StampaQuotidiana ,
Un
bell
'
applauso
ha
accolto
stasera
Riccardo
Bacchelli
quando
,
prima
della
rappresentazione
,
è
venuto
alla
ribalta
dello
stupendo
palcoscenico
del
Teatro
Olimpico
,
e
vivi
consensi
ha
avuto
alla
fine
del
suo
breve
discorso
.
È
uscito
a
fare
il
prologo
,
non
già
per
raccontare
,
come
usava
nelle
antiche
commedie
,
il
soggetto
.
Non
era
il
caso
.
Ha
risposto
alla
domanda
che
certo
gli
spettatori
si
eran
fatta
in
cuor
loro
:
perché
un
altro
Amleto
?
Perché
,
risponde
Bacchelli
,
Amleto
è
figura
che
,
da
quando
è
stata
creata
dal
potente
genio
di
Shakespeare
,
tre
secoli
e
mezzo
fa
,
ha
posto
nel
giro
del
tempo
,
dinanzi
al
tormento
degli
uomini
,
quasi
a
conforto
e
ad
esempio
,
il
proprio
enigma
,
diventando
per
ciò
stesso
un
personaggio
di
ieri
,
di
oggi
e
di
sempre
.
Ogni
generazione
può
studiare
il
suo
Amleto
,
l
'
uomo
fiaccato
dal
peso
delle
responsabilità
morali
e
dalla
difficoltà
della
scelta
dei
suoi
atti
.
Qual
è
la
differenza
fondamentale
fra
l
'
Amleto
di
Shakespeare
e
quello
di
Bacchelli
?
Eccola
:
il
primo
obbedisce
al
padre
che
gli
appare
a
ordinargli
la
vendetta
,
il
secondo
gli
disobbedisce
.
Ma
procediamo
con
ordine
.
Bisogna
rifarsi
al
1918
,
anno
di
vittoria
e
di
ripensamenti
.
A
Roma
era
sorta
,
in
quell
'
anno
,
una
famosa
rivista
letteraria
,
di
composta
e
talora
ironica
saggezza
,
che
considerava
il
corso
della
letteratura
interrotto
dopo
il
Leopardi
e
il
Manzoni
:
"
La
ronda
"
,
redatta
da
Cardarelli
,
Baldini
,
Bacchelli
,
Cecchi
,
Montano
,
tutti
con
trentotto
primavere
meno
di
oggi
.
Due
anni
prima
aveva
cessato
di
uscire
a
Firenze
la
inquietissima
"
La
voce
"
e
da
tempo
era
finito
un
altro
giornale
fiorentino
battagliero
,
il
"
Leonardo
"
,
mentre
squillavano
,
sempre
sulle
rive
dell
'
Arno
,
le
trombe
di
"
Lacerba
"
.
La
storia
letteraria
di
quegli
anni
si
muove
fra
questi
fogli
animosi
.
Nella
seconda
annata
della
"
Ronda
"
è
apparso
un
Amleto
di
Bacchelli
,
ripubblicato
,
riveduto
,
più
tardi
.
L
'
Amleto
rappresentato
stasera
è
quello
della
prima
edizione
.
Si
ha
subito
da
osservare
che
si
tratta
di
un
Amleto
che
non
ha
per
ambiente
il
castello
di
Elsinor
,
ma
"
una
corte
di
maniera
"
,
indicazione
che
toglie
all
'
opera
qualsiasi
carattere
di
pedissequo
rifacimento
della
tragedia
shakespeariana
.
I
personaggi
sono
meno
numerosi
.
Amleto
,
allo
Spettro
,
che
gli
ordina
di
uccidere
la
regina
sua
madre
e
il
re
suo
zio
,
non
giura
nulla
;
la
scena
della
recita
,
da
parte
degli
attori
arrivati
al
castello
,
dell
'
Assassinio
del
duca
Gonzaga
,
viene
riferita
,
invece
che
agita
;
Amleto
non
trafigge
il
re
,
mentre
prega
,
non
già
per
timore
che
si
salvi
,
ma
perché
vorrebbe
che
l
'
uccisione
avesse
un
aspetto
di
rivendicazione
politica
e
non
di
vendetta
familiare
;
assenti
la
follia
di
Ofelia
,
il
suo
funerale
,
il
colloquio
coi
becchini
;
l
'
amore
di
Amleto
per
Ofelia
culmina
con
un
bacio
e
con
la
proposta
di
una
fuga
a
due
in
Italia
da
Ofelia
respinta
,
il
che
incita
Amleto
a
porre
in
atto
quell
'
ordine
paterno
che
lo
irrita
a
tal
segno
da
gridare
allo
Spettro
,
quando
gli
riappare
durante
il
colloquio
con
la
madre
:
"
ombra
immonda
!
"
,
perché
non
ha
pensato
che
la
moglie
colpevole
era
pure
la
madre
di
Amleto
.
Così
mutato
,
l
'
Amleto
di
Bacchelli
,
al
pari
di
quello
shakespeariano
,
è
un
giovane
cui
le
inattese
e
affrettate
nozze
della
madre
col
fratello
del
padre
hanno
devastato
l
'
anima
e
scosso
il
carattere
debole
e
smarrito
,
e
suscitato
in
cuore
il
disgusto
della
vita
;
quello
stesso
che
dall
'
Amleto
di
Shakespeare
si
comunica
in
chi
assiste
alla
tragedia
.
Ma
,
in
Shakespeare
,
il
disgusto
della
vita
si
manifesta
dopo
il
colloquio
di
Amleto
con
lo
Spettro
del
padre
:
mentre
il
Bacchelli
lo
presenta
già
disgustatissimo
prima
del
colloquio
,
non
solo
,
ma
quasi
compiaciuto
del
disgusto
.
Udite
poi
le
rivelazioni
dello
Spettro
,
più
che
inorridire
,
se
ne
infastidisce
e
,
invitato
da
quello
a
giurare
,
non
acconsente
immediatamente
e
,
anzi
,
più
tardi
si
rallegra
che
il
canto
del
gallo
,
proprio
in
quel
punto
,
abbia
fugato
l
'
apparizione
.
Non
è
più
la
tragedia
della
volontà
incerta
dinanzi
all
'
azione
;
è
quella
dell
'
infingardaggine
.
In
certo
senso
non
si
tratta
più
di
un
personaggio
che
tergiversa
dinanzi
alla
gravità
dell
'
atto
delittuoso
da
compiere
contro
la
madre
e
lo
zio
;
ma
di
un
personaggio
che
avrebbe
preferito
esser
lasciato
in
pace
.
In
termine
medico
:
un
astenico
.
È
un
Amleto
dalla
malinconia
raziocinante
che
si
dichiara
fallito
e
condannato
a
delibare
,
minuto
per
minuto
,
il
proprio
fallimento
.
Per
lui
la
vita
è
la
sua
abbiezione
,
è
quello
che
non
ama
.
"
Se
potessi
pensare
-
dice
in
un
monologo
-
di
avere
un
figliolo
,
mi
parrebbe
un
delitto
.
L
'
evidenza
dimostra
che
io
non
dovrei
avere
il
permesso
di
vivere
"
.
E
,
invece
di
domandarsi
"
essere
o
non
essere
?
"
,
dichiara
di
desiderare
di
non
essere
,
e
forse
anche
di
morire
letteralmente
.
Perché
dovrebbe
uccidere
?
Non
crede
a
nulla
,
né
alla
vita
,
né
alla
giustizia
né
ad
altro
.
E
dichiara
:
"
L
'
uomo
non
ha
nessuna
attrattiva
per
me
.
Vorrei
non
ci
fosse
più
la
mia
parte
d
'
uomo
in
me
,
ci
facciamo
tutti
tanta
pietà
che
diventa
schifo
.
Come
si
vede
,
è
un
Amleto
incline
ai
filosofemi
,
e
,
sotto
questo
rispetto
,
perfettamente
l
'
opposto
di
quello
di
Shakespeare
che
in
filosofemi
non
si
perde
,
ma
trasforma
dolore
,
disperazione
,
incapacità
di
decisione
,
in
poesia
.
È
un
Amleto
,
infine
,
ripensato
,
sulla
eco
di
quello
di
Shakespeare
,
dal
Bacchelli
che
lo
commenta
mentre
lo
ricrea
.
In
certo
senso
si
potrebbe
definire
quest
'
opera
un
saggio
critico
sull
'
Amleto
svolto
in
forma
di
tragedia
.
Impresa
ben
degna
di
uno
scrittore
sagace
,
colto
,
meditativo
e
prodigo
delle
proprie
doti
di
indagatore
e
di
pertinace
trattatista
delle
umane
psicologie
.
E
proprio
per
questo
si
nota
un
'
altra
differenza
,
oltre
alla
continua
presenza
del
buffone
,
con
l
'
Amleto
di
Shakespeare
:
la
morte
della
Regina
,
della
quale
il
Bacchelli
fa
causa
non
alla
coppa
avvelenata
da
lei
bevuta
per
errore
,
ma
al
disperato
dolore
materno
dinanzi
al
cadavere
di
Amleto
,
con
una
nota
di
moderna
sensibilità
.
Questa
opera
giovanile
del
Bacchelli
,
disegnando
un
Amleto
disorientato
,
abulico
,
nevropatico
,
che
si
irrita
delle
apparizioni
dello
Spettro
e
gli
si
ribella
,
rappresenta
,
più
che
il
riflesso
del
protagonista
shakespeariano
,
l
'
uomo
dell
'
altro
dopoguerra
,
uscito
dal
caos
con
l
'
animo
sconvolto
,
l
'
uomo
che
Pirandello
aveva
preannunziato
sin
dall
'
inizio
del
conflitto
.
Non
già
che
l
'
Amleto
di
stasera
sia
fratello
dell
'
uomo
pirandelliano
;
ma
un
lontano
cugino
o
un
affine
,
in
certo
senso
,
potrebbe
forse
esserlo
.
Ed
è
curioso
altresì
come
in
esso
si
avverta
persino
non
sappiamo
qual
turbamento
di
moderno
sapore
esistenzialista
con
quel
suo
discorrere
amaro
e
sarcastico
di
uomo
nauseato
e
alla
deriva
,
di
individuo
che
naviga
senza
bussola
.
Il
testo
contiene
pagine
nitide
,
sostenute
,
nutrite
di
sottili
argomenti
.
La
sequenza
degli
episodi
è
congegnata
a
dovere
e
teatralmente
funzionante
.
Se
si
vuol
pensare
a
un
modello
,
vien
fatto
di
ricordare
non
l
'
abbagliante
e
travolgente
impeto
di
Shakespeare
,
ma
piuttosto
la
finezza
di
un
Racine
;
ma
soprattutto
si
tratta
del
gusto
di
un
dotato
scrittore
italiano
che
ama
la
classicità
.
Il
protagonista
non
è
più
il
colosso
di
Shakespeare
,
ma
una
figura
modellata
con
sagacia
di
studio
e
con
saggezza
di
pollice
.
Enzo
Ferrieri
si
è
assunta
un
'
impresa
non
facile
,
tanto
più
non
essendo
disponibili
taluni
attori
che
meglio
avrebbero
dato
rilievo
a
certe
figure
,
ed
è
tuttavia
riuscito
a
presentare
un
'
edizione
nell
'
insieme
accurata
e
attenta
.
Amleto
era
Tonino
Pierfederici
,
che
ha
avuto
qualche
scatto
felice
ma
al
quale
raccomanderemmo
di
esprimere
con
più
elaborata
chiarezza
della
dizione
e
più
adeguata
e
penetrante
varietà
di
toni
la
sua
ardua
parte
,
che
però
gli
ha
procurato
applausi
a
scena
aperta
.
Di
una
nobile
dignità
Enrica
Corti
(
la
Regina
)
,
limpido
e
preciso
il
Pierantoni
(
Polonio
)
,
sicuri
il
Giangrande
,
Ruggero
De
Daninos
,
Carlo
Alighiero
,
Monica
Vitti
,
il
Dettori
e
gli
altri
tutti
.
Belli
i
costumi
di
Pierluigi
Pizzi
.
Molti
gli
applausi
agli
attori
,
anche
a
scena
aperta
,
e
festeggiati
il
regista
e
l
'
autore
.