StampaPeriodica ,
Questo
film
mi
ricorda
certe
scatole
cinesi
di
porcellana
,
avorio
o
lacca
,
che
sono
una
dentro
l
'
altra
a
scala
:
il
cinematografo
nel
cinematografo
nel
cinematografo
...
Dicono
che
è
l
'
autobiografia
di
Gloria
Swanson
:
neanche
per
idea
.
E
qualcosa
di
più
vasto
,
è
il
dramma
di
Hollywood
essenzialmente
hollywoodiano
e
visto
con
l
'
occhio
spietato
degli
europei
del
secolo
nostro
.
Che
succede
di
queste
figure
che
per
dieci
o
vent
'
anni
riempiono
il
mondo
del
loro
nome
e
del
loro
fascino
?
Dopo
la
luce
accecante
dei
riflettori
,
scompaiono
nell
'
oscurità
:
dove
sono
?
che
fanno
?
Billy
Wilder
e
Charles
Brackett
hanno
svelato
il
mistero
creando
questa
Norma
Desmond
che
promette
d
'
essere
il
personaggio
più
scottante
dell
'
annata
.
L
'
ambiente
,
macabro
,
e
l
'
atmosfera
nella
quale
fanno
sopravvivere
la
ex
diva
tra
il
rimpianto
del
passato
e
la
frenesia
di
un
avvenire
puramente
illusorio
,
costituiscono
lo
stupendo
segreto
del
film
.
Facendoci
poi
capitare
,
per
un
caso
leggermente
diabolico
,
il
bello
e
giovane
scenarista
fallito
e
squattrinato
col
quale
la
ex
diva
crede
di
riafferrare
la
sua
vita
di
donna
e
d
'
artista
al
tempo
stesso
,
più
che
di
satira
si
dovrebbe
parlare
di
beffa
sanguinosa
.
Le
scene
si
susseguono
di
una
progressiva
,
gelida
tristezza
,
fino
al
crimine
,
fino
alla
follia
.
E
qui
,
pur
nel
suo
eccesso
di
colore
,
dalla
cerchia
ristretta
di
Hollywood
diviene
dramma
dell
'
umanità
intera
.
Attenti
,
perché
da
questo
viale
bisogna
passarci
tutti
,
senza
far
tanto
strepito
,
s
'
intende
,
non
siamo
né
divi
né
dive
,
e
sappiamo
nascondere
il
dolore
nel
segreto
delle
nostre
anime
,
dolore
per
ciò
più
grande
.
E
sulla
cinquantina
,
di
regola
,
che
ne
imbocchiamo
il
cammino
,
e
non
abbiamo
troppa
fretta
a
cantar
vittoria
,
attenti
all
'
ultima
cantonata
:
ce
n
'
è
sempre
un
'
altra
.
Gloria
Swanson
non
ci
ha
dato
con
questo
film
l
'
autobiografia
ma
ci
fa
,
al
contrario
,
assistere
al
miracolo
:
da
quell
'
ombra
si
può
anche
uscire
e
in
modo
magnifico
:
non
le
conoscevamo
ancora
tanta
originalità
e
profondità
.
In
certi
momenti
mi
ricordava
la
Duse
,
l
'
ultima
Duse
,
quella
di
Ibsen
'
e
delle
sue
donne
pazze
di
poesia
,
che
con
la
più
grande
disinvoltura
si
potevano
suicidare
come
potevano
sfasciare
una
famiglia
.
Anche
lei
era
pazza
di
poesia
,
era
quello
che
la
poneva
al
disopra
di
tutte
le
attrici
del
suo
tempo
,
anche
lei
aveva
vissuto
questo
dramma
nel
massimo
riserbo
,
e
quando
ne
uscì
coi
capelli
bianchi
,
fu
per
correre
incontro
alla
morte
.
Malgrado
i
52
anni
e
4
mariti
,
Gloria
Swanson
è
ancora
una
bella
donna
,
e
dopo
vent
'
anni
di
silenzio
si
riafferma
con
questo
interessante
film
quale
attrice
di
primo
piano
.
StampaPeriodica ,
«
Se
questo
film
riuscirà
a
salvare
una
sola
vita
umana
,
lo
scopo
del
suo
autore
sarà
raggiunto
»
.
Con
queste
parole
Léonide
Moguy
chiude
il
suo
film
su
quello
che
è
il
problema
più
triste
della
vita
sociale
:
il
suicidio
.
Noi
diremo
di
più
,
se
anche
questo
film
non
riuscisse
a
salvare
una
sola
vita
umana
quest
'
opera
sarebbe
degna
di
encomio
ugualmente
.
Non
è
certo
in
queste
cronache
che
possiamo
abbordare
un
tema
di
tanta
delicatezza
e
complessità
.
Le
difficoltà
e
avversità
a
un
certo
punto
paralizzano
nell
'
individuo
la
forza
di
resistenza
,
di
reagire
,
fanno
tacere
in
lui
la
voce
del
più
sicuro
amico
:
la
speranza
.
Ragione
per
cui
,
pensa
Moguy
,
se
questa
forza
si
estingue
nell
'
interno
dobbiamo
tentare
tutti
i
mezzi
per
infonderla
dall
'
esterno
.
E
la
più
bella
frase
la
dice
il
giornalista
Sorrentino
per
incuorare
la
fanciulla
smarrita
:
«
ricordati
che
i
buoni
sono
più
numerosi
dei
cattivi
»
.
Secondo
Moguy
causa
preponderante
sarebbe
la
solitudine
che
spinge
una
persona
alla
disperazione
e
all
'
errore
;
i
casi
trattati
rivestono
tutti
questo
carattere
:
la
giovane
sposa
infedele
che
ha
perduto
il
marito
e
l
'
amante
,
la
fanciulla
rimasta
sola
e
caduta
in
mano
di
un
turpe
sfruttatore
,
la
vedova
cui
viene
ucciso
l
'
ultimo
compagno
:
il
cane
,
la
ragazza
di
famiglia
ricca
e
trascurata
dalla
madre
donna
del
gran
mondo
e
che
,
avida
di
tenerezza
,
cade
col
primo
ragazzaccio
che
le
fa
intravedere
l
'
amore
.
Esempi
di
esseri
particolarmente
deboli
,
ragione
per
cui
ci
sarebbe
piaciuto
in
mezzo
un
caso
maschile
,
uno
che
tutte
le
apparenze
ci
facevano
ritenere
forte
e
che
per
tale
atto
ci
ha
dimostrato
la
sua
estrema
debolezza
.
Fatti
presi
dalla
realtà
quotidiana
,
e
anche
questo
conta
poco
,
un
fatto
avvenuto
realmente
può
diventare
convenzionale
nell
'
arte
,
e
uno
insensato
apparire
della
più
scottante
realtà
.
Realtà
non
accettata
con
freddezza
e
tanto
meno
con
compiacimento
da
un
uomo
che
ha
ancora
piena
fiducia
nei
propri
simili
e
in
una
vita
migliore
.
Il
pericolo
di
questo
genere
è
la
retorica
,
e
che
il
film
degeneri
in
una
lagna
,
pericolo
che
Moguy
è
riuscito
a
schivare
.
Vediamo
con
soddisfazione
che
ha
saputo
circondarsi
di
ottimi
collaboratori
per
la
stesura
italiana
,
quali
Domenico
Meccoli
e
Giorgio
Prosperi
'
.
Bravi
gli
attori
:
Lamberti
Sorrentino
e
Aldo
Silvani
nelle
loro
vesti
paterne
e
Arnoldo
Foà
in
quella
del
lenone
.
Fra
le
donne
incontriamo
due
aurore
e
un
tramonto
:
Anna
Maria
Pierangeli
e
Anna
Maria
Ferrero
,
e
Rina
de
Liguoro
che
lasciammo
bella
e
bruna
Messalina
e
che
oggi
ritroviamo
,
ahinoi
!
,
vedova
inconsolabile
,
coi
capelli
bianchi
.
StampaPeriodica ,
Se
Vittorio
De
Sica
si
fosse
limitato
a
darci
,
con
questi
giullari
del
tempo
nostro
,
il
senso
poetico
della
povertà
,
l
'
intima
gioia
che
è
nel
povero
,
la
sua
superiorità
davanti
al
ricco
,
e
invece
di
mostrarcelo
così
incerto
e
sottomesso
ce
lo
avesse
mostrato
sicuro
e
fiero
di
sé
,
fiero
di
quella
libertà
di
spirito
che
forma
la
sua
conquista
e
che
per
la
sua
stessa
condizione
al
ricco
viene
negata
,
e
fiero
di
quella
fantasia
che
lo
porterà
a
cavalcioni
di
un
manico
di
granata
a
volare
in
cielo
,
Miracolo
a
Milano
sarebbe
senz
'
altro
un
capolavoro
,
un
messaggio
,
assolverebbe
senza
volerlo
un
compito
sociale
.
Dove
trapela
,
attraverso
la
caricatura
,
un
presupposto
sociale
,
il
film
perde
quota
,
immiserisce
,
perché
tace
la
poesia
.
E
proprio
lo
spirito
borghese
ad
inquinarlo
.
La
caricatura
è
bella
quando
è
fine
a
se
stessa
come
nella
scena
dei
dottori
che
contano
le
pulsazioni
al
letto
della
moribonda
.
Il
film
si
muove
con
un
primo
bamboleggiamento
di
sapore
deamicisiano
finché
Totò
,
questo
«
clown
»
della
bontà
e
volontario
della
miseria
,
non
uscirà
dall
'
orfanotrofio
per
entrare
nel
consorzio
umano
dove
riunirà
i
mendicanti
coi
quali
costruirà
una
città
fatta
di
assi
tarlate
,
rami
d
'
albero
e
latte
mangiate
dalla
ruggine
,
e
per
la
quale
riuscirà
a
scovare
anche
una
statua
da
porsi
sulla
piazza
centrale
;
colonia
felice
che
con
scoppi
di
gioia
verrà
inaugurata
e
percorsa
da
un
capo
all
'
altro
,
e
non
appena
un
temporale
l
'
avrà
sconvolta
tutti
si
daranno
senza
indugio
a
ricostruirla
:
qui
è
la
forza
.
Per
tutto
il
primo
tempo
le
scene
incalzano
una
più
bella
dell
'
altra
.
Nella
seconda
parte
,
allorché
prende
il
sopravvento
l
'
elemento
surrealistico
,
e
questo
film
con
grande
soddisfazione
surrealista
possiamo
classificare
,
via
via
decade
.
Sui
prodigi
della
colomba
si
insiste
troppo
e
al
finale
soltanto
Totò
con
Edvige
fra
lo
stupore
di
tutti
dovrebbero
volare
in
cielo
,
essi
che
hanno
avuto
fede
nella
bontà
.
La
regia
di
Vittorio
De
Síca
è
di
prim
'
ordine
e
dal
punto
di
vista
strettamente
cinematografico
,
per
due
buoni
terzi
il
film
riesce
a
mantenere
un
ritmo
degno
di
incondizionata
ammirazione
.
Secondo
me
manca
quel
raggio
che
alla
fine
ce
lo
faccia
vedere
nella
sua
interezza
,
uscendo
lo
si
pensa
ancora
nei
particolari
di
cui
è
straricco
.
Le
masse
sono
manovrate
magistralmente
,
il
regista
è
nella
sua
piena
maturità
.
Anche
dell
'
efficacia
e
spontaneità
degli
attori
dobbiamo
rendere
a
lui
il
principale
merito
,
e
aggiungeremo
a
questo
proposito
:
quando
si
prendono
attori
occasionali
sarebbe
meglio
lo
fossero
tutti
,
dal
primo
all
'
ultimo
,
quei
rari
di
professione
che
vi
si
mescolano
sono
proprio
quelli
che
fanno
brutta
figura
.