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> anno_i:[1910 TO 1940}
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... Ma occorreva anche un Duce magnifico che nella sua spregiudicatezza di italiano moderno volgesse l ' animo a qualcosa di eroico , ad un superamento gravido di avvenire , accettasse ogni alito di vita nuova , avesse tutto il coraggio della concreta attuazione dello stato organico e della nazione corporativa , tanto più meritevole in quanto la sua mentalità e la sua sensibilità in origine non furono sindacalistiche ma piuttosto blanquistiche e romantiche , ossia , nel senso estetico - dinamico , come solo la politica poteva essere rispettabile . Ma Benito Mussolini è insieme un uomo di azione impareggiabile ed un sensorio squisito , uno strumento di precisione delicatissimo , uno psicologo delle masse in - superato , dotato di un intuito geniale a divinare ed occorrendo a seguire ( che è forse maggiore virtù ) tutti gli atteggiamenti e tutta la passione del popolo italiano , e ad accogliere ogni dottrina feconda , il che costituisce proprio la qualità opposta alla mummificazione del dottrinario , il quale non può scostarsi dalla sua dottrina , che si fa apriorismo , domma infecondo , cecità ed incomprensione . Occorreva infine il giurista mistico e puro , un Rocco , mente giuridica di primo ordine , che travedesse di colpo la importanza di tutte codeste materie caotiche , di codesto amalgama ardente in fusione a fucinarlo in sostanza di diritto , a dargli corpo ed anima , forma di legge e di ordina - mento , e riducesse a comando ed a sistema quello che era ancora fiotto di idee , tendenza storica e rinascita di un pensiero politico originario nella stirpe . Tutto questo occorreva , e tralasciamo i particolari , perché il miracolo potesse compiersi , e lo stato corporativo italiano potesse sorgere , ricco di una sua vita autonoma , capace di un ' indefinita evoluzione di idee e di fatti sul terreno sperimentale delle formazioni concrete . Perché cadrebbe in grave errore chi supponesse che tutto fosse oramai definito e che l ' attuale sistema dovesse rimanere immobile , condannato ad un ’ autoammirazione infeconda . Il diritto nello stato è vita , è movimento , è specificazione , è divenire hegeliano che ha già trovato un suo assetto , che è sintesi , ma non come punto di arrivo , bensì come punto di partenza per le ulteriori evoluzioni tendenti a sintesi superiori e più vaste ...
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Visto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926-IV , n . 100; Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana ; Udito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l ' educazione nazionale , di concerto con quello per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo ; Art . 1 . All ' ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative , ai cui studi sia riconosciuto effetto legale , non potranno essere ammesse persone di razza ebraica , anche se siano state comprese in graduatorie di concorso anteriormente al presente decreto ; nè potranno essere ammesse all ' assistentato universitario , nè al conseguimento dell ' abilitazione alla libera docenza . Art . 2 . Alle scuole di qualsiasi ordine e grado , ai cui studi sia riconosciuto effetto legale , non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica . Art . 3 . A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le scuole di cui al precedente art . 1 , saranno sospesi dal servizio ; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole anzidette , gli aiuti e assistenti universitari , il personale di vigilanza delle scuole elementari . Analogamente i liberi docenti di razza ebraica saranno sospesi dall ' esercizio della libera docenza . Art . 4 . I membri di razza ebraica delle Accademie , degli Istituti e delle Associazioni di scienze , lettere ed arti , cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16 ottobre 1938-XVI . Art . 5 . In deroga al precedente art . 2 potranno in via transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica , già iscritti a istituti di istruzione superiore nei passati anni accademici . Art . 6 . Agli effetti del presente decreto - legge è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica , anche se egli professi religione diversa da quella ebraica . Art . 7 . Il presente decreto - legge , che entrerà in vigore alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno , sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge . Il Ministro per l ' educazione nazionale è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 5 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele Mussolini , Bottai , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi
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La situazione natatoria italiana nei confronti internazionali è quale risulta dai nostri piazzamenti ai campionati europei di Londra : pressoché zero nelle prove sia di nuoto che di tuffi ; due risultati incoraggianti nella pallanuoto , quali il 5-3 ottenuto sulla squadra inglese e il 2-I su quella belga ; nonché il 3-4 conseguito nei confronti della squadra olandese . E ci siamo piazzati , al quinto posto , dinanzi alla Francia . Eppure questa situazione di inferiorità denunziata da cifre che parrebbero inoppugnabili non può né deve uniformarsi a rigore matematico . Essa , anzitutto , riflette uno stato di cose ormai sorpassato . I nostri rappresentanti invitati a Londra sono ancora l ' espressione d ' uno sport allo stato empirico , frazionario , discontinuo che come ovunque del resto caratterizza tutti gli inizi . Non sono questi gli elementi che possono avere assimilato e mai assimileranno la quintessenza della tecnica natatoria più perfezionata quale oggi , sotto l ' egida federale , da allenatori valenti si insegna nelle nostre piscine , ormai non più rare e sperdute come per il passato . Magnifici atleti alcuni , non possono più cancellare dai loro muscoli , dalla loro mentalità di sforzo e di lotta quei tali errori di meccanica natatoria che s ' innestarono sin dall ' inizio della carriera . A compiuto sviluppo fisico , a fissazione ormai inveterata di un dato automatismo di movimenti non è più possibile tornare indietro , e , cancellando memoria ed abitudini , ricominciare tutto da capo , riassorbendo in piena verginità di sensazioni e di cognizioni , i canoni della tecnica perfetta , le rifiniture dello stile impeccabile , superredditizio . Ciò non è nelle possibilità umane nel senso fisiologico . Annullarsi per entrare in un clima di perfezione ? Ciò può verificarsi nei campi dello spirito . Ma sul terreno della formazione scheletrica , dallo sviluppo e della plastica muscolare , della tecnicità inesorabile del movimento di traslazione in acqua dai riflessi d ' un immediatezza e d ' una delicatezza decisivi agli effetti della padronanza e della velocità nel liquido elemento , nessuna radicale trasformazione è possibile . Cosicché dai pur magnifici atleti che noi possediamo , ma non più giovanissimi e tanto meno neofiti al primo contatto con l ' acqua delle piscine , noi non possiamo attenderci né pretendere nulla , più di quello che finora hanno fatto . Coloro che finora ci hanno reso come massimo del loro rendimento tempi di 1'3 " sui cento metri stile libero , non scenderanno mai al disotto del già tanto agognato tra noi 1' netto ; e così , in relazione negli altri stili e sugli altri percorsi . Perché non mandare allora i nostri giovanissimi ? Perché siamo in processo di formazione . Sono frutti acerbi che attendono con le dovute cure alla loro maturazione . E faremo in tempo a presentare i nostri prodotti alla Olimpiade di Helsinski , cioè fra un anno e dieci mesi ? Qualcuno forse sì . Siamo ottimisti in proposito . Ci incoraggia a questo ottimismo , non eccessivo , ma neanche facile , il fatto che attraverso le organizzazioni della Gil e del Dopolavoro miriadi di giovanissimi , di ragazzi e di bambini dell ' uno e dell ' altro sesso , si dedicano al nuoto in tutti gli specchi d ' acqua possibili , e nelle piscine di cui il numero si va accrescendo dovunque . E tra i giovanissimi i progressi sono più che rapidi . Un insegnamento tecnico razionale , che eviti gli errori di un empirismo che ci ha rovinato magnifici elementi , esercitato a profitto di ragazzi digiuni sino a ieri di nuoto , ma dal fisico ben predisposto , può benissimo darci fra un paio di anni qualche elemento da Olimpiade . Anche se si tratterà di un sedicenne . Ed a proposito di giovanissimi campioni come alle volte ci parlano taluni risultati dell ' estero vogliamo rilevare che certi risultati apparentemente sbalorditivi quali si ottengono in Danimarca , in Germania , negli Stati Uniti sono invece il prodotto rigorosamente logico di questi fattori : 1 ) il grandissimo numero di praticanti le piscine ; 2 ) la giovanissima età della maggior parte di questi praticanti , dei quali non pochi , ad appena cinque o sei anni , già sfoggiano una perfezione ammirabile di movimenti ; 3 ) l ' insegnamento veramente razionale e scientifico di cui sono oggetto gli allievi . E , infine , l ' ambiente di entusiasmo e di passione in cui tutti questi « delfini » , maschi e femmine , si muovono , crescono e si abituano alle gare , educando , temperando ed affinando senso agonistico , e corazzando il loro sistema nervoso contro tutte le sorprese , di gara , di acqua e di ambiente . Da noi non è ancora così . Comincia adesso ad essere così . Ci troviamo in forte svantaggio di tempo , di quantità e di qualità . Ma è anche uno svantaggio che può recuperarsi rapidamente , secondo le ben conosciute doti di prontezza e di elasticità fisiologiche e psicologiche della razza . Già un esempio palmare in argomento lo abbiamo avuto negli stessi recenti campionati europei a Londra . Dove siamo regolarmente rimasti eliminati nelle prove di percorso a cui abbiamo partecipato ; e nelle prove di tuffi abbiamo conseguito soltanto un settimo posto , che , del resto , dato il valore dei concorrenti non è da disprezzarsi . Però , nella pallanuoto , anche se abbiamo dovuto registrare un pesante 9-0 inflittoci dall ' Ungheria maestra assoluta del giuoco abbiamo tuttavia conseguito tre risultati ( due vittorie ed una sconfitta già innanzi citate ) che denunziano non indifferenti possibilità nostre , allo stato latente è vero , ma che altro non chiedono che di essere raccolte , concentrate e fuse nel dovuto modello e strumento di battaglia . E tali onorevoli risultati non sono proprio l ' esponente di cognizioni tecniche e di abilità di manovra apprese negli allenamenti e nelle partite in casa e qualche volta rara volta fuori casa , ma lì per lì , sul posto , sul terreno stesso , o meglio sull ' acqua , della competizione di campionato . Sono andate male le prime uscite , ma ci si è ambientati e perfezionati subito , e si sono sfoggiati numeri e punteggi senza dubbio sorprendenti . C ' è da scommettere che se fosse dato di ricominciare da capo il torneo di pallanuoto , il « sette » azzurro giuocherebbe senz ' altro un ruolo di prim ' ordine . E allora se tanto si può ottenere in sede stessa di campionato , in un giuoco è vero dove oltre la velocità , hanno loro importanza anche il guizzo , l ' estro , l ' intelligenza agonistica e cioè qualità innate degli « azzurri » , qualche cosa di effettivamente buono si potrà anche ottenere in questi due anni di sempre più intensa e sempre meglio organizzata attività natatoria . Qualche cosa , si intende , rappresentata da qualche prodotto che ad Helsinski possa ottenere piazzamenti utili ai fini di un punteggio generale , eliminando il netto passivo che per noi il nuoto ha rappresentato nelle precedenti Olimpiadi . E - dato che l ' elemento femminile nel nuoto si è decisamente confermato più precoce di quello maschile - con particolare riferimento alle possibilità delle nostre ondine . Cui deve pur sorridere la eventualità di allori olimpionici vista la fortuna che essi hanno portato a tutte le ragazze vincitrici di Giuochi Olimpici ... Fortuna meritata e che poco ha di inferiore ai grandi premi che si possono conseguire nel regno dell ' arte , della scienza , tanto più che non sarà mai il nuoto , positivamente praticato , a togliere nulla alla cultura : con in più la prerogativa di aggiungere molto alla bellezza , al vigore fisico nonché alla capacità procreativa del sesso . Ma un altro argomento prettamente tecnico che strettamente interessa l ' intera questione del nuoto in Italia , come sport in genere e come titolo qualitativo delle prestazioni dei suoi praticanti e dei suoi campioni in particolare , un altro prezioso fattore di successo bisogna curare : quello della assidua , pur se in apparenza temeraria , partecipazione alle gare all ' estero , anche le più ardue , dove convengono i campioni della più eccelsa classe internazionale . È accaduto già per il canottaggio e per la scherma due anni or sono ne scrivemmo in proposito che si inviavano i nostri esponenti all ' estero solo dopo accurato calcolo di nostre probabilità di successo . L ' esito di questi calcoli troppo prudenziali in fatto di sport , fu che diradammo via via le nostre presenze fuori casa e presto ai successi , nonostante tutti i calcoli , seguirono le cosidette sorprese e le sconfitte . Bastò che cambiassimo sistema , perché dopo un certo periodo di difficoltà canottieri e schermidori azzurri tornassero a brillare dell ' antica luce . E certe competizioni internazionali furono inoltre affrontate con elementi giovanissimi , tratti da leve recentissime , dopo nemmeno due anni di insegnamento e di tirocinio ... Del resto è arciprovato che si apprende assai più in una lezione di tecnica e di combattimento sportivo ricevuta sul terreno in mezzo a grandi campioni che in anni di preparazione casalinga . Così deve essere nel nuoto . I nostri pallanuotisti hanno imparato più nelle loro giornate londinesi che in anni di carriera . Per i nostri nuotatori e tuffisti è stato certamente altrettanto . E se ormai e età e carriera a taluno di essi non consentiranno più miglioramenti a vista , consentiranno però spiegare molte cose ai loro compagni rimasti in Italia . Bisogna andarli a cercare certi confronti . Sono le lezioni più efficaci . E più se ne ricevono e più se ne farà tesoro . L ' elemento per trarne profitto non ci manca davvero . Ma classe e possibilità naturali resteranno pressoché inespresse se gli atleti non vengono lanciati nel più vivo della giostra . Del resto il pedaggio del noviziato tutti debbono pagarlo e nessuno può non riconoscere che il nostro nuoto , per l ' appunto , si trova in tale periodo . Ed infine le sconfitte sportive ( quando poi si sa che si sta lavorando seriamente per migliorare e proprio per questo si affrontano paragoni anche ardui per vedere ed imparare ) non compromettono nessuna reputazione . Ed un rilievo ancora , importantissimo : nel nuoto gli effetti dell ' emozione , dell ' incertezza nelle proprie risorse , dell ' ambiente diverso se non avverso , in connubio col freddo si sentono assai più che in altri sport , e per la necessaria assuefazione è condizione fondamentale essere degli assidui delle frigide e ardue piscine del nord Europa , dove per d ' appunto si tiene per ora accademia di eccellenza . In tempo più breve del supponibile , stile , rendimento , disinvoltura e temperamento dei nostri « tritoni » e delle nostre e ondine e si porteranno al livello necessario per battersi ad armi pari con maestri e dominatori di oggi .
VELE AZZURRE SU TUTTI I MARI ( BOSCOLO-ANZOLETTI A. , 1938 )
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Quando nei primi giorni del marzo scorso , durante le regate genovesi , ci vedemmo involata la bella « Coppa Italia » , pensammo e con noi tutti gli amatori dello sport velico se non fosse giunto il momento doloroso dell ' offuscamento della nostra vittoria olimpionica . Per noi non potevano infatti valere i successi ottenuti nella « Duca degli Abruzzi » , nella « Pozzani » , nella « Direzione R . Y . C . I . » e nelle altre competizioni che facendo corona alla nostra sconfitta segnarono altrettante affermazioni azzurre . Ma ecco che per ogni sconfitta lo sport italiano leva contro dieci vittorie e mentre son noti i provvedimenti presi dalla R.F.I.V. per poter tentare la riconquista materiale della « Coppa » involata , provvedimenti cui accenneremo più compiutamente altra volta , la nostra marina velica da diporto corre sulle acque d ' ogni paese per vendicar l ' insuccesso . Si potrà dire che le vittorie del « Miranda II » a Mentone , a Monaco , a Juan les Pins , a Cannes non possono valere il riscatto , ma ecco la serie di premi collezionati dal « Bona » nella riviera francese ed ancora i successi a ripetizione di Mario Perretti con la sua fragile stella « O sole mio II » , tutti allori strappati in acque straniere e che possono in un qualche modo , se non proprio completamente , dolcificare il molto amaro trangugiato dopo le regate genovesi del marzo ultimo . Quello che fa più piacere tuttavia è il constatare come i nostri velisti , lungi dall ' abbattersi per la sconfitta subita nella importantissima competizione , sono stati in questi ultimi tempi d ' una attività addirittura eccezionale . Dal napoletano alla riviera Ligure , al golfo veneto - giuliano è stato tutto un continuo veleggiare , un continuo succedersi di regate che hanno animato senza posa gli specchi d ' acqua d ' ogni regione . A Chioggia poi s ' è corsa una bella interessantissima regata che ha raccolto - suddivise in tre distinte categorie di bragozzi , bragozzetti e battelli a pizzo qualcosa come duecento barche da pesca che han finito la loro gara nel veneziano bacino San Marco parato a festa e vivo di luminarie . Ma a noi oltre che rilevare l ' attività della nostra marina interessa molto rievocare quelle che sono state le affermazioni maggiori delle vele azzurre che contano oggi fra mezzo a loro il « campione europeo delle stelle » . Straulino infatti , l ' abilissimo tenente di vascello Agostino Straulino dello Sport Velico della Regia Marina , è riuscito - con la sua imbarcazione di completa costruzione italiana a conquistare il titolo di « campione europeo delle stelle S . I . » . Il titolo , che fu già nostro per merito di Federico Giannini ( 1934 ) e Guido Postiglione ( 1935 ) , ritorna ora a noi dopo che la Germania lo ha posseduto per due anni consecutivi grazie alle prodezze di Hütschler prima e Bischoff poi . La vittoria è tanto più significativa in quanto nella specialità essa rimette in testa la nostra marina che si è aggiudicata il titolo in tutto tre volte contro due della Germania ed una ciascuna della Francia e della Spagna . Che Straulino andasse forte del resto lo si sapeva anche fuori d ' Italia giacché nei primi giorni di luglio , durante le regate di Hankow , con il suo « Vega II » era riuscito a strappare una significativa vittoria classificandosi nelle quattro prove rispettivamente terzo , primo e settimo e primo ancora risultando perciò vincitore netto davanti alle più veloci imbarcazioni tedesche e norvegesi tra le quali ultime era il « Norna » del principe Olav . Il successo di Kiel , venuto a breve distanza dall ' alloro di Hankow , ha riconfermato in pieno perciò la indiscussa superiorità dell ' italiano su tutti i piloti europei in quanto al raduno tedesco erano presenti ben 18 barche rappresentanti sei nazioni . Avendo a manovratore il sottotenente di vascello Flaminio Micheli , il « Polluce » guidato da Straulino ha iniziato quietamente con un terzo posto nella prima regata dietro all ' olandese Maas ed al francese De Kerviller e precedendo l ' altro pilota italiano Salata . Nella seconda prova , però , le qualità dei nostri piloti sono subito rifulse con un secondo di Salata ed un terzo di Straulino , classifiche portanti in testa i nostri due rappresentanti alla pari col francese De Kerviller e del tedesco Hütschler , già campione europeo e vincitore della seconda prova . Sfavorevole agli azzurri è stata invece la terza prova , con un settimo posto di Straulino ed un ottavo di Salata , malgrado essa permettesse ad un altro italiano Fago di mettersi in luce piazzandosi al terzo posto . Dopo questa prova la classifica generale portava i nostri due maggiori velisti rispettivamente dietro all ' olandese Maas che guidava con appena un punto di distacco . La ripresa piena è venuta però nella quarta prova durante la quale Straulino con un secondo posto e Salata con un quarto avevano la possibilità di passare a guidare la classifica generale . Il successo italiano era pertanto ormai delineato e con l ' ultima prova Straulino , piazzatosi al terzo posto , concludeva vittoriosamente il campionato europeo . Vittoria netta che non ammette discussioni e che da sola vale a ripagarci delle amarezze primaverili anche perché il successo di Straulino è stato completato da un significativo terzo posto di Salata . Tra i nostri due rappresentanti è riuscito ad incunearsi infatti solo l ' olandese Maas mentre i tedeschi , già dominatori incontrastati , hanno dovuto accontentarsi di dividere il terzo posto di Hütschler con il nostro Salata piazzatosi dietro ai due Weiss . È questa la vittoria della volontà , ma è anche la vittoria della scuola giacché la nostra è stata una superiorità non certo individuale ma una superiorità di indirizzo non fosse altro anche almeno per il fatto che pure nella disputa della cc IV Coppa Internazionale delle marine da guerra » , ove era in palio tra undici nazioni il « Premio Hindemburg » offerto da Hitler , la nostra vela anche non vincendo si è affermata in modo davvero brillante . La barca italiana infatti , con a bordo la coppia Salata - Maggi , dopo essersi piazzata tre volte al secondo posto , una volta al quinto ed una al primo , ha finito per risultare seconda dietro alla Germania e precedendo nell ' ordine : Inghilterra , Francia , Olanda , Svezia e barche di altre cinque marine . Sono queste le affermazioni dei nostri velisti , affermazioni colte contro avversari d ' ogni paese e correndo sulle acque poco conosciute di altre marine , vittorie che hanno quindi il crisma della volontà tutta fascista che anima ormai compiutamente tutti gli atleti italiani . Ed è per questa certezza che in noi la riconquista della « Coppa Italia » è più di una speranza , per voi piloti azzurri l ' imperativo dev ' esser categorico perché accanto alle affermazioni più luminose si realizzi la grande riconquista .
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Il 21 Aprile i lavoratori e i produttori italiani conosceranno i principi costitutivi della Carta del Lavoro . Il documento , come è stato già detto , non ha un contenuto giuridico di carattere formale , ma vuole essere , all ' infuori della legge , una base di orientamento di tutta la vita del lavoro . La Carta del Lavoro si presenta perciò con un aspetto tutto originale e con un carattere spiccatamente e decisamente rivoluzionario . Superamento dei Diritti dell ' Uomo Poiché il Regime fascista compie oggi una solenne dichiarazione di diritti , vi sarà certamente chi vorrà porre l ' atto odierno a confronto con i " Diritti dell ' Uomo " e tutte le conquiste della Rivoluzione Francese . Vediamo in quale luce storica si presenta la Carta del Lavoro nei confronti dei Diritti dell ' Uomo . Essa acquista un indubbio e deciso significato di superamento . I lavoratori e i produttori di oggi , nel nostro e negli altri paesi , prima di essere cittadini furono uomini e come uomini furono schiavi . Il crollo della società feudale fu una grande conquista dello spirito umano , che dette forma di dignità civile alla lotta politica e affermò il concetto della Nazione , come patrimonio della collettività . Negare il beneficio di quelle conquiste significherebbe negare la storia . Ma vediamo in quale concetto la Carta del Lavoro rappresenta il superamento , lo svi - luppo storico e non l ' antitesi della Rivoluzione francese . Gli " immortali principii " rappresentavano soprattutto una affermazione egualitaria . Oggi la Rivoluzione Nera compie anche un ' affermazione egualitaria proclamando la parità di tutti i cittadini come produttori e come lavoratori . Oggi il Fascismo afferma i diritti del lavoro e la supremazia assoluta della Nazione sui cittadini . Né l ' uno né l ' altro concetto sono in antitesi alla Rivoluzione francese , in quanto né alcuna parità dei cittadini come lavoratori potrebbe esistere se non si riconoscesse come cosa ovvia l ' uguaglianza dei cittadini quali uomini , né potrebbe esistere supremazia di Nazione dove esisteva una supremazia di caste . Perciò la Carta del Lavoro , nel suo concetto egualitario e nell ' affermazione dei diritti del lavoro , non è una antitesi , ma un superamento dei Diritti dell ' Uomo ...
DOPO I CAMPIONATI ATLETICI D'EUROPA ( BURATTI GIOVANNI , 1938 )
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Il bilancio che s ' usa fare a chiusura di un periodo di lavoro questa volta non risulta in attivo per gli italiani . I Campionati d ' Europa , banco di prova severo ove si misura con un metro assai pratico , quello dei risultati , il progresso tecnico e qualitativo delle Nazioni europee , messesi d ' impegno per contenere la supremazia americana e frenare l ' invadente progresso dei giapponesi , ci han rimandati a casa senza un titolo che appaghi la nostra ambizione e che premi i nostri atleti . Teoricamente le cose sono andate male : la vittoria è il segno che esprime una superiorità di metodo , di volontà . Questa vittoria noi non l ' abbiamo , eppure non ci sentiamo per nulla inferiori a chi nell ' indice numerico dei primi posti ci sopravanza ma non ci eguaglia nel totale . All ' infuori del conteggio delle vittorie vi è da guardare anche a qualche altra cosa e cioè alla quantità dei risultati complessivi e alla loro qualità . Ci possiamo noi sentire inferiori ad esempio alla Francia che si onora di un titolo europeo colto con un atleta d ' eccezione e non figura poi in nessun altro dei posti d ' onore ? Rispetto ai primi campionati d ' Europa , quelli di Torino del 1934 , l ' Italia nella classifica per Nazioni mantiene il suo posto pur avendo sceso un gradino . Quarta allora e quinta oggi , ma con questa differenza : che a Torino l ' Inghilterra era assente ed in questo tempo s ' è presentata alla ribalta del mondo atletico una Svezia che già nel 1935 a Berlino nell ' incontro a cinque fra Germania , Italia , Ungheria , Svezia e Giappone , aveva dimostrato di essere in progresso , un progresso poi confermato alle Olimpiadi del '36 e sanzionato otto giorni prima di questi campionati d ' Europa a Stoccolma dove la squadra svedese , a programma completo , perdeva di fronte alla strapotente Germania con un distacco di soli otto punti . Non c ' è davvero da spargere cenere e lacrime sui risultati di Parigi , c ' è invece da consolarsi per quanto i nostri ragazzi hanno saputo fare : i nostri ragazzi di vent ' anni , quelli dell ' ultima leva , quelli ai quali affideremo la maglia azzurra per le Olimpiadi . I campionati d ' Europa vanno presi per quel che sono : una interessante rassegna , un confronto pieno di utilità , un ponte di passaggio fra una Olimpiade e l ' altra . Non si deve svalutarne il contenuto , ma neppure innalzarli al di sopra della loro giusta misura . Siamo partiti per Parigi non avendo che sei uomini di punta : Mariani , Lanzi , Beccali , Beviacqua , Maffei , Oberveger ; gli altri 24 ( ad eccezione di due o tre anziani per i quali i campionati rappresentavano forse l ' ultima soddisfazione e l ' ultimo premio ) costituivano la schiera dei giovani dai quali non si attendevano miracoli perché in materia di atletica i miracoli non esistono , ma si voleva che prendessero lievito di passione ed acquistassero esperienza d ' arte e di tecnica . Ed i giovani non han deluso : taluni di essi ci hanno dimostrato , raggiungendo quote insperate , che forse siamo più avanti di quello che non ci si immaginava . Lasciamo quindi da parte i piagnistei e abbandoniamo a se stesse le prefiche dagli occhi ottusi e abbiamo fiducia piena in questa gioventù che sotto i segni del Littorio esprime pienezza di vita e ardore di fede . Che cosa han fatto i nostri sei moschettieri ? Sarà bene dire avanti quel che essi potevano fare . Gli unici che a nostro avviso avevano piena possibilità di vincere erano Lanzi , Maffei , Oberveger : tempi e misure parlavano in loro favore . Più aspro il compito di Mariani , difficilissimo quello di Beccali , impossibile la vittoria di Beviacqua chiuso sulla carta da almeno quattro uomini . Alla prova pratica noi abbiamo perduto tre titoli che potevano benissimo venire all ' Italia : quello dei m . 100 , quello del salto in lungo , quello del disco . Il bilancio degli azzurri è il seguente : Quattro secondi posti : m . 100 Mariani , m . 10.000 Beviacqua , disco Oberveger , salto in lungo Maffei . Due terzi posti : Lanzi m . 800 , Beccali m . 1500 . Un quarto posto : staffetta 4 x 100 , avuta a Milano , otto giorni dopo le gare di Parigi , nella grande riunione internazionale che ha avuto il potere di raccogliere all ' Arena 24.000 persone , un primato anche questo . Oberveger e Maffei si sono presi una netta rivincita , il primo lasciando a netta distanza Schöreder e con una misura ( metri 50,25 ) assai superiore a quella del tedesco nel campionato d ' Europa , il secondo ha inchiodato Leichum al posto d ' onore e se il risultato tecnico non è stato altrettanto brillante come quello di Parigi la colpa è della pedana troppo molle per la pioggia che la vigilia aveva quasi devastato lo stadio milanese . Oltre queste rivincite , anelate ed ottenute , altre due erano in palio a Milano : negli 800 metri fra Harbig e Lanzi , nei 150 fra Wooderson e Beccali . A Parigi la gara di Lanzi è stata una gara non incomprensibile nello svolgimento ma nel risultato . Assente Wooderson sembrava che finalmente l ' azzurro avrebbe dovuto aver via libera per una grande affermazione per quanto la minaccia di Harbig non fosse sconosciuta . Lanzi era già andato sotto agli 1'51 " il che non era riuscito a Harbig , Lanzi era il secondo campione olimpionico e soltanto l ' inglese quest ' anno era riuscito a realizzare un tempo migliore del suo : il primato del mondo ! Un passaporto in regola quindi ed invece un risultato non conforme a quel che Lanzi può fare . Si è detto che egli ha sbagliato tattica , ci diceva Lovelok che Lanzi si era « suicidato » col passare i 400 metri in 53 " 3/I0 . Nessun suicidio , nessun sbaglio di tattica : un errore invece scontato a caro prezzo . Fattosi chiudere in partenza , obbligato a navigare quasi nelle posizioni di coda per cento metri , Lanzi è scattato all ' uscita della prima curva per poter passare in testa e fare l ' andatura . La gara doveva esser da lui condotta a forte andatura , egli doveva gareggiare sul tempo per sfiancare Harbig ben sapendo quanto forte sia lo spunto finale del tedesco e come egli manchi invece di questa punta di velocità . Quindi non sbagliò di tattica ma invece fu errore lo scatto fatto in modo sì repentino per portarsi in testa , scatto che lo ha poi « imballato » in modo da fargli risentire lo sforzo prematuro nel finale quando non ha potuto reagire neppure al francese che alla corda lo sorpassava . Nulla da dire quindi sulla sconfitta ma sul modo come essa è venuta è giusto discuterne . Si aggiunga che quest ' anno Lanzi non è mai stato nella pienezza della forma , che è apparso troppo pesante nel passo per una gara sì veloce e questo è dovuto anche al fatto di un non completo allenamento . Lanzi è di quegli atleti che hanno bisogno di molto lavoro non solo in vista di una gara , ma per tutta l ' intera stagione e non va dimenticato che proprio nel pieno della preparazione ha dovuto troncare ogni cosa a causa di un grave lutto famigliare . A Milano s ' è avuta la prova che Lanzi non si era e suicidato e con la tattica di Parigi , qui la condotta di gara fu tutta a favore dell ' azzurro , il quale tentò a 200 metri di sorprendere Harbig con uno scatto deciso ma la velocità finale del tedesco neutralizzò l ' attacco e gli consentì di vincere come a Parigi con la sola variante che a Milano il tempo ottenuto fu peggiore di quello del campionato europeo . Di altro tipo la sconfitta di Beccali scontata in partenza per l ' intervento di Wooderson . Il nostro atleta sapeva già quanta difficoltà presentava la gara ed è da ammirare il fatto che egli abbia voluto essere presente lo stesso , egli campione olimpionico , primatista mondiale e che a trentun anno è ancora un esempio di passione e di fede . Beccali meritava il secondo posto e se lo sarebbe aggiudicato senza l ' incidente capitatogli all ' imbocco del rettilineo d ' arrivo mentre tentava di sorpassare Hartikka all ' esterno e veniva arrestato nella sua azione dal belga Mostert che poi doveva tagliare il traguardo nella scia del vincitore . Appunto per questo tanto più ingiusti ci sono apparsi quei fischi isolati che hanno accolto Beccali quando è salito sul podio per la premiazione in quanto Beccali è stato campione di atletica e sarà sempre un campione di lealtà . Milano ha confermato che Wooderson è imbattibile e che Beccali resta ancora il nostro elemento migliore . Ma c ' è stata una gara che ci ha ripagati ad usura di tante speranze svanite e di tante sfortune : quella dei 10 chilometri di corsa per merito di quel prodigioso ragazzo che si chiama Beviacqua . Una gran fiamma ci ha scaldato il cuore nel seguire l ' impari duello fra il gigantesco finlandese Salminen , campione e primatista mondiale , e il nostro piccolo rappresentante . Il campionato d ' Europa si può ben definire il campionato del mondo che né l ' America e forse neppure il Giappone hanno oggi uomini da poter opporre ai migliori specialisti del vecchio continente . C ' è stato sì a Berlino quel Murakoso che seppe tener testa ai finlandesi , ma neppur lui è riuscito a fare quel che ha fatto Beviacqua , cioè a impegnare a fondo Salminen che in cuor suo per un attimo deve aver dubitato di poter restare in piedi sul suo piedistallo di gloria . C ' erano in campo Syring , Szilagyi , Tillman , oltre al finlandese , cioè gli uomini realmente i migliori del mondo e contro costoro , solo , tenace , prepotente s ' è battuto l ' azzurro strappando , è la parola esatta , l ' applauso alla folla parigina , a questa folla che si infiamma se un francese riesce a spuntarla per salvarsi dall ' ultimo posto , ma che resta quasi indifferente in ogni altra occasione . Dieci chilometri , una corsa estenuante dove sembrerebbe che la sola potenza della forza potesse aver ragione ed invece è stata il trionfo della logica e dell ' intelligenza espresse da un italiano . Questo secondo posto vale per noi più di una vittoria , esso ci ripaga di quel che abbiamo sofferto in altre gare , del disappunto per altre mancate affermazioni magari più onorifiche ma che non avrebbero espressa con tanta eloquenza la volontà fiera della razza italiana . Ma oltre a queste sei gare nelle quali noi allineavamo gli nomini migliori ve n ' era una che ci stava particolarmente a cuore : quella della staffetta 4 x 100 . Vi era da difendere il secondo posto di Berlino che ci faceva virtualmente i migliori d ' Europa , un prestigio quindi da salvaguardare , un titolo da consolidare . Non ci siamo riusciti e per colpa nostra . Il quartetto del '36 , già privato di Ragni , ha mostrato che ha bisogno di altre sostituzioni , come del resto la prova supplementare dell'11 settembre a Milano , ha confermato . Malissimo anche i cambi nella 4 per 400 e in questa specialità è necessario lavorare parecchio per rinfittire le schiere poiché manchiamo di uomini che abbiano nelle gambe tempi da competizioni internazionali . Dorascenzi è in questa specialità una nostra speranza e Missoni con un cauto lavoro potrà esser riportato alla forma dimostrata lo scorso anno . Son due ragazzi di venti anni ed hanno tempo per assodare le ossa . Capitato nella più dura delle semifinali dei 400 ostacoli l ' universitario Russo , pur finendo al terzo posto e rimanendo escluso dalla finale , s ' è messo in luce per l ' ottimo stile sull ' ostacolo e per il tempo realizzato che fu migliore degli altri due secondi arrivati nelle altre semifinali . I tempi della finale confermano questo giudizio . Del resto in fatto di stile tutti i nostri si son dimostrati fra i migliori e molti di questi giovani non hanno potuto realizzare di più un po ' per mancanza di esperienza in gare importanti un po ' appunto perché non sono giunti ancora nella piena loro maturità fisica . Ricorderemo così De Maestri , giovane fascista , classificato quinto nella marcia dei 50 chilometri , Migliaccio settimo nei 3000 ostacoli , Daelli uno dei migliori nella staffetta 4 x 100 , il lanciatore di peso Profeti classificatosi settimo , ed infine l ' altra grande nostra speranza : un altro giovane fascista : Consolini . Il veronese che da soli 15 mesi lancia il disco è ormai un elemento di massima sicurezza sui 48 metri ed il quinto posto di Parigi è la conferma che moltissimo ci si può attendere da lui quando avrà completamente assimilato lo stile di lancio . Ma l ' elenco dei giovani non è chiuso : ecco Turco , altro universitario , al quinto posto nel salto triplo con la bella misura di M . 14,64 che ha preceduto l ' altro universitario Bini recente primatista italiano , ecco Romeo che vinta la crisi morale che lo ha colpito nel periodo di preparazione , ha saltato con l ' asta m . 4 cioè quanto il secondo classificato e che è elemento da poter arrivare con facilità ai 4,10 , ed ecco De Florentis questo non più giovanissimo ma neppure da considerare un anziano , che alla sua prima prova sulla maratona ci ha rassicurati sulla tenuta , della distanza giungendo in buone condizioni di freschezza ed in un tempo davvero non disprezzabile . Che a Parigi sia scaturito il maratoneta per l ' Olimpiade del 1940 ? Lippi , Gobbato , Balbusso gli anzianoni della compagnia , meritano una parola di schietto elogio più che per i risultati conseguiti per la disciplina , la volontà e lo spirito di sacrificio dimostrati .
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La partecipazione italiana ai primi Campionati d ' Europa femminili , tenuta in limiti modesti per l ' assenza della Valla e la dubbia presenza in gara della Testoni , si è in definitiva risolta con una assai lusinghiera classifica collettiva e con brillanti risultati delle nostre atlete . A voler fare un confronto con quello che han fatto a Parigi i maschi sono ancora una volta le donne ad avere la meglio così come avvenne alle Olimpiadi di Berlino . Un titolo europeo ed un primato mondiale eguagliato ( Testoni : corsa m . 80 ostacoli ) , un terzo posto ( staffetta 4 x 100 ) , un sesto ( Gabric : lancio del disco ) , due noni posti ( Pento : salto in lungo ; Piccinini : getto del peso ) costituiscono per la ridotta pattuglia delle nostre otto atlete un bilancio davvero ottimo e che le colloca al quarto posto , a pari merito con l ' Inghilterra , nella classifica per Nazioni dietro alla Germania , Polonia e Olanda . Quando si pensi che la Polonia deve tutto alla Walasiewicz vincitrice dei 100 e 200 piani , seconda nel salto in lungo , sesta nel giavellotto , e per merito esclusivamente della quale la Polonia si è classificata al secondo posto nella staffetta 4 x 100 , vi è da esser davvero soddisfatti di quello che a Vienna s ' è ottenuto . Infatti ad eccezione della Testoni e della Gabric per le altre sei ragazze si trattava di scendere per la prima volta a confronti di tanta importanza e non vi era perciò da aver pretese maggiori . La Testoni per la quale erano le nostre maggiori preoccupazioni ci ha data invece la grande gioia di vincere e di ottenere un risultato tecnico eccezionale . Sono oggi in quattro le atlete a dividersi l ' onore del primato mondiale sui m . 80 ostacoli e fra queste due italiane : Valla ( Berlino ) e Testoni ( Vienna ) . A quando la bella per il nuovo primato ? L ' azzurra partita per Vienna , più come accompagnatrice che come gareggiante , fu sottoposta la vigilia dei campionati ad una prova durante l ' allenamento compiuto dalla intera squadra e dopo della quale , constatata la buona efficienza fisica , ne venne decisa la partecipazione . Accoppiata in batteria con quella Galius che era la grande favorita , la Testoni vinceva agevolmente ed in finale essa grazie al suo stile perfetto ed al suo finale velocissimo trionfava in maniera nettissima . Un vivo elogio va pure alle ragazze del quartetto della staffetta 4 x 100 ( la Testoni appunto per le sue precarie condizioni fisiche che per quindici giorni l ' avevano obbligata ad interrompere l ' allenamento , non vi partecipava ) che fino all ' ultima frazione erano riuscite a conservare il secondo posto che poi perdevano malgrado la tenace difesa dell ' Alfero contro il « fenomeno » Walariewicz . La Germania è stata la grande trionfatrice : su nove gare essa ne ha vinte sei , due vittorie sono andate alla Polonia , una all ' Italia . In talune prove le tedesche si sono accaparrate i primi tre posti ( disco e giavellotto ) nel peso il primo e secondo . In quattro prove individuali la Germania ha collocate in finale tutte le sue rappresentanti ed un paio nelle altre due . Inoltre la tedesca Ratjen ha migliorato il primato mondiale del salto in alto portandolo a m . 1.70 . Un complesso formidabile e che conferma anche in questo campo la superiorità europea della Germania . Alle atlete italiane spetta un altro primato : quello della grazia e della femminilità . E fra tanti « fenomeni » donneschi che si son veduti a Vienna è questo un titolo che a noi fa particolarmente piacere .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Veduto il testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla istruzione elementare , post - elementare e sulle opere di integrazione , approvato con il R . decreto 5 febbraio 1928 - VI , n . 577 , e successive modificazioni ; Veduto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926 - IV , n . 100; Riconosciuta la necessità assoluta ed urgente di dare uno speciale ordinamento alla istruzione elementare dei fanciulli di razza ebraica ; Udito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del nostro Ministro Sottosegretario di Stato per l ' educazione nazionale , di concerto con quello per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite a spese dello Stato speciali sezioni di scuola elementare nelle località in cui il numero di essi non sia inferiore a dieci . I relativi insegnanti potranno essere di razza ebraica . Art . 2 . Le comunità possono aprire , con l ' autorizzazione del Ministero per l ' educazione nazionale , scuole elementari , con effetti legali , per i fanciulli di razza ebraica . Per gli scrutini e per gli esami nelle dette scuole il Regio provveditore agli studi nomina un commissario . Nelle scuole elementari di cui ai comma precedenti , sono svolti i programmi stabiliti per le scuole di Stato ; salvo per ciò che concerne l ' insegnamento della religione cattolica . Art . 3 . Nelle scuole elementari per i fanciulli di razza ebraica sono adottati i libri di testo di Stati , con opportuni arrangiamenti , approvati dal Ministero dell ' educazione nazionale . Le spese relative sono a carico delle comunità israelitiche . Art . 4 . Il presente decreto , che andrà in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno , sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge . Il Ministro proponente , è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 23 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele Mussolini , Bottai , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi
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Abbiamo avuto , e si protrarrà ancora sino a novembre , una annata ciclistica di intensità particolare . Non è mancato il lavoro ai nostri professionisti , ai dilettanti e categorie minori . Non siamo stati fortunati ai Campionati del Mondo è vero , ma abbiamo già spiegato che ci sono state delle ragioni e delle contingenze di assoluto sfavore per noi in questo caso . A parte s ' intende , il valore altissimo di avversari , che nel loro clima e nei loro percorsi avevano pure il diritto di dire la loro parola . Né può essere la mancata affermazione sul Velodromo di Amsterdam e sul Circuito di Valkenburg a distruggere il valore e l ' eco delle affermazioni azzurre nei Giri di Francia e di Svizzera . Con ogni probabilità una scelta più indovinata degli elementi da portare alla massima competizione mondiale ci avrebbe consentito soddisfazioni anche a Valkenburg ; specie nei dilettanti troppi valori di primo piano sono stati trascurati : la riprova l ' abbiamo nel G . P . Libero Ferrario , dove si marcia con disinvoltura a media di40 all ' ora . Ma , del senno di poi ... Comunque l ' attività eccezionale che abbiamo avuto in casa , sia di carattere internazionale , come nazionale o di zona , non mancherà di procurare frutti saporosi per l ' avvenire . Si è indubbiamente seminato in profondità e su vasta superficie ; non farà difetto a suo tempo il buon raccolto . Ma quello che ha degnamente coronato l ' attivissima annata che ormai volge al termine , è stato il Giro dei Tre Mari . Questa nuova competizione a tappe ha conquistato di colpo la sua laurea di avvenimento nazionale , è diventato popolare come il più acceso e celebrato dei Giri d ' Italia . Ne è il suo complemento naturale e necessario . Si è avvertita questa funzione del Giro dei Tre Mari sin dalla sua enunciazione . Dobbiamo essere ben grati a Bruno Mussolini e a quella magnifica associazione di energie e di organizzatori , che è la S.S. Parioli da lui presieduta ed animata , della ideazione e della realizzazione di una prova del genere . Alla quale non ha potuto recare la più lieve menomazione neanche l ' assenza giustificata in alcuni casi degli astri maggiori del nostro ciclismo , ottimamente sostituiti dai Mollo , Generati e compagni , e dagli stranieri di ' autentico valore in gara . Alla quale , inoltre , ha conferito la consacrazione più clamorosa e definitiva il popolo intero dell ' Italia meridionale , che ha salutato la carovana schierato lungo un tracciato meraviglioso di panorami , di centri operosi e fecondi , di località solo ricordate nella storia , ma quasi sconosciute al turismo . Il Giro dei Tre Mari è valso a far conoscere questi meravigliosi luoghi . Esso si è inoltrato dove mai è arrivato il Giro d ' Italia classico . Questo era arrivato sino a Napoli , sino a Foggia , sino a Bari ; ma il resto della Penisola generosa ne rimaneva escluso . Del resto non era impresa di facile soluzione arrivare sino a Palermo . Troppo lontana era la base di partenza . Non può farsene una colpa ai valenti organizzatori milanesi . Ma era anche tempo che l ' iniziativa , e in grande stile , partisse da Roma . Necessità sentita , in fin dei conti , sia nello sport come nell ' industria , tanto più che oggi il centro - meridione dispone , per diretto intervento del Regime , di una rete stradale eccellente e sempre in ulteriore sviluppo ; e necessità che non poteva non trovare nella sensibilità e nell ' intuito di Bruno Mussolini , giovane di azione , di sport e di pensiero , la interpretazione esatta e felice . L ' entusiasmo suscitato dal passaggio della volante carovana in Italia centro - meridionale , sino sulle strade della contegnosa Sicilia , è stato indescrivibile . Stavolta sì che il Mezzogiorno si sentiva partecipe vivo e pulsante della grande Italia dello sport fascista . La bicicletta , la lieve ed elegante regina della strada ha traversato lo stretto , ha visitato le meraviglie della Conca d ' Oro e della costiera da Messina a Catania , s ' è abbeverata della luce del Jonio . E peccato che la Sila leggendaria l ' abbia soltanto sfiorata alle falde . Ma l ' anno venturo , il Giro non lascerà da parte nessuna delle gemme turistiche di regioni troppo a lungo conosciute solo attraverso la descrizione delle guide del Touring , del Baedeker o di articoli di terza pagina ... Le tappe siciliane , per esempio , saranno raddoppiate . Abbiamo detto : l ' anno venturo . E gli anni venturi appresso . Il vecchio Giro d ' Italia non bastava più . Non può bastare . Il vecchio Giro d ' Italia avrà un complemento ; assai di più : un fratello . Di pari grado , di altrettanta efficacia sportiva , sociale , turistica , commerciale . Commerciale poi ... Basti pensare che i corridori meridionali che hanno preso parte al Giro , e che si sono comportati per giunta magnificamente leggi Aliberti , D ' Amore , Patti marciavano con certi carrettini che facevano sbellicare dalle risa i loro più fortunati camerati della media ed alta Italia . Se dei corridori di professione usano di simili cavalcature , immaginarsi che specie di velocipedi devono essere in giro e in uso per le campagne e per i centri rurali . E di biciclette ci sarà sempre più bisogno ora che le condizioni della viabilità in mezzogiorno sono di tanto migliorate e di tanto miglioreranno ancora ... Si era ventilata da qualche parte l ' idea , dopo il superbo bilancio del primo esperimento di questa « Tre Mari » , di abbinare senz ' altro il giro del sud a quello del nord e farne un unico giro . E chi era per il traguardo d ' arrivo e di partenza per Milano , e chi per Roma . Non poteva non essere errore far disputare i due Giri in una sola tirata e del resto di questo parere s ' è dimostrata la Federazione Ciclistica Italiana nella sua ultima riunione . Lunghissima , esasperante per gli organizzatori e forse ingenerante stanchezza nel pubblico , nonché massacrante per i corridori . Una tirata di oltre 4000 chilometri . E il giro di Francia ? e quello della Svizzera ? Logico ( dal punto di vista tecnico - organizzativo , spettacolare , propagandistico ) che i due Giri siano stati distinti . Traguardo per il vecchio e glorioso Giro resta Milano , e l ' Urbe è il traguardo di partenza e d ' arrivo per il nuovo . E a date differenti , ben distanti tra loro . Come già senza volerlo , si è fatto quest ’ anno . Il vecchio Giro d ' Italia disputato in maggio , lascia , come ha lasciato , margine libero per la partecipazione ( o meno ! ) al Giro di Francia . Terminato questo , e disputati in agosto Giro della Svizzera e Campionati del mondo , il Giro del Tre Mari viene a riservarsi il mese di settembre e , forse con vantaggio , più la seconda metà che la prima . Ed anche con alcune tappe di più di quelle quest ' anno disputate . Verrebbe così a poter raccogliere molti assi reduci da uno o magari tutti i Giri precedenti e dai Campionati del mondo ; e a costituire un banco di rivincite tanto più clamorose in quanto certe vittorie e certe vicende nell ' ambiente surriscaldato del mezzogiorno hanno degli effetti e delle ripercussioni che ormai non si verificano più in ambienti oggidì saturi di ciclismo e di corse . Certo , il Giro dei Tre Mari ha suonato la sveglia decisiva per l ' Italia strettamente peninsulare . Con risultati profondi non solo per ciò che riguarda lo sport e l ’ uso della bicicletta , ma le altre forme di attività sportiva , così come è stato per tutto il resto d ' Italia , per merito del vecchio giro di marca milanese . E non solo per ciò che concerne le forme di pretto carattere sportivo . Ma anche per quelle interessanti quel turismo generico , che può andare dalla escursione montana , dalle manifestazioni invernali sulle nevi , ai soggiorni climatici , alle gite collettive , al movimento turistico stagionale od occasionale . Ed infine , per necessità di cose , ad un generale miglioramento e progresso delle condizioni dell ' ambiente ; al perfezionamento della organizzazione alberghiera , che del resto , ovunque , abbiamo trovato bene attrezzata e aggiornata . E non si dovrebbero incontrare difficoltà di sorta per iniziative del genere . Lo spirito di ospitalità delle genti del meridione è così sentito , franco e spontaneo , e la « Tre Mari » ha suscitato tanti entusiasmi che siamo certi di trovare ben presto il più modesto paesino appennino , silano o delle Madonie attrezzato alla ... dolomitica invernale . Con in più l ' impagabile vantaggio di trovarsi , per esempio , sulla Sila , autenticamente al cospetto dei Tre Mari , alla divinità del Mediterraneo che solo la poesia di Omero e di Virgilio seppero cantare .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Veduto il R . decreto - legge 5 settembre 1938-XVI , n . 1390; Veduto il R . decreto - legge 23 settembre 1938-XVI , n . 1630; Veduto il testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sull ' istruzione elementare approvato con R . decreto 5 febbraio 1928-VI , n . 877 , e successive modificazioni ; Veduto il R . decreto - legge 3 giugno 1938-XVI , n . 928; Veduto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926-IV , n.100; Riconosciuta la necessità urgente ed assoluta di dettare ulteriori disposizioni per la difesa della razza nella Scuola italiana e di coordinarle in unico testo con quelle sinora emanate ; Udito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del Duce , Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro per l ' interno e del Nostro Ministro Segretario di Stato per l ' educazione nazionale , di concerto con quello per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . A qualsiasi ufficio od impiego nelle scuole di ogni ordine e grado , pubbliche e private , frequentate da alunni italiani , non possono essere ammesse persone di razza ebraica , anche se siano state comprese in graduatorie di concorsi anteriormente al presente decreto ; nè possono essere ammesse al conseguimento dell ' abilitazione alla libera docenza . Agli uffici ed impieghi anzidetti sono equiparati quelli relativi agli istituti di educazione , pubblici e privati , per alunni italiani , e quelli per la vigilanza nelle scuole elementari . Art . 2 . Delle Accademie , degli Istituti e delle Associazioni di scienze , lettere ed arti non possono far parte persone di razza ebraica . Art . 3 . Alle scuole di ogni ordine e grado , pubbliche o private , frequentate da alunni italiani , non possono essere iscritti alunni di razza ebraica . è tuttavia consentita l ' iscrizione degli alunni di razza ebraica che professino la religione cattolica nelle scuole elementari e medie dipendenti dalle Autorità ecclesiastiche . Art . 4 . Nelle scuole d ' istruzione media frequentate da alunni italiani è vietata l adozione di libri di testo di autori di razza ebraica . Il divieto si estende anche ai libri che siano frutto della collaborazione di più autori , uno dei quali sia di razza ebraica ; nonché alle opere che siano commentate o rivedute da persone di razza ebraica . Art . 5 . Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite , a spese dello Stato , speciali sezioni di scuola elementare nelle località in cui il numero di essi non sia inferiore a dieci . Le comunità israelitiche possono aprire , con l ' autorizzazione del Ministro per l ' educazione nazionale , scuole elementari con effetti legali per fanciulli di razza ebraica , e mantenere quelle all ' uopo esistenti . Per gli scrutini e per gli esami nelle dette scuole il Regio provveditore agli studi nomina un commissario . Nelle scuole elementari di cui al presente articolo il personale potrà essere di razza ebraica ; i programmi di studio saranno quelli stessi stabiliti per le scuole frequentate da alunni italiani , eccettuato l ' insegnamento della religione cattolica ; i libri di testo saranno quelli di Stato , con opportuni adattamenti , approvati dal Ministro per l ' educazione nazionale , dovendo la spesa per tali adattamenti gravare sulle comunità israelitiche . Art . 6 . Scuole d ' istruzione media per alunni di razza ebraica potranno essere istituiti dalle comunità israelitiche o da persone di razza ebraica . Dovranno all ' uopo osservarsi le disposizioni relative all ' istituzione di scuole private . Alle scuole stesse potrà essere concesso il beneficio del valore legale degli studi e degli esami à sensi dell'art.15 del R . decreto - legge 3 giugno 1938-XVI n.928 , quando abbiano ottenuto di far parte in qualità di associate dell ' Ente nazionale per l ' insegnamento medio : in tal caso i programmi di studio saranno quelli stessi stabiliti per le scuole corrispondenti frequentate da alunni italiani , eccettuati gli insegnamenti della religione e della cultura militare . Nelle scuole d ' istruzione media di cui al presente articolo il personale potrà essere di razza ebraica e potranno essere adottati libri di testo di autori di razza ebraica . Art . 7 . Per le persone di razza ebraica l ' abilitazione a impartire l ' insegnamento medio riguarda esclusivamente gli alunni di razza ebraica . Art . 8 . Dalla data di entrata in vigore del presente decreto il personale di razza ebraica appartenente ai ruoli per gli uffici e gli impieghi di cui al precedente art.1 è dispensato dal servizio , ed ammesso a far valere i titoli per l ' eventuale trattamento di quiescenza ai sensi delle disposizioni generali per la difesa della razza italiana . Al personale stesso per il periodo di sospensione di cui all'art.3 del R . decreto legge 5 settembre 1938-XVI , n . 1390 , vengono integralmente corrisposti i normali emolumenti spettanti ai funzionari in servizio . Dalla data di entrata in vigore del presente decreto i liberi docenti di razza ebraica decadono dall ' abilitazione . Art . 9 . Per l ' insegnamento nelle scuole elementari e medie per alunni di razza ebraica saranno preferiti gl ' insegnanti dispensati dal servizio a cui dal Ministro per l ' interno siano state riconosciute le benemerenze individuali o familiari previste dalle disposizioni generali per la difesa della razza italiana . Ai fini del presente articolo sono equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole pubbliche e private e il personale di vigilanza nelle scuole elementari . Art . 10 . In deroga al precedente art . 3 possono essere ammessi in via transitoria a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica già iscritti nei passati anni accademici a Università o Istituti superiori del Regno . La stessa disposizione si applica agli studenti iscritti ai corsi superiori e di perfezionamento per i diplomati nei Regi conservatori , alle Regie accademie di belle arti e ai corsi della Regia accademia d ' arte drammatica in Roma , per accedere ai quali occorre un titolo di studi medi di secondo grado o un titolo equipollente . Il presente articolo si applica anche agli studenti stranieri , in deroga alle disposizioni che vietano agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora nel Regno . Art . 11 . Per l ' anno accademico 1938-39 la decorrenza dei trasferimenti e delle nuove nomine dei professori universitari potrà essere protratta al 1í gennaio 1939-XVII . Le modificazioni agli statuti delle Università e degl ' Istituti d ' istruzione superiore avranno vigore per l ' anno accademico 1938-39 , anche se disposte con Regi decreti di data posteriore al 29 ottobre 1938-XVII . Art . 12 . I Regi decreti - legge 5 settembre 1938-XVI , n . 1390 , e 23 settembre 1938-XVI , n.1630 , sono abrogati . è altresì abrogata la disposizione di cui all'art.3 del Regio decreto legge 20 giugno 1935-XIII , n.1071 . Art . 13 . Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge . Il Ministro proponente è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 15 novembre 1938 - XVII Vittorio Emanuele Mussolini , Bottai , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi