StampaQuotidiana ,
Giovambattista
Giuffrè
,
doppio
commendatore
come
le
«
fettuccine
al
doppio
burro
»
che
nelle
trattorie
romane
si
servono
appunto
ai
commendatori
(
il
Giuffrè
è
insignito
sia
dell
'
Ordine
della
Repubblica
che
dell
'
Ordine
del
Santo
Sepolcro
)
,
costituisce
uno
degli
enigmi
più
appassionanti
del
dopoguerra
:
lui
,
e
tutti
coloro
che
hanno
giuocato
al
«
presta
e
raddoppia
»
.
Abbiamo
veduto
tanta
gente
arricchirsi
improvvisandosi
fabbricanti
di
macchine
utensili
,
coi
brevetti
tedeschi
caduti
in
pubblico
dominio
ed
altri
mezzi
illeciti
,
ma
l
'
ex
cassiere
del
Credito
Romagnolo
batte
tutti
per
la
perfezione
del
metodo
escogitato
.
La
cosa
che
più
colpisce
è
il
contrasto
tra
il
fisico
del
Giuffrè
,
che
è
quello
del
bonaccione
campagnolo
,
e
l
'
astuzia
degna
di
un
Luca
Cortese
.
Costui
(
pochi
sanno
chi
fosse
,
anche
dopo
la
pubblicazione
del
romanzo
sulla
sua
vita
scritto
dal
figlio
:
l
'
attore
Leonardo
Cortese
)
architettò
nel
primo
decennio
del
secolo
,
se
non
ci
inganniamo
,
qualcosa
di
simile
:
una
«
speculazione
»
(
diciamo
così
)
di
tipo
bancario
illegale
,
destinata
a
fruttargli
grossi
guadagni
.
Ma
il
Cortese
era
una
creatura
dannunziana
,
teneva
un
party
e
regalava
il
portasigarette
d
'
oro
o
lo
smeraldo
ad
ogni
partecipante
,
amava
follemente
le
donne
e
,
come
si
cantava
una
volta
,
era
dedito
al
«
folle
piacer
...
»
.
Invece
il
Giuffrè
viene
definito
«
pio
»
,
«
benefico
»
,
«
anima
generosa
»
.
Gli
attestati
a
favore
della
sua
personalità
morale
non
si
contano
.
In
uno
si
legge
che
«
mille
monumenti
s
'
innalzano
in
terra
di
Cesena
al
nome
del
Giuffrè
:
e
sono
i
monasteri
e
i
conventi
,
le
chiese
e
gli
asili
,
le
case
di
azione
cattolica
e
le
sale
di
lettura
,
i
teatri
parrocchiali
e
i
campi
sportivi
,
le
case
degli
operai
e
dei
più
umili
lavoratori
...
»
.
Si
capisce
come
a
questo
punto
si
resti
perplessi
a
definirlo
:
«
maniaco
della
beneficenza
»
o
«
facchino
della
carità
»
?
L
'
una
cosa
e
l
'
altra
sono
state
dette
di
lui
.
Il
badiale
commendator
Giuffrè
(
veneto
o
siculo
?
)
ha
anche
la
fortuna
di
essere
un
portatore
d
'
affezione
cardiopatica
.
Questo
obbliga
tutti
ad
un
certo
riguardo
per
risparmiargli
emozioni
che
potrebbero
riuscire
fatali
.
E
lui
si
rende
ben
conto
del
privilegio
della
malattia
,
al
punto
che
ha
sempre
affettato
un
certo
distacco
dalle
operazioni
finanziarie
e
un
vivo
desiderio
di
ritirarsi
presto
dagli
affari
«
per
motivi
di
salute
»
.
Il
quadro
è
d
'
una
perfezione
stupefacente
;
il
«
tipo
»
di
una
validità
secolare
nella
letteratura
italiana
.
E
tutti
siamo
qui
esitanti
a
chiamare
col
suo
vero
nome
il
Giuffrè
e
il
raggiro
da
lui
immaginato
.
Raggiro
?
Sentite
qua
:
«
Io
non
ho
mai
raccolto
fondi
,
né
ho
mai
incaricato
alcuno
a
raccoglierli
a
mio
nome
...
Sono
loro
che
me
li
portano
...
»
.
Loro
:
chi
?
Verrebbe
voglia
,
per
amore
di
paradosso
,
di
prendere
la
difesa
del
commendator
Giuffrè
.
Perché
-
qui
sta
il
singolare
di
tutta
la
faccenda
-
finora
non
si
è
riusciti
a
capire
dove
sia
la
parte
lesa
.
Giuffrè
si
arricchisce
,
compra
la
villa
di
Bartali
,
l
'
automobile
,
dà
modo
al
figliastro
di
sovvenzionare
la
squadra
di
pallacanestro
e
di
mandarla
(
in
aereo
)
in
trasferta
all
'
estero
...
I
parroci
possono
costruire
l
'
asilo
,
la
palestra
,
la
sala
cinematografica
,
restaurare
la
chiesa
,
aprire
una
nuova
cappella
...
I
clienti
ricevono
l
'
ingentissimo
interesse
(
dal
100
a130%
)
sulle
somme
prestate
,
messe
a
frutto
:
e
quale
frutto
!
E
,
se
è
vero
che
gli
affari
del
doppio
commendatore
si
estendevano
anche
in
India
e
nel
Giappone
,
c
'
è
caso
che
una
mozione
dei
Paesi
afroasiatici
venga
ad
aggiungersi
ai
molti
attestati
a
pro
del
«
benefattore
munifico
e
sapiente
»
.
Noi
stimiamo
molto
il
ministro
delle
Finanze
,
onorevole
Preti
,
e
ammiriamo
la
sua
coraggiosa
fermezza
:
ma
-
ci
consenta
di
chiederglielo
-
crede
di
poter
fare
,
quale
ministro
delle
Finanze
,
molto
di
più
di
ciò
che
ha
già
fatto
contro
il
«
moltiplicatore
dei
milioni
»
?
Egli
ha
il
merito
di
aver
spezzato
la
catena
.
Ora
tocca
al
ministro
degli
Interni
:
e
,
da
ieri
sera
,
vi
sono
già
i
segni
che
non
c
'
è
bisogno
di
sollecitare
l
'
intervento
dell
'
onorevole
Tambroni
.
In
fondo
alla
catena
ci
sono
,
infatti
,
le
vittime
del
«
presta
e
raddoppia
»
:
coloro
che
ci
rimetteranno
le
penne
,
che
pagheranno
per
tutti
.
I
truffati
,
in
una
parola
.
Non
c
'
è
Giuffrè
che
tenga
:
questi
miliardi
,
qualcuno
ha
da
rimetterceli
.