StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Turati
ha
presentato
alla
presidenza
della
Camera
la
seguente
interpellanza
:
«
All
'
on
.
Presidente
del
Consiglio
e
all
'
on
.
Ministro
degli
esteri
:
per
sapere
se
siano
informati
dell
'
azione
che
una
ambasciata
straniera
svolse
durante
la
crisi
ministeriale
,
e
dell
'
attività
che
essa
spiega
in
questi
giorni
per
determinare
nuove
crisi
:
per
sapere
inoltre
se
siano
informati
delle
visite
che
segretari
della
stessa
ambasciata
fanno
ogni
giorno
a
uomini
parlamentari
e
anche
a
giornali
che
più
eccitano
alla
rivolta
contro
le
istituzioni
parlamentari
»
.
Nel
maggio
1915
quando
l
'
opinione
pubblica
italiana
insorse
contro
l
'
ingerenza
straniera
nelle
cose
interne
del
nostro
paese
,
giornali
,
uomini
politici
e
privati
cittadini
,
che
asserivano
un
fatto
così
rivoltante
per
la
coscienza
pubblica
,
denunziarono
apertamente
i
nomi
di
Giovanni
Giolitti
e
di
Bernardo
von
Bülow
.
Oggi
l
'
on
.
Turati
,
sotto
forma
d
'
interpellanza
,
cioè
trincerandosi
dietro
l
'
immunità
parlamentare
,
ripete
la
stessa
accusa
a
carico
di
persone
innominate
,
indiziandole
con
termini
vaghi
in
modo
che
il
sospetto
possa
colpire
chiunque
faccia
comodo
all
'
on
.
Turati
e
agli
interessi
che
egli
serve
,
senza
che
alcuno
sia
particolarmente
autorizzato
senza
suo
danno
a
rintuzzarla
.
Per
conto
nostro
non
abbiamo
neppure
bisogno
d
'
invocare
l
'
altra
causa
di
«
xenofobia
»
tante
volte
lanciataci
dai
socialisti
per
escludere
che
l
'
on
.
Turati
abbia
voluto
alludere
al
nostro
giornale
.
Non
ne
abbiamo
bisogno
perché
l
'
accusa
dell
'
on
.
Turati
non
si
discute
neppure
,
si
disprezza
semplicemente
.
Un
'
accusa
di
collusione
con
lo
straniero
,
quando
è
fatta
nella
forma
e
nei
termini
dell
'
on
.
Turati
,
lungi
dal
colpire
chicchesia
,
colpisce
soltanto
chi
la
fa
.
Essa
infatti
prova
semplicemente
che
chi
la
fa
,
per
difetto
proprio
di
coscienza
nazionale
,
non
ne
comprende
tutta
la
gravità
,
se
crede
di
potersi
esimere
dagli
obblighi
più
elementari
che
l
'
estrema
gravità
dell
'
accusa
stessa
comporta
.
E
che
questo
appunto
sia
il
caso
dell
'
on
.
Turati
risulta
chiaro
non
solo
dalla
forma
genericamente
tendenziosa
della
sua
accusa
,
ma
in
forma
più
positiva
dalle
stesse
parole
dell
'
on
.
Turati
con
le
quali
si
attribuisce
all
'
Ambasciata
straniera
,
di
cui
si
tratta
,
una
singolare
attività
«
per
determinare
nuove
crisi
»
nel
nostro
governo
.
Parole
,
che
tradiscono
il
vero
scopo
dell
'
on
.
Turati
.
Vale
a
dire
:
l
'
on
.
Turati
,
nel
lanciare
la
stupefacente
accusa
,
con
la
quale
l
'
ambiente
politico
italiano
viene
dipinto
come
quello
d
'
un
qualsiasi
staterello
balcanico
,
non
è
mosso
da
un
«
puro
»
scopo
patriottico
,
ma
soltanto
dallo
scopo
«
partigiano
»
di
rendere
un
servizio
personale
all
'
on
.
Nitti
,
insinuando
un
sospetto
atroce
,
che
allo
stato
fluido
in
cui
è
stato
lanciato
può
,
a
guisa
di
gas
asfissiante
,
investire
qualunque
dei
suoi
avversari
.
Dopo
di
che
è
perfettamente
inutile
rilevare
l
'
inanità
dell
'
altro
tentativo
fatto
dall
'
on
.
Turati
:
cioè
di
aizzare
il
Parlamento
contro
la
stampa
contraria
all
'
on
.
Nitti
,
qualificandola
come
eretica
,
o
peggio
verso
le
istituzioni
parlamentari
.
Constatiamo
semplicemente
che
,
con
la
sua
calunniosa
interpellanza
,
l
'
on
.
Turati
ha
compiuto
un
vero
e
proprio
atto
di
sabotaggio
contro
le
istituzioni
parlamentari
,
sfruttando
la
sua
prerogativa
parlamentare
,
per
compiere
una
cattiva
azione
.
StampaQuotidiana ,
Consentiamo
pienamente
nell
'
articolo
che
Arnaldo
Mussolini
ha
pubblicato
sui
Popolo
d
'
Italia
.
Già
,
nei
giorni
scorsi
,
una
chiarificazione
,
e
non
una
polemica
,
avvenuta
su
queste
colonne
tra
Ugo
d
'
Andrea
e
Umberto
Guglielmotti
,
ci
ha
fatto
,
diciamo
così
,
anticipare
il
nostro
consenso
alle
osservazioni
chiare
e
tranquille
del
direttore
del
giornale
fascista
.
Noi
infatti
,
pur
non
facendo
alcuna
confusione
,
come
quella
di
cui
giustamente
si
lamenta
l
'
on
.
Bottai
nella
lettera
che
più
oltre
pubblichiamo
,
indicavamo
nettamente
il
pericolo
e
il
danno
di
una
polemica
che
,
partendo
da
posizioni
dottrinali
e
meritevoli
senza
dubbio
di
esame
,
per
il
momento
,
per
il
modo
e
per
inevitabili
inserzioni
deviatrici
,
avrebbe
piuttosto
nociuto
che
recato
bene
all
'
opera
di
assestamento
del
partito
all
'
indomani
delle
elezioni
.
La
nostra
indicazione
,
chiaramente
espressa
e
che
deve
aver
convinto
anche
quello
che
pareva
il
nostro
contraddittore
,
non
era
certo
avventata
e
infondata
,
se
certo
oggi
,
tra
interviste
,
commenti
,
articoli
,
contrasti
largamente
sfruttati
dalla
stampa
d
'
opposizione
o
di
certo
filofascismo
cirioleggiante
e
deluso
,
peggiore
della
stessa
opposizione
;
ci
troviamo
,
fumante
e
appetitoso
per
tutti
gli
oziosi
politicanti
italiani
,
il
solito
pasticcio
di
chiacchiere
,
dove
c
'
è
tutto
:
Hegel
,
l
'
Antiriforma
,
il
liberalismo
protestante
,
l
'
incompatibilità
,
lo
squadrismo
,
il
sindacalismo
integrale
,
gl
'
industriali
,
gli
attacchi
a
membri
del
Governo
;
e
chi
più
ne
ha
più
ne
metta
.
Dobbiamo
riconoscere
con
amarezza
che
la
prosa
abbondante
e
irrequieta
dell
'
on
.
Massimo
Rocca
si
è
trovata
ad
essere
,
magari
contro
le
intenzioni
dell
'
autore
ribadite
in
alcune
dichiarazioni
di
risposta
al
direttore
del
Popolo
d
'
Italia
,
la
colla
di
questo
enorme
pasticcio
che
gli
avversari
affettano
con
la
gioia
di
chi
può
sfamarsi
a
così
buon
mercato
.
Ebbene
mettiamolo
da
parte
,
una
buona
volta
,
e
veniamo
al
sodo
.
C
'
è
dissenso
sull
'
opera
di
governo
,
condotta
dal
Duce
con
una
energia
e
una
chiaroveggenza
,
cui
risponde
sempre
più
e
lo
attesta
il
viaggio
di
Sicilia
il
consenso
fiducioso
e
reverente
di
tutto
un
popolo
,
in
tutti
i
suoi
ceti
,
senza
distinzioni
di
classi
e
di
fittizi
inquadramenti
di
partito
?
No
.
L
'
opera
di
governo
,
e
cioè
la
massima
espressione
del
Fascismo
,
è
salda
,
incontestabile
;
e
,
per
la
prima
volta
,
è
raccolta
nelle
mani
di
un
Capo
formidabile
,
che
non
ha
bisogno
di
campagne
giornalistiche
per
giudicare
i
particolari
di
quest
'
opera
e
l
'
azione
dei
suoi
collaboratori
.
C
'
è
dissenso
nell
'
azione
fondamentale
del
partito
?
Nemmeno
.
La
polemica
sulla
incompatibilità
deliberata
dal
Gran
Consiglio
è
già
risoluta
.
Ha
potuto
avere
qualche
apparenza
di
indisciplina
su
una
sostanza
di
sincera
passione
,
ma
è
risoluta
.
Si
esegue
.
Né
del
resto
poteva
sollevare
divisioni
o
i
cosiddetti
urti
di
tendenze
,
ben
noti
storia
degli
altri
partiti
.
Il
partito
esce
or
ora
dalla
lotta
elettorale
,
in
cui
ha
dato
indubbie
prove
di
forza
e
di
compattezza
.
Cerca
ora
il
suo
assetto
gerarchico
,
di
quadri
e
di
gregari
,
ancora
commosso
dalla
lotta
stessa
.
Lo
raggiungerà
sicuramente
,
senza
melanconie
di
diverbi
dottrinari
e
senza
affatto
rifiutare
quell
'
alta
elaborazione
spirituale
,
che
sarà
il
segno
intellettuale
della
nuova
civiltà
fascista
.
C
'
è
dissenso
fondamentale
sull
'
azione
delle
Corporazioni
,
sulla
funzione
della
Milizia
,
sulle
direttive
fondamentali
di
quello
che
è
il
regime
fascista
,
la
cui
normalizzazione
non
ha
proprio
niente
a
che
fare
con
la
normalizzazione
liberaloide
di
certi
filofascisti
?
Nemmeno
questo
.
La
fraseologia
,
accolta
a
torto
da
qualche
fascista
,
e
che
vuoi
significare
,
su
certa
stampa
,
un
contrasto
tra
Roma
e
la
provincia
,
tra
normalizzatori
e
cosiddetti
«
selvaggi
»
,
è
una
balordaggine
giornalistica
;
una
applicazione
al
Fascismo
del
solito
gergo
,
che
trionfava
un
tempo
nelle
cronache
dei
corridoi
di
Montecitorio
.
C
'
è
dissenso
in
questa
vigilia
parlamentare
?
Niente
affatto
.
C
'
è
consenso
,
c
'
è
volontà
decisa
di
cambiar
costume
parlamentare
;
di
far
giustizia
di
un
passato
che
,
oltre
tutto
,
è
stato
un
passato
di
vera
e
propria
indegnità
parlamentare
.
E
allora
?
Vogliamo
ricadere
nell
'
errore
della
prima
campagna
revisionistica
,
che
si
impasticciò
proprio
quando
il
Fascismo
avrebbe
dovuto
dimostrare
coscienza
dell
'
opera
del
Duce
,
impegnato
,
proprio
in
quei
giorni
,
nella
vertenza
con
la
Grecia
,
che
fu
vertenza
per
il
prestigio
d
'
Italia
in
Europa
?
Tirate
le
somme
,
anche
allora
le
chiacchiere
lasciarono
il
posto
a
poca
sostanza
.
Guardiamoci
dall
'
errore
di
allora
e
ciascuno
trovi
,
guardando
all
'
esempio
del
Duce
,
il
suo
posto
di
lavoro
per
il
Fascismo
.
E
lo
tenga
come
una
consegna
,
guardando
che
anche
le
parole
siano
azione
,
inquadrata
e
disciplinata
,
e
non
critica
sterile
e
politicante
.
Ecco
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Una
schiuma
fetida
ribolle
intorno
a
Nitti
e
riporta
a
galla
tutti
i
rifiuti
del
politicantismo
procacciante
,
del
pseudo
-
giornalismo
avventuriero
.
Si
ritorna
a
tempi
che
parvero
superati
,
che
la
grande
crisi
della
guerra
parve
sommergere
per
sempre
nel
fondo
putrido
della
vecchia
piccola
Italia
,
tutte
fazioncelle
parlamentari
legate
a
interessi
di
camarille
affaristiche
,
col
codazzo
d
'
una
stampa
equivoca
vivacchiante
intorno
al
ministero
dell
'
interno
,
comandata
a
favorire
con
tutti
i
mezzi
illeciti
la
dittatura
della
casta
oligarchica
che
ha
arraffato
il
potere
e
lo
mantiene
con
le
arti
dell
'
intimidazione
,
della
diffamazione
,
della
corruzione
,
In
ciò
essenzialmente
si
dimostra
il
risorto
giolittismo
che
,
nella
sua
riconsacrazione
gionittiana
,
ha
acquistato
di
goffagine
e
di
frode
per
ciò
che
ha
perduto
di
sapienza
volpina
e
di
mascherata
violenza
.
Nitti
è
la
pietosa
degenerazione
di
Giolitti
,
il
quale
aveva
almeno
un
suo
stile
,
una
sua
arte
di
governo
,
anche
se
scaltramente
odiosa
e
immorale
.
Già
,
in
questi
suoi
primi
giorni
e
coi
suoi
primi
atti
,
Nitti
ha
dato
intera
la
misura
di
quel
che
sarà
la
sua
politica
,
fatta
di
bassezze
e
di
obbiezioni
,
basata
sugli
intrighi
del
giornalismo
di
anticamera
e
sulle
manovre
del
parlamentarismo
di
corridoio
.
È
una
dittatura
demagogica
da
basso
impero
,
che
ha
i
suoi
scherani
della
stampa
e
i
suoi
sgherri
della
polizia
,
che
stende
su
tutto
una
rete
di
loschi
interessi
,
che
lavora
all
'
accaparramento
di
tutti
i
partiti
coi
favori
e
con
le
promesse
,
che
contro
gli
avversari
adopera
sudiciamente
l
'
insinuazione
velenosa
,
la
sconcia
calunnia
,
e
,
quando
capita
,
la
proditoria
aggressione
.
Su
questo
ambiente
di
corrotti
e
di
corruttori
,
Nitti
eleva
e
fonda
le
sue
fortune
,
cercando
di
ritrascinare
l
'
Italia
,
che
recalcitra
nauseata
e
rivoltata
,
alle
epoche
più
torbide
della
sua
storia
recente
dell
'
avantiguerra
.
Ed
ecco
che
ripullulano
le
questioni
morali
,
e
che
il
Presidente
del
Consiglio
è
ogni
giorno
costretto
a
difendersi
da
accuse
,
vere
o
false
,
che
lo
colpiscono
personalmente
.
Ed
ecco
che
si
diffonde
un
'
atmosfera
di
diffidenza
e
di
sospetto
.
Ed
ecco
che
la
vita
nazionale
affonda
miserabilmente
nel
fango
dond
'
era
stata
,
d
'
un
colpo
d
'
ala
,
risollevata
nel
cielo
dei
martiri
e
degli
eroi
.
Ritornarono
i
neutralisti
,
i
disfattisti
,
i
negatori
della
patria
.
Si
infama
l
'
epopea
della
guerra
e
della
vittoria
.
Si
irride
allo
spirito
nuovo
dell
'
Italia
,
nel
dovere
e
nel
sacrificio
.
I
generali
vittoriosi
sono
accusati
di
cesarismo
,
i
combattenti
sono
avviliti
,
offesi
,
isolati
,
tenuti
in
sospetto
.
L
'
imboscato
morale
,
che
è
Nitti
,
chiama
a
raccolta
tutti
gli
imboscati
della
guerra
,
e
se
ne
fa
un
corpo
di
pretoriani
.
Il
giolittismo
è
vendicato
,
ma
è
anche
travolto
da
questo
fetido
schiumare
di
nauseanti
rifiuti
politici
e
morali
che
si
chiama
il
gionittismo
.
CHIUSURA ( GUGLIELMOTTI UMBERTO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Forse
taluno
potrà
essersi
meravigliato
del
nostro
tenace
agnosticismo
o
meglio
del
nostro
totale
disinteressamento
rispetto
alle
cosiddette
polemiche
interfasciste
che
hanno
offerto
argomento
vario
e
pettegolo
alla
solita
stampa
raccoglitrice
di
ogni
contesa
,
avversaria
o
fiancheggiatrice
che
sia
.
Senonché
tale
disinteressamento
che
risponde
ad
una
norma
che
ci
siamo
imposti
,
non
ci
ha
vietato
tuttavia
di
rivolgere
in
questi
giorni
la
nostra
modesta
,
ma
fedele
azione
a
taluni
altri
problemi
i
quali
indicano
che
il
Fascismo
,
inteso
come
movimento
,
come
partito
e
come
volontà
di
governo
,
ha
tanta
forza
in
sé
da
superare
la
paralizzante
incrostazione
«
beghista
»
nella
quale
si
vorrebbe
veder
sommerso
il
nuovo
regime
.
Abbiamo
voluto
insomma
con
questo
tradizionale
sistema
di
noncuranza
nei
riguardi
di
certe
questioni
,
che
altri
forse
può
considerare
fondamentali
ma
che
noi
persistiamo
a
giudicare
superficiali
,
dimostrare
a
fascisti
e
non
fascisti
che
esiste
la
possibilità
di
dedicare
larga
messe
di
energie
intellettuali
,
per
esuberanti
che
siano
,
all
'
esame
e
alla
elaborazione
di
problemi
concreti
che
il
governo
fascista
quotidianamente
prospetta
,
affronta
e
risolve
.
Cose
serie
,
in
una
parola
,
come
ad
esempio
il
congresso
per
l
'
emigrazione
,
la
riunione
bancaria
di
ieri
,
la
situazione
internazionale
e
via
discorrendo
.
È
giunto
tuttavia
il
momento
di
dire
una
brevissima
parola
sulle
polemiche
di
cui
sopra
:
riaffermare
cioè
una
constatazione
evidente
.
Questa
.
Al
difuori
di
un
notevole
servizio
reso
agli
avversari
che
per
forza
propria
non
sarebbero
mai
capaci
di
scalfire
di
un
millimetro
l
'
edificio
su
cui
poggia
il
nuove
regime
,
di
tanto
baccano
non
resta
nulla
,
se
si
tolga
qualche
questione
personale
elevata
a
dottrina
.
Molti
strali
si
sono
appuntati
contro
un
ministro
in
carica
il
quale
in
un
anno
e
mezzo
dalla
sua
assunzione
al
potere
ha
raggiunto
un
obbiettivo
che
non
è
una
bazzecola
:
il
pareggio
.
Si
è
molto
ragionato
e
sragionato
circa
l
'
indirizzo
del
partito
mentre
nessuna
nuova
situazione
al
difuori
di
artificiose
sforzature
cerebrali
poteva
giustificare
la
necessità
di
battere
una
via
diversa
da
quella
fin
qui
battuta
nella
valutazione
politica
dei
problemi
della
vita
italiana
;
ebbene
,
dopo
tanto
scalpore
,
la
compagine
del
Governo
è
apparsa
,
come
è
giusto
sia
,
salda
e
omogenea
,
e
l
'
indirizzo
del
partito
animato
dall
'
unica
volontà
che
possa
sorreggerlo
e
vivificarlo
:
quella
di
continuare
,
superando
con
ogni
mezzo
e
con
ogni
sforzo
le
insidie
della
fazione
.
E
allora
?
Allora
non
resta
che
richiamare
,
come
già
altra
volta
facemmo
,
certe
zone
intellettuali
fasciste
troppo
facili
a
perdersi
nello
sterile
esercizio
dialettico
,
ad
una
più
esatta
,
più
disciplinata
,
più
consapevole
visione
della
realtà
.
Non
che
il
Fascismo
non
offra
campo
vasto
e
libero
alla
sua
elaborazione
dottrinaria
sui
capisaldi
incrollabili
acquisiti
ormai
alla
storia
politica
del
nostro
paese
;
soltanto
occorre
impedire
che
certe
disquisizioni
teoriche
si
traducano
in
pratica
negli
episodi
non
certo
edificanti
cui
in
questi
giorni
abbiamo
assistito
.
Detto
ciò
non
intendiamo
per
ora
trarre
deduzioni
,
fedeli
al
nostro
convincimento
sulla
superficialità
e
sulla
contingenza
di
queste
schermaglie
:
torniamo
invece
a
servire
serenamente
il
regime
occupandoci
d
'
altro
,
di
quanto
cioè
il
Fascismo
crea
e
consolida
per
l
'
Italia
di
domani
.
Soltanto
ci
permettiamo
esortare
quanti
hanno
salda
in
petto
e
sono
molti
la
fede
che
noi
abbiamo
,
a
seguire
il
nostro
esempio
.
StampaQuotidiana ,
Che
l
on.Nitti
e
la
sua
banda
multiforme
e
multicolore
si
siano
vivacemente
agitati
nei
retroscena
oscuri
della
crisi
e
dello
sciopero
generale
,
ad
aiutare
il
meritorio
sforzo
di
Modiglioni
,
Canepa
e
C
.
per
un
ministero
di
sinistra
,
è
cosa
risaputa
,
della
quale
si
sono
avute
mille
prove
caratteristiche
:
dal
lavorio
intensissimo
dei
più
conosciuti
luogotenenti
e
agenti
nittiani
durante
il
secondo
tentativo
Orlando
,
specialmente
in
occasione
della
visita
dell
on
.
Turati
al
Quirinale
,
all
atteggiamento
insidioso
costantemente
seguito
dai
numerosi
giornali
e
dall
innumerevole
fungaia
di
bollettini
d
informazione
che
prendono
l
imbeccata
dal
comm
.
Magno
.
Niente
d
inverosimile
,
d
altronde
,
in
tutto
questo
;
e
niente
di
nuovo
.
È
naturale
,
è
logico
,
è
perfettamente
conforme
alle
tradizioni
che
ovunque
fermenti
la
sedizione
antinazionale
si
scopra
il
germe
nittiano
.
Questo
sta
a
quella
come
il
bacillo
sta
alla
malattia
.
Invero
non
si
tratta
tanto
di
un
fatto
politico
quanto
di
un
fenomeno
patologico
.
Senonché
Nitti
e
i
suoi
seguaci
,
i
seguaci
s
intende
ancor
più
di
Nitti
,
aggiungono
all
esercizio
delle
manovre
equivoche
il
vezzo
pericoloso
di
vantarsene
.
Hanno
,
nel
malefizio
,
la
più
baldanzosa
improntitudine
,
la
quale
non
giova
certamente
né
ad
acquistar
loro
neppure
le
simpatie
degli
allocchi
né
ad
assicurare
il
successo
delle
loro
torbide
mene
;
ed
è
un
vezzo
che
riflette
grottescamente
in
tutto
il
vasto
clan
,
sino
agli
infimi
gregari
,
il
tipico
abito
mentale
e
morale
del
capo
.
Millantava
dunque
l
altro
ieri
,
in
un
crocchio
di
estranei
,
un
notissimo
amico
di
Nitti
,
oriundo
straniero
ma
stabilito
da
parecchi
anni
a
Roma
,
il
quale
aspetta
dalla
restaurazione
nittiana
la
rivincita
di
una
non
dimenticata
batosta
elettorale
,
millantava
dicevamo
altamente
e
specificatamente
una
cosa
di
cui
si
è
molto
vagamente
parlottato
a
Montecitorio
nei
giorni
scorsi
:
l
accordo
che
sarebbe
intervenuto
fra
qualche
emissario
dello
statista
basilisco
e
alcuni
elementi
parlamentari
del
fascismo
.
L
episodio
più
che
autentico
non
meriterebbe
forse
di
essere
rivelato
,
se
esso
non
corrispondesse
in
modo
assai
significativo
alle
pubblicazioni
non
si
sa
se
più
ipocrite
o
suggestive
di
giornali
nittiani
-
come
il
Secolo
che
auspicano
insistentemente
da
tempo
l
unione
di
socialisti
e
fascisti
sul
terreno
di
una
nuova
democrazia
,
facilmente
identificabile
per
la
«
democrazia
italiana
»
inventata
di
recente
dall
on
.
Nitti
.
Ora
non
tocca
a
noi
difendere
dall
oltraggiosa
insinuazione
i
fascisti
,
i
quali
,
del
resto
,
non
crediamo
abbiamo
nessunissimo
bisogno
di
essere
difesi
,
giacché
riteniamo
senz
altro
,
a
priori
,
destituiti
di
fondamento
racconti
e
pronostici
interessati
circa
l
asserito
accordo
.
Infatti
la
gioventù
combattente
d
Italia
,
quella
che
ha
dato
così
folte
schiere
al
fascismo
,
avendo
trovato
in
questo
movimento
spontaneo
,
quasi
istintivo
di
reazione
e
di
riscossa
contro
la
tirannia
dei
nemici
interni
,
non
può
né
potrà
mai
revocare
la
squalifica
morale
che
è
stata
elevata
dalla
coscienza
nazionale
in
confronto
dell
amnistiatore
dei
disertori
.
Tale
squalifica
non
è
suscettibile
né
di
prescrizione
né
di
indulto
.
Essa
metterà
sempre
di
fronte
all
on
.
Nitti
,
per
qualsiasi
suo
conato
di
resurrezione
,
le
energie
pure
e
consapevoli
del
Paese
.
Quando
,
per
inconcessa
ipotesi
,
altri
fossero
per
accondiscendergli
,
ci
saremmo
ancora
noi
a
contrastargli
il
passo
.
Noi
:
i
nazionalisti
.
Bastammo
a
tenergli
testa
,
noi
soli
,
nell
anno
del
suo
onnipotente
governo
,
allorché
egli
fece
scempio
della
dignità
nazionale
e
della
vittoria
,
fino
al
giorno
in
cui
,
dopo
aver
fatto
massacrare
i
giovani
nell
anniversario
della
guerra
,
il
goffo
dittatore
cadde
sotto
il
peso
delle
sue
atroci
responsabilità
e
della
esecrazione
unanime
dell
opinione
pubblica
.
Basteremmo
,
in
ogni
caso
,
noi
soli
,
un
altra
volta
.
StampaQuotidiana ,
Il
sig
.
Piero
Gobetti
di
professione
«
rivoluzionario
liberale
»
ha
,
dunque
,
recato
un
'
ignobile
e
ingiustificata
ingiuria
a
Carlo
Del
Croix
,
e
i
mutilati
di
Torino
lo
hanno
gratificato
di
alcuni
sonorissimi
schiaffi
.
Bene
gli
stanno
.
Il
signore
di
cui
sopra
avrebbe
,
forse
,
meritato
dell
'
altro
.
Ma
,
in
ogni
modo
,
la
partita
può
anche
ritenersi
chiusa
.
Senonché
,
ecco
intervenire
il
Mondo
a
levare
con
la
sua
consueta
goffa
prosopopea
una
«
doverosa
»
protesta
.
Contro
il
signor
Gobetti
?
Distinguiamo
.
In
apparenza
sì
,
poiché
in
alcune
poche
scialbe
righe
il
Mondo
dice
di
respingere
per
conto
suo
«
un
apprezzamento
assurdo
»
e
di
esprimere
a
Carlo
Del
Croix
la
propria
schietta
solidarietà
.
In
sostanza
no
,
poiché
a
queste
stesse
poche
righe
ne
seguono
molte
contro
...
i
deputati
fascisti
di
Torino
,
i
quali
avrebbero
tentato
di
«
identificare
Piero
Gobetti
e
le
sue
ipercritiche
intemperanze
con
l
'
Opposizione
»
.
Il
giuoco
è
svelato
.
L
'
indignazione
del
Mondo
non
è
stata
così
,
determinata
dall
'
insulto
del
signor
«
rivoluzionario
liberale
»
ma
dal
«
tentativo
»
che
ne
sarebbe
seguito
.
Che
ciò
sia
,
è
perfettamente
logico
.
La
solidarietà
del
Mondo
con
Carlo
Del
Croix
non
può
non
essere
come
difatti
è
soltanto
apparente
,
e
occasionale
anzi
,
in
quanto
da
essa
è
comodo
trarre
qualsiasi
pretesto
per
chiacchierare
a
vanvera
di
«
speculazioni
»
fasciste
.
Quale
punto
di
contatto
può
mai
esistere
tra
il
Mondo
e
Carlo
Del
Croix
?
Uno
solo
:
il
ricordo
dell
'
ora
in
cui
,
governando
in
Italia
Francesco
Saverio
Nitti
,
i
mutilati
venivano
sputacchiati
per
le
strade
e
la
canaglia
irrideva
impunemente
al
loro
sacrificio
e
al
loro
martirio
.
Niente
altro
.
In
quanto
al
signor
Gobetti
,
si
tratta
di
un
affare
diverso
.
Il
Mondo
,
per
potere
in
realtà
«
protestare
»
contro
i
deputati
fascisti
torinesi
,
ha
l
'
impudenza
di
scrivere
che
«
assai
più
di
una
volta
il
Gobetti
ha
esercitato
la
sua
penna
ai
danni
delle
Opposizioni
e
dei
suoi
uomini
,
ch
'
egli
ha
assai
spesso
giudicato
e
qualificato
senza
riguardo
e
con
la
più
ingiusta
ed
inopportuna
severità
»
e
aggiunge
che
sulle
sue
colonne
ha
«
dovuto
rilevare
il
fenomeno
di
questo
oppositore
che
combatteva
l
'
Opposizione
,
e
ha
dovuto
fermamente
respingere
taluni
suoi
apprezzamenti
»
.
Un
momento
.
Non
faccia
confusioni
,
il
Mondo
.
Il
signor
Gobetti
è
suo
.
Ne
ha
spesso
pubblicato
gli
articoli
,
e
gli
ha
affidata
l
'
edizione
dell
'
ultimo
poderoso
volume
dell
'
on
.
Amendola
.
Che
qualche
motivo
di
riserva
formale
in
taluni
apprezzamenti
del
signor
Gobetti
il
Mondo
abbia
potuto
fare
,
è
cosa
che
non
sposta
i
limiti
attuali
della
questione
.
Anche
tra
il
Mondo
e
la
Voce
Repubblicana
,
per
esempio
,
è
corsa
poco
tempo
fa
una
vivace
polemica
.
Ma
forse
per
questo
i
repubblicani
hanno
cessato
di
far
parte
del
«
cartello
»
delle
opposizioni
?
E
perché
allora
il
signor
Gobetti
dovrebbe
cessare
di
far
parte
del
medesimo
?
Ci
resti
,
e
il
Mondo
se
lo
tenga
.
Un
'
ultima
osservazione
.
Le
Associazioni
dei
combattenti
,
dei
mutilati
,
dei
reduci
,
e
simili
organismi
«
apolitici
»
non
dimentichino
il
fenomeno
Gobetti
,
in
quanto
esso
si
ricollega
perfettamente
a
quello
delle
opposizioni
.
E
ciò
sia
ripetuto
con
licenza
del
Mondo
,
il
quale
,
non
c
'
è
che
dire
,
ha
dimostrato
che
la
sua
«
doverosa
protesta
»
come
esempio
di
mala
fede
non
è
del
tutto
disprezzabile
.
StampaQuotidiana ,
Il
valore
fondamentale
,
tipico
del
discorso
Federzoni
,
soprattutto
in
questo
momento
di
crisi
vasta
e
profonda
,
è
di
essere
un
discorso
politico
,
e
niente
affatto
parlamentare
.
E
il
valore
riaffermato
dell
'
uomo
che
lo
ha
pronunziato
è
in
ciò
,
che
Federzoni
è
un
autorevole
parlamentare
che
parla
soltanto
per
affermazioni
,
per
passione
,
per
responsabilità
politiche
.
Questo
è
il
nazionalismo
.
Intimamente
,
solidamente
antidemagogico
,
il
nazionalismo
non
ha
mai
praticato
,
nemmeno
verbalmente
,
lo
sport
antiparlamentare
,
per
sé
solo
,
anche
perché
questo
sport
di
solito
finisce
appunto
nel
parlamentarismo
.
È
stato
fermamente
,
tenacemente
antiparlamentare
,
in
quanto
è
necessario
essere
antiparlamentari
per
essere
fedeli
ad
una
morale
e
a
una
politica
nazionali
.
Quindi
anche
oggi
non
parla
di
combinazioni
parlamentari
,
ma
di
problemi
politici
,
quali
sono
,
e
di
una
volontà
politica
di
fronte
a
questi
problemi
,
potendo
così
francamente
indicare
anche
le
differenze
da
coloro
con
cui
siamo
stati
e
siamo
solidali
nella
battaglia
condotta
contro
le
forze
antinazionali
.
Ché
anzi
la
particolare
solidarietà
di
nazionalisti
e
fascisti
si
è
sempre
alimentata
,
come
dev
'
essere
per
tutte
le
sane
solidarietà
,
di
una
reciproca
chiarezza
di
posizioni
.
Facciano
altrettanto
gli
altri
partiti
,
e
soprattutto
le
variopinte
democrazie
,
discettanti
di
combinazioni
o
di
presunzioni
teoretiche
,
senza
mai
affrontare
una
responsabilità
specifica
.
Se
così
avessero
fatto
,
se
così
facessero
,
non
saremmo
alla
crisi
di
oggi
.
La
quale
in
quanto
è
anche
crisi
ministeriale
,
innegabile
,
è
da
noi
stata
considerata
con
lo
spirito
del
discorso
Federzoni
.
Quando
i
fascisti
hanno
domandato
le
elezioni
con
una
riforma
o
anche
le
sole
elezioni
,
senza
riforma
,
a
dicembre
,
abbiamo
detto
chiaro
il
nostro
pensiero
.
Abbiamo
messo
da
parte
il
problema
tecnico
delle
elezioni
e
non
abbiamo
subordinato
il
problema
politico
alle
elezioni
,
sia
per
il
nostro
costante
atteggiamento
di
fronte
al
mezzo
elettorale
,
considerato
in
subordinazione
delle
direttive
politiche
e
della
forza
politica
,
sia
perché
ci
è
parso
che
la
situazione
fosse
già
di
tanto
mutata
da
giustificare
,
anzi
da
imporre
un
orientamento
opposto
alla
solita
combinazione
proporzionale
dei
vari
gruppi
che
porta
ai
governi
di
paralisi
,
come
quelli
che
ci
sono
stati
,
come
quello
che
c
'
è
.
Ebbene
il
problema
oggi
è
questo
lo
riconoscono
implicitamente
anche
quelli
che
argomentano
per
non
riconoscerlo
e
non
può
essere
ridotto
ad
un
problema
di
elezioni
immediate
.
Quando
da
altre
parti
si
sono
invocate
le
dimissioni
del
ministero
Facta
,
volendo
far
carico
particolare
all
'
onorevole
Facta
,
di
questa
crisi
di
oggi
,
ci
siamo
rifiutati
a
questa
critica
,
perché
significherebbe
credere
necessaria
soltanto
la
sostituzione
dell
'
on
.
Facta
con
Giolitti
o
con
Orlando
o
con
chicchessia
,
quando
occorre
sostituire
invece
un
governo
ad
una
combinazione
.
Quando
ora
,
dopo
che
la
crisi
ministeriale
è
insopprimibile
,
si
dice
che
bisogna
attendere
la
convocazione
della
Camera
e
però
anticiparla
,
noi
rispondiamo
che
l
'
argomento
non
ha
valore
.
La
Camera
è
,
se
mai
,
in
una
sua
ricognizione
strettamente
parlamentare
,
l
'
impedimento
ad
una
soluzione
di
governo
.
Convocarla
e
confidarsi
ad
essa
proprio
alla
Camera
significa
legalizzare
la
paralisi
,
avere
la
sede
vacante
.
Concludendo
:
è
perfettamente
inutile
discorrere
se
sia
pregiudizialmente
conveniente
o
necessaria
la
crisi
parlamentare
o
extraparlamentare
.
Nient
'
affatto
.
Si
tratta
di
sapere
se
si
vuole
e
si
può
costituire
un
governo
che
faccia
a
meno
delle
combinazioni
di
gruppi
,
con
tanto
di
portafogli
e
di
sottoportafogli
per
ciascuno
.
Se
questo
si
vuole
e
si
può
,
non
occorre
convocare
la
Camera
.
Anzi
occorre
il
contrario
.
StampaQuotidiana ,
Ecco
qua
,
tutti
sono
per
la
conciliazione
,
per
la
collaborazione
universale
.
Bisogna
salvare
il
paese
,
e
però
andiamo
tutti
al
governo
.
Chiamiamo
addirittura
tutti
gli
ex
-
presidenti
del
Consiglio
,
dicono
alcuni
che
si
dicono
depositari
del
pensiero
dell
'
on
.
Giolitti
,
facciamo
un
grande
ministero
.
Dall
'
altra
parte
Nitti
anche
lui
invoca
il
grande
comitato
di
salute
pubblica
,
cui
eventualmente
darebbe
i
suoi
lumi
,
sulla
base
di
tutte
quelle
peregrine
scoperte
che
ha
fatte
nel
suo
discorso
.
Ebbene
questa
chiacchiera
è
pessima
.
Non
è
questa
l
'
ora
di
moltiplicare
rappresentanze
di
partiti
e
di
gruppi
,
di
fare
ricognizioni
di
carriere
politiche
,
di
presentare
un
'
adunata
di
bei
nomi
.
Questi
sono
gusti
commemorativi
.
Con
questi
criteri
si
fa
un
museo
di
gessi
,
una
gipsoteca
,
non
mai
un
governo
.
E
tanto
meno
si
fa
un
governo
con
i
numeri
e
con
le
massime
del
discorso
Nitti
,
rifugiato
a
Lauria
.
Il
caso
dell
'
on
.
Nitti
è
,
l
'
abbiamo
dimostrato
,
il
caso
di
chi
pratica
per
essere
generosi
con
la
sua
impudenza
e
con
i
suoi
tentativi
di
ottenere
l
'
oblio
la
retorica
dei
numeri
,
del
pessimismo
,
del
realismo
.
Ed
è
perfettamente
inutile
,
che
,
oltre
i
consensi
del
resto
poco
entusiastici
della
stampa
nittiana
,
altri
giornali
della
equidistanza
e
del
falso
realismo
democratico
elenchino
con
compunta
gravità
le
coincidenze
del
programma
nittiano
con
le
necessità
dell
'
ora
.
Anche
questi
giornali
sanno
,
nei
loro
commenti
,
che
sono
del
resto
la
confessione
più
chiara
della
loro
smidollatura
politica
,
della
retorica
.
Perché
se
l
'
on
.
Nitti
fosse
rimasto
e
fosse
così
rimasto
un
professore
di
volgarizzazione
giornalistica
come
era
il
suo
temperamento
,
si
potrebbe
anche
consentire
,
dopo
una
chiacchierata
come
quella
di
Lauria
,
nel
dire
:
Sì
,
c
'
è
del
buono
.
Ma
l
'
on
.
Nitti
non
è
soltanto
un
predicatore
,
è
stato
purtroppo
uomo
di
governo
,
anzi
capo
di
governo
,
e
capo
di
governo
in
un
'
ora
storica
per
la
Nazione
.
E
allora
bisogna
ricordare
quello
che
ha
fatto
,
quello
che
ha
voluto
l
'
on
.
Nitti
come
uomo
di
governo
,
quello
che
ha
detto
e
ha
fatto
e
ha
voluto
che
si
dicesse
e
si
facesse
dai
suoi
amici
,
dai
suoi
portavoce
,
dalla
sua
stampa
,
dopo
che
fu
rovesciato
dal
governo
.
E
se
tutto
questo
,
come
abbiamo
dimostrato
,
coincide
con
le
cose
sciocche
e
cattive
e
ignoranti
del
suo
discorso
,
con
le
reticenze
del
suo
discorso
;
ed
è
in
aperto
contrasto
con
le
constatazioni
concrete
del
suo
discorso
,
impostegli
dalla
gravità
della
situazione
;
allora
che
cosa
significa
il
voler
consentire
oggi
nella
«
precisione
della
visione
dell
'
on
.
Nitti
»
,
o
nella
volontà
di
«
valorizzare
le
forze
economiche
nazionali
»
o
con
«
le
parole
sulla
situazione
militare
mondiale
e
la
nostra
impreparazione
»
?
Sono
proprio
consensi
di
parole
con
parole
.
Niente
altro
.
Di
cattive
parole
con
cattive
parole
,
poiché
si
consente
retoricamente
con
un
discorso
,
che
è
la
sconfessione
di
un
'
azione
.
E
non
una
sconfessione
maturata
,
seguita
ad
una
rimeditazione
raccolta
,
come
se
ne
potrebbero
ammettere
:
ma
una
sconfessione
audace
,
impunita
,
di
chi
ha
l
'
aria
di
aver
voluto
le
cose
che
invece
non
ha
voluto
e
ha
impedito
che
fossero
.
Ebbene
per
Nitti
o
per
chicchessia
bisogna
farla
finita
con
questa
retorica
alla
rovescia
;
con
questa
retorica
del
realismo
,
che
è
esibita
da
uomini
,
da
gruppi
,
da
giornali
,
che
fino
a
ieri
infuriavano
o
malignavano
oscenamente
contro
il
fascismo
,
contro
i
partiti
nazionali
,
contro
la
«
reazione
»
e
pretendevano
che
,
in
offesa
aperta
di
queste
massime
esigenze
dell
'
ora
,
si
recassero
al
potere
i
socialisti
e
i
loro
complici
,
e
cioè
i
responsabili
della
violenza
interna
,
della
disintegrazione
statale
,
della
dissoluzione
dell
'
esercito
e
della
marina
,
del
maggior
deficit
statale
,
della
paralisi
della
economia
.
Questa
rettorica
dev
'
esser
respinta
,
risolutamente
,
come
la
più
sconcia
sopraffazione
della
verità
.
Respinta
come
un
caso
tipico
di
immoralità
politica
;
respinta
come
metodo
di
azione
politica
,
essendo
il
metodo
della
confusione
parlamentaristica
,
socialdemocratica
,
che
è
il
rovescio
del
metodo
di
sopraffazione
che
si
abbandona
quando
è
fallito
.
Dopo
i
tentativi
collaborazionistici
ora
siamo
a
quelli
confusionistici
:
museo
di
gessi
o
realismo
economico
.
E
tutti
amici
,
tutti
a
studiare
le
cifre
,
tutti
a
voler
portafogli
e
sottoportafogli
per
salvare
l
'
Italia
.
Eh
!
no
!
queste
sono
cose
ridicole
.
Proprio
il
contrario
della
situazione
che
è
seria
.
StampaQuotidiana ,
Nel
numero
14
del
27
ottobre
di
Voce
Operaia
di
Parigi
,
in
testa
alla
4a
colonna
,
della
4a
pagina
,
abbiamo
trovato
il
titolo
che
integralmente
riproduciamo
:
«
Il
partito
comunista
si
purifica
e
si
rafforza
,
cacciando
dalle
sue
file
i
traditori
»
.
Molto
bene
!
Ma
chi
sono
questi
traditori
che
il
partito
comunista
indegnamente
caccia
dalle
sue
file
?
Sono
i
seguenti
:
Luigi
Repossi
,
Onorato
Damen
,
Bruno
Fortichiari
.
Un
minuto
di
sosta
.
Questi
sono
i
nomi
di
quelli
che
una
volta
furono
considerati
capi
,
apostoli
,
profeti
del
comunismo
milanese
e
italiano
.
Erano
tre
«
assi
»
del
leninismo
in
Italia
.
Chi
poteva
dubitare
della
loro
fede
?
Tutte
le
speranze
dell
'
avvenire
e
relativo
sole
convergevano
verso
questi
uomini
,
che
oggi
,
sono
bollati
col
marchio
dei
traditori
.
Ma
si
può
sapere
che
cosa
hanno
fatto
?
Il
giornale
non
lo
dice
chiaramente
.
Sembrano
sospetti
di
«
bordighismo
»
.
«
Avendo
continuato
dice
«
Voce
Operaia
»
a
sostenere
ideologie
in
opposizione
alle
ideologie
comuniste
e
rivoluzionarie
,
essendo
rimasti
sordi
agli
appelli
del
Partito
che
li
invitava
a
cessare
il
lavoro
frazionista
e
di
disgregazione
del
Partito
,
i
tre
suddetti
cittadini
vengono
cacciati
dal
Partito
della
rivoluzione
proletaria
.
Tutti
gli
interventi
del
Comitato
centrale
per
richiamare
costoro
alla
disciplina
per
discutere
con
loro
al
fine
di
convincerli
e
di
evitare
loro
di
cadere
nelle
file
della
controrivoluzione
,
di
diventare
di
fatto
degli
alleati
del
fascismo
,
furono
inutili
o
restarono
senza
risposta
.
Repossi
,
Fortichiari
e
Damen
continuarono
il
loro
lavoro
frazionista
per
disgregare
il
Partito
,
per
demoralizzarlo
e
per
paralizzare
l
'
azione
contro
il
fascismo
.
Essi
sono
giunti
fino
a
diffondere
opinioni
che
la
polizia
fascista
si
sforza
di
mettere
in
circolazione
nel
movimento
comunista
.
Essi
hanno
tentato
di
spezzare
il
Partito
,
essi
si
sono
posti
accanitamente
contro
il
fronte
unico
antifascista
.
L
'
espulsione
di
questi
ultimi
residui
del
bordighismo
rivoluzionario
si
rendeva
inevitabile
.
Essi
hanno
persistito
nel
loro
errore
e
il
Partito
che
aveva
fatto
di
tutto
per
trattenerli
dalla
via
della
controrivoluzione
,
esauriti
tutti
i
tentativi
,
ha
dovuto
cacciarli
.
Numerose
organizzazioni
e
compagni
avevano
chiesto
da
tempo
di
espellere
costoro
dal
Partito
come
traditori
del
comunismo
e
del
proletariato
.
I
compagni
immigrati
,
gli
operai
immigrati
rivoluzionari
,
che
conoscono
quale
è
l
'
azione
controrivoluzionaria
e
antioperaia
dei
pochi
bordighisti
dell
'
emigrazione
,
ridotti
a
balbettare
menzogne
e
calunnie
di
ogni
genere
contro
l
'
Internazionale
comunista
,
il
Partito
e
I
'U.R.S.S.,
incarogniti
in
un
'
attività
che
si
concretezza
esclusivamente
in
tentativi
vani
,
fortunatamente
tendenti
ad
ostacolare
e
ad
impedire
la
marcia
delle
masse
verso
il
comunismo
,
ad
intralciare
il
movimento
di
unità
d
'
azione
proletaria
antifascista
e
le
lotte
rivendicative
dei
lavoratori
plaudiranno
tutti
,
ne
siamo
certi
,
alla
decisione
del
C
.
C
.
del
P
.
C
.
d
'
Italia
che
,
espellendo
dalle
nostre
file
gli
ultimi
residui
del
bordighismo
scissionista
controrivoluzionario
,
ha
difeso
l
'
unità
del
partito
e
del
movimento
rivoluzionario
.
Nessuna
neutralità
dice
il
comunicato
del
C
.
C
.
del
Partito
può
essere
tollerata
di
fronte
ad
una
questione
che
mette
in
discussione
la
esistenza
stessa
del
Partito
del
proletariato
italiano
,
che
è
stato
creato
e
si
è
sviluppato
attraverso
i
sacrifici
di
migliaia
di
compagni
,
dei
quadri
migliori
della
classe
operaia
»
.
Per
fortuna
che
i
tre
nominati
«
traditori
»
non
vivono
in
Russia
,
poiché
se
fossero
cittadini
dello
Stato
di
Lenin
,
l
'
espulsione
per
tradimento
avrebbe
un
fatale
corollario
:
le
pallottole
amministrative
,
ma
per
ciò
non
meno
micidiali
,
di
un
qualsiasi
plotone
di
esecuzione
.
La
vita
,
tutto
sommato
,
è
ancora
più
«
comoda
»
nell
'
Italia
fascista
,
anche
per
i
dormienti
comunisti
,
più
o
meno
traditi
,
più
o
meno
traditori
!
StampaQuotidiana ,
Di
fronte
alle
voci
di
un
colpo
di
mano
fascista
per
la
conquista
del
potere
,
voci
che
hanno
preso
nuova
consistenza
in
seguito
alla
rapida
conclusione
del
Congresso
di
Napoli
,
crediamo
utile
e
doveroso
esprimere
nettamente
il
nostro
pensiero
.
Al
contrario
di
quanto
hanno
scritto
alcuni
giornali
,
i
quali
hanno
attribuito
l
'
intempestiva
chiusura
dei
lavori
del
Congresso
alla
decisione
di
passare
immediatamente
dalle
parole
ai
fatti
,
noi
crediamo
che
il
vero
movente
dell
'
arresto
improvviso
dei
lavori
del
Congresso
,
sia
stato
invece
il
desiderio
di
sottrarre
alle
tumultuose
discussioni
e
alle
affrettate
decisioni
del
Congresso
le
limitate
richieste
di
Mussolini
,
che
rappresentano
la
base
accettabile
per
una
soluzione
pacifica
della
crisi
.
La
rinunzia
ad
una
discussione
pericolosa
,
nonché
interpretata
così
come
un
proposito
di
guerra
,
testimonia
invece
il
proposito
di
non
creare
ostacoli
a
quella
soluzione
pacifica
,
a
cui
gli
avvenimenti
erano
stati
avvinti
dal
discorso
Mussolini
.
Il
timore
che
il
conflitto
esistente
fra
la
volontà
del
Parlamento
,
la
quale
tende
a
perpetuare
il
dominio
di
una
casta
,
che
ha
esaurito
il
suo
compito
storico
,
e
la
volontà
del
Paese
,
che
pretende
,
con
uomini
nuovi
,
instaurare
i
valori
della
vittoria
,
abbia
a
risolversi
con
un
urto
violento
,
trae
invece
la
sua
ragion
d
'
essere
ed
è
perfettamente
commisurato
alla
capacità
di
resistenza
che
gli
uomini
di
governo
e
quando
diciamo
uomini
di
governo
intendiamo
tutti
i
parlamentari
a
cui
potrebbe
far
capo
la
soluzione
di
una
crisi
ministeriale
potrebbero
opporre
ad
un
mutamento
radicale
e
ad
un
rinnovamento
totale
delle
direttive
di
governo
.
Per
quanto
oggi
non
sia
in
discussione
il
regime
,
né
nel
suo
istituto
immanente
né
nella
sua
struttura
parlamentare
,
ma
soltanto
il
predominio
di
una
classe
e
di
un
indirizzo
di
governo
,
la
situazione
è
nondimeno
estremamente
pericolosa
,
perché
le
forze
nazionali
non
possono
assolutamente
consentire
ad
alcuna
rinunzia
o
transazione
,
che
equivarrebbe
alla
loro
soppressione
e
alla
restaurazione
definitiva
e
rinvigorita
di
un
governo
democratico
-
sociale
,
che
sarebbe
antinazionale
non
soltanto
per
istinto
,
ma
per
necessità
.
La
situazione
è
oggi
tale
che
la
restaurazione
di
un
governo
democratico
-
sociale
necessariamente
antinazionale
non
può
essere
evitata
che
con
la
instaurazione
di
un
governo
decisamente
nazionale
.
Questa
condizione
di
cose
è
oggi
chiara
nella
coscienza
di
ogni
italiano
,
non
obliterata
dal
preconcetto
parlamentaristico
.
Il
Paese
oramai
sa
che
i
governanti
non
difendono
più
,
contro
la
pressione
delle
forze
nazionali
,
le
istituzioni
,
ma
soltanto
la
permanenza
al
potere
delle
loro
persone
e
della
loro
casta
.
Essi
non
difendono
neppure
la
legalità
,
perché
le
ultime
soluzioni
proposte
come
quella
dell
'
on
.
Mussolini
nel
suo
discorso
di
Napoli
non
escono
dal
campo
più
ortodosso
della
costituzionalità
.
Né
l
'
averle
pubblicamente
comunicate
al
Paese
,
prima
d
'
averle
confidate
all
'
orecchio
della
persona
incaricata
a
comporre
il
ministero
,
cambia
aspetto
alle
cose
.
L
'
ostinazione
dei
governanti
e
dei
parlamentari
,
che
appartengono
alla
categoria
degli
uomini
di
governo
,
potrebbe
dunque
costituire
il
solo
e
vero
ostacolo
ad
una
soluzione
pacifica
e
legale
della
crisi
e
all
'
instaurazione
di
un
governo
nazionale
.
Ma
detto
questo
,
noi
dobbiamo
altresì
avvertire
ad
ammonimento
dei
partiti
nazionali
che
si
mostrano
più
impazienti
che
bisogna
assolutamente
guardarsi
dal
pericolo
di
un
'
azione
violenta
intempestiva
e
superflua
.
Anche
la
vittoria
sarebbe
in
questo
caso
amaramente
scontata
non
soltanto
da
tutto
il
Paese
,
ma
anche
e
soprattutto
dalla
parte
vittoriosa
.
Un
moto
violento
,
nelle
attuali
condizioni
della
vita
economica
del
nostro
Paese
,
avrebbe
delle
ripercussioni
formidabili
e
nefaste
;
ad
esso
terrebbe
immancabilmente
dietro
un
ulteriore
crollo
dei
cambi
con
conseguente
larga
svalutazione
della
nostra
moneta
,
già
così
fortemente
svalutata
.
Al
trionfo
della
parte
nazionale
seguirebbe
pertanto
uno
sconvolgimento
della
nostra
vita
economica
,
che
sarebbe
il
secondo
dopo
quello
del
1919-20
,
che
fu
così
propizio
ai
progressi
del
bolscevismo
.
La
vita
economica
purtroppo
non
si
svolge
entro
i
limiti
della
società
nazionale
;
però
se
anche
il
rivolgimento
fosse
stimato
necessario
ed
utile
all
'
interno
del
Paese
,
non
cesserebbe
di
reagire
sinistramente
sulle
condizioni
economiche
della
Nazione
,
attraverso
le
false
interpretazioni
e
le
deformazioni
dell
'
opinione
straniera
.
La
parte
nazionale
verrebbe
quindi
ad
assumere
il
governo
in
condizioni
disastrose
,
e
vedrebbe
quindi
le
sue
difficoltà
moltiplicate
di
fronte
a
quelle
che
dovrebbe
superare
se
il
suo
trionfo
avvenisse
per
le
vie
legali
.
Gli
uomini
che
dirigono
le
forze
nazionali
,
se
hanno
vera
coscienza
dell
'
interesse
di
queste
,
non
possono
non
tenere
presente
la
considerazione
di
questa
condizione
di
cose
,
nello
scegliere
i
mezzi
per
raggiungere
lo
scopo
.
D
'
altra
parte
gli
uomini
di
governo
,
i
quali
alla
loro
volta
debbono
decidere
se
,
nell
'
interesse
dell
'
Italia
,
convenga
resistere
o
collaborare
all
'
avvento
di
un
governo
nazionale
,
darebbero
prova
di
supremo
antipatriottismo
,
se
tentassero
di
ricattare
il
patriottismo
della
parte
nazionale
,
speculando
su
questa
triste
prospettiva
.