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> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaQuotidiana ,
( Trieste , 16 gennaio 1915 ) . La notizia della terribile sciagura abbattutasi sul Lazio e sull ' Abruzzo ha destato qui profondo sgomento . La popolazione triestina , nonostante le gravi sventure che l ' hanno duramente colpita in questi ultimi tempi , ha avuto momenti di vera commozione e di pietà . Quando si diffuse in Trieste la voce degli spaventosi effetti del disastro , il compianto generale è stato vivissimo ed anche fra i più poveri , tra le famiglie stesse che hanno i loro cari al campo , si è manifestata l ' intenzione di contribuire all ' opera di soccorso in pro dei colpiti . Per coordinare nel miglior modo tutte queste volontà , si è pensato di costituire un comitato . Il male è che le autorità austriache di Trieste hanno fatto capire che in questi tempi di guerra non dovrebbe uscire neanche un soldo dai confini austriaci . Chi avvicina la luogotenenza , racconta che la notizia del terremoto fu accolta con soddisfazione immensa , poiché si spera che impedirà all ' Italia di intervenire nella guerra . Anche a Vienna la notizia del terremoto fu accolta con compiacimento .
PELLEGRINAGGIO ANNUALE DEGLI ORGANETTI ( BARZINI LUIGI JR. , 1933 )
StampaQuotidiana ,
In primavera tutti i buoni organetti vanno a Novara . Vanno a farsi rinnovare le viscere come i grossi uomini d ' affari vanno nella stessa stagione a far la cura delle acque . Il repertorio di dieci saltellanti pezzi , che hanno divertito la folla domenicale in maniche di camicia , i giocatori di bocce e gli innamorati che si tengono la mano sotto il pergolato di mille osterie di campagna , va cambiato , e dieci nuove canzonette prendono il loro posto , segnate con dei chiodini sul grosso cilindro di legno nel ventre dello strumento . Nella cornicetta circolare sul fianco dell ' organetto s ' infila un nuovo menu musicale , scritto in due inchiostri , in tondo . Le lettere dei primi numeri e quelle degli ultimi sono serrate , per la mancanza di spazio , mentre quelle di mezzo si stirano per tutta la riga . Il lavoro di rinnovamento delle anime degli organetti , che occupa ora i tre mesi primaverili , un tempo invece , quando il pubblico non era così difficile , si faceva una volta ogni tanti anni . Sul cilindro stavano piantati dei buoni valzer , delle mazurke , delle polke che non stancavano mai . Ma oggi si vuole la canzonetta di moda , il nuovo ballo , e ci si annoia subito di tutto . È un pubblico eternamente insoddisfatto , sempre alla ricerca di brividi nuovi . E , una volta all ' anno , il repertorio va cambiato interamente . In un grande magazzino , oltre i binari della ferrovia , a Novara , in questi giorni , si lavora a tornire i cilindri di legno , a coprirli di carta bianca , a segnare le piccole tacche dove andranno i chiodini , e a piantare i chiodi tutti di un ' altezza uniforme . Il maestro è seduto davanti a una specie di piano sventrato che mostra la sua anima di arpa vestita di legno nero . Tutt ' intorno nel magazzino sono cadaveri di strumenti scoperchiati , odore di colla , e legname nuovo , bianco , di quel biancore indecente da nudità cittadina . Il musicista suona velocissimo una sinfonia silenziosa con un dito solo toccando uno dopo l ' altro i molti martelli di legno bianco . Con la mano sinistra gira lentamente una manovella , e s ' interrompe ogni tanto per dare un ' occhiata alla musica e per aggiustarsi gli occhiali sul naso . Ogni martello abbassato segna una tacca sulla carta del cilindro . La distanza tra nota e nota viene dosata con dei mezzi giri alla manovella che fa muovere il cilindro . Un operaio nella camera vicina sta piantando le puntine ; dove la musica vuole un trillo , sono una vicino all ' altra come una serie di punti di sospensione ... La musica per organetto viene adattata , prima di essere trascritta con i chiodi . Le possibilità dello strumento sono infinite , poiché si possono suonare quante note si vogliono contemporaneamente . Alcune case editrici pubblicano addirittura la partitura pronta per essere composta sul cilindro di legno . Per altri ballabili , gli adattamenti li fanno i maestri specializzati , all ' impiego delle case produttrici di Novara , sapienti nel cavare effetti dai tamburelli , dalle nacchere e dalla mandola introdotte negli strumenti migliori . Il periodo primaverile è forse quello che tiene più occupate le ditte di piani automatici a cilindro ( è il loro nome tecnico : chi li chiama organetti dimostra una indifferente ignoranza dell ' uso esatto delle parole ) . Perché l ' industria si trova immobilizzata da diverso tempo e sostiene una battaglia disperata contro dei nemici fortissimi : il grammofono e la radio . Il lavoro si è ridotto a qualche riparazione e al rinnovamento dei repertori . Strumenti nuovi non se ne fanno quasi più . Abbiamo condotto una piccola inchiesta tra i maggiori produttori per chiarire il loro punto di vista di fronte alla formidabile lotta che ha per campo tutte le trattorie con giardinetto , le « balere » pubbliche , i caffè , le osterie e perfino la pubblica strada , dove il girovago che vagava con un pianino montato su un carro va ora con un grammofono a valigetta , una sedia da pittore e quattro dischi afoni . Il primo fabbricante l ' abbiamo trovato in una casetta nascosta tra le muraglie anonime di magazzini di legname . Ci ha mostrato , nel suo laboratorio , alcuni piani nei diversi stadi di maturazione , piani di quelli veri , da suonarsi con dieci dita . Si è dedicato a questa produzione ha spiegato come ripiego , per tentare una strada nuova , poiché capiva che non andava più avanti nel vecchio articolo . Poi ci ha mostrato il magazzino , pieno di piani a cilindro polverosi , che nessuno vuole più . Pianini neri , con sul davanti una bella veduta di montagne , abeti e cascatella d ' acqua in litografia . Piani grossi , con tamburello , triangolo , mandola e nacchere , istoriati dalle evoluzioni rigidamente simmetriche di liane liberty . Lavorano in due : lui e un suo lungo figliolone , le cui gambe sembrano cresciute subitamente come quelle di un treppiede di macchina fotografica . « Le ragioni per cui l ' industria decade sono due : il gusto del pubblico , che va cambiando troppo rapidamente perché gli si possa tener dietro , e i diritti d ' autore da pagare , che , essendo rimasti fissi , sono diventati fuori proporzione al prezzo dello strumento , calato in questi anni . Immagini che in un anno l ' affittuario di un piano automatico paga di diritti più del costo dello strumento . È troppo . » Il secondo fabbricante ci ha aperto la porta tirando una funicella dalla cantina e ci ha chiesto attraverso un buco nel pavimento che cosa desideravamo . È salito per illustrarci alcuni strumenti che teneva di sopra , e un grande « gioco del calcio brevettato » , che ha mandato alla Fiera di Milano . I ventidue piccoli pupazzetti che rappresentano i giocatori hanno una gamba mobile e i calci si dirigono tirando delle maniglie . Il campo è fatto in modo che la palla va sempre a finire davanti allo scarpone di un giocatore . Abbiamo fatto una partita col proprietario , disputatissima . Questo è uno dei suoi tentativi per impiegare l ' ingegnosità appresa nel fabbricare piani automatici in qualcosa che sia più vicino al pubblico di oggi . Ma egli crede fermamente in una ripresa della sua arte . Appena potrà , si metterà a studiare uno strumento moderno . « Magari mettendoci un sassofono suonato da un mantice » spiega con entusiasmo . « Il periodo più fortunato , per me , » ha ricordato « è stato subito dopo la guerra . Gli strumenti andavano a ruba . Ma nel 1925 abbiamo cominciato a sentirci vicini alla fine . Oggi non si fa quasi più nulla . Per facilitare il rinnovamento dei repertori ho studiato un tipo di piano intercambiabile fatto in modo che qualsiasi cilindro della mia ditta vi si possa incastrare e suonare . Una volta era necessario spedire il piano completo alla fabbrica per far incidere nuove musiche . Oggi basta inviare il cilindro . Li abbiamo costruiti anche un poco più leggeri , ma pesano sempre più di una ventina di chili . In confronto al disco del grammofono , è enorme . » « I suoi ultimi lavori ? » « Sto facendo un piano grosso per Siracusa . Stile Settecento , con intagli e dorature . Dentro avrà tutto quello che c ' è di più moderno . » L ' intervista è stata interrotta dall ' arrivo di un girovago baffuto , il quale si è presentato sulla porta con la frusta in mano per spiegare che il suo piano non andava . Lo strumento era fuori , sul carretto , a cui era attaccato un cavalluccio melanconico dalle gambe storte . Si erano rallentate le corde della mandola e non aveva potuto far niente il giorno prima a Legnano . Sfortuna . C ' erano altri sei girovaghi arrivati per la fiera ed hanno guadagnato tutti abbastanza bene . Lui era stato obbligato ad andarsene . Sorridente , il suonatore ( che veniva da Frosinone , come quasi tutti i proprietari di piani automatici peripatetici ) ci ha mostrato il suo strumento . Di legno lucido , nuovo , portava davanti , al posto del panorama alpestre , una vetrinetta con una scena di campo di football e due giocatori di legno che muovevano una gamba lanciandosi a suon di musica una palla di gomma infissa su un filo di ferro che dondolava come un pendolo rovesciato . Il figlio del girovago , Michele , un bambinetto dagli occhi azzurri e la pancetta spinta in avanti , guardava silenzioso i due pupazzi , con ammirazione . La terza visita è stata dedicata alla più antica delle fabbriche e alla più famosa . Il nome del proprietario si leggeva scritto tra enormi viole del pensiero e margherite sulla tela che nascondeva la schiena di piani automatici in ogni parte del mondo . La grande casa , che l ' industria , nel suo periodo d ' oro , occupava completamente , è stata costruita dal defunto proprietario . Stile medioevale di terracotta , tra La partita a scacchi e il Trovatore , con piccole torri a poivrière , che sboccano dagli angoli . Nei fregi , la lira e la tromba s ' intrecciano con le foglie di palma e i rotoli di musica . Delle grandi donne sono affrescate lungo il muro , con in mano compassi , mappamondi , pennelli , tavolozze , rotoli di carta e lire . Potrebbero essere le nove muse se non fossero soltanto cinque . Saranno cinque muse scelte . L ' attività si è ridotta a un grande stanzone al primo piano . Là dove una volta lavoravano quaranta operai non ci sono , più che i tre soci proprietari : un giovanotto , che dirige l ' azienda , il più vecchio operaio che ha lavorato per trentotto anni allo stesso posto , e un altro veterano . Lo stanzone ha la volta bassa , nera di fumo . In fondo , un camino annerito , con un pentolino di colla fredda . Accatastate contro il muro , una decina di imposte da finestra , nuove , non ancora verniciate . Il più vecchio , con un ciuffo di capelli grigi e un paio d ' occhiali a stanghetta d ' acciaio , ci racconta i fasti della ditta .
IL SUCCESSO, SCOPO DELLA VITA ( LUIGI BARZINI JR. , 1938 )
StampaQuotidiana ,
Successo , Successo , Successo , la parola ti guardava da ogni parte negli Stati Uniti d ' America . « Come raggiunsi il Successo » , articoli autobiografici nelle riviste . Libri sulla tecnica del Successo . Gente arrivata veniva intervistata quotidianamente : « Qual è il segreto del vostro Successo ? » . Il Successo era la meta di ognuno , qualunque Successo , anche la Fama che veniva per essere restati appollaiati su l ' asta di una bandiera , in cima a un tetto per quindici giorni . Nessuno aveva mai confessato di aver avuto semplicemente fortuna , come si dice nei Paesi latini . La fortuna non piace agli americani . Scoraggia dal lavorare indefessamente , dal rinunciare alle gioie della vita , il pensare che piccoli particolari fortuiti , al di fuori del proprio controllo , possono fare e disfare la vita degli uomini . Mentre simili potenti ausilii al raggiungimento della ricchezza e della fama venivano perfezionati negli Stati Uniti , si dovettero inventare anche metodi altrettanto potenti per combattere la noia dilagante . Ogni genere di sport venne rinnovato , fornito di regole , di abiti speciali da indossare , circoli in cui giocarlo e di una Tecnica scientifica . L ' antica abitudine di bere vino o liquori , di sentirsi le interiora farsi tenere e l ' anima rilucente di felicità , si trasformò nella Partita di Cocktails , in cui l ' assorbimento degli alcolici era rapidissimo , ridotto all ' Efficienza di una martellata sul capo . L ' Amore si mutò in rapide e insipide avventure . L ' Arte si fece altamente commerciabile . Vendite , incassi erano i soli criteri estetici , non tanto perché gli artisti fossero smodatamente ansiosi di arricchire , quanto perché dall ' approvazione del pubblico , misurata in dollari , sapevano se la loro missione sociale di caccia - noia era riuscita . Vite grigie avevano sete di Colore . Avventure romanzesche , Emozioni , Poesia , e di tutto ciò si abbeveravano indirettamente al cinema , nei libri , o nelle crociere , che divennero di moda a quel tempo , visite a Paesi ignoti così rapide che permettevano di immaginarsi d ' aver visto chissà quali meraviglie . Ogni cosa si fece elementare , rapidissima , facilmente assimilabile . L ' ottimismo più irragionevole colorava tutto . Tutti i sistemi per combattere la noia attraversarono l ' Atlantico , assieme ai metodi perfezionati per asservire ogni minuto della propria giornata all ' unico scopo di riuscire negli affari . Gli « americani d ' Europa » , i giovani dalla fortuna recente , adottarono meticolosamente i giochi , le bevande , gli amori rapidi , le danze , il cinema . La vita andava colorandosi lentamente di idee americane . Si cominciava a sentir dire che la felicità dipende dal progresso meccanico , come le istallazioni idrauliche , che tutti gli uomini devono tentare di raggiungere la Ricchezza e che devono sempre considerare lo stato nel quale si trovano come un periodo transitorio , e che le statistiche sono sacre . Nacque lo snobismo in Europa . Si invidiarono i vicini per infinite ragioni , perché si pulivano i denti , perché conoscevano molte lingue straniere , perché indossavano abiti eleganti , per aver visitato Paesi lontani , perché erano più ricchi . L ' Alto Livello di Vita divenne parola d ' ordine anche in Europa . Le Nazioni impararono nuove ragioni per amarsi o disprezzarsi . Si ammirò il consumo per abitante di prodotti manifatturati , per esempio , più della produzione letteraria di un popolo . Le statistiche del movimento dei carri - merci presero il posto delle arti figurative . Il fatto che il porto di Venezia aveva lo stesso traffico annuale del porto di Baton Rouge , Louisiana , sembrò per la prima volta significativo , e molte persone tentarono di mettere per questo le due città allo stesso livello . Le Nazioni cominciarono a vantarsi della lunghezza delle proprie ferrovie , della pulizia e modernità dei propri gabinetti , dell ' introito medio dei cittadini , della potenza delle loro navi da guerra . Povere Nazioni , ricche solo di arte , di intelligenza , di tradizioni , vennero disprezzate , maltrattate alle Conferenze internazionali , derise o considerate con benevolenza umiliante . Il Livello di Vita divenne il simbolo della civiltà contemporanea . I turisti americani venivano a migliaia in Europa tutti gli anni , visitavano le regioni più pittoresche , inorridendo davanti ai molti esempi del basso livello di vita . Non si fermavano a pensare che i maccheroni in una casetta napoletana erano più saporiti dei piatti in un grande albergo , che l ' arte si capiva e si apprezzava meglio in un villaggio della Toscana che nella villa di un nuovo ricco , o che la disciplina di famiglia era meglio compresa in una fattoria andalusa che in un appartamento di Nuova York . Gli americani erano scandalizzati dai ritardi dei treni greci , dall ' incapacità dei meccanici spagnoli e dal modo casuale con cui si facevano affari in Francia . Ammiravano l ' Arte , la vita , la gioia del Vecchio Mondo . Cercavano in Europa un sollievo per la noia e il grigiore delle loro occupazioni inumane e meccaniche . Tuttavia non riuscivano a collegare l ' apparente inefficienza dell ' Europa alle buone maniere , alla vita riposante , piena , gustosa che vi si viveva . Quando finalmente capirono , cinque o sei anni fa , e si misero confusamente a cercare un ' esistenza meno dura nel Messico , a Tahiti , in Cina , alle Baleari , a Capri , sulla Costa Azzurra , era troppo tardi . L ' America aveva ucciso il mondo all ' antica prima ancora di avere capito che cosa fosse , lo amò agonizzante . La stessa brutale rivoluzione avvenne nel campo delle relazioni internazionali . Grosse Nazioni ricche , imbevute dello spirito dell ' Epoca , insegnarono al mondo la politica materialista , aggressiva , la politica del Successo e della proprietà . Nei primi trent ' anni di questo secolo , e negli ultimi trent ' anni del secolo scorso , vennero impartite lezioni di Efficienza negli Affari Esteri dagli Stati Uniti , dall ' Inghilterra e dalla Francia . Si ricordi soltanto l ' occupazione di Tunisi , la guerra boera , il fulmineo riconoscimento dell ' indipendenza della Repubblica di Panama . Automaticamente le Nazioni dell ' Era dei Nuovi Ricchi si allinearono in ordine di ricchezza e potenza . Nazioni che possedevano poche navi da guerra , nessun campo di petrolio , dovevano servire ed aspettare . I problemi dei poveri erano seccature . Le loro necessità , noiosi particolari che complicavano le Conferenze internazionali . Ogni tanto si buttava qualche pezzo di deserto ai malcontenti per farli tacere . I trattati firmati nei primi anni del secolo , e più specialmente i trattati dopo la Guerra Mondiale , santificarono la classificazione dei diversi Stati secondo le statistiche del consumo di carne bovina e suina per persona . Nazioni ricche continuarono , in questo modo , ininterrottamente ad arricchire , le Nazioni povere diventavano ogni giorno più povere . Quando si divisero i possessi coloniali della Germania e della Turchia , dopo la vittoria alleata , l ' Inghilterra ricevette il 68 per cento , la Francia il 28 per cento , l ' Italia il 2 per cento . L ' Italia , secondo la logica dell ' Era Nuova , non poteva desiderare materie prime , Colonie , ricchezza , per la sola ragione che non ne aveva già . Esattamente come , in una società capitalista senza freni , il ricco continua ad arricchire , mentre il povero diventa sempre più povero , così nell ' epoca del dopoguerra le Nazioni meno favorite trovarono che le difficoltà politiche ed economiche della vita crescevano ogni anno . La colpa degli Stati Uniti di questo stato di cose è grave e sarà giudicata severamente dagli storici . Gli Stati Uniti abbandonarono una politica di Imperialismo militare dopo la guerra contro la Spagna . Le piccole guerricciole combattute nelle repubbliche del Centro America ( occupazioni del Nicaragua , sbarchi a San Domingo ) convinsero i banchieri americani che le conquiste armate non erano commercialmente convenienti . Era inutile pacificare , governare , organizzare interi Paesi , quando si poteva vendere ai popoli tutto ciò di cui avevano bisogno e prestare capitali ai governi . Si risparmiavano tempo , denaro , vite umane . L ' America si dedicò quindi a una cieca forma di aggressività commerciale che rischiò di rovinare il mondo . Gli Stati Uniti richiedevano il pagamento dei debiti di guerra , il che era giusto . Gli Stati Uniti invadevano i mercati del dopoguerra coi loro prodotti . Ed anche questo era giusto . Milioni di dollari - oro partivano annualmente dall ' Europa verso l ' America , per pagare debiti e prodotti manifatturati . Ma come potevano procurarsi dollari - oro , gli europei , senza dei quali non si sarebbero potuti fare i pagamenti ? Ne avevano bisogno di molti ogni dodici mesi . Da dove potevano venire ? Da due sorgenti possibili : la vendita di prodotti europei in America e l ' invio di dollari da parte di emigranti che risiedevano e lavoravano in America . Tutti e due i modi erano severamente proibiti per legge . La legge d ' Immigrazione del 1922 limitava gli arrivi dalle Nazioni più povere a poche migliaia di braccianti l ' anno , i cui risparmi non potevano pesare sulla bilancia commerciale . Le tariffe doganali passate dal Partito Repubblicano resero l ' esportazione di prodotti europei in America quasi impossibile . Si continuava a spedire oro in verghe , in mancanza di dollari , per pagar debiti e quei prodotti che si era forzati di importare . L ' oro veniva immagazzinato nella Federal Reserve Bank . Si arrivò a non trovar più posto dove metterlo . Ogni piroscafo in arrivo ne scaricava casse . Finalmente il Governo Federale prese una decisione all ' americana : fecero un buco per terra e vi seppellirono l ' oro . Gli Stati Uniti spinsero il mondo sull ' orlo del fallimento , provocarono dissesti di intere Nazioni , per l ' amore dell ' oro , per accumularlo in America . Quando l ' ebbero accumulato , lo seppellirono . Avevano capito che non serviva . Le Nazioni povere ebbero la vita dura per molti anni . Non ricevevano materie prime per la ragione che , non avendone già , non ne avevano palesemente bisogno . Dovevano comprare ciò di cui mancavano con una valuta che non possedevano e che non potevano procurarsi . Il Livello di Vita tendeva ad abbassarsi di anno in anno . Man mano che il loro Livello di Vita si abbassava , il rispetto delle Nazioni più ricche per loro diminuiva . Man mano che diminuiva il prestigio , diminuivano le rendite . Ogni cinque o sei anni scoppiava un uragano a Wall Street , la crisi paralizzava l ' industria americana , e gli affari andavano male per tutti . Il mondo doveva digiunare e aspettare , perché gli americani non sapevano far funzionare la loro baracca . Era un mondo incredibile , inesplicabile . Ogni Nazione tentò di trovare la propria via di uscita , nello stile che le era più tradizionale . Fu abbandonato da quasi tutti l ' internazionalismo , ideale caro soltanto alle Nazioni ricche , le quali non vedevano perché non dovessero diventare sempre più ricche . L ' incubo della vita all ' americana all ' interno e nel campo internazionale imponeva urgenti riforme tanto della legislazione sociale quanto dello schieramento delle potenze . L ' Inghilterra si dedicò all ' assistenza dei lavoratori . La Francia tentò il Fronte popolare dapprima , poi la Democrazia alla Daladier . La Spagna venne travolta nella guerra civile . L ' Italia abbandonò la Democrazia , la più dispendiosa e inetta forma di Governo per un Paese mediterraneo , e sotto la guida di Benito Mussolini , l ' uomo che aveva formato il pensiero dell ' epoca nuova , ricercò una nuova giustizia sociale . La Germania marciò dietro le insegne della Croce uncinata . Ogni Nazione sentiva le stesse necessità . Anzitutto , sicurezza interna , difendersi dalle oscillazioni di lontani mercati che buttavano centinaia di migliaia di lavoratori sul lastrico , da un giorno all ' altro , senza ragione apparente . Poi , materie prime protette dalla rivalità di altre Potenze . Mercati sicuri dalle fluttuazioni di valute esterne . Si scoprì che la Ricchezza non aveva senso , come non aveva senso il pazzesco accumular di lingotti da seppellirsi negli Stati Uniti . Ha senso che gli uomini mangino , lavorino , credano , si sentano sicuri . Nazioni che non avevano voluto abbracciare gli ideali americani di Efficienza finalmente si armarono , si fecero efficienti per difesa . Avevano sufficientemente subìto i capricci di Nazioni armate di oro e cannoni . Adottarono una disciplina , che non avevano conosciuto prima , tentando di rompere con la forza il tragico circolo vizioso che le impoveriva ogni giorno . Gli americani oggi protestano vigorosamente . Son questi , si domandano eminenti pensatori d ' oltre Atlantico , gli ideali per cui l ' Umanità ha tanto lottato e sofferto , la Ricchezza , la Potenza , le Materie Prime , il Successo , l ' Efficienza ? Forse questi non sono i massimi ideali della Civiltà umana , ma è nel nome di questi ideali che le Nazioni Nuove Ricche tentarono di soffocare ogni vita spirituale nelle Nazioni povere . Le Nazioni povere si stanno oggi difendendo usando le stesse armi . Gli americani sono gli ultimi che dovrebbero lamentarsi . Il gioco che si sta giocando nel mondo l ' hanno inventato loro .
PARLAMENTO E SINDACALISMO ( MOSCA GAETANO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Il comunismo ha la sua prima radice in quel complesso di passioni , di sentimenti e d ' idee che cominciarono ad affermarsi nel secolo decimottavo e si svilupparono completamente nel decimonono . Se si parte infatti dal concetto che l ' uomo nasce buono , e che come affermava Rousseau , la società o meglio le istituzioni sociali , l ' hanno reso cattivo viene naturale la conseguenza che , cambiando radicalmente le istituzioni accennate , gli uomini possano , anzi debbano , in breve tempo perdere il loro egoismo e recuperare il loro naturale altruismo . Se si crede fermamente che la storia dell ' umanità si può sintetizzare assimilandola ad una marcia continua dalla disuguaglianza verso l ' uguaglianza , si deve ammettere che , quando in questa strada si è fatto un certo cammino , si deve arrivare ad un punto nel quale diventa necessaria la soppressione della proprietà privata , la quale rende impossibile la uguaglianza assoluta fra tutti i membri del consorzio sociale . Oggi riesce ancora assai difficile il precisare quanto bene e quanto male abbia prodotto la diffusione delle idee e dei sentimenti accennati , poiché è questa una indagine che solo fra un paio di generazioni si potrà fare con perfetta spassionatezza . Ad ogni modo sembra che il loro ciclo storico abbia raggiunto il suo vertice , e che , almeno nell ' Europa occidentale , esso accenni a discendere ; come del resto finora è avvenuto a quasi tutte le forme mentali ed a quasi tutte le correnti passionali che hanno contribuito colla loro diffusione a modificare la storia del mondo ed a creare ed a distruggere le varie civiltà . La esperienza di quanto è avvenuto ed avviene in Russia ha servito , e sempre più servirà , a far dileguare in proposito molte illusioni . Ho avuto di recente occasione di leggere la lettera di un operaio italiano che trovasi in Russia per ragioni di lavoro , nella quale egli informava un suo amico che colà , malgrado il trionfo ufficiale del Comunismo , vedeva ogni giorno persone che banchettavano nelle trattorie di lusso ed altre persone alla porta che mendicavano un tozzo di pane e che anche colà vi erano coloro che andavano in automobile e quelli che non avevano scarpe ai piedi . Non si può negare che le trasformazioni dell ' economia sociale avvenute durante il secolo decimonono e quello presente abbiano anche esse contribuito alla propagazione delle dottrine comuniste , e basterebbe in proposito ricordare il sorgere della grande industria colle grandi agglomerazioni di lavoratori manuali che essa rende necessarie . Ma se le trasformazioni accennate hanno agevolato il diffondersi delle dottrine comuniste esse hanno reso quasi necessaria la nascita di quelle sindacaliste . Infatti nella seconda metà del secolo decimonono e nei primi decenni del ventesimo non abbiamo assistito soltanto alla sostituzione della grande industria alla piccola , colla relativa scomparsa di una parte dell ' artigianato , che è stata sostituita dagli operai salariati , ma la vita economica si è trasformata in maniera che la soddisfazione di molti bisogni quotidiani o quasi quotidiani non è affidata più a gruppi d ' individui disorganizzati , che fra loro non avevano alcun legame e spesso si facevano reciprocamente la concorrenza , ma a determinate categorie di lavoratori per necessità di cose perfettamente organizzati . Agli antichi compagni di mestiere , spesso rivali fra di loro , si è sostituita la « classe » , che ha acquistato il monopolio di una data funzione e che , mercé l ' unità della direzione tecnica e la comunanza degli interessi , facilmente può concepire l ' idea dell ' unità nella direzione politica , una volta che si è costituita in sindacato . Esempio tipico di questa trasformazione è l ' industria dei trasporti , nella quale alle antiche carrozze postali ed ai carri si sono sostituite le grandi linee ferroviarie , agli antichi bastimenti a vela le grandi compagnie di navigazione a vapore . Altro esempio tipico si può trovare nelle industrie relative all ' illuminazione ed al riscaldamento . Ai quali fino a cinquanta anni fa si provvedeva mercé le candele , il petrolio ed il carbone che ognuno comprava nello spaccio più vicino , mentre ora si provvede coll ' illuminazione elettrica e col gas che in tutte le grandi città sono forniti da un ' unica o al massimo da due officine . In sostanza quindi nello spazio di un paio di generazioni è avvenuto un cambiamento radicale , nella struttura , direi quasi anatomica , del corpo sociale , in grado , bene o male , di provvedere quasi interamente a se stessa mercé l ' opera individuale delle cellule che la componevano , mentre oggi molte cellule seguitano a lavorare isolatamente , ma molte altre si sono coordinate ed hanno formato degli organi speciali l ' azione di ognuno dei quali è necessaria per il retto funzionamento dell ' intero organismo . La parte in altre parole ha acquistato una individualità a sé , e con ciò è sorta in essa la tentazione di contrapporsi , e forse anche d ' imporsi , al tutto . E se si vuole avere un ' idea dei pericoli contenuti in questa tentazione , basta pensare a quel che avverrebbe in Inghilterra se per tre mesi rimanessero chiuse le miniere di carbone e fossero sospese le ferrovie e la navigazione . Ora senza per nulla accettare la così detta dottrina del materialismo storico , secondo la quale tutte le diverse forme di organizzazione politica sarebbero esclusivamente la conseguenza dei mutamenti avvenuti nell ' organizzazione economica della società , sarebbe assurdo il negare che un cambiamento così profondo e sostanziale nella vita economica , come duello che ho testé sommariamente descritto , possa produrre delle importanti modificazioni nella vita politica . Lo Stato rappresentativo moderno è nato in un ' epoca nella quale l ' attuale specializzazione di alcune delle più importanti funzioni economiche non era neppure abbozzata , e perciò non poteva riconoscere come entità politiche le classi addette a queste funzioni . Inoltre esso non ha ammesso né poteva ammettere alcuna sovranità intermedia tra lo Stato e gli individui perché già le aveva quasi tutte distrutte , dopo lunga lotta coi baroni e coi comuni , l ' antico Stato assoluto , che quasi dappertutto , precedette e preparò le forme politiche odierne . Senonché oggi che la specializzazione economica ha prodotto la formazione delle classi e che gli individui appartenenti ad ognuna di esse hanno acquistato una innegabile solidarietà d ' interessi , ed anche , per la comunanza delle mansioni e della preparazione necessaria ad esercitarle , una certa identità di forma mentale , è nata l ' aspirazione a conferire loro un ' azione diretta nella vita politica , alla quale gli individui che le compongono dovrebbero partecipare non solo come semplici cittadini ma anche come membri della classe . Accanto perciò alla Camera o alle Camere , che rappresentano i singoli individui o che sono formate in modo da comprendere le migliori attitudini politiche che abbia il paese , si vorrebbe ora da molti istituirne un ' altra che fosse la rappresentanza delle così dette competenze , ossia in altre parole delle organizzazioni professionali , con facoltà finora non bene determinate , ma ad ogni modo con partecipazione diretta ai poteri sovrani . Ed in favore del progetto accennato si può dire che esso non farebbe che dare una forma legale all ' azione di una forza sociale che già si è affermata e che non possiamo distruggere , perché è impossibile di far rivivere l ' organizzazione economica della prima metà del secolo decimonono . Ed è perciò che molti credono che sia atto di sana e previdente politica l ' attirare i sindacati di classe nell ' orbita costituzionale ammettendo i loro rappresentanti speciali nei Parlamenti nei quali si discutono ed approvano le leggi , le imposte e le pubbliche spese . Ma il ragionamento accennato sarebbe esatto se le istituzioni rappresentative a base individuale finora prevalenti in tutti i paesi di civiltà europea , non avessero tanta elasticità da rendere possibile e facile a tutte le nuove forze dirigenti che si affermano in una società di acquistare sui poteri sovrani un ' influenza adeguata alla loro importanza . Sarebbe assurdo supporre che di questa facilità non si siano valsi e non si varranno i sindacati di mestiere , che anche col sistema della rappresentanza individuale possono moltissimo influire nella elezione dei deputati . Abbiamo oggi in proposito il calzante esempio dell ' Inghilterra , dove il partito del lavoro , che ha la sua base elettorale appunto nei sindacati operai , col sistema della rappresentanza individuale , sta per conquistare forse ha già conquistato , la direzione dello Stato . Mentre d ' altra parte se gli inscritti ai sindacati , oltre al partecipare come cittadini alla formazione della rappresentanza individuale potessero mandare al Parlamento i loro speciali rappresentanti di classe si avrebbe una doppia manifestazione della stessa forza politica , la quale perciò sicuramente verrebbe ad assumere una preponderanza superiore alla sua importanza numerica e diciamolo pure alla sua importanza sociale . Poiché mentre da un lato lo sciopero di una o di parecchie classi di lavoratori potrebbe fermare , o seriamente intralciare la vita economica del paese , dall ' altro l ' azione di una Camera che fosse la rappresentanza dei sindacati avrebbe in mano lo strumento legale per contemporaneamente fermare o almeno intralciare la macchina dello Stato . Lo Stato rappresentativo moderno a base individuale non è certamente un organismo politico perfetto , né potrà durare in eterno immutato . Ma finora non ci sono state organizzazioni politiche perfette ed immutabili e qualcheduna che per un momento si è creduta tale ha ricevuto dalla storia una rude smentita . Però ce ne sono state di quelle che trasformandosi hanno reso possibile un tipo più avanzato di civiltà e ce ne sono state delle altre che dissolvendosi hanno reso inevitabile l ' adozione di un tipo di civiltà molto inferiore a quello già raggiunto : come per esempio avvenne dopo la caduta dell ' impero romano . Or la sapienza degli uomini di Stato dovrebbe secondare le trasformazioni inevitabili evitando ad ogni costo le crisi violente , ossia le dissoluzioni degli organismi politici : dovrebbe saper trovare la via che conduce in alto , scansando quella che porta in basso . Pregio grandissimo del regime rappresentativo è stato quello di affidare la direzione della macchina politica a coloro che si consideravano legalmente come gli interpreti delle aspirazioni e degli interessi della collettività . Sarebbe assai difficile che lo Stato potesse conservare integro questo carattere e potesse continuare ad esercitare un ' azione coordinatrice di tutte le attività sociali se una parte dei poteri fosse attribuita ai rappresentanti delle singole classi . Ed è perciò che io per lo meno vorrei che l ' Italia non fosse la prima nazione che facesse l ' esperimento di ammettere come tali , i rappresentanti dei sindacati di qualunque genere nel Parlamento .
LO STATO E I SINDACATI PROFESSIONALI ( MOSCA GAETANO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
La prima origine della importanza assunta dai sindacati professionali si deve ricercare nello sviluppo della grande industria , che , rendendo necessaria la riunione di un gran numero di lavoratori nella stessa fabbrica , ha reso loro più facile di associarsi per la tutela dei comuni interessi . Ma , oltre a questo fattore , ve n ' è un altro sul quale non è superfluo di richiamare ancora una volta l ' attenzione del pubblico e dei governanti . Questo fattore consiste , come ho già fin dal 1907 accennato nelle colonne del « Corriere » , in quella trasformazione che , sopra tutto nelle regioni dove prevale la civiltà europea , hanno subito le economie nazionali e private in seguito alla larga applicazione delle scoperte per le quali sarà sempre segnalato nella storia il secolo decimonono . Per citare alcuni esempi , è certo che l ' adozione del gas per l ' illuminazione e le cucine del vapore per le ferrovie e le navi , della luce elettrica per l ' illuminazione e della forza elettrica per i trams , ha profondamente modificato , sopra tutto nelle grandi città il nostro tenore di vita creando nuovi bisogni , sviluppando quelli vecchi e cambiando radicalmente i mezzi con i quali soddisfiamo i nuovi ed i vecchi . Fino ad un secolo fa chi doveva viaggiare , quando non voleva servirsi delle regie poste di cavalli , lo poteva fare con una carrozza propria o con quella che affittava presso uno dei tanti intrapenditori di trasporti , ed i viaggi brevi la povera gente li faceva a piedi o pigiata in scomodissimi carri . Oggi i ricchi vanno in prima classe , i poveri in terza , ma tutti fanno uso della ferrovia , senza la quale riuscirebbe impossibile l ' approvvigionamento di quasi tutti i grandi centri della popolosa Europa occidentale . Quaranta o cinquanta anni addietro ognuno comprava dal bottegaio più vicino l ' olio od il petrolio per l ' illuminazione ed il carbone per cuocere le vivande , oggi quasi dappertutto sono rare le case nelle quali non vi sia l ' impianto per la luce elettrica ed è molto diffuso per le cucine l ' uso del gas . Nello stesso tempo lo sviluppo preso dalle grandi città ha reso indispensabile l ' uso del tram elettrico e la navigazione a vapore ha sostituito quasi intieramente l ' antico bastimento a vela ed ha fatto sì che un numero relativamente piccolo di grandi compagnie di navigazione abbia concentrato in sé quasi tutta l ' industria dei trasporti marittimi tanto per quel che riguarda i viaggiatori che per le merci . Ora tutto ciò non è avvenuto senza che una profonda modificazione si sia introdotta nel meccanismo degli scambi tanto di derrate che di servizi . All ' antica forma di scambio , che lasciava all ' individuo che cercava la merce od il servizio la libera scelta dell ' individuo coattivo fra tutti gli individui , che hanno bisogno di quel dato servizio o di quella data merce , e la classe , organizzata od organizzabile , che sola li può offrire . E ciò fa sì che ogni classe di lavoratori che ha il monopolio di un servizio necessario o di una merce indispensabile , come sarebbe ad esempio il carbon fossile , può , incrociando semplicemente le braccia , mettere la società intiera in grandissimo imbarazzo . Infatti si sa da tutti che , nelle grandi città d ' Europa e d ' America , la vita diventerebbe molto difficile se per un mese soltanto le ferrovie , i tram e le officine del gas e della luce elettrica cessassero di funzionare e si sa pure che qualche grande nazione , come ad esempio la potentissima Inghilterra , non potrebbe materialmente più vivere se per tre o quattro mesi s ' interrompessero le linee di navigazione che la congiungono col resto del mondo o se si chiudessero le sue miniere di carbone . Non può destar maraviglia che le varie classi di lavoratori , le quali hanno il monopolio uno dei servizi accennati o della produzione di una delle derrate indispensabili , abbiano compreso quanto sia potente l ' arma che hanno nelle mani ; ed abbiamo visto testé in Inghilterra una di queste classi spalleggiata da altre , costringere il Governo a concedere notevoli vantaggi pecuniarii ai propri membri con grave sacrificio della pubblica finanza . Avendo in mano mezzi d ' influenza sociale così efficaci come quelli che ho accennate , è quasi naturale che i sindacati tentino di servirsene per fare pressione sui pubblici poteri . Siamo quindi davanti ad uno stato di cose che non è più lecito d ' ignorare o trascurare ed è anzi necessario che non solo i governanti , ma anche tutti coloro che s ' interessano all ' avvenire del proprio paese , si rendano perfettamente conto della gravità della quistione , perché l ' impreparazione od una preparazione incompleta potrebbe condurci a qualche passo falso al quale poi sarebbe molto difficile di rimediare . Or i problemi che oggi presenta la grave e complessa questione relativa alla condotta che lo Stato , nei paesi retti col sistema rappresentativo dovrebbe tenere rispetto ai sindacati dei lavoratori , possono ridursi a quattro : Il primo concerne il riconoscimento ufficiale dei sindacati , concedendo loro la personalità giuridica . Il secondo è quello relativo alla unità od alla molteplicità dei sindacati fra i lavoratori addetti ad un determinato servizio o alla produzione di una determinata derrata . Il terzo riguarda l ' obbligatorietà della inscrizione ad un sindacato di tutti i lavoratori che esercitano la stessa professione o lo stesso mestiere . Ed il quarto finalmente , consiste nell ' esame della convenienza o no di concedere ai rappresentanti speciali dei sindacati di entrare nelle assemblee che esercitano il potere legislativo . Ognuno di questi problemi è così vasto e complesso che potrebbe essere svolto in un articolo a parte ; mi limiterò quindi ad accennare i criteri fondamentali , seguendo e sviluppando i quali si potrebbe arrivare ad una soddisfacente soluzione . Ed in primo luogo crederci necessario , od almeno opportuno , di concedere il riconoscimento legale e la personalità giuridica a tutti quei sindacati che la chiedessero , preferibilmente subordinando la concessione alla dimostrazione di possedere un certo patrimonio investito sia in immobili che in titoli di Stato o in depositi presso le Casse di risparmio . In questo modo si accrescerebbe il senso della responsabilità nei dirigenti dei sindacati e la prudenza nei loro seguaci , e si avrebbe una seria garanzia nei casi di inadempimento di uno di quei contratti collettivi di lavoro che ora cominciano a diventare frequenti . In secondo luogo non troverei nessuna ragione per ostacolare o non riconoscere la molteplicità dei sindacati fra gli esercenti della stessa professione o del medesimo mestiere . Si obbietterà che in questo modo si avranno , come si sono avuti , dei sindacati di partito , composti cioè da coloro che seguono un dato indirizzo politico . Ma bisogna riflettere che è impossibile di escludere la politica dal movimento sindacale perché esso necessariamente mirerà sempre a far pressione sulla società , e quindi sullo Stato che ne rappresenta e tutela gli interessi , per aumentare i benefizi delle classi sindacate . Date queste condizioni , è preferibile che la pressione sia possibilmente suddivisa , anziché affidata ad un solo organismo . Tanto più che alle volte gli interessi e le vedute proprie di un dato partito possono temperare la soverchia vivacità degli interessi professionali . Non ammetterei poi in niun modo e con nessun temperamento una riforma che , abolendo una delle migliori conquiste della Rivoluzione francese , cioè la libertà di lavoro , imponesse il sindacato obbligatorio ; ossia rendesse necessaria l ' inscrizione in una associazione sindacale per potere esercitare un dato mestiere . Lo Stato mancherebbe ad uno dei suoi precisi doveri , che consiste nel tutelare l ' individuo contro ogni forma di coazione privata , se permettesse che la sussistenza di un uomo o di una famiglia restasse in balia dei dirigenti di un ' associazione la quale potrebbe ammettere o non ammettere nel proprio seno i postulanti , e potrebbe espellere tutti coloro che riputasse per una ragione qualsiasi indesiderabili condannandoli a non potere più fare uso delle proprie braccia e della propria capacità . Se ciò avvenisse sarebbe il principio dello sfacelo delle istituzioni politiche e sociali presenti . Poiché il monopolio dei sindacati non avrebbe più alcun freno ed i loro capi , sicuri ormai della ferrea disciplina dei seguaci , potrebbero trattare da pari a pari coi rappresentanti dello Stato come i baroni del Medio Evo trattavano con i Re . Né meno grave si presenta l ' ultima questione , ossia quella relativa alla rappresentanza politica dei sindacati . Se i membri di essi ne fossero oggi privi si potrebbe affermare che è cattiva politica il negare ad una nuova forza sociale ogni partecipazione ai poteri sovrani , ma , dove si è già adottato il suffragio universale , gli ascritti ai sindacati sono già elettori , e se votano compatti , come è presumibile , essi , anche con la rappresentanza individuale ora in vigore , possono potentemente influire sull ' assemblea elettiva ; giacché non vi è candidato né partito politico che non sentano l ' influenza di un gruppo elettorale numeroso e disciplinato e perciò capace di fare traboccare la bilancia in loro favore . Accoppiando la rappresentanza di classe a quella individuale nelle assemblee legislative si darebbe da un lato un ' arma efficacisSima ai sindacati , poiché i loro rappresentanti avrebbero il mandato imperativo di tutelare gli interessi sindacali , senza assicurare l ' indipendenza degli elementi scelti col vecchio sistema individuale , che dovrebbero avere la missione di tutelare quelli della collettività . Ed è perciò che se si vorrà in Italia dare ad ogni costo una rappresentanza politica ai sindacati sarebbe meno male l ' aggregare questa rappresentanza al Senato , avendo cura che essa non ne formi la maggioranza , anziché alla Camera elettiva . I senatori infatti sono nominati a vita e non hanno quindi da temere per la loro rielezione . È stato di recente pubblicato un libro del professore Gaspare Ambrosini sui sindacati , i consigli tecnici ed i Parlamentari politici . Sarebbe opportuno che esso fosse letto e meditato nel momento attuale . In sostanza l ' Ambrosini fa uno studio sulle costituzioni più recenti e dimostra che finora in nessun paese i sindacati hanno potuto ottenere una partecipazione legale ai poteri sovrani . In Germania la nuova costituzione stabilisce la formazione di un consiglio economico , formato dai rappresentanti dei sindacati dei padroni e degli operai , ma esso ha solo funzioni consultive ed inoltre ha facoltà di proporre al Reichstag disegni di legge solo sulle quistioni riguardanti la legislazione del lavoro . Nella stessa Russia bolscevica i Soviet non sono nominati dai sindacati ma dalle altre categorie di lavoratori , che sono le sole che colà sono riguardate come tali , cioè gli operai della città , i contadini ed i soldati . Ma l ' Ambrosini si affretta ad aggiungere che praticamente i Soviet sono un ' emanazione del partito comunista , che è la sola organizzazione politica la quale effettivamente governi nell ' antico impero degli Czar . Nel 1919 i sindacati russi avevano richiesto di essere riconosciuti come organi economici dello Stato , ma Lenin allora cercò di rimandare ogni decisione e nel marzo del 1921 fece approvare dal decimo congresso del partito comunista una mozione in base alla quale si stabiliva che sarebbe stato un errore politico la trasformazione rapida dei sindacati in organi dello Stato e che essi per ora dovevano limitarsi ad essere scuole di comunismo . Se ora per ciò in Italia si concederà la partecipazione dei rappresentanti dei sindacati allo assemblee politiche , il nostro paese sarebbe il primo ad attuare una riforma capace di cambiare profondamente l ' organizzazione dei pubblici poteri e della quale gravi potrebbero essere le conseguenze in un non lontano avvenire . E ciò da una parte potrebbe essere un onore , ma potrebbe anche costituire un grave pericolo . Io credo infatti che se i sindacati riuscissero ad assumere il potere legislativo , o ad esercitare una pressione abbastanza forte sopra di esso , gli interessi delle singole classi prevarrebbero su quelli della collettività e si avrebbe in sostanza la rivolta delle membra contro lo stomaco e soprattutto contro il cervello . La plebe di Roma antica dié prova di un gran senno politico quando comprese il significato dell ' apologo di Menenio Agrippa ; ne avrebbero altrettanto i nostri sindacati operai ? È lecito dubitarne finché la mentalità odierna delle nostre classi lavoratrici non sarà modificata , finché i loro intelletti non saranno « realmente » sgombrati da una dottrina che è stata ormai da più di mezzo secolo ad essi inculcata ; secondo la quale la produzione economica sarebbe dovuta all ' opera « esclusiva » di coloro che corrono a crearla col loro lavoro manuale .
L'OPERA DEL MARESCIALLO LYAUTEY ( MOSCA GAETANO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
I telegrafo ci ha informati che il 27 agosto il maresciallo Lyautey s ' imbarcava a Casablanca per la Francia e che , fra poco sarebbe tornato nel Marrocco . Può darsi che ciò avvenga , perché non è facile trovare un uomo che , come Lyautey , conosca il Marrocco e sopra tutto i marocchini , ma può anche darsi che la sua partenza sia definitiva , perché in Francia molti sono oggi coloro che criticano l ' opera dell ' uomo che era riuscito nella difficilissima sorpresa di conquistare un paese musulmano , assi più ricco e popoloso di quanto fosse l ' Algeria nel 1830 , in un tempo assai più breve e con uno sforzo di molto inferiore a quello che per sottomettere completamente l ' Algeria era stato necessario . Difatti dopo che i francesi si furono impadroniti di Algeri nel 1830 , Costantina la città principale dell ' Algeria orientale , dopo un vano tentativo terminato con un quasi disastro , era stata presa solo nel 1837 , e nell ' Algeria centrale ed occidentale , negli attuali dipartimenti di Algeri e di Orano , Abd - el - Kader , il vero predecessore di Ab - el - Krim , avea tenuto testa agli invasori fino al 1947 . Fino al 1853 la gran Kabilia , paese montagnoso posto nel cuore dell ' Algeria , restava completamente indipendente , e solo dopo repressa l ' insurrezione del 1870 gli altipiani dell ' interno e la zona predesertica , che stendesi a mezzogiorno di essi , venivano ridotti sotto l ' effettiva dominazione francese . Sicché non è esagerato l ' affermare che la Francia ha dovuto impiegare mezzo secolo per conquistare l ' Algeria . Nel Marrocco invece , dopo il primo sbarco avvenuto a Casablanca nel 1907 e l ' entrata dei francesi a Fez , chiamati dallo stesso sultano , nel 1911 , seguita a pochi mesi di distanza dall ' occupazione di Marrakesch , non vi erano state né insurrezioni di grande importanza né grosse guerre . Proclamato il protettorato francese i paesi soliti a subire il governo del Sultano , cioè , oltre alle città , quelli della bassa vallata del Sebù e gli altri più importanti che costituiscono la grande pianura , posta fra il gruppo montagnoso del grande Atlante e l ' Oceano , aveano quasi senza resistenza subito le volontà che il governatore generale francese trasmetteva loro per mezzo del sultano protetto . Restavano indipendenti soltanto i paesi nei quali l ' autorità del sultano non si era mai effettivamente esercitata . Cioè la regione predesertica posta a mezzogiorno di Marrakesch e i due grandi sistemi montuosi , quello del grande Atlante , le cui cime tra Fez e Marrakesch superano i quattromila metri sul livello del mare e quello del Riff , ossia della catena che , staccandosi dallo stretto di Gibilterra , si prolunga parallela al Mediterraneo per circa duecento chilometri con un ' altezza che tocca quasi tremila metri . Nella zona predesertica , quando i francesi entrarono a Fez , si agitava El - Hiba figlio del marabutto Ma - el - Ainin , che aveva fondato una nuova confraternita religiosa . I suoi seguaci , che per un momento avevano minacciato Marrakesch , erano stati facilmente battuti e respinti nel deserto grazie all ' appoggio dei grandi Kaid , cioè di quattro o cinque grossi feudatari che avevano ed hanno tutto l ' interesse di restare attaccati alla Francia , che garantisce i loro possedimenti e lascia loro una quasi completa autonomia . Nel grande nodo montuoso posto fra Marrakesch e Fez , Lyautey aveva cinto le tribù indipendenti con una catena di posti fortificati che ogni anno si andava lentamente restringendo , avendo cura però di attaccare volta per volta una sola tribù . Nel Riff i posti fortificati francesi venivano posti là dove si doveva fissare il confine tra la Francia e la Spagna ed a questa era lasciato il difficilissimo compito di sottomettere le indomabili tribù riffane . Sarebbe puerile negare che Lyautey non abbia compreso benissimo la situazione politica e le condizioni sociali del Marocco . Egli perciò sapeva perfettamente che ciò che in Europa oggi appellasi la quistione sociale , l ' eterna rivalità fra proprietari e proletari , ricchi e poveri nei paesi maomettani prende spesso l ' aspetto di una riforma religiosa o quanto meno di un risveglio del fanatismo religioso , e sapeva pure che questa lotta , nel Marocco specialmente , si è sempre esplicata mercé un cambiamento delle dinastie regnanti e delle classi dirigenti , cambiamento che le tribù povere e guerriere della regione predesertica e delle montagne hanno imposto a quelle più pacifiche e relativamente agiate delle città e della pianura . Dal deserto erano venuti nell ' undicesimo secolo gli Almoravidi di Jusef - ben - Taschfin che aveva sottomesso il Marocco , la Spagna musulmana e parte dell ' Algeria e dal nodo montuario del grande Atlante erano discesi nel secolo successivo gli Almoadi , che , con a capo Abd - el - Mumen , si erano dappertutto sostituiti agli Almoravidi ed avevano inoltre tolto Tunisi e Mehedia ai siciliani che già l ' occupavano . Volendo conservare la pace nel Marocco la politica francese non poteva perciò essere che nettamente conservatrice e tale fu quella costantemente seguita dal maresciallo Lyautey . Egli conservò quindi anzitutto la vecchia dinastia , conservo antichi grandi Kaid del sud , lasciando ad essi la autonomia quasi completa della quale godevano , conservò , quanto poté dell ' antica burocrazia marocchina , cercò chi attirare a sé tutti i musulmani e gli ebrei danarosi , incoraggiando l ' associazione dei loro capitali con quelli degli speculatori europei , nello stesso tempo costruì strade , ferrovie e porti , fece sorgere quasi d ' incanto la nuova città di Casablanca , procacciò nuova ricchezza ai ricchi e lavora ben rimunerato alle plebi , in poche parole costituì tutta una rete di interessi materiali a difesa della nuova dominazione francese . Il risultato più ammirevole della politica di Lyautey si vide nel 1914 quando scoppiò la grande guerra europea . Si sa che allora il Governo francese ordinò al governatore generale di mandare in Francia una parte delle sue forze e di far ripiegare le altre in alcuni punti fortificati della costa ; ciò si stimava necessario perché i destini della Francia si sarebbero decisi sulla sua frontiera orientale e non nel Marocco , che , a tempo ed a luogo , si poteva riconquistare . Lyautey non obbedì che a metà : mandò in Francia una trentina di battaglioni ed alcune batterie ; ma , invece di ritirarsi sulla costa , ordinò che le avanguardie francesi restassero dove erano , non abbandonò un palmo di terreno , e le truppe che mandò le tolse appunto dalla costa e dalle retrovie . Militarmente il provvedimento era arrischiato e forse anche censurabile ; politicamente si dimostrò geniale , perché il governatore generale francese sapeva bene che tutto il territorio abbandonato sarebbe subito insorto , e che le colonne in ritirata sarebbero state aspramente taglieggiate e forse anche distrutte ; essendo costume dei marocchini , montanari e pianigiani , ricchi e poveri , di mettersi sempre dalla parte del più forte e di giudicare sempre come più debole colui che si ritira , e ritirandosi li priva della sua protezione . In seguito ricevette un rinforzo di battaglioni senegalesi e di territoriali francesi ; ma , in ricambio , organizzò e spedì in Francia numerosi battaglioni marocchini , sicché poté conservare il Marocco senza indebolire le risorse della Francia in Europa . Me l ' opera di Lyautey aveva necessariamente due punti deboli che , presto o tardi , si dovevano manifestare . Il primo era ed è che essa si appoggiava quasi esclusivamente sugli interessi materiali , che non si possono mai contentare tutti e dei quali l ' appoggio viene meno ogni volta che l ' interesse vacilla . Egli infatti ha potuto far sì che le classi agiate del Marocco ed anche le plebi delle città trovassero il loro tornaconto nella dominazione francese , ma non ha potuto mutare i loro sentimenti , non ha potuto , come si dice , conquistare le anime . Il loro modo di pensare e di sentire è necessariamente rimasto musulmano , e si sa che un buon musulmano potrà servire e sfruttare l ' infedele , se ciò ritrae un materiale vantaggio , ma in fondo all ' anima lo odierà e lo disprezzerà sempre . Ed il secondo era il Riff , dove la Spagna venne meno al suo compito , non riuscendo a conquistare il paese che le era stato assegnato , per una serie di ragioni , ma sopra tutto perché nel Riff si manifestò un uomo superiore per intelligenza e forza di volontà , Abd - el - Krim . Il quale , come Abd - el - Kader aveva saputo riunire in un unico fascio tutte le tribù di metà dell ' Algeria , è riuscito a coordinare sotto la direzione le forze di tutte le tribù riffane , avendo per giunta sul suo predecessore il vantaggio di conoscere le debolezze dei popoli di civiltà europea , delle quali le maggiori sarebbero le rivalità fra le varie potenze e l ' ostacolo che ormai in quasi tutte le nazioni europee trovano le guerre coloniali nell ' azione dei partiti ultra democratici . Non si può né affermare né negare in modo assoluto che la Francia e che sopra tutto il maresciallo Lyautey abbiano visto di buon occhio i ripetuti successi di Abd - el - Krim contro gli spagnoli . Pare certo ad ogni modo che non abbiano fatto nulla di efficace per impedirli e che quindi non abbiano intraveduto il pericolo che corrono tutte le potenze europee che hanno sudditi musulmani quando in un paese musulmano , e sopra tutto in un paese confinante con una propria colonia , sorge un uomo che dimostra di saper vincere gli invasori cristiani e che può quindi rappresentare la parte di colui che i seguaci dell ' Islam chiamano l ' « uomo dell ' ora » ; l ' uomo cioè predestinato da Dio , che , rinnovando le gesta di Saladino , dovrà un giorno o l ' altro liberare tutto il Dar - el - Islam , cioè il paese abitato dai seguaci del Corano , dall ' impuro dominio dei miscredenti . Ed è perciò che oggi in tutti i paesi musulmani si seguono con ansietà mal dissimulata le gesta di Abd - el Krim e che , fino a quando una sconfitta definitiva ed irreparabile non avrà distrutto interamente il suo prestigio , egli potrà sempre spingere alla rivolta le tribù berbere della montagna ed anche della pianura marocchina e che potrà sempre attirarsi le simpatie perfino degli abitanti delle città del Marocco , i quali molto avrebbero da temere da lui e sopra tutto dai suoi . È cosa difficile la politica coloniale nei paesi di antica civiltà maomettana che un solo errore di omissione è bastato per mettere in pericolo nel Marocco i risultati di quasi un ventennio di un ' azione politica accortissima sussidiata da un ' azione militare misurata , prudente ed efficace . Oggi certamente il distruggere la potenza di Abd - el - Krim non è impresa superiore alle forze della Francia , ma sarebbe un ' illusione il credere che a ciò possano bastare una campagna di pochi mesi e pochi combattimenti fortunati ; occorreranno invece del tempo , della costanza e sopra tutto l ' impiego di un esercizio coloniale molto numeroso e bene organizzato . Ma non perciò può dirsi che l ' opera del maresciallo Lyautey sia stata annullata e che tutto sia oggi nel Marocco da rifare . Ho già accennato che si dovette quasi esclusivamente alla sua intuizione geniale se , durante la grande guerra europea , la Francia ebbe , mercé il suo nuovo possedimento africano piuttosto un aumento che una diminuzione delle forze combattenti in Europa . Aggiungerò ora che si deve principalmente alla politica del vecchio maresciallo se la crisi attuale , che forse un giorno o l ' altro inevitabile , è stata tanto ritardata . Ciò che ha fatto sì che essa sia scoppiata quando la dominazione francese aveva messo già salde radici nel Marocco e si erano potuti costruire i porti , le ferrovie e le strade che sono gli strumenti principali mercé i quali potrà essere superata .
LA LUNA E LE STELLE. ( OJETTI UGO , 1923 )
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Firenze , 30 marzo . Di notte , all ' Osservatorio , d ' Arcetri , sopra Firenze . Chi ha mai cantato in questo secolo ansioso e sapiente le lodi dell ' ignoranza , e quanto essa giovi alla felicità ? E quanto alla poesia , cioè alla maraviglia ? Non dico dell ' ignoranza che ignora anche sé stessa ; ma di quella che dobbiamo dentro noi curare e custodire come una riserva di giovinezza , anzi d ' infanzia , per sovvenire l ' età matura . Amore , fede , coraggio , speranza , le più belle qualità dell ' uomo , hanno bisogno d ' un tanto d ' ignoranza come l ' oro si fa più resistente al conio con un poco di lega . Sto seduto in una stanza di legno rotonda , accanto a una lampada velata ; e poiché niente capisco di quello che mi circonda , mi conforto con questi pensieri . A un passo da me un vecchino canuto muove una lucida ruota che ha il mozzo confitto nella parete , e una cupola scorre giro giro sopra i muri della stanza con tutte le sue persiane , scalette e ballatoi , così dolcemente volubile che il moto dei suoi congegni dà appena il suono d ' un sospiro . Un giovane astronomo , biondo , ilare e magro , il professore Giorgio Abetti , curvo sopra una tavola , guardando un libro brulicante di cifre e con la matita segnando su una scheda altri numeri , dà brevi comandi all ' uomo della ruota come il capitano d ' una nave al suo timoniere . Navigano nel firmamento . In mezzo alla stanza il telescopio ha l ' aria sorniona d ' un « grosso calibro » infrascato sulla sua piazzola . Nella penombra lo seguo con l ' occhio fino alla bocca e m ' accorgo che la cupola , quant ' è larga , è tagliata da un ' apertura nera palpitante di stelle ; sembra la bocca d ' un cetaceo schiusa ad afferrare tra le due mandibole quel che le càpiti nel mar delle tenebre . Subito parteggio per le stelle contro il mostro : pel mistero , contro la scienza accoccolata qui a spiare l ' infinito da questa fessura . Se l ' astronomo adesso m ' annunciasse : Il cielo s ' è rannuvolato , stanotte non si vede niente , confesso che sorriderei come a uno dei tanti scherzi che il cielo fa all ' uomo e ai suoi saldi propositi . Ma , fermata la cupola , Giorgio Abetti ha ormai con una manovella puntato il suo cannocchiale , ha spento un ' altra lampada , è salito su per una ripida scaletta , ha messo l ' occhio all ' oculare , e dall ' alto mi chiama . Quando gli sono vicino e m ' appoggio a lui , scorgo nella sua pupilla un punto bianco tanto splendente che mi pare debba forargliela e abbacinarlo . Guardi Orione , mi dice , e mi lascia solo su quella cima . Lancio un ultimo sguardo all ' arco di firmamento che s ' incurva sulla mia testa , alle tante stelle che rabbrividiscono in quel fosco gorgo , e metto l ' occhio alla lente . La prima impressione è che il cielo sia vuoto . Su quel fondo di velluto nero i diamanti delle stelle sono più grandi , è vero , e d ' una luce più pura ed immobile , ma sono più radi . Ne vedo quattro come agli angoli d ' un trapezio , e altri tre a sinistra . Più fisso quel vuoto , più esso mi si fa lontano profondo e pauroso . Il suo mistero che già m ' era divino , m ' appare nullo , gelido e disperato . E quel tanto d ' umanità con cui religioni , superstizioni e astrologie hanno da decine e decine di secoli cercato di legare il cielo alla terra chiamando a nome gli astri come se potessero udirci , legando il destino di noi lunatici , marziali o gioviali ai presunti comandi di quelli , ecco , mi si disperde in un infinito indifferente e vacuo , in una notte stupida e senza fondo , così che penso d ' afferrarmi a queste leve e manubri per non precipitarvi a capofitto dal trampolino della mia scaletta . Intanto m ' afferro alle immagini e ai paragoni . E poiché fissando così la costellazione d ' Orione comincio a vederle attorno un chiarore confuso , una nubecola triangolare che ha la forma d ' un ' Affrica messa lassù per traverso , mi sembra che quelle stelle s ' affatichino a districarsi come da una rete per venirmi incontro . Giochi . Davanti a quei grossi lontani irraggiungibili diamanti posati a caso su quel fiocco d ' ovatta , il vecchio trucco di prestar l ' anima nostra a tutto quello che ci circonda , perfino a stelle e a pianeti , diventa vano e puerile come lanciar sassi al sole . Che vede ? Vedo dietro sette stelle una nuvola . La nebulosa d ' Orione . La distinguerà meglio sulle fotografie . Le stelle le vede chiare ? Chiare . Sono stelle giovani e caldissime . Provo ancóra su questi due umani aggettivi a ricontemplarle e a godermele . Niente . Discendo . Adesso metterò l ' apparecchio sulla luna . La cupola ricomincia a girare , il telescopio continua a seguirne la fenditura mediana . Io metto le mie speranze nell ' amica luna , tanto vicina , docile e nostra . Quando l ' apparecchio è al punto , torno lassù . Prima la guardo con un cannocchiale più piccolo : è al primo quarto , una calottina d ' argento mal fuso , con le bave ancóra e le bolle e le schiume . Metto l ' occhio al cannocchiale più potente : vedo solo un gran disco di gesso illuminato come da una lampada elettrica troppo forte . La luce radente sottolinea con ombre nette i cigli dei cento crateri , e un ricordo di guerra mi vien su dal cuore : da un osservatorio d ' inverno , sul Pasubio un pianoro nevoso tutto sforacchiato dai proiettili nemici . Rivedo le pareti di larice dell ' osservatorio , la tavola rozza , i binoccoli , il telefono , i bicchierini di Strega , il fondello che fa da portacenere , il cane barbone che ha imparato ad alzarsi in piedi quando arriva il colonnello ; rivedo i compagni che mi narrano il bombardamento notturno e m ' indicano laggiù gli ultimi reticolati ridotti dalla neve gelata a un candido muretto uguale uguale che ha l ' ombra segnata col tiralinee ; i compagni che mi descrivono l ' uscita d ' una pattuglia vestita di bianco , sotto la luce della luna , per raccogliere un ferito austriaco e lo avevano invece trovato morto assiderato , dentro una mano rattrappita la fotografia d ' una donna ( Ma che fotografia ! Una cartolina illustrata col ritratto di una canzonettista scollata fin qui .... ) e l ' avevano sepolto così in una cassa tant ' alta perché non avevano più potuto distenderne le membra rattratte ; e fanno a gara , i compagni , a magnificarmi le fattezze di lei , certo viva di là , e nessuno pensa più alle fattezze di lui povero morto .... La luna e la guerra . Ora che le sono così vicino , mi riassale come un odio per lei che riconduceva a data fissa sugli accampamenti , sui villaggi , sulle città , aeroplani , dirigibili , bombe , urli , rovine ; e riodo i tre urli della sirena e il tiro degli antiaerei e quello delle mitragliatrici e il rombo dei motori e lo scroscio delle bombe sulla città pallida e vuota che pareva morta , che faceva il possibile per assomigliare a lei , voglio dire a questa luna maledetta , perché lei ne avesse pietà . Vede bene ? Benissimo . Quelle tre conche si chiamano Teofilo , Cirillo e Caterina . Quella distesa è il Mare Tranquillitatis . Quella più in alto .... giri il manubrio a destra .... è il Mare Serenitatis . E poi il Mare Nectaris .... Lassù , quei nomi da manifesto per stagione balneare ; e noi quaggiù dovevamo correre , acquattarci , sparare , dopo secoli e secoli che l ' umana imbecillità aveva adorato e invocato in tutte le lingue e in tutte le metriche il suo tranquillo astro d ' argento . Adesso , a guardare quei crateri spenti e sgonfiati , con quel cocuzzolo o con quella buca nel centro , m ' immagino che siano tante mammelle smunte dai mille e mille poeti dei secoli che furono . E sono contento di vederla così , senza una stilla d ' acqua o un respiro di vapore , arida , calcinata e finita . Scusi , professore ; a memoria d ' astronomo , si è mai notato alcun mutamento in questo rudere d ' un mondo ? Mai . Da Galileo ad oggi , sempre la stessa . Sono soddisfatto e rallegrato . Giorgio Abetti è paziente con me . Mi mostra Saturno che è una perlina col suo anelluccio di smalto bianco molto grazioso , poco costoso , come ve n ' è cento nelle botteghe di Ponte Vecchio . Mi mostra Giove che s ' alza adesso , circonfuso ancóra dal fiato d ' uno sbadiglio , tinto di bianco rosso e verde , secondo è , per fortuna , la moda . Andiamo via , ché è quasi mezzanotte . Dal panico del vuoto infinito , ecco sono ridisceso a ridere , che è la povera vecchia difesa donataci dalla Provvidenza contro i pensieri troppo grandi . La mia guida mi conduce a vedere le sale terrene dell ' Osservatorio , la biblioteca , l ' archivio , le fotografie . Astronomo figlio d ' astronomo , giovane com ' è , ha viaggiato mezza terra per veder le sue stelle . Dall ' osservatorio di Mount Wilson in California , da quello Yerkes presso Chicago all ' osservatorio di Greenwich accanto a Londra e a quello di Potsdam accanto a Berlino , egli ha veduto , studiato , confrontato tutto ; e quando mi nomina questo o quell ' astronomo celebre , mi sembra che pel mondo egli sia andato cercando tutti gli uomini che tengono la faccia volta all ' insù . Ma l ' idea è sbagliata perché adesso gli astronomi coi loro grandi specchi prendono le stelle e se le portano tremanti sul loro tavolino , senza nemmeno soffrir l ' incomodo che abbiamo noi di torcere il collo per interrogarle . L ' astronomo insomma della vecchia leggenda che per guardar le stelle cadeva nel pozzo , è d ' una razza perduta da molti anni . Ora all ' Osservatorio d ' Arcetri verrà non so che gran lente dalla Germania « in conto riparazioni » ; e la Fondazione William Hale nordamericana aiuta coi suoi dollari l ' Abetti a costruirsi una Torre solare per sorvegliare , d ' accordo con Mount Wilson , il sole anche di qui . L ' America , l ' America torna ogni minuto nella conversazione , qui sulla collina di Galileo , come nelle conferenze politiche di Londra , Parigi o Losanna . Le grandi fotografie del cielo , venute anch ' essi d ' oltreoceano , mi riafferrano con lo stesso fascino dello spettacolo al telescopio . A guardare quella su cui la nebulosa d ' Orione appare sconvolta e stracciata da gorghi e vortici di luce e d ' ombra sembra d ' udire l ' urlo d ' un gran vento che in quelli eccelsi faccia stormire le stelle . Da un lato , contro il nero stellato , la nebulosa si delinea con un netto profilo da cui avanza una testa di mostro simile a una garguglia sul fianco d ' una cattedrale gotica ; e tutto quel profilo è segnalo da un ciglio candido , luce d ' altri astri , d ' altri mondi , d ' altri soli , d ' altri iddii , che l ' uomo non vedrà mai se non nell ' estasi d ' un ' adorazione . E molte altre fotografie vedo del sole , con folti intrichi di riccioli come d ' un vello leonino , tagliati qua e là dai labbri sinuosi di ferite profonde . La terra in proporzione quant ' è grande ? L ' astronomo ha in mano una matita . La mette perpendicolare sulla fotografia così da segnare un punto largo quanto la punta della matita : Questa sarebbe la terra . Basta . Sento che l ' impensabile torna a stordirmi ed esco all ' aperto . Ecco Firenze , Firenze segnata anch ' essa soltanto dai suoi lumi , ma tutta nostra , tutta nota , tutta bella , tutta umana . Il ciglio alberato del colle sta davanti alla città , come una gran ribalta . Lassù a destra , tra due cipressi , si gonfia la collina di Settignano , con la piramide dei suoi lumi che l ' assomiglia a un altare coi ceri accesi . A sinistra laggiù , da una massa bruna alta e nuda pendono due o tre lunghe collane d ' oro , quasi da un vascello le catene che lo tengono all ' àncora in questo golfo di tenebre . E la chiesa di Santa Maria Novella , sono i fanali lungo i binarii della stazione . Di fronte a noi , su dall ' alone di due sciami di luci , là un fuso bianco , qua un fuso nero s ' alzano e si perdono nel cielo , come due pigre fumate , il campanile di Giotto , la torre d ' Arnolfo . Pian piano ritroviamo la città , le sue strade , i suoi monumenti , il luogo delle nostre case : amabili come mai . Addio , povere stelle .
FRITZ HOHENLOHE. ( OJETTI UGO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
4 aprile . È morto a Rapallo il principe Federico Giovanni Carlo Alessandro Adamo Egon Maria di Hohenlohe Waldenburg Schillingfurst , Altezza Serenissima , più brevemente chiamato dai suoi amici veneziani Fritz Hohenlohe . La Casetta Rossa sul Canal Grande che durante la guerra fu presa in affitto da Gabriele d ' Annunzio , la casa insomma del « Notturno » , era di Fritz Hohenlohe , il quale , principe austriaco , se n ' era allora dovuto andare , col cuore gonfio , a vivere in Isvizzera . La presenza del nostro poeta in quella sua casa , alla sua mensa , nel suo letto , mentre i suoi connazionali venivano a bombardare dal cielo Venezia , fu il suo conforto nell ' esilio : assoluzione dall ' involontario delitto d ' essere austriaco sebbene nato a Venezia . Quella bomboniera o casetta che dir si voglia , era il suo orgoglio e la sua beatitudine : tutta settecento dal campanello sulla porta alla gabbia del canarino laccata e dorata . Fritz Hohenlohe adorava il settecento : il settecento del Casanova e del Longhi , del Goldoni e del teatro San Luca , del Glück e del Burg - Theater e ( questo non guastava ) di Maria Teresa e di Giuseppe secondo ; il settecento in cui Venezia e Vienna vivevano ancora in pace ; il settecento , insomma , prima di Campoformio e di Austerlitz , e dell ' infame Napoleone . Solo nei romanzi di Henri de Régnier che fu anch ' egli un assiduo della Casetta Rossa sebbene , lungo com ' è , quasi toccasse col cranio il soffitto di quelle stanzette profumate di sandalo , si possono incontrare innamorati di quel secolo altrettanto fanatici e appassionali e anche , come i fantasmi , altrettanto sospirosi e discreti . Col suo passo saltellante , il suo cappellino minuscolo , il volto paffuto appuntito da una barbetta ormai grigia , il biondo e buon Fritz , quando dopo le undici appariva al sole in piazza San Marco , per primo saluto agli amici annunciava sempre la scoperta di qualcosa di settecentesco : un libro , una legatura , una miniatura , un palmo di merletto , due palmi di specchio , una bambola , un mazzo di tarocchi , un orologino che non camminava più . Conosceva Venezia meglio di molti veneziani ; ma da San Marco ai Frari , tutto quello che non era settecento , lo tollerava , non lo amava . Tutt ' al più gli piaceva come una bella e rara cornice per la bambola , la miniatura , il disegnino , il vero Longhi o il falso Guardi che egli aveva scoperto un ' ora prima ; e sopra tutto , come una cornice per la sua Casetta Rossa , cioè pel suo cuore . Perché il gran settecento di Giambattista Tiepolo e di Benedetto Marcello , con le sue vòlte turbinose d ' angeli e di sante , coi suoi pieni d ' organo , coi suoi avventurieri trascorrenti dalla Russia alla Spagna , coi suoi filosofi rinnovatori dal Vico al Rousseau , dal Beccaria al Montesquieu , Fritz Hohenlohe lo vedeva in piccolo , ridotto a gingilli da star tutti nella calotta d ' un tricorno , ridotto a cavatine e cabalette da cantarsi su una spinetta dipinta : ridotto insomma alla misura della sua casa tanto piccina che a uscirne in fretta si credeva di portarsela in spalla . Dei tanti poeti che vi sono passati , solo la contessa di Noailles e Gabriele d ' Annunzio vi si trovavano come a casa loro , cioè in proporzione . Ma quando entrava nel salotto Mariano Fortuny con la sua bella pancia , le spalle quadre e il faccione sorridente tra tanto pelo , veniva voglia d ' aprir la porticina a vetri sul giardinetto e sul Canalazzo per respirare . Fortuny lo sapeva ed entrava congiungendo le due mani sullo stomaco , stringendo i gomiti sui fianchi e camminando a passi brevi dopo aver guardato in terra se tra le gambe d ' un tavolino , il bracciolo d ' una poltrona e i piedi di un invitato poteva trovare posto anche per un piede suo . Più pericoloso era il pittore Marius de Maria , specie quando discuteva e per discutere s ' alzava e gestiva . Portava egli allora un paio d ' occhiali con una lente sola e , sull ' altr ' occhio , il cerchio vuoto per la lente che non c ' era più ; e di questo cerchio vuoto e arrugginito si serviva come d ' un manico per fissare meglio gli occhiali sul naso , così che pian piano il cerchio vuoto era salito a incorniciare un poco del sopracciglio . Tra l ' alzare le braccia al cielo nel calor della disputa e quel continuo soccorrere gli occhiali e rimetterli in punto , era un continuo urtare il candeliere o il bruciaprofumi , la cornice o il vasetto di viole , la chicchera del caffè o la boccia del rosolio . E tutti , con prudenti gesti , ad accorrere ; ed egli a interrompersi e a riprendere con più veemenza ; e noi ad ascoltarlo e a dargli ragione per evitare i cocci ; ed egli a spiegarci che non avevamo capito . V ' erano , come sempre nei salotti veneziani , molti ufficiali di marina , cominciando dall ' ammiraglio Presbitero e dall ' ammiraglio Cusani . Abituati alle cabine di bordo , usciti magari un ' ora prima dal quadratino d ' una torpediniera o dalla cella d ' un sottomarino , erano in quelle strettezze i più composti e i più agili . Ma l ' ospitalità era cordiale per tutti , uguale a distanza di mesi e d ' anni . Eppure una sera credetti di sentirmi cadere addosso quel teatrino dorato . La sera del 4 settembre 1916 pranzavo lì con Gabriele d ' Annunzio quando cominciò l ' incursione . Sirene , antiaerei , mitragliatrici , fucileria , rombi , sibili , scrosci : pranzo con concerto viennese . Eravamo al dolce , con una certa cotognata offerta da un ammiratore al poeta in tanta copia che da Cervignano a Udine , da Monfalcone a Gradisca , non v ' era mensa di ufficiali che ormai non ne avesse gustato . Ed ecco uno scoppio fragoroso assordarci , le sottili pareti oscillare , i bracci e le gocce del lampadario di vetro tinnire , e dalla vetriata dietro le tende di seta verde , giù vetri , l ' uno dopo l ' altro , che non finivano più . Una bomba era caduta sui gradini di approdo del palazzo della Prefettura , a venti metri dalla Casetta Rossa . In coro , tutti e due esclamammo : Povero Fritz , se fosse qui .... E mi sembra che a ricordar oggi quelle parole gli si faccia la necrologia che , se egli potesse leggerla , gli sarebbe più cara . Quella notte una bomba incendiaria cadde anche a due metri dalla maggior porta di San Marco . Ma chi se ne ricorda più ? Certo nemmeno chi la lanciò .
AQUILEIA. ( OJETTI UGO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Aquileia , 21 aprile . Natale di Roma . Dopo Terzo entro sulla strada romana che arriva diritta fino a Belvedere , a pochi passi dall ' imbarco per Grado , e m ' appare il campanile d ' Aquileia quasi nero contro il cielo basso e piovoso . Ai suoi piedi la pianura è tutta verde d ' un verde schietto e lavato , nato da un mese . Non avevo più riveduto il campanile dai giorni dell ' armistizio . No , non è un campanile da chiesa : è una torre da fortezza , così alta e quadrata e imperiale e incrollabile che le campane stanno appese lassù come un amuleto al collo d ' un gigante . E attorno per miglia non c ' è di vivo che lui . È stato per tre anni di guerra una di quelle cime cui dalle trincee e dalle retrovie , dai monti e dalla palude , convergevano col sole cento e centomila sguardi e speranze , come le onde elettriche alle antenne d ' una radio : il castello rotondo di Gorizia , la vetta precipite del monte Santo , le gobbe gialle del San Michele , la rocca bigia di Monfalcone , il campanile d ' Aquileia . Quando giungevi lassù , non scorgevi anima viva , ma ti pareva d ' essere alla ribalta e che compagni e nemici te solo guardassero . Soffia scirocco , e pioviggina . Nei canali l ' acqua che pel vento rigurgita dalla laguna , viene coprendo le sponde , ne accarezza per un poco l ' erba tenera , la fa oscillare quasi già fosse alga , poi la sommerge . In questa bassura , appena piove , l ' acqua si mette a pullulare su dal suolo come se quella che cade dal cielo non sia che un richiamo al mare nascosto sotto i giunchi e le canne , da punta Sdobba a Treporli . Sembra di stare sopra una gran zattera tra le cui travi s ' oda sempre lo sciacquio dell ' onda . Aquileia è pallida e solitaria . Da vicino , la sua torre , le rotte colonne , le arche , tutte le sue pietre hanno sotto la livida luce il colore delle nubi . Dalla cella della torre pende un tricolore sbiadito , una ancóra di quelle bandiere lunghe quanto orifiamme che improvvisavamo in guerra con tre quadrati tagliati da tre teli di cotonina troppo bassi : come s ' erano trovati dal merciaio di Cervignano , di Cormons , di Gorizia . Il cuore mi batte come se dovessi dopo anni e anni ritrovare un amico e temessi di non essere riconosciuto , di non toccare più il suo cuore . Che hai fatto in questi anni ? Hai pensato a me ? Sei stato fedele a me ? Io sì , sono sempre quello . Vorrei già aver riveduto tutto , e invece resto titubante nel mezzo della via . Per questo non vado súbito alla basilica e al cimitero . Comincio da più lontano . Quel che m ' ha sempre , anche prima della guerra , innamorato d ' Aquileia è stata l ' ombra di Roma , quanto vi resta di Roma , ed è ancora per tre quarti sepolto sotto le strade , le piazze , le vigne , le biade . Perciò l ' Austria teneva questo villaggio in sospetto come fosse una popolosa città , silenziosa ma ostile : una città di morti che a un tócco rivivevano e gridavano Roma . Appena un rudere affiorava dal suolo , lasciava che fosse distrutto e su vi passasse l ' aratro . Quello che di più prezioso era rimasto dentro il piccolo museo , monete d ' oro imperiali , bronzi , vetri , gioielli , ambre lavorate , tutto fu nell ' aprile del 1915 ficcato frettolosamente in poche casse : mille e seicento pezzi . E spedito a Vienna . In quei giorni , per tenerci a bada , l ' Austria fingeva d ' offrirci anche l ' Aquileiese fino all ' Isonzo . Pur qualcosa rimase . E bastò a provare che l ' Austria con quei sospetti mirava giusto . Bisogna avere veduto nei primi mesi di guerra i soldati italiani entrare nella basilica o nel museo d ' Aquileia , riconoscere stupefatti in quelle distese di mosaici , in quelle statue togate , in quei rocchi di colonne membrute come atleti , Roma , Napoli , Pompei , Venezia , per sapere quanto possa l ' arte nella storia e nel cuore d ' un popolo . Erano i documenti tangibili del loro diritto ad essere lì , armati e vincitori . E la fede dei più incolti più commoveva , perché non si perdeva in raffronti minuti ma sorrideva sicura come di chi in terra lontana rioda all ' improvviso la propria favella e il proprio dialetto . Il museo è quello d ' allora . L ' Italia non ha ancora danari per riordinarlo , per ingrandirlo , nemmeno per rafforzarne le finestre contro i ladri , così che molti dei gioielli , delle monete , dei cammei finalmente tornati da Vienna devono restare chiusi nella cassaforte . Giovanni Brusìn che vigila con sollecito amore sul museo , sulla basilica , sui pochi scavi , e che è anche sindaco di Aquileia , ha la bontà di mostrarmi di sala in sala il tesoretto ricuperato . È un uomo dotto , cordiale e compito che non so come abbia fatto a sapere tutto quello che è accaduto qui tra il maggio del '15 e l ' ottobre del '17 mentre egli era di là , sospettato , internato e sorvegliato . Mi parla di Cadorna e del Duca , di d ' Annunzio e di don Celso Costantini come se li avesse allora veduti tra questi cipressi e questi ruderi cogli occhi del desiderio ; e di Benito Mussolini mi parla che l ' autunno scorso venne qui di volata dopo il discorso di Udine . ( Così ho trovato uno dei due musei da lui visitati ; e s ' ha da dire che almeno questo l ' ha scelto bene ) . Intanto io guardo e ammiro . Del grande emporio per cui tutto l ' Oriente comunicava con l ' Italia settentrionale e con l ' Europa centrale , della fastosa residenza imperiale dove Augusto venne ad incontrare Erode , quel che resta proprio d ' intatto , d ' ancora vivo , non sono che gingilli da donne : reticelle e catenelle d ' oro e di perle ; vaselli da profumi e da unguenti , questo d ' avorio con due putti che aizzano un cane al laccio , quello di vetro a vene d ' oro , di viola , di verde e d ' azzurro che trema se gli respiri da presso ; una lucernetta di terra con Cupido addormentato nel giro d ' una conchiglia ; un anello d ' ambra col ritrattino d ' una bionda che tra le due bende della chioma ti spalanca addosso gli occhi stupefatti ; una cicala di cristallo di rocca ; un cammeo d ' agata con l ' Amore sulla biga ; un pettine d ' avorio ; il serpe d ' oro d ' un ' armilla ; uno specchietto d ' argento inserito nel rovescio d ' un ' ambra larga quanto la mano d ' un bimbo , scolpita a raffigurare l ' Amore giovinetto accanto alla sua Psiche tremante . Quando alzo gli occhi da quei vezzi e da quelle grazie , vedo dietro i vetri le magnolie e i cipressi del giardino piegarsi sottola tempesta dello scirocco . Se entrasse qui una folata sola di vento , rapirebbe tutto in un attimo . Ma che il vento per un minuto s ' acqueti , ecco gli uccelli cinguettare , trillare , fischiare , garrire come allora , quando le donne di queste gemme erano vive e giovani , e anch ' esse ridevano . L ' agro intorno a Roma , la pianura e la laguna intorno a Aquileia ci dànno con lo spazio vuoto la misura del tempo da allora trascorso ; ci riducono cioè alla nostra misura , tanto breve al confronto che ci sgomenta e raddoppia l ' amore per queste rare fragili reliquie superstiti , quasi che scampate alla morte e toccate dal miracolo abbiano ormai qualcosa di sacro e di taumaturgico . Non piove più . Andiamo a vedere il mosaico scoperto in questi giorni , appena fuori del paese , in un campo di viti e di grano . È il pavimento d ' una sala di terme . In uno dei riquadri salvi , una naiade siede sulla coda squamata d ' un gran tritone e s ' abbandona dolcemente al navigare . Il tritone barbuto reca nelle mani una cesta stillante colma di pesci d ' argento e d ' alghe smeraldine . Ma più m ' attirano i ritratti di tre atleti , chiusi in un cerchio a greche e a volute . Uno è d ' un giovane nudo , pingue , tronfio e roseo , il collo tozzo , i capelli neri , rasi e , dritto sulla fronte , il solito ciuffo , cirrus in vertice , come la cresta sulla testa del gallo ; ma nei grandi occhi tondi e fissi , cerchiati di viola e di rosso , nella bocca schiusa egli ha un che di doloroso come il ginnasta che viene ansando a ringraziare il pubblico con una smorfia per sorriso . Un altro è d ' un ginnasta a barba nera ricciuta , più maturo ed umano , la testa piegata con nobiltà sulla spalla destra quasi ad allontanarsi un poco da chi lo guarda . E il terzo ritratto è d ' un placido vecchio , forse un maestro o il magistrato preposto alle terme , a barba bianca , con tunica e toga , sul capo una ghirlanda . La tecnica del mosaico semplice e dura e netta , che non sbaglia un colpo , è fatta per questi volti energici , per questi sguardi diritti . Lo scavo è appena a due metri sotto il piano arato , e un operaio ricopre i mosaici , man mano che li ho ammirati , con lembi di quel feltro incatramato che faceva in guerra da tetto alle baracche . Il gran vento scuote questi cenci , li fa volar via finché un gran sasso non li inchiodi ; e nella vicenda i tre volti imperiosi , più grandi del vero , appaiono e scompaiono , fissi al cielo . Finalmente m ' avvio alla basilica e al cimitero . Un gran folto di allori , di bossi , di rose è sorto su dalle tombe nostre . Adesso il pieno scarmigliato rigoglio primaverile nasconde croci , arche , stele , iscrizioni . È come un ' offerta tumultuosa di virgulti , di fronde , di bocci che sotto i loro gran cipressi i sepolti ci fanno : una folla , una calca , un confuso ondeggiare nel quale noi superstiti ancora non sappiamo trovare la via : e su tutto , un odor d ' acre e d ' amaro che la pioggia fa più acuto . Lo respiro , tra i lauri e le mortelle , lo sento nella bocca , nel petto , sulle mani con cui ho scostato due frasche per rileggere le parole scritte sulla tomba di chi ho veduto morto . Cerco le salme dei dieci ignoti venuti da tutti i campi di battaglia , quelle che nell ' ottobre del 1921 rimasero qui nell ' ombra e nel silenzio quando l ' undicesimo s ' involò verso Roma e il Campidoglio e la gloria . Seguendo il desiderio di don Gelso Costantini , dietro l ' abside , su due scalinate , al colmo del muro di cinta sotto cui fluisce al mare il verde Natissa , è stato alzato qui un altare di pietra . Chi v ' officia , alza il calice e l ' ostia su tutta la pianura dell ' Isonzo , verso tutte le vette della guerra carsica dal San Michele a Sei Busi . Adesso sotto la nuvolaglia , quei monti non sono che una riga di cupo turchino come se , quando svaniranno le nubi , tutto il cielo abbia da essi a riprendere colore e vigore .
TRA I FEDELI BONOMELLIANI. ( OJETTI UGO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Cremona , 10 maggio . A Cremona , in Duomo . La gran cerimonia , omelie , panegirici , cantate , messa , i carabinieri in fila lungo la balaustrata dell ' altar maggiore , il riflettore che dall ' alto del pulpito illuminava a giorno la statua del gran Vescovo appena scoperta , il cerchio di poltrone dorate da dove Eccellenze in mantello rosso e croce d ' oro , Eccellenze in finanziera e guanti bianchi , generali canuti col colletto bianco , generali bruni col colletto nero fissavano da un ' uguale distanza il morto mitrato , disteso in pace sul suo sarcofago , certo pensando a lui ma anche pensando a quel che potrà essere tra cent ' anni la loro statua e provandone intanto le pose più convenienti : la gran cerimonia è finita . La folla può avvicinarsi al monumento . Molti si genuflettono ; qualcuno s ' alza in punta di piedi e socchiudendo gli occhi bacia le mani di Geremia Bonomelli ormai di freddo immutabile bronzo , poi in fretta si segna e s ' allontana . Non credo che per molti anni la Chiesa abbia a beatificarlo ; ma al popolo di Cremona egli già sembra santo , e questa sua effige in Duomo è , pei più fedeli , un principio di consacrazione . Perciò la giornata è di festa . Monsignor Emilio Lombardi , per più di vent ' anni fedelissimo segretario di lui , è raggiante , la commenda al collo , il ciuffo candido ritto sul volto roseo e rotondo , gli occhi azzurri lucidi per la gioia . Con la destra drappeggiandosi sul petto la mantellina di seta pavonazza , con la sinistra stringendo il telegramma della Regina Madre , mi sussurra all ' orecchio : Lui lo diceva : la via giusta è questa , gli applausi verranno quando sarò morto . Adesso ci si ritrova tutti , pel ricevimento , nella spaziosa canonica di monsignor Lombardi , nel suo giardino fiorito e imbandierato di tricolori , all ' ombra della rossa chiesa di Sant ' Agostino che sola in tutta l ' Italia settentrionale può offrire , a chi pregando vuol sospirare , una Madonna del Perugino . Folla autorevole : vescovi le cui sete ed ori luccicano nel pieno sole ; ufficiali tutti medaglie e galloni abbaglianti . Le patronesse dell ' Opera Bonomelli nelle loro semplici vesti grige o nere , appena un vezzo di perle al collo , sembrano monache al confronto di quei virili splendori . Sotto il pergolato l ' onorevole Jacini in ombra conversa con l ' onorevole Farinacci al sole . Parlano d ' una casa paterna . Di Sudermann o di Miglioli ? Trentacoste che ha dovuto firmare cento cartoline col suo Bonomelli di bronzo , è fuggito all ' aria aperta e adesso presso un roseto , flebile e felice , spiega sottovoce , una parola al minuto , l ' arte del beato Angelico a un giovane parroco tutto fuoco che gli annuncia sicuro : Dipingo anch ' io . L ' onorevole Marchi commemora fraterno l ' onorevole Siciliani , decaduto . Seguitano a piovere telegrammi da ogni parte del mondo . Sul colmo del bersò pende una palla di vetro da specchi , che riflette tutti e non rispetta nessuno : è capace di far piccolo un vescovo e grande un seminarista . Arriva il prefetto . Appena scorge l ' onorevole Farinacci , si ferma e impalato lo saluta a braccio teso . Dentro casa , poltrone , divani , caffè , sigarette , mensa imbandita , fotografie di monsignor Bonomelli , piccole e grandi , in piedi e seduto , solo e con la Regina Margherita , col generale Thaon de Revel , con Antonio Fogazzaro , con Piero Giacosa , sullo sfondo d ' una cattedrale tedesca o nello studiolo al vescovato di Cremona . Afferro al volo Monsignor Lombardi : Lei qui deve nascondere un tesoro di ricordi . Mi prende per la mano , cordiale e imperioso come l ' angelo prese Tobiolo , mi porta davanti alla sua libreria , apre un cassetto , mi dà un opuscolo giallo e un mazzo di cartelle dattilografate : Legga , e torna tra i suoi cento ospiti . Odo che annuncia : Ha telegrafato il duca degli Abruzzi , ha telegrafato Luigi Luzzatti .... L ' opuscolo è un estratto dalla « Rassegna Nazionale » , del marzo 1889 : « Roma e l ' Italia e la realtà delle cose » . L ' articolo famoso sulla questione del potere temporale fu allora condannato dalla Chiesa . E la condanna fu da Geremia Bonomelli accettata con una pubblica sottomissione , dal pulpito , in Duomo . Per pronunciarla si vestì da vescovo , in piviale e mitra . Ma sulla copertina gialla leggo adesso queste righe : « Quest ' opuscolo fu scritto da me nel marzo 1889 . Fu condannato . Eppure ( lo dico con tutta la coscienza di dire la verità ) non contiene nessun errore , nessuna irriverenza . Mi sottomisi come dovevo . Ma la verità è la verità . Ah , se fosse stato giudicato secondo il Vangelo ! Quanti sofismi per mostrare la necessità di quest ' errore ! Quando ci penso mi sento ferire nel cuore . Così si poté delirare ! Geremia vescovo . » La scrittura cancella con le sue righe diritte lo stampato , vuole essere come una voce più forte della prudenza . È rapida e minuta . A decifrarla rivedo dietro le lenti i rotondi occhi di lui , bruni focati , che scrutavano l ' interlocutore da vicino , in silenzio , finché , compiuta la indagine , un sorriso venisse a spianare la gran fronte . E quando non riesco a leggere una frase , rivedo il gesto che gli era abituale , di passarsi un dito tra la palpebra e la lente per aggiustarsi gli occhiali , e che per un attimo ti separava dal suo sguardo e da lui . Passarono anni ed anni . La sua fede nella necessità che ai cattolici italiani fosse restituito il modo d ' amare insieme la patria e la chiesa , s ' era fatta anche più sicura e palese . Ed ecco , nell ' autunno del 1911 , quand ' egli compie gli ottant ' anni , nella pace del villaggio nativo , a Nigoline sopra Iseo , la lettera a Pio decimo di cui adesso ho sotto gli occhi la copia . È il suo testamento di sacerdote italiano , scritto in una prosa logica e serrata sotto la quale si sente pulsare l ' ansia della passione come un cuore nella gabbia dell ' orsa . Ne trascrivo poche frasi : « Abbattiamo l ' ostacolo tra la Patria e la Fede . Voi solo potete abbatterlo . Centinaia di migliaia d ' anime stanno sulla soglia della chiesa ed aspettano .... Lo stato di lotta tra l ' Italia e la Santa Sede deve cessare , o tra cinquanta o sessant ' anni le chiese saranno vuote .... Ciò che dal 1860 ho preveduto , s ' é tutto avverato .... Gli stranieri , benché figli vostri anch ' essi , non saranno mai figli d ' Italia .... Se ho errato , punitemi , ne sarò lieto , come a voi piaccia . Benedite il povero vescovo pieno di difetti , ma che non ricorda d ' avere mai mentito .... e che ha sempre amato la sola Verità o quella che almeno credeva la verità . Vi bacio umilmente il piede . Nigoline , 10 ottobre 1911.» Ha letto ? mi chiede monsignor Lombardi . Questa lettera la pubblicheremo . Una copia è nelle mani di Sua Santità . I tempi sono mutati , e indica il tricolore che palpita fuori della finestra e ad ogni soffio di vento pare che voglia entrare qui dentro , tra queste memorie , come un grande uccello al suo nido : Ma lui nemmeno allora aveva paura . La prudenza , diceva , è una virtù , ma una virtù negativa . La collera , sì , è un gran peccato ; ma aggiungeva che il Signore la perdona facilmente perché la subiamo non la amiamo . Era bresciano monsignor Bonomelli . Ed ella sa che in tutta la Lombardia la collera si chiama la bressanina . Gl ' invitati cominciano a diradarsi . Adesso monsignor Lombardi mi pone tra le mani due o tre agende legate in nero . Geremia Bonomelli notava tutto : le lettere più memorabili che riceveva o scriveva , le messe , le omelie . Aveva bisogno d ' ordinare tutto attorno a sé con chiarezza e puntualità , quasi a restringere solo nel suo petto il groviglio e il rovello d ' ogni disputa . Apro a caso l ' agenda del 1913 , l ' anno prima della sua morte , l ' anno prima della guerra . Quel che colpisce è la sua cura a notare ogni giorno meticolosamente il tempo che faceva . Figlio di contadini , era rimasto legato ai campi dove una nuvola può mutare non solo le occupazioni d ' un giorno ma la vita d ' un anno . Misurava la sua età su quella degli alberi che aveva piantato a Nigoline con le sue mani . « Questo gelso l ' ho piantato quando avevo otto anni . Da allora ogni autunno torno a guardarlo . Ormai anch ' egli cede .... » Per questo amò i poeti : quelli morti , Dante pel primo , e ne rileggeva una pagina ogni giorno , dopo messa ; e quelli vivi , Pascoli o Fogazzaro . Per questo amò gli uccelli come tutti i cacciatori che li uccidono ma li adorano ; e fino in vescovado nella stanzetta da pranzo aveva fatto costruire una gran gabbia pei suoi fringuelli . Con quel suo sguardo al cielo , appena s ' alzava dal letto alla prima alba , ristabiliva la sua armonia e la sua obbedienza al creato . « Nuvolo . Notte sic sic . Dolori soliti ma tollerabili . Nessuna visita . Dio mio , vi ringrazio .... Nigoline . Nebbia fitta , notte eccellente . Passeggiata in carrozza . Campagne coltivate a meraviglia . Conferenza socialista di R . Ridicola .... Cremona . Sereno . Notte buona . Chierici , chierici . Parroci , parroci .... Bormio . Credaro mi dice che s ' è fatto male ad abolire le facoltà teologiche nelle Università . Bravo . Quis credat ? ... Nigoline . Notte passabile . Tempo sereno senza vento . Caccia ottima . Domani verrà Giacosa .... 13 ottobre 1913 . Nigoline . Sereno . Uccelli niente . Passeggiata ai Castelli che sarà l ' ultima . Quante care memorie , al cimitero ... » . Ebbe ragione , lassù non tornò più . Morì il 3 agosto 1914 , il giorno in cui si scatenava la guerra . La guerra era stata il suo incubo . Da anni la sentiva venire . Dai viaggi in Germania per visitare i suoi emigranti , traeva argomenti precisi , per lui indiscutibili , sull ' imminenza della guerra . Una volta , nel '13 , io mi permisi di lodargli non so che frase d ' un discorso dell ' imperatore Guglielmo . Egli mi mise una mano sulla spalla , mi fissò negli occhi , da vicino : Sei un bambino . Tremerà il mondo per siffatte parole . Nel decembre del 1913 scriveva alla contessa Antonietta Rossi Martini : « Vivo sotto l ' incubo d ' una conflagrazione europea come la terra non ha mai veduta l 'uguale.» Ormai gl ' invitati sono partiti . Nella sala , intorno a monsignor Lombardi , non restano che i fedelissimi : monsignor Monti , professore in seminario , volto acceso , occhi grigi , naso aguzzo , capelli bianchi ben lisciati quasi ch ' egli speri a furia di spazzola di domare finalmente anche il fervor dei pensieri , dantista sottile che per amore a monsignor Bonomelli ha scritto un libro in cui immagina di scendere guidato da lui , sulle orme di Dante , nei regni bui e con uno stile arguto e limpido vi parla di tutto , anche di Dante ; don Illemo Camelli , anch ' egli professore , rosso di pelo , parco di gesti ed asciutto , pittore e scrittore che della storia e dell ' arte di Cremona sa tutto ; don Tinelli , anima e volto d ' asceta , parroco di Sant ' Abbondio , che ha la fortuna di vivere nel più bel chiostro cinquecentesco di Cremona , presso sua madre ottantenne che stamane m ' ha detto sorridendo una frase indimenticabile : Ormai sono giunta alla riva del mare .... Me lo descrivono gesto per gesto , parola per parola , il loro gran Vescovo , perché hanno ancora il cuore colmo di lui . E tutto vorrei notare , ma prima questa scia d ' amore e d ' ardore che egli ha lasciato dietro di sé . Ed uno me lo descrive al paretaio su a Nigoline , attento ai richiami , pronto a citar del suo Dante tutto quel che tocca la vita degli uccelli , ché per lui il Ghibellin fuggiasco doveva essere stato in vita sua un uccellatore maestro : Gittansi di quel lito ad una ad una , Per cenni , come augel per suo richiamo . Ma se un fringuello fischiava , rompeva il verso a metà , le due mani sull ' asta dello spauracchio : Dai , dai ! Amò giù ! Sbrofa ! E un altro me lo descrive nella chiesetta di quel villaggio , a confessare , a predicare , a far da parroco , ché quand ' egli saliva lassù a mezzo settembre il parroco lo mandava via : Tu vai a riposarti . Il parroco lo faccio io . Accanto a me , su un tavolino , tra un ritratto della Regina Madre e uno del vescovo , sta una pendola di legno a foggia di capanna da eremita , col suo campaniletto a punta . Ecco , la porta della capanna si spalanca ; e si vede un fraticello alto un pollice che si china a tirare la corda della campana . Uno , due , tre . Monsignor Lombardi balza in piedi , alza le braccia : Sono le tre . Bisogna andare al teatro Ponchielli pei discorsi .