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> anno_i:[1940 TO 1970}
Il volto nuovo della Chiesa ( Jemolo Arturo Carlo , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Talora i contemporanei non hanno coscienza di vivere anni che la storia considererà come periodo ( l ' importanza vitale per un paese od una istituzione , se non per tutta una civiltà ( ed a volte invece sembrano di somma importanza eventi che tra non molto appariranno di nessun rilievo ) . Ho l ' impressione che stiasi verificando ( con il ritmo accelerato , la condensazione nel tempo , che distingue il nostro secolo rispetto ai precedenti ) una nuova riforma cattolica , di non minore rilievo di quelle del sec. XI e della seconda metà del Cinquecento . Mi parrebbe ingiusto non ricordare che la prima scossa all ' immobilismo venne da Pio XII ; quello di Giovanni XXIII fu il periodo eroico , Paolo VI lo continua e ne segnerà , pensiamo , le realizzazioni . Molti avevamo avuto il torto di scorgere il Concilio come teso verso una unione delle Chiese , e non irragionevolmente , guardando questa mèta , eravamo piuttosto scettici ; pensavamo che già un grande passo si era compiuto smussando tutte le asprezze , non parlando più di eretici e scismatici , ma di fratelli separati , e che altro non si poteva ora ottenere . Chi aveva occhi spassionati si accorgeva , sì , che appariva nella Chiesa un rigoglio di riacquistata giovinezza , quale ahimè non si nota negli organismi statali ; nuove leve di chierici volenterosi fino all ' entusiasmo , qualche raro fenomeno di turbolenza chiaramente originata da troppo amore ( i volontari che muovono all ' attacco prima del tempo ) . Ma non ci eravamo resi conto - ed occorre riconoscere che per questo l ' Italia non era l ' osservatorio più adatto - che il tempo era maturo per qualcosa di ben più importante che non la riunione a Roma di qualche Chiesa orientale : per una grande revisione delle posizioni del cattolicesimo , una depurazione dalle incrostazioni ben più radicale di quella che costantemente ma lentamente segue , un adeguamento intelligente al compito di riconquista di un mondo che molte generazioni di uomini di chiesa si limitavano a condannare . Giovedì scorso , dopo il voto sulla collegialità dell ' episcopato , il giornale Le Monde scriveva : " Il Vaticano II ha provato il proprio vigore , la propria intuizione di un ' epoca caratterizzata ad un tempo dal bisogno di decentramento e di libertà e dalla sua nostalgia di convergenza . Il Vaticano II ha realmente completato il Vaticano I senza soluzione di continuità con il passato , senza scosse inutili , senza respingere quelli che erano più propensi a guardare il passato che l ' avvenire " . Senza attendere i testi definitivi , che potranno anche contenere qualche attenuazione , qualche concessione ai vescovi italiani e spagnoli che rispecchiano masse di fedeli timorose di sentir pronunciare parole nuove , mi pare definitiva e senza possibilità di ritorno l ' ammissione del pieno rispetto che merita l ' uomo che opera secondo i suoi convincimenti , che cerca la verità anche se giunga a conclusioni antitetiche a quelle della Chiesa ; il togliere ogni appoggio in testi ecclesiastici all ' antisemitismo : proclamare che i vescovi , indipendentemente dall ' essere preposti ad una sede , formano il corpo che esprime il sentire della Chiesa ; riconoscere che il laico può essere qualcosa di più del destinatario della missione di questa , un missionario egli pure , un insegnante , un partecipe attivo del culto ; fermo il celibato del clero , non considerare più un reietto , un colpevole il sacerdote che sveste l ' abito ; non umiliare nella forma stessa della celebrazione il matrimonio misto . Ancora : se storicamente il cristianesimo è nato dall ' innesto di un germoglio ebraico su un ceppo greco - romano , questa origine non è una prigione ; l ' avere versato la sua dottrina immutabile in forme tratte dalla filosofia greca non preclude che quella dottrina possa essere domani portata in nuove forme , con un diverso linguaggio , ai popoli asiatici ed africani . ( Ma il succo , i Vangeli , non sono legati ad alcuna filosofia , valgono per tutti gli uomini , penetrano nel cuore del negro come del bianco ) . Forse non sarà soddisfatta l ' aspirazione a certe pronunce in tema di rapporti tra il fedele e lo Stato : fermo l ' orrore per la guerra , ripetuto con la più alta parola che nulla di buono si crea con la violenza e con il terrore , non si giungerà alla condanna di certe armi , non si rinnegherà , pur tenendolo in sordina , il secolare concetto della guerra giusta ( considerata comunque come guerra strettamente difensiva ) ; non ci sarà pronuncia della liceità dell ' obiezione di coscienza , che pure discende direttamente dalle affermazioni sulla libertà di credere e sulla dignità dell ' uomo . Probabilmente non si stabilirà neppure che al rapporto di collaborazione tra pontefice e vescovi , alla riconosciuta libertà di parola e di consiglio di questi , debba corrispondere nell ' interno delle diocesi analogo rapporto tra vescovo e sacerdoti . Ma in compenso anche fuori dalle pronunce conciliari c ' è il rifiuto di ogni solidarietà tra la Chiesa e determinate strutture economiche ; c ' è la rivendicazione del primato , che viene dal Sermone della montagna , al povero e all ' umile ; c ' è il riconoscimento che se la Chiesa corpo mistico non può macchiare il proprio abito , la Chiesa storica ha nei secoli mancato attraverso i suoi ministri nella mitezza , nella carità , nel non applicare l ' insegnamento di Cristo , anzitutto con le guerre di religione , con la persecuzione dei dissidenti ; c ' è l ' ammissione che anche quelle dottrine che dominano il mondo contemporaneo e che storicamente si sono formate spesso in antitesi alla Chiesa , possono avere elementi di verità , soprattutto spunti pratici suscettibili di essere produttivi di bene : con questo mondo è necessario il colloquio . Tutta una visuale che sarebbe stata inconcepibile non solo al tempo di Pio X , ma ancora all ' inizio della seconda guerra mondiale . Non mi sembra quindi ardito supporre che nella storia della Chiesa il Vaticano II , ma soprattutto il fervore di spiriti che lo accompagna , possano apparire più importanti del Concilio di Trento , forse anche della Controriforma . Ci saranno certo resistenze , riluttanze ; due secoli non bastarono perché certi abusi condannati dal Concilio di Trento fossero in effetto sradicati . Ma il cammino compiuto è irreversibile ; in pochi anni si è percorsa più strada che nei due secoli precedenti . Naturalmente occorrerà un ' opera di penetrazione , anzitutto ridare tranquillità ai cattolici che questo vento impetuoso ha turbato ( ce ne sono non pochi , accanto ai moltissimi che ne sono rinvigoriti ed ai molti che , virtualmente fuori fino ad ieri , rientrano ora ) . Mi sembrano giuste - non un semplice voto , ma una ragionevole previsione - le parole che Padre Balducci scrive nella prefazione alla traduzione italiana dell ' opera del P . P . R . Bernard , Le mystère de Jésus ( Mantova , " L ' Arco " ) : " Nei prossimi anni la Chiesa dovrà mettere in opera , in conformità alle decisioni conciliari , una vasta e profonda revisione delle sue strutture , dei suoi metodi e del suo comportamento ; dai catechismi , in cui la mirabile unità del Cristo vivo si frantuma in formule arcaiche e intellettualistiche , ai testi di teologia , dove la preoccupazione del sistema di tipo razionale pregiudica l ' umile aderenza al mistero , che è il suo vero oggetto ; dal culto religioso , in cui la millenaria vegetazione devozionale fa lo schermo al volto dell ' unico Mediatore , alla precettistica morale , in cui troppo spesso le formule dell ' Etica a Nicomaco prendono il posto del Discorso della montagna " .