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> anno_i:[1910 TO 1940}
STILE ( PERSICO EDOARDO , 1930 )
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Un ritratto di antenato ed una fotografia dei nostri giorni , una stampa ottocentesca ed una circolare industriale stabiliscono per contrasto definitivamente l ' esistenza di uno stile moderno , cioè di un mezzo di espressione che corrisponde allo spirito ideale ed ai bisogni pratici di un mondo nuovo . I dubbi e le esitazioni di molta gente di fronte a questo stile moderno sono sconfitti dovunque : in casa , dove ci serviamo di oggetti che sarebbero parsi incomprensibili a nostro nonno ; in strada , con i mezzi di trasporto ; al cinematografo , che è una rappresentazione nuova del nostro mondo morale ; sui campi di foot - ball , dove i giocatori e le folle si aggruppano secondo nuove armonie . La creazione di uno stile non è mai l ' impegno di uno sforzo solitario , ma la collaborazione vivente di tutta un ' epoca . L ' impiegato che sale al mattino in un tram , l ' operaio che manovra una leva , la signora che va a passeggio , l ' elegantone che accende una sigaretta creano , senza volerlo , un modo di esprimersi ; cioè , un modo di essere . Bisognerebbe guardare attentamente , non solo come voleva Leonardo nelle macchie che fa l ' umidità sui muri o nelle nuvole , ma al gesto istintivo che facciamo per raccattare il guanto ad una signora , alla linea che disegna una donna quando si mette il cappello . Lo stile è determinato , così , da un complesso di prove : si tratta , in seguito , di promuovere l ' evidenza allo stato di creazione . Innalzare l ' apparenza alla sfera della poesia . Gli aspetti del tempo sono una specie di evocazione segreta e lo stile nasce piuttosto per l ' improvvisa adesione ad un mistero plastico , che per una ricerca specifica . La più piccola traccia di ricerca è un errore : una linea nel gesto di una figura , come una parola in un discorso annullano per sempre lo stile . Non è tanto la materia , o la volontà , che determina la forma ; ma il segreto accordo con le cose come esse si presentano nella realtà : si tratta per lo piú , di uno scambio di segni convenzionali . È soltanto attraverso questo accordo che la forma può suggellare un contenuto vivo , perché lo stile è un effetto , non un fine . Nelle etichette dei profumi , l ' alterigia del signore d ' Orsay ci è indifferente e quasi ostile , mentre comprendiamo benissimo la poesia di un nudo di Archipenko , paragonandola all ' immagine di una signora al ballo ; o il valore di un colore di Boccioni se pensiamo ai cancelli di un opificio , o alle piastre di un treno veloce .
SANT'ELIA, OGGI ( ' CASA BELLA ' , 1930 )
StampaPeriodica ,
Non è ora il caso di illustrare quale sia stata l ' importanza teorica del futurismo , che rappresenta in fondo un tentativo di evasione dalle estetiche positiviste dell ' ottocento ; ma conviene stabilire che nelle idee , e nei progetti di Sant ' Elia sono chiariti i principii fondamentali di quella che sarà , in Europa , a distanza di anni , e contro l ' avversione di un mondo a cavallo fra due epoche , la nuova architettura . Questi principii si possono sintetizzare così : 1 . Abolizione del decorativismo di stili sovrapposti . 2 . Razionalità della fabbrica , per la corrispondenza dello scopo con la forma . 3 . Equilibrio plastico della massa con la pianta . 4 . Utilizzazione dei nuovi materiali costruttivi . L ' architettura europea ha talmente fatto suoi questi principii , che non la si potrebbe pensare contenuta in altre regole . Ma il valore di Sant ' Elia non è , in fondo , nell ' aver intuito e disegnato un sistema nuovo di costruzione : consiste piuttosto nel modo con cui ha sentito l ' impostazione del problema di un ' architettura moderna , ed il fine a cui essa è indirizzata . Come in tutti i precursori , in lui contano piú i motivi dell ' azione , che l ' azione stessa . Questo progetto di Sant ' Elia è un ' anticipazione dei grattacieli a terrazze , nel tempo in cui gli americani costruivano i grattacieli gotici o veneziani di Cass . Gilbert ; o quest ' altro è una sistemazione prodigiosamente " moderna " di una città nuova , pensata nella Milano borghese a cui parve convenire soltanto lo stile della nuova stazione : ma queste , e tante altre anticipazioni resterebbero la fatica solitaria e melanconica di uno sterile sognatore , se non fossero sorrette e giustificate da quello spirito nuovo che ha creato l ' Europa dei nostri giorni . La polemica di Sant ' Elia contro i plagiarii ed i pasticcieri sottointende principii di onestà morale e di dignità dell ' opera d ' arte che sono identici a quelli che gli architetti moderni oppongono ai costruttori di vecchio stile : questa opposizione che sembrerebbe , a prima vista , un mero fatto di tecnica è nel suo contenuto maggiore una controversia morale nei cui termini è la lotta di un mondo giovane , pieno di iniziative e di volontà , contro un altro che scade fatalmente giorno per giorno . Le case nuove per gli uomini nuovi : non è una formula estetica , è un presupposto morale . Sant ' Elia ha posto i termini di questo problema con una intransigenza che giustifica in pieno il giudizio che certi tedeschi danno sul futurismo , considerandolo come una scuola essenzialmente sociale . La città futurista " simile ad un immenso cantiere tumultuante , agile , mobile , dinamico in ogni sua parte " presuppone una civiltà di produttori , educati alla disciplina del mondo moderno . La casa " senza pittura , senza scultura " , è già , in progetto , l ' abitazione moderna di quelli che hanno rinunziato ai piccoli agi ed ai piccoli divertimenti della borghesia ottocentesca , per ritrovarsi in un ambiente parallelo a quello che determina l ' atmosfera e la consuetudine puritana della fabbrica . La " machine à habiter " di Le Corbusier , che crea i piani regolatori delle città nuove , è presentita da Sant ' Elia come la " casa futurista simile ad una macchina gigantesca " , nel quadro dell ' Europa moderna . Questo è la maggior originalità di Sant ' Elia : il coraggio delle idee precise , e il rigore di restarvi fedele ad ogni costo . " L ' architettura si stacca dalla tradizione . Si ricomincia da capo per forza " . Perché fra le estetiche antiche e il mondo di Sant ' Elia stanno , com ' egli dice , la scoperta di nuove leggi naturali , e nuovi usi scientifici : cioè il fondamento moderno dell ' arte .
StampaPeriodica ,
Centinaia di milioni si sono spesi per monumenti ai caduti , per edifici pubblici , per scuole , per l ' arredamento di piroscafi e per case popolari , ma ben pochi edifici costruiti hanno aggiunto una sola linea a quello che già era stato fatto dai nostri antenati . Tuttavia , mentre il campo ufficiale dell ' architettura rappresentativa è pienamente dominato da tali concetti volutamente e rigorosamente antiprogressisti , esiste in Italia una minoranza di pubblico , di critici e d ' artisti che , a costo di sembrar iconoclasti , comprendono , difendono e propagandano le forme moderne . Osteggiata dai quotidiani , scansata dai " benpensanti " , tollerata tutt ' al più come fenomeno " futurista " ( sostituendo con questa parola il vocabolo " pazzoide " ) , questa minoranza ha trovata in se stessa la forza di operare e di agire . Attiva ed entusiasta , ha dato il meglio all ' Esposizione di Monza , ha costruito edifici che giornali e riviste ed esposizioni estere hanno spontaneamente illustrati e lodati , ha fatto sí che almeno nelle nostre riviste di architettura più serie non sieno ospitati quei lavori che non hanno alcun rapporto con gli ideali della vita moderna . Ma questo basta ? Viene il momento in cui la continua polemica stanca e avvilisce . Anche l ' uomo più sicuro di sé vien preso dall ' amarezza quando si sente qualificare per traditore delle tradizioni . L ' architettura non vive nei progetti : essa ha bisogno di essere realizzata . E se l ' opinione pubblica è aizzata con tanta spavalderia contro questi sforzi , ne risulta per l ' artista uno stato di insofferenza , di disagio , di ostilità che non contribuiscono certo alla serenità e alla gioia delle sue creazioni . Disagio e sofferenza tanto più dannose quando si osserva come , fuori dai nostri confini , dalla Turchia all ' Olanda , dall ' Albania agli Stati Uniti , le forme della modernità vestono ormai tutta l ' architettura ufficiale in corso di attuazione . Ma tutto questo , Eccellenza , sarebbe facilmente sopportabile perché la fede è troppo grande per fermarsi di fronte a queste amarezze , se non avessi ascoltato da un direttore di un grande quotidiano queste testuali parole : " È ordine del Governo di ostacolare ogni forma di architettura novecentista " . Io non posso credere a tale assurdità . La mia fede fascista si ribella al pensiero che si voglia costringere la nostra Nazione a diventare il museo di se stessa . È bene od è riprovevole propagandare ed eseguire architettura moderna in Italia ? Se è male lo si dica chiaramente e si chiudano le esposizioni , e non ci si inviti più con le " nostre opere più modernamente significative " a rappresentare l ' Italia all ' estero . Se è bene , si dia finalmente un lavoro , uno solo dei cento milioni recentemente stanziati , a un architetto chiaramente moderno e non si pretenda che l ' architettura nasca dalle scrivanie dei disegnatori del genio civile o dalle tarlate fantasie degli archeologi . Sul mio gagliardetto era scritto " marciare non marcire " . Vale anche in architettura ?
MUSSOLINI E LA MUSICA ( LUALDI ADRIANO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Il 22 ottobre si ebbe la telefonata d ' avviso ; e la sera stessa si partì , Franco Alfano da Torino , Ildebrando Pizzetti , Alceo Toni , Renzo Rossi ed io , da Milano . Se qualcuno incontrando la nostra carovana ci avesse chiesto : Quo vaditis ? , - Petimus Romam , si sarebbe risposto ; all ' incirca come Cristo a San Pietro . Perché ci si sentiva veramente - in quanto si rappresentava la compagnia di credenti più trascurata da un mondo orribilmente pagano : quella dei compositori di musica - come dei poveri Cristi ; e si andava a Roma per conquistare , fra tanti altari , un santo patrocinatore alla nostra causa . Il Presidente aveva fissato l ' udienza per le 11 del giorno 23 . Alle 10.30 ci trovammo nella sala d ' aspetto di Palazzo Chigi . Quando siamo entrati , al grande tavolo di lavoro , in un angolo vicino ad una finestra , era il Duce ; in piedi , un po ' chino , appoggiando il gomito sinistro sul tavolo e la fronte alla mano ; e sfogliava i quaderni di un libro ancora intonso . Alceo Toni , il più familiare all ' on . Mussolini per essere stato con lui al Popolo d ' Italia , ha fatto le presentazioni . E Benito Mussolini , che al nostro apparire si era drizzato nella persona , tendeva ora il braccio verso ciascuno di noi ripetendo man mano i cognomi ; e sorrideva lievemente , e ci guardava con certi occhi che pareva volessero fotografarci . Aveva letto il nostro rapporto sulle condizioni e le necessità dell ' arte lirica in Italia ; era informato della mostra musicale del '900; volle sapere perché si fosse scelta come sede per la prima manifestazione la città di Bologna ; chiese , sul carattere , i limiti , le finalità della mostra , più ampie notizie . Le sue domande erano brevi e precise ; dopo averle enunciate , il Duce alzava il capo e lo rovesciava un po ' indietro , spalancando gli occhi neri sull ' interrogato . E quando parlava , la sua voce era pacata e dolce , e il tono era così semplice , che solo da una certa energia della pronuncia e dalla convinzione che animava le parole era dato riconoscere l ' impetuoso tribuno dominatore di folle . - " Sì , mi piace l ' idea di questa esposizione auditiva che può rappresentare il parallelo delle esposizioni visive di pittura e scultura . È una specie di rassegna delle attuali forze musicali italiane , che volete fare . È molto opportuna . Bisogna risvegliare l ' interesse del pubblico intorno alla musica nuova ; esso , ormai , non ama più che la musica verticale : intendo quella che si suona nelle strade , coi piani a manovella . E ' necessario che il pubblico apprezzi ed impari ad amare anche la musica che non sa a memoria . Ma siccome , per ciò che riguarda la divulgazione , la musica da concerto non arriva alle grandi folle , e quella da teatro sì , è la musica da teatro che bisogna far rinascere prima di tutto ... Queste le parole , quasi testuali , di Benito Mussolini ai musicisti italiani : parole quanto mai confortanti , e starei per dire , preziose .
WALTER GROPIUS ( PANNAGGI I. , 1932 )
StampaPeriodica ,
Walter Gropius è il fondatore del Bauhaus , di quel Bauhaus che oggi sopravvive come scuola d ' arte con altro andamento da quello che ebbe sino alla presenza del suo fondatore . Egli , che da Dessau si è trasferito da qualche anno a Berlino , è uno dei precursori che hanno saputo vedere con maggiore chiarezza quali sviluppi avrebbe preso nel tempo l ' architettura in cammino di rinnovamento . Mentre altri architetti sono partiti da presupposti estetici , cercando nuove vie attraverso lo studio formale delle costruzioni per correggersi più tardi , passando dal formalismo al razionalismo , ( Poelzig , Mendelsohn , ecc . ) il Gropius è partito subito da un ' aspirazione costruttiva , quale si vede sin dalle opere del 1912 ( Faguswerk in Alfed ) e dagli uffici e le fabbriche della Werkbundausstellung di Colonia ( anno 1914 ) . Opere nelle quali - nascosta fra timidezze di soluzioni non trovate e reminiscenze inevitabili di Jugendstil - si manifesta però già chiara la tendenza al razionalismo costruttivo . Nel razionalismo del Gropius si trovano tuttavia frequenti concessioni estetiche come per esempio nella parete esterna di vetro della Werkstattbau di Dessau , la quale rigorosamente misurata , risulta proiettata nell ' irrazionale di una trattazione esclusivamente estetica dei nuovi mezzi e materiali costruttivi . Ma l ' architettura è un ' arte e quando non si tratti di edifici economici , nei quali la questione finanziaria tiranneggia , non va controllata esclusivamente in cifre e bilanci . Ciò che importa dal punto di vista stilistico è che la novità di espressione sia autentica e non sostituita da rielaborazioni di vecchi stili o da forme personali bizzarre e manierate . Oltre al Bauhaus con le relative abitazioni degli insegnanti , il Gropius ha costruito a Dessau le Siedlungen di Toerten , e nelle altre città della Germania ville , scuole , locali sportivi , e specialmente Siedlungen , delle quali le più importanti sono quelle di Francoforte sul Meno e della Siemensstadt alla periferia di Berlino , alla costruzione della quale hanno partecipato anche gli architetti Scharoun , Haering , Forbat , Bartning e l ' ing . Mengeringhausen .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Visto il R . decreto 21 febbraio 1895 , n . 70 , che approva il testo unico delle leggi sulle pensioni civili e militari , e le successive modificazioni ; Vista la legge 7 giugno 1934-XII , n . 899 , sull ' avanzamento degli ufficiali del Regio esercito e le successive modificazioni ; Vista la legge 16 giugno 1935-XIII , n . 1026 , sullo stato degli ufficiali del regio esercito e le successive modificazioni ; Visto il testo unico delle leggi sullo stato dei sottufficiali del regio esercito , approvato con R . decreto 15 settembre 1932-X , n . 1514 , quale risulta modificato dalla legge 21 giugno 1934-XII , n . 1519 , recante tra l ' altro , modificazioni alle disposizioni vigenti sullo stato e l ' avanzamento dei sottufficiali del Regio esercito ; Vista la legge 11 marzo 1926-VI , n . 397 , sullo stato degli ufficiali della Regia marina e della Regia aeronautica , e le successive modificazioni ; Vista la legge 6 giugno 1935-XIII , n . 1404 , sull ' avanzamento degli ufficiali della Regia marina e le successive modificazioni ; Visto il testo unico delle leggi sull ' avanzamento degli ufficiali della Regia marina , approvato con R . decreto 1 agosto 1936-XIV , n . 1493 , e le successive modificazioni ; Visto il testo unico delle disposizioni legislative riguardanti l ' ordinamento del Corpo Reali Equipaggi e lo stato giuridico dei sottufficiali della Regia marina , approvato con R . decreto 18 giugno 1931-IX , n . 914 , e le successive modificazioni ; Visto il R . decreto - legge 28 gennaio 1935-XIII , n . 314 , recante norme relative al reclutamento e all ' avanzamento degli ufficiali della Regia aeronautica , convertito in legge con la legge 13 giugno 1935-XIII , n . 1297 , e le successive modificazioni ; Vista la legge 4 aprile 1935-XIII , n . 493 , concernente la istituzione , in via provvisoria , della posizione di congedo speciale per gli ufficiali della Regia aeronautica , e le successive modificazioni ; Visto il R . decreto - legge 3 febbraio 1938-XVI , n . 744 , recante norme sul reclutamento ed avanzamento dei sottufficiali e militari di truppa , nonché sullo stato dei sottufficiali della Regia aeronautica ; Visto il R . decreto 14 gennaio 1923-I , n . 31 , concernente l ' istituzione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale ; Visti il R . decreto - legge 4 agosto 1924-II , n . 1292 , concernente l ' approvazione del nuovo ordinamento della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale ; il R . decreto - legge 14 giugno 1925-III , n . 1174 , relativo all ' istituzione della Milizia ferroviaria ; e il R . decreto - legge 16 giugno 1925-III , n . 1466 , relativo all ' istituzione della Milizia postale - telegrafica ; convertiti in legge con la legge 7 marzo 1926-IV , n . 562; Visto il R . decreto 15 luglio 1938-XVI , n . 1282 , concernente l ' approvazione del nuovo statuto della " Sezione per assegni vitalizi " dell ' opera di previdenza della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale ; Visto il R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 , recante provvedimenti per la difesa della razza italiana ; Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere ; Visto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926-IV,n . 100; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del Duce , Primo Ministro Segretario di Stato , Ministro Segretario di Stato per la guerra e Ministro Segretario di Stato per l ' interno , per la marina e per l ' aeronautica , di concerto coi Ministri Segretari di Stato per la grazia e giustizia e per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . Gli ufficiali in servizio permanente del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica , della Regia guardia di finanza e della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale , appartenenti alla razza ebraica , esclusi coloro di cui al successivo art . 4 , sono dispensati dal servizio ai sensi dell ' art . 20 del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , numero 1728 , e collocati in congedo assoluto . Art . 2 . Agli ufficiali di cui al precedente art . 1 - fatta eccezione per quelli della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale - che abbiano diritto al trattamento di quiescenza vitalizio di cui all ' art . 21 del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 , è concessa , in aggiunta a tale trattamento , l ' indennità di ausiliaria corrispondente al grado rivestito . La detta indennità è corrisposta nella misura e per la durata stabilita dalle disposizioni vigenti per gli ufficiali collocati in ausiliaria per età . Il tempo durante il quale gli ufficiali fruiscono di tale indennità è considerato come trascorso in ausiliaria , agli effetti della liquidazione della pensione di cui al comma seguente . All ' atto della cessazione della indennità di ausiliaria , e sempre quando l ' ufficiale , per effetto del computo di cui al precedente comma , abbia compiuto oltre venti anni di servizio , si fa luogo a nuova liquidazione di pensione . Art . 3 . Gli ufficiali della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale collocati in congedo assoluto ai sensi del precedente art . 1 e provenienti dal ruolo del servizio permanente effettivo possono essere ammessi al godimento dell ' assegno vitalizio minimo previsto dal R . decreto 15 luglio 1938-XVI , n . 1282 , qualora abbiano prestato almeno dieci anni di servizio permanente effettivo . Qualora abbiano prestato meno di dieci anni di servizio permanente effettivo , beneficiano dell ' indennità prevista dal secondo comma dell ' art . 21 del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Art . 4 . Gli ufficiali del regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica e della Regia guardia di finanza , nelle posizioni di " fuori quadro " , " congedo speciale " , " fuori organico " , " aspettativa per riduzione di quadri senza diritto a richiamo in servizio " , " congedo provvisorio " e " ausiliaria " , appartenenti alla razza ebraica , cessano dalle posizioni in cui si trovano e sono collocati in congedo assoluto , col trattamento di quiescenza previsto dall ' art . 21 del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , numero 1728 . Gli ufficiali in ausiliaria , collocati in congedo assoluto , conservano , in aggiunta al trattamento di quiescenza di cui al precedente comma , l ' indennità di ausiliaria per il periodo di tempo in cui ne avrebbero ancora avuto diritto , ai sensi delle disposizioni in vigore . La stessa indennità è concessa agli ufficiali collocati in congedo assoluto dalle altre posizioni previste nel presente articolo , i quali , in base al titolo per il quale cessarono dal servizio , avrebbero dovuto transitare per l ' ausiliaria , a termini delle disposizioni in vigore . Agli ufficiali di cui ai due precedenti commi si applicano le disposizioni dei tre capoversi del precedente art . 2 . Art . 5 . Gli ufficiali del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica e della Regia guardia di finanza , inscritti nei ruoli del complemento e della riserva , e quelli della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale , inscritti nei ruoli della riserva e in congedo , appartenenti alla razza ebraica , cessano di far parte di detti ruoli e sono collocati in congedo assoluto . Nulla è innovato per quanto riguarda il trattamento di quiescenza di cui essi eventualmente fruiscono o al quale abbiano diritto , ai sensi delle disposizioni vigenti anteriormente al Regio decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Art . 6 . Le disposizioni degli articoli precedenti sono estese , in quanto applicabili , agli ufficiali del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica e della Regia guardia di finanza appartenenti alla razza ebraica , riassunti in servizio quali invalidi di guerra . Art . 7 . Gli ufficiali in congedo assoluto appartenenti alla razza ebraica non hanno obblighi di servizio , ma conservano il grado e la relativa uniforme . L ' uso dell ' uniforme è però subordinato alla preventiva autorizzazione del Ministero competente o del Comando generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale . Essi sono soggetti alle disposizioni riflettenti il grado e alle norme disciplinari stabilite dagli appositi regolamenti . Art . 8 . Il trattamento economico previsto dai precedenti articoli 2 , 3 , 4 e 6 e , quando occorra , la relativa durata sono assegnati con decreto Ministeriale . Art . 9 . I sottufficiali del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica , della Regia guardia di finanza , del corpodegli agenti di P . S . e del corpo degli agenti di custodia degli istituti di prevenzione e pena , in servizio , appartenenti alla razza ebraica , sono dimessi dalle armi e collocati in congedo assoluto . Ai sottufficiali in carriera continuativa è concesso il trattamento di quiescenza previsto dall ' art . 21 del R . decreto-legge17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Ai sottufficiali richiamati temporaneamente alle armi , che godevano anteriormente al richiamo di un trattamento di quiescenza , è conservato tale trattamento salvo gli aumenti ai quali possono avere diritto in base alle disposizioni vigenti anteriormente al R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Ai sottufficiali richiamati , trattenuti , riassunti , che non godevano trattamento di quiescenza , è concesso tale trattamento qualora , per effetto dell ' ulteriore servizio prestato , ne abbiano maturato il diritto , in base alle disposizioni vigenti anteriormente al predetto decreto . Art . 9 . Ai sottufficiali del Regio esercito , della Regia marina e della Regia guardia di finanza , non in carriera continuativa , ma vincolati a ferme , è concessa l ' aliquota del premio di fine ferma , che sarebbe loro spettato , calcolata proporzionalmente al numero dei mesi di effettivo servizio prestato nella ferma , computando la frazione di mese come mese intero . I sottufficiali dei carabinieri Reali e della Regia guardia di finanza hanno obbligo di restituire la parte del premio di rafferma eventualmente percepito in più dell ' aliquota ad essi spettante in base al precedente comma . Ai sergenti della Regia marina ammessi alla ferma complementare a premio di anni due è corrisposto il premio di lire 2500 di cui al primo comma della lettera a ) , dell ' art . 12 del regio decreto - legge 1 luglio 1938-XVI , n . 1368 , ridotto a norma di legge . Art . 11 . I sottufficiali delle forze armate dello Stato in congedo illimitato , appartenenti alla razza ebraica , sono collocati in congedo assoluto . Nulla è innovato per quanto riguarda il trattamento di quiescenza di cui essi eventualmente fruiscono o al quale abbiano diritto ai sensi delle disposizioni vigenti anteriormente al R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Art . 12 . Gli iscritti alla Milizia volontaria per la sicurezza nazionale ( sottufficiali , graduati , camicie nere ) , di qualunque categoria , appartenenti alla razza ebraica , sono collocati in congedo assoluto , beneficiando , se in servizio permanente retribuito o in servizio continuativo retribuito , dell ' indennità prevista dall ' art . 21 del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Art . 13 . Ai sottufficiali delle forze armate dello Stato in congedo assoluto , appartenenti alla razza ebraica , si applicano le disposizioni dell ' art . 7 del presente decreto , qualora essi rivestano un grado per il quale è fatto obbligo , dalle particolari norme riguardanti le singole forze armate , di conservare la divisa anche nella posizione di congedo . Art . 14 . I graduati e militari di truppa del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica , della Regia guardia di finanza , del corpo degli agenti di P . S . e del corpo degli agenti di custodia degli istituti di prevenzione e di pena , in servizio , appartenenti alla razza ebraica , sono dimessi dalle armi e collocati in congedo assoluto . A coloro che trovansi in corso di ferma o di rafferma con diritto a premio o gratificazione è concessa l ' aliquota del premio o della gratificazione che sarebbe loro spettata , calcolata proporzionalmente ai mesi di effettivo servizio prestati nella ferma o nella rafferma , computando la frazione di mese come mese intero . Il trattamento di cui al precedente comma è concesso ai graduati e militari di truppa della Regia aeronautica vincolati a ferma non inferiore a quattro anni , computato sulla base del premio di fine ferma di cui all ' art . 59 del R . decreto - legge 3 febbraio 1938-XVI , n . 744; a quelli in corso di rafferma è concessa una gratificazione di L . 500 , ridotta a norma di legge . Ai graduati e militari di truppa musicanti effettivi , maniscalchi , addetti agli stabilimenti militari di pena , agli istituti militari di correzione e di rieducazione , ai depositi cavalli stalloni , ai graduati e militari di truppa dei CC . RR . , del corpo degli agenti di P . S . e del corpo degli agenti di custodia degli istituti di prevenzione e di pena , è concesso il trattamento di quiescenza previsto dall ' art . 21 del Regio decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 . Alla indennità spettante ai predetti graduati e militari di truppa , che hanno meno di dieci anni di servizio , può essere sostituita , se più favorevole , l ' aliquota dei premi o delle gratificazioni di fine ferma o rafferma , che sarebbe loro spettata in base alle vigenti disposizioni , calcolata a norma del secondo comma del presente articolo . Art . 15 . I graduati e militari di truppa del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica , della Regia guardia di finanza e del corpo degli agenti di P . S . in congedo illimitato , appartenenti alla razza ebraica , sono collocati in congedo assoluto . Art . 16 . I provvedimenti previsti dagli articoli 1 , 4 , 5 , 6 , 9 , 11 , 12 , 14 e 15 hanno effetto dal 1 gennaio 1939-XVII . Art . 17 . Quando l ' accertamento dell ' appartenenza alla razza ebraica avvenga successivamente al 1 gennaio 1939-XVII il provvedimento di collocamento in congedo assoluto è disposto , ai soli effetti giuridici , con decorrenza dalla predetta data e la corresponsione del trattamento di quiescenza vitalizio ha luogo dal giorno successivo alla effettiva cessazione del servizio . Art . 18 . Il presente decreto le cui norme avranno vigore dalla sua data , sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge . Il Duce proponente , è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a Roma , addì 22 dicembre 1938-XVII . Vittorio Emanuele Mussolini , Solmi , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi
PRIMAVERA AGRA ( DE_ROBERTIS GIUSEPPE , 1915 )
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1 . Ad agevolare la formazione di un ’ arte nuova in Italia , e d ’ una critica aderente e persuasiva , non c ’ è dubbio che si lavora da anni ; e l ’ opera di alcuni poeti , nell ’ atto e nelle discussioni frequenti , collaterali , ad aiuto di certe verità che malamente si sarebbero imposte con un ’ azione pacifica , e al solo lume della ragione , come tra gente preparata e esperta d ’ ogni finezza , si dovrà , io credo , ricordare sempre , quando si farà la storia di questa fatica e di questo rinnovamento . Da tanta scorie e costruzioni imponenti era soffocata la poesia , e , secondo il volgo , inalzata , per significati ideali e valore di coesione , che disporre gli spiriti a sentire separatamente , e senza intrusioni estranee , quel filo d ’ ispirazione autentica , cercandolo e ritrovandolo con stento in una trina fitta , impervia , di esigenze deteriori , doveva riuscire parecchio difficile , con l ’ assunzione di un mezzo obbligo al ridicolo e alla stravaganza meno accettabile . Civismo , storicismo , etica superficiale , sensi torbidi di falsa umanità , sforzi di superamento , aspirazioni a forme costruite e architettoniche , ostentata superbia delle qualità più vili e peggiori , avevano creato in un tempo che la coscienza dell ’ esser nostro rinasceva con un sentore d ’ animalità vergine , nel poeta e nel pubblico , la ragione di realizzare e accettare la poesia . Quelle che erano quistioni pratiche , bisogno d ’ affermazione violenta in questa prima vita di nazione ; valori di cui andava tenuto il debito conto nelle relazioni e necessità quotidiane , e del resto non si unificano a una superiore altezza ; erano scoppi di energia nuova , di desideri non frenati ; immediatamente si traducevano in arte , quasi per uno scopo di ammaestramento e di divulgazione . Era sfuggito a questa gente sprovveduta , con apparenze di raffinatezza consumata , la fonte viva di questo risorgere , lo sbocco improvviso di quest ’ acqua sorgiva , che poteva bastare , come principio lirico , da sfamare tanta voglia di poesia . Il resto ; quelli che erano gli episodi , le circostanze , le deviazioni psicologiche e d ’ indole sensuale , sotto specie di aspirazioni più alte , potevano aspettare a esser guardati in lontananza , dove si scoprisse una ragione d ’ unità , un centro insomma d ’ irradiante luce , e quasi un fiotto di canto . Una gestazione così provvisoria doveva di conseguenza portare a espressioni approssimative , a strappi , a sbalzi , non di sostanza viva , ma d ’ un tumore guasto , di carne concresciuta , e tante ramificazioni parassitarie . Quel che si dice « letteratura » derivò appunto da questo : dalle parti morte , caduche , da sovrapposizioni intellettualistiche , da deficienza di energia vitale , da insincerità . Non solo le parole trite , logore , consacrate ; i clichés ; gli schemi rettorici ; i riadattamenti di forme antiche ; la vernice di vecchio e stanco erano « letteratura » ; ma , assai più , e in un piano apparentemente superiore , e , in sostanza , irriducibile , la schiavitù di certe imposizioni moralistiche o civiche , peggio se con il sacramento della filosofia e della religione . 2 . Per dir vero , filosofia e religione sono la maschera prediletta di questo secondo e non ultimo carnevale ; e chi s ’ è impegnato per dieci anni a ridurre la poesia e l ’ arte , nei termini della veridicità , a una coerenza di stile ; che non era frutto di predica , ma realizzazione positiva ; vede oggi spersa la sua fatica , e sperperato quel po ’ di guadagno che s ’ era illuso d ’ aver fatto , e raccomandare su un terreno solido e sicuro . Per ossequio alle nuove forme del linguaggio e della moda ribattezzano , sciupando , una verità saputa da tempo e per tanti segni ovvia . Che arte è moralità . Nel senso che uno scrittore è , prima di tutto , uomo , e uomo intero , e ha da impegnarsi e compromettersi nelle cose che scrive , pagare di persona ogni parola ; anzi averla scontata , avanti di materialmente trascriverla . Preso il dilemma dall ’ opposto corno , possiamo sciogliere e sventare , una buona volta , l ’ impostura . 3 . E ; premessa delle premesse ; bisogna dire della necessità di quella scelta , che , in apparenza superficiale e disinvolta , aveva il merito di riuscire , per ciò stesso intima e persuasiva . 4 . S ’ era troppo poco raccolti e preparati a una riduzione e purificazione radicale , perché un esame tutto dall ’ interno , con le proprie ragioni essenziali , potesse bastare come scuola e ammaestramento . Tra il positivismo e la felicità di una razza giovino che , senza badar molto al vero ufficio , e alla natura stessa dell ’ arte , s ’ era messa a complicarla , e aveva creduto in buona fede d ’ ingrandirla sovrapponendosi con tutto il peso di problemi empirici e di specie impura , bisognava cominciare dal fatto realizzato , con i segni più manifesti ; e controllare con pazienza , al lume della comune sensibilità , scartando volta a volta il superfluo , l ’ insincero , il piombo della sostanza morta ; mantenere l ’ analisi e le distinzioni a contatto della parola , per risalire all ’ origine , insomma allo spirito . Bisognava essere dei S . Tommasi : toccare e far toccare con mano . Che avvezzava a una precisione d ’ idee , e a un ’ onestà d ’ ingegno tanto più rara quanto più schietta e immediata e , agli occhi della gente , banale . Con un metodo positivo , così ; con assaggi e riprove di chi possedeva il senso delle cose vive , senza troppo ragionare , ma realizzando sillaba per sillaba , s ’ era potuta ottenere quell ’ essenzialità balzante che è qualità prima , e unica , della poesia . S ’ era giunti , con piccoli continui sacrifici , dall ’ esterno all ’ interno , con vantaggio dei resultati , e di certi punti conclusivi su cui oggi non sentiamo il bisogno d ’ insistere più . 5 . Se non che , oggi stesso , dei mistificatori insolenti ribattezzano questa conquista vecchia , e ormai per tanti esempi accertata , con una terminologia nuova : moralità , coerenza , coesione stretta . Ma , vorrei domandare : la liberazione predicata , esercitata , e , in parte , ottenuta , dalla « letteratura » , e dall ’ illustrazione ; dalle antiche forme della rettorica ; a che cosa tende , se non a raggiungere un ’ espressione aderente e viva di ispirazioni ridotte e intense ; e per il tramite di questi modi aspri e forti , che son dati dalla sincerità , costringere a un esame di sé , continuo , caparbio , e di cristiano coraggio ? A un poeta non si può chiedere altro che questo . Impegnarsi come uomo totale . Il destino vuole , in alcuni punti più , meno altrove . Che si preparano e si completano a vicenda . A somiglianza di un dramma , dove l ’ interesse varia e cresce ; e vi son parti che non si giustificano se non come riposo ; e poeticamente non valgono . 6 . Sono giunti , questi scontenti , ad accettare la psicologia . La confessione . Ma psicologia e confessione non sono arte . E i poeti che realmente realizzano , uccidono queste sostanze greggie in forme vive . Anche se in pochi segni e linee . A cui gli altri disperano di arrivare . 7 . Prima moralità , oggi , sarebbe di non risciacquare tutti questi panni ; troppi panni ; fuori di casa . E pensare che parlano di moralità e coerenza più gl ’ immorali e gl ’ incoerenti . I poeti veri , da che mondo è mondo , hanno pagato un ’ ora di felicità con una settimana di passione . In questo senso sono tutti frammentari . E la loro totalità va cercata congiungendo in ispirito quei soli punti d ’ arrivo e di liberazione , che contengono in atto quella lunga serie di tentativi , e torbide interrogazioni . Che si salvano insomma , e si accettano , in nome di questi minuti intensi e felici . 8 . Coesione ; e mondo vasto , architettonico ; sono un bel sogno . Ma suppongono epoche eroiche , coscienze profonde , sviluppi di civiltà in pieno fiore . Un principio di vita come questo è troppo semplice e elementare , e troppo scavato da dubbi perché ci si possa costruir sopra durevolmente , e con forme definitive . 9 . Questo sforzo caparbio , porta a una doppia impostura : nell ’ esame del passato , e nella valutazione arbitraria di tutta l ’ arte contemporanea . Alcune espressioni intellettualistiche bari preso il sopravvento sui mondi vivi e reali . Si ritorna daccapo . E a chi ci oppone false costruzioni , e ideali fantasmagorici , ci tocca rispondere con un esame minuzioso , e un controllo che non dovrà finire domani . Scartato il pericolo patriottico - civile - umanitario , se ne presenta un altro etico filosofico - religioso . Chiamati a fare i conti devon ridurre il tono e la superbia . E quel trinomio soprannaturale si scopre per appena una verità banale ; e , come tutte le verità banali , antichissima , e di non difficile comprensione . Anche di.questo son debitori a quei pochi che disprezzano . Solo che per nascondere il vero , hanno inventato un trucco . 10 . Vivono di falsità , essi , gli uomini totali . I letterati ; da un controllo di tutti i mezzi del mestiere ; tagliando e ripulendo ; sono giunti a una concezione dell ’ arte , purissima , che è anche scuola morale : obbligando a esprimersi nelle forme più semplici e immediate , e offrendo il modo di veder dentro , nello spirito , con una sicurezza che non era consentita da un linguaggio incerto e impreciso , in corrispondenza di stati d ’ animo temporanei e approssimativi . 11 . Rinnegare , o fraintendere quel che s ’ è fatto finora , a vantaggio di quella regola spirituale che improvvisamente alcuni beoti hanno creduto di trovare , significa noti capir nulla : corso della storia , e progressi reali ottenuti . 12 . D ’ altra parte la misura con cui giudicano le opere d ’ arte , e riconoscono i punti vitali , al fiuto , dimostra che precisamente questi uomini parlano di coerenza , ed è uno strano miscuglio ; così come fino ad oggi hanno costruito dei « drammi spirituali » su basi false , accettando il bene e il male , anzi sopravvalutando il male , se il male dava appiglio a fantasmagoriche architetture . 13 . Vi sono invece due sorte di drammi , o sviluppi interni . Quelli realizzati , e quelli non realizzati . A documentare , e avanti tutto , a rifare i primi basta scegliere e accertare quel che in un ’ opera è riuscito . A combinare e mettere insieme i secondi rientrano bene tutti i punti ciechi e gli stati anteriori alla creazione artistica . Un mondo intenzionale non privo d ’ interesse . Ma già questi son sottintesi in quelli . Solo che non devono preponderare , e sottintendere i primi . Ripredichiamo un ’ ultima volta il « limite dell ’ ideale » .
ANTICO E MODERNO ( TINTI MARIO , 1932 )
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Analogamente all ' aforisma di Wilde " è l ' arte che crea la natura " , si potrebbe affermare che , in un particolarissimo senso , è stata la critica moderna a creare l ' arte antica . E per noi moderni il modo con il quale taluni capolavori erano considerati dai loro contemporanei , anche se uomini di genio , è dei più estranei e talora , paragonato al nostro , è addirittura volgare e goffo fino all ' incredibile . In questi ultimi tempi , sotto il cattivo ascendente di superficialissime ideologie e di vane retoriche , si è verificato nell ' arte moderna italiana il fenomeno , tutto opposto , di un gusto pseudoclassico e pseudotradizionale alludente alla lettera dell ' arte antica . L ' intenzione , si capisce , sarebbe stata invece quella d ' operare l ' inverosimile innesto dello spirito di epoche Passate sulla realtà del presente . Cotesto per Ugo Ojetti , si chiama non aver paura dell ' antico . E gli esempi che egli cita di un così formidabile coraggio estetico sono costituiti o da ibride e cervellotiche contaminazioni fra antico e moderno , sul genere delle tempere neo - pompeiane del pittore Funi e delle gelide variazioni dell ' architetto Muzio su motivi secenteschi , ovvero da trasposizioni , pari pari , in altra materia di forme antiche , come i vetri , traducenti forme di vasi greci di terracotta e di bronzo , del Cappellin il quale , per fortuna sua e dell ' arte italiana , ha al suo attivo ben altre manifestazioni . Cotesto è il tradizionalismo dell ' Ojetti e tale è la " modernità " di cui egli si appaga ; ciò che d ' altronde è coerentissimo con l ' aver egli decretato Ettore Tito decoratore degno del Tiepolo , Galileo Chini restauratore della tradizione aurea della pittura italiana , Amos Nattini illustratore michelangiolesco , Ferrazzi istoriatore degno dei nuovi tempi , eccetera . Come si vede , nel pensiero e nel gusto del mentore estetico della mediocrazia italiana la continuità è ineccepibile . C ' è un proverbio toscano che dice : " Acqua fina e buon mercato ingannano il villano " . Da vent ' anni e più a questa parte , ne ' paraggi dell ' arte italiana , vi è sempre stato qualcosa che ha ingannato ed illuso le nostalgie greco - romane e rinascimentizie di Ugo Ojetti . Ojetti , ad esempio , crede ancora fermamente che le colonne siano fra gli elementi di un ' eloquenza civico - architettonica atti ad esprimere , in ogni tempo , solennità , magnanimità , eroismo e via dicendo ; e mostra di non sapere , o di non ricordarsi , che la colonna fu in origine un essenziale elemento tettonico razionale , il quale attraverso i secoli e presso i diversi popoli subì un ' evoluzione decorativa . Cotesta evoluzione ha trovato ormai , dopo il Barocco , il suo punto morto ; donde la necessità , sentita dagli architetti moderni - e non c ' è bisogno di chiamarli razionalisti - di ricondurre le colonne alla loro primitiva funzionalità , secondo un gusto di semplicità e di semplificazione che si esprime in ogni campo dell ' arte contemporanea e che è quindi una realtà storico - estetica inoppugnabile . Chi oggi , nell ' epoca dell ' abito di foggia " inglese " , dell ' automobile - non camuffabile in cocchio o in berlina - dell ' areoplano , continua ad impiegare la colonna col capitello ionico o corinzio e col suo bravo plinto alla base , in modo tettonicamente pleonastico , nell ' intento di trarne effetti " oratorii " e scenografici , non può essere che un marcio rètore e forse anche un disonesto cittadino . Ed è , appunto , un sintomo di quella retorica neo - classica - falsa - eroica e falsa - civica - che da cent ' anni affligge e deforma bugiardamente la vita italiana , la fioritura di timpani , colonne , nicchie , edicole , ecc . , verificatasi in questi ultimi anni , specialmente a Milano .
UN POCO D'INTAGLIO O UN POCO D'INTARSIO ( ' CASA BELLA ' , 1932 )
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A Firenze , si è chiusa la Fiera Nazionale dell ' Artigianato . Ugo Ojetti non è contento , e lo ha detto in un lungo articolo sul " Corriere della Sera " . Da qualche tempo , Ojetti è l ' uomo più incontentabile che esista in Italia ; e verrebbe voglia di battergli le mani , se tutte le sue critiche , lettere , apposizioni e sentenze avessero un motivo preciso , un obbietto - per parlar pulito - bene individuato . Il male è che l ' irrequietudine di Ojetti rappresenta piuttosto il disagio di chi fra il vecchio ed il nuovo non ha forza , e desiderio , di decidersi ; e se ne sta sulla soglia come certi pacieri che a furia di mezze parole e con un gran dimenar di braccia vorrebbero mettere d ' accordo quelli che stanno dentro e quelli che stanno fuori , le ragioni degli uni con le pretese degli altri . In tanto daffare la posizione di Ojetti è la stessa di quei ceti italiani , intellettuali e sociali , che sorpresi dal rumore delle novità nel bel mezzo di un ozio che era profittevole ed adatto alla vita provinciale di dieci o vent ' anni fa , da una parte si sforzano di conservare un atteggiamento di decoro e di prosopopea e dall ' altra danno una mano al nuovo , ma " con juicio " . Questo " juicio " nel caso di Ojetti , e non in quello dei centomila poltroni che infestano l ' arte italiana , potrebbe essere preso in considerazione se fosse soltanto un pretesto critico , un modo di frenare le impazienze degli improvvisatori ; ma quando Ojetti scende in lizza , si mette fra i contendenti - cioè fra quelli che praticano l ' arte e non la giudicano soltanto - rende un cattivo servizio alla critica , perché le toglie la possibilità di giudicare con serenità e la riduce ad una polemica mediocre , ed un peggiore servizio all ' arte , o meglio agli artisti , perché confonde le idee , confonde le mansioni , confonde i lettori , avendo la pretesa di dire come " si deve fare " e come " non si deve fare " . Questo tipo di critico estroso ed irrequieto , è stato messo tante volte fuori della critica , perché noi dobbiamo preoccuparci di dimostrare ad Ojetti che , per lo meno , la sua lettera a Pavolini sull ' architettura ed il suo articolo sull ' artigianato non sono né critiche , né belle prose : perché per essere le une mancano di metodo , e per essere le altre sono compilazioni giornalistiche di un uomo che a furia di reggere la penna crede di reggere lo scettro del buon gusto o la bacchetta magica dell ' invenzione . Si chiede , dunque , a Ojetti un po ' di tregua ; lo si vorrebbe decidere a tornare alle " Cose viste " in cui può narrare con bella prosa , come , per esempio , Tizio ha disegnato un volo di rondini per il salotto di una signora , o come Cajo ha inventato - per parlare all ' antica - un mobile di metallo . Ojetti non confonderebbe così lo stile di Tizio con il gusto di Cajo , e non concorrerebbe a rovinare quel poco di buona volontà che è rimasta agli artisti e agli artigiani d ' Italia , pur in tempo di crisi .
IL PROBLEMA DEL FUNZIONALISMO ( PACCHIONI ANNA_LENA , 1934 )
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Prima di essere definito dai teorici posteriori , il programma della nuova architettura è così semplice che una sola parola - funzionale - lo contiene con perfetta rispondenza di significato . Si domanda , cioè , soltanto una aderenza allo scopo pratico , alla funzione ; e il modo di tale aderenza non è fissato da alcun procedimento scientifico o razionale . Il primo programma dell ' architettura funzionale rimane così limitato in un campo semplicemente pratico , e come tale indifferente a qualsiasi manifestazione estetica . In questa stessa indifferenza è la piena compatibilità del funzionalismo con tutti i possibili atteggiamenti estetici . Infatti un programma , come informatore di ambiente educativo , non può uscire dal suo limite di insegnamento pratico o tecnico , ché , se pretendesse di stabilire delle nuove norme di estetica , condurrebbe verso un formalismo convenzionale . La mancanza di un programma estetico nella prima manifestazione polemica del funzionalismo , condannata dai più come la peggiore aridità meccanica , costituisce quindi il suo più grande vantaggio di fronte alla tradizione accademica . Il funzionalismo , limitato in un campo pratico , viene ad essere soltanto un contenuto in rapporto alle possibili espressioni , e si comprende che in quanto tale sia limitato da contingenze esteriori . Contingenze esteriori d ' indole pratica - sociali , morali , economiche - che , se per la prima volta appaiono sotto il nome di " funzionalismo " , non sono però mai state estranee al contenuto . Anzi si potrebbe dire che quasi tutti i contenuti sieno derivati da esse . Un tema iconografico per esempio - un soggetto religioso , un ritratto , ecc . - limita il contenuto tanto quanto una esigenza pratica o costruttiva . Ma le limitazioni del contenuto non limitano l ' espressione , poiché il contenuto non la determina , ma la ispira ; tanto che il medesimo contenuto , sia pure definito , lascia sempre luogo ad una infinita varietà di espressioni . La ricerca di una soluzione che corrisponda al problema pratico non costringe , ma esalta la fantasia creativa , la quale , quanto più si tende nello sforzo di questa ricerca , tanto più esprime di valore intimo : il problema pratico diventa impulso di ispirazione con cui l ' artista si trova in immediato contatto . Lo svolgimento progressivo della polemica porta quasi di necessità a una definizione più teorica . I banditori non sanno contenersi entro i limiti del primo programma , e sono portati a formulare dei concetti scientifici e dei canoni estetici per giustificare la prima e semplice proclamazione polemica . Il programma esce dai limiti del contenuto , e cerca di riferirsi anche all ' espressione . Il razionalismo si sovrappone al funzionalismo , e definisce così la soluzione del problema pratico con criteri scientifici i quali vengono a determinarla quasi con una necessità di svolgimento che non lascia più luogo a una libertà di scelta . Le Corbusier stabilisce , per mezzo dello " standard " , una specie di soluzione progressiva per cui si giunge al " tipo " attraverso successive eliminazioni . Il tipo , come la soluzione perfetta e necessaria di un problema pratico raggiunta con una collaborazione collettiva che unifica i singoli sforzi , non lascia alcun margine per una libertà creativa , poiché il miglioramento per selezione è determinato da leggi scientifiche e la perfezione raggiunta unica ed esclusiva . Il contenuto - che era la prima proposizione del problema - viene a determinare l ' espressione - che è la soluzione di esso . Per liberare la creazione individuale dal determinismo contenuto nello " standard " , Le Corbusier è costretto a separarla da esso come un ' attività posteriore ed estranea che le si sovrappone . La soluzione del problema pratico si limita , quindi , per lui a proporre gli elementi anonimi di cui l ' artista si serve come di un alfabeto . Ma un ' espressione che si sovrapponga ad elementi già fissati in un limite di estrema perfezione non può aggiungere ad essi nulla più che una veste decorativa o formale : poiché se l ' espressione può prescindere dal problema pratico ed il problema pratico può prescindere dall ' espressione , quando però si proponga il problema pratico come contenuto necessario , l ' espressione deriva direttamente dalla particolare soluzione di esso e non da un ' attività posteriore ed estranea . Il pensiero di Le Corbusier a questo riguardo , interpretato nelle sue più logiche conseguenze , oscilla tra un razionalismo scientifico ed un estetismo accademico . Un altro banditore del funzionalismo , Bruno Taut , identifica la soluzione del problema pratico con la estetica , ponendo tra l ' una e l ' altra un legame di necessaria conseguenza . Le teorie di Taut sono abbastanza semplici per potere essere riassunte quasi in un solo punto fondamentale : la funzionalità dell ' arte che non può prescindere da un contenuto sociale o morale o pratico ; tale funzionalità è dedotta non solo dall ' osservazione delle necessità presenti , ma anche dalla storia delle civiltà artistiche passate le quali dimostrano sempre un ' aderenza perfetta tra l ' Arte e la Pratica . La concezione architettonica di Taut è , quindi , tutta derivata da questo principio : l ' utilità è lo scopo primo di ogni esigenza costruttiva ; ad essa devono uniformarsi il materiale e lo schema ; la bellezza è creata soltanto da una perfetta aderenza tra lo scopo e la costruzione - ciò che è utile è anche bello - : la pianta , come l ' elemento della costruzione che più si riferisce allo scopo , domina tutti gli svolgimenti , di modo che nessun particolare può essere immaginato indipendentemente da essa . Anche la casa non esiste più come creazione isolata , ma come parte di un organismo più vasto : la strada , la città . La stessa esigenza funzionale conduce Taut a negare il principio della casa " macchina " perché la costruzione non esprime il " simbolo " di una realtà estranea - la macchina - , ma una realtà interiore insita nella sua particolare funzione . Il problema pratico si identifica per lui più particolarmente in esigenze sociali , economiche e politiche , per cui non vi può essere questione di preferenza individuale , indipendente da tali esigenze . In questo modo , Taut per non separare l ' espressione dal contenuto determina tra l ' uno e l ' altro dei rapporti di assoluta necessità . Egli lega così l ' espressione con lo stesso determinismo che Le Corbusier , sia pure con un artificio , aveva cercato di limitare a una prima soluzione del contenuto , precedente la vera espressione estetica . In questo modo viene ad allontanarsi ancora di più da una definizione del funzionalismo che sia compatibile con una coscienza di libertà estetica : poiché l ' espressione è inscindibile dal contenuto , non in quanto il contenuto la determina contenendola già in sè definita , ma in quanto la espressione , come libera interpretazione di esso , lo riassume in una sintesi .