StampaPeriodica ,
Il
lettore
scuserà
la
disorganicità
di
queste
brevi
note
.
Non
hanno
alcuna
pretesa
di
completezza
:
vogliono
sollevare
dei
problemi
,
più
che
risolverli
.
Sono
state
scritte
nella
speranza
che
si
possa
aprire
una
discussione
su
alcuni
temi
che
interessano
tutto
il
movimento
operaio
.
Manca
una
letteratura
che
rifletta
la
realtà
viva
del
proletariato
industriale
.
Per
letteratura
non
intendo
evidentemente
la
narrativa
in
senso
stretto
quanto
piuttosto
quella
più
ampia
produzione
scritta
che
va
dall
'
inchiesta
al
saggio
,
dal
romanzo
ambientato
in
una
società
industriale
a
qualsiasi
altra
espressione
creativa
che
faccia
centro
sull
'
umanità
operaia
,
dalla
raccolta
sistematica
di
quanto
il
proletariato
spontaneamente
produce
a
quanto
,
spinto
dalla
cultura
che
ad
esso
è
legata
,
può
produrre
sulla
propria
condizione
.
Una
tale
produzione
si
fa
letteratura
poiché
«
narra
»
la
società
,
animando
il
tessuto
sociale
,
cogliendolo
in
tutta
la
sua
mobile
complessità
piuttosto
che
riprodurlo
come
una
cosa
senza
vita
,
frutto
di
una
visione
meccanica
dei
rapporti
sociali
.
Una
letteratura
.
intesa
in
questo
senso
,
si
è
sviluppata
partendo
dalle
zone
più
arretrate
della
nostra
società
,
dal
proletariato
e
dal
sottoproletariato
contadino
meridionale
.
Ma
qui
si
è
fermata
,
senza
trovare
in
se
stessa
la
forza
di
salire
alla
visione
unitaria
della
società
nazionale
.
Il
motivo
di
questa
intrinseca
limitatezza
va
ricercato
,
a
mio
avviso
,
nella
matrice
ideologica
della
letteratura
sociologica
meridionalista
.
Sono
appunto
le
sue
origini
che
oggi
ne
ostacolano
una
ulteriore
espansione
ed
anzi
la
spingono
verso
un
processo
involutivo
.
Ad
essa
comunque
restano
legati
alcuni
fondamentali
momenti
dello
sviluppo
culturale
degli
anni
del
dopoguerra
.
L
'
aspetto
più
promettente
del
nostro
panorama
culturale
,
ossia
la
maturità
del
suo
impegno
sociale
,
è
passato
anche
per
l
'
accostarsi
di
alcuni
settori
della
cultura
democratica
ai
problemi
del
mondo
contadino
meridionale
.
Questo
incontro
ha
visto
molti
uomini
di
cultura
di
formazione
democratica
fare
propri
i
problemi
della
miseria
e
dell
'
arretratezza
meridionale
.
In
termini
dialettici
essi
hanno
dato
una
soluzione
concreta
ai
rapporti
tra
una
cultura
consapevole
della
propria
responsabilità
sociale
e
la
società
in
cui
vive
ed
opera
.
Oggi
le
conclusioni
raggiunte
ci
lasciano
insoddisfatti
;
nondimeno
sono
ricche
di
insegnamenti
positivi
che
,
lungi
dall
'
essere
rifiutati
,
vanno
invece
studiati
e
fatti
propri
dal
movimento
operaio
.
I
limiti
«
democratico
-
borghesi
»
Alla
radice
di
tutti
i
limiti
della
letteratura
sociologica
meridionalista
vi
è
una
concezione
democratico
-
borghese
dei
problemi
sociali
.
L
'
accostamento
alle
plebi
meridionali
nasce
da
un
impulso
morale
ed
in
esso
si
esaurisce
.
La
concezione
rivoluzionaria
della
società
è
del
tutto
assente
:
ciò
che
offende
,
ciò
che
muove
è
l
'
inconciliabilità
tra
una
determinata
condizione
di
arretratezza
,
terribile
come
una
condanna
,
e
lo
Stato
borghese
modernamente
inteso
.
Infine
la
ricerca
delle
cause
di
tanta
arretratezza
,
e
delle
sue
soluzioni
,
anziché
nelle
strutture
del
paese
e
nella
lotta
di
classe
,
si
esaurisce
(
nei
casi
in
cui
di
questa
analisi
si
senta
il
bisogno
e
non
ci
si
limiti
ad
una
visione
immobile
,
fatalista
della
miseria
meridionale
)
nell
'
indicazione
di
forze
implicite
nel
mondo
meridionale
ovvero
di
forze
che
agiscono
soltanto
nella
sovrastruttura
del
paese
.
Una
visione
marxista
della
società
parte
dalla
ricerca
delle
cause
strutturali
,
delle
radici
economiche
,
storiche
,
politiche
della
situazione
concreta
,
e
cerca
nella
lotta
di
classe
le
forze
di
ogni
trasformazione
sociale
.
Appunto
una
visione
marxista
rintracciando
nella
struttura
della
società
italiana
e
nella
politica
delle
sue
classi
dirigenti
i
motivi
di
fondo
dell
'
arretratezza
meridionale
,
e
vedendo
nella
lotta
di
classe
le
forze
per
la
sua
rottura
,
avrebbe
immesso
la
letteratura
sociologica
meridionalistica
in
un
orizzonte
più
ampio
,
l
'
avrebbe
liberata
da
quanto
ha
oggi
di
chiuso
,
di
limitato
e
talvolta
di
provinciale
.
L
'
assenza
di
rigore
Tutta
la
letteratura
meridionalista
ha
un
impronta
sociologica
,
ma
nel
suo
interno
si
è
venuta
formando
una
produzione
sociologica
vera
e
propria
,
una
scuola
addirittura
.
Deficienza
palese
di
questa
corrente
,
suo
grave
limite
,
è
l
'
assenza
di
rigore
metodologico
.
,
la
mancanza
di
sufficiente
spirito
sistematico
e
critico
,
un
modo
improvvisato
,
talvolta
ingenuo
,
di
affrontare
la
realtà
sociale
.
Ciò
che
le
manca
è
lo
a
spirito
scientifico
A
,
ed
alla
radice
di
queste
deficienze
troviamo
nuovamente
la
matrice
ideologica
democratico
-
borghese
.
Contenuto
scientifico
della
produzione
sociologica
significa
infatti
aderenza
alla
struttura
della
vita
sociale
.
Il
problema
del
come
darsi
un
maggior
rigore
non
si
risolve
,
come
molti
credono
,
assorbendo
semplicemente
le
tecniche
della
sociologia
tradizionale
.
La
tecnica
,
la
metodologia
di
per
se
stessa
,
non
qualificano
nulla
.
È
lo
spirito
con
cui
ci
si
avvicina
alla
realtà
,
l
'
angolo
visuale
da
cui
si
parte
.
l
'
ideologia
insomma
,
che
hanno
una
sostanza
scientifica
o
meno
.
Una
stessa
tecnica
.
intesa
nel
più
moderno
dei
modi
.
può
condurre
a
risultati
opposti
,
a
sistemare
un
mondo
fondato
sulla
ragione
e
sulla
materia
,
come
un
altro
metafisico
ed
irrazionale
.
Non
si
tratta
però
,
si
badi
bene
,
di
svalutare
la
metodologia
di
lavoro
,
si
tratta
invece
di
utilizzarla
per
ciò
che
essa
realmente
è
:
uno
strumento
nelle
mani
dello
scienziato
.
Un
fatto
vivo
nella
cultura
La
letteratura
sociologica
meridionalista
di
questo
dopoguerra
nasce
dall
'
incontro
tra
la
miseria
del
Sud
ed
alcuni
settori
della
nostra
cultura
democratica
i
quali
sentivano
l
'
urgenza
di
concretare
il
proprio
impegno
sociale
.
Ebbene
l
'
occasione
ed
i
motivi
di
questo
incontro
hanno
avuto
grande
importanza
nello
sviluppo
della
sociologia
meridionalista
.
Ad
essi
si
devono
tutti
i
suoi
tratti
distintivi
,
quegli
elementi
che
ne
fanno
una
esperienza
originale
e
culturalmente
produttiva
.
Innanzitutto
la
produzione
sociologica
,
questa
poveretta
tirata
sempre
in
ballo
e
sempre
ridotta
da
scienza
a
tecnica
,
da
elemento
vivo
ad
arida
disquisizione
su
di
una
realtà
sociale
sterilizzata
,
nell
'
incontro
con
questi
intellettuali
,
ansiosi
di
impegnare
le
proprie
energie
,
si
nutre
di
una
autentica
problematica
ideologica
che
ne
amplia
l
'
Orizzonte
e
la
trasforma
in
uno
dei
fatti
più
vivi
della
nostra
cultura
di
questo
dopoguerra
.
In
secondo
luogo
proprio
perché
in
essa
molti
intellettuali
vedevano
realizzato
il
proprio
legame
con
la
società
,
ha
acquistato
un
carattere
impegnato
che
le
dà
una
impronta
assolutamente
originale
.
Lo
studioso
non
si
accosta
alla
realtà
solo
per
interpretarla
:
la
rappresentazione
sottintende
un
fine
politico
,
ossia
la
trasformazione
delle
società
stesse
.
Vi
è
un
altro
aspetto
della
sociologia
meridionalista
che
va
sottolineato
.
L
'
apporto
della
esperienza
narrativa
è
stato
rilevante
ed
ha
lasciato
evidenti
tracce
.
Le
vediamo
principalmente
in
alcune
tecniche
che
la
sociologia
meridionalista
ha
in
parte
acquistato
,
in
parte
raffinato
sul
modulo
letterario
:
la
biografia
,
l
'
intervista
,
la
descrizione
ambientale
etc.
Ma
ci
sembra
che
il
contributo
della
narrativa
si
condensi
soprattutto
in
un
particolare
atteggiamento
dinanzi
alla
realtà
;
va
visto
cioè
nella
tendenza
a
a
narrare
»
la
società
,
a
tradurla
in
immagine
viva
,
in
qualcosa
di
palpitante
,
a
darle
un
volto
ed
una
espressione
morale
.
Il
sociologo
cioè
,
proprio
perché
non
è
più
un
tecnico
ma
un
intellettuale
,
proprio
perché
non
si
propone
di
registrare
la
realtà
ma
di
trasformarla
,
non
è
più
agnostico
ma
porta
nello
studio
tutta
la
propria
carica
ideologica
e
morale
che
tenta
di
trasferire
ai
gruppi
sociali
che
influenza
.
Le
suggestioni
del
mondo
primitivo
Le
stesse
origini
ideologiche
che
hanno
spinto
determinati
intellettuali
verso
la
sociologia
(
e
introdotto
un
limite
nel
loro
orizzonte
)
,
hanno
contribuito
ad
orientarli
verso
il
mondo
contadino
arretrato
.
Una
formazione
ideologica
democratico
-
borghese
,
sensibile
soprattutto
alle
lacune
dello
Stato
borghese
moderne
,
era
evidentemente
portata
,
nella
nostra
società
,
ad
orientarsi
verso
il
mondo
arretrato
dove
la
miseria
è
miseria
,
la
fame
è
fame
,
l
'
ignoranza
e
l
'
abbandono
si
manifestano
nelle
loro
forme
più
crude
e
sconcertanti
.
Qui
i
problemi
sono
più
scoperti
,
le
responsabilità
più
evidenti
,
non
occorre
scavare
gli
uni
e
le
altre
nelle
pieghe
di
una
società
complessa
e
contraddittoria
.
Anche
un
altro
motivo
va
messo
in
rilievo
quando
ci
si
chiede
perché
questi
sociologhi
improvvisati
si
sono
diretti
verso
il
mondo
contadino
:
la
origine
letteraria
di
gran
parte
di
essi
.
Nella
società
arretrata
infatti
,
nei
suoi
uomini
,
si
celavano
delle
suggestioni
che
li
hanno
sedotti
con
quanto
di
primordiale
,
di
immediato
,
di
intensamente
tragico
recavano
in
sé
.
In
sostanza
è
l
'
assenza
di
una
visione
marxista
dei
fatti
sociali
a
far
ritenere
a
molti
intellettuali
che
nelle
società
arretrate
vi
sia
una
carica
drammatica
che
le
società
evolute
,
quelle
di
tipo
industriale
,
non
hanno
.
Questa
carica
drammatica
,
dicono
molti
,
deriva
dalla
elementarietà
dei
problemi
,
dalla
loro
asprezza
,
dal
fatto
che
l
'
uomo
non
è
ancora
stato
plasmato
da
più
complessi
rapporti
sociali
,
dal
costante
rapporto
con
i
fatti
della
natura
.
Questa
convinzione
che
vi
sia
nel
mondo
contadino
arretrato
una
carica
drammatica
la
quale
invece
manca
nella
società
industriale
,
è
profondamente
radicata
tra
molti
intellettuali
.
Direttamente
o
per
via
indiretta
essa
alimenta
una
concezione
piccolo
borghese
,
anonima
e
noiosa
del
mondo
operaio
.
Le
forme
dei
contrasti
sociali
In
realtà
ci
troviamo
di
fronte
ad
una
visione
borghese
dei
fatti
sociali
.
La
vita
di
una
società
infatti
,
quanto
vi
è
in
essa
di
drammatico
,
di
tragico
talvolta
,
scaturisce
dalla
struttura
produttiva
e
dai
contrasti
sociali
che
partono
dai
rapporti
con
la
produzione
.
I
contrasti
sono
l
'
anima
,
la
forza
motrice
della
società
,
avvengano
sul
terreno
dei
rapporti
di
produzione
o
su
quello
del
potere
politico
,
nella
struttura
o
nella
sovrastruttura
o
nell
'
una
e
l
'
altra
in
diverse
combinazioni
.
Questo
è
il
nucleo
drammatico
che
colpisce
e
stimola
lo
spirito
creativo
nel
suo
studio
della
società
;
è
da
questi
contrasti
,
talora
sopiti
ma
tuttavia
presenti
ed
operanti
,
talora
laceranti
,
è
da
questi
contrasti
connaturati
alla
vita
sociale
che
scaturisce
quanto
di
drammatico
,
di
tragico
,
vi
è
nel
destino
dell
'
uomo
.
La
società
,
la
vita
sociale
,
è
sempre
un
fatto
drammatico
,
si
manifesti
questa
tensione
nell
'
esasperazione
della
fame
,
dell
'
ignoranza
,
dell
'
abbandono
o
si
trasferisca
invece
,
nelle
società
più
evolute
,
ad
un
livello
che
corrisponde
non
più
,
per
così
dire
.
alle
esigenze
fisiologiche
bensì
a
quelle
sociali
.
Nei
paesi
arretrati
i
contrasti
sono
radicali
e
si
manifestano
nelle
strutture
.
In
queste
aree
il
permanere
di
determinate
condizioni
strutturali
,
dovute
ai
rapporti
di
classe
esistenti
,
garantisce
ai
gruppi
dominanti
la
permanente
inferiorità
delle
classi
subordinate
ed
il
perpetuarsi
dei
propri
privilegi
.
La
lotta
di
classe
,
che
costituisce
il
motore
del
progresso
civile
,
avviene
al
livello
delle
strutture
ed
in
termini
rivoluzionari
.
Solo
il
rovesciamento
dei
rapporti
di
produzione
esistenti
consente
lo
sviluppo
economico
ed
il
progresso
civile
di
quei
paesi
.
Massima
è
dunque
,
proprio
nella
struttura
,
la
tensione
rivoluzionaria
anche
se
talora
ciò
non
appare
chiaramente
perché
ancora
assenti
le
forze
capaci
di
darle
contenuto
politico
e
veste
ideologica
.
Via
via
che
le
società
si
evolvono
i
contrasti
,
così
appariscenti
nei
paesi
arretrati
.
vanno
a
celarsi
sin
nelle
pieghe
più
nascoste
.
La
loro
caratteristica
è
di
non
operare
più
prevalentemente
al
livello
delle
strutture
economiche
e
dei
rapporti
di
produzione
.
ma
di
trasferirsi
anche
al
livello
delle
sovrastrutture
.
In
alcuni
paesi
può
addirittura
apparire
che
i
contrasti
si
siano
prevalentemente
trasferiti
su
questo
terreno
.
Tutto
ciò
corrisponde
,
si
diceva
,
ai
diversi
gradi
di
sviluppo
della
società
civile
.
Ebbene
,
proprio
perché
l
'
individuo
è
frutto
della
società
,
anche
le
sue
necessità
vitali
variano
a
seconda
dell
'
ambiente
che
lo
ha
condizionato
.
In
una
società
più
evoluta
l
'
individuo
dispiega
la
propria
vita
su
di
un
arco
assai
più
ampio
:
magari
,
più
complesse
,
ma
tuttavia
sempre
vitali
sono
le
sue
esigenze
.
Il
suo
contrasto
con
la
società
(
come
quello
del
suo
gruppo
e
della
sua
classe
)
non
avviene
più
soltanto
o
prevalentemente
sul
terreno
delle
esigenze
elementari
di
vita
ma
su
quello
più
composito
in
cui
si
fondono
necessità
materiali
,
sociali
e
spirituali
.
La
condizione
operaia
in
Italia
Chi
nega
un
reale
contenuto
drammatico
alle
società
evolute
compie
generalmente
un
secondo
errore
quando
paragona
la
condizione
operaia
in
Italia
con
quella
degli
altri
paesi
occidentali
.
È
questo
un
errore
assai
frequente
e
mi
sembra
il
frutto
,
di
una
visione
falsa
della
struttura
economica
su
cui
si
sviluppa
e
vive
la
società
operaia
,
dall
'
altra
di
un
errore
di
metodo
per
cui
si
considera
un
ambiente
sociale
separandolo
dal
contesto
generale
da
cui
,
lo
si
voglia
o
no
,
è
condizionato
.
In
realtà
il
settore
industriale
è
contraddistinto
da
profondi
squilibri
che
si
ripercuotono
e
improntano
di
sé
il
tessuto
sociale
che
esso
nutre
.
Frutto
di
una
politica
di
classe
contraria
agli
interessi
collettivi
,
questi
squilibri
tendono
ad
aggravarsi
e
riproducono
all
'
interno
del
settore
industriale
una
situazione
in
cui
si
intrecciano
aree
depresse
ed
aree
sviluppate
.
Ma
sulla
condizione
operaia
grava
anche
,
sia
sotto
il
profilo
economico
sia
sotto
quello
politico
e
sociale
,
il
peso
negativo
della
persistente
arretratezza
di
larga
parte
del
paese
.
Ecco
allora
che
la
classe
operaia
italiana
si
trova
in
una
condizione
particolare
.
Gli
squilibri
strutturali
esistenti
nel
paese
e
quelli
presenti
nella
stessa
area
industriale
,
le
danno
dei
compiti
ed
una
vocazione
rivoluzionaria
del
tutto
originali
rispetto
a
quelli
impliciti
negli
altri
paesi
occidentali
.
Non
esistono
paralleli
sociali
scientificamente
validi
quando
milioni
di
disoccupati
e
di
sottoccupati
gravano
sul
mercato
del
lavoro
,
quando
lo
sviluppo
industriale
,
e
più
generalmente
produttivo
,
si
compie
sotto
la
spinta
e
sotto
la
direzione
dei
gruppi
monopolistici
aggravando
gli
squilibri
esistenti
,
quando
le
discriminazioni
sono
il
solo
,
il
vero
sistema
che
regola
i
rapporti
tra
lavoratore
e
datore
di
lavoro
,
quando
nelle
fabbriche
regna
la
sopraffazione
ed
i
lavoratori
vengono
quotidianamente
umiliati
,
quando
gli
operai
non
possiedono
né
validi
organismi
sindacali
né
una
legislazione
del
lavoro
che
li
tuteli
in
modo
adeguato
.
Inesistenza
di
una
«
letteratura
operaia
»
Il
settore
più
avanzato
della
cultura
democratico
-
borghese
si
è
avvicinato
alla
società
che
le
era
più
vicina
ed
ha
saputo
penetrarla
ed
esprimerla
.
Oggi
,
pur
con
tutte
le
riserve
che
abbiamo
avanzato
,
possediamo
un
'
immagine
viva
del
mondo
arretrato
meridionale
.
Manca
invece
del
tutto
,
in
questo
dopoguerra
,
una
letteratura
,
e
soprattutto
una
sociologia
capaci
di
interpretare
la
realtà
sociale
dal
punto
di
vista
marxista
.
Manca
in
primo
luogo
un
'
immagine
viva
,
attuale
,
del
proletariato
industriale
visto
non
solo
nella
sua
struttura
ma
anche
nella
sua
tensione
morale
.
Alla
relativa
forza
politica
del
movimento
operaio
,
e
soprattutto
alla
sua
profonda
penetrazione
nel
tessuto
sociale
del
paese
,
non
corrisponde
,
sul
piano
culturale
,
una
interpretazione
altrettanto
ricca
di
quella
che
è
la
struttura
della
società
nazionale
.
Lo
stesso
termine
«
classe
operaia
»
nasconde
una
realtà
vivente
ma
senza
volto
,
una
realtà
con
la
quale
si
è
perduto
un
contatto
diretto
e
che
ci
resta
distorta
,
mummificata
spesso
,
per
essere
divenuta
un
mito
anziché
l
'
oggetto
di
meditazione
e
di
studio
.
In
sostanza
la
cultura
legata
alle
istanze
di
classe
ha
dimostrato
di
intendere
in
modo
meccanico
il
proprio
legame
col
movimento
operaio
e
con
la
società
nazionale
,
ed
ha
finito
per
trovarsi
a
rimorchio
delle
esperienze
concrete
che
i
partiti
e
le
organizzazioni
di
classe
conducono
quotidianamente
nel
paese
I
motivi
di
fondo
I
motivi
di
fondo
della
debolezza
della
cultura
marxista
vanno
ricercati
non
solo
nella
sua
formazione
ma
anche
nelle
prospettive
politiche
della
lotta
del
movimento
operaio
e
della
funzione
che
,
in
questa
lotta
,
esso
ha
assegnato
alla
cultura
.
Per
quanto
concerne
la
formazione
della
cultura
marxista
va
rilevata
l
'
origine
idealista
di
molti
intellettuali
ed
il
peso
della
tradizione
accademica
.
Entrambi
questi
elementi
costituivano
una
forte
remora
ad
una
visione
spregiudicata
e
diretta
della
società
.
Al
contrario
tutto
spingeva
alla
disquisizione
astratta
,
all
'
ideologismo
,
allo
studio
pedantesco
e
filologico
dei
sacri
testi
piuttosto
che
all
'
esame
diretto
della
realtà
in
cui
si
muove
il
movimento
operaio
.
Nella
stessa
direzione
premeva
la
subordinazione
del
movimento
operaio
italiano
alla
strategia
del
blocco
socialista
e
la
prospettiva
della
presa
violenta
del
potere
in
occasione
di
una
crisi
di
carattere
internazionale
.
Accettata
la
prospettiva
della
rottura
violenta
,
e
preso
lo
Stato
sovietico
come
modello
di
edificazione
socialista
,
il
solo
problema
che
si
pone
è
quello
della
conquista
rivoluzionaria
dello
Stato
sotto
la
guida
del
partito
operaio
.
Tutto
diviene
strumentale
,
anche
la
cultura
la
cui
funzione
non
è
più
di
studiare
la
realtà
ma
di
servire
da
bandiera
.
Non
ponendosi
il
problema
della
conquista
progressiva
di
un
maggior
potere
nelle
strutture
dello
Stato
borghese
,
non
esiste
né
un
problema
di
partecipazione
e
di
educazione
delle
masse
,
né
il
problema
dello
studio
della
situazione
concreta
in
cui
il
movimento
operaio
opera
.
al
fine
di
indicargli
come
trasformare
la
realtà
.
Il
rapporto
tra
il
partito
e
le
masse
popolari
si
svolge
a
senso
unico
,
dall
'
alto
verso
il
basso
;
proprio
come
si
svolge
il
rapporto
tra
il
partito
e
la
cultura
vicina
al
movimento
operaio
.
Il
travaglio
del
movimento
operaio
iniziato
col
XX
Congresso
ha
messo
in
nuova
luce
tendenze
già
operanti
,
ed
ha
dato
tutt
'
altra
prospettiva
di
lotta
ai
partiti
ed
alle
organizzazioni
di
classe
.
Via
pacifica
al
socialismo
,
pur
in
una
situazione
strutturale
che
si
presenta
rivoluzionaria
,
significa
appunto
conquista
progressiva
di
un
maggior
potere
nell
'
ambito
di
una
società
che
è
borghese
.
Postulato
di
questa
lotta
è
la
partecipazione
delle
masse
,
la
loro
costante
mobilitazione
,
in
direzione
dei
temi
di
struttura
,
la
loro
continua
educazione
alla
gestione
delle
aree
di
potere
che
progressivamente
conquistano
.
Ciò
significa
prospettiva
della
conquista
popolare
dello
stato
borghese
dal
suo
interno
e
nello
stesso
tempo
educazione
all
'
esercizio
concreto
della
democrazia
diretta
.
Il
rapporto
col
paese
e
con
le
masse
popolari
diviene
adesso
reciproco
:
l
'
adesione
continua
alla
realtà
del
paese
ed
alla
spinta
delle
masse
,
e
nello
stesso
tempo
il
loro
orientamento
verso
i
temi
di
fondo
capaci
di
creare
un
'
alternativa
rivoluzionaria
al
potere
borghese
,
sono
due
aspetti
inscindibili
di
una
stessa
politica
.
È
in
questo
quadro
che
la
cultura
marxista
deve
sapere
sviluppare
un
rapporto
funzionale
,
veramente
politico
,
col
movimento
operaio
.
Suo
compito
,
suo
compito
politico
è
saper
analizzare
la
realtà
vivente
in
cui
opera
il
movimento
di
classe
.
Se
è
vero
che
l
'
attuale
prospettiva
politica
richiede
una
costante
adesione
alla
realtà
del
paese
,
allora
la
funzione
della
cultura
marxista
è
divenuta
fondamentale
ed
insostituibile
.
Non
comprendere
il
significato
politico
della
autonomia
della
ricerca
,
riproporre
in
termini
meccanici
e
subordinati
il
rapporto
tra
la
cultura
marxista
ed
il
movimento
operaio
,
significa
oggi
divenire
dei
conservatori
,
ostacolare
la
lotta
per
lo
Stato
socialista
.
StampaPeriodica ,
Si
dice
che
il
mondo
della
fabbrica
,
il
mondo
meccanico
della
produzione
industriale
sia
grigio
,
amorfo
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
.
Ebbene
non
ha
nulla
di
tragico
la
decadenza
di
un
operaio
specializzato
che
dopo
aver
trascorso
la
propria
vita
nelle
officine
,
al
contatto
della
macchina
.
tra
i
compagni
di
lavoro
,
colpito
da
un
padrone
che
spezza
d
'
un
colpo
tutti
questi
legami
che
facevano
parte
della
sua
vita
,
e
che
lo
perseguita
dall
'
alto
nella
città
,
come
una
divinità
vendicativa
ed
onnipossente
,
termina
a
scaricare
la
notte
casse
di
verdura
ai
mercati
generali
?
Poche
ore
di
lavoro
,
saltuarie
,
alcune
migliaia
di
lire
al
mese
,
il
sussidio
di
disoccupazione
finché
dura
e
un
po
'
di
ortaggi
infilati
in
tasca
.
O
non
ha
nulla
di
drammatico
la
lotta
dell
'
immigrato
,
ex
bracciante
e
salariato
di
una
campagna
miserabile
,
il
quale
si
aggrappa
alla
città
ostile
dove
si
snodano
le
catene
di
montaggio
e
la
notte
il
cielo
si
illumina
del
bagliore
delle
colate
?
Questo
contadino
sradicato
che
lotta
muto
,
ostinato
,
per
occuparsi
,
per
farsi
avanti
,
per
unirsi
alla
famiglia
e
finalmente
per
scomparire
anch
'
esso
nella
grande
città
,
per
confondersi
tra
la
massa
dei
vecchi
operai
.
Come
non
è
drammatico
l
'
eroismo
silenzioso
dell
'
operaio
cosciente
il
quale
,
giorno
dopo
giorno
,
ignorato
dalla
società
civile
,
indifeso
,
talvolta
solo
,
sfida
la
prepotenza
del
padrone
rivendicando
i
propri
diritti
di
cittadino
e
di
operaio
?
Non
è
sconcertante
che
in
officina
si
debba
tacere
,
tacere
e
chinare
la
testa
,
sentirsi
divisi
,
sentirsi
in
due
parti
,
una
dignitosa
e
civile
che
va
nascosta
,
e
l
'
altra
bassa
,
meschina
,
egoista
,
la
sola
da
manifestare
in
fabbrica
se
si
vuol
vivere
una
vita
che
almeno
materialmente
sia
tranquilla
.
È
la
tragedia
della
classe
operaia
che
sa
di
avere
dei
diritti
perché
produce
,
che
vede
una
classe
dirigente
corrotta
e
sa
di
essere
sana
e
forte
,
che
vuole
esprimersi
,
partecipare
alla
vita
civile
del
paese
,
ed
invece
si
vede
ignorata
,
esclusa
,
perennemente
ricacciata
alla
periferia
!
La
coscienza
dei
diritti
Nell
'
esaminare
la
condizione
operaia
non
è
sufficiente
limitarsi
alle
condizioni
materiali
d
'
esistenza
ma
è
necessario
studiare
accanto
a
queste
come
venga
soddisfatto
quel
complesso
di
necessità
di
ordine
sociale
che
,
nel
caso
di
una
società
evoluta
,
sono
divenute
vitali
ed
incomprimibili
per
l
'
individuo
.
In
modo
particolare
occorre
verificare
come
la
società
assorbe
l
'
individuo
(
il
gruppo
,
la
classe
)
e
lo
fa
partecipe
del
proprio
processo
evolutivo
.
Occorre
verificare
se
soddisfa
o
meno
la
tensione
dell
'
individuo
a
non
essere
subordinato
ma
attivo
,
la
sua
necessità
di
manifestarsi
economicamente
,
politicamente
,
socialmente
,
secondo
tutto
l
'
arco
di
diritti
che
il
progresso
civile
gli
riconosce
.
Quando
esigenze
di
espressione
sono
compresse
,
quando
classi
o
gruppi
sociali
vedono
negato
il
proprio
diritto
storico
ad
essere
partecipi
,
sotto
ogni
aspetto
,
del
progresso
civile
,
quando
vi
è
una
contraddizione
tra
i
diritti
che
lo
sviluppo
economico
dà
ai
produttori
,
ed
i
rapporti
produttivi
e
di
classe
che
comprimono
l
'
esercizio
reale
di
questi
diritti
,
allora
vi
è
nella
società
un
malessere
profondo
,
una
carica
drammatica
che
bisogna
denunciare
.
Ciò
che
oggi
rende
particolarmente
drammatica
la
condizione
operaia
nel
nostro
paese
è
appunto
la
contraddizione
tra
la
maturità
sociale
e
politica
dei
lavoratori
,
tra
la
consapevolezza
dei
loro
diritti
di
produttori
,
ed
i
rapporti
di
produzione
esistenti
che
consentono
agli
imprenditori
di
imporre
l
'
alienazione
globale
di
chi
lavora
.
Si
trovi
al
confine
della
fame
o
abbia
invece
raggiunto
un
tenore
di
vita
che
Io
liberi
dall
'
assillo
della
miseria
(
come
avviene
nei
settori
di
capitalismo
più
sviluppato
,
soprattutto
in
quelli
monopolistici
)
,
l
'
operaio
non
ha
scelta
:
se
vuol
cedere
la
propria
forza
lavoro
deve
cedere
contemporaneamente
,
durante
le
ore
di
officina
,
l
'
esercizio
concreto
dei
propri
diritti
,
deve
rinunciare
alla
propria
personalità
umana
.
I
rapporti
di
classe
L
'
alienazione
globale
è
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
.
Proprio
per
questa
sua
natura
essa
,
diramandosi
dalla
fabbrica
e
dal
processo
produttivo
,
si
trasferisce
nel
paese
dove
mira
a
consolidare
i
rapporti
di
classe
esistenti
nelle
officine
.
Appunto
l
'
ampiezza
dell
'
alienazione
operaia
denuncia
l
'
arretratezza
della
struttura
economica
e
sociale
del
paese
e
dimostra
ancora
una
volta
come
sia
impossibile
paragonare
la
condizione
operaia
italiana
con
quella
degli
altri
paesi
industriali
dell
'
occidente
.
Essa
va
dalle
forme
più
evidenti
in
atto
nelle
piccole
industrie
(
anche
se
spesso
,
malgrado
le
condizioni
di
vita
siano
intollerabili
.
,
minore
è
il
senso
dell
'
oppressione
)
a
quelle
più
complesse
di
pressione
economica
,
disciplinare
ed
ideologica
dei
grandi
gruppi
industriali
,
soprattutto
monopolistici
,
dove
nondimeno
l
'
assenza
di
ampie
prospettive
di
mercato
e
la
mancanza
di
un
moderno
spirito
imprenditoriale
,
la
grettezza
tradizionale
della
nostra
borghesia
industriale
,
danno
a
questa
pressione
un
inconfondibile
carattere
di
rozzezza
,
di
brutalità
,
talvolta
di
aperto
terrorismo
.
Funzione
dell
'
alienazione
globale
è
quella
di
imporre
un
più
completo
sfruttamento
del
lavoro
.
È
evidente
infatti
che
tutta
la
bardatura
di
diritti
che
accompagnano
l
'
operaio
costituisce
una
remora
ad
un
suo
più
completo
sfruttamento
.
Pertanto
,
quando
i
rapporti
di
classe
lo
consentono
,
l
'
imprenditore
annulla
questi
diritti
e
subordina
totalmente
l
'
operaio
.
Ma
da
un
altro
angolo
visuale
,
assai
istruttivo
,
può
essere
vista
l
'
alienazione
globale
.
Essa
cioè
esprime
il
livello
al
quale
si
forma
,
nel
nostro
paese
,
l
'
equilibrio
sociale
.
Negli
altri
paesi
occidentali
,
grazie
al
diverso
grado
di
sviluppo
del
sistema
capitalista
e
alla
maggiore
forza
della
classe
operaia
,
la
lotta
di
classe
conduce
ad
un
equilibrio
che
consente
un
minore
sfruttamento
del
lavoro
,
che
impone
il
riconoscimento
effettivo
dei
diritti
dei
produttori
e
,
ora
più
ora
meno
,
libera
la
classe
operaia
dalla
sua
condizione
subalterna
e
la
immette
nel
moto
del
progresso
civile
.
In
Italia
invece
,
grazie
appunto
alla
sua
arretratezza
strutturale
,
l
'
imprenditore
impone
all
'
operaio
la
sua
alienazione
globale
,
lo
spoglia
dei
suoi
diritti
e
lo
elimina
dal
moto
della
storia
,
e
questa
pratica
si
dirama
dalla
fabbrica
nel
paese
chiamandosi
discriminazioni
,
illegalità
,
violenza
della
coscienza
individuale
,
arresto
e
decadenza
della
vita
democratica
,
subordinazione
dei
produttori
e
,
se
badiamo
alla
sostanza
senza
lasciarci
incantare
dalle
apparenze
,
vera
e
propria
violenza
di
classe
.
Presenza
della
fabbrica
Non
si
comprende
il
mondo
dell
'
operaio
se
prima
non
si
afferra
,
in
tutta
la
sua
grande
portata
,
il
significato
della
fabbrica
per
chi
vi
lavora
.
La
società
operaia
,
la
mentalità
,
il
carattere
,
l
'
umanità
dell
'
operaio
,
risentono
in
tutto
la
presenza
della
fabbrica
.
Le
lotte
operaie
,
sindacali
o
politiche
,
tutte
le
sfumature
ideologiche
che
si
sviluppano
con
tanto
vigore
tra
gli
operai
,
il
legame
tra
il
proletariato
industriale
ed
i
partiti
di
classe
sono
fatti
astratti
,
cose
senza
vita
,
se
al
loro
fondo
non
si
sa
vedere
l
'
esperienza
di
fabbrica
.
In
sostanza
la
fabbrica
è
per
l
'
operaio
il
centro
naturale
in
cui
si
articolano
larga
parte
delle
espressioni
della
sua
personalità
,
si
manifestino
nel
lavoro
,
nella
solidarietà
nella
lotta
.
La
parte
sociale
della
sua
personalità
,
quella
che
si
manifesta
nei
rapporti
sociali
,
si
realizza
di
giorno
in
giorno
nelle
mille
esperienze
che
compongono
la
vita
di
lavoro
.
L
'
operaio
riceve
costantemente
qualcosa
dalla
vita
di
fabbrica
,
sia
nei
suoi
rapporti
con
i
compagni
di
lavoro
,
sia
nel
suo
legame
col
processo
produttivo
e
col
padrone
,
e
ad
essa
dà
costantemente
parte
di
se
stesso
.
Ecco
allora
perché
l
'
operaio
prova
un
così
vivo
dolore
quando
questi
legami
,
sviluppatisi
a
lungo
,
vengono
bruscamente
interrotti
.
E
non
si
tratta
soltanto
di
dolore
;
è
sbalordimento
,
mortificazione
e
poi
rimpianto
del
passato
.
Nella
sua
storia
di
individuo
questo
è
un
momento
di
grande
drammaticità
:
l
'
involucro
sociale
della
sua
personalità
è
scardinato
,
ad
un
tratto
è
crollato
qualcosa
nella
sua
vita
,
la
sua
continuità
si
è
dolorosamente
interrotta
.
Un
legame
profondo
La
fabbrica
è
l
'
ambiente
naturale
dell
'
operaio
.
Già
la
sua
società
lo
ha
predisposto
prima
ancora
che
entri
in
officina
.
Nella
società
operaia
si
avverte
dovunque
la
presenza
della
fabbrica
.
Essa
,
oltre
ad
essere
concretamente
visibile
ed
a
manifestarsi
in
qualcosa
di
indefinibile
ma
concreto
nell
'
atmosfera
cittadina
,
è
nei
pensieri
,
nelle
aspettative
,
nelle
preoccupazioni
di
tutti
.
Fuori
dalla
fabbrica
,
in
altre
attività
,
chi
è
stato
operaio
è
il
più
delle
volte
uno
spostato
,
un
solitario
,
un
infelice
.
L
'
officina
è
nel
sangue
dell
'
operaio
nei
suoi
aspetti
creativi
come
in
quelli
oppressivi
.
Essa
è
un
fatto
immenso
nella
sua
vita
,
toglietela
e
ne
farete
un
infelice
,
lo
dimezzerete
.
Egli
accetta
la
fabbrica
,
ne
ha
bisogno
ed
in
essa
trova
modo
di
esprimersi
.
Può
fare
ciò
perché
istintivamente
dà
un
giudizio
storico
:
egli
sente
che
quanto
vi
è
nella
vita
di
fabbrica
di
opprimente
,
di
umiliante
,
non
è
nella
natura
del
moderno
processo
di
produzione
,
ma
costituisce
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
,
di
una
certa
situazione
sociale
.
Egli
scinde
quanto
è
la
conseguenza
logica
,
accettabile
della
moderna
organizzazione
del
lavoro
,
da
quanto
invece
è
frutto
dell
'
uomo
.
Ecco
perché
non
odia
la
fabbrica
,
perché
non
ne
ha
orrore
ma
necessità
:
gli
schiavi
non
amano
la
propria
prigione
.
Fortemente
drammatico
è
il
legame
tra
l
'
operaio
militante
e
la
sua
fabbrica
.
Dati
i
rapporti
di
classe
esistenti
nel
paese
,
l
'
imprenditore
impone
l
'
alienazione
globale
dei
lavoratori
.
Doppiamente
dura
è
la
vita
d
'
officina
per
chi
ha
coscienza
di
classe
:
non
solo
deve
condurre
,
all
'
interno
del
processo
produttivo
,
la
sua
lotta
naturale
contro
il
sistema
capitalista
,
ma
vede
negati
tutti
i
propri
diritti
,
di
cui
ha
consapevolezza
e
necessità
,
vede
colpito
in
fabbrica
ciò
che
è
legale
nel
paese
,
vede
violentemente
compresso
lo
slancio
a
manifestare
le
proprie
esigenze
.
Dura
,
esasperante
è
la
vita
dell
'
operaio
cosciente
:
eppure
il
grande
desiderio
del
licenziato
per
rappresaglia
,
del
perseguitato
dal
padrone
,
è
quello
di
rientrare
nella
fabbrica
da
cui
è
stato
estromesso
.
Tornare
nella
fabbrica
non
significa
solo
riprendere
la
lotta
,
come
molti
sostengono
cedendo
alla
retorica
,
ma
significa
,
più
modestamente
,
riannodare
le
fila
di
una
vita
in
cui
la
lotta
di
classe
ha
un
significato
profondo
,
riprenderla
là
dove
il
padrone
la
ha
bruscamente
,
dolorosamente
spezzata
.
Il
centro
delle
lotte
Malgrado
il
clima
oppressivo
della
fabbrica
,
così
profondo
è
il
suo
legame
con
essa
,
così
forte
il
suo
senso
storico
,
che
non
ho
mai
sentito
un
operaio
,
per
quanto
perseguitato
dal
padrone
,
proporsi
di
abbandonare
il
mondo
della
fabbrica
come
cercasse
di
liberarsi
da
una
condizione
per
sua
natura
oppressiva
ed
immutabile
.
Il
lavoro
non
è
una
schiavitù
.
Esso
conferisce
dignità
alla
vita
.
,
inserisce
l
'
individuo
nella
società
,
ne
fa
un
produttore
.
Ma
vi
è
di
più
:
il
lavoro
è
anche
un
modo
di
esprimersi
,
di
trovare
cioè
una
risposta
alla
propria
esistenza
dando
forma
concreta
a
tutto
ciò
che
vi
è
in
noi
di
buono
e
di
utile
.
Colpisce
l
'
attaccamento
dell
'
operaio
specializzato
al
proprio
lavoro
.
Questo
attaccamento
non
è
soltanto
la
caratteristica
di
una
élite
operaia
,
ma
,
se
è
vero
che
qui
ha
la
sua
manifestazione
più
appariscente
,
è
comune
a
tutti
coloro
che
lavorano
e
vedono
la
materializzazione
della
propria
attività
e
della
propria
tensione
interiore
.
Ignoro
se
in
altre
classi
si
verifichi
un
legame
altrettanto
profondo
col
lavoro
,
nato
dal
trovarvi
sia
la
propria
dignità
sociale
,
sia
l
'
espressione
della
propria
interiorità
,
un
attaccamento
insomma
che
abbia
un
significato
morale
altrettanto
intenso
.
Da
che
cosa
deriva
la
«
passione
»
dell
'
operaio
per
il
proprio
lavoro
?
(
Si
badi
bene
:
non
intendo
dire
che
tutti
gli
operai
provino
questa
passione
,
nemmeno
che
la
loro
media
provi
comunemente
un
sentimento
così
forte
;
intendo
invece
dire
che
nutre
questa
«
passione
»
una
élite
che
però
è
determinante
per
comprendere
il
«
carattere
»
della
classe
operaia
)
.
Credo
essa
vada
attribuita
al
sentimento
di
essere
una
classe
nuova
in
una
struttura
economica
che
va
rapidamente
trasformandosi
e
facendo
delle
attività
industriali
il
fattore
decisivo
del
progresso
civile
.
L
'
operaio
si
sente
al
centro
delle
trasformazioni
che
vanno
così
sensibilmente
accelerando
lo
sviluppo
della
società
;
quanto
vi
è
di
più
moderno
nella
tecnica
,
e
di
più
importante
negli
esperimenti
sociali
,
passa
attraverso
di
lui
.
D
'
altro
canto
risente
anche
dei
benefici
materiali
che
derivano
dalla
sua
posizione
.
Ma
se
la
classe
operaia
sente
di
trovarsi
,
per
così
dire
,
nel
centro
motore
del
progresso
civile
,
essa
sa
anche
che
è
in
questo
settore
del
processo
produttivo
che
si
decidono
,
nella
loro
sostanza
,
i
rapporti
di
produzione
,
che
le
lotte
sociali
condotte
sul
suo
terreno
sono
appunto
quelle
decisive
per
l
'
orientamento
della
società
e
per
i
rapporti
di
forza
tra
le
classi
.
In
altre
parole
la
classe
operaia
sa
,
più
o
meno
consapevolmente
,
di
trovarsi
ad
un
tempo
nel
centro
strutturale
del
progresso
civile
ed
in
quello
decisivo
per
la
lotta
di
classe
.
Faccia
a
faccia
con
la
borghesia
industriale
,
essa
pone
la
propria
candidatura
a
classe
dirigente
nel
cuore
del
progresso
economico
e
civile
.
Si
tratta
come
si
vede
di
sentimenti
vaghi
,
assai
generici
così
formulati
,
ma
sono
sentimenti
per
così
dire
«
storici
»
,
decisivi
nell
'
atteggiamento
e
nelle
lotte
di
una
classe
.
Essi
non
hanno
nulla
di
astratto
e
,
pur
essendo
il
più
delle
volte
inconsci
,
pur
traducendosi
in
un
modo
di
agire
che
non
sa
darsi
una
spiegazione
ideologica
,
si
alimentano
ininterrottamente
nel
concreto
del
processo
produttivo
,
nel
fulcro
dei
rapporti
di
classe
e
della
struttura
della
società
moderna
.
Grande
importanza
,
non
adeguatamente
valutata
,
hanno
nell
'
atteggiamento
dell
'
operaio
dinanzi
alla
società
,
e
nella
maturazione
di
questi
incerti
ma
concreti
sentimenti
della
propria
funzione
,
le
ideologie
che
operano
nel
mondo
operaio
.
In
genere
chi
vede
il
mondo
operaio
come
una
società
amorfa
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
,
con
la
vocazione
della
casetta
,
del
frigidaire
,
della
televisione
,
è
condotto
ad
un
secondo
errore
.
Proprio
perché
mosso
da
una
concezione
superficiale
dei
fatti
sociali
,
egli
concepisce
la
società
operaia
come
qualcosa
di
livellato
,
di
appiattito
,
di
analogo
alla
produzione
in
serie
.
Egli
perde
insomma
il
senso
della
tridimensionalità
nei
fatti
sociali
.
I
livelli
diversi
di
consapevolezza
Ebbene
la
struttura
della
società
operaia
si
presenta
assai
complessa
,
sia
dal
punto
di
vista
della
anatomia
sociale
,
sia
da
quello
della
fisiologia
sociale
.
Vi
sono
in
essa
diversissimi
livelli
di
condizione
economica
,
di
educazione
,
di
consapevolezza
ideologica
.
Al
suo
interno
agiscono
organismi
che
la
improntano
profondamente
come
il
sindacato
,
il
partito
di
classe
,
la
rete
cooperativa
etc.
Nella
società
industriale
agiscono
fenomeni
come
l
'
immigrazione
dalle
campagne
,
la
politica
riformistica
dei
gruppi
monopolistici
,
l
'
offensiva
ideologica
e
politica
dello
schieramento
industriale
,
i
riflessi
sociali
della
introduzione
di
nuove
tecniche
produttive
etc
.
,
fenomeni
che
incidono
profondamente
sulla
struttura
di
questa
società
e
sugli
individui
che
ne
fanno
parte
.
E
tutto
ciò
va
visto
non
per
schermi
,
non
staticamente
,
bensì
nel
suo
sviluppo
dinamico
,
nei
rapporti
concreti
,
nei
reciproci
influssi
tra
fatti
di
struttura
e
di
sovrastruttura
.
Di
grande
interesse
per
una
sociologia
legata
al
movimento
operaio
sarebbe
lo
studio
del
settore
operaio
che
è
legato
alle
istanze
di
classe
,
analisi
descrittiva
che
,
nutrendosi
di
lieviti
storici
ed
ideologici
,
miri
a
fissare
la
vita
reale
di
questa
zona
della
società
.
Ad
esempio
non
si
dà
rilievo
al
fatto
che
all
'
interno
del
movimento
di
classe
esistono
diversi
livelli
di
consapevolezza
politica
ed
ideologica
,
e
che
a
questi
diversi
gradi
di
consapevolezza
corrispondono
diverse
funzioni
nel
corpo
sociale
preso
in
esame
.
Si
va
così
dall
'
operaio
la
cui
fedeltà
al
movimento
di
classe
è
data
dall
'
odio
cieco
,
insopprimibile
per
il
padrone
,
a
quello
che
è
invece
consapevole
della
propria
funzione
di
classe
,
dall
'
operaio
che
oppone
al
padrone
soltanto
la
propria
ostinata
resistenza
a
quello
che
,
sul
luogo
di
lavoro
,
sa
trasformare
una
resistenza
in
una
politica
.
Ebbene
è
evidente
che
a
questi
diversi
gradi
di
maturità
ideologica
corrispondono
influssi
diversi
(
spesso
valorizzati
o
compressi
dalla
politica
generale
del
movimento
operaio
)
sulla
struttura
del
movimento
di
classe
e
,
di
riflesso
,
sulla
società
operaia
.
È
di
grande
importanza
politica
afferrare
la
complessità
degli
strati
sociali
sui
quali
hanno
presa
le
nostre
organizzazioni
,
studiare
i
rapporti
tra
i
vari
gradi
di
consapevolezza
ideologica
,
anche
in
relazione
alla
prospettiva
politica
del
movimento
,
stabilirne
i
reciproci
influssi
ed
il
loro
peso
sul
complesso
del
movimento
di
classe
.
Il
contrasto
di
generazioni
Nel
corso
di
una
mia
inchiesta
condotta
prevalentemente
tra
gli
operai
coscienti
del
complesso
Fiat
,
ho
constatato
una
mancata
diversità
nella
concezione
del
mondo
tra
vecchi
e
giovani
operai
.
E
dicendo
vecchi
intendo
le
generazioni
che
hanno
vissuto
gli
anni
del
primo
dopoguerra
,
mentre
per
giovani
intendo
coloro
che
si
sono
formati
nella
guerra
partigiana
e
negli
anni
di
questo
dopoguerra
.
Questa
marcata
differenza
,
che
ha
una
radice
profonda
nell
'
individuo
e
si
manifesta
nella
personalità
,
più
ancora
che
nell
'
ideologia
,
corrisponde
a
due
fasi
ben
distinte
della
storia
del
movimento
operaio
.
Sono
stati
questi
periodi
distinti
,
ai
quali
si
accompagnava
anche
una
diversa
società
operaia
,
ad
esercitare
una
influenza
formativa
determinante
su
chi
li
ha
vissuti
.
Nel
loro
corso
infatti
il
movimento
operaio
ha
avuto
una
natura
diversa
,
una
diversa
prospettiva
politica
ed
un
diverso
sentimento
di
se
stesso
.
E
nel
caso
di
chi
è
legato
alle
lotte
della
classe
operaia
va
osservato
che
il
loro
influsso
è
determinante
nella
storia
del
suo
sviluppo
individuale
.
Paradossalmente
,
in
contrasto
con
tutto
quanto
dice
il
buon
senso
comune
,
i
vecchi
operai
hanno
un
istinto
,
un
temperamento
rivoluzionario
che
invece
i
giovani
hanno
in
parte
perduto
.
Predomina
in
essi
l
'
istinto
di
classe
sulla
consapevolezza
politica
,
lo
spirito
libertario
sul
senso
del
reale
,
la
passione
sul
raziocinio
.
Sono
più
avventurosi
,
più
sensibili
all
'
immaginazione
,
più
intransigenti
e
fiduciosi
,
più
giovanili
.
,
se
vogliamo
.
dei
giovani
.
Sono
il
frutto
di
un
socialismo
che
era
più
rozzo
ma
più
legato
alle
masse
,
di
un
socialismo
che
lottava
con
generosità
per
un
mondo
radicalmente
diverso
,
fatto
di
realtà
come
di
miti
,
di
un
socialismo
che
ancora
non
conosceva
la
fatica
e
l
'
amarezza
della
ragion
di
stato
.
Con
la
loro
presenza
attiva
nel
movimento
operaio
essi
costituiscono
un
perenne
richiamo
ai
motivi
primi
,
più
elementari
,
più
generosi
del
socialismo
.
Se
spesso
costituiscono
un
fattore
di
resistenza
ad
una
impostazione
più
moderna
e
cosciente
delle
lotte
operaie
,
non
dimentichiamo
mai
che
il
loro
istinto
di
classe
,
la
loro
intransigenza
rivoluzionaria
,
la
generosità
e
lo
slancio
con
cui
combattono
per
le
organizzazioni
di
classe
,
sono
un
patrimonio
prezioso
di
spirito
rivoluzionario
ed
una
garanzia
contro
ogni
forma
di
degenerazione
piccolo
borghese
del
socialismo
.
Formatisi
negli
anni
della
liberazione
e
delle
lotte
di
questo
dopoguerra
,
i
giovani
sono
il
prodotto
di
una
nuova
situazione
storica
,
di
una
società
più
vicina
alla
prosa
,
se
vogliano
.
là
dove
l
'
altra
risentiva
del
pathos
della
poesia
.
Essi
sono
,
il
frutto
dello
stalinismo
se
per
questo
s
'
intende
il
socialismo
che
si
consolida
là
dove
ha
conquistato
il
potere
,
la
divisione
del
mondo
in
blocchi
,
la
subordinazione
della
volontà
rivoluzionaria
alle
esigenze
della
ragion
di
stato
.
Ma
sono
anche
il
frutto
di
un
socialismo
che
si
è
fatto
più
adulto
,
che
ha
acquistato
una
superiore
consapevolezza
politica
,
che
si
è
configurato
come
nuova
classe
dirigente
ed
è
in
grado
di
porre
.
nel
nostro
paese
,
una
reale
alternativa
in
quanto
tale
.
Il
senso
di
concretezza
Si
incontrano
tra
di
loro
caratteri
individuali
e
sfumature
ideologiche
assai
diverse
e
spesso
contrastanti
.
C
'
è
chi
dà
alla
lotta
di
classe
una
impostazione
radicale
e
chi
invece
una
impostazione
riformista
:
è
soprattutto
attorno
a
queste
due
prospettive
politiche
(
alle
quali
corrispondono
temperamenti
e
caratteri
individuali
diversi
)
che
si
sviluppano
i
contrasti
.
Ma
l
'
unità
che
li
diversifica
dalle
passate
generazioni
c
'
è
ed
è
sostanziale
.
Direi
che
in
essi
si
è
compiuto
il
passaggio
dalla
aspirazione
ad
un
mondo
diverso
,
alla
trasformazione
concreta
di
questa
società
,
anche
se
vista
in
chiavi
diverse
.
In
questo
essi
segnano
il
passaggio
dall
'
era
dei
partiti
d
'
avanguardia
a
quella
dei
partiti
di
massa
,
e
alle
maggiori
responsabilità
che
queste
organizzazioni
affidano
,
proprio
perché
si
costituiscono
in
potere
nel
potere
,
ai
propri
militanti
.
I
giovani
dunque
hanno
sostituito
alla
improvvisazione
la
disciplina
,
alla
generica
volontà
rivoluzionaria
la
conoscenza
dei
termini
concreti
in
cui
si
attua
la
rivoluzione
.
Lo
studio
e
la
conoscenza
dei
problemi
politici
e
tecnici
sono
visti
come
la
condizione
per
incidere
e
per
trasformare
questa
società
.
Senso
della
realtà
,
conoscenza
dei
problemi
produttivi
,
capacità
tecniche
,
qualità
tattiche
e
strategiche
,
rifiuto
di
ogni
velleitarismo
rivoluzionario
sono
elementi
comuni
a
tutti
.
In
sostanza
essi
si
costituiscono
in
classe
dirigente
già
nella
società
borghese
e
,
nei
limiti
del
proprio
potere
,
esercitano
queste
qualità
,
piuttosto
che
essere
classe
dirigente
esclusivamente
nei
termini
della
propria
tensione
rivoluzionaria
ed
attendere
all
'
esercizio
della
propria
responsabilità
soltanto
dopo
il
salto
qualitativo
compiuto
con
la
conquista
del
potere
.
Si
ritiene
comunemente
che
la
tradizione
sia
un
fenomeno
rilevante
e
caratteristico
del
mondo
contadino
.
La
forza
della
tradizione
nel
mondo
contadino
è
giustamente
messa
in
rapporto
con
la
struttura
di
questa
società
,
ed
il
fenomeno
è
visto
sia
come
strumento
di
coesione
e
di
stabilità
sociale
,
sia
come
strumento
educativo
.
La
tradizione
,
intesa
come
travaso
di
valori
e
di
cognizioni
dall
'
ambiente
al
singolo
,
rappresenta
il
tipo
di
educazione
caratteristico
della
società
contadina
arretrata
.
Nelle
sue
manifestazioni
,
che
talora
divengono
vere
e
proprie
tecniche
,
il
singolo
viene
plasmato
ideologicamente
,
riceve
regole
di
condotta
,
princìpi
morali
,
cognizioni
.
Valore
della
tradizione
La
tradizione
si
presenta
dunque
come
tipica
manifestazione
di
una
società
caratterizzata
dalla
coesione
,
dalla
lentezza
del
proprio
sviluppo
se
non
dalla
immobilità
,
dall
'
assenza
di
bruschi
salti
qualitativi
e
di
lacerazioni
.
Del
tutto
diversa
,
opposta
addirittura
,
la
società
industriale
:
diversa
la
sua
struttura
,
diverse
le
forme
del
suo
sviluppo
,
diverso
il
suo
ideale
umano
,
diverse
le
finalità
e
gli
strumenti
educativi
.
Va
rilevato
come
la
tradizione
permanga
,
anche
se
come
fenomeno
secondario
,
nei
gruppi
sociali
che
compongono
le
società
evolute
.
Essa
si
presenta
ancora
come
un
fattore
di
coesione
e
di
unità
del
gruppo
,
e
come
uno
strumento
che
consente
di
travasare
nel
singolo
l
'
ideologia
del
gruppo
di
cui
fa
parte
.
Questo
aspetto
della
tradizione
,
intesa
come
educazione
ideologica
del
singolo
da
parte
del
gruppo
,
di
travaso
di
elementi
emotivi
,
sentimentali
(
oltre
che
strettamente
ideologici
)
dal
gruppo
al
singolo
,
è
rilevante
anche
tra
i
settori
più
avanzati
del
movimento
operaio
,
e
va
studiata
proprio
sotto
l
'
aspetto
della
conservazione
di
determinati
valori
,
sentimentali
ed
ideologici
.
In
parte
,
forse
,
può
essere
messa
in
relazione
con
le
origini
di
contadini
inurbati
degli
attuali
operai
.
Un
patrimonio
comune
Così
la
storia
del
movimento
operaio
,
soprattutto
la
storia
«
fatta
»
,
quella
della
città
,
del
quartiere
e
della
fabbrica
addirittura
,
divengono
elementi
vivi
,
di
un
comune
modo
di
sentire
e
vedere
le
cose
,
tappe
di
una
comune
origine
,
qualcosa
di
profondamente
formativo
e
di
nient
'
affatto
libresco
.
Essa
ha
come
centri
diffusori
le
organizzazioni
politiche
e
sindacali
degli
operai
,
ed
il
nucleo
familiare
,
e
passa
,
arricchendosi
e
trasformandosi
,
da
compagno
a
compagno
,
da
gruppo
a
gruppo
,
da
generazione
a
generazione
.
Nei
suoi
termini
più
ampi
si
tramanda
di
generazione
in
generazione
,
spesso
fondendo
esperienze
di
campagna
ed
esperienze
di
città
,
assai
sovente
nella
stessa
famiglia
(
accade
continuamente
di
scoprire
nello
stesso
nucleo
familiare
una
attiva
tradizione
di
lotta
di
classe
)
,
e
diviene
un
fattore
coesivo
di
grande
importanza
,
sotto
tutti
gli
aspetti
:
emotivi
e
ideologici
.
In
moltissimi
casi
è
per
questa
via
che
l
'
operaio
impara
di
avere
delle
radici
,
una
«
storia
»
alle
proprie
spalle
e
sempre
per
questa
via
amplia
la
propria
esperienza
personale
in
quella
del
gruppo
;
ed
infine
è
ancora
per
questa
via
che
riceve
cognizioni
le
quali
,
per
quanto
grossolane
,
restano
tra
gli
elementi
più
vivi
e
formativi
della
sua
cultura
.
Alcuni
temi
di
studio
Innumerevoli
temi
attraggono
chi
studia
il
mondo
operaio
,
ma
compito
di
chi
si
accinge
a
questa
analisi
è
separare
i
motivi
di
fondo
da
quelli
secondari
.
Non
solo
,
ma
chi
è
sensibile
alle
prospettive
di
lotta
del
movimento
operaio
avrà
sempre
la
sensibilità
di
individuare
,
nel
groviglio
dei
problemi
,
quelli
che
presentano
un
motivo
d
'
interesse
immediato
,
anche
se
non
contingente
.
Una
indagine
sulla
condizione
operaia
,
come
del
resto
qualsiasi
indagine
sociologica
,
deve
procedere
su
due
binari
che
appaiono
paralleli
ma
in
realtà
,
quando
il
lavoro
è
proficuo
,
si
sovrappongono
:
si
tratta
cioè
di
studiare
la
struttura
e
la
vita
della
società
operaia
e
contemporaneamente
di
portare
alla
luce
,
secondo
criteri
obbiettivi
,
le
forze
morali
,
le
aspirazioni
politiche
e
sociali
che
agiscono
al
suo
interno
.
Come
non
bisogna
mai
separare
la
descrizione
della
società
dalle
forze
che
la
compongono
,
così
è
necessario
accompagnare
sempre
la
società
con
l
'
uomo
che
ne
è
il
centro
.
Tra
i
temi
di
studio
per
una
sociologia
operaia
,
oltre
a
quelli
evidentissimi
di
base
(
quali
la
struttura
dell
'
economia
,
le
condizioni
sociali
,
politiche
,
sindacali
ecc.
del
lavoro
,
la
distribuzione
dei
redditi
,
la
disoccupazione
,
e
via
di
seguito
)
ne
suggerirei
altri
che
vengono
posti
in
primo
piano
dall
'
attuale
fase
di
sviluppo
del
capitalismo
italiano
,
ed
altri
ancora
connessi
prevalentemente
allo
studio
di
quello
che
è
l
'
«
Uomo
»
operaio
.
Così
,
rispetto
a
Torino
,
sono
temi
di
grande
interesse
,
oltre
a
quelli
ovvi
relativi
all
'
effetto
delle
trasformazioni
tecnologiche
e
politiche
del
grande
monopolio
sulla
composizione
della
maestranza
e
sulle
lotte
sindacali
,
il
nesso
tra
sviluppo
del
monopolio
cd
arca
economica
subordinata
,
l
'
esame
dei
rapporti
tra
immigrazione
e
politica
monopolistica
sia
all
'
interno
del
complesso
Fiat
sia
in
relazione
alla
sua
politica
verso
l
'
area
economica
subordinata
.
Infine
lo
studio
della
più
intima
natura
del
riformismo
aziendale
,
vista
soprattutto
come
indice
della
mentalità
sociale
e
politica
della
classe
dirigente
monopolistica
e
delle
sue
componenti
ideologiche
(
da
questo
punto
di
vista
si
rivelerebbe
di
estrema
utilità
lo
studio
del
«
linguaggio
»
dl
monopolio
,
nelle
sue
pubblicazioni
e
nei
suoi
rapporti
con
le
maestranze
e
con
il
pubblico
)
e
nei
suoi
riflessi
sulla
personalità
dei
lavoratori
.
Temi
affascinanti
sono
quelli
connessi
al
rapporto
tra
ambiente
operaio
e
personalità
ed
ideologia
dell
'
operaio
cosciente
,
soprattutto
in
relazione
all
'
influsso
formativo
delle
principali
lotte
politiche
e
sociali
del
nostro
secolo
,
delle
prospettive
e
dell
'
ideologia
dei
partiti
e
delle
organizzazioni
di
classe
.
L
'
operaio
,
come
ogni
altra
classe
subordinata
,
ha
un
profondo
bisogno
di
esprimersi
,
quasi
per
una
inconsapevole
volontà
di
entrare
,
anche
per
questa
via
,
a
far
parte
della
storia
.
Così
la
biografia
resa
scientifica
e
l
'
intervista
condotta
con
rigore
possono
divenire
strumenti
fondamentali
di
conoscenza
,
soprattutto
perché
consentono
di
osservare
dal
basso
la
fisiologia
della
società
operaia
e
permettono
di
afferrare
l
'
elemento
umano
osservandone
lo
sviluppo
nella
società
in
cui
vive
.
Necessità
di
una
sociologia
marxista
Lo
sviluppo
di
una
sociologia
marxista
sarebbe
un
momento
culturale
e
politico
di
grande
importanza
sia
per
la
formazione
di
una
cultura
marxista
,
che
abbia
stabilito
dialetticamente
il
proprio
legame
con
il
movimento
operaio
,
sia
perché
la
via
pacifica
(
o
italiana
)
al
socialismo
sarà
una
vaga
formula
fintantoché
i
partiti
operai
non
conosceranno
a
fondo
la
realtà
della
società
nazionale
.
Si
giungerà
ad
una
produzione
valida
a
condizione
di
liberarsi
da
ogni
sociologismo
,
dando
a
questa
produzione
impronta
ideologica
ed
autentico
respiro
culturale
.
Condizione
di
ogni
sociologia
marxista
è
lo
spirito
scientifico
con
cui
si
affronta
la
realtà
,
spirito
scientifico
che
,
anziché
escludere
,
presuppone
l
'
impronta
ideologica
.
Si
tratta
di
configurare
la
condizione
operaia
nei
suoi
aspetti
strutturali
ed
in
quelli
sociali
(
in
altre
parole
nella
sua
anatomia
e
nella
sua
fisiologia
)
,
come
nella
sua
tensione
morale
.
Sono
due
facce
della
stessa
realtà
,
l
'
intendimento
dell
'
una
presuppone
la
conoscenza
dell
'
altra
.
Proprio
perché
della
società
si
vuol
cogliere
il
fondo
,
l
'
anima
per
così
dire
,
occorre
lavorare
in
profondità
.
Operare
in
estensione
,
secondo
criteri
prevalentemente
quantitativi
e
pedantescamente
sociologici
,
conduce
ad
un
ritratto
del
tutto
superficiale
,
ad
un
ritratto
in
cui
manca
proprio
ciò
che
ci
interessa
,
ciò
che
imprime
tutto
di
sé
:
il
carattere
.