StampaPeriodica ,
...
Ma
occorreva
anche
un
Duce
magnifico
che
nella
sua
spregiudicatezza
di
italiano
moderno
volgesse
l
'
animo
a
qualcosa
di
eroico
,
ad
un
superamento
gravido
di
avvenire
,
accettasse
ogni
alito
di
vita
nuova
,
avesse
tutto
il
coraggio
della
concreta
attuazione
dello
stato
organico
e
della
nazione
corporativa
,
tanto
più
meritevole
in
quanto
la
sua
mentalità
e
la
sua
sensibilità
in
origine
non
furono
sindacalistiche
ma
piuttosto
blanquistiche
e
romantiche
,
ossia
,
nel
senso
estetico
-
dinamico
,
come
solo
la
politica
poteva
essere
rispettabile
.
Ma
Benito
Mussolini
è
insieme
un
uomo
di
azione
impareggiabile
ed
un
sensorio
squisito
,
uno
strumento
di
precisione
delicatissimo
,
uno
psicologo
delle
masse
in
-
superato
,
dotato
di
un
intuito
geniale
a
divinare
ed
occorrendo
a
seguire
(
che
è
forse
maggiore
virtù
)
tutti
gli
atteggiamenti
e
tutta
la
passione
del
popolo
italiano
,
e
ad
accogliere
ogni
dottrina
feconda
,
il
che
costituisce
proprio
la
qualità
opposta
alla
mummificazione
del
dottrinario
,
il
quale
non
può
scostarsi
dalla
sua
dottrina
,
che
si
fa
apriorismo
,
domma
infecondo
,
cecità
ed
incomprensione
.
Occorreva
infine
il
giurista
mistico
e
puro
,
un
Rocco
,
mente
giuridica
di
primo
ordine
,
che
travedesse
di
colpo
la
importanza
di
tutte
codeste
materie
caotiche
,
di
codesto
amalgama
ardente
in
fusione
a
fucinarlo
in
sostanza
di
diritto
,
a
dargli
corpo
ed
anima
,
forma
di
legge
e
di
ordina
-
mento
,
e
riducesse
a
comando
ed
a
sistema
quello
che
era
ancora
fiotto
di
idee
,
tendenza
storica
e
rinascita
di
un
pensiero
politico
originario
nella
stirpe
.
Tutto
questo
occorreva
,
e
tralasciamo
i
particolari
,
perché
il
miracolo
potesse
compiersi
,
e
lo
stato
corporativo
italiano
potesse
sorgere
,
ricco
di
una
sua
vita
autonoma
,
capace
di
un
'
indefinita
evoluzione
di
idee
e
di
fatti
sul
terreno
sperimentale
delle
formazioni
concrete
.
Perché
cadrebbe
in
grave
errore
chi
supponesse
che
tutto
fosse
oramai
definito
e
che
l
'
attuale
sistema
dovesse
rimanere
immobile
,
condannato
ad
un
autoammirazione
infeconda
.
Il
diritto
nello
stato
è
vita
,
è
movimento
,
è
specificazione
,
è
divenire
hegeliano
che
ha
già
trovato
un
suo
assetto
,
che
è
sintesi
,
ma
non
come
punto
di
arrivo
,
bensì
come
punto
di
partenza
per
le
ulteriori
evoluzioni
tendenti
a
sintesi
superiori
e
più
vaste
...
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926-IV
,
n
.
100;
Ritenuta
la
necessità
assoluta
ed
urgente
di
dettare
disposizioni
per
la
difesa
della
razza
nella
scuola
italiana
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Nostro
Ministro
Segretario
di
Stato
per
l
'
educazione
nazionale
,
di
concerto
con
quello
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
;
Art
.
1
.
All
'
ufficio
di
insegnante
nelle
scuole
statali
o
parastatali
di
qualsiasi
ordine
e
grado
e
nelle
scuole
non
governative
,
ai
cui
studi
sia
riconosciuto
effetto
legale
,
non
potranno
essere
ammesse
persone
di
razza
ebraica
,
anche
se
siano
state
comprese
in
graduatorie
di
concorso
anteriormente
al
presente
decreto
;
nè
potranno
essere
ammesse
all
'
assistentato
universitario
,
nè
al
conseguimento
dell
'
abilitazione
alla
libera
docenza
.
Art
.
2
.
Alle
scuole
di
qualsiasi
ordine
e
grado
,
ai
cui
studi
sia
riconosciuto
effetto
legale
,
non
potranno
essere
iscritti
alunni
di
razza
ebraica
.
Art
.
3
.
A
datare
dal
16
ottobre
1938-XVI
tutti
gli
insegnanti
di
razza
ebraica
che
appartengano
ai
ruoli
per
le
scuole
di
cui
al
precedente
art
.
1
,
saranno
sospesi
dal
servizio
;
sono
a
tal
fine
equiparati
al
personale
insegnante
i
presidi
e
direttori
delle
scuole
anzidette
,
gli
aiuti
e
assistenti
universitari
,
il
personale
di
vigilanza
delle
scuole
elementari
.
Analogamente
i
liberi
docenti
di
razza
ebraica
saranno
sospesi
dall
'
esercizio
della
libera
docenza
.
Art
.
4
.
I
membri
di
razza
ebraica
delle
Accademie
,
degli
Istituti
e
delle
Associazioni
di
scienze
,
lettere
ed
arti
,
cesseranno
di
far
parte
delle
dette
istituzioni
a
datare
dal
16
ottobre
1938-XVI
.
Art
.
5
.
In
deroga
al
precedente
art
.
2
potranno
in
via
transitoria
essere
ammessi
a
proseguire
gli
studi
universitari
studenti
di
razza
ebraica
,
già
iscritti
a
istituti
di
istruzione
superiore
nei
passati
anni
accademici
.
Art
.
6
.
Agli
effetti
del
presente
decreto
-
legge
è
considerato
di
razza
ebraica
colui
che
è
nato
da
genitori
entrambi
di
razza
ebraica
,
anche
se
egli
professi
religione
diversa
da
quella
ebraica
.
Art
.
7
.
Il
presente
decreto
-
legge
,
che
entrerà
in
vigore
alla
data
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
,
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
sua
conversione
in
legge
.
Il
Ministro
per
l
'
educazione
nazionale
è
autorizzato
a
presentare
il
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
5
settembre
1938
-
Anno
XVI
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Bottai
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaPeriodica ,
La
situazione
natatoria
italiana
nei
confronti
internazionali
è
quale
risulta
dai
nostri
piazzamenti
ai
campionati
europei
di
Londra
:
pressoché
zero
nelle
prove
sia
di
nuoto
che
di
tuffi
;
due
risultati
incoraggianti
nella
pallanuoto
,
quali
il
5-3
ottenuto
sulla
squadra
inglese
e
il
2-I
su
quella
belga
;
nonché
il
3-4
conseguito
nei
confronti
della
squadra
olandese
.
E
ci
siamo
piazzati
,
al
quinto
posto
,
dinanzi
alla
Francia
.
Eppure
questa
situazione
di
inferiorità
denunziata
da
cifre
che
parrebbero
inoppugnabili
non
può
né
deve
uniformarsi
a
rigore
matematico
.
Essa
,
anzitutto
,
riflette
uno
stato
di
cose
ormai
sorpassato
.
I
nostri
rappresentanti
invitati
a
Londra
sono
ancora
l
'
espressione
d
'
uno
sport
allo
stato
empirico
,
frazionario
,
discontinuo
che
come
ovunque
del
resto
caratterizza
tutti
gli
inizi
.
Non
sono
questi
gli
elementi
che
possono
avere
assimilato
e
mai
assimileranno
la
quintessenza
della
tecnica
natatoria
più
perfezionata
quale
oggi
,
sotto
l
'
egida
federale
,
da
allenatori
valenti
si
insegna
nelle
nostre
piscine
,
ormai
non
più
rare
e
sperdute
come
per
il
passato
.
Magnifici
atleti
alcuni
,
non
possono
più
cancellare
dai
loro
muscoli
,
dalla
loro
mentalità
di
sforzo
e
di
lotta
quei
tali
errori
di
meccanica
natatoria
che
s
'
innestarono
sin
dall
'
inizio
della
carriera
.
A
compiuto
sviluppo
fisico
,
a
fissazione
ormai
inveterata
di
un
dato
automatismo
di
movimenti
non
è
più
possibile
tornare
indietro
,
e
,
cancellando
memoria
ed
abitudini
,
ricominciare
tutto
da
capo
,
riassorbendo
in
piena
verginità
di
sensazioni
e
di
cognizioni
,
i
canoni
della
tecnica
perfetta
,
le
rifiniture
dello
stile
impeccabile
,
superredditizio
.
Ciò
non
è
nelle
possibilità
umane
nel
senso
fisiologico
.
Annullarsi
per
entrare
in
un
clima
di
perfezione
?
Ciò
può
verificarsi
nei
campi
dello
spirito
.
Ma
sul
terreno
della
formazione
scheletrica
,
dallo
sviluppo
e
della
plastica
muscolare
,
della
tecnicità
inesorabile
del
movimento
di
traslazione
in
acqua
dai
riflessi
d
'
un
immediatezza
e
d
'
una
delicatezza
decisivi
agli
effetti
della
padronanza
e
della
velocità
nel
liquido
elemento
,
nessuna
radicale
trasformazione
è
possibile
.
Cosicché
dai
pur
magnifici
atleti
che
noi
possediamo
,
ma
non
più
giovanissimi
e
tanto
meno
neofiti
al
primo
contatto
con
l
'
acqua
delle
piscine
,
noi
non
possiamo
attenderci
né
pretendere
nulla
,
più
di
quello
che
finora
hanno
fatto
.
Coloro
che
finora
ci
hanno
reso
come
massimo
del
loro
rendimento
tempi
di
1'3
"
sui
cento
metri
stile
libero
,
non
scenderanno
mai
al
disotto
del
già
tanto
agognato
tra
noi
1'
netto
;
e
così
,
in
relazione
negli
altri
stili
e
sugli
altri
percorsi
.
Perché
non
mandare
allora
i
nostri
giovanissimi
?
Perché
siamo
in
processo
di
formazione
.
Sono
frutti
acerbi
che
attendono
con
le
dovute
cure
alla
loro
maturazione
.
E
faremo
in
tempo
a
presentare
i
nostri
prodotti
alla
Olimpiade
di
Helsinski
,
cioè
fra
un
anno
e
dieci
mesi
?
Qualcuno
forse
sì
.
Siamo
ottimisti
in
proposito
.
Ci
incoraggia
a
questo
ottimismo
,
non
eccessivo
,
ma
neanche
facile
,
il
fatto
che
attraverso
le
organizzazioni
della
Gil
e
del
Dopolavoro
miriadi
di
giovanissimi
,
di
ragazzi
e
di
bambini
dell
'
uno
e
dell
'
altro
sesso
,
si
dedicano
al
nuoto
in
tutti
gli
specchi
d
'
acqua
possibili
,
e
nelle
piscine
di
cui
il
numero
si
va
accrescendo
dovunque
.
E
tra
i
giovanissimi
i
progressi
sono
più
che
rapidi
.
Un
insegnamento
tecnico
razionale
,
che
eviti
gli
errori
di
un
empirismo
che
ci
ha
rovinato
magnifici
elementi
,
esercitato
a
profitto
di
ragazzi
digiuni
sino
a
ieri
di
nuoto
,
ma
dal
fisico
ben
predisposto
,
può
benissimo
darci
fra
un
paio
di
anni
qualche
elemento
da
Olimpiade
.
Anche
se
si
tratterà
di
un
sedicenne
.
Ed
a
proposito
di
giovanissimi
campioni
come
alle
volte
ci
parlano
taluni
risultati
dell
'
estero
vogliamo
rilevare
che
certi
risultati
apparentemente
sbalorditivi
quali
si
ottengono
in
Danimarca
,
in
Germania
,
negli
Stati
Uniti
sono
invece
il
prodotto
rigorosamente
logico
di
questi
fattori
:
1
)
il
grandissimo
numero
di
praticanti
le
piscine
;
2
)
la
giovanissima
età
della
maggior
parte
di
questi
praticanti
,
dei
quali
non
pochi
,
ad
appena
cinque
o
sei
anni
,
già
sfoggiano
una
perfezione
ammirabile
di
movimenti
;
3
)
l
'
insegnamento
veramente
razionale
e
scientifico
di
cui
sono
oggetto
gli
allievi
.
E
,
infine
,
l
'
ambiente
di
entusiasmo
e
di
passione
in
cui
tutti
questi
«
delfini
»
,
maschi
e
femmine
,
si
muovono
,
crescono
e
si
abituano
alle
gare
,
educando
,
temperando
ed
affinando
senso
agonistico
,
e
corazzando
il
loro
sistema
nervoso
contro
tutte
le
sorprese
,
di
gara
,
di
acqua
e
di
ambiente
.
Da
noi
non
è
ancora
così
.
Comincia
adesso
ad
essere
così
.
Ci
troviamo
in
forte
svantaggio
di
tempo
,
di
quantità
e
di
qualità
.
Ma
è
anche
uno
svantaggio
che
può
recuperarsi
rapidamente
,
secondo
le
ben
conosciute
doti
di
prontezza
e
di
elasticità
fisiologiche
e
psicologiche
della
razza
.
Già
un
esempio
palmare
in
argomento
lo
abbiamo
avuto
negli
stessi
recenti
campionati
europei
a
Londra
.
Dove
siamo
regolarmente
rimasti
eliminati
nelle
prove
di
percorso
a
cui
abbiamo
partecipato
;
e
nelle
prove
di
tuffi
abbiamo
conseguito
soltanto
un
settimo
posto
,
che
,
del
resto
,
dato
il
valore
dei
concorrenti
non
è
da
disprezzarsi
.
Però
,
nella
pallanuoto
,
anche
se
abbiamo
dovuto
registrare
un
pesante
9-0
inflittoci
dall
'
Ungheria
maestra
assoluta
del
giuoco
abbiamo
tuttavia
conseguito
tre
risultati
(
due
vittorie
ed
una
sconfitta
già
innanzi
citate
)
che
denunziano
non
indifferenti
possibilità
nostre
,
allo
stato
latente
è
vero
,
ma
che
altro
non
chiedono
che
di
essere
raccolte
,
concentrate
e
fuse
nel
dovuto
modello
e
strumento
di
battaglia
.
E
tali
onorevoli
risultati
non
sono
proprio
l
'
esponente
di
cognizioni
tecniche
e
di
abilità
di
manovra
apprese
negli
allenamenti
e
nelle
partite
in
casa
e
qualche
volta
rara
volta
fuori
casa
,
ma
lì
per
lì
,
sul
posto
,
sul
terreno
stesso
,
o
meglio
sull
'
acqua
,
della
competizione
di
campionato
.
Sono
andate
male
le
prime
uscite
,
ma
ci
si
è
ambientati
e
perfezionati
subito
,
e
si
sono
sfoggiati
numeri
e
punteggi
senza
dubbio
sorprendenti
.
C
'
è
da
scommettere
che
se
fosse
dato
di
ricominciare
da
capo
il
torneo
di
pallanuoto
,
il
«
sette
»
azzurro
giuocherebbe
senz
'
altro
un
ruolo
di
prim
'
ordine
.
E
allora
se
tanto
si
può
ottenere
in
sede
stessa
di
campionato
,
in
un
giuoco
è
vero
dove
oltre
la
velocità
,
hanno
loro
importanza
anche
il
guizzo
,
l
'
estro
,
l
'
intelligenza
agonistica
e
cioè
qualità
innate
degli
«
azzurri
»
,
qualche
cosa
di
effettivamente
buono
si
potrà
anche
ottenere
in
questi
due
anni
di
sempre
più
intensa
e
sempre
meglio
organizzata
attività
natatoria
.
Qualche
cosa
,
si
intende
,
rappresentata
da
qualche
prodotto
che
ad
Helsinski
possa
ottenere
piazzamenti
utili
ai
fini
di
un
punteggio
generale
,
eliminando
il
netto
passivo
che
per
noi
il
nuoto
ha
rappresentato
nelle
precedenti
Olimpiadi
.
E
-
dato
che
l
'
elemento
femminile
nel
nuoto
si
è
decisamente
confermato
più
precoce
di
quello
maschile
-
con
particolare
riferimento
alle
possibilità
delle
nostre
ondine
.
Cui
deve
pur
sorridere
la
eventualità
di
allori
olimpionici
vista
la
fortuna
che
essi
hanno
portato
a
tutte
le
ragazze
vincitrici
di
Giuochi
Olimpici
...
Fortuna
meritata
e
che
poco
ha
di
inferiore
ai
grandi
premi
che
si
possono
conseguire
nel
regno
dell
'
arte
,
della
scienza
,
tanto
più
che
non
sarà
mai
il
nuoto
,
positivamente
praticato
,
a
togliere
nulla
alla
cultura
:
con
in
più
la
prerogativa
di
aggiungere
molto
alla
bellezza
,
al
vigore
fisico
nonché
alla
capacità
procreativa
del
sesso
.
Ma
un
altro
argomento
prettamente
tecnico
che
strettamente
interessa
l
'
intera
questione
del
nuoto
in
Italia
,
come
sport
in
genere
e
come
titolo
qualitativo
delle
prestazioni
dei
suoi
praticanti
e
dei
suoi
campioni
in
particolare
,
un
altro
prezioso
fattore
di
successo
bisogna
curare
:
quello
della
assidua
,
pur
se
in
apparenza
temeraria
,
partecipazione
alle
gare
all
'
estero
,
anche
le
più
ardue
,
dove
convengono
i
campioni
della
più
eccelsa
classe
internazionale
.
È
accaduto
già
per
il
canottaggio
e
per
la
scherma
due
anni
or
sono
ne
scrivemmo
in
proposito
che
si
inviavano
i
nostri
esponenti
all
'
estero
solo
dopo
accurato
calcolo
di
nostre
probabilità
di
successo
.
L
'
esito
di
questi
calcoli
troppo
prudenziali
in
fatto
di
sport
,
fu
che
diradammo
via
via
le
nostre
presenze
fuori
casa
e
presto
ai
successi
,
nonostante
tutti
i
calcoli
,
seguirono
le
cosidette
sorprese
e
le
sconfitte
.
Bastò
che
cambiassimo
sistema
,
perché
dopo
un
certo
periodo
di
difficoltà
canottieri
e
schermidori
azzurri
tornassero
a
brillare
dell
'
antica
luce
.
E
certe
competizioni
internazionali
furono
inoltre
affrontate
con
elementi
giovanissimi
,
tratti
da
leve
recentissime
,
dopo
nemmeno
due
anni
di
insegnamento
e
di
tirocinio
...
Del
resto
è
arciprovato
che
si
apprende
assai
più
in
una
lezione
di
tecnica
e
di
combattimento
sportivo
ricevuta
sul
terreno
in
mezzo
a
grandi
campioni
che
in
anni
di
preparazione
casalinga
.
Così
deve
essere
nel
nuoto
.
I
nostri
pallanuotisti
hanno
imparato
più
nelle
loro
giornate
londinesi
che
in
anni
di
carriera
.
Per
i
nostri
nuotatori
e
tuffisti
è
stato
certamente
altrettanto
.
E
se
ormai
e
età
e
carriera
a
taluno
di
essi
non
consentiranno
più
miglioramenti
a
vista
,
consentiranno
però
spiegare
molte
cose
ai
loro
compagni
rimasti
in
Italia
.
Bisogna
andarli
a
cercare
certi
confronti
.
Sono
le
lezioni
più
efficaci
.
E
più
se
ne
ricevono
e
più
se
ne
farà
tesoro
.
L
'
elemento
per
trarne
profitto
non
ci
manca
davvero
.
Ma
classe
e
possibilità
naturali
resteranno
pressoché
inespresse
se
gli
atleti
non
vengono
lanciati
nel
più
vivo
della
giostra
.
Del
resto
il
pedaggio
del
noviziato
tutti
debbono
pagarlo
e
nessuno
può
non
riconoscere
che
il
nostro
nuoto
,
per
l
'
appunto
,
si
trova
in
tale
periodo
.
Ed
infine
le
sconfitte
sportive
(
quando
poi
si
sa
che
si
sta
lavorando
seriamente
per
migliorare
e
proprio
per
questo
si
affrontano
paragoni
anche
ardui
per
vedere
ed
imparare
)
non
compromettono
nessuna
reputazione
.
Ed
un
rilievo
ancora
,
importantissimo
:
nel
nuoto
gli
effetti
dell
'
emozione
,
dell
'
incertezza
nelle
proprie
risorse
,
dell
'
ambiente
diverso
se
non
avverso
,
in
connubio
col
freddo
si
sentono
assai
più
che
in
altri
sport
,
e
per
la
necessaria
assuefazione
è
condizione
fondamentale
essere
degli
assidui
delle
frigide
e
ardue
piscine
del
nord
Europa
,
dove
per
d
'
appunto
si
tiene
per
ora
accademia
di
eccellenza
.
In
tempo
più
breve
del
supponibile
,
stile
,
rendimento
,
disinvoltura
e
temperamento
dei
nostri
«
tritoni
»
e
delle
nostre
e
ondine
e
si
porteranno
al
livello
necessario
per
battersi
ad
armi
pari
con
maestri
e
dominatori
di
oggi
.
StampaPeriodica ,
Quando
nei
primi
giorni
del
marzo
scorso
,
durante
le
regate
genovesi
,
ci
vedemmo
involata
la
bella
«
Coppa
Italia
»
,
pensammo
e
con
noi
tutti
gli
amatori
dello
sport
velico
se
non
fosse
giunto
il
momento
doloroso
dell
'
offuscamento
della
nostra
vittoria
olimpionica
.
Per
noi
non
potevano
infatti
valere
i
successi
ottenuti
nella
«
Duca
degli
Abruzzi
»
,
nella
«
Pozzani
»
,
nella
«
Direzione
R
.
Y
.
C
.
I
.
»
e
nelle
altre
competizioni
che
facendo
corona
alla
nostra
sconfitta
segnarono
altrettante
affermazioni
azzurre
.
Ma
ecco
che
per
ogni
sconfitta
lo
sport
italiano
leva
contro
dieci
vittorie
e
mentre
son
noti
i
provvedimenti
presi
dalla
R.F.I.V.
per
poter
tentare
la
riconquista
materiale
della
«
Coppa
»
involata
,
provvedimenti
cui
accenneremo
più
compiutamente
altra
volta
,
la
nostra
marina
velica
da
diporto
corre
sulle
acque
d
'
ogni
paese
per
vendicar
l
'
insuccesso
.
Si
potrà
dire
che
le
vittorie
del
«
Miranda
II
»
a
Mentone
,
a
Monaco
,
a
Juan
les
Pins
,
a
Cannes
non
possono
valere
il
riscatto
,
ma
ecco
la
serie
di
premi
collezionati
dal
«
Bona
»
nella
riviera
francese
ed
ancora
i
successi
a
ripetizione
di
Mario
Perretti
con
la
sua
fragile
stella
«
O
sole
mio
II
»
,
tutti
allori
strappati
in
acque
straniere
e
che
possono
in
un
qualche
modo
,
se
non
proprio
completamente
,
dolcificare
il
molto
amaro
trangugiato
dopo
le
regate
genovesi
del
marzo
ultimo
.
Quello
che
fa
più
piacere
tuttavia
è
il
constatare
come
i
nostri
velisti
,
lungi
dall
'
abbattersi
per
la
sconfitta
subita
nella
importantissima
competizione
,
sono
stati
in
questi
ultimi
tempi
d
'
una
attività
addirittura
eccezionale
.
Dal
napoletano
alla
riviera
Ligure
,
al
golfo
veneto
-
giuliano
è
stato
tutto
un
continuo
veleggiare
,
un
continuo
succedersi
di
regate
che
hanno
animato
senza
posa
gli
specchi
d
'
acqua
d
'
ogni
regione
.
A
Chioggia
poi
s
'
è
corsa
una
bella
interessantissima
regata
che
ha
raccolto
-
suddivise
in
tre
distinte
categorie
di
bragozzi
,
bragozzetti
e
battelli
a
pizzo
qualcosa
come
duecento
barche
da
pesca
che
han
finito
la
loro
gara
nel
veneziano
bacino
San
Marco
parato
a
festa
e
vivo
di
luminarie
.
Ma
a
noi
oltre
che
rilevare
l
'
attività
della
nostra
marina
interessa
molto
rievocare
quelle
che
sono
state
le
affermazioni
maggiori
delle
vele
azzurre
che
contano
oggi
fra
mezzo
a
loro
il
«
campione
europeo
delle
stelle
»
.
Straulino
infatti
,
l
'
abilissimo
tenente
di
vascello
Agostino
Straulino
dello
Sport
Velico
della
Regia
Marina
,
è
riuscito
-
con
la
sua
imbarcazione
di
completa
costruzione
italiana
a
conquistare
il
titolo
di
«
campione
europeo
delle
stelle
S
.
I
.
»
.
Il
titolo
,
che
fu
già
nostro
per
merito
di
Federico
Giannini
(
1934
)
e
Guido
Postiglione
(
1935
)
,
ritorna
ora
a
noi
dopo
che
la
Germania
lo
ha
posseduto
per
due
anni
consecutivi
grazie
alle
prodezze
di
Hütschler
prima
e
Bischoff
poi
.
La
vittoria
è
tanto
più
significativa
in
quanto
nella
specialità
essa
rimette
in
testa
la
nostra
marina
che
si
è
aggiudicata
il
titolo
in
tutto
tre
volte
contro
due
della
Germania
ed
una
ciascuna
della
Francia
e
della
Spagna
.
Che
Straulino
andasse
forte
del
resto
lo
si
sapeva
anche
fuori
d
'
Italia
giacché
nei
primi
giorni
di
luglio
,
durante
le
regate
di
Hankow
,
con
il
suo
«
Vega
II
»
era
riuscito
a
strappare
una
significativa
vittoria
classificandosi
nelle
quattro
prove
rispettivamente
terzo
,
primo
e
settimo
e
primo
ancora
risultando
perciò
vincitore
netto
davanti
alle
più
veloci
imbarcazioni
tedesche
e
norvegesi
tra
le
quali
ultime
era
il
«
Norna
»
del
principe
Olav
.
Il
successo
di
Kiel
,
venuto
a
breve
distanza
dall
'
alloro
di
Hankow
,
ha
riconfermato
in
pieno
perciò
la
indiscussa
superiorità
dell
'
italiano
su
tutti
i
piloti
europei
in
quanto
al
raduno
tedesco
erano
presenti
ben
18
barche
rappresentanti
sei
nazioni
.
Avendo
a
manovratore
il
sottotenente
di
vascello
Flaminio
Micheli
,
il
«
Polluce
»
guidato
da
Straulino
ha
iniziato
quietamente
con
un
terzo
posto
nella
prima
regata
dietro
all
'
olandese
Maas
ed
al
francese
De
Kerviller
e
precedendo
l
'
altro
pilota
italiano
Salata
.
Nella
seconda
prova
,
però
,
le
qualità
dei
nostri
piloti
sono
subito
rifulse
con
un
secondo
di
Salata
ed
un
terzo
di
Straulino
,
classifiche
portanti
in
testa
i
nostri
due
rappresentanti
alla
pari
col
francese
De
Kerviller
e
del
tedesco
Hütschler
,
già
campione
europeo
e
vincitore
della
seconda
prova
.
Sfavorevole
agli
azzurri
è
stata
invece
la
terza
prova
,
con
un
settimo
posto
di
Straulino
ed
un
ottavo
di
Salata
,
malgrado
essa
permettesse
ad
un
altro
italiano
Fago
di
mettersi
in
luce
piazzandosi
al
terzo
posto
.
Dopo
questa
prova
la
classifica
generale
portava
i
nostri
due
maggiori
velisti
rispettivamente
dietro
all
'
olandese
Maas
che
guidava
con
appena
un
punto
di
distacco
.
La
ripresa
piena
è
venuta
però
nella
quarta
prova
durante
la
quale
Straulino
con
un
secondo
posto
e
Salata
con
un
quarto
avevano
la
possibilità
di
passare
a
guidare
la
classifica
generale
.
Il
successo
italiano
era
pertanto
ormai
delineato
e
con
l
'
ultima
prova
Straulino
,
piazzatosi
al
terzo
posto
,
concludeva
vittoriosamente
il
campionato
europeo
.
Vittoria
netta
che
non
ammette
discussioni
e
che
da
sola
vale
a
ripagarci
delle
amarezze
primaverili
anche
perché
il
successo
di
Straulino
è
stato
completato
da
un
significativo
terzo
posto
di
Salata
.
Tra
i
nostri
due
rappresentanti
è
riuscito
ad
incunearsi
infatti
solo
l
'
olandese
Maas
mentre
i
tedeschi
,
già
dominatori
incontrastati
,
hanno
dovuto
accontentarsi
di
dividere
il
terzo
posto
di
Hütschler
con
il
nostro
Salata
piazzatosi
dietro
ai
due
Weiss
.
È
questa
la
vittoria
della
volontà
,
ma
è
anche
la
vittoria
della
scuola
giacché
la
nostra
è
stata
una
superiorità
non
certo
individuale
ma
una
superiorità
di
indirizzo
non
fosse
altro
anche
almeno
per
il
fatto
che
pure
nella
disputa
della
cc
IV
Coppa
Internazionale
delle
marine
da
guerra
»
,
ove
era
in
palio
tra
undici
nazioni
il
«
Premio
Hindemburg
»
offerto
da
Hitler
,
la
nostra
vela
anche
non
vincendo
si
è
affermata
in
modo
davvero
brillante
.
La
barca
italiana
infatti
,
con
a
bordo
la
coppia
Salata
-
Maggi
,
dopo
essersi
piazzata
tre
volte
al
secondo
posto
,
una
volta
al
quinto
ed
una
al
primo
,
ha
finito
per
risultare
seconda
dietro
alla
Germania
e
precedendo
nell
'
ordine
:
Inghilterra
,
Francia
,
Olanda
,
Svezia
e
barche
di
altre
cinque
marine
.
Sono
queste
le
affermazioni
dei
nostri
velisti
,
affermazioni
colte
contro
avversari
d
'
ogni
paese
e
correndo
sulle
acque
poco
conosciute
di
altre
marine
,
vittorie
che
hanno
quindi
il
crisma
della
volontà
tutta
fascista
che
anima
ormai
compiutamente
tutti
gli
atleti
italiani
.
Ed
è
per
questa
certezza
che
in
noi
la
riconquista
della
«
Coppa
Italia
»
è
più
di
una
speranza
,
per
voi
piloti
azzurri
l
'
imperativo
dev
'
esser
categorico
perché
accanto
alle
affermazioni
più
luminose
si
realizzi
la
grande
riconquista
.
StampaPeriodica ,
Il
21
Aprile
i
lavoratori
e
i
produttori
italiani
conosceranno
i
principi
costitutivi
della
Carta
del
Lavoro
.
Il
documento
,
come
è
stato
già
detto
,
non
ha
un
contenuto
giuridico
di
carattere
formale
,
ma
vuole
essere
,
all
'
infuori
della
legge
,
una
base
di
orientamento
di
tutta
la
vita
del
lavoro
.
La
Carta
del
Lavoro
si
presenta
perciò
con
un
aspetto
tutto
originale
e
con
un
carattere
spiccatamente
e
decisamente
rivoluzionario
.
Superamento
dei
Diritti
dell
'
Uomo
Poiché
il
Regime
fascista
compie
oggi
una
solenne
dichiarazione
di
diritti
,
vi
sarà
certamente
chi
vorrà
porre
l
'
atto
odierno
a
confronto
con
i
"
Diritti
dell
'
Uomo
"
e
tutte
le
conquiste
della
Rivoluzione
Francese
.
Vediamo
in
quale
luce
storica
si
presenta
la
Carta
del
Lavoro
nei
confronti
dei
Diritti
dell
'
Uomo
.
Essa
acquista
un
indubbio
e
deciso
significato
di
superamento
.
I
lavoratori
e
i
produttori
di
oggi
,
nel
nostro
e
negli
altri
paesi
,
prima
di
essere
cittadini
furono
uomini
e
come
uomini
furono
schiavi
.
Il
crollo
della
società
feudale
fu
una
grande
conquista
dello
spirito
umano
,
che
dette
forma
di
dignità
civile
alla
lotta
politica
e
affermò
il
concetto
della
Nazione
,
come
patrimonio
della
collettività
.
Negare
il
beneficio
di
quelle
conquiste
significherebbe
negare
la
storia
.
Ma
vediamo
in
quale
concetto
la
Carta
del
Lavoro
rappresenta
il
superamento
,
lo
svi
-
luppo
storico
e
non
l
'
antitesi
della
Rivoluzione
francese
.
Gli
"
immortali
principii
"
rappresentavano
soprattutto
una
affermazione
egualitaria
.
Oggi
la
Rivoluzione
Nera
compie
anche
un
'
affermazione
egualitaria
proclamando
la
parità
di
tutti
i
cittadini
come
produttori
e
come
lavoratori
.
Oggi
il
Fascismo
afferma
i
diritti
del
lavoro
e
la
supremazia
assoluta
della
Nazione
sui
cittadini
.
Né
l
'
uno
né
l
'
altro
concetto
sono
in
antitesi
alla
Rivoluzione
francese
,
in
quanto
né
alcuna
parità
dei
cittadini
come
lavoratori
potrebbe
esistere
se
non
si
riconoscesse
come
cosa
ovvia
l
'
uguaglianza
dei
cittadini
quali
uomini
,
né
potrebbe
esistere
supremazia
di
Nazione
dove
esisteva
una
supremazia
di
caste
.
Perciò
la
Carta
del
Lavoro
,
nel
suo
concetto
egualitario
e
nell
'
affermazione
dei
diritti
del
lavoro
,
non
è
una
antitesi
,
ma
un
superamento
dei
Diritti
dell
'
Uomo
...
StampaPeriodica ,
Il
bilancio
che
s
'
usa
fare
a
chiusura
di
un
periodo
di
lavoro
questa
volta
non
risulta
in
attivo
per
gli
italiani
.
I
Campionati
d
'
Europa
,
banco
di
prova
severo
ove
si
misura
con
un
metro
assai
pratico
,
quello
dei
risultati
,
il
progresso
tecnico
e
qualitativo
delle
Nazioni
europee
,
messesi
d
'
impegno
per
contenere
la
supremazia
americana
e
frenare
l
'
invadente
progresso
dei
giapponesi
,
ci
han
rimandati
a
casa
senza
un
titolo
che
appaghi
la
nostra
ambizione
e
che
premi
i
nostri
atleti
.
Teoricamente
le
cose
sono
andate
male
:
la
vittoria
è
il
segno
che
esprime
una
superiorità
di
metodo
,
di
volontà
.
Questa
vittoria
noi
non
l
'
abbiamo
,
eppure
non
ci
sentiamo
per
nulla
inferiori
a
chi
nell
'
indice
numerico
dei
primi
posti
ci
sopravanza
ma
non
ci
eguaglia
nel
totale
.
All
'
infuori
del
conteggio
delle
vittorie
vi
è
da
guardare
anche
a
qualche
altra
cosa
e
cioè
alla
quantità
dei
risultati
complessivi
e
alla
loro
qualità
.
Ci
possiamo
noi
sentire
inferiori
ad
esempio
alla
Francia
che
si
onora
di
un
titolo
europeo
colto
con
un
atleta
d
'
eccezione
e
non
figura
poi
in
nessun
altro
dei
posti
d
'
onore
?
Rispetto
ai
primi
campionati
d
'
Europa
,
quelli
di
Torino
del
1934
,
l
'
Italia
nella
classifica
per
Nazioni
mantiene
il
suo
posto
pur
avendo
sceso
un
gradino
.
Quarta
allora
e
quinta
oggi
,
ma
con
questa
differenza
:
che
a
Torino
l
'
Inghilterra
era
assente
ed
in
questo
tempo
s
'
è
presentata
alla
ribalta
del
mondo
atletico
una
Svezia
che
già
nel
1935
a
Berlino
nell
'
incontro
a
cinque
fra
Germania
,
Italia
,
Ungheria
,
Svezia
e
Giappone
,
aveva
dimostrato
di
essere
in
progresso
,
un
progresso
poi
confermato
alle
Olimpiadi
del
'36
e
sanzionato
otto
giorni
prima
di
questi
campionati
d
'
Europa
a
Stoccolma
dove
la
squadra
svedese
,
a
programma
completo
,
perdeva
di
fronte
alla
strapotente
Germania
con
un
distacco
di
soli
otto
punti
.
Non
c
'
è
davvero
da
spargere
cenere
e
lacrime
sui
risultati
di
Parigi
,
c
'
è
invece
da
consolarsi
per
quanto
i
nostri
ragazzi
hanno
saputo
fare
:
i
nostri
ragazzi
di
vent
'
anni
,
quelli
dell
'
ultima
leva
,
quelli
ai
quali
affideremo
la
maglia
azzurra
per
le
Olimpiadi
.
I
campionati
d
'
Europa
vanno
presi
per
quel
che
sono
:
una
interessante
rassegna
,
un
confronto
pieno
di
utilità
,
un
ponte
di
passaggio
fra
una
Olimpiade
e
l
'
altra
.
Non
si
deve
svalutarne
il
contenuto
,
ma
neppure
innalzarli
al
di
sopra
della
loro
giusta
misura
.
Siamo
partiti
per
Parigi
non
avendo
che
sei
uomini
di
punta
:
Mariani
,
Lanzi
,
Beccali
,
Beviacqua
,
Maffei
,
Oberveger
;
gli
altri
24
(
ad
eccezione
di
due
o
tre
anziani
per
i
quali
i
campionati
rappresentavano
forse
l
'
ultima
soddisfazione
e
l
'
ultimo
premio
)
costituivano
la
schiera
dei
giovani
dai
quali
non
si
attendevano
miracoli
perché
in
materia
di
atletica
i
miracoli
non
esistono
,
ma
si
voleva
che
prendessero
lievito
di
passione
ed
acquistassero
esperienza
d
'
arte
e
di
tecnica
.
Ed
i
giovani
non
han
deluso
:
taluni
di
essi
ci
hanno
dimostrato
,
raggiungendo
quote
insperate
,
che
forse
siamo
più
avanti
di
quello
che
non
ci
si
immaginava
.
Lasciamo
quindi
da
parte
i
piagnistei
e
abbandoniamo
a
se
stesse
le
prefiche
dagli
occhi
ottusi
e
abbiamo
fiducia
piena
in
questa
gioventù
che
sotto
i
segni
del
Littorio
esprime
pienezza
di
vita
e
ardore
di
fede
.
Che
cosa
han
fatto
i
nostri
sei
moschettieri
?
Sarà
bene
dire
avanti
quel
che
essi
potevano
fare
.
Gli
unici
che
a
nostro
avviso
avevano
piena
possibilità
di
vincere
erano
Lanzi
,
Maffei
,
Oberveger
:
tempi
e
misure
parlavano
in
loro
favore
.
Più
aspro
il
compito
di
Mariani
,
difficilissimo
quello
di
Beccali
,
impossibile
la
vittoria
di
Beviacqua
chiuso
sulla
carta
da
almeno
quattro
uomini
.
Alla
prova
pratica
noi
abbiamo
perduto
tre
titoli
che
potevano
benissimo
venire
all
'
Italia
:
quello
dei
m
.
100
,
quello
del
salto
in
lungo
,
quello
del
disco
.
Il
bilancio
degli
azzurri
è
il
seguente
:
Quattro
secondi
posti
:
m
.
100
Mariani
,
m
.
10.000
Beviacqua
,
disco
Oberveger
,
salto
in
lungo
Maffei
.
Due
terzi
posti
:
Lanzi
m
.
800
,
Beccali
m
.
1500
.
Un
quarto
posto
:
staffetta
4
x
100
,
avuta
a
Milano
,
otto
giorni
dopo
le
gare
di
Parigi
,
nella
grande
riunione
internazionale
che
ha
avuto
il
potere
di
raccogliere
all
'
Arena
24.000
persone
,
un
primato
anche
questo
.
Oberveger
e
Maffei
si
sono
presi
una
netta
rivincita
,
il
primo
lasciando
a
netta
distanza
Schöreder
e
con
una
misura
(
metri
50,25
)
assai
superiore
a
quella
del
tedesco
nel
campionato
d
'
Europa
,
il
secondo
ha
inchiodato
Leichum
al
posto
d
'
onore
e
se
il
risultato
tecnico
non
è
stato
altrettanto
brillante
come
quello
di
Parigi
la
colpa
è
della
pedana
troppo
molle
per
la
pioggia
che
la
vigilia
aveva
quasi
devastato
lo
stadio
milanese
.
Oltre
queste
rivincite
,
anelate
ed
ottenute
,
altre
due
erano
in
palio
a
Milano
:
negli
800
metri
fra
Harbig
e
Lanzi
,
nei
150
fra
Wooderson
e
Beccali
.
A
Parigi
la
gara
di
Lanzi
è
stata
una
gara
non
incomprensibile
nello
svolgimento
ma
nel
risultato
.
Assente
Wooderson
sembrava
che
finalmente
l
'
azzurro
avrebbe
dovuto
aver
via
libera
per
una
grande
affermazione
per
quanto
la
minaccia
di
Harbig
non
fosse
sconosciuta
.
Lanzi
era
già
andato
sotto
agli
1'51
"
il
che
non
era
riuscito
a
Harbig
,
Lanzi
era
il
secondo
campione
olimpionico
e
soltanto
l
'
inglese
quest
'
anno
era
riuscito
a
realizzare
un
tempo
migliore
del
suo
:
il
primato
del
mondo
!
Un
passaporto
in
regola
quindi
ed
invece
un
risultato
non
conforme
a
quel
che
Lanzi
può
fare
.
Si
è
detto
che
egli
ha
sbagliato
tattica
,
ci
diceva
Lovelok
che
Lanzi
si
era
«
suicidato
»
col
passare
i
400
metri
in
53
"
3/I0
.
Nessun
suicidio
,
nessun
sbaglio
di
tattica
:
un
errore
invece
scontato
a
caro
prezzo
.
Fattosi
chiudere
in
partenza
,
obbligato
a
navigare
quasi
nelle
posizioni
di
coda
per
cento
metri
,
Lanzi
è
scattato
all
'
uscita
della
prima
curva
per
poter
passare
in
testa
e
fare
l
'
andatura
.
La
gara
doveva
esser
da
lui
condotta
a
forte
andatura
,
egli
doveva
gareggiare
sul
tempo
per
sfiancare
Harbig
ben
sapendo
quanto
forte
sia
lo
spunto
finale
del
tedesco
e
come
egli
manchi
invece
di
questa
punta
di
velocità
.
Quindi
non
sbagliò
di
tattica
ma
invece
fu
errore
lo
scatto
fatto
in
modo
sì
repentino
per
portarsi
in
testa
,
scatto
che
lo
ha
poi
«
imballato
»
in
modo
da
fargli
risentire
lo
sforzo
prematuro
nel
finale
quando
non
ha
potuto
reagire
neppure
al
francese
che
alla
corda
lo
sorpassava
.
Nulla
da
dire
quindi
sulla
sconfitta
ma
sul
modo
come
essa
è
venuta
è
giusto
discuterne
.
Si
aggiunga
che
quest
'
anno
Lanzi
non
è
mai
stato
nella
pienezza
della
forma
,
che
è
apparso
troppo
pesante
nel
passo
per
una
gara
sì
veloce
e
questo
è
dovuto
anche
al
fatto
di
un
non
completo
allenamento
.
Lanzi
è
di
quegli
atleti
che
hanno
bisogno
di
molto
lavoro
non
solo
in
vista
di
una
gara
,
ma
per
tutta
l
'
intera
stagione
e
non
va
dimenticato
che
proprio
nel
pieno
della
preparazione
ha
dovuto
troncare
ogni
cosa
a
causa
di
un
grave
lutto
famigliare
.
A
Milano
s
'
è
avuta
la
prova
che
Lanzi
non
si
era
e
suicidato
e
con
la
tattica
di
Parigi
,
qui
la
condotta
di
gara
fu
tutta
a
favore
dell
'
azzurro
,
il
quale
tentò
a
200
metri
di
sorprendere
Harbig
con
uno
scatto
deciso
ma
la
velocità
finale
del
tedesco
neutralizzò
l
'
attacco
e
gli
consentì
di
vincere
come
a
Parigi
con
la
sola
variante
che
a
Milano
il
tempo
ottenuto
fu
peggiore
di
quello
del
campionato
europeo
.
Di
altro
tipo
la
sconfitta
di
Beccali
scontata
in
partenza
per
l
'
intervento
di
Wooderson
.
Il
nostro
atleta
sapeva
già
quanta
difficoltà
presentava
la
gara
ed
è
da
ammirare
il
fatto
che
egli
abbia
voluto
essere
presente
lo
stesso
,
egli
campione
olimpionico
,
primatista
mondiale
e
che
a
trentun
anno
è
ancora
un
esempio
di
passione
e
di
fede
.
Beccali
meritava
il
secondo
posto
e
se
lo
sarebbe
aggiudicato
senza
l
'
incidente
capitatogli
all
'
imbocco
del
rettilineo
d
'
arrivo
mentre
tentava
di
sorpassare
Hartikka
all
'
esterno
e
veniva
arrestato
nella
sua
azione
dal
belga
Mostert
che
poi
doveva
tagliare
il
traguardo
nella
scia
del
vincitore
.
Appunto
per
questo
tanto
più
ingiusti
ci
sono
apparsi
quei
fischi
isolati
che
hanno
accolto
Beccali
quando
è
salito
sul
podio
per
la
premiazione
in
quanto
Beccali
è
stato
campione
di
atletica
e
sarà
sempre
un
campione
di
lealtà
.
Milano
ha
confermato
che
Wooderson
è
imbattibile
e
che
Beccali
resta
ancora
il
nostro
elemento
migliore
.
Ma
c
'
è
stata
una
gara
che
ci
ha
ripagati
ad
usura
di
tante
speranze
svanite
e
di
tante
sfortune
:
quella
dei
10
chilometri
di
corsa
per
merito
di
quel
prodigioso
ragazzo
che
si
chiama
Beviacqua
.
Una
gran
fiamma
ci
ha
scaldato
il
cuore
nel
seguire
l
'
impari
duello
fra
il
gigantesco
finlandese
Salminen
,
campione
e
primatista
mondiale
,
e
il
nostro
piccolo
rappresentante
.
Il
campionato
d
'
Europa
si
può
ben
definire
il
campionato
del
mondo
che
né
l
'
America
e
forse
neppure
il
Giappone
hanno
oggi
uomini
da
poter
opporre
ai
migliori
specialisti
del
vecchio
continente
.
C
'
è
stato
sì
a
Berlino
quel
Murakoso
che
seppe
tener
testa
ai
finlandesi
,
ma
neppur
lui
è
riuscito
a
fare
quel
che
ha
fatto
Beviacqua
,
cioè
a
impegnare
a
fondo
Salminen
che
in
cuor
suo
per
un
attimo
deve
aver
dubitato
di
poter
restare
in
piedi
sul
suo
piedistallo
di
gloria
.
C
'
erano
in
campo
Syring
,
Szilagyi
,
Tillman
,
oltre
al
finlandese
,
cioè
gli
uomini
realmente
i
migliori
del
mondo
e
contro
costoro
,
solo
,
tenace
,
prepotente
s
'
è
battuto
l
'
azzurro
strappando
,
è
la
parola
esatta
,
l
'
applauso
alla
folla
parigina
,
a
questa
folla
che
si
infiamma
se
un
francese
riesce
a
spuntarla
per
salvarsi
dall
'
ultimo
posto
,
ma
che
resta
quasi
indifferente
in
ogni
altra
occasione
.
Dieci
chilometri
,
una
corsa
estenuante
dove
sembrerebbe
che
la
sola
potenza
della
forza
potesse
aver
ragione
ed
invece
è
stata
il
trionfo
della
logica
e
dell
'
intelligenza
espresse
da
un
italiano
.
Questo
secondo
posto
vale
per
noi
più
di
una
vittoria
,
esso
ci
ripaga
di
quel
che
abbiamo
sofferto
in
altre
gare
,
del
disappunto
per
altre
mancate
affermazioni
magari
più
onorifiche
ma
che
non
avrebbero
espressa
con
tanta
eloquenza
la
volontà
fiera
della
razza
italiana
.
Ma
oltre
a
queste
sei
gare
nelle
quali
noi
allineavamo
gli
nomini
migliori
ve
n
'
era
una
che
ci
stava
particolarmente
a
cuore
:
quella
della
staffetta
4
x
100
.
Vi
era
da
difendere
il
secondo
posto
di
Berlino
che
ci
faceva
virtualmente
i
migliori
d
'
Europa
,
un
prestigio
quindi
da
salvaguardare
,
un
titolo
da
consolidare
.
Non
ci
siamo
riusciti
e
per
colpa
nostra
.
Il
quartetto
del
'36
,
già
privato
di
Ragni
,
ha
mostrato
che
ha
bisogno
di
altre
sostituzioni
,
come
del
resto
la
prova
supplementare
dell'11
settembre
a
Milano
,
ha
confermato
.
Malissimo
anche
i
cambi
nella
4
per
400
e
in
questa
specialità
è
necessario
lavorare
parecchio
per
rinfittire
le
schiere
poiché
manchiamo
di
uomini
che
abbiano
nelle
gambe
tempi
da
competizioni
internazionali
.
Dorascenzi
è
in
questa
specialità
una
nostra
speranza
e
Missoni
con
un
cauto
lavoro
potrà
esser
riportato
alla
forma
dimostrata
lo
scorso
anno
.
Son
due
ragazzi
di
venti
anni
ed
hanno
tempo
per
assodare
le
ossa
.
Capitato
nella
più
dura
delle
semifinali
dei
400
ostacoli
l
'
universitario
Russo
,
pur
finendo
al
terzo
posto
e
rimanendo
escluso
dalla
finale
,
s
'
è
messo
in
luce
per
l
'
ottimo
stile
sull
'
ostacolo
e
per
il
tempo
realizzato
che
fu
migliore
degli
altri
due
secondi
arrivati
nelle
altre
semifinali
.
I
tempi
della
finale
confermano
questo
giudizio
.
Del
resto
in
fatto
di
stile
tutti
i
nostri
si
son
dimostrati
fra
i
migliori
e
molti
di
questi
giovani
non
hanno
potuto
realizzare
di
più
un
po
'
per
mancanza
di
esperienza
in
gare
importanti
un
po
'
appunto
perché
non
sono
giunti
ancora
nella
piena
loro
maturità
fisica
.
Ricorderemo
così
De
Maestri
,
giovane
fascista
,
classificato
quinto
nella
marcia
dei
50
chilometri
,
Migliaccio
settimo
nei
3000
ostacoli
,
Daelli
uno
dei
migliori
nella
staffetta
4
x
100
,
il
lanciatore
di
peso
Profeti
classificatosi
settimo
,
ed
infine
l
'
altra
grande
nostra
speranza
:
un
altro
giovane
fascista
:
Consolini
.
Il
veronese
che
da
soli
15
mesi
lancia
il
disco
è
ormai
un
elemento
di
massima
sicurezza
sui
48
metri
ed
il
quinto
posto
di
Parigi
è
la
conferma
che
moltissimo
ci
si
può
attendere
da
lui
quando
avrà
completamente
assimilato
lo
stile
di
lancio
.
Ma
l
'
elenco
dei
giovani
non
è
chiuso
:
ecco
Turco
,
altro
universitario
,
al
quinto
posto
nel
salto
triplo
con
la
bella
misura
di
M
.
14,64
che
ha
preceduto
l
'
altro
universitario
Bini
recente
primatista
italiano
,
ecco
Romeo
che
vinta
la
crisi
morale
che
lo
ha
colpito
nel
periodo
di
preparazione
,
ha
saltato
con
l
'
asta
m
.
4
cioè
quanto
il
secondo
classificato
e
che
è
elemento
da
poter
arrivare
con
facilità
ai
4,10
,
ed
ecco
De
Florentis
questo
non
più
giovanissimo
ma
neppure
da
considerare
un
anziano
,
che
alla
sua
prima
prova
sulla
maratona
ci
ha
rassicurati
sulla
tenuta
,
della
distanza
giungendo
in
buone
condizioni
di
freschezza
ed
in
un
tempo
davvero
non
disprezzabile
.
Che
a
Parigi
sia
scaturito
il
maratoneta
per
l
'
Olimpiade
del
1940
?
Lippi
,
Gobbato
,
Balbusso
gli
anzianoni
della
compagnia
,
meritano
una
parola
di
schietto
elogio
più
che
per
i
risultati
conseguiti
per
la
disciplina
,
la
volontà
e
lo
spirito
di
sacrificio
dimostrati
.
StampaPeriodica ,
La
partecipazione
italiana
ai
primi
Campionati
d
'
Europa
femminili
,
tenuta
in
limiti
modesti
per
l
'
assenza
della
Valla
e
la
dubbia
presenza
in
gara
della
Testoni
,
si
è
in
definitiva
risolta
con
una
assai
lusinghiera
classifica
collettiva
e
con
brillanti
risultati
delle
nostre
atlete
.
A
voler
fare
un
confronto
con
quello
che
han
fatto
a
Parigi
i
maschi
sono
ancora
una
volta
le
donne
ad
avere
la
meglio
così
come
avvenne
alle
Olimpiadi
di
Berlino
.
Un
titolo
europeo
ed
un
primato
mondiale
eguagliato
(
Testoni
:
corsa
m
.
80
ostacoli
)
,
un
terzo
posto
(
staffetta
4
x
100
)
,
un
sesto
(
Gabric
:
lancio
del
disco
)
,
due
noni
posti
(
Pento
:
salto
in
lungo
;
Piccinini
:
getto
del
peso
)
costituiscono
per
la
ridotta
pattuglia
delle
nostre
otto
atlete
un
bilancio
davvero
ottimo
e
che
le
colloca
al
quarto
posto
,
a
pari
merito
con
l
'
Inghilterra
,
nella
classifica
per
Nazioni
dietro
alla
Germania
,
Polonia
e
Olanda
.
Quando
si
pensi
che
la
Polonia
deve
tutto
alla
Walasiewicz
vincitrice
dei
100
e
200
piani
,
seconda
nel
salto
in
lungo
,
sesta
nel
giavellotto
,
e
per
merito
esclusivamente
della
quale
la
Polonia
si
è
classificata
al
secondo
posto
nella
staffetta
4
x
100
,
vi
è
da
esser
davvero
soddisfatti
di
quello
che
a
Vienna
s
'
è
ottenuto
.
Infatti
ad
eccezione
della
Testoni
e
della
Gabric
per
le
altre
sei
ragazze
si
trattava
di
scendere
per
la
prima
volta
a
confronti
di
tanta
importanza
e
non
vi
era
perciò
da
aver
pretese
maggiori
.
La
Testoni
per
la
quale
erano
le
nostre
maggiori
preoccupazioni
ci
ha
data
invece
la
grande
gioia
di
vincere
e
di
ottenere
un
risultato
tecnico
eccezionale
.
Sono
oggi
in
quattro
le
atlete
a
dividersi
l
'
onore
del
primato
mondiale
sui
m
.
80
ostacoli
e
fra
queste
due
italiane
:
Valla
(
Berlino
)
e
Testoni
(
Vienna
)
.
A
quando
la
bella
per
il
nuovo
primato
?
L
'
azzurra
partita
per
Vienna
,
più
come
accompagnatrice
che
come
gareggiante
,
fu
sottoposta
la
vigilia
dei
campionati
ad
una
prova
durante
l
'
allenamento
compiuto
dalla
intera
squadra
e
dopo
della
quale
,
constatata
la
buona
efficienza
fisica
,
ne
venne
decisa
la
partecipazione
.
Accoppiata
in
batteria
con
quella
Galius
che
era
la
grande
favorita
,
la
Testoni
vinceva
agevolmente
ed
in
finale
essa
grazie
al
suo
stile
perfetto
ed
al
suo
finale
velocissimo
trionfava
in
maniera
nettissima
.
Un
vivo
elogio
va
pure
alle
ragazze
del
quartetto
della
staffetta
4
x
100
(
la
Testoni
appunto
per
le
sue
precarie
condizioni
fisiche
che
per
quindici
giorni
l
'
avevano
obbligata
ad
interrompere
l
'
allenamento
,
non
vi
partecipava
)
che
fino
all
'
ultima
frazione
erano
riuscite
a
conservare
il
secondo
posto
che
poi
perdevano
malgrado
la
tenace
difesa
dell
'
Alfero
contro
il
«
fenomeno
»
Walariewicz
.
La
Germania
è
stata
la
grande
trionfatrice
:
su
nove
gare
essa
ne
ha
vinte
sei
,
due
vittorie
sono
andate
alla
Polonia
,
una
all
'
Italia
.
In
talune
prove
le
tedesche
si
sono
accaparrate
i
primi
tre
posti
(
disco
e
giavellotto
)
nel
peso
il
primo
e
secondo
.
In
quattro
prove
individuali
la
Germania
ha
collocate
in
finale
tutte
le
sue
rappresentanti
ed
un
paio
nelle
altre
due
.
Inoltre
la
tedesca
Ratjen
ha
migliorato
il
primato
mondiale
del
salto
in
alto
portandolo
a
m
.
1.70
.
Un
complesso
formidabile
e
che
conferma
anche
in
questo
campo
la
superiorità
europea
della
Germania
.
Alle
atlete
italiane
spetta
un
altro
primato
:
quello
della
grazia
e
della
femminilità
.
E
fra
tanti
«
fenomeni
»
donneschi
che
si
son
veduti
a
Vienna
è
questo
un
titolo
che
a
noi
fa
particolarmente
piacere
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Veduto
il
testo
unico
delle
leggi
e
delle
norme
giuridiche
sulla
istruzione
elementare
,
post
-
elementare
e
sulle
opere
di
integrazione
,
approvato
con
il
R
.
decreto
5
febbraio
1928
-
VI
,
n
.
577
,
e
successive
modificazioni
;
Veduto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926
-
IV
,
n
.
100;
Riconosciuta
la
necessità
assoluta
ed
urgente
di
dare
uno
speciale
ordinamento
alla
istruzione
elementare
dei
fanciulli
di
razza
ebraica
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
nostro
Ministro
Sottosegretario
di
Stato
per
l
'
educazione
nazionale
,
di
concerto
con
quello
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
Per
i
fanciulli
di
razza
ebraica
sono
istituite
a
spese
dello
Stato
speciali
sezioni
di
scuola
elementare
nelle
località
in
cui
il
numero
di
essi
non
sia
inferiore
a
dieci
.
I
relativi
insegnanti
potranno
essere
di
razza
ebraica
.
Art
.
2
.
Le
comunità
possono
aprire
,
con
l
'
autorizzazione
del
Ministero
per
l
'
educazione
nazionale
,
scuole
elementari
,
con
effetti
legali
,
per
i
fanciulli
di
razza
ebraica
.
Per
gli
scrutini
e
per
gli
esami
nelle
dette
scuole
il
Regio
provveditore
agli
studi
nomina
un
commissario
.
Nelle
scuole
elementari
di
cui
ai
comma
precedenti
,
sono
svolti
i
programmi
stabiliti
per
le
scuole
di
Stato
;
salvo
per
ciò
che
concerne
l
'
insegnamento
della
religione
cattolica
.
Art
.
3
.
Nelle
scuole
elementari
per
i
fanciulli
di
razza
ebraica
sono
adottati
i
libri
di
testo
di
Stati
,
con
opportuni
arrangiamenti
,
approvati
dal
Ministero
dell
'
educazione
nazionale
.
Le
spese
relative
sono
a
carico
delle
comunità
israelitiche
.
Art
.
4
.
Il
presente
decreto
,
che
andrà
in
vigore
il
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
,
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Ministro
proponente
,
è
autorizzato
alla
presentazione
del
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
23
settembre
1938
-
Anno
XVI
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Bottai
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaPeriodica ,
Abbiamo
avuto
,
e
si
protrarrà
ancora
sino
a
novembre
,
una
annata
ciclistica
di
intensità
particolare
.
Non
è
mancato
il
lavoro
ai
nostri
professionisti
,
ai
dilettanti
e
categorie
minori
.
Non
siamo
stati
fortunati
ai
Campionati
del
Mondo
è
vero
,
ma
abbiamo
già
spiegato
che
ci
sono
state
delle
ragioni
e
delle
contingenze
di
assoluto
sfavore
per
noi
in
questo
caso
.
A
parte
s
'
intende
,
il
valore
altissimo
di
avversari
,
che
nel
loro
clima
e
nei
loro
percorsi
avevano
pure
il
diritto
di
dire
la
loro
parola
.
Né
può
essere
la
mancata
affermazione
sul
Velodromo
di
Amsterdam
e
sul
Circuito
di
Valkenburg
a
distruggere
il
valore
e
l
'
eco
delle
affermazioni
azzurre
nei
Giri
di
Francia
e
di
Svizzera
.
Con
ogni
probabilità
una
scelta
più
indovinata
degli
elementi
da
portare
alla
massima
competizione
mondiale
ci
avrebbe
consentito
soddisfazioni
anche
a
Valkenburg
;
specie
nei
dilettanti
troppi
valori
di
primo
piano
sono
stati
trascurati
:
la
riprova
l
'
abbiamo
nel
G
.
P
.
Libero
Ferrario
,
dove
si
marcia
con
disinvoltura
a
media
di40
all
'
ora
.
Ma
,
del
senno
di
poi
...
Comunque
l
'
attività
eccezionale
che
abbiamo
avuto
in
casa
,
sia
di
carattere
internazionale
,
come
nazionale
o
di
zona
,
non
mancherà
di
procurare
frutti
saporosi
per
l
'
avvenire
.
Si
è
indubbiamente
seminato
in
profondità
e
su
vasta
superficie
;
non
farà
difetto
a
suo
tempo
il
buon
raccolto
.
Ma
quello
che
ha
degnamente
coronato
l
'
attivissima
annata
che
ormai
volge
al
termine
,
è
stato
il
Giro
dei
Tre
Mari
.
Questa
nuova
competizione
a
tappe
ha
conquistato
di
colpo
la
sua
laurea
di
avvenimento
nazionale
,
è
diventato
popolare
come
il
più
acceso
e
celebrato
dei
Giri
d
'
Italia
.
Ne
è
il
suo
complemento
naturale
e
necessario
.
Si
è
avvertita
questa
funzione
del
Giro
dei
Tre
Mari
sin
dalla
sua
enunciazione
.
Dobbiamo
essere
ben
grati
a
Bruno
Mussolini
e
a
quella
magnifica
associazione
di
energie
e
di
organizzatori
,
che
è
la
S.S.
Parioli
da
lui
presieduta
ed
animata
,
della
ideazione
e
della
realizzazione
di
una
prova
del
genere
.
Alla
quale
non
ha
potuto
recare
la
più
lieve
menomazione
neanche
l
'
assenza
giustificata
in
alcuni
casi
degli
astri
maggiori
del
nostro
ciclismo
,
ottimamente
sostituiti
dai
Mollo
,
Generati
e
compagni
,
e
dagli
stranieri
di
'
autentico
valore
in
gara
.
Alla
quale
,
inoltre
,
ha
conferito
la
consacrazione
più
clamorosa
e
definitiva
il
popolo
intero
dell
'
Italia
meridionale
,
che
ha
salutato
la
carovana
schierato
lungo
un
tracciato
meraviglioso
di
panorami
,
di
centri
operosi
e
fecondi
,
di
località
solo
ricordate
nella
storia
,
ma
quasi
sconosciute
al
turismo
.
Il
Giro
dei
Tre
Mari
è
valso
a
far
conoscere
questi
meravigliosi
luoghi
.
Esso
si
è
inoltrato
dove
mai
è
arrivato
il
Giro
d
'
Italia
classico
.
Questo
era
arrivato
sino
a
Napoli
,
sino
a
Foggia
,
sino
a
Bari
;
ma
il
resto
della
Penisola
generosa
ne
rimaneva
escluso
.
Del
resto
non
era
impresa
di
facile
soluzione
arrivare
sino
a
Palermo
.
Troppo
lontana
era
la
base
di
partenza
.
Non
può
farsene
una
colpa
ai
valenti
organizzatori
milanesi
.
Ma
era
anche
tempo
che
l
'
iniziativa
,
e
in
grande
stile
,
partisse
da
Roma
.
Necessità
sentita
,
in
fin
dei
conti
,
sia
nello
sport
come
nell
'
industria
,
tanto
più
che
oggi
il
centro
-
meridione
dispone
,
per
diretto
intervento
del
Regime
,
di
una
rete
stradale
eccellente
e
sempre
in
ulteriore
sviluppo
;
e
necessità
che
non
poteva
non
trovare
nella
sensibilità
e
nell
'
intuito
di
Bruno
Mussolini
,
giovane
di
azione
,
di
sport
e
di
pensiero
,
la
interpretazione
esatta
e
felice
.
L
'
entusiasmo
suscitato
dal
passaggio
della
volante
carovana
in
Italia
centro
-
meridionale
,
sino
sulle
strade
della
contegnosa
Sicilia
,
è
stato
indescrivibile
.
Stavolta
sì
che
il
Mezzogiorno
si
sentiva
partecipe
vivo
e
pulsante
della
grande
Italia
dello
sport
fascista
.
La
bicicletta
,
la
lieve
ed
elegante
regina
della
strada
ha
traversato
lo
stretto
,
ha
visitato
le
meraviglie
della
Conca
d
'
Oro
e
della
costiera
da
Messina
a
Catania
,
s
'
è
abbeverata
della
luce
del
Jonio
.
E
peccato
che
la
Sila
leggendaria
l
'
abbia
soltanto
sfiorata
alle
falde
.
Ma
l
'
anno
venturo
,
il
Giro
non
lascerà
da
parte
nessuna
delle
gemme
turistiche
di
regioni
troppo
a
lungo
conosciute
solo
attraverso
la
descrizione
delle
guide
del
Touring
,
del
Baedeker
o
di
articoli
di
terza
pagina
...
Le
tappe
siciliane
,
per
esempio
,
saranno
raddoppiate
.
Abbiamo
detto
:
l
'
anno
venturo
.
E
gli
anni
venturi
appresso
.
Il
vecchio
Giro
d
'
Italia
non
bastava
più
.
Non
può
bastare
.
Il
vecchio
Giro
d
'
Italia
avrà
un
complemento
;
assai
di
più
:
un
fratello
.
Di
pari
grado
,
di
altrettanta
efficacia
sportiva
,
sociale
,
turistica
,
commerciale
.
Commerciale
poi
...
Basti
pensare
che
i
corridori
meridionali
che
hanno
preso
parte
al
Giro
,
e
che
si
sono
comportati
per
giunta
magnificamente
leggi
Aliberti
,
D
'
Amore
,
Patti
marciavano
con
certi
carrettini
che
facevano
sbellicare
dalle
risa
i
loro
più
fortunati
camerati
della
media
ed
alta
Italia
.
Se
dei
corridori
di
professione
usano
di
simili
cavalcature
,
immaginarsi
che
specie
di
velocipedi
devono
essere
in
giro
e
in
uso
per
le
campagne
e
per
i
centri
rurali
.
E
di
biciclette
ci
sarà
sempre
più
bisogno
ora
che
le
condizioni
della
viabilità
in
mezzogiorno
sono
di
tanto
migliorate
e
di
tanto
miglioreranno
ancora
...
Si
era
ventilata
da
qualche
parte
l
'
idea
,
dopo
il
superbo
bilancio
del
primo
esperimento
di
questa
«
Tre
Mari
»
,
di
abbinare
senz
'
altro
il
giro
del
sud
a
quello
del
nord
e
farne
un
unico
giro
.
E
chi
era
per
il
traguardo
d
'
arrivo
e
di
partenza
per
Milano
,
e
chi
per
Roma
.
Non
poteva
non
essere
errore
far
disputare
i
due
Giri
in
una
sola
tirata
e
del
resto
di
questo
parere
s
'
è
dimostrata
la
Federazione
Ciclistica
Italiana
nella
sua
ultima
riunione
.
Lunghissima
,
esasperante
per
gli
organizzatori
e
forse
ingenerante
stanchezza
nel
pubblico
,
nonché
massacrante
per
i
corridori
.
Una
tirata
di
oltre
4000
chilometri
.
E
il
giro
di
Francia
?
e
quello
della
Svizzera
?
Logico
(
dal
punto
di
vista
tecnico
-
organizzativo
,
spettacolare
,
propagandistico
)
che
i
due
Giri
siano
stati
distinti
.
Traguardo
per
il
vecchio
e
glorioso
Giro
resta
Milano
,
e
l
'
Urbe
è
il
traguardo
di
partenza
e
d
'
arrivo
per
il
nuovo
.
E
a
date
differenti
,
ben
distanti
tra
loro
.
Come
già
senza
volerlo
,
si
è
fatto
quest
anno
.
Il
vecchio
Giro
d
'
Italia
disputato
in
maggio
,
lascia
,
come
ha
lasciato
,
margine
libero
per
la
partecipazione
(
o
meno
!
)
al
Giro
di
Francia
.
Terminato
questo
,
e
disputati
in
agosto
Giro
della
Svizzera
e
Campionati
del
mondo
,
il
Giro
del
Tre
Mari
viene
a
riservarsi
il
mese
di
settembre
e
,
forse
con
vantaggio
,
più
la
seconda
metà
che
la
prima
.
Ed
anche
con
alcune
tappe
di
più
di
quelle
quest
'
anno
disputate
.
Verrebbe
così
a
poter
raccogliere
molti
assi
reduci
da
uno
o
magari
tutti
i
Giri
precedenti
e
dai
Campionati
del
mondo
;
e
a
costituire
un
banco
di
rivincite
tanto
più
clamorose
in
quanto
certe
vittorie
e
certe
vicende
nell
'
ambiente
surriscaldato
del
mezzogiorno
hanno
degli
effetti
e
delle
ripercussioni
che
ormai
non
si
verificano
più
in
ambienti
oggidì
saturi
di
ciclismo
e
di
corse
.
Certo
,
il
Giro
dei
Tre
Mari
ha
suonato
la
sveglia
decisiva
per
l
'
Italia
strettamente
peninsulare
.
Con
risultati
profondi
non
solo
per
ciò
che
riguarda
lo
sport
e
l
uso
della
bicicletta
,
ma
le
altre
forme
di
attività
sportiva
,
così
come
è
stato
per
tutto
il
resto
d
'
Italia
,
per
merito
del
vecchio
giro
di
marca
milanese
.
E
non
solo
per
ciò
che
concerne
le
forme
di
pretto
carattere
sportivo
.
Ma
anche
per
quelle
interessanti
quel
turismo
generico
,
che
può
andare
dalla
escursione
montana
,
dalle
manifestazioni
invernali
sulle
nevi
,
ai
soggiorni
climatici
,
alle
gite
collettive
,
al
movimento
turistico
stagionale
od
occasionale
.
Ed
infine
,
per
necessità
di
cose
,
ad
un
generale
miglioramento
e
progresso
delle
condizioni
dell
'
ambiente
;
al
perfezionamento
della
organizzazione
alberghiera
,
che
del
resto
,
ovunque
,
abbiamo
trovato
bene
attrezzata
e
aggiornata
.
E
non
si
dovrebbero
incontrare
difficoltà
di
sorta
per
iniziative
del
genere
.
Lo
spirito
di
ospitalità
delle
genti
del
meridione
è
così
sentito
,
franco
e
spontaneo
,
e
la
«
Tre
Mari
»
ha
suscitato
tanti
entusiasmi
che
siamo
certi
di
trovare
ben
presto
il
più
modesto
paesino
appennino
,
silano
o
delle
Madonie
attrezzato
alla
...
dolomitica
invernale
.
Con
in
più
l
'
impagabile
vantaggio
di
trovarsi
,
per
esempio
,
sulla
Sila
,
autenticamente
al
cospetto
dei
Tre
Mari
,
alla
divinità
del
Mediterraneo
che
solo
la
poesia
di
Omero
e
di
Virgilio
seppero
cantare
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Veduto
il
R
.
decreto
-
legge
5
settembre
1938-XVI
,
n
.
1390;
Veduto
il
R
.
decreto
-
legge
23
settembre
1938-XVI
,
n
.
1630;
Veduto
il
testo
unico
delle
leggi
e
delle
norme
giuridiche
sull
'
istruzione
elementare
approvato
con
R
.
decreto
5
febbraio
1928-VI
,
n
.
877
,
e
successive
modificazioni
;
Veduto
il
R
.
decreto
-
legge
3
giugno
1938-XVI
,
n
.
928;
Veduto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926-IV
,
n.100;
Riconosciuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
di
dettare
ulteriori
disposizioni
per
la
difesa
della
razza
nella
Scuola
italiana
e
di
coordinarle
in
unico
testo
con
quelle
sinora
emanate
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Duce
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
e
Ministro
per
l
'
interno
e
del
Nostro
Ministro
Segretario
di
Stato
per
l
'
educazione
nazionale
,
di
concerto
con
quello
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
A
qualsiasi
ufficio
od
impiego
nelle
scuole
di
ogni
ordine
e
grado
,
pubbliche
e
private
,
frequentate
da
alunni
italiani
,
non
possono
essere
ammesse
persone
di
razza
ebraica
,
anche
se
siano
state
comprese
in
graduatorie
di
concorsi
anteriormente
al
presente
decreto
;
nè
possono
essere
ammesse
al
conseguimento
dell
'
abilitazione
alla
libera
docenza
.
Agli
uffici
ed
impieghi
anzidetti
sono
equiparati
quelli
relativi
agli
istituti
di
educazione
,
pubblici
e
privati
,
per
alunni
italiani
,
e
quelli
per
la
vigilanza
nelle
scuole
elementari
.
Art
.
2
.
Delle
Accademie
,
degli
Istituti
e
delle
Associazioni
di
scienze
,
lettere
ed
arti
non
possono
far
parte
persone
di
razza
ebraica
.
Art
.
3
.
Alle
scuole
di
ogni
ordine
e
grado
,
pubbliche
o
private
,
frequentate
da
alunni
italiani
,
non
possono
essere
iscritti
alunni
di
razza
ebraica
.
è
tuttavia
consentita
l
'
iscrizione
degli
alunni
di
razza
ebraica
che
professino
la
religione
cattolica
nelle
scuole
elementari
e
medie
dipendenti
dalle
Autorità
ecclesiastiche
.
Art
.
4
.
Nelle
scuole
d
'
istruzione
media
frequentate
da
alunni
italiani
è
vietata
l
adozione
di
libri
di
testo
di
autori
di
razza
ebraica
.
Il
divieto
si
estende
anche
ai
libri
che
siano
frutto
della
collaborazione
di
più
autori
,
uno
dei
quali
sia
di
razza
ebraica
;
nonché
alle
opere
che
siano
commentate
o
rivedute
da
persone
di
razza
ebraica
.
Art
.
5
.
Per
i
fanciulli
di
razza
ebraica
sono
istituite
,
a
spese
dello
Stato
,
speciali
sezioni
di
scuola
elementare
nelle
località
in
cui
il
numero
di
essi
non
sia
inferiore
a
dieci
.
Le
comunità
israelitiche
possono
aprire
,
con
l
'
autorizzazione
del
Ministro
per
l
'
educazione
nazionale
,
scuole
elementari
con
effetti
legali
per
fanciulli
di
razza
ebraica
,
e
mantenere
quelle
all
'
uopo
esistenti
.
Per
gli
scrutini
e
per
gli
esami
nelle
dette
scuole
il
Regio
provveditore
agli
studi
nomina
un
commissario
.
Nelle
scuole
elementari
di
cui
al
presente
articolo
il
personale
potrà
essere
di
razza
ebraica
;
i
programmi
di
studio
saranno
quelli
stessi
stabiliti
per
le
scuole
frequentate
da
alunni
italiani
,
eccettuato
l
'
insegnamento
della
religione
cattolica
;
i
libri
di
testo
saranno
quelli
di
Stato
,
con
opportuni
adattamenti
,
approvati
dal
Ministro
per
l
'
educazione
nazionale
,
dovendo
la
spesa
per
tali
adattamenti
gravare
sulle
comunità
israelitiche
.
Art
.
6
.
Scuole
d
'
istruzione
media
per
alunni
di
razza
ebraica
potranno
essere
istituiti
dalle
comunità
israelitiche
o
da
persone
di
razza
ebraica
.
Dovranno
all
'
uopo
osservarsi
le
disposizioni
relative
all
'
istituzione
di
scuole
private
.
Alle
scuole
stesse
potrà
essere
concesso
il
beneficio
del
valore
legale
degli
studi
e
degli
esami
à
sensi
dell'art.15
del
R
.
decreto
-
legge
3
giugno
1938-XVI
n.928
,
quando
abbiano
ottenuto
di
far
parte
in
qualità
di
associate
dell
'
Ente
nazionale
per
l
'
insegnamento
medio
:
in
tal
caso
i
programmi
di
studio
saranno
quelli
stessi
stabiliti
per
le
scuole
corrispondenti
frequentate
da
alunni
italiani
,
eccettuati
gli
insegnamenti
della
religione
e
della
cultura
militare
.
Nelle
scuole
d
'
istruzione
media
di
cui
al
presente
articolo
il
personale
potrà
essere
di
razza
ebraica
e
potranno
essere
adottati
libri
di
testo
di
autori
di
razza
ebraica
.
Art
.
7
.
Per
le
persone
di
razza
ebraica
l
'
abilitazione
a
impartire
l
'
insegnamento
medio
riguarda
esclusivamente
gli
alunni
di
razza
ebraica
.
Art
.
8
.
Dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
il
personale
di
razza
ebraica
appartenente
ai
ruoli
per
gli
uffici
e
gli
impieghi
di
cui
al
precedente
art.1
è
dispensato
dal
servizio
,
ed
ammesso
a
far
valere
i
titoli
per
l
'
eventuale
trattamento
di
quiescenza
ai
sensi
delle
disposizioni
generali
per
la
difesa
della
razza
italiana
.
Al
personale
stesso
per
il
periodo
di
sospensione
di
cui
all'art.3
del
R
.
decreto
legge
5
settembre
1938-XVI
,
n
.
1390
,
vengono
integralmente
corrisposti
i
normali
emolumenti
spettanti
ai
funzionari
in
servizio
.
Dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
i
liberi
docenti
di
razza
ebraica
decadono
dall
'
abilitazione
.
Art
.
9
.
Per
l
'
insegnamento
nelle
scuole
elementari
e
medie
per
alunni
di
razza
ebraica
saranno
preferiti
gl
'
insegnanti
dispensati
dal
servizio
a
cui
dal
Ministro
per
l
'
interno
siano
state
riconosciute
le
benemerenze
individuali
o
familiari
previste
dalle
disposizioni
generali
per
la
difesa
della
razza
italiana
.
Ai
fini
del
presente
articolo
sono
equiparati
al
personale
insegnante
i
presidi
e
direttori
delle
scuole
pubbliche
e
private
e
il
personale
di
vigilanza
nelle
scuole
elementari
.
Art
.
10
.
In
deroga
al
precedente
art
.
3
possono
essere
ammessi
in
via
transitoria
a
proseguire
gli
studi
universitari
studenti
di
razza
ebraica
già
iscritti
nei
passati
anni
accademici
a
Università
o
Istituti
superiori
del
Regno
.
La
stessa
disposizione
si
applica
agli
studenti
iscritti
ai
corsi
superiori
e
di
perfezionamento
per
i
diplomati
nei
Regi
conservatori
,
alle
Regie
accademie
di
belle
arti
e
ai
corsi
della
Regia
accademia
d
'
arte
drammatica
in
Roma
,
per
accedere
ai
quali
occorre
un
titolo
di
studi
medi
di
secondo
grado
o
un
titolo
equipollente
.
Il
presente
articolo
si
applica
anche
agli
studenti
stranieri
,
in
deroga
alle
disposizioni
che
vietano
agli
ebrei
stranieri
di
fissare
stabile
dimora
nel
Regno
.
Art
.
11
.
Per
l
'
anno
accademico
1938-39
la
decorrenza
dei
trasferimenti
e
delle
nuove
nomine
dei
professori
universitari
potrà
essere
protratta
al
1í
gennaio
1939-XVII
.
Le
modificazioni
agli
statuti
delle
Università
e
degl
'
Istituti
d
'
istruzione
superiore
avranno
vigore
per
l
'
anno
accademico
1938-39
,
anche
se
disposte
con
Regi
decreti
di
data
posteriore
al
29
ottobre
1938-XVII
.
Art
.
12
.
I
Regi
decreti
-
legge
5
settembre
1938-XVI
,
n
.
1390
,
e
23
settembre
1938-XVI
,
n.1630
,
sono
abrogati
.
è
altresì
abrogata
la
disposizione
di
cui
all'art.3
del
Regio
decreto
legge
20
giugno
1935-XIII
,
n.1071
.
Art
.
13
.
Il
presente
decreto
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Ministro
proponente
è
autorizzato
alla
presentazione
del
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
15
novembre
1938
-
XVII
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Bottai
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi