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ESSENZA DEL FUTURISMO ( BELLANOVA B. - GAFÀ P. , 1935 )
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L ' architettura come tutte le manifestazioni d ' arte è stata sempre intimamente legata , alle condizioni politiche , economiche e commerciali del popolo e dell ' epoca in cui sorge . Dando una fugace scorsa a tutta l ' architettura , dalla orientale alla futurista scorgiamo infatti una teoria di stili che oltre a rispecchiare l ' intima essenza dell ' ordinamento statale riflettono anche , all ' occhio dell ' acuto osservatore , alcune peculiari caratteristiche dei più salienti tratti psichici e somatici del popolo : dall ' arco piramidale delle pagode asiatiche , tipica espressione della razza gialla con occhi a mandorla , all ' immensa grandiosità della architettura egiziana dalla linea pesante e disarmonica ; dall ' architrave greco rispecchiante nel suo orizzontalismo costruttivo i perfetti lineamenti del volto greco e le condizioni economiche e sociali basate su una libertà frenata da severi ordinamenti , al severo arco romano elemento costruttivo che segnava la conquista architettonica dello spazio , indice della tendenza espansionistica e conquistatrice del maschio popolo romano . Con un susseguirsi di stili e di ritocchi a stili , quasi sempre funesti per la creazione di uno stile italico , ( paleocristiano , gotico , rinascimento , barocco , rococò ) si arriva al settecento dopo il quale non è più esistita alcuna architettura poiché tale non si può chiamare « quel balordo miscuglio di stili e quello sbalorditivo fiorire di idiozie e di impotenza che prese il nome di neo - classicismo » . La nuova bellezza del cemento armato , i calcoli sulla resistenza dei materiali e soprattutto la profonda trasformazione dell ' uomo che vive nel secolo della macchina hanno creato una formidabile antitesi tra il mondo moderno e quello antico : un giovane genialissimo , Antonio Sant ' Elia con un colpo d ' ala poderoso spazzò i residui del passato e l'11 luglio 1914 lanciando il manifesto dell ' architettura futurista detta i concetti fondamentali del rinnovamento edile in rapporto alla nuova sensibilità e ai nuovi mezzi costruttivi . La dinamica lirica del futurismo di Antonio Sant ' Elia può essere stata completata , modificata , alle volte anche deformata dall ' infinito numero di altre correnti moderne ( purismo , cubismo , elementarismo , meccanicismo , costruttivismo , ecc . ecc . ) ma è rimasta la sostanza più viva del razionalismo architettonico europeo e d ' oltre oceano , e , nella sua ardente volontà di ridurre il lirismo architettonico al suo elemento primordiale fino a giungere ai complessi costruttivi allo stato puro rimane carne e sangue della moderna architettura funzionale . La nuova architettura deve esistere per interpretare e servire la vita dell ' uomo modificata dal macchinismo e dalle rivoluzioni economiche , biologiche , spirituali e tecniche . Al di là dell ' estetica della macchina , della costruzione moderna , vi è l ' impellente necessità di esprimere plasticamente , architettonicamente le forme delle forze sociali in sviluppo continuo . L ' individualità dell ' artista deve necessariamente prolungarsi nella collettività delle masse sociali . Nel funzionalismo architettonico , l ' urbanismo ( tipica realizzazione della città futurista di Sant ' Elia ) appare il riflesso delle nuove condizioni di vita , ispirato alla volontà di esaltare l ' atmosfera contemporanea risultante dalla disposizione organica di blocchi di quartieri popolari , di centri di studio , di centri di spettacoli , di mercati e di palazzi pubblici . L ' architettura cessa dall ' essere considerata esclusività dei ricchi e nella sua igienica veste futurista diventa forma della nuova casa dell ' operaio e del lavoratore dei campi , di tutto il nuovo popolo fascista , educato dai teatri di massa , dalle gite popolari , dalla ginnastica nei fori marmorei , dai concerti di fabbrica e da tutte quelle previdenze del Regime che tendono a risolvere il problema della sanità della razza . Non accenniamo nemmeno alle infinite realizzazioni che l ' architettura futurista ha trovato in tutto il mondo e in ogni campo , solo ci piace ricordare quella meravigliosa realizzazione di architettura sacra costituita dall ' agilissima chiesa di San Venceslao di Praga , di architettura industriale come il palazzo della Shell a Berlino , e di architettura per edifici pubblici quali il luminoso palazzo delle Poste di Napoli , il giocondo e policromo palazzo delle Poste di Sabaudia , ecc . Un ' altra conquista dell ' architettura futurista è stata la tensistruttura , con architettura meccanica costruita con criteri di robustezza e di agilità che , risolvendo alcuni importanti problemi di resistenza e di utilizzazione dello spazio serve anche a scopo difensivo contro gli attacchi aerei . Nell ' arte decorativa i principi estetici della plasticità futurista ( come lo splendore geometrico , e il dinamismo plastico , la compenetrazione dei piani , le simultaneità organizzate , l ' estetica della macchina e la sintesi architettonica ) trovano una logica applicazione contro gli invadenti fronzoli a base di stucchi , di false pietre , contro l ' inutile e dispendioso sovraccarico di ornati desunti dal nostro passato e definiti dalla nuova scuola futurista : « la finzione eretta a sistema » . La plastica murale futurista tiene soprattutto conto del soggetto e della destinazione ed è stata ideata come organismo completo , unicamente in funzione architettonica , non potendo essere concepita isolatamente o in una esposizione d ' arte . Oggi finalmente in virtù di queste nuove forme inventate dai futuristi italiani , assistiamo alla ascensionale affermazione di questo nuovo stile futurista colorato , dinamico , con simultaneità e compenetrazione di colori e trasparenze , che affermano ancora una volta nel mondo la genialità e l ' universalità dell ' arte italiana .
L'ARDITO ( TARTUFARI CLARICE , 1919 )
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Ardire , parola sottile , acuminata , che voli come freccia dall ' arco , risplendi di una tua luce , anche tra la foschia delle viltà , hai una tua chiara voce incitatrice anche tra il clamore confuso della paura , quando grida con mille bocche urlanti ! Ardire , sei tu che apri il varco alle belle imprese ; tu sei che , col tuo raggio e il tuo sibilo , tracci la via ai forti pensieri , rasenti le vette , sfidi gli abissi , raggiungi ogni meta e , quando percorsa la tua parabola , precipiti verso la terra vi ti conficchi , la squarci , vi ti sprofondi e là dove ti fermi fiorisce la pianta dell ' alloro . Ardito , io non ti voglio abbellire , né poetizzare . Così quale tu sei hai una tua bellezza che mi piace e una poesia ... che io accetto . Ognuno deve accettarla . La poesia della bufera che schianta e spesso devasta : è la poesia del fiume che , gonfiandosi , diventa torbido e straripa ; è la poesia del vulcano che manda fiamme e distrugge . Intorno a te c ' è chi cade , chi geme , chi impreca , chi muore ; ma , quando la terra , superate le sue convulsioni , torna viva e raggiante , si capisce che la devastazione era necessaria per purificare e la distruzione necessaria per liberare il suolo dai detriti accumulati . Ardito , uniforme sbiadita al sole , al vento , all ' acqua : cravatta nera dalle cocche svolazzanti , passo lungo , agile di belva , nelle ore dell ' assalto ; passo dondolante , nei giorni del riposo ; fascio di nervi in vibrazione ; istinti in agguato ; occhi accesi , pronto furore , corto respiro , denti serrati , labbra gonfie di collera , sudore e polvere , polsi battenti ; grondante di sangue nemico e del tuo proprio sangue ; sprezzante della morte , assetato della vita , generoso di una tua generosità impulsiva ; tutto preso , tutto chiuso nel minuto che fugge ! A te la violenza fu inculcata quale supremo dovere e per mesi ti hanno abituato il respiro a un ' atmosfera di fiamma , l ' occhio a spettacoli di strage ! Così dovevi essere per la nostra salvezza ; così fosti per la nostra gloria ; ma la vita ha le sue leggi imperiose quanto le leggi della morte e tu , ardito , fratello nostro , acceso vessillo vivo della nostra gesta , tu ora devi raccoglierti un momento , meditare , rimetterti in comunicazione col tuo pensiero , ridestare quella parte di te che aveva dormito durante la guerra ; temprarti alle battaglie dell ' anima , necessarie , nobili , faticose quanto e più delle battaglie da te vinte contro il nemico ; fare della tua forza un utensile di lavoro come finora della tua forza facesti pugnale ; obbligare il tuo istinto all ' ubbidienza verso il tuo raziocinio , e la tua violenza ammassarla , farne gorgo , perché nella immensa officina di domani officina dove le volontà dovranno essere di schietto acciaio le turbine , mosse da energie vigorose , diano impulso al macchinario destinato a forgiare la nuova vita . O ardito , fratello nostro , non rinnegarti , né menomarti ; seguita ad essere quello che fosti ! Ci sarà tanto da combattere e da conquistare , tanti ostacoli da superare , tante viltà da sgominare : e i reticolati degl ' interessi loschi , e le ipocrisie di chi predica il bene , tessendo il male , e le falsità di chi grida amor di patria e la patria baratterebbe per un quattrino , e gli accomodamenti e le brutte passioni di parte , e lo strapparsi , da mano a mano , i frutti della vittoria , e le avidità smodate , le vanità pompose , le piccinerie , le bassezze , le compromissioni ! ... Questo sarà difficile a ottenersi da tutti i nostri giovani ; sarà difficilissimo a ottenersi dai nostri arditi , su cui la giovinezza ha più impero , le vene più fuoco , la forza più slancio , l ' orgoglio una più alta statura . Ma noi , che preparammo corone per le loro fronti , bende per le loro ferite , noi che li amammo crudeli , quando la crudeltà era diritto e dovere , noi che tendemmo loro braccia e sospiri , trovandoli belli tra le stragi e gli orrori , noi li prenderemo oggi per mano e , conducendoli attraverso le città diroccate dal nemico , attraverso i campi calpestati , i casolari spogliati , i villaggi deserti , diremo loro : " O ardito , fratello nostro , guarda . Vedi quante famiglie dove chi parti non potrà mai più tornare ? Vedi quante vecchie donne senza più figli e quanti bimbi senza più padri ? Vedi quanti solchi che hanno bisogno di essere dissodati , quante officine a cui ridonare movimento , quante sponde di fiumi da ricongiungere , quante miserie da curare , quante lacrime da asciugare ? " O ardito , fratello nostro , aiutaci in questa terribile opera di pietà ricostruttrice : sii buono tu che sei forte , sii misericordioso tu che fosti implacabile , diventa il figlio delle madri che non hanno un figlio , il padre degli orfani , l ' amico e il protettore dei derelitti ! Sarai benedetto per quanto fosti acclamato , amato per quanto fosti temuto ! " Ecco cosa ti diremo noi donne , o ardito , bellissimo fratello nostro , e la tua rude mano ferma tremerà d ' amore nella nostra piccola mano ferma .
QUARANTOTTI GAMBINI ( RUBINATO GIORGIO , 1933 )
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I residui di un dissidio , del resto non senza interesse , tra ispirazione e mezzo espressivo , che sussistono segnatamente nel primo racconto I tre crocefissi , non riescono a incrinare la compagine dell ' opera , dove conviene dire apertamente che la prosa assume una forza e un equilibrio di eccezione , un ritmo progressivo di necessarietà che travolge quei problemi di contenuto o di forma , suggeriti al lettore da un eventuale senso di vigilanza . Ma qui il racconto non è allo stadio di tentativo più o meno geniale , ha il sapore di una confessione ineluttabile in cui si svela un mondo già nettamente definito nell ' intimo , maturato per rivelarsi . L ' uomo che racconta ancorché assuma nei tre racconti diverse personalità , è in ogni parte col peso della sua presenza effettiva , è il documento umano che identifica e costituisce il sostrato dell ' opera . Il parlare in prima persona stabilisce un tono continuativo e fuso , una specie di soluzione di continuità fra i racconti che possono sembrare tre momenti di una stessa vita ; ma sarebbe ingenuo attribuire questa singolare amalgama al semplice artificio la quale effettivamente è dovuta alla forte e rassodata fisionomia di questo mondo poetico , che di necessità è al di sopra del limite formale del racconto e impronta il libro . Con questo non veniamo ad ammettere che l ' autore abbia conquistato di colpo una definitiva maturità : ciò probabilmente non soddisferebbe lo stesso Gambini , il quale è giovanissimo e non è esente ai comuni caratteri della precocità ; anzi lo sentiamo particolarmente vicino al nostro mondo di sentire anche per questo . Ma la sua straordinaria forza e naturalezza , quel sobrio e intenso parlar reale oggi non hanno riscontro se non forse in Moravia . Credo che ricorra risalire a Tozzi per ritrovare una fisionomia che si annunci così decisamente . Il dissidio , cui si accennava riguardo al primo racconto I tre crocefissi , tra un ambiente fantastico e romantico e personaggi quanto mai solidi , concreti è il risultato di una ingegnosa consapevolezza piuttosto che l ' indizio di fratture o incoerenze d ' ispirazione . Il protagonista abita una casa cupa e fantasiosa in una solitaria cittadina dell ' Istria ; è un solitario , ombroso : necessariamente gli aspetti della natura e delle cose circostanti sono in funzione di questo spirito eccezionale . Ne deriva una tetraggine diffusa , una cupa e sofisticata sensibilità per cui , non a torto , è stato fatto da un critico il nome di Poe . Il nostro , che ha uno spirito d ' osservazione quanto mai realistico e concreto , qui indulge in un disegno d ' ambiente di natura schiettamente romantica , dove l ' atmosfera è come una cassa armonica che ingrandisce e dilata le vibrazioni sentimentali del protagonista . Ne risulta una specie di trasfigurazione alluminata ; ma non appena vengono introdotti nel racconto gli altri personaggi si avverte un mutamento di registro , l ' atmosfera si definisce , si materializza in virtù di una stupenda forza di oggettivazione . Per bizzarri che siano i nuovi personaggi , essi sono colti con forti tratti realistici ; dove Poe avrebbe deformato a rigore del paradosso , il Gambini si fa sobrio , potente , con un dialogo quanto mai castigato ed essenziale . Qui si pronuncia il dissenso : il bizzarro rileggitore manterrà il suo carattere spietato e fantastico , ma il mondo circostante lo stringerà d ' attorno con la sua chiara logica fatta d ' umili e carnali interessi . La frattura che esiste tra lui e il mondo reale , sussiste in fondo anche nella compagine del racconto se pure attenuata . Sorpreso nel matrimonio e tradito dalla moglie , non reagisce , fuori com ' è del senso comune . La morte della moglie lo restituisce al mondo fantastico . Due situazioni convivono in questo racconto : una sentimentale , trasfigurata e romantica ; l ' altra crudamente reale e logica cioè umana . Il dissidio prospettato va di là dalle intenzioni stesse e compromette l ' unità dell ' ispirazione , ma il giuoco rimane quanto mai geniale e allettante . Nel secondo racconto Il fante di spade il protagonista è più abbandonato a sé stesso , più nel congegno del racconto che nella penna dell ' autore . L ' ambiente è una caserma di allievi ufficiali ; l ' inizio ha una certa ariosità e spigliatezza impressionistica , da ricordare assai Cechov ; è un inseguirsi d ' osservazioni brevi e frammentarie , ma quanto mai succose e tendenti al complessivo . Poi subentra una analisi fitta e scavata e il tema si restringe a un ' amicizia morbosa e ad una innaturale gelosia . L ' autore qui si vale apertamente degli schemi freudiani , ma la consapevolezza non raggela l ' ispirazione . Nulla è tolto d ' umano agli uomini , essi gli dettano dentro e il loro peso e le loro realtà restano intatte . E più ancora nel terzo racconto La casa del melagrano il tema dell ' incesto e dell ' odio del figlio per il padre potrebbe far pensare a un che d ' empirico e di programmatico imposto da un assunto d ' indole extra artistica . Effettivamente qualche sovrabbondanza analitica più che svilupparsi dalle contingenze appare proveniente da un certo astratto metodismo : ma la nostra osservazione è puramente marginale . L ' odio del reduce per il padre , così tragico e contingente , ha il suo reale significato nel piano delle passioni che sono venute insorgendo fatalmente . Il padre morendo confesserà al figlio che la ragazza è rispettivamente figlia e sorella . Il fratello quindi fuggirà dalla casa del melagrano verso dove egli può sentire ancora qualche speranza . Una vera catarsi si stabilisce così alla fine dell ' ultimo racconto e questo scioglimento riassume anche le situazioni prospettate nei due racconti precedenti che finiscono piuttosto tronchi che conclusi . Difficili sarebbero state le citazioni in un libro come questo in cui è vano cercare la bella pagina o il pezzo di bravura tutto essendo necessario , essenziale . Mi chiesi piuttosto perché un critico si augurasse che questi uomini cominciassero a sperare a guardare in alto . Noi dobbiamo sperare davanti ad essi ; ed a guardare in alto metaforicamente c ' è il pericolo di una nuova retorica . Guardino pure in alto ma per vedere il tempo che farà .
PORCONI ( - , 1921 )
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PORCONI ! Questo aggettivo è molto poco parlamentare e tale da non trovare spazio nelle colonne dei quotidiani benpensanti . Ma il nostro foglio di battaglia ardita ne trova altri per bollare a dovere certi diffamatori , non sappiamo se più infami od incoscienti . PORCONI ! Sono quelli che accusano i fascisti di essere pagati con 30 , 40 e più lire al giorno . PORCONI ! Sono quelli che sostengono essere i fascisti dei venduti ai pescicani di tutte le dimensioni . PORCONI ! Sono quelli che attribuiscono ai fascisti la richiesta di adesione ad essi di pregiudicati come , per esempio , Guido Corsani detto anche Gatto bigio . PORCONI ! Sono quelli che attribuiscono ai fascisti atti di provocazione e d ' ingiustificata violenza . PORCONI ! Sono quelli che non riconoscono che i fascisti compiono un giusto movimento di reazione dinanzi alle violenze che vilmente e ripetutamente vengono compiute dalla teppa comunista sotto la pressione dell ' oro russo . Si potrebbe continuare su questo tono per colonne e colonne di giornale , ma preferiamo far punto . Per la cessazione dell ' ignobile gazzarra saranno più persuasivi delle nostre parole anche delle più infuocate ! gli stasciamenti di grugno che i fascisti non mancheranno di compiere verso quanti , figli illegittimi di cinghiali maremmani , continueranno con i loro grugniti nell ' ignobile e carognesca diffamazione !
L'UOMO DI ARAN ( PASINETTI FRANCESCO , 1934 )
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Più di dieci anni fa appariva sugli schermi un film che mandò in visibilio le folle : Nanouk , l ' esquimese . A Nanouk era accompagnato un nome : Robert Flaherty . Lo ritroviamo anni più tardi in Polinesia donde riporta un ' altra pellicola sullo stesso genere di Nanouk : un vasto documentario , ed in esso vivono due o tre personaggi : la formula del film esotico era trovata ; quelli che poi la seguirono non sempre mantennero lo spirito di Flaherty , il quale dopo Moana veniva scritturato per girare un altro film in Polinesia : Ombre bianche ; ma il film che secondo le intenzioni della Casa non appariva sufficientemente commerciale , venne ripreso e finito da Van Dyke . Solo qualche tempo più tardi in collaborazione ad uno dei più grandi uomini del cinema e che purtroppo il cinema ha perduto , Murnau , poteva realizzare indipendentemente , Tabù . Da allora ad oggi sono passati tre anni : il tempo occorrente a Flaherty per preparare e realizzare un nuovo film . Ed è nato Man of Aran . Il film è girato tutto alle Isole Aran ad ovest dell ' Irlanda , e i tre interpreti principali , l ' uomo , la donna , il bambino , sono trovati sul luogo : Colman King , Maggie Dirrane e Michael Dillane ; e non si sarebbero potuti trovare attori migliori . Un assistente Flaherty si è pure trovato sul luogo : ed è quel Pat Mullin che appare anche tra gli interpreti : uno degli uomini della barca . La moglie dello stesso Flaherty e John Goldman , autore dello scenario e tecnico del montaggio , erano i suoi diretti collaboratori . Le abitudini degli abitanti dell ' Isola costituiscono la trama della pellicola : la pesca , la raccolta della poca terra tra roccia e roccia , per piantarvi le patate che coi pesci formano il cibo degli abitanti di Aran . Il film si inizia con una tempesta : l ' uomo di Aran e due compagni sono andati alla pesca : la moglie e il bambino attendono alla riva , il mare s ' ingrossa e a stento la barca viene trascinata a riva , e ancor più con difficoltà strappata la rete che si era impigliata in una roccia . Poi il lavoro sulla terra ; e mentre il bambino pesca con l ' amo , la donna raccoglie in un cesto la terra che può racimolare qua e là tra pietra e pietra , mista di alghe : lassù a un centinaio di metri dalla casa sorgerà un giorno la fattoria . Il bimbo intanto ha scoperto un grosso pesce ; si avvicina si impaurisce : è l ' epoca in cui alle coste d ' Irlanda si appressano gli squali ; e mentre gli uomini dopo averne con difficoltà catturato uno , dal quale ricaveranno l ' olio , si avventurano in alto mare , vengono sorpresi un ' altra volta dalla tempesta . Ma ora il mare rapisce ad essi l ' oggetto più caro : la barca . Le onde fragorose dell ' Atlantico , ritirandosi , lasciano abbandonato contro uno scoglio lo scheletro dell ' imbarcazione . L ' uomo di Aran può senz ' altro essere ammesso fra i classici dello schermo . Il film raggiunge l ' armonia più equilibrata fra il dramma umano e gli elementi della natura che divengono a volte essi stessi i protagonisti della vicenda e con gli uomini sono spesso in contrasto : qui sta la potenza della realizzazione di Flaherty che ha descritti tutti i passaggi di questo dramma con la stessa vastità degli elementi stessi . Ogni episodio è , quadro su quadro , del tutto omogeneo ; non è cosa facile in un film del genere la continuità dell ' azione , specie quando si fondono in una stessa sequenza motivi umani e naturali . Non si sarebbe potuto pensare , prima dell ' Uomo di Aran ad una così singolare evidenza di rappresentazione : si cercherebbe invano il trucco o il surrogato e quando qualcuno vedendo apparire sullo schermo una altissima ondata ravvisa una minuscola barca che sta per essere travolta , ha il senso di quelle proporzioni , ricercherebbe volentieri un trucco qualsiasi che gli permetta di credere ai suoi occhi tanto è poco abituato al vero documentario . Ma si dimentica in quel momento di Flaherty , e lo impara a conoscere poco dopo , per non dimenticarlo più . Flaherty impone subito un ambiente , e in quella atmosfera lo spettatore è portato a vivere per un ' ora e mezza , durante la quale si svolge un dramma di tre , quattro e più giorni : la vita di quegli uomini in continuo e immediato contatto con la natura , aspra e forte , che essi amano e con la quale debbono lottare per procurarsi di che vivere . La musica di John Gremwood sottolinea la vicenda in modo efficace in quei punti dove mancano motivi sonori .
LIVORNO ( BIANCO GIUSEPPE , 1921 )
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Lo storico congresso , come lo chiama la Libera Parola , di Livorno , ha confezionato il gran minestrone che già si prevedeva . La più grande gazzarra , che attraverso i secoli la storia abbia registrato , è quella di Livorno ... A Livorno il gran partito si è diviso in tre gruppi : due utopici e l ' altro rammollito ... I fascisti traggono profitto dalla scissione avvenuta a Livorno , non per condurre in salvo la barcaccia del capitalismo borghese , beni per far vedere con occhi e toccare con mano ai poveri operai , che ciecamente eseguivano gli ordini dei rivoluzionari d ' operetta , che il sole dell ' avvenire è già tramontato per sempre ... Tutto passa a questo mondo ! Rimane solo la storia che registrerà la data 20 gennaio dove a Livorno il pus ne è uscito con una formula elementare che ogni operaio può risolvere . Pus : 3 = 0 .
FAVOLE ( PASINETTI PIER MARIA , 1935 )
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I FIGLI DI SOFRONE . Il primo dei figli di Sofrone , raggiunta l ' età , incominciò a frequentare la scuola . Presto divenne il preferito ; la sua intelligenza e la sua ubbidienza conquistavano il cuore dei maestri ; egli divenne il primo della sua classe ed era citato ad esempio . Poco più tardi anche il secondo dei figli di Sofrone , raggiunta l ' età , venne mandato alla scuola . E per bontà ed ubbidienza superò anche il fratello maggiore : fu il primo della sua classe , e i maestri , dalla mattina alla sera , non facevano che tesserne le lodi . E così fu del terzo e del quarto dei figli di Sofrone , e via e via sino al dodicesimo : erano tutti infinitamente buoni e ubbidienti e studiosissimi , e ciascuno di loro era il primo della sua classe . Ma Sofrone aveva anche un tredicesimo figlio , il quale non somigliava punto ai fratelli , tanto che i concittadini usavano dire a Sofrone : Dodici dei tuoi figli sono modelli di virtù e di saggezza ; quant ' è peccato che il tuo tredicesimo , il piccolo Cràtilo , sia tanto dissimile da loro ! E Sofrone rispondeva con aria furba : Lo so , il mio piccolo disubbidisce me e i suoi maestri , li critica e non giura nelle loro parole , e alle volte mostra di farsi beffe di loro e persino di me . Nella sua mente noi siamo tutti quanti giudicati , ed egli è dissimile dai suoi fratelli in questo : che delle opinioni dei suoi maestri e mie egli non fa immediatamente le proprie , ma anzi vuole averne di sue , per le quali è talvolta punito e sovente biasimato . Ma se io avessi un capitale , io lo lascerei al mio ultimo figlio ; e se volete la mia opinione vi dirò che i resultati migliori li aspetto proprio dal piccolo Cràtilo : perché quei suoi dodici fratelli diverranno sì , certamente , dei bravi e onorati cittadini , ma a loro non apparterrà il domani ; mentre esso appartiene al mio tredicesimo , che è di quelli che più difficilmente raggiungono le cariche pubbliche , perché sono temuti , ma se un giorno vi giungono son loro che fanno la storia . E i cittadini più savi , molto ammiravano questa acuta risposta di Sofrone . LOTTE ANIMALI . La volpe , che temeva di esser fottuta dai suoi dipendenti , diceva sempre alla gente : Al mio servizio , io non voglio che dei somari . Poiché la volpe era ricca e temuta , avvenne persino che molti , per il vantaggio di mettersene al servizio , imparassero a ragliare . Il regno animale era pieno di ragli di prova , come quegli stanzoni dove i bandisti si esercitano . Frattanto il leone , assai più preveggente , raccoglieva intorno a sé bestie di ben altro genere , come leoncelli e tori . E quando si sentì forte abbastanza , decise di dar guerra alla volpe : la quale ordinò i suoi somari e tentò di resistere . Ma i somari fecero pessima prova , e il disastro appariva imminente . La volpe dovette ricorrere persino a quei molti che avevano imparato a ragliare per farsi pigliare al suo servizio , e dir loro che cercassero di usare di quelle doti , che avevano avute prima di farsi somari . Ma l ' abitudine al raglio era ormai tale , che anche questi altri fallirono . Onde il comando della situazione fu preso dal leone vittorioso , il quale ebbe a compagna una lupa .
STORIA DI CENTO PITTORI PIÙ UNO ( BIROLLI RENATO , 1935 )
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Il giovane pittore di provincia giunge nella grande città . Ecco che cosa avviene : 1 ) Evolversi della coscienza per lento e progressivo acclimatarsi ; 2 ) uscita dal gretto determinismo di luogo ; 3 ) partecipazione alle aspirazioni artistiche della nuova e più vasta collettività : tutti fatti positivi e che non gravano sulle spalle del padron di casa . E poiché alla coscienza morale di questo giovane s ' impone la liberazione , il suo travaglio sarà un certo qual modo necessario alla dinamica del centro artistico . Egli si libererà spontaneamente delle scorie , innocue alle grandi dominanti del momento . Se non lo farà , di lui non si sentirà più parlare . Passando da un clima all ' altro è necessario , è conveniente accettarne le caratteristiche ( almeno come reagente ) e chi passa da quota 10 a quota 90 deve convenire che vi si respira meglio . Il nuovo centro artistico gli apparirà esigente ; esso vuole riconoscersi al più presto nell ' opera del giovane venuto ; vuole che sia dei suoi , che non si attardi nei suoi dimessi costumi . Più tardi , se il giovane avrà genio , potrà concedersi ogni violenza . Il giovane , quando lascia le piccole città , o il borgo così uguali nel servire lo stesso pane vero alla stessa annoiata mensa è straricco di cognizioni inutili e dannose . Ha una cultura il cui senso può essere sbagliato . È antimodaiolo , ma nel senso di un conformismo tradizionalistico . Nel nuovo ambiente egli respira , per così dire , aria di speranza . Incominciano i più intimi confronti tra lui e gli altri . Se il giovane è intelligente e sincero , noterà l ' abisso da colmare . Poi vengono i confronti ufficiali . Batoste da ogni lato . Gli rimane per poco in petto l ' amore pei suoi vecchi feticci , i quali intristiscono nel ricordo e s ' allontanano dall ' affetto dei vivi . Ciò gli parrà dapprima ingiusto ma poi rinuncerà definitivamente al grigio e laido museo dei suoi falsi profeti : l ' immagine feeristica dell ' arte , i capricciosi sentimentalismi saranno finiti . In provincia gli poteva accadere di aver la possibilità manuale di dipingere 400 mq . di tela e non sfiorare mai un solo problema pittorico e peggio artistico . Egli era edotto ( con profonda conoscenza ) sui cromatismi atonali , sugli oggettivismi estemporanei , sul nichilismo naturalistico o tutt ' al più su quel novecentismo di maniera che nasconde sotto un contrasto tipografico di bianco e nero un nuovo e profondo materialismo , l ' equivoco fanciullesco della pittura = volume + peso . I cosidetti maestri provinciali , peggiori dei giovani , soffiano sull ' ignoranza , che è il loro fuoco divino . Non si avvedono di essere degli incivili senza barbarie . Il giovane che evade è invece un incivile che si condanna per un certo tempo alla barbarie . Da ciò ne deriva che gli sarà possibile partecipare in via assoluta al rinnovamento artistico . Egli apprende a sue spese vari postulati , cioè non allo stato di definizione ma di esperienza . Egli impara che le forme non sono che larve se vengano espresse nello stesso ciclo fenomenico della natura : poi che l ' arte è un ' espressione etica e una esperienza . Egli spregia anche le generiche idealizzazioni plastiche di ogni neoclassicismo , che fanno dell ' arte un orrido ( apparentemente bello ) museo d ' atteggiamenti già noti . Tutto ciò che un tempo aveva sembianze di sublime raggiungimento , ora non è che la fattispecie plastica della rettorica . Anche la vita dell ' artista gli si presenta come azione . Le proposizioni si disgrovigliano dalla complicata sintassi . Il giovane sprovincializzato abbandona i suoi amori di ieri : la ricerca atmosferica , il taglio da natura , tutte insomma le cattive interpretazioni dell ' impressionismo . Vede i moderni . Perché dalla città nativa non gli riusciva di capirli ? Ora gli appaiono nuovi e ossessi quei gialli , quei rossi , quegli azzurri e come ispirati a sensi stranieri al comune . L ' equilibrio formale lo vede risolversi in se stesso , cioè entro i confini del quadro . Non deve immaginare più un mondo troppo traslato per capire queste nuove espressioni dell ' arte . Non deve chieder in prestito più nulla alla letteratura , alla storia , ecc . S ' egli pensa alla struttura d ' un uomo e alla struttura d ' un uomo e alle vere generatrici dell ' emozione , s ' accorge che tutto ciò che è fondamentale in natura , tutto ciò che è primordiale , cioè necessario , qui tenta d ' essere espresso . Lo turba il coraggio di una sincerità così disperata , capace di classificar l ' uomo per gli elementi che lo compongono innanzitutto . E la natura ? si domanda ancora una volta . Va dagli antichi . S ' accorge che , attraverso le epoche , v ' è qualcosa che domina al di fuori e al disopra di ogni contingenza storica . Essi esprimono dei valori assoluti perché autonomi , perché conchiusi in sé stessi , non ripiegati ma asserviti ad una grande intenzione . E se gli appaiono in così nuova grandezza , come fossero preesistiti alla creazione del mondo per suggerirne gli aspetti più enormi , è perché ogni intenzione armonizzatrice del ritmo spirituale , ebbe la sua realizzazione . Oggi , molti moderni , restano a mezz ' aria cosicché l ' intenzione rimane polemica e difficilmente si eleva ad arte . Un colore o una linea , sono in pochi a farli funzionare . Li accennano e lì per lì si disamorano d ' una conclusione ben chiara . Il nostro giovane pittore s ' avvede che la storicità d ' una opera è un dato involontario che l ' artista non cerca . Un nuovo vero sorge dal colore e dal disegno , sorge dalla forma . Essere naturali in arte è una fatalità dell ' artista , non è un ricordo del vero . Molti problemi gli si presentano ancora . Egli intuisce la tabe dell ' astrattismo che crede nel parallelismo di velocità tra pensiero e realizzazione . Il pensiero corre più avanti e l ' artista per seguirlo non insiste in profondità . Non si sofferma più sull ' opera . Presunzione estensiva . Così tutto si anemizza , si svuota . Il giovane intravvede una nuova generazione di creatori lenti , che non è sinonimo di tardi . Il pittore rifà le sue cognizioni critiche e si viene formando una nuova personalità spirituale . Egli rivendica i dati elementari ed eterni della pittura . Per questi motivi la storia del giovane provinciale è un episodio di civiltà , cioè di moralità . Poi la sua storia diventa un ' altra , ma non muta mai quello che è il ritmo incalzante di ricerca . Persiste in lui il meraviglioso retaggio degli anni senza tregua . La maturità non è più un invecchiamento , è una conquista .
POSIZIONE DI GIOVANI ( GUTTUSO RENATO , 1935 )
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Le statistiche sono in genere affari dei posteri . E solo alla fine di un secolo le somme vanno tirate e i bilanci conclusi . Perciò i giovani oggi non amano le cifre incolonnate di una partita doppia che ancora non è affatto chiusa . Chi , come noi , si formò nel tempo inquieto , è portato invece a scorticarsi e a riguardarsi dentro perché tempo inquieto vuol dire , per chi lo intende , tempo delle più assolute responsabilità . Noi , a nostro rischio , e pagando sempre con il nostro denaro abbiamo accertato questa nostra responsabilità e se non abbiamo fissato le posizioni definitive delle nostre aspirazioni con grandi manifesti e programmi è appunto perché la nostra posizione sta nella libertà certa dei nostri sviluppi . Attraverso il tenace sondaggio però dei punti sono stati fissati , sopratutto nei riguardi delle nostre relazioni con la tradizione . La storia non è una vecchia cosa da imparare a memoria con mentalità da neoclassico né da ripudiare con mentalità futurista mentalità entrambe viete e definitivamente superate ; la storia è un fatto appartenente alla nostra personalità e solo in questo senso importante e continuativo . Esiste in quanto serve alla nostra costruzione e noi siamo parte di essa . Non si può pensare alle interruzioni dei teorici né alla decorrenza ; non esistono periodi d ' oro né di bronzo , ma solo delle leggi misteriose per le quali il miracolo del genio viene a regolare le fasi di un ingranaggio . Si tratta allora solo di gente che è nota per il fatto dell ' arte e di gente che non è nota per questo . Pubblico , acquisti , congregazioni , critiche , col fatto dell ' arte abbiamo appreso che non c ' entrano . Subito che si guarda alla natura del fenomeno artistico alla sua posizione ed al suo svolgersi nel tempo . Una curiosa clausura che permetta tutti i contratti e le più assurde contaminazioni , in osmosi regolate e continue . Dal niente non può nascere l ' arte ; ma pure nessun incidente apparente la provoca , in conseguenza non crediamo alle scuole , ma all ' aria , al colore del cielo che ogni uomo apprende a suo modo come la sua costruzione comanda . Siamo portati perciò a dare massima importanza agli individui ed ai loro particolari contributi , non crediamo all ' arte di masse , né ai fenomeni popolareschi se non come fenomeni singoli , del resto lontanissimi dalla massa e considerati forme inferiori dai più . Non è più il tempo delle classifiche e delle categorie ; siamo stanchi delle definizioni , dei partiti presi e dei dogmi . Solo quando la libertà diventa una legge si può essere , nel nostro senso liberi ; per questo abbiamo fatto legge libertà più assoluta , libertà che non vuol dire anarchia . Solo così la storia può rimanere viva ed attuale , finché noi siamo vivi ed in atto . Così la storia diviene esperienza insieme alla nostra vita e noi non si diventa dei musei . Il museo è fermo , l ' artista è in movimento ; il documento è cronaca , la storia è vita . Così nella nostra curiosa libertà abbiamo scoperto il filo vivo della continuità e siamo diventati frutto di tutto quello che ci è servito . Naturalmente solo da una esperienza può nascere una selezione e si possono scoprire quei fatti già avvenuti nel passato che noi sentiamo vivere in noi ed accertiamo necessari al vivere della nostra arte . In questo senso la tradizione è legata all ' individuo secondo le reazioni che nell ' individuo provoca ; così ognuno di noi ha la sua tradizione se è vero che ha la sua arte . Ma la gioia di noi giovani è un ' altra , che è anche la nostra nuova forza , l ' esserci trovati in più d ' uno da Milano a Roma a Palermo a Venezia , ognuno nel suo mondo , vicini l ' uno all ' altro in una costellazione che diventa ogni tanto , all ' improvviso più ricca e più lucente .
I NUOTATORI ( MESIRCA GIUSEPPE , 1935 )
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È questo un fiume che nasce sui monti per il confluire di vari torrenti e attraverso la pianura finisce nel mare . Ma mentre appena formato è impetuoso , profondo e freschissimo per l ' ombra delle gole che impediscono al sole di toccare le acque , nella pianura s ' allarga e rallenta il suo corso sino a raggiungere in certi punti la calma e il tepore dei laghi . È qui , verso l ' estate , che s ' inizia la stagione dei bagni e si prolunga ininterrotta sino alla fine di settembre . Bastano infatti i primi segni del caldo , quali il canto della cicala e l ' ingiallire del frumento nei campi , perché le sue rive si popolino di gente . Son per lo più ragazzi dai dodici ai vent ' anni che abitano vicino al fiume in case poste oltre gli argini . Essi s ' alzano prestissimo , quando ancora il cielo è oscuro e solo a oriente appare l ' aurora come un fuoco . È la madre che li sveglia dai loro sonni nei grandi letti di piuma , gridando inesorabile ad ogni indugio , mentre apre la finestra e mostra il giorno che sorge . Comincia così il loro lavoro che si prolunga per tutta la mattina nei campi o nel fiume a raccogliere sassi , finché a mezzogiorno , quando il sole è alto nel cielo , consumato in fretta il pasto , sono liberi e vanno nel fiume a bagnarsi . Il luogo per nuotare vien scelto quasi sempre in certi gomiti dove la corrente per il continuo sbattere dell ' acqua contro le rive ha roso la terra sino a formare larghi bacini che ben s ' adattano ai loro volubili gusti . Essi giungono a piedi scalzi su piccole strade polverose , i calzoni tenuti fermi da una cinghia , la maglietta aperta sul petto , un grande cappello che dà ombra al viso , e subito si spogliano per indossare certe mutande di tela a righe colorate tolte furtivamente alla sorella o alla madre . In questo fiume la consuetudine del nuoto viene trasmessa di generazione in generazione come un esercizio indispensabile a cui nessun giovane valido può sottrarsi , pena lo scredito presso tutti i dintorni . Basta osservare i più esperti che fanno prodigi di bravura per essere ammirati . Eccoli che s ' avvicinano al fiume . Sono giovani di statura non molto alta , dalle membra armoniose , che camminano dondolandosi nei fortissimi fianchi mentre muovono all ' intorno l ' occhio nero e vivace . Essi scendono prima vicino alla sponda per bagnarsi il petto e le braccia , e dopo , saliti rabbrividendo su una pietra , s ' abbandonano alla corrente con una lieve spinta del piede . Ma è solo quando sono giunti in mezzo al fiume che mettono in opera tutte quelle segrete manovre ch ' essi hanno imparato con la lunga abitudine . Di solito battono i piedi per avere una vigorosa spinta in avanti , mentre le mani facilitano l ' avanzare , una allungandosi quasi adagiata sull ' acqua , l ' altra sotto il petto che seconda il movimento delle gambe , e in tal modo procedono con estrema velocità , compiendo lunghi tratti senza avvertire la minima stanchezza . Sono questi primi saggi degli esperti che spingono gli altri ad imitarli , ed infatti , mentre quelli , raggiunta la riva , salgono a riposarsi sull ' erba , tutti si spogliano in fretta come presi da una vera smania dell ' acqua . Cominciano così i lunghi nuoti , interrotti dai tuffi degli azzardati che vanno a gara a chi resiste più a lungo muovendosi sotto lo specchio verde dell ' acqua come bianchi fantasmi , mentre gli esperti dall ' alto correggono i movimenti sbagliati che essi compiono nella foga , dimenticando i principi che stanno a base del tradizionale esercizio . Ma ecco comparire sull ' argine altri ragazzi che sino allora sono stati in giro a pescare in certi angoli segreti del fiume , e vengono avanti tenendo in mano un pesce come tanti Tobioli . Al loro richiamo tutti escono dall ' acqua e si riuniscono negli spiazzi erbosi che l ' argine forma digradando verso la riva . Al centro stanno gli anziani e all ' intorno i più giovani che ascoltano attenti . Di solito parlano di affari compiuti in famiglia , commentandoli variamente secondo il loro punto di vista , ma dopo tutti i discorsi convergono ad un unico tema l ' amore , di cui hanno una certa esperienza . Le loro donne sono giovani contadine dei dintorni , conosciute l ' inverno prima durante le lunghe veglie nelle stalle . Essi parlano con loro alla sera , dopo cena , attendendole nelle svolte delle piccole strade di campagna , in quell ' ora deserte . Ognuno racconta dell ' amata certi suoi atti che più gli sono rimasti fissi in mente , come il modo goloso con cui offre la bocca per essere baciata o delicate stravaganze che ella compie nell ' amoroso convegno . Poi , eccitati , perdono ogni ritegno , le parole , dapprima rattenute da un vago pudore , sboccano libere e oscene , e ridono ad alta voce dandosi grandi colpi alle spalle , mentre i giovanetti , maturatisi durante l ' anno , gustano profondamente quei discorsi , accendendosi in volto per l ' emozione . Solo quando il sole comincia a declinare e la sera s ' annuncia col canto dei grilli tra l ' erba , o quando per l ' afa il tuono rompe il silenzio verso i monti , essi ritornano a casa . Così dura la stagione dei bagni sino a settembre , finché , all ' inizio della vendemmia , le rive si fanno a poco a poco deserte , mentre i nuotatori , dimentichi del fiume , pigiano l ' uva nei grandi tini , inebriati dall ' odore del mosto .