StampaQuotidiana ,
Nessuno
di
noi
potrà
mai
dimenticare
questa
notte
di
giugno
.
La
nascita
della
Repubblica
Italiana
non
è
sorta
da
un
assalto
alla
Bastiglia
monarchica
,
né
da
alcuna
altra
forma
di
intervento
improvviso
di
forze
rivoluzionarie
;
e
pertanto
il
suo
annunzio
non
si
è
prodotto
come
un
grido
dell
'
impeto
creatore
del
popolo
,
ma
secondo
un
meccanismo
elettorale
affidato
ad
una
vecchia
burocrazia
che
pure
nei
momenti
più
solenni
non
dimentica
la
sua
virtù
principale
:
la
prudenza
.
L
'
intervento
burocratico
ha
potuto
evitare
che
la
attesissima
notizia
fosse
,
come
di
dovere
,
subito
promulgata
e
che
al
primo
annuncio
seguisse
la
naturale
esplosione
di
una
gioia
di
popolo
troppo
a
lungo
tenuta
a
freno
.
Noi
abbiamo
dunque
dovuto
sopportare
,
in
pochi
e
in
silenzio
,
durante
un
certo
numero
di
ore
,
l
'
eccezionale
notizia
;
e
l
'
indicibile
emozione
,
a
stento
dissimulata
,
ha
occupato
tutta
la
nostra
anima
,
acquistando
una
dimensione
di
vastità
e
profondità
irraggiungibili
agli
ordinari
fatti
politici
.
Non
potendo
subito
lanciare
la
lietissima
notizia
ai
vivi
,
ci
siamo
messi
allora
a
pensare
,
senza
enfasi
retorica
,
ma
semplicemente
e
naturalmente
,
in
obbedienza
ad
un
bisogno
irresistibile
di
comunione
,
ai
nostri
più
cari
,
agli
amici
e
compagni
che
per
la
libertà
sono
morti
e
che
oggi
non
sono
qui
,
tra
noi
,
per
rallegrarsi
assieme
a
noi
.
L
'
impressione
più
precisa
e
vicina
alla
nuova
realtà
è
legata
alla
nozione
stessa
di
nascita
:
la
vittoria
della
Repubblica
è
cioè
innegabilmente
un
atto
di
vita
.
Non
è
un
fatto
occasionale
,
non
un
'
improvvisazione
,
non
un
gesto
fortuito
,
o
arbitrario
,
ma
un
atto
necessario
,
impellente
,
improrogabile
;
è
un
avvenimento
preparato
da
una
lunga
,
oscura
,
dolorosa
gestazione
,
nel
più
intimo
della
storia
d
'
Italia
.
È
un
atto
di
vita
;
un
atto
di
buona
salute
,
un
atto
di
liberazione
,
un
atto
di
creazione
,
una
forma
nuova
per
una
realtà
nuova
.
È
una
nascita
;
una
presenza
,
una
rivelazione
,
un
'
apparizione
,
«
qualche
cosa
che
viene
da
lontano
e
va
lontano
»
.
Ma
è
anche
,
e
soprattutto
,
un
atto
di
modernità
:
la
società
italiana
si
è
liberata
da
una
parassitaria
sovrastruttura
di
origine
feudale
,
e
se
n
'
è
liberata
per
merito
prevalente
delle
classi
lavoratrici
,
le
quali
sono
le
forze
motrici
principali
di
ogni
vero
progresso
nella
nostra
epoca
;
e
per
questo
noi
siamo
poco
inclini
,
oggi
,
alle
reminiscenze
retoriche
,
classiche
o
risorgimentali
,
o
le
tolleriamo
quel
tanto
che
può
essere
lecito
,
presso
la
culla
di
un
neonato
,
parlare
di
morti
.
La
vittoria
della
Repubblica
è
un
fatto
di
vita
e
non
di
ideologia
;
è
la
risposta
improrogabile
ad
alcuni
bisogni
acuti
ed
essenziali
della
società
italiana
.
È
un
vero
atto
di
nascita
,
un
atto
di
festa
.
È
la
giornata
più
lieta
della
lunga
storia
della
nostra
patria
.