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> anno_i:[1940 TO 1970}
StampaQuotidiana ,
Se capita a Milano , Alberto Sordi , di professione comico , alloggia con il segretario in un Grand Hôtel del centro . Esattamente come ventidue anni fa quando diceva agli amici : « Scrivetemi al Continentale » . Difatti ci stava tutto il santo giorno , con addosso un fracchettino , attento agli ordini dei clienti , nella sala degli ascensori . Il pronipote di Antonio Cecchi , esploratore africano , impiegato come lift . Ma fu una breve esperienza . « A questo ragazzo gli manca la coscienza della classe alberghiera » diceva il capo - lift . « Facevo quel lavoro per non morire di fame in attesa di diventare un attore » spiega Sordi . Si deve dire che c ' è riuscito . Ai tempi della compagnia Riccioli - Primavera egli era un fauno debitamente cornuto e semicoperto da una pelle di daino . Immobile su un piedestallo fra ninfe danzanti ; con Oliver Hardy e con Mario Pio fu una voce , abbastanza celebre , ma solo una voce ; nel primo dopoguerra un caratterista di quelli che oggi ci sono e domani nessuno se li ricorda ; con Za Bum un presentatore di successo ma sempre un presentatore . Oggi è l ' attore di cinema più popolare e perciò il più richiesto e il meglio pagato . Come a dire un uomo arrivato . In una stagione ha interpretato nove film , la sua media annuale non scende mai sotto i cinque . « Applico la teoria dei molti » dice . « Fai molti film , così impedisci agli altri di farne . » I : attore mi ha raggiunto in una saletta dell ' Hôtel ( Grand , si capisce ) in cui alloggia e risponde alle mie domande con amichevole cortesia . « Mica male la teoria dei molti » dico io . « Ma senta , una vena di crudeltà è indispensabile al suo umorismo ? » « Che vuol farci » risponde . « Io una vecchietta non la posso accarezzare . Con lo strazio nel cuore , mi creda , devo strapparle un orecchio . Se no di che ride la gente ? » Alberto Sordi si guarda le mani , compiaciuto , come se ci avesse versato sopra quel suo cinismo professionale all ' acqua di rose , che subito svapora . Lui sa bene che l ' orecchio della vecchietta sarà sempre finto : e dorme sonni tranquilli , non ha rimorsi . Si gira sul sofà , rotea i suoi occhi tondi . « Sa che diceva Flaiano l ' altra sera ? Che l ' umorismo è finito , che c ' è poco da ridere ai nostri giorni . Ma che vuole ! Che resti disoccupato ? E poi , mi dica lei , senza umorismo come li diffondiamo i messaggi importanti ? » Placido , le guance tonde , i capelli morbidi e scuri , il devoto segretario pronto a ogni ordine , i clienti del Grand Hôtel che lo osservano e sorridono , egli non sembra eccessivamente preoccupato per le sorti dell ' umorismo . E quando parla di messaggi importanti fa un vocione così profondo e occhioni così allusivi che io devo sorridere . Lui , impudicamente , se ne compiace . Per l ' ennesima volta il meccanismo segreto ha funzionato a dovere . Una inflessione di voce , un gesto , un ' espressione degli occhi ed io , che in questo momento sono il suo pubblico , ho reagito come dovevo : sorridendo . A quarant ' anni Alberto Sordi sta sulla cresta dell ' onda con l ' aria di chi vuol rimanerci per un pezzo e con bella serenità . Egli è così ricco di talento che può dilapidarlo in molti film mediocri . Gliene resta sempre abbastanza per essere il più notevole dei nostri attori cinematografici . « Stia a sentire , Sordi , se ora le dico che lei è il migliore attore italiano come si comporta ? Subisce la tentazione della falsa modestia o ci sta ? » « Be ' , vorresti che fossi proprio io a obbiettare ? Che vuoi che faccia ? Sorrido , scuoto un po ' il capo , ringrazio e dico che ci sto . Del resto non c ' è poi quella dovizia di buoni attori che sembra . Anche essere il primo , capisci ... » E ci fa su una delle sue risate ingenuo - sarcastiche , da uomo che non dimentica la gioia di ridere anche se ride di se stesso . Parliamo dei suoi personaggi . Gli chiedo come li crei . Osservando gli altri o guardandosi dentro ? Bozzettismo o autobiografia ? « Ho recitato » dice lui « le parti del ladro , del magnaccia , del magliaro , del bulletto e roba del genere . Posso dire che io sono quei personaggi ? Non potrei , ora che tengo una buona posizione , ma mica posso rinnegarmi . Certo c ' è una parte di me stesso dentro di loro . Quanta non saprei dirlo , è una cosa difficile . » La nostra sarà una conversazione breve : il segretario sta sfogliando il taccuino degli appuntamenti , un commendatore molto importante aspetta l ' attore a pranzo . E chi potrebbe in pochi minuti trovare la chiave di quel misterioso puzzle che è la creazione di un personaggio ? Tanti pezzi separati , di origine diversa , che l ' attore riesce a mettere insieme quando si ode il ronzio della macchina da presa . Sordi , certamente , è un osservatore acutissimo del ridicolo altrui . È poi un preparatore esigente del suo lavoro visto che riscrive o arricchisce quasi tutte le scene e i dialoghi che gli preparano . « Se un attore drammatico fa cilecca » spiega , « la gente lo perdona subito , dice che il poverino è stato sacrificato in una parte sbagliata . Ma se io non riesco a far ridere è finita , mi pigliano a pernacchi » . E insiste a raccontarmi che il suo è un « umorismo di situazioni » che fa ridere per ciò che accade più che per ciò che si dice . Sarà , ma io che lo osservo sarei tentato di pensare che il suo è un umorismo prevalentemente istintivo , una qualità infusa in ogni parte del suo ben nutrito corpo . Come se le guance , gli orecchi , le mani , il petto e persino le natiche sapessero reagire umoristicamente per conto loro , recitando ciascuna la sua parte . Sordi , è naturale , preferisce l ' aspetto ideologico del suo umorismo , dice e ripete che non si fa l ' attore comico improvvisando . Ma deve pur saperlo che al solo apparire sullo schermo del suo faccione infingardo una gaia eccitazione percorre la platea : e se non c ' è subito la risata c ' è sempre l ' aspettativa di una risata . Non esiste spettatore tanto opaco , voglio dire , che non reagisca in qualche modo alla sua presenza . Chi possiede questo dono comunicativo può anche sprecarlo se non lo sorregge con una intelligenza duttile e una preparazione seria . Ma non è il caso di Alberto Sordi , il più implacabile custode di se stesso che si conosca . Tanto da perdere ogni gusto dell ' ironia quando parla del suo successo , di come lo volle e lo ottenne , risultato categoricamente inevitabile e necessario . Ci fu un tempo , da ragazzo , che passava le mattine in casa esercitandosi nella danza resa famosa da Fred Astaire . Si affacciava nella stanza sua madre e diceva con una voce gentile , ma un po ' ironica : « Ma Alberto , perché pesti tanto con i piedi , che cosa è questo rumore ? » . Serissimo Alberto rispondeva : « Per tua regola , mamma , queste sono le claquettes » . Serio , come allora , dice a me che lo interrogo sulla sua fortuna : « Le assicuro che non è stata una vincita al lotto . La mia fortuna è fondata su basi vere . Prevista , ottenuta , durevole » . Non lo contraddico anche se ho il sospetto che un pochino esageri . Era proprio così sicuro di sé quella notte autunnale del '39 in cui si ritrovò piangente in un camerino del teatro Pace di Milano ? Lui e il suo partner Gaspare Sponticchia , decrepito danzatore di claquettes . Umiliati più che dai fischi , dal cupo silenzio di un pubblico che pure era di bocca buona . Lo era quando girava per Roma come agente assicuratore dell ' Alleanza , a percentuali invisibili e senza stipendio fisso ? Chi ha successo , è noto , ama proiettarlo anche nel suo passato e in quella che fu una lotta confusa e molto spesso casuale riesce a vedere disegni fermi e precisi . Per Alberto Sordi sono ormai lontani i tempi di Laura Nucci , del balletto Lorys , della pensione milanese a Porta Garibaldi dove una padrona ladra pagava il suo silenzio con magrissimi pasti . Triste acqua passata . Adesso Alberto ha la casa « più importante di Roma » , sul monte Ora , di fronte alle terme di Caracalla . Con la piscina e con il teatrino . Splendida . E a completare il trionfo il patriziato romano gli è largo di inviti e di simpatia . « Perché frequenta l ' alta società ? Divertimento , curiosità , gusto di rivincita ? » « Che le devo dire » fa lui , « a me questa gente che ha un bel nome e una bella ricchezza non mi dispiace . Chi la critica in genere non la conosce . Ce ne sono di spiritosi e di intelligenti , mi creda . Forse un pochino a corto di fantasia , ma a questo mondo , si sa , tutto non si può avere » . Mi dà un colpetto gentile su una spalla . « E poi » dice , « un po ' di sangue nobile ce l ' abbiamo tutti , non è vero ? E mica ci fa schifo se ce lo riconoscono . Te lo immagini un impiegatuccio o un operaio a cui arriva una patente di nobiltà che esce sul balcone strappandosi i capelli e gridando : mannaggia mi hanno fatto conte , li possino , proprio a me doveva capitare » . Si agita , è sul punto di saltar giù dal sofà , se non fossimo nel salone di un Grand Hôtel tradurrebbe subito in gesti e parole l ' intuizione comica che gli è venuta . E aggiungerebbe altri personaggi , altri episodi perché il suo umorismo è una reazione a catena difficile da controllare . « Dicono che qualche volta strafaccio . È vero , me ne accorgo anche io quando vedo il film . Ma ormai il film è una cosa che non mi appartiene più , devo già pensare al nuovo che sto girando . » Accenno a uno dei luoghi comuni delle sue biografie : l ' avarizia . « In casa mia » dice , « ho messo delle cose stupende , preziosissime . Alle mie sorelle e a chi mi sta a cuore non manca nulla . Io spendo molto , ma nel modo che preferisco . Se essere avaro significa avere un certo rispetto del denaro e un ' idiosincrasia per le spese inutili e cretine io sono un avaro . La verità è che questa storia è stata messa in giro da certi ambienti che conosco bene . Non gli va giù che io eviti via Veneto e certa gente di via Veneto . Alla malora ' sti , come li chiamano , rivoltati . Li possino » . « Se un attore badasse ai propri interessi dovrebbe andar cauto su certi temi » . « Sì , d ' accordo , so bene che sono loro , gli invertiti , che comandano nel nostro ambiente . Ma io dico che non se ne può più . E glielo dico in faccia . Se gli vado con le mie idee bene , se no vadano loro a quel paese » . « Pensa qualche volta alla vecchiaia ? Immagina come sarà , uomo ed attore , a sessant ' anni ? » Un attimo di riflessione , poi risponde : « Io evito con cura le persone in disfacimento . Ho il terrore della vecchiaia che corrompe il corpo e l ' intelligenza . Mi piacciono le persone anziane vivaci e benportanti . Spero che lo sarò . Non ho timori per la mia professione . Non sarò io a perdere il passo con i tempi . E poi mi sono conservato bene , non le pare ? A quarant ' anni sono ancora signorino . La mia regola è : vita attiva e buon umore . Ma qui a Milano come si fa ? Mamma mia guarda fuori , scuro che sembra notte , quasi quasi me ne torno in camera a dormire » . « Molte grazie , Sordi » . « Se vuol vedermi al lavoro » dice lui , « domattina " giro " in uno scalo ferroviario , si faccia dire dove dal mio segretario » . Lo scalo è quello di San Rocco dove c ' è una stazione per le locomotive . Ci vado , l ' indomani . Piove nella nebbia , l ' edificio è di un giallo sbiadito , fra il Cimitero Monumentale e lo scalo Farini . Intorno baracche , rotaie , orticelli tisici , fango , operai come ombre e tutti gli altri panni sporchi del neorealismo . Speriamo che sia almeno un film morale . Il titolo è Crimen ma ci recita Alberto Sordi , quello che fa ridere . Anche lui ha i suoi messaggi da diffondere . Magari più insidiosi e corrosivi di tanti altri che spaventano la censura . Comunque il censore potrà sempre dire : « Mica faceva sul serio . Era tutta roba da ridere » .