StampaPeriodica ,
Eravamo
tutti
contenti
ed
orgogliosi
,
quando
Mino
fu
chiamato
a
Milano
:
ed
in
verità
fa
sempre
piacere
che
per
un
lavoro
importante
,
com
'
era
quello
,
avessero
scelto
proprio
uno
di
noi
,
della
provincia
,
la
provincia
che
tante
energie
ha
dato
alla
città
,
alla
nazione
,
senza
nulla
ricevere
o
chiedere
in
cambio
.
Così
,
appunto
,
diceva
Mino
,
ogni
volta
che
la
discussione
(
e
capitava
spesso
)
cadeva
su
questo
punto
.
Poi
ci
dispiacque
,
perché
il
vuoto
era
incolmabile
.
Ora
chi
avrebbe
ricevuto
gli
intellettuali
,
quelli
di
Firenze
o
di
Roma
,
quando
venivano
per
una
conferenza
,
per
esempio
?
Chi
ci
avrebbe
organizzato
,
in
poche
parole
,
la
vita
culturale
?
Mino
era
stato
un
personaggio
,
in
città
,
fin
dagli
anni
del
ginnasio
;
al
liceo
addirittura
riuscì
a
fondare
una
rivista
,
con
un
bel
nome
etrusco
sulla
copertina
,
che
faceva
un
bell
'
effetto
.
Una
volta
,
ricordo
,
non
avevo
i
soldi
per
comprare
il
numero
due
,
della
rivista
.
Andai
alla
redazione
,
che
era
in
casa
di
un
certo
Bianchi
,
chiesi
se
me
la
prestavano
,
ma
loro
dissero
che
non
avevano
tempo
da
perdere
con
i
ragazzi
(
avevano
tutti
tre
o
quattro
anni
più
di
me
)
e
che
me
ne
andassi
.
Mino
,
invece
,
il
giorno
dopo
mi
fermò
e
mi
disse
:
«
Scusa
,
per
ieri
sera
,
sai
,
e
passa
da
me
,
verso
le
quattro
.
Vedremo
se
si
può
fare
qualcosa
»
.
Così
tutti
gli
volevano
bene
,
anche
perché
era
serio
,
opportuno
,
attento
a
quel
che
diceva
;
mai
apriva
bocca
a
caso
.
Il
sindaco
lo
stimava
,
e
si
faceva
scrivere
da
lui
i
manifesti
di
maggior
impegno
,
quelli
per
la
festa
degli
alberi
,
per
esempio
.
Il
federale
anche
,
sebbene
non
fosse
ignoto
a
nessuno
l
'
antifascismo
dottrinario
di
Mino
.
«
È
un
bravo
ragazzo
»
,
diceva
il
federale
,
«
e
poi
,
culturalmente
,
è
un
valore
.
Bisogna
lasciarli
un
po
'
stare
questi
intellettuali
.
»
Così
era
ovvio
che
,
morendo
il
vecchio
prete
bibliotecario
,
il
posto
,
una
volta
laureato
,
toccava
a
lui
;
ed
anche
qui
Mino
si
distinse
,
le
riviste
specializzate
gli
chiedevano
la
collaborazione
,
ai
congressi
non
mancava
mai
e
prendeva
ogni
volta
la
parola
,
preciso
,
puntuale
,
breve
.
Ed
intanto
preparava
il
saggio
.
E
poi
partì
per
Milano
.
Ed
era
naturale
:
gente
come
lui
non
può
restare
qui
,
e
poi
lassù
si
sarebbe
fatto
una
posizione
,
certamente
.
«
Faglielo
vedere
,
tu
»
,
gli
dicemmo
alla
stazione
,
«
che
gente
nasce
in
provincia
.
»
Ogni
tanto
vedo
Mino
,
ed
ormai
son
passati
cinque
o
sei
anni
da
quando
se
ne
andò
.
Ogni
volta
lo
trovo
più
pingue
,
stempiato
,
ma
in
fondo
è
sempre
lo
stesso
.
Lo
incontro
,
di
solito
,
negli
atri
degli
alberghi
dove
si
tengono
conferenze
culturali
,
dibattiti
,
convegni
,
premi
letterari
.
Mi
riconosce
subito
,
e
mi
viene
incontro
,
sorridente
,
con
la
mano
tesa
:
«
Ciao
,
caro
»
,
mi
dice
sempre
,
«
come
va
?
Cosa
fai
di
bello
?
E
laggiù
da
voi
cosa
fate
?
»
.
Io
gli
spiego
tutto
per
filo
e
per
segno
,
e
lui
mi
sta
ad
ascoltare
,
assentendo
col
capo
.
E
quando
mi
lascia
mi
stringe
ancora
la
mano
:
«
Ciao
,
caro
,
scusami
ma
ho
da
fare
.
Ci
vediamo
dopo
.
E
scrivimi
qualche
volta
»
.
Io
gli
scrivo
,
infatti
,
lunghe
lettere
dove
gli
racconto
quel
che
succede
in
provincia
,
e
gli
chiedo
consigli
,
per
una
iniziativa
,
o
gli
propongo
di
venire
a
fare
qualche
conferenza
,
su
Graham
Greene
,
per
esempio
,
o
su
Moravia
.
E
lui
risponde
sempre
.
Scusandosi
perché
è
tanto
occupato
,
ha
da
fare
.
Prepara
il
saggio
.
Di
lui
sento
parlar
bene
da
tutti
:
«
È
un
giovane
critico
su
cui
possiamo
contare
.
Prenderà
il
posto
di
Pancrazi
»
.
L
'
ho
ritrovato
quest
'
estate
in
un
albergo
balneare
,
dove
assegnavano
un
premio
:
era
nella
giuria
.
Mi
venne
incontro
lui
,
anche
questa
volta
,
sorridente
e
con
la
mano
tesa
:
«
Ciao
,
caro
,
come
va
?
Tua
moglie
?
Avete
bambini
?
E
cosa
fate
,
laggiù
da
voi
?
»
.
Io
gli
rispondevo
puntualmente
:
sto
bene
,
anche
lei
sta
bene
,
sì
ne
abbiamo
uno
di
cinque
anni
.
E
laggiù
,
si
sa
,
la
solita
vita
,
la
provincia
;
almeno
fosse
tornato
lui
,
qualche
volta
,
a
farci
una
bella
conferenza
su
Moravia
o
su
Graham
Greene
.
«
Eh
,
caro
,
cosa
vuoi
farci
,
gli
impegni
,
il
lavoro
.
Anzi
,
scusami
,
ho
da
fare
,
ci
vediamo
dopo
»
.
Rimasi
lì
tre
giorni
,
e
lo
vedevo
sempre
affaccendato
per
l
'
atrio
dell
'
albergo
,
guardandosi
attorno
,
sorridente
.
Prima
di
partire
mi
chiamò
:
era
con
Diego
V
.
«
Permetti
,
Diego
»
disse
,
«
ti
presento
questo
giovane
,
un
bravo
giovane
,
un
certo
...
»
e
dopo
una
breve
pausa
disse
il
mio
nome
.
Mi
fece
anche
un
sacco
di
elogi
,
ed
io
un
po
'
,
per
la
verità
,
mi
vergognavo
e
tenevo
gli
occhi
bassi
.
«
È
un
bravo
giovane
,
che
vive
in
provincia
,
ha
fatto
molto
bene
,
laggiù
.
»
E
continuava
gli
elogi
.
«
Eh
,
caro
Diego
,
noi
spesso
abbiamo
il
torto
di
ignorarlo
,
un
grosso
torto
,
ma
in
provincia
si
fanno
tante
cose
belle
,
veramente
»
.