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> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaQuotidiana ,
L ' on . Turati ha presentato alla presidenza della Camera la seguente interpellanza : « All ' on . Presidente del Consiglio e all ' on . Ministro degli esteri : per sapere se siano informati dell ' azione che una ambasciata straniera svolse durante la crisi ministeriale , e dell ' attività che essa spiega in questi giorni per determinare nuove crisi : per sapere inoltre se siano informati delle visite che segretari della stessa ambasciata fanno ogni giorno a uomini parlamentari e anche a giornali che più eccitano alla rivolta contro le istituzioni parlamentari » . Nel maggio 1915 quando l ' opinione pubblica italiana insorse contro l ' ingerenza straniera nelle cose interne del nostro paese , giornali , uomini politici e privati cittadini , che asserivano un fatto così rivoltante per la coscienza pubblica , denunziarono apertamente i nomi di Giovanni Giolitti e di Bernardo von Bülow . Oggi l ' on . Turati , sotto forma d ' interpellanza , cioè trincerandosi dietro l ' immunità parlamentare , ripete la stessa accusa a carico di persone innominate , indiziandole con termini vaghi in modo che il sospetto possa colpire chiunque faccia comodo all ' on . Turati e agli interessi che egli serve , senza che alcuno sia particolarmente autorizzato senza suo danno a rintuzzarla . Per conto nostro non abbiamo neppure bisogno d ' invocare l ' altra causa di « xenofobia » tante volte lanciataci dai socialisti per escludere che l ' on . Turati abbia voluto alludere al nostro giornale . Non ne abbiamo bisogno perché l ' accusa dell ' on . Turati non si discute neppure , si disprezza semplicemente . Un ' accusa di collusione con lo straniero , quando è fatta nella forma e nei termini dell ' on . Turati , lungi dal colpire chicchesia , colpisce soltanto chi la fa . Essa infatti prova semplicemente che chi la fa , per difetto proprio di coscienza nazionale , non ne comprende tutta la gravità , se crede di potersi esimere dagli obblighi più elementari che l ' estrema gravità dell ' accusa stessa comporta . E che questo appunto sia il caso dell ' on . Turati risulta chiaro non solo dalla forma genericamente tendenziosa della sua accusa , ma in forma più positiva dalle stesse parole dell ' on . Turati con le quali si attribuisce all ' Ambasciata straniera , di cui si tratta , una singolare attività « per determinare nuove crisi » nel nostro governo . Parole , che tradiscono il vero scopo dell ' on . Turati . Vale a dire : l ' on . Turati , nel lanciare la stupefacente accusa , con la quale l ' ambiente politico italiano viene dipinto come quello d ' un qualsiasi staterello balcanico , non è mosso da un « puro » scopo patriottico , ma soltanto dallo scopo « partigiano » di rendere un servizio personale all ' on . Nitti , insinuando un sospetto atroce , che allo stato fluido in cui è stato lanciato può , a guisa di gas asfissiante , investire qualunque dei suoi avversari . Dopo di che è perfettamente inutile rilevare l ' inanità dell ' altro tentativo fatto dall ' on . Turati : cioè di aizzare il Parlamento contro la stampa contraria all ' on . Nitti , qualificandola come eretica , o peggio verso le istituzioni parlamentari . Constatiamo semplicemente che , con la sua calunniosa interpellanza , l ' on . Turati ha compiuto un vero e proprio atto di sabotaggio contro le istituzioni parlamentari , sfruttando la sua prerogativa parlamentare , per compiere una cattiva azione .
AL POSTO! ( - , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Consentiamo pienamente nell ' articolo che Arnaldo Mussolini ha pubblicato sui Popolo d ' Italia . Già , nei giorni scorsi , una chiarificazione , e non una polemica , avvenuta su queste colonne tra Ugo d ' Andrea e Umberto Guglielmotti , ci ha fatto , diciamo così , anticipare il nostro consenso alle osservazioni chiare e tranquille del direttore del giornale fascista . Noi infatti , pur non facendo alcuna confusione , come quella di cui giustamente si lamenta l ' on . Bottai nella lettera che più oltre pubblichiamo , indicavamo nettamente il pericolo e il danno di una polemica che , partendo da posizioni dottrinali e meritevoli senza dubbio di esame , per il momento , per il modo e per inevitabili inserzioni deviatrici , avrebbe piuttosto nociuto che recato bene all ' opera di assestamento del partito all ' indomani delle elezioni . La nostra indicazione , chiaramente espressa e che deve aver convinto anche quello che pareva il nostro contraddittore , non era certo avventata e infondata , se certo oggi , tra interviste , commenti , articoli , contrasti largamente sfruttati dalla stampa d ' opposizione o di certo filofascismo cirioleggiante e deluso , peggiore della stessa opposizione ; ci troviamo , fumante e appetitoso per tutti gli oziosi politicanti italiani , il solito pasticcio di chiacchiere , dove c ' è tutto : Hegel , l ' Antiriforma , il liberalismo protestante , l ' incompatibilità , lo squadrismo , il sindacalismo integrale , gl ' industriali , gli attacchi a membri del Governo ; e chi più ne ha più ne metta . Dobbiamo riconoscere con amarezza che la prosa abbondante e irrequieta dell ' on . Massimo Rocca si è trovata ad essere , magari contro le intenzioni dell ' autore ribadite in alcune dichiarazioni di risposta al direttore del Popolo d ' Italia , la colla di questo enorme pasticcio che gli avversari affettano con la gioia di chi può sfamarsi a così buon mercato . Ebbene mettiamolo da parte , una buona volta , e veniamo al sodo . C ' è dissenso sull ' opera di governo , condotta dal Duce con una energia e una chiaroveggenza , cui risponde sempre più e lo attesta il viaggio di Sicilia il consenso fiducioso e reverente di tutto un popolo , in tutti i suoi ceti , senza distinzioni di classi e di fittizi inquadramenti di partito ? No . L ' opera di governo , e cioè la massima espressione del Fascismo , è salda , incontestabile ; e , per la prima volta , è raccolta nelle mani di un Capo formidabile , che non ha bisogno di campagne giornalistiche per giudicare i particolari di quest ' opera e l ' azione dei suoi collaboratori . C ' è dissenso nell ' azione fondamentale del partito ? Nemmeno . La polemica sulla incompatibilità deliberata dal Gran Consiglio è già risoluta . Ha potuto avere qualche apparenza di indisciplina su una sostanza di sincera passione , ma è risoluta . Si esegue . Né del resto poteva sollevare divisioni o i cosiddetti urti di tendenze , ben noti storia degli altri partiti . Il partito esce or ora dalla lotta elettorale , in cui ha dato indubbie prove di forza e di compattezza . Cerca ora il suo assetto gerarchico , di quadri e di gregari , ancora commosso dalla lotta stessa . Lo raggiungerà sicuramente , senza melanconie di diverbi dottrinari e senza affatto rifiutare quell ' alta elaborazione spirituale , che sarà il segno intellettuale della nuova civiltà fascista . C ' è dissenso fondamentale sull ' azione delle Corporazioni , sulla funzione della Milizia , sulle direttive fondamentali di quello che è il regime fascista , la cui normalizzazione non ha proprio niente a che fare con la normalizzazione liberaloide di certi filofascisti ? Nemmeno questo . La fraseologia , accolta a torto da qualche fascista , e che vuoi significare , su certa stampa , un contrasto tra Roma e la provincia , tra normalizzatori e cosiddetti « selvaggi » , è una balordaggine giornalistica ; una applicazione al Fascismo del solito gergo , che trionfava un tempo nelle cronache dei corridoi di Montecitorio . C ' è dissenso in questa vigilia parlamentare ? Niente affatto . C ' è consenso , c ' è volontà decisa di cambiar costume parlamentare ; di far giustizia di un passato che , oltre tutto , è stato un passato di vera e propria indegnità parlamentare . E allora ? Vogliamo ricadere nell ' errore della prima campagna revisionistica , che si impasticciò proprio quando il Fascismo avrebbe dovuto dimostrare coscienza dell ' opera del Duce , impegnato , proprio in quei giorni , nella vertenza con la Grecia , che fu vertenza per il prestigio d ' Italia in Europa ? Tirate le somme , anche allora le chiacchiere lasciarono il posto a poca sostanza . Guardiamoci dall ' errore di allora e ciascuno trovi , guardando all ' esempio del Duce , il suo posto di lavoro per il Fascismo . E lo tenga come una consegna , guardando che anche le parole siano azione , inquadrata e disciplinata , e non critica sterile e politicante . Ecco tutto .
StampaQuotidiana ,
Una schiuma fetida ribolle intorno a Nitti e riporta a galla tutti i rifiuti del politicantismo procacciante , del pseudo - giornalismo avventuriero . Si ritorna a tempi che parvero superati , che la grande crisi della guerra parve sommergere per sempre nel fondo putrido della vecchia piccola Italia , tutte fazioncelle parlamentari legate a interessi di camarille affaristiche , col codazzo d ' una stampa equivoca vivacchiante intorno al ministero dell ' interno , comandata a favorire con tutti i mezzi illeciti la dittatura della casta oligarchica che ha arraffato il potere e lo mantiene con le arti dell ' intimidazione , della diffamazione , della corruzione , In ciò essenzialmente si dimostra il risorto giolittismo che , nella sua riconsacrazione gionittiana , ha acquistato di goffagine e di frode per ciò che ha perduto di sapienza volpina e di mascherata violenza . Nitti è la pietosa degenerazione di Giolitti , il quale aveva almeno un suo stile , una sua arte di governo , anche se scaltramente odiosa e immorale . Già , in questi suoi primi giorni e coi suoi primi atti , Nitti ha dato intera la misura di quel che sarà la sua politica , fatta di bassezze e di obbiezioni , basata sugli intrighi del giornalismo di anticamera e sulle manovre del parlamentarismo di corridoio . È una dittatura demagogica da basso impero , che ha i suoi scherani della stampa e i suoi sgherri della polizia , che stende su tutto una rete di loschi interessi , che lavora all ' accaparramento di tutti i partiti coi favori e con le promesse , che contro gli avversari adopera sudiciamente l ' insinuazione velenosa , la sconcia calunnia , e , quando capita , la proditoria aggressione . Su questo ambiente di corrotti e di corruttori , Nitti eleva e fonda le sue fortune , cercando di ritrascinare l ' Italia , che recalcitra nauseata e rivoltata , alle epoche più torbide della sua storia recente dell ' avantiguerra . Ed ecco che ripullulano le questioni morali , e che il Presidente del Consiglio è ogni giorno costretto a difendersi da accuse , vere o false , che lo colpiscono personalmente . Ed ecco che si diffonde un ' atmosfera di diffidenza e di sospetto . Ed ecco che la vita nazionale affonda miserabilmente nel fango dond ' era stata , d ' un colpo d ' ala , risollevata nel cielo dei martiri e degli eroi . Ritornarono i neutralisti , i disfattisti , i negatori della patria . Si infama l ' epopea della guerra e della vittoria . Si irride allo spirito nuovo dell ' Italia , nel dovere e nel sacrificio . I generali vittoriosi sono accusati di cesarismo , i combattenti sono avviliti , offesi , isolati , tenuti in sospetto . L ' imboscato morale , che è Nitti , chiama a raccolta tutti gli imboscati della guerra , e se ne fa un corpo di pretoriani . Il giolittismo è vendicato , ma è anche travolto da questo fetido schiumare di nauseanti rifiuti politici e morali che si chiama il gionittismo .
CHIUSURA ( GUGLIELMOTTI UMBERTO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Forse taluno potrà essersi meravigliato del nostro tenace agnosticismo o meglio del nostro totale disinteressamento rispetto alle cosiddette polemiche interfasciste che hanno offerto argomento vario e pettegolo alla solita stampa raccoglitrice di ogni contesa , avversaria o fiancheggiatrice che sia . Senonché tale disinteressamento che risponde ad una norma che ci siamo imposti , non ci ha vietato tuttavia di rivolgere in questi giorni la nostra modesta , ma fedele azione a taluni altri problemi i quali indicano che il Fascismo , inteso come movimento , come partito e come volontà di governo , ha tanta forza in sé da superare la paralizzante incrostazione « beghista » nella quale si vorrebbe veder sommerso il nuovo regime . Abbiamo voluto insomma con questo tradizionale sistema di noncuranza nei riguardi di certe questioni , che altri forse può considerare fondamentali ma che noi persistiamo a giudicare superficiali , dimostrare a fascisti e non fascisti che esiste la possibilità di dedicare larga messe di energie intellettuali , per esuberanti che siano , all ' esame e alla elaborazione di problemi concreti che il governo fascista quotidianamente prospetta , affronta e risolve . Cose serie , in una parola , come ad esempio il congresso per l ' emigrazione , la riunione bancaria di ieri , la situazione internazionale e via discorrendo . È giunto tuttavia il momento di dire una brevissima parola sulle polemiche di cui sopra : riaffermare cioè una constatazione evidente . Questa . Al difuori di un notevole servizio reso agli avversari che per forza propria non sarebbero mai capaci di scalfire di un millimetro l ' edificio su cui poggia il nuove regime , di tanto baccano non resta nulla , se si tolga qualche questione personale elevata a dottrina . Molti strali si sono appuntati contro un ministro in carica il quale in un anno e mezzo dalla sua assunzione al potere ha raggiunto un obbiettivo che non è una bazzecola : il pareggio . Si è molto ragionato e sragionato circa l ' indirizzo del partito mentre nessuna nuova situazione al difuori di artificiose sforzature cerebrali poteva giustificare la necessità di battere una via diversa da quella fin qui battuta nella valutazione politica dei problemi della vita italiana ; ebbene , dopo tanto scalpore , la compagine del Governo è apparsa , come è giusto sia , salda e omogenea , e l ' indirizzo del partito animato dall ' unica volontà che possa sorreggerlo e vivificarlo : quella di continuare , superando con ogni mezzo e con ogni sforzo le insidie della fazione . E allora ? Allora non resta che richiamare , come già altra volta facemmo , certe zone intellettuali fasciste troppo facili a perdersi nello sterile esercizio dialettico , ad una più esatta , più disciplinata , più consapevole visione della realtà . Non che il Fascismo non offra campo vasto e libero alla sua elaborazione dottrinaria sui capisaldi incrollabili acquisiti ormai alla storia politica del nostro paese ; soltanto occorre impedire che certe disquisizioni teoriche si traducano in pratica negli episodi non certo edificanti cui in questi giorni abbiamo assistito . Detto ciò non intendiamo per ora trarre deduzioni , fedeli al nostro convincimento sulla superficialità e sulla contingenza di queste schermaglie : torniamo invece a servire serenamente il regime occupandoci d ' altro , di quanto cioè il Fascismo crea e consolida per l ' Italia di domani . Soltanto ci permettiamo esortare quanti hanno salda in petto e sono molti la fede che noi abbiamo , a seguire il nostro esempio .
StampaQuotidiana ,
Che l ’on.Nitti e la sua banda multiforme e multicolore si siano vivacemente agitati nei retroscena oscuri della crisi e dello sciopero generale , ad aiutare il meritorio sforzo di Modiglioni , Canepa e C . per un ministero di sinistra , è cosa risaputa , della quale si sono avute mille prove caratteristiche : dal lavorio intensissimo dei più conosciuti luogotenenti e agenti nittiani durante il secondo tentativo Orlando , specialmente in occasione della visita dell ’ on . Turati al Quirinale , all ’ atteggiamento insidioso costantemente seguito dai numerosi giornali e dall ’ innumerevole fungaia di bollettini d ’ informazione che prendono l ’ imbeccata dal comm . Magno . Niente d ’ inverosimile , d ‘ altronde , in tutto questo ; e niente di nuovo . È naturale , è logico , è perfettamente conforme alle tradizioni che ovunque fermenti la sedizione antinazionale si scopra il germe nittiano . Questo sta a quella come il bacillo sta alla malattia . Invero non si tratta tanto di un fatto politico quanto di un fenomeno patologico . Senonché Nitti e i suoi seguaci , i seguaci – s ’ intende – ancor più di Nitti , aggiungono all ’ esercizio delle manovre equivoche il vezzo pericoloso di vantarsene . Hanno , nel malefizio , la più baldanzosa improntitudine , la quale non giova certamente né ad acquistar loro neppure le simpatie degli allocchi né ad assicurare il successo delle loro torbide mene ; ed è un vezzo che riflette grottescamente in tutto il vasto clan , sino agli infimi gregari , il tipico abito mentale e morale del capo . Millantava dunque l ’ altro ieri , in un crocchio di estranei , un notissimo amico di Nitti , oriundo straniero ma stabilito da parecchi anni a Roma , il quale aspetta dalla restaurazione nittiana la rivincita di una non dimenticata batosta elettorale , millantava – dicevamo – altamente e specificatamente una cosa di cui si è molto vagamente parlottato a Montecitorio nei giorni scorsi : l ’ accordo che sarebbe intervenuto fra qualche emissario dello statista basilisco e alcuni elementi parlamentari del fascismo . L ’ episodio più che autentico non meriterebbe forse di essere rivelato , se esso non corrispondesse in modo assai significativo alle pubblicazioni non si sa se più ipocrite o suggestive di giornali nittiani - come il Secolo – che auspicano insistentemente da tempo l ’ unione di socialisti e fascisti sul terreno di una nuova democrazia , facilmente identificabile per la « democrazia italiana » inventata di recente dall ’ on . Nitti . Ora non tocca a noi difendere dall ’ oltraggiosa insinuazione i fascisti , i quali , del resto , non crediamo abbiamo nessunissimo bisogno di essere difesi , giacché riteniamo senz ’ altro , a priori , destituiti di fondamento racconti e pronostici interessati circa l ’ asserito accordo . Infatti la gioventù combattente d ’ Italia , quella che ha dato così folte schiere al fascismo , avendo trovato in questo movimento spontaneo , quasi istintivo di reazione e di riscossa contro la tirannia dei nemici interni , non può né potrà mai revocare la squalifica morale che è stata elevata dalla coscienza nazionale in confronto dell ’ amnistiatore dei disertori . Tale squalifica non è suscettibile né di prescrizione né di indulto . Essa metterà sempre di fronte all ’ on . Nitti , per qualsiasi suo conato di resurrezione , le energie pure e consapevoli del Paese . Quando , per inconcessa ipotesi , altri fossero per accondiscendergli , ci saremmo ancora noi a contrastargli il passo . Noi : i nazionalisti . Bastammo a tenergli testa , noi soli , nell ’ anno del suo onnipotente governo , allorché egli fece scempio della dignità nazionale e della vittoria , fino al giorno in cui , dopo aver fatto massacrare i giovani nell ’ anniversario della guerra , il goffo dittatore cadde sotto il peso delle sue atroci responsabilità e della esecrazione unanime dell ’ opinione pubblica . Basteremmo , in ogni caso , noi soli , un ’ altra volta .
StampaQuotidiana ,
Il sig . Piero Gobetti di professione « rivoluzionario liberale » ha , dunque , recato un ' ignobile e ingiustificata ingiuria a Carlo Del Croix , e i mutilati di Torino lo hanno gratificato di alcuni sonorissimi schiaffi . Bene gli stanno . Il signore di cui sopra avrebbe , forse , meritato dell ' altro . Ma , in ogni modo , la partita può anche ritenersi chiusa . Senonché , ecco intervenire il Mondo a levare con la sua consueta goffa prosopopea una « doverosa » protesta . Contro il signor Gobetti ? Distinguiamo . In apparenza sì , poiché in alcune poche scialbe righe il Mondo dice di respingere per conto suo « un apprezzamento assurdo » e di esprimere a Carlo Del Croix la propria schietta solidarietà . In sostanza no , poiché a queste stesse poche righe ne seguono molte contro ... i deputati fascisti di Torino , i quali avrebbero tentato di « identificare Piero Gobetti e le sue ipercritiche intemperanze con l ' Opposizione » . Il giuoco è svelato . L ' indignazione del Mondo non è stata così , determinata dall ' insulto del signor « rivoluzionario liberale » ma dal « tentativo » che ne sarebbe seguito . Che ciò sia , è perfettamente logico . La solidarietà del Mondo con Carlo Del Croix non può non essere come difatti è soltanto apparente , e occasionale anzi , in quanto da essa è comodo trarre qualsiasi pretesto per chiacchierare a vanvera di « speculazioni » fasciste . Quale punto di contatto può mai esistere tra il Mondo e Carlo Del Croix ? Uno solo : il ricordo dell ' ora in cui , governando in Italia Francesco Saverio Nitti , i mutilati venivano sputacchiati per le strade e la canaglia irrideva impunemente al loro sacrificio e al loro martirio . Niente altro . In quanto al signor Gobetti , si tratta di un affare diverso . Il Mondo , per potere in realtà « protestare » contro i deputati fascisti torinesi , ha l ' impudenza di scrivere che « assai più di una volta il Gobetti ha esercitato la sua penna ai danni delle Opposizioni e dei suoi uomini , ch ' egli ha assai spesso giudicato e qualificato senza riguardo e con la più ingiusta ed inopportuna severità » e aggiunge che sulle sue colonne ha « dovuto rilevare il fenomeno di questo oppositore che combatteva l ' Opposizione , e ha dovuto fermamente respingere taluni suoi apprezzamenti » . Un momento . Non faccia confusioni , il Mondo . Il signor Gobetti è suo . Ne ha spesso pubblicato gli articoli , e gli ha affidata l ' edizione dell ' ultimo poderoso volume dell ' on . Amendola . Che qualche motivo di riserva formale in taluni apprezzamenti del signor Gobetti il Mondo abbia potuto fare , è cosa che non sposta i limiti attuali della questione . Anche tra il Mondo e la Voce Repubblicana , per esempio , è corsa poco tempo fa una vivace polemica . Ma forse per questo i repubblicani hanno cessato di far parte del « cartello » delle opposizioni ? E perché allora il signor Gobetti dovrebbe cessare di far parte del medesimo ? Ci resti , e il Mondo se lo tenga . Un ' ultima osservazione . Le Associazioni dei combattenti , dei mutilati , dei reduci , e simili organismi « apolitici » non dimentichino il fenomeno Gobetti , in quanto esso si ricollega perfettamente a quello delle opposizioni . E ciò sia ripetuto con licenza del Mondo , il quale , non c ' è che dire , ha dimostrato che la sua « doverosa protesta » come esempio di mala fede non è del tutto disprezzabile .
QUELLO CHE OCCORRE ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Il valore fondamentale , tipico del discorso Federzoni , soprattutto in questo momento di crisi vasta e profonda , è di essere un discorso politico , e niente affatto parlamentare . E il valore riaffermato dell ' uomo che lo ha pronunziato è in ciò , che Federzoni è un autorevole parlamentare che parla soltanto per affermazioni , per passione , per responsabilità politiche . Questo è il nazionalismo . Intimamente , solidamente antidemagogico , il nazionalismo non ha mai praticato , nemmeno verbalmente , lo sport antiparlamentare , per sé solo , anche perché questo sport di solito finisce appunto nel parlamentarismo . È stato fermamente , tenacemente antiparlamentare , in quanto è necessario essere antiparlamentari per essere fedeli ad una morale e a una politica nazionali . Quindi anche oggi non parla di combinazioni parlamentari , ma di problemi politici , quali sono , e di una volontà politica di fronte a questi problemi , potendo così francamente indicare anche le differenze da coloro con cui siamo stati e siamo solidali nella battaglia condotta contro le forze antinazionali . Ché anzi la particolare solidarietà di nazionalisti e fascisti si è sempre alimentata , come dev ' essere per tutte le sane solidarietà , di una reciproca chiarezza di posizioni . Facciano altrettanto gli altri partiti , e soprattutto le variopinte democrazie , discettanti di combinazioni o di presunzioni teoretiche , senza mai affrontare una responsabilità specifica . Se così avessero fatto , se così facessero , non saremmo alla crisi di oggi . La quale in quanto è anche crisi ministeriale , innegabile , è da noi stata considerata con lo spirito del discorso Federzoni . Quando i fascisti hanno domandato le elezioni con una riforma o anche le sole elezioni , senza riforma , a dicembre , abbiamo detto chiaro il nostro pensiero . Abbiamo messo da parte il problema tecnico delle elezioni e non abbiamo subordinato il problema politico alle elezioni , sia per il nostro costante atteggiamento di fronte al mezzo elettorale , considerato in subordinazione delle direttive politiche e della forza politica , sia perché ci è parso che la situazione fosse già di tanto mutata da giustificare , anzi da imporre un orientamento opposto alla solita combinazione proporzionale dei vari gruppi che porta ai governi di paralisi , come quelli che ci sono stati , come quello che c ' è . Ebbene il problema oggi è questo lo riconoscono implicitamente anche quelli che argomentano per non riconoscerlo e non può essere ridotto ad un problema di elezioni immediate . Quando da altre parti si sono invocate le dimissioni del ministero Facta , volendo far carico particolare all ' onorevole Facta , di questa crisi di oggi , ci siamo rifiutati a questa critica , perché significherebbe credere necessaria soltanto la sostituzione dell ' on . Facta con Giolitti o con Orlando o con chicchessia , quando occorre sostituire invece un governo ad una combinazione . Quando ora , dopo che la crisi ministeriale è insopprimibile , si dice che bisogna attendere la convocazione della Camera e però anticiparla , noi rispondiamo che l ' argomento non ha valore . La Camera è , se mai , in una sua ricognizione strettamente parlamentare , l ' impedimento ad una soluzione di governo . Convocarla e confidarsi ad essa proprio alla Camera significa legalizzare la paralisi , avere la sede vacante . Concludendo : è perfettamente inutile discorrere se sia pregiudizialmente conveniente o necessaria la crisi parlamentare o extraparlamentare . Nient ' affatto . Si tratta di sapere se si vuole e si può costituire un governo che faccia a meno delle combinazioni di gruppi , con tanto di portafogli e di sottoportafogli per ciascuno . Se questo si vuole e si può , non occorre convocare la Camera . Anzi occorre il contrario .
StampaQuotidiana ,
Ecco qua , tutti sono per la conciliazione , per la collaborazione universale . Bisogna salvare il paese , e però andiamo tutti al governo . Chiamiamo addirittura tutti gli ex - presidenti del Consiglio , dicono alcuni che si dicono depositari del pensiero dell ' on . Giolitti , facciamo un grande ministero . Dall ' altra parte Nitti anche lui invoca il grande comitato di salute pubblica , cui eventualmente darebbe i suoi lumi , sulla base di tutte quelle peregrine scoperte che ha fatte nel suo discorso . Ebbene questa chiacchiera è pessima . Non è questa l ' ora di moltiplicare rappresentanze di partiti e di gruppi , di fare ricognizioni di carriere politiche , di presentare un ' adunata di bei nomi . Questi sono gusti commemorativi . Con questi criteri si fa un museo di gessi , una gipsoteca , non mai un governo . E tanto meno si fa un governo con i numeri e con le massime del discorso Nitti , rifugiato a Lauria . Il caso dell ' on . Nitti è , l ' abbiamo dimostrato , il caso di chi pratica per essere generosi con la sua impudenza e con i suoi tentativi di ottenere l ' oblio la retorica dei numeri , del pessimismo , del realismo . Ed è perfettamente inutile , che , oltre i consensi del resto poco entusiastici della stampa nittiana , altri giornali della equidistanza e del falso realismo democratico elenchino con compunta gravità le coincidenze del programma nittiano con le necessità dell ' ora . Anche questi giornali sanno , nei loro commenti , che sono del resto la confessione più chiara della loro smidollatura politica , della retorica . Perché se l ' on . Nitti fosse rimasto e fosse così rimasto un professore di volgarizzazione giornalistica come era il suo temperamento , si potrebbe anche consentire , dopo una chiacchierata come quella di Lauria , nel dire : Sì , c ' è del buono . Ma l ' on . Nitti non è soltanto un predicatore , è stato purtroppo uomo di governo , anzi capo di governo , e capo di governo in un ' ora storica per la Nazione . E allora bisogna ricordare quello che ha fatto , quello che ha voluto l ' on . Nitti come uomo di governo , quello che ha detto e ha fatto e ha voluto che si dicesse e si facesse dai suoi amici , dai suoi portavoce , dalla sua stampa , dopo che fu rovesciato dal governo . E se tutto questo , come abbiamo dimostrato , coincide con le cose sciocche e cattive e ignoranti del suo discorso , con le reticenze del suo discorso ; ed è in aperto contrasto con le constatazioni concrete del suo discorso , impostegli dalla gravità della situazione ; allora che cosa significa il voler consentire oggi nella « precisione della visione dell ' on . Nitti » , o nella volontà di « valorizzare le forze economiche nazionali » o con « le parole sulla situazione militare mondiale e la nostra impreparazione » ? Sono proprio consensi di parole con parole . Niente altro . Di cattive parole con cattive parole , poiché si consente retoricamente con un discorso , che è la sconfessione di un ' azione . E non una sconfessione maturata , seguita ad una rimeditazione raccolta , come se ne potrebbero ammettere : ma una sconfessione audace , impunita , di chi ha l ' aria di aver voluto le cose che invece non ha voluto e ha impedito che fossero . Ebbene per Nitti o per chicchessia bisogna farla finita con questa retorica alla rovescia ; con questa retorica del realismo , che è esibita da uomini , da gruppi , da giornali , che fino a ieri infuriavano o malignavano oscenamente contro il fascismo , contro i partiti nazionali , contro la « reazione » e pretendevano che , in offesa aperta di queste massime esigenze dell ' ora , si recassero al potere i socialisti e i loro complici , e cioè i responsabili della violenza interna , della disintegrazione statale , della dissoluzione dell ' esercito e della marina , del maggior deficit statale , della paralisi della economia . Questa rettorica dev ' esser respinta , risolutamente , come la più sconcia sopraffazione della verità . Respinta come un caso tipico di immoralità politica ; respinta come metodo di azione politica , essendo il metodo della confusione parlamentaristica , socialdemocratica , che è il rovescio del metodo di sopraffazione che si abbandona quando è fallito . Dopo i tentativi collaborazionistici ora siamo a quelli confusionistici : museo di gessi o realismo economico . E tutti amici , tutti a studiare le cifre , tutti a voler portafogli e sottoportafogli per salvare l ' Italia . Eh ! no ! queste sono cose ridicole . Proprio il contrario della situazione che è seria .
StampaQuotidiana ,
Nel numero 14 del 27 ottobre di Voce Operaia di Parigi , in testa alla 4a colonna , della 4a pagina , abbiamo trovato il titolo che integralmente riproduciamo : « Il partito comunista si purifica e si rafforza , cacciando dalle sue file i traditori » . Molto bene ! Ma chi sono questi traditori che il partito comunista indegnamente caccia dalle sue file ? Sono i seguenti : Luigi Repossi , Onorato Damen , Bruno Fortichiari . Un minuto di sosta . Questi sono i nomi di quelli che una volta furono considerati capi , apostoli , profeti del comunismo milanese e italiano . Erano tre « assi » del leninismo in Italia . Chi poteva dubitare della loro fede ? Tutte le speranze dell ' avvenire e relativo sole convergevano verso questi uomini , che oggi , sono bollati col marchio dei traditori . Ma si può sapere che cosa hanno fatto ? Il giornale non lo dice chiaramente . Sembrano sospetti di « bordighismo » . « Avendo continuato dice « Voce Operaia » a sostenere ideologie in opposizione alle ideologie comuniste e rivoluzionarie , essendo rimasti sordi agli appelli del Partito che li invitava a cessare il lavoro frazionista e di disgregazione del Partito , i tre suddetti cittadini vengono cacciati dal Partito della rivoluzione proletaria . Tutti gli interventi del Comitato centrale per richiamare costoro alla disciplina per discutere con loro al fine di convincerli e di evitare loro di cadere nelle file della controrivoluzione , di diventare di fatto degli alleati del fascismo , furono inutili o restarono senza risposta . Repossi , Fortichiari e Damen continuarono il loro lavoro frazionista per disgregare il Partito , per demoralizzarlo e per paralizzare l ' azione contro il fascismo . Essi sono giunti fino a diffondere opinioni che la polizia fascista si sforza di mettere in circolazione nel movimento comunista . Essi hanno tentato di spezzare il Partito , essi si sono posti accanitamente contro il fronte unico antifascista . L ' espulsione di questi ultimi residui del bordighismo rivoluzionario si rendeva inevitabile . Essi hanno persistito nel loro errore e il Partito che aveva fatto di tutto per trattenerli dalla via della controrivoluzione , esauriti tutti i tentativi , ha dovuto cacciarli . Numerose organizzazioni e compagni avevano chiesto da tempo di espellere costoro dal Partito come traditori del comunismo e del proletariato . I compagni immigrati , gli operai immigrati rivoluzionari , che conoscono quale è l ' azione controrivoluzionaria e antioperaia dei pochi bordighisti dell ' emigrazione , ridotti a balbettare menzogne e calunnie di ogni genere contro l ' Internazionale comunista , il Partito e I 'U.R.S.S., incarogniti in un ' attività che si concretezza esclusivamente in tentativi vani , fortunatamente tendenti ad ostacolare e ad impedire la marcia delle masse verso il comunismo , ad intralciare il movimento di unità d ' azione proletaria antifascista e le lotte rivendicative dei lavoratori plaudiranno tutti , ne siamo certi , alla decisione del C . C . del P . C . d ' Italia che , espellendo dalle nostre file gli ultimi residui del bordighismo scissionista controrivoluzionario , ha difeso l ' unità del partito e del movimento rivoluzionario . Nessuna neutralità dice il comunicato del C . C . del Partito può essere tollerata di fronte ad una questione che mette in discussione la esistenza stessa del Partito del proletariato italiano , che è stato creato e si è sviluppato attraverso i sacrifici di migliaia di compagni , dei quadri migliori della classe operaia » . Per fortuna che i tre nominati « traditori » non vivono in Russia , poiché se fossero cittadini dello Stato di Lenin , l ' espulsione per tradimento avrebbe un fatale corollario : le pallottole amministrative , ma per ciò non meno micidiali , di un qualsiasi plotone di esecuzione . La vita , tutto sommato , è ancora più « comoda » nell ' Italia fascista , anche per i dormienti comunisti , più o meno traditi , più o meno traditori !
ORA DECISIVA ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Di fronte alle voci di un colpo di mano fascista per la conquista del potere , voci che hanno preso nuova consistenza in seguito alla rapida conclusione del Congresso di Napoli , crediamo utile e doveroso esprimere nettamente il nostro pensiero . Al contrario di quanto hanno scritto alcuni giornali , i quali hanno attribuito l ' intempestiva chiusura dei lavori del Congresso alla decisione di passare immediatamente dalle parole ai fatti , noi crediamo che il vero movente dell ' arresto improvviso dei lavori del Congresso , sia stato invece il desiderio di sottrarre alle tumultuose discussioni e alle affrettate decisioni del Congresso le limitate richieste di Mussolini , che rappresentano la base accettabile per una soluzione pacifica della crisi . La rinunzia ad una discussione pericolosa , nonché interpretata così come un proposito di guerra , testimonia invece il proposito di non creare ostacoli a quella soluzione pacifica , a cui gli avvenimenti erano stati avvinti dal discorso Mussolini . Il timore che il conflitto esistente fra la volontà del Parlamento , la quale tende a perpetuare il dominio di una casta , che ha esaurito il suo compito storico , e la volontà del Paese , che pretende , con uomini nuovi , instaurare i valori della vittoria , abbia a risolversi con un urto violento , trae invece la sua ragion d ' essere ed è perfettamente commisurato alla capacità di resistenza che gli uomini di governo e quando diciamo uomini di governo intendiamo tutti i parlamentari a cui potrebbe far capo la soluzione di una crisi ministeriale potrebbero opporre ad un mutamento radicale e ad un rinnovamento totale delle direttive di governo . Per quanto oggi non sia in discussione il regime , né nel suo istituto immanente né nella sua struttura parlamentare , ma soltanto il predominio di una classe e di un indirizzo di governo , la situazione è nondimeno estremamente pericolosa , perché le forze nazionali non possono assolutamente consentire ad alcuna rinunzia o transazione , che equivarrebbe alla loro soppressione e alla restaurazione definitiva e rinvigorita di un governo democratico - sociale , che sarebbe antinazionale non soltanto per istinto , ma per necessità . La situazione è oggi tale che la restaurazione di un governo democratico - sociale necessariamente antinazionale non può essere evitata che con la instaurazione di un governo decisamente nazionale . Questa condizione di cose è oggi chiara nella coscienza di ogni italiano , non obliterata dal preconcetto parlamentaristico . Il Paese oramai sa che i governanti non difendono più , contro la pressione delle forze nazionali , le istituzioni , ma soltanto la permanenza al potere delle loro persone e della loro casta . Essi non difendono neppure la legalità , perché le ultime soluzioni proposte come quella dell ' on . Mussolini nel suo discorso di Napoli non escono dal campo più ortodosso della costituzionalità . Né l ' averle pubblicamente comunicate al Paese , prima d ' averle confidate all ' orecchio della persona incaricata a comporre il ministero , cambia aspetto alle cose . L ' ostinazione dei governanti e dei parlamentari , che appartengono alla categoria degli uomini di governo , potrebbe dunque costituire il solo e vero ostacolo ad una soluzione pacifica e legale della crisi e all ' instaurazione di un governo nazionale . Ma detto questo , noi dobbiamo altresì avvertire ad ammonimento dei partiti nazionali che si mostrano più impazienti che bisogna assolutamente guardarsi dal pericolo di un ' azione violenta intempestiva e superflua . Anche la vittoria sarebbe in questo caso amaramente scontata non soltanto da tutto il Paese , ma anche e soprattutto dalla parte vittoriosa . Un moto violento , nelle attuali condizioni della vita economica del nostro Paese , avrebbe delle ripercussioni formidabili e nefaste ; ad esso terrebbe immancabilmente dietro un ulteriore crollo dei cambi con conseguente larga svalutazione della nostra moneta , già così fortemente svalutata . Al trionfo della parte nazionale seguirebbe pertanto uno sconvolgimento della nostra vita economica , che sarebbe il secondo dopo quello del 1919-20 , che fu così propizio ai progressi del bolscevismo . La vita economica purtroppo non si svolge entro i limiti della società nazionale ; però se anche il rivolgimento fosse stimato necessario ed utile all ' interno del Paese , non cesserebbe di reagire sinistramente sulle condizioni economiche della Nazione , attraverso le false interpretazioni e le deformazioni dell ' opinione straniera . La parte nazionale verrebbe quindi ad assumere il governo in condizioni disastrose , e vedrebbe quindi le sue difficoltà moltiplicate di fronte a quelle che dovrebbe superare se il suo trionfo avvenisse per le vie legali . Gli uomini che dirigono le forze nazionali , se hanno vera coscienza dell ' interesse di queste , non possono non tenere presente la considerazione di questa condizione di cose , nello scegliere i mezzi per raggiungere lo scopo . D ' altra parte gli uomini di governo , i quali alla loro volta debbono decidere se , nell ' interesse dell ' Italia , convenga resistere o collaborare all ' avvento di un governo nazionale , darebbero prova di supremo antipatriottismo , se tentassero di ricattare il patriottismo della parte nazionale , speculando su questa triste prospettiva .