StampaPeriodica ,
È
un
vero
sollievo
di
pensare
che
Mussolini
,
creatore
e
duce
del
Fascismo
,
di
questo
grande
movimento
,
abbia
soltanto
trentasette
anni
e
ami
tutto
lo
sport
.
Con
la
stessa
elegante
disinvoltura
con
la
quale
scrive
i
suoi
articoli
sprizzanti
ironie
aristocratiche
e
paradossi
felici
,
eccolo
volare
nel
cielo
di
Milano
,
oppure
guidare
una
potente
automobile
,
o
anche
semplicemente
inforcare
una
bicicletta
.
Finalmente
!
Pareva
che
in
Italia
non
si
potesse
essere
autorevoli
uomini
politici
senza
avere
per
mezzo
di
locomozione
la
barella
o
la
bara
!
Oh
poter
aver
a
riscatto
di
tutti
i
senilismi
un
Presidente
del
Consiglio
che
approdi
al
Viminale
con
un
aeroplano
da
lui
stesso
pilotato
!
Trentasette
anni
!
Ancora
venti
anni
di
intensa
vita
politica
.
Chi
può
misurare
il
suo
volo
aquilino
?
...
Deputati
,
ministri
e
senatori
,
che
mi
ero
trovato
fra
i
piedi
,
non
mi
avevano
inspirato
altro
che
compassione
e
disprezzo
.
E
così
forsennato
amante
delle
lontane
figure
di
guerrieri
legislatori
e
tribuni
,
avevo
dovuto
accontentarmi
di
sognarmele
rievocate
dalle
pagine
di
un
libro
di
storia
.
E
rimaneva
,
dinanzi
alla
mia
anima
scettica
e
beffarda
,
un
enigma
,
il
vantato
fascino
dei
condottieri
...
La
conoscenza
di
Mussolini
mi
ha
dato
la
chiave
per
capire
questi
uomini
giganteschi
che
riuscirono
a
dominare
e
a
sconvolgere
.
Il
suo
magnetismo
personale
è
enorme
.
Sta
dinanzi
a
chi
gli
parla
come
un
blocco
di
sicurezza
,
di
coraggio
e
di
energia
.
La
sua
fronte
romana
costruita
come
una
vòlta
geniale
è
fatta
per
il
pensiero
,
i
suoi
occhi
che
vi
sparano
addosso
degli
sguardi
magnetici
sono
fatti
per
il
comando
,
le
sue
mascelle
quadre
chiudono
con
la
più
salda
armonia
un
volto
indescrivibile
.
Intorno
a
lui
tutte
le
cose
sembrano
fragili
e
transitorie
,
gli
uomini
creature
di
un
'
altra
razza
inferiore
.
Egli
è
un
italico
seme
doppio
scoppiato
prodigiosamente
fra
tante
scempiezze
.
Ci
dà
la
quercia
sublime
StampaPeriodica ,
Perché
non
si
parla
più
di
Girolimoni
.
Quando
fu
arrestato
il
mostro
violatore
ed
uccisore
di
bambine
,
tutti
i
giornali
italiani
cantarono
l
'
osanna
della
polizia
fascista
.
Finiti
i
tempi
della
debolezza
liberal
-
democratica
,
nei
quali
i
delitti
rimanevano
impuniti
!
La
polizia
del
duce
ripuliva
infine
l
'
Italia
!
Senonché
,
sono
passati
dei
mesi
;
e
di
Girolimoni
nessuno
fiata
più
.
Corre
invece
in
Italia
una
voce
assai
insistente
:
che
il
sopradetto
Girolimoni
non
abbia
mai
seviziato
bambine
e
che
,
invece
,
si
limitasse
a
carezzar
la
moglie
di
un
noto
fascista
.
Comunque
,
tutto
è
stato
messo
a
tacere
.
Ma
noi
domandiamo
modestamente
una
spiegazione
.
Se
Girolimoni
è
colpevole
,
perché
non
gli
fanno
il
processo
?
Se
è
innocente
,
perché
non
lo
rimettono
in
circolazione
?
Comprendiamo
benissimo
che
bisognerà
ringoiarsi
l
'
inno
alla
perfetta
organizzazione
della
polizia
del
"Trucio."
A
meno
che
gli
"
interessi
dello
Stato
sovrano
"
non
impongano
di
sacrificare
un
innocente
piuttosto
che
confessare
un
errore
che
diminuirebbe
il
"
prestigio
delle
istituzioni
.
"
Tutto
può
essere
.
Ma
non
sarebbe
nemmeno
una
novità
.
Alla
Bastiglia
furono
spesso
"
dimenticate
"
delle
inconsapevoli
vittime
del
"
supremo
interesse
dello
Stato
.
"
StampaPeriodica ,
La
crisi
ministeriale
e
la
costituzione
.
La
proposta
del
nostro
Formentini
(
Rivoluzione
Liberale
del
19
febbraio
)
è
ampiamente
discussa
sul
Lavoro
del
22
febbraio
.
Lo
scrittore
comincia
col
dimostrarci
che
il
provvedimento
invocato
dal
F
.
già
viene
altrove
applicato
.
"
Questa
designazione
del
gabinetto
da
parte
dell
'
Assemblea
vige
da
ormai
più
di
tre
anni
in
parecchi
Stati
federali
del
Reich
germanico
,
primo
fra
tutti
in
Prussia
.
Chi
scrive
seguì
con
attenzione
i
lavori
dei
Landtang
Prussiano
durante
la
crisi
dell
'
aprile
scorso
,
che
si
concluse
con
la
elezione
a
presidente
dei
ministri
di
Prussia
del
cattolico
Adamo
Stegerwald
.
La
Socialdemocrazia
poneva
ben
chiare
le
sue
esigenze
per
l
'
allargamento
della
coalizione
governativa
fino
a
comprendervi
il
Deutsche
Volkspartei
:
queste
esigenze
essendo
state
rifiutate
dal
D
.
V
.
P
.
,
la
Socialdemocrazia
si
staccò
dalla
coalizione
,
e
i
tre
partiti
di
governo
,
Deutsche
Volkspartei
,
Cattolici
e
Democratici
designarono
come
Presidente
lo
Stegerwald
,
che
fu
eletto
e
compose
il
Ministero
tuttora
in
carica
"
.
All
'
obbiezione
che
"
il
Ministero
è
oltre
che
un
ramo
dell
'
amministrazione
,
un
membro
del
Consilium
Principis
e
non
si
può
pertanto
imporre
al
Re
un
fiduciario
eletto
da
altri
"
risponde
con
un
'
acuta
disamina
della
finzione
che
in
questo
concetto
si
cela
e
dei
limiti
e
dei
risultati
che
nascono
dalla
pratica
.
"
Finché
ci
sarà
un
re
,
nessun
ritrovato
costituzionale
riuscirà
ad
evitare
che
i
Ministri
della
Real
Casa
,
i
gentiluomini
di
Corte
e
magari
il
cameriere
consiglino
davvero
il
re
assai
di
più
di
qualunque
Consilium
principis
costituzionalmente
legittimo
,
infinitamente
di
più
di
qualunque
Gabinetto
di
Ministri
a
ciò
qualificato
.
E
allora
tanto
vale
farla
finita
con
una
obbiezione
fondata
su
una
funzione
di
consiglieri
della
Corona
,
che
i
Ministri
non
compiono
"
.
Oppure
nei
casi
in
cui
la
esercitano
,
-
esempio
tipico
Giolitti
-
riescono
a
pericoli
e
danni
ancora
più
preoccupanti
.
"
La
carriera
di
Giolitti
,
dal
punto
di
vista
costituzionale
,
si
può
analizzare
appunto
in
questo
modo
.
Liquidazione
del
Consiglio
di
Gabinetto
,
come
solo
organo
legittimo
designato
a
dare
collegialmente
consigli
della
Corona
.
Accaparramento
progressivo
della
confidenza
del
sovrano
e
delle
funzioni
sconosciute
allo
Statuto
-
di
consigliere
intimo
e
unico
.
Comparsa
periodica
dinanzi
all
'
assemblea
parlamentare
,
colla
consacrazione
carismatica
di
essere
l
'
uomo
fidato
del
re
,
colui
che
discende
dalla
montagna
dopo
aver
parlato
con
Geova
.
E
questo
vecchio
gioco
minaccia
di
riuscire
per
la
sesta
volta
!
È
estremamente
difficile
stabilire
,
in
qual
modo
la
designazione
diretta
del
ministero
da
parte
della
Camera
,
proposta
dal
Formentini
,
possa
reagire
:
1
)
sulle
dittature
personali
di
questo
o
quel
parlamentare
nel
seno
dell
'
assemblea
;
2
)
sulle
funzioni
costituzionali
del
Gabinetto
,
che
la
lunga
consuetudine
giolittiana
(
e
sonniniana
)
ha
ridotto
ad
essere
una
semplice
riunione
di
burocratici
convocati
a
rapporto
,
riducendo
insieme
ad
un
cencio
il
R
.
D
.
del
1901
.
Ma
appare
assai
verosimile
che
la
designazione
diretta
avrebbe
impedito
a
Giolitti
,
e
impedirebbe
a
qualunque
altro
,
di
bluffer
al
gioco
del
poker
parlamentare
:
cioè
di
comparire
dinanzi
al
re
per
riscattarlo
con
il
prestigio
di
essere
il
dominatore
del
Parlamento
,
e
di
comparire
poi
dinanzi
al
Parlamento
con
l
'
aureola
di
essere
il
fiduciario
del
re
.
Il
gioco
giolittiano
,
anzi
l
'
escamotage
giolittiano
è
tutto
qui
.
Ebbene
,
la
designazione
diretta
lo
spezzerebbe
:
togliendo
di
mezzo
la
finzione
del
ministro
consigliere
della
Corona
,
toglierebbe
forsanche
di
mezzo
la
triste
realtà
del
ministro
sensale
e
mezzano
della
Corona
,
della
Camera
e
di
tutto
il
resto
"
StampaPeriodica ,
Filippo
Turati
,
Ferruccio
Parri
,
Carlo
Rosselli
e
i
"
complici
,
"
presenti
ed
assenti
,
sono
stati
condannati
a
dieci
mesi
di
arresto
.
Per
questi
bassi
tempi
di
Tribunale
speciale
e
di
burattinesca
ferocia
,
la
sentenza
è
stata
relativamente
mite
.
Si
potrebbe
credere
se
ancora
illusioni
fossero
possibili
che
l
'
alta
figura
dell
'
esule
,
e
il
contegno
fierissimo
dei
due
principali
ideatori
ed
esecutori
dell
'
impresa
,
abbiano
,
insieme
a
quello
del
pubblico
,
toccato
l
'
animo
dei
giudici
,
che
pur
dovrebb
'
essere
talvolta
umanamente
sereno
e
degnamente
italiano
.
Riconosciamo
subito
però
che
tale
interpretazione
è
di
indole
romantica
e
mal
si
attaglia
ai
costumi
d
'
oggi
,
avviliti
dalla
miseria
pecuniaria
e
morale
,
inariditi
dalla
vergognosa
consuetudine
del
servaggio
e
della
paura
.
Bisogna
perciò
ricercare
altrove
le
fonti
della
relativa
clemenza
del
Tribunale
savonese
,
tanto
più
che
,
com
'
è
noto
,
Roma
regge
sempre
i
fili
dei
processi
politici
.
La
causa
si
presentava
così
:
un
uomo
di
alto
intelletto
,
di
lunga
e
onoranda
carriera
politica
,
amato
da
milioni
di
italiani
,
acclamato
all
'
estero
di
suoi
compagni
di
fede
,
considerato
con
rispetto
e
con
simpatia
da
ogni
avversario
onesto
,
aveva
dovuto
abbandonare
clandestinamente
la
sua
città
e
l
'
Italia
perché
minacciato
nella
vita
e
dalle
violenze
fasciste
,
e
dalle
"
protettrici
"
persecuzioni
poliziesche
,
e
dalla
nausea
che
ha
reso
soffocante
e
venefica
l
'
atmosfera
del
nostro
sventurato
paese
.
Dei
due
organizzatori
dell
'
espatrio
,
rei
confessi
di
un
gesto
di
coraggio
e
di
generosità
,
Ferruccio
Parri
era
un
giovane
professore
,
liberale
,
dei
primissimi
tra
i
valorosi
di
guerra
,
redattore
del
"
Corriere
della
Sera
"
(
prima
della
epidemia
pestifera
Balzan
-
Crespi
-
Croci
-
Ojetti
e
compagni
)
,
così
ardente
et
inflessibile
d
'
animo
come
semplice
e
gentile
d
'
aspetto
e
di
modi
;
Carlo
Rosselli
(
della
nobile
famiglia
toscana
che
ospitò
a
Pisa
Giuseppe
Mazzini
accompagnato
dalla
morte
)
giovanissimo
professore
d
'
economia
,
signorilmente
socialista
,
appassionato
ed
indomito
.
Due
innamorati
di
una
patria
ideale
,
libera
e
umana
,
dignitosa
e
giusta
.
Questo
processo
aveva
suscitato
all
'
estero
interesse
vivissimo
;
alcuni
grandi
giornali
ne
seguivano
le
fasi
e
ne
attendevano
l
'
epilogo
.
In
patria
,
malgrado
tutti
i
rigori
sbirreschi
"
Il
Becco
Giallo
"
e
molti
fogli
stampati
e
dattilografati
,
avevan
diffuso
le
dichiarazioni
di
Turati
e
i
fieri
atti
di
accusa
di
Parri
e
Rosselli
contro
le
colpe
del
regime
.
In
tali
circostanze
condannare
fascisticamente
significava
intensificare
fuori
d
'
Italia
la
già
vivace
campagna
di
stampa
contro
le
enormità
brigantesco
-
giuridiche
della
dittatura
mussoliniana
,
e
rendere
all
'
interno
ancor
più
rigogliosi
gli
effetti
dell
'
esempio
e
del
monito
che
due
giovani
,
sfidando
le
ire
del
"
duce
"
e
di
tutta
la
sua
banda
,
avevan
dato
e
lanciato
agli
inerti
concittadini
.
Si
è
pensato
allora
evidentemente
di
addolcire
i
toni
:
dai
cinque
anni
di
reclusione
richiesti
dal
P
.
M
.
Eula
(
che
ha
sentito
il
bisogno
di
accanirsi
contro
gli
accusati
e
non
ha
potuto
resistere
alla
puerile
tentazione
di
denominare
il
despota
in
ribasso
"
genio
partorito
dalla
sua
stirpe
"
)
si
è
,
dopo
cinque
ore
di
dibattiti
in
Camera
di
Consiglio
,
creduto
opportuno
ridurli
a
dieci
mesi
.
(
Tanto
,
si
deve
esser
pensato
a
Roma
,
al
resto
serve
il
domicilio
coatto
,
sorda
vendetta
che
non
compromette
o
disonora
nessun
tribunale
regolarmente
costituito
.
)
Parri
e
Rosselli
com
'
era
da
attendersi
da
pari
loro
,
hanno
tenuto
in
carcere
e
dinanzi
ai
giudici
il
contegno
impavido
di
uomini
che
nulla
debbono
rimproverarsi
,
che
hanno
compiuto
per
pura
idealità
,
senza
tema
di
rischi
o
rimpianto
di
sacrifici
,
un
atto
di
quel
risoluto
e
disinteressato
coraggio
che
purtroppo
tanto
manca
agli
sviati
e
dimentichi
italiani
di
oggi
.
Narra
un
testimone
che
le
ferme
dichiarazioni
di
Parri
al
processo
,
chiamanti
responsabile
dell
'
espatrio
di
Turati
e
di
tutte
le
sciagure
nazionali
il
regime
di
baratteria
e
di
fratricidio
che
sgoverna
l
'
Italia
,
furono
salutate
da
una
irrefrenabile
salva
di
applausi
.
Anche
il
franco
atteggiamento
di
Rosselli
suscitò
consenso
e
simpatia
.
Le
arringhe
dei
difensori
,
furono
spesso
sottolineate
da
approvazioni
ed
acclamazioni
invano
represse
dal
Presidente
.
Savona
era
in
istato
d
'
assedio
.
I
più
amari
giornali
fascisti
han
deplorato
che
il
processo
suscitasse
tanta
passione
e
che
alcuni
maggiori
organi
d
'
informazione
ne
dessero
resoconti
troppo
estesi
.
Sentivan
,
le
cornacchie
insaziabili
del
regime
,
che
da
Savona
si
levavano
voci
nuove
;
vedevano
apparire
,
all
'
estremo
del
sinistro
paesaggio
della
decadenza
nazional
-
fascista
,
figure
di
uomini
splendenti
di
una
luce
che
impone
agli
aguzzini
e
ai
profittatori
,
ai
mezzani
e
ai
cinici
,
ai
pavidi
e
agli
egoisti
,
ai
ciarlatori
e
ai
ladruncoli
,
di
chinare
il
capo
.
Il
nobile
vecchio
che
in
questi
giorni
esaltava
cristianamente
a
Bruxelles
il
sangue
di
Matteotti
versato
per
la
libertà
umana
,
aspetta
sereno
,
con
la
fede
di
un
veggente
,
il
giorno
in
cui
gli
saranno
riaperte
da
tutto
un
popolo
le
porte
della
patria
.
I
due
giovani
,
degni
di
esser
annoverati
tra
gli
italiani
migliori
,
sanno
che
la
liberazione
d
'
Italia
e
la
loro
non
può
esser
lontana
,
poiché
essi
stessi
hanno
data
la
prova
che
sentimenti
di
fierezza
e
azioni
generose
sono
ancora
possibili
in
una
terra
che
nutrì
tanti
eroi
.
StampaPeriodica ,
R
.
Tagore
si
occupa
della
necessità
di
riavvicinare
l
'
Asia
e
l
'
Europa
:
"
Bisogna
trovare
un
punto
di
riavvicinamento
in
cui
non
esistano
rivalità
di
interessi
.
Questo
luogo
è
l
'
Università
,
in
cui
noi
possiamo
lavorare
insieme
alla
ricerca
della
verità
;
dividerci
il
patrimonio
comune
e
comprendere
che
in
tutti
i
paesi
gli
artisti
hanno
creato
forme
di
bellezza
;
gli
scienziati
scoperto
segreti
;
i
filosofi
risolto
dei
problemi
;
i
santi
vissuto
secondo
il
loro
ideale
,
e
tutto
ciò
non
soltanto
per
la
razza
cui
essi
appartenevano
,
ma
per
tutta
l
'
umanità
"
.
Dove
non
esistono
rivalità
di
interessi
non
è
possibile
un
riavvicinamento
.
L
'
unità
si
crea
attraverso
la
storia
che
è
storia
di
rivalità
:
la
pura
vuota
unità
è
un
presupposto
dello
spirito
che
non
è
possibile
sviluppare
.
La
vera
unità
è
un
risultato
non
mai
raggiunto
,
una
conclusione
che
si
ricrea
ogni
giorno
.
La
politica
non
si
fa
nelle
accademie
e
non
si
fa
nelle
accademie
neanche
la
cultura
.
Alla
ricerca
della
verità
lavorano
gli
individui
singolarmente
,
nella
propria
intimità
spirituale
.
Non
è
possibile
dividere
il
patrimonio
comune
:
ogni
nazione
comprende
che
in
tutti
i
paesi
gli
artisti
hanno
creato
forme
di
bellezza
soltanto
in
quanto
li
studia
,
li
fa
suoi
,
li
trapianta
in
altro
terreno
e
li
fa
partecipare
alla
propria
vita
nazionale
.
Il
genio
appartiene
all
'
umanità
in
quanto
appartiene
di
volta
in
volta
ad
un
popolo
,
a
un
organismo
storico
;
gli
altri
popoli
che
lo
comprendono
non
lo
comprendono
come
astratta
umanità
,
ma
lo
adeguano
alle
proprie
esigenze
,
ne
fanno
un
loro
genio
.
Non
esiste
la
cultura
internazionale
.
StampaPeriodica ,
Scrive
Michele
Cosenza
nell
'
Educazione
Nazionale
(
gennaio
1922
)
risorta
finalmente
vigorosa
e
nuova
:
"
Spesso
la
scuola
induce
nella
mente
di
chi
si
abitua
al
meccanismo
dell
'
insegnamento
una
vera
depressione
della
conoscenza
intuitiva
.
Notate
l
'
elasticità
mentale
e
il
potere
di
orientamento
nella
mobile
e
varia
realtà
della
vita
,
come
si
trovano
in
un
sensale
qualunque
;
paragonate
quelle
attitudini
con
le
stesse
degli
insegnanti
che
avevano
colmato
di
zeri
quel
sensale
quando
egli
era
a
scuola
,
e
senza
paura
del
sofisma
del
cum
hoc
,
compiangete
profondamente
i
maestri
.
La
loro
mente
presenta
i
segni
di
una
mancanza
di
tono
,
che
è
una
vera
malattia
professionale
.
Si
tratta
di
una
mente
precocemente
senile
"
.
Verissimo
.
Questo
è
il
punto
centrale
del
problema
etico
della
scuola
.
E
bisogna
risalirvi
per
esaminare
la
questione
politica
.
Il
concetto
comune
di
scuola
,
vivo
e
vero
nel
Medioevo
perché
animato
da
un
dogma
,
da
una
fede
,
da
un
'
autorità
è
antitetico
col
mondo
moderno
.
La
scuola
moderna
(
libera
discussione
,
autoeducazione
)
vive
fuori
degli
edifici
scolastici
,
coincide
con
la
vita
:
mentre
la
figura
del
professore
si
adegua
a
una
funzione
burocratica
lo
spirito
non
si
può
schematizzare
.
StampaPeriodica ,
Per
la
quinta
volta
l
'
Italia
è
disonorata
dalla
celebrazione
fascista
.
I
giornali
dei
paesi
civili
rilevano
la
coincidenza
tra
le
feste
di
Roma
e
quelle
bolsceviche
di
Leningrado
.
Ma
se
le
due
manifestazioni
si
equivalgono
nello
spirito
politico
che
le
informa
,
perché
entrambi
i
regimi
rinnegano
la
libertà
e
il
dominio
legale
delle
maggioranze
,
una
differenza
sostanziale
passa
tra
una
rivoluzione
che
,
come
quella
russa
,
conquistò
ai
servi
della
gleba
i
diritti
dell
'
uomo
,
e
si
affermò
,
pur
tra
sanguinose
aberrazioni
,
contro
il
principio
autocratico
,
ed
una
tragica
carnevalata
che
,
come
la
marcia
su
Roma
in
sleeping
car
,
tramutò
,
con
l
'
acquiescenza
del
Capo
dello
Stato
,
il
più
torbido
demagogo
dell
'
estremismo
rosso
nel
tiranno
di
un
popolo
e
prostituì
i
poteri
pubblici
,
la
dignità
nazionale
,
la
Costituzione
giurata
,
il
Parlamento
,
il
sacrificio
della
guerra
e
la
vittoria
,
all
'
ambiziosa
criminalità
di
una
minoranza
armata
obbediente
ad
un
solo
programma
:
dominare
.
Non
è
la
conquista
del
potere
da
parte
di
una
classe
contro
un
'
altra
;
non
è
una
ascensione
politica
e
sociale
che
esige
ed
offre
i
suoi
martiri
a
consacrare
le
innovatrici
verità
dei
suoi
apostoli
;
ma
è
la
usurpazione
del
governo
,
compiuta
e
mantenuta
da
una
banda
di
avventurieri
e
di
scherani
che
hanno
imposto
la
propria
violenza
a
coloro
stessi
che
si
illudevano
,
garantendone
l
'
impunità
,
di
goderne
i
vantaggi
;
è
uno
spaventoso
regresso
nel
passato
,
per
cui
dalle
legislazioni
esecrate
degli
Absburgo
e
dei
Borboni
risorge
il
ghigno
del
delatore
e
del
boia
.
Non
è
l
'
attuazione
organica
di
un
programma
,
di
cui
si
possano
subire
le
leggi
in
quanto
se
ne
vedano
e
se
ne
approvino
liberamente
le
finalità
;
ma
è
la
negazione
e
la
contraddizione
di
tutti
i
programmi
politici
ed
economici
il
trionfo
dell
'
improvvisazione
,
della
frode
del
pazzo
orgoglio
nazionalistico
,
dell
'
ignoranza
brutale
,
dell
'
iperbole
e
della
fiera
paesana
.
Dietro
un
'
impalcatura
da
circo
,
geme
il
popolo
italiano
,
prigioniero
nella
sua
patria
;
e
le
carceri
rigurgitano
di
detenuti
politici
;
e
nelle
isole
,
nuovi
deportati
prendono
il
posto
lasciato
vacante
dai
morti
per
maltrattamenti
e
sofferenze
;
e
nelle
case
devastate
,
donne
e
bambini
piangono
i
mariti
ed
i
padri
assassinati
o
aspettano
,
ostaggi
di
un
esercito
di
occupazione
,
il
ritorno
degli
esuli
.
Assassinii
,
incendii
,
saccheggi
,
tribunali
eccezionali
,
soppressione
di
tutte
le
libertà
elementari
;
ecco
il
bilancio
del
quinquennio
fascista
!
E
le
vittime
dell
'
enorme
infamia
,
tutti
coloro
che
sono
stati
colpiti
nelle
idee
,
negli
affetti
,
negli
interessi
legittimi
trentanove
milioni
di
italiani
contro
un
baldanzoso
e
protervo
manipolo
di
assassini
in
camicia
nera
si
domandano
,
nell
'
angoscia
che
prepara
la
reazione
:
Perché
?
E
l
'
Europa
civile
,
che
considera
l
'
Italia
fascista
come
una
permanente
minaccia
alla
sua
pace
e
nega
l
'
onore
dei
suoi
contatti
diretti
a
quella
oscena
parodia
napoleonica
,
che
crede
di
assicurarsi
la
gloria
militare
inalberando
una
piuma
di
struzzo
sul
berretto
di
una
milizia
,
la
quale
non
conobbe
altra
guerra
che
quella
civile
,
e
passando
in
rivista
,
dall
'
alto
del
docile
cavallo
,
le
schiere
dei
"
balilla
"
;
l
'
Europa
che
dovunque
scoppi
un
incidente
internazionale
,
ivi
scorge
il
fascismo
e
trova
munizioni
italiane
in
possesso
dei
comitagi
bulgari
e
attribuisce
l
'
assassinio
di
Cena
Beg
a
una
diretta
suggestione
del
fascismo
,
che
di
questi
delitti
ha
lunga
pratica
all
'
interno
ed
all
'
estero
,
ripete
la
domanda
:
Perché
?
Perché
un
popolo
,
che
ha
fatto
e
superato
una
guerra
atroce
,
deve
esser
posto
in
condizioni
di
così
grave
inferiorità
politica
,
ed
umana
,
dinnanzi
a
tutti
i
popoli
,
anche
ai
meno
evoluti
,
di
Europa
?
Che
gli
ha
dato
il
fascismo
,
in
compenso
delle
schiantate
libertà
?
Umiliazioni
e
miseria
!
Mentre
il
fascismo
ostenta
le
sue
parate
,
la
crisi
finanziaria
e
morale
d
'
Italia
si
fa
più
diffusa
e
profonda
.
Per
superarla
,
bisogna
spezzare
il
giogo
e
rovesciare
la
tirannide
.
Liberarsi
è
risorgere
!
Il
fascismo
non
deve
celebrare
il
suo
sesto
anniversario
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
il
programma
de
La
Rivoluzione
Liberale
mi
sembra
organico
,
e
bene
inquadrato
nella
realtà
,
se
l
'
esigenza
,
alla
cui
soddisfazione
si
propone
di
contribuire
,
si
riassuma
nella
formazione
di
una
coscienza
politica
in
Italia
.
Riferirsi
,
per
la
comprensione
dei
problemi
attuali
,
al
Risorgimento
,
e
promuovere
la
revisione
dei
suoi
valori
,
è
impostazione
fondamentale
.
Il
"
Manifesto
"
fa
più
che
enunciare
una
intenzione
:
propone
senz
'
altro
uno
schema
d
'
interpretazione
del
Risorgimento
,
al
quale
in
parte
aderisco
.
Lo
sforzo
sintetico
per
cui
problemi
ed
eventi
disparati
sono
organizzati
in
una
unità
,
è
fecondo
ed
illuminante
,
anche
quando
,
per
avventura
,
sembri
che
la
forza
logica
violenti
un
poco
il
reale
.
Così
qualche
riserva
mi
pare
di
dover
fare
circa
la
svalutazione
che
la
tendenza
cavouriano
-
giolittiana
,
o
monarchico
-
piemontese
,
subisce
nel
suo
schema
di
fronte
alla
ideologia
della
Destra
hegeliana
.
Ciò
non
solo
per
l
'
impotenza
realizzatrice
di
questa
rispetto
a
quella
,
sul
che
siamo
d
'
accordo
,
ma
proprio
per
ragioni
teoretiche
.
Mi
sembra
,
cioè
,
che
lo
sforzo
dell
'
idealismo
,
di
esaurire
nella
concezione
etica
dello
Stato
tutte
le
esigenze
,
anche
quella
cui
Religione
e
Chiesa
rispondono
;
a
modo
loro
,
sia
più
eroica
volontà
sistematica
che
concretezza
:
dovrà
,
se
mai
,
operare
come
,
in
Francia
(
oltre
a
peculiarità
.
di
razza
)
,
una
secolare
tradizione
unitaria
.
È
ciò
che
mi
fa
pure
esprimere
qualche
dubbio
,
non
sulla
desiderabilità
,
sulla
imminente
possibilità
di
una
vasta
partecipazione
del
popolo
alla
vita
ideale
dello
Stato
:
quanto
alle
forze
nuove
che
starebbero
operando
in
tal
senso
,
partito
comunista
e
partito
sardo
di
azione
,
sarà
il
caso
di
sopravvalutarle
?
Così
,
finalmente
,
la
conciliazione
affermata
,
nel
concetto
"
liberale
"
dell
'
idealismo
con
l
'
empirio
-
individualismo
economico
all
'
inglese
,
mi
sembra
richieda
maggiori
sviluppi
dimostrativi
.
Sono
punti
che
nello
schema
di
un
Manifesto
potevano
solo
essere
accennati
:
seguirò
gli
ulteriori
svolgimenti
del
suo
pensiero
con
la
più
cordiale
attenzione
.
Suo
aff.mo
F
.
Burzio
StampaPeriodica ,
La
catastrofe
del
"
Mafalda
"
rivela
e
descrive
più
di
mille
altri
episodi
,
meno
appariscenti
,
il
perfetto
clima
fascista
di
tragica
buffoneria
e
di
perversa
corruzione
.
Le
autorità
fasciste
permettono
(
e
non
senza
compensi
)
al
fascistissimo
on
.
Biancardi
,
direttore
della
N
.
G
.
I
.
,
di
trasportare
migliaia
di
passeggeri
su
piroscafi
che
costruiti
molti
anni
fa
per
le
linee
del
Sud
America
sono
stati
sconquassati
nei
viaggi
compiuti
attraverso
il
tempestosissimo
Atlantico
settentrionale
nei
viaggi
per
e
da
New
York
.
Non
solo
ma
per
la
medesime
ragioni
si
ottiene
il
nulla
osta
di
partenza
ad
un
piroscafo
che
ha
le
macchine
in
istato
pietoso
e
i
canotti
di
salvataggio
che
fanno
acqua
come
panieri
.
E
non
basta
:
quando
si
spezza
il
palo
dell
'
elica
e
l
'
acqua
comincia
ad
invadere
la
nave
,
il
povero
comandante
,
che
dipende
dal
fascistissimo
on
.
Biancardi
e
subisce
il
clima
del
regime
,
si
guarda
bene
dal
lanciare
immediatamente
il
segnale
di
richiesta
di
soccorso
.
Fascisticamente
deve
giungere
coi
suoi
mezzi
alla
riva
.
Se
no
,
che
dirà
il
"
duce
"
?
Non
è
forse
obbligatorio
vivere
pericolosamente
?
Che
importa
se
vanno
a
fondo
mille
-
trecento
persone
,
purché
si
salvi
il
prestigio
della
marina
mercantile
che
"
l
'
inviato
di
Dio
"
blandisce
e
predilige
?
Cosi
il
tempo
passa
;
la
costa
non
si
raggiunge
;
la
nave
si
sbanda
;
si
chiede
aiuto
,
ma
è
tardi
per
salvare
tutti
.
La
gerarchia
e
la
disciplina
(
apparenti
)
,
onore
e
vanto
dell
'
Italia
mussoliniana
,
dileguano
.
La
nave
diviene
preda
della
più
tragica
confusione
...
Le
barche
di
salvataggio
che
fanno
acqua
e
son
sovraccariche
vanno
a
picco
.
È
il
disastro
.
Se
,
per
caso
,
non
vi
fossero
stati
sette
piroscafi
in
quelle
acque
,
milletrecento
persone
sarebbero
state
inghiottite
dal
risucchio
o
divorate
dai
pescicani
.
Non
mancano
naturalmente
episodi
di
gentilezza
ed
eroiche
prove
di
spirito
di
sacrificio
.
È
la
grande
e
immortale
anima
umanamente
italiana
,
che
pur
vivendo
e
spasimando
sotto
le
rovine
e
le
ceneri
del
fascismo
,
si
rivela
in
atti
di
generoso
coraggio
e
di
sublime
abnegazione
.
Così
il
sacrificio
di
tutti
gli
ufficiali
superiori
della
nave
è
esempio
magnifico
che
onora
una
marina
ed
un
popolo
.
Ma
,
subito
dopo
la
catastrofe
,
lo
spirito
fascista
riprende
il
sopravvento
.
Comincia
la
ridda
delle
notizie
false
.
(
È
leggerezza
?
È
losca
speculazione
?
È
prepotente
incompatibilità
mentale
e
morale
rispetto
a
tutte
le
cose
serie
[
anche
tragiche
]
,
a
tutte
le
cose
vere
?
)
La
sciagura
è
ridotta
al
minimo
;
i
morti
sono
un
'
invenzione
straniera
;
quasi
il
"
Mafalda
"
risale
a
galla
.
Poi
la
verità
si
fa
strada
.
Perfino
i
fascisti
parlano
.
Si
comincia
ad
accusare
la
compagnia
,
il
capitano
ecc
.
ecc
.
No
,
no
.
Siate
onesti
se
potete
giornalisti
italiani
;
accusate
il
fascismo
e
voi
stessi
.
Il
fascismo
è
il
padrone
che
servite
umilmente
;
ignobilmente
;
gli
armatori
e
i
loro
associati
vi
pagano
gli
immeritati
stipendi
,
che
intascate
con
gioia
.
Perché
protestate
per
questo
episodio
?
Non
capite
,
o
ciechi
volontari
,
che
il
"
Mafalda
"
è
soltanto
un
terribile
simbolo
?
In
mano
ai
fascisti
inetti
,
corruttori
,
ladri
,
bugiardi
,
dementi
,
sanguinari
,
una
nave
infinitamente
più
grande
,
una
nave
formidabile
e
gloriosa
ondeggia
alla
deriva
e
fa
acqua
già
.
Ed
ogni
ritardo
è
fatale
.
Sciagurati
,
pensate
alla
partita
,
perché
il
"
Mafalda
"
non
è
che
il
simbolo
dell
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Ho
letto
con
l
'
attenzione
che
gli
è
dovuta
il
Manifesto
de
La
Rivoluzione
Liberale
e
non
mi
dispiace
dire
che
cosa
ne
penso
,
o
meglio
che
cosa
mi
ha
fatto
pensare
.
Premetto
subito
che
sono
,
in
tesi
,
diffidentissimo
di
questi
sunti
storici
introducenti
a
una
dichiarazione
di
politica
militante
,
perciò
mi
occorre
premettere
un
breve
ragionamento
su
codesto
precetto
dell
'
"
aderire
alla
storia
"
.
Carlo
Marx
,
osservando
i
casi
di
vari
popoli
e
di
vari
periodi
,
trovò
che
sotto
molteplici
e
mutevoli
forme
,
si
svolge
in
realtà
continuamente
una
lotta
fra
capitalisti
e
lavoratori
.
Mi
si
passi
questa
traduzione
semplicista
e
volgare
della
teoria
storica
marxista
.
È
per
chiarezza
.
Ora
uno
che
nei
panni
di
Marx
,
avesse
voluto
"
aderire
alla
storia
"
partendo
da
uguali
premesse
,
avrebbe
potuto
dire
e
predicare
,
per
esempio
,
che
la
storicità
e
l
'
immanenza
del
dissidio
delle
classi
erano
accettabili
come
verità
formatrici
di
una
coscienza
generale
eliminante
i
danni
,
le
sciagure
,
le
dispersioni
di
forza
e
di
volontà
causate
dall
'
inutile
contrasto
umano
a
una
legge
eterna
,
e
cosi
via
,
organizzando
una
pratica
di
rassegnazione
.
Invece
Marx
ha
ideato
al
contrario
di
seppellire
la
Storia
,
generando
un
'
attività
soprafattrice
della
dialettica
delle
classi
.
Ora
quale
è
la
giusta
conseguenza
pratica
di
quella
veduta
storica
,
quella
di
Marx
,
o
l
'
altra
del
supposto
antagonista
?
La
conclusione
è
che
l
'
antistoria
di
Marx
é
diventata
storia
con
questo
frutto
,
sempre
stando
a
quella
visione
:
-
che
,
frammezzo
alla
lotta
bruta
delle
classi
in
sé
,
oggi
ci
occorre
considerare
,
in
più
,
una
nuova
forza
,
la
cui
direzione
è
appunto
quella
di
negare
le
classi
.
Di
fronte
al
problema
di
questo
più
,
di
esercitare
cioè
un
'
azione
politica
positiva
in
sequenza
a
certi
fatti
storici
osservati
,
siamo
e
saremo
sempre
a
quel
punto
:
la
Storia
giustifica
ugualmente
soluzioni
discordi
e
opposte
,
perché
è
essa
sempre
una
contraddizione
insoluta
,
o
meglio
,
non
giustifica
nulla
.
Così
è
,
venendo
al
caso
nostro
,
che
tutta
la
questione
sta
nel
tratto
fra
il
primo
comma
e
gli
altri
due
dell
'
epigrafe
del
"
Manifesto
"
.
In
che
modo
e
perché
,
"
una
visione
integrale
e
vigorosa
del
nostro
Risorgimento
"
ci
porta
a
"
lottare
contro
l
'
astrattismo
dei
demagoghi
e
dei
falsi
realisti
"
,
e
fin
qui
passi
,
ma
poi
a
"
inverare
le
formule
empirico
-
individualiste
del
liberismo
classico
all
'
inglese
e
affermare
una
coscienza
moderna
dello
Stato
"
?
O
non
potrebbe
la
Storia
,
visto
che
il
nostro
processo
politico
non
è
stato
che
lo
svolgersi
di
un
riformismo
tendente
al
socialismo
di
Stato
,
consigliarci
di
perfezionare
l
'
esperimento
di
questo
socialismo
di
Stato
,
e
educarci
a
divenir
coscienti
dei
suoi
mezzi
,
dei
suoi
fini
e
delle
sue
possibilità
?
Per
esempio
,
proprio
in
relazione
al
compito
così
limpidamente
proposto
nel
"
Manifesto
"
di
creare
l
'
unità
nazionale
,
non
c
'
è
nessuna
ragione
di
giudicare
inefficace
un
procedimento
socialistico
(
nazionalizzazione
)
.
Non
è
questo
,
per
caso
,
uno
degli
aspetti
dell
'
attuale
esperienza
russa
?
Ma
quando
ci
si
decide
per
una
condotta
liberale
o
socialista
,
fra
la
speculazione
storica
e
la
speculazione
pratica
,
sempre
,
sensibilmente
o
no
,
si
introduce
un
altro
giudizio
:
questo
è
bene
,
questo
è
male
.
Un
giudizio
etico
,
il
quale
,
il
più
delle
volte
,
ha
già
dominato
e
sottomesso
al
suo
talento
anche
il
giudizio
storico
che
lo
precede
.
Detto
questo
non
si
crederà
che
io
dica
per
complimento
che
la
dimostrazione
storica
della
"
incapacità
dell
'
Italia
a
costituirsi
in
organismo
unitario
"
letta
sul
"
Manifesto
"
mi
piace
,
voglio
dire
,
mi
persuade
.
Possiamo
andar
giù
,
d
'
accordo
,
salvo
particolari
sui
quali
per
mio
conto
non
ho
alla
mano
elementi
soggettivi
di
giudizio
,
fino
al
punto
in
cui
dalla
rappresentazione
storica
si
passa
a
far
previsioni
per
l
'
avvenire
.
Che
la
storia
serva
oltre
che
ad
appagare
un
'
esigenza
assoluta
del
conoscere
,
anche
a
far
previsioni
,
è
giusto
:
solo
e
proprio
per
questo
aspetto
,
essa
è
una
scienza
.
Ora
si
dice
nel
"
Manifesto
"
,
che
questo
socialismo
di
Stato
che
il
liberalismo
ha
ereditato
dal
Piemonte
e
ha
svolto
,
uccidendo
se
stesso
,
nel
nuovo
regno
,
è
un
movimento
effimero
:
rappresenta
una
transazione
che
bisogna
superare
.
Che
significa
bisogna
?
Un
imperativo
etico
,
o
vale
come
dire
che
a
una
data
temperatura
,
bisogna
che
un
dato
metallo
fonda
?
Tengo
il
secondo
significato
e
dico
che
le
forze
di
libertà
scoperte
dall
'
autore
del
"
Manifesto
"
,
anche
a
giudicare
dai
bruchi
le
farfalle
non
mi
sembrano
concludenti
per
affermare
una
contraddizione
immediata
al
prevalere
del
socialismo
di
Stato
.
Io
non
stimo
(
materialisticamente
)
del
movimento
operaio
altra
forza
che
quella
delle
organizzazioni
.
Ora
,
osserviamo
.
L
'
esperimento
socialistico
si
è
svolto
fin
qui
attraverso
una
serie
di
compromessi
fra
gli
istituti
di
diritto
pubblico
e
privato
esistenti
e
i
fini
che
lo
Stato
,
più
o
meno
consapevolmente
,
si
proponeva
.
Ha
proceduto
attraverso
il
dissidio
intimo
fra
una
morale
politica
essenzialmente
individualistica
e
la
morale
propria
delle
organizzazioni
di
classe
.
La
fase
iniziatasi
dopo
la
guerra
,
non
ancora
in
pieno
svolgimento
,
è
quella
appunto
in
cui
bisogna
demolire
i
vecchi
istituti
giuridici
per
fondarne
altri
,
propri
della
rivoluzione
che
si
sta
compiendo
,
e
insieme
bisogna
sostituire
alla
vecchia
morale
politica
una
nuova
morale
.
Se
si
fa
una
stima
approssimativa
del
tempo
occorrente
a
questo
lavoro
,
nulla
ci
persuade
della
sua
brevità
,
cosicché
la
previsione
piú
sicura
è
che
il
prossimo
periodo
storico
della
vita
italiana
sia
ancora
occupato
da
un
processo
socialista
-
burocratico
rappresentante
la
concertazione
giuridico
-
politica
del
movimento
rivoluzionario
di
classe
.
Certamente
questo
moto
,
che
noi
giudichiamo
svolgentesi
in
linea
retta
verso
le
realizzazioni
di
un
socialismo
burocratico
,
genera
incessantemente
anche
dei
processi
contrari
.
Cioè
svolge
intimamente
un
processo
dialettico
.
E
nello
stesso
tempo
altri
elementi
fuori
dell
'
organizzazione
di
classe
e
contro
di
essa
,
producono
a
loro
volta
altre
soluzioni
antitetiche
.
Da
questa
dialettica
interna
e
esterna
del
movimento
sindacale
nasce
quella
che
il
Gobetti
ha
definito
la
Rivoluzione
Liberale
.
Perciò
,
io
credo
di
essere
preciso
nell
'
interpretare
questo
novissimo
dittico
,
quando
considero
quelle
tali
forze
"
di
libertà
"
,
come
forze
che
,
in
un
primo
momento
imprecisabile
nella
sua
durata
,
devono
comportarsi
rivoluzionariamente
in
senso
proprio
o
negativo
e
non
in
senso
positivo
e
costruttore
.
In
sostanza
esse
attendono
l
'
esperimento
compiuto
dal
socialismo
di
Stato
per
superarlo
,
e
non
lo
favoriscono
se
non
per
scavargli
la
fossa
.
Per
rendermi
chiaro
,
piglierò
un
esempio
della
storia
stessa
del
socialismo
,
ricordando
il
momento
quando
il
socialismo
in
paesi
a
costituzione
borghese
arretrata
(
come
per
esempio
il
nostro
)
,
comprese
la
necessità
di
affrettare
il
processo
formativo
della
borghesia
,
e
vi
cooperò
,
più
o
meno
in
coscienza
,
solo
per
affrettarne
la
catastrofe
.
Che
questa
rivoluzione
liberale
,
la
quale
si
svolge
,
secondo
il
già
detto
,
per
moti
diversi
e
nemici
,
possa
trovare
una
guida
pratica
che
ne
determini
più
o
meno
chiaramente
l
'
azione
immediata
,
non
mi
sembra
possibile
ora
;
solo
è
possibile
alla
scienza
scoprire
i
lontani
rapporti
di
moto
e
la
composizione
di
quei
fattori
.
Dico
dunque
che
il
momento
pratico
della
"
Rivoluzione
liberale
"
è
,
secondo
le
mie
previsioni
,
ancora
lontano
e
lascio
a
questo
aggettivo
tutta
la
sua
indeterminatezza
.
Cercando
invece
di
determinare
speculativamente
la
fisionomia
probabile
di
questa
rivoluzione
,
credo
che
essa
finirà
per
riprendere
gli
stessi
motivi
del
liberalismo
classico
,
nell
'
economia
e
nel
diritto
.
E
ciò
sarà
quando
le
nostre
scuole
liberali
,
sentiranno
di
non
poter
più
operare
come
elementi
conservatori
dell
'
economia
e
dello
Stato
attuale
,
ma
di
dover
agire
come
elementi
rivoluzionari
(
questo
,
mi
pare
,
é
il
punto
del
nostro
dissenso
coi
nostri
grandi
maestri
liberali
)
;
allora
,
l
'
evoluzione
ideologica
dei
nuovi
istituti
liberali
procederà
rapidissima
e
sorgeranno
chiari
gli
schemi
della
nuova
società
,
che
la
rivoluzione
porterà
al
trionfo
.
Certamente
l
'
esperimento
socialistico
non
sarà
avvenuto
invano
,
nessuno
vorrà
cancellarlo
come
uno
sgorbio
dalla
storia
;
la
rivoluzione
avrà
,
come
il
"
Manifesto
"
dice
,
una
"
coscienza
moderna
dello
Stato
"
o
meglio
la
sua
coscienza
dello
Stato
,
cioè
semplicemente
diventerà
,
da
negativa
,
positiva
.
Dopo
aver
fatte
le
mie
previsioni
eccomi
al
punto
di
decidermi
per
un
'
azione
pratica
.
Il
passaggio
è
stretto
e
difficile
.
La
maggior
parte
degli
uomini
fortunatamente
arriva
all
'
azione
per
vie
del
tutto
diverse
da
quella
che
noi
abbiamo
qui
battuta
,
ed
è
inutile
tentare
una
classificazione
anche
sommaria
di
questi
motivi
.
Per
uno
che
viene
di
biblioteca
,
supposto
che
egli
possa
dominare
tutte
le
determinazioni
subiettive
che
lo
influiscono
,
è
indifferente
scegliere
una
qualsiasi
delle
pratiche
di
cui
ha
conosciuto
l
'
esistenza
e
l
'
andamento
.
Questi
sarebbe
,
dal
punto
di
vista
della
preparazione
spirituale
alla
politica
attiva
,
il
politico
perfetto
(
machiavellico
)
.
Egli
sa
che
tanto
operando
in
A
,
come
in
B
,
lavorerà
sempre
per
il
risultato
C
.
Sceglierà
la
sua
via
con
lo
stesso
criterio
con
cui
un
attore
sceglie
la
sua
parte
in
un
dramma
di
cui
conosce
lo
svolgimento
e
la
fine
.
Soltanto
,
come
appunto
sarebbe
cattivo
commediante
,
quegli
che
sulla
scena
si
inspirasse
alla
logica
finale
del
dramma
anziché
alla
logica
della
sua
parte
,
il
politico
che
ha
scelto
A
,
parlerà
e
agirà
secondo
A
,
non
secondo
C
.
In
pratica
gli
converrà
nascondere
questo
C
:
oppure
attribuirlo
solo
ad
A
,
o
anche
,
fingendolo
un
risultato
nefasto
,
attribuirlo
all
'
azione
B
,
per
persuadere
il
maggior
numero
ad
agire
in
A
.
E
in
questi
e
in
simili
schemi
si
potrebbero
tradurre
moltissime
discussioni
che
si
fanno
nei
congressi
dei
partiti
.
Dunque
io
(
soggetto
astratto
)
potrei
,
senza
frode
,
decidermi
tanto
ad
operare
per
la
rivoluzione
prossima
probabile
del
socialismo
di
Stato
,
diciamo
per
il
collaborazionismo
,
quanto
dar
mano
ad
anticipare
quella
rivoluzione
di
cui
abbiamo
discorso
e
che
ora
dorme
con
la
prima
nella
medesima
culla
.
Il
soggetto
concreto
confessa
che
i
suoi
sentimenti
e
le
sue
simpatie
spirituali
lo
inclinano
fortemente
alla
seconda
decisione
,
mentre
il
suo
intelletto
realistico
lo
richiamerebbe
alla
prima
.
In
fine
conclude
per
rimanersene
nella
sua
specola
;
per
ritornare
cioè
a
quella
pura
e
semplice
problemistica
dei
primordi
dell
'
"
Unità
"
,
inutilmente
abbandonata
che
aspetta
senza
fretta
la
sua
sintesi
.
Generosa
è
1'impazienza
dei
giovani
che
pretende
sintesi
affrettate
e
provvisorie
;
generosa
non
solo
,
ma
tal
volta
anche
fecondamente
creatrice
come
dimostra
il
brano
pressoché
autobiografico
messo
dall
'
autore
in
capo
al
"
Manifesto
"
.
Credo
però
che
anche
un
certo
ascetismo
politico
,
se
è
secondo
genio
,
giovi
a
formare
,
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
,
una
classe
dirigente
.
E
sotto
questo
aspetto
,
mi
pare
,
rientriamo
,
con
l
'
autore
medesimo
,
a
braccetto
,
nella
praxis
.