StampaQuotidiana ,
La
«
gran
giornata
»
del
professor
Lando
Degoli
(
e
un
po
'
di
tutti
i
telespettatori
del
concorso
di
quiz
Lascia
o
raddoppia
,
giunto
in
vista
del
traguardo
già
considerevole
dei
2
milioni
e
560
mila
lire
)
si
è
conclusa
con
una
sconfitta
e
con
un
'
umanissima
amarezza
:
una
domanda
piuttosto
insidiosa
sull
'
opera
di
Verdi
è
stata
fatale
al
candidato
che
finora
aveva
dimostrato
la
maggiore
disinvoltura
e
preparazione
.
Resta
al
professor
Degoli
,
battuto
alla
penultima
tappa
(
per
usare
un
termine
sportivo
)
,
il
premio
di
consolazione
d
'
una
vettura
utilitaria
e
,
forse
ancora
più
importante
,
il
calore
di
simpatia
che
l
'
ha
accompagnato
in
queste
comparse
davanti
alle
«
camere
»
;
non
fosse
altro
,
egli
ha
dimostrato
di
ubbidire
al
fair
play
accettando
di
«
raddoppiare
»
contro
la
fortuna
e
di
saper
controllare
con
molto
garbo
l
'
inevitabile
delusione
.
Se
si
può
parlare
di
sconfitta
,
è
stata
una
sconfitta
con
l
'
onore
delle
armi
.
Del
resto
quella
di
ieri
si
è
rivelata
una
serata
infausta
per
molti
dei
concorrenti
di
Lascia
o
raddoppia
:
su
sei
presentatisi
a
Mike
Bongiorno
,
quattro
sono
stati
eliminati
:
una
percentuale
che
può
cominciare
a
sgomentare
.
Il
signor
Distasi
,
di
Venezia
,
ad
esempio
,
che
aveva
offerto
di
dividere
l
'
eventuale
vincita
con
un
'
opera
di
beneficenza
,
è
caduto
proprio
sull
'
ultima
domanda
,
quella
delle
320mila
lire
,
sbagliando
il
risultato
d
'
un
incontro
di
calcio
.
Più
fortunato
o
meglio
provveduto
,
un
commerciante
torinese
,
il
signor
Prezioso
,
ha
infilato
le
prime
otto
risposte
con
una
verve
eccezionale
.
Egli
è
stato
poi
anche
il
primo
concorrente
a
mettere
in
gioco
domande
nuove
:
non
più
cinema
,
lirica
,
jazz
o
calcio
,
ma
storia
patria
:
su
Ramorino
,
su
Garibaldi
,
su
Agenore
Milano
,
su
Pio
IX
il
signor
Prezioso
non
ha
avuto
un
attimo
d
'
esitazione
,
qualificandosi
per
il
prossimo
turno
.
A
questo
punto
,
una
volta
per
tutte
,
converrà
ancora
sottolineare
quali
calibratissimi
attori
si
sono
rivelati
in
genere
i
concorrenti
di
Lascia
o
raddoppia
:
buona
parte
del
gusto
per
il
telespettatore
,
che
assiste
alla
trasmissione
dalla
sua
poltrona
casalinga
,
nasce
proprio
dall
'
inventiva
naturale
di
quelle
che
vorremmo
proprio
chiamare
le
loro
«
interpretazioni
»
.
Questi
professori
,
questi
commercianti
,
questi
studenti
potremmo
,
con
un
poco
di
buona
volontà
,
classificarli
secondo
i
classici
ruoli
teatrali
,
non
fosse
per
la
carica
prepotente
di
imprevisto
,
di
spontaneo
che
resta
al
fondo
delle
loro
apparizioni
.
Ha
cominciato
il
professor
Degoli
,
ha
continuato
il
signor
Teschi
ed
ora
abbiamo
visto
il
signor
Prezioso
,
virtuoso
di
storia
risorgimentale
.
Rappresentando
,
per
così
dire
,
i
loro
sentimenti
veri
e
piuttosto
imbrogliati
fra
l
'
ansia
e
la
speranza
,
essi
hanno
,
se
vogliamo
,
capovolto
il
paradosso
di
Diderot
sull
'
attore
che
deve
lavorare
d
'
étude
de
réflection
.
È
probabile
che
nel
consenso
del
pubblico
ci
fosse
anche
il
divertimento
per
tale
amabile
sorpresa
.
Durante
la
settimana
l
'
atmosfera
intorno
a
Lascia
o
raddoppia
era
andata
facendosi
sempre
più
calda
:
ed
era
diventato
un
po
'
il
fatto
di
tutti
predire
se
questo
o
quel
candidato
avrebbe
raddoppiato
o
si
sarebbe
ritirato
dal
gioco
.
Neppure
lo
sciopero
del
personale
addetto
alla
Televisione
ha
ostacolato
la
gara
:
la
trasmissione
è
stata
anticipata
di
due
ore
,
per
non
deludere
l
'
attesa
dei
telespettatori
e
soprattutto
,
crediamo
,
per
non
mettere
a
troppo
dura
prova
il
sistema
nervoso
dei
concorrenti
maggiori
.
Così
dopo
i
primi
due
candidati
al
premio
di
320
mila
lire
,
di
cui
abbiamo
già
parlato
,
sono
ricomparsi
sul
palcoscenico
,
per
la
domanda
da
640
mila
lire
(
la
domanda
«
della
cabina
di
vetro
»
)
il
giornalaio
di
Modena
Franco
Gibellini
,
esperto
di
calcio
,
e
il
maestro
di
Cremona
Ugo
Teschi
,
«
patito
»
del
cinema
.
Battuta
d
'
arresto
,
però
,
per
il
signor
Gibellini
che
,
davanti
alla
domanda
:
«
In
che
anno
,
in
quale
partita
e
con
quale
risultato
la
nazionale
italiana
adottò
la
prima
volta
il
sistema
?
»
,
nella
sua
gabbia
di
vetro
si
turba
,
esita
e
poi
risponde
erroneamente
.
(
La
risposta
esatta
era
:
Germania
-
Italia
5-2
a
Berlino
,
1939
.
)
Eliminato
,
gli
resterà
sempre
la
consolazione
delle
prime
40
mila
lire
.
Via
libera
invece
per
il
signor
Teschi
,
che
non
lascia
addirittura
tempo
a
Mike
Bongiorno
di
formulare
la
domanda
e
dice
subito
il
nome
del
regista
(
Von
Sternberg
)
e
il
titolo
(
Le
notti
di
Chicago
)
del
film
che
poco
prima
della
morte
Ridolini
interpretò
,
sostenendovi
eccezionalmente
un
ruolo
drammatico
.
L
'
«
esame
»
,
per
così
dire
,
del
signor
Teschi
ha
una
piccola
coda
:
egli
offre
a
Bongiorno
una
rarità
da
cineteca
,
un
fotogramma
del
film
di
Dreyer
La
passione
di
Giovanna
d
'
Arco
e
racconta
,
con
gran
disinvoltura
,
come
alcuni
suoi
colleghi
insegnanti
,
per
indurlo
a
raddoppiare
,
gli
abbiano
offerto
,
in
caso
di
insuccesso
,
di
rifondergli
la
differenza
.
Il
maestro
di
Cremona
se
ne
va
fra
gli
applausi
:
ha
ormai
conquistato
640
mila
lire
ed
è
in
gioco
per
il
premio
di
1
milione
e
280
mila
lire
,
fra
due
settimane
.
L
'
impiegato
milanese
Gino
Tomaselli
,
appassionato
di
jazz
,
che
gli
succede
per
tentare
il
premio
di
1
milione
e
280
mila
lire
,
è
la
terza
vittima
della
serata
.
Richiesto
di
dire
il
titolo
di
una
famosa
composizione
sui
quartieri
di
Londra
(
il
titolo
era
London
Suite
)
risponde
subito
franco
e
secco
:
«
Rinuncio
»
;
ad
ogni
modo
,
appena
uscito
dalla
cabina
di
vetro
,
prende
possesso
del
suo
premio
di
consolazione
,
un
'
auto
utilitaria
.
Ed
eccoci
infine
al
clou
della
trasmissione
:
il
professor
Lando
Degoli
di
Carpi
,
matematico
e
appassionato
d
'
opera
lirica
:
se
imbroccherà
la
risposta
,
vincerà
2
milioni
e
560
mila
lire
.
«
Mi
ritiro
»
dice
il
professor
Degoli
alla
richiesta
se
voglia
giocare
ancora
;
poi
,
sul
chiaro
mormorio
di
delusione
che
sale
dalla
platea
,
aggiunge
maliziosamente
:
«
Mi
ritiro
nella
cabina
,
per
rispondere
alla
domanda
.
»
«
Nelle
sue
partiture
Verdi
usò
mai
il
controfagotto
?
e
in
quale
opera
?
»
chiede
Mike
Bongiorno
.
Entro
la
garitta
il
professor
Degoli
suda
di
pena
,
poi
dice
piano
:
«
Non
lo
so
»
.
Bongiorno
l
'
incoraggia
mentre
l
'
orologio
scandisce
i
secondi
:
«
Il
Falstaff
»
azzarda
il
professore
.
Ma
la
risposta
esatta
è
invece
:
Don
Carlos
.
Per
la
verità
questa
domanda
,
strettamente
tecnica
,
è
parsa
esorbitare
,
a
giudizio
di
molti
musicisti
,
dalla
conoscenza
che
si
può
ragionevolmente
pretendere
da
un
«
amatore
»
,
sia
pure
ben
preparato
.
Il
primo
piano
del
volto
del
professor
Degoli
,
all
'
uscita
dalla
cabina
,
è
davvero
patetico
:
sui
suoi
tratti
la
delusione
lotta
con
il
self
control
e
alla
fine
è
sconfitta
:
Degoli
riesce
perfino
a
sorridere
.
L
'
applauso
del
pubblico
è
stato
dunque
un
riconoscimento
meritato
di
questo
garbo
e
di
questa
eleganza
in
un
momento
piuttosto
amaro
.