StampaQuotidiana ,
Per
dare
un
'
idea
di
quanto
poco
durino
le
emozioni
del
popolo
romano
,
Ennio
Flaiano
scrisse
due
anni
or
sono
un
divertente
articolo
nel
quale
raccontava
quel
che
sarebbe
capitato
a
un
marziano
qualora
fosse
piovuto
nella
capitale
.
Dopo
un
po
'
d
'
interesse
iniziale
,
il
turista
con
un
occhio
solo
e
due
nasi
sarebbe
diventato
uno
dei
tanti
«
cispadani
»
che
si
aggirano
fra
piazza
di
Spagna
e
il
Colosseo
.
I
pizzardoni
gli
avrebbero
stancamente
indicato
la
strada
e
in
capo
a
poche
ore
un
fotoreporter
gli
avrebbe
strillato
:
«
A
marzià
!
te
voi
levà
de
mezzo
?
'
un
lo
vedi
che
devo
fotografa
'
a
Loren
?
»
È
una
parabola
che
contiene
tutto
intero
il
carattere
di
questo
agglomerato
umano
,
stratificatosi
nei
secoli
,
nella
cui
memoria
biologica
c
'
è
già
tutto
:
glorie
,
decadenze
,
scandali
,
vittorie
,
sconfitte
,
trionfi
e
cadute
grottesche
,
in
un
paesaggio
dominato
da
montagne
di
spaghetti
alla
carbonara
e
attraversato
da
fiumi
di
vino
bianco
.
Essere
notati
,
a
Roma
,
per
più
di
una
settimana
,
è
praticamente
impossibile
.
Vi
è
riuscito
il
cantante
sudamericano
Marino
Barreto
jr.
(
detto
Barrito
)
,
che
da
qualche
settimana
intrattiene
i
frequentatori
di
un
locale
di
via
Frattina
.
Questo
artista
ha
conquistato
una
folla
di
ammiratori
,
specialmente
fra
i
giovani
della
grossa
borghesia
,
interpretando
canzoni
alla
moda
con
voce
inconfondibile
,
uniforme
,
lamentosa
,
paragonabile
a
quella
di
certi
posteggiatori
ciechi
che
rattristano
le
periferie
domenicali
.
A
Roma
,
in
questi
giorni
,
è
il
numero
1
della
vita
notturna
e
il
suo
successo
non
accenna
a
impallidire
.
È
paragonabile
soltanto
a
quello
che
ebbe
Bruno
Quirinetta
fra
il
'44
e
il
'48
.
In
più
,
Barreto
riceve
ogni
giorno
lettere
vibranti
di
passione
,
inviti
piccanti
.
Una
giovane
e
bella
signora
gli
ha
addirittura
proposto
di
fuggire
insieme
.
Chissà
perché
,
in
Egitto
.
StampaQuotidiana ,
Mercoledì
sera
,
nei
saloni
interni
dell
'
Excelsior
di
Roma
,
Flora
Volpini
ha
organizzato
il
suo
secondo
«
Incontro
con
l
'
autore
»
.
Il
primo
,
tempo
fa
,
vide
al
centro
della
serata
Giovanni
Artieri
;
questo
ha
onorato
,
in
mezzo
a
circa
200
commensali
in
abito
da
sera
,
Arturo
Tofanelli
e
il
suo
libro
L
'
uomo
d
'
oro
.
Per
l
'
occasione
,
lo
chef
dell
'
hotel
,
il
bolognese
Anselmo
Savini
,
detto
«
er
pataccaro
»
per
le
infinite
decorazioni
e
onorificenze
ricevute
da
ogni
nazione
,
ha
studiato
un
menu
intonato
alla
produzione
letteraria
di
Tofanelli
:
cannelloni
«
impossibilità
di
vivere
»
,
a
base
di
crema
,
gruviera
e
profumo
di
funghi
secchi
;
manzo
alla
«
cielo
di
Nuova
York
»
,
brasato
con
chianti
e
funghi
;
legumi
«
lettere
al
direttore
»
,
zucchini
piccoli
al
parmigiano
,
carotine
tenere
,
crocchette
di
fonduta
;
dolce
«
l
'
uomo
d
'
oro
»
,
preparato
con
mirabile
abilità
dal
giovanissimo
pasticcere
Giorgio
Garboli
,
e
riproducente
in
pasta
di
mandorla
,
fino
ai
minimi
particolari
,
il
libro
pubblicato
da
Mondadori
.
Il
vino
di
Montepulciano
è
stato
ribattezzato
«
il
fiume
rosso
»
,
titolo
di
un
'
opera
che
Tofanelli
diede
alle
stampe
nel
1938
.
In
fine
di
serata
,
hanno
parlato
Giancarlo
Vigorelli
,
Paolo
Monelli
e
Flora
Volpini
.
Costei
,
applauditissima
,
si
è
rivolta
in
modo
particolare
al
generale
Ezio
Garibaldi
,
dicendogli
fra
l
'
altro
:
«
Ho
visto
che
lei
si
presenta
candidato
alle
elezioni
nella
lista
monarchica
.
Ciò
mi
rattrista
.
Avrei
di
gran
lunga
preferito
,
dato
il
suo
cognome
,
saperla
fra
i
repubblicani
.
No
,
è
inutile
che
mi
guardi
così
:
non
ho
partecipato
allo
sbarco
dei
Mille
.
Ma
non
posso
dimenticare
che
dopo
la
difesa
di
Roma
,
Garibaldi
fuggiasco
passò
una
notte
nella
nostra
villa
di
famiglia
a
Cisterna
,
assieme
ad
Anita
depressa
»
.
Una
rondine
marina
ha
battuto
la
settimana
scorsa
il
record
mondiale
di
volo
,
categoria
uccelli
leggeri
.
Liberata
in
Groenlandia
,
è
stata
catturata
nel
Natal
(
Africa
del
Nord
)
:
18.600
chilometri
in
4
mesi
.
StampaQuotidiana ,
Il
locale
notturno
che
un
tempo
fu
«
Victor
»
,
in
via
Emilia
,
parallela
di
via
Veneto
,
oggi
è
«
Oliviero
»
.
Resta
comunque
il
night
più
animato
di
Roma
.
Come
tutti
i
ritrovi
di
una
certa
classe
,
può
contare
su
alcune
decine
di
clienti
fissi
.
Fra
costoro
,
vi
è
un
giovanotto
bruno
,
dalle
spalle
larghe
,
vestito
di
blu
,
che
balla
poco
,
nonostante
lunghe
occhiate
femminili
lo
incoraggino
da
ogni
angolo
della
sala
.
Preferisce
,
a
una
cert
'
ora
,
accostarsi
al
microfono
dell
'
orchestra
e
cantare
una
canzone
:
sempre
la
stessa
,
patetica
,
con
improvvise
variazioni
ironiche
.
Così
,
fra
qualche
vodka
e
prolungati
silenzi
,
aspetta
l
'
alba
uno
degli
attori
cinematografici
più
apprezzati
dell
'
ultima
leva
.
Maurizio
Di
Lorenzo
,
in
arte
Maurizio
Arena
.
Ha
24
anni
e
finora
ha
girato
26
film
.
Assieme
al
fortemarmino
Renato
Salvatori
,
si
conquistò
le
simpatie
del
grande
pubblico
in
Poveri
ma
belli
.
In
Cocco
di
mamma
,
dove
interpreta
la
parte
di
un
pugilatore
dilettante
,
categoria
mediomassimi
,
volle
sostenere
un
combattimento
vero
e
proprio
,
anziché
ripiegare
su
una
controfigura
o
ricorrere
a
effetti
di
montaggio
.
Ne
uscì
con
un
labbro
spaccato
e
un
occhio
nero
,
ma
soddisfatto
.
Arena
è
ben
quotato
alla
volubile
borsa
dei
noleggi
cinematografici
.
Il
suo
nome
nel
cast
vale
in
partenza
diverse
decine
di
milioni
.
Con
tutto
ciò
,
il
giovanotto
,
che
proviene
da
uno
dei
quartieri
più
popolari
di
Roma
,
non
è
felice
.
Sente
che
la
sua
fortuna
,
tardiva
rispetto
al
massimo
splendore
del
nostro
cinema
,
poggia
su
basi
fragili
ed
equivoche
.
Ha
capito
che
fare
l
'
attore
,
specialmente
in
Italia
,
è
un
'
avventura
che
può
costare
ogni
intima
felicità
.
Nella
penombra
del
night
-
club
,
dopo
un
sorso
di
liquore
,
mi
dice
:
«
Ce
credi
?
Ho
voja
de
tornammene
a
fa
er
muratore
,
con
la
carcina
in
spalla
.
È
mejo
fa
un
po
'
de
fame
,
che
sentisse
soli
.
Certe
sere
,
me
pare
d
'
esse
un
manifesto
attaccato
a
un
muro
de
periferia
»
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
6
maggio
.
San
Silvestro
,
poste
centrali
,
ore
11.30
.
Reparto
vaglia
telegrafici
.
Folla
.
Davanti
a
uno
degli
sportelli
dove
s
'
incassa
,
un
grosso
signore
strabuzza
gli
occhi
e
si
asciuga
il
sudore
.
L
'
impiegato
,
sottile
,
occhialuto
,
in
grembiule
nero
,
il
cranio
calvo
velato
da
pochi
capelli
incollati
di
traverso
,
scruta
attentamente
due
vaglia
.
Li
gira
e
rigira
.
Manca
solo
che
li
guardi
di
taglio
.
Poi
scuote
appena
la
testa
e
dice
:
«
Tutto
regolare
.
Se
la
somma
fosse
minore
,
forse
la
carta
di
identità
basterebbe
.
Ma
per
370
mila
lire
,
bisogna
che
qualcuno
da
noi
ben
conosciuto
la
conosca
.
Mi
dispiace
»
.
Il
signore
apre
la
bocca
per
dire
qualcosa
.
La
richiude
e
rotea
gli
occhi
come
un
basilisco
in
amore
.
Inghiotte
.
Ritira
attraverso
lo
sportello
i
suoi
vaglia
,
li
agita
come
per
farsi
fresco
,
li
sbircia
.
Finalmente
,
con
accento
spiccatamente
veneto
,
dice
:
«
Ma
chi
volete
,
anime
del
paradiso
,
che
io
conosca
,
qui
a
Roma
,
e
per
di
più
che
voi
ben
conosciate
?
?
?
Ho
qualche
conoscenza
:
ma
come
faccio
a
sapere
,
santa
pace
,
se
quelli
che
conosco
io
conoscono
anche
voi
,
e
bene
per
di
più
!
E
poi
,
perché
,
pace
del
cuore
benedetto
,
la
carta
d
'
identità
non
basta
?
?
?
Perché
allora
,
vita
cara
,
si
chiama
carta
d
'
identità
,
se
non
serve
a
identificare
quando
bisogna
?
Su
,
da
bravi
:
datemi
questa
moneta
,
che
devo
versarla
per
un
affare
urgente
»
,
«
Dolente
»
,
fa
l
'
impiegato
,
allargando
le
mani
bianche
come
gesso
,
«
ma
proprio
non
si
può
.
Se
fossero
cinquanta
,
anche
centomila
lire
,
si
potrebbe
vedere
.
Ma
qui
,
caro
signore
,
si
tratta
di
quasi
mezzo
milione
!
Mica
si
scherza
.
Chi
se
la
prende
la
responsabilità
!
Il
regolamento
parla
chiaro
.
In
ogni
caso
,
ci
orrebbe
la
tessera
di
riconoscimento
postale
,
o
perlomeno
il
passaporto
debitamente
rinnovato
.
Ne
è
in
possesso
?
»
Il
signore
,
con
voce
fievole
,
confessa
di
non
possedere
né
l
'
una
né
l
'
altro
.
Poi
,
illuminandosi
,
dice
:
«
Ora
che
mi
ricordo
!
Uno
che
mi
conosce
,
qui
alle
poste
,
ce
l
'
avrei
.
Il
ragionier
Bortoli
Enrico
,
mio
compaesano
,
che
dev
'
essere
ai
pacchi
.
Si
potrebbe
chiamare
?
»
L
'
impiegato
si
stringe
nelle
spalle
:
«
Bortoli
?
Quello
friulano
?
È
morto
l
'
anno
scorso
,
poveraccio
.
Un
malaccio
cattivo
...
»
StampaQuotidiana ,
Roma
,
8
maggio
.
Non
esiste
immaginazione
turbinosa
,
fantasia
sfrenata
e
bizzarra
che
possa
,
non
dico
eguagliare
,
ma
vagamente
avvicinarsi
alla
realtà
dell
'
ambiente
cinematografico
romano
.
Il
dottor
E.C.
,
che
da
molti
anni
ha
nel
cinema
tutte
le
sue
delizie
e
tutte
le
sue
croci
,
mi
racconta
il
caso
seguente
.
Un
giovane
produttore
accettò
,
anni
or
sono
,
una
sceneggiatura
di
cappa
e
spada
.
Chiamò
a
dirigere
il
film
,
previsto
a
colori
,
un
regista
di
media
importanza
e
si
assicurò
,
al
centro
del
«
cast
»
,
l
'
allora
popolarissima
Silvana
Pampanini
.
Un
giovane
attore
,
dagli
abbondanti
riccioli
,
fu
ingaggiato
per
impersonare
il
generoso
cavaliere
protagonista
della
storia
.
La
lavorazione
cominciò
senza
indugi
,
e
il
produttore
,
per
un
paio
di
settimane
,
non
ebbe
nemmeno
una
di
quelle
grane
che
caratterizzano
l
'
ambiente
.
Gli
attori
erano
puntuali
e
remissivi
,
i
tecnici
laconici
ed
alacri
,
il
regista
e
i
suoi
assistenti
insolitamente
tranquilli
.
Il
produttore
,
alle
sue
prime
esperienze
,
stava
per
ricredersi
circa
le
difficoltà
da
superare
,
allorché
,
improvvisamente
,
capitò
un
fatto
incredibile
.
Una
mattina
si
stava
girando
il
ferimento
del
protagonista
,
il
quale
,
dopo
un
fatto
d
'
armi
,
doveva
abbattersi
fra
le
braccia
della
Pampanini
,
inondata
di
sangue
.
Per
ottenere
l
'
effetto
,
si
ricorse
alla
solita
vernice
rossa
e
vischiosa
sparsa
sulla
camicia
.
Tutto
era
pronto
,
si
stava
per
girare
,
allorché
il
regista
ordinò
l
'
alt
e
,
con
espressione
incupita
,
si
rivolse
al
direttore
di
produzione
.
Quella
vernice
,
adatta
al
bianco
e
nero
,
secondo
lui
non
funzionava
nel
colore
.
Poteva
risultarne
una
nota
falsa
e
grottesca
,
tale
da
compromettere
il
film
e
il
suo
buon
nome
.
Il
direttore
propose
di
cercare
un
'
altra
vernice
,
o
di
ricorrere
alla
salsa
di
pomodoro
.
Nulla
da
fare
.
Tutto
fermo
,
con
notevole
perdita
di
quattrini
.
Il
regista
fu
irremovibile
:
sangue
umano
o
nulla
.
Ogni
supplica
restò
vana
.
Il
direttore
di
produzione
tornò
,
dopo
due
ore
,
con
due
donatori
di
sangue
cinematografico
reclutati
in
un
baraccamento
periferico
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
9
maggio
.
Siamo
al
caffè
.
Entra
un
signore
alto
,
solenne
,
col
vestito
a
righe
sottili
.
Orecchie
carnose
,
collo
sanguigno
,
basette
brizzolate
.
Ordina
un
espresso
molto
lungo
.
Qualcuno
,
al
nostro
tavolo
,
lo
riconosce
.
Fingendosi
mediatore
d
'
immobili
,
fu
per
molti
anni
spia
dell
'
OVRA
.
Attualmente
non
si
sa
con
precisione
che
faccia
.
Pare
che
fornisca
informazioni
di
carattere
finanziario
a
un
'
agenzia
giornalistica
.
Il
discorso
scivola
,
così
,
sulle
spie
del
regime
.
Spie
zelanti
e
bonarie
,
politicamente
convinte
e
scettiche
,
criminali
e
patetiche
,
trasparenti
al
punto
da
essere
ben
presto
individuate
,
evitate
o
pubblicamente
svergognate
.
Vincenzo
Tallarico
rievoca
il
famoso
grafologo
che
girava
le
trattorie
di
Roma
e
ad
un
certo
punto
,
aggrottando
le
sopracciglia
,
diceva
al
cliente
:
«
Voi
odiate
una
persona
che
sta
molto
in
alto
.
Lo
si
legge
chiaramente
nella
forma
serpentina
delle
esse
»
.
E
tanto
insisteva
,
procedendo
per
esclusione
,
finché
il
malcapitato
ammetteva
di
avercela
col
duce
.
Dopo
di
che
,
denuncia
.
Riaffiora
,
dal
passato
,
il
«
falso
pensatore
»
di
Aragno
;
un
disgraziato
che
tendeva
le
orecchie
ai
discorsi
degli
intellettuali
,
fingendo
di
leggere
le
opere
di
Benedetto
Croce
per
stornare
le
diffidenze
.
Ed
ecco
il
sessantenne
attore
sfiatato
che
un
prefetto
,
compagno
di
scuola
,
arruolò
nell
'
OVRA
,
con
la
rispettabile
paga
di
3000
lire
al
mese
,
e
che
dopo
cinque
anni
di
pacchia
,
minacciato
di
licenziamento
se
non
avesse
finalmente
denunciato
qualcuno
,
fece
arrestare
in
quattro
e
quattr
'
otto
il
futuro
suocero
di
suo
figlio
.
Ma
il
caso
più
classico
accadde
a
Genova
:
dove
,
nel
1937
,
un
tal
Perasso
,
fintosi
antifascista
per
ottenerne
le
confidenze
,
denunciò
un
certo
Boccalatte
.
Venne
poi
a
sapere
che
anche
il
Boccalatte
apparteneva
all
'
OVRA
,
e
di
essere
stato
a
sua
volta
denunciato
.
Vecchie
,
squallide
spie
del
regime
:
come
questo
solenne
signore
che
sorseggia
il
suo
espresso
lungo
,
controllando
i
propri
gesti
nello
specchio
.
Se
è
vero
che
il
lupo
perde
il
pelo
ma
non
il
vizio
,
può
darsi
che
in
qualche
modo
,
chissà
come
e
per
chi
,
lavorino
ancora
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
10
maggio
.
Il
mio
amico
L
.
B
.
,
ieri
sera
ha
trovato
nell
'
automobile
,
che
aveva
lasciata
in
un
posteggio
del
centro
,
un
foglio
di
carta
,
sul
quale
mano
ignota
aveva
scritto
a
matita
:
«
Odiate
i
francesi
e
gli
inglesi
,
peste
del
mondo
!
»
Analoghi
foglietti
sono
stati
trovati
,
in
questi
giorni
,
sotto
il
tergicristallo
o
ficcati
negli
sportelli
,
da
altri
automobilisti
romani
.
Può
darsi
che
l
'
approssimarsi
delle
elezioni
abbia
stuzzicato
le
meningi
di
un
maniaco
,
prigioniero
di
vecchi
sogni
littori
:
ma
non
ci
sarebbe
da
meravigliarsi
se
si
trattasse
di
una
forma
di
propaganda
,
capillare
ed
economica
,
organizzata
da
qualche
gruppo
di
destra
.
D
'
altra
parte
,
gli
slogan
incitanti
a
odiare
gli
stranieri
hanno
sempre
avuto
una
certa
fortuna
,
in
Italia
;
perché
il
nostro
è
un
Paese
eminentemente
turistico
,
dove
i
sorrisi
e
le
premure
rivolti
ai
forestieri
nascondono
un
inevitabile
complesso
d
'
inferiorità
e
un
sordo
rancore
.
È
noto
che
i
luoghi
di
villeggiatura
e
le
stazioni
climatiche
hanno
,
perlopiù
,
sindaci
di
sinistra
,
eletti
nei
mesi
di
bassa
stagione
per
vendicare
gli
inchini
e
le
umiliazioni
della
stagione
alta
.
A
proposito
del
contrasto
fra
1'«odio
politico
»
predicato
da
Mussolini
negli
anni
fra
le
sanzioni
e
la
guerra
,
e
la
mentalità
turistica
nazionale
,
va
ricordato
l
'
episodio
capitato
a
Venezia
nell
'
estate
del
1944
.
Calarono
sulla
Laguna
,
sospesi
al
paracadute
,
due
aviatori
americani
,
il
cui
bombardiere
era
stato
colpito
nel
cielo
di
Padova
.
I
due
furono
subito
raccolti
da
una
lancia
e
sbarcati
alla
Giudecca
.
La
popolazione
,
secondo
le
disposizioni
dettate
dal
prefetto
repubblichino
,
avrebbe
dovuto
accogliere
i
due
prigionieri
a
muso
duro
,
o
magari
fischiandoli
.
Invece
,
gli
americani
si
trovarono
subito
circondati
da
una
folla
sorridente
e
visibilmente
simpatizzante
,
che
gareggiò
nell
'
offrire
sigarette
o
bicchieri
di
vino
.
Il
prefetto
,
informato
della
cosa
,
si
infuriò
.
Convocò
d
'
urgenza
il
segretario
politico
della
Giudecca
,
lo
investì
duramente
e
gli
chiese
conto
dell
'
accaduto
.
«
Cossa
che
voi
mai
,
eccellenza
»
,
fece
il
segretario
,
allargando
le
braccia
.
«
Dopo
tutto
,
sono
i
primi
foresti
che
vien
a
Venezia
,
dopo
quattro
anni
de
magra
»
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
13
maggio
.
L
'
estate
è
piombata
improvvisamente
su
Roma
,
come
una
legnata
.
C
'
era
da
prevederlo
.
La
pioggia
di
sabbia
desertica
che
investì
la
città
,
venti
giorni
or
sono
,
radioattiva
o
no
,
è
,
ogni
anno
,
la
prima
avvisaglia
del
caldo
.
Alcuni
caffè
di
via
Veneto
hanno
messo
su
i
baldacchini
e
gli
ombrelloni
,
che
verranno
rimossi
soltanto
a
fine
settembre
.
Molta
gente
,
la
sera
,
preferisce
passare
un
paio
d
'
ore
al
caffè
«
Tre
scalini
»
di
piazza
Navona
,
dove
si
gode
una
maggiore
ventilazione
.
Da
domenica
scorsa
funzionano
gli
stabilimenti
balneari
di
Fregene
.
Il
più
importante
ed
elegante
,
«
La
Nave
»
,
ha
ricevuto
la
prima
ondata
di
romani
distinti
,
pionieri
della
tintarella
.
Fra
gli
altri
,
Alberto
Moravia
,
il
quale
,
da
qualche
tempo
,
è
più
brusco
e
triste
del
solito
:
forse
perché
la
sua
Beatrice
Cenci
,
rappresentata
al
Quirino
,
non
ha
avuto
pieno
successo
.
Alla
«
Nave
»
,
sono
già
apparse
,
in
costume
«
monopezzo
»
(
il
due
pezzi
sembra
avviato
al
tramonto
)
,
alcune
donne
di
rilievo
:
Vittoria
Mongardini
,
Gabriella
Palazzoli
,
Fosca
Piergentili
,
Anna
Placido
ed
altre
.
La
temperatura
massima
tende
a
superare
i
31
gradi
.
La
stabilità
del
bel
tempo
sembra
definitivamente
assicurata
fino
alla
metà
di
giugno
:
tanto
che
i
produttori
di
Ben
Hur
,
la
cui
preparazione
è
praticamente
compiuta
,
rimpiangono
di
non
poter
subito
girare
i
esterni
e
,
specialmente
,
le
grandi
scene
di
massa
.
Devono
,
invece
,
tener
conto
delle
prossime
elezioni
.
Moltissime
,
infatti
,
delle
20.000
comparse
che
tumultueranno
nel
film
,
appartengono
a
quella
moderna
«
suburra
»
che
vive
quasi
attendata
a
Tor
Sapienza
,
all
'
Acqua
Acetosa
,
a
Tor
Pignattara
eccetera
.
Gente
che
,
non
essendo
ancora
iscritta
all
'
anagrafe
romana
,
il
25
andrà
a
votare
nei
paesi
d
'
origine
.
Quanto
alla
sceneggiatura
di
Ben
Hur
,
pare
che
in
seno
alla
produzione
vi
sia
qualche
contrasto
fra
due
fazioni
:
i
«
mattonisti
»
e
gli
«
antimattonisti
»
.
I
primi
approvano
che
il
governatore
romano
romano
della
Palestina
venga
ucciso
da
un
mattone
cadutogli
,
per
sulla
testa
;
i
secondi
,
temendo
il
grottesco
della
situazione
,
vorrebbero
eliminare
l
'
incidente
.
Finora
prevale
il
mattone
.
StampaQuotidiana ,
Le
università
popolari
nacquero
in
Italia
sul
finire
del
secolo
scorso
,
quando
i
lavoratori
e
la
piccola
borghesia
scoprirono
il
«
sapere
»
.
Furono
gli
anni
in
cui
l
'
editore
milanese
Sonzogno
,
con
la
sua
biblioteca
economica
,
diventò
qualcosa
come
il
Garibaldi
della
cultura
spicciola
nazionale
.
Nelle
prime
università
popolari
,
sessant
'
anni
fa
,
barbuti
professori
,
di
formazione
positivistíca
,
moderatamente
rivoluzionari
,
meravigliavano
assemblee
di
operai
,
artigiani
e
impiegati
,
illustrando
alla
meglio
le
teorie
di
Carlo
Darwin
e
Carlo
Marx
.
Erano
gli
stessi
anni
in
cui
Cesare
Lombroso
classificava
i
cittadini
del
regno
a
seconda
del
loro
angolo
facciale
,
mentre
Paolo
Mantegazza
intrecciava
la
fisiologia
alla
letteratura
.
Fu
un
periodo
di
progresso
intellettuale
più
che
altro
apparente
,
poiché
vi
trionfarono
le
mezze
cognizioni
e
le
mezze
verità
:
e
la
vera
ignoranza
è
,
appunto
,
la
mezza
cultura
.
Le
università
popolari
,
ancora
vive
nelle
maggiori
città
italiane
,
si
sono
aggiornate
fino
a
un
certo
punto
.
Dovrebbero
,
per
esempio
,
dedicare
gran
parte
dei
loro
programmi
ai
segreti
della
fisica
nucleare
,
alle
meraviglie
del
volo
interplanetario
,
alle
ipotesi
sempre
più
verosimili
della
fantascienza
.
Invece
,
la
loro
origine
ottocentesca
resiste
e
prevale
.
L
'
altra
sera
,
alla
popolare
di
Roma
,
Pia
Moretti
ha
trattato
un
tema
che
Mantegazza
le
avrebbe
invidiato
:
«
Ma
che
cosa
è
questo
amore
?
»
domanda
fra
le
più
ardue
,
che
già
leggemmo
sulla
copertina
d
'
un
romanzo
di
Achille
Campanile
,
molti
anni
fa
.
Anche
questa
volta
,
l
'
interrogativo
sarebbe
rimasto
senza
risposta
,
nonostante
la
buona
volontà
della
signora
Moretti
,
se
dopo
di
lei
il
professor
Ernesto
Ugo
Gramazio
non
avesse
tenuto
la
sua
ottava
lezione
sulla
«
Filosofia
del
vigore
»
.
L
'
accostamento
dei
due
argomenti
era
casuale
:
ma
chissà
che
l
'
amore
non
sia
soprattutto
vigore
,
morale
e
fisico
.
Lo
diceva
anche
Mantegazza
,
il
quale
,
nonostante
la
cravatta
a
fiocco
e
il
cappello
a
larghe
falde
,
ogni
tanto
aveva
ragione
.
StampaQuotidiana ,
Le
dame
del
vecchio
Piemonte
avevano
un
loro
modo
assai
chiaro
e
spiccio
di
classificare
gli
ufficiali
dell
'
esercito
,
a
seconda
dei
corpi
.
Artiglieria
:
bello
che
ha
studiato
;
cavalleria
:
bello
che
non
ha
studiato
;
genio
:
brutto
che
ha
studiato
;
fanteria
:
brutto
che
non
ha
studiato
.
Lo
schematico
prontuario
risale
alla
metà
dell
'
Ottocento
.
Nonostante
il
generale
Domenico
Chiodo
,
per
iniziativa
di
Lamarmora
,
avesse
già
costruito
l
'
Arsenale
Marittimo
della
Spezia
,
il
mare
era
troppo
lontano
da
Torino
,
perché
le
signore
prendessero
in
considerazione
gli
ufficiali
di
vascello
:
i
quali
,
altrimenti
,
avrebbero
rivaleggiato
con
gli
artiglieri
.
Gli
aviatori
,
cavalleggeri
dell
'
aria
,
erano
ancora
assai
lontani
dal
nascere
.
A
distanza
di
un
secolo
,
i
rapporti
fra
l
'
esercito
e
le
signore
del
bel
mondo
,
aristocratiche
o
grosse
borghesi
,
sono
più
o
meno
gli
stessi
.
Rapporti
vaghi
,
leggeri
,
basati
sulle
galanterie
bisbigliate
dai
capitani
alle
serate
di
gala
e
sulla
decoratività
dell
'
uniforme
.
La
contessa
F.B.
,
appartenente
a
una
delle
più
illustri
famiglie
emiliane
,
volle
,
qualche
anno
fa
,
che
il
figlio
diventasse
bersagliere
,
anziché
pilota
ultrasonico
,
perché
le
piume
al
vento
le
ricordavano
un
grande
amore
di
gioventù
.
«
Mammà
!
»
tentò
di
protestare
il
ragazzo
.
«
I
bersaglieri
sono
un
corpo
sorpassato
,
destinato
a
scomparire
!
»
«
Può
darsi
»
,
rispose
la
contessa
,
in
presenza
di
amici
.
«
Ma
io
non
sono
il
ministro
della
guerra
.
Voglio
soltanto
vederti
addosso
l
'
uniforme
che
stringevo
quando
abbracciavo
il
mio
povero
,
caro
Walter
»
.
L
'
esercito
delle
signore
,
quelle
analizzate
da
Camilla
Cederna
,
non
ha
storia
né
problemi
.
Caso
tipico
,
quello
della
signora
A
.
,
bella
donna
,
moglie
di
un
rinomatissimo
chirurgo
milanese
,
madre
di
graziose
figlie
,
proprietaria
di
una
magnifica
villa
sul
Lago
Maggiore
.
Me
lo
raccontava
lei
stessa
,
sere
or
sono
.
Nel
1948
,
la
signora
incontrò
a
una
festa
di
beneficenza
il
generale
Mancinelli
.
Al
momento
delle
presentazioni
,
spalancò
gli
occhi
.
«
Generale
?
»
esclamò
,
piena
di
meraviglia
.
«
Generale
dell
'
esercito
italiano
?
»
«
Naturalmente
,
signora
»
,
fece
Mancinelli
a
sua
volta
,
cortesemente
stupefatto
.
«
Ma
guarda
un
po
'
!
»
proseguì
la
signora
.
«
Ero
convinta
che
dal
'45
,
l
'
Italia
non
avesse
più
esercito
.
Pensi
che
fino
a
poco
fa
credevo
che
lei
fosse
il
comandante
dei
pompieri
»
.
Il
critico
parigino
André
Billy
ha
giustificato
così
la
propria
indulgenza
per
certe
opere
scadenti
:
«
Diceva
Platone
che
il
buon
giardiniere
non
deve
amare
soltanto
i
fiori
,
ma
anche
le
erbe
cattive
»
.