Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940}
StampaPeriodica ,
L ' Accademia anti - accademia ... L ' Accademia d ' Italia deve essere antiaccademica . Deve essere antiparassitaria e antistatica , dinamica , operosa , creatrice . Pensiamo , insomma , che l ' Accademia d ' Italia debba essere l ' organo della Rivoluzione fascista nel campo dell ' arte . Pertanto essa dovrebbe avere per compito generale la difesa e l ' illustrazione dello spirito italiano , attraverso una azione precisa ed efficace su tutto quanto concerne la cultura del nostro Paese , intesa questa come somma di tutte le discipline intellettuali ed artistiche . Tale azione difensiva dovrebbe essere intesa nel senso di una saggia conservazione spirituale e materiale del patrimonio artistico della nostra razza , il quale deve essere maggiormente protetto di quanto oggi non si faccia , sia dalle minacce del tempo in ciò che è opera distruttibile , sia - soprattutto - dalle influenze e dalle contaminazioni straniere in ciò che è essenza e modo di vita estetica , filosofica , religiosa e morale , particolare alla nostra razza ... La sua funzione di difesa ideale della nostra civiltà artistica , in cui si riassumono le nostre più preziose virtù etniche , l ' Accademia d ' Italia può compierla con lo svalutare , attraverso la propria palese noncuranza o con esplicite dimostrazioni ed atti pubblici , tutte quelle manifestazioni letterarie , mistiche , artistiche , morali , ecc . , che portano in tutti questi campi dell ' intelletto e dello spirito " germi " di errori e di degenerazioni contrastanti con la schietta genialità o spiritualità creativa nazionale . Con ciò l ' Accademia combatterebbe senza dar quartiere , nell ' ambito delle sue proprie funzioni e attribuzioni , ogni forma di decadenza dello spirito italiano da quelle che sono le sue caratteristiche e proprietà tradizionali , storiche e congenite . Sopratutte energica dovrebbe essere la difesa della lingua nel suo carattere sostanziale , senza pedante - rie , che sono più dannose delle importazioni , nella lingua parlata come in quella scritta , di termini stranieri italianizzati . La lingua va considerata come una cosa viva ed in continuo sviluppo , ma non può più essere impunemente contaminata , oggi come ieri e sotto ogni regime , secondo le mode giornalistiche e librarie , che tengono il campo letterario . E a questo proposito diciamo un altro basta con le " sagre " in onore di santi , di artisti e di eroi , fatte a base di discorsi , articoli , monografie e saggi colmi di fronzoli , di zeppe e di rettoricume di una lingua insieme sgrammaticata , roboante e contorta , che nessun italiano potrebbe riconoscere per propria . E basta con molta della insopportabile prosaccia dei pseudo scrittori fascisti di questi ultimissimi anni , sia del giornale , sia del libro , i quali hanno la pretesa di contribuire a formare una letteratura fascista mentre soffocano lo stile della nostra grande lingua sotto un ' immensa ondata di terminologie inintelligibili , barbariche e puerili . Il Ministero della cultura italiana L ' Accademia d ' Italia , poi , per procedere a quella valutazione particolare del valore dei singoli artisti , di cui dicevamo poc ' anzi , potrebbe istituire premi di incoraggiamento e facilitare pubblicazioni e manifestazioni artistiche di schietta impronta italiana . Inoltre essa dovrebbe avere un proprio giornale periodico , cui , oltre gli accademici , darebbero il loro contributo d ' idee e di espressioni artistiche tutti coloro che l ' Accademia stimasse degni di far ciò . Insomma , l ' Accademia d ' Italia dovrebbe rappresentare una specie di Ministero della cultura italiana . Cioè , un organo centrale cui fossero naturalmente avocate tutte le imprese e tutte le iniziative di ordine e di carattere intellettuale e artistico , in merito alle quali essa potrebbe emettere il suo parere , dare i suoi consigli , presentare le sue obiezioni ...
FRONTE UNICO INTELLETTUALE ( BRAGAGLIA ANTON GIULIO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Di fronte allo sciovinismo di un ' altra nazione dobbiamo noi , starcene lì rassegnati e astinenti ? Noi non gliela facciamo . Un modesto caso personale . Io mi sono incominciato ad interessare alle questioni nazionali nei rapporti con gli stranieri , dal mio primo viaggio all ' estero : dal momento in cui ho incominciato a soffrire il disprezzo dei tedeschi e l ' ironia dei francesi : lo sciovinismo di ciascuna nazione . Oh , sì certamente , se non fossero stati gli stranieri , anche io oggi la penserei come Benedetto Croce . La responsabilità di un atto così imprudente , ( la temerità di creder caduto in error di pratica un maestro ) , per mio conto la scarico sui tedeschi e sui francesi , che mi hanno fatto vedere uno spettacolo talmente vasto , di deformazione del vero , fin nel sacrosanto campo storico , da non lasciarmi dubbio di sorta sul metodo da seguire per l ' interesse nostro . Trattasi di due generi di mentalità : c ' è chi vede gli interessi al di sopra delle perfezioni ideali ; e c ' è quegli che intende sacrificare qualsiasi interesse per ottenere uno stato di perfezione . Chi non avesse paura delle parole grosse , potrebbe dir persino che c ' è chi sente la patria al di sopra di tutto , e chi al di sopra di tutto , compresa la patria , sente un altro amore . Ma la parola patria , che può esser compresa tra i sentimenti che Croce dice " Vezzeggiati dal volgo , " non mescoliamola a queste chiacchiere . Guardiamo per ora la convenienza soltanto . Oggi la politica intellettuale va diretta tenendo presente il bluffismo , l ' affarismo , le camorre , le invadenze , i soprusi , i complotti internazionali di ciascuna nazione . Questi piani strategici mirano a due fini : uno riguarda il primato morale , prezioso alle mire generali politiche di ogni paese ; il secondo punto i mercati . ( Vendere i libri , vendere i quadri , eccetera , portar simpatie e soldi a casa . ) I mezzi usati da ambedue le correnti sono naturalmente intellettuali . Per esempio , il Seicento in pittura viene sollecitamente affermato un gran secolo perché la Germania ha accaparrato quadri del Seicento . Il cubismo trova critici di firma , che ancora lo difendono , perché il tal mercante ha sullo stomaco duecento pezzi cubisti . Picasso è tornato al cubismo - e fa ora il neoclassico un giorno e il cubista un altro - per non far arrabbiare nessuno . De Chirico da neoclassico è tornato metafisico perché così vuole il mercante Rosemberg ... Tornando al nostro argomento , gli intellettuali italiani dovrebbero tenersi d ' accordo coi mercanti italiani ( editori , antiquari , mercanti d ' arte moderna , fabbricanti di strumenti intellettuali ) per poter far la parte nostra nel campo della concorrenza straniera . Io non capirei quindi le divisioni interne tra intellettuali che hanno o avrebbero opposto colore politico . Mi pare che gli argomenti artistici non si posson tingere di nessun colore , e non vedo dunque le cause delle spartizioni che dividon le forze italiane in due . Tanto più che una non agisce ad altro fine che ad insidiare anche all ' estero l ' altra , con quanto vantaggio dell ' interesse comune ( sempre comune ) non so . Siccome io conosco i costumi degli intellettuali stranieri , ho risoluto che sarebbe perfino morale - nei confronti dei metodi loro - d ' usar addirittura i sistemi della nostra vecchia camorra . Questo è ottocentesco e dunque anche di moda ... Bando alle utopie , in conclusione , e tenersi fermi al sodo , altrimenti ci fregano .
CULTURA E POLITICA ( VARISCO BERNARDINO, DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA, , 1927 )
StampaPeriodica ,
... Una cultura umana seria , cioè nazionale , che dia il senso della realtà , non può essere che di pochi . Ma , quando esista , non manca di esercitare anche sulle moltitudini un ' azione benefica e rinvigoritrice . La nostra letteratura , vecchia , e anche recente , se non recentissima ( poco sopra nominammo Leopardi e Manzoni ) , contiene più di quanto bisogni alla formazione d ' una tale cultura . Insieme con molta scoria ( opporranno ) ... Della scoria , sia molta o poca , si devon curare soltanto gli storici ; quegl ' italiani che vogliono , come dovrebbero , esser semplicemente culti , posson lasciarla in disparte . Invece i più lasciano in disparte , non la sola scoria , ma tutta quanta la letteratura ; e ciò da gran tempo ... Non parliamo delle Università , dove l ' insegnamento letterario si tecnicizza inevitabilmente ( forse troppo , qua e là ; non discuto ) . Ma nella scuola media , il cui ufficio è di preparare alla , cultura , gli scolari poco leggono , e meno imparano a leggere come converrebbe , non prendono gusto e non si fanno l ' abitudine alle letture "classiche." Il ricchissimo patrimonio della nostra letteratura è , per la cultura ( non dico per l ' erudizione ) reso inutile , come se non ci fosse . Con la conseguenza , che le nostre classi culte , cioè quelle che si credono e son credute culte , manchino di quella cultura nostra , che sola è capace di farci comprendere la realtà nostra . ... Lo straniarsi della lingua , donde poi l ' incultura , è un effetto , e diviene alla sua volta una causa , della cieca soggezione ai forestieri . Ogni giornale che si prenda in mano è , per la forma , scritto come s ' è accennato e come tutti vedono ; per il contenuto , non contiene quasi che importazioni francesi , o , se ce n ' è qualche altra , passata nove su dieci attraverso un canale francese ... Per un popolo , come per un uomo , la sua ragion d ' essere consiste nella sua originalità . I pappagalli non hanno valore , neppure come scolari ; son dei fruges consumere nati , gravosi a loro stessi e agli altri . Un uomo , perché faccia opera utile in un campo qualsiasi , deve non rassegnarsi a non esser più d ' un servitore ; gli occorrono svegliatezza d ' ingegno , attività intelligente , iniziativa ; in una parola : fiducia in sé . Ma che fiducia possono avere in sé uomini , a cui ogni giorno si rinfacciano l ' ignoranza e l ' accidia , che fin dall ' infanzia vengono avvezzati a inginocchiarsi davanti al forestiero , perché forestiero ? Quando ci mancavano l ' indipendenza e l ' unità , fummo pur capaci di conquistarcela . Ora che le possediamo , dovremmo pensare a virilmente valercene per affermare sempre più vigorosamente noi stessi . Non c ' è tesoro materiale o spirituale , che non svanisca se non è fatto fruttare .
L'OPPOSIZIONE NEL FASCISMO ( RENDA ANTONIO , 1927 )
StampaPeriodica ,
... In ogni caso l ' opposizione non è comprensibile in un regime che vuol essere totalitario - totalitario non per numero di consenzienti , ma per valore rappresentativo - che si assume il compito di creare un ordine nuovo e non di riparare le deficienze del vecchio . Qui , come in ogni altra questione , il fondo dell ' incomprensione è il disconoscimento del carattere rivoluzionario del fascismo . Se questo concedesse diritti a una opposizione , implicitamente attesterebbe la parzialità della sua conquista dello Stato , abbasserebbe la rivoluzione politica a insurrezione parlamentare , sconfesserebbe e forse comprometterebbe l ' organicità d ' un ' opera , che si va realizzando quale corrente sviluppo d ' un ' idea , in pieno contrasto con il vecchio ordinamento politico . Una sola opposizione avrebbe significato : quella radicale , che nega tutto il movimento , nei suoi atti singoli e più nella sua ragion d ' essere , totalitaria anch ' essa a suo modo , come base d ' una lotta tra due mondi di idee e di fatti in antitesi . Ma questa opposizione storicamente ci è stata ; ha esercitato i suoi diritti . È appunto ciò che è crollato nelle eroiche giornate dal '19 al '22 , ciò contro cui e su cui il fascismo è sorto trionfatore . Essa tentò di rinascere e riorganizzarsi come opposizione assoluta ; ma fu ancora debellata e non può sopravvivere che come incomposta agitazione criminosa , accampata fuori di Italia , contro la nazione . Se non che il disconoscimento di diritti a una opposizione estrinseca - che non sarebbe pungolo ma ostacolo - non deve significare assenza di ogni controllo e d ' ogni freno disciplinatore . Anzi deve renderli più profondi , più aderenti all ' atto medesimo , più incalzanti e presenti che non l ' accidentale critica altrui . Solo questa interiorità del controllo evita i pericoli dell ' assenza dell ' altro , e impedisce che la volontà degeneri in arbitrio , che l ' irresponsabilità fiacchi la saldezza della creazione , che un regi - me totalitario decada in un ' anarchia dissimulata da un ben congegnato ordine estrinseco ...
StampaPeriodica ,
Signor Preside , La ringrazio di avermi mandato i due volumi delle opere di Platone . Li ho letti - o riletti - in questi giorni . Voglio dirle le mie impressioni . L ' Apologia e l ' Eutifrone mi hanno lasciato un po ' freddo . Il Critone mi ha impressionato molto di più , la prima volta . Viceversa , ho ritrovato sublime il Fedone . Ritengo che la prova dell ' immortalità dell ' anima sia incatenante , consolatrice perfetta . Tutto il ragionamento sui contrari , che può riassumersi nelle due o tre seguenti fondamentali proposizioni , è di una evidenza assoluta . E cioè : 1 ) Ogni contrario nasce dal suo contrario ( il sonno dalla veglia , la veglia dal sonno ; la vita dalla morte , la morte dalla vita ) ; 2 ) Ogni contrario non può tenere in sé il suo contrario ( la neve non può contenere il fuoco e viceversa ) ; 3 ) Non solo " i contrari non si ricavano fra loro , " ma " nemmeno le cose che pur non essendo contrarie , contengono i contrari . " ( Il numero 3 non è contrario al 4 , ma non può diventar pari ) . Ne consegue ( pag . 153 e seguenti ) : L ' anima che è la vita , in quanto dà la vita al corpo , non può accogliere il contrario di ciò che essa porta , non può accogliere la Morte : l ' anima è dunque immortale ! Ho sintetizzato bene ? La prego di gradire , Signor Preside , i miei saluti cordiali . Roma , 4 giugno 1927-V
BARNUM MUSEUM ( LONGANESI LEO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Con quella tetra , noiosa e pedantesca terza Italia che ci perseguita , bisognerà pur finirla una volta per sempre ! Bisogna togliere di mezzo l ' equivoco che tenderebbe a fare della terza Italia un secondo rinascimento . Non ci fu epoca più ricca di mediocri ingegni di quella delle Casse di Risparmio . L ' Elzeviro Zanichelliano e le lettere istoriate passavano per il non plus ultra della eleganza tipografica ; il Cristo di Ciffariello " faceva piangere , " il Barnum Museum dava dei punti alla Bibbia , e l ' igiene e l ' archivio ispiravano i tromboni della poesia d ' allora . Fu l ' Italia dei tacchi di gomma , del " Senobel , " della menta al seltz e dei polsini di ricambio . Il buon gusto letterario si esauriva nella ricerca dei motti latini per ex - libris , nel medioevalismo romantico di cartone e nelle rarità bibliografiche . Con la terza Italia spuntò l ' era delle prefazioni , delle emulazioni e dell ' umanesimo floreale che è , e resterà sempre , nel sangue dei professori . Si arrivò così ai caratteri di Manuzio col nastro , al tipo incunabula , ai merli guelfi e ghibellini dipinti sui cornicioni delle case , ai restauri nefasti di Rubbiani , alla rettorica archeologica di Boni , al cuoio bulinato , alla tela eoro , alla finta pergamena , alla " Partita a scacchi " e al metodo storico . Professori , quasi tutti gli uomini della terza Italia , non riuscirono mai a trovare le vie della poesia e dell ' arte : l ' aula scolastica li partorì e nell ' aula scolastica moriranno . Di qui ebbero origine tutti i mali che ancor oggi ci funestano : Gabriele D ' Annunzio con De Katelis , i motti e le " parole rare , " Benedetto Croce e i suoi , Forzano e le sue ricostruzioni , Toscanini e il Nerone , eccetera eccetera sono tutti residui della malaria floreale . Per condurre a buon fine la lotta antimalarica , noi fascisti con l ' osso e rivoluzionari sul serio , iniziamo la pubblicazione delle frasi della terza Italia alle quali seguiranno articoli e vignette di tutti i nostri collaboratori .
LE APOLOGIE DEL DUCE ( PINI GIORGIO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Ormai anche all ' estero si afferma il riconoscimento di una personalità d ' eccezione nel Duce . Tuttavia , se si guarda con attenzione , è difficile trovare fra le tante apologie degli stranieri un passo che riveli intuito commosso e profondità di conoscenza . Mentre le apologie degli italiani possono appesantirsi nella forma retorica e riuscire spesso stucchevoli , quelle straniere si mantengono parziali e sopratutto superficiali . Mi sembra che la differenza derivi da una causa identificabile : gli italiani esprimono un entusiasmo sincero , un sentimento vivo per l ' uomo la cui grandezza li onora e li riguarda in mille sensi ; gli stranieri invece sono tenuti distanti dal loro spirito unilaterale e romantico , ossia da una naturale incomprensione psicologica . I loro mezzi comuni d ' indagine , suggeriti dal metodo giornalistico delle interviste istantanee , non possono valere alla bisogna , anche se integrati dall ' esame delle opere compiute da Mussolini . Né gli stranieri potranno intendere appieno la personalità del Duce anche se si gettano a frugare nei più minuziosi dettagli della sua vita privata ; perché il problema che il biografo di Mussolini deve risolvere è di ricostruzione artistica animata da una simpatia naturale . Per ottenere un profilo compiuto non basta registrare le impronte della marcia eccezionale condotta dal Duce fino ad oggi e integrarle con le impressioni suggestive che si possono ricavare da un colloquio nel salone della Vittoria , ma bisogna in qualche modo aderire all ' altissimo tono spirituale del suo genio , esserne illuminati , presagire la ricchezza delle sue energie potenziali , misurare le proporzioni classiche della sua figura in una sintesi storica senza errori di prospettiva , sentire sopratutto come realtà provvidenziale la sua apparizione . A tutto questo par difficile possa pervenire uno straniero ...
HUMANITAS ( - , 1927 )
StampaPeriodica ,
Mi sono imbattuto , caso fortuito , in una mia amica Miss Hilder Mary , inglese emigrata , che conobbi a Rovigo nel 1919 . L ' ho trovata sportiva alla stazione di Torino equipaggiata in attesa di prendere il treno per Aosta e salire a Pont Saint Martin a sciare . Poche parole sotto la pensilina . - Signorina , io vi conosco . Miss Hilder Mary ? - Yes . - Good morning , Mary ; How are you ? - Very well ; e qui la presentazione e il riconoscimento . Miss si stacca dalle sue compagne mi segue a fianco . Dice : - It gives me pleasure ! E continuando io - Today weather is not so fine as yesterday - , entro improvvisamente a parlare della montagna e dei ghiacciai alpini italiani . Sulla guida del Touring mi indica Pont Saint Martin e mi domanda dell ' auto per Gressoney - Saint - Jean e per Gressoney - La Trinité . Io portavo la Camicia nera ed Ella si rallegrò con me del bel passo . Poiché adorava l ' Italia per i suoi mira - bili paesaggi ed il suo bel sole ed il condottiero invitto del suo popolo . - Dovrete esser fieri , Ella mi disse , di questo vostro Duce , che suscita l ' invidia nostra e del mondo intero . - Il fascismo traboccherà di certo oltre i confini d ' Italia ed è ardua cosa dire ove farà sosta ...
IL CENTOGUSTI ( PELLIZZI CAMILLO , 1927 )
StampaPeriodica ,
... Una bellezza inglese è una bellezza che pare attenda di essere sviluppata e compiuta ; stimola un paterno sentimento di artista , una specie di amore altruistico , una cosa contro natura . Una bellezza italiana , quando proprio sia tale , è tanto finita e sicura che ti schiaccia . Non c ' è più nessuna ragione di sopravvivere , quando certe cose sono state già dette .
IL PROBLEMA DELL'AUTORITÀ ( PELLIZZI CAMILLO , 1928 )
StampaPeriodica ,
Una rivoluzione diventa Stato quando le forze occasionali che l ' hanno posta in essere si trasformano in istituti di diritto destinati a permanere indipendentemente da quegli uomini e da quelle forze . E una rivoluzione che abbia , come il Fascismo , l ' obbiettivo principale di tra - sformare lo Stato , deve incardinare la vita dello Stato su organismi che perpetuino i motivi di questa rivoluzione anche quando gli individui fisici che hanno compiuta la rivoluzione stessa siano scomparsi . Il problema centrale è quello dell ' autorità dello Stato , della base politica e costituzionale di quella autorità . In uno Stato monarchico assoluto l ' autorità si accentra tutta nelle mani del monarca ereditario ; ma lo Stato fascista non è uno Stato monarchico assoluto . In uno Stato liberal - democratico , l ' autorità politica riposa massimamente sulle assemblee e soprattutto sulla Camera elettiva ; ma lo Stato fascista non è uno Stato liberai - democratico . Dunque , dove riposa l ' autorità politica e costituzionale nello Stato fascista ? Nel governo ? Ma il governo è no - minato dal re . Ma il re , che non è , che non vuole e non può essere , un monarca assoluto , deve nominare il governo ispirandosi a quelle che sia - no le forze politiche preponderanti nel paese . Ossia , volendosi un regime fascista , il re nomina il governo a seconda delle esigenze e delle tradizioni fondamentali del Fascismo . Dove troverà il re l ' espressione di queste esigenze e di queste tradizioni ? Non la troverà nella Camera , or - mai eminentemente sindacale . Il sindacalismo fascista è una delle massime organizzazioni del Fascismo , ma non è il Fascismo . Anzi , il sindacalismo , in quanto trovi libera espressione in un Parlamento , tenderà sempre ad accentuare , anzi che ad attutire , il suo fondamentale carattere di astrattezza e di economicità ; non vedrà i problemi particolari , astratti ed economici , sotto la luce dei problemi universali e concreti del paese , bensì questi sotto la lente concava di quelli , impiccolirà l ' universale per subordinarlo al particolare . Questo è accaduto sempre ed è nella logica delle cose . A meno che anche questa Camera sindacale , nel suo funzionamento , sia sotto il controllo continuo e assoluto del governo , nel qual caso si ritorna al problema iniziale : chi controllerà il controllatore , chi indicherà alla Corona le forze da cui dovrà essere tratto un nuovo governo ? Questo ente non potrà essere nemmeno il Senato . I senatori sono no - minati dal Re sotto la responsabilità di un membro del governo ; e il Se - nato , quindi , in ciascun momento , rappresenta le direttive politiche del governo in carica , e al massimo dei due governi precedenti . Il Gran Consiglio ? Ma il Gran Consiglio è composto tutto di funzionari di nomina regia ( sotto la responsabilità di un ministro ) , o di nomina governativa , o di nomina di partito , ossia prescelti dal capo del partito che è anche , per ovvia necessità , il capo del governo . Il Gran Consiglio , nella sua formazione attuale , è burocratico nel senso testuale della parola ; rappresenta una gerarchia amministrativa e politica in carica attualmente , non una potenza politica permanente e funzionale , che vi - va una vita autonoma rispetto agli altri organi centrali dello Stato . Insomma , il Gran Consiglio esprime il governo che c ' è , mentre qui si tratta di risolvere il problema di chi dovrebbe eventualmente designare un governo nuovo ... Rimane il partito . Ma anche il partito fascista si è , per necessità di cose , burocratizzato . L ' autorità , nel partito , scende dall ' alto ; i capi non sono eletti , sono nominati . Se così non fosse , il partito riprodurrebbe nel suo seno , peggiorandoli , tutti gli inconvenienti dei regimi democratici ed elettivi . Quindi le gerarchie del partito , in ogni dato momento , rappresentano la volontà del governo che è in carica in quel dato momento , e non possono quindi essere l ' autorità politica che designa o indica il modo di formazione di un governo nuovo in caso di vacanza governativa ...