STILE ( PERSICO EDOARDO , 1930 )
StampaPeriodica ,
Un
ritratto
di
antenato
ed
una
fotografia
dei
nostri
giorni
,
una
stampa
ottocentesca
ed
una
circolare
industriale
stabiliscono
per
contrasto
definitivamente
l
'
esistenza
di
uno
stile
moderno
,
cioè
di
un
mezzo
di
espressione
che
corrisponde
allo
spirito
ideale
ed
ai
bisogni
pratici
di
un
mondo
nuovo
.
I
dubbi
e
le
esitazioni
di
molta
gente
di
fronte
a
questo
stile
moderno
sono
sconfitti
dovunque
:
in
casa
,
dove
ci
serviamo
di
oggetti
che
sarebbero
parsi
incomprensibili
a
nostro
nonno
;
in
strada
,
con
i
mezzi
di
trasporto
;
al
cinematografo
,
che
è
una
rappresentazione
nuova
del
nostro
mondo
morale
;
sui
campi
di
foot
-
ball
,
dove
i
giocatori
e
le
folle
si
aggruppano
secondo
nuove
armonie
.
La
creazione
di
uno
stile
non
è
mai
l
'
impegno
di
uno
sforzo
solitario
,
ma
la
collaborazione
vivente
di
tutta
un
'
epoca
.
L
'
impiegato
che
sale
al
mattino
in
un
tram
,
l
'
operaio
che
manovra
una
leva
,
la
signora
che
va
a
passeggio
,
l
'
elegantone
che
accende
una
sigaretta
creano
,
senza
volerlo
,
un
modo
di
esprimersi
;
cioè
,
un
modo
di
essere
.
Bisognerebbe
guardare
attentamente
,
non
solo
come
voleva
Leonardo
nelle
macchie
che
fa
l
'
umidità
sui
muri
o
nelle
nuvole
,
ma
al
gesto
istintivo
che
facciamo
per
raccattare
il
guanto
ad
una
signora
,
alla
linea
che
disegna
una
donna
quando
si
mette
il
cappello
.
Lo
stile
è
determinato
,
così
,
da
un
complesso
di
prove
:
si
tratta
,
in
seguito
,
di
promuovere
l
'
evidenza
allo
stato
di
creazione
.
Innalzare
l
'
apparenza
alla
sfera
della
poesia
.
Gli
aspetti
del
tempo
sono
una
specie
di
evocazione
segreta
e
lo
stile
nasce
piuttosto
per
l
'
improvvisa
adesione
ad
un
mistero
plastico
,
che
per
una
ricerca
specifica
.
La
più
piccola
traccia
di
ricerca
è
un
errore
:
una
linea
nel
gesto
di
una
figura
,
come
una
parola
in
un
discorso
annullano
per
sempre
lo
stile
.
Non
è
tanto
la
materia
,
o
la
volontà
,
che
determina
la
forma
;
ma
il
segreto
accordo
con
le
cose
come
esse
si
presentano
nella
realtà
:
si
tratta
per
lo
piú
,
di
uno
scambio
di
segni
convenzionali
.
È
soltanto
attraverso
questo
accordo
che
la
forma
può
suggellare
un
contenuto
vivo
,
perché
lo
stile
è
un
effetto
,
non
un
fine
.
Nelle
etichette
dei
profumi
,
l
'
alterigia
del
signore
d
'
Orsay
ci
è
indifferente
e
quasi
ostile
,
mentre
comprendiamo
benissimo
la
poesia
di
un
nudo
di
Archipenko
,
paragonandola
all
'
immagine
di
una
signora
al
ballo
;
o
il
valore
di
un
colore
di
Boccioni
se
pensiamo
ai
cancelli
di
un
opificio
,
o
alle
piastre
di
un
treno
veloce
.
StampaPeriodica ,
Non
è
ora
il
caso
di
illustrare
quale
sia
stata
l
'
importanza
teorica
del
futurismo
,
che
rappresenta
in
fondo
un
tentativo
di
evasione
dalle
estetiche
positiviste
dell
'
ottocento
;
ma
conviene
stabilire
che
nelle
idee
,
e
nei
progetti
di
Sant
'
Elia
sono
chiariti
i
principii
fondamentali
di
quella
che
sarà
,
in
Europa
,
a
distanza
di
anni
,
e
contro
l
'
avversione
di
un
mondo
a
cavallo
fra
due
epoche
,
la
nuova
architettura
.
Questi
principii
si
possono
sintetizzare
così
:
1
.
Abolizione
del
decorativismo
di
stili
sovrapposti
.
2
.
Razionalità
della
fabbrica
,
per
la
corrispondenza
dello
scopo
con
la
forma
.
3
.
Equilibrio
plastico
della
massa
con
la
pianta
.
4
.
Utilizzazione
dei
nuovi
materiali
costruttivi
.
L
'
architettura
europea
ha
talmente
fatto
suoi
questi
principii
,
che
non
la
si
potrebbe
pensare
contenuta
in
altre
regole
.
Ma
il
valore
di
Sant
'
Elia
non
è
,
in
fondo
,
nell
'
aver
intuito
e
disegnato
un
sistema
nuovo
di
costruzione
:
consiste
piuttosto
nel
modo
con
cui
ha
sentito
l
'
impostazione
del
problema
di
un
'
architettura
moderna
,
ed
il
fine
a
cui
essa
è
indirizzata
.
Come
in
tutti
i
precursori
,
in
lui
contano
piú
i
motivi
dell
'
azione
,
che
l
'
azione
stessa
.
Questo
progetto
di
Sant
'
Elia
è
un
'
anticipazione
dei
grattacieli
a
terrazze
,
nel
tempo
in
cui
gli
americani
costruivano
i
grattacieli
gotici
o
veneziani
di
Cass
.
Gilbert
;
o
quest
'
altro
è
una
sistemazione
prodigiosamente
"
moderna
"
di
una
città
nuova
,
pensata
nella
Milano
borghese
a
cui
parve
convenire
soltanto
lo
stile
della
nuova
stazione
:
ma
queste
,
e
tante
altre
anticipazioni
resterebbero
la
fatica
solitaria
e
melanconica
di
uno
sterile
sognatore
,
se
non
fossero
sorrette
e
giustificate
da
quello
spirito
nuovo
che
ha
creato
l
'
Europa
dei
nostri
giorni
.
La
polemica
di
Sant
'
Elia
contro
i
plagiarii
ed
i
pasticcieri
sottointende
principii
di
onestà
morale
e
di
dignità
dell
'
opera
d
'
arte
che
sono
identici
a
quelli
che
gli
architetti
moderni
oppongono
ai
costruttori
di
vecchio
stile
:
questa
opposizione
che
sembrerebbe
,
a
prima
vista
,
un
mero
fatto
di
tecnica
è
nel
suo
contenuto
maggiore
una
controversia
morale
nei
cui
termini
è
la
lotta
di
un
mondo
giovane
,
pieno
di
iniziative
e
di
volontà
,
contro
un
altro
che
scade
fatalmente
giorno
per
giorno
.
Le
case
nuove
per
gli
uomini
nuovi
:
non
è
una
formula
estetica
,
è
un
presupposto
morale
.
Sant
'
Elia
ha
posto
i
termini
di
questo
problema
con
una
intransigenza
che
giustifica
in
pieno
il
giudizio
che
certi
tedeschi
danno
sul
futurismo
,
considerandolo
come
una
scuola
essenzialmente
sociale
.
La
città
futurista
"
simile
ad
un
immenso
cantiere
tumultuante
,
agile
,
mobile
,
dinamico
in
ogni
sua
parte
"
presuppone
una
civiltà
di
produttori
,
educati
alla
disciplina
del
mondo
moderno
.
La
casa
"
senza
pittura
,
senza
scultura
"
,
è
già
,
in
progetto
,
l
'
abitazione
moderna
di
quelli
che
hanno
rinunziato
ai
piccoli
agi
ed
ai
piccoli
divertimenti
della
borghesia
ottocentesca
,
per
ritrovarsi
in
un
ambiente
parallelo
a
quello
che
determina
l
'
atmosfera
e
la
consuetudine
puritana
della
fabbrica
.
La
"
machine
à
habiter
"
di
Le
Corbusier
,
che
crea
i
piani
regolatori
delle
città
nuove
,
è
presentita
da
Sant
'
Elia
come
la
"
casa
futurista
simile
ad
una
macchina
gigantesca
"
,
nel
quadro
dell
'
Europa
moderna
.
Questo
è
la
maggior
originalità
di
Sant
'
Elia
:
il
coraggio
delle
idee
precise
,
e
il
rigore
di
restarvi
fedele
ad
ogni
costo
.
"
L
'
architettura
si
stacca
dalla
tradizione
.
Si
ricomincia
da
capo
per
forza
"
.
Perché
fra
le
estetiche
antiche
e
il
mondo
di
Sant
'
Elia
stanno
,
com
'
egli
dice
,
la
scoperta
di
nuove
leggi
naturali
,
e
nuovi
usi
scientifici
:
cioè
il
fondamento
moderno
dell
'
arte
.
StampaPeriodica ,
Centinaia
di
milioni
si
sono
spesi
per
monumenti
ai
caduti
,
per
edifici
pubblici
,
per
scuole
,
per
l
'
arredamento
di
piroscafi
e
per
case
popolari
,
ma
ben
pochi
edifici
costruiti
hanno
aggiunto
una
sola
linea
a
quello
che
già
era
stato
fatto
dai
nostri
antenati
.
Tuttavia
,
mentre
il
campo
ufficiale
dell
'
architettura
rappresentativa
è
pienamente
dominato
da
tali
concetti
volutamente
e
rigorosamente
antiprogressisti
,
esiste
in
Italia
una
minoranza
di
pubblico
,
di
critici
e
d
'
artisti
che
,
a
costo
di
sembrar
iconoclasti
,
comprendono
,
difendono
e
propagandano
le
forme
moderne
.
Osteggiata
dai
quotidiani
,
scansata
dai
"
benpensanti
"
,
tollerata
tutt
'
al
più
come
fenomeno
"
futurista
"
(
sostituendo
con
questa
parola
il
vocabolo
"
pazzoide
"
)
,
questa
minoranza
ha
trovata
in
se
stessa
la
forza
di
operare
e
di
agire
.
Attiva
ed
entusiasta
,
ha
dato
il
meglio
all
'
Esposizione
di
Monza
,
ha
costruito
edifici
che
giornali
e
riviste
ed
esposizioni
estere
hanno
spontaneamente
illustrati
e
lodati
,
ha
fatto
sí
che
almeno
nelle
nostre
riviste
di
architettura
più
serie
non
sieno
ospitati
quei
lavori
che
non
hanno
alcun
rapporto
con
gli
ideali
della
vita
moderna
.
Ma
questo
basta
?
Viene
il
momento
in
cui
la
continua
polemica
stanca
e
avvilisce
.
Anche
l
'
uomo
più
sicuro
di
sé
vien
preso
dall
'
amarezza
quando
si
sente
qualificare
per
traditore
delle
tradizioni
.
L
'
architettura
non
vive
nei
progetti
:
essa
ha
bisogno
di
essere
realizzata
.
E
se
l
'
opinione
pubblica
è
aizzata
con
tanta
spavalderia
contro
questi
sforzi
,
ne
risulta
per
l
'
artista
uno
stato
di
insofferenza
,
di
disagio
,
di
ostilità
che
non
contribuiscono
certo
alla
serenità
e
alla
gioia
delle
sue
creazioni
.
Disagio
e
sofferenza
tanto
più
dannose
quando
si
osserva
come
,
fuori
dai
nostri
confini
,
dalla
Turchia
all
'
Olanda
,
dall
'
Albania
agli
Stati
Uniti
,
le
forme
della
modernità
vestono
ormai
tutta
l
'
architettura
ufficiale
in
corso
di
attuazione
.
Ma
tutto
questo
,
Eccellenza
,
sarebbe
facilmente
sopportabile
perché
la
fede
è
troppo
grande
per
fermarsi
di
fronte
a
queste
amarezze
,
se
non
avessi
ascoltato
da
un
direttore
di
un
grande
quotidiano
queste
testuali
parole
:
"
È
ordine
del
Governo
di
ostacolare
ogni
forma
di
architettura
novecentista
"
.
Io
non
posso
credere
a
tale
assurdità
.
La
mia
fede
fascista
si
ribella
al
pensiero
che
si
voglia
costringere
la
nostra
Nazione
a
diventare
il
museo
di
se
stessa
.
È
bene
od
è
riprovevole
propagandare
ed
eseguire
architettura
moderna
in
Italia
?
Se
è
male
lo
si
dica
chiaramente
e
si
chiudano
le
esposizioni
,
e
non
ci
si
inviti
più
con
le
"
nostre
opere
più
modernamente
significative
"
a
rappresentare
l
'
Italia
all
'
estero
.
Se
è
bene
,
si
dia
finalmente
un
lavoro
,
uno
solo
dei
cento
milioni
recentemente
stanziati
,
a
un
architetto
chiaramente
moderno
e
non
si
pretenda
che
l
'
architettura
nasca
dalle
scrivanie
dei
disegnatori
del
genio
civile
o
dalle
tarlate
fantasie
degli
archeologi
.
Sul
mio
gagliardetto
era
scritto
"
marciare
non
marcire
"
.
Vale
anche
in
architettura
?
StampaPeriodica ,
Il
22
ottobre
si
ebbe
la
telefonata
d
'
avviso
;
e
la
sera
stessa
si
partì
,
Franco
Alfano
da
Torino
,
Ildebrando
Pizzetti
,
Alceo
Toni
,
Renzo
Rossi
ed
io
,
da
Milano
.
Se
qualcuno
incontrando
la
nostra
carovana
ci
avesse
chiesto
:
Quo
vaditis
?
,
-
Petimus
Romam
,
si
sarebbe
risposto
;
all
'
incirca
come
Cristo
a
San
Pietro
.
Perché
ci
si
sentiva
veramente
-
in
quanto
si
rappresentava
la
compagnia
di
credenti
più
trascurata
da
un
mondo
orribilmente
pagano
:
quella
dei
compositori
di
musica
-
come
dei
poveri
Cristi
;
e
si
andava
a
Roma
per
conquistare
,
fra
tanti
altari
,
un
santo
patrocinatore
alla
nostra
causa
.
Il
Presidente
aveva
fissato
l
'
udienza
per
le
11
del
giorno
23
.
Alle
10.30
ci
trovammo
nella
sala
d
'
aspetto
di
Palazzo
Chigi
.
Quando
siamo
entrati
,
al
grande
tavolo
di
lavoro
,
in
un
angolo
vicino
ad
una
finestra
,
era
il
Duce
;
in
piedi
,
un
po
'
chino
,
appoggiando
il
gomito
sinistro
sul
tavolo
e
la
fronte
alla
mano
;
e
sfogliava
i
quaderni
di
un
libro
ancora
intonso
.
Alceo
Toni
,
il
più
familiare
all
'
on
.
Mussolini
per
essere
stato
con
lui
al
Popolo
d
'
Italia
,
ha
fatto
le
presentazioni
.
E
Benito
Mussolini
,
che
al
nostro
apparire
si
era
drizzato
nella
persona
,
tendeva
ora
il
braccio
verso
ciascuno
di
noi
ripetendo
man
mano
i
cognomi
;
e
sorrideva
lievemente
,
e
ci
guardava
con
certi
occhi
che
pareva
volessero
fotografarci
.
Aveva
letto
il
nostro
rapporto
sulle
condizioni
e
le
necessità
dell
'
arte
lirica
in
Italia
;
era
informato
della
mostra
musicale
del
'900;
volle
sapere
perché
si
fosse
scelta
come
sede
per
la
prima
manifestazione
la
città
di
Bologna
;
chiese
,
sul
carattere
,
i
limiti
,
le
finalità
della
mostra
,
più
ampie
notizie
.
Le
sue
domande
erano
brevi
e
precise
;
dopo
averle
enunciate
,
il
Duce
alzava
il
capo
e
lo
rovesciava
un
po
'
indietro
,
spalancando
gli
occhi
neri
sull
'
interrogato
.
E
quando
parlava
,
la
sua
voce
era
pacata
e
dolce
,
e
il
tono
era
così
semplice
,
che
solo
da
una
certa
energia
della
pronuncia
e
dalla
convinzione
che
animava
le
parole
era
dato
riconoscere
l
'
impetuoso
tribuno
dominatore
di
folle
.
-
"
Sì
,
mi
piace
l
'
idea
di
questa
esposizione
auditiva
che
può
rappresentare
il
parallelo
delle
esposizioni
visive
di
pittura
e
scultura
.
È
una
specie
di
rassegna
delle
attuali
forze
musicali
italiane
,
che
volete
fare
.
È
molto
opportuna
.
Bisogna
risvegliare
l
'
interesse
del
pubblico
intorno
alla
musica
nuova
;
esso
,
ormai
,
non
ama
più
che
la
musica
verticale
:
intendo
quella
che
si
suona
nelle
strade
,
coi
piani
a
manovella
.
E
'
necessario
che
il
pubblico
apprezzi
ed
impari
ad
amare
anche
la
musica
che
non
sa
a
memoria
.
Ma
siccome
,
per
ciò
che
riguarda
la
divulgazione
,
la
musica
da
concerto
non
arriva
alle
grandi
folle
,
e
quella
da
teatro
sì
,
è
la
musica
da
teatro
che
bisogna
far
rinascere
prima
di
tutto
...
Queste
le
parole
,
quasi
testuali
,
di
Benito
Mussolini
ai
musicisti
italiani
:
parole
quanto
mai
confortanti
,
e
starei
per
dire
,
preziose
.
StampaPeriodica ,
Walter
Gropius
è
il
fondatore
del
Bauhaus
,
di
quel
Bauhaus
che
oggi
sopravvive
come
scuola
d
'
arte
con
altro
andamento
da
quello
che
ebbe
sino
alla
presenza
del
suo
fondatore
.
Egli
,
che
da
Dessau
si
è
trasferito
da
qualche
anno
a
Berlino
,
è
uno
dei
precursori
che
hanno
saputo
vedere
con
maggiore
chiarezza
quali
sviluppi
avrebbe
preso
nel
tempo
l
'
architettura
in
cammino
di
rinnovamento
.
Mentre
altri
architetti
sono
partiti
da
presupposti
estetici
,
cercando
nuove
vie
attraverso
lo
studio
formale
delle
costruzioni
per
correggersi
più
tardi
,
passando
dal
formalismo
al
razionalismo
,
(
Poelzig
,
Mendelsohn
,
ecc
.
)
il
Gropius
è
partito
subito
da
un
'
aspirazione
costruttiva
,
quale
si
vede
sin
dalle
opere
del
1912
(
Faguswerk
in
Alfed
)
e
dagli
uffici
e
le
fabbriche
della
Werkbundausstellung
di
Colonia
(
anno
1914
)
.
Opere
nelle
quali
-
nascosta
fra
timidezze
di
soluzioni
non
trovate
e
reminiscenze
inevitabili
di
Jugendstil
-
si
manifesta
però
già
chiara
la
tendenza
al
razionalismo
costruttivo
.
Nel
razionalismo
del
Gropius
si
trovano
tuttavia
frequenti
concessioni
estetiche
come
per
esempio
nella
parete
esterna
di
vetro
della
Werkstattbau
di
Dessau
,
la
quale
rigorosamente
misurata
,
risulta
proiettata
nell
'
irrazionale
di
una
trattazione
esclusivamente
estetica
dei
nuovi
mezzi
e
materiali
costruttivi
.
Ma
l
'
architettura
è
un
'
arte
e
quando
non
si
tratti
di
edifici
economici
,
nei
quali
la
questione
finanziaria
tiranneggia
,
non
va
controllata
esclusivamente
in
cifre
e
bilanci
.
Ciò
che
importa
dal
punto
di
vista
stilistico
è
che
la
novità
di
espressione
sia
autentica
e
non
sostituita
da
rielaborazioni
di
vecchi
stili
o
da
forme
personali
bizzarre
e
manierate
.
Oltre
al
Bauhaus
con
le
relative
abitazioni
degli
insegnanti
,
il
Gropius
ha
costruito
a
Dessau
le
Siedlungen
di
Toerten
,
e
nelle
altre
città
della
Germania
ville
,
scuole
,
locali
sportivi
,
e
specialmente
Siedlungen
,
delle
quali
le
più
importanti
sono
quelle
di
Francoforte
sul
Meno
e
della
Siemensstadt
alla
periferia
di
Berlino
,
alla
costruzione
della
quale
hanno
partecipato
anche
gli
architetti
Scharoun
,
Haering
,
Forbat
,
Bartning
e
l
'
ing
.
Mengeringhausen
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
il
R
.
decreto
21
febbraio
1895
,
n
.
70
,
che
approva
il
testo
unico
delle
leggi
sulle
pensioni
civili
e
militari
,
e
le
successive
modificazioni
;
Vista
la
legge
7
giugno
1934-XII
,
n
.
899
,
sull
'
avanzamento
degli
ufficiali
del
Regio
esercito
e
le
successive
modificazioni
;
Vista
la
legge
16
giugno
1935-XIII
,
n
.
1026
,
sullo
stato
degli
ufficiali
del
regio
esercito
e
le
successive
modificazioni
;
Visto
il
testo
unico
delle
leggi
sullo
stato
dei
sottufficiali
del
regio
esercito
,
approvato
con
R
.
decreto
15
settembre
1932-X
,
n
.
1514
,
quale
risulta
modificato
dalla
legge
21
giugno
1934-XII
,
n
.
1519
,
recante
tra
l
'
altro
,
modificazioni
alle
disposizioni
vigenti
sullo
stato
e
l
'
avanzamento
dei
sottufficiali
del
Regio
esercito
;
Vista
la
legge
11
marzo
1926-VI
,
n
.
397
,
sullo
stato
degli
ufficiali
della
Regia
marina
e
della
Regia
aeronautica
,
e
le
successive
modificazioni
;
Vista
la
legge
6
giugno
1935-XIII
,
n
.
1404
,
sull
'
avanzamento
degli
ufficiali
della
Regia
marina
e
le
successive
modificazioni
;
Visto
il
testo
unico
delle
leggi
sull
'
avanzamento
degli
ufficiali
della
Regia
marina
,
approvato
con
R
.
decreto
1
agosto
1936-XIV
,
n
.
1493
,
e
le
successive
modificazioni
;
Visto
il
testo
unico
delle
disposizioni
legislative
riguardanti
l
'
ordinamento
del
Corpo
Reali
Equipaggi
e
lo
stato
giuridico
dei
sottufficiali
della
Regia
marina
,
approvato
con
R
.
decreto
18
giugno
1931-IX
,
n
.
914
,
e
le
successive
modificazioni
;
Visto
il
R
.
decreto
-
legge
28
gennaio
1935-XIII
,
n
.
314
,
recante
norme
relative
al
reclutamento
e
all
'
avanzamento
degli
ufficiali
della
Regia
aeronautica
,
convertito
in
legge
con
la
legge
13
giugno
1935-XIII
,
n
.
1297
,
e
le
successive
modificazioni
;
Vista
la
legge
4
aprile
1935-XIII
,
n
.
493
,
concernente
la
istituzione
,
in
via
provvisoria
,
della
posizione
di
congedo
speciale
per
gli
ufficiali
della
Regia
aeronautica
,
e
le
successive
modificazioni
;
Visto
il
R
.
decreto
-
legge
3
febbraio
1938-XVI
,
n
.
744
,
recante
norme
sul
reclutamento
ed
avanzamento
dei
sottufficiali
e
militari
di
truppa
,
nonché
sullo
stato
dei
sottufficiali
della
Regia
aeronautica
;
Visto
il
R
.
decreto
14
gennaio
1923-I
,
n
.
31
,
concernente
l
'
istituzione
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
;
Visti
il
R
.
decreto
-
legge
4
agosto
1924-II
,
n
.
1292
,
concernente
l
'
approvazione
del
nuovo
ordinamento
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
;
il
R
.
decreto
-
legge
14
giugno
1925-III
,
n
.
1174
,
relativo
all
'
istituzione
della
Milizia
ferroviaria
;
e
il
R
.
decreto
-
legge
16
giugno
1925-III
,
n
.
1466
,
relativo
all
'
istituzione
della
Milizia
postale
-
telegrafica
;
convertiti
in
legge
con
la
legge
7
marzo
1926-IV
,
n
.
562;
Visto
il
R
.
decreto
15
luglio
1938-XVI
,
n
.
1282
,
concernente
l
'
approvazione
del
nuovo
statuto
della
"
Sezione
per
assegni
vitalizi
"
dell
'
opera
di
previdenza
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
;
Visto
il
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
recante
provvedimenti
per
la
difesa
della
razza
italiana
;
Ritenuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
di
provvedere
;
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926-IV,n
.
100;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Duce
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
Ministro
Segretario
di
Stato
per
la
guerra
e
Ministro
Segretario
di
Stato
per
l
'
interno
,
per
la
marina
e
per
l
'
aeronautica
,
di
concerto
coi
Ministri
Segretari
di
Stato
per
la
grazia
e
giustizia
e
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
Gli
ufficiali
in
servizio
permanente
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
,
della
Regia
guardia
di
finanza
e
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
esclusi
coloro
di
cui
al
successivo
art
.
4
,
sono
dispensati
dal
servizio
ai
sensi
dell
'
art
.
20
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
numero
1728
,
e
collocati
in
congedo
assoluto
.
Art
.
2
.
Agli
ufficiali
di
cui
al
precedente
art
.
1
-
fatta
eccezione
per
quelli
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
-
che
abbiano
diritto
al
trattamento
di
quiescenza
vitalizio
di
cui
all
'
art
.
21
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
è
concessa
,
in
aggiunta
a
tale
trattamento
,
l
'
indennità
di
ausiliaria
corrispondente
al
grado
rivestito
.
La
detta
indennità
è
corrisposta
nella
misura
e
per
la
durata
stabilita
dalle
disposizioni
vigenti
per
gli
ufficiali
collocati
in
ausiliaria
per
età
.
Il
tempo
durante
il
quale
gli
ufficiali
fruiscono
di
tale
indennità
è
considerato
come
trascorso
in
ausiliaria
,
agli
effetti
della
liquidazione
della
pensione
di
cui
al
comma
seguente
.
All
'
atto
della
cessazione
della
indennità
di
ausiliaria
,
e
sempre
quando
l
'
ufficiale
,
per
effetto
del
computo
di
cui
al
precedente
comma
,
abbia
compiuto
oltre
venti
anni
di
servizio
,
si
fa
luogo
a
nuova
liquidazione
di
pensione
.
Art
.
3
.
Gli
ufficiali
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
collocati
in
congedo
assoluto
ai
sensi
del
precedente
art
.
1
e
provenienti
dal
ruolo
del
servizio
permanente
effettivo
possono
essere
ammessi
al
godimento
dell
'
assegno
vitalizio
minimo
previsto
dal
R
.
decreto
15
luglio
1938-XVI
,
n
.
1282
,
qualora
abbiano
prestato
almeno
dieci
anni
di
servizio
permanente
effettivo
.
Qualora
abbiano
prestato
meno
di
dieci
anni
di
servizio
permanente
effettivo
,
beneficiano
dell
'
indennità
prevista
dal
secondo
comma
dell
'
art
.
21
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Art
.
4
.
Gli
ufficiali
del
regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
e
della
Regia
guardia
di
finanza
,
nelle
posizioni
di
"
fuori
quadro
"
,
"
congedo
speciale
"
,
"
fuori
organico
"
,
"
aspettativa
per
riduzione
di
quadri
senza
diritto
a
richiamo
in
servizio
"
,
"
congedo
provvisorio
"
e
"
ausiliaria
"
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
cessano
dalle
posizioni
in
cui
si
trovano
e
sono
collocati
in
congedo
assoluto
,
col
trattamento
di
quiescenza
previsto
dall
'
art
.
21
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
numero
1728
.
Gli
ufficiali
in
ausiliaria
,
collocati
in
congedo
assoluto
,
conservano
,
in
aggiunta
al
trattamento
di
quiescenza
di
cui
al
precedente
comma
,
l
'
indennità
di
ausiliaria
per
il
periodo
di
tempo
in
cui
ne
avrebbero
ancora
avuto
diritto
,
ai
sensi
delle
disposizioni
in
vigore
.
La
stessa
indennità
è
concessa
agli
ufficiali
collocati
in
congedo
assoluto
dalle
altre
posizioni
previste
nel
presente
articolo
,
i
quali
,
in
base
al
titolo
per
il
quale
cessarono
dal
servizio
,
avrebbero
dovuto
transitare
per
l
'
ausiliaria
,
a
termini
delle
disposizioni
in
vigore
.
Agli
ufficiali
di
cui
ai
due
precedenti
commi
si
applicano
le
disposizioni
dei
tre
capoversi
del
precedente
art
.
2
.
Art
.
5
.
Gli
ufficiali
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
e
della
Regia
guardia
di
finanza
,
inscritti
nei
ruoli
del
complemento
e
della
riserva
,
e
quelli
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
,
inscritti
nei
ruoli
della
riserva
e
in
congedo
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
cessano
di
far
parte
di
detti
ruoli
e
sono
collocati
in
congedo
assoluto
.
Nulla
è
innovato
per
quanto
riguarda
il
trattamento
di
quiescenza
di
cui
essi
eventualmente
fruiscono
o
al
quale
abbiano
diritto
,
ai
sensi
delle
disposizioni
vigenti
anteriormente
al
Regio
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Art
.
6
.
Le
disposizioni
degli
articoli
precedenti
sono
estese
,
in
quanto
applicabili
,
agli
ufficiali
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
e
della
Regia
guardia
di
finanza
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
riassunti
in
servizio
quali
invalidi
di
guerra
.
Art
.
7
.
Gli
ufficiali
in
congedo
assoluto
appartenenti
alla
razza
ebraica
non
hanno
obblighi
di
servizio
,
ma
conservano
il
grado
e
la
relativa
uniforme
.
L
'
uso
dell
'
uniforme
è
però
subordinato
alla
preventiva
autorizzazione
del
Ministero
competente
o
del
Comando
generale
della
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
.
Essi
sono
soggetti
alle
disposizioni
riflettenti
il
grado
e
alle
norme
disciplinari
stabilite
dagli
appositi
regolamenti
.
Art
.
8
.
Il
trattamento
economico
previsto
dai
precedenti
articoli
2
,
3
,
4
e
6
e
,
quando
occorra
,
la
relativa
durata
sono
assegnati
con
decreto
Ministeriale
.
Art
.
9
.
I
sottufficiali
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
,
della
Regia
guardia
di
finanza
,
del
corpodegli
agenti
di
P
.
S
.
e
del
corpo
degli
agenti
di
custodia
degli
istituti
di
prevenzione
e
pena
,
in
servizio
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
dimessi
dalle
armi
e
collocati
in
congedo
assoluto
.
Ai
sottufficiali
in
carriera
continuativa
è
concesso
il
trattamento
di
quiescenza
previsto
dall
'
art
.
21
del
R
.
decreto-legge17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Ai
sottufficiali
richiamati
temporaneamente
alle
armi
,
che
godevano
anteriormente
al
richiamo
di
un
trattamento
di
quiescenza
,
è
conservato
tale
trattamento
salvo
gli
aumenti
ai
quali
possono
avere
diritto
in
base
alle
disposizioni
vigenti
anteriormente
al
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Ai
sottufficiali
richiamati
,
trattenuti
,
riassunti
,
che
non
godevano
trattamento
di
quiescenza
,
è
concesso
tale
trattamento
qualora
,
per
effetto
dell
'
ulteriore
servizio
prestato
,
ne
abbiano
maturato
il
diritto
,
in
base
alle
disposizioni
vigenti
anteriormente
al
predetto
decreto
.
Art
.
9
.
Ai
sottufficiali
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
e
della
Regia
guardia
di
finanza
,
non
in
carriera
continuativa
,
ma
vincolati
a
ferme
,
è
concessa
l
'
aliquota
del
premio
di
fine
ferma
,
che
sarebbe
loro
spettato
,
calcolata
proporzionalmente
al
numero
dei
mesi
di
effettivo
servizio
prestato
nella
ferma
,
computando
la
frazione
di
mese
come
mese
intero
.
I
sottufficiali
dei
carabinieri
Reali
e
della
Regia
guardia
di
finanza
hanno
obbligo
di
restituire
la
parte
del
premio
di
rafferma
eventualmente
percepito
in
più
dell
'
aliquota
ad
essi
spettante
in
base
al
precedente
comma
.
Ai
sergenti
della
Regia
marina
ammessi
alla
ferma
complementare
a
premio
di
anni
due
è
corrisposto
il
premio
di
lire
2500
di
cui
al
primo
comma
della
lettera
a
)
,
dell
'
art
.
12
del
regio
decreto
-
legge
1
luglio
1938-XVI
,
n
.
1368
,
ridotto
a
norma
di
legge
.
Art
.
11
.
I
sottufficiali
delle
forze
armate
dello
Stato
in
congedo
illimitato
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
collocati
in
congedo
assoluto
.
Nulla
è
innovato
per
quanto
riguarda
il
trattamento
di
quiescenza
di
cui
essi
eventualmente
fruiscono
o
al
quale
abbiano
diritto
ai
sensi
delle
disposizioni
vigenti
anteriormente
al
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Art
.
12
.
Gli
iscritti
alla
Milizia
volontaria
per
la
sicurezza
nazionale
(
sottufficiali
,
graduati
,
camicie
nere
)
,
di
qualunque
categoria
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
collocati
in
congedo
assoluto
,
beneficiando
,
se
in
servizio
permanente
retribuito
o
in
servizio
continuativo
retribuito
,
dell
'
indennità
prevista
dall
'
art
.
21
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Art
.
13
.
Ai
sottufficiali
delle
forze
armate
dello
Stato
in
congedo
assoluto
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
si
applicano
le
disposizioni
dell
'
art
.
7
del
presente
decreto
,
qualora
essi
rivestano
un
grado
per
il
quale
è
fatto
obbligo
,
dalle
particolari
norme
riguardanti
le
singole
forze
armate
,
di
conservare
la
divisa
anche
nella
posizione
di
congedo
.
Art
.
14
.
I
graduati
e
militari
di
truppa
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
,
della
Regia
guardia
di
finanza
,
del
corpo
degli
agenti
di
P
.
S
.
e
del
corpo
degli
agenti
di
custodia
degli
istituti
di
prevenzione
e
di
pena
,
in
servizio
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
dimessi
dalle
armi
e
collocati
in
congedo
assoluto
.
A
coloro
che
trovansi
in
corso
di
ferma
o
di
rafferma
con
diritto
a
premio
o
gratificazione
è
concessa
l
'
aliquota
del
premio
o
della
gratificazione
che
sarebbe
loro
spettata
,
calcolata
proporzionalmente
ai
mesi
di
effettivo
servizio
prestati
nella
ferma
o
nella
rafferma
,
computando
la
frazione
di
mese
come
mese
intero
.
Il
trattamento
di
cui
al
precedente
comma
è
concesso
ai
graduati
e
militari
di
truppa
della
Regia
aeronautica
vincolati
a
ferma
non
inferiore
a
quattro
anni
,
computato
sulla
base
del
premio
di
fine
ferma
di
cui
all
'
art
.
59
del
R
.
decreto
-
legge
3
febbraio
1938-XVI
,
n
.
744;
a
quelli
in
corso
di
rafferma
è
concessa
una
gratificazione
di
L
.
500
,
ridotta
a
norma
di
legge
.
Ai
graduati
e
militari
di
truppa
musicanti
effettivi
,
maniscalchi
,
addetti
agli
stabilimenti
militari
di
pena
,
agli
istituti
militari
di
correzione
e
di
rieducazione
,
ai
depositi
cavalli
stalloni
,
ai
graduati
e
militari
di
truppa
dei
CC
.
RR
.
,
del
corpo
degli
agenti
di
P
.
S
.
e
del
corpo
degli
agenti
di
custodia
degli
istituti
di
prevenzione
e
di
pena
,
è
concesso
il
trattamento
di
quiescenza
previsto
dall
'
art
.
21
del
Regio
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Alla
indennità
spettante
ai
predetti
graduati
e
militari
di
truppa
,
che
hanno
meno
di
dieci
anni
di
servizio
,
può
essere
sostituita
,
se
più
favorevole
,
l
'
aliquota
dei
premi
o
delle
gratificazioni
di
fine
ferma
o
rafferma
,
che
sarebbe
loro
spettata
in
base
alle
vigenti
disposizioni
,
calcolata
a
norma
del
secondo
comma
del
presente
articolo
.
Art
.
15
.
I
graduati
e
militari
di
truppa
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
,
della
Regia
guardia
di
finanza
e
del
corpo
degli
agenti
di
P
.
S
.
in
congedo
illimitato
,
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
collocati
in
congedo
assoluto
.
Art
.
16
.
I
provvedimenti
previsti
dagli
articoli
1
,
4
,
5
,
6
,
9
,
11
,
12
,
14
e
15
hanno
effetto
dal
1
gennaio
1939-XVII
.
Art
.
17
.
Quando
l
'
accertamento
dell
'
appartenenza
alla
razza
ebraica
avvenga
successivamente
al
1
gennaio
1939-XVII
il
provvedimento
di
collocamento
in
congedo
assoluto
è
disposto
,
ai
soli
effetti
giuridici
,
con
decorrenza
dalla
predetta
data
e
la
corresponsione
del
trattamento
di
quiescenza
vitalizio
ha
luogo
dal
giorno
successivo
alla
effettiva
cessazione
del
servizio
.
Art
.
18
.
Il
presente
decreto
le
cui
norme
avranno
vigore
dalla
sua
data
,
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Duce
proponente
,
è
autorizzato
a
presentare
il
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
Roma
,
addì
22
dicembre
1938-XVII
.
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Solmi
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaPeriodica ,
1
.
Ad
agevolare
la
formazione
di
un
arte
nuova
in
Italia
,
e
d
una
critica
aderente
e
persuasiva
,
non
c
è
dubbio
che
si
lavora
da
anni
;
e
l
opera
di
alcuni
poeti
,
nell
atto
e
nelle
discussioni
frequenti
,
collaterali
,
ad
aiuto
di
certe
verità
che
malamente
si
sarebbero
imposte
con
un
azione
pacifica
,
e
al
solo
lume
della
ragione
,
come
tra
gente
preparata
e
esperta
d
ogni
finezza
,
si
dovrà
,
io
credo
,
ricordare
sempre
,
quando
si
farà
la
storia
di
questa
fatica
e
di
questo
rinnovamento
.
Da
tanta
scorie
e
costruzioni
imponenti
era
soffocata
la
poesia
,
e
,
secondo
il
volgo
,
inalzata
,
per
significati
ideali
e
valore
di
coesione
,
che
disporre
gli
spiriti
a
sentire
separatamente
,
e
senza
intrusioni
estranee
,
quel
filo
d
ispirazione
autentica
,
cercandolo
e
ritrovandolo
con
stento
in
una
trina
fitta
,
impervia
,
di
esigenze
deteriori
,
doveva
riuscire
parecchio
difficile
,
con
l
assunzione
di
un
mezzo
obbligo
al
ridicolo
e
alla
stravaganza
meno
accettabile
.
Civismo
,
storicismo
,
etica
superficiale
,
sensi
torbidi
di
falsa
umanità
,
sforzi
di
superamento
,
aspirazioni
a
forme
costruite
e
architettoniche
,
ostentata
superbia
delle
qualità
più
vili
e
peggiori
,
avevano
creato
in
un
tempo
che
la
coscienza
dell
esser
nostro
rinasceva
con
un
sentore
d
animalità
vergine
,
nel
poeta
e
nel
pubblico
,
la
ragione
di
realizzare
e
accettare
la
poesia
.
Quelle
che
erano
quistioni
pratiche
,
bisogno
d
affermazione
violenta
in
questa
prima
vita
di
nazione
;
valori
di
cui
andava
tenuto
il
debito
conto
nelle
relazioni
e
necessità
quotidiane
,
e
del
resto
non
si
unificano
a
una
superiore
altezza
;
erano
scoppi
di
energia
nuova
,
di
desideri
non
frenati
;
immediatamente
si
traducevano
in
arte
,
quasi
per
uno
scopo
di
ammaestramento
e
di
divulgazione
.
Era
sfuggito
a
questa
gente
sprovveduta
,
con
apparenze
di
raffinatezza
consumata
,
la
fonte
viva
di
questo
risorgere
,
lo
sbocco
improvviso
di
quest
acqua
sorgiva
,
che
poteva
bastare
,
come
principio
lirico
,
da
sfamare
tanta
voglia
di
poesia
.
Il
resto
;
quelli
che
erano
gli
episodi
,
le
circostanze
,
le
deviazioni
psicologiche
e
d
indole
sensuale
,
sotto
specie
di
aspirazioni
più
alte
,
potevano
aspettare
a
esser
guardati
in
lontananza
,
dove
si
scoprisse
una
ragione
d
unità
,
un
centro
insomma
d
irradiante
luce
,
e
quasi
un
fiotto
di
canto
.
Una
gestazione
così
provvisoria
doveva
di
conseguenza
portare
a
espressioni
approssimative
,
a
strappi
,
a
sbalzi
,
non
di
sostanza
viva
,
ma
d
un
tumore
guasto
,
di
carne
concresciuta
,
e
tante
ramificazioni
parassitarie
.
Quel
che
si
dice
«
letteratura
»
derivò
appunto
da
questo
:
dalle
parti
morte
,
caduche
,
da
sovrapposizioni
intellettualistiche
,
da
deficienza
di
energia
vitale
,
da
insincerità
.
Non
solo
le
parole
trite
,
logore
,
consacrate
;
i
clichés
;
gli
schemi
rettorici
;
i
riadattamenti
di
forme
antiche
;
la
vernice
di
vecchio
e
stanco
erano
«
letteratura
»
;
ma
,
assai
più
,
e
in
un
piano
apparentemente
superiore
,
e
,
in
sostanza
,
irriducibile
,
la
schiavitù
di
certe
imposizioni
moralistiche
o
civiche
,
peggio
se
con
il
sacramento
della
filosofia
e
della
religione
.
2
.
Per
dir
vero
,
filosofia
e
religione
sono
la
maschera
prediletta
di
questo
secondo
e
non
ultimo
carnevale
;
e
chi
s
è
impegnato
per
dieci
anni
a
ridurre
la
poesia
e
l
arte
,
nei
termini
della
veridicità
,
a
una
coerenza
di
stile
;
che
non
era
frutto
di
predica
,
ma
realizzazione
positiva
;
vede
oggi
spersa
la
sua
fatica
,
e
sperperato
quel
po
di
guadagno
che
s
era
illuso
d
aver
fatto
,
e
raccomandare
su
un
terreno
solido
e
sicuro
.
Per
ossequio
alle
nuove
forme
del
linguaggio
e
della
moda
ribattezzano
,
sciupando
,
una
verità
saputa
da
tempo
e
per
tanti
segni
ovvia
.
Che
arte
è
moralità
.
Nel
senso
che
uno
scrittore
è
,
prima
di
tutto
,
uomo
,
e
uomo
intero
,
e
ha
da
impegnarsi
e
compromettersi
nelle
cose
che
scrive
,
pagare
di
persona
ogni
parola
;
anzi
averla
scontata
,
avanti
di
materialmente
trascriverla
.
Preso
il
dilemma
dall
opposto
corno
,
possiamo
sciogliere
e
sventare
,
una
buona
volta
,
l
impostura
.
3
.
E
;
premessa
delle
premesse
;
bisogna
dire
della
necessità
di
quella
scelta
,
che
,
in
apparenza
superficiale
e
disinvolta
,
aveva
il
merito
di
riuscire
,
per
ciò
stesso
intima
e
persuasiva
.
4
.
S
era
troppo
poco
raccolti
e
preparati
a
una
riduzione
e
purificazione
radicale
,
perché
un
esame
tutto
dall
interno
,
con
le
proprie
ragioni
essenziali
,
potesse
bastare
come
scuola
e
ammaestramento
.
Tra
il
positivismo
e
la
felicità
di
una
razza
giovino
che
,
senza
badar
molto
al
vero
ufficio
,
e
alla
natura
stessa
dell
arte
,
s
era
messa
a
complicarla
,
e
aveva
creduto
in
buona
fede
d
ingrandirla
sovrapponendosi
con
tutto
il
peso
di
problemi
empirici
e
di
specie
impura
,
bisognava
cominciare
dal
fatto
realizzato
,
con
i
segni
più
manifesti
;
e
controllare
con
pazienza
,
al
lume
della
comune
sensibilità
,
scartando
volta
a
volta
il
superfluo
,
l
insincero
,
il
piombo
della
sostanza
morta
;
mantenere
l
analisi
e
le
distinzioni
a
contatto
della
parola
,
per
risalire
all
origine
,
insomma
allo
spirito
.
Bisognava
essere
dei
S
.
Tommasi
:
toccare
e
far
toccare
con
mano
.
Che
avvezzava
a
una
precisione
d
idee
,
e
a
un
onestà
d
ingegno
tanto
più
rara
quanto
più
schietta
e
immediata
e
,
agli
occhi
della
gente
,
banale
.
Con
un
metodo
positivo
,
così
;
con
assaggi
e
riprove
di
chi
possedeva
il
senso
delle
cose
vive
,
senza
troppo
ragionare
,
ma
realizzando
sillaba
per
sillaba
,
s
era
potuta
ottenere
quell
essenzialità
balzante
che
è
qualità
prima
,
e
unica
,
della
poesia
.
S
era
giunti
,
con
piccoli
continui
sacrifici
,
dall
esterno
all
interno
,
con
vantaggio
dei
resultati
,
e
di
certi
punti
conclusivi
su
cui
oggi
non
sentiamo
il
bisogno
d
insistere
più
.
5
.
Se
non
che
,
oggi
stesso
,
dei
mistificatori
insolenti
ribattezzano
questa
conquista
vecchia
,
e
ormai
per
tanti
esempi
accertata
,
con
una
terminologia
nuova
:
moralità
,
coerenza
,
coesione
stretta
.
Ma
,
vorrei
domandare
:
la
liberazione
predicata
,
esercitata
,
e
,
in
parte
,
ottenuta
,
dalla
«
letteratura
»
,
e
dall
illustrazione
;
dalle
antiche
forme
della
rettorica
;
a
che
cosa
tende
,
se
non
a
raggiungere
un
espressione
aderente
e
viva
di
ispirazioni
ridotte
e
intense
;
e
per
il
tramite
di
questi
modi
aspri
e
forti
,
che
son
dati
dalla
sincerità
,
costringere
a
un
esame
di
sé
,
continuo
,
caparbio
,
e
di
cristiano
coraggio
?
A
un
poeta
non
si
può
chiedere
altro
che
questo
.
Impegnarsi
come
uomo
totale
.
Il
destino
vuole
,
in
alcuni
punti
più
,
meno
altrove
.
Che
si
preparano
e
si
completano
a
vicenda
.
A
somiglianza
di
un
dramma
,
dove
l
interesse
varia
e
cresce
;
e
vi
son
parti
che
non
si
giustificano
se
non
come
riposo
;
e
poeticamente
non
valgono
.
6
.
Sono
giunti
,
questi
scontenti
,
ad
accettare
la
psicologia
.
La
confessione
.
Ma
psicologia
e
confessione
non
sono
arte
.
E
i
poeti
che
realmente
realizzano
,
uccidono
queste
sostanze
greggie
in
forme
vive
.
Anche
se
in
pochi
segni
e
linee
.
A
cui
gli
altri
disperano
di
arrivare
.
7
.
Prima
moralità
,
oggi
,
sarebbe
di
non
risciacquare
tutti
questi
panni
;
troppi
panni
;
fuori
di
casa
.
E
pensare
che
parlano
di
moralità
e
coerenza
più
gl
immorali
e
gl
incoerenti
.
I
poeti
veri
,
da
che
mondo
è
mondo
,
hanno
pagato
un
ora
di
felicità
con
una
settimana
di
passione
.
In
questo
senso
sono
tutti
frammentari
.
E
la
loro
totalità
va
cercata
congiungendo
in
ispirito
quei
soli
punti
d
arrivo
e
di
liberazione
,
che
contengono
in
atto
quella
lunga
serie
di
tentativi
,
e
torbide
interrogazioni
.
Che
si
salvano
insomma
,
e
si
accettano
,
in
nome
di
questi
minuti
intensi
e
felici
.
8
.
Coesione
;
e
mondo
vasto
,
architettonico
;
sono
un
bel
sogno
.
Ma
suppongono
epoche
eroiche
,
coscienze
profonde
,
sviluppi
di
civiltà
in
pieno
fiore
.
Un
principio
di
vita
come
questo
è
troppo
semplice
e
elementare
,
e
troppo
scavato
da
dubbi
perché
ci
si
possa
costruir
sopra
durevolmente
,
e
con
forme
definitive
.
9
.
Questo
sforzo
caparbio
,
porta
a
una
doppia
impostura
:
nell
esame
del
passato
,
e
nella
valutazione
arbitraria
di
tutta
l
arte
contemporanea
.
Alcune
espressioni
intellettualistiche
bari
preso
il
sopravvento
sui
mondi
vivi
e
reali
.
Si
ritorna
daccapo
.
E
a
chi
ci
oppone
false
costruzioni
,
e
ideali
fantasmagorici
,
ci
tocca
rispondere
con
un
esame
minuzioso
,
e
un
controllo
che
non
dovrà
finire
domani
.
Scartato
il
pericolo
patriottico
-
civile
-
umanitario
,
se
ne
presenta
un
altro
etico
filosofico
-
religioso
.
Chiamati
a
fare
i
conti
devon
ridurre
il
tono
e
la
superbia
.
E
quel
trinomio
soprannaturale
si
scopre
per
appena
una
verità
banale
;
e
,
come
tutte
le
verità
banali
,
antichissima
,
e
di
non
difficile
comprensione
.
Anche
di.questo
son
debitori
a
quei
pochi
che
disprezzano
.
Solo
che
per
nascondere
il
vero
,
hanno
inventato
un
trucco
.
10
.
Vivono
di
falsità
,
essi
,
gli
uomini
totali
.
I
letterati
;
da
un
controllo
di
tutti
i
mezzi
del
mestiere
;
tagliando
e
ripulendo
;
sono
giunti
a
una
concezione
dell
arte
,
purissima
,
che
è
anche
scuola
morale
:
obbligando
a
esprimersi
nelle
forme
più
semplici
e
immediate
,
e
offrendo
il
modo
di
veder
dentro
,
nello
spirito
,
con
una
sicurezza
che
non
era
consentita
da
un
linguaggio
incerto
e
impreciso
,
in
corrispondenza
di
stati
d
animo
temporanei
e
approssimativi
.
11
.
Rinnegare
,
o
fraintendere
quel
che
s
è
fatto
finora
,
a
vantaggio
di
quella
regola
spirituale
che
improvvisamente
alcuni
beoti
hanno
creduto
di
trovare
,
significa
noti
capir
nulla
:
corso
della
storia
,
e
progressi
reali
ottenuti
.
12
.
D
altra
parte
la
misura
con
cui
giudicano
le
opere
d
arte
,
e
riconoscono
i
punti
vitali
,
al
fiuto
,
dimostra
che
precisamente
questi
uomini
parlano
di
coerenza
,
ed
è
uno
strano
miscuglio
;
così
come
fino
ad
oggi
hanno
costruito
dei
«
drammi
spirituali
»
su
basi
false
,
accettando
il
bene
e
il
male
,
anzi
sopravvalutando
il
male
,
se
il
male
dava
appiglio
a
fantasmagoriche
architetture
.
13
.
Vi
sono
invece
due
sorte
di
drammi
,
o
sviluppi
interni
.
Quelli
realizzati
,
e
quelli
non
realizzati
.
A
documentare
,
e
avanti
tutto
,
a
rifare
i
primi
basta
scegliere
e
accertare
quel
che
in
un
opera
è
riuscito
.
A
combinare
e
mettere
insieme
i
secondi
rientrano
bene
tutti
i
punti
ciechi
e
gli
stati
anteriori
alla
creazione
artistica
.
Un
mondo
intenzionale
non
privo
d
interesse
.
Ma
già
questi
son
sottintesi
in
quelli
.
Solo
che
non
devono
preponderare
,
e
sottintendere
i
primi
.
Ripredichiamo
un
ultima
volta
il
«
limite
dell
ideale
»
.
StampaPeriodica ,
Analogamente
all
'
aforisma
di
Wilde
"
è
l
'
arte
che
crea
la
natura
"
,
si
potrebbe
affermare
che
,
in
un
particolarissimo
senso
,
è
stata
la
critica
moderna
a
creare
l
'
arte
antica
.
E
per
noi
moderni
il
modo
con
il
quale
taluni
capolavori
erano
considerati
dai
loro
contemporanei
,
anche
se
uomini
di
genio
,
è
dei
più
estranei
e
talora
,
paragonato
al
nostro
,
è
addirittura
volgare
e
goffo
fino
all
'
incredibile
.
In
questi
ultimi
tempi
,
sotto
il
cattivo
ascendente
di
superficialissime
ideologie
e
di
vane
retoriche
,
si
è
verificato
nell
'
arte
moderna
italiana
il
fenomeno
,
tutto
opposto
,
di
un
gusto
pseudoclassico
e
pseudotradizionale
alludente
alla
lettera
dell
'
arte
antica
.
L
'
intenzione
,
si
capisce
,
sarebbe
stata
invece
quella
d
'
operare
l
'
inverosimile
innesto
dello
spirito
di
epoche
Passate
sulla
realtà
del
presente
.
Cotesto
per
Ugo
Ojetti
,
si
chiama
non
aver
paura
dell
'
antico
.
E
gli
esempi
che
egli
cita
di
un
così
formidabile
coraggio
estetico
sono
costituiti
o
da
ibride
e
cervellotiche
contaminazioni
fra
antico
e
moderno
,
sul
genere
delle
tempere
neo
-
pompeiane
del
pittore
Funi
e
delle
gelide
variazioni
dell
'
architetto
Muzio
su
motivi
secenteschi
,
ovvero
da
trasposizioni
,
pari
pari
,
in
altra
materia
di
forme
antiche
,
come
i
vetri
,
traducenti
forme
di
vasi
greci
di
terracotta
e
di
bronzo
,
del
Cappellin
il
quale
,
per
fortuna
sua
e
dell
'
arte
italiana
,
ha
al
suo
attivo
ben
altre
manifestazioni
.
Cotesto
è
il
tradizionalismo
dell
'
Ojetti
e
tale
è
la
"
modernità
"
di
cui
egli
si
appaga
;
ciò
che
d
'
altronde
è
coerentissimo
con
l
'
aver
egli
decretato
Ettore
Tito
decoratore
degno
del
Tiepolo
,
Galileo
Chini
restauratore
della
tradizione
aurea
della
pittura
italiana
,
Amos
Nattini
illustratore
michelangiolesco
,
Ferrazzi
istoriatore
degno
dei
nuovi
tempi
,
eccetera
.
Come
si
vede
,
nel
pensiero
e
nel
gusto
del
mentore
estetico
della
mediocrazia
italiana
la
continuità
è
ineccepibile
.
C
'
è
un
proverbio
toscano
che
dice
:
"
Acqua
fina
e
buon
mercato
ingannano
il
villano
"
.
Da
vent
'
anni
e
più
a
questa
parte
,
ne
'
paraggi
dell
'
arte
italiana
,
vi
è
sempre
stato
qualcosa
che
ha
ingannato
ed
illuso
le
nostalgie
greco
-
romane
e
rinascimentizie
di
Ugo
Ojetti
.
Ojetti
,
ad
esempio
,
crede
ancora
fermamente
che
le
colonne
siano
fra
gli
elementi
di
un
'
eloquenza
civico
-
architettonica
atti
ad
esprimere
,
in
ogni
tempo
,
solennità
,
magnanimità
,
eroismo
e
via
dicendo
;
e
mostra
di
non
sapere
,
o
di
non
ricordarsi
,
che
la
colonna
fu
in
origine
un
essenziale
elemento
tettonico
razionale
,
il
quale
attraverso
i
secoli
e
presso
i
diversi
popoli
subì
un
'
evoluzione
decorativa
.
Cotesta
evoluzione
ha
trovato
ormai
,
dopo
il
Barocco
,
il
suo
punto
morto
;
donde
la
necessità
,
sentita
dagli
architetti
moderni
-
e
non
c
'
è
bisogno
di
chiamarli
razionalisti
-
di
ricondurre
le
colonne
alla
loro
primitiva
funzionalità
,
secondo
un
gusto
di
semplicità
e
di
semplificazione
che
si
esprime
in
ogni
campo
dell
'
arte
contemporanea
e
che
è
quindi
una
realtà
storico
-
estetica
inoppugnabile
.
Chi
oggi
,
nell
'
epoca
dell
'
abito
di
foggia
"
inglese
"
,
dell
'
automobile
-
non
camuffabile
in
cocchio
o
in
berlina
-
dell
'
areoplano
,
continua
ad
impiegare
la
colonna
col
capitello
ionico
o
corinzio
e
col
suo
bravo
plinto
alla
base
,
in
modo
tettonicamente
pleonastico
,
nell
'
intento
di
trarne
effetti
"
oratorii
"
e
scenografici
,
non
può
essere
che
un
marcio
rètore
e
forse
anche
un
disonesto
cittadino
.
Ed
è
,
appunto
,
un
sintomo
di
quella
retorica
neo
-
classica
-
falsa
-
eroica
e
falsa
-
civica
-
che
da
cent
'
anni
affligge
e
deforma
bugiardamente
la
vita
italiana
,
la
fioritura
di
timpani
,
colonne
,
nicchie
,
edicole
,
ecc
.
,
verificatasi
in
questi
ultimi
anni
,
specialmente
a
Milano
.
StampaPeriodica ,
A
Firenze
,
si
è
chiusa
la
Fiera
Nazionale
dell
'
Artigianato
.
Ugo
Ojetti
non
è
contento
,
e
lo
ha
detto
in
un
lungo
articolo
sul
"
Corriere
della
Sera
"
.
Da
qualche
tempo
,
Ojetti
è
l
'
uomo
più
incontentabile
che
esista
in
Italia
;
e
verrebbe
voglia
di
battergli
le
mani
,
se
tutte
le
sue
critiche
,
lettere
,
apposizioni
e
sentenze
avessero
un
motivo
preciso
,
un
obbietto
-
per
parlar
pulito
-
bene
individuato
.
Il
male
è
che
l
'
irrequietudine
di
Ojetti
rappresenta
piuttosto
il
disagio
di
chi
fra
il
vecchio
ed
il
nuovo
non
ha
forza
,
e
desiderio
,
di
decidersi
;
e
se
ne
sta
sulla
soglia
come
certi
pacieri
che
a
furia
di
mezze
parole
e
con
un
gran
dimenar
di
braccia
vorrebbero
mettere
d
'
accordo
quelli
che
stanno
dentro
e
quelli
che
stanno
fuori
,
le
ragioni
degli
uni
con
le
pretese
degli
altri
.
In
tanto
daffare
la
posizione
di
Ojetti
è
la
stessa
di
quei
ceti
italiani
,
intellettuali
e
sociali
,
che
sorpresi
dal
rumore
delle
novità
nel
bel
mezzo
di
un
ozio
che
era
profittevole
ed
adatto
alla
vita
provinciale
di
dieci
o
vent
'
anni
fa
,
da
una
parte
si
sforzano
di
conservare
un
atteggiamento
di
decoro
e
di
prosopopea
e
dall
'
altra
danno
una
mano
al
nuovo
,
ma
"
con
juicio
"
.
Questo
"
juicio
"
nel
caso
di
Ojetti
,
e
non
in
quello
dei
centomila
poltroni
che
infestano
l
'
arte
italiana
,
potrebbe
essere
preso
in
considerazione
se
fosse
soltanto
un
pretesto
critico
,
un
modo
di
frenare
le
impazienze
degli
improvvisatori
;
ma
quando
Ojetti
scende
in
lizza
,
si
mette
fra
i
contendenti
-
cioè
fra
quelli
che
praticano
l
'
arte
e
non
la
giudicano
soltanto
-
rende
un
cattivo
servizio
alla
critica
,
perché
le
toglie
la
possibilità
di
giudicare
con
serenità
e
la
riduce
ad
una
polemica
mediocre
,
ed
un
peggiore
servizio
all
'
arte
,
o
meglio
agli
artisti
,
perché
confonde
le
idee
,
confonde
le
mansioni
,
confonde
i
lettori
,
avendo
la
pretesa
di
dire
come
"
si
deve
fare
"
e
come
"
non
si
deve
fare
"
.
Questo
tipo
di
critico
estroso
ed
irrequieto
,
è
stato
messo
tante
volte
fuori
della
critica
,
perché
noi
dobbiamo
preoccuparci
di
dimostrare
ad
Ojetti
che
,
per
lo
meno
,
la
sua
lettera
a
Pavolini
sull
'
architettura
ed
il
suo
articolo
sull
'
artigianato
non
sono
né
critiche
,
né
belle
prose
:
perché
per
essere
le
une
mancano
di
metodo
,
e
per
essere
le
altre
sono
compilazioni
giornalistiche
di
un
uomo
che
a
furia
di
reggere
la
penna
crede
di
reggere
lo
scettro
del
buon
gusto
o
la
bacchetta
magica
dell
'
invenzione
.
Si
chiede
,
dunque
,
a
Ojetti
un
po
'
di
tregua
;
lo
si
vorrebbe
decidere
a
tornare
alle
"
Cose
viste
"
in
cui
può
narrare
con
bella
prosa
,
come
,
per
esempio
,
Tizio
ha
disegnato
un
volo
di
rondini
per
il
salotto
di
una
signora
,
o
come
Cajo
ha
inventato
-
per
parlare
all
'
antica
-
un
mobile
di
metallo
.
Ojetti
non
confonderebbe
così
lo
stile
di
Tizio
con
il
gusto
di
Cajo
,
e
non
concorrerebbe
a
rovinare
quel
poco
di
buona
volontà
che
è
rimasta
agli
artisti
e
agli
artigiani
d
'
Italia
,
pur
in
tempo
di
crisi
.
StampaPeriodica ,
Prima
di
essere
definito
dai
teorici
posteriori
,
il
programma
della
nuova
architettura
è
così
semplice
che
una
sola
parola
-
funzionale
-
lo
contiene
con
perfetta
rispondenza
di
significato
.
Si
domanda
,
cioè
,
soltanto
una
aderenza
allo
scopo
pratico
,
alla
funzione
;
e
il
modo
di
tale
aderenza
non
è
fissato
da
alcun
procedimento
scientifico
o
razionale
.
Il
primo
programma
dell
'
architettura
funzionale
rimane
così
limitato
in
un
campo
semplicemente
pratico
,
e
come
tale
indifferente
a
qualsiasi
manifestazione
estetica
.
In
questa
stessa
indifferenza
è
la
piena
compatibilità
del
funzionalismo
con
tutti
i
possibili
atteggiamenti
estetici
.
Infatti
un
programma
,
come
informatore
di
ambiente
educativo
,
non
può
uscire
dal
suo
limite
di
insegnamento
pratico
o
tecnico
,
ché
,
se
pretendesse
di
stabilire
delle
nuove
norme
di
estetica
,
condurrebbe
verso
un
formalismo
convenzionale
.
La
mancanza
di
un
programma
estetico
nella
prima
manifestazione
polemica
del
funzionalismo
,
condannata
dai
più
come
la
peggiore
aridità
meccanica
,
costituisce
quindi
il
suo
più
grande
vantaggio
di
fronte
alla
tradizione
accademica
.
Il
funzionalismo
,
limitato
in
un
campo
pratico
,
viene
ad
essere
soltanto
un
contenuto
in
rapporto
alle
possibili
espressioni
,
e
si
comprende
che
in
quanto
tale
sia
limitato
da
contingenze
esteriori
.
Contingenze
esteriori
d
'
indole
pratica
-
sociali
,
morali
,
economiche
-
che
,
se
per
la
prima
volta
appaiono
sotto
il
nome
di
"
funzionalismo
"
,
non
sono
però
mai
state
estranee
al
contenuto
.
Anzi
si
potrebbe
dire
che
quasi
tutti
i
contenuti
sieno
derivati
da
esse
.
Un
tema
iconografico
per
esempio
-
un
soggetto
religioso
,
un
ritratto
,
ecc
.
-
limita
il
contenuto
tanto
quanto
una
esigenza
pratica
o
costruttiva
.
Ma
le
limitazioni
del
contenuto
non
limitano
l
'
espressione
,
poiché
il
contenuto
non
la
determina
,
ma
la
ispira
;
tanto
che
il
medesimo
contenuto
,
sia
pure
definito
,
lascia
sempre
luogo
ad
una
infinita
varietà
di
espressioni
.
La
ricerca
di
una
soluzione
che
corrisponda
al
problema
pratico
non
costringe
,
ma
esalta
la
fantasia
creativa
,
la
quale
,
quanto
più
si
tende
nello
sforzo
di
questa
ricerca
,
tanto
più
esprime
di
valore
intimo
:
il
problema
pratico
diventa
impulso
di
ispirazione
con
cui
l
'
artista
si
trova
in
immediato
contatto
.
Lo
svolgimento
progressivo
della
polemica
porta
quasi
di
necessità
a
una
definizione
più
teorica
.
I
banditori
non
sanno
contenersi
entro
i
limiti
del
primo
programma
,
e
sono
portati
a
formulare
dei
concetti
scientifici
e
dei
canoni
estetici
per
giustificare
la
prima
e
semplice
proclamazione
polemica
.
Il
programma
esce
dai
limiti
del
contenuto
,
e
cerca
di
riferirsi
anche
all
'
espressione
.
Il
razionalismo
si
sovrappone
al
funzionalismo
,
e
definisce
così
la
soluzione
del
problema
pratico
con
criteri
scientifici
i
quali
vengono
a
determinarla
quasi
con
una
necessità
di
svolgimento
che
non
lascia
più
luogo
a
una
libertà
di
scelta
.
Le
Corbusier
stabilisce
,
per
mezzo
dello
"
standard
"
,
una
specie
di
soluzione
progressiva
per
cui
si
giunge
al
"
tipo
"
attraverso
successive
eliminazioni
.
Il
tipo
,
come
la
soluzione
perfetta
e
necessaria
di
un
problema
pratico
raggiunta
con
una
collaborazione
collettiva
che
unifica
i
singoli
sforzi
,
non
lascia
alcun
margine
per
una
libertà
creativa
,
poiché
il
miglioramento
per
selezione
è
determinato
da
leggi
scientifiche
e
la
perfezione
raggiunta
unica
ed
esclusiva
.
Il
contenuto
-
che
era
la
prima
proposizione
del
problema
-
viene
a
determinare
l
'
espressione
-
che
è
la
soluzione
di
esso
.
Per
liberare
la
creazione
individuale
dal
determinismo
contenuto
nello
"
standard
"
,
Le
Corbusier
è
costretto
a
separarla
da
esso
come
un
'
attività
posteriore
ed
estranea
che
le
si
sovrappone
.
La
soluzione
del
problema
pratico
si
limita
,
quindi
,
per
lui
a
proporre
gli
elementi
anonimi
di
cui
l
'
artista
si
serve
come
di
un
alfabeto
.
Ma
un
'
espressione
che
si
sovrapponga
ad
elementi
già
fissati
in
un
limite
di
estrema
perfezione
non
può
aggiungere
ad
essi
nulla
più
che
una
veste
decorativa
o
formale
:
poiché
se
l
'
espressione
può
prescindere
dal
problema
pratico
ed
il
problema
pratico
può
prescindere
dall
'
espressione
,
quando
però
si
proponga
il
problema
pratico
come
contenuto
necessario
,
l
'
espressione
deriva
direttamente
dalla
particolare
soluzione
di
esso
e
non
da
un
'
attività
posteriore
ed
estranea
.
Il
pensiero
di
Le
Corbusier
a
questo
riguardo
,
interpretato
nelle
sue
più
logiche
conseguenze
,
oscilla
tra
un
razionalismo
scientifico
ed
un
estetismo
accademico
.
Un
altro
banditore
del
funzionalismo
,
Bruno
Taut
,
identifica
la
soluzione
del
problema
pratico
con
la
estetica
,
ponendo
tra
l
'
una
e
l
'
altra
un
legame
di
necessaria
conseguenza
.
Le
teorie
di
Taut
sono
abbastanza
semplici
per
potere
essere
riassunte
quasi
in
un
solo
punto
fondamentale
:
la
funzionalità
dell
'
arte
che
non
può
prescindere
da
un
contenuto
sociale
o
morale
o
pratico
;
tale
funzionalità
è
dedotta
non
solo
dall
'
osservazione
delle
necessità
presenti
,
ma
anche
dalla
storia
delle
civiltà
artistiche
passate
le
quali
dimostrano
sempre
un
'
aderenza
perfetta
tra
l
'
Arte
e
la
Pratica
.
La
concezione
architettonica
di
Taut
è
,
quindi
,
tutta
derivata
da
questo
principio
:
l
'
utilità
è
lo
scopo
primo
di
ogni
esigenza
costruttiva
;
ad
essa
devono
uniformarsi
il
materiale
e
lo
schema
;
la
bellezza
è
creata
soltanto
da
una
perfetta
aderenza
tra
lo
scopo
e
la
costruzione
-
ciò
che
è
utile
è
anche
bello
-
:
la
pianta
,
come
l
'
elemento
della
costruzione
che
più
si
riferisce
allo
scopo
,
domina
tutti
gli
svolgimenti
,
di
modo
che
nessun
particolare
può
essere
immaginato
indipendentemente
da
essa
.
Anche
la
casa
non
esiste
più
come
creazione
isolata
,
ma
come
parte
di
un
organismo
più
vasto
:
la
strada
,
la
città
.
La
stessa
esigenza
funzionale
conduce
Taut
a
negare
il
principio
della
casa
"
macchina
"
perché
la
costruzione
non
esprime
il
"
simbolo
"
di
una
realtà
estranea
-
la
macchina
-
,
ma
una
realtà
interiore
insita
nella
sua
particolare
funzione
.
Il
problema
pratico
si
identifica
per
lui
più
particolarmente
in
esigenze
sociali
,
economiche
e
politiche
,
per
cui
non
vi
può
essere
questione
di
preferenza
individuale
,
indipendente
da
tali
esigenze
.
In
questo
modo
,
Taut
per
non
separare
l
'
espressione
dal
contenuto
determina
tra
l
'
uno
e
l
'
altro
dei
rapporti
di
assoluta
necessità
.
Egli
lega
così
l
'
espressione
con
lo
stesso
determinismo
che
Le
Corbusier
,
sia
pure
con
un
artificio
,
aveva
cercato
di
limitare
a
una
prima
soluzione
del
contenuto
,
precedente
la
vera
espressione
estetica
.
In
questo
modo
viene
ad
allontanarsi
ancora
di
più
da
una
definizione
del
funzionalismo
che
sia
compatibile
con
una
coscienza
di
libertà
estetica
:
poiché
l
'
espressione
è
inscindibile
dal
contenuto
,
non
in
quanto
il
contenuto
la
determina
contenendola
già
in
sè
definita
,
ma
in
quanto
la
espressione
,
come
libera
interpretazione
di
esso
,
lo
riassume
in
una
sintesi
.