StampaQuotidiana ,
Roma
,
28
novembre
,
notte
-
Attraverso
le
serratissime
maglie
del
segreto
istruttorio
è
trapelato
oggi
,
a
Roma
(
ed
è
stato
confermato
ufficiosamente
in
serata
)
,
uno
degli
elementi
-
e
ne
devono
esistere
molti
altri
,
si
suppone
-
che
alimentano
la
tranquilla
sicurezza
della
magistratura
e
della
polizia
sulla
responsabilità
di
Raoul
Ghiani
per
l
'
assassinio
di
Maria
Martirano
.
Questo
«
asso
nella
manica
»
delle
autorità
inquirenti
è
una
giovane
donna
,
sicura
di
sé
e
della
sua
buona
memoria
.
Spieghiamo
perché
la
polizia
attribuisca
tanto
rilievo
a
quel
che
il
personaggio
cardine
del
«
giallo
»
di
via
Monaci
ha
rivelato
e
potrà
ancora
dire
.
Questo
personaggio
ha
visto
l
'
uccisore
di
Maria
Martirano
,
la
sera
del
l0
settembre
,
a
non
più
di
un
metro
di
distanza
:
e
ha
riconosciuto
,
in
una
fotografia
,
Raoul
Ghiani
.
Da
più
parti
si
accennò
,
ieri
,
alle
affermazioni
di
un
meccanico
,
Benito
Sensoli
,
il
quale
si
trovava
in
un
'
automobile
,
a
una
trentina
di
metri
dal
portone
della
Martirano
,
e
scorse
,
la
sera
del
delitto
,
un
'
auto
grigia
che
aveva
sostato
proprio
in
quel
punto
.
Dalla
macchina
scese
un
uomo
che
si
diresse
verso
l
'
edificio
in
cui
alloggiava
la
vittima
del
crimine
.
La
deposizione
del
Sensoli
è
,
non
diciamo
contraddetta
,
ma
rettificata
da
quella
della
teste
cui
accennavamo
:
anche
essa
scorse
l
'
auto
grigia
,
e
notò
la
discesa
di
quel
passeggero
,
che
tuttavia
proseguì
e
si
dissolse
nell
'
ombra
:
e
l
'
abbaglio
del
meccanico
è
spiegato
perfettamente
dalla
posizione
in
cui
egli
si
trovava
.
Ma
la
«
testimone
-
pilota
»
dell
'
istruttoria
passò
davanti
al
portone
,
alle
23.30
circa
,
proprio
mentre
vi
entrava
un
giovanotto
:
i
due
si
trovarono
pressoché
gomito
a
gomito
.
Il
giovanotto
era
giunto
fin
là
a
piedi
.
Si
trattava
di
Raoul
Ghiani
?
La
giovane
-
una
domestica
di
prepotente
avvenenza
,
con
i
capelli
a
coda
di
cavallo
,
a
servizio
presso
una
coinquilina
della
povera
signora
Martirano
-
è
stata
già
interpellata
dalla
polizia
subito
dopo
il
delitto
ed
ha
dato
,
del
passante
,
una
descrizione
che
non
si
discosta
da
quella
dell
'
arrestato
;
ha
poi
ravvisato
il
passante
,
ripetiamo
,
nella
fotografia
dell
'
incriminato
.
Un
confronto
,
quando
il
Ghiani
sarà
stato
trasferito
a
Roma
,
offrirà
alla
testimone
e
alla
polizia
una
ulteriore
conferma
(
o
una
smentita
)
a
questi
riconoscimenti
.
È
chiaro
,
per
chiunque
abbia
buon
senso
,
che
riconoscimenti
di
questo
genere
offrirebbero
ben
scarso
appoggio
alle
tesi
accusatorie
se
non
si
aggiungessero
ad
altri
,
meno
labili
indizi
.
Si
ha
comunque
una
riprova
del
metodo
al
quale
si
attengono
i
giudici
e
i
funzionari
della
«
mobile
»
risoluti
a
tenere
in
serbo
a
lungo
le
loro
carte
migliori
.
Il
fatto
nuovo
di
oggi
-
alludiamo
all
'
entrata
in
scena
della
«
testimone
-
pilota
»
-
spazza
via
anche
le
ovvie
perplessità
che
erano
state
suscitate
dalle
dichiarazioni
di
Benito
Sensoli
.
È
mai
possibile
,
ci
si
domandava
,
che
il
Ghiani
,
ove
si
accetti
la
sua
missione
di
«
sicario
»
,
si
provvedesse
a
Roma
di
un
'
automobile
privata
coinvolgendo
altri
individui
,
ossia
,
nel
futuro
,
altrettanti
possibili
testi
l
'
accusa
,
in
un
'
impresa
che
richiedeva
,
come
requisito
essenziale
,
la
segretezza
?
Era
forse
stretto
dal
tempo
,
il
«
sicario
»
?
Niente
affatto
.
Se
davvero
aveva
usato
l
'
aereo
che
giunge
a
Roma
alle
21
,
doveva
trovarsi
in
centro
non
più
tardi
delle
22
,
e
poteva
tranquillamente
arrivare
in
via
Monaci
col
cavallo
di
san
Francesco
.
E
quanto
al
ritorno
alla
stazione
Termini
-
o
alle
stazione
Tiburtina
se
si
fosse
servito
della
Freccia
del
Sud
-
gli
sarebbe
stato
sempre
più
agevole
e
semplice
sbrigarsi
a
piedi
,
o
con
un
tassì
preso
in
un
posteggio
non
immediatamente
adiacente
,
piuttosto
che
doversi
disfare
di
una
macchina
altrui
.
Aggiungeremo
una
considerazione
che
è
ovvia
:
un
'
automobile
-
e
pare
che
il
guidatore
di
quella
indicata
dal
meccanico
si
fosse
oltretutto
abbandonato
a
frenetici
colpi
di
acceleratore
-
desta
sempre
maggiore
attenzione
e
curiosità
,
a
sera
inoltrata
,
e
in
una
via
tranquilla
,
di
un
pedone
che
striscia
lungo
i
muri
.
Ma
,
osserverà
più
d
'
uno
,
le
testimonianze
,
i
riconoscimenti
,
lasciano
adito
a
dubbi
,
a
perplessità
,
approfondiscono
,
piuttosto
che
colmarlo
,
il
solco
che
divide
le
schiere
-
automaticamente
generate
da
ogni
«
caso
»
criminale
indiziario
-
degli
innocentisti
e
dei
colpevolisti
.
Si
preferirebbe
la
certezza
scientifica
:
ad
esempio
un
responso
inequivocabile
dell
'
esame
delle
impronte
digitali
.
E
già
ieri
le
notizie
,
che
in
queste
vicende
sensazionali
precedono
talvolta
gli
avvenimenti
,
avevano
riferito
dell
'
invio
a
Roma
delle
impronte
prese
al
Ghiani
,
subito
sottoposte
ai
controlli
del
capo
dell
'
Istituto
superiore
di
polizia
scientifica
,
dott.
Marrocco
.
In
realtà
il
rilievo
delle
impronte
è
stato
eseguito
solo
oggi
,
e
il
loro
vaglio
comincerà
al
più
presto
domani
.
Ma
si
ha
la
sensazione
che
le
autorità
non
facciano
molto
affidamento
sul
valore
di
questa
traccia
.
Un
paio
di
guanti
,
o
più
semplicemente
la
scarsa
chiarezza
delle
impronte
rinvenute
nell
'
alloggio
dell
'
uccisa
,
bastano
per
svuotare
di
ogni
importanza
questo
indizio
.
La
polizia
dedica
invece
molto
impegno
alla
demolizione
dell
'
alibi
di
Raoul
Ghiani
:
e
,
per
questo
,
fruga
senza
requie
nei
documenti
di
quel
volo
Milano
-
Roma
-
il
volo
AZ
412
dell
'
Alitalia
,
per
l
'
esattezza
-
che
avrebbe
consentito
al
«
sicario
»
di
poter
eseguire
,
entro
i
tempi
fissati
,
il
suo
mostruoso
piano
.
Il
direttore
generale
della
compagnia
aerea
ha
stamane
richiamato
,
dall
'
archivio
,
le
liste
dei
passeggeri
non
solo
di
quel
giorno
ma
anche
dei
giorni
precedenti
,
e
ogni
altro
incartamento
che
potesse
riuscire
utile
.
Il
fascicolo
è
stato
consegnato
alle
autorità
.
Il
«
signor
Rossi
»
sarebbe
giunto
alla
Malpensa
,
quella
sera
,
all
'
ultimo
istante
,
trafelatissimo
:
il
che
riesce
perfettamente
spiegabile
se
si
identifica
il
Ghiani
nel
signor
Rossi
,
perché
non
è
facile
compiere
in
un
'
ora
-
e
in
uno
dei
periodi
di
punta
del
traffico
milanese
-
il
percorso
dalla
città
alla
Malpensa
.
Sull
'
apparecchio
presero
posto
29
viaggiatori
,
5
dei
quali
,
stranieri
,
giungevano
da
Barcellona
.
È
possibile
che
la
hostess
Irina
Vitali
riesca
a
ravvisare
oggi
,
in
Raoul
Ghiani
,
il
frettoloso
e
ritardatario
signor
Rossi
?
L
'
interrogativo
avrà
una
risposta
quando
la
Vitali
sarà
convocata
-
e
pare
che
questo
non
sia
ancora
avvenuto
-
dal
giudice
istruttore
.
La
Vitali
,
nata
24
anni
or
sono
a
Val
d
'
Isarco
,
nell
'
Alto
Adige
,
non
è
più
in
servizio
sulle
linee
dell
'
Alitalia
.
Ha
lasciato
la
società
,
per
ragioni
personali
,
fin
dalla
metà
di
ottobre
:
e
ha
anche
abbandonato
il
suo
alloggio
romano
,
in
via
Prenestina
62
.
La
ragazza
,
che
nella
capitale
era
fidanzata
con
un
medico
,
il
dott.
Maurizio
Monteleone
,
abitante
in
viale
Parioli
19
,
si
è
trasferita
nei
giorni
scorsi
a
Innsbruck
insieme
al
padre
,
impiegato
delle
Ferrovie
,
che
fa
parte
della
delegazione
delle
Ferrovie
nella
città
austriaca
.
Sono
trascorsi
più
di
due
mesi
dall
'
epoca
del
delitto
.
Irina
Vitali
avrà
conservato
qualche
reminiscenza
,
anche
vaga
,
del
precipitoso
arrivo
di
quel
giovane
passeggero
senza
bagaglio
-
la
circostanza
è
stata
accertata
documentalmente
-
per
il
quale
fu
riaccostata
all
'
aereo
,
già
pronto
a
muoversi
,
la
scaletta
che
era
stata
allontanata
?
Solo
il
confronto
diretto
tra
la
hostess
e
l
'
accusato
risolverà
il
dubbio
.
La
calma
con
la
quale
la
magistratura
procede
a
questo
accertamento
è
d
'
altronde
una
ennesima
conferma
dell
'
esistenza
di
parecchi
indizi
meno
aleatori
.
Giovanni
Fenaroli
,
protagonista
torbido
di
questa
storia
che
rasenta
-
per
la
complicazione
dei
suoi
truci
congegni
-
i
limiti
dell
'
incredibile
,
ha
trascorso
la
giornata
,
a
Regina
Coeli
,
in
assoluta
solitudine
e
in
illusoria
calma
.
Di
buon
mattino
ha
chiesto
due
pacchetti
di
sigarette
-
fuma
parecchio
-
e
ha
divorato
di
buon
appetito
un
cappuccino
con
due
panini
:
proprio
una
colazione
da
professionista
che
rompe
il
digiuno
nel
tragitto
da
casa
all
'
ufficio
.
Ha
poi
consumato
docilmente
,
a
mezzogiorno
,
il
rancio
comune
.
Forse
temeva
-
e
sperava
insieme
-
di
essere
interrogato
:
ma
nessuno
ha
chiesto
di
lui
.
Questa
tranquillità
è
di
cattivo
augurio
.
Gli
ultimi
due
giorni
,
prima
che
lo
arrestassero
,
Giovanni
Fenaroli
veniva
convocato
dal
giudice
istruttore
Modigliani
,
e
poi
lasciato
ad
aspettare
e
a
macerarsi
senza
essere
ricevuto
.
È
corsa
voce
che
un
magistrato
avesse
interrogato
il
rag
.
Egidio
Sacchi
,
le
cui
ammissioni
hanno
posto
la
polizia
sulle
tracce
di
Raoul
Ghiani
,
ma
si
crede
che
anche
il
factotum
della
Fenarolimpresa
non
sia
stato
disturbato
.
La
moglie
del
Sacchi
-
che
ha
un
bimbo
in
tenera
età
-
ha
chiesto
di
poter
parlare
col
marito
:
non
le
è
stato
concesso
,
ed
è
facile
dedurre
,
da
ciò
,
che
anche
la
posizione
di
Egidio
Sacchi
non
è
stata
del
tutto
chiarita
.
È
pertanto
evidente
che
,
nella
capitale
,
ogni
indagine
è
praticamente
paralizzata
in
attesa
che
i
magistrati
e
i
funzionari
della
mobile
«
distaccati
»
a
Milano
esauriscano
la
prima
fase
dell
'
inchiesta
.
Quando
Raoul
Ghiani
sarà
trasferito
a
Roma
-
per
affrontare
la
difficilissima
prova
dei
confronti
con
Giovanni
Fenaroli
e
con
Egidio
Sacchi
-
le
autorità
avranno
ormai
messo
a
punto
tutti
gli
ingranaggi
dell
'
istruttoria
:
i
confronti
potranno
sfociare
nel
crollo
di
uno
dei
due
presunti
colpevoli
,
o
in
altri
dinieghi
:
e
a
questa
alternativa
corrisponde
l
'
altra
:
fra
un
processo
senza
ombre
e
un
processo
indiziario
.