una sottomissione interna . Può l ' Italia rinunziare alla difesa fascista , e abbandonarsi ai responsabili del '19-'22 che sarebbero di nuovo i complici , nolenti e reluttanti poco importa , di una ripresa bolscevica , che si organizza palesemente fuori dei confini , e che minaccerebbe le istituzioni fondamentali della Nazione e dello Stato ? No . L ' Italia deve rifiutare i falsi teoremi di libertà e obbedire ad una volontà che sia espressione di forza : la volontà dello Stato nazionale . La vasta crisi che è stata aperta dal conflitto mondiale , crisi di frontiere , di popolazioni , di mercati , di produzione , di continenti , di razze , e che l ' Italia ha saputo cominciare ad intendere e fronteggiare solo per virtù del movimento fascista , che è stato a sua volta il solo movimento di interesse mondiale contrapposto al bolscevismo ; questa vasta crisi che durerà ancora decenni , ha già segni particolari , tra i quali quelli sommariamente indicati , per questo 1925 che oggi comincia . Ebbene , l ' Italia deve guardare ad essa . Non è lecita la contesa interna ; non è lecito , dopo la nostra crisi di resurrezione , porsi in ginocchio , impotenti , innanzi ai diritti del regime parlamentare , che sono in pratica , i cosiddetti diritti dei gruppi , dei gruppetti , delle clientele di Giolitti o di Orlando o di chicchessia ; o i diritti dei quattro servitori del sovversivismo aventiniano . Non è lecito annullare la vita della Nazione , perché in un dato momento , la crisi del Fascismo sia considerata reato nella ritornata impunità di tutti i grandi rei contro la Nazione , contro lo Stato e contro le persone , che l ' opposizione antifascista raccoglie . Non è lecito , per questo formalismo , autocondannarsi all ' impotenza rissosa o alla sciagura dissolutrice . Bisogna intendere quello che è avvenuto in Italia , e quello che avviene nel mondo , ciascuno guardando o a quello che ha prodotto di male e a quello che ha dovuto sopportare di male , dal '15 al '21; sia l ' on . Giolitti , sia l ' on . Orlando , sia l ' on . Salandra . Questo è l ' esame da fare . Alto , solenne . E non può ridursi alle manovre di corridoio e alle ambiguità di piccoli pretesti differenziatori , affidati all ' on . Beneduce , all ' on . Pasqualino Vassallo , o anche alle esibite perplessità dell ' on . Riccio . L ' Italia deve stare in piedi , perché possa guardare oltre le sue frontiere e non lasciarsi accoppare . E per stare in piedi oggi è necessario che l ' Italia stia col Fascismo e il Fascismo con Mussolini . Con questa premessa si normalizza . I trentanove milioni di italiani non sono , non debbono essere spettatori che guardano ad un duello ; ma debbono essere consapevoli della posta che si gioca , e che comprende anche essi . E se la coscienza politica italiana è ancora in formazione , se una classe dirigente italiana è ancora da costituirsi ; se ancora non c ' è il modo di pensare l ' Italia come elemento della vita mondiale , ebbene bisogna essere una volontà decisa e salutare per tutti . Questo noi domandiamo a Mussolini e al suo governo .
GERMANIA ( FORGES DAVANZATI R. , 1925 )
StampaQuotidiana ,
I commenti demoliberali e antifascisti sulla elezione di Hindenburg sono pietosi . Basta constatarli , come ieri abbiamo constatato il valore profetico ( ! ) dell ' anticipato commento del nobiluomo Sforza . Non occorre confutarli . Lasciamo che si invochi l ' unione di tutte le democrazie etcetera etcetera . Intanto , a scanso di equivoci , per eliminare le solite balorde « filie » che hanno sempre ottenebrato un chiaro giudizio , necessario in politica estera , e per fissare alcune coincidenze fondamentali germaniche , anche nella lotta dei partiti , ricordiamo che il cartello delle sinistre , messo di faccia alla semplificazione delle candidature alla Presidenza , per combattere la destra , si era fatto destro , aveva scelto un candidato di minoranza nel cartello delle sinistre , e che Marx , contrapposto ad Hindenburg , si è lasciato andare ad affermazioni pangermaniste , per confermare ancora che la Repubblica può aver eliminato la dinastia degli Hohenzollern , può aver aperto la via ad un esperimento parlamentaristico , ma che il regime , il Reich , ha sempre uno spirito saldamente nazionale e imperiale . Se la democrazia nostrana ha versato fiumi di elegiaco inchiostro sulla povera Germania e ha invocato tutti i favori per il nuovo regime , presentato come contrito e rassegnato , noi non abbiamo mai partecipato a questa esibizione di tradizionale imbecillità . La candidatura Marx del cartello socialdemocratico era già dunque una candidatura di destra socialdemocratica . Il significato della vittoria di Hindenburg è però accresciuto da questa premessa . Ed ecco perché la sorpresa , segnalata da Parigi e anche da Londra , è una sorpresa puerile . E più puerile ancora è il tentativo dei laburisti e liberali inglesi di attribuire la vittoria del Maresciallo alla mancata disoccupazione di Colonia . Se mai , da questo gioco polemico dei sinistri inglesi , poco soddisfacente per i sinistri francesi , che sono oggi inchiodati al governo , appare chiaro come la Germania possa riuscire facilmente a guadagnare per la propria politica , giocando ora col berretto frigio ora con l ' elmo a chiodo , perché trova sempre ben disposta una imbecille democrazia europea o a darle ragione o a dar torto ad un altro paese , accusato di irritarla . La verità è che la vittoria di Hindenburg rappresenta per ora una tipica espressione dello spirito germanico , dello spirito della guerra , e significa che in nessun paese , anche in un paese vinto , è lecito fondare le proprie fortune politiche su una mostruosa rinnegazione del sacrifizio in guerra e delle virtù militari di un popolo . Presto o tardi , queste tristi fortune politiche debbono tramontare , e , se non tramontassero , vuoi dire che il popolo che le sopporta è un popolo corrotto e colpito a morte . La vittoria di Hindenburg è la liquidazione automatica , ma oramai tombale , di tutto il ridicolo armamentario dell ' infatuazione vilsoniana nelle democrazie europee , che voleva i processi a Guglielmo e ai responsabili della guerra , tra i quali , se mal non riteniamo questi ricordi cretinissimi , era lo stesso Hindenburg ; che voleva gli Hohenzollern in perpetuo esilio ; che pretendeva imporre un regime antimonarchico e parlamentaristico ; e che credeva , con tutto ciò , di dare un crisma morale alla vittoria e di guarire in perpetuo la Germania , considerata minorenne , dalla rosolia dell ' imperialismo , invenzione letteraria di quattro mentecatti , portandola riconciliata sotto la tutela delle grandi democrazie dell ' era nuova ! Tutte queste pretese goffe non hanno potuto avere , sebbene sanzionate in articoli di Trattato , alcuna realizzazione . Sono crollate . Ma oggi la vittoria di Hindenburg significa che la Germania non ammette più alcuna subordinazione del proprio regime allo straniero , e poiché , all ' infuori di chiacchiere sconclusionate di giornali , nessuna azione diplomatica seria potrebbe esserci da parte dell ' Intesa , può dirsi che questa affermazione oramai c ' è , e incontrovertibile . Si può infatti affermare che uno degli elementi più favorevoli all ' elezione di Hindenburg sia stato appunto quella parte della propaganda avversaria , che metteva avanti la minaccia di rappresaglie straniere , offesa intollerabile dello spirito nazionale . Se la vittoria del Maresciallo non diventa strumento di quelle grossolane infatuazioni , che sono tipiche della politica germanica , perché tipiche dello spirito germanico , è probabile che , assicurato questo caposaldo , non si compiranno atti i quali possano invalidare , per ora , l ' esecuzione già accettata del piano Dawes : modificare la proposta del patto di sicurezza e la partecipazione alla Lega delle Nazioni . La Germania mira in realtà a ristabilire una situazione di parità europea , e a lavorare con tenacia in questa riconquistata posizione . Ma quali possano essere le ripercussioni diplomatiche della elezione di Hindenburg , noi sappiamo che la Germania vuol riprendere in pieno la sua azione di potenza , di potenza che può esprimere audacie imperiali , anche in un periodo di costrizioni militari , di un imperialismo economico e produttivo , che non tarderà a farsi sentire . Mussolini non aveva atteso l ' elezione di Hindenburg per richiamare , mesi fa , nel discorso di Milano , l ' Italia ad una sempre più profonda comprensione delle nostre difficoltà esterne , per il ritorno della Germania alla sua libertà commerciale . Non occorreva infatti la morte di Ebert e questo primo saggio di elezione presidenziale per sentire la presenza germanica , dopo la vittoria interna sull ' annullamento del marco , e l ' accettazione del piano Dawes , cominciata con un prestito rinsanguatore di ottocento milioni di marchi oro . Soltanto i ciechi e i sordi potevano ignorare i veri propositi germanici , espressione dello spirito della razza . E l ' Italia ha avuto e ha modo di accorgersi dei propositi germanici nei negoziati durissimi , sui quali spesso abbiamo richiamato l ' attenzione dei lettori . Questa è la Germania che guarda al Brennero e anche oltre Brennero . L ' Italia vittoriosa non deve temerla , e non deve osteggiarla pregiudizialmente . Ma l ' Italia fascista , che sa intendere lo spirito della vittoria di Hindenburg , per questo appunto rifiuta il metodo socialdemocratico , che , innanzi alla dura realtà , si rifugia ciecamente nelle ideologie internazionalistiche , e ad ogni brusco risveglio , impreca stupidamente sulla nequizie umana e contro la storia , che si ostina a non inquadrarsi negli schemi dell ' idiozia demoliberale . L ' Italia fascista sa che per rispondere ai propri compiti , in questa crisi europea , secondo lo spirito della vittoria , ci vuole una formidabile disciplina interna , difesa con tutti i mezzi contro quelli che non ancora la vogliono , perché occorre esser forti , per non correr il rischio di sedurre le minaccie altrui con la propria debolezza . In Europa c ' è una Germania , che richiama lo spirito della razza . Ecco la verità , verità storica , che le giraffe vanitose e stupide della socialdemocrazia non vedevano e non vedono con la testa fra le nuvole delle loro ideologie . Per vivere amichevolmente con questa Germania , bisogna che stia ben ferma al confine austriaco . Ecco una prima cosa da dire , fascisticamente , dopo la vittoria di Hindenburg .
StampaQuotidiana ,
Il numero della Rivista militare ungherese ( Magyar Katonai Szemle ) uscito nello scorso mese di ottobre a Budapest pubblica un interessantissimo studio del generale ungherese Nagy Wilmos sul Comando Supremo Serbo nel 1914 . Risulta da questo studio e in maniera irrefutabile poiché basato sulle testimonianze stesse della Serbia che gran parte della apologetica letteratura franco - serba deve essere portata al macero . Sta di fatto che il Comando Supremo Serbo si fece ripetutamente battere nell ' estate e nell ' autunno del 1914 e che la felice contro - offensiva del dicembre diede la vittoria ai serbi , perché si trovarono di fronte truppe austro - ungariche rarefatte ed esauste . Nell ' ottobre del 1914 le truppe serbe della III e I Armata non resistevano agli attacchi austro - ungarici . È quello il momento nel quale il Comando Supremo Serbo descrive « la situazione come preoccupante , esprime timori circa la capacità di resistenza delle truppe , chiede che siano ottenuti con ogni urgenza grandi quantitativi di munizioni dalla Francia , dall ' Inghilterra , dalla Russia , poiché altrimenti avrebbe declinato ogni responsabilità » . È quello il momento 8 novembre 1914 in cui « visto che le truppe non riescono a resistere in nessun punto » il generale serbo Putnik ordina la ritirata generale della I , II , III Armata per sfuggire all ' accerchiamento . L ' autore dell ' articolo dimostra che gli ordini di ritirata dell'11 novembre furono così confusi che , senza l ' iniziativa dei comandanti minori , ne sarebbe venuta una catastrofe . Una vera e propria diciamolo pure Caporetto serba ! In quali condizioni precarie si trovasse il quel momento l ' esercito serbo , ci viene detto dalla stessa relazione ufficiale serba che così si esprime : « I precedenti continui insuccessi , l ' esaurimento , il cattivo tempo , la mancanza di riposo , la perdita della speranza nella vittoria , provocarono nelle truppe grande abbattimento e segni di dissolvimento . Militari isolati e interi reparti abbandonarono il combattimento arrendendosi a reparti nemici inferiori di forze . Buttar via le armi , rifiuti di obbedienza , abbandono volontario nel combattimento , autolesioni erano all ' ordine del giorno , specie presso la 11 Divisione Danubio . Nelle retrovie delle Armate su tutte le strade si potevano vedere soldati che fuggivano assieme a profughi e non sapevano dire donde venivano , né dove andavano » .. Così parla dell ' esercito serbo nel 1914 una relazione ufficiale serba , della quale bisogna riconoscere l ' obiettivo coraggioso della verità . Siamo ben lungi dal trarne conclusioni generalizzatrici e siamo anche pronti a riconoscere il valore dei soldati serbi , aggiungendo però che essi sono uomini come tutti gli altri e quindi non sono sempre leoni , come si vorrebbe dare ad intendere . I fatti parlano .
StampaQuotidiana ,
Al Congresso pangermanista di Dortmund , che già si sapeva avrebbe assunto un particolare significato a favore dell ' annessione dell ' Austria alla Germania , avrebbe parlato , a quanto si assicura , il Presidente del Reichstag , confutando irosamente e sconvenientemente le dichiarazioni del Presidente Mussolini . Poiché il signor Loebe ha responsabilità precise come Presidente del Reichstag sarebbe opportuno che fosse ben chiarito questo suo linguaggio , col quale ha voluto contestare al Presidente Mussolini e per esso all ' Italia qualsiasi diritto di occuparsi dell ' Austria e del suo destino . Avrebbe aggiunto , a quanto pare , anche una tesi assurda e che cioè l ' annessione dell ' Austria alla Germania non sia in contrasto , come invece è , col trattato di Versailles e con quello di San Germano . Il signor Loebe è fuori strada . Come persona la sua esaltazione pangermanista può essere un dato più o meno interessante ; ma come Presidente del Reichstag egli ha l ' obbligo di conoscere i trattati e di sapere anche quali sono i termini nei quali si discutono le dichiarazioni di un Capo di Governo . Subito dopo le elezioni di Hindenburg noi dicemmo non essere improbabile che il grossolano spirito germanico avrebbe potuto facilmente , nella esaltazione , commettere i tradizionali errori della politica germanica , che il Principe di Bülow denunziò prima della guerra , e che alla Germania hanno fatto perdere la guerra . Questa grossolanissima infatuazione pangermanista che unisce la propaganda per l ' annessione dell ' Austria con la propaganda per le rivendicazioni dell ' Alto Adige , è appunto un segno della solita incomprensione . C ' è un errore che la Germania potrebbe , anche più presto di quanto non si creda , vedere al suo passivo . Comunque noi constatiamo questo non per allarme , ma soltanto per indicare quale sia lo spirito germanico e come sia indispensabile per l ' Italia una politica decisa , concreta , d ' oltre Brennero .
StampaQuotidiana ,
Torna a circolare con particolare insistenza la voce di un accordo pre - elettorale tra i gruppi cosiddetti Italia libera , sorti a scopo disgregatore accanto all ' Associazione Combattenti , e la socialdemocrazia antifascista . Ora , che l ' ingegnere Rossetti trovi un collegamento spirituale tra il suo passato e quello di Treves è mostruosità che non ci interessa : necessario è invece denunciare la nuova manovra e scoprirne le origini , le quali trovano poi sintomatici riscontri attraverso la tensione di rapporti qua e là artificialmente creata a mezzo di agenti provocatori che sanno di massoneria lontano un miglio , tra fascisti e combattenti . Il piano in elaborazione tra i nittiani , unitari , repubblicani e simili è quello che noi denunciammo fino dall ' indomani della chiusura parlamentare : cementare il cosidetto blocco della libertà . A tale intento ultimo crediamo anzi siano state lanciate le riserve circa l ' astensione dalle urne . Infatti , unitari , repubblicani , nittiani i quali anche se alleati , sotto la loro vera etichetta metterebbero il fardello di un tristissimo passato antinazionale nel bilancio passivo di una affermazione elettorale , sono alla ricerca di una nuova bandiera che possa presentarli al pubblico in uno stato di spudorata verginità : e l ' insegna è trovata nei gruppi Italia libera . In tal modo sarebbe salva la protesta dei partiti che ufficialmente si asterrebbero e aperto un meno angusto spiraglio alla speranzella di un ritorno a Montecitorio . Il piano , insomma , che in questi giorni si sta trattando in private intese è il seguente : unitari , repubblicani , nittiani , scontenti di ogni genere farebbero dichiarazione di astenersi e nello stesso tempo aderirebbero al programma politico dell ' Italia libera , la quale a sua volta si dovrebbe impegnare ad ospitare sotto il suo comodo bandierone un certo numero di uomini che per la loro provenienza siano garanzia sufficiente alla continuità dell ' azione socialdemocratica a Montecitorio . Una volta là poi unitari , repubblicani , nittiani in veste di « italiani liberi » sarebbero liberissimi di ricostituire gli antichi nuclei , a truffa elettorale consumata . Il trucco è abile ; non c ' è da dire , ed occorre quindi sventarlo in tempo prima che l ' opinione pubblica , o almeno gli strati più ingenui e superficiali di essa , possano essere ingannati da questa nuova oscena mascheratura degli antichi padroni della diserzione . Dal canto suo , del resto l ' Italia libera la quale , quantunque sia una modestissima organizzazione e una trascurabile forza politica , sta accorgendosi di diventare perno e rifugio del variopinto antifascismo , comincia ad avanzare qualche riserva . Lo vedemmo giorni fa , quando , pur accettando di dare un riconoscimento oscenamente patriottico ai socialisti unitari , fece intendere sul suo giornale , sia pur con parole largamente ovattate , un evidente imbarazzo di fronte alla figura di Claudio Treves , campione troppo riconoscibile di provocazione antinazionale . Questo anzi crediamo sarà uno degli scopi maggiori per l ' attuazione del « Blocco della Libertà » : ma finiranno certo per intendersi e per trovare la formula che consenta anche al Marchese di Caporetto di figurare tra i protetti dell ' ingegnere Rossetti . Questi primi sintomi danno esatta la sensazione del nuovo artificioso castello di carte che l ' opposizione prepara , e ne abbiamo un altro segno nei tentativi molteplici e dissennati per allontanare dal fascismo l ' Associazione dei Combattenti . Avemmo occasione di illustrare tale insidia giorni or sono quando i rappresentanti dell ' Italia libera affermarono di voler restare entro il massimo organismo dei reduci pur dichiarandosi fuori dalla disciplina : occorre quindi chiarire in tempo le rispettive posizioni e ciò confidiamo avverrà domani nella riunione del Consiglio Nazionale dei Combattenti .. Ma ad ogni modo è certo che il fine ultimo della socialdemocrazia , impotente a sostenere con una sua propria responsabilità una eventuale battaglia elettorale , è quello di trovarsi , mediante una formale rinuncia alla lotta , entro le file di una formazione eterogenea che abbia come sua bandiera il luogo comune in gran voga oggidì : libertà . E i gruppi rossettiani anche esigui , anzi meglio se esigui servono egregiamente allo scopo . Essi politicamente sono lo zero assoluto , ma hanno qualche caratteristica fondamentale che può prestarsi al salvataggio sia pure incompleto del pericolante baraccone antifascista . Basterà infatti dare ai principali esponenti lo zuccherino di una candidatura e tutto sarà aggiustato : e sarà raggiunto anche lo scopo di non addivenire a quella rassegna di forze che tanto affanna il campo socialdemocratico . Perché poi , chissà ! , il lucicchìo di una medaglia d ' oro esercita sempre il suo fascino e può fare abboccare all ' amo gli allocchi . È ad ogni modo buona merce elettorale oggi , come ieri lo fu la diserzione di Misano . Occorre adattarsi ai tempi , per aver fortuna : non è vero ? Evidentemente però gli organizzatori in pectore di questa truffa all ' americana in grande stile han fatto i conti senza l ' oste . Poiché se sarà data ampia incondizionata libertà e garanzia , in caso d ' elezioni , ai vecchi partiti di contarsi e di fare la loro propaganda , è dovere del Governo e del Partito Fascista non permettere simili grotteschi diversivi i quali oltre a deformare le basi della lotta , sarebbero una provocazione intollerabile contro il regime . Ai socialisti sia permesso di fare i socialisti , e così ai repubblicani , ai nittiani , ai democratici e ai popolari . Ma tutti dovranno presentarsi al giudizio della Nazione col loro programma tradizionale e col passivo della loro opera presente e passata . Chi si esibisse vestito a nuovo con un premeditato proposito di ingannare , è logico cada sotto una sanzione immediata , legale o non . Gli unitarii vengano a difendere la loro politica , i nittiani esaltino Cagoia , Turati giustifichi il patrocinio di Misiano , Treves l ' invocazione alla disfatta . Amendola la campagna contro l ' Adriatico : ma ognuno con la propria faccia se ne ha il coraggio ! E bene dunque far intendere senza equivoci e a tempo quali sarebbero le conseguenze inesorabili e immediate della irresponsabile mascheratura liberofila . Patti chiari , dunque .
DA 'PLAUSI E BOTTE' ( BOINE GIOVANNI , 1914 )
StampaPeriodica ,
Amalia Guglielminetti , I volti dell ' amore . Treves , 1914 . Sono i volti di cartapecora di un amore blasé fatto fra gente in guanti e colletto spesso imbellettata e bistrata per gli atrii d ' hôtel , in sleeping , a caffè e qua e là nella stazioni climatiche . Novellette ciascuna con un suo caso curioso di gelosia senile , di adulterio compiuto alla svelta , di sentimento molto riflesso , di giochetto acido dove la passione non c ' entra ma il ripicco , il capriccio , o la noia , o la vanità od il calcolo . Arte non ce n ' è : né caratteri né stile ; ci son dei casi indicati rapidamente . I quali non dico non abbiano anche , nel complesso di psicologico verismo che ostentano , la lor verità . Ma senti in fondo a questo sprezzo affettato , a questa elegante aridità di salottaia navigata qualcosa che è non delle novelle ma della novelliera ; l ' ostentazione di sé medesima come femina , l ' esibizionismo . Non ci arrabbiamo mica , né gridiamo allo scandalo . Perché che cosa può importare in fondo ad una donna , dell ' arte e della sua oggettività ? Le donne scrivono ( ed anche molti uomini ) per esibirsi ; come passeggiano per strada o come si scollano a teatro . Il libro prolunga le occhiate , il profumo , il dondolamento dell ' anche , che par via via quand ' è stampato , sentimentalità , spirito , o come qui leggera ironia di blasée , ma mira sempre in conclusione com ' è naturale ed è giusto all ' eccitamento del maschio . - Chiuso uno di questi volumi , questo od un altro , ognuno che veda chiaro dovrebbe concluder fra sé così : " Va bene . E vuol ora , signorina , passar - mi il suo indirizzo ? " . Gli arzigogoli critici , i giudizi , le classificazioni estetiche e storiche son fuor di luogo assolutamente .
UN TIPICO ERRORE GERMANICO ( FORGES DAVANZATI R. , 1925 )
StampaQuotidiana ,
« Per vivere amichevolmente con questa Germania , bisogna che stia ferma alla frontiera austriaca . Ecco una prima cosa da dire , fascisticamente , dopo la vittoria di Hindenburg » . Queste parole concludevano , circa un mese fa , il commento alla elezione di Hindenburg a Presidente dei Reich . Erano dettate da un convincimento non nuovo , ma affermato fin dalla Conferenza di Parigi , quando troppa sordità , troppa ostilità , troppa indifferenza , troppa infatuazione vilsoniana , riducevano in pochissimi la visione di una politica centroeuropea , necessaria all ' Italia . Erano suggerite dalla persuasione che il problema fosse non più ignorabile , ma di primo piano per la nostra politica , che ha già sofferto di errori , di colpe e di sopraffazioni altrui nella questione austriaca . Erano il richiamo ad un problema concreto , oltre le solite considerazioni generiche sulla elezione del vecchio Maresciallo . Ecco che oggi le dichiarazioni di Mussolini in Senato ; i commenti della stampa germanica ; il discorso del Presidente del Reichstag , Loebe , al Congresso di Dortmund , che già ieri abbiamo notato , e altre manifestazioni in Austria , attestano come la questione austriaca sia oggi al nodo della politica centroeuropea . Non intendiamo affatto partecipare al gran clamore verbale , che le dichiarazioni di Mussolini hanno sollevato di là dal Brennero ; e non deploriamo nemmeno questo clamore , se esso debba giovare ad eliminare equivoci , specialmente l ' equivoco che faceva considerare l ' Italia indifferente , agnostica , nella questione austriaca . Abbiamo detto e ripetiamo che , prima di essere di interesse cecoslovacco o jugoslavo o francese , la questione austriaca è di interesse italiano . Questo sembra abbia sorpreso in Germania e in Austria , dove si rimettevano ai tristi precedenti di una politica assurda e cieca , che ebbe il suo tipico episodio di autodiffamazione nelle mostruose accuse rivolte alla Missione Segre , che aveva dato all ' Austria i primi generosissimi aiuti dell ' Italia ; e che ebbe la sua catastrofe diplomatica quando , sulla facile rinunzia ottenuta dall ' Italia della quota di riparazioni dovuta dall ' Austria si organizzò la sostituzione della Società delle Nazioni in quella politica di controllo dell ' Austria , che spettava di diritto all ' Italia . Ebbene quei precedenti non si ripeteranno più . E l ' Italia non intende lasciare alla Francia e alla Piccola Intesa il compito di interpretare politicamente gli articoli 80 del Trattato di Versailles e 88 del Trattato di San Germano , per i quali la Repubblica austriaca non può mutare il suo assetto statale , quale sarebbe l ' unione con la Germania , senza il consenso del Consiglio della Società delle Nazioni . E poiché l ' articolo 5 del Patto stabilisce che le deliberazioni del Consiglio per essere valide debbono essere prese all ' unanimità , la volontà dell ' Italia ha valore decisivo . E poiché la Francia è anch ' essa ostile a qualsiasi unione e anche in Inghilterra i commenti , pure ufficiosi , sono stati favorevoli alla tesi enunciata da Mussolini , il discorso del socialista Loebe , presidente del Reichstag , in pieno accordo con le direttive pangermaniste ( la Germania è Germania e la Germania socialdemocratica meritevole di tutti i favori è una invenzione nittiana ) e in contestazione di Mussolini , cui ha preteso di rimproverare l ' ignoranza dei trattati , è invece esso un documento di voluta ignoranza e di insolenza , tipiche della mentalità germanica , quando è spronata dallo spirito aggressivo . E , lasciando da parte un esame più particolare della questione austriaca , questo dobbiamo oggi porre in chiaro , anche per coloro che , afflitti oppur no dall ' imbecillità socialdemocratica , hanno creduto di affermare una direttiva italiana di politica nell ' intenerimento del dopoguerra per la povera Germania : e cioè lo spirito aggressivo di questo orientamento che la politica germanica sembra prendere , dopo l ' elezione di Hindenburg . Non è la prima volta che alla germanofilia smaccata degli ex - neutralisti e dei socialdemocratrici pentiti della francofilia e sempre in cerca di una nuova servitù per lo straniero , si sia risposto in Germania , assumendo in proprio , brutalmente , la propaganda per la rivendicazione dell ' Alto Adige . Oggi le dichiarazioni violente per l ' unione con l ' Austria non si scompagnano affatto da questa propaganda . Queste constatazioni debbono esser fatte non per incitare i mutamenti irrequieti di condotta politica , ma per ripetere ancora una volta l ' indispensabile pedagogia di cui hanno bisogno gli italiani , sempre corrivi ad interpretazioni della politica internazionale , false , deformate da ideologie che sbandano ora a favore di questo ora a favore di quello straniero , e che bisogna fermamente ripudiare per costituire oltre che una visione , un sentimento di politica italiana . Solidamente italiana . E nel sentimento di una politica italiana verso la Germania , non deve mai mancare la comprensione che la Germania è una tipica espressione di razza , che non c ' è troppo da ingannarsi sulle divergenze dei suoi partiti , e che in Germania difetta una valutazione precisa del fattore Italia , come fattore europeo . Questa comprensione significa anche che la Germania commette facilmente errori grossolani di politica , e che l ' errore della svalutazione italiana prima della grande guerra è stato meritatamente uno dei motivi di sconfitta della Germania . Oggi , in un momento veramente significativo della politica europea e della vita interna della Germania , ecco che la grossolanità massiccia di questo popolo che ha virtù e difetti moltiplicati al cubo , si orienta , con una scelta poco persuasiva , verso il mezzogiorno , verso l ' Austria e l ' Italia , per porre un problema di primo piano , da aggiungere a quello della frontiera occidentale e della frontiera orientale . Dove sia la coscienza e la misura in questa politica nessuno può comprendere . Questo è certo . Che l ' Italia non è più quella che soffrì soggezioni nella Triplice . un ' altra Italia , in un ' altra Europa . Se anche questa volta la Germania non capisce , vuol dire che nemmeno l ' ultima dura pedagogia le ha giovato . Ecco quanto si deduce dalla pessima sfuriata del socialista Loebe , Presidente dei Reichstag .
StampaQuotidiana ,
La remissione delle cariche da parte della Segreteria generale del Partito , e le imminenti dimissioni della Giunta , ripongono , anche formalmente , nelle decisioni di Mussolini , come Capo del Partito , ogni risoluzione della presente crisi , di cui una manifestazione è stata la inattesa espulsione di Massimo Rocca . In queste condizioni riteniamo opportuno astenerci da qualsiasi pubblica discussione , non perché crediamo non possano e non debbano pubblicamente discutersi ì problemi fondamentali di organizzazione e di indirizzo del Partito , ma perché consideriamo che , dovendosi oggi giudicare di attribuzioni di cariche , di potestà di organi , di rendimenti personali , ed essendo questo giudizio devoluto al Capo del Partito , sia preferibile far conoscere il proprio pensiero , quando ciò sia ritenuto utile , secondo le gerarchie del Partito , in obbediente e confidente attesa delle deliberazioni di Mussolini , e non in un ' aperta e logorante polemica . Né , del resto , potremmo indurci a partecipare oggi proprio a questa ultima discussione , quando ci siamo astenuti dalla precedente , non per difetto di preoccupazioni o di convincimenti per le possibilità di sviluppo e di diverso orientamento del Partito , ma perché abbiamo inteso il pericolo di traviamenti personali e perché un errore fondamentale di impostazione era stato commesso , considerando il Partito come un imputato , passibile anche di condanna capitale . Ci pareva poi , francamente , che in primo piano fossero problemi imponenti di politica internazionale , cui dare tutta la nostra attenzione , quella appunto che abbiamo data . Se anzi una deplorazione dobbiamo fare è che , proprio in questo momento , in cui l ' attività del Presidente è tesa verso una situazione internazionale estremamente complessa , e in cui il Fascismo deve volere che l ' Italia sia presente e attiva , per una decisa difesa dei suoi interessi diretti , per una volontaria partecipazione della sua autorità di grande potenza , non si sia riusciti , alla vigilia del primo anniversario della Marcia su Roma , ad impedire una parentesi deviatrice nella vita del Partito , distolto dalla coscienza dei maggiori problemi per una polemica interna . E soprattutto non si sia riusciti ad impedire che maturasse una crisi , la cui risoluzione , come sempre , finiva con essere rimessa passivamente al Capo . Il quale così , per responsabilità che sono oramai generali , diffuse , di centro e di periferia , vede ancora una volta invocata la sua autorità e potestà , per dirimere contese , quando invece il problema fondamentale , quello del governo , è da lui ogni giorno risoluto , e il problema secondario del Partito è e resta sempre quello di secondare l ' opera creativa di governo . E certo nessuno vorrà ammettere che secondare significhi non offrire attività concordi , disciplinate e devote , ma sottrarre egoisticamente , per irrequietezza di Partito , quell ' attività superiore che Mussolini deve dare all ' Italia .
StampaQuotidiana ,
L ' on . Nitti , designato alla Corona da Giovanni Giolitti , esponente del vecchio neutralismo e da Leonida Bissolati incarnazione dello spirito rinunziatario , formerà il nuovo ministero . Il suo gabinetto avrà immediatamente contro di sé tutte le forze vive create dalla guerra . Senza attendere ulteriori informazioni circa la distribuzione dei portafogli queste forze , per istinto , si sono già schierate contro il ministero Nitti . L ' on . Nitti si sbraccia a smentire le due leggende che , secondo lui , si sono ingiustamente formate sul suo conto : che egli sia un giolittiano e un rinunziatario . E noi gli crediamo : non giolittiano , perché è abbastanza intelligente per legare la sua fortuna politica ad un cadavere , non rinunziatario , perché ogni rinunzia è diventata oramai impossibile e il processo di realizzazione delle aspirazioni nazionali compie il suo corso , indipendentemente dalla volontà degli uomini , con la fatale sicurezza d ' una legge di natura . Rinunziatari e giolittiani si può essere in ispirito , ma non più nel fatto . Essere giolittiano nel senso materiale della parola , nel senso cioè di tenere il potere per investitura di Giolitti ed in luogo di Giolitti è oramai un assurdo storico , così come è un assurdo logico essere rinunziatari per deliberato proposito . Ma l ' attitudine mentale e spirituale a trattare la politica alla maniera di Giolitti , facendo cioè del potere un fine a se stesso , escludendone ogni contenuto ideale , sì da avere ampia libertà di patteggiare con tutte le fazioni antinazionali ; ma la disposizione di spirito a transigere sul programma nazionale per conseguire al più presto la pace all ' estero e la pacificazione all ' interno , la disposizione cioè a lasciarsi ricattare dai nemici esterni ed interni , possono benissimo sopravvivere . L ' on . Nitti è il più tipico rappresentante di queste sopravvivenze . Altri uomini di governo potevano infatti trovare in una più raffinata coltura e in uno più squisito senso di patriottismo tradizionale una remora al prevalere di questi vecchi sedimenti della loro educazione parlamentare . Nell ' on . Nitti , invece , temperamento e coltura , fatti di scetticismo e di arido tecnicismo concorrono a valorizzarli . Ma non in queste generiche disposizioni di spirito contrastanti col desiderio di rinnovamento , che la guerra ha suscitato , le forze vive dell ' Italia nuova ravvisano il pericolo del ministero Nitti . Questo pericolo consiste in qualcosa di ben più concreto e definito . La designazione Nitti rappresenta il tentativo di soffocare il movimento dei combattenti , di sopprimere l ' Italia dei combattenti . Il pericolo reale non è dunque tanto in ciò , a cui aspirano i giolittiani , ma in ciò che dall ' on . Nitti pretendono i socialisti . I giolittiani aspirano a riacquistare la cittadinanza politica , che avevano perduta durante la guerra , aspirano ad uscire dallo stato d ' inabilitazione morale e politica in cui erano stati tenuti durante la guerra . I giolittiani cercano di vendicarsi , col ministero Nitti , dell ' interventismo che li spodestò e li compresse durante la guerra . Sterile desiderio , ché l ' interventismo è anche esso finito con la guerra . È un rapporto privo di ogni contenuto questo di cui ancora si parla : del giolittismo contro l ' interventismo . Sono ombre che lottano contro ombre . Il loro duello , di puro carattere parlamentare , non può più interessare il paese . Ma vi è un altro duello da cui dipendono le sorti del paese ed è quello che si combatte fra le due forze vive generate dalla guerra : la forza nazionalmente costruttiva dei combattenti e la forza nazionalmente e socialmente distruttiva del bolscevismo . I socialisti , abituati a vincere senza combattere per l ' ignavia dei loro antagonisti dell ' antiguerra , hanno sperimentato tutta la loro impotenza contro la nuova forza nazionale nata dalla guerra . E però essi , senza ripiegare il loro programma di sovvertimento dell ' ordine costituito , domandano aiuto all ' ordine costituito , cioè al governo contro i nuovi avversari , così come a Milano e a Roma invocavano aiuto alla polizia per fare la rivoluzione . Attraverso il parlamento , nel quale rimangono onnipotenti , l ' ibrido connubio fra gli elementi che hanno per programma il disordine e la distruzione ed il Governo che ha per dovere la tutela dell ' ordine costituito , si è potuto realizzare . A salvare il pudore del Governo è bastato diffondere abilmente strane voci di fantastici colpi di mano contro il parlamento . Dopo di che può avanzarsi l ' on . Nitti a ristabilire l ' ordine contro i reazionari , nell ' interesse dei socialisti , che intanto gli danno tregua in parlamento e cooperano a sedare gli scioperi nel paese . L ' on . Nitti naturalmente dissimulerà il suo vero compito di governo sotto la formula imparziale : « contro le intemperanze di destra e contro le intemperanze di sinistra » . Formula che incontrerà il plauso degli evirati cantori del « Corriere della Sera » . Ma il vero compito del Ministero Nitti è questo solo : soffocare il movimento dei combattenti . Dopo essere stato abilmente diffamato ed indiziato come sedizioso , il movimento dei combattenti è oggi a buon punto per diventare oggetto delle persecuzioni governative . E un ' azione di governo in questo senso , dopo tanta diffamazione di socialisti e d ' idioti borghesi , può anche essere esibita come una benemerenza nazionale . Ma l ' Italia combattente non si lascerà così facilmente sopprimere e soprattutto non si lascerà così facilmente ingannare . Intanto i due caposaldi del suo programma : niente rinunzie all ' estero e rinnovamento interno a cominciare dal sistema elettorale , sono così ben piantati nella coscienza nazionale , che nessuna forza umana può più scalzarli . Quanto alle persecuzioni politiche , i combattenti sanno come affrontarle . Esse non avranno certo maggiore efficacia dei cannoni austriaci .