StampaQuotidiana ,
La
più
sensazionale
rapina
che
mai
la
cronaca
milanese
abbia
registrato
,
è
stata
compiuta
nella
nostra
città
alle
9.23
di
ieri
,
in
via
Osoppo
,
a
porta
Magenta
.
Una
banda
di
gangsters
con
un
organico
complessivo
che
viene
valutato
a
non
meno
di
una
decina
di
persone
,
ha
assaltato
l
'
autofurgone
blindato
della
Banca
Popolare
di
Milano
,
stordendo
a
martellate
il
poliziotto
di
scorta
e
trasbordando
su
un
camioncino
nove
cassette
metalliche
contenenti
danaro
,
titoli
,
assegni
,
valuta
ed
effetti
cambiari
.
L
'
ammontare
del
bottino
è
rimasto
incerto
per
tutto
il
giorno
e
lo
si
conoscerà
soltanto
oggi
con
esattezza
.
Si
è
parlato
dapprima
di
sessanta
,
poi
di
novanta
,
infine
,
di
quarantacinque
milioni
.
In
serata
si
è
saputo
che
il
bottino
dei
banditi
sarebbe
superiore
sicuramente
ai
trenta
milioni
di
lire
e
non
ci
sarebbe
da
meravigliarsi
se
raggiungesse
addirittura
i
settanta
.
Decine
di
milioni
in
contanti
,
insomma
,
oltre
a
centinaia
di
assegni
in
parte
esigibili
.
La
colossale
rapina
è
,
almeno
in
Italia
,
senza
precedenti
,
ma
rivela
due
nettissime
ispirazioni
cinematografiche
.
I
gangsters
,
anzitutto
,
si
erano
dati
una
divisa
-
tuta
blu
e
passamontagna
grigio
-
in
modo
da
sembrare
l
'
uno
uguale
all
'
altro
.
In
secondo
luogo
hanno
usato
un
piccolo
«
parco
macchine
»
di
provenienza
furtiva
(
un
autocarro
,
un
camioncino
e
due
vetture
)
applicando
una
tattica
da
«
battaglia
navale
»
.
L
'
idea
delle
divise
sembra
copiata
pari
pari
da
un
film
(
La
rapina
del
secolo
)
ispirato
a
un
caso
realmente
accaduto
negli
Stati
Uniti
in
una
notte
di
gennaio
del
1950
:
l
'
assalto
alla
Brinks
Armored
Car
Service
di
Boston
,
dove
undici
banditi
in
tuta
predarono
2
milioni
e
700
mila
dollari
,
pari
a
un
miliardo
e
700
milioni
di
lire
.
La
tattica
della
«
battaglia
navale
»
ebbe
,
in
celluloide
(
chi
non
ricorda
il
sardonico
film
britannico
La
signora
omicidi
?
)
una
dimostrazione
perfetta
.
A
parte
tali
ispirazioni
non
v
'
è
dubbio
che
la
banda
la
quale
ha
portato
a
termine
la
clamorosa
impresa
è
composta
da
criminali
di
una
genialità
sconcertante
.
La
polizia
ritiene
che
il
giorno
in
cui
i
banditi
saranno
assicurati
alla
Giustizia
e
uscirà
dall
'
ombra
il
«
cervello
»
della
gang
l
'
opinione
pubblica
avrà
una
grossa
sorpresa
.
Il
furgone
blindato
della
Banca
Popolare
è
una
macchina
di
vecchio
tipo
a
quattro
portiere
,
targato
MI
186271
,
che
con
una
frequenza
di
solito
trisettimanale
compie
trasporti
di
valori
dalla
sede
centrale
dell
'
istituto
,
in
piazza
Meda
2/4
,
alle
trenta
agenzie
cittadine
.
Tutte
le
banche
del
resto
usano
lo
stesso
sistema
di
trasporto
valori
e
tale
sistema
era
parso
,
sino
alle
9.23
di
ieri
mattina
,
di
tutto
riposo
.
La
garanzia
che
nessun
bandito
avrebbe
mai
osato
tendere
un
agguato
al
pronipote
motorizzato
dell
'
antica
«
diligenza
dell
'
oro
»
era
fornita
dal
mitra
di
un
agente
di
polizia
,
distaccato
dal
Commissariato
Duomo
,
con
compiti
di
scorta
a
pagamento
,
e
da
tre
rivoltelle
:
quelle
dello
stesso
poliziotto
e
le
altre
due
dell
'
autista
e
del
commesso
che
costituivano
normalmente
l
'
equipaggio
del
furgone
.
Un
tentato
assalto
avrebbe
provocato
la
reazione
dei
tre
aggrediti
e
nessun
rapinatore
,
per
quanto
audace
,
avrebbe
certamente
osato
affrontare
il
rischio
di
una
«
innaffiata
»
di
piombo
prima
ancora
di
toccare
il
bottino
.
L
'
autofurgone
è
partito
dal
centro
,
ieri
mattina
,
poco
prima
delle
nove
.
Vi
erano
a
bordo
l
'
autista
,
Pierino
Bergonzi
,
di
36
anni
,
da
Rivarolo
,
abitante
in
via
Chiesa
Rossa
33
,
il
commesso
di
prima
classe
Gualtiero
Re
,
di
31
anni
,
abitante
in
viale
Famagosta
2
,
e
l
'
agente
di
PS
Matteo
Tedesco
,
di
27
anni
,
un
giovanotto
aitante
.
La
macchina
non
ha
portiere
a
tergo
,
ma
quattro
portiere
laterali
,
come
s
'
è
detto
:
il
carico
e
lo
scarico
dei
valori
viene
compiuto
attraverso
le
portiere
corrispondenti
al
sedile
posteriore
:
si
abbassa
uno
schienale
di
ferro
e
le
valigie
metalliche
vengono
rimosse
o
deposte
sul
cassone
.
Il
furgone
ha
puntato
dapprima
verso
il
Sempione
e
si
è
arrestato
davanti
all
'
agenzia
numero
14
della
Banca
Popolare
,
in
via
Bodoni
1
,
alla
Cagnola
.
Il
poliziotto
è
sceso
,
col
mitra
spianato
,
e
il
commesso
ha
provveduto
a
trasportare
nell
'
interno
sei
valigie
.
L
'
agente
si
è
guardato
attorno
:
nulla
di
sospetto
.
Terminato
lo
scarico
,
il
Re
ha
rialzato
lo
schienale
,
e
si
è
seduto
al
suo
solito
posto
,
l
'
autista
ha
avviato
nuovamente
il
motore
,
il
poliziotto
gli
si
è
seduto
ancora
accanto
,
mettendosi
il
mitra
tra
le
ginocchia
.
La
vettura
ha
iniziato
così
il
suo
viaggio
verso
porta
Magenta
:
era
diretta
,
con
dieci
valigie
zeppe
di
milioni
,
all
'
agenzia
n
.
28
,
in
via
Rubens
3
.
Per
raggiungere
via
Rubens
l
'
autista
Bergonzi
mutava
sempre
itinerario
,
ma
per
quanto
cambiasse
strada
aveva
dei
punti
obbligati
di
passaggio
,
delle
specie
di
«
forche
caudine
»
:
piazza
Velasquez
,
piazza
Brescia
,
piazza
Ghirlandaio
e
l
'
incrocio
fra
via
Osoppo
e
via
Caccialepori
,
la
quale
conduce
appunto
a
via
Rubens
.
I
gangsters
studiarono
l
'
impresa
per
almeno
un
mese
tallonando
il
furgone
blindato
nei
suoi
diversi
percorsi
(
per
questa
fase
preparatoria
si
pensa
che
si
siano
serviti
di
una
ventina
di
auto
rubate
di
volta
in
volta
)
e
scegliendo
alfine
per
il
loro
agguato
l
'
ultimo
punto
di
passaggio
obbligato
:
il
quadrivio
Osoppo
-
Caccialepori
.
Via
Osoppo
è
una
strada
larga
,
a
doppia
carreggiata
con
un
vasto
spartitraffico
erboso
,
che
corre
da
piazza
Velasquez
a
piazzale
Brescia
,
costeggiata
da
moderni
edifici
di
recente
costruzione
e
percorsa
da
un
modesto
flusso
veicolare
.
Da
piazzale
Brescia
a
via
Caccialepori
,
sul
lato
destro
,
non
vi
sono
stabili
,
ma
solo
un
lungo
muro
costeggiante
la
parrocchia
di
San
Protaso
e
interrotto
a
metà
dalla
palazzina
della
canonica
.
L
'
incrocio
tra
le
due
vie
assomiglia
più
a
una
piazza
che
a
un
quadrivio
:
il
luogo
insomma
era
l
'
ideale
per
l
'
agguato
concepito
,
offriva
molto
spazio
,
ampia
libertà
di
movimenti
,
e
gli
ostacoli
del
traffico
potevano
considerarsi
irrisori
.
C
'
erano
invece
quelli
,
non
trascurabili
,
dei
passanti
,
degli
inquilini
dei
popolosi
stabili
adiacenti
e
soprattutto
dei
proprietari
dei
molti
negozi
circostanti
.
A
tutto
ha
provveduto
il
.
«
cervello
»
dei
gangsters
e
i
criminali
che
hanno
agito
ai
suoi
ordini
hanno
eseguito
i
loro
compiti
con
una
sincronia
e
una
disciplina
degne
di
un
«
commando
»
.
«
La
scena
si
è
svolta
con
una
tale
rapidità
»
ha
poi
narrato
il
salumiere
Alberto
Princetti
,
con
negozio
al
numero
17
di
via
Caccialepori
«
che
la
gente
è
rimasta
più
stupita
che
terrorizzata
:
molto
,
ma
molto
più
in
fretta
di
quelle
rapine
che
si
vedono
al
cinema
.
»
Per
realizzare
la
criminosa
impresa
la
banda
ha
impegnato
quattro
veicoli
,
come
s
'
è
detto
,
una
sorta
di
piccola
flotta
manovrata
strategicamente
su
un
ridottissimo
scacchiere
in
cui
l
'
acqua
era
sostituita
dall
'
asfalto
.
La
fotografia
che
riproduciamo
illustra
nitidamente
le
fasi
dell
'
agguato
.
La
gang
dunque
,
disponeva
di
un
'
«
auto
civetta
»
contrassegnata
nella
foto
col
numero
(
1
)
in
sosta
davanti
alla
canonica
;
di
un
autocarro
vuoto
(
2
)
,
di
un
'
«
auto
ammiraglia
»
(
3
)
,
e
di
un
«
camioncino
»
(
4
)
.
Al
momento
in
cui
il
furgone
blindato
è
sbucato
da
piazzale
Brescia
in
via
Osoppo
,
l
'
autocarro
era
in
sosta
al
quadrivio
nell
'
angolo
opposto
a
quello
in
cui
,
nella
foto
,
figurano
1'«ammiraglia»
(
3
)
e
il
camioncino
(
4
)
della
banda
.
Il
pesante
automezzo
aveva
alla
guida
un
giovanotto
in
tuta
che
si
era
tolto
,
a
un
certo
momento
,
il
passamontagna
ed
aveva
messo
piede
a
terra
,
alle
9.10
.
Lo
descrivono
biondo
,
alto
,
sui
venticinque
anni
,
e
aveva
fame
.
Era
entrato
difatti
nella
latteria
al
numero
23
di
via
Osoppo
e
si
era
rivolto
alla
proprietaria
,
Fosca
Caggiati
.
«
Buon
giorno
,
mi
dà
un
etto
di
formaggio
?
»
«
Gorgonzola
,
svizzero
,
taleggio
?
»
aveva
chiesto
la
donna
.
«
Taleggio
,
un
etto
.
»
Pagate
85
lire
,
il
bandito
era
uscito
,
con
uno
spavaldo
,
tranquillo
sorriso
,
ed
era
entrato
subito
nella
panetteria
accanto
dove
aveva
acquistato
dalla
figlia
del
proprietario
,
Emiliana
Mazza
,
tre
pagnottelle
di
pane
,
addentando
uno
dei
due
sandwiches
.
Quando
il
furgone
della
banda
,
dicevamo
,
ha
cominciato
a
percorrere
la
via
Osoppo
,
l
'
autocarro
si
è
messo
in
moto
avviandosi
molto
lentamente
verso
il
centro
del
crocicchio
.
Contemporaneamente
si
staccava
dal
marciapiede
l
'
«
auto
civetta
»
.
Questa
macchina
color
caffelatte
,
ha
traversato
lo
spartitraffico
,
come
mostra
il
nostro
tratteggio
,
e
si
è
schiantata
contro
il
muro
dello
stabile
numero
7
,
sotto
le
finestre
della
portineria
.
Prima
che
avvenisse
il
cozzo
,
era
balzato
a
terra
,
sull
'
erba
dello
spartitraffico
,
un
giovanotto
anch
'
esso
in
tuta
,
con
la
testa
coperta
dal
passamontagna
.
Aveva
un
mitra
tra
le
mani
e
correva
verso
il
furgone
blindato
.
La
«
barca
d
'
oro
»
della
situazione
proprio
in
quel
momento
veniva
«
artigliata
»
dall
'
autocarro
,
frontalmente
,
con
un
urto
che
in
un
primo
momento
è
parso
all
'
agente
,
all
'
autista
e
al
commesso
soltanto
un
malaugurato
incidente
stradale
.
Si
trattava
,
invece
,
di
un
arrembaggio
vero
e
proprio
.
Il
giovanotto
dei
panini
al
formaggio
è
balzato
a
terra
velocissimo
,
mentre
l
'
autista
del
furgone
gli
imprecava
contro
:
«
Ma
è
questo
il
modo
di
guidare
?
»
.
Il
bandito
aveva
un
martello
stretto
nella
destra
e
con
un
colpo
violentissimo
ha
mandato
in
frantumi
il
cristallo
della
portiera
anteriore
,
accanto
alla
quale
era
seduto
il
poliziotto
.
L
'
agente
Tedesco
ha
tentato
di
impugnare
il
mitra
,
ma
non
vi
è
riuscito
:
una
seconda
martellata
al
capo
l
'
ha
fatto
stramazzare
,
svenuto
e
sanguinante
,
sul
sedile
.
Il
commesso
e
l
'
autista
allora
,
hanno
messo
piede
a
terra
,
sul
lato
opposto
:
«
Su
le
braccia
,
belli
»
ha
detto
una
voce
alle
loro
spalle
.
Era
il
gangster
sceso
pochi
attimi
prima
dall
'
«
autocivetta
»
pilotata
contro
il
muro
.
Da
quell
'
istante
i
banditi
sono
rimasti
padroni
del
campo
.
Il
gangster
che
aveva
guidato
l
'
autocarro
all
'
arrembaggio
ha
strappato
il
mitra
e
la
rivoltella
all
'
agente
,
mentre
dall
'
«
ammiraglia
»
e
dal
camioncino
scendevano
altri
uomini
in
tuta
blu
e
passamontagna
.
La
gente
ne
ha
contati
sette
.
E
tutti
e
sette
hanno
cominciato
a
gridare
,
come
ossessi
,
alla
maniera
dei
desperados
dei
westerns
impegnati
nei
famosi
assalti
alle
«
diligenze
dell
'
oro
»
.
La
portiera
posteriore
,
sul
lato
verso
il
camioncino
accostatosi
intanto
con
facile
manovra
al
furgone
blindato
,
è
stata
spalancata
e
la
spalliera
metallica
del
sedile
abbassata
:
le
cassette
erano
lì
,
a
portata
di
mano
.
Un
bottino
da
capogiro
.
Le
soglie
dei
negozi
,
i
balconi
e
le
finestre
delle
case
hanno
cominciato
a
popolarsi
di
volti
preoccupati
.
«
Che
succede
?
Chi
si
è
scontrato
?
»
L
'
attenzione
di
molta
gente
si
è
subito
rivolta
verso
l
'
«
auto
civetta
»
finita
contro
il
muro
,
ed
era
appunto
quello
che
volevano
i
gangsters
.
L
'
espediente
aveva
funzionato
perfettamente
da
diversivo
.
Mentre
decine
di
persone
si
affollavano
,
perplesse
,
attorno
alla
macchina
color
caffelatte
(
targata
MI
238428
)
incollata
sotto
le
finestre
dello
stabile
numero
7
,
qualche
altro
dai
riflessi
più
rapidi
si
andava
però
accorgendo
che
il
punto
focale
della
scena
era
situato
più
in
là
,
attorno
al
furgone
e
all
'
autocarro
.
Che
facevano
quei
due
uomini
con
le
braccia
in
alto
?
Che
facevano
quegli
altri
uomini
in
tuta
,
che
urlavano
come
indemoniati
,
trasportando
velocemente
dal
furgone
al
camioncino
quelle
strane
cassette
?
Aldebrando
Camagni
,
proprietario
del
negozio
di
mobili
proprio
all
'
angolo
,
corre
in
strada
.
«
Via
,
dentro
»
gli
grida
uno
dei
gangsters
mostrandogli
la
bocca
del
mitra
.
Esce
anche
il
salumiere
Princetti
.
«
Dentro
anche
tu
»
gli
grida
lo
stesso
bandito
.
L
'
esercente
va
ad
appiattirsi
dietro
il
banco
.
Esce
inoltre
la
fruttivendola
,
Alice
Montagnoni
,
ma
visto
il
mitra
e
i
segni
minacciosi
del
bandito
,
preferisce
barricarsi
in
bottega
.
Pure
Maria
Pozzoli
,
di
65
anni
,
portinaia
al
numero
23
di
via
Caccialepori
,
allarmata
dal
rumore
del
cristallo
andato
in
frantumi
,
si
fa
in
strada
,
incuriosita
.
Sul
marciapiede
c
'
è
una
vecchietta
,
ancora
da
identificare
,
che
strilla
come
un
'
aquila
,
rivolta
verso
i
banditi
.
Ha
capito
perfettamente
che
sotto
i
suoi
occhi
si
sta
svolgendo
una
rapina
e
-
vecchietta
terribile
-
polemizza
con
loro
.
«
Brutta
gente
,
andate
a
lavorare
...
»
«
Via
,
via
,
via
»
urla
la
sentinella
della
banda
,
sempre
spianando
il
mitra
.
Le
cassette
,
intanto
,
trasbordano
.
Enzo
Saino
,
rappresentante
di
commercio
sulla
trentina
,
si
affaccia
al
balcone
del
suo
appartamento
,
all
'
ottavo
piano
dello
stabile
numero
7
di
via
Osoppo
,
chiamato
dalla
moglie
allarmata
.
Vede
la
scena
e
comincia
a
gridare
:
«
Ai
ladri
,
ai
ladri
»
.
Uno
dei
gangsters
si
stacca
allora
dal
gruppo
e
punta
il
mitra
verso
la
canonica
,
cercando
chi
grida
.
Non
si
è
accorto
che
la
voce
viene
dall
'
alto
.
«
Dammi
una
bottiglia
»
chiede
il
Saino
alla
consorte
.
Ma
anche
bombardando
la
banda
con
bottiglie
vecchie
quale
risultato
potrebbe
mai
raggiungere
?
Come
tanti
altri
cittadini
vanno
già
facendo
da
qualche
istante
,
anche
il
rappresentante
di
commercio
corre
allora
al
telefono
e
forma
il
777
.
Gli
rispondono
che
le
macchine
della
Volante
stanno
partendo
in
quell
'
istante
.
Ma
anche
la
rapina
,
in
quell
'
istante
,
si
è
conclusa
;
nove
cassette
sono
già
sul
camioncino
,
la
decima
,
contenente
4
milioni
e
456
mila
lire
,
destinata
all
'
agenzia
di
via
Solari
-
è
stata
invece
inspiegabilmente
dimenticata
.
Un
fischio
sottile
attraversa
l
'
aria
:
portiere
che
sbattono
,
la
gang
batte
in
ritirata
.
Avanti
il
camioncino
,
stivato
di
milioni
,
dietro
l
'
«
ammiraglia
»
carica
di
banditi
in
tuta
blu
.
Il
piccolo
convoglio
imbocca
via
Caccialepori
a
discreta
velocità
:
dall
'
interno
qualcuno
dei
gangsters
saluta
,
ilare
,
i
passanti
.
Cinquecento
metri
più
innanzi
l
'
«
ammiraglia
»
e
il
camioncino
trovano
la
strada
sbarrata
da
un
'
autobotte
a
rimorchio
carica
di
nafta
che
sta
facendo
manovra
per
entrare
nello
stabile
numero
37
.
La
sosta
dura
quindici
secondi
,
non
di
più
.
Forse
anche
un
inconveniente
del
genere
era
stato
preventivato
dal
regista
della
banda
.
Tutta
l
'
impresa
è
durata
due
minuti
.
L
'
allarme
scatena
polizia
e
carabinieri
in
una
caccia
serrata
attraverso
tutta
la
città
,
ma
i
banditi
hanno
un
vantaggio
incolmabile
.
Altri
complici
li
attendono
certo
in
un
posto
tranquillo
,
ogni
dettaglio
dell
'
impresa
è
stato
sicuramente
curato
a
puntino
,
specialmente
quelli
delicatissimi
,
del
«
dopo
rapina
»
.
Il
commissario
dottor
Paolo
Zamparelli
,
dirigente
della
Squadra
mobile
,
a
letto
con
1'«asiatica»
,
accorre
ugualmente
in
via
Osoppo
,
col
vicequestore
dott.
Rosa
,
il
commissario
dott.
Nardone
,
e
i
migliori
agenti
di
via
Fatebenefratelli
e
della
Scientifica
.
Convergono
pure
sul
posto
il
maggiore
Vallosio
,
comandante
il
Gruppo
interno
dei
carabinieri
,
il
capitano
Caroppo
del
Nucleo
investigativo
e
altri
ufficiali
.
Il
Nucleo
radiocomandato
ha
già
emanato
via
radio
l
'
ordine
di
bloccare
le
strade
attorno
a
Milano
.
Si
ascolta
il
primo
racconto
dell
'
aggressione
dall
'
agente
Tedesco
,
medicato
di
una
brutta
contusione
al
capo
.
Non
poteva
fare
di
più
,
l
'
agguato
è
stato
diabolico
.
Mentre
la
notizia
si
diffonde
in
città
e
cominciano
le
giocate
ai
botteghini
del
lotto
di
porta
Magenta
,
gli
uomini
della
Scientifica
si
mettono
al
lavoro
.
Fa
il
suo
esordio
,
per
la
circostanza
,
lo
speciale
«
laboratorio
automontato
»
dei
carabinieri
,
fornito
all
'
Arma
dal
ministero
degli
Interni
l
'
altro
ieri
.
Dal
tetto
del
pullman
gli
operatori
dei
carabinieri
ricostruiscono
cinematograficamente
tutte
le
fasi
della
rapina
.
Sull
'
«
auto
civetta
»
nessuna
impronta
:
gli
esperti
assicurano
che
il
bandito
aveva
guanti
di
cuoio
.
La
vettura
è
stata
rubata
ventiquattr
'
ore
prima
in
via
Colletta
all
'
industriale
Renzo
Cimínaghi
,
residente
in
viale
Marche
91
.
E
l
'
«
autocarro
dell
'
arrembaggio
»
?
Rubato
anch
'
esso
(
è
targato
MI
276896
)
,
venti
ore
prima
,
in
via
Cadore
24
,
al
signor
Aldo
Zambelli
,
proprietario
di
una
ditta
d
'
autotrasporti
.
Qualcuno
fornisce
alla
polizia
anche
i
contrassegni
della
targa
dell
'
«
ammiraglia
»
dei
gangsters
(
MI
316494
)
ma
si
scopre
subito
che
è
falsa
,
corrisponde
a
un
'
autocisterna
.
Nessun
dato
sul
camioncino
.
Alle
21
quattro
delle
cassette
rapinate
sono
rinvenute
,
vuote
,
in
un
punto
di
Lorenteggio
.
Alle
21.30
al
Sempione
,
una
pattuglia
di
agenti
trova
l
'
«
auto
ammiraglia
»
abbandonata
accanto
a
un
marciapiede
.
È
targata
BG
36744
,
ed
è
stata
rubata
a
Bergamo
lunedì
scorso
.
Da
quanti
giorni
la
banda
era
al
lavoro
?
Da
almeno
due
settimane
,
si
accerta
:
don
Antonio
Bossi
,
parroco
di
San
Protaso
,
e
altri
sacerdoti
ricordano
benissimo
di
avere
visto
auto
con
giovanotti
a
bordo
ferme
sempre
allo
stesso
posto
,
al
quadrivio
,
per
più
giorni
,
mattino
e
pomeriggio
.
Decine
di
testi
volontari
,
specialmente
femminili
,
ingolfano
le
prime
ore
di
indagini
:
molti
hanno
visto
ma
pochi
rammentano
ciò
che
maggiormente
preme
alla
polizia
.
C
'
è
anche
chi
,
in
serata
,
offre
in
vendita
per
telefono
,
ai
giornali
,
per
mezzo
milione
,
due
fotografie
scattate
-
si
dice
-
da
una
finestra
durante
la
rapina
.
Ma
,
per
via
della
messa
a
fuoco
sbagliata
nell
'
orgasmo
del
momento
,
non
si
vedrebbero
i
volti
dei
banditi
.
Per
fortuna
c
'
è
chi
ha
potuto
vedere
bene
in
faccia
il
bandito
dei
panini
.
Che
la
sorte
dei
più
geniali
e
pericolosi
gangsters
del
dopoguerra
ambrosiano
stia
per
essere
decisa
da
un
etto
di
formaggio
?