StampaPeriodica ,
Altro
nome
non
merita
l
'
accordo
tra
il
Papa
e
Mussolini
.
Entrambi
i
contraenti
sono
stati
evidentemente
indotti
all
'
intesa
da
passioni
e
da
appetiti
men
che
confessabili
.
Infatti
,
i
due
nuovi
associati
son
piuttosto
restii
ed
impacciati
nello
spiegare
a
fondo
il
loro
gesto
.
Il
Papa
(
che
è
divenuto
,
contro
ogni
consuetudine
ed
ogni
regola
,
loquace
)
non
sa
a
quali
argomenti
appigliarsi
,
alla
luce
del
secolo
ventesimo
,
per
ringoiarsi
,
col
minor
scandalo
,
le
tante
sue
passate
dimostrazioni
di
liberalismo
,
e
per
giustificare
la
nuovissima
sua
tenerezza
cristiana
verso
la
banda
di
ciurmadori
e
di
assassini
tanto
spesso
condannata
nei
suoi
sermoni
e
nelle
sue
epistole
.
Mussolini
stenta
a
dire
agli
italiani
che
toglie
allo
Stato
numerosi
e
ambitissimi
privilegi
per
cederli
graziosamente
alla
Chiesa
,
e
che
trae
dalle
tasche
loro
,
sì
misere
,
quasi
due
miliardi
,
per
farsi
concedere
dal
Papa
una
pubblica
patente
di
rispettabilità
.
Per
dissimulare
l
'
imbarazzo
suo
,
il
Pontefice
se
la
prende
con
le
dottrine
liberali
e
si
abbandona
a
"
gaffes
,
"
che
i
giornali
di
Europa
e
di
America
raccolgono
e
commentano
con
sogghignante
compiacenza
.
Mussolini
,
impenitente
venditore
di
fumo
,
si
affatica
a
lasciar
intendere
,
attraverso
la
solita
stampa
a
rime
obbligate
,
che
la
Chiesa
recherà
un
formidabile
concorso
alla
rapida
conquista
del
tanto
promesso
"
impero
fascista
.
"
Esaminato
sinteticamente
,
nella
sua
vera
essenza
il
"
pateracchio
laterano
"
non
è
che
il
resultato
mostruoso
di
due
rese
a
discrezione
:
Il
Papa
,
seguendo
l
'
esempio
di
molti
suoi
predecessori
,
che
vissero
peraltro
in
tempi
di
universale
barbarie
,
ha
rinunciato
ad
ogni
forma
di
ritegno
spirituale
e
politico
;
ha
calpestato
,
senza
arrossire
,
la
legge
di
Cristo
da
lui
stesso
tante
volte
proclamata
sublime
per
ottenere
da
un
ribaldo
,
macchiato
di
frode
e
di
sangue
,
beni
materiali
e
concessioni
giuridiche
,
a
spese
di
un
popolo
incatenato
e
dissanguato
;
-
Mussolini
,
da
quello
sbracato
avventuriero
che
è
,
ha
addirittura
abolito
,
in
favore
della
Chiesa
,
le
più
nobili
conquiste
morali
del
Risorgimento
,
in
fatto
di
libertà
di
coscienza
e
di
culto
,
e
ha
pagato
una
somma
enorme
e
non
dovuta
,
perché
l
'
indennità
concessa
al
Papato
dalla
legge
delle
guarantigie
era
prescrittibile
di
cinque
in
cinque
anni
.
Tutte
le
trombe
del
regime
squillano
in
patria
e
fuori
;
il
Papa
,
per
aumentar
lo
strepito
,
fa
intonar
tedeum
e
sbatacchiar
campane
.
Ma
il
gran
frastuono
non
basta
a
fugar
dalle
menti
nostrane
e
straniere
alcune
idee
semplici
come
queste
:
i
pateracchi
son
sempre
stati
connubi
di
dubbio
effetto
e
di
vita
breve
;
era
logico
che
chi
aveva
soffocata
ogni
altra
libertà
,
violentasse
anche
quella
di
coscienza
,
poiché
si
trattava
di
speculare
su
un
rumoroso
diversivo
;
il
Papa
,
data
la
lunga
tradizione
della
Chiesa
Romana
,
non
poteva
essere
insensibile
di
fronte
al
reprobo
che
andava
a
Canossa
,
non
col
saio
del
pellegrino
,
ma
con
gran
scorta
di
offerte
e
di
benefizi
.
Così
,
nella
farsa
tragica
del
popolo
italiano
,
accanto
al
re
imbelle
e
spergiuro
,
al
bieco
Cesare
da
Carnevale
,
ai
dignitari
lerci
di
sangue
e
di
vergogna
,
alla
innumerevole
schiera
dei
laidi
staffieri
e
sguatteri
del
regime
,
si
aggiunge
un
nuovo
personaggio
col
suo
degno
seguito
:
un
Papa
,
cui
la
compiacenza
del
caso
ha
risparmiato
il
nome
di
Simone
.
Ci
batteremo
il
petto
e
ci
copriremo
il
capo
di
cenere
per
questo
?
No
.
Abbiamo
sempre
creduto
che
l
'
ardua
riconquista
della
libertà
per
gli
italiani
deve
essere
totale
.
Dopo
la
Monarchia
,
la
Chiesa
si
allea
alla
tirannia
fascista
:
un
'
altra
recluta
nelle
file
del
delitto
e
del
disonore
.
Questa
coalizione
di
forze
reazionarie
e
sopraffatrici
è
stata
chiamata
anti
-
Risorgimento
;
non
basta
,
è
anti
-
Civiltà
universale
e
per
questo
più
rapidamente
destinata
al
disastro
e
all
'
ignominia
.
Ci
rammaricheremo
noi
se
il
Gran
Prete
,
per
più
di
trenta
denari
e
per
concessioni
che
il
tempo
si
affretterà
a
cancellare
,
ha
preso
con
loschi
compari
,
la
via
della
Rupe
Tarpea
?
E
non
gli
saremo
grati
per
aver
ancora
una
volta
e
speriamo
l
'
ultima
mostrato
agli
italiani
che
il
Papato
è
sempre
quello
della
bramosa
e
implacabile
lupa
dantesca
?
In
alto
i
cuori
!
Il
fascismo
ha
un
nuovo
alleato
:
un
altro
spergiuro
in
faccia
a
Dio
.
Al
Dio
dell
'
espiazione
e
della
vendetta
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Nessuna
osservazione
da
fare
.
Nego
tutto
.
Sono
antiliberale
,
antidemocratico
;
antisocialista
anticomunista
.
In
una
parola
,
antimoderno
.
In
questa
Italia
di
briganti
-
pazzi
,
vivo
con
la
tristezza
ostile
d
'
uno
straniero
che
non
ha
più
patria
.
Sono
dunque
da
voi
dissimilissimo
.
Voi
(
professori
)
cercate
di
catalogare
,
mentre
vi
travolgono
le
ondate
della
piena
,
io
(
poeta
)
disperatamente
spero
nell
'
auto
distruzione
dell
'
anarchia
e
nella
ricostruzione
d
'
una
piramide
,
con
al
vertice
il
Papa
e
alla
base
il
popolo
.
Ecco
il
mio
programma
!
Confrontalo
col
vostro
,
una
lirica
accanto
a
un
bilancio
.
Da
ciò
l
'
impossibilità
d
'
intenderci
.
Saluti
.
D
.
Giuliotti
.
StampaPeriodica ,
Accanto
e
sopra
alla
sua
grande
funzione
commerciale
e
industriale
,
Genova
non
ha
(
o
almeno
,
passa
per
non
avere
)
una
propria
funzione
intellettuale
e
direttiva
nella
politica
e
nella
cultura
italiana
.
Milano
,
Torino
,
Bologna
,
Firenze
:
centri
d
'
idee
,
creatori
di
movimento
,
iniziatori
ex
nihilo
di
vita
nuova
.
Genova
:
come
un
nautilo
dalle
splendide
iridescenze
,
ma
di
poche
forze
,
si
lascia
portare
.
Non
che
le
manchi
la
cultura
,
come
si
pensa
tante
volte
,
erroneamente
:
ma
la
cultura
pur
diffusa
,
è
individuale
,
atomistica
,
indebolita
dal
frazionamento
,
riunita
talvolta
in
collettività
ma
senza
superare
il
semplice
aggregamento
:
epperò
sente
gli
echi
e
rimanda
vibrando
le
onde
che
vengono
,
di
lontano
,
ma
non
ne
produce
essa
del
suo
.
Questa
condizione
,
diciamo
così
,
secondaria
c
'
è
tanto
per
la
cultura
che
per
la
politica
:
o
meglio
pare
ed
è
l
'
opinione
che
sia
così
.
E
per
la
cultura
in
sé
,
si
capisce
:
perché
essa
vuole
che
lo
spirito
le
si
dedichi
tutto
,
come
a
un
'
amata
che
non
si
trascura
,
sotto
pena
di
perderla
:
e
la
vita
febbrile
del
commercio
e
dell
'
industria
non
agevola
certo
questa
.
dedizione
,
la
impedisce
anzi
,
la
presenta
come
un
infrangere
i
doveri
,
sacri
o
forzati
,
della
pratica
.
A
parte
la
superficiale
cultura
femminile
,
vernice
che
si
stende
su
tutte
le
menti
per
la
solita
educazione
di
classe
borghese
:
a
parte
il
lavoro
delle
scuole
,
dell
'
Università
(
modesto
,
non
infruttuoso
,
ma
:
accademico
)
;
voi
sentite
qui
la
presenza
dei
germi
di
una
più
ricca
vita
dello
spirito
,
la
avvertite
nelle
poche
manifestazioni
che
se
ne
rilevano
(
qualche
mostra
d
'
arte
,
qualche
rivista
fine
e
signorile
)
,
la
ammirate
nei
modesti
uomini
d
'
ufficio
o
di
banca
o
di
fabbrica
;
ma
quei
germi
vivono
rachitici
,
stenti
,
in
una
sterile
fioritura
di
.
dilettantesimo
:
oppure
espandono
i
loro
polloni
fuori
,
in
altro
suolo
.
Tanto
che
l
'
uomo
di
cultura
,
quello
che
veramente
fa
il
progresso
come
suo
artefice
e
non
semplice
goditore
,
ha
l
'
impressione
di
essere
peregrino
in
sua
patria
,
e
il
suo
cuore
s
'
avviva
solo
di
consonanze
lontane
.
Ma
per
la
vita
politica
ripetere
semplicemente
lo
stesso
giudizio
è
falsità
,
o
almeno
esagerazione
,
che
guarda
solo
alle
esteriori
apparenze
,
non
al
nocciolo
interno
.
Noi
crediamo
anzi
che
in
questo
campo
si
troveranno
le
nuove
energie
che
attraverso
la
formazione
di
una
cultura
politica
muoveranno
a
ricostituire
e
avvivare
,
in
genere
,
la
cultura
.
Di
fronte
alla
calma
superiore
dello
spirito
il
genovese
rifiuta
,
un
po
'
apatico
,
di
turbarla
per
l
'
azione
culturale
:
Deus
nobis
haec
otia
fecit
,
il
dio
della
tenacia
ligure
,
creatore
di
ricchezze
nei
secoli
;
e
perché
non
goderli
in
pace
,
questi
ozi
?
Ma
il
turbinio
dei
fatti
,
oscuri
come
di
sabbia
e
polvere
,
lo
attrae
e
scuote
verso
l
'
attività
produttiva
e
organizzatrice
di
politica
cittadina
e
nazionale
.
Forse
perché
toccato
nell
'
interesse
,
intento
alla
conservazione
e
all
'
accrescimento
del
proprio
sé
economico
?
Non
forse
,
ma
certo
;
questo
è
il
primo
stimolo
,
il
più
vivo
,
il
più
lancinante
.
Un
'
opera
di
cultura
politica
che
anziché
procedere
dalla
pratica
all
'
idea
,
cerchi
d
'
instaurare
anzitutto
l
'
idea
,
quasi
come
un
'
educazione
astratta
e
formale
,
qui
muore
.
Ma
non
è
detto
che
da
quello
stimolo
non
si
assurga
a
più
alte
vette
:
e
il
realismo
politico
genovese
è
certo
superiore
a
quello
di
molte
altre
grandi
città
italiane
.
Tanto
che
i
movimenti
più
scapigliati
e
scapestrati
a
Genova
rinsaniscono
,
e
in
qualche
modo
,
per
l
'
inevitabile
reazione
dell
'
antico
tronco
su
cui
s
'
innestano
:
il
tronco
della
razza
.
Per
un
pezzo
,
fino
verso
il
1902-'903
,
la
politica
genovese
dopo
il
'70
si
riassunse
in
queste
poche
sigle
:
pseudoliberalismo
personale
e
plutocratico
:
blocco
clericale
,
più
o
meno
conservatore
,
rappresentato
dalla
Unione
Genovese
(
vecchia
nobiltà
e
bassa
borghesia
)
;
e
mazzinianesimo
socialdemocratico
,
rappresentante
della
vecchia
,
gloriosa
tradizione
rivoluzionaria
e
repubblicana
.
La
scarsezza
di
alto
slancio
economico
fino
allora
regnante
,
favoriva
,
se
non
il
fiorire
,
certo
il
consolidarsi
delle
due
prime
tendenze
,
dominanti
or
l
'
una
or
l
'
altra
e
più
spesso
tutt
'
e
due
,
come
alleate
;
la
terza
,
morti
i
duci
più
intelligenti
,
Cesare
Cabella
e
Giorgio
Doria
,
rimaneva
debole
e
incerta
sebbene
esteriormente
battagliera
:
ora
colorandosi
di
letteratura
,
ora
di
garibaldinismo
:
senza
nessuna
originalità
.
Ma
con
l
'
avanzare
del
nuovo
secolo
,
mentre
il
porto
s
'
ingrandiva
prosperoso
e
le
industrie
crescendo
e
allargandosi
procuravano
la
formazione
di
un
nuovo
e
più
compatto
proletariato
(
in
parte
d
'
importazione
,
é
vero
,
e
in
parte
disceso
dai
monti
,
dove
le
"
fascie
"
di
terra
non
bastavano
più
alle
numerose
proli
,
ma
tosto
fusa
in
salda
unità
)
,
si
generò
il
socialismo
ligure
e
la
nuova
democrazia
,
fresca
di
gioventù
e
di
intellettualità
.
Quello
ha
oramai
una
storia
gloriosa
:
questa
una
vita
non
grande
,
ma
seria
;
l
'
uno
e
l
'
altra
con
caratteri
peculiari
e
tipicamente
locali
.
I
cosiddetti
Giovani
Turchi
di
tre
lustri
fa
sono
oggi
ancora
,
per
quanto
usciti
di
gioventù
,
l
'
ala
sinistra
e
progressiva
dei
partiti
liberali
,
differenziandosi
nettamente
e
dai
liberali
-
democratici
e
dalla
democrazia
plutocratica
per
l
'
assimilazione
intelligente
delle
migliori
dottrine
socialiste
.
Ma
certo
la
nota
dominante
della
politica
genovese
è
costituita
e
segnata
nell
'
ultimo
ventennio
dal
socialismo
:
trionfante
con
l
'
elezione
di
Canepa
nel
1909
e
subito
dopo
con
un
'
Amministrazione
demo
-
socialista
:
padrone
del
porto
con
le
cooperative
:
in
prevalenza
riformiste
nel
periodo
immediatamente
anteriore
alla
guerra
,
poi
diviso
a
pari
forze
tra
riformismo
e
partito
ufficiale
.
Dal
socialismo
e
dai
neo
-
democratici
cominciò
fin
d
'
allora
a
venir
promossa
una
politica
fattiva
e
una
cultura
politica
.
La
guerra
,
che
fu
per
Genova
causa
di
grande
,
sebbene
in
parte
effimero
accrescimento
di
ricchezze
:
il
dopoguerra
co
'
suoi
problemi
e
i
suoi
nuovi
partiti
:
la
più
vigorosa
e
precisa
azione
personale
e
giornalistica
dei
dirigenti
:
tutto
fu
alimento
della
nuova
coscienza
politica
genovese
.
La
quale
,
per
quanto
sempre
più
viva
,
non
ha
però
ancora
superato
la
cerchia
locale
:
il
problema
nazionale
è
certo
da
essa
vissuto
in
ogni
sua
forma
,
e
tuttavia
soltanto
come
un
epifenomeno
.
Questa
attuazione
del
regionalismo
anche
da
chi
lo
nega
come
teoria
,
questo
insistente
particolarizzarsi
appunto
per
la
sua
insistenza
e
vivacità
non
può
essere
un
difetto
o
una
via
falsa
:
sarebbe
tale
se
rappresentasse
una
porta
chiusa
,
ma
come
momento
pedagogico
è
qualche
cosa
di
ben
necessario
.
E
bisogna
tenerne
il
massimo
conto
sia
per
capire
alcuni
movimenti
,
sia
per
giudicarne
altri
.
Ecco
il
partito
popolare
,
inseritosi
alla
bell
'
e
meglio
sul
vecchio
tronco
clerico
-
moderato
,
diviso
in
sinistra
progressiva
e
destra
conservatrice
,
ma
con
preponderanza
ormai
evidente
della
prima
.
Per
sapere
che
cosa
significhi
esso
in
Liguria
,
guardatelo
appunto
nella
sua
opera
di
partito
popolare
ligure
.
Organizzazione
dei
piccoli
agricoltori
ai
danni
dei
mercati
cittadini
:
movimento
di
fronda
contro
il
clero
intransigente
,
culminato
nella
partenza
dell
'
arcivescovo
Boggiani
:
azione
a
pieno
favore
degli
industriali
,
armatori
e
commercianti
contro
le
cooperative
operaie
e
il
proletariato
socialista
.
Non
avrei
mai
creduto
che
i
deputati
popolari
di
sinistra
,
con
tutte
le
loro
parvenze
democratiche
,
si
facessero
fino
a
tal
punto
i
paladini
del
capitalismo
.
Nihil
mirari
.
In
Genova
,
un
'
operosità
di
questa
fatta
è
certo
il
miglior
metodo
per
rifarsi
della
sonora
sconfitta
toccata
nelle
ultime
elezioni
amministrative
,
specialmente
accomunata
,
com
'
è
,
con
l
'
assunzione
di
tutti
i
compiti
è
uffici
cittadini
dell
'
antica
"
Unione
Genovese
"
e
la
propaganda
"
cattolica
"
in
seno
alla
gioventù
.
Ma
se
quest
'
ultima
può
significare
alcunché
quale
risveglio
di
cultura
e
di
religione
,
nella
sua
inevitabile
,
anzi
precipua
attività
politica
,
non
esce
dall
'
oscurità
.
Poiché
dal
centro
siamo
stati
rivolti
a
destra
,
seguiamo
pure
,
un
momento
,
la
Destra
.
Premetto
che
né
liberali
-
democratici
,
né
democratici
-
liberali
contano
valore
alcuno
al
loro
attivo
,
all
'
infuori
di
alcuni
"
nomi
"
e
delle
due
bandiere
:
Gruppo
Ansaldo
-
Gruppo
Ilva
che
di
neo
-
liberalismo
in
Liguria
non
si
parla
se
non
per
ischerzo
;
che
i
mazziniani
,
per
antibolscevismo
;
sono
a
Genova
(
non
nella
provincia
)
in
gran
parte
destri
anch
'
essi
;
che
il
Rinnovamento
non
si
vede
servire
ad
altro
se
non
a
scopi
personali
;
che
i
fascisti
,
sparite
per
repressione
governativa
le
efflorescenze
anarchiche
,
si
limitano
al
donchisciottismo
,
la
conclusione
è
che
la
Destra
,
con
tutti
i
non
-
destri
di
nome
che
le
fan
coda
di
fatto
;
avrà
dei
pesi
materiali
per
la
bilancia
politica
,
ma
nessuna
sostanza
ideale
.
Questo
perché
non
c
'
è
mai
stata
una
vera
tradizione
liberale
,
da
non
confondersi
con
il
liberalismo
di
tradizione
.
Rimane
la
Sinistra
,
quella
che
costituisce
il
nucleo
più
forte
della
presente
maggioranza
amministrativa
:
i
veri
democratici
,
che
sono
a
Genova
quello
che
cercano
altrove
di
essere
i
neo
-
liberali
.
E
si
parla
,
anzi
,
di
"
socialdemocrazia
"
:
ma
a
noi
pare
che
questa
Amministrazione
comunale
,
taglieggiatrice
dei
ricchi
e
labourista
e
grande
promotrice
di
opere
pubbliche
e
,
una
buona
volta
,
seriamente
preoccupata
del
problema
finanziario
:
questa
Amministrazione
che
vive
d
'
una
coscienza
moderna
della
vita
comunale
(
qualunque
giudizio
si
voglia
poi
dare
delle
sue
concrete
determinazioni
)
abbia
con
sè
qualcosa
di
più
degli
ideali
socialdemocratici
.
Sotto
qualche
esteriore
parvenza
di
"
antibolscevismo
"
e
le
frequenti
contese
con
la
minoranza
socialista
,
e
nonostante
gli
elementi
di
destra
che
frondeggiano
sempre
per
riacquistare
il
dominio
perduto
,
c
'
è
in
questi
uomini
di
Comune
un
forte
vantaggio
sui
loro
predecessori
vicini
e
lontani
.
Come
gruppo
politico
,
che
si
avvia
a
trascendere
il
problema
locale
,
hanno
una
grande
eredità
,
il
nome
di
Raimondo
e
le
idee
svolte
nel
primo
,
e
solo
buono
,
dei
due
anni
di
vita
(
agosto
'19
-
settembre
'21
)
della
sua
Azione
.
Raimondo
:
sotto
la
fredda
,
astratta
analisi
del
critico
nulla
più
che
un
avvocato
di
grido
,
felice
politicante
,
dalla
cultura
di
terza
e
quarta
mano
quindi
farraginosa
più
che
vasta
;
ma
come
uomo
vivente
,
nella
storia
del
suo
paese
,
una
personalità
.
Dirò
meglio
:
una
individualità
,
irradiatrice
di
nuova
vita
,
educatrice
di
un
verbo
novello
.
E
se
la
novità
di
questa
vita
e
di
questo
verbo
,
scrutati
bene
addentro
,
non
fu
poi
grande
(
americanismo
e
retorica
non
mancavano
,
infatti
)
,
grande
fu
il
calore
che
lo
agitava
,
e
fecondo
.
Accanto
,
i
"
Combattenti
"
.
Questi
,
vincitori
nelle
elezioni
politiche
del
'19
e
nelle
amministrative
del
'20
(
come
costituenti
la
metà
del
Blocco
)
,
hanno
perduto
un
po
'
delle
larghe
simpatie
onde
prima
godevano
per
la
sconfitta
nelle
elezioni
politiche
del
maggio
'21
:
ai
vinti
si
dà
sempre
torto
.
Ma
rappresentano
,
specie
ora
che
sono
avviati
a
interni
ed
esterni
rinnovamenti
,
una
forte
(
sebbene
ristretta
)
base
di
intellettualità
politica
e
di
nuovo
movimento
operaio
,
su
cui
potrà
sorgere
un
analogo
dei
partiti
Sardo
e
Molisano
d
'
azione
.
Importa
però
che
essi
lascino
il
combattentismo
,
che
fa
perdere
loro
aderenti
senza
permettere
l
'
acquisto
di
nuovi
,
e
pone
in
poco
sano
dissidio
la
sezione
centrale
,
organizzatrice
e
direttrice
,
con
le
sezioni
provinciali
,
fascisteggianti
.
Importerebbe
anche
una
politica
più
concreta
e
realistica
,
di
cui
hanno
dato
già
buoni
esempi
,
ma
non
sempre
dimostrano
sentir
l
'
esigenza
.
Certo
il
passato
di
questo
biennio
costituisce
un
appoggio
che
non
si
può
lasciar
andare
di
punto
in
bianco
:
ma
ci
auguriamo
che
non
venga
venerato
troppo
.
Altrimenti
il
capitale
delle
cooperative
di
combattenti
non
passerà
mai
le
150
o
200
mila
lire
,
a
cui
ora
é
arrivato
,
né
i
voti
cresceranno
,
né
avranno
maggior
forza
le
idee
.
Queste
rappresentano
la
transizione
più
diretta
verso
il
blocco
socialista
:
"
blocco
"
per
modo
di
dire
,
perché
gran
discordia
è
nel
campo
di
Agramante
.
Autonomi
,
ufficiali
,
comunisti
non
sono
stati
per
tutto
il
'21
nei
migliori
rapporti
reciproci
.
Il
famoso
patto
di
fusione
è
andato
per
aria
per
le
tenaci
riserve
che
nell
'
approvarlo
hanno
voluto
porvi
gli
autonomi
del
cooperativismo
.
La
imperiosa
esigenza
del
problema
locale
ha
oppresso
gli
slanci
verso
un
problema
più
vasto
.
E
tuttavia
,
con
tutto
il
loro
particolarismo
,
gli
autonomi
sono
un
forte
partito
,
hanno
un
grande
giornale
e
ora
anche
un
teatro
per
il
popolo
,
con
i
quali
curano
più
che
ogni
altro
la
cultura
delle
masse
;
una
banca
,
vaste
organizzazioni
,
élite
intellettuali
e
operaie
;
e
non
sono
da
confondere
con
il
volgare
riformismo
del
partito
di
questo
nome
,
ridotto
ormai
a
una
volgarissima
democrazia
sociale
:
a
un
programma
gradualista
essi
uniscono
infatti
una
prassi
eminentemente
rivoluzionaria
,
che
fuori
di
ogni
retorica
supera
forse
l
'
azione
degli
stessi
ufficiali
.
I
quali
tengono
invece
la
provincia
e
il
proletariato
più
basso
con
maggiore
rivoluzionarismo
estrinseco
ma
con
minor
fondatezza
di
programma
:
e
tuttavia
hanno
finalmente
dato
a
Genova
l
'
esempio
di
una
minoranza
consigliare
fattiva
e
criticamente
collaboratrice
della
maggioranza
.
Il
valore
di
alcuni
capi
(
Rossi
,
Baratono
,
Abbo
)
rimedia
a
quel
difetto
organico
troppo
evidente
.
Mediocre
invece
il
comunismo
,
salvo
per
la
sua
posizione
di
intransigenza
,
che
del
resto
è
condivisa
dagli
altri
partiti
estremi
.
A
Genova
anzi
,
propriamente
parlando
,
il
comunismo
è
troppo
in
minoranza
per
poter
essere
valutato
alla
loro
stregua
.
Ma
quello
che
importa
è
notare
come
la
netta
divisione
politica
dilacerante
l
'
Estrema
non
ne
intacchi
l
'
unità
sindacale
.
La
vecchia
Camera
del
Lavoro
vive
e
prospera
d
'
un
patto
d
'
unione
che
sembra
destinato
a
durare
in
perpetuo
anche
se
i
rinnovamenti
che
se
ne
fanno
sono
a
breve
scadenza
.
E
l
'
unità
non
è
semplicemente
aggregazione
e
somma
di
forze
,
ma
sintesi
organica
,
cui
nutriscono
le
lotte
e
le
cause
assunte
in
comune
.
Ché
anzi
come
sua
conseguenza
,
non
è
difficile
pensare
alla
possibilità
dell
'
auspicata
fusione
,
ora
che
già
vediamo
sedarsi
le
polemiche
;
di
una
fusione
che
eliminando
definitivamente
dagli
autonomi
ogni
residuo
di
riformismo
socialdemocratico
è
dai
socialisti
ufficiali
i
verbalismi
e
le
imprudenze
,
dia
alla
Liguria
un
suo
novello
proletariato
operato
e
ponga
le
basi
per
la
costituzione
di
un
proletariato
ligure
contadino
di
marca
sincera
.
Per
assurgere
,
una
volta
risolto
e
quindi
superato
il
problema
locale
;
a
una
funzione
nazionale
,
dove
gli
potranno
essere
ausiliari
guide
maestri
gli
intellettuali
che
cercano
anch
'
essi
per
conto
loro
un
'
educazione
politica
.
Solo
l
'
operaio
;
non
il
contadino
,
solo
lo
studioso
,
non
il
plutocrate
potranno
esser
gli
iniziatori
e
gli
autori
di
una
nuova
coscienza
politica
ligure
.
E
allora
avremo
anche
una
nostra
cultura
.
StampaPeriodica ,
1
.
-
Il
libro
di
Adriano
Tilgher
(
La
crisi
mondiale
.
Bologna
,
Zanichelli
,
1921
)
,
appunto
perché
incontestabilmente
serio
e
maturato
,
offre
occasione
al
critico
sereno
per
segnalare
una
moda
ormai
dominante
negli
usi
del
dopo
guerra
che
bisogna
combattere
con
energia
,
anche
se
manifestamente
effimera
come
tutte
le
mode
.
Il
gusto
per
una
letteratura
sociale
apocalittica
e
visionaria
,
minacciosa
di
divini
fulmini
,
presaga
di
tragiche
decadenze
e
di
spaventosi
tramonti
ha
sostituito
,
senza
misura
,
l
'
esame
spassionato
dei
problemi
sociali
,
lo
studio
modesto
e
saggio
degli
elementi
della
storia
politica
contemporanea
,
l
'
indagine
sorretta
da
cultura
tecnica
precisa
e
volta
ad
obbietti
determinati
.
Le
smanie
di
una
dilettantesca
politica
estera
che
per
quattro
anni
concesse
ad
ognuno
i
più
fantastici
sogni
e
i
piani
più
assurdi
,
si
traducono
-
esausta
la
fantasia
-
in
stanche
visioni
sintetiche
del
più
banale
sociologismo
.
Le
individuali
preoccupazioni
,
le
torbide
crisi
dei
singoli
si
vengono
fotografando
in
costruzioni
obbiettive
artificiosamente
drammatiche
.
Nessuno
più
è
disposto
a
studiare
con
saggezza
i
problemi
singoli
dell
'
azione
e
della
cultura
politica
.
Bisogna
parlare
in
ogni
luogo
di
una
crisi
mondiale
,
del
crollo
di
un
'
epoca
,
della
morte
di
una
civiltà
:
risalire
dal
fatto
singolo
,
dal
sentimento
solitario
,
alla
descrizione
di
tutto
l
'
orbe
morale
e
sociale
.
L
'
epidemia
(
cui
non
è
estraneo
il
diffondersi
superficialissimo
di
una
pseudo
terminologia
marxista
)
è
irresistibile
:
noi
stessi
,
avversari
,
ne
diventiamo
le
vittime
se
invece
di
correre
rapidi
,
come
vorremmo
,
ai
problemi
di
tecnica
speciale
,
siamo
indotti
a
salire
parimenti
in
cattedra
per
opporci
all
'
apocalissi
.
2
.
-
Adriano
Tilgher
è
scrittore
efficace
e
serio
pensatore
.
Il
suo
pessimismo
ha
forti
spunti
di
profondità
;
individualmente
è
giustificabile
in
modo
perfetto
,
è
la
sua
forza
perché
lo
fa
pensoso
della
presente
realtà
,
estraneo
a
tutte
le
gioie
massicce
e
ai
pesanti
ottimismi
dei
cuori
allegri
e
felici
.
Egli
è
lo
storico
più
sicuro
della
presente
crisi
morale
e
culturale
.
Capace
di
risalire
alle
intime
ragioni
filosofiche
della
storia
,
perfettamente
informato
sulle
ultime
correnti
di
pensiero
,
acutissimo
nel
cogliere
le
relazioni
tra
i
fenomeni
letterari
,
politici
,
speculativi
,
nell
'
esaminarne
la
verace
sostanza
spirituale
sotto
le
incertezze
sentimentali
e
le
sfumature
più
generiche
ha
saputo
con
le
Voci
del
tempo
e
con
La
crisi
mondiale
preparare
per
i
posteri
una
valutazione
preventiva
notevolissima
della
nostra
cultura
e
dei
nostri
stati
d
'
animo
.
Fallisce
la
sua
critica
quando
in
questa
letteratura
,
necessariamente
monografica
e
talora
frammentaria
,
intervengono
preoccupazioni
costruttive
,
schemi
troppo
rigidi
,
pretese
politiche
.
Il
pessimismo
non
vale
più
.
Diventa
un
peso
morto
,
un
ostacolo
al
realismo
politico
.
I
programmi
che
nascono
da
stati
sentimentali
come
questo
del
Tilgher
che
s
'
è
descritto
,
sono
tutti
viziati
da
un
originario
intellettualismo
e
dalla
mancanza
di
un
'
esperienza
diretta
della
praxis
politica
.
Corrono
tutti
alla
politica
estera
per
liberarsi
dai
vincoli
della
realtà
,
non
sanno
scorgere
troppo
bene
le
connessioni
tra
storia
mondiale
e
storia
nazionale
per
amore
dell
'
impreciso
che
pomposamente
intitolano
:
visione
generale
.
3
.
-
Esiste
una
crisi
della
civiltà
capitalistica
che
in
qualche
modo
si
possa
pensare
risolta
e
conclusa
in
un
tramonto
del
capitalismo
prossimo
o
imminente
?
Bisogna
stare
attenti
e
non
confondere
i
termini
obbiettivi
della
storia
con
quelli
del
demagogismo
politico
e
,
quando
i
termini
,
per
molte
ragioni
,
sono
gli
stessi
,
tener
bene
separati
i
due
sensi
.
Il
tramonto
del
capitalismo
,
previsto
e
predicato
dal
Marx
,
è
un
mito
utilissimo
,
una
delle
più
forti
molle
della
storia
moderna
ma
sarebbe
ingenuo
discuterne
come
di
una
verità
scientifica
o
di
un
fatto
serio
.
Invero
la
storia
conosce
processi
,
esigenze
,
risoluzioni
di
esigenze
,
ma
ignora
i
subitanei
tramonti
,
le
aurore
nate
da
un
fiat
.
La
civiltà
capitalistica
preparata
dai
Comuni
,
sorta
decisamente
in
Inghilterra
,
affermatasi
negli
ultimi
decenni
,
in
forma
più
o
meno
progredita
,
in
tutto
il
mondo
civile
è
la
civiltà
del
risparmio
,
delle
intraprese
che
hanno
bisogno
per
vivere
di
un
capitale
mobile
.
I
paesi
più
arretrati
nella
civiltà
capitalistica
erano
appunto
negli
anni
scorsi
quelli
dei
sistemi
di
attività
e
di
produzione
anacronistici
:
la
Russia
,
incapace
di
liberarsi
dal
latifondo
,
l
'
Austria
-
Ungheria
che
teneva
al
potere
la
classe
dei
latifondisti
ungheresi
.
L
'
Italia
compensava
l
'
anacronismo
del
Mezzogiorno
sforzandosi
di
creare
attraverso
l
'
emigrazione
,
il
commercio
,
e
tentativi
industriali
addirittura
imprudenti
,
una
classe
capitalistica
.
La
logica
a
cui
obbedisce
questa
civiltà
è
,
come
osserva
il
Tilgher
,
l
'
attività
assoluta
che
ha
fede
soltanto
in
se
medesima
.
L
'
impulso
le
viene
dalla
superpopolazione
,
la
forza
consiste
nella
crescente
capacità
produttiva
e
nelle
inesauribili
invenzioni
tecniche
,
la
direzione
dello
svolgimento
è
data
dai
bisogni
sempre
nuovi
.
Allo
scoppiare
della
guerra
europea
questa
civiltà
era
appena
sul
nascere
.
La
borghesia
che
pare
rappresentarla
risale
alla
rivoluzione
francese
soltanto
di
nome
:
di
fatto
una
vera
borghesia
in
Italia
,
per
esempio
,
sta
appena
nascendo
,
a
fatica
.
La
civiltà
capitalistica
del
resto
è
al
disopra
delle
classi
,
vuole
l
'
opera
di
tutte
le
classi
che
vi
partecipano
e
la
creano
concordi
pur
lottando
tra
sé
inesorabili
,
ostili
sino
a
giurarsi
reciproca
sopraffazione
.
La
civiltà
capitalistica
è
una
realtà
obbiettiva
che
non
può
morire
per
un
peccato
d
'
orgoglio
:
l
'
umiltà
la
abbasserebbe
,
l
'
orgoglio
coincide
con
la
sua
legge
di
vita
.
La
guerra
europea
ne
è
stata
la
crisi
di
esuberanza
,
non
di
tramonto
,
e
il
Tilgher
stesso
è
costretto
a
confessarlo
quando
guarda
all
'
operosità
che
si
riprende
nell
'
impero
britannico
e
negli
Stati
Uniti
.
Non
si
dimentichi
che
appena
in
questi
anni
viene
sorgendo
un
capitalismo
russo
e
che
in
tutta
Europa
alla
momentanea
stasi
dell
'
industria
sta
sostituendosi
un
'
organizzazione
capitalistica
(
cultura
intensiva
)
della
proprietà
agraria
.
4
.
-
Le
difficoltà
e
le
oscurità
presenti
sono
una
crisi
momentanea
che
agevolmente
superiamo
pur
tra
incertezze
e
contraddizioni
.
E
certo
come
tutte
le
crisi
anche
questa
non
è
da
considerarsi
con
leggerezza
,
ma
vuole
gli
sforzi
operosi
dei
popoli
e
l
'
acume
politico
dei
governanti
.
Chi
la
studi
con
libertà
,
senza
desiderio
di
sintesi
frettolose
,
vi
scorge
forme
ed
aspetti
che
ne
agevolano
e
chiariscono
la
comprensione
.
Importa
inizialmente
distinguere
una
crisi
morale
,
una
crisi
economica
,
una
crisi
politica
.
La
crisi
morale
è
descritta
con
forza
decisiva
dal
Tilgher
e
alla
sua
visione
degli
stati
d
'
animo
dell
'
Italia
dopo
la
guerra
(
dal
sensualismo
allo
scetticismo
)
poco
resta
da
aggiungere
se
non
forse
una
più
precisa
determinazione
cronologica
che
limiti
quei
fatti
nel
loro
valore
di
documenti
di
psicologia
durante
le
aspettazioni
messianiche
dei
primi
mesi
dopo
la
vittoria
che
condussero
alle
crisi
del
dannunzianismo
e
del
fascismo
.
Oggi
dalle
preoccupazioni
colte
dal
Tilgher
siamo
liberi
,
e
i
residui
hanno
altrove
il
loro
centro
ideale
intorno
a
cui
possono
essere
valutati
.
La
crisi
economica
si
viene
superando
più
a
stento
,
dopo
lotte
operose
e
feroci
tra
i
vari
elementi
della
produzione
industriale
,
e
proprio
queste
lotte
hanno
potuto
suscitare
in
taluni
l
'
illusione
di
pericoli
mortali
,
il
pensiero
di
un
esaurimento
definitivo
.
Ma
l
'
intima
natura
della
civiltà
capitalistica
è
in
questa
ampiezza
di
lotta
;
sua
diretta
funzione
è
suscitare
con
fecondità
ideale
che
non
ha
posa
i
miti
e
i
programmi
che
la
fraintendono
e
la
negano
e
intanto
trascinano
per
forza
d
'
illusione
anche
le
forze
più
riluttanti
e
ribelli
a
collaborarvi
.
A
chi
sogna
palingenesi
socialistiche
il
capitalismo
moderno
oppone
insuperabili
esigenze
storiche
e
pratiche
:
gli
operai
,
diventati
coscienti
di
tutta
la
loro
forza
,
attraverso
le
rivendicazioni
di
programmi
inattuabili
ma
idealmente
intransigenti
e
nobili
,
cozzandovi
contro
si
fanno
capaci
di
soddisfarle
,
e
divengono
degni
prosecutori
del
compito
assoluto
che
il
capitalismo
inesorabile
pone
a
chi
vuol
guidare
la
storia
moderna
.
Cosi
la
crisi
economica
attraverso
una
vigorosa
dialettica
diventa
crisi
politica
:
si
chiariscono
i
termini
e
si
esprimono
in
forze
concrete
che
il
politico
concilia
e
svolge
secondo
la
propria
saggezza
.
Dall
'
incertezza
sentimentale
scaturiscono
ormai
valori
determinati
e
fatti
che
entrano
nella
storia
.
Questo
processo
,
non
mai
abbastanza
meditato
,
insegna
(
anche
a
noi
uomini
di
lotta
)
la
necessaria
serenità
,
che
al
di
sopra
di
pessimismi
e
ottimismi
è
il
solo
atteggiamento
realistico
dello
storico
e
del
politico
.
5
.
-
Ma
al
Tilgher
la
considerazione
degli
stati
d
'
animo
e
la
palingenetica
conclusione
suggeriscono
invece
esili
costruzioni
di
politica
generale
e
avventati
piani
di
politica
estera
.
Un
odio
indomabile
per
la
mentalità
anglosassone
gli
fa
scorgere
nell
'
Inghilterra
la
sola
responsabile
della
guerra
(
mentre
il
suo
realismo
filosofico
gli
insegna
agevolmente
che
non
esistono
responsabili
di
un
fatto
universale
come
la
guerra
europea
)
e
negli
Stati
Uniti
il
degno
complice
del
dopo
guerra
,
legati
tutti
e
due
per
gretto
calcolo
con
l
'
imperialismo
francese
.
Concetti
manifestamente
esclusivistici
anche
se
contengono
non
poca
verità
.
Contro
codeste
nazioni
capitalistiche
Tilgher
invoca
il
blocco
delle
nazioni
proletarie
dell
'
Europa
centrale
e
orientale
(
anche
vi
comprende
il
lontano
Giappone
!
)
e
chiede
l
'
esplicita
adesione
dell
'
Italia
.
In
questa
drammatica
visione
appena
superficialmente
interessante
,
il
Tilgher
dimentica
le
conclusioni
catastrofiche
e
vi
scorge
per
un
momento
,
schematizzata
la
storia
dei
nuovi
anni
.
Anzi
una
sua
osservazione
(
pag
.
102
)
sul
valore
finale
della
rivoluzione
che
dovrebbe
dare
una
patria
alle
plebi
che
non
l
'
avevano
è
davvero
potente
.
Ma
per
riuscire
valida
doveva
essere
la
sola
idea
o
l
'
idea
centrale
del
libro
;
non
un
solitario
,
dimenticato
frammento
di
cui
sembra
che
l
'
autore
ignori
il
significato
.
L
'
Italia
non
può
aderire
al
blocco
delle
nazioni
proletarie
,
perché
le
nazioni
proletarie
non
esistono
e
la
politica
si
fa
con
ben
altro
realismo
.
L
'
Italia
deve
aderire
,
non
politicamente
,
ma
economicamente
,
senza
pregiudiziali
esclusioni
all
'
Europa
(
e
all
'
America
)
operosa
dalla
quale
il
suo
sforzo
a
ricostruirsi
,
ad
affermarsi
,
a
salvarsi
finanziariamente
ed
economicamente
,
può
essere
aiutato
.
La
sua
deve
essere
una
politica
di
pace
:
benevola
verso
Germania
e
Russia
come
verso
Inghilterra
e
Stati
Uniti
.
Falliti
i
piani
giuridici
e
i
sogni
giusnaturalistici
del
wilsonismo
,
l
'
Europa
è
oggi
di
fatto
una
Società
delle
Nazioni
(
o
s
'
avvia
ad
esserlo
,
nonostante
la
Francia
)
;
una
collaborazione
per
vincere
la
miseria
;
per
superare
quattro
anni
di
lotta
dolorosa
e
necessaria
.
Perciò
la
polemica
del
Tilgher
contro
l
'
intemperanza
dei
nazionalisti
e
le
follie
dell
'
estetismo
politico
e
contro
il
pagano
giovandarchismo
è
pregevole
e
,
per
noi
,
interamente
accettabile
.
Tutto
il
libro
poi
ha
il
merito
di
far
meditare
sui
rapporti
tra
storia
internazionale
e
storia
nazionale
,
sebbene
le
interpretazioni
che
se
ne
danno
siano
poi
dal
punto
di
vista
nostro
da
respingersi
,
come
s
'
è
detto
.
La
guerra
coincise
nel
suo
valore
politico
con
profonde
crisi
di
formazione
nello
spirito
dei
vari
Stati
.
Crisi
di
Stati
,
più
che
di
Nazioni
:
l
'
ideologia
nazionale
è
inadeguata
alla
realtà
moderna
.
Le
lotte
e
le
contraddizioni
della
vita
nostra
si
fondano
su
due
esigenze
di
opposta
natura
che
contemporaneamente
si
affacciano
e
generano
soluzioni
antitetiche
le
quali
potranno
essere
conciliate
soltanto
in
una
fase
finale
che
sfugge
alla
visione
dei
pratici
dell
'
ora
.
L
'
opera
della
civiltà
moderna
esige
organi
superiori
in
cui
l
'
azione
del
singolo
sia
inquadrata
e
spontaneamente
si
organizzi
:
lo
Stato
moderno
è
diventato
il
termine
essenziale
della
vita
sociale
.
Ma
dall
'
interno
premono
esigenze
popolari
,
democratiche
,
che
negano
insieme
le
pretese
del
nazionalismo
e
le
invadenze
dello
Stato
burocratico
e
protezionista
.
Confusamente
questi
sentimenti
nella
loro
ampiezza
europea
ebbero
espressione
nel
mito
della
Società
delle
Nazioni
e
talvolta
persino
nelle
aspettazioni
bolsceviche
.
Nei
singoli
organismi
(
attraverso
quante
esperienze
si
vogliano
di
economia
associata
e
di
turatismo
dilapidatore
del
pubblico
erario
)
si
prepara
l
'
affermazione
dello
Stato
etico
come
Stato
liberale
e
il
trionfo
dell
'
iniziativa
nell
'
unità
.
(
Regime
parlamentare
reso
possibile
dall
'
autonomia
e
dal
decentramento
che
vi
si
connettono
necessariamente
,
come
propone
il
Tilgher
)
.
Anche
questa
è
una
forma
in
cui
s
'
esprime
l
'
esigenza
dell
'
operosa
pace
economica
a
cui
l
'
Europa
,
non
ancora
votata
al
tramonto
,
anela
.
StampaPeriodica ,
Par
che
,
se
non
altro
,
la
lettera
di
Prezzolini
abbia
indotto
alcuni
di
noi
a
ragionare
esplicitamente
i
loro
dubbi
,
e
mettere
innanzi
le
loro
difficoltà
,
così
da
porre
in
discussione
le
ragioni
stesse
più
remote
e
segrete
della
nostra
esistenza
.
E
questo
sarebbe
già
risultato
abbastanza
importante
,
anche
a
prescindere
da
quella
tal
Società
di
Apoti
che
pare
stia
miseramente
naufragando
,
come
si
dice
,
nel
mare
dei
sogni
.
Vero
è
che
a
questo
processo
di
chiarimento
han
contribuito
d
'
altra
parte
,
a
modo
loro
e
dolorosamente
,
le
vicende
politiche
di
questi
giorno
in
Italia
.
Le
quali
non
possono
non
indurci
a
raccoglimento
,
e
nel
raccoglimento
offrirci
mezzo
e
stimolo
ad
philosophandum
,
vale
a
dire
costringerci
ad
un
solitario
esame
della
nostra
coscienza
,
che
ritrovi
argomenti
metafisici
o
storici
,
atti
a
giustificare
la
nostra
posizione
pericolante
e
precaria
.
Vogliamo
esser
sicuri
della
nostra
salute
eterna
:
la
questione
è
,
a
parer
nostro
,
interessante
e
fondamentale
(
s
'
intende
,
in
un
ambiente
strettamente
famigliare
)
,
e
merita
che
gli
amici
di
questa
rivista
se
ne
occupino
,
offrendo
,
per
una
discussione
proficua
,
prove
od
obiezioni
,
secondo
il
loro
special
temperamento
.
Le
qualità
,
ataviche
ed
ereditarie
,
del
cosidetto
popolo
italiano
(
superiore
indifferenza
,
sdegno
dei
programmi
e
delle
ideologie
,
saggezza
nell
'
apatia
,
ironia
e
gioconda
sopportazione
)
,
che
han
trovato
di
recente
molte
e
facili
apologie
tra
i
letterati
più
o
meno
politicanti
;
è
certo
tuttavia
che
riescono
insufficienti
e
infeconde
,
almeno
nelle
ore
più
significative
e
più
tragiche
.
Accadono
allora
i
trionfi
gaudiosi
della
smodata
retorica
,
le
violente
-
se
pur
brevi
-
dominazioni
della
faziosità
sentimentale
,
le
truci
e
delittuose
vendette
reazionarie
:
in
simili
congiunture
quel
proverbiale
buon
senso
del
popolo
italiano
svela
caratteri
di
grettezza
,
d
'
ignavia
e
,
diciamo
pure
,
di
viltà
,
che
gli
furono
spesso
rimproverati
dagli
ideologi
rivoluzionari
-
mazziniani
socialisti
missiroliani
.
Non
vorremmo
dire
che
il
giudizio
di
costoro
sia
proprio
esatto
e
definitivo
,
mentre
è
certamente
unilaterale
e
qualche
po
'
fanatico
;
d
'
altra
parte
proclamarlo
senz
'
altro
falso
e
privo
di
sostegni
,
è
certamente
troppo
semplice
ed
arbitrario
.
Per
esempio
,
nei
giorni
passati
,
l
'
Italia
dannunziana
,
accademica
,
patriottarda
ha
potuto
imporre
senza
fatica
la
sua
violenza
mercenaria
e
caotica
contro
gli
interessi
dei
ceti
produttori
,
delle
borghesie
conservatrici
,
degli
elementi
industriali
più
solidi
ed
equilibrati
.
L
'
impresa
è
stata
accompagnata
da
un
così
turpe
sfoggio
di
vigliaccheria
,
d
'
impudenza
,
di
tradimenti
,
che
si
sarebbe
potuto
credere
da
taluno
persino
a
una
totale
ignoranza
delle
norme
morali
più
elementari
e
diffuse
;
e
in
certi
momenti
s
'
ebbe
anche
la
sensazione
di
scoprire
nel
fondo
della
nostra
razza
un
'
immaturità
e
una
debolezza
incurabili
e
l
'
assoluta
mancanza
di
quelle
virtù
di
coesione
,
resistenza
passiva
,
tenacia
legalitaria
,
che
spiegano
la
forza
e
l
'
antichità
di
popoli
come
il
francese
e
l
'
inglese
.
Sopratutto
l
'
Intellighenzia
parassitaria
si
è
mostrata
così
moralmente
scaduta
,
e
intellettualmente
povera
,
che
rifiorivan
spontanei
sulle
nostre
labbra
,
con
le
apostrofi
di
Marx
,
Veuillot
,
Nietzsche
,
Sorel
,
gli
anatemi
di
Proudhon
:
"
Montrez
-
moi
quelque
part
des
consciences
plus
venales
des
esprits
plus
indifferents
,
des
âmes
plus
pourries
que
dans
la
caste
lettrée
!
"
.
Con
troppa
passione
tuttavia
noi
giudichiamo
gli
avvenimenti
ultimi
d
'
Italia
,
perché
possiamo
indurci
ad
adoperarli
come
argomento
definitivo
a
sostegno
della
nostra
tesi
.
L
'
infinita
tristezza
che
è
negli
animi
,
ci
impedisce
di
credere
anche
alle
immediate
rivelazioni
dei
nostri
occhi
.
D
'
altra
parte
non
v
'
è
dubbio
che
la
nostra
istintiva
fiducia
nelle
virtù
più
o
meno
segrete
e
durature
della
stirpe
abbia
subito
una
scossa
e
non
possa
più
accontentarsi
di
certe
facilissime
dimostrazioni
,
come
un
tempo
.
Ci
han
ricantato
finora
e
su
tutti
i
toni
che
il
popolo
d
'
Italia
è
saggio
,
moderato
,
prudente
;
ci
han
quasi
vantato
,
come
qualità
venerabili
e
tradizionali
,
quelli
che
ci
parevano
i
difetti
profondi
della
nazione
(
la
mancanza
della
serietà
,
della
disciplina
,
dell
'
organizzazione
note
in
Francia
e
in
Inghilterra
)
:
ed
ecco
che
queste
qualità
,
nelle
ore
difficili
,
hanno
avuto
veramente
carattere
,
più
che
di
pregi
,
di
colpe
;
e
quella
prudenza
ha
assunto
aspetti
troppo
stranamente
simili
a
quelli
della
paura
.
Doveva
bastare
l
'
insofferenza
spensierata
e
sorridente
del
popolo
a
tener
lontane
le
ombre
paurose
della
dittatura
e
della
reazione
:
ciononostante
un
'
instaurazione
reazionaria
ed
assolutista
(
non
senza
l
'
abolizione
delle
libertà
fondamentali
e
statutarie
)
ha
potuto
erigersi
contro
non
dico
gli
ideali
vani
d
'
una
moralità
politica
austera
,
ma
gli
interessi
delle
classi
e
delle
regioni
più
progredite
.
La
monarchia
,
indissolubilmente
legata
alla
tradizione
liberale
cavouriana
e
giolittiana
,
doveva
costituire
un
punto
fermo
nel
tumulto
delle
fazioni
e
assicurare
,
oltre
le
vicende
della
cronaca
parlamentare
e
governativa
,
la
conservazione
della
legge
.
E
non
abbiamo
noi
visto
,
in
questi
giorni
,
scindersi
il
binomio
presunto
Vittorio
Emanuele
-
Giolitti
,
e
il
Re
accettare
senza
rammarico
le
responsabilità
di
duce
della
reazione
ed
erede
del
colpo
di
stato
?
Ecco
che
certe
notissime
diagnosi
(
nelle
quali
s
'
eran
volute
denunziare
le
colpe
e
l
'
immaturità
della
nazione
giovanissima
,
e
dedurre
la
necessità
di
costruire
un
ceto
dirigente
solido
e
stabile
)
escon
dall
'
ultima
prova
in
qualche
modo
riabilitate
e
giustificate
.
L
'
unificazione
d
'
Italia
,
se
non
fu
ciò
che
molti
credettero
impresa
arbitraria
e
violenta
;
si
può
ben
definire
,
senza
tema
di
cader
in
errore
,
operazione
arditissima
e
quasi
temeraria
;
come
prova
anche
la
struttura
del
regno
,
che
ne
fu
il
resultato
,
estremamente
delicata
sensibile
difficile
.
Contro
gli
egoismi
regionali
,
gli
interessi
paesani
,
gli
ordinamenti
locali
e
feudali
,
le
consuetudini
native
,
che
Cattaneo
descriveva
e
rispettava
:
proporsi
una
politica
unitaria
poteva
parere
,
e
fu
realmente
-
nel
sogno
mazziniano
,
utopia
mescolata
di
fermenti
retorici
ed
eroici
;
ma
realizzarla
fu
,
anche
più
di
quel
che
non
apparve
,
ardimento
mirabile
e
paradossale
.
E
proposito
e
sforzo
furono
essenzialmente
e
profondamente
piemontesi
.
Nella
stanchezza
comune
d
'
Italia
,
le
tradizioni
repubblicane
e
separatiste
,
le
tirannidi
forestiere
,
la
scarsezza
delle
lotte
civili
,
avevan
foggiato
quello
spirito
generale
della
nazione
,
troppo
adatto
a
giustificare
il
giudizio
severo
degli
stranieri
,
che
ci
consideravano
,
secondo
la
testimonianza
di
Treitschke
,
"
quasi
un
popolo
di
schiavi
,
ricco
d
'
intelligenza
e
d
'
astuzia
,
ma
inetto
al
vivere
libero
"
.
La
diffusa
immaturità
degli
Italiani
alla
lotta
politica
si
sfogò
,
come
è
noto
,
nelle
misteriose
leggende
e
nelle
paurose
cerimonie
delle
cospirazioni
,
rivoluzionarie
o
reazionarie
che
fossero
,
tutte
ugualmente
miserevoli
ed
infauste
.
Nel
Piemonte
,
l
'
esistenza
d
'
una
casta
militare
gagliarda
e
d
'
una
dinastia
nazionale
o
popolare
fornì
le
basi
al
sorgere
di
una
coscienza
civile
aperta
e
positiva
;
ne
aiutarono
l
'
incremento
,
prestando
formule
o
sistemi
gli
esempi
introdotti
d
'
oltralpe
:
le
vicine
istituzioni
francesi
,
gli
ordini
governativi
e
l
'
economia
liberista
degli
Inglesi
.
Così
il
Piemonte
,
nell
'
ora
del
Risorgimento
,
si
trovò
di
fronte
alle
provincie
schiave
,
ignoranti
,
faziose
;
stato
solidamente
costituito
,
eretto
da
un
'
aristocrazia
antica
e
leale
,
con
una
forza
militare
e
uno
sviluppo
economico
e
industriale
ignoti
negli
altri
stati
d
'
Italia
.
Maturando
,
per
fatali
e
segreti
impulsi
,
il
proposito
unitario
,
con
caratteri
italianamente
settari
e
retorici
,
gli
aristocratici
piemontesi
lo
trasformarono
in
una
virile
volontà
pratica
.
E
furono
i
soli
che
seppero
,
con
lavoro
silenzioso
e
tenace
,
diventare
Italiani
,
da
sudditi
sardi
che
erano
,
prendendo
famigliarità
con
quegli
elementi
della
coltura
nazionale
,
da
cui
eran
rimasti
per
lungo
tempo
lontani
.
Questo
sforzo
meraviglioso
non
trova
,
tra
i
politicanti
provinciali
del
nostro
paese
,
la
corrispondenza
pronta
ed
efficace
che
sarebbe
stata
necessaria
:
gli
schiavi
ed
i
retori
indocili
non
potevan
d
'
un
tratto
acconciarsi
alla
disciplina
severa
e
allo
spregiudicato
realismo
dei
politici
settentrionali
.
Le
prime
spontanee
diffidenze
,
scomparendo
,
lasciarono
il
posto
ad
un
'
ostilità
sorda
e
sotterranea
.
E
l
'
unità
fu
compiuta
sotto
la
dinastia
di
Savoia
,
per
virtù
unicamente
della
prodigiosa
attività
di
Cavour
.
Morto
il
grande
ministro
e
sorti
,
mentre
ancor
si
terminava
l
'
opera
dell
'
unificazione
nazionale
,
i
primi
inconvenienti
e
le
prime
difficoltà
;
contro
la
nobiltà
piemontese
anticamente
e
metodicamente
preparata
al
governo
,
gli
interessi
e
i
sentimenti
delle
provincie
,
naturali
e
brutali
,
insorsero
.
Cominciò
la
guerra
dell
'
Italia
contro
il
Piemonte
.
In
questo
senso
la
soluzione
cavouriana
e
sabauda
meritò
veramente
in
qualche
modo
l
'
epiteto
di
"
approssimativa
"
;
e
fu
tale
non
per
colpa
della
monarchia
e
di
Cavour
,
ma
delle
circostanze
e
della
materia
riluttante
e
fervida
,
ch
'
essi
ebbero
a
maneggiare
.
Così
un
'
impresa
che
,
se
si
tien
conto
dei
tempi
positivi
e
plebei
e
delle
abitudini
moderate
e
casalinghe
delle
popolazioni
settentrionali
,
ebbe
caratteri
ed
aspetti
altamente
grandiosi
ed
eroici
,
fu
in
qualche
modo
un
'
avventura
troppo
ardita
,
uscendo
fuori
dalla
tradizione
politica
del
Regno
Sardo
e
rompendo
un
equilibrio
faticosamente
mantenuto
per
secoli
e
segnò
la
prima
tappa
di
una
storia
dolorosa
e
difficile
.
E
'
chiaro
d
'
altronde
che
le
circostanze
non
permettevano
soluzioni
meschine
e
guardinghe
,
o
comunque
diverse
.
C
'
è
dunque
,
in
Italia
,
un
'
élite
di
origine
schiettamente
piemontese
e
di
mentalità
largamente
italiana
:
dal
luogo
di
nascita
toglie
le
virtù
di
saggezza
politica
e
di
resistenza
guerriera
,
dalle
popolazioni
settentrionali
confinanti
l
'
abitudine
alle
relazioni
diplomatiche
e
cosmopolite
,
dall
'
Italia
l
'
educazione
letteraria
e
in
parte
i
fondamenti
teorici
della
sua
missione
.
Accanto
e
contro
quest
'
aristocrazia
,
le
provincie
suscitano
le
rivolte
faziose
,
le
camorre
locali
,
le
ideologie
intemperanti
,
le
insurrezioni
sentimentali
,
la
generale
immaturità
.
La
continuità
governativa
,
un
punto
stabile
nella
confusione
delle
contese
regionali
,
un
organismo
moderatore
dei
tumulti
,
degli
odi
,
delle
vendette
che
forman
tutta
la
vita
politica
del
nostro
paese
,
furono
assicurate
dalla
volontà
persistente
e
disperata
di
questo
piccolo
gruppo
estremamente
progredito
,
e
educato
alle
istituzioni
civili
dell
'
età
moderna
,
posto
dalla
Provvidenza
a
reggere
popolazioni
ancor
barbare
o
per
troppi
vizi
decadenti
.
Ma
fu
impresa
continuamente
pericolante
,
affidata
al
genio
individuale
dei
ministri
(
Cavour
,
Sella
,
Giolitti
)
;
non
senza
caotici
interregni
,
che
ne
rovinavano
appena
fondati
,
ogni
risultato
e
ogni
conquista
.
Repubblicanismo
,
politica
dinastica
,
interventismo
del
maggio
,
legionarismo
,
nazionalismo
,
fascismo
:
reazioni
sentimentali
ignote
alla
nostra
gente
del
settentrione
,
seria
,
tranquilla
,
attaccata
a
'
suoi
traffici
,
intenta
ai
pacifici
interessi
dei
mercati
agricoli
,
delle
borse
,
delle
aziende
industriali
.
Dal
principio
dell
'
Unità
,
il
Piemonte
s
'
è
sentito
profondamente
isolato
nella
nazione
:
anche
quando
dominava
e
guidava
le
sorti
di
tutta
Italia
.
Perché
esso
,
di
contro
alla
politica
provinciale
e
insubordinata
delle
regioni
,
ostenta
l
'
organizzazione
e
la
serietà
europee
della
sua
vita
civile
:
qui
da
noi
liberalismo
e
comunismo
vantano
un
fondo
dottrinale
e
una
attività
pratica
assai
lontani
dalle
superficiali
metafisiche
e
dalle
fragorose
ostentazioni
di
operosità
delle
fazioni
italiche
.
Perché
in
questa
nostra
terra
,
abbiamo
un
'
industria
solida
organica
,
prosperosa
,
e
non
,
come
nelle
altre
parti
,
tentativi
sproporzionati
,
parassitari
,
anarchici
:
qui
le
fabbriche
tessili
,
la
Fiat
,
Agnelli
;
altrove
l
'
Abenteuer
-
Kapitatismus
,
che
ha
analizzato
Ansaldo
,
su
queste
stesse
colonne
.
Perché
presso
i
nostri
capitani
d
'
industria
,
i
nostri
operai
organizzati
,
i
nostri
piccoli
proprietari
di
campagna
,
l
'
unità
degli
interessi
privati
e
del
benessere
generale
,
il
sentimento
dello
Stato
insomma
,
è
nozione
immediata
e
istintiva
;
anche
se
ripugni
a
queste
menti
fredde
positive
,
e
magari
grette
,
ragionare
troppo
a
lungo
di
Patria
,
doveri
nazionali
,
virtù
civiche
:
cose
sacre
e
venerabili
soltanto
quando
si
arriva
a
considerarle
,
non
più
come
un
fine
,
come
un
presupposto
;
prima
,
pure
divagazioni
accademiche
,
o
peggio
,
spiriti
demagogici
.
Perciò
il
Piemonte
mantenne
,
per
tutta
la
nostra
storia
breve
,
una
fondamentale
politica
d
'
opposizione
:
l
'
unica
aristocrazia
seria
e
fattiva
che
esista
in
Italia
,
la
storia
veramente
unitaria
,
veramente
italiana
,
non
può
ancora
reggere
stabilmente
il
paese
.
Le
parentesi
governative
,
forse
troppo
premature
,
riuscirono
sterili
,
e
talora
rappresentarono
persino
dei
compromessi
.
Dove
si
vede
il
difetto
della
politica
di
Giolitti
,
che
fu
costretto
ad
allargare
la
nobiltà
originaria
,
ed
appoggiarsi
sopra
un
ceto
borghese
incerto
e
mal
definito
,
che
oggi
è
passato
al
fascismo
.
Mentre
a
Cavour
il
suo
genio
e
le
circostanze
crearono
un
meraviglioso
se
pur
momentaneo
consenso
di
voleri
intorno
al
mito
unitario
.
La
feconda
e
tenace
attività
dell
'
élite
si
manifestò
piuttosto
nella
capacità
di
raccogliere
intorno
a
sè
le
forze
più
serie
e
vive
della
nazione
,
altrove
isolate
e
costrette
a
isterilire
.
Continuando
così
il
processo
,
che
dura
da
Alfieri
in
poi
,
e
per
il
quale
,
stabilito
un
commercio
d
'
interessi
e
d
'
idee
fra
le
regioni
,
il
proposito
solitario
dei
Piemontesi
perde
la
sua
rigidezza
e
si
fa
italiano
;
si
creò
quell
'
ambiente
d
'
opposizione
dove
,
meglio
che
ad
ogni
altra
scuola
,
si
foggia
e
si
educa
la
classe
dirigente
che
mancò
finora
all
'
Italia
.
Perché
non
è
certamente
nostra
intenzione
creare
,
fra
gli
altri
mille
,
un
nuovo
regionalismo
.
Il
mito
piemontese
può
servire
non
solo
a
noi
,
ma
a
tutti
gli
Italiani
aristocratici
,
di
raccolta
e
d
'
insegna
:
oggi
più
che
mai
.
Antifascismo
:
vale
a
dire
volontà
d
'
inimicizia
contro
l
'
"
altra
Italia
"
.
E
ci
diranno
romantici
,
protestanti
,
pedagoghi
.
Noi
non
accettiamo
senz
'
altro
e
neppure
rifiutiamo
a
priori
queste
definizioni
:
ci
sforzeremo
piuttosto
di
determinare
dei
limiti
,
di
fissare
dei
criteri
chiari
e
distinti
,
di
opporre
,
agli
epiteti
vani
,
concetti
precisi
e
punti
di
partenza
stabili
.
A
coloro
che
ci
consigliano
d
'
attenerci
alle
forze
che
oggi
"
riescono
"
e
ci
rimproverano
la
volontà
di
creare
opposizioni
inutili
,
ricordandoci
che
la
vera
politica
non
procede
per
via
d
'
antitesi
,
ma
di
conciliazioni
;
vorremmo
rispondere
che
la
loro
dottrina
,
spiegabile
come
posizione
polemica
contro
lo
sfoggio
insipiente
e
variopinto
delle
ideologie
,
è
in
tesi
assoluta
insufficiente
:
risultando
la
lotta
politica
di
antitesi
che
son
nel
tempo
stesso
conciliazioni
,
di
opposizioni
che
diventan
contatti
.
E
lasciando
questi
discorsi
generali
,
perché
a
noi
-
che
non
siam
metafisici
-
ripugna
indossar
troppo
a
lungo
l
'
abito
di
maestro
di
dialettica
;
e
passando
a
un
ragionamento
più
umano
e
psicologico
,
diremo
che
il
loro
punto
di
vista
,
in
apparenza
agile
,
può
diventar
perfino
,
quando
sia
preso
alla
lettera
,
terribilmente
rigido
:
in
quanto
è
incapace
a
dimostrarci
l
'
utilità
e
il
valore
dei
partiti
estremi
e
delle
disperate
coerenze
;
e
si
riduce
a
una
sterile
negazione
;
quando
non
si
trasformi
addirittura
in
una
giustificazione
della
mentalità
italica
scherzevole
e
accomodante
.
Ma
la
virtù
governativa
di
Cavour
non
si
spiega
,
senza
la
maturazione
solitaria
e
difficile
della
sua
fede
in
un
ambiente
d
'
opposizione
.
Noi
siamo
dunque
dei
protestanti
e
dei
romantici
che
conoscon
tutti
i
difetti
del
romanticismo
e
della
riforma
.
Perciò
la
nostra
solitudine
non
ci
conduce
a
fondare
una
setta
,
la
nostra
opposizione
non
assomiglia
a
nessuna
pedanteria
puritana
.
Da
Machiavelli
,
Guicciardini
,
Sarpi
,
fino
a
Croce
,
l
'
Italia
vanta
una
serie
nobilissima
di
riformatori
disperatamente
fedeli
a
una
serietà
morale
e
religiosa
,
che
manca
a
'
loro
contemporanei
,
ma
troppo
disillusi
e
cauti
per
voler
creare
nuove
forme
artificiose
di
culto
.
Del
resto
,
tralasciando
di
mentovare
esempi
troppo
alti
,
o
piuttosto
responsabilità
troppo
grandi
;
l
'
austerità
e
la
durezza
dei
nostri
costumi
son
qualità
regionali
alle
quali
siam
troppo
attaccati
per
volercene
disfare
;
e
crediam
d
'
altra
parte
che
non
sian
affatto
inutili
nel
paese
delle
farse
e
dei
carnovali
.
Entro
questi
limiti
,
ci
ostiniamo
ad
essere
degli
oppositori
,
e
magari
,
se
ci
obbligano
,
dei
pedagoghi
.
Perché
abbiamo
dietro
di
noi
una
tradizione
di
pensiero
e
d
'
attività
;
la
quale
può
ben
darsi
che
sia
la
nostra
debolezza
;
ma
è
anche
certamente
il
titolo
più
grande
della
nostra
nobiltà
.
E
continueremo
a
credere
,
fin
che
le
circostanze
non
ci
disilludano
,
che
soltanto
dal
Piemonte
,
che
ha
fatto
l
'
Italia
,
possano
derivare
i
germi
d
'
uno
stato
futuro
più
solido
e
più
potente
.
Intanto
oggi
questa
fede
ci
serva
di
simbolo
:
"
che
ove
speme
di
gloria
agli
animosi
Intelletti
rifulga
ed
all
'
Italia
,
Quindi
trarrem
gli
auspici
"
.
E
può
ben
darsi
che
non
si
tratti
soltanto
d
'
una
citazione
retorica
.
StampaPeriodica ,
Si
può
essere
sicuri
che
in
Italia
non
v
'
è
più
nessuno
che
non
veda
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
.
Il
paese
è
condannato
all
'
estrema
rovina
.
Bisogna
prepararvisi
;
rassegnatamente
,
dicono
taluni
;
col
fiero
proposito
di
farla
pagar
cara
,
dicono
i
molti
altri
.
Il
gran
pazzo
ad
ogni
cambiar
di
stagione
ne
pensa
una
sempre
più
madornale
,
per
abbagliare
per
distrarre
per
stordire
i
miseri
quarantadue
milioni
di
schiavi
che
ha
messi
in
catena
.
Riesce
qualche
volta
a
inscenare
un
successo
.
Ma
è
un
fuoco
fatuo
.
Contro
l
'
avvicinarsi
pauroso
della
resa
dei
conti
oramai
non
può
più
nulla
.
Lo
stesso
gioco
di
prosternarsi
un
giorno
al
papa
e
un
altro
giorno
tirargli
i
calci
non
illude
nessuno
:
né
i
clericali
né
i
liberi
pensatori
.
Tutti
si
rassodano
nella
convinzione
che
si
è
di
fronte
ad
un
volgarissimo
pagliaccio
.
Frattanto
,
come
diciamo
,
è
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
:
ogni
espediente
escogitato
per
ritardarla
,
non
la
rende
che
più
profonda
generale
spaventosa
.
È
proprio
stabilito
che
gl
'
italiani
debbano
essere
ridotti
alla
miseria
più
nera
,
alla
fame
,
all
'
inanizione
,
perché
l
'
obbrobrioso
regime
mussoliniano
crolli
.
Noi
così
detti
fuorusciti
,
che
siamo
in
grado
di
credere
e
di
dire
la
verità
,
siamo
tacciati
di
catastrofici
.
Ma
non
sono
inventati
da
noi
i
mille
fallimenti
al
mese
,
che
hanno
messo
a
terra
tutto
il
commercio
italiano
.
Non
sono
promossi
da
noi
i
settantaquattromila
protesti
cambiari
,
pure
mensili
,
che
portano
la
cifra
annuale
di
queste
sinistre
attività
dei
notai
e
degli
uscieri
a
un
milione
all
'
anno
.
E
le
continue
rovinose
riduzioni
dei
capitali
delle
industrie
?
E
i
prestiti
a
condizioni
strozzinesche
presso
i
banchieri
di
Wall
Street
?
E
la
paralisi
quasi
completa
della
compra
vendita
dei
manufatti
,
per
la
indigenza
della
grande
maggioranza
degli
italiani
?
Le
pubblicazioni
dell
'
attuale
Ufficio
di
statistica
,
messo
sotto
le
dirette
dipendenze
del
Truce
,
sono
un
falso
permanente
.
Ciononostante
siccome
vi
sarebbe
la
possibile
smentita
delle
statistiche
straniere
,
si
è
costretti
a
dire
la
verità
sul
movimento
delle
esportazioni
e
delle
importazioni
.
E
la
verità
si
riassume
nella
cifra
seguente
:
tre
miliardi
di
deficit
da
gennaio
all
'
aprile
.
Andando
di
questo
passo
,
alla
fine
dell
'
anno
saremo
a
dieci
miliardi
.
Nel
quasi
completo
inaridimento
dell
'
industria
dei
forestieri
,
delle
rimesse
degli
emigrati
e
degli
introiti
per
noli
,
come
si
fa
fronte
a
questo
deficit
?
"
Con
l
'
acquisto
delle
divise
pregiate
"
dicono
incoscientemente
i
giornali
del
regime
;
cioè
,
vale
a
dire
,
con
lo
spendere
gli
ultimi
quattrini
che
si
hanno
negli
istituti
di
credito
.
Il
che
significa
avviarsi
alla
bancarotta
.
Infatti
le
ultime
notizie
recano
che
nel
mese
di
aprile
vi
è
stata
una
riduzione
nella
riserva
aurea
della
Banca
d
'
Italia
di
435
milioni
.
Dal
gennaio
1928
all
'
aprile
1929
tale
riserva
è
discesa
da
12
a
10
miliardi
.
Non
occorrono
illustrazioni
o
commenti
.
Queste
semplici
cifre
valgono
per
cento
discorsi
imbroglioneschi
dell
'
adiposo
Mosconi
,
il
quale
,
del
resto
da
qualche
tempo
ha
perso
la
parola
,
occupato
com
'
è
a
trovare
la
possibilità
di
pagare
la
cedola
semestrale
del
debito
pubblico
in
scadenza
alla
fine
del
corrente
giugno
.
E
poi
venga
il
Truce
a
dirci
che
dobbiamo
smetterla
con
la
letteratura
catastrofica
sulle
cose
d
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Il
signor
Caporali
,
il
coraggioso
sciacallo
corrispondente
dell
'
Avanti
!
,
l
'
avv
.
Chiappari
,
che
continua
ad
imbastire
denunce
contro
i
fascisti
,
la
troupe
Pozzoli
,
Bernamonti
,
che
vanno
tentando
di
inquadrare
gli
arditi
della
"
fifa
,
"
il
maestro
Sasdelli
,
il
Verzeletti
ed
altri
che
continuano
ad
aizzare
i
loro
tesserati
contro
di
noi
sappiano
che
noi
li
teniamo
responsabili
di
ogni
ulteriore
provocazione
,
sappiano
che
ogni
oltraggio
a
un
nostro
capo
deve
essere
dai
fascisti
energicamente
vendicato
.
Quando
domani
poi
delle
bastonate
troveranno
dei
crani
deboli
non
si
faccia
almeno
tanto
baccano
.
StampaPeriodica ,
Dopo
dieci
giorni
dall
'
avvenimento
che
lo
ha
riempito
di
rabbioso
stupore
e
di
paura
,
il
governo
fascista
ha
dato
,
in
tre
righe
,
attraverso
un
comunicato
Stefani
,
l
'
annuncio
dell
'
evasione
di
tre
deportati
antifascisti
dall
'
isola
di
Lipari
.
Esso
avrebbe
preferito
mantenere
il
silenzio
:
per
non
confessare
implicitamente
un
formidabile
smacco
e
per
non
dare
agl
'
italiani
un
motivo
inaspettato
di
giubilo
,
una
nuova
speranza
incitatrice
.
Ma
tacere
non
era
più
possibile
,
dopo
che
tutti
i
giornali
del
mondo
e
in
prima
linea
quelli
inglesi
,
nordamericani
e
sudamericani
avevano
pubblicato
con
gran
rilievo
di
titoli
e
con
suggestivi
dettagli
,
la
notizia
dell
'
evasione
;
indicandola
come
magnifica
prova
di
ardimento
,
di
tenacia
,
di
organizzazione
,
come
segno
della
indomabile
volontà
di
lotta
del
popolo
italiano
rappresentato
,
nelle
sue
migliori
virtù
,
nel
suo
bisogno
e
nella
sua
capacità
di
liberazione
,
dai
tre
evasi
contro
il
regime
di
dittatura
.
Di
fronte
a
questo
atteggiamento
della
stampa
internazionale
,
richiamata
dal
valore
morale
e
politico
dell
'
episodio
a
considerare
,
sotto
l
'
apparenza
di
un
ordine
ch
'
è
frutto
della
violenza
,
l
'
assurdità
antistorica
e
antiumana
della
situazione
italiana
;
e
di
fronte
alla
certezza
che
la
notizia
,
superando
tutte
le
barriere
innalzate
tra
l
'
Italia
e
il
mondo
,
tra
italiani
e
italiani
,
dal
terrore
fascista
,
si
sarebbe
diffusa
nel
paese
come
,
al
tempo
delle
dominazioni
straniere
,
si
diffondeva
ogni
voce
d
'
insuccesso
nemico
,
il
governo
fascista
ha
dovuto
diramare
alla
stampa
,
con
l
'
ordine
di
pubblicarlo
coi
caratteri
più
modesti
e
nell
'
angolo
più
nascosto
,
il
comunicato
che
si
limita
a
dire
i
nomi
degli
evasi
.
Ma
bastano
quei
nomi
per
far
intendere
la
straordinaria
importanza
dell
'
avvenimento
.
Si
tratta
di
tre
giovani
,
gagliarde
forze
dell
'
antifascismo
che
per
la
causa
della
libertà
italiana
hanno
affrontato
il
carcere
e
l
'
esilio
;
che
nel
lungo
periodo
della
loro
prigionia
,
meditativa
insieme
ed
attiva
,
sottoponendo
a
un
processo
di
rielaborazione
critica
le
ragioni
lontane
e
immediate
dell
'
usurpazione
fascista
,
i
metodi
e
i
risultati
della
lotta
antifascista
,
le
profonde
forze
,
le
capacità
e
le
possibilità
del
popolo
italiano
,
hanno
fortemente
educato
volontà
e
coscienza
ai
problemi
della
riscossa
,
alle
valutazioni
e
alle
esigenze
della
nuova
realtà
che
dovrà
erompere
sulle
rovine
della
tirannide
;
e
che
,
dopo
una
lunga
preparazione
,
prova
di
lucidissima
ostinata
pazienza
,
e
attraverso
un
atto
temerario
,
prova
non
necessaria
ma
stupenda
dello
spirito
di
decisione
e
di
ardimento
,
hanno
saputo
sottrarsi
alla
sorveglianza
armata
di
un
esercito
di
carcerieri
per
restituirsi
alla
battaglia
,
accanto
ai
compagni
di
esilio
,
che
sono
,
e
sempre
più
saranno
,
compagni
di
trincea
.
Emilio
Lussu
è
l
'
eroico
reduce
di
guerra
,
capo
del
partito
sardo
di
azione
,
lottatore
silenzioso
e
indomabile
,
che
assalito
nella
sua
casa
da
un
'
orda
di
camicie
nere
,
si
difende
solo
e
abbatte
un
aggressore
,
mettendo
in
fuga
tutti
gli
altri
.
Assolto
dai
magistrati
per
legittima
difesa
assoluzione
reclamata
ed
imposta
,
non
tanto
da
elementari
ragioni
di
giustizia
,
che
in
regime
fascista
non
contano
,
quanto
dalla
concorde
opinione
pubblica
dell
'
isola
,
che
in
lui
si
esalta
come
nel
suo
figlio
più
degno
è
inviato
dopo
un
anno
di
carcere
a
domicilio
coatto
.
Carlo
Rosselli
,
ex
valoroso
combattente
anche
lui
,
ha
già
legato
il
suo
nome
,
nell
'
ammirazione
e
nella
riconoscenza
degl
'
italiani
,
all
'
evasione
di
Filippo
Turati
e
al
processo
di
Savona
:
nel
quale
egli
rivendicò
,
accanto
a
quell
'
altro
magnifico
campione
di
coraggiosa
e
fiera
nobiltà
ch
'
è
Ferruccio
Parri
,
tutta
la
responsabilità
del
suo
gesto
,
tramutandosi
,
da
accusato
,
in
accusatore
del
regime
,
e
riaffermandosi
custode
e
continuatore
delle
generose
tradizioni
italiane
della
sua
famiglia
,
ospite
della
quale
,
a
Pisa
,
morì
,
sotto
falso
nome
,
Giuseppe
Mazzini
.
Soffre
un
anno
di
carcere
;
e
poi
viene
deportato
a
Lipari
.
Francesco
Fausto
Nitti
,
volontario
di
guerra
a
17
anni
,
perseguitato
con
maggiore
accanimento
per
il
sangue
e
per
il
nome
che
porta
,
viene
relegato
per
il
sospetto
non
contestato
di
essere
l
'
organizzatore
ed
il
capo
di
un
'
associazione
segreta
antifascista
,
prima
a
Lampedusa
la
più
maledetta
fra
le
isole
maledette
e
poi
a
Lipari
;
ed
oppone
,
con
incrollabile
fedeltà
alle
tradizioni
del
suo
sangue
,
ai
doveri
del
suo
nome
e
alla
sua
coscienza
di
militante
repubblicano
,
il
più
sereno
disdegno
alle
provocazioni
dei
suoi
aguzzini
fra
cui
il
famigerato
tenente
Veronica
,
folle
criminale
,
che
si
divertiva
a
straziare
i
deportati
politici
.
Per
circa
un
anno
e
mezzo
questi
tre
compagni
di
prigionia
hanno
preparato
,
in
silenzio
,
la
loro
evasione
con
tenacia
più
forte
di
ogni
difficoltà
,
con
volontà
più
forte
di
ogni
insuccesso
,
con
fede
più
forte
di
ogni
delusione
,
con
serietà
scientifica
,
col
più
vigile
senso
di
responsabilità
.
Spezzare
la
rete
di
sorveglianza
e
di
spionaggio
che
circondava
l
'
isola
e
,
nell
'
isola
,
ogni
deportato
;
superare
le
molteplici
trincee
costituite
dai
moschetti
dei
vigili
,
dai
riflettori
disposti
lungo
le
coste
,
dalle
mitragliatrici
e
dai
cannoni
delle
navi
;
affrontare
il
mare
vigilatissimo
,
mentre
il
battito
dei
remi
e
il
rombo
dei
motori
avrebbero
facilitato
agl
'
inseguitori
l
'
implacabile
caccia
:
tutto
questo
poteva
sembrare
follia
.
E
,
invece
,
è
realtà
:
voluta
e
compiuta
da
meravigliosi
ribelli
,
che
hanno
affrontato
e
battuto
il
nemico
nella
maggior
forza
di
cui
esso
dispone
:
l
'
organizzazione
poliziesca
.
All
'
urto
di
un
piccolissimo
gruppo
di
audaci
,
questo
formidabile
puntello
,
a
cui
s
'
appoggia
tutta
l
'
impalcatura
del
regime
,
è
miseramente
crollato
.
E
l
'
episodio
assume
,
sotto
certi
aspetti
,
per
il
regime
delle
molteplici
milizie
,
l
'
atroce
significato
di
una
beffa
.
La
beffa
di
Lipari
.
A
Lipari
,
i
confinati
sono
500;
e
400
i
sorveglianti
(
200
militi
fascisti
,
100
agenti
di
polizia
,
50
carabinieri
,
più
marinai
,
guardie
di
finanza
,
semaforisti
ecc
.
)
.
Dodici
pattuglie
fisse
vigilano
alla
cintura
,
e
varie
nell
'
abitato
;
senza
tener
conto
delle
pattuglie
volanti
.
V
'
è
un
appello
quotidiano
alle
8
e
una
visita
di
controllo
alle
22
.
In
mare
stazionano
tre
motoscafi
velocissimi
armati
di
mitragliatrici
,
e
un
mas
armato
di
cannone
.
A
terra
e
a
bordo
la
radio
collega
l
'
esercito
dei
carcerieri
e
dei
custodi
con
le
basi
aviatorie
e
navali
.
Difficilissima
,
dunque
,
per
l
'
ubicazione
dell
'
isola
e
per
il
sistema
difensivo
,
l
'
evasione
:
più
difficile
,
quando
si
pensi
che
i
tre
erano
sottoposti
a
strettissima
sorveglianza
,
e
più
specialmente
Lussu
che
,
nelle
sue
varie
passeggiate
,
era
costantemente
seguito
da
quattro
agenti
di
polizia
.
Per
poter
abbandonare
improvvisamente
,
senza
essere
scorto
,
la
sua
casa
,
che
dà
in
un
dedalo
di
vicoli
,
Lussu
ebbe
,
per
un
anno
e
mezzo
,
la
costanza
di
osservare
con
feroce
rigore
un
orario
:
evitando
così
che
gli
agenti
continuassero
a
stazionare
sempre
proprio
alla
porta
di
casa
.
D
'
altronde
,
si
supponeva
che
la
malattia
contratta
dal
Lussu
in
carcere
,
e
acuitasi
al
domicilio
coatto
,
avrebbe
reso
impossibile
ogni
sua
partecipazione
a
una
fuga
.
Si
aggiunga
che
due
tentativi
erano
già
miserevolmente
falliti
:
il
primo
compiuto
da
quattro
prigionieri
,
rinchiusi
nelle
carceri
locali
,
fra
i
quali
G
.
B
.
Canepa
;
e
il
secondo
dal
comunista
Spangaro
che
venne
arrestato
quando
era
già
riuscito
,
con
sforzi
infiniti
,
squarciandosi
il
petto
,
a
salire
lungo
la
catena
dell
'
ancora
di
una
nave
straniera
ormeggiata
nel
vicino
porto
di
Canneto
e
che
fu
,
per
questo
,
condannato
a
tre
anni
di
detenzione
,
quantunque
la
nave
su
cui
si
era
rifugiato
fosse
diretta
in
Italia
.
Per
rompere
l
'
assedio
,
erano
necessari
,
oltre
la
disperata
volontà
di
riuscire
,
un
'
assoluta
segretezza
,
un
calcolo
rigoroso
di
tutte
le
probabilità
,
una
organizzazione
tecnica
severissimamente
studiata
,
un
'
audacia
eccezionalmente
serena
.
A
queste
esigenze
hanno
pienamente
corrisposto
i
tre
evasi
e
gli
esuli
che
li
hanno
aiutati
nella
rischiosissima
impresa
:
esuli
i
cui
nomi
potranno
essere
un
giorno
indicati
all
'
ammirazione
degli
italiani
.
Non
ci
è
possibile
,
per
intuitive
ragioni
,
pubblicare
i
particolari
dell
'
impresa
;
la
quale
si
svolse
nella
notte
dal
27
al
28
luglio
,
sotto
gli
occhi
dei
militi
e
dei
poliziotti
,
in
tutt
'
altre
faccende
affaccendati
.
Mentre
i
tre
,
miracolosamente
sfuggiti
alla
sorveglianza
degli
aguzzini
,
salivano
a
bordo
,
le
autorità
fasciste
,
raccolte
come
di
consueto
nella
piazza
del
paese
,
sorbivano
pacificamente
le
loro
bibite
al
caffè
.
E
le
loro
voci
giungevano
nitidamente
agli
orecchi
degli
evasi
e
dei
loro
amici
che
,
per
raccoglierli
,
si
erano
spinti
fin
sulla
spiaggia
.
Beffa
meravigliosa
,
che
strappa
italiani
inermi
,
ma
idealmente
e
moralmente
invulnerabili
,
all
'
artiglio
di
carcerieri
formidabilmente
armati
e
apporta
all
'
emigrazione
antifascista
il
contributo
di
energie
e
di
esperienze
ripetutamente
selezionate
.
Ecco
perché
la
liberazione
dei
tre
ardimentosi
(
i
quali
,
attraverso
le
interviste
loro
domandate
dai
più
importanti
giornali
del
mondo
,
hanno
riproposto
all
'
opinione
pubblica
internazionale
la
questione
dei
confinati
,
in
tutta
la
sua
mostruosità
giuridica
ed
umana
)
preannuncia
,
nella
nostra
volontà
e
nella
nostra
fede
,
più
rapida
e
luminosa
e
sicura
,
la
liberazione
di
tutti
gli
italiani
.
StampaPeriodica ,
Mussolini
si
è
dimesso
:
era
naturale
!
Congresso
regionale
veneto
!
Congresso
di
Todi
!
Congresso
interregionale
dell
'
Emilia
!
Dalli
di
qui
e
dalli
di
là
,
non
poteva
che
avvenire
così
!
Orbene
tutto
questo
spirito
critico
iconoclasta
non
è
per
nulla
disciplina
!
Questo
voler
misurare
Mussolini
col
metro
di
Marsich
,
d
'
Oviglio
e
di
Grandi
è
poco
persuasivo
e
poco
accorto
:
anzi
è
segno
che
tanta
brava
gente
non
ha
capito
nulla
né
ha
il
senso
politico
della
disciplina
.
Tutta
questa
gente
confonde
la
parola
e
il
significato
di
"
squadre
d
'
azione
"
con
"
partito
politico
"
;
confonde
il
significato
di
"
tregua
"
con
quello
di
"
alleanza
"
;
crede
di
vedere
lontano
...
mentre
il
solo
che
vede
lontano
in
questo
momento
è
proprio
Mussolini
,
il
quale
dopo
aver
tagliato
le
radici
al
bolscevismo
tende
ad
isolare
il
comunismo
.
Siate
contenti
umane
genti
al
quia
!
Non
vogliate
precipitare
giudizi
,
convegni
,
congressetti
e
congiure
!
Chi
vi
dice
che
la
visuale
di
Mussolini
ora
non
coincida
e
corrisponda
con
l
'
angolo
visuale
di
D
'
Annunzio
?
Discutere
di
opportunità
e
di
tattica
quando
,
non
si
ha
sotto
mano
tutto
il
materiale
e
tutti
gli
strumenti
delicatissimi
per
misurarlo
è
fuori
luogo
e
vano
sforzo
!
E
chi
contraddice
Mussolini
nel
proposito
di
voler
mutare
il
fascismo
da
movimento
in
partito
è
uomo
che
non
sente
i
tempi
,
che
non
ha
concetto
di
nazione
,
che
antepone
la
mazzetta
alla
conquista
intellettuale
.
StampaPeriodica ,
L
'
assenza
dei
tre
evasi
fu
notata
a
Lipari
quasi
subito
.
Poco
dopo
la
partenza
,
la
ronda
notturna
bussò
alla
porta
della
casa
dove
abitavano
Lussu
e
Nitti
.
Bussa
e
ribussa
,
nessuno
risponde
.
Il
brigadiere
chiama
.
Silenzio
.
"
Eppure
ci
sono
,
"
osserva
l
'
agente
,
"
c
'
è
la
luce
.
"
Nuova
chiamata
.
Silenzio
.
Si
urla
più
forte
.
Niente
.
Qualche
faccia
di
confinato
e
di
liparuota
addormentato
compare
alla
finestra
.
Il
brigadiere
li
interpella
:
"
Ci
sono
o
non
ci
sono
?
"
"
Eh
,
ci
saranno
certo
.
C
'
è
la
luce
.
"
"
Ma
perché
non
rispondono
?
"
Silenzio
generale
.
Nuove
chiamate
.
Alla
fine
,
il
brigadiere
sale
,
apre
la
porta
,
caccia
lo
sguardo
nella
stanza
da
letto
.
Nessuno
.
Stupore
.
Nuove
chiamate
.
Silenzio
.
Una
corsa
per
le
altre
stanze
e
poi
giù
a
rotta
di
collo
verso
la
piazzetta
del
paese
dove
ordinariamente
prende
il
caffè
il
Sig
.
direttore
,
Commissario
di
prima
,
cav
.
Cannata
.
"
Cavaliere
,
Cavaliere
,
"
grida
il
brigadiere
.
Altre
autorità
gli
si
fanno
d
'
intorno
e
lo
avvertono
che
Cannata
è
andato
a
Canneto
(
sembra
un
giuoco
di
parole
,
ma
è
la
verità
)
,
il
vicino
porto
della
pomice
,
a
godersi
la
festa
e
i
fuochi
d
'
artifizio
.
Fischi
convenzionali
vengono
fatti
.
Le
pattuglie
volanti
di
controllo
corrono
.
Si
telefona
a
Cannata
,
si
telefona
alla
Milizia
,
si
telefona
al
Semaforo
.
Sopraggiunge
tutta
ansante
per
la
lunga
corsa
la
pattuglia
di
controllo
della
zona
dove
abita
Rosselli
.
"
Signor
direttore
,
grida
il
brigadiere
panciuto
,
Rosselli
non
c
'è."
"
Non
c
'
è
Rosselli
?
"
Stupefazione
generale
.
"
Ma
come
?
il
'
professore
'
non
c
'
è
?
Il
professore
sarebbe
fuggito
?
Ma
allora
è
uno
schifoso
ipocrita
questo
signore
.
"
Intanto
il
cielo
si
illumina
a
tratti
di
rosso
,
di
verde
,
di
giallo
per
effetto
dei
fuochi
.
Segnali
dal
castello
alle
pattuglie
di
militi
di
raddoppiare
la
vigilanza
.
Il
maresciallo
Allò
uno
dei
più
perfidi
e
sporchi
arnesi
della
polizia
italiana
,
giuocatore
d
'
azzardo
nella
sede
del
Fascio
di
Lipari
,
ricattatore
emerito
,
persecutore
dei
confinati
prende
la
direzione
delle
ricerche
marittime
.
L
'
allarme
è
completo
alle
22,30
.
Esce
la
flotta
asmatica
dei
motoscafi
e
dei
mas
e
si
mette
a
trottolare
intorno
a
Lipari
sotto
il
muso
beffardo
della
luna
.
Sopraggiunge
intanto
il
signor
cavaliere
coi
capelli
ricciuti
irti
sul
capo
.
La
polizia
ha
identificato
il
luogo
di
partenza
.
C
'
è
una
giacca
di
qualcuno
,
là
,
su
una
roccia
.
Arriva
un
pescatore
e
informa
di
aver
visto
passare
una
nave
velocissima
.
Il
mas
col
cannoncino
che
stava
attentamente
esplorando
,
coll
'
aiuto
del
riflettore
,
la
scogliera
di
partenza
,
forse
nella
speranza
di
poter
raccogliere
i
miseri
corpi
di
tre
annegati
,
riceve
l
'
ordine
di
partire
.
I
motoscafi
intanto
incrociano
velocissimi
.
Ma
non
sono
in
grado
di
attraversare
il
Tirreno
.
La
radio
,
la
radio
!
pensa
Cannata
.
La
radio
segnali
alle
basi
di
Trapani
,
Messina
,
Augusta
,
Cagliari
e
a
tutti
i
semafori
la
fuga
.
Ma
ahimè
,
la
radio
è
alle
dipendenze
della
Marina
.
Bisogna
chiedere
prima
il
permesso
.
L
'
ufficiale
dorme
.
Via
di
corsa
a
svegliarlo
.
Ottenuto
il
permesso
,
gli
S.O.S.
di
Cannata
,
solcano
lo
spazio
in
cerca
di
qualche
pietoso
ricevitore
.
Ma
nessuna
stazione
raccoglie
il
disperato
richiamo
.
Tutti
dormono
o
sono
a
spasso
.
Non
per
nulla
fu
scelta
la
sera
di
un
sabato
...
Intanto
,
la
notizia
strabiliante
invade
tutto
il
paese
.
È
un
correre
di
qua
e
di
là
,
un
parlottare
,
un
almanaccare
,
un
ammiccare
,
che
ci
vorrebbe
la
penna
di
Manzoni
per
descriverlo
.
Il
mas
tornò
nella
notte
.
Aveva
incontrato
una
nave
che
disse
(
veramente
lo
disse
il
capitano
)
d
'
aver
scorto
un
motoscafo
indemoniato
.
Ma
avvertì
che
era
inutile
inseguirlo
perché
era
passato
da
più
di
due
ore
e
correva
troppo
.
Il
maresciallo
del
mas
,
per
nulla
entusiasta
di
quella
pazza
corsa
dopo
un
così
buon
pranzetto
,
e
probabilmente
per
nulla
infelice
al
pensiero
che
tre
confinati
avessero
preso
il
volo
,
non
ebbe
dubbi
.
Accettò
senz
'
altro
la
versione
e
fece
macchina
indietro
.
Notte
di
angoscia
al
quartier
generale
di
Cannata
.
Si
raddoppiano
i
messaggi
radio
,
ma
tutto
è
inutile
.
Tutto
tace
.
Si
telegrafa
in
cifra
a
Roma
.
S
.
E
.
Michelino
viene
svegliato
.
Ve
la
immaginate
la
scena
?
Il
fulmine
di
guerra
(
non
è
uno
dei
quadrumviri
?
)
si
attacca
al
telefono
e
impartisce
ordini
napoleonici
.
Preghiera
particolare
ai
tonni
e
alle
balene
di
insidiare
la
corsa
della
navicella
fantasma
.
Dopo
di
che
il
buon
Michelino
spegne
il
lume
e
si
caccia
sotto
le
coperte
,
divertendosi
a
immaginare
le
bestemmie
del
padrone
all
'
indomani
.
A
Lipari
,
intanto
,
la
notizia
si
sparge
per
tutto
il
paese
,
penetra
anche
nelle
case
e
nei
cameroni
dei
confinati
.
Alle
6
del
mattino
,
sono
in
molti
a
girare
con
aria
volutamente
fessa
.
I
confinati
si
interpellano
a
vicenda
,
si
scambiano
a
bassa
voce
le
impressioni
,
qualche
sorrisetto
ironico
non
riesce
a
occultarsi
.
Tutti
sono
lieti
,
tutti
sperano
che
almeno
questa
volta
vada
bene
.
Le
notizie
più
incredibili
si
diffondono
.
Ecco
che
cominciano
i
soliti
bene
informati
a
spararle
grosse
.
Si
parla
di
un
telegramma
da
Tunisi
che
invita
a
sospendere
le
ricerche
,
poi
si
racconta
che
Nitti
,
proprio
Nitti
,
è
venuto
a
salvare
il
nipote
in
persona
,
che
al
largo
stazionava
un
idrovolante
ecc
.
I
liparesi
,
buona
gente
in
fondo
,
partecipano
alla
gioia
comune
.
Si
aspetta
che
il
milite
sia
passato
o
l
'
agente
di
fazione
sia
voltato
,
per
parlare
della
cosa
.
Il
vecchio
giornalaio
,
brutto
tipo
di
ex
coatto
usuraio
,
per
propiziarsi
i
clienti
confinati
,
dichiara
di
non
rimpiangere
neppure
i
cinque
giornali
quotidiani
di
Rosselli
.
Il
partito
anti
Saltalamacchia
(
il
vecchio
podestà
recentemente
defenestrato
)
e
quindi
anti
Cannata
(
amico
del
podestà
)
esulta
dell
'
evasione
riuscita
come
di
una
vittoria
propria
.
Si
perquisiscono
minutamente
le
abitazioni
di
Ferruccio
Parri
,
di
Carlo
Silvestri
,
di
Ermanno
Bartellini
.
Si
vorrebbe
sapere
come
quei
tre
accidenti
di
Lussu
,
Nitti
,
Rosselli
hanno
potuto
mettersi
d
'
accordo
coi
vili
fuorusciti
.
Le
perquisizioni
naturalmente
danno
esito
negativo
.
Alle
11
arriva
nel
porticciuolo
l
'
Etna
,
il
piroscafo
che
fa
il
servizio
Milazzo
-
Lipari
.
Ne
discendono
il
vice
-
questore
di
Messina
e
un
alto
ufficiale
dei
carabinieri
,
annunciatori
di
visite
più
illustri
.
Il
vicequestore
viene
condotto
sul
luogo
del
misfatto
.
Quando
si
avvede
che
la
partenza
è
avvenuta
a
cento
metri
dal
centro
del
paese
,
proprio
sotto
il
naso
dei
400
sorveglianti
,
il
signor
vicequestore
non
può
trattenersi
e
dichiara
al
satellite
Cannata
:
"
Non
mancava
altro
che
li
accompagnaste
voi
.
"
Il
povero
Cannata
abbassa
il
viso
e
maledice
il
giorno
in
cui
ebbe
la
malaugurata
idea
di
entrare
nella
P
.
S
.
I
poliziotti
,
rimasti
malissimo
,
squadrano
torvi
i
confinati
,
pronti
ad
arrestarli
al
minimo
sorriso
evidente
.
Soprattutto
scornato
un
famoso
brigadiere
,
di
nome
Cacciola
,
che
i
confinati
chiamano
per
burla
Javert
.
Era
addetto
in
particolar
modo
alla
sorveglianza
dell
'
abitato
e
di
Lussu
.
Ogni
qualvolta
Lussu
passava
,
lo
squadrava
in
tutti
i
sensi
.
Usava
girare
a
lento
passo
per
il
paese
,
con
un
giornale
dinanzi
al
viso
per
darsi
un
contegno
indifferente
,
ma
di
tanto
in
tanto
,
al
disopra
del
giornale
,
comparivano
due
occhi
fulminanti
.
Ora
anche
Cacciola
è
un
po
'
in
ribasso
.
La
roba
di
Lussu
e
di
Nitti
fu
sequestrata
,
mentre
la
casetta
di
Rosselli
veniva
piantonata
.
Rosselli
,
per
sfottere
la
polizia
,
lasciò
nel
cassetto
parecchie
lettere
di
solidarietà
scrittegli
da
inglesi
,
dopo
il
processo
di
Savona
.
Si
può
immaginare
la
faccia
di
Cannata
quando
qualche
liparese
di
ritorno
dall
'
Australia
glie
le
avrà
tradotte
in
stile
liparuota
...